Bonificare con gli ecosistemi naturali dott. Mattia Biasioli.

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Ri – Costruire a (quasi) km 0 Viggiano . 22 novembre 2013 Bonificare con gli ecosistemi naturali: riuso e riqualificazione di aree degradate e siti contaminati dott. Mattia Biasioli. Project Manager. Planeta - Seacoop. Torino

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Ri – Costruire a (quasi) km 0Viggiano . 22 novembre 2013

Bonificare con gli ecosistemi naturali:riuso e riqualificazione di aree degradatee siti contaminati

dott. Mattia Biasioli. Project Manager. Planeta - Seacoop. Torino

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Ri – Costruire a (quasi) km 0Viggiano . 22 novembre 2013

Bonificare con gli ecosistemi naturali:riuso e riqualificazione di aree degradatee siti contaminati

dott. Mattia Biasioli. Project Manager. Planeta - Seacoop. Torino

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Evoluzione dei siti contaminati in Piemonte 2003-2010

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Tecnologie di bonifica del suolo applicate in Italia (Min. Ambiente, 2009)

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Tecnologie di bonifica dei suoli alternative allo smaltimento

• Phytoremediation

• Bioremediation

• Desorbimento termico

• Soil washing

• Soil flushing

• Stabilizzazione/inertizzazione

• …

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Phytoremediation

• Insieme di tecniche di bonifica che prevedono l’uso di specie vegetali ingrado di degradare, estrarre o immobilizzare i contaminanti in suoli,sedimenti e nelle acque

• Le tecniche si differenziano tra loro per azione decontaminante e tipo dicontaminante (inorganico o organico):

1. Fitoestrazione/fitoestrazione assistita2. Fitodegradazione3. Fitostabilizzazione4. Rizofiltrazione5. Rizodegradazione6. Fitovolatilizzazione

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Vantaggi della phytoremediation

• Metodologia di bonifica in situ che utilizza la radiazione solare come unica fonte di energia

• Salvaguarda e ripristina le condizioni di suolo naturale (fertilità del suolo)

• Applicabile su vaste superfici (contaminazione prevalentemente superficiale)

• Economicamente vantaggiosa rispetto a tecniche di bonifica tradizionali (~ 10 €/m3)

• Soluzione permanente

• Positivamente accolta dall’opinione pubblica

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Svantaggi della phytoremediation

• Lungo periodo per raggiungere gli obiettivi di bonifica (anni - decine di anni)

• Rimozione completa del contaminante impossibile, poiché vincolata alla sua biodisponibilità (possibilità di venire a contatto con apparati radicali)

x Il successo della bonifica dipende dalle caratteristiche della matrice (es. pH,Eh, disponibilità di nutrienti ecc.) e dal tipo di contaminanti

x Bonifica limitata alla porzione di suolo, sedimento o acque esplorata dalleradici delle piante

x Alte concentrazioni di inquinanti possono provocare fenomeni di fitotossicità

x Influenzata da fattori climatici

x Alcune tecniche ancora ad uno stadio sperimentale

x Necessita di prove pilota sito-specifiche

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• Tra le tecniche maggiormente applicate per la rimozione di metalli pesanti dasuoli contaminati.

• Piante accumulano metalli nella parte ipogea (apparato radicale) od epigea(fusto e foglie). Piante secernono metallo-riduttasi nella rizosfera,aumentando l’assorbimento radicale dei metalli.

• Efficacia funzione della biomassa prodotta dalle piante.

• Selezione di specie arboree ad alto accrescimento efficaci nell’accumularemetalli; il massimo dell’azione fitoestraente se governate secondo SRF

• La fitoestrazione si presta per metalli con alte frazioni biodisponibili.Ingenerale, Cd, Ni, As, Se e Cu sono molto biodisponibili, moderatamentebiodisponibili Co, Mn e Fe, poco biodisponibili Pb, Cr e l’U.

• Biodisponibilità di un metallo funzione delle proprietà della matrice (pH, Eh, Corganico), della fonte della contaminazione (naturale/antropica) e delle formechimiche dei contaminanti

Fitoestrazione

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Short rotation forestry(SRF)

• specie arboree a rapida crescita • elevata densità d’impianto (6.000-

15.000 piante all’ettaro)• ceduazioni ripetute nel breve periodo

(1-6 anni) • tecniche colturali simili a quelle per

colture agrarie

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• Le piante traslocano i metalli pesanti dal suolo alla biomassa

• La biomassa viene rimossa con ceduazioni ravvicinate (1/2 anni)

• Si produce cippato, destinato a termovalorizzazione

• Si smaltiscono in discarica le ceneri (metalli non volatili)

Phytoremediation tramite SRF

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• Superficie del sito: 148 000 m2

• Sede ex stabilimento industriale Michelin – da riconvertire a parco pubblico

• Contaminazione diffusa nel suolo da metalli pesanti (in particolare Zn, Cu, Pb)

• Scavo di ca. 45 000 m3 per creare una valletta verso il fiume (da progetto P. Latz)

• Necessità di bonificare il terreno di risulta dello scavo

• Approvato progetto di bonifica tramite Phytoremediation con Short Rotation Forestry

• Importo opere bonifica 900.000 Euro rispetto a 4 000 000 Euro prospettati per scavo

e smaltimento

Caso Studio num. 1 – Bonifica area ex Michelin (Parco Dora Torino)

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Michelin – 1907

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Michelin – 1924

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Michelin – 1950

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Michelin – anni ottanta

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• Impianto parcella phytoremediationtramite SRF

• 3 specie testate: Pioppo, Salice, Robinia (3 cloni per specie)

• Attuato protocollo monitoraggio suoli, acque interstiziali, acque profonde, campioni di biomassa (fusto, foglie, radici).

• Sperimentazione analoga in serra

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La biomassa prodotta dopo 1 anno dall’impianto (2013)…

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ParametriDate di prelievo u.m D.Lgs.152/06 CSC

suoli ad uso residenziale

Specie

P S R

Cd01/03/2012

mg/kg

21,0 1,0 1,0

01/04/2013 0,3 0,2 0,2

Co01/03/2012

2017,2 18,3 17,4

01/04/2013 14,8 13,0 14,5

Cu01/03/2012

12058,6 59,9 50,2

01/04/2013 48,6 47,8 44,3

Cr01/03/2012

150120,4 126,5 127,4

01/04/2013 136,6 121,8 133,0

Ni01/03/2012

120121,6 122,4 114,9

01/04/2013 125,3 116,6 117,3

Pb01/03/2012

100125,2 148,4 118,6

01/04/2013 106,1 89,6 90,0

Zn01/03/2012

150256,8 260,5 274,4

01/04/2013 284,6 236,5 243,8

Caso Studio num. 1 – Risultati suoli

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Caso Studio num. 1 – Risultati biomassa

SpeciePioppo Salice Robinia

foglie fusto radici foglie fusto radici foglie fusto radici

Co

mg/kg

n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d

Cd n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d

Cr n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d

Cu 9 7 7 11 8 6 8 8 9

Zn 288 93 61 387 172 79 81 28 27

Pb 5 n.d 4 6 n.d 4 5 n.d 5

Ni 3 3 n.d 7 n.d n.d n.d n.d 6

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Caso Studio num. 1 Conclusioni

• Bonifica tramite SRF con ceduazione, termovalorizzazione e smaltimentoceneri biomassa

• Al completamento fase sperimentale (3 anni), intervento full scale sututta l’area

• Restituzione dell’area a Parco Pubblico (tecnologia di bonificacompatibile con il riuso dell’area)

• Sito sperimentale citato in diversi progetti UE come best practice(Interreg URBAN – SMS, Interreg B-TEAM), nonché su media (LineaVerde – RAI1)

• Sito sperimentale utilizzato anche dal Comune di Torino per valutaretecniche di rivegetazione di aree industriali degradate

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Caso Studio num. 2Bonifica ex industria chimica (TO)

• Ex industria di prodotti chimici, superficie ca. 25 000 m2

• Riqualificazione ad uso commerciale - residenziale

• Contaminazione dei suoli delle aree degli ex parchi serbatoi (fino allafalda – 4 m da p.c.) da BTEX (etilbenzene e Xilene), composti fenolici,idrocarburi leggeri e idrocarburi pesanti

• Proposta tecnica di bonifica tramite scavo, trattamento in biopiledinamiche (bioremediation) e reinterro del materiale scavato

• Studi pilota per dimensionamento del sistema

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Studi pilota in microcosmo – Fase 1 – screening microbiologico

• Prove di incubazione su substrati specifici

• Le prove hanno mostrato un numero di batteri degradatori eterotrofiaerobi pari a 1.75+10 MPN/g. Di questi (rappresentavi della carica totale dimicrorganismi aerobi), buona parte risulta identificata da batteridegradatori di BTEX, pari a 4.50+08 MPN/g.

• Le analisi denotano elevata presenza di cellule batteriche autoctone, lamaggior parte delle quali risultano efficaci degradatori degli inquinantiorganici del sito

• I suoli oggetto di prova hanno mostrato quindi un buon potenziale intermini di biodegradazione.

Buon potenziale «autoctono» dei suoli per la biodegradazione

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Studi pilota in microcosmo – Fase 2 prove di biodegradazione

• Terreno tal quale (nessuna aggiunta di nutrienti)

• Terreno + K2HPO4 Â 3H2O + KNO3

• Terreno + K2HPO4 Â 3H2O + KNO3 + compost

• Terreno + (NH4)2HPO4 + urea

• Terreno + (NH4)2HPO4 + urea + compost

• Nutrienti aggiunti per ottenere un rapporto finale C:N:P = 100:10:1

• Analisi degli inquinanti pre e post - incubazione

Dimensionamento della biopila full scale

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Caso Studio num. 2 Bonifica ex industria chimica (TO)

• Cronoprogramma degli interventi di bonifica: 12 mesi

• Oneri di bonifica complessivi: 988 000 Euro, di cui 540 000 legati altrattamento dei terreni contaminati (17-18 euro/t)

• Scavo di 22 000 m3 di terreno di cui 16 000 da trattare in 2 biopile

• Pre-trattamento per miscelazione con inerti porosi (sabbia e cippato) enutrienti e collocamento terreno in biopila

• Mantenimento condizioni aerobiche tramite aspirazione/insufflazionearia

• Monitoraggio parametri funzionamento della biopila (CO2, O2, CH4, T,umidità)

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Il layout di progetto

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Lo scavo

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Il pretrattamento

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La biopila in teoria…

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…e in pratica

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Top biopila

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base biopila

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scavo completato

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Caso Studio num. 2 Risultati biopile

Denominazione�campioneCSC�siti�uso�Res�Verde

CSC�siti�uso�ComͲInd

Obiettivi�di�bonifica

Biopila�1�Ͳ INIZIO�TRATTAMENTO

Biopila�1�Ͳ INIZIO�TRATTAMENTO

Biopila�1�Ͳ FINE�TRATTAMENTO

Biopila�1�Ͳ FINE�TRATTAMENTO

Data�campionamento 22/01/2013 22/01/2013 19/07/2013 19/07/2013

Parametri

COMPOSTI�ORGANICI�AROMATICI Ͳ ͲͲ ͲͲ ͲͲ ͲͲ

Etilbenzene�(A) mg/Kg�s.s. 0,5 50 30 19,1 11,5 0,025 0,009

Xilene�(D) mg/Kg�s.s. 0,5 50 30 131 81,4 0,597 0,123

FENOLI�NON�CLORURATI Ͳ ͲͲ ͲͲ

Metilfenolo�(oͲ,mͲ,pͲ) mg/Kg�s.s. 0,1 25 2,8 4,5 18 0,57 0,51

IDROCARBURI Ͳ ͲͲ ͲͲ ͲͲ ͲͲ

Idrocarburi�leggeri�(C<12) mg/Kg�s.s. 10 250 30 235 376 1 1

Idrocarburi�pesanti�(C>12) mg/Kg�s.s. 50 750 117 118 36 57

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Caso Studio num. 2 Conclusioni

• Terreno interamente bonificato in situ nell’arco di 7 mesi di trattamento in biopila

• Terreno ricollocato nell’impronta di scavo

• Nessuno smaltimento necessario, nessuna fornitura di terreno per ritombamento impronta di scavo necessaria

• Alla data odierna è in corso la posa dei plinti del futuro centro commerciale sul sito.