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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI boLLeTTino Di arCHeoLoGia on Line DireZione GeneraLe Per Le anTiCHiTa’ ii, 2011/2-3 importante centro politico e religioso umbro, Gubbio si localizza sul pendio di Monte ingino in corrispondenza del centro medievale 1 (fig.1). i recenti scavi condotti nella centrale via dei Consoli hanno messo in luce una necropoli di età proto-villanoviana e restituito quaranta sepolture in cinerari d’impasto. Poco più a monte i resti di capanna, attestati dalla presenza di buche per l’alloggiamento di pali e battuti pavimentali, testimoniano la presenza dell’abitato, insieme allo scarico di ceramiche presso il vescovado, pertinenti all’insediamento a carattere preurbano. inoltre alcuni sondaggi presso Porta S. Marziale o vehia hanno riportato alla luce tracce della cinta muraria antica in prossimità di una apertura 2 (fig. 2). occupata già dalla fine dell’età del bronzo da insediamenti e necropoli, controlla il ter- ritorio con una fitta rete di castellieri e nel vii-vi a.C. si arricchisce di presenze archeologiche con la necropoli di S. biagio e le sue tombe a circolo e poi con il v sec. a.C. con le sepolture della vittorina, tombe che continuano fino al ii sec. d.C., costituendo così la necropoli più grande e longeva della città. La struttura urbanistica dell’antica Ikuvium si desume dalle Tavole iguvine, conservate al Museo Comunale di palazzo dei Consoli; documento fondamentale della lingua umbra e dei rituali religiosi, inciso tra la fine del iii e l’inizio del i sec. a.C., costituito da sette tavole bronzee rinvenute nel 1444 nei pressi del teatro romano. in età romana nella seconda metà del ii sec. a.C. la città è attestata in pianura, prima con strutture 82 www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 LUana CenCiaioLi*, SParTaCo CaPanneLLi*, Maria LeTiZia CiPiCiani** GUbbio, La DoMUS Di SCiLLa e iL ParCo Urbano: Uno STUDio Di vaLoriZZaZione The domus of Scylla is exhibited at the Antiquarium of the Roman Theater of Gubbio. The domus has several rooms, the most important of which is the central one, the tablinum, where a black and white mosaic with geometric patterns dating back to the Augustan Age can be seen. The fragment of an emblem featuring the episode of Ulysses and Scylla is placed in the centre: it is a polychrome mosaic made up of small, closely set tesserae (opus vermicu- latum), that can be dated to end of the II cent. – early decades of the I cent. B.C.. The domus is included in the ar- chaeological itinerary of the park. 1) La finora accreditata corrispondenza del centro umbro con quello medievale (v. SiSani 2001, pp. 31-34, 47-61, 99-124 con bibl.) è stata recentemente rivista da Dorica Manconi che lo colloca al di fuori dell’abitato medievale, in pianura a destra del torrente Camignano (ManConi 2008, pp. 2-3). 2) CenCiaioLi 2011a, p. 583; Cenciaioli 2011b, pp.28-31; CenCiaioLi c.s.; CenCiaioLi - GerMini 2009, p. 57.

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MINISTERO PER I BENI

E LE ATTIVITA’ CULTURALI

boLLeTTino Di arCHeoLoGia on LineDireZione GeneraLe Per Le anTiCHiTa’ ii, 2011/2-3

importante centro politico e religioso umbro, Gubbio si localizza sul pendio di Monteingino in corrispondenza del centro medievale1 (fig.1). i recenti scavi condotti nella centrale viadei Consoli hanno messo in luce una necropoli di età proto-villanoviana e restituito quarantasepolture in cinerari d’impasto. Poco più a monte i resti di capanna, attestati dalla presenza dibuche per l’alloggiamento di pali e battuti pavimentali, testimoniano la presenza dell’abitato,insieme allo scarico di ceramiche presso il vescovado, pertinenti all’insediamento a caratterepreurbano. inoltre alcuni sondaggi presso Porta S. Marziale o vehia hanno riportato alla lucetracce della cinta muraria antica in prossimità di una apertura2 (fig. 2).

occupata già dalla fine dell’età del bronzo da insediamenti e necropoli, controlla il ter-ritorio con una fitta rete di castellieri e nel vii-vi a.C. si arricchisce di presenze archeologichecon la necropoli di S. biagio e le sue tombe a circolo e poi con il v sec. a.C. con le sepolturedella vittorina, tombe che continuano fino al ii sec. d.C., costituendo così la necropoli più grandee longeva della città.

La struttura urbanistica dell’antica Ikuvium si desume dalle Tavole iguvine, conservateal Museo Comunale di palazzo dei Consoli; documento fondamentale della lingua umbra e deirituali religiosi, inciso tra la fine del iii e l’inizio del i sec. a.C., costituito da sette tavole bronzeerinvenute nel 1444 nei pressi del teatro romano. in età romana nella seconda metà del ii sec. a.C. la città è attestata in pianura, prima con strutture

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www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076

LUana CenCiaioLi*, SParTaCo CaPanneLLi*, Maria LeTiZia CiPiCiani**

GUbbio, La DoMUS Di SCiLLa e iL ParCo Urbano: Uno STUDio Di vaLoriZZaZione

The domus of Scylla is exhibited at the Antiquarium of the Roman Theater of Gubbio. The domus has several rooms,

the most important of which is the central one, the tablinum, where a black and white mosaic with geometric

patterns dating back to the Augustan Age can be seen. The fragment of an emblem featuring the episode of Ulysses

and Scylla is placed in the centre: it is a polychrome mosaic made up of small, closely set tesserae (opus vermicu-

latum), that can be dated to end of the II cent. – early decades of the I cent. B.C.. The domus is included in the ar-

chaeological itinerary of the park.

1) La finora accreditata corrispondenza del centro umbro con quello medievale (v. SiSani 2001, pp. 31-34, 47-61, 99-124 conbibl.) è stata recentemente rivista da Dorica Manconi che lo colloca al di fuori dell’abitato medievale, in pianura a destra deltorrente Camignano (ManConi 2008, pp. 2-3).2) CenCiaioLi 2011a, p. 583; Cenciaioli 2011b, pp.28-31; CenCiaioLi c.s.; CenCiaioLi - GerMini 2009, p. 57.

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abitative dell’area dell’ospedale e con lo scarico inlocalità S. biagio. Poi nel i sec. a.C. si espande in unvasto quartiere abitativo, posto più a valle, come èdocumentato dai resti delle terme, del teatro, delledomus della Guastuglia e da edifici di pertinenzapubblica rinvenuti presso Palazzo vispi ed in via Pe-rugina. il confine tra città ed area non urbanizzata èdelimitato da una struttura a pianta quadrata, ricono-scibile su tre lati, il cosiddetto “muro del vallo”, co-struito in opera cementizia rivestita da blocchetti dicalcare. al di fuori si estendono le necropoli e gliedifici sacri.3

inTervenTi Di vaLoriZZaZione

La Soprintendenza ha effettuato interventitesi a valorizzare l’area archeologica e l'Antiquariumdel teatro romano, inaugurando il 28 giugno 2009 ilprimo itinerario archeologico nel parco urbano dellacittà romana.

a seguito dei lavori di restauro e valorizza-zione dei principali monumenti romani dell’anticaiguvium, eseguiti con Fondi ordinari e con FondiLotto, è stato realizzato un percorso archeologico

3) CenCiaioLi 2007, pp. 10-18.

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1. GUbbio. CarTa Di DiSTribUZione DeLLe PreSenZe arCHeoLoGiCHe. in roSSo i rinveniMenTi DieTà ProToSToriCa (elaborazione C. PonZi, S.CaPaneLLi. SbaU)

2. GUbbio. PorTa San MarZiaLe (foto v.PeSCari, SbaU)

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all’interno della città romana per mettere in collegamento i vari monumenti. il percorso è ac-compagnato da indicatori direzionali e da pannelli esplicativi in due lingue. il visitatore può ac-cedere ai siti da solo, attraversando il parco archeologico urbano, supportato da una guida indue lingue che illustra l’itinerario.

Dall’Antiquarium del teatro romano, dove si può visitare la domus di Scilla, si raggiungeil teatro romano, e quindi l’area delle domus della Guastuglia (chiuse in inverno), quindi il Mau-soleo romano (fig. 3. 1- 2, 5- 6; fig. 4). Sono state organizzate in collaborazione con il Comuneconferenze legate all’archeologia a Gubbio, tenutesi all’interno dell’Antiquarium: i “Lunedì

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4. GUbbio. FoTo aerea (C.PaPa): in aLTo anTiQUariUM e TeaTro, aL CenTro area DeLLa GUaSTUGLia

3. GUbbio. 1.DoMUS DeLL’anTiQUariUM; 2. TeaTro; 3. MUro DeL vaLLo; 4. SCariCo Di S. biaGio e FornaCe; 5.MaUSoLeo; 6. GUaSTUGLia; 7. PaLaZZo viSPi; 8. PorTa DeGLi orTaCCi; 9. LoGGe Dei TiraTori; 10. PonTe roMano;11. CHieSa Di S.GiULiano-PorTa TrebULana; 12. PaLaZZo Dei ConSoLi; 13. PaLaZZo ranGHiaSCi; 14. PaLaZZo DU-CaLe; 15. MUSeo DioCeSano; 16. MonTe inGino; 17. arCo Di S.MarZiaLe; 18. PorTa MarMorea-PorTa TeSSenaCa

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dell’archeologia”, che una volta al mesehanno illustrato varie tematiche, ottenendo ap-provazione e presenze piuttosto consistenticon un afflusso complessivo di circa 500 per-sone.

all’interno dell’antiquarium, chesorge sopra la domus romana, cosiddetta diScilla, è allestita su due piani, collegati anchecon un ascensore, una esposizione che illustrala storia e lo sviluppo della città e del territorioattraverso le testimonianze archeologiche, do-cumentate con pannelli esplicativi e materialiprovenienti dagli scavi.

i reperti esposti provengono da scavidella città e delle necropoli; dal teatro, dallazona della Guastuglia e da porta degli ortacci,ex ospedale, materiali ceramici e bronzei in-quadrabili dal v sec. a.C. all’età imperiale, tracui bronzetti votivi, una moneta della zeccaiguvina con legenda ikuvins, una piccola sta-dera in bronzo, e monete di età imperiale. Pre-sente anche materiale dalle necropoli ed inparticolare da S. biagio e dalla vittorina: dallaprima, in uso dal vii al ii sec. a.C., di parti-colare importanza sono tre crateri a vernicenera che ricordano eleganti forme in metalloprezioso e la tomba infantile n.18/97 dellametà del ii sec. a.C., con ricco corredo tra cuidue collane formate da vaghi di pasta vitreapolicroma e pendagli d’osso intagliato in varieforme: aquila stante, fallo stilizzato, formegeometriche.4

Dalla seconda un cratere attico del vsec. a.C. con la raffigurazione del mito diborea che rapisce orizia (fig. 5) e tombe di etàimperiale, tra cui quella cosiddetta “di iside”per la presenza di incensieri e di un sistrum,strumento musicale usato nelle cerimonie isia-che. Sono conservati anche mosaici policromitardo antichi provenienti dalla zona della Gua-stuglia, alcuni raffiguranti animali marini.

al piano superiore sono inoltre espostidue vasi biconici provenienti dal sepolcreto adincinerazione del c.d. proto villanoviano (etàdel bronzo Finale, 1200 a.C. circa) di via deiConsoli,5 rinvenuto durante i lavori di pavi-mentazione della via, condotti dal Comune diGubbio nel 2007-8 (fig. 6).

L’area occupata dalle sepolture erapiuttosto limitata e si inoltrava al di sotto delleabitazioni; la situazione era molto sconvoltadal passaggio degli impianti tecnologici e an-cora prima dalle fondazioni dei palazzi.

4) ManConi 2008, p. 13.5) CenCiaioLi c.s.; CenCiaioLi - GerMini 2009, p. 57.

5. GUbbio. neCroPoLi DeLLa viTTorina:CraTere aTTiCo (foto SbaU)

6. GUbbio. via Dei ConSoLi: SePoLTUre in CorSo Di SCavo (foto F. GerMini, SbaU)

LUana CenCiaioLi et al., Gubbio, la domus di Scilla

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Sono state recuperate in tutto 40 sepolture tutte realizzate secondo uno stile della cera-mica e un rito funerario con dettami uniformi che permettono di inquadrarle nella facies di Pia-nello di Genga, che si estende in italia centrale adriatica (Marche e parte degli abruzzi) e interna(gran parte dell’Umbria: Panicarola sul Trasimeno, Monteleone di Spoleto) spingendosi sul ver-sante tirrenico della Toscana interna (Chiusi e Cetona).

i cinerari rinvenuti per lo più interi, ma schiacciati dal peso della terra e frammentatisono d’impasto bruno, liscio, non tornito; alcuni presentano una decorazione a linee impresse ecuppelle e bugne (fig. 7). nessun vaso o altro oggetto faceva parte del corredo.

i vasi erano deposti in una bassa fossa, scavata nel terreno breccioso, disposti in trelivelli; a stretto contatto uno con l’altro senza copertura o protezione laterale se non in tre casi:una tomba a pozzetto (fig. 8) e due solo coperte con pietre. i cinerari erano sistemati all’internodi piccole e strette fosse, rincalzati da scaglie di pietra e ricoperti da uno strato di terra scurissima,argillosa e con numerosi frammenti di carbone.

Dal livello più basso proviene una tazza carenata sottolineata da fasce impresse e ansacon sopraelevazione a corna ramificate con due fori e protuberanze (fig.9).

al di sotto della necropoli altri strati di concotto e di scaglie, per drenaggio, hanno re-stituito frammenti di impasto. La situazione ricorda quella trovata a Pianello di Genga dovel’area della necropoli aveva ospitato precedentemente un abitato.

infine è esposta la ricostruzione della kline in bronzo proveniente dalla zona di Fontevole,probabilmente “in Fontulis” delle tavole iguvine, pagus o subborgo di Gubbio, occupata da unanecropoli di estrema importanza in uso dal vi sec.a.C. fino all’età romana imperiale. il rinveni-mento, che suscitò tanto scalpore tra gli abitantidi Gubbio, avvenne nel 1982, durante i lavori peruna lottizzazione edilizia, e mise in luce una se-poltura con kline bronzea, significativa testimo-nianza di tomba di prestigio della prima metà delii sec. a.C. La sepoltura consisteva in una sem-plice fossa, all’interno della quale era il letto inlegno; le pareti e la copertura della tomba eranoricoperte in origine da tavolato ligneo.

La sepoltura fu intaccata dal passaggio deimezzi meccanici, che passando hanno asportatola parte superiore.

Del corredo rimane solo uno strigile eduno strumento da toletta in ferro, che testimonia

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8. GUbbio. via Dei ConSoLi: biConiCo in PoZZeTTo (foto F. GerMini, SbaU)

9. GUbbio. via Dei ConSoLi: TaZZa CarenaTaCon anSa SoPraeLevaTa (v. PeSCari, SbaU)

7. GUbbio. via Dei ConSoLi: Cinerario Con DeCoraZioni (disegno S. aGabiTini, SbaU)

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l’appartenenza a un personaggio maschile (fig. 10).Della kline si conservano il rivestimento bronzeo di tre gambe (la quarta fu probabilmente

asportata dal mezzo meccanico), parti del telaio in ferro, e due fulcra in bronzo pertinenti allaspalliera, raffiguranti testa di mulo e busto di artemide. L’equino è reso con grande realismonei dettagli anatomici: narici dilatate, criniera a ciocche, alla base del collo pelle di pantera ecampanello. La divinità presenta una trattazione delle superfici e dei particolari molto naturale:la testa è resa in modo realistico, con labbra semiaperte, occhi grandi, capelli finemente cesellati,divisi in due bande laterali. Dalla spalla destra sporge la faretra.

La tomba è pertinente ad un personaggio maschile di rango molto elevato e con posizionedi rilievo all’interno della comunità. Trova confronti con esemplari trovati a arna nell’ottocentoe a Perugia (necropoli del Cimitero) ed ora anche con due letti trovati recentemente nel 2008 aStrozzacapponi (Perugia). La produzione è probabilmente perugina.6 Due sono le interpretazioniper la ricostruzione:

a) letto tricliniare in visione frontale con i fulcra alle estremità del lato lungo ricostru-zione presentata nel 1990 dalla scavatrice;7

b)letto con fulcra sulla spalliera superiore presentato da Manconi nel 2005 a GubbioPalazzo Ducale.8

È stata esposta quest’ultima (b), per cui è stata costruita una struttura autoportante inlegno, acciaio e materiale plastico. Su questa sono stati appoggiati gli elementi in bronzo, ap-plicati ad incastro, che non sostengono alcun peso. il legno è pero massello, i listelli di pellesono di cuoio naturale. all’interno delle gambe sorreggono il peso dei telai perni in acciaio fi-lettati.

DoMUS Di SCiLLa

La domus, visibile all’interno dell’antiquarium del teatro romano, è composta di variambienti; molto estesa e ricca, come dimostrano le pavimentazioni a mosaico, presenta variefasi costruttive dal i sec. a.C. al ii sec. d.C.9 non sono stati individuati i limiti della domus, e siconoscono solo due lati, a nord, nella zona prossima all’ambitus (area di separazione tra duecase), e a ovest. Gli ambienti identificati sono articolati intorno al peristilio: sono quattro, con-servati solo in parte, tre con pavimenti a mosaico ed uno pavimentato in laterizio, adibito a vanodi servizio (latrina?). Le tre stanze mosaicate hanno pavimenti con decorazione geometrica inbianco e nero a quadrati e losanghe; sono le più importanti della casa, limitate a nord dal muro

6) CenCiaioLi 2009, n. 3, pp. 113-117; CenCiaioLi 2010, pp. 7-13.7) bonoMi PonZi 1990, pp. 297-323.8) CarrUba - ManConi 2008, pp. 18-23.9) CanTe 2008, pp. 51-64.

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10. GUbbio. FonTevoLe: riCoSTrUZione DeLLa kLine (foto v. PeSCari, SbaU)

LUana CenCiaioLi et al., Gubbio, la domus di Scilla

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di fondo, comunicanti tra di loro e con il portico del peristilio (fig. 11). Tra questi il più importante, quello centrale è il tablinum (stanza di rappresentanza in

asse con l’ingresso, dove erano conservati gli archivi familiari ed il lararium per il culto dome-stico) che presenta una decorazione geometrica risalente all’età augustea con scudo centrale; lacornice presenta il tappeto musivo con decorazioni a meandri arricchiti da quadrati e motivi aclessidra, delimitati ai lati dafasce suddivise in quadrati conrappresentazioni di armi: scudi,elmi, pelte, insegne .

al centro, entro un qua-drato con decorazione vegetaleagli angoli, sono rappresentateuna serie di cerchi concentricicon triangoli bianchi e neri, di-sposti intorno ad uno scudo cen-trale: l’emblema con Scilla(fig.12). Quest’ultimo, ricompo-sto da tre grandi frammenti, dicui è rimasta solo una fascia del-l’originale, è costituito da unmosaico policromo, formato dapiccolissime tessere musive(opus vermiculatum) ed è allog-giato in una base di travertinoincavata con diametro max 78cm. raffigura l’episodio dellanave di Ulisse e Scilla, la qualeafferra con le lunghe spire icompagni: la penultima di dieciimprese che Ulisse, nel raccontodi omero, compie nel suo viag-gio di ritorno verso itaca.

11. GUbbio. DoMUS Di SCiLLa: riCoSTrUZione aSSonoMeTriCaDeGLi aMbienTi (da ManConi 2008, ricostruzione M. CanTe)

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12. GUbbio. DoMUS Di SCiLLa: FraMMenTo Di eMbLeMa (foto v. PeSCari, SbaU)

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Su fondo scuro si sviluppa la scena figurata: a sinistra la poppa di una nave dove Ulissebarbato, con pilos, armato di scudo, sta per lanciare una lancia contro Scilla; dietro di lui il ti-moniere con lo sguardo rivolto verso il mostro. Questo posto al centro della scena ha il torsofemminile nudo terminante in foglie acantiformi, da cui fuoriescono lunghe spire pisciformi cheavvolgono i corpi dei compagni di Ulisse e teste di feroci cani che ne mordono le teste (fig.13).

notevole è il senso della policromia e del chiaroscuro che evidenzia le varie parti conombreggiature; la scena piena di pathos è resa in tutta la sua drammaticità. omero insiste sullaferocia del mostro, che insieme a Cariddi era posto a guardia dello stretto di mare che l’eroedeve varcare; contro di esso nulla possono il valore o l’astuzia, e solo il coraggio serve a superarela terribile prova. Secondo il racconto di omero Ulisse viene messo in guardia da Circe nei con-

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LUana CenCiaioLi et al., Gubbio, la domus di Scilla

13. GUbbio. DoMUS Di SCiLLa: TaPPeTo MUSivo. Le ParTi Più SCUre Sono Le PorZioni DiPaviMenTaZione riMaSTe (disegno M. L. CiPiCiani)

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fronti di Scilla, il mostro che ha dodici piedi e sei lunghi colli con orribili teste e abita in una ca-verna nello stretto di Sicilia, di fronte a Cariddi, a sterminio dei naviganti. nessun navigante siè mai potuto vantare di averla sfuggita: “ghermisce con ogni testa un uomo afferrandolo dallanave”. Ulisse non dovrà combattere contro di lei e non potendo alzare le armi contro, secondoCirce, è preferibile sacrificare sei compagni piuttosto che perdere l’intera nave sullo scoglio op-posto, Cariddi con i suoi vortici. Ulisse volgendosi verso la nave e i compagni scorge solo “brac-cia e gambe lassù, sollevate nell’aria, mi chiamavan gridando invocando il mio nome -perl’ultima volta- angosciati”.10

La figura di Scilla, metà donna e metà pistrice, nella cui elaborazione si cimentarono gliartisti e i poeti nel corso dei secoli, assume nell’arte il significato di guardiana dell’abisso, siache si tratti di quello marino, sia che si alluda dietro metafora all’immagine della morte. La rap-presentazione di Scilla è piuttosto diffusa nell’antichità: tra le più famose ricordiamo il grupposcultoreo di Sperlonga. È quello di Gubbio uno dei più antichi nel suo genere ed è l’unico a raf-figurare tutti gli elementi presenti nel racconto di omero: la nave, Ulisse insieme al suo timo-niere, come appunto quello di Sperlonga. Si rifà all’archetipo bronzeo di rodi e di questo sembraessere una delle prime rappresentazioni. nel contempo per la comprensione della decorazionemusiva, purtroppo molto frammentaria, è stato avviato uno studio per la ricostruzione in graficacomputerizzata di tutto l’ambiente eseguito da Maria Letizia Cipiciani. Si tratta di una letturafacilitata anche dalla riproduzione grafica in scala reale applicata sul muro di fondo e da un pan-nello esplicativo (fig.14).

L.C.

10) odissea Xii, 244-250, traduzione di r. CaLZeCCHi oneSTi, Torino 1963; ManConi 1996, pp. 188-193.

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14. GUbbio. eMbLeMa riCoSTrUiTo in GraFiCa CoMPUTeriZZaTa (M. L. CiPiCiani)

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iL MoSaiCo Di SCiLLa e ULiSSe aLL’anTiQUariUM Di GUbbio. Una riCoSTrUZione

il mosaico di Scilla torna alla luce nel 1985, in una domus interna all’Antiquarium, apoca distanza dal teatro romano di Gubbio.

Si tratta di un emblema tondo realizzato in opus vermiculatum policromo; è alloggiatoin una base di travertino incavata, con diametro massimo di 78 cm. Le tessere minuscole sonodi pietra e di pasta vitrea.

Si conoscono undici mosaici raffiguranti Scilla, databili tra la metà del iv sec. a.C. e lametà del iv sec. d.C.: - prima metà iii sec. a.C.: mosaico nella Casa di Dioniso a nea Paphos (Cipro);11

- prima metà iii sec. a.C.: mosaico di eretria;12

- fine ii – inizi i sec. a.C.: mosaico con Scilla e Ulisse nella domus presso l’Antiquarium delTeatro romano a Gubbio;13

- ii sec. d.C. (139 d.C.): mosaico nelle Terme di nettuno a ostia;14

- ii sec. d.C.: mosaico nella villa di Munatia Procula a Tor Marancia (roma);15

- ii sec. d.C. (170-180 d.C. ca.): mosaico nella Casa del trionfo di nettuno ad acholla (rassbou Tria, Tunisia);16

- seconda metà ii d.C.: mosaico di Mitilene (Lesbo);17

- prima metà iii sec. d.C.: Casa di isguntus a Hippo regius (annaba, algeria);18

- fine iii sec. d.C.: mosaico nelle Grandi Terme di Thaenae (Tunisia);19

- fine iii – prima metà iv sec. d.C.: mosaico della Guastuglia a Gubbio (antiquarium del Teatroromano);20

- iv sec. d.C.: mosaico di Sila (algeria).21

il mosaico con Scilla e Ulisse scoperto a Gubbio si mostra, senza alcun dubbio, straor-dinario per due motivi: innanzitutto è uno dei più antichi tra i pochi rimasti, inoltre è l’unico araffigurare tutti gli elementi presenti nel racconto di omero: Scilla, la nave, Ulisse insieme alsuo timoniere; i marinai prima afferrati dai lunghi tentacoli di Scilla e poi divorati dai cani.

ad eccezione del mosaico di Tor Marancia, dove è raffigurata insieme al gruppo dei tremarinai azzannati dai cani, in tutti gli altri mosaici Scilla compare sempre sola: abbracciata altimone in età ellenistica, con il timone brandito in alto in età imperiale.

Si è così tentato di ritrovare Scilla, Ulisse, nave, timoniere e marinai in altre produzioniartistiche: la scena completa compare alla metà del ii sec. a.C. e viene riprodotta fino al iv sec.d.C. nelle seguenti opere:- coppa rodia, metà ii sec. a.C.;22

- stampo fittile di Didyma, ii sec. a.C.;23

- mosaico con Scilla e Ulisse nella domus di Gubbio, fine ii- inizi i sec. a.C.;24

- gruppo scultoreo rinvenuto nella grotta di Tiberio a Sperlonga: forse databile al 4 - 26 d.C.;25

- patera in bronzo da boscoreale, metà i sec. d.C.;26

- medaglione contorniato al kunsthistorisches Museum di vienna, iv sec. d.C.27

11) neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. iii, fig. 1; MiCHaeLiDeS 1987, n. 2, tav. i.12) neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. iii, fig. 2; SaLZMann 1982, p. 92, n. 42.13) ManConi 1996, pp. 189-193.14) beCaTTi 1961, n. 71; neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. iv, fig. 2.15) noGara 1910, tav. XXi. neira JiMéneZ 2000, p. 264, tav. i, figg. 1-2.16) GoZLan 1974, pp. 71-135, figg. 48 e 58; GoZLan 1992; neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. vi.17) aSeMakoPoULoU - aTZaka 1973, p. 239, n. 43; neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. viii.18) neira JiMéneZ 2000, p. 266.19) MaSSiGLi 1912, tav. ii, 1; iii, 2; iv,2; neira JiMéneZ 2000, p. 264, tav. ii, fig. 1.20) STeFani 1942, pp. 372-373; neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. vii; roMiZZi 2009, pp. 139-140, nota 4; p. 142, nota 15; pp.143-144.21) neira JiMéneZ 2000, p. 266, tav. v; GSeLL 1905, pp. 1-7, tav. i.22) Ulisse. il mito e la memoria, p. 150, n. 2.63.23) Ulisse. il mito e la memoria, p. 151, n. 2.64.24) ManConi 1996, pp. 189-193.25) ConTiCeLLo 1996, pp. 280-297.26) Ulisse. il mito e la memoria, p. 152, n. 2.66.27) Ulisse. il mito e la memoria, p. 154, n. 2.69.

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in queste riproduzioni Scilla è rappresentata con una mano schiacciata sulla testa del ti-moniere, mentre con l’altra brandisce il timone. Fa eccezione il solo mosaico di Gubbio, dovel’azione si blocca un istante prima: nel momento in cui il timoniere, impotente e pietrificato dalterrore, fissa la mano di Scilla precipitare verso di lui.

Scilla di solito è posizionata di fronte alla poppa della nave; diversamente, sia nel grupposcultoreo di Sperlonga, sia nel mosaico di Gubbio, l’orribile creatura è raffigurata di fianco allanave, con la poppa a sinistra.

il gruppo di Sperlonga è forse databile al 4-26 d.C. e si ritiene una replica in marmo daun originale bronzeo eretto a rodi nel 188-168 a.C.

Pertanto, la scena figurata di Gubbio, analoga a quella di Sperlonga, potrebbe essere unapiù antica riproduzione del gruppo di rodi, eseguita nel 120-80 a.C.

L’emblema di Gubbio conserva solo la fascia centrale della scena figurata, le parti altae bassa sono perdute. a sinistra sono visibili la poppa e le paratie di una piccola nave da guerra(trihemiolìa), il timoniere e Ulisse barbato con lancia e scudo in mano; nella zona centrale, inbasso, tre marinai sono avvinghiati dai tentacoli e azzannati da tre cani; a destra rimane granparte di un tentacolo con pinna.

L’integrazione degli elementi residui è iniziata dalla ricostruzione sia dei tentacoli diScilla che della nave; la pinna a destra è stata poi completata sulla base dei modelli noti. Si èquindi recuperato il volto del timoniere, così come il corpo del marinaio a sinistra, avvolto dauna spira sotto i fianchi e mutilo di una sola gamba (fig.14).

il marinaio a destra appare di spalle, stretto in una spira all’altezza dei fianchi e privodelle gambe: la restituzione degli arti inferiori è stata suggerita dalla torsione del busto. Piccolaparte del volto si conserva per il marinaio posizionato al centro, fra i primi due: un cane lo trat-tiene con la zampa destra mentre lo azzanna alla testa, di poco ruotata verso destra; la posizionefrontale del volto ha suggerito una ricostruzione supina del corpo, mentre lo spazio disponibile,tra i due marinai e il bordo della nave, ha condizionato la disposizione di braccia e gambe.

anche il busto di Scilla si conserva in minima parte: rimangono i fianchi e parte delseno. non vi è traccia delle braccia lungo i fianchi, segno che dovevano essere entrambe solle-vate, mentre le curve nel punto-vita indicano un busto lievemente sbilanciato, inclinato a destra.

Tenuto conto delle note raffigurazioni e dello spazio utile all’integrazione, si è immagi-nata una Scilla giovinetta con le braccia sollevate e piegate: la mano destra che brandisce il ti-mone e la mano sinistra proiettata ad afferrare la testa del timoniere.

Per il volto di Scilla si è fatto riferimento sia al Gruppo di Sperlonga28 sia al busto inmarmo proveniente dalla cava di Dokimeion e datato al i sec. d.C.29

Lo sfondo della scena figurata era probabilmente monocromo, realizzato a tessere nere.infine, l’inserimento della seconda pinna a sinistra rimane incerto e arbitrario, ma è una

licenza suggerita dalle opere che di solito raffigurano una Scilla con due code pisciformi.

M.L.C.

L’anTiQUariUM

L’edificio adibito ad Antiquarium è un tipico fabbricato rurale di modeste dimensioni apianta rettangolare e si sviluppa su due piani. Costruito in materiale lapideo e mattoni, è situatonelle vicinanze del teatro romano, nell’area cosiddetta vocabolo rocca i, che in parte confinacon l’attuale viale Don Minzoni.

Tra le vedute che rappresentano la città di Gubbio, quella disegnata intorno al 1640 daignazio Cassetta30 raffigura l’edificio rurale in asse con il teatro romano (fig.15). nell’ottocen-tesco catasto Gregoriano il fabbricato è planimetricamente raffigurato e contraddistinto dallaparticella n.458 relativa a “casa colonica con orto” di proprietà della Confraternita della SS. Tri-

28) anDreae 2003, pp. 51-60; bUraneLLi - Liverani - neSSeLraTH 2006, pp. 119-120, Schede nn. 2-3.29) Ulisse. il mito e la memoria, p. 362, n. 5.14.30) J. bLeaU, P. MorTier, veduta a volo d’uccello, disegno di i. Cassetta,1704 (prima edizione 1663), Gubbio, biblioteca Co-munale Sperelliana.

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nità detta della Misericor-dia, già in precedenzaproprietaria del terreno(catasto Ghelli, part.210).

nel 1860 il comunedi Gubbio costituisce laCongregazione di Caritàaffidandole l’amministra-zione delle opere pie e traqueste la stessa confrater-nita della Misericordia.

Dopo la soppres-sione della Congrega-zione di Carità, nel 1937,il fabbricato passa al-l’ente Comunale di assi-stenza ed in seguito alcomune di Gubbio.

Durante gli anni‘70 del secolo scorso, ini-ziarono le trattative tra laSoprintendenza alle anti-chità dell’Umbria e il co-mune di Gubbio, al fine di

sistemare la casa colonica, ormai disabitata e fatiscente. L’idea già da allora era quella di realiz-zarvi un antiquarium in cui conservare stabilmente ed esporre i reperti provenienti dalle areearcheologiche limitrofe ed in particolare dall’area del teatro romano e della Guastuglia.

Dopo gli eventi sismici che hanno interessato l’eugubino nel 1984, a seguito dei lavoridi consolidamento effettuati sulle fondazioni dell’edificio, furono rinvenuti i resti di muratureantiche.

Con alcune campagne di scavo, proseguite sino al 1986, si portò alla luce l’intero pianoterra e l’area esterna ad est, mostrando come l’immobile si trovasse sopra i resti di una domusromana molto ampia.

Le trattative per l’acquisizione, anche a seguito degli interventi condotti dalla Soprin-tendenza archeologica nel fabbricato, si conclusero nel 1993 con la cessione, in uso gratuito,della casa colonica alla Soprintendenza per un periodo della durata di cinquant’anni.

La domus doveva essere una dimora signorile e ciò è dimostrato non solo dalle dimen-sioni importanti dell’impianto architettonico ma anche dalla cura riservata alla scelta e alla rea-lizzazione delle pavimentazioni a mosaico, come si rileva in uno degli ambienti che si affaccianosul peristilio, caratterizzato dalla presenza di un emblema in opus vermiculatum sostenuto dauna lastra di travertino, incavata per contenere il mosaico raffigurante Ulisse e Scilla. Le tessereutilizzate sono di pietra e di pasta vitrea.31

L’inTervenTo Di vaLoriZZaZione

alla base della scelta progettuale è stata posta l’intenzione di usare un linguaggio archi-tettonico attuale che, attraverso la proposizione di chiari e definiti elementi strutturali e materici,consentisse di contestualizzare in maniera non dissonante nella città storica un intervento di ad-dizione volumetrica di difficile definizione tipologica.

L’intervento sulla domus così configurato consente di “salvaguardare” entro il tessutomoderno, un’area archeologica e in più integrarla nel disegno urbanistico della città come unodei poli di sistema, ai fini della tutela, materiale e culturale, del bene e anche della sua comuni-

31) il restauro è stato eseguito in tempi successivi dalla ditta Praxis, da G.angeloni e a. botti della Soprintendenza archeologicaper l’Umbria e da a. Scaleggi. Con i fondi del Lotto 2007/2009 sono stati eseguiti lavori di musealizzazione e conservazionein sito tesi a valorizzare e a rendere fruibile i vari ambienti. Ditta esecutrice dei lavori: Cooperativa edile eugubina. i lavorisono stati diretti da Spartaco Capannelli e Luana Cenciaioli con la collaborazione di Luca bartolini.

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15. PianTa Di GUbbio DeL 1640. ParTiCoLare DeL TeaTro roMano(SbaU)

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cazione. È un esempio di conserva-zione in situ dei resti di un’abita-zione romana, che fa proprio ilmodello d’intervento su struttureantiche conservate all’interno diuna struttura contemporanea appo-sitamente realizzata (fig. 16).

L’intervento di conserva-zione in situ dei resti della città an-tica consente di mantenere forte illoro valore di frammenti del pas-sato ancora oggi riconducibile e ri-collegabile al presente.

La domus è bene inseritanel paesaggio di transizione tra lacinta medievale e l’emergenza delteatro romano, una parte di cittàche mantiene ancora i caratteri in-sediativi di origine. in tale ambitoil nuovo volume, dalla geometriarigorosa ed essenziale, dialoga inmaniera sobria sia con l’edificio acui è accostato sia, più a distanza,con le forme e la materia della cittàantica. in tale ottica, al fine di sot-trarre “peso” all’architettura, i fian-chi longitudinali sono chiusi da unaparete frangisole costruita in legnolamellare, che suggeriscono il ca-rattere originario di quinta murariadi quei lati (fig.17).

La struttura portante dellacopertura del grande ambienteunico è stata prevista impegnando travi in acciaio, ancorati alla muratura dell’edificio, posizionatia scendere su pilastri anch’essi in acciaio. L’intervento si completa con un manto di coperturain rame, con una cromia che, accostata al legno, garantirà un buon livello di inserimento pae-saggistico. L’accesso dei visitatori al sito non avviene direttamente dall’esterno, ma dall’internodell’Antiquarium. il percorso di visita è corredato da pannelli didattici che tratteggiano le carat-teristiche principali della domus (storia degli scavi, posizione topografica, distribuzione dei vani,ecc.); tavole grafiche con planimetrie, sezioni e ricostruzioni aiutano a comprendere l’evoluzionedell’unità abitativa e la situazione originaria dei singoli vani.

il percorso di visita è rettilineo, su passerella sopraelevata e realizzata in acciaio, in quotacon il piano di calpestio dell’Antiquarium, soluzione che consente un approccio ravvicinato alsito, suggerendone visivamente l’immediata e comprensibile lettura. La passerella è completadi balaustra perimetrale in acciaio, con specchiature in vetro temperato e stratificato, per la mi-gliore resistenza all’urto, poste al di sotto della balaustra. La nuova struttura di copertura è statachiusa su due lati da infissi in acciaio e vetro e sulla parte rimanente da una muratura intonacata.

Le due pareti con infisso, come accennato presentano su due lati, un frangisole con doghein legno lamellare; questa soluzione progettuale consente l’abbattimento dei carichi termicisolari e la corretta illuminazione diurna del vano mosaicato, ottenendo un significativo comforte risparmio energetico.

iL reSTaUro Dei MoSaiCi

nella domus di Gubbio le stanze pavimentate a mosaico avevano subito manomissionie strappi già in epoca posteriore al suo abbandono. Prima dell’intervento i settori di mosaico re-sidui risultavano decoesionati, sconnessi e numerose erano le tessere mancanti, oppure slegate

16. GUbbio. anTiQUariUM: eSTerno (foto v. PeSCari, SbaU)

17. GUbbio. anTiQUariUM: inTerno, SiSTeMaZione DeLLaDoMUS (foto v. PeSCari, SbaU)

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32) i restauri dei mosaici sono di adamo Scaleggi, vedi ManConi - SCaLeGGi 1995, pp. 113-114.

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tra loro e distaccate dal piano di allettamento in malta. Per il consolidamento dello strato di sup-porto delle tessere sono state effettuate iniezioni di resina in emulsione acquosa.

nella seconda fase si è proseguito con iniezioni di malta liquida, costituita da calce idrau-lica, per creare adesione tra le tessere e il loro supporto. Si è provveduto in seguito ad una puliturameccanica e chimica per rimuovere le concrezioni calcaree superficiali e a lavaggi di desalini-ficazione. i piccoli ammanchi sono stati colmati con nuove tessere di uguale colore.

Per quanto riguarda le grandi lacune del mosaico, queste ultime sono state integrate me-diante la stesura di due strati di malta, quello sottostante costituito da calce idraulica e inerti,quello superiore, in leggero sottosquadro, da calce idraulica e sabbia di fiume. il consolidamentofinale è stato effettuato con silicato.32

S.C.

TeaTro roMano (figg.18-20)

Situato tra Porta degli ortacci e Porta Castello, a sud, al di fuori delle mura medievali,il monumento è ricordato e descritto fin dal Xv secolo. È stato restaurato in varie occasioni, mal’intervento principale fu quello eseguito da G. Sacconi e D. viviani nel 1900, quando venne li-berato dalle costruzioni addossate.

La cavea con diametro di m 70 poteva accogliere circa 6000 spettatori. L’edificio co-struito in opera quadrata con grossi blocchi calcarei lavorati a bugnato rustico è articolato indue livelli di arcate, di cui si conserva tutto il primo e parte del secondo: l’inferiore in cui siaprono gli accessi voltati per le gradinate ha paramento in opera reticolata, il superiore era oc-cupato dalla porticus in summa cavea, con colonnato dorico.

Le gradinate sono distinte in due maenania (ordini) da una praecinctio ed erano rivestitedi gradini in pietra calcarea bianca. vi si accedeva tramite scale, vomitoria .

il piano dell’orchestra pavimentata con lastre di calcare è concavo per permettere alleacque meteoriche il passaggio in una cisterna al di sotto del palcoscenico. Questo è separatodall’orchestra da un muro alto 1 m, dietro il quale sono i pozzetti per la manovra del sipario.

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18. GUbbio. veDUTa DeL TeaTro roMano e DeLLa CiTTa’ MeDievaLe. in aLTo a SiniSTra PaLaZZo DeiConSoLi (foto SbaU)

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19. GUbbio. TeaTro roMano. PianTa (rilievo e. MiTCHeLL)

20. GUbbio. TeaTro roMano. veDUTa DaLL’aLTo (foto C. PaPa, SbaU)

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Dalla zona proverrebbe il mosaico policromo in opus vermiculatum, con scena di lottatra leone e leopardo, rinvenuto nel Xvi sec. e conservato dopo alterne vicende in inghilterra,Holkham Hall.

La scena, di cui rimangono scarsi resti, articolata in tre nicchie (semicircolare la centrale,rettangolari le laterali) che inquadrano l’ingresso al palcoscenico (porta regia e portae hospita-les), era arricchita da un prospetto architettonico su due ordini (ionico e corinzio) e da nicchie,destinate ad accogliere statue, rivestite di marmi colorati ed intonaci. ai lati la scena è chiusa dadue aule rettangolari (basilicae), pavimentate da lastre in calcare e arricchite con pilastri allepareti e colonne all’esterno e sul retro da uno stretto ambulacro del postscaenium.

Un’epigrafe monumentale incisa su blocchi squadrati di calcare, originariamente messain opera nell’edificio, ora conservata al Museo Comunale, testimonia come la costruzione delteatro ebbe luogo in gran parte negli anni centrali del i sec. a.C. il completamento avvenne in-torno al 20 a.C. a cura del quattuorvir Gneo Satrio rufo, documentato da due iscrizioni gemelle,ora al Museo Civico, che erano collocate come balaustre all’ingresso delle basilicae.

L’iscrizione parla di Gneo Satrio rufo, figlio di Gneo, quattuorvir iure dicundo che fecea sue spese il tetto delle basiliche, fissò con ferro le travi del tetto, fece il pavimento di pietra erivestì le pareti con uno zoccolo e diede per la nomina a decurione 6000 sesterzi, per l’approv-vigionamento delle legioni 3450 sesterzi, per il restauro del tempio di Diana 6200 sesterzi, peri giochi della vittoria di Cesare augusto 7750 sesterzi.33

nell’area antistante il teatro romano sono stati messi in luce una serie di ambienti, alcunidei quali conservano resti di pavimenti in cocciopesto, con murature un opera cementizia rivestitacon paramento in opus vittatum di blocchetti in calcare, canalette di scolo e due pozzi di scarico.i materiali hanno permesso di individuare livelli di età preromana ed una continuità di uso finoal iv sec. d.C. interessante un tesoretto di monete di età tardo imperiale, rinvenute in uno stratodi bruciato che segna forse la fase di abbandono delle strutture abitative. Con i Fondi del Lottosopracitati sono stati inoltre eseguiti lavori per la valorizzazione del teatro romano. i fornici giàtamponati, per fungere da deposito, sono stati riaperti e i materiali trasferiti nel vicino magazzinodi via buozzi, dove è in corso la sistemazione dei reperti (circa 1000 cassette). i fornici ripulitie allarmati sono stati chiusi con vetri a tutto campo e all’interno di uno sono stati collocati ele-menti architettonici relativi al teatro, per la musealizzazione. È in corso lo studio per allestireanche gli altri fornici (fig. 21).

33) CenCiaioLi 2007, pp. 19-20; MarCaTTiLi 2007; per il mosaico con scena di lotta v. MarCaTTiLi 2011, pp. 173-202.

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21. GUbbio. TeaTro roMano. SiSTeMaZione Dei ForniCi (foto v. PeSCari, SbaU)

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LoCaLiTà GUaSTUGLia

Ubicata nella zona sud orientale del centro antico, poco distante dal teatro romano, a cuiè collegata da un asse viario basolato, è occupata da un articolato quartiere residenziale di etàromana, delimitato cronologicamente tra la fine del i sec. a.C. e gli inizi del iv sec. d.C.; leprime scoperte risalgono già al 1880. Tra le domus, la più significativa e di notevole livello èquella cosiddetta “del banchetto”, scavata intorno al 1970 e restaurata nel corso degli ultimi de-cenni in vari tempi. La casa è orientata in senso nord-Sud e l’impianto costruito in opus vittatum,con blocchetti di calcare, non accuratamente lavorati, uniti da malta. non è possibile ricostruirela planimetria generale dell’edificio, di grandi dimensioni, ma di cui sono stati esplorati solosette ambienti, caratterizzati da eleganti decorazioni pavimentali a mosaico e in cementizio abase fittile con decorazione in tessere ed a mosaico. La domus presenta un impianto di metà isec. a.C. (età cesariana) ed una ristrutturazione avvenuta nella tarda antichità, tra la fine del iiie l’inizio del iv sec. d.C. (fig. 22). Cominciando da sinistra:

1) ambiente di forma rettangolare, pavimentato con un mosaico, con ornato geometricoad esagoni neri su campo bianco;

2)ambiente, pavimentato in cementizio a base fittile decorato a tessere con motivi geo-metrici costituiti da crocette, singole tessere, fasce concentriche con scala di meandri e quadratie esagono in cui sono inseriti un quadrato, un cerchio ed una stella a sette punte: agli angolischematiche palmette;

3) ambiente in cementizio a base fittile con decorazione a tessere costituita da tre file ditessere bianche, ampia fascia a quadrati e meandri e riquadro centrale con rosetta a petali doppie semplici. Gli ambienti 2 e 3 si aprono su un portico di cui sono stati individuati due lati durantegli scavi condotti nell’estate 2010 dall’Università degli Studi di Perugia, pavimentato in cemen-tizio a base fittile con decorazione a tessere bianche;

4) ambiente con lacerto di mosaico bianco e nero, ornato da una rete di rombi e qua-drati;

5) ambiente con mosaico figurato, inserito al posto di uno precedente, di cui si conservala cornice a treccia, coevo a quelli prima descritti.

22. GUbbio. GUaSTUGLia. DoMUS DeL banCHeTTo (foto v. PeSCari, SbaU)

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il pavimento figurato, realizzato con tessere bianche, nere e rosse, risale alla fine del iii- primi decenni del iv sec. d.C. (fig. 23). al centro è una coppia di figure femminili semisdraiatesu una struttura a quattro archi, una vestita, l’altra seminuda, con mantello che copre le gambe,mentre cinge con il braccio sinistro la spalla della donna ammantata e con la mano destra porgeuna coppa verso un personaggio maschile in piedi a destra. L’uomo, nudo, con il piede sinistrosu una roccia, versa un liquido, probabilmente vino, dal rhytòn, che solleva con la mano. in altoa sinistra è raffigurato un personaggio maschile, vestito di corta tunica e bassi calzari, sdraiatosulle rocce, forse identificabile con un cacciatore. La coppia rappresenta con buona probabilitàuna venere Marina con una compagna o domina, affiancate da bacco, che versa il vino.

L’iconografia della venere marina è di solito presente in spazi legati all’acqua e trovaconfronti a ostia e a roma.

Gli scavi archeologici effettuati nel sito della Guastuglia dal 2001 al 2010 dall’Universitàdegli Studi di Perugia hanno portato alla luce cospicue tracce di edifici monumentali a funzionepubblico-religiosa e quattro distinte fasi di occupazione, dall’inizio del Medioevo alla tarda etàrepubblicana.

allo stato attuale dei lavori la fase meglio nota è quella della prima età imperiale. a que-sta fase appartengono il portico monumentale e le strutture di fondazione di un tempio in operacementizia, che costituisce il primo edificio di culto urbano di Gubbio finora esplorato estesa-mente, in prossimità del foro romano. Le dimensioni dell’edificio, con l’ingresso aperto versoSud-est, risultano di m 7,40 x 11,59.

La sua organizzazione prevedeva una cella di m 7,40 x 6,75, preceduta da un avancorpocolonnato (pronao) di m 7,40 x 4,84 (fig. 24).

Davanti all'ingresso è stato rinvenuto un deposito votivo connesso alla costruzione del-l'intero complesso. Questo deposito, sigillato da un doppio strato di pietre e laterizi, mostravaresti di pasto (ossa e carbone) e di ceramica per cottura, e altre tipologie di materiali tra i qualiricordiamo lucerne, anfore, ceramica fine da mensa e miniaturistica etc. in seguito allo studiodei materiali e delle evidenze stratigrafiche è stato possibile datare l’edificio all’inizio del i sec.d.C.34 e ad attribuirne la pertinenza ad una divinità femminile. Sono state inoltre individuate

23. GUbbio. GUaSTUGLia: MoSaiCo FiGUraTo (foto v. PeSCari, SbaU)

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34) Per la Guastuglia “casa del banchetto” v. ManConi - SCaLeGGi 1995, pp. 112-113; roMiZZi 2006, pp. 49-56; CenCiaioLi

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altre 4 fosse sacrificali ed un tratto stradale basolato in prossimità del foro.È infine da segnalare la scoperta di una domus in via buozzi, zona Case popolari, rinve-

nuta nel 2008, in occasione di lavori pubblici per impianti tecnologici (fig. 25). Sono stati indi-viduati solo per la larghezza della trincea (1-1,50 m) tre ambienti di cui rimangono pavimenticementizi a base fittile con decorazione in tessere bianche (fig. 26).35

2007, pp. 23-25. Per lo scavo dell’Università v. CenCiaioLi 2011b, p.24; baSCiU c.s.35) i lavori condotti dal Comune di Gubbio sono stati eseguiti con la direzione scientifica della Soprintendenza per i beni ar-cheologici dell’Umbria, nella persona di chi scrive, e con l’assistenza di Luca bartolini. Le documentazioni sul posto sono diFrancesca Germini. CenCiaioLi 2011a, pp. 586-592.

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24. GUbbio. GUaSTUGLia. a SiniSTra La DoMUS DeL banCHeTTo, a DeSTra iL TeMPio (foto SbaU)

25. GUbbio, v. bUoZZi: PianTa (rilievo F. GerMini) 26. GUbbio. via bUoZZi: veDUTa DeLLa DoMUS

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Due le fasi costruttive della domus: il primo ambiente (lungh. m 7,50), di cui sono statiindividuati due margini, presenta una fascia perimetrale con tre file di tessere di calcare biancoe punteggiato regolare disposto in obliquo rispetto alle pareti.36 La soglia ed il muretto sono diuna fase posteriore. il secondo, conseguente al primo, di cui sono stati individuati tre margini(misure lungh.3,50 x 2 m), ha motivo a cubi prospettici;37 il terzo (lungh. m 1,65) a destra delsecondo, mostra solo parte della cornice esterna decorata con punteggiato ortogonale e tesserebianche e verdi e parte di pelta. il motivo trova confronti con cementizi a base fittile di Colfioritodi fine ii - inizi i sec. a.C. e di Gualdo Tadino di età cesariana.38

Le modalità del trovamento e i materiali rinvenuti non consentono di stabilire una precisacronologia, ma la presenza di alcune monete di età tardo antica (seconda metà iv-v sec. d.C.)fissa l’abbandono;39 tuttavia la tipologia attestata dalla fine del ii a tutto il i sec. a.C. ed i confrontiin ambito locale portano ad un inserimento nell’ambito del i sec. a.C. infatti i cementizi a basefittile con decorazioni in tessere sono piuttosto presenti a Gubbio, in particolare si vedano i pa-vimenti in località Guastuglia, nella cosiddetta domus del banchetto, datati a età cesariana, pro-posti in soluzione originale, dove vengono rielaborati elementi del repertorio più antico insintassi innovative40 e in via degli ortacci sotto l’ex ospedale, datati alla seconda metà del isec. a.C., con punteggiati regolari.41

MaUSoLeo roMano

il mausoleo cosiddetto “diPomponio Grecino”, erroneamenteattribuito ad uno dei membri di unaimportante famiglia senatoria diorigine locale, figlio del consoledel 16 d.C., fa parte di un'area dinecropoli con tombe ipogee riser-vata alle famiglie più in vista dellacittà (fig. 27).

il monumento, di cui è vi-sibile il nucleo in opera cementiziaalto circa 9 m, è del tipo a tamburicilindrici sovrapposti, rivestiti diblocchi di calcare, poggianti su undado quadrangolare di base.

L’aspetto originario è benvisibile nella seicentesca vedutaprospettica di Gubbio di bleau-Mortier: un dado di base su cui siappoggiano due corpi cilindrici so-vrapposti coronati da un elementoconico.

Fu riportato in gran partealla luce nel 1910. Una porta,sopra la quale è impostata una

36) GranDi 2001, pp. 74-75, 85, fig. 1b. il tipo è attestato dal iii sec. a.C. e diffuso nel ii-i sec. a.C. e fino all’età augustea initalia settentrionale. in ambito locale trova cfr. a Colfiorito: oCCHiLUPo 2009, p. 80, fig. 4.37) il motivo richiama il tipo a esagoni alternati a file di rombi che ricordano i cubi prospettici usati nei mosaici, come a romala soglia con cubi plastici della via nomentana, e l’emblema della casa dei Grifi sul Palatino. MorriCone MaTini 1985, p. 138,tavv. 7,3, 8,1.38) oCCHiLUPo 2009, p. 80, fig. 4; SiSani 2009, pp. 50-52, figg. 4, 10.39) Due monete sono di Costanzo ii (350-361 d.C.) : D/busto dell’imperatore r/soldato stante a sin. colpisce cavaliere caduto;una di valentinianoii/Teodosio i/arcadio (383-388): D/busto dell’imperatore r/Due vittorie affrontate; due illeggibili (iv d.C.).ringrazio il Dott. Samuele ranucci che cortesemente, come sempre, mi ha fornito tali informazioni.40) ManConi - SCaLeGGi 1995, pp. 112-113.41) braConi - ManConi 1982-83, pp. 92-87, tavv. iv-vii.

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27. GUbbio. MaUSoLeo roMano (foto v. PeSCari, SbaU)

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stretta finestra a bocca di lupo, dà ac-cesso alla camera sepolcrale. Questa, apianta quadrangolare (m 3,60 di lato), ri-vestita di blocchi di calcare disposti inopera quadrata, è coperta a volta. ilpiano di imposta è segnato da una cor-nice modanata aggettante. Lungo le pa-reti sono conservati i fori di fissaggioper la decorazione bronzea. il mausoleo,che ricorda il modello degli ipogei etru-schi di età ellenistica con copertura avolta, attestati a orvieto, Perugia, Chiusie Cortona, è databile al terzo quarto deli sec. a.C., e trova confronti con il mo-numento funerario ad assisi presso S.rufino.

il monumento è stato restauratoe consolidato e l’area è stata valorizzatacon i lavori eseguiti dopo la caduta di unfulmine nel 2002, che aveva provocatola caduta e la disintegrazione di alcuniblocchi, causando lo spostamento diquelli vicini (fig. 28).42

L.C.

42) CenCiaioLi 2009, pp. 108-110; verGoni 2009, pp. 110-113.

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28. GUbbio, MaUSoLeo neLLa SiSTeMaZione FinaLe(foto SbaU)

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* Soprintendenza per i beni archeologici dell’[email protected]

[email protected]

**Collaboratore della Soprintendenza per i beni archeologici della [email protected]

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