BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE … · solo una goccia nell'oceano, ma se non lo...

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BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADORE E DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALE Piazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL) Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don Lo- renzo Sperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • Stampa Tip. Piave Srl (BL) ANNO 1I - N. 3 - AUTUNNO 2014 Sentieri “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24) Sto cenando in una famiglia condi- videndo momenti lieti ed anche fati- cosi della coppia quando, ad un certo punto, la padrona di casa si fa seria e triste mentre mi parla della figlia spo- sata ormai da cinque anni. “L’Altro giorno - mi dice - ho ricevuto da mia figlia una telefonata che mi annun- ciava una grossa novità. Ho subito pensato che saremmo diventati nonni. Mia figlia non m’ha voluto dire la notizia per telefono ma ... “do- mani passerò personalmente da voi e condividerò con voi la nostra gioia”. Abbiamo una gran voglia di diven- tare nonni ed abbiamo quella figlia soltanto. Ho atteso con ansia insieme a mio marito di rivedere la figlia e... quando è arrivata... “mamma, - dice la figlia - finalmente abbiamo cam- biato la macchina!”. Capisce allora la nostra delusione?”. ******** Sto per andare a letto e sento delle voci un po’ strane nei pressi della ca- nonica. Senza accendere la luce mi avvicino ad una finestra e vedo 3 ra- gazzi in piena attività “fumatoria”. Due di loro, tutti giovanissimi, si muovono in maniera strana e ritmica come se ascoltassero della musica. Ma non c’è musica nell’aria e nem- meno con le cuffie. Ridono e barcol- lano mentre continuano a passarsi lo spinello di bocca in bocca. Mentre li guardo mi nasce dentro tutto un in- seme di sensazioni: non so se farmi vedere, parlare con loro, sentire qual- cosa del loro vissuto, chiamare le Forze dell’ordine, andare a letto fa- cendo fina di niente. Ho pensato ai loro genitori - le cronache dicono sempre “bravi e onesti genitori”, mi sono chiesto cosa avrebbero fatto questi genitori vedendo la scena di ra- gazzi barcollanti ed in preda a risate sgangherate; mi sono chiesto come mai ci debba ridurre in quella ma- niera in un’età dove si ha tutto e forse troppo mentre c’è una vita da- vanti da costruire. Mi sono chiesto cosa posso e debbo fare per capire le cause o per essere presenza propositiva accanto ai ra- gazzi.Non sapendo cosa fare a quel- l’ora tarda di notte ho acceso la luce ed allora ho visto quei ragazzi darsela a gambe per paura di essere scoperti. Sono andato a letto ma quella notte ho dormito male. Non mi basta essere spettatore d’una situazione proble- matica! ******** “Pensavo di andare in ferie al mare ed era tutto programmato ma non la malattia improvvisa della suocera”: così mi confida una persona mentre la vedo serena nel volto. “Abbiamo l’appartamento al mare ma non pos- siamo lasciare a casa chi sta sof- frendo ed allora abbiamo scelto di restare accanto all’ammalata, ma non ci pesa quest’imprevisto: a suo tempo abbiamo ricevuto tanto da questa nostra congiunta ed é bene che noi, ora, le manifestiamo tutta la Ai bordi della strada - Storie di ordinaria umanità - nostra gratitudine anche con la ri- nuncia delle ferie”. Sono tornato in canonica contento perché ho incontrato la riconoscenza e la gratitudine: valori di non poco conto. ******** Un papà mi racconta. “Siamo alla Messa domenicale in una chiesa della pianura. Al momento della consacra- zione, perché mio figlio non disturbi l'attenzione degli altri, me lo prendo vicino e tento di spiegargli cosa sta avvenendo. Gli dico di stare attento perché quando il prete solleva l'ostia appena consacrata dobbiamo man- dare un bacino perché c'è Gesù. E nel silenzio più totale, all'elevazione, si sente una vocina di bimbo squillare forte e chiaro: “Ciao!”. Non c'è stata esitazione in lui”. Si è fidato delle poche parole del papà e ha salutato Gesù, presente in quel pezzo di pane. Dei discepoli di Emmaus si dice nel Vangelo che “l'avevano riconosciuto nello spez- zare il pane”. E noi? Sappiamo rico- noscere Gesù nell'eucaristia con lo stesso candore di un bimbo? Provia- moci, domenica! Sarà come riabbrac- ciare un vecchio amico! don Diego Anche questi fiori si trovano sul ciglio della strada e, forse, nessuno si sofferma ad ammirarli. Così avviene anche nella vita: “Le tartarughe potrebbero rac- contare, delle strade, più di quanto non po- trebbero le lepri”. Kahlil Gibran. “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno”. Beata Teresa di Calcutta

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BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADOREE DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALEPiazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL)

Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don Lo-renzo Sperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL •Stampa Tip. Piave Srl (BL)

ANNO 1I - N. 3 - AUTUNNO 2014

Sentieri“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24)

Sto cenando in una famiglia condi-videndo momenti lieti ed anche fati-cosi della coppia quando, ad un certopunto, la padrona di casa si fa seria etriste mentre mi parla della figlia spo-sata ormai da cinque anni. “L’Altrogiorno - mi dice - ho ricevuto da miafiglia una telefonata che mi annun-ciava una grossa novità. Ho subitopensato che saremmo diventatinonni. Mia figlia non m’ha volutodire la notizia per telefono ma ... “do-mani passerò personalmente da voi econdividerò con voi la nostra gioia”.Abbiamo una gran voglia di diven-tare nonni ed abbiamo quella figliasoltanto. Ho atteso con ansia insiemea mio marito di rivedere la figlia e...quando è arrivata... “mamma, - dicela figlia - finalmente abbiamo cam-biato la macchina!”. Capisce allorala nostra delusione?”.

********Sto per andare a letto e sento delle

voci un po’ strane nei pressi della ca-nonica. Senza accendere la luce miavvicino ad una finestra e vedo 3 ra-gazzi in piena attività “fumatoria”.Due di loro, tutti giovanissimi, simuovono in maniera strana e ritmicacome se ascoltassero della musica.Ma non c’è musica nell’aria e nem-meno con le cuffie. Ridono e barcol-lano mentre continuano a passarsi lospinello di bocca in bocca. Mentre liguardo mi nasce dentro tutto un in-seme di sensazioni: non so se farmivedere, parlare con loro, sentire qual-cosa del loro vissuto, chiamare leForze dell’ordine, andare a letto fa-cendo fina di niente. Ho pensato ailoro genitori - le cronache diconosempre “bravi e onesti genitori”, misono chiesto cosa avrebbero fattoquesti genitori vedendo la scena di ra-gazzi barcollanti ed in preda a risatesgangherate; mi sono chiesto come

mai ci debba ridurre in quella ma-niera in un’età dove si ha tutto eforse troppo mentre c’è una vita da-vanti da costruire. Mi sono chiesto cosa posso e debbo

fare per capire le cause o per esserepresenza propositiva accanto ai ra-gazzi.Non sapendo cosa fare a quel-l’ora tarda di notte ho acceso la luceed allora ho visto quei ragazzi darselaa gambe per paura di essere scoperti.Sono andato a letto ma quella notteho dormito male. Non mi basta esserespettatore d’una situazione proble-matica!

********“Pensavo di andare in ferie al mareed era tutto programmato ma non lamalattia improvvisa della suocera”:così mi confida una persona mentrela vedo serena nel volto. “Abbiamol’appartamento al mare ma non pos-siamo lasciare a casa chi sta sof-frendo ed allora abbiamo scelto direstare accanto all’ammalata, manon ci pesa quest’imprevisto: a suotempo abbiamo ricevuto tanto daquesta nostra congiunta ed é beneche noi, ora, le manifestiamo tutta la

Ai bordi della strada- Storie di ordinaria umanità -

nostra gratitudine anche con la ri-nuncia delle ferie”. Sono tornato in canonica contento

perché ho incontrato la riconoscenzae la gratitudine: valori di non pococonto.

********Un papà mi racconta. “Siamo alla

Messa domenicale in una chiesa dellapianura. Al momento della consacra-zione, perché mio figlio non disturbil'attenzione degli altri, me lo prendovicino e tento di spiegargli cosa staavvenendo. Gli dico di stare attentoperché quando il prete solleva l'ostiaappena consacrata dobbiamo man-dare un bacino perché c'è Gesù. E nelsilenzio più totale, all'elevazione, sisente una vocina di bimbo squillareforte e chiaro: “Ciao!”. Non c'è stataesitazione in lui”.

Si è fidato delle poche parole delpapà e ha salutato Gesù, presente inquel pezzo di pane. Dei discepoli diEmmaus si dice nel Vangelo che“l'avevano riconosciuto nello spez-zare il pane”. E noi? Sappiamo rico-noscere Gesù nell'eucaristia con lostesso candore di un bimbo? Provia-moci, domenica! Sarà come riabbrac-ciare un vecchio amico!

don DiegoAnche questi

fiori si trovanosul ciglio della

strada e, forse, nessuno si sofferma

ad ammirarli. Così avviene

anche nella vita: “Le tartarughepotrebbero rac-contare, dellestrade, più di

quanto non po-trebbero le

lepri”.

Kahlil Gibran.

“Quello che noi facciamo èsolo una goccia nell'oceano,

ma se non lo facessimol'oceano

avrebbe una goccia in meno”.Beata Teresa di Calcutta

Sentieri 2

CI ATTENDONO OGNI DOMENICA

Entrando in chiesa arcidiaconalel’attenzione non può non soffer-marsi sull’altare centrale e sullestatue di legno che lo arricchi-scono. Sono il risultato d’impor-tante e recente restauro. Ungiorno, nel silenzio solenne dellaChiesa, m’é sembrato di sentire unparlare sottovoce, un parlare cheusciva proprio dalla bocca diquelle statue, un parlare di noi,credenti che ci incontriamo di do-menica in quel luogo davanti aloro.Mi sembrava di sentire san Gio-

vanni contento perché l’Agnellodi Dio era ed è al centro della fededi tanti parrocchiani; gli rispon-deva san Girolamo - quello colberretto in testa e molto espertodella Bibbia - ricordando come ifedeli ascoltano la Parola di Dio ecercano di metterla in pratica. San

Ha scritto sant’Ambrogio commen-tando il brano evangelico di Zaccheo:Chi potrebbe disperare di sé dal mo-mento che giunse alla fede ancheZaccheo, lui che traeva il suo guada-gno dalla frode? (Esposizione delvangelo secondo Luca 8,86)

Forse è stato anche ottimista, siaperché spesso noi disperiamo di noistessi, sia perché i nostri peccati na-scosti magari sono più gravi di quellipubblici di Zaccheo. In ogni caso,anche quando ci sentiamo perduti,mai dobbiamo disperare dell’amorecompassionevole del Signore Gesù,più tenace di ogni nostro peccato, piùprofondo di ogni nostro abisso: conlui la salvezza è la possibilità di ri-cominciare a camminare veramenteliberi sulle strade della vita.Come è accaduto quel giorno a Zac-

cheo, può accadere anche a noi, oggi,grazie all’incontro con Gesù!

C’è solo un ostacolo decisivo a que-sta azione del Signore: il credere chenon sia possibile cambiare. Spessosiamo come paralizzati, rinchiusi nelnostro passato, segnato da peccati, daferite ricevute e inferte. Ebbene, la di-namica del Vangelo di Gesù Cristo sioppone a questa paralisi, anzi è pro-prio ai suoi antipodi. Non c’è nientedi più detestabile davanti a Dio che ilrimuginare sui peccati o sulle ferite.A un certo punto occorre il coraggiodi guardare in avanti, come Paolo chenella Lettera ai cristiani di Filippiesclama: «Io non guardo indietro,vado avanti sulle tracce di Cristo!»(cf. Fil 3,13-14). Questa è vita secondo il Vangelo di

Cristo: bisogna credere alla propriaconversione, bisogna credere che sipuò cambiare, bisogna credere che ilpassato non è un destino. A chi gli chiedeva: “Abba, che cosafai oggi?”,Antonio, il padre dei mo-naci, ormai novantenne rispondeva:“Io oggi ricomincio”. L’incontro diGesù con Zaccheo ci insegna chequesto oggi è sempre di nuovo possi-bile. Niente e nessuno può opporsi alperdono di Dio in Gesù Cristo, che ciconsente di ricominciare ogni giorno.

P. Enzo Bianchi

Si può sempre ricominciare

Rocco, con le sue piaghe, ricor-dava agli altri santi che anche oggiegli vede tante miserie e soffe-renze, ma riconosce anche la spe-ranza di chi s’inginocchia e chiedel’aiuto dall’alto. Gli faceva ecol’altro santo e si diceva soddisfattodelle nostre assemblee domeni-cali. Mi sono accorto però che manca

una statua: non sappiamo dove siafinita. Io ho pensato: quella statuamancante, se ci fosse, cosa po-trebbe ancora dirci? Ho riflettutoed ho capito che ci avrebbe inco-raggiato a mettere sempre laMessa domenicale al centro dellafesta e della nostra vita; ci avrebbedetto che tutto può trovare vigoree rifornimento dalla preghiera edallo stare insieme dei fratelli esorelle di fede. Ci avrebbe inco-raggiato a rendere quest’appunta-mento sempre più vivo e parte-cipato. Ci avrebbe manifestato lagioia di poter vedere più spesso lefamiglie di Pieve, di Pozzale e diSottocastello - nelle loro chiese -darsi appuntamento di domenica,scambiarsi un saluto, condivideregioie e fatiche e poi ricominciarela settimana. Quante riflessionidavanti a quelle statue!Mi fa piacere concludere questa

“fantasiosa” riflessione ricor-dando il Papa Giovanni Paolo II,da poco proclamato santo, mentreè in ginocchio proprio davanti aquesto nostro importante altare:anche Lui, dall’alto di benedica eci protegga.

Sentieri 3

La campana è lì in alto, troppo in alto per il bambino ma agli ci arriva lostesso ed i rintocchi si diffondono nella valle. Da solo il bambino non cel’avrebbe fatta a suonare ma lo scopo é stato raggiunto perché in molti lohanno aiutato. Quante volte nella vita ciò accade: piccoli e grandi non riu-sciamo da soli a raggiungere tutti gli obbiettivi ed allora ecco l’aiuto, la soli-darietà, l’attenzione di chi ci sta intorno e ci aiuta. Ecco la presenzainsostituibile dei genitori accanto ai figli sia per indicare traguardi importantida raggiungere sia per sostenere i figli quando pensano di non farcela o dopoqualche inevitabile sconfitta. Anche la fede ha bisogno d’essere sostenuta: il bambino sa di poter contare

sulla presenza dei genitori, degli insegnanti, delle catechiste; lasciato da solo,senza incoraggiamenti e senza esempi concreti, non raggiungerà mai una per-sonale maturazione. Ecco perché l’arte educativa continua ad essere il “me-stiere” più difficile di noi adulti!

CON L’AIUTO DI TUTTI

La Pastorale familiare del Ca-dore offre un itinerario di prepara-zione al matrimonio con 9 incontriper coppie di fidanzati presso lasala della canonica di Tai di Ca-dore nei venerdì di ottobre e dinovembre con i primi dUE venerdìdi dicembre, tutti alle ore 20,30.Le coppie sono animate da al-cune coppie di sposi e da donFrancesco Silvestri; essi suggeri-scono di partecipare fin dallaprima serata per poter fare uncammino insieme. La proposta érivolta a chi pensa di consacrareil suo amore con il sacramento delmatrimonio nelle prossime sta-gioni ma anche a chi, avendofatto la scelta della convivenza,sente la necessità di compren-dere meglio il senso del matrimo-nio cristiano.

Presso tutte le nostre Parroc-chie é esposto un manifesto conl’invito alle coppie per una inte-ressante partecipazione a questocammino e sono anche indicatinominativi di quelle coppie disposi che animeranno l’itinerario.Speriamo di poter condividere,nelle nostre Comunità, la gioia diqualche coppia di fidanzati chesceglie di diventare segno e stru-mento dell’amore di Dio con laconsacrazione matrimoniale.

“Grazie, Signore, perché ci haidonato l’amore capace di cam-biare la sostanza delle cose.Quando un uomo e una donnadiventano uno nel matrimonio,non appaiono più come creatureterrestri, ma somo l’immaginestessa di Dio. Così uniti nonhanno paura di niente. Con la concordia, con l’amore e lapace sono i signori di tutte le bel-lezze del mondo. Grazie, Signore,per l’amore che ci hai regalato”.

AI FUTURISPOSI

Sentieri 4

Chi possiede una casa è a cono-scenza dei tanti problemi che deve af-frontare: le pesanti tasse statali e leurgenze per la manutenzione ordina-ria. Una volta i muri, un’altra volta lefinestre e poi l’impianto di riscalda-mento... c’è sempre qualcosa da ag-giustare. Così avviene anche per glistabili della Parrocchia. Ecco alloragl’interventi di questo periodo.- Manutenzione delle campane

della Chiesa arcidiaconale. Ad unavisita dei tecnici s’è scoperto una pro-fonda spaccatura nel supporto por-tante d’una campana. La campanarischiava di cadere e di rompersi senon si fosse intervenuti subito. Ed al-lora c’è voluta una giornata intera dilavoro e di saldatura per rafforzare ilsostegno di ferro. Ora il pericolo éscongiurato ma abbiamo corso unserio pericolo.

Sempre in Chiesa arcidiaconale èstato cambiato il dispositivo per ilsuono delle campane.Dopo un ono-rato servizio per una quarantinad’anni, era necessario dotarsi d’unnuovo apparecchio che assicuri il per-fetto funzionamento giornaliero, fe-stivo e per le solennità di tutto l’anno.- Anche le campane della chiesa diSottocastello hanno evidenziato deiproblemi che sono stati risolti con unintervento che ha assicurato la per-fetta funzionalità dell’impianto.-Anche il campanile di Pozzale ha

lanciato il suo segnale d’aiuto: i tec-nici hanno rilevato alcuni problemisul castello delle campane: tra pocointerverranno per assicurare il belsuono di quelle campane. In canonica di Pieve invece, con

oltre 7 mila euro di spesa, abbiamomigliorato una stanza che serviva per

cantina. Ora invece, rimessa a nuovo,viene utilizzata dalla Caritas per il de-posito dei generi alimentari che poivengono distribuito mensilmente.Anche la stanza “del cappellano” è

La campana malata stata rinfrescata e resa più accoglienteper il catechismo. A tutte queste spese s’è potuto far

fronte con la generosità dei parroc-chiani. Un grosso intervento, per for-tuna gratuito, è stato fatto nellasoffitta della canonica piena di tantecose ammucchiate nel decenni edinutili. La disponibilità di FrancescoTabacchi, di Gianantonio Tabacchi edi Ciotti Paolo ha permesso di libe-rare tutta la soffitta creando ungrande spazio pulito. Grazie vera-mente di cuore a questi nostri volon-tari che hanno lavorato per duesettimane ad un intervento veramentenecessario e urgente. Ora la soffitta sipresenta bene ma offre uno sguardopreoccupante alla travatura ed allacopertura di lamiera: il tempo chescorre inesorabile per le persone in-tacca anche le cose. La travatura ètarlata e la lamiera è marcia in piùpunti. Anche il vento lentamente stastaccando la lamiera dai supporti;sarà compito del Consiglio per gli af-fari economici della Parrocchia pren-dere atto della situazione precaria edindividuare delle scelte operative chenon saranno di poco peso economico.

Il Consiglio per affari econo-mici della Parrocchia di Pieveha approvato il preventivo dispesa per il rinnovo dell’im-pianto di riscaldamento dellaChiesa Arcidiaconale: era dal1965 che cercava di riscaldarel’ampia navata e, ultimamente,non ce la faceva proprio più.

La spesa di oltre 30.000 eurovedrà certamente sparire le ri-serve economiche della Par-rocchia ma favorirà certamentela generosità e la collabora-zione dei Parrocchiani.

Sentieri 5

ANAGRAFE DI PIEVEHanno consacrato il loro amore

con il Sacramento del Matrimonio1. TABACCHI STEFANO di Pievee DE BERNARDIN GOLE SI-MONA di san Pietro di Cadore, nellachiesa di Visdende, il 12 luglio 2014

Hanno cominciato a vivere con il Sacramento del Battesimo6. CANDEAGO VITTORIO, diBruno e di Da Val Carla, nato a Bel-luno il 09.02.2014 e battezzato inSanta Maria il 06 luglio. 7. ZINETTI MARISOL, di Luca edi Luz Marina Centeno, nata Pieve il16 aprile e battezzata in Santa Mariail 24 agosto.

GIUNTI AL TRAGUARDO DELL’ETERNITA’

10. GEI ANTONIO, di anni 79,morto a Pieve il 27 giugno e se-polto sempre a Pieve il 30 giugno. 11. PALATINI GIAMPAOLO,di anni 79, morto a Trieste il 01agosto e sepolto a Pieve il 9 ago-sto. 12. TABACCHI EDA, di anni85, morta Belluno il 18 agosto esepolta a Pieve il 21 dello stessomese.

ANAGRAFE DI POZZALEHanno cominciato a vivere con il Sacramento del Battesimo1. FORNI MANUEL PIER GIO-VANNI, di Simone e di Susi Gian-none, nato a Pieve il 29 aprile 2014 ebattezzato a Pozzale il 27 luglio.

CREDO, SPERO E AMO

Su questa terra, dove non abbiamo stabiledimora, ma siamo in attesadi quella futura:Io credo in te, Signore,perché tu sei la via, la veritàe la vita, perché solo tu hai parole di vita eterna, perché chi segue Te non cammina nella tenebre.

Io spero in te, Signore,perché tu sei venuto in questo mondo per sal-vare i peccatori, perché tu vuoi che tutti gli uomini si sal-vino, perché tu sei venuto a cercare e salvare ciò che era perduto.

Io amo te, Signore,perché tu mi hai amato perprimo, perché tu mi ami e dai la vita per me,perché tu sei l’Amore.

C O S T ACosta dire: «Hai ragione!».Costa dire: «Perdonami!».

E costa anche dire: «Ti perdono!».

Costa la confidenza.Costa la pazienza.

Costa fare una cosa che non haivoglia di fare, ma che lui

o lei vuole.Costa cercar di capire.

Costa custodire il silenzio.Costa mantenere la fedeltà

o trattenere le lacrime che fannosoffrire.

Costa essere stanchi e sorridere.

A volte costa impuntarsi, a volte cedere.

Costa dire: «è colpa mia».Costa confidarsi

e ricevere confidenze.Costa la lontananza e costano i distacchi.

Costa accettare i difetti altrui.Costa cancellare piccole ombre.Costa condividere i dolori.Costa dire opinioni differenti e cercare insieme la soluzione.Costa dire no, costa dire sì.Ma questo è il prezzo da pagare per diventare veri uomini, vere donne, per generare umiltà e vita!

Questo è il prezzo dell’amore!

Pomeriggio di festa con il Palio delle Frazioni

Tra le tante manifestazioni presenti in Piazza Tiziano, merita di essere ricordato ilPalio delle Frazioni: un’iniziativa che ha coinvolto prima di tutto tanti organizzatorima poi anche numerosi partecipanti ai tanti giochi: piccoli e grandi.

PERLE DI SAGGEZZATieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi,i giorni si trasformano in anni.Però ciò che é importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hannoetà.Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela diragno.Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea dipartenza.Dietro ogni successo c`e` un’altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò` che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… insisti anchese tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arruginisca il ferro che

c`e` in te. Fai in modo che invece che com-passione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre,cammina veloce. Quando non potrai cammi-nare veloce, cammina. Quando non potraicamminare, usa il bastone. Però non tratte-nerti mai!

Beata Teresa di Calcutta

Sentieri6

Le trasformazioni in centro di Pieve

La foto di questa pagina è inte-ressante specialmente per le gio-vani generazioni che possonoconstatare com’era il centro diPieve... nel secolo scorso. Il mo-numento di Tiziano è rimasto alsuo posto: ci ricorda il personag-gio più illustre della nostra terra. Se potessi prendere il suo posto

sul monumento e guardarmi in-torno vedrei prima di tutto l’HotelProgresso con le finestre aperte:segno di vita e di accoglienza.Non era ancora collocata sulla fac-ciata la lapide che ricordava lapermanenza di Giosuè Carducci;la foto allora é antecendente glianni ‘20. Gli passa davanti unuomo un bicicletta mentre unabella vettura - una “Balilla” è par-cheggiata a fianco. Sulla sinistra ecco il palazzo con

una scalinata allora ed ora seded’una banca e della farmacia. Tral’albergo ed il palazzo ecco la Ca-nonica separata dalla strada da unmuretto e da alcuni alberi: Se laguardiamo bene possiamo vedereche essa è rimasta com’era allora:solo il tetto non è più di tegole madi lamiera - oggi arrugginito e bi-sognoso di radicale intervento -. A guardarla dalla piazza sembrauna bella e spaziosa villa ancheperché non c’è alcuna costruzione

alla sua sinistra là dove oggi cisono le aule di catechismo; allorala costruzione bassa ospitava i Vi-gili del fuoco. Un po’ di luce e disole certamente facevano capolinoin canonica quando la bella sta-gione non bloccava tutto per ilfolto bosco alle sue spalle. Quelli eran giorni.... recita la can-zone!Ora tante cose sono cambiate e

tante ne cambieranno ancora;certo è che la Canonica richiedenon una semplice tinteggiaturaesterna ma un ripensamento totaledi straordinaria manutenzionedato che tra alcuni decenni arri-verà ai due secoli di servizio al-l’Arcidiaconato. Nei mesi scorsi s’era diffusa la

voce che il Parroco... dovessecambiare dimora ed andare ad abi-tare nel Convento lasciato vuotodai Padri Carmelitani. A que-st’ipotesi al Parroco è giunto unimmediato e inequivocabile ri-fiuto: “la canonica dell’Arcidia-cona deve restare in centro aPieve!” A questa volontà popolare non

potrà non fare seguito anche l’im-pegno d’intervenire su tutta lastruttura che presenta evidentisegni preoccupanti. Sarà un impe-gno economico gravoso ma sarà

anche occasione per vivere la ge-nerosità dei parrocchiani e le sor-prese della Provvidenza. Pensando alla casa, all’abitazioneper ogni persona, mi sono imbat-tuto in una poesia che volentierioffro a tutti i lettori perché sco-prano che la casa non é solo que-stione di stanze e di mura comepure la strada non è fatta solo diasfalto: c’è tutta una vita dentroqueste due realtà, una vita che me-rita d’essere vitalizzata ognigiorno.

“Mi dice la mia casa:“Non abbandonarmi, il tuo passato è qui…”Mi dice la mia strada:

“Vieni, seguimi,sono il tuo futuro.”

E io dico alla mia casa e alla mia strada:“Non ho passato, non ho futuro.Se resto qui,

c’è un andare nel mio restare.Se vado là,

c’è un restare nel mio andare.Solo l’amore e la morte cambiano ogni cosa.”Kahlil GIBRAN

Sentieri 7

La famiglia del preteHo partecipato con molta gioia

alla consacrazione sacerdotale didon Alessandro Coletti nel duomodi Belluno: una celebrazione so-lenne, partecipata e commovente.Ho pensato al giorno della miaconsacrazione, quarant’anni orsono, ed ho rivissuto le grandiemozioni d’un giorno unico ed in-delebile nella memoria. Il meglio però doveva ancore ar-

rivare ed è giunto durante la primaMessa che don Alessandro ha ce-lebrato a Tai, la sua parrocchia.Tanta gente stipata nella piccolachiesa, un coro che canta squisita-mente, la preghiera che esce quasi

spontanea dal cuore dei presenti. Quando però don Alessandro prende la parola per i consueti ringra-

ziamenti a tutte quelle persone che lo hanno accompagnato a questo tra-guardo, mi sono accorto che le lacrime mi scendevano copiose maanche in altre persone. L’applauso più fragoroso e spontaneo è arrivatoquando il neo sacerdote ha ringraziato la sua famiglia, “una famigliacome tutte le altre, con le sue doti e i suoi difetti; ma io, questa mia fa-miglia non la cambio con nessun’altra” - così s’è espresso don Ales-sandro e tutta l’assemblea ha reagito con un applauso spontaneo efragoroso.

Credo che questo passaggio, que-sta sottolineatura valga più d’unaconferenza o d’un trattato sulruolo educativo della famiglia.Stavamo celebrando il sacramentodel sacerdozio ma il pensiero è ar-rivato all’altro sacramento, quellodell’amore di due persone che simettono insieme, che ci cono-scono e si accettano, due personeche si fidano reciprocamente e de-cidono di mettersi in gioco, anzi incammino. Due persone che nons’accontentano di restare da solied allora si aprono alla vita e ac-compagnano i figli a fare sceltegrandi, difficili, scelte per tutta lavita.Mentre le lacrime della commo-

zione continuavano a scendere sulmio volto ho ringraziato anch’io ilSignore per il dono della mia fa-miglia ma ho anche chiesto al Si-gnore d’imbattermi in Pieve confamiglie vere, generose, apertealla vita, famiglie i cui figli pos-sano dire un domani: “grazie, Si-gnore, perché la mia famiglia èunica, non è perfetta ma ci si vuolbene e questo mi basta”.Durante l’estate don Alessandro

ha animato un turno di campeggioa Copada condividendo, con i no-stri ragazzi, momenti indimentica-bili di amicizia e di valoriimportanti per una robusta crescitainteriore.Con il nuovo anno pastorale don

Alessandro vivrà il suo sacerdo-zio nella popolosa comunità par-rocchiale di Sedico: noi loseguiamo con la preghiera e la ri-conoscenza per il bene che egli haseminato tra di noi.

Così Papa Francesco“Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento mis-sionario, c’è una forma di predicazione che compete a tutti noi comeimpegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone concui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli sconosciuti.È la predicazione informale che si può realizzare durante una con-versazione ed è anche quella che attua un missionario quando visitauna casa. Essere discepolo significa avere la disposizione permanentedi portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamentein qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada”.

Sentieri 8

Una grande bella opera di Carpaccio

Nella Chiesa Parrocchiale di Poz-zale è custodito il quadro di Vit-tore Carpaccio; è un olio su tela, di180X210 cm dipinto nel 1519. Sela Comunità di Pieve è orgogliosaper il “suo” Tiziano, nondimenoPozzale va fiera per questo gio-iello. Alle volte succede che sianopiù i “foresti” attenti alle nostreopere d’arte e alle bellezze dellanatura presenti sul nostro territo-rio. Ben venga, allora, una paginadi “Sentieri” per valorizzare que-sto “polittico” che raffigura la Ma-

donna e Gesù Bambino come suun trono mentre ai lati sono raffi-gurati san Tommaso apostolo - pa-trono di Pozzale - e Dionisiovescovo di Parigi. In alto sono di-pinti San Rocco e san Sebastiano.Ai piedi della Madonna è dipintoun bel angioletto alle prese conuno strumento musicale. Tutte queste figure risaltano su un

cielo azzurro appena velato daqualche nube. Sembra quasi di af-facciarsi alla finestra d’una casa e

ammirare il panorama circostante.Il pittore si è firmato alla base delquadro e non c’è alcun dubbio chesi tratti d’un opera pregevole di unpittore di poco antecedente a Ti-ziano.

Nel 2012 Giorgio Fossaluzza,docente dell’Università di Verona,ha dato alle stampe un pregevolestudio su questo nostro importantequadro. Nel prossimo anno ci saràun’interessante mostra a Cone-gliano e questo nostro dipinto cer-tamente sarà esposto ed ammirato.

Sentieri 9

LA PREGHIERADEL THERMOS

Signore, eccomi qui,sul tavolo dove ogni domenica

mattina vengo posto da mani desi-derose di offrire.

Sul tavolo dove poi altre mani,a volte ruvide, a volte tremanti,

spesso gelate dal freddo della notte,si accostano a me cercando almeno

un po’ di tepore.Il mio aspetto è per i miei amici giàuna promessa: sono qui per loro,

prima che arrivino, e anche se nondovessero arrivare.

Ci sono comunque e anticipo il lorodesiderio di calore e di sazietà.

Contengo cose semplici, ma essenziali

per chi non ha casa, non ha tavolo,tazza e piattino

e la cosa meravigliosa è che possorinnovarmi ogni volta,

per tante volte.Mani sollecite mi riempiono e poipasso di mano in mano e non sono

io che decido a chi, quanto e perché,ma è il bisogno di chi ha fame e sete

che mi svuota e mi riempie di nuovo.

E poi torno al tavolo e aspetto.E custodisco. Prometto e dono.Fa’ che sempre ci sia chi mi

prepara lindo e lucido perché iopossa riflettere dignità; chi mi riem-pie perché io possa contenere pre-

mura e tenerezza. Chi miconduce ad ogni persona perché

si spanda ovunque l’aromadell’amore gratuito.E fa’ che un giorno io possa diventare

un thermos inutile. A tempo pieno.Preghiera dei volontari delle par-rocchie: SS. Trinità di Marghera– Padre Leopoldo di Favaro edel Villaggio Laguna di Campalto

SOLO per oggi crederò che laprovvidenza di Dio si occupi dime come se in nessun altro esi -stesse al mondo.SOLO per oggi avrò cura del mioaspetto: non alzerò la voce, saròcortese nei modi, non criti cherònessuno, non pretenderò di mi-gliorare nessuno, tranne mestesso.SOLO per oggi sarò felice nel lacertezza che sono stato creato peressere felice non solo nell'al tromondo, ma anche in questo.SOLO per oggi dedicherò die ciminuti a qualche buona lettu ra,ricordando che come cibo è ne-cessario al corpo, così la lettura al-l'animo.SOLO per oggi mi farò un pro-gramma; forse non lo seguirò apuntino, ma lo farò mi guarde ròda due malanni: la fretta e l'in deci-sione.SOLO per oggi non avrò pau ra digodere di ciò che è bello e di cre-scere alla bontà

per la sua saggezza, aveva una pa-rola di bontà, di conforto e per tuttipregava. La sua sofferenza non lafaceva pesare, e fino all'ultimo l'in-teresse era per gli altri.Si è spenta serenamente alla pre-senza delle sue consorelle a 93anni. l funera li, nonostante ilgrande dolore per la perdita di unacosì grande Sorella, si sono cam-biati in festa, perché viva in Diocontinua a vivere ancora con noi.Sr. Artemia (Superiora dell'Isti-tuto Zanotti di Treviso)

Perché il ricordo rimanga

Luigina Corsini, in religione Sr.Giuseppa Fedele di Gesù, vissutanell'adole scenza con i genitori aCalalzo di Cadore, è entrata nel-l'Istituto delle Suore Carmelitane diS. Teresa a Campi Bisenzio (Fi-renze) a solo diciassette anni.Per il suo carattere mite e volitivo,saggio e riservato, è sempre stataamata e stimata da tutte le Suore.Giovane Suora ha ricoperto ruoli diresponsabilità e per quarant'anni èstata Economa Generale e LegaleRappresentante del l'Istituto. Neisuoi viaggi in Brasile, Libano,Israele, Praga e altri è sempre statadi grande aiuto per le Comunitàche l'attendevano per i suoi saggiconsigli e per le sue parole semprericche di umanità e comprensione.Innamorata di Gesù Eucarestia,per tanti anni ha partecipato al-l'Adorazione tut te le notti. StimataUna bella e nuova ban-

diera, accoglie i pae-sani e gli ospiti in

Piazza Tiziano, ormaida diversi mesi.

E’ sempre importantecurare l’ambiente in cuiviviamo e la sensibilitàdelle Pubbliche Ammi-

nistrazioni si vede anche

nei piccoli dettagli.

Sentieri10

Sposi, vivete questi "comandamenti".La vostra "vita a due" sarà meno difficile,

più gioiosa e meno litigiosa.l. Pregate assieme: ciò avvenga ognigiorno, con desiderio e costanza.Pochi momenti, magari, ma ci sianosempre.2. Pensate assieme: il più possibile.Cercate, cioè, di avere gli stessi sen-timenti, le stesse vedute, le stesse pre-occupazioni.3. Programmate assieme tutto nellavostra vita, tutta la vostra vita. Incasa, fuori ... lavoro, svaghi. È eser-cizio di matura libertà.4. Parlate assieme a lungo, ognigiorno, amichevolmente: cuore acuore, occhi negli occhi ... come in-namorati ingenui e freschi! Non visembri strano questo consiglio:l'esperienza insegna che troppi sposi,troppo presto e troppo spesso non rie-scono più a dialogare, a parlare as-sieme, in profondità.5. Pranzate e passeggiate assieme:abbiate momenti di relax, di calma, diintimità "tutti vostri" tutti per voi,anche se e quando ci sono figli. E unvostro diritto/ dovere. Gran partedella riuscita del vostro matrimoniodipende da questo.6. Soffrite assieme: vuoi dire sentirecome proprie, fare proprie le pene, lepaure, le angosce, le preoccupazioni.dell'altro, dell'altra, con umile since-rità e semplicità, con sentito coinvol-gimento personale.7. Perdonatevi subito, scambievol-mente, sinceramente. Nulla mai le-garsi al dito, come si suoi dire. Nontenere il muso. Soprattutto non ad-dormentarsi senza essersi riconciliati.8. Passate sopra a tante cose: ignorareuna parola meno bella, un gesto menorispettoso, far capire che non si è datoimportanza a cose capitate, a gesti,sguardi non rispettosi, a scatti dinervi.9. Pazientate, sì, abbiate sempre tantapazienza. In ogni circostanza. Impa-zientirsi non risolve alcun problema,anzi ne crea tanti, perché congela lerelazioni, crea imbarazzo. Ricorda-tevi che "pazienza é sapienza; il pa-ziente è il vero forte e quindi il

I genitori non sono da rifare! Sono solo da aiutare: ecco il perché di questapiccola scuola-guida".

SEMAFOROIl semaforo ci vuole.Sembra che rallenti il traffico, in re-altà lo regola, lo armonizza, impe-dendo tanti incidenti. Il semaforo nondistrugge la libertà, ma la salva.Così, padre e madre devono esseresemafori per i figli.* Papà e mamma-semaforo comuni-cano in modo rapido e concentrato. Ilche non è solo gradito ai ragazzid'oggi, ma è anche saggio: le parolesono come i raggi del sole: più sonoconcentrate, più bruciano!* Papà e mamma-semaforo danno se-gnali forti e decisi. Dicono ai figli:"Questo é pericoloso come attraver-sare la strada con il rosso ... Questonon è un valore, ma disvalore... Que-sto ti distrugge come la droga, comeun gas tossico ... Non vogliamo cheseguiate. ma vi offriamo il nostro pa-rere...”

vincitore". È amore. "Col tempo e lapazienza la foglia del gelso diventaseta”. (prov. cinese).10. Perfezionatevi, crescete cioè intutto ciò che è buono, bello, onesto,amabile.

* Mamma e papà-semaforo si fer-mano molto più a lungo sul verde chenon sul rosso o sul giallo. Preferi-scono molto più dire che é bello es-sere buoni che battersi contro il male.Preferiscono lodare più che rimpro-verare. Preferiscono più farsi amareche farsi temere. Aveva tutte le ra-gioni uno scrittore a dire: “Se con lapaura si può rispettare una regola,non si può mai, con la paura, indurread amare”.

DIVIETO DI SORPASSOPadre e madre devono procedere dipari passo: proibito sorpassarsi!La concordia dei genitori è fonda-mentale per il figlio.Solo se c'è un'unica strategia educa-tiva, il bambino si sente sicuro e pro-tetto: "In famiglia non c'è pace se lagallina canta e il gallo tace".Non è accettabile che sia soltanto lamadre ad interessarsi di educazione.La madre può essere bravissima intutto, ma non basta: il figlio, per noncrescere scompensato, ha bisognoanche della figura paterna.Il padre, infatti, regala al bambino/asei doni che la mamma, per brava chesia, non può dare:- Il papà presenta ai figli un altro stiled vita, diverso da quello femminile.- Il papà dà maggiore sicurezza.- Il papà è come la finestra sul mondoper il bambino: lo stacca dallamamma, lo libera dalla "figlio lite" dicui sovente questa è ammalata.- Il papà dà al figlio/a un'adeguataidentità sessuale.- Il papà aiuta il bambino a pensare aDio.- Finalmente il papà, con la sua pre-senza ed il suo aiuto, dà alla mammala possibilità di prendere un po’ difiato, di rilassarsi un po’. I figli nonaspettano altro! Una ragazzina do-mandava: “ma tu, mamma, non ti di-verti mai?”.A questo punto diventa chiarissimoche il “divieto di sorpasso” è da ap-plicarsi alla lettera in famiglia.

SPOSI NON SI NASCE, SI DIVENTA

Grande festa il 6 luglio

per i 55 anni di Ma-trimonio di OlivioDa Val con Belli

Francesca e per il Battesimo

del nipotino Candeago Vittorio.E’ stata un’occa-

sione per pregare ilSignore che ci doniqualche matrimonioed il regalo di nuovavita nelle famiglie.

Sentieri 11

La linfa vitale e le lacrime

La parabola dell'intervista al PapaE alcune delle sue parole caddero sui media

Ascoltate!Un Papa uscì per dare un'intervista. E appena ebbe parlato, alcune delle sue parole caddero sui media(radio TV e rotocalchi), e quegli uccelli le divorarono prima ancora che potessero essere ascoltate.

Altre sue parole caddero su quanti non capirono il loro contesto. Ricevettero il suo messaggio con gioia,ma appena capitò loro di comprendere quanto sarebbe stato difficile vivere quelle parole il loro entusia-smo si seccò come delle piantine nell'arsura.

Alcune delle sue parole caddero in mezzo a gente stravagante che credeva che queste parole contraddi-cessero tutto ciò per cui avevano lavorato, e questa stravaganza nei loro cuori soffocò il messaggio, cosìessi dissero "Non c'è nessun frutto qui per noi".

E alcune delle sue parole caddero come pioggia buona sugli appezzamenti di terreno fertile che altri ave-vano ridotto a semplice polvere. Il suo messaggio cadde come un balsamo risanatore nei cuori, nelle mentie nei corpi di persone che si erano abituate ad andare in giro zoppicando. Nell'intimo di alcune persone leparole del Papa esplosero come delle pigne in un fuoco nel bosco, tirando fuori nuova vita dalla sterilità.

Il seme dell'intervista del Papa crebbe e portò frutto dando il trenta, il sessanta o il cento.Gesù spiegò nel dettaglio ai suoi confusi apostoli il senso della parabola su cui questo racconto è basatoe i molti rischi che esistono nella proclamazione del Vangelo di fronte al mondo. Da nessuna parte, però,quella spiegazione include la frase «Il seminatore avrebbe dovuto tenere per sé il seme».

Lasciamo che chi ha orecchie ascolti. E rendiamo grazie.Joanne McPortland

(articolo tratto da www.vinonuovo.it)

Guardi la pianta mentre cresce e non ti accorgi della linfa che scorre al suo interno. Eppure c’é e fa vivere l’al-bero. E’ proprio vero che le cose invisibili sono le più importanti anche per noi: c’é una linfa vitale che sichiama “amore” e ci fa vivere. Se poi alziamo lo sguardo allora incontriamo l’Amore di Dio che ci vuol benefino alle lacrime e oltre.

Sentieri12

Una manifestazione di fede e di devozione

Nel primo giorno d’estate, quandoil calendario presenta la solennitàdel Corpus Domini, la Comunità hareso omaggio alla presenza del Si-gnore nel Pane Consacrato con laprocessione per le vie del paese.Quella domenica, la quarta di giu-gno, offriva anche la “sagra di sanPietro” con le bancarelle in PiazzaTiziano; il mercato non ha impe-dito ai fedeli di uscire dalla chiesae di pregare per le vie del paese. In-vece di passare tra le ultime banca-relle, abbiamo scelto di percorrerela via principale del paese fino allaChiesetta dei santi Angeli e poi ri-tornare il Chiesa sempre per la Na-zionale. La collaborazione dei volontari hafavorito l’uscita del baldacchino,dei torci, degli stendardi. E’ man-cata invece la presenza dei bambinie dei ragazzi: erano già cominciatele vacanze da diversi giorni: per ilprossimo anno, quando la Pasquaverrà celebrata all’inizio di aprile enon come quest’anno, allora saràbello poter vedere i bambini della

Messa di prima Comunione ed anche i ragazzi a que-st’appuntamento tanto significativo di vita paesana. Anche a Pozzale, al mattino, la Comunità ha resoomaggio al Signore con la breve processione attornoalla Chiesa con la collaborazione di don Pierluigi La-rese che é sempre disponibile ad aiutare l’Arcidiacono.Egli infatti, oltre al prezioso servizio presso l’Ospedalee la residenza per anziani “Marmarole”, celebra quo-tidianamente la Messa a Pozzale e a Sottocastello: unavera provvidenza per le nostre Comunità.

Una virtù sempre più raraUn giovane beduino, vagando nel de-

serto, si fermò a un pozzo ove incontròuna ragazza stupenda come la luna inuna notte di vento. Le si accostò e le disseardentemente: «Sono follemente inna-morato di te!»E lei rispose: «Guarda che più in là, allasorgente, c’è un’altra giovane tanto bellache io non son degna di essere suaserva». Il beduino si girò e cercò di ve-dere subito quella bellezza; ma non c’era

nessuno. Allora la ragazza gli replicò:«Quanto è fragile la tua sincerità e la tuafedeltà! Dici d’amarmi perdutamente ebasta che io ti parli di un’altra donna perfarti voltare!».

Una considerazione merita il tema,quello della fedeltà, una virtù sempre piùrara. Con estrema facilità e senza imba-razzo si è pronti non solo a tradire unaconsegna ricevuta, a spezzare un’amici-zia, a violare una promessa umana o reli-giosa, ma anche a infrangere il legamedell’amore nuziale. Affrontato superfi-cialmente il matrimonio, lo si vive inmezzo a compromessi, a infedeltà, a ver-gogna e miserie. Ci sono riviste che pro-sperano (è proprio il caso di dirlo) solospettegolando su adulteri, tradimenti,volgarità varie. E le telenovelas fanno delloro meglio per render ancora più esem-plare questo scardinamento della since-rità, della coerenza della fedeltà.

Si legge nel libro biblico dei Pro-verbi:«Bevi l’acqua della tua cisterna equella che zampilla dal tuo pozzo… Siabenedetta la tua sorgente, trova gioianella donna della tua giovinezza; cervaamabile, gazzella graziosa, essa s’intrat-tenga con te; le sue tenerezze ti inebrinosempre; sii tu sempre invaghito del suoamore».

Sentieri 13

30 gradinidi una difficile scala

È difficile conoscere bene se stessi.È difficile star lontani da chi si ama.È difficile distaccarsi dalle cose care.È difficile confessare : "È colpa mia".È difficile dire agli altri: "Hai ragione".È difficile chiedere perdono con umiltà.È difficile saper tacere con grande carità.È difficile riuscire a comprendere gli altri.È difficile sorridere se si è tristi e svogliati.È difficile non piangere nel nostro dolore.È difficile amare veramente Dio e i fratelli.È difficile amare e sorridere sempre a tutti.È difficile confessare : "Sono stato ingiusto ".È difficile usare pazienza una, due, tante volte.È difficile compiere quanto gli altri ci chiedono.È difficile mantenersi sempre fedeli ai propositi.È difficile donare il nostro perdono con dolcezza.È difficile prestare aiuto a chi ha bisogno ed è solo.È difficile sopportare e compatire i difetti degli altri.È difficile consacrare se stessi a Gesù, per la sua gloria.È difficile portare con gioia le nostre croci quotidiane.È difficile difendere, ma solo con amore, le nostre idee.È difficile riuscire a dire sempre esemplarmente di "sì".È difficile pensare che nei poveri è nascosto Gesù Cristo.È difficile impegnarci se siamo di male umore o stanchi.È difficile essere aperti alla confidenza di chi ha bisogno.È difficile cedere e preferire alle nostre le proposte altrui.È difficile essere capaci di vivere in silenzio le nostre pene.È difficile condividere a fondo e sinceramente i dolori altrui.

M.N.I santi Padri della Chiesa chiamano Maria "Scala del Cielo".

È proprio in essa e per essa che il salvatore è disceso tra gli uomini. La com-pleta disponibi lità e l'obbedienza della Vergine sono servite da scala a CristoGesù per salire sulla croce. Allo stesso modo, Maria offre il suo aiuto e la sua

mediazione agli uomini, specialmente ai peccatori, per tornare a Dio.

Una ragazza stava aspettando il suovolo in una sala d'attesa di un grandeaeroporto. Siccome avrebbe dovutoaspettare per molto tempo, si eracomprata un libro per ammazzare iltempo e un pacchetto biscotti.Si sedette nella sala VIP per stare

più tranquilla. Accanto a lei c'era lasedia con i biscotti e dall'altro lato unsignore che stava leggendo il gior-nale. Quando lei cominciò a prendereil primo biscotto, anche l'uomo neprese uno: lei si sentì indignata manon disse nulla e continuò a leggere ilsuo libro. Tra sé e sé pensava con ir-ritazione che se solo avesse avuto piùcoraggio avrebbe reagito e sferrato unpugno a quell'usurpatore Ogni voltache lei prendeva un biscotto, anchel'uomo accanto a lei, senza fare unminimo cenno, ne prendeva uno.Continuarono così fino a quando nonrimase che un solo biscotto e la donnapensò: "Adesso voglio proprio vederecosa mi dice quando saranno finititutti!".L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo

divise a metà! Indignata, la donna siprese le sue cose, il libro, la sua borsae si incamminò sbuffando versol'uscita della sala d'attesa.Quando si sentì un po' meglio e larabbia era passata, si sedette in unasedia lungo il corridoio per non atti-rare troppo l'attenzione ed evitarealtri dispiaceri.Chiuse il libro e aprì la borsa per in-filarlo dentro quando . .. nell'aprire laborsa vide che il pacchetto di biscottiera ancora tutto intero nel suo in-terno.Sentì tanta vergogna e capì solo al-lora che il pacchetto di biscotti ugualeal suo apparteneva a quell'uomo se-duto accanto a lei, che però aveva di-viso i suoi biscotti con lei senzasentirsi indignato, nervoso o supe-riore, al contrario di lei che avevasbuffato e addirittura si era sentita fe-rita nell'orgoglio.Questo racconto mi ha veramente

sorpreso per il suo esito così inaspet-tato e mi sono chiesta quante voltenella nostra vita rischiamo di man-giare o addirittura abbiamo mangiatoi biscotti di un altro senza saperlo.Siamo sempre molto concentrati suinostri diritti, sulle nostre posizioni oprivilegi e non rischiamo di vedere leesigenze dell'altro.Ma è importante anche domandarsi

quante volte gli altri sono gentili con

noi, caritatevoli, attenti e noi non lovediamo, non ce ne accorgiamo, lodiamo per scontato a addirittura cisembra di essere noi quelli che fannoil grande gesto, proprio come la ra-gazza del racconto. È come dover im-parare a fare un passettino indietro evedere, apprezzare, ringraziare. Mi sarebbe piaciuto leggere il se-

guito di questo racconto: ''Accortasidella sua svista, la ragazza tornònella sala d'attesa e sedutasi di nuovoaccanto al signore dei biscotti, lo rin-graziò affabilmente, confessando ilsuo pensiero presuntuoso e ridendodi sé insieme a lui" .Ma potrebbe anche esserci un'altra fi-nale: ''Accortasi della sua svista, laragazza tornò nella sala d'attesa manon vi trovò più il signore dei biscotti.

Rammaricata sentiva risuonare den-tro di sé un prezioso monito: prima diarrivare ad una conclusione affret-tata e prima di pensare male dellepersone, è meglio guardare attenta-mente le cose, perché molto spessoesse non sono come sembrano".Un'altra conclusione potrebbe essereche la ragazza, vista l'assenza del si-gnore in questione, decise di fare al-trettanto e di condividere i biscotticon un vicino, ma si accorse che nonera semplice. La stessa diffidenza chelei provava per il signore, emendo divivere un sopruso, ora gli altri la vi-vevano con lei, temendo di subire uninganno. Sembra che solo la distra-zione permetta la condivisione Lasciando aperta la conclusione di

questo racconto, forse troveremo sol-lecitazioni nuove e simpatiche per lavita di tutti i giorni.

E. S.

Quei biscotti tanto buoni

Sentieri14

LA FONTANADEL VILLAGGIOTra le sabbie del mio deserto,

sotto il sole infuocato del miotempo, cerco un pozzo che abbiaacqua pulita, capace di togliere lasete d'infinito che è dentro di me.So che esiste da qualche parteperché sono inquietato dal mi-stero e devo trovarlo prima chescenda la notte.Attingo acqua dal pozzo del de-naro ed ho sempre più sete; alpozzo del piacere e sento pro-sciugarmi la gola.Attingo acqua al pozzo del suc-

cesso e mi sento annebbiare lavista, al pozzo della pubblicità emi ritrovo come uno schiavo.Sono forse condannato a moriredi sete, inappagato cercatore dicertezze assolute? Ma se scavodentro di me, sotto la sabbia altadel mio peccato; se scavo neisegni del tempo, sotto la sabbiaammucchiata dal vento arruffatodel quotidiano, trovo la sorgentedi un'acqua viva e pura, che dis-seta in eterno, tanto che chi nebeve non ha più sete perché è ge-nerata e filtrata dal tuo amore, oSignore, generoso e gratuito, eragià promessa nei tempi antichi edora è sgorgata in abbondanza nelsegno della tua Parola. Mi disseto a questa sorgente,

custodita dalla mia Chiesa, cheper questo si fa ogni giorno fon-tana del villaggio per salvare tuttigli assetati del mondo. Amen.

Sono andato a leggermi “la Vocedella Pieve”, il foglietto mensiledella Parrocchia di S. Maria inPieve di Cadore: mi ha incuriositoe fatto sorridere un episodio nar-rato da mons. Angelo Fiori nel nu-mero di ottobre del 1964, mezzosecolo fa.Tutto quel bollettino parlava del

“Terzo precetto: confessarsi al-meno una volta all’anno”. Monsignor Fiori si dilungava sullanecessità della confessione e sucome viverla bene, in particolaresul dovere di raccontare tutto alsacerdote anche se, diceva, diretutto poteva costare non poco. Ep-pure è necessario dire tutto da-vanti al fidanzato, al medico, algiudice istruttore, all’amico. Edecco spuntare la saggezza e la fur-bizia dell’allora nostro Parroco ca-pace di raccontare un episodiosimpatico e personale che io ri-produco per tutti i nostri lettori. Davanti l'avvocato“Si ha bisogno del suo inter-

vento, volentieri si farebbe a menoper non alleggerire il portafoglio.Ma la sua parola si rende necessa-ria. Occorre dirgli tutto, anche sequalche cosa riesce pesante. E sesi è un pochino reticenti, è lui chespietatamente interroga fìnchè hascoperto tutto. E quanto maleresta, se perde la causa perché ilcliente non è stato sincero ! Ho unricordo assai curioso, che ve lo ri-ferisco.Nel 1932 un sacerdote della pia-

nura viene denunciato dai Carabi-nieri, su rapporto del Municipio,per avere violato in modo grave ilregolamento sulla nettezza ur-bana, e si rivolge a me perché glitrovi un bravo avvocato. Data laconfidenza che avevo coll'on.Bonsembiante non ancora fratefrancescano, lo prego di difendereil confratello, illustrandogli il rea-to mentre lo accompagno dallostudio al Tribunale.Di che si trattava? Quel sacerdote

aveva acquistato il cosiddetto ma-iale di Sant'Antonio, affidandoloalla carità del paese, per poi de-volverne il ricavato ai poveri,come voleva una vecchia consue-tudine assai frequente nel Bellu-nese e nel Feltrino.

Aperto il processo, il Presidenteriassume l'imputazione, che l'av-vocato segue distrattamente, e poigli dà la parola. E l'onorevolepieno di entusiasmo e di commo-zione esalta la nobile iniziativatanto filantropica e chiede l'asso-luzione dell'imputato. Il Presi-dente allora sorridendo fa notareall'avvocato, che non si trattava diun solo animale, ma di sedici, di-visi in due mandrie, che da cinquemesi scorrazzavano per le strettecontrade del paese, entrando intutte le porte che trovavano aperteper chiedere a suon di campanellouna scodella di brodaglia, e tra-scorrendo la notte sdraiati davantialle case, con grave pregiudiziodella pulizia e dell'igiene. A quelrichiamo del Presidente l'avvocatosi volta sorpreso e disgustatoverso di me che gli stavo allespalle; e nel vedermi ridere digusto assieme a tutto il pubblico,esclama : “ma che scherzi sonoquesti? Almeno confessate a metutta la verità”. Però il Giudice, che a stento si

manteneva serio, manda il sacer-dote assolto per insufficienza diprove, mentre l'avvocato nel li-cenziarsi dal povero cliente, glidice :”penso che qualche bra-ciuola resterà anche in canonicaquando ammazzerà tutte quellebestie mantenute dai devoti diSant'Antonio. Una anche a me diquelle braciuole per l'esito cosìpoco brillante della mia difesa,causa le informazioni poco esattedell'amico don Fiori!”. Altra ri-sata sonora nell'aula austera delTribunale.

Qualcuno potrà sospettare cheabbia inventato la storiella E al-lora vi dirò che quel sacerdote sichiamava don Costantino PerinPievano di Farra d’Alpago”.

La saggezza e la furbizia del Pievano

Ogni sabato, dopo la Messa delle ore8.00, un sacerdote é sempre disponibileper il sacramento della Confessionepresso il santuario del Cristo, per tutta lamattinata. E’ un’opportunità da saper va-lorizzare per un cammino di conversione.

“Tutti siamo chiamati ad offrire agli altri la testimonianza esplicita

dell’amore salvifico del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni

ci offre la sua vicinanza, la sua Parola,la sua forza e dà senso alla nostra vita.

Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che hai scoperto,

quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza,

quello é ciò che devi comunicare agli altri”. ( Papa Francesco)

Sentieri 15

Un neo ingegnere e un Infermiere

Il 2 aprile si é brillantementelaureato in ingegneria indu-striale all’Università di PadovaDennis Da Corte discutendola seguente tesi: “Biomechani-cal analysis of the sidestep cut-tingmaneuver in footballplayers with opensim”. Lo an-nunciano contenti la mammacon il papà,la nonna, gli zii etutti gli amici augurandogli ognibene per il suo futuro. Felicita-zioni anche da parte di tutti ipaesani ed i lettori di questo fo-glio.

ALCUNI SUGGERIMENTI AL FIGLIO

ADOLESCENTE° Non giudicare una personadalla piega dei pantaloni.° MEGLIO GENTILE NEI MODI ChE ELE-GANTE NELLA MODA. .° Se non alzi gli occhi, crederaid’essere sul punto più alto.° I pugni non hanno cervello.° LA vITA NON é uNA SCATOLA DI CIOC-COLATINI.° Ridi di te stesso: avrai materiaper stare allegro tutta la vita.Appunti sul frigorifero--L’educazione si salva salvandogli abbracci, non le urla.-La mamma troppo valente, fa lafiglia buona a niente.-In ogni sorriso vi é un gol stre-pitoso.-Chi non ha mai sbagliato, benpoco ha combinato.-Prima di parlare é bene chie-dere permesso all’esempio.

(dal Bollettino Salesiano)

Dal mensile “il Cadore” traggola bella notizia di Stefano DeMarchi laureato in scienze in-fermieristiche.

“Festa grande per Stefano DeMarchi che ha conseguito lalaurea in Scienze Infermieristi-che presso l’Università degliStudi di Ferrara.Ha discusso laseguente tesi: “Il catetere ve-noso centrale Port-A-Cath”.Familiari, parenti e amici lohanno festeggiato alla grande”.

A tutti costoro si uniscono oraanche i lettori di “Sentieri”.

ALLA SCOPERTA DEL CREATODurante l’estate appena trascorsa numerosi sono stati gli appuntamenti

di animazione del tempo libero e delle vacanze. Quest’anno non ab-biamo avuto il grande evento della mostra di Tiziano dello scorsa sta-gione, tuttavia non sono mancate le opportunità di divertimento e disvago in centro e nei vari paesi del nostro Comune. Ricordo in partico-lare le sagre vissute a Pozzale e a Sottocastello, il palio delle frazioni,la “corriPieve” e tante altre manifestazioni culturali e sportive. A livello parrocchiale non posso non ricordare i campeggi di Copada:

un’esperienza che resterà indelebile nella memoria dei partecipanti.Anche il Parroco ha vissuto una bella giornata di gita tra i monti con al-cuni parrocchiani entusiasti di vedere luoghi d’ineguagliabile bellezza:il creato infatti ci è dato per conoscerlo e valorizzarlo. Nella prossimaestate speriamo di poter vivere meglio a contatto con la natura liberidalla tanta pioggia che ha impedito molte occasioni di stare insieme, al-l’aperto, a contatto con le bellezze di cui i nostri territori sono ricchi.

Sentieri16

LA SAGRA DI SOTTOCASTELLO

In occasione della festa di san Lo-renzo, patrono di Sottocastello, il 10agosto e nelle serate adiacenti, tuttoil paese si è mobilitato per proporrenumerose manifestazioni d’intratte-nimento. L’incertezza del tempo, - ri-corderemo quest’estate per l’ab-bondanza delle piogge - non ha im-pedito lo svolgimento del pro-

gramma che aveva il suo culminenella solenne celebrazione dellaMessa al mattino: una celebrazionemolto partecipata.Le foto di questa pagina documen-

tano alcuni momenti della sagra: lapartecipazione e la gioia dei bambini

per i giochi organizzati per loro. Merita di essere ricordata anche la

sagra di san Tommaso a Pozzale: cisi é dati da fare per vivacizzare ilpaese nella prima domenica di luglio:anche questa proposta é stata apprez-zata e molto partecipata.

TENEREZZA: FORMULA VINCENTETenerezza perché Dio é Padre ma anche Madre.

Tenerezza perché Iddio ha voluto la famiglia esempio della Trinità,Tenerezza perché ogni mamma é mamma per l’eternità,

in particolare per la cara mamma Maria.Tenerezza della pacca sulla spalla dell’amico che,

quando sei a terra ti dice: “coraggio, ce la puoi fare”!.E io, questa Tenerezza, l’ho conosciuta.

Athos