Bollettino speciale settembre 2003

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BOLLETTINO - Anno 89 - numero speciale - Settembre - 2003 - PERIODICO MENSILE DELLA PARROCCHIA Ss.PIETRO e PAOLO - Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969 - Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c legge 662/96 - Aut. Dir. Prov. P.T. Filiale AL - - Direttore Responsabile: Dott. Roberto Delconte - Direttore editoriale: il parroco Don Gianfranco Maggi - Impaginazione: P.Luigi Bloise - Stampa della Tipografia DIEFFE (s.n.c.) di Franco Fornito e Nando De Stefani Castelnuovo Scrivia (AL) - Giornale della comunità cristiana di Castelnuovo Scrivia PARROCCHIALE U U n n D D O O N N p p e e r r A A m m i i c c o o IL SALUTO DELLA SUA C O M U N I T Á Mi sembra quasi una seconda vocazione: tra le verdeggianti montagne della val dAyas che si colorano dautunno (don Gianfranco era impegnato per la tre giorni catechistica diocesana), si inizia- va a capire che il passaggio dalla nostra parrocchia al seminario, dove ricoprirà lincarico di rettore, era quasi imminente. Già, quelle montagne. Là dove è più facile meditare, pensare, riflettere ma, soprattutto, ascoltare. Isolarsi ed improvvisamente sentire riecheg- giare la voce, o forse le voci. Lasciarsi guidare dalla presenza, a volte misteriosa e quasi invisi- bile, ma proprio per questo pre- ziosa e stellare, dello Spirito Santo: la nostra vita è nelle Tue mani, o Dio : e il disegno divino è protagonista di questa nostra vita. Ma da lassù certe voci si ascoltano altrettanto bene: e come non pensare allo sguardo e a quellespressione così solare di don Carlo, come non pensare a quegli atteggiamenti di bontà e di laboriosità del papà Mario. Ecco queste sono le voci che

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Giornale della comunità cristiana di Castelnuovo Scrivia - Anno 89 - numero speciale - Settembre - 2003 - IL SALUTO DELLA SUA C O M U N I T Á PERIODICO MENSILE DELLA PARROCCHIA Ss.PIETRO e PAOLO Mi sembra quasi una seconda vocazione: tra le verdeggianti montagne della val dAyas che si colorano dautunno (don Gianfranco era impegnato per la tre giorni catechistica diocesana), si inizia- va a capire che il passaggio dalla nostra parrocchia al seminario,

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BOLLETTINO- Anno 89 - numero speciale - Settembre - 2003 -

PERIODICO MENSILE DELLA PARROCCHIA Ss.PIETRO e PAOLO - Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969 - Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c legge 662/96 - Aut. Dir. Prov. P.T. Filiale AL -- Direttore Responsabile: Dott. Roberto Delconte - Direttore editoriale: il parroco Don Gianfranco Maggi - Impaginazione: P.Luigi Bloise - Stampa della Tipografia DIEFFE (s.n.c.) di Franco Fornito e Nando De Stefani Castelnuovo Scrivia (AL) -

G i o r n a l e d e l l a c o m u n i t à c r i s t i a n a d i C a s t e l n u o v o S c r i v i aPARROCCHIALE

UU nn DD OO NN pp ee rr AA mm ii cc oo

IL SALUTO DELLA SUAC O M U N I T Á�Mi sembra quasi una secondavocazione�: tra le verdeggiantimontagne della val d�Ayas che sicolorano d�autunno (don Gianfrancoera impegnato per la tre giornicatechistica diocesana), si inizia-va a capire che il passaggio dallanostra parrocchia al seminario,

dove ricoprirà l�incarico di rettore,era quasi imminente. Già, quellemontagne. Là dove è più facilemeditare, pensare, riflettere ma,soprattutto, ascoltare. Isolarsi edimprovvisamente sentire riecheg-giare la voce, o forse le voci.Lasciarsi guidare dalla presenza,a volte misteriosa e quasi invisi-bile, ma proprio per questo pre-ziosa e stellare, dello Spirito

Santo: �la nostra vita è nelle Tuemani, o Dio� : e il disegno divinoè protagonista di questa nostravita. Ma da lassù certe voci siascoltano altrettanto bene: ecome non pensare allo sguardoe a quell�espressione così solaredi don Carlo, come non pensarea quegli atteggiamenti di bontà edi laboriosità del papà Mario.Ecco queste sono le voci che

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BOLLETTINO PARROCCHIALE numero speciale pag. 2 U n D o n p e r A m i c odalla val d�Ayas don Gianfrancoavrà ascoltato nel suo cuore escendendo a valle e poi avvici-nandosi al la nostra pianura,quella scelta assumeva semprepiù i contorni di un progetto cheiniziava a formarsi, di nuoveforze da dedicare ad �una secon-da vocazione� voluta da Dio. Enoi? E Castelnuovo? E� normale:smarrimento, disorientamento etanti mah, chissà� Tutti immagi-navamo che don Gianfranco nonsi sarebbe fermato ancora moltotempo a Castelnovo perché inquesti ultimi abbiamo conosciutola sua persona, la sua prepara-zione, il suo essere veramentesacerdote. Ma non pensavamoche lasciasse la nostra parroc-chia così rapidamente. Poi, però,una voce silenziosa bussa alnostro cuore e mormora: �Lo saiche il progetto di Dio non cono-sce tempi e spazi�. Eh già, è pro-prio vero, è proprio uno dei tantiinsegnamenti del nostro don.ASCOLTARE : ascoltare la vocedel cuore ascoltandosi, ascoltarechi ci sta accanto, ascoltare ilpianto di chi soffre ma anche lagioia di chi è felice. Solo cosìpotremo ascoltare Dio. DonGianfranco ci ha aiutati in questocammino, siamo maturati, siamocresciuti insieme a lui; abbiamocercato di cogliere l�essenzadelle sue parole, dei suoi com-menti alla Scrittura che ci apriva-

no ad una nuova vita, dei suoigesti. In sei anni non lo abbiamomai sentito alzare la voce dall�al-tare, non ha mai spettacolarizza-to la sua pastorale. Anche chinon crede o chi non va sempred�accordo con la fede, ne haammirato ed apprezzato la suadelicatezza, il suo essere insie-me a tutt i , con tutt i , pur nelrispetto dei ruoli di ciascuno.Quando fece il suo ingresso, inquel sabato pomeriggio di inizioestate, era il 14 giugno 1997,tutti gli occhi erano orientativerso lui; in molti non lo si cono-sceva. Un prete giovane slancia-to che regalava sorrisi ma cheiniziava a conoscere e soprattut-to iniziava ad ascoltare questicastelnovesi che avevano biso-gno di essere ascoltati. Ed il gior-no successivo, nell�omelia dome-nicale, i tratti di quanto sarebbepoi diventata la fotografia dellanostra chiesa: lavorare insieme,collaborare ed aiutarsi, stare vici-no ai �fanciulli�, li ha semprechiamati così, guidare con unapresenza mai troppo ossessivagli adolescenti, assistere anchecon una semplice visita e conuna parola di conforto gli amma-lati e gli anziani. Quando in unacasa si deve convivere con lasofferenza e la tristezza, la visitadi don Gianfranco ha semprerappresentato una fonte di luce edi speranza meravigliose. Ci per-

doni ma certe cose non possonorimanere custodite nel cuore edè bello e giusto scriverle: i suoisei anni in mezzo a noi, tra iragazzi e tra le persone anziane,tra le gioie e tra i momenti tristi,tra le discussioni e le miticherisate, ci hanno fatto capirequanto sia bello essere don,quanto sia bello poter annuncia-re l�amore di Cristo in mezzo aisuoi figli. In lei, caro don, abbia-mo acquistato sicurezze, certez-ze, coraggio ad affrontare e vive-re nuove esperienze, ci ha fattocapire che Gesù è sempre alnostro fianco ed anche se noitante volte sbagliamo strada, Luinon ci abbandonerà mai. Ne stiacerto, queste sue parole sarannoil cammino della nostra vita, ipassi di una chiesa, quellacastelnovese ma non solo, checresce orientata verso il coman-damento dell�amore. Ecco per-ché, e non possiamo nasconder-lo, le parole ci escono con diffi-coltà e la commozione diventasempre più forte ma l�amoredell�Evangelo che lei ha saputotrasmettere nella nostra comu-nità ci aiuta a ringraziare Dio peraver condiviso insieme a lei que-sti sei anni pregando affinché ilprogetto che lo Spirito Santo hadisegnato per il suo presente efuturo possa trovare una piena eserena realizzazione.IL SALUTO DEL NOSTRO VESCOVO,S.E. MONS. MARTINO CANESSABen volentieri unisco la mia voceal saluto che rivolgete al vostroParroco, don Gianfranco Maggi,chiamato a guidare i l nostroSeminario diocesano.Sei anni fa, rimasta vacante lavostra Parrocchia, avevo invitatodon Gianfranco ad assumerne laresponsabilità. Ero sicuro cheimmediatamente si sarebbe inseri-to nel ritmo della comunità, facen-dosi stimare ed apprezzare. Cosìè stato.Tutti a Castelnuovo avete presto

capito che il vostro nuovo pastore,all�intelligenza ed alla determina-zione, univa un notevole senso dipastore ed una forte capacità diguida. Tutte le volte che in questianni, ho avuto l�opportunità diincontrare la vostra comunità, hosempre avvertito stima sincera neiconfronti del Parroco. In questomomento, alla notizia della suapartenza, c�è nel vostro cuore sor-presa, rammarico e, forse, un po�di risentimento nei miei confronti.Non vi posso dare torto. Avendo

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BOLLETTINO PARROCCHIALE numero speciale pag. 3 U n D o n p e r A m i c o

�Riproponiamo quello chescrisse sul numero spe-ciale del bollettinoparrocchiale don CarloMolinelli nel giugno1997 in occasione del-l�ingresso del nuovoparroco don GianfrancoMaggi�.Chi è don Gianfranco? Un amico,un grande amico e poi un confra-tello nel sacerdozio.Questa nostra amicizia è nataquando, da Castelnuovo, sonovenuto a Stradella per insegnareall�Istituto Tecnico Faravelli:Gianfranco Maggi era alunnodella quinta ragioneria, un alunnomodello per dedizione e capa-cità.

Subito aderì alla proposta dicammino di fede all�esterno dellascuola che io proposi agli studen-ti; eravamo agli inizi degli anni�70, il mondo giovanile era per-corso da fremiti di ricerca nellacontestazione. Ci si trovava perpregare, per confrontarsi sullaParola di Dio spazi di impegnoall�interno della parrocchia e delsociale.Gianfranco già allora si caratte-rizzava per una pacatezza insoli-ta nei giovani, per una sorta diequilibrio e saggezza che sem-brava innata e che sfociavasovente in una gioia straordinariatestimoniata dal suo sorriso.Finita la ragioneria, ecco la chia-mata del signore, lo stupore el�ammirazione del gruppo, la feli-

cità di tutti perché Dio ci aveva�visitato� e confermava il nostrocammino.Don Gianfranco è dono delsignore, come ogni sacerdote, equesto dono ora arriva aiCastelnosi, di cui ho un grandericordo nel cuore. Custoditeloquesto dono, come avete custo-dito e fatto crescere il mio giova-ne sacerdozio quando ero tra voi.Questo rammarico vi fa onoreperché le persone sono daamare anche nella pienezza deisentimenti umani, dentro ai valoridella fede.Il gioco dei sentimenti vale ancheper me: parte un amico, ma arri-va un altro amico, don Bruno,che accoglierò con entusiasmo econ gioia.

UU nn aa ll ee tt tt ee rr aa dd aa uu nn aa mm ii cc ooDD oo nn mm oo ll tt oo cc aa rr oo di Don Carlo Molinelli

bisogno di coprire un ruolo fonda-mentale nella vita della Diocesi, misono rivolto a don Gianfranco, conla piena fiducia che, con lo stessoentusiasmo e dedizione con cui haseguito la vostra parrocchia,seguirà pure il nostro Seminario. Alui l�augurio che il sacrificio che gliè stato chiesto sia compensatodalla gioia di accompagnare al

Sacerdozio i nostri chierici.S.E. Mons. Martino CanessaVescovo di Tortona

C A R O A M I C O � � . .���..è così che iniziasti una lettera scrittamipoco tempo fa, avente come oggetto ciò che ti pro-ponevi riguardo alla tua attività pastorale e l�impe-gno che saremmo andati condividere nei futuricorsi di preparazione al matrimonio.I contenuti erano, come sempre, ricchi di significa-to, estremamente motivanti, tanto da stimolare unacontinua riflessione non solo relativamente a que-sto progetto comune, ma anche al mio cammino diuomo di fede.Quella circostanza è stata l�ennesima confermadella efficacia dell� esercizio del tuo mandato, por-tato avanti in questi anni presso la comunità castel-novese e con mansioni via via sempre più impor-tanti nell�intera diocesi e che ora esitano in questoimportante incarico ora affidatoti.Spesso durante le nostre chiacchierate si è parlatodell�importanza della comunicazione. Ebbene que-sta è la risorsa che ha fatto la differenza. Ecco per-

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BOLLETTINO PARROCCHIALE numero speciale pag. 4 U n D o n p e r A m i c o

«Non so quando ho conosciutodon Gianfranco. Forse la data èrecente. Forse si perde nellanotte dei tempi. Può darsi che ilprimo incontro sia stato propizia-to da un convegno dei direttoriUCD. Forse ci siamo visti allascuola nazionale dei catechisti aMalosco o dintorni. Non riesco aisolare un istante preciso.L�impatto: Comunque sia, l�im-patto è stato agevole. Non si puònon voler bene a don Maggi.Non riesce a nascondere nulla.Non ha difese. Si ha subito l�im-pressione di accoglienza e sim-patia. Per me il rapporto si è tra-sformato immediatamente anchein una richiesta di collaborazio-ne.Ho ricevuto una mozione di fidu-cia incondizionata. Mi ha affidatole giornate a Brusson, le relazio-ni ai preti, gli incontri sistematicicon i catechisti. Non ha messocondizioni. È venuto a trovarmipiù volte a Monza, pressol�Istituto Missionario. Ha appog-giato e condiviso la linea dellarivista Evangelizzare a cui colla-bora da vari anni.La fisionomia: Come si puòdipingere don Maggi? Tre forse itratti caratteristici:- La semplicità. Il segnale da cuisi fa precedere è il sorriso. Stavolentieri in compagnia. Dà gran-

de peso alle persone. Però nonvorrei esagerare negli elogi.Questo si fa per i defunti. Invecelui è sano e vegeto.- La curiosità. Va in cerca di tutti iluoghi ove ci si qualifica. Cercale fonti e non le realtà filtrate.Non si accontenta del �già visti� odel �già consumato�. Su questoha anche tentato di avviare levarie iniziative diocesane di for-mazione.La voglia di lavorare: Pensoche i suoi sogni e progetti pasto-rali siano infiniti. Non credo cheriesca a stare con le mani inmano. Non sempre, a livello dio-cesano, ha potuto raccoglierefrutti. Ha incontrato pesantezze eritardi. Mi pare che non si sia

arreso, per questo.Conclusione: Con questo spo-stamento, ci perde la periferia (sifa per dire) o ne guadagna il cen-tro? Non è agevole rispondere.Ci perde la parrocchia o ci gua-dagna la diocesi? Forse è vera laseconda ipotesi. Ora egli tenta laimpresa (ardua) di vivere inTortona e di offrire risorse forma-tive ai seminaristi. Forse si èreso conto che occorre passaredal crocevia ove i semafori ven-gono accesi o spenti dai preti. Èuna bella scommessa. Saremosempre accanto a lui con la soli-darietà e collaborazione.p. Ezio Gazzottirivista Evangelizzare

G e s ù p e r A m i c oché oggi le persone si sentono particolarmentelegate a te, perché sei riuscito a comunicare qual-cosa di importante, come eccellente sacerdote,senza dubbio, ma soprattutto come grande uomo.Ed è proprio questa tua meravigliosa caratteristicache ti rende diverso, ed è forse l�elemento facilitan-te il messaggio che diffondi e ti fa essere più vici-no alla gente.Quindi, CARO AMICO, non posso che farti i miglio-ri auguri affinché, al servizio della diocesi, tu possaavere la possibilità di trasmettere ancora di più

tutto ciò, in una realtà che al giorno d�oggi a livellodi comunicabilità non lascia sicuramente ben spe-rare, ma che di fronte ad esempi come il tuo, contutta la semplicità e l�umiltà che ti contraddistinguo-no, ritengo possano essere d�aiuto per guardare alfuturo con grande fiducia e speranza.Ringraziandoti di tutto, certo che continuerai adessere per tutti noi un punto di riferimento, un affet-tuoso saluto. Ferdinando B.Psicologo che collabora nel corso in preparazione al matrimonio

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BOLLETTINO PARROCCHIALE numero speciale pag. 5U n D o n p e r A m i c oHo conosciuto don Gianfrancopoco prima del suo ingresso aCastelnuovo mentre mi trovavoin San Matteo a Tortona.Me l�aveva presentato l�alloraparroco don Gianni Captini. Ora,il disegno del Signore ha volutodon Gianni da Rettore delSeminario a Parroco del Duomodi Voghera e don Gianfranco daParroco di Castelnuovo aRettore del Seminario.Di don Gianfranco mi colpironosubito tre aspetti: la sua capacitàdi ascoltare; la sua capacità dianalisi dei problemi; la sua capa-cità di valutare l�interlocutore.Dopo l�ingresso a Castelnuovoabbiamo avuto modo di frequen-tarci e la mia stima nei suoi con-fronti è sempre più aumentatariconoscendogli doti di pastore edi conoscitore profondo dellaSacra Scrittura.Le nostre conversazioni si sonointensificate dopo la mia decisio-ne di seguire la vita diaconale edon Gianfranco, in questo, mi hamolto aiutato con i suoi consigli,

le sue puntualizzazioni e il suocostante incoraggiamento a pro-seguire sulla strada che i lSignore mi aveva indicato, supe-rando le inevitabili difficoltà.Se sono divenuto diacono lodevo al Signore ma anche a lui.Prima dell�ordinazione mi haintrodotto nel ministero pastoralead Alzano, valorizzando le miepoche capacità e rispettando imiei punti di vista quando, rara-mente, non collimavano con isuoi, dandomi sempre moltafiducia e dopo l�ordinazione hachiesto che venissi assegnato,come suo collaboratore pastora-le, nel Vicariato di Castelnuovo.Caro don Gianfranco non possodimenticare la tua presenza inDuomo a Tortona quel 22 giugno2003 dove tu mi hai posto indos-so i paramenti diaconali; mi haistretto forte nell�abbraccio dipace facendomi così sentire latua vicinanza, il tuo affetto e iltuo continuo aiuto.Il tuo aspetto un poco austeronasconde un cuore grande e la

L�augurio dell�Economo delSeminario al nuovo Rettore tua risata dà sicurezza e confi-denza.Ora avremo modo di vederci dipiù; tu come Rettore e io comeeconomo del Seminario. Avremomodo di collaborare insieme peri l bene di questa struttura,essenziale per la vita della dioce-si.Il mio augurio è quello che tupossa guidare il Seminario conamore e con carità per formareSanti sacerdoti che istruiscano,come tu hai fatto e continuerai afare, il popolo cristiano sulla viadella verità e della autenticatestimonianza del Vangelo.Ti abbraccio nella fraternità delSignore Ernesto Stramesi

U n a m i c o c o n f r a t e l l oCon don Gianfranco c�è sempre stata amicizia sincera, intesa e collaborazione.In lui ho potuto constatare notevoli doti naturali e umane che esprimeva verso tutti con generosità, attenzione,disponibilità e altruismo. L�ho visto particolarmente sensibile e premuroso verso i confratelli ammalati, che visi-tava periodicamente donando sempre la sua parola di conforto e di incoraggiamento. Aperto ai segni deitempi, si è sempre dimostrato pronto ad affrontare con intelligenza, con decisione, con lungimiranza, le variedifficoltà che affioravano (insorgevano) dalle situazioni di confusione e disagio proprie del nostro tempo. Lasua prorompente vitalità lo porta al dialogo e alla solidarietà con tutti, infondendo serenità e ottimismo. Sottol�apparente immagine di serenità, si nasconde un animo buono e sensibile che invita alla confidenza e allafiducia.Accattivante e caratteristica la sua fragorosa risata quando si trova in compagnia per condividere momenti dicomunione fraterna. Capace di ben coniugare fede e vita con autenticità e senza compromessi, per la suaschiettezza e lealtà.RICOMINCIAREÈ uno degli imprevisti di chi lavora al servizio deglialtri, sia il compito modesto di dirigere un istituto sco-lastico, sia la responsabilità d�una grande comunitàparrocchiale. Chiamo grande la comunità castelnove-se non tanto per la sua estensione numerica o territo-

riale, ma per la ricchezza della sua storia e per laqualità dei pastori che la guidarono, e la guidano tut-tora. Ricominciare. Il piccolo lavoro di ogni giorno, quandonon ci si muove dal sito, è sempre un ricominciare.Alcuni membri della società di cui ci si occupa lascia-no, altri subentrano. C�è un�evoluzione continuaanche nel numero e nella qualità dei collaboratori,

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Carissimo don Gianfranco, l�annuncio che ci lasci, destinato ad altri incarichi,è stata una doccia fredda.Sei entrato fra noi con semplicità e quasi in sordina animato da tanto amore.Ben presto ti sei rivelato padre generoso, prudente, costante e pronto a stu-diare ed a risolvere con decisione i molteplici problemi che si sono presentati.Credimi, ti abbiamo apprezzato e la conclusione è che ti vogliamo bene.Il distacco per noi e per te è doloroso ma il Signore che tutto conosce e valutaci penserà Lui! Quale priore della Confraternita di San Desiderio della quale sei cappellano e quale presi-dente del Comitato dei S.S. Cosma e Damiano ti esterno la più viva e sincera riconoscenza.Tutta la comunità ti augura che il compito affidatoti arrechi al tuo cuore intime soddisfazioni e ti dia la pos-sibilità di operare efficacemente per l�affermazione della verità e dell�amore fra gli uomini.Ricordati di noi e nei momenti di pausa vienici a trovare in questo nostro borgo che hai imparato adamare. Ti ripeto ancora, ti voglio bene!Un abbraccio con cuore commosso. Lelio Sottotetti

U n s a l u t o d a l P r i o r e d e l l aConfraternita di San Desiderio

ciascuno con una personalità unica ed irripetibile.Poi, all�improvviso, il troncarsi netto dei rapporti.Dall�alto arriva un ordine, ti mando in un altro luogo,con un altro compito. E bisogna andare.Nello sconcerto di noi che restiamo, e ci sentiamoabbandonati, c�è un dover ricominciare. Ma per chi sene va il distacco è molto più doloroso.Si arriva, e si ènuovi. Spesso si deve subentrare a figure prestigio-se, e non si può fallire. Si deve essere almeno loropari.Dio aiuta, ma si deve costruire giorno per giorno séstessi e i rapporti con la comunità. Ci si riesce, anchese sono migliaia i problemi, per i quali trovare la solu-zione migliore, ognuno un caso a sé, spesso l�un conl�altro in apparente contrasto. Un lavoro immane.Poi, l�ordine di spostarsi altrove.Per chi va e per chi resta, i problemi sono due faccedella stessa medaglia. Noi dobbiamo rassegnarci. È ilmomento di ricominciare. In questi sei anni di lavorocomune ci siamo arricchiti di contenuti e di metodi,che ci sforzeremo di applicare nella realtà che ci

attende. Salutiamo chi ci lascia, con rammarico, macon il saldo possesso di quei messaggi che abbiamoricevuto e fatti nostri.Nel mio lavoro, mi capitò frequentemente di predi-sporre programmi di attuazione dell�attività che anda-vo via via svolgendo. Più d�una volta mi capitò di tro-vare i miei pensieri illustrati in qualche pubblicazio-ne, che mai avevo consultato. Ma l�autore del testoera stato uno dei miei maestri in un recente passato.Ne avevo metabolizzato il pensiero, al punto di farlidivenire mio.Molti nostri comportamenti futuri, inconsciamente,saranno conseguenti all�azione pastorale di DonGianfranco. Continuerà la sua presenza tra noi conquesta trasmissione di valori. Intanto, egli li trasmet-terà ad altri.Grati a Dio, riconoscenti a lui, continueremo a coltiva-re il nostro campicello, perché prosperi il seme chelui vi ha gettato, dopo che così egregiamente ha pre-parato il terreno. L. Stella

Ne ho sentite tante di interpreta-zioni della partenza di donGianfranco Maggi da Castelnuovo,ognuno ha in tasca una spiegazio-ne. In realtà c�è solo un ordine delvescovo di Tortona, il che per unsacerdote richiede una sola rispo-sta, l �accettazione, anche se�obtorto collo�, esattamente comeavvenne per don Bruno Bottallo.Sono certo che don Gianfranco,una volta superata l�eventualità diessere trasferito a Voghera a

sostituire il parroco del Duomo,fosse ben fel ice di gestireCastelnuovo con annessi e con-nessi, ossia con gli incarichi al ivel lo di Curia tortonese e lagestione dei paesi limitrofi.Una situazione che andava benis-simo a tutti noi e, per quanto miriguarda, anche a me che avevotrovato in lui un amico attento esincero, esattamente come è stato- anzi è - con don Bruno. Unamico che mai mi ha chiesto per-

ché, pur �bazzicando per chiese,chiesette e cappelle�, non mi fac-cio il segno della croce e non par-tecipo alla vita religiosa del paese.Tolleranza, rispetto delle differen-ze, azione energica per ciò che ciaccomuna hanno caratterizzato lanostra amicizia.Non ha avuto alcun problema adarmi spazio per coordinare tuttociò che riguarda gli edifici religiosi,gli arredi sacri, le opere d�arte, conrelativi interventi di restauro e

P A R T E U N A M I C O

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BOLLETTINO PARROCCHIALE numero speciale pag. 7U n D o n p e r A m i c oabbellimento.Purtroppo la prima parte del suoministero in quel di Castelnuovoha coinciso con un bruttissimomomento per me, con tanti mesi diospedale, il rischio permanente disituazioni irreparabili, le conse-guenze della paralisi e il trauma,che ancora oggi mi angoscia, deldover abbandonare l�insegnamen-to.Ciò nonostante, insieme, abbiamofatto un sacco di cose. SulBollettino del maggio 1997, dedi-cato a don Bruno, scrivevo checon don Bottallo la chiesa parroc-chiale aveva risolto due terzi deisuoi problemi strutturali, quasi tuttigli edifici religiosi erano stati ricu-perati, il patrimonio artistico reli-gioso era stato studiato, cataloga-to e restaurato in gran parte.Ebbene in questi ulteriori cinqueanni si è concluso il consolida-mento della parrocchiale, dando ilvia alle migliorie interne, e, perquanto riguarda la cura e lagestione di tutto ciò che il nostropaese contiene a livello di piccolee grandi strutture religiose, direiche Castelnuovo può essere citatocome esempio da seguire.Non intendo elencare questalunga serie di interventi che hannorichiesto un impegno notevole alivello di progetti, di domande, diautorizzazioni, di �ammorbidimen-to� delle Soprintendenze, di ricer-ca dei fondi e dei contributi econo-mici, di soluzione dei problemi cheemergevano.Mi limiterò ad accennare a ciòche, di consistente, era attualmen-te in corso e di cui si dovrà, mel�auguro, farsi carico il nuovo par-roco.Realizzazione di solette in cotto edi scale (tipo torre del castello)per una più sicura e agevolerisalita al culmine del campani-le;Avvio del restauro della navatadestra della parrocchiale conla stessa metodologia utilizza-ta lo scorso anno per la navatasinistra, utilizzando anche i50.000 euro stanziati dalla

Regione Piemonte in seguitoalla domanda documentatissi-ma inoltrata tre mesi fa;Restauro dell�ultima tela, nell�unicacappella non ancora completa-mente restaurata (la quarta asinistra);Migliorie al santuario dellaMadonna delle grazie, soprat-tutto con un intervento di allon-tanamento dello scolo delleacque pluviali dalle fondamen-ta e nel contempo di consoli-damento dopo i danni provo-cati dal terremoto;Pubblicazione di un libro intera-mente dedicato alla storia ealle opere d�arte della nostraantichissima chiesa parroc-chiale dei Santi Pietro e Paolo.Indubbiamente, e penso che nes-suno si sorprenda o si scandalizziper questa mia affermazione, lareazione dei castelnovesi alla par-tenza di don Bruno era stata emo-tivamente più forte; del resto cisono almeno due elementi di diffe-renza: la personalità decisamentepiù passionale di don Bottallo e lasua permanenza assai più lunganel nostro paese. Don Gianfranco era finalmentegiunto alla fase della conoscenzaperfetta di una comunità e lo atte-stano le copertine dei Bollettiniparrocchiali, che, nei primi annierano senza immagini o con raffi-gurazioni religiose e ora eranodedicate interamente a gruppi varidi castelnovesi, ad attestazione di

una sempre maggiore conoscenzae di un più stretto legame con lapopolazione.Ora era il momento di incideresempre di più e, invece, ecco iltrasferimento, sul quale ovviamen-te non ho alcun titolo per mettere ilbecco.Ma al di là dei motivi di opportunitàefficientistica e di amicizia, c�èanche da dire che con donGianfranco perdiamo (egoistica-mente parlando) una bella mentee un uomo aperto. Nessuna sbro-dolata da parte mia, vorrei solocitare quanto ha scritto - non haimportanza in quale contesto - sulBollettino parrocchiale di giugno, ilsuo ultimo Bollettino castelnovese:�Abbiamo compiuto un camminoche ci ha dissuaso dalla guerracome continuazione della politica,che ci ha insegnato il pluralismoreligioso, la pace come orizzontedi vita, la democrazia come formaper una vita civile, il primato dellapersona con i suoi diritti e doveri ela condanna di ogni forma diemarginazione e segregazione permotivi di cultura, razza e religione.Se guardiamo la realtà italiana lospettacolo non è esaltante. E�carente il senso del bene comune,la verità è considerata sempre diparte, le informazioni sono mani-polate, i linguaggi sono irriguardo-si, manca i l r ispetto verso glianziani, si fa di ogni erba unfascio, si loda o si recrimina quan-do conviene e non secondo

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Che Don Gianfranco non fosse un parroco giunto altermine della propria attività pastorale lo si era capito.Preparato, raffinato culturalmente, studioso.E che il Vescovo di Tortona non fosse così sprovve-duto da non valorizzare un Pastore che ha già offertoottimi spunti di riflessione, anche questo era ben inte-so.Che, però, in quattro e quattrotto don Gianfranco sene andasse, questo non era così scontato.Il nostro paese e più in generale la comunità castel-novese ha visto avvicendarsi una moltitudine disacerdoti. Con alterne fortunate: sia da una parte chedall�altra. I cambi maggiori li abbiamo registrati tra icomprimari: giovani sacerdoti che ben presto hannotrovato altre destinazioni.Tra i parroci, invece, dopo gli anni stanziali del com-pianto Mons. Cerutti, c�è stata una presenza forte daparte di don Bruno Bottallo ed ora di don Gianfranco

coscienza e verità. Non è un bel momento, ma cisono ancora persone che amanola verità, che rispettano l�altro, chesi impegnano per la giustizia e perla pace, che hanno fiducia nell�uo-mo. E allora non lasciamoci fago-citare dal branco o irrigidire dalleconvenienze�.A salutare, nel maggio del 1997,l�arrivo di don Gianfranco Maggi a

Castelnuovo apparve sul�Bollettino parrocchiale� un brevema efficacissimo scritto di donCarlo Molinell i , dal t i tolo�Testimonianza di un amico�. Riferendosi a don Gianfranco chesi allontanava da Stradella pervenire a Castelnuovo e a donBruno che giungeva a Stradella,scriveva: �Il gioco dei sentimentivale anche per me: parte un

amico, ma arriva un altro amico�. Faccio mia questa frase di donCarlo e, come avvenne allora, miauguro che l�amicizia, la stimareciproca, il rispetto delle diversitàe la collaborazione che ci fu condon Bruno e don Gianfranco siinstaurino anche con il nuovo par-roco. Antonello Brunetti

Maggi.Ambedue con una forte personalità, diversi, profon-damente diversi, nell�intendere la pastorale.Don Gianfranco, che prosegue la sua giusta vocazio-ne e per questo gli porgiamo un sincero �in bocca allupo� per l�incarico prestigioso che gli viene assegna-to, ha lasciato un segno profondo nella nostra comu-nità.Intanto, come sacerdote, ha saputo collegare lediverse anime della chiesa castelnovese riunendo �non senza fatica � i numerosi campanili.Come uomo, ha avuto un rapporto generoso e schiet-to nei confronti dei cittadini e della pubblica ammini-strazione che ha portato a buoni frutti. Sincero, sola-re, giusto.Non ho mai notato in lui tornaconti personali o, peg-gio, posizioni dettate dall�ideologia.Abbiamo collaborato intensamente. Con il sottoscrit-to, con chi mi ha preceduto, con gli assessori che avario titolo si sono confrontati con lui.Ora, però, non essendo questo un necrologio, vorreiguardare avanti come è giusto che sia.A don Gianfranco saranno affidati coloro che divente-ranno i futuri sacerdoti della Chiesa tortonese in unmomento di profonda crisi vocazionale. Un incaricospeciale per una persona speciale. Un sacerdote chesaprà sicuramente guidare loro attraverso una forma-zione rigorosa, attenta, precisa e puntuale.Di questo, conoscendo don Gianfranco, sono certo.Meriterebbe, in verità, qualcosa in più. Sono altresìconvinto che non sarà il termine ultimo della sua �car-riera�. Glielo auguro di cuore. Ma si sa che a volte,come in politica, non sono i migliori a fare progressi.A chi lo sostituirà mi permetto di sottolineare che ilpaese è estremamente esigente perché tanti sonocoloro che hanno voglia di lavorare per il prossimo,compresa l�amministrazione comunale. Aspettativeimportanti che non devono essere deluse.Un sincero e forte abbraccio a don Gianfranco.Gianni Tagliani

D a l s i n d a c o d i C a s t e l n u o v o u n� I N B O C C A A L L U P O �