bollettino autunno 2011

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Autunno 2011 Insieme in cammino È dove lo desideri vedere, che vedrai il volto di Dio

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Autunno 2011

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Autunno 2011

Insieme in cammino

È dove lo desideri vedere, che vedrai il volto di Dio

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l’ind

ice L’editoriale

La rana che morì bollitadi don Daniele PAGINA 3

La poesia di don ValerioLa sua mano

PAGINA 4

XXV congresso Eucaristica di AnconeìaL’Eucarestia per la vita quotidiana

di Sandro Bisesti PAGINE 5-6

I nostri consacratiSuor Claudia Dallago

a cura della redazione PAGINE 7-8-9

Capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesiI capitelli dei Battistoni e di Malga Albi

a cura della redazione PAGINE 10-11

Giornata Mondiale della GioventùL’esperienza di fede e di vita a Madrid

di Linda Cont e Francesco Mariotti PAGINE 12-13

I battezzati delle nostre parrocchiePAGINE 14-15

L’intervista triplaSe il sindaco fossi io

PAGINE 16-17-18-19

In famigliaFamiglia: sei idee per capirsi meglio

a cura della redazione PAGINE 20-21

RiflessioniMese di ottobre, mese di Maria

PAGINA 22

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 23-24-25-26

RiflessioniDanza lenta

PAGINA 27

In gita con la famigliaIl sentiero delle forre di San Romedio

di Celestina Schmidt PAGINA 28

Le lettereRiflessioni... e il vangelo di Matteo

PAGINA 29

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Emanuela Groaz, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.Hanno collaborato a questo numero:don Valerio Bottura, Celestina Schmidt, Sandro Bisesti, Michela Dallago, Linda Cont eFrancesco Mariotti, Rosanna FrizziStampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545)Contatti:Tel. canonica: 0461/842514E-mail: [email protected]. sacrestano: 338/4493195

News dal mondo cristianoPAGINA 30

La Sacra ScritturaChi era costui? Giuseppe

a cura della redazione PAGINE 31-32-33

La sagra a CimoneLa sagra de Zimon

di Rosanna Piffer PAGINE 34-35

I matrimoni nelle nostre parrocchiePAGINE 36-37

L’approfondimentoA proposito di... investimenti

a cura della redazione PAGINE 38-39

Corso fidanzatiTra matrimonio e convivenza...

di Michela Dallago PAGINE 40-41

Dai campeggiPAGINE 42-43

I nostri defuntiPAGINE 44-45

I cresimati nelle nostre parrocchiePAGINA 46

Gli orari delle funzioni religiosePAGINA 47

Le foto degli spaventapasseri PAGINA 48

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La rana che morì bollita senza nemmeno accorgerseneOvvero: perdiamo la fede, i valori, la vita,

ma pochi se ne rendono conto.

«C’era una volta una rana che saltellava tranquillamentequa e là; un giorno la acchiapparono e decisero di bol-

lirla in un pentolone, ma, appena la immersero nell’acqua bol-lente, la rana per istinto saltò fuori e riuscì a scappare, salvan-dosi con qualche scottatura. Dopo alcuni anni delle persone gen-tili la trovarono nuovamente tranquilla a gracidare, ormai gua-rita dalle scottature, tanto da aver dimenticato quel brutto gior-no, e le proposero di farsi un bel bagno rilassante in un pentolo-ne. La rana accettò: l’acqua era tiepida, era gradevole; lenta-mente iniziava a scaldarsi e alla rana piaceva quel bagno caldorilassante; la temperatura saliva ancora e la rana stava beata-mente lì dentro, senza più percepire che si riscaldava ancora, siabituava al calore piano piano, si rilassava e si addormentò... Alla fine la temperaturasalì così tanto che la rana morì bollita senza nemmeno accorgersene».Forse non tutti conoscono questa storiella orientale, apparentemente senza senso; tuttiperò conoscono la storia e soprattutto certi orrori del secolo scorso nei confronti di per-sone innocenti, non rane. Come è stato possibile? Perché solo pochissimi si sono ribel-lati alla massa? E qui il discorso si fa interessante: non è che per caso ci stanno bollen-do anche oggi e nemmeno ce ne accorgiamo? Da prete rifletto: che ne è della fede ditante persone ormai ridotta al “decido io come credere”, o al “la fede è una cosa perso-nale” o addirittura al “a messa vado quando mi sento e ne ho voglia”, e i valori? Stiamoeducando generazioni di giovani egoisti e centrati solo su se stessi; ma aggiungereianche: dove è la cooperazione, quello spirito dei nostri nonni che pur di far fronte apovertà e miseria avevano capito che l’unica soluzione era stare insieme, avere famigliesolide, valori condivisi, disponibilità, altruismo, attenzione al debole e al povero? Il piano pastorale della nostra diocesi si intitola “agire”. Sì, è il momento di re-agire, difar fronte alla sfiducia dilagante, alla divisione che lacera, alla crisi vera che non è soloquella economica, ma ben più profondamente, quella di un cuore diventato di pietra,insensibile al grido di tanti che soffrono. «C’era una volta una rana che... morì bollita senza nemmeno accorgersene»... Quanterane farebbero ancora in tempo a saltar fuori dal pentolone, se solo si svegliassero.

don Daniele vostro parroco

l’editoriale

LA VIGNETTA DI SARA CIMADON

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La sua mano

Era freddo:m'hai preso la manoe nascosta sotto l'ascellacalda,tornandoper te da lontano.

Le parole non fiorivano,ma dentro eri grande,un lago piano infinitodi sicurezza.

Io non ricordo moltole tue ginocchia,pochi i baciin un ricordo vago.

Ma seduto a quel lagovedevo il mio voltoriflesso sul fondonel tuo increspato di madre.

La tua mano fredda,di velluto,mi porgevi l'ultima sera,- Mamma, m'hai voluto,perché? -- Ti prego, ho bisogno di te! -

Quella parolami serra la gola,perché cosìoggi non me lo chiede nessuno.

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Fervono i lavori allachiesa di Rocal. Ognivolta che si passa c’èqualcosa di nuovo;ormai il campanilenon aspetta che ilsuono della campanae gli affreschi giàcampeggiano sullafacciata. Un grazie atutti quelli che stannocontribuendo e siricorda che ogni aiutoè ancora ben accetto!A sinistra il SanMaurizio, realizzatoda Luigi Stedile, soprala porta d’ingresso.

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L’Eucarestia per la vita quotidiana

«Signore da chi andremo? L’Eucaristia per lavita quotidiana» è il tema del Congresso

Eucaristico Nazionale che si è tenuto ad Anconadal 3 all’11 settembre. Il supporto biblico è il capi-tolo sesto del Vangelo di Giovanni che inizia conla moltiplicazione dei pani, l’attraversamento not-turno del mare e continua con il discorso nellasinagoga di Cafàrnao sul pane della vita. Undiscorso che suscita disorientamento e perplessitàtra gli ascoltatori, molti se ne vanno contrariati.Gesù allora rivolgendosi ai suoi discepoli chiede:“volete andarvene anche voi? Pietro risponde“Signore da chi andremo? Tu solo hai parole divita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto chetu sei il Santo di Dio”. (Gv 6,68-69) Questa è la domanda che interroga e accompagnaanche la nostra vita, perché l’uomo da sempre eancor di più oggi è alla ricerca di senso, di significato, di andare in profondità. C’è ildesiderio di cercare una modalità per incontrare Dio recuperando valori come lasobrietà, la semplicità, l’essenzialità, il gusto di andare verso la meta, di incontrarsie di stare insieme, raccontare, pregare, contemplare, ammirare, stupire. E’ stato, per cosi dire, un congresso itinerante perché ha interessato una pluralità disedi in terra marchigiana come: Ancona, Osimo, Fabriano, Jesi, Loreto e Senigallia.L’intento degli organizzatori è stato quello di coinvolgere l’intero territorio per met-tere in luce la dimensione popolare dell’evento e nello stesso tempo evidenziare, nelconcreto, il rapporto tra Eucaristia e ambiti di vita quotidiana, come la vita affettivae la famiglia, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.Dimensione che il Concilio Vaticano II fa ben notare, quando afferma che “la prin-cipale manifestazione della Chiesa si ha nella partecipazione piena e attiva di tuttoil popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla mede-sima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il Vescovocircondato dal suo presbiterio e dai ministri” (SC 41). L’eucaristia è il centro della vita cristiana, il fulcro attorno a cui ruota tutta l’espe-rienza di fede e di tutte le attività della Chiesa, per questo si è voluto porre al centrodella nostra riflessione “il pane che si fa carne e il vino che si fa sangue”. Le giorna-te congressuali, infatti, sono state scandite dalla celebrazione eucaristica a cui segui-va la recita delle lodi e la “lectio divina” incentrata sul capitolo sesto del Vangelo diGiovanni, presentata e guidata da relatori diversi. Seguivano poi le relazioni, gliapprofondimenti e le testimonianze che raccontavano l’eucaristia nella dimensionedella vita concreta, di tutti i giorni.Al termine della giornata la celebrazione eucaristica e l’omelia mettevano a fuoco,facendone sintesi ma soprattutto preghiera, le idee che si erano manifestate nel corsodelle varie relazioni e testimonianze.

Felicitazioni al nuovo vescovo diBolzano e Bressanone, Ivo Muser

XXVCongresso Eucaristico di Ancona

di Sandro Bisesti

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Il documento finale, in forma di preghiera, pone l’accento sulla necessità e urgenzadi trovare un pane per ogni giorno e invoca: “Resta con noi, Signore, perché si fa serae il giorno è ormai al tramonto. Tu ci sei necessario, o Signore, lungo la via nellacura degli affetti e delle fragilità, nella salute e nella malattia, nel lavoro e nellafesta, nella scuola e nell’educazione, nell’accoglienza e nell’impegno per il benecomune. Tu sei la nostra via e la meta del nostro cammino. Sì abbiamo bisogno di unDio vivo e partecipe, familiare e quotidiano come il pane”. La giornata conclusiva è stata caratterizzata dalla presenza del Santo Padre che si èintrattenuto con i partecipanti del congresso e nell’omelia della messa conclusiva ilpapa ha voluto porre l’accento sulle nostre resistenze al dono totale che Egli fa di sestesso. “Accogliere veramente questo dono vuol dire perdere se stessi, lasciarsi coin-volgere e trasformare, fino a vivere di Lui. Spesso confondiamo la libertà con l’as-senza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come unlimite alla libertà. L’uomo cade spesso nell’illusione di poter trasformare le pietre inpane. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti:sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione sisia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane. Il pane - continua il papa

- è frutto del lavoro dell’uomo, e in questa verità è racchiusatutta la responsabilità affidata alle nostre mani e alla

nostra ingegnosità; ma il pane è anche, e primaancora, frutto della terra, che riceve dall’alto

sole e pioggia: è dono da chiedere, che citoglie ogni superbia e ci fa invocare con lafiducia degli umili: Padre dacci oggi ilnostro pane quotidiano». Per riaffermare il primato di Dio bisognapartire dall’Eucaristia, “qui Dio si fa cosìvicino da farsi nostro cibo, qui Egli si faforza nel cammino spesso difficile, qui sifa presenza amica che trasforma. Nutrirsidi Cristo è la via per non restare estranei

o indifferenti alle sorti dei fratelli, maentrare nella stessa logica di amore e di

dono del sacrificio della Croce; chi sa ingi-nocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il

corpo del Signore non può non essere attento,nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni inde-

gne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisogno-so, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato,rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato”.Si è voluto rendere evidente il legame inscindibile tra Eucaristia e vita quotidianaperché la fede cristiana non deve essere relegata ai margini dell’esistenza quasi siainutile e sterile per la vita concreta, come la secolarizzazione fa, al contrario l’incon-tro con Gesù Cristo trasforma da dentro l’esistenza di ciascuno ed è capace di rinno-vare la vita di tutti. “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (GV6,51).

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Suor Claudia Dallago

In questo numero sentiremo l’afflato e laforza di una giovane che ha detto ‘Sì’ a

Dio e che ha scelto la vita contemplativa.Claudia Dallago ha sempre vissuto aGarniga Terme ed è stata attiva nella vitaparrocchiale, e non solo, del paese, fino al2009 quando è entrata nel tranquillo con-vento trappista di Valserena (PI).Dalle sue parole traspare un completoappagamento e una serenità che ogniuomo cerca e che Lei sembra proprio avertrovato.A Garniga vivono ancora papà Italo, il fra-tello Andrea, Roberta e la piccola Alessia,a cui riserva parole di grande affetto ericonoscenza.La famiglia ha senza dubbio influenzato eincoraggiato la sua vocazione e così rac-conta Claudia: “Un ruolo speciale nellamia vocazione lo ha avuto senz’altro miamamma Ada, persona buona, semplice edi grande fede, morta all’età di 43 anni: ilsacrificio della sua giovane vita, le sue preghiere e la sua intercessione in cielo pres-so la nostra Mamma Celeste, credo mi abbiano ottenuto molte grazie e la protezioneda numerosi pericoli. Importante è stato anche l’amore e l’esempio di ciascuno deimiei famigliari: dalla forza d’animo, l’affidabilità e l’amore per la vita di papà Italo,lavoratore instancabile che mi ha dato tanta sicurezza e non mi ha mai fatto mancarenulla; alla generosità premurosa e al carattere gioviale di mio fratello Andrea chehanno contribuito spesso al mio buon umore; alla presenza discreta ma sempre atten-ta e disponibile di Roberta; al carattere affettuoso e solare della mia nipotina Alessia;insomma nella mia famiglia mi sono sentita sempre molto amata e accolta così comesono, con i miei limiti e le mie fragilità, e ho sperimentato un grande rispetto e unagrande pazienza di fronte alla mia fatica e lentezza nei concludere gli studi e matura-re una scelta responsabile di vita. Con tutto ciò, insieme all’affetto dei parenti, allacompagnia degli amici di studio e di paese, alla testimonianza e all’aiuto dei sacer-doti che il Signore ha messo sul mio cammino, e al clima caloroso della semplice col-laborazione nei vari impegni della vita parrocchiale (coro, consiglio pastorale, cate-chesi ecc.), ho fatto un’esperienza concreta di amore gratuito che certamente mi haaiutata a credere e ad abbandonarmi all’Amore infinito di Dio”.Un particolare ringraziamento sente di poterlo rivolgere anche a don Italo Baldo che,durante gli anni trascorsi a Garniga Terme, ha assicurato la celebrazione quasi quoti-diana della Santa Messa e ha permesso così a Claudia di maturare lentamente la suavocazione nel contesto semplice della partecipazione alla vita parrocchiale; ricorda “latrepidazione con cui alle sette e trenta del mattino aspettavo il suono delle campane ela gioia nell’apprendere ai primi rintocchi che anche quel giorno avrei ricevuto il

Il monastero di Valserena, vicino a Pisa, in unaveduta aerea

i nostri consacrati a cura della redazione

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dono grandissimo del Corpo di Cristo. Credo che la Parola di Dio e l’Eucaristia quo-tidiana mi abbiano silenziosamente plasmata come il seme che un uomo ha gettatonella terra e “dorma o vegli, di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce; comeegli stesso non lo sa” (Mc 4, 26-29).Certo, la volontà di Dio ha dovuto farsi avanti lentamente, Claudia aveva intrapresogli studi universitari e voleva concludere quel percorso “benché fossero venute menole motivazioni che avevano determinato le mie scelte di studio” – ammette -; “sogna-vo già la vita contemplativa in un monastero trappista, dalla quale, leggendo parec-chi anni prima un libro di Thomas Merton, ero rimasta profondamente colpita. Affidaila mia vita e i miei studi nelle mani del Signore, impegnandomi, una volta terminatal’università, a bussare alle porte di un monastero trappista per discernere se quello

era davvero il Suo disegnod’amore su di me. A quellapromessa è seguito un lungoperiodo di perseveranza negliimpegni ordinari della vitaquotidiana, nella preghiera enell’attesa semplice e fiducio-sa che il Signore mi desse unsegno della Sua volontà.Quando con l’aiuto provvi-denziale di alcune personesono riuscita a laurearmi hocapito che era finalmentegiunto il momento da me tantoatteso e desiderato; da allorala mia strada si è rapidamenteappianata e, dopo i primi con-tatti e un periodo di prova,sono felicemente approdata,col cuore colmo di gioia e gra-

titudine, nel monastero di Valserena”.A Valserena la vita monastica è assorbita dalla Liturgia delle ore e dall’Eucaristica.Così sono le giornate di suor Claudia: “sette volte al giorno ci rechiamo in chiesa perla preghiera, cominciando con l’ufficio notturno di Vigilie (ore 4 del mattino) per con-cludere con Compieta alle ore 19.30. La prima parte della giornata (dalle 4 alle 9.30)è interamente riservata alla preghiera comunitaria (Vigilie e Lodi) e personale, allalettura e meditazione della Parola di Dio (lectio) e alla Santa Messa, e ci vede impe-gnate, sempre rigorosamente insieme, in chiesa o in biblioteca. Le rimanenti ore dellagiornata, salve le interruzioni per la preghiera comunitaria delle Ore minori (Terza,Sesta e Nona), per il pranzo e il riposo meridiano, sono dedicate al lavoro, fino allapreghiera di Vespro (ore 17.40). Per le monache che come me sono ancora in forma-zione l’ora prima di Vespro è riservata a corsi di studio sulla Regola di S. Benedetto,la liturgia, i voti monastici, la storia del monachesimo ecc”.A questi, - aggiungo io -, si sommano i lavori domestici, l’orto, il laboratorio di cremee profumi e la coltivazione degli olivi. Tutto in un giorno soltanto!!Quando si sente parlare di vocazioni si pensa sempre a qualcosa che riguarda personeormai più uniche che rare… e suor Claudia invece ci conferma che: “bisogna prega-

Un momento della preghiera comunitaria

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re molto per le vocazioni alla vitaconsacrata e soprattutto sacerdota-le: ogni vocazione è un miracolostupendo della Misericordia infini-tà di Dio, che solo la potenza delloSpirito Santo può preparare, susci-tare e portare a compimento; a noiè chiesto soltanto di impegnarcinella fedeltà agli insegnamentidella Chiesa e alla vita sacramen-tale, riconoscendo che senza Dionon ci sono felicità né verità, liber-tà e pienezza di vita. Se perseveria-mo il Signore non manca di svelar-ci e compiere, passo dopo passo, ilSuo disegno d’amore su ciascuno di noi, nell’adesione al quale stanno la pace, lagioia e la piena realizzazione della nostra vita. Posso testimoniare che il Signore noncessa di compiere anche oggi le Sue meraviglie: dal 13 giugno 2009, giorno del mioingresso a Valserena, sono entrate altre cinque sorelle, l’ultima delle quali ha fattovestizione lo scorso sette ottobre!”Vedere molte giovani è confortante e le immagini che ci ha regalato fanno ben spera-re anche in questo mondo secolarizzato e sempre meno attento alla spiritualità, o incerca di una spiritualità più spiccia, take away …Suor Claudia, invece, ci confermache “ogni vocazione alla vita consacrata è un dono originale e d’inestimabile ricchez-za dell’imperscrutabile mistero della Libertà dell’Amore gratuito e infinito di Dio, chesceglie chi vuole e quando vuole: di fronte a tale mistero non possiamo che avere unatteggiamento di profondo rispetto, gratitudine e ammirato stupore. Ciò premesso sipuò forse dire che ad un età più matura si è ancor più consapevoli di tutto ciò e delfatto che, ancor prima di donare la propria vita al Signore, si tratta di imparare, in uncammino di figliolanza, a ricevere tutto (anche se stessi e la propria identità) dallemani del Signore, e concretamente dalle mani dei superiori e della comunità a cuiapparteniamo”.La sua vocazione è nata nel contesto di una fede religiosa fatta in primo luogo nellapropria comunità di appartenenza. Suor Claudia si congeda testimoniando “qualesegno di gratitudine, l’importanza che nel mio cammino di conversione ha avuto ilcoinvolgimento nelle attività parrocchiali. Confesso che talvolta di fronte alla richie-sta di piccoli servizi in parrocchia ho accettato con scarso entusiasmo; c’è stato, adesempio, un periodo di incoerenza e affievolimento della mia fede durante il qualeavevo deciso di non ricandidarmi alle elezioni del consiglio parrocchiale; ma poi, aseguito delle dimissioni di una persona, poiché risultavo la prima non eletta, il parro-co mi chiese se volevo ritornare; rimasi molto stupita di fronte a quella inaspettatarichiesta ma sentii dentro di me che non potevo dire di no: è come se il Signore miavesse per così dire riacciuffata in un momento in cui mi stavo allontanando dalle Suevie. Quando, pur con tutte le nostre fatiche, resistenze e povertà, diciamo i nostri pic-coli “sì” al Signore e alla Sua Chiesa diciamo “sì” alla nostra felicità e salvezza!!!”

Unita a voi in Cristo e in comunione di preghiera, vi saluto tutti con affetto e gratitu-dine. Claudia

Claudia è la seconda da sinistra i nostri consacrati

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Il capitello ai Battistonidi Cimone

In questo numero presentiamo altridue esempi di devozione popolare,

realizzati dalla popolazione per rin-graziamento e per chiedere protezio-ne.Il primo, e più antico, si trova alla fra-zione Battistoni di Cimone. Sullacurva, quella casa gialla tutta agget-tante verso la sottostante valle, con-serva un capitello piuttosto antico.La storia del capitello risale a più due-cento anni orsono, e trovare oggi per-

sone che ne rievochino la storia è cosa difficile.La casa apparteneva alla famiglia Cont; erano 4 i fratelli che, dopo la fine dei lavori direalizzazione della abitazione, decisero di rica-vare un piccola nicchia dove porre un’immagi-ne o un crocefisso; il tutto per benedire la abi-tazione e i suoi abitanti.A distanza di un secolo, verso i primi anni 50del 1900, la casa venne completamente ristrut-turata e in quell’occasione i proprietari, figli enipoti dei primi proprietari, decisero di appor-tare delle migliorie.Risalgono a quel tempo le pietre e la grata dimetallo ad abbellimento e a protezione del cro-cefisso.A distanza di qualche anno l’originario croce-fisso in legno, di cui vediamo una immagine,unica traccia rimasta, venne trafugato da per-sone rimaste sconosciute … non si poteva dicerto lasciare il posto vuoto e quindi un nuovocrocefisso, quello che è ancora oggi custodito,venne regalato da don Gino Frizzi.Sono ancora i proprietari della casa che sioccupano della sua manutenzione e che porta-no fiori e lumi; la casa riceve ancora protezio-ne, come allora, e si rispetta in questo modo lavolontà dei lontani parenti.

A Malga Albi c’è il capitello dell’Acqua NegraSe il tempo ancora concede tregua, approfittate di queste ultime belle giornate di solee recatevi fino alla Malga Albi, sopra Garniga Terme. Dopo aver inforcato il pianeg-giante sentiero che porta al pian delle Viotte incontrerete, dopo qualche centinaio di

Il capitello dei Battistoni sulla facciata della casa

Erminia Girardi davanti al capitello nei primianni ‘70; al suo interno il crocefisso originario

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metri, il capitello in località Acqua Negra.La realizzazione risale al 1996 per volon-tà e opera del gruppo Ana di Garniga, mala sua benedizione è avvenuta il 31 agostodel 1997 alla presenza di un folto gruppodegli Alpini, della popolazione di Garnigae dell’allora parroco don Roberto.La fontana era stata realizzata qualcheanno prima (1993), sempre dal Gruppodegli Alpini così come la scritta che cosìrecita: “Signore, se nei secoli hai protettoi nostri avi, proteggi ancora noi, le nostrefamiglie, e tutti coloro che passano suquesti sentieri per ammirare le meravigliedel tuo creato”.Il capitello è costituito da una piccola nic-

chia incavata in un tronco di larice - ricavato dai boschi sovrastanti -, dove è custodi-ta una statua del Sacro Cuore di Gesù. Il manufatto venne realizzato dal signor LinoNicolussi, persona molto nota nell’ambiente del Bondone.Egli peraltro aveva saputo dal padre che in quel luogo in passato era già stato eretto

un capitello ma non ve ne era più traccia.Anche per rispondere al desiderio del padre, il signor Nicolussi decise di impreziosireil percorso che dal Bondone porta a Malga Albi e di regalare ai passanti un segno didevozione e un momento di preghiera, anche solo per pochi minuti.

capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesi

Anche quest’anno si è ripetuta, come ormai di consueto, la celebrazione della Santa Messa almulino dei Frizi. Nel soleggiato e tiepido pomeriggio dello scorso 24 settembre molti si sonoradunati presso il capitello voluto e realizzato dalla famiglia Piffer. E’ stata l’occasione per pre-gare e far festa in compagnia.

Il larice intagliato del capitello voluto dagli alpini diGarniga Terme

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L’esperienza di fede e di vitaa Madrid

Saldi nella fede, questo era quello che si leg-geva sulle sessantuno magliette rosse che

la mattina del tredici agosto erano pronte perpartire per la ventiseiesima Giornata Mondialedella Gioventù a Madrid.

Partiti con sacchi a pelo, materassini e tuttol’occorrente per il pellegrinaggio,

eravamo pronti per dodicigiorni ricchi di esperienze difede e di vita.Dopo il viaggio in traghetto ela breve visita guidata a

Barcellona, siamo arrivati nella capitale spagnola dove ci siamo sistemati in gran-di padiglioni che a Madrid vengono utilizzati per accogliere le fiere.Martedì 16 era ilgiorno ufficiale del-l’apertura dellagmg; alle 19 l’arci-vescovo di Madridha celebrato lamessa di inaugura-zione in piazzaCibeles e, proprioin quel momento,abbiamo iniziato avedere il mondo.Migliaia di giovaniche insieme sotto almovimento dellebandiere di tutti ipaesi cantavano,ballavano, si diver-di

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tivano, si abbracciavano eavevano tantissima vogliadi stare insieme. Il pomeriggio di giovedì18 invece è arrivato ilSanto Padre che, duranteil giro della città con lapapa mobile, ha salutato edato il benvenuto a tuttiquanti.Giorni indimenticabili so-no stati quelli all’aerodro-mo di Cuatro Vientosdove, nonostante il caldoincredibile (più di qua-ranta gradi), si respiravaallegria e felicità.L’aerodromo è stato trasformato in un luogo di gioia, voglia di festa, di preghierae soprattutto di incontro con il Papa. Purtroppo però abbiamo trascorso la nottedella veglia sotto la pioggia; è stato un imprevisto un po’ problematico ma allo stes-so tempo indimenticabile.Non ci aspettavamo un’esperienza simile e siamo già tutti quanti pronti a partireper la prossima avventura di fede con destinazione Rio de Janeiro!

Giornata M

ondiale della Gioventù

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SALVI JOSE’battezzato 09/04/2011

a Soiano del Lago (Bs) figlio di Pablo e Elisabetta Baldo

BOTTICCHIO NICOLAS E SARAbattezzati 04/09/2011 ad Aldeno figli di Alvaro e Daniela Frankic

MORATELLI ELISAbattezzata 24/07/2011

ad Aldeno figlia di Fabrizio e Yasmine Aiello

ZANOTELLI LUCAbattezzato 19/06/2011

a Cimone figlio di Ivano eAlberta Manica

DEFRANCESCHI GIOVANNIbattezzato 30/07/2011

a Garniga Terme figlio di Andrea e Franca Busana

ZANLUCCHI MADDALENAbattezzata 10/07/2011

a Garniga Terme figlia diGiorgio e Deborah Tonezzer

LENTINO GIULIAbattezzata 02/10/2011

ad Aldeno figlia di Vincenzo e Katia Dalfovo

MARCANTONI NOEMIbattezzata 23/10/2011

ad Aldeno figlia di Cristian e Lisa Bernardi

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i battezzati delle nostre parrocchie

TORRISI DANIELEbattezzato 04/09/2011

ad Aldeno figlio di Renato e Luisa Bernardi

PIFFER ERIKbattezzato 04/09/2011

ad Aldeno figlio di Ivan e Iosif Marcela

DROZD MARTAbattezzata 04/09/2011

ad Aldeno figlia di Jerzy e Joanna Beata Jarosz

RIGHETTI LODOVICObattezzato 25/09/2011

ad Aldeno figlio di Lorenzo e Nives Cont

STELZER DAVIDE LEONbattezzato 18/09/2011

a Garniga Terme figlio di Patrick e Deborah Trabalza

MORATELLI CHIARAbattezzata 23/10/2011

ad Aldeno figlia di Nicola e Elisa Dallago

CONT VERONICAbattezzata 02/10/2011

ad Aldeno figlia di Luca e Giorgia Pescador

LAURENT LEAbattezzata 25/09/2011

ad Aldeno figlia di Christian e Gigliola Cont

POLA ROBERTObattezzato 25/09/2011

ad Aldeno figlio di Matteo e Anna Maria Chryc

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Se il sindaco fossi ioSamuele.

Muraglia.

Aldeno.

Suonare il bombardino.

Scuola di polizia.

Ti voglio tanto bene.

Il meccanico.

Tom e Jerry.

Per la mia simpatia e lafelicità che trasmetto.

Dal mio amico DanielDallago, di lui mi fido!

Alessia.

Dallago.

Garniga Terme.HobbyPallavolo.

Ultimo film vistoI pirati dei caraibi.

Che è la mamma più belladel mondo.

La veterinaria.

Vasco Rossi.Perché le persone ti Perché faccio pace con lepersone e non litigo mai.

Dal mio papà Andrea!

Simone.

Mazzucchi.

Aldeno.

Calcio.

Captain America.

Sono un orso ma vorreidirle grazie di tutto quelloche fa per me.

Ricercatore in un labora-torio scientifico.

Thiago Silva.Perché le persone ti Perchè ho delle buoneidee.

Dai miei amici, vorreiCadin assessore ai casiclinici.

Nome

Cognome

Paese

Hobby

Ultimo film visto

La frase più bella che hai detto alla tua mamma

Cosa farai da grande

Quale è il tuo personaggio preferito

Perché le persone ti dovrebbero votare come sindaco

Da chi ti faresti aiutare e perché?

Se il sindaco fossi io

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l’intervista

Nome Alba.CognomeSamaniego.

Garniga Terme.HobbyAscoltare music Metal eguardare MTV.Ultimo film vistoFast and furios 5.

La frase più bella che haiSei bella come il sole.

Cosa farai da grandeIl meccanico.

preferitoJohnny Deep.Perché le persone ti Perché lotterei peraumentare la popolazionee per integrare meglio inuovi arrivati.

Da mia mamma e Max.Anche da SamueleSerafini che farei subitoassessore alla contabilità,lui con due centesimiriesce a vivere due giorni.

Nome Mauro.CognomeSlomp.

Cimone.

Giocare a calcio.

Transformers.

Grazie 1000.

Il meccanico.

Mio nonno Ivo.Perché le persone ti Faccio ridere e sono spiri-toso.

Da Nicola Defranceschiperché è intelligente e hasempre idee belle!

Nome Marika.CognomePiffer.

Cimone.

Pallavolo.

L’uomo che sussurrava aicavalli.La frase più bella che haiSei speciale.

Ostetrica in Africa peraiutare i più poveri.Quale è il tuo personaggioRobert Pattinson.Perché le persone ti Perché ho la capacità diunire le persone e Cimonene ha bisogno.

Dalla mia famiglia e dallemie amiche.

Se il sindaco fossi io

Nome

Cognome

Età

Hobby

Ultimo film visto

La frase più bella che hai detto alla tua mamma

Cosa farai da grande

Quale è il tuo personaggio preferito

Perché le persone ti dovrebbero votare come sindaco

Da chi ti faresti aiutare e perché?

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Il sintetico sul campo diterra alle Albere.

Cosa manca al tuo paese aC’è tutto quello che servesecondo me.

Io vivo molto bene adAldeno e non cambiereinulla.

Uniti è meglio.

Una cosa che non ha maiAi 14 anni avere il moto-rino.

Alla Gelmini di non spo-stare le feste infrasettima-nali alla domenica.

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l’int

ervi

sta

Migliorerei il prato dellascuola e rinnoverei i gio-chi del parco.

Non lo so, secondo me c’ètutto.

Per le strade ci sono ingiro troppe cacche di canee di gatto.

La vita è una sola e biso-gna “godersela”.

Visitare il mondo.

Mandate via Berlusconi.

Pulirei il laghetto eaggiungerei nuovi giochial parco.

Niente.

Vorrei più animali liberima senza ucciderli.

Tutti insieme per farequalcosa di grande.

Visitare posti tropicali.

Di ordinare a tutti di nonfare più guerre.

Quali sono le prime cose che faresti?

Cosa manca al tuo paese a dimensione di bambino?

Qulacosa che proprio non ti piace del paese che vorresti cambiare?

Un messaggio pubblicitario:

Una cosa che non hai mai fatto e vorresti fare:

Cosa chiederesti ai politici nazionali?

Samuele Muraglia Alessia Dallago Simone Mazzucchi

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Una chiesa nuova e piùattività per i giovani.

Un parco bello grande.

Che non è un paese unito.

Insieme si sta meglio.

Andare in America (USA)e incontrare personenuove.

Più donne in politica.

Un prato enorme dovegiocare.

Niente.

Vorrei che le case fosserotutte vicine così noi bam-bini potremmo incontrarcie giocare di più.

Non inquinate!

Andare in un‘ altradimensione.

Di non litigare più fra diloro come dei bambinipiccoli.

Rimetterei la scuola ele-mentare a Garniga Terme(prima però devonoaumentare i bambini).

Un posto bello per incon-trarci.

Ci sono troppi anziani epochi giovani.

Dobbiamo volerci bene,per noi stessi e per lacomunità.

Fare motocross e Rally.

Di non rubare i soldi aglialtri e di essere più onesti.

Quali sono le prime cose che faresti?

Cosa manca al tuo paese a dimensione di bambino?

Qulacosa che proprio non ti piace del paese che vorresti cambiare?

Un messaggio pubblicitario:

Una cosa che non hai mai fatto e vorresti fare:

Cosa chiederesti ai politici nazionali?

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l’intervista

Mauro SlompAlba Samaniego Marika Piffer

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Famiglia: sei idee per capirsi meglio

Avolte, per rimuovere quei dissapori che si vengono a creare in famiglia e riporta-re un clima di serenità e pace basta davvero poco. Ecco qualche consiglio.

1. Lo sguardo e il sorriso: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo» (dal salmo 131).Lo sguardo è la prima comunicazione, che anticipa la voce. Con gli occhi trasmettia-mo benevolenza o giudizio, avvicinamento o distacco, rispecchiando quello che abbia-mo nell’intimo. Possiamo forse camuffare le parole, ma difficilmente lo sguardo.

Guardarsi negli occhi e sorridere facilita l’aperturareciproca. Ti guardo negli occhi perché non ho nullada nascondere, ti sorrido perché sono felice di veder-ti e di stare con te. Invece rifiutare lo sguardo è rifiu-tare l’incontro; quando non vogliamo comunicare,evitiamo di guardare l’altro. Se c’è stato uno screzioevitiamo di fissare gli occhi negli occhi. A quelpunto parlare è l’operazione salutare e liberatoria.«Non ci siamo capiti prima, mi dispiace, possiamoriprendere il discorso?»; «Ti chiedo scusa, sono statobrusco»; «Sono rimasto male perché…». Un collo-quio chiarificatore abbassa o cancella le tensioni e fa

ritornare lo sguardo di intesa che occorre per stare bene insieme.2. Scegliere le parole: «Come frutti d’oro su vassoio d’argento così è una parola detta a suo tempo» (Pr 25,11).La parola ha la capacità di creare legami con gli altri. Una buona notizia, una frase chemanifesta interessamento, una parola di rassicurazione o di incoraggiamento. Togliereuna persona dal suo senso di solitudine, sentirci più sostenuti, trovare insieme la solu-zione di un problema che da soli non saremmo riusciti a risolvere. Impariamo a sce-gliere le parole giuste, riflettendo di più. Attendere qualche attimo prima di interveni-re e pensare rapidamente che cosa sia più efficace dire in quel momento. «Ti vedo affa-ticata, posso aiutarti?»; «Mi serve il tuo consiglio…»; «Ho notato che da un po’ digiorni Carlo è svogliato nello studio, che ti sembra?».3. Ascoltare:«Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta» (Sir 5,11). Quanto è difficile a volte ascoltare! Stanchezza, fretta, molti pensieri per la testa sonoostacoli per esercitare un ascolto attento che è la base di una buona comunicazione.«Mio marito non parla», «Mia moglie parla troppo», o viceversa. Se entrambi impara-no ad ascoltarsi di più reciprocamente, è probabile che si interrompa il circolo vizio-so. In famiglia soprattutto abbiamo bisogno di essere ascoltati; l’ascolto mi dice chel’altro è interessato a me, che gli sto a cuore; un ascolto attento e disinteressato. Comesi fa? Igiene della mente e del cuore: dedicarmi all’altro mettendo da parte le mie cose. 4. L’arte del dialogo: «L’affanno deprime il cuore dell’uomo, una parola buona lo allieta» (Pr 12,25).In famiglia, meno discussione e più dialogo. Non possiamo certo imporlo, ognuno puòaccettare o meno il dialogo con l’altro. Lasciamo tutti liberi e dimostriamo disponibi-

a cu

ra d

ella

red

azio

ne

la

fam

iglia

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lità e apertura. «Quando vuoi, sai che io ci sono» è il messaggio che possiamo semprelanciare con il nostro atteggiamento. Un dialogo, in cui entrambi cercano sinceramen-te l’avvicinamento reciproco, anziché di far valere a tutti i costi il proprio punto divista, rasserena gli animi, chiarisce il problema, il malinteso, smorza le tensioni.5. Apertura: dire quello che pensiamo: «Il Signore si compiace di quanti agiscono con sincerità» (Pr 12,22).In famiglia è estremamente salutare respirare un clima di fiducia. Abbiamo idee diffe-renti e a volte ci scontriamo, però ci fidiamo gli uni degli altri. Questo clima facilital’apertura reciproca che è indispensabile per conoscersi e per volersi bene in modo cre-scente. So che non mi giudicheranno, non mi accuseranno, non sarò deriso, quindi nonho remore a dire quello che penso, a esprimere i miei desideri. 6. E con i figli: Tempo e accoglienza: «Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esa-sperate i vostri figli, perché non si scoraggino» (Col 3,20-21).Che cosa desiderano i figli? Essere accolti, accetta-ti, amati, così come sono. In apparenza sembravogliano solo “cose”, ma non è così. Dedicate lorotempo, ne hanno bisogno. «Ma io ho poco tempo epunto sulla qualità piuttosto che sulla quantità:quando ci sono, sono tutto per loro». Sì, ma nonbasta. Come si fa a creare un clima di confidenza intappe di pochi minuti? «Mio figlio non parla mai»,è proprio vero? Mai? Proviamo a “esserci” di più. Igiovani percepiscono la fiducia nei loro confrontidai nostri gesti, dalle parole, dagli sguardi. «Tu haila possibilità di riuscire meglio… Ho fiducia in te…Vedo già che la prossima volta andrà meglio…Supererai sicuramente questo problema… Hai tutto il nostro appoggio». Parole diincoraggiamento. Gentilezza e gratitudine. Ne abbiamo tutti bisogno, ma in particola-re i ragazzi. Cogliere le occasioni minime di successo, di cose ben fatte, di atteggia-menti costruttivi per complimentarci, per riconoscere anche davanti agli altri il buonesito di un’azione.

la famiglia

Buon compleanno Italia

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Mese di ottobre, mese di Maria

Chi cerca un momento di preghiera personale davanti alla statua della Madonna,nelle nostre tre comunità ha l'imbarazzo della scelta. Tra chiese, anfratti o sempli-

ci immagini, possiamo davvero trovare splendide statue e sempre ornate da fiori fre-schi. Nella chiesa di Aldeno, per esempio, raramente si è soli perché ciò che più col-pisce è la presenza quasi costante di fedeli, per lo più donne in verità, che sostano inpreghiera davanti all'altare della Madonna. Mi sono più volte chiesta il perché di tantadevozione, di quale fascino susciti lo sguardo di Maria. Come mai una donna moltosemplice, povera, sicuramente analfabeta, vissuta duemila anni fa, che nei vangeli haparlato pochissime volte e con interventi brevissimi : "ECCOMI, SONO LA SERVADEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO" (Lc 1,38-39) nel

brano della visitazione rivolgendosi all'angelo, oppure"NON HANNO PIU' VINO" (Gv 2,1-4) nelle nozze diCana rivolgendosi a Gesù, sia ancora oggi una figuracosì attuale e così vicina a noi? Forse perché le donne, consapevoli e grate del donodella maternità, si sentono a Lei vicine proprio per que-sto miracolo d'accoglienza. Maria vergine infatti accol-se. Accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio.Accolse nel cuore perché diede spazio nei suoi pensieriai pensieri di Dio senza per questo sentirsi ridotta alsilenzio. Ne è un esempio il Magnificat (Lc, 1, 46 - 55):forma sublime di poesia e preghiera. Accolse nel corpo perché quando accettò di portare nelproprio grembo il figlio di Dio, adattò, proprio come noidonne, i propri ritmi a quelli della sua creatura, consa-crando i suoi giorni alla gestazione, educazione, vitainsomma, di chi non Le avrebbe sicuramente risparmia-to preoccupazioni e dolori (vedi episodio al tempio ecrocefissione).Che cosa chiediamo allora in preghiera alla Madre cele-ste? Forse solo di capirci, di starci vicino, di perdonarci

se non comprendiamo fino in fondo i nostri figli, se invece di metterci sedute e atten-te davanti a Gesù come Maria, siamo troppo affaccendate e prese dalla quotidianitàcome Marta da perdere di vista il vero valore della vita cristiana.Forse chiediamo di riuscire a schierarci come ha fatto Lei (il Magnificat ne è testimo-nianza), dalla parte dei poveri, degli umiliati, dei perdenti. Senza violenza, ma esaltan-do la misericordia di Dio. O forse Le chiediamo di fidarci e affidarci, come Lei, total-mente a Dio, anche nei momenti più bui e pesanti della nostra vita. Santa Maria, nonso perché attrai e affascini così, dopo millenni, generazioni di persone, ma ti preghia-mo, vieni ad abitare fra di noi. Ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane cheriempiono la nostra vita moderna: il mutuo da pagare, la fatica del lavoro, la paura dinon farcela nell'educazione dei figli, la nostra solitudine interiore sebbene viviamo unavita rumorosa, l'instabilità degli affetti.Facci sentire la tua amorevole presenza, o madre dolcissima, così che anche noi, comete, possiamo cantare il nostro "Eccomi".

rifle

ssio

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l’intervista ai sindaci

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AL. CI. GA.Aldeno, Cimone, Garniga Terme

LE SOLUZIONI DEI GIOCHIDEL NUMERO PRECEDENTE

A insindacabile giudizio della redazione ivincitori del concorso sono AngelicaSerafini a cui va una collana Swarosky, ilgruppo «come eravamo» che vince sei bot-tiglie di vino pregiato, la classe 5A elemen-tare di Aldeno a cui spetta una scatolagigante di chupa chups e Riccardo Pifferche vince l’abbonamento a Focus Junior.

Angelica Serafini

Come eravamo

Riccardo Piffer

I DADI AMBIGUILE PECORE NERE

Gruppo catechesi 5a

elementare Aldeno

bollettino junior

La risposta giusta è:Casablanca

La risposta giusta è:Ponte vecchio

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bolle

ttino

juni

or

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bollettino junior

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Ricostruisci questo frammento dicruciverba inserendo le parole qui

sotto elencate e tenendo presente chenon ci sono caselle nere al suo inter-no. Al termine nella c0olonna indicatadalla freccia potrai leggere la soluzio-ne del quiz di Vasco

IL FRAMMENTO

Partendo dalla freccia eproseguendo verso il

centro della spirale troval’ordine esatto in cui inserirele 9 parole elencate, sapendo che dovrai scriverleuna di seguito all’altrerispettando le lettereche trovi via via sul percorso. Fai attenzioneperché in qualche puntole parole che potresti scrivere sono due, quindidevi scegliere quella giusta,la sola che ti permette diproseguire. Arriva fino al centro della spirale e al termine nella colonnacentrale indicata dalla stellina potraileggere la rispostaal quiz di Olimpia

LA SPIRALE MAGICA

LE SOLUZIONI SUL PROSSIMO NUMERO

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DANZA LENTA(Prenditi due minuti, siediti, leggila con calma e rifletti)

Hai mai guardato i bambini in un girotondo?O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?

O osservato il sole allo svanire della notte?Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce.

Il tempo è breve. La musica non durerà.Quando dici «Come stai?» ascolti la risposta?

Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo lettocon centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?

Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce Il tempo è breve. La musica non durerà.

Hai mai detto a tuo figlio, «lo faremo domani?»senza notare nella fretta, il suo dispiacere?

Mai perso il contatto, con una buona amiciziache poi è finita perché tu non avevi mai avuto tempo

di chiamare e dire «Ciao»?Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce

Il tempo è breve. La musica non durerà.Quando corri così veloce per giungere da qualche parte

ti perdi la metà del piacere di andarci.Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, è come un regalo mai aperto... gettato via.La vita non è una corsa. Prendila piano.

Ascolta la musica.

FESTA ANNIVERSARI DI MATRIMONIONELLA PARROCCHIA DI ALDENO

Desideriamo invitare tutte le coppie che si sono sposatenel 2011 e quelle che festeggiano i 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35,40, 45, 50 (e oltre) di matrimonio cristiano a ringraziare Dioinsieme alla comunità. Dopo la santa Messa sarete graditi ospi-ti in canonica per un brindisi e una fetta di torta.Ad Aldeno domenica 8 gennaio 2012 ore 10,30

Noi ci saremo ..........................................................................................................................................................................................................

e ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

Festeggiamo i ................................................................................................................................di matrimonio..

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Da consegnare o imbucare in canonica

riflessioni

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Il sentiero delle forre diSan Romedio

Il Santuario di S. Romedio è uno deisantuari più caratteristici del

Trentino nella suggestiva val di Non.Si trova in cima ad un picco rocciosoalto quasi cento metri, posto al centrodi una profonda e spettacolare forracreata dai torrenti che scendono dallefalde del Monte Roen.Il Santuario è formato da cinque chie-sette sovrapposte in altezza, edificatenell'arco di circa novecento anni fra il1000 (periodo a cui risale la Chiesa

Antica e sacello dove son conservate le reliquie del Santo) e il 1918 (data di erezionedella chiesetta dell'Addolorata ex voto a conclusione della prima Guerra Mondiale); del1487 la chiesetta di S. Giorgio, del 1514 quella dedicata a S. Michele e la chiesettamaggiore di S. Romedio eretta nel 1536. Tutte le chiesette sono unite fra loro dai 130scalini della spettacolare scalinata qui a fianco raf-figurata.L'itinerario più interessante per raggiungere S.Romedio è il lungo camminamento ricavato soprail vecchio acquedotto scavato nella roccia verso lametà del 1800.Si parte presso il Museo Etnografico di Sanzeno esi imbocca facilmente la strada forestale che, dopoun ansa nel bosco, diventa subito sentiero nellaroccia: non ci sono pericoli perché tutto il percor-so ha robusti parapetti in legno.In breve ci si affaccia all'imbocco della strettavalle, a 80 metri d'altezza lungo la parete strapiom-bante. Sul fondo le macchine risalgono la vallesulla strada asfaltata. Bisogna chinare spesso ilcapo poiché il "soffitto" roccioso è piuttosto basso.Il percorso aereo, lungo circa un chilometro e mezzo, è veramente impressionante.Man mano che ci si addentra nella valle si cala gradualmente finché il sentiero, pressouna palestra di roccia, si raccorda con la strada. Si sale ancora per circa un chilometroe si arriva al Santuario di S. Romedio.

Il ritorno si compie direttamente dallastrada asfaltata verso Sanzeno.Il dislivello del percorso è di circa 250metri percorribile in un tempo di circa 2ore e mezzo quindi comodamente effet-tuabile in mezza giornata.Lo spettacolo che si gode e la spiritualitàche si ritrova gratificano e ripaganoampiamente.

Vista dell'ardito sentiero delle forre

Le chiesette sovrapposte del santuario

Il corridoio che collega le singole cappelle

di C

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con

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mig

lia

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Riflessioni di una parrocchiana

Stamattina è arrivato il bollettino parrocchiale e a me fa sempreparticolarmente piacere.

Mi sono rattristata, però, leggendo le riflessioni di Don Danielepreoccupato perché molta gente non frequenta la chiesa. Per un certo

periodo della mia vita andavo saltuariamente a messa, forse per pigri-zia o perché non lo ritenevo così importante. Poi, a un certo punto, ho

rammentato tutti i valori che mi avevano trasmesso i miei genitori e mia nonna.In quel periodo avevo problemi di salute, la mia famiglia è stata straordinaria ma mimancava qualcosa. Mi ritrovai a pregare più spesso e sentii il desiderio ritornare adassistere alla messa. Quella domenica che decisi diandare in chiesa lessi sui volti dei miei genitori stupo-re ma anche tanta gioia. Spesso mio marito mi accom-pagna ed io sono molto felice. Io non sono miglioredelle persone che non frequentano la chiesa, ma ades-so sono più serena; il Signore ci dà tanto amore e avolte lo dimentichiamo. Se per qualche motivo nonposso andare a messa, mi manca qualcosa, così il gior-no dopo entro in chiesa e sono contenta. Qualche annofa non avrei mai immaginato di riavvicinarmi così aGesù, lui era sempre presente, solo che io non lo ascol-tavo.

Lettera firmataIl vangelo di MatteoA proposito del vangelo di domenica 9 ottobre (Mt 22,1-14) non ho capito due aspet-ti: perché quel padrone insiste per avere gente alla sua festa mandando i servi a cer-care persone? e perché butta fuori quello che non ha il vestito giusto? Magari nonaveva i soldi per comprarlo o forse non aveva avuto il tempo?

Questa interessante domanda mi da l'opportunità preziosa di spiegare che quandosi ascolta un brano del Vangelo risulta molto importante chiedersi cosa voleva

trasmetterci Gesù attraverso le immagini che usa. Raccontare delle parabole, spessocon delle esagerazioni, serviva a Gesù per "far andare oltre" gli ascoltatori. Alloranella parabola in questione il padrone che vuole a tutti i costi far festa è il nostro Dioche manda i suoi servi (preti, religiosi ma anche tutti noi) per le strade, perché vuolefare festa, è un Dio che non è stanco dei nostri no, dei nostri voltafaccia alle sue pro-poste. Viene a cercarci per strada, lì dove siamo, lì dove ci siamo persi, per portarcia casa sua a far festa.L'abito nuziale è un immagine strepitosa e forte. Ci si può sbagliare nella vita, si puòavere il vestito sbagliato ed essere buttati fuori dal Paradiso. Passare la vita a rivestir-ci di Cristo, a fare nostri i suoi gesti, le sue parole, il suo sguardo, le sue mani, i suoisentimenti; a preferire coloro che egli preferiva. Questo è l'abito che dobbiamo avereil giorno che ci presenteremo da lui, altrimenti saranno guai: non entreremo a farfesta con lui.

le lettere

Depositate i vostri interventi nella cassetta delle lettere della canonica, oppure potete inviargliper E-mail all’indirizzo [email protected] Invitiamo tutti fin da ora a proporre nuovi

argomenti che potrannoessere oggetto dei prossimi bollettini.

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Land Grab: il nuovo colonialismo finanziario internazionaleNelle lontane terre d’Africa o per esser più esausti-vi, in quella parte del pianeta dove di casa sono,fame e malattie, è sorto da qualche tempo il nuovobusiness: «Land Grab». Si tratta di una appropria-zione, in molti casi indebita, di terre coltivabili. Unavera e propria “rapina” delle risorse naturali di unpaese, che avviene è questo è il dramma, da tempoe sotto gli occhi di tutti. Un esempio: i governi afri-cani stanno svendendo la loro terra migliore, quellacoltivabile, a investitori stranieri soprattutto indiani,cinesi, arabi, sudcoreani e non solo. Si tratta di spe-culazioni finanziarie mirate soprattutto all’accapar-ramento di cibo, con ricadute drammatiche sulla

popolazione di quei Paesi e da tempo denunciato da Ong internazionali e dalla Campagnaper la Riforma della Banche Mondiale. E c’è da dire che tutto a questo avviene, proprio nelmomento in cui, organizzazioni come la Fao, dichiarano senza mezzi termini, il numero increscita, di affamati sul nostro pianeta: oltre un miliardo.Non è sbagliato parlare di nuovo “colonialismo”, visto che tutti i contratti stipulati, hannoportato svantaggio solo ai cittadini africani che sono pertanto sottoposti al ricatto alimenta-re.

Wangari Maathai, la «madre degli alberi»È morta lunedì 26 settembre, a 71 anni, WangariMaathai, ambientalista e biologa keniota, figura car-dine dell’ecofemminismo, prima donna africana aconseguire un dottorato in Scienze biologiche,prima a ottenere una cattedra di veterinaria all’uni-versità di Nairobi, la prima a creare, nel 1977,un’associazione per la salvaguardia dell’ambiente eper i diritti delle donne, il Green Belt Movement.Premio Nobel per la Pace nel 2004.Un impegno, il suo, che ha incontrato spesso ostacoli da parte delle istituzioni.«Quando cominci a lavorare seriamente per la causa ambientalista - diceva - ti si propon-gono molte altre questioni: diritti umani, diritti delle donne, diritti dei bambini». E così,mentre piantava milioni di alberi, coinvolgeva migliaia di donne in un processo di consape-volezza non solo del rispetto della natura ma della propria dignità e del proprio valore, affin-ché diventassero protagoniste del loro riscatto e di un reale cambiamento della qualità dellavita.«Negli anni ho imparato che bisogna avere pazienza, persistenza, impegno. Quando pian-tiamo gli alberi, a volte ci dicono: «Questo non voglio piantarlo, perché impiega troppotempo a crescere». Allora devo ricordare loro che gli alberi che stanno tagliando oggi nonsono stati messi lì da loro, ma dai loro antenati. Perciò devono piantare alberi che saran-no di beneficio per le comunità del futuro. Li porto a pensare che come un arboscello, conil sole, un buon suolo e pioggia abbondante, le radici del nostro futuro sprofonderannonella terra e un manto di speranza raggiungerà il cielo».Ad oggi le donne coinvolte nel movimento hanno piantato oltre 40 milioni di alberi e moltedi loro sono diventate «guardaboschi senza diploma». Insieme a loro, e al mondo dell’atti-vismo, il grande polmone verde del parco di Uhuru, al centro di Nairobi, saluta Maathaicome una delle donne che hanno concretamente contribuito al cambiamento.

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Chi era costui? GiuseppeGenesi 50:20 "Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo ser-vire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso".

Sebbene non sia più annoverato tra i patriarchidi Israele, Giuseppe resta comunque una delle

figure centrali dell'ultima parte della Genesi (37-50).La sua vicenda segna la transizione dall'età deipatriarchi alla permanenza degli Israeliti in Egitto.Giuseppe era il prediletto di Giacobbe e il primo-genito di Rachele. Poiché suo padre lo favorivaapertamente, incorse nella gelosia dei fratelli. Nelgiovane, così diverso dai grossolani fratelli, ilpadre crede di vedere qualcosa che gli ricorda l'a-mata Rachele: il suo sguardo e la sua dolcezza. I fratellastri maggiori mal sopportanoi sentimenti di Giacobbe; solo Beniamino, il fratello minore, ultimogenito della moglieprediletta, manifesta ammirazione e sincero affetto per lui.L'antipatia dei fratellastri diviene col tempo sempre più accesa e si trasforma in rabbiaquando Giuseppe, imprudentemente, riferisce loro i suoi sogni. I sogni sono inequivo-cabili: sembrano tutti convergere nel predire la sua futura supremazia.Un tale comportamento, leggero ed ingenuo, rimproverato anche da Giacobbe, nonpoteva che peggiorare i rapporti familiari: decidono di ucciderlo, ciononostante silimitano a venderlo a una carovana diretta in Egitto raccontando al padre che è morto.Giuseppe venne messo a servizio nella casa dell'alto ufficiale egiziano Potifar che, ben

presto, notando le sue capacità, gli affida l'amministrazio-ne di tutti i suoi beni.Siccome Giuseppe era bello, la moglie di Potifar lo deside-

I sogni di GiuseppeNel primo sogno Giuseppe lega-va covoni con i suoi fratelli e ilsuo covone si drizzava mentre icovoni degli altri si prostravanodavanti a lui. Nel secondo vide ilsole, la luna e 11 stelle che siinchinavano a lui.

Cosa sognò il faraone? Come li interpretò Giuseppe?

Per prima cosa vide sette vacche grasse al pascolo.Dopo vide sette vacche magre che si avvicinavano emangiavano le sette grasse. In un altro sogno vide settefloride spighe di grano e poi altre sette misere, seccatedal vento dell'est.Le vacche grasse e le spighe floride erano il segno di

sette anni a venire di prosperità, mentre le vacche macilente e le spighe secchepreannunciavano sette anni di carestia che dovevano seguire il periodo felice.Giuseppe non si limitò a interpretare i sogni ma fornì al faraone anche soluzio-ni pratiche per affrontare tale periodo. Consigliò al faraone di immagazzinareprovvigioni durante i sette anni di abbondanza in previsione della carestia. Ilfaraone rimase ben impressionato e nominò Giuseppe amministratore di tutto ilpaese. La politica si rivelò molto efficace.

La locandina del film prodot-to dalla Rai nel 1995

la Sacra Scrittura a cura della redazione

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rava e cercò si sedurlo, lui però era irremovibile, come tradire la fiducia di chi lo avevacosì grandemente aiutato? Un giorno in cui erano soli in casa, la donna fece un tenta-tivo più esplicito. Giuseppe scappa, ma la moglie di Potifar riesce a strappargli didosso una parte della veste. Si vendica del suo rifiuto muovendogli una falsa accusa:quando il marito rientra, infatti, finge che sia stato Giuseppe a cercare di sedurla,mostrando il vestito come prova; Potifar, credendole, fa incarcerare l'israelita. In car-cere interpreta i sogni dei suoi compagni di cella. Quando il faraone ebbe bisogno diun interprete di sogni - sogni particolarmente difficili di cui nessuno riusciva a dareinterpretazione convincente -, un consigliere del faraone si ricorda di quell'uomo che

aveva interpretato anche ilsuo sogno garantendogli ditornare nelle grazie del suopadrone.Così il giovane inizia a inter-pretare i sogni del sovrano inmaniera convincente.Egli venne talmente fidatoche il faraone lo fa gran con-sigliere e secondo solo a sestesso in tutto l'Egitto.Giuseppe si integra perfetta-mente nella comunità egiziae addirittura contrae matri-

monio conAsenath, la fi-glia di unsacerdote; dalei ha duefigli: Manassee Efraim. Idue nomi allu-devano allavita e allasorte di Giu-seppe: Manas-se significa"Dio, lasciamidimenticare i

miei tormenti" ed Efraim"Dio, lasciami crescere nellaterra del mio dolore".Quando i sette anni di diffi-coltà iniziarono, la carestiacolpì anche Canaan, e i fra-telli di Giuseppe si recaronoin Egitto per comprare

Giuseppe è amato dal padre più degli altri figli. Perché?

Giacobbe ama Giuseppe con un amore di preferenza. Fondamentalmente senza motivo, perché sempre l'a-more di preferenza è senza motivo. L'amore di prefe-renza dipende dal fatto che una persona ama un'altrapiù di tutte. Perché? Perché di sì! E' il problema che c'èalla base della scelta di Israele. Perché mai Dio ha scel-to Israele e l'ha preferito rispetto a tutti gli altri popoli?Perché era il più grande o migliore? No! Le preferenzenon hanno spiegazioni.Se volete questo è anche il problema di Caino e diAbele. Anche quella è unafamiglia, la famiglia dell'origi-ne e anche quella è una fami-glia segnata dalla tragedia,proprio a motivo di una prefe-renza non accettata. Lì la pre-ferenza era quella di Dio neiconfronti di Abele, che Cainonon accetta. E anche quella erauna preferenza non motivata.Non c'è nessun motivo che iltesto dà per giustificare il fattoche Abele appaia come preferi-to da Dio rispetto a Caino. Nonè vero che Caino era più cattivodi Abele, almeno fino all'omicidio. C'è che l'amore dipreferenza, come ogni amore, è gratuito e l'amore dipreferenza non vuol dire che non si ami anche l'altro,ma vuol semplicemente dire che si amano le persone inmodo diverso. Ora, chi non è capace di accettare que-sta diversità, legge la diversità come preferenza ingiu-sta nei confronti dell'altro, ma non è così.

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Giuseppe venduto dai fratelli, di FriedrichOverbeck, Berlino Staatliche Museen

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L'insegnamentoIl senso che il testo rivela, significativo per le nostre fami-glie e per la comunità in generale, è che, perché le fami-glie siano tali, perché possano restare unite e perché pos-sano eventualmente ricomporsi dopo la frattura, bisognache ci sia qualcuno che perdona!Bisogna che ci sia qualcuno che rinuncia alle proprierivendicazioni per far prevalere il bene dell'altro e il bene comune. Bisogna checi sia qualcuno che cede, ma non per debolezza, quanto perché portatore di unaforza più grande. Bisogna che il più forte, quello cioè che è capace di amare dipiù, perché quella è la vera forza, accetti di cedere.Il più forte accetti di difendere la debolezza, accetti di perdonare, di rinunciareanche ai propri diritti per salvaguardare invece il bene comune.

grano. I dieci figli di Giacobbe scesero in Egitto, tranne Beniamino che Giacobbe volletenere presso di sé temendo che potesse succedergli qualche disgrazia.Or Giuseppe era il governatore del paese ed era lui che vendeva il grano. I fratelli ven-nero da lui e si prostrarono; egli li riconobbe ma fece l'estraneo con loro usando, anzi,parole dure, li accusò di essere spie e li mise alla prova trattenendone uno presso ilfaraone, mentre gli altri avrebbero ripreso la strada verso Canaan con il grano, ma conl'impegno di ritornare anche con il fratello Beniamino.

Nonostante il grido angosciato di Giacobbe i fra-telli fecero ritorno in Egitto. A questo punto i fra-telli sono di nuovo davanti al gran consigliere;costui li accoglie e offre loro ancora il grano mali mette nuovamente alla prova; se prima li lasciapartire, poi ordina che siano bloccati e li accusadi furto; nel sacco di Beniamino infatti viene rin-venuta la coppa delle divinazioni. In questomomento i fratelli, dopo aver a lungo tenuto ilsilenzio e pieni di rimorso per quanto avevanofatto a Giuseppe, accettano la sorte tutti assieme.Son disposti a morire tutti e non lascerannoBeniamino da solo.

Vedendo che i suoi fratelli hanno appreso la lezione, comportandosi con Beniaminodiversamente da come si erano comportati con lui, Giuseppe rivela ad essi la sua iden-tità e li perdona. Invita quindi tutta la sua famiglia a venire a risiedere in Egitto.Sentendo che il padre è in punto di morte, porta i figli al suo letto perché li benedica.Giacobbe benedice Efraim con la mano destra e il primoge-nito con la sinistra, affinché gliene derivasse un beneficiominore. Giuseppe si rattrista di questo, ma Giacobbe giusti-fica la sua azione dicendo che un popolo più grande nasceràda Efraim.

Giuseppe e i suoi fratelliQuesto racconto della Bibbiaha ricevuto sempre tanto e taleinteresse e partecipazioneemotiva che è stato oggetto diuna delle maggiori opere delloscrittore tedesco ThomasMann che dedicò ben quattroromanzi scritti nel decennio1933-1943.

Giuseppe e la moglie diPutifarre, Giudo ReniXVII sec.

la Sacra Scrittura

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Il coro giovani di Aldeno anima la Santa Messa

La sagra de Zimon

Proprio alcuni giorni fa, chiacchierando, ho pro-nunciato questa frase: "la festa della Madona

de Zimon la deventa sempre pu' bela!".È una festa molto sentita dalla comunità di Cimoneche unisce un po' tutti: dai piccoli ai grandi, dagli

esperti montatori dipalchi e tendoni agliestroversi artisti.Il tutto all'insegna delvolontariato e del volerspendersi per donaredue giorni di spensie-ratezza e gioia agli abi-tanti di Cimone e aquanti ci sono venuti avisitare.L'omaggio a Maria è il cuore della manifestazione con laprocessione per le vie del centro storico con la statuadella Madonna, i vari gonfaloni, i vigili volontari delfuoco e il tutto accompagnato dalla banda sociale diAldeno.Il contorno è di tutto rispetto: buona cucina, vaso dellafortuna, lotteria, i cibi di una volta, il gioco della mora,l'angolo delle piante, artisti locali e non, con le loro opere

Un momento della processione

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(sculture in legno, cesti, ceramiche, pizzi, ricami e addob-bi per ogni occasione) musica e dolci a volontà!!Quest'anno dei simpatici spaventapasseri, realizzati da fan-tasiosi artisti delle nostre tre comunità hanno rallegrato lafesta (li potete osservare in ultima pagina). I nostri bambini sono stati impegnati nella caccia al tesoroorganizzata da Monica, Sabrina e Jessica, nella baby dancedi Martina e Giorgia, attenti davanti al falconiere Stefanocon i suoi falchi e divertiti con lo spettacolo del pagliaccio.Beh! Chi c'era sicuramente non può che dire: "Sì l'è stapropi na bela festa!". E per tutti gli altri..... l'appuntamentoè per l'anno prossimo!!!

Come ha fatto per una vita, la «siora Gina»

mescola nel pentolone

Giorgia mentre trucca i bambini

Stefano Piffer con i falchi

la sagra di Cimone

Alberto al lavoro

Il vaso della fortuna

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Rispoli Francescoe Larcher Iris

28/05/2011ad Aldeno

Cont Michelee Sterchele Manuela

03/07/2011 a Savignano

Gottardi Stefano e Coraiola Patrizia24/07/2011 ad Aldeno

Ferroso Dino e La Russa Antonella

30/04/2011 a Favara (Agrigento)

Foto Roberta Pisoni

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i matrim

oni

Cartelli Maurizio e Eva Frizzera24/09/2011a Garniga Terme

AndruccioliTommaso e Lenzi Anna Paola28/08/2011 ad Aldeno

Tedeschini Fabrizioe Barini Barbara

10/09/2011a Cimone

AndreaDefranceschi

e Franca Busana30/07/2011

a Garniga Terme

Foto Lucio Tonina

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A propositodi….investimenti!"Il semplice fattodi riconoscere il male non serve a cancellarlo. Bisogna fare tutto il possibile per impedirlo."(da il calendario Insegnacila sapienza del cuore)

«Investite sulle relazioni,sugli abbracci, sulle

strette di mano, sui baci,sugli sguardi». Con questoenergico monito don Lauro

Tisi, vicario generale dell'Arcidiocesi di Trento, ha risvegliato gli animi da un tor-pore emozionale in occasione della messa di apertura dell'anno scolastico 2011-2012. Nessun appunto, solo un fiume di parole e concetti sentiti che provenivano dalcuore; con tono autorevole don Lauro ha sottolineato come la tecnologia,Facebook, Twitter, computer e cellulari, importanti mezzi di comunicazione, pos-sano trasformarsi in forme di schiavitù e di solitudine. Decine di messaggi, centi-naia di amicizie intrecciate su Facebook non possono in alcun modo sostituirsi alcalore di una carezza, all'emozione di un abbraccio o alla complicità di una paccasulla spalla. Tutta l'offerta tecnologica ci è di enorme aiuto, ci semplifica l'opera-tività quotidiana se non preclude o condiziona le nostre relazioni, se non ci vin-cola e ci chiude soli a casa davanti ad un computer e distorce il valore dei senti-menti.Ogni sessanta secondi partono 168 milioni di mail, Google risponde a 685 miladomande, Facebook aggiorna altrettanti status, Youtube riceve 600 nuovi video eSkype gestisce 370 mila minuti di conversazioni. Status nei quali si condivide unpensiero, un disagio, una richiesta comunque di ascolto alle centinaia di amici vir-tuali: ma non avrebbe più valore prendere un caffè assieme ad un amico/a in carneed ossa scambiando quattro chiacchiere?? Nell'era del "tutto e subito" si rischia di non vivere appieno i momenti più signi-ficativi della vita, di non capire l'importanza delle relazioni umane, di non saperpiù gestire il rapporto con l'altro, di non riuscire a condividere con l'altro le pro-prie emozioni, le proprie paure, i propri limiti. La tecnologia ci aiuta a filtrare ilnostro essere più profondo, a mascherare le nostre incertezze e i nostri dubbi e tal-volta ci rende meno autentici. Virtuale, tutto attorno diventa virtuale.La realtà virtuale etimologicamente significa una realtà parallela rispetto alla pro-pria, una realtà simulata. E' una necessità di evasione dalla realtà che viviamo oci costruiamo una realtà idilliaca per un bisogno di autodifesa?

Don Lauro Tisi celebra la messa dedicata in special modoagli studenti per l’inizio dell’anno scolastico

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Non è un caso che Second Life, unmondo virtuale lanciato nel giugno del2003 da una società americana abbiaun successo impensabile prima dellasua nascita in rete. E' un programmagratuito dove gli utenti, avatar, posso-no interagire gli uni con gli altri, pos-sono socializzare, incontrarsi, realizza-re progetti, gestire attività assieme aglialtri o in maniera individuale. Per cosasi differenzia dalla vita reale allora?L'utente si sceglie l'aspetto, gli abiti, lesembianze ma sarà sempre riconduci-bile al nickname scelto all'atto dell'i-scrizione alla "seconda vita". Sono molte le persone, tra i qualianche psicologi e psichiatri che reputa-no pericoloso Second Life, perché trat-tasi veramente di una seconda vita,anziché di una "reale" finzione, puressendo ricreato un ambiente verosi-mile e benché dietro ai personaggi vi

siano, spesso, persone reali. Può essere un elemento pericoloso per la persona chesi immagina così svincolato dalla realtà, nella quale non vorrebbe essere."Gli incontri tra personaggi all'in-terno del mondo virtuale si confi-gurano dunque come reali scambitra esseri umani attraverso lamediazione figurata degli avatar. Ildivieto dell'anonimato completo ela formazione di un'identità (..)determinano una forma di regola-zione sociale, basata sulla ricercadi riconoscimento da parte deglialtri personaggi sul prestigio e l'e-sperienza accumulata, sul deterren-te dell'esclusione." (MariaeugeniaParito - Comunicazione pubblica enuovi media, Ed.it 2007)Come mai sentiamo la necessità difiltrare le nostre emozioni attraverso un mondo virtuale, paradossalmente simileo verosimile al reale vissuto? L'interrogativo che dovrebbe maggiormente farci riflettere è come mai abbiamotanta paura dell'autenticità nelle nostre relazioni interpersonali.

l’approfondimento

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Tra matrimonio e convivenza la differenza non è nella durata, ma in chi sta al centro

Tra matrimonio e convivenza la differenza non è nella durata. Si sa di convivenzedecennali e matrimoni, purtroppo, durati solo pochi mesi. La differenza è una

vera e propria rivoluzione copernicana. La differenza è chi sta al centro.Nella convivenza io, noi due, nella migliore delle ipotesi, siamo il metro di noi stes-si. cerchiamo, spesso con impegno, serietà, onestà e lealtà di far andare le cose, ma

se non vanno, niente ci obbliga.Il matrimonio è un trascendere se stessi, èaffidare a un vincolo o meglio, a un sacra-mento, la propria vita, decidendo di spen-derla tutta senza calcolare, senza risparmia-re. In modo imprudente anche.Infatti, sposarsi senza la grazia di Dio, èdavvero un grosso azzardo.Il giogo può in certi casi diventare davveropesante da trascinare fino alla fine dei proprigiorni. Impensabile farcela senza l'aiuto diDio.Il matrimonio cristiano, per noi cristiani, èl'unico che abbia un senso a patto che cre-diamo a ciò che Gesù ha detto: "senza di menon potete far nulla".Senza l'aiuto di Dio non siamo capaci diun'impresa come imparare ad amare un'altrapersona, diversa da noi, e per di più dell'al-tro sesso.No, dico, un uomo, in casa, per sempre, pertutta la vita. Uno che cambierà canale e apri-rà le finestre nei momenti più inconsulti, chesi annoierà agli appassionanti resocontidelle peripezie sentimentali di nostra cugina,

che ogni volta che vogliamo parlare, caro, della nostra relazione verrà colto da unattacco di letargismo, che sbaglierà i nomi delle maestre e confonderà gli amichettidei figli.Certo che anche stare con una donna, sempre la stessa, non è facilissimo. Una chequando dice "sono pronta tra cinque minuti", è bene che lui si sieda sul divano e tirifuori tutta la trilogia di Stieg Larsson, una che non fa mai meno di tre cose insieme,una che esce a comprare una cosuccia e torna con due buste, una che gioca all'isoladel tesoro quando ti chiede di andare a prendere i calzini che sono lì, nel solito cas-setto …Amare davvero è difficilissimo: sostenersi, accogliersi, perdonarsi, capirsi e aiutarsi.E farlo nel modo in cui l'altro desidera, più o meno consapevolmente. A volte biso-gna capire dell'altro quello che nemmeno lui sa, e ci vuole tutta la nostra creatività,

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l'intuito, la dedizione.Neanche i figli a voltesiamo capaci di amaresenza egoismo, senzaproiezioni, dando loroquello di cui hanno biso-gno davvero.In questo la grazia di Dioagisce abbondante, copio-sa, fluisce come un fiumea chi la chiede, perchéquesta è la Sua specialità:amare. Come si possa fareun progetto di amoresenza metter Dio al centro,è incomprensibile.

Nome e cognome dei due fidanzati

Numero di telefono

indirizzo di uno dei due fidanzati

Il corso prevede un’uscita di due giorni il 21 e 22 aprile 2012

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Presso: Canonica di Aldeno Date: dal 29 marzo al 03 maggio 2012

(sempre di giovedì dalle ore 20,30 alle 22,30)

Iscrizioni presso la canonica di Aldenocompilando il tagliando

Da consegnare o imbucare in canonica

CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO

RITAGLIARE

corso fidanzati

Ruan, Dany e Silvia

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Gruppo dei bambini delle elementari

dai c

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dai campeggi

Gruppo dei ragazzi delle medie

Come è difficile in alcuni Paesiavere ed esprimere idee contra-

rie al governo al Potere. Ne sa qual-cosa Ali Ferzat, noto vignettistasiriano e fondatore di un giornalesatirico a cui è stata una seria«lezione» per indurlo al silenzio, èstato pestato a sangue e gli hannospezzato le mani, e si è trattato solodi un avvertimento. Anche disegnarepuò essere pericoloso...

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i nos

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Spagnolli Giulianodi anni 61 Aldeno

27/07/2011

Bridi Giorgiodi anni 71 Aldeno

06/08/2011

Girardi Enricodi anni 78 Cimone

06/08/2011

Larentis Lucianodi anni 85 Aldeno

08/08/2011

Dallago Ritadi anni 84 Aldeno

13/08/2011

Cont Rinadi anni 88 Aldeno

15/08/2011

Lorandi Lidia in Rossidi anni 78 Cimone

18/08/2011

Piffer Stefanodi anni 54 Aldeno

27/08/2011

Baldo Fausta ved. Tovazzi

di anni 99 Aldeno30/08/2011

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i nostri defunti

Marchetti Mariaved. Tomasi

di anni 87 Lavis03/09/2011

Sandro Contdi anni 67 Aldeno

16/09/2011

Galvagni Ernestinaved. Spagnolli

di anni 87 Aldeno21/09/2011

D’Adamio Angelodi anni 67 Aldeno

23/09/2011

Comper Margheritaved. Delaiti

di anni 89 Aldeno05/10/2011

Comper Giuseppedi anni 90 Aldeno

16/10/2011

I DEFUNTI DA FUORI PAESE

Zucchelli Severinadi anni 94 Aldeno

31/05/2011Pescador Maria Josè

di anni 81 Aldeno27/07/2011

Coser Raffaelladi anni 75 Aldeno

Piffer Clorindadi anni 87 CimoneGiarolli Giuseppinadi anni 93 Cimone

26/07/2011Girardi Enrico

di anni 77 Cimone06/08/2011

Piffer Onoriodi anni 91 Cimone

09/08/2011Maule Olga

di anni 91 Trento06/10/2011

Piffer Nella ved. Tomedidi anni 87 Aldeno

07/10/2011

Don Valerio prega le famiglie, figli, nipoti e amici

degli ex prigionieri russi della guerra 1914-18

di mettere a sua disposizionefoto dei reduci

per una ricerca storica.Le foto saranno restituite

al più presto. Grazie

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I cresimati di Cimone La cresima dei ragazzi di Garniga Terme

Il gruppo dei cresimati di Aldeno in una foto al duomo di Trento

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gli orari delle funzioni religiose Ore 21.00: AldenoOre 22.30: CimoneOre 24.00: Garniga Terme

ORARIO INVERNALE SANTE MESSE

FESTIVO

Aldeno ore 08.00

ore 10.30

ore 20.00

Cimone ore 09.30

Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì ore 17.30

martedì ore 08.00mercoledì ore 17.30giovedì ore 08.00venerdì ore 08.00

Cimone: giovedì ore 18.00

Garniga T.: martedì ore 18.001° venerdì di ogni mese

a Garniga Vecchia alle ore 18.00

MESSE DELLA SANTA NOTTE

DI NATALE

Ore 08.00: Chiesa parrocchiale di AldenoOre 10.30: Chiesa di sant'Osvaldo di Garniga T.Ore 13.30: Cimitero di AldenoOre 15.00: Chiesa di Cimone

Ore 08.00: Cimitero di AldenoOre 09.30: Chiesa di CimoneOre 18.00: Chiesa parrocchiale di Garniga T.Ore 20.00: Chiesa di Aldeno

Martedì 1° novembre: Tutti i Santi

Mercoledì 2 novembre: Commemorazione di tutti i defunti

ORARI SANTE MESSE

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Yari Gioele Manuel Elena e Gabriele Ziglio Luca Zanotelli

Emma Lunelli Eva Frizzera Pietro Baroni

Ilaria Dallago

Filippo Lunelli Nicola Marchi Sofia Dallago Nicola Marchi

Daniele e Anna LanaroBesenello

Federico e Marilena Banal

Jacopo Piffer Leonardo FrizziLinda, Stella, Stefaniae Chiara Turato

Tullio e RosyMorandini