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-------------------------------------------------Bolle di Sapere------------------------------------------------- E’ questo il diciassettesimo numero di “Bolle di sapere”, ma è il primo numero del nuovo formato on line. Da quest’anno potremo ripercorrere le tappe più importanti dell’anno scolastico con un semplice “clik” sul mouse; del resto nel contesto mult iculturale in cui viviamo, la scuola deve saper offrire strumenti e opportunità comunicative adeguate ai tempi, senza tuttavia dimenticare il testo scritto. Infatti saranno duplicate alcune copie di “ Bolle di sapere” in formato cartaceo e, coloro che lo vorranno, potranno richiedere il numero unico del giornalino pagando il costo delle fotocopie. Apro quindi uno spiacevole argomento che ha caratterizzato l’anno scolastico che sta per concludersi: la difficoltà economica della nostra istituzione scolastica. Tutti i progetti che i docenti avevano pianificato in settembre sono stati realizzati e sono state raggiunte le mete prefissate, grazie alle valide risorse umane presenti nelle nostre scuole: docenti, alunni, genitori, collaboratori scolastici, impiegati di segreteria, ma con maggiore fatica per quanto riguarda l’acquisto dei materiale e il rinnovo delle attrezzature dei vari laboratori. Sono stati, infatti, preferiti materiali di recupero e, sono state cercate proposte didattiche significative, ma meno costose. Non è però venuta meno la qualità dei prodotti realizzati, infatti sia attraverso la lettura del materiale prodotto dagli studenti dei tre ordini di scuola e raccolto dai ragazzi di III media e dai loro professori nel giornalino, sia attraverso le altre attività conclusive dei percorsi scolastici (spettacoli teatrali, saggi musicali, mostre di lavori vari, il concorso per il logo della scuola) noto l’impegno, l’applicazione, la disponibilità e l’entusiasmo di tutti i soggetti che hanno operat o e operano per favorire la crescita e la formazione di tutti e di ciascuno. Un sincero “bravi” ai bambini e ai ragazzi di II e V primaria e I secondaria di primo grado che hanno affrontato nel mese di maggio, con serietà le prove nazionali Invalsi predisposte dal ministero su tutto il territorio nazionale per accertare le competenze in italiano e matematica. Agli studenti di III media “ in bocca al lupo” in vista delle prossime prove d’esame che rappresentano la tappa conclusiva del primo ciclo di istruzione. A tutti gli auguri di un sereno periodo di vacanza per ricominciare, ritemprati a settembre la prossima “ avventura” scolastica. Un affettuoso saluto Ida Morello Anno X n°9 - Giugno 2010 Anno XVII di pubblicazione Istituto Comprensivo Via Scialoia

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E’ questo il diciassettesimo numero di “Bolle di sapere”, ma è il primo numero del nuovo

formato on line. Da quest’anno potremo ripercorrere le tappe più importanti dell’anno

scolastico con un semplice “clik” sul mouse; del resto nel contesto multiculturale in cui

viviamo, la scuola deve saper offrire strumenti e opportunità comunicative adeguate ai tempi,

senza tuttavia dimenticare il testo scritto. Infatti saranno duplicate alcune copie di “ Bolle di

sapere” in formato cartaceo e, coloro che lo vorranno, potranno richiedere il numero unico del

giornalino pagando il costo delle fotocopie.

Apro quindi uno spiacevole argomento che ha caratterizzato l’anno

scolastico che sta per concludersi: la difficoltà economica della

nostra istituzione scolastica. Tutti i progetti che i docenti avevano

pianificato in settembre sono stati realizzati e sono state

raggiunte le mete prefissate, grazie alle valide risorse umane

presenti nelle nostre scuole: docenti, alunni, genitori, collaboratori

scolastici, impiegati di segreteria, ma con maggiore fatica per

quanto riguarda l’acquisto dei materiale e il rinnovo delle

attrezzature dei vari laboratori. Sono stati, infatti, preferiti

materiali di recupero e, sono state cercate proposte didattiche

significative, ma meno costose.

Non è però venuta meno la qualità dei prodotti realizzati, infatti sia attraverso la lettura del

materiale prodotto dagli studenti dei tre ordini di scuola e raccolto dai ragazzi di III media e dai

loro professori nel giornalino, sia attraverso le altre attività conclusive dei percorsi scolastici

(spettacoli teatrali, saggi musicali, mostre di lavori vari, il concorso per il logo della scuola) noto

l’impegno, l’applicazione, la disponibilità e l’entusiasmo di tutti i soggetti che hanno operato e

operano per favorire la crescita e la formazione di tutti e di ciascuno.

Un sincero “bravi” ai bambini e ai ragazzi di II e V primaria e I secondaria di primo grado che

hanno affrontato nel mese di maggio, con serietà le prove nazionali Invalsi predisposte dal

ministero su tutto il territorio nazionale per accertare le competenze in italiano e matematica.

Agli studenti di III media “ in bocca al lupo” in vista delle prossime prove d’esame che

rappresentano la tappa conclusiva del primo ciclo di istruzione.

A tutti gli auguri di un sereno periodo di vacanza per ricominciare, ritemprati a settembre la

prossima “ avventura” scolastica.

Un affettuoso saluto

Ida Morello

Anno X – n°9 - Giugno 2010 Anno XVII di pubblicazione

Istituto Comprensivo Via Scialoia

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A E I O U sono 5 amiche importanti…..

Noi bambini della sezione VERDE ci siamo divertiti tantissimo a giocare con

le 5 vocali e a riprodurre la loro forma con le mani, mentre cantavamo la

canzone dei versi degli animali.

IL GALLO QUANDO CANTA FA

CHICCHIRICHI…..

LA PAPERA QUANDO QUACQUERA FA

QUA… QUA… QUA….

LA PECORA QUANDO BELA FA

BEE ...BEE… BEE…..

IL LEONE QUANDO RUGGISCE FA

GRO… GRO… GRO….

IL LUPO QUANDO ULULA FA

UUH.. UUH…UUH….

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VOCALE

Abbiamo anche giocato a riconoscere le vocali con il nostro corpo e le

abbiamo disegnate.

Ecco le foto delle nostre amiche letterine:

VOCALE

VOCALE

VOCALE

VOCALE

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MARRONE, ARTE E AMBIENTE

Andiamo per gradi:

visioniamo insieme ai bambini opere d’arte di Paul Klee (1992) e di

Pietre Bluegle, che hanno il marrone come colore dominante.

Osserviamo il nostro giardino.

FORMIAMO CON LE TEMPERE IL COLORE MARRONE:

I bambini sperimentano la

formazione del colore marrone.

Mettendo a disposizione il rosso,

il giallo e il blu, li invitiamo a

mescolarli sperimentando le tinte

in proporzioni diverse e provando

a riprodurre l’ambiente:

“IL NOSTRO GIARDINO”

I bambini della sezione

turchese

Noi siamo il rosso, il blu e il giallo,

i colori del pappagallo,

e se insieme ci mescoliamo

il marrone noi formiamo.

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L’arte del colore giallo Oggi navigheremo nel mondo fantastico dei colori e

scopriremo il colore giallo con tutte le sue sfumature.

Dopo la visione di alcuni oggetti in classe, sui libri e su

alcuni indumenti indossati dai bambini, inizia la caccia in

classe dell’oggetto del colore richiesto scoprendo che, non

esiste un solo giallo ma: il giallo pulcino, giallo canarino,

giallo del sole, della banana, del limone etc… poi una parte

di questi oggetti, sono stati raggruppati e attaccati su di un

cartellone dello stesso colore. Ogni bambino ha portato da

casa, e riempito il cesto di limoni, muniti di attrezzi utili come lo

spremiagrumi, i bicchieri trasparenti, la brocca, abbiamo iniziato la nostra

esplorazione scoprendo che: l’esterno (la buccia) e l’interno (la polpa) è

gialla, la buccia è ruvida e la polpa è liscia e scivolosa. Abbiamo spremuto i

limoni e goccia dopo goccia è stata messa nei bicchieri dei bambini che

hanno annusato, assaggiato e commentato:

Sono tutti d’accordo che è molto profumato!

Nei giorni successivi ci siamo messi all’opera con “giocarte”

e abbiamo scoperto che, siamo dei veri artisti perché con

metà limone e tempera possiamo stampare, e con le

palline di carta crespa arrotolate con le nostre manine

possiamo realizzare la buccia del limone. Mentre, con le fette

tagliate rotonde dopo averle messe a essiccare sul

termosifone abbiamo realizzato un

“profumo” speciale per la casa. Ogni

fetta è stata messa su di un

cartoncino colorato e regalato alla

mamma.

Tutti felici e soddisfatti di aver navigato in questo

mondo fantastico, non solo hanno memorizzato il colore richiesto ma hanno

scoperto anche la funzione dei cinque sensi e l’arte del sapere e del fare. I

bambini della classe arancione.

Hillary: mi piace, profuma

Ruben: mi piace, profuma

Yancy: non mi piace, profuma.

Beatrice: è acido ma mi piace.

Adam: è acido, mi piace

Lushara: è dolce, mi piace

Yao: non mi piace

Jinling: sì, mi piace

Liang: arriccia il naso e non risponde

Diego: profuma, mi piace non mi piace

Mattia: mi piace

Viola: è aspro, non mi piace

Yiheng: non mi piace

Simona: buono

Gabriele: mi piace, è aspro

Alessandro: è aspro, mi piace

Rosela: è acido, si mi piace

Elhassan: non mi piace

Matilde: profuma

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Il plastico della città

Le attività didattiche e “artistiche”

della sezione Rosa si sono rivolte, nello svolgersi della

programmazione scolastica “Educare e crescere con l’arte”, anche alla percezione,

all’osservazione e alla conoscenza dell’ambiente …

… e quale ambiente è più vicino e più vivibile dai nostri bambini, se non quello della città?

Dopo racconti, visioni di immagini fotografiche e di illustrazioni di libri, dopo conversazioni e rielaborazioni verbali del

proprio vissuto, ecco la proposta della costruzione di un plastico della città. A piccoli gruppi i bambini hanno creato, con scatole di medicinali dipinte, gli edifici

(anche la Scuola dell’infanzia); con cartoncino colorato, alberi , personaggi ( c’è anche il vigile, uno di quelli che ci ha accompagnato nel progetto “Bimbinstrada”), segnali stradali, strade; con il pongo

(aiutati anche dalle tirocinanti del Liceo di Scienze Sociali C.Tenca) le automobili colorate; con la creta le fontane…

Naturalmente gli elementi preparati per il plastico erano tanti e

allora perché non contarli? Ma per farlo, noi, ancora incapaci di

usare al meglio le cifre numeriche, abbiamo utilizzato un

semplice ed efficace sistema di quantificazione: il grafico a

blocchi! Ed ecco che ogni casa, ogni albero, ogni personaggio,

viene rappresentato simbolicamente da un quadratino di carta

adesiva colorata; ogni quadratino forma ordinate colonne, che

ci permettono facilmente di confrontare e sperimentare

uguaglianze o scoprire differenze: ad esempio che nella nostra mini-città le case

sono “tantissiissime” e i prati troppo pochi!, le automobili sono tante e le fontane

sono di meno.

Assemblando tutti gli elementi della

città e formando il nostro plastico

sono quindi sorte riflessioni e

commenti : “Vorrei una città più

pulita”, “Vorrei una città dove tutti

sono allegri”, “ Vorrei una città con

tanti prati verdi”,

“Vorrei!!!vorrei!!!...”

Forse di sola Arte non si vive, ma

sicuramente con l’Arte si impara a

crescere!!!

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TANTE TANTE “GRAZIE” DI…

AI SIG.RI PIOPPI PERCHE’……….

HANNO REALIZZATO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI “VIA SCIALOIA”

UNO SPAZIO-LABORATORIO

CHE SERVIVA AI BAMBINI PER……

...” GIOCARE CON LE PAROLE E CON I COLORI”.

I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INF. DI

VIA SCIALOIA E LE LORO INSEGNANTI

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Piccoli grandi artisti

Siamo i bambini di quattro anni della sezione rossa, grazie al nostro progetto

"quando l'arte aiuta a crescere" ci siamo avvicinati al mondo dell'arte che

suscita emozioni e suggestioni e ci stimola alla ricerca del "bello" in ogni

esperienza di vita.

Quante emozioni conoscere le opere di alcuni pittori famosi attraverso i quali

abbiamo fantasticato... creato…!!

ad esempio Mirò che ci ha colpito tanto per le forme fantastiche… gli oggetti

strani…i personaggi senza forme…nel suo carnevale di arlecchino.

Anche noi abbiamo fantasticato e

creato!!!

che ne dite di questi piccoli Mirò??

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Da bruco a farfalla

progetto accoglienza sezione blu bambini di 3 anni

Vi sembrerà strano, ma noi bambini della sezione blu abbiamo iniziato il

nostro percorso alla scuola dell'infanzia già l'anno scorso, quando con le

nostre mamme siamo venuti a trovare i bambini e le maestre della scuola

dell'infanzia e in quell'occasione i bambini di 4 anni ci hanno regalato un

bruchino di panno verde.

Noi l'abbiamo riportato a settembre il primo giorno di scuola!

Tutti e 25 i bruchini sono stati messi in un cestino e ogni giorno li abbiamo

coccolati con tanto affetto e filastrocche.

Un bel giorno si sono ricoperti di una copertina bianca e morbida e come per

magia il giorno della festa dell'accoglienza si sono trasformati in tante

farfalle di mille colori.

Ma la cosa più bella è che senza saperlo, e non chiedeteci come è successo,

queste farfalle le abbiamo dipinte noi con le nostre mani -pennello e i colori

a dita.

E così come i bruchi si sono trasformati in farfalle

Che meraviglia! Ci siamo

tanto divertiti e anche noi

come tante farfalle

abbiamo cantato e

svolazzato per tutto il

salone, ricevendo in dono

un fiore dai bambini

grandi.

Anche noi siamo

cresciuti !

siamo diventati

grandi!!

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PROGETTO ALIMENTARE

I bambini di 5 anni della CLASSE GIALLA hanno vissuto un’esperienza

educativa legata al “ PROGETTO ALIMENTARE”. Nel mese di Novembre

abbiamo effettuato una visita didattica all’Esselunga di quartiere per

conoscere e

differenziare frutta e

verdura.

Dentro al supermercato ogni bambino ha scelto

frutta e verdura da mettere nel

carrello.

A scuola con la frutta abbiamo raggruppato

classificato e quantificato i vari alimenti.

In classe abbiamo

sbucciato e assaggiato la macedonia di frutta per

gustare sapori nuovi

Con la verdura abbiamo creato una

composizione di grande

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PICCOLI E GRANDI CAPOLAVORI

Realizzati dai bambini di 3-4-5 anni

Con il ricavato dell’asta è stato acquistato materiale per le attività didattiche.

Nontiscordardimé - Operazione Scuole Pulite

Per valorizzare la SCUOLA come luogo di benessere per i

bambini, gli insegnanti personale non docente e le famiglie la nostra scuola ha aderito all’iniziativa

promossa da Legambiente, 'Nontiscordardimè-

Operazione scuole pulite' per la vivibilità degli istituti scolastici con piccoli interventi di manutenzione,

realizzando:

GRAZIE !!! GRAZIE !!! GRAZIE !!!

UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A:

LUCA, ANDREEA, CLAUDIA, MARCELLA, FIAMMA, OMAR, MANUEL, MATTEO

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…E la gallina bianca fece moltissime

uova di ogni colore e i pulcini che

saltarono fuori erano azzurri,

rossi, verdi, viola, rosa, arancione…

una meraviglia…

La gara tra furboni venne vinta dal gallo anche se conosceva

solo tre trucchi e la volpe

invece settantatre.

Il saggio imperatore Zou, per trovare un

successore, diede un seme da piantare,

curare, innaffiare a tutti i ragazzi del

regno. A Cheng non cresceva niente

e si vergognava. Ma lui venne scelto

perché era stato l’unico onesto: i semi

erano stati bolliti.

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Cinque sono i nostri sensi per conoscere il mondo che ci circonda.

. . ma quanti ne hanno gli abitanti del mare?

In

noi piccoli esploratori, abbiamo visitato le vasche osservando con occhi del tutto

diversi gli ambienti e gli animali presenti.

Abbiamo imparato a conoscere meglio i e

a scoprire come questi permettono a noi e agli animali acquatici

di interagire con l’ambiente che ci circonda.

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Progetto di lettura classi seconde

CHI TROVA UNA FIABA, TROVA UN TESORO… Si tratta di un vero e proprio percorso

narrativo ed educativo dove le storie sono capaci di veicolare significativi messaggi

su temi attuali come la diversità, l’accettazione delle regole, l’emotività, l’amicizia…

così, seguendo questo progetto, noi bambini di seconda, insieme alle nostre

maestre, abbiamo letto tre storie che ci hanno aiutato a stare bene a scuola e con

gli altri e a crescere attraverso giochi-riflessioni e attività di laboratorio creativo.

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Attività di laboratorio

DAL NIDO AL VOLO

PENSIERI DI INCORAGGIAMENTO

“Su,coraggio Ailin, ce la puoi fare!”

“Forza,concentrati Dennise”

“Silvia,almeno provaci! ”

“Mi devo assolutamente concentrare nelle verifiche!”

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SONO FELICE QUANDO…SONO TRISTE QUANDO…

Io mi sento triste quando sono solo.

Io sono felice quando mi fanno le

coccole.

Sono felice quando vado a casa di

mia nonna.

Io sono triste quando nessuno

gioca con me.

Io sono felice quando è il mio

compleanno e quando la mamma è felice.

L’AQUILA LUDOVICA

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Classi terze

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Quest’anno noi bambini di terza con le nostre maestre abbiamo vissuto un’esperienza

bellissima: siamo stati a Scuola Natura a Malcesine, un paesino sulle sponde del lago di

Garda dall’8 al 12 di febbraio.

Tanti giochi, tante passeggiate, tante attività, tante ore trascorse insieme divertendoci e

….. imparando “cose” nuove.

Ecco il nostro programma:

1° giorno: arrivo a destinazione, sistemazione nelle camerate, visita della casa-vacanze e tanti giochi nel

grande parco che circonda la colonia.

2° giorno: mattino: passeggiata per le stradine del paese, il porto vecchio e il porto

nuovo.

pomeriggio: passeggiata nell’uliveto e alla spiaggia.

3° giorno: mattino: visita al museo etnografico.

pomeriggio: minicrociera sul lago.

4° giorno: laboratorio con gli specialisti del villaggio palafitticolo della Val di Ledro.

mattino: nel parco alla ricerca del materiale e preparazione delle

maschere.

pomeriggio: “viaggio” nella preistoria con lo sciamano.

5° giorno: visita al castello scaligero e ….. partenza per Milano.

Alla sera: giochi, cinema, discoteca…..

E’ stato tutto molto bello e ci auguriamo di rivivere un’altra esperienza così!

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Passeggiando tra gli ulivi...

Alla scoperta della natura

Oggi pomeriggio, martedì siamo andati

a fare una passeggiata nell'uliveto.

Abbiamo visto l'albero del melograno,

aveva tutti i frutti ed erano marci, la

maestra ci ha raccontato anche la

leggenda della principessa Melograno.

Poi abbiamo visto tanti alberi di ulivo

e la maestra ci ha spiegato come i

contadini raccolgono le olive, usano

una scala che si chiama "scaliì" e ci ha

detto che l'albero di ulivo ha delle

malattie: la carie e il cancro. Abbiamo

visto anche una bustina appesa

all'albero che si chiama "ecotrap" e

funziona come una trappola per la

mosca olearia. Dopo siamo andati in

una proprietà privata e la maestra ci ha

fatto assaggiare il corbezzolo, era

molto buono.

Abbiamo visto l'albero del nespolo, del kaki e il

melo cotogno i cui frutti sono molto aspri e si

usano per fare la marmellata. Abbiamo visto tanti

rovi che fanno le more, annusato il rosmarino e

l'alloro che sono delle piante aromatiche.

Abbiamo cammi-nato un bel po' e la maestra ci ha

fatto vedere l'albero che si chiama cedro del

Libano che aveva una cosa tutta bianca che si

chiama “processionaria”.

Questa è una farfalla che si nutre della linfa degli

alberi e il contadino deve toglierla altrimenti

l'albero muore. Poi ci ha spiegato i terrazzamenti

che il contadino ha fatto per coltivare il terreno

come pure i muretti a secco che sono dei sassi

messi uno sopra l'altro senza cemento. Abbiamo

visto tanti alberi di agrumi: limoni e arance. Dopo

un bel po' siamo arrivati in spiaggia, il lago era un

po' mosso, abbiamo giocato con i sassi e ci siamo

divertiti tantissimo, è stata una bella passeggiata.

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La casa dei nonni...

Visita al museo etnografico di Malcesine

Stamattina siamo andati a visitare il museo e abbiamo fatto un tuffo nel passato.

Abbiamo visto gli utensili con i quali i contadini lavoravano i campi. Ci hanno spiegato

come la giornata delle famiglie dei nostri bisnonni aveva dei tempi diversi. Dovevano

svegliarsi presto al mattino per andare a lavorare i campi e le donne dovevano iniziare

i lavori di casa e badare ai bimbi. Nella stanza superiore del museo abbiamo visto la

ricostruzione di una cucina, con il fuoco, le pentole, i piatti e tanti attrezzi per lavorare

il latte, la carne. Abbiamo visto anche il telaio con il quale le donne lavoravano nel

pomeriggio al termine dei lavori della cucina. C'erano anche i giochi con i quali i bimbi

si divertivano, molto diversi dai nostri, di legno e di latta. Al centro della casa, nel

cortile c'era un pozzo, dove era possibile utilizzare l'acqua invece di andare alla

fontana, sicuramente era una famiglia molto ricca. Nel museo ci sono anche gli

strumenti musicali molto antichi come l'arpa, la fisarmonica e la chitarra. E' stata una

visita molto interessante.

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1

Mini crociera sul lago di Garda

IL LAGO

Il lago è un po' mosso

Quasi ci butto un osso.

Mi sembra di volare

Adesso c'è una cascata da guardare.

Un gabbiano mi fa l'occhiolino

Divento muto come un pesciolino!

Il motoscafo è stata una bellissima gita, perché il motoscafo si chiamava Principessa. Era

coperto e aveva due piani. Noi bambini delle classi terze di via Scialoia siamo andati tutti nel

motoscafo coperto. Siamo partiti dal porto e abbiamo visto il castello che si specchiava

nell'acqua e poi la casa vacanza. Poi abbiamo attraversato il lago per vedere la cascata che si

chiama Brasa ed è una strada scavata dall'acqua dentro la montagna. Abbiamo costeggiato

l'isola dell'ulivo e poi siamo ritornati al porto e lì siamo scesi dal motoscafo e ci siamo avviati

verso la casa vacanza.

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2

IL GRATTACIELO PIRELLI

Noi bambini di classe IV A siamo andati a visitare il

Grattacielo Pirelli.

Il grattacielo Pirelli, comunemente chiamato “Pirellone” è

l’edificio di Milano che ospita la Giunta Regionale e la

Sala consiliare; hanno sede anche alcuni uffici della

Regione Lombardia.

Fu ideato nel 1950 e costruito tra il 1956 e 1961 su progetto dell’architetto Gio Ponti che

diresse tutte le fasi costruttive.

Il palazzo fu costruito per ospitare gli uffici della famosa azienda italiana di pneumatici Pirelli.

E’ un’opera architettonica importante, con i suoi 127,10 m di altezza, distribuiti su 31 piani

(altri due sono sotterranei).

Nel 1978 il Grattacielo venne acquistato dalla Regione Lombardia.

Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo si schiantò contro il 26° piano del palazzo,

danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. Oltre al pilota le

vittime furono due dipendenti della Regione Lombardia.

Oggi il 26° piano ospita il “Luogo della Memoria” dedicato alle due vittime del grave incidente.

L’edificio, dopo un completo restauro conservativo è stato riaperto e da maggio 2005 è tornato

ad ospitare la Giunta Regionale.

L’ultimo piano, il 31°, è aperto al pubblico in alcune

giornate speciali, funge da belvedere con ampia vista

panoramica a 360° sulla città.

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3

Noi classi quarte abbiamo aderito all’iniziativa promossa da Legambiente “Nontiscordardimé

2010”e precisamente al concorso fotografico “PRIMA E DOPO”. Questa attività è stata inserita

nel più ampio progetto di educazione ambientale e rispetto della natura e ci ha permesso,

nello stesso tempo, di abbellire il nostro giardino con un’aiuola “colorata”.

Giorno 19 marzo 2010 siamo andati nella parte del giardino adiacente al parcheggio e, con

l’utilissima collaborazione del nonno di una compagna della sezione C che aveva, qualche

giorno prima, preparato il terreno, abbiamo piantato delle rose.

Ogni classe ha “adottato” tre piantine e si è divisa in gruppi. Ciascun gruppo, munito di

guanti, ha svolto un’attività di giardinaggio: alcuni hanno fatto le buche con delle palette, altri

hanno inserito le piantine e altri ancora hanno innaffiato. Nel frattempo un altro piccolo gruppo

ha deciso di ripulire il cortile dalle cartacce lasciate a terra da bambini e genitori all’uscita della

scuola, nonostante sia stato messo dalle nostre insegnanti un cestino per i rifiuti, in modo da

SENSIBILIZZARE AL RISPETTO DELL’AMBIENTE.

L’iniziativa ha entusiasmato tutti noi e si è conclusa nel migliore dei modi…venite a vedere!

Classe IV B

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4

Discutendo fra noi ci siamo resi conto che nel nostro quartiere sono cambiate tante cose:

palazzi, strade,negozi, mezzi di trasporto ecc.

Abbiamo deciso che per avere più informazioni possiamo andare in giro a vedere i palazzi, le

strade, i monumenti ecc.

La prima tappa della nostra visita è stata il mercato.

Il 24/03/2010 noi della classe IV C ci siamo recati al mercato che si svolge il mercoledì in via

Gaeta. Qui abbiamo trovato tanti banconi pieni di merce: c’era la frutta , belle ceste ricolme di

fragole dall’aroma delizioso, la verdura , barricate di cavoli compatti come sfere di metallo

verde, i vestiti, dai colori primaverili, la bigiotteria ecc. Ad un tratto la nostra attenzione è

stata rapita dall’odore del mare e ci siamo accorti di essere vicino al banco del pesce. Abbiamo

visto una piramide ordinata di pesci di ogni tipo: dai polipi arricciati, ai merluzzi, fino a un

muso dagli occhi giganteschi e la spada affilatissima di un argenteo pesce spada. Dopo aver

superato via George Sand abbiamo osservato una fila lunghissima di banconi, ma il profumo

del pollo arrosto ci ha fatto venire l’acquolina in bocca e la voglia di assaggiare le patatine

fritte, ma purtroppo non è stato possibile. Alla fine abbiamo visto un mimo vestito di bianco

che ci ha salutati e ringraziati per i 50 cent che gli abbiamo offerto. Insomma la merce era

proprio infinita,tale da soddisfare i desideri più strambi. L’uscita è stata interessante e molto

bella perché il mercato è un momento piacevole dove incontrare persone e fare anche buoni

acquisti.

I bambini della classe IV C

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All’inizio dell’anno scolastico, in occasione della marcia mondiale della

<< non violenza >>, le classi quinte hanno portato avanti un

progetto che ha impegnato le tre sezioni dell’istituto:

- A parlare e a riflettere sul fenomeno….

- A scrivere pensieri e slogan

- A produrre cartelloni quali (gesti di pace, sguardi di pace, ambi

Ecco i nostri cartelloni

LA PACE

La pace è bella

Se no è litigar ella

La guerra è brutta

Perché può fare solo male

La pace è colorata

Se non c’è la litigata

Per una litigata

La guerra si fa armata

La pace è la felicità

Per l’umanità

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E i nostri pensieri…..

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HALLOWEEN PARTY…

Noi bambini delle classi seconde, in occasione della festa di Halloween, abbiamo

imparato una canzoncina in inglese e abbiamo disegnato un castello con dentro alcuni

personaggi tipici di questa festa…

Scopri chi sono e indovina i nomi…

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Una serata a Vacciago Il 14 dicembre alle ore 9.00 noi della 2A insieme alle altre sezioni siamo saliti sul pullman per trascorrere la settimana di Scuola Natura a Vacciago.

Il viaggio è stato divertente, ma la cosa più bella è stata quando dai finestrini del pullman abbiamo intravisto la casa che ci avrebbe ospitato, è una località sul lago d’Orta, la casa era accogliente e dopo esserci divisi tra maschi e femmine, è cominciata la nostra “avventura”.

Una delle serate più belle trascorse a Vacciago è

stata quella Horror! Quella sera uno degli educatori di nome Beppe ci ha letto una storia di paura intitolata “Storia di ordinario terrore”.

Durante la lettura del racconto eravamo tutti al buio nelle stanze illuminate dalla luce fioca delle candele: era davvero terrificante! La storia si svolgeva in un vecchio ospedale dove venivano fatti esperimenti sui bambini attraverso elettroshock, iniezioni di veleno e altre torture fisiche… Nel racconto c’ erano anche ragazzi che si suicidavano buttandosi dal balcone dell’ ultimo piano di un palazzo, altalene che andavano da sole o elettrodomestici che improvvisamente si accendevano….

Successivamente gli educatori hanno organizzato per

noi una “caccia al tesoro al buio”: hanno

nascosto vari oggetti in tutto il giardino della casa vacanza e noi, dividendoci in gruppi, dovevamo trovarli. È stata una delle serate più belle trascorse a Vacciago. In realtà tutta la settimana di scuola natura è stata un’esperienza che ci porteremo ancora a lungo nei nostri ricordi: stare insieme così come condividere il nostro tempo durante le varie attività magari ci ha fatto anche un po’ crescere.

Camilla e Nicole 2A

Dopo scuola natura: + amici di prima

Quest’anno l’esperienza più bella e

significativa vissuta con i miei compagni ed

amici è stata scuola natura non solo per me

stessa ma perché è cambiato di il nostro

modo di stare insieme a scuola.

I nostri rapporti sono cambiati, in meglio.

Inizialmente eravamo “staccati”, insomma,

frequentavamo ristretti gruppi di amicizia,

ora il gruppo si è allargato.

Il vivere insieme esperienze, condividere la

stessa giornata per una settimana è stato

fondamentale per rafforzare il legame che

c’era tra di noi.

Per me la cerchia di amici si è estesa anche a i

ragazzi delle altre classi.

Lo stare insieme in un gruppo di amici fa

vivere una sensazione stupenda, ti senti

amato ed importante. Senti che ci sono tante

persone che ti vogliono bene e su cui puoi

contare, ma anche con cui puoi ridere e

scherzare.

Scuola natura è stata una esperienza

indimenticabile ed unica per i momenti belli

passati insieme.

Possiamo dire che l’intero anno che stiamo

trascorrendo è una bellissima esperienza da

condividere insieme.

Giulia Algeri 2D

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“SCUOLA NATURA” A VACCIAGO

Quest’anno, nel mese di dicembre, noi della classe 2C, insieme alle altre seconde, abbiamo trascorso una settimana a “Scuola natura“, in un paesino di nome Vacciago, sul lago d’Orta. Non era la prima volta che facevamo questa esperienza, ma essendo più grandi rispetto alle uscite organizzate durante le scuole elementari, abbiamo vissuto “Scuola Natura” in modo meno superficiale e più maturo. Il viaggio di andata non è stato molto lungo o per lo meno così è apparso … sarà stato anche perché eravamo tutti in compagnia, tra risate, musica e chiacchierate non ci siamo affatto stancati. Una volta arrivati, ci siamo trovati d’innanzi un edificio immerso nel verde che si affacciava sul lago, l’aria era fredda ma cristallina e pulita e poi intorno alla “casa vacanza” c’era un campo da calcio, un parco giochi e un capannone attrezzato dove si poteva giocare a ping pong… insomma questo bastò per entusiasmarci! Siamo stati accolti all’interno dell’edificio dall’intero staff di “Scuola Natura” tra cui animatori e segretarie. Tutti si sono presentati in maniera amichevole e ci hanno illustrato come si sarebbe svolto il nostro soggiorno. Dopo le raccomandazioni e le spiegazioni, gli educatori hanno assegnato ad ognuno un posto letto. Le camerate dove avremmo dormito erano immense ed ospitavano su un piano le ragazze e su di un altro i ragazzi. Praticamente le classi erano mescolate tra loro e questo sicuramente ha contribuito a far nascere delle nuove amicizie fra componenti di classi diverse che tuttora persistono! Abbiamo dedicato tutto il pomeriggio a svuotare le valigie prima e a fare un giro nei dintorni successivamente. Durante la passeggiata, ci siamo resi conto che nonostante fosse un po’ isolato, Vacciago era veramente un bel paesino. Si tratta di un borgo nato nel 1600, durante la diffusione della peste. Molti nobili milanesi, infatti, per sfuggire all’epidemia si stabilirono lì, in un luogo più salubre e molto lontano dalla città. Per le viuzze di Vacciago abbiamo visto palazzi in stile barocco e una chiesetta dedicata a Sant’ Antonio, vicino al piccolo cimitero dell’epoca. Tra il freddo e l’imbrunire tutto appariva davvero suggestivo! Per la cena i cibi dispensati erano molto buoni e noi ci siamo divertiti molto, davvero moltissimo, giocando e scherzando fra di noi. Dopo cena facemmo dei giochi e poi tutti a dormire stanchi morti. Nei giorni seguenti, il mattino visitavamo i luoghi vicini (abbiamo visto il monastero sull‘isola di San Giulio, il parco di Rodari e il museo della Bialetti, il museo etnografico); nel pomeriggio invece avevamo momenti di svago per divertirci tra di noi in tutta libertà o frequentando dei laboratori organizzati dagli educatori (creazioni in cernit, batik e lavorazione del cuoio); la sera si organizzavano varie attività molto divertenti e coinvolgenti (discoteca, giochi di squadre e racconti di paura). Le nostre giornate erano piene di impegni ed infatti pochissimi hanno sentito nostalgia di casa anzi l’ultimo giorno tra di noi si è diffusa un po’ di malinconia perchè si ritornava alla vita di ogni giorno, si tornava a Milano. Visto quanto ci eravamo divertiti ci dispiaceva un pò. Insomma è stata un esperienza davvero meravigliosa quella di “Scuola Natura” che saremmo disposti a rifare in qualsiasi momento. La consigliamo a tutti quanti, non solo perché ci siamo divertiti, ma anche perché è stato possibile visitare, conoscere ed apprendere molte cose interessanti ma soprattutto abbiamo avuto un occasione in più per stare tutti insieme in un contesto che non era quello nel quale siamo abituati a vederci e soprattutto abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio perché abbiamo vissuto ventiquattro ore su ventiquattro a stretto contatto! Andrea Celada 2C

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Serate a Vacciago

Quest’anno io e i ragazzi di 2 abbiamo trascorso una settimana a Vacciago, sul lago d’Orta . Alla sera dopo le escursioni e camminate nei dintorni,gli educatori organizzavano giochi di intrattenimento per noi ragazzi divisi in tre gruppi fissi per tutta la settimana: Sleep power club, Happy hour e Vacciago’s land. La prima sera abbiamo fatto diversi giochi: il gioco dei nani, “acchiappa la coda”, “Spegni la candela”. Vi diamo le istruzioni d’uso,così se volete potete organizzarli durante qualche festa. La seconda sera per noi è stata la più bella e divertente: LA DISCOTECA! Quella sera eravamo tutti elettrizzati. Per scaldarci abbiamo fatto un gioco con i palloncini, e al suono della musica … TUTTI IN PISTA A BALLARE! Purtroppo verso le 22.30 gli educatori hanno fermato le danze e ci hanno spediti a letto. Mercoledì sera: SERATA HORROR Appena entrati nella sala”Super Sayan” le luci si sono spente. CHE PAURA!!! L’unica fonte di luce proveniva da due candele appoggiate su un leggio. Poi è entrato Beppe ( un educatore) che ha iniziato al lettura di una storia horror, con una voce che metteva i brividi … alla fine della storia abbiamo fatto una specie di caccia al tesoro in giardino:dovevamo trovare gli elementi della storia. Giovedì c’è stato il gran finale con una festa di fine vacanza con una sfilata, delle barzellette, la TECTONIK e la discoteca. Purtroppo quella è stata l’ultima sera. Il giorno dopo ci siamo svegliati molto presto, abbiamo preso il pullman e siamo partiti verso Milano. Questa vacanza è stata per noi indimenticabile e ancora oggi sono rimasti dei bei ricordi impressi nella mente.

Michela Nepi & Giulia Algeri 2D

Il GIOCO DEI NANI:

INGREDIENTI: sette persone di fila, un cappello, musica, cronometro. SVOLGIMENTO: Al via dell’educatore ci si passava il cappello, quando l’ultimo della fila lo riceveva, lo indossava sotto le gambe dei compagni diventando primo. Poi il gioco ricominciava.

ACCHIAPPA LA CODA:

INGREDIENTI: Due giocatori, due code una mano dietro la schiena, musica. SVOLGIMENTO: Al suono della musica i due giocatori dovevano cercare di acchiappare la coda dell’avversario.

SPEGNI LA CANDELA:

INGREDIENTI: Tre candele, una sedia, un carrello, dello scotch, tanti giocatori. SVOLGIMENTO: A turno i giocatori si sedevano sulla sedia di fronte al carrello con le tre candele in fila. Con un soffio si cercava di spegnerle tutte e tre.

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Il Museo Etnografico di Oleggio

Durante il soggiorno a Vacciago abbiamo visitato il “Museo Etnografico di Oleggio”. Il museo inizialmente era una scuola materna, gestita da suore e mantenuta grazie alle donazioni di alcune persone. Ricostruisce diversi ambienti, tra cui: un’aula scolastica, una sala giochi, una sala dei trofei, un laboratorio dentistico, una cucina, una camera da letto ed alcune botteghe, quali una panetteria e una macelleria. Ripercorre così alcuni aspetti significativi della vita di fine XIX ed inizio XX secolo. Nell’aula scolastica, molto diversa dalle nostre, c’erano tanti banchi uniti a due a due, e la classe comprendeva alunni dalla prima alla quinta elementare. La cattedra era su una pedana in modo tale che l’insegnante potesse vedere tutti i ragazzi. L’arredo scolastico era molto essenziale : la lavagna qualche carta geografica e le immancabili bacchette che le maestre usavano per richiamare gli scolari alla disciplina. I quaderni, dalla copertina nera, venivano utilizzati per un anno intero e nei banchi c’erano anche dei fori per le boccette dell’inchiostro. Subito dopo, abbiamo visitato la stanza del dentista, dotata di diverse macchine, tra cui la Vergine di Ferro: una macchina usata fra il 1920 e il 1930 per fare la terapia della luce per rinforzare le ossa. Girando la leva si poteva controllare se la schiena era dritta. In questa stanza c’erano anche molti altri attrezzi utilizzati dal dentista.

Poi abbiamo visitato la stanza dei trofei: ve ne erano molti riguardanti la “Festa della Torta”, la quale si svolgeva nel periodo di Pasqua. Durante la gara i concorrenti si potevano picchiare solo quando non c’era il pubblico a guardarli. Di fronte alla stanza dei trofei c’era quella dei giochi, molti dei quali costruiti con materiale riciclato, come il cavalluccio e il go-kart, una specie di macchina. I giochi venivano usati da bambini di tutte le età. Al piano di sopra c’era la cucina, con un grande camino. Il pane veniva fatto in casa e si conservavano gli alimenti in mobiletti di legno, con uno sportellino di rete fitta per proteggere il cibo da insetti e topi, allora molto diffusi. Per catturare i topi si usavano delle trappole. Ci ha incuriosito l’osteria, dove un tempo le persone si ritrovavano per mangiare, bere o per divertirsi con gli amici giocando a carte o a “Rana”. Questo gioco consisteva nel centrare con un gettone la bocca della rana e chi vinceva beveva gratis. Abbiamo giocato anche noi a “Rana” ed è stato molto divertente, nonostante la difficoltà di centrare la bocca della rana. Questa visita è stata molto interessante, perché ci ha mostrato come viveva la gente alla fine dell’800 e ai primi del 900 e ci siamo resi conto quanto fossero scomode le abitazioni, che non avevano tutti i servizi che abbiamo noi ora. È stato divertente e curioso vedere come i nostri nonni si ingegnavano per rendere le loro case più accoglienti e “funzionali”. Chiara C. e Charlotte N. 2D

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Il giorno 11 febbraio io e la mia classe, insieme alle altre prime, ci siamo recati all’istituto dei ciechi, di Milano in via Vivaio 7, per fare il percorso “Dialogo Nel Buio”. Siamo partiti da scuola verso le 9 e abbiamo raggiunto l’istituto dei ciechi intorno alle 10. Una volta arrivati, abbiamo aspettato il nostro turno in una sala d’aspetto abbastanza grande, dove abbiamo potuto mangiare i panini che avevamo portato da casa. Quando è arrivato il nostro turno, siamo usciti dal salone e abbiamo attraversato un cortile interno fino a raggiungere un’altra palazzina, che faceva sempre parte dell’istituto. Lì ci ha accolto una signora, che ci ha portato in una stanza parzialmente illuminata dove ci aspettavano due guide non vedenti. Loro ci hanno spiegato alcuni aspetti e abitudini dei ciechi e ci hanno detto che durante il percorso non dovevamo avere paura, dovevamo fidarci delle guide e utilizzare il bastone che ci avrebbero dato. Sempre in quel salone abbiamo fatto alcuni giochi con dei sonagli: uno di noi doveva tenere gli occhi chiusi e seguire il compagno che faceva rumore con i sonagli tenendo, invece, gli occhi aperti. Alla fine è arrivato il momento tanto atteso. Siamo stati divisi in piccoli gruppi più un’insegnante; io e il mio gruppo siamo stati chiamati per secondi. La signora che ci aveva accolto all’inizio ci ha accompagnati in un corridoio stretto, dove a ognuno di noi ha consegnato il bastone dei ciechi, spiegandoci come funziona, in modo che potessimo usarlo in modo adeguato.

Ero felicissima di incominciare il percorso, ma quando sono arrivata alla prima sala che era completamente buia, ho iniziato a provare ansia, perché non si vedeva niente di niente; mi mancava l’aria e inoltre non sapevo dove andare, così mi sono aggrappata a chi era davanti a me e credo di non averla lasciata per un po’. Poi, pian piano, ho iniziato il percorso e mi sono abituata a stare al buio. A questo punto la guida del mio gruppo si è presentata comunicandoci il suo nome, Ari, e dicendoci che per qualsiasi problema dovevamo rivolgerci a lei. La prima zona che abbiamo visitato rappresentava un bosco con il terreno a tratti liscio a tratti ricoperto di sassolini, dove c’erano piante e animali tra cui una mucca; subito dopo ci siamo recati nella zona del porto, dove siamo passati su un ponte che si muoveva e abbiamo raggiunto una barca sulla quale siamo saliti per una gita ma la cosa più strana era che nei lati della barca c’era veramente dell’ acqua con la quale mi hanno spruzzato il viso. Una volta scesi dalla barca la nostra guida ci ha spiegato che ci trovavamo in una casa e lì abbiamo incominciato a toccare tutto quello che c’era: frutta, riviste scritte in braille, tavoli, oggetti vari e quadretti con disegni in rilievo. La cosa che mi ha colpito di più è stata una scritta in rilievo che diceva: “LA LETTURA È BELLA ANCHE SULLA PUNTA DELLE DITA”; non so perché ma questa frase mi ha colpito molto e mi è rimasta impressa nella mente. Usciti da questa casa, ci siamo ritrovati in una città piena di rumori tipici, dove Ari ci ha fatto “vedere” un po’ di cose tra cui una moto. Infine siamo andati al bar, anche quello al buio dove abbiamo ordinato delle bibite ad un barista non vedente.

Sara Dal Molin 1B

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La seconda riunione si è svolta il 18-03-10 in via

Guerzoni, presso la sede del consiglio di zona 9, alla

presenza della presidente signora Uguccioni e della

responsabile del settore ragazzi professoresse Mizzau.

Dopo la distribuzione di una cartelletta contenente

materiale illustrativo sul funzionamento del consiglio,

la signora Mizzau ha fatto leggere alcuni punti del

regolamento, che non vengono rispettati e a gruppi di

scuole gli alunni hanno evidenziato quelli

maggiormente non rispettati. Successivamente si è

pensato al progetto di dare il nome allo spazio giochi

più usato da ogni scuola scelta sulla base delle norme

del regolamento. Ogni scuola potrà inoltre fare una

richiesta di fornitura di rastrelliere per biciclette che

deve firmare la preside ed è stata data una cartina

della zona 9 con l’elenco dei parchi, delle scuole, delle

biblioteche e degli oratori della zona da esporre

nell’atrio.

Cappiello Alessandro 1^B

Quella mattina ci sono state le elezioni per

eleggere il rappresentante degli alunni di scuola

media al consiglio di zona dei ragazzi e delle

ragazze. La scelta è stata fatta tra cinque

candidati, quattro femmine e un maschio, delle

classi prime.Eletto con un buon margine di

preferenze: CAPPIELLO ALESSANDRO, classe 1°B,

che dire? Sono rimasto sorpreso dal risultato

perché non mi sembrava di aver propagandato un

programma molto diverso dagli altri candidati e,

forse, penso di essere stato preferito perché sono

maschio. Mi dedicherò a questo lavoro con serietà

e spero di riuscire di rendermi utile ai ragazzi della

mia scuola.

Il 10-12-09 erano presenti a Cassina Anna tutti i ragazzi che sono stati eletti nelle scuole della zona 9, accompagnati dalle rispettiva insegnanti. I ragazzi sono stati radunati nell’ auditorium dove sono state rivolte loro delle domande sull’alimentazione. I ragazzi poi sono stati divisi in cinque gruppi ognuno da più o meno quindici componenti che hanno lavorato su questi argomenti:

1)l’analisi degli spazi liberi della zona

2)cosa costruire in questi spazi

3)le caratteristiche dei rappresentanti

4)analisi degli ambienti preferiti dai ragazzi

5)interviste di alcuni ragazzi ai componenti dei vari gruppi.

I vari gruppi hanno svolto diversi lavori; il mio ha realizzato tre cartelloni che dovevano contenere le caratteristiche del candidato ideale. Poi è stato effettuato un gioco. Pausa pranzo. Pizza! Nel pomeriggio il mio gruppo ha fatto una simulazione di un momento di vita scolastica:abbiamo discusso su quale era la nostra opinione riguardo al comportamento troppo buono di un insegnante; ci siamo divisi in tre gruppi: i favorevoli, i contrari e i neutri. Poi i cinque gruppi della mattina si sono tutti riuniti; sono stati appesi dei bigliettini con le impressioni sulla giornata. Al momento di salutare i rappresentanti del consiglio di zona è stato consegnato a ogni ragazzo un blocco e una biro. Per me è stato un incontro molto interessante che ho relazionato ai miei compagni per renderli partecipi della mia esperienza.

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19

CONOSCIAMO LA POLIZIA RIFLESSIONI ED EMOZIONI DELLA 1 B

Palestra

L’incontro con il poliziotto Moreno Ragosa, maestro di judo, nella bella e attrezzata palestra del commissariato, ci ha permesso di riflettere subito sul significato del lavoro della polizia: essere sempre e comunque al servizio del cittadino, soprattutto di quello in difficoltà e bisognoso di aiuto; ecco perché i poliziotti devono essere fisicamente ben allenati! Per questo imparano le arti marziali e si allenano nella lotta fisica, con l’aiuto del RED MAN, un altro poliziotto, completamente ricoperto di un’imbottitura rossa, una via di mezzo tra una tuta spaziale e un’armatura medievale, che imparano a colpire con il manganello; in questo modo i poliziotti sono in grado di intervenire correttamente durante una manifestazione, quando scoppiano risse e pestaggi oppure quando devono fermare un aggressore. Anche noi ragazzi abbiamo potuto provare a lottare con RED MAN, colpendolo con il manganello, così come la prof.ssa Cerolini e questa esperienza è stata davvero singolare!

Francesca Burzì – Giorgia Vaccaro

Il reparto cinofilo I due agenti di questo reparto ci hanno chiesto di non avvicinarci troppo ai loro bellissimi e giovani cani, perché avrebbero potuto morderci, in quanto non sono abituati agli estranei. I cani si allenano tutto il giorno con i loro istruttori in una specie di gioco che li rende in realtà degli specialisti nel recupero dalla droga o degli esplosivi. Ci sono anche cani poliziotto specializzati nel recupero delle persone scomparse, dopo un terremoto o un evento catastrofico. Il cane è proprio il migliore amico dell’uomo.

Zhu Alessandro – Zhu Shuwei

La piscina Anche in piscina o al mare la polizia svolge il suo lavoro al servizio dei cittadini in difficoltà, quando interviene per salvare qualcuno da annegamento; ecco perché bisogna sapere effettuare il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca ed eseguire la manovra di Heimlich; dopo aver assistito a tutto questo siamo stati portati nella sala mensa del commissariato dove ci sono stati offerti focaccia, pizza, patatine e bibite varie… Oltre ad essere stata molto istruttiva, questa uscita ci ha divertito tantissimo!!!

Nicoletta Bruseghini – Rexs Sanchez 1B

Il reparto di polizia a cavallo Mai ci saremmo immaginate di poter accarezzare due cavalli in un commissariato di polizia! Invece è stato proprio così… Ed è stato insieme sorprendente ed emozionante, anche perché inizialmente avevamo un po’ di timore ad avvicinarci; poi i due agenti ci hanno detto che erano cavalli molto mansueti, perché sono abituati a stare nei parchi, per svolgere servizio di vigilanza, a contatto con molta gente. Che gioia!

Melissa Torelli – Mishell Jimenez

Gli automezzi Nel grande cortile del commissariato erano stati schierati tutti i mezzi che la polizia usa per svolgere il proprio lavoro: camion antisommossa, mezzi blindati, mezzi anfibi, jeep, automobili per il controllo stradale e perfino l’elicottero; li abbiamo visti da vicino, dentro e fuori, tutti quanti, ma l’emozione più forte l’abbiamo provata quando, divisi in due gruppi, siamo saliti sui camion e abbiamo percorso a grande velocità e a sirene spiegate tutto il perimetro del commissariato e quando ci è stato permesso di usare le radio per comunicare da una macchina all’altra. Come in un film!

Giorgia Bonina – Sara Dal Molin – Fang Fang Wu – Alessandro Luppino – Manuel Di Figlia

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20

Il grattacielo Pirelli, o come lo chiamiamo noi Pirellone, è stato per anni l’edificio

più alto di Milano e si trova all’angolo sud-ovest della piazza Duca d’Aosta.

Ha 31 piani e 2 sotterranei ed è alto 127.10 m. La superficie interna è di 24.00 m2 e

il suo peso complessivo è 60000 tonnellate. Il Pirellone ha una base esagonale larga

18,5 e lunga 74,4. I vetri sono composti da 5060 m2 di vetro camera, 3730 m2di

vetro colorato, 750 m2 di cristalli, tutti uniti dai 260000 m3 di calcestruzzo. I muri

sono fatti da tesserini di 2cm x 2cm di ceramica grigia stile mosaico.

Nel Pirellone ci sono due entrate; una principale e una secondaria. In quella

principale entrano solo le personalità e in quella secondaria le persone che

lavorano nell’edificio o che devono chiedere qualche informazione o delle classi

che devono fare la visita, come noi. Quando siamo entrati c’erano dei controllori,

come quelli negli aeroporti, che hanno controllato noi e i nostri zaini.

In silenzio siamo saliti al primo piano e ci siamo accomodati in un’aula dove si

fanno le conferenze; qui la nostra guida ci ha spiegato la storia del grattacielo.

Nel 1956 è iniziata la costruzione del Pirellone ed è stata inaugurata il 4 Aprile

1960.

Questo edificio è stato ideato da Giò Ponti per la famiglia Pirelli che voleva far

vedere la sua importanza nell’epoca del boom economico; nel 1978 il grattacielo è

stato acquistato dalla Regione Lombardia per 52 miliardi.

Il 18 Aprile 2002 un aereo, pilotato da un italo-svizzero, si è schiantato tra il 25-

26esimo piano.

Per questo schianto sono morte 3 persone: 2 avvocatesse e il pilota. Quando è

successo questo schianto il grattacielo non è caduto per la sua struttura in

calcestruzzo; per i lavori di ristrutturazione hanno ripreso il disegno che aveva fatto

Giò Ponti. Oggi il 26esimo piano è la “SALA DALLE MEMORIA”, dedicata alle 2

avvocatesse morte nello schianto.

Noi non siamo andati al 26esimo piano ma siamo saliti in ascensore fino all’ultimo

piano per vedere la città dall’alto. L’ascensore andava veloce e sembrava che ti

risucchiasse. All’ultimo piano c’erano tutte vetrate; io soffrivo un po’ di vertigini.

Dall’alto si vedeva sfocato perché c’erano le nuvole basse ma anche se c’erano

quelle nuvole basse si vedeva lo stesso la stazione centrale, dei negozi, il

McDonalds, le macchine, autobus e tram che passavano, delle persone che

camminavano e anche alcuni che facevano la manifestazione. Li avevamo

incontrati prima di entrare nel grattacielo: erano dipendenti della YAMAHA che

protestavano per licenziamento di 67 persone. In quel momento ho provato un po’

di malinconia per la crisi del lavoro che c’è in Italia in questo periodo. Quando

abbiamo ripreso l’ascensore per scendere la tristezza è svanita e mi sono messa a

chiacchierare con i miei compagni.

Questa è un’esperienza che consiglio ad altri classi.

Jaycelle Anne Eseque 3B

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In questa zona ci sono solo ville a due piani abitate da una sola famiglia. I miei zii e la famiglia dell’amica di mia zia alloggiano nella stessa villa che si trova tre case più a est della nostra. Sto pensando a tante cose: il viaggio, il matrimonio, il regalo, il banchetto...dovrei riuscire a concentrarmi di più sul paesaggio perché è veramente magnifico e merita di essere osservato, ma la mia mente è altrove. Non so con certezza il motivo ma c’è qualcosa che mi assilla: ho un presentimento o è un’impressione? Non lo so proprio; mi sento sola. Ho bisogno di liberare la mente. Decido di dipingere il paesaggio che sto ammirando ormai da un po’. Ho dimenticato la macchina fotografica e il cellulare è scarico, quindi non posso scattare foto. Direi che l’unico modo per immortalare, ricordare e poter sempre venerare questa veduta è dipingerla. Ho preso pennelli e tempere e mi sono messa all’opera; la parte difficile è fare le persone ma alla fine mi è sembrato un lavoro ben riuscito. Ormai è tardi. I pochi lampioni accanto alle ville e ai negozi si sono appena accesi emanando una luce fioca e soffusa. Il paesaggio di sera è ancora più bello! Ormai in giro non c’è più nessuno: sta sorgendo la luna. È ora di cena ma non ho fame. Stare qui mi toglie il fiato e mi provoca tante emozioni: calma, eccitazione, disagio, tristezza. Calma perché qui è tutto così tranquillo; eccitazione perché non so cosa succederà domani, se andrà tutto bene, non ho mai partecipato a un matrimonio; disagio perché questa per me è una città sconosciuta e non mi sento del tutto a mio agio; tristezza perché è un posto fantastico e non me ne voglio andare così presto. È notte. Sento il canto dei grilli e pian piano mi addormento.

Frugeri Valentina 3B

ATMOSFERE E IMMAGINI

DOPO LA VISITA ALLA MOSTRA DI HOPPER…

Sono arrivata qui da poche ore e ancora non mi sono ambientata: mi trovo in una villa a Venezia con la mia famiglia; il paesaggio fuori è bellissimo. Si vede la laguna: l’acqua è molto alta perché ha smesso di piovere da poco; un gondoliere si sta dirigendo verso l’altra sponda; sembra diretto alla macelleria. È quasi sera e il sole sta iniziando a calare: una signora sta rientrando in casa. Due bambini giocano insieme nel loro giardino. Un anziano signore sta sulla panchina a leggere il giornale. È tutto così calmo e tranquillo! Fino a ieri non avrei pensato di arrivare qui; è stato improvvisamente che gli avvenimenti si sono susseguiti: la mattina io e i miei genitori a tavola a far colazione, a mezzogiorno pranzo a casa degli zii, il pomeriggio cinema e shopping. Una vita così urbana e comune! È stato alla sera che abbiamo ricevuto la notizia: ho sentito il telefono squillare e sono andata a rispondere. Era mia zia: dal tono della voce sembrava un po’ su di giri; ha iniziato a parlare, parlare e parlare fino a che non è arrivata al dunque: un matrimonio? Non ero sicura di aver sentito bene. Lei ha ripetuto; sì, ho capito bene: il matrimonio di una sua cara amica, al quale ci aveva appena invitato. Le chiesi dove si sarebbe svolto. La risposta? “Venezia, una città così affascinante...” sono state le sue ultime parole prima di riattaccare. I miei genitori non sapevano se accettare o no l’invito. Ma sì, alla fine abbiamo detto che sarebbe stato utile prenderci una pausa e trascorrere lì il week-end. È sabato, domani mattina il matrimonio. Sono seduta a gambe incrociate sul letto e osservo fuori dalla finestra per cercare l’ispirazione: l’uomo della macelleria è appena uscito e sta caricando la merce comprata sulla sua gondola dall’apparenza così poco resistente; i due bambini stanno radunando i loro giochi e il signore anziano ha finito di leggere il giornale. Le persone che sono ancora fuori si stanno affrettando a comprare le ultime cose prima della chiusura dei negozi; qualche gondola è già lontana, qualcun’altra è partita adesso.

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Questo castello ha colpito profondamente la Disney che lo ha scelto come marchio, è il castello della Bella Addormentata e della Bella e la bestia. Ludwig era molto appassionato di Wagner, infatti molti affreschi del castello rappresentano le sue opere. Nel castello ci sono tante stanze decorate su tutte le pareti, particolarmente belle sono "la sala del trono", quella" dei cantori", la camera da letto con splendidi letti a baldacchino, sculture ed oggetti a forma di cigno. La sala del trono aveva tutte le pareti che rappresentano scene religiose e cigni: era decorata e sfarzosa ma non aveva il trono perché la stanza non è mai stata completata. Una stanza aveva le pareti che raffigurano una foresta e quando siamo entrati ci è sembrato di esserci immersi davvero nel verde. Mi ha fatto molto piacere visitare il castello, soprattutto perché io lo conoscevo solo grazie al marchio dei film Disney e al castello di Disneyland Paris, dove sono stata. L’ho trovato però piuttosto cupo: le stanze erano poco illuminate e creavano una leggera angoscia e sensazione di chiuso. Mi è piaciuta la visita al castello perché mi ha permesso di immergermi in un mondo romantico, come mi sento io in questo periodo. Per chi ama il castello della Disney e per chi è romantico questo è un luogo da visitare! Non resterete delusi!

Chiara Cosentino 3B

FUSSEN: il castello delle fiabe di

NEUSCHWANSTEIN

La nostra prima tappa è stata Fussen, lungo la Strada Romantica, uno degli itinerari turistici più belli della Germania, dove abbiamo visitato il castello di Neuschwastein, letteralmente “la nuova rocca del cigno”. Per raggiungerlo si deve fare una salita di circa 40 minuti a piedi, partendo dal paesino ma volendo si può fare anche in carrozza. Purtroppo quando siamo arrivati noi nevicava un po' ed abbiamo fatto il doppio della fatica, per non parlare dell’aria profumata dai ricordini dei cavalli…. Dopo la salita siamo arrivati all’entrata del castello dal quale si poteva godere un bellissimo panorama ; il paesaggio innevato era ancora più bello e adatto per scattare delle foto. Questo favoloso castello medioevale all’interno è pieno di scale a chiocciola e decori in stile barocco. Venne fatto costruire da Ludwig II, il re di Baviera, dal 1869 ma lui vi visse solo un mese perché morì in circostanze misteriose. Ludwig era molto romantico, infatti il castello ricorda quello delle favole e ha come simbolo il cigno che rappresenta la purezza e ricorda Lohengrin, il cavaliere del cigno, protagonista di una delle opere di Wagner.

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MONACO : LA BIRRERIA PAULANER,

LA PIU’ ANTICA DELLA CITTA’

Mercoledì siamo andati a pranzare alla birreria PAULANER, la più grande birreria di Monaco e, dopo un pranzo” alla tedesca”, abbiamo fatto una visita guidata con il direttore del locale che ci ha spiegato come producono la birra. La preparazione della birra richiede numerose fasi di lavorazione. Gli ingredienti sono: acqua (90%), frumento, malto, lievito e luppolo ma la scelta dei prodotti e la loro combinazione e temperatura è un segreto. Ci ha spiegato che la birra prima di essere prodotta deve seguire un processo di fermentazione in una sala climatizzata, in diversi recipienti di metallo. La birreria che abbiamo visitato, annessa alla fabbrica principale, è a produzione artigianale e vi vengono prodotti 2.000 litri di birra, due volte a settimana, che vengono consumati nel locale. La visita è durata circa 50 minuti: è stata una spiegazione abbastanza lunga ma interessante ed esauriente.

Marco, Massimiliano, Obi, 3C

Hofbräuhaus : IL tempio della birra

Nel settembre 1589 il duca Guglielmo V di Wittelsbach ebbe l’idea

di costruire una fabbrica di birra all’interno della corte per evitare di

dover acquistare la birra per il suo esercito al di fuori del regno;

nasceva così l’ Hofbräuhaus, la birreria più famosa del mondo!

A partire dal 1610 la birra prodotta non è stata più esclusiva della

corte e ha potuto essere acquistata da privati cittadini e venduta anche

in altre birrerie.

Al pianterreno si trova il salone più frequentato( die Schwemme) con

volte affrescate, tavolati di legno,orchestra e camerieri che indossano

i tipici costumi bavaresi. L’atmosfera a pranzo e soprattutto la sera è

molto allegra e vivace. Al primo piano si trovano altre sale più

tranquille ed eleganti. La sua notorietà è dovuta ad alcuni

avvenimenti storici accaduti nel salone.

La birreria è stata infatti per lungo tempo uno dei principali “teatri”

della politica tedesca: in particolare nel 1920 Hitler vi tenne i suoi

primi comizi. Nel 1944 l’aviazione inglese bombardò Monaco e

l’edificio fu quasi completamente distrutto. L’HB, insieme alla

Löwenbrau, alla Paulaner, alla Augustiner fornisce la birra per

l’Oktoberfest, la grande festa della birra che ogni anno, dal 1810, si

tiene a Monaco. Anche noi una sera siamo stati all'HB. Dentro al

salone si sentiva un intenso odore di birra, ma purtroppo noi non

abbiamo potuto ordinarla perché siamo minorenni. L’atmosfera era

molto allegra e si sentivano le tipiche musiche bavaresi, infatti c’era

una piccola orchestra che suonava nella sala principale.

Ci siamo divertiti molto a conoscere meglio questo aspetto della

cultura bavarese.

Milen, Mauro, Miguel, Mohamed 3A

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LANDSBERG E L’IGNAZ-KOEGLER GYMNASIUM

Il 17 Marzo, in mattinata, ci siamo recati all’ “Ignaz Kögler Gymnasium”, a Landserg am Lech perché è la scuola dove sono stati ambientati i dialoghi del nostro libro di tedesco. Sapere che quel luogo esiste realmente è stato per noi entusiasmante e curioso. Siamo stati accolti dalla preside, Frau Thriller, da Herr Montag che insegna italiano, e da un’altra professoressa di origini italiane. Ci hanno fatti accomodare in un grande ambiente dove abbiamo rivolto loro delle domande in tedesco che erano state precedentemente preparate. Abbiamo appreso che la scuola è stata costruita nel 1963 e successivamente ampliata, ospita oggi 1200 alunni dai 10 ai 18 anni. Questa scuola ci ha colpito molto perché è abbastanza diversa da quelle italiane. E’ molto pulita e luminosa, e soprattutto le classi sono molto accoglienti e funzionali, ciascuna è dotata di lavagne scorrevoli molto grandi, di un proiettore ed un computer. I ragazzi , nelle loro classi durante le lezioni , sono stati la cosa che ci ha colpito di più perché erano molto educati, calmi e responsabili, nonostante avessero la nostra età. Non avevamo mai visto una scuola così ben organizzata!!! Successivamente ci hanno offerto un piccolo rinfresco (Butter, Brezel, Plätchen Kuchen und Fruchsaft ) che abbiamo gustato in compagnia. Usciti da scuola, poiché era una bellissima giornata di sole, abbiamo deciso di visitare anche il paese. Siamo andati a vedere la torre bavarese, uno degli esempi di stile gotico più belli di tutta la Germania meridionale, la porta dei fornai e la porta dei tintori. Abbiamo attraversato anche il rione delle streghe che è stato spesso preso ad ispirazione da molti pittori, e i magazzini del sale che rappresentava una grande fonte di ricchezza per il paese.

Millie Jo, Francesca, Rochelle e Anqi, 3A

Finalmente in Germania!!! Erano due anni che aspettavamo l'arrivo di questo viaggio e finalmente l'attesa era terminata. Mentre preparavo le valigie e mi accordavo con i miei genitori sull'ora della sveglia, ancora non mi rendevo conto dell'avventura che stavo per affrontare. Le uscite, l'ostello, le risate in pullman con gli amici, i bellissimi paesaggi e monumenti che avremmo visitato e il divertimento: stava tutto per realizzarsi! Il viaggio è durato meno del previsto ed è stato molto divertente ridendo e scherzando con i miei compagni ancora un po' assonnati. Castello Neuschwanstein: prima tappa del viaggio. Dopo una lunga salita a piedi, circondati dalla neve e dal freddo della montagna, siamo arrivati al castello e, mentre attendevamo il nostro turno per entrare, abbiamo conversato con alcuni turisti provenienti da tutto il mondo, in particolare con un americano i cui nonni erano tedeschi, motivo per cui parlava molto bene il tedesco. Per fortuna parlava anche l'inglese e lo spagnolo, così, in un modo o nell'altro ci siamo intesi , facendo anche due risate, per lo più per come pronunciavamo le frasi e per come il signor Clark si esprimeva in italiano! Insomma, il viaggio era incominciato in bellezza ed allegria !

Segue ……

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La visita al castello è durata un'oretta circa e tra le stanze, i corridoi, i dipinti, le numerose sculture di cigni e le sale, il tempo sembrava non finire più, anche se il castello mi ha attratta per le grandi sale luminose, la voce registrata della guida negli altoparlanti, la musica di Wagner e i dipinti del re Ludovico II. Dopo la visita ,un breve giro per Füssen, un piccolo paese all'inizio della Romantische Straße, poi finalmente all'ostello: le ragazze tutte al 3° piano, i ragazzi invece al 2°; io nella stanza 384 insieme a tre compagne della 3B; Wanda, Chiara e Silvia. La stanza non era particolarmente grande e il bagno un po’ piccolo , ma non importava: eravamo in Germania! C'erano due letti a castello e sotto la finestra c'era un tavolino con tre sedie, in poco tempo la camera ha cambiato completamente fisionomia con i nostri bagagli e soprattutto nostri trucchi, gli accessori e le schede da compilare . di tedesco sparse dappertutto Poi ci siamo preparate per andare in discoteca! Ma ahimè la disco era completamente occupata dai ragazzi di un liceo italiano e così abbiamo deciso di creare una nostra "discoteca" in camera . La prima sera ci siamo addormentate molto tardi perché eravamo troppo emozionate e abbiamo parlato fino a tardi di quella stupenda giornata. Il giorno dopo sveglia alle sei perché il programma della giornata era molto lungo e prevedeva una visita all’ "Ignaz Kögler Gymnasium", la scuola raffigurata nel nostro libro di testo di tedesco. Qui la direttrice della scuola con due insegnanti, ci ha accolto calorosamente rispondendo a tutte le nostre domande sulla scuola, sui docenti e sugli alunni; poi, divisi in gruppi, abbiamo seguito una lezione in classi diverse. Io sono capitata, per fortuna, nel gruppo del Prof. Montag che parlava benissimo l'italiano e che io chiamavo simpaticamente Prof. Lunedì. Così il prof. Lunedì ci ha portato nella sua classe: una classe di 14enni molto simpatici, con i quali abbiamo parlato di Landsberg, delle divergenze fra Milan e Inter a Milano e fra i Leoni e il Bayer Monaco a Monaco (tutte squadre di calcio), abbiamo fatto ripetere dai ragazzi tedeschi delle parole in italiano, come "squacquerone" o "gnocchi" o anche "bruschetta" , ridendo per la loro pronuncia. Infine una foto alla classe e un ricco rinfresco hanno concluso la visita La cittadina di Landsberg.è graziosa, con alcuni affreschi sui muri delle case, senza grandi palazzi, ma solo con case massimo di tre piani, con delle strade in collina strette e con una bella chiesa, dall'interno dorato e con affreschi bellissimi. Il pomeriggio con il pullman siamo andati alla Paulaner Bräuhaus, una famosa birreria, dove abbiamo assaggiato alcuni piatti tipici tedeschi, come il Weißwurst, il Kartoffeln e il Bratwurst, e dove abbiamo ascoltato una lunga descrizione sulla produzione della birra e su i suoi ingredienti tutta in tedesco! Per noi, è stata sì interessante, ma troppo lunga e dettagliata! Ci siamo poi diretti alla torre olimpica dell'Olympiapark ,dalla quale in meno di un minuto ci siamo trovati sopra tutta Monaco illuminata La vista era meravigliosa e tirava un vento che rendeva tutto più emozionante: correvo a destra e a manca, perché non credevo di essere là sopra, piangevo quasi dalla gioia! Niente avrebbe potuto rovinare quel momento! Non riuscivo a staccare gli occhi dal paesaggio. Al piano di sotto c'era un piccolo museo della musica, con gli autografi dei più grandi dei della musica, come Elvis Presley, i Beatles e Michael Jackson. Alla sera prima della festa mi sono improvvisata parrucchiera e ho preparato i capelli a Silvia con il mio arricciacapelli , ad alcuni ragazzi ho lisciato i capelli con la mia piastra. Quello più impegnativo è stato il mio amico Alessando: oltre a piastrargli i capelli, glieli ho anche lavati, asciugati e gli ho creato una bellissima acconciatura! Così dopo 40 minuti dedicati faticosamente a lui, mi sono preparata anch'io per andare a ballare!! Dopo tante risate e balli, però, anche la serata era finita, e poi tutti nelle nostre camere. quella sera mi sono addormentata subito, perché ero veramente stremata! La mattina successiva di nuovo la sveglia alle 6, ma tanta era la stanchezza che non l'abbiamo sentita! Meno male che alle 6 e 45 delle nostre compagne sono venute a bussarci, se no quella giornata l'avremmo passata in ostello. Quel giorno siamo andati in giro per Monaco. Abbiamo visitato l'Università di Monaco, la Marienplatz, la piazza più famosa di Monaco, siamo saliti in cima alla Chiesa di San. Pietro e abbiamo aspettato le 11 per vedere il Carillon del Municipio in mezzo alla piazza e poi siamo andati in giro per i negozi della Marienplatz a fare shopping e a mangiare dove volevamo: io ho comprato una borsa, delle cartoline e degli orecchini e poi sono andata a mangiare con Wanda, Manuel, Engy, Anna, Marco, Cristian e Fabio al "Burger King". Alle 16 ci siamo ritrovati tutti davanti alla colonna con in

cima la Madonnina per avviarci al Mercato più grande di Monaco, .Dopo siamo andati alla Residenza reale: abbiamo visto i tesori della Famiglia Reale e le stanze della Residenza e poi alla sera siamo andati all'Allianz Arena, ma era chiusa, dopo cena alla Hofbräuhaus, una birreria famosa. La mattina dopo è stata la più triste, ci siamo preparati per il rientro a Milano. Prima di partire per l'Italia, abbiamo visitato il campo di concentramento di Dachau Come ultima tappa del viaggio abbiamo deciso di ritornare all'Allianz Arena . Questa gita è stata esperienza meravigliosa che terrò sempre nel cuore, tra i ricordi più belli della mia adolescenza! Marika Liguori 3C

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DACHAU: PER NON DIMENTICARE

ll campo di concentramento che abbiamo visitato a Dachau è stato costruito nel 1933.

In questo campo abbiamo potuto vedere le ricostruzioni dei dormitori, dei bagni, delle docce

dove erano costretti a vivere i prigionieri; i primi che arrivarono furono quelli politici,

soprattutto comunisti, poco più tardi arrivarono anche gli ebrei.

Abbiamo visto la piazza dove avveniva l’appello ogni mattina.

Il campo di concentramento di Dachau rappresentò una “scuola del terrore” ed era considerato

dalle SS un campo modello per la sua tolleranza zero. Molti di questi prigionieri non

sopravvissero, furono vittime oltre che del terrore delle SS, anche della fame, del freddo, di

incidenti avvenuti durante il lavoro forzato, di malattie e di epidemie.

All’uscita si erge il monumento al prigioniero ignoto, con l’iscrizione: “In ricordo dei morti, in

avvertimento ai vivi”; ciò significa che le persone che vivono tuttora non devono dimenticare

quello che hanno sopportato coloro che hanno vissuto nei lager.

I prigionieri registrati che passarono per il campo di concentramento di Dachau furono

200.000, arrivati da più di trenta nazioni; ne morirono circa 32.000 nei dodici anni tra il 1933 e

il 1945.

Il vero numero dei morti è però ancora più alto.

Per ricordare questa tragedia della storia, l’ex lager di Dachau è stato trasformato in un luogo

di commemorazione, sono stati costruiti un museo, un archivio ed una biblioteca.

Il 9 maggio 1965, in occasione del 90° anniversario della liberazione del campo di

concentramento da parte degli americani, il lager è stato riaperto a testimonianza storica delle

atrocità che vi furono commesse.

Massimiliano, Marco, Matteo, 3ªC

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ALLIANZ ARENA – La casa del Bayern

L’Allianz Arena è uno stadio destinato al calcio, è situato nella periferia nord di Monaco. La progettazione è iniziata nell’ottobre 2002 ed è stato inaugurato nel Maggio 2005. Il costo complessivo della costruzione è stato di 340 milioni di euro. In questo stadio giocano le partite casalinghe il Bayern Monaco e Tsv Monaco 1860. L’Allianz Arena ospiterà la finale di Champions League 2012. Per la sua forma particolare, l’Allianz Arena ha ricevuto il soprannome di Schlauboot ( gommone), è infatti costituito da cuscini pneumatici di membrana trasparente che assumono diversi colori: bianco quando gioca la nazionale tedesca,rosso per Bayern Monaco e blu per il Tsv Monaco 1860. I vari livelli dello stadio accolgono diversi locali (sala stampa, ristoranti, spogliatoi, palestre ecc.). Al 3° livello si trovano i negozi delle due società calcistiche proprietarie dell’impianto (Bayern Monaco e Tsv Monaco 1860). Ci sarebbe piaciuto molto fare la visita guidata all’interno dello stadio ma non abbiamo avuto tempo. Abbiamo però apprezzato tantissimo i negozi delle due società che vendevano oggetti di qualunque genere. Nel fan shop abbiamo anche comprato dei regali per i nostri compagni che non erano potuti venire in Germania.

Pasquale, Rimoun, Emanuele, Loris 3A

VIKTUALIENMARKT Alle 16.00 del 18 marzo siamo andati al Viktualienmarkt (Viktualien è una parola di origine latina che significa "alimentare"), il più antico e grande mercato all’aperto di Monaco, che si trova nel centro della città, poco lontano dal Marienplatz, la piazza principale. Venne fondato nel maggio 1807 dal re di Baviera Max Joseph I, ed è uno dei pochi mercati di Monaco aperto dal lunedì al sabato, dalle 7.00 alle 19.00. Appena arrivati siamo stati colpiti dai forti odori di birra e fiori provenienti dalle bancarelle. In questo mercato si vendono frutta, verdura, fiori freschi e secchi, prodotti locali come Bier (birra), Bratwurst e Weißwurst ( wurstel bianchi tipici di Monaco), che si gustano con la senape dolce, Brezel (un pane particolare, salato e a forma di ciambella annodata) che si possono acquistare e consumare nel grande Biergarten (birreria all’aperto). Anche noi abbiamo sorseggiato la birra Paulaner, una delle birre più importanti prodotte nella città di Monaco. Per qualcuno di noi è stato il battesimo della birra. Al centro del mercato c’è il Maibaum, l’albero di maggio. L’albero cambia da zona a zona della Germania, quello che abbiamo visto noi era di metallo colorato con i tipici colori bavaresi : bianco e blu (Blau wie der Himmel, weiß wie der Schnee blu, come il cielo, bianco come la neve). L’albero può raggiungere i 30 metri di altezza e a maggio, durante le feste, viene innalzato e decorato con nastri colorati dalla comunità.

Denise, Sabrina, Francesca, 3A

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Vicino alle scalinate c’era un monumento

dove tutti insieme ci siamo fatti le foto.

Al piano di sopra c’era una balconata che

si affacciava sull’atrio. Questo luogo, ci ha

spiegato la professoressa, è stato teatro

dell’ultimo atto della storia dei fratelli

Scholl. Hans e Sophie Scholl con altri

amici, come loro studenti all’università di

Monaco, avevano creato un gruppo di

resistenza chiamato Weiβe Rose (rosa

bianca). Essi da tempo stampavano e

distribuivano volantini contro la guerra,

Hitler e il partito Nazista. Proprio in

questo atrio, nel 1943, alcuni volantini

volarono giù dal piano superiore attirando

l’attenzione di un bidello, che individuò e

denunciò i fratelli Scholl. Poco dopo

questi vennero scoperti, condannati ,

processati e giustiziati.

A ricordo di questo momento storico e di

queste persone, nel marciapiede di fronte

all’ ingresso dell’università sono

incastonate delle lastre di ceramica che

rappresentano i volantini creati dalla

Weiβe Rose. Questa per me è stata

un’esperienza interessante perché non

solo abbiamo visitato l’università ma

abbiamo anche conosciuto la storia di

questi personaggi che hanno tentato di

opporsi al regime dittatoriale di Hitler.

Grassini Silvia, 3B

L’UNIVERSITA’

Durante la terza giornata di permanenza,

abbiamo visitato l’Università di Monaco,

città capoluogo della Baviera. Siamo

partiti dall’ostello che ci ospitava

nell’ElizabethstraBe e ci siamo recati

nella Hohenzollernplatz.

Da lì abbiamo preso la linea della

metropolitana U6 e, dopo varie fermate,

siamo arrivati nella Geschwister-Scholl-

Platz, dove si trova l’università.

Dall’esterno appare come una

costruzione moderna e ben curata.

L’interno dell’edificio è molto curato

anch’esso, ma c’era un’atmosfera antica

e cupa.

Mi ha dato una sensazione di tristezza e

paura perché c’era buio ed era anche un

luogo che non conoscevo.

Nell’atrio principale il pavimento era

pulito, fatto di pietra dura color antracite

e beige; il soffitto era alto e color giallo-

beige. Dall’atrio partivano due corridoi:

uno che portava al piano di sopra e l’altro

al piano interrato dove c’era il memoriale

che illustrava con tabelloni la storia del

gruppo Weiβe Rose. Nell’atrio, un

bassorilievo in bronzo ricorda il gruppo,

con un rosa bianca sempre fresca.

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Le stanze del re invece sono colorate di verde e ci sono scrittoi, anche qui letti a baldacchino, poltrone, quadri, specchi ed arazzi. Prima di ogni stanza c’è un’anticamera arredata in modo spartano con poche sedie e qualche specchio: qui doveva attendere chi chiedeva udienza al regnante di turno, secondo il cerimoniale dell’epoca. Ci sono anche mole altre sale, sulle cui pareti ci sono quadri rappresentanti scene della Bibbia, scene fantastiche e mitologiche (come cavalieri che uccidono draghi) o membri della famiglia reale. Anche nel palazzo ci sono stanze adibite a museo: vi sono esposti quadri, porcellane cinesi, cimeli della famiglia reale e altre collezioni. Una sala particolare è l’Antiquarium, famosa per essere la sala rinascimentale più grande a Nord delle Alpi; si chiama così perché qui la famiglia dei Wittelsbach conservava la propria collezione di antichità In uno dei grandi saloni della Residenza è inoltre presente anche un modello in scala del palazzo, dei cortili e delle stanze che ospitano il museo. L’atmosfera di questo palazzo è calda ed accogliente, e ti trasporta immediatamente nel periodo delle dame, dei cavalieri e dei re. Purtroppo, però, parte del mobilio è stato tolto, perché rovinato dal tempo o perché troppo delicato per essere esposto al pubblico. Ciò che mi è piaciuto di più sono stati però i lampadari, ce n’erano di tutti i tipi: con le candele, di cristallo, d’oro, con più o meno bracci. Consiglio a tutti di visitare la Residenza, perché il luogo e il contesto meritano di essere visti ed apprezzati da tutti.

Sara Montini 3° B

La residenza dei Wittelsbach

Giovedì 18 marzo abbiamo visitato la “Residenz” di Monaco, il palazzo di città dei Wittelsbach (la famiglia reale che regnò per secoli su Monaco e la Baviera) e sede del governo bavarese dal XIV secolo fino al 1918. L’esterno del palazzo rispecchia lo stile rinascimentale, ma poiché è stato modificato ed ampliato più volte nel corso dei secoli, le varie parti rispecchiano i diversi stili architettonici che si sono susseguiti: dal gotico al rinascimentale, dal barocco al neo-classico - anche se attualmente la facciata è coperta da un telo rigido su cui comunque è stampata l’immagine dell’esterno. Appena entrati c’è un piccolo cortile, con panchine e cartelloni dove sono rappresentati tutti i componenti della famiglia reale; all’interno della Residenza, che è composta da diversi edifici, si susseguono poi altri cortili, grandi e piccoli. Quando si entra nel museo si possono richiedere delle audio-guide in diverse lingue, simili a grandi telefoni con tasti numerati con i quali si possono comporre i codici di quasi tutto ciò che è esposto, al museo o nel palazzo. Dando le spalle all’entrata, a sinistra c’è il palazzo reale, mentre a destra c’è la “Schatzkammer”, ossia la camera del tesoro: un museo dove sono esposti i beni di famiglia come le corone reali, i reliquiari, gli scrigni, i bauli, i gioielli, i quadri e le porcellane con i colori della Baviera (il bianco e il blu). Il palazzo invece è ricco di stanze, quasi tutte visitabili (solo alcune sono in fase di restauro). Le stanze della regina, tutte con particolari in rosso, hanno poltrone di velluto, letti a baldacchino, comò e decorazioni sfarzose.

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30

FFrraa llee FFiilliippppiinnee ee MMiillaannoo

Sono una ragazza di origine filippina Sono nata in Italia, esattamente a Milano. Quando sono stata messa al mondo, sono rimasta in Italia fino a due anni circa poi sono stata portata nelle Filippine, per problemi familiari. Mentre i miei genitori stavano in Italia, io sono rimasta nel mio paese per tanto tempo, fino ai miei 7 anni. Mi hanno detto che sarei dovuta tornare di nuovo a Milano. La notizia mi ha resa malinconica e triste perché non volevo separarmi dai nonni e dagli zii che mi avevano cresciuta, soprattutto da mia sorella, la persona che era nel mio cuore . Con mia madre a Milano sapevo che non avrei parlato molto perché era impegnata e doveva lavorare, figuriamoci con mio padre che avevo visto solo nelle foto. Ero proprio triste perché avevo una famiglia … confusa, per così dire. I giorni passavano e il giorno della partenza si avvicinava sempre di più e le lacrime aumentavano di giorno in giorno. Una sera mi ritrovai in aeroporto e lì ho cominciato a pensare a come sarebbe stata la mia vita dopo essere arrivata in Italia, in quella famosa città che tutti chiamano Milano e in cui non conoscevo nessuno. La scuola lì non l’avevo mai frequentata. Sono arrivata di mattina; uscita dall’aeroporto di Milano mi sono messa ad osservare il posto in cui mi trovavo e mi sono detta che era un posto bellissimo con tante strade e tanti edifici che di sicuro mi avrebbero fatto dimenticare la tristezza che avevo provato negli ultimi tempi. Ho conosciuto le mie zie, i miei cugini più grandi e finalmente mio padre. Gli ho sorriso ma provavo una grande vergogna anche se col tempo mi è passata; con lui, la prima volta ricordo che non ho aperto bocca. Dopo due settimane ho ricominciato a piangere: pensavo di non sentire più la mancanza delle Filippine e dei miei amici e invece … ogni giorno sentivo il desiderio di ritornare al mio paese, ma poi ho capito che era normale avere nostalgia. A settembre dovevo cominciare ad andare a scuola; avevo paura e il cuore mi batteva proprio come quando ti innamori … Sono entrata in quella classe piena di alunni, un luogo che mi faceva capire che tutti erano amichevoli, e infatti alla fine mi hanno accettata come compagna, ma soprattutto come amica. Una persona è diventata la mia migliore amica; adesso sono una sua compagna ma sono cambiate un po’ di cose nel nostro rapporto. Lei è italiana e sinceramente non pensavo che tra me e lei potesse nascere un’amicizia. Mentre io ero a scuola i miei genitori lavoravano da mattina a sera e non pensavo che per stare in Italia dovevi far mille sacrifici. Ho iniziato ad ambientarmi. Grazie alla scuola ho imparato molte cose: a parlare, a mangiare cibo italiano,a rispettare gli altri ma soprattutto a essere me stessa. Gli anni sono passati e io non sono ancora tornata al mio paese e ho già 15 anni: è passato un bel po’! A volte cerco di viaggiare nel passato con la mente. Certe volte sento parlare di razzismo dalle persone, dal giornale, dalla tv, ma nei miei confronti non c’è stato mai. Ognuno di noi ha un modo diverso di pensare e i miei amici mi accettano per quella che sono, per quello che penso e non hanno mai fatto riferimento al colore della pelle.

Mary Jane Tacaca 3B

Non sono più STRANIERA ….

Quando sono arrivata in Italia

pensavo che la mia vita sarebbe stata

come prima, invece mi sbagliavo.

All’inizio stavo male perché avevo

lasciato il mio paese, i miei amici e i

miei parenti, e perché in Italia non

conoscevo nessuno, mi sentivo sola e

non capivo la lingua.

Poi, col tempo, mi sono ambientata e

ho fatto amicizia con i compagni di

classe.

Adesso mi trovo molto bene, ho

tante persone che tengono a me e

che mi vogliono bene e ho capito che

le persone care non si dimenticano ,

anche se sono lontane.

Ogni tanto, però, sento la nostalgia

dei miei amici, che mi mancano tanto

e vorrei rivivere i momenti bellissimi

che ho trascorso al mio paese.

I cambiamenti che sono avvenuti

nella mia vita mi hanno aiutata a

maturare: ho capito che nella vita i

momenti belli resteranno per sempre

nei miei ricordi e mi hanno aiutato

ad andare avanti quando mi sentivo

triste e sola.

Ora la mia vita è ricca di esperienze

nuove e di amicizie e guardo con

fiducia verso il mio futuro.

Darya Sryvkina 3C

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In un altro paese Quando avevo sei anni i miei genitori decisero di farmi andare in Italia insieme a mia nonna,ma il percorso per arrivarvi fu faticoso. Prima io e la nonna, che eravamo in Ecuador, aspettammo mia zia per poi andare tutti e tre a casa sua, cioè in Spagna, usando l’aereo. Dopo noi tre andammo in Francia con il treno, perché il volo diretto in Italia era pieno e anche perché lì c’erano mio padre e un suo amico che ci aspettavano, per portarci a Milano: il cuore mi batteva forte al pensiero di rivedere mio padre, perché erano due anni che non lo vedevo. Quando lo vidi lo salutai però c’era un pò di tensione tre fra noi due, solo dopo un pò di tempo, durante il viaggio in macchina verso Milano mi sentì più a mio agio con lui. Quando noi cinque arrivammo finalmente a casa di un amico di mio padre, in Via Pellegrino Rossi, restammo lì a conoscere gli altri amici, dopo un pò di tempo nella stessa giornata arrivò mia madre. All’inizio non la riconobbi; mi andai quindi a nascondere da mio padre poi, quando mi disse che lei era mia madre mi venne voglia di piangere, infatti lo feci questo perché non la vedevo da tre anni. Lei mi chiese come stavo, cosa avevo fatto in sua assenza e come avevo vissuto la separazione da lei e altre cose riguardanti me e lei. Dopo questi brevi dialoghi io la abbracciai ed ero felice di rivederla. Quando ebbi sette anni dovetti andare a scuola che si trovava vicino a casa mia in Via Scialoia. All’inizio ebbi difficoltà ad imparare ma con il passare del tempo le difficoltà diminuirono perché io potevo imparare sempre di più. Fino ad ora non sono mai stato bocciato e adesso sono in terza media anche se non sono sicuro di saper affrontare le superiori. La scuola insegna bene perché io posso imparare delle lingue straniere , l’italiano ma anche l’inglese e il tedesco. Qui in Italia mi trovo bene e la trovo stupenda. Non ho mai vissuto un episodio di razzismo ma una volta ho visto una persona che insultava un africano solo per via del colore della sua pelle. Io non vorrei mai essere razzista e nemmeno trovarmi nei panni di quell’africano, e questo me lo ha fatto imparare la scuola, perché in quella che frequento io le classi sono miste, per esempio nella mia classe ci sono molti stranieri, incluso me, insieme agli italiani e ci troviamo bene.

Acaro Carlos 3B

Io sono un ragazzo rumeno arrivato in Italia 7 anni fa,con i miei genitori e mio fratello compiendo un viaggio in macchina,che è durato 2 giorni senza avere grossi problemi se non per il fatto che mio fratello soffre il mal d’auto e ha vomitato tante volte. Abbiamo fatto diverse soste per mangiare, bere o andare ai servizi. Arrivando in Italia non sapevo neanche dire ciao e per me è stato difficile soprattutto andare a scuola, ma nella classe in cui mi hanno messo c’era una ragazza rumena come me che mi ha aiutato molto. Oltre a lei c’era un’insegnante di sostegno per gli stranieri che mi ha aiutato facendomi compilare schede e facendomi fare esercizi. In meno di 2 mesi sapevo già parlare l’italiano così mi sono inserito bene e ho fatto tante amicizie soprattutto con un nigeriano e un italiano. Adesso sono alle medie e mi sono fatto altri amici rumeni e italiani con cui vado a giocare al parco oppure vado a casa loro e loro a casa mia. In Italia mi trovo molto bene,però mi mancano gli amici con cui giocavo dall’asilo e soprattutto mi manca il mio paese. Qui in Italia non posso fare cose che facevo in Romania dai miei nonni come per esempio cavalcare il cavallo di mio nonno oppure far pascolare le mucche e soprattutto non posso andare a giocare nella foresta di proprietà di mio zio con gli amici. Comunque anche qui esco con gli amici, però vado al parco e non mi diverto come mi divertivo in Romania. Mio padre che è qui da più anni si è inserito bene e adesso fa il camionista,un bel lavoro secondo me,tranne per il fatto che ti stanchi molto e non resti tanto a casa. Lui fa questo lavoro perché lo faceva suo nonno e suo padre; trasporta merce da Milano a Roma ;io qualche volta sono andato con lui e ho visto e imparato tante cose belle, pericolose e divertenti del suo lavoro. A mio padre però non piace il lavoro che fa e quando gli dico che vorrei farlo anche io lui si arrabbia tantissimo e dice che devo pensare a studiare. Mia mamma lavorava per una vecchia signora ma ora non ci lavora più perché è incinta. A scuola non mi insulta nessuno a causa del paese da cui provengo, però ci sono tanti ragazzi asiatici (cinesi) che vengono insultati continuamente ma io non capisco perché; infondo siamo tutti esseri umani e non ci dovremmo insultare per il colore della pelle oppure per via della diversa provenienza. E poi i cinesi hanno inventato quasi tutte le cose elettroniche e tanti altri oggetti come la polvere da sparo e i fuochi d’artificio. Spero infine che né a me né agli altri stranieri venga rivolto

nessun insulto per via del paese da cui proveniamo.

Cristian Vasile 3B

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MITO – IL COLORE DEI FIORI Moltissimi anni fa, su un’isola, vivevano dei folletti molto tristi, ma molto colorati. Si sentivano infelici, perché, ovunque si giravano, vedevano meravigliosi fiori, che, purtroppo, erano tutti grigi, perché sull’isola non splendeva mai il sole: c’erano sempre le nuvole! Una mattina i folletti si svegliarono più tristi del solito e, siccome non sapevano cosa fare, decisero di lavare i loro vestiti in secchi pieni di acqua del fiume. Li misero a bagno dividendoli per colore e all’istante l’acqua si colorò del colore degli indumenti; i folletti, stupiti, pensarono di avere le allucinazioni e decisero di togliere gli abiti dall’acqua, ma constatarono che era tutto vero, perché l’acqua era davvero colorata. Allora provarono a raccogliere l’acqua con le mani e a buttarla sul tronco di un albero e osservarono che il colore restava appiccicato; quindi, pieni di gioia, incominciarono a raccogliere l’acqua con degli annaffiatoi e a bagnare tutti i fiori, che si colorarono all’istante. Da quel giorno, fino ai giorni nostri, grazie a quei folletti, tutti i fiori nascono di mille colori diversi.

Vaccaro Giorgia IB

In un tempo molto lontano, in un villaggio di nome Pascia, viveva un popolo numeroso, con strane usanze; una tipica era quella che tutti i figli maschi, ogni giorno, dovevano andare a pescare per sfamare il popolo, L’andare a pescare era impresa non semplice, perché, ogni volta, dall’immenso cielo arrivava un grave pericolo: un grosso e pericoloso rapace volteggiava in alto con l’intenzione di rapire uno dei ragazzi. Per questo motivo i ragazzi avevano formato un gruppo molto compatto. Purtroppo un giorno, mentre il gruppo si avviava per la solita pescata, il pericolo cominciò a farsi minacciosamente sentire; ovviamente i ragazzi si organizzarono per la difesa. Arrivarono alla loro canoa e si misero a remare, osservando sempre il cielo. Fra tutti, Athos era il ragazzo più intelligente e soprattutto coraggioso, tanto è vero che tutti lo ammiravano. Mentre erano intenti alla pesca, con incredibile velocità il rapace si avventò sul gruppo e ghermì Athos e se lo portò in cielo. Il ragazzo, malgrado fosse sospeso in aria, non si spaventò, anzi con grande coraggio iniziò a difendersi, dimenandosi, tanto da costringere il rapace a planare su una radura. Qui ebbe inizio una violenta lotta, anche alla presenza dei compagni di Athos, che nel frattempo li avevano seguiti. La lotta sembrava non finire mai e, con fasi alterne, l’uno sembrava prevalere sull’altro, infine con un gesto astuto, Athos riuscì ad avere la meglio sul rapace. Gli restava soltanto di finirlo, anche perché incitato a farlo dai suoi compagni. Ma all’improvviso il grande rapace parlò, supplicandolo di essere risparmiato. Tra lo sbigottimento generale, Athos ebbe la prontezza di chiedergli il perché di tanto accanimento verso gli esseri umani e soprattutto su di lui. Il rapace confessò che se fosse riuscito nell’intento di ammazzarlo, avrebbe dato in pasto ai suoi piccoli il corpo di Athos, per far sì che diventassero forti e coraggiosi come lui. A quel punto Athos capì e giustificò il pensiero del rapace, ma gli spiegò che per far crescere bene i suoi piccoli sarebbe bastato che essi avessero osservato il coraggio e la capacità del loro genitore. A quel punto il rapace, avendo capito la lezione, ringraziò e si alzò in volo. Per tutto il suo popolo Athos divenne un mito e ai suoi compagni continuò ad insegnare l’astuzia e il necessario coraggio per vivere.

Di Figlia Manuel IB

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L’ ORCO VEGETARIANO

C’era una volta, in un lontano regno, un orco, che era, diciamo, molto, ma molto strano; la sua stranezza stava nel fatto che lui era.....vegetariano !! Avete capito bene !! Tutti i giorni l’orco andava nell’orto di un contadino e urlava:”Esci umano e dammi tutti i tuoi ortaggi, altrimenti ti mangerò vivo!” , ma l’orco in verità mentiva, perché lui non era in grado di mangiare carne, mangiava solo verdura!! I contadini, però, spaventatissimi, gli davano tutti i loro ortaggi, finché un giorno, un contadino, dopo che l’orco se ne era andato, decise di salire sul suo carro e recarsi dal re per riferirgli tutto quello che accadeva. Il re inviò molti soldati alla ricerca dell’orco, ma anche loro molto spaventati, non appena furono giunti davanti alla caverna dell’orco, se la diedro a gambe levate, tranne due, per l’esattezza due fratelli, che decisero di farsi coraggio e di avventurarsi nella caverna. Arrivati in fondo trovarono l’orco addormentato vicino a una enorme quantità di ortaggi; mentre i due fratelli cercavano di decidere il da farsi, l’orco si svegliò e disse loro:” Che ci fate voi qui?” I due terrorizzati cominciarono a scappare, ma l’orco li fermò, dicendo loro:” Fermi, non andate via, vi prego! Non ho nessun amico! In verità io non mangio carne, mangio solo verdura, sono...vegetariano!” Allora i due soldati gli dissero:” Ma perché vieni a terrorizzare i nostri contadini, minacciandoli di mangiarli?” e lui :” Perché se no morirei di fame e quindi mi faccio dare il cibo in questo modo!” A quel punto i due fratelli gli risposero:” Ma bastava dircelo e noi ogni tanto ti faremo avere tutte le verdure che vorrai! L’importante è che prometti di non venire più a spaventare gli abitanti dei nostri villaggi”. Alloro l’orco fece solenne promessa di non terrorizzare più i contadini e da quel giorno tutti vissero felici e contenti...compreso l’orco!!

Zhu Alessandro Mao Wei I B

Mito-Le Stelle Marine

In principio il cielo era illuminato da molte più stelle che non si stancavano mai di lavorare, perché quando da una parte del mondo c’era il giorno, dall’altra c’è la notte. Anche se erano un po’ stanche dalla loro vita movimentata, erano certe che non ci fosse posto più bello e più tranquillo del cielo e per questo rimanevano lì. Ma la Luna, invidiosa perché le stelle sminuivano la sua importanza nella notte, era arrabbiata con loro e una notte andò loro incontro e le aggredì a colpi di pietra. Le stelle cercarono di difendersi in tutti i modi , ma alcune di loro vennero ferite e caddero dal cielo: finirono nel mare e, annaspando per lo spavento, si adagiarono sui fondali. Dopo qualche settimana guarirono; decisero allora di non tornare in superficie. L’oceano era molto calmo e loro non dovevano più lavorare. E lentamente, dopo tanti, tanti secoli, si trasformarono in quelle che noi, oggi , chiamiamo “ stelle marine”.

Bruseghini Nicoletta 1^B

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Ciao a tutti, amici roditori e uomini. Mi chiamo Banny sono un coniglietto nano di tre anni. Sono arrivato nella famiglia che mi ospita quando avevo due mesi. Nel corso degli anni, che ho trascorso in questa casa, sono successi episodi divertenti ed altri più tristi. Ora ve ne racconterò qualcuno ………….. Uhm …… allora ….. partiamo dai più spaventosi e tristi. Quando avevo solo un anno è successa una cosa davvero terribile, mentre ero sul balcone a fare una passeggiata, sono inciampato e ….. mi sono rotto un’unghia!! Ragazzi che esperienza!! Il sangue sgorgava dal mio dito … non sapevo più cosa fare!! Ero in preda al panico!! Poi, per mia fortuna sono arrivati i miei padroni, abbiamo fatto una corsa con la macchina verso il veterinario. Siamo andati a tutta birra, pensavo di morire, il sangue continuava a sgorgare abbondantemente. Arrivati dal veterinario, mi hanno disinfettato e fasciato la zampetta. Mamma mia che dolore…!! Ora se ripenso a tutta questa storia, mi vengono ancora i brividi…. Ragazzi, cambiamo discorso …. Ora vi narrerò qualche episodio divertente! Un giorno i miei padroni, si sono dimenticati di chiude la gabbia quando sono usciti e io sono corso sul letto della mia padroncina, dove ci sono tanti animaletti come me. Ho giocato tutto il tempo con loro, li mordevo, li buttavo giù dal letto, insomma ci siamo divertiti un mondo!! Poi ero così esausto che mi sono appisolato sul lettino e sono rimasto lì per un po’ di tempo …. Mentre dormivo sono arrivati i miei padroni, la gabbia era vuota, così hanno iniziato a cercarmi, quando mi hanno ritrovato dormicchiavo ancora, loro mi hanno svegliato e si sono accorti che avevo tutte le zampette colorate …. Così mi hanno pulito e poi messo in gabbia … Questo è stato un episodio divertente, ne sono successi anche molti altri, una volta stavo facendo un giretto, ho sentito dei rumori, dalla paura mi sono girato di scatto e ho sbattuto con il musino contro il muro … è divertente però ragazzi che dolore!! Altri episodi molto importanti per me sono stati quando i miei padroni mi hanno preso in braccio per la prima volta, mi hanno coccolato e accudito con immenso amore. Ora vi saluto, perché è l’ora della mia passeggiata quotidiana … a presto saluti Banny.

Giulia G. e Alessandro M. 2A

L’adolescenza è quel periodo della vita in cui non si è né bambini né adulti, quindi è una fase intermedia non sempre facile da vivere. Avvengono molti cambiamenti soprattutto nel fisico, cambiano l’altezza, i lineamenti e per noi maschi anche la voce. Per alcuni spuntano anche i brufoli e così, quando ci si guarda allo specchio, ci si spaventa anche un po’! Se aggiungiamo anche l’apparecchio per avere da grandi dei bei denti, il quadro è completo. Il carattere e i gusti cambiano, così molte cose perdono interesse ed altre lo acquistano. Si desidera fare le cose in modo autonomo, per esempio andare a scuola da soli, prepararsi il cibo ed avere le chiavi di casa. E’ bello trovarsi nel pomeriggio con qualche compagno a fare i compiti, perché ci si aiuta a vicenda e ci si scambiano le idee. Mi piace avere uno spazio che sia solo mio, dove conservo le mie cose e ne ho cura. Certi giochi non li uso più, però non voglio buttarli, perché mi ricordano un periodo della mia vita non molto lontano ma bello. Il rapporto con i miei genitori per ora non è cambiato e spero che non cambi, la stessa cosa posso dire verso i miei compagni. Mi piace andare a scuola, imparare cose nuove anche se il passaggio dalla scuola elementare a quella media mette un po’ di preoccupazioni. Sentiamo ripetere da tutti che l’adolescenza è un periodo difficile, però ci passiamo tutti e visto che è un passaggio naturale dobbiamo affrontarlo senza vergognarci di chiedere aiuto in caso di bisogno.

LUCA LEONI I A

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Chango le chiamava gridando, ma erano così spaventate…, forse non udivano nemmeno la sua voce. A fatica, una dopo l’altra, riuscì finalmente a raggrupparle. Le condusse in un rifugio sicuro, tra le rocce, in attesa che dileguasse la tormenta. Ma quando le contò si accorse che ne mancava una. -La Moretta!- gridò. E uscì di nuovo all’aperto, sotto la pioggia. Forse era caduta in un burrone. -Moretta! Morettina! Dall’alto del sentiero vide là in basso, nella vallata verde, un gregge innumerevole di lama. Mai ne aveva visti tanti insieme. Continuavano il loro cammino ordinati, tranquilli, come se qualcuno li guidasse, e salivano, salivano. Sembrava non ci fosse nessun pastore… -Deve essere Coquena- pensò -il dio nano che li conduce. Solo lui ha il potere di rendersi invisibile -Coquena! Coquena! Per favore aiutatemi!- E si mise a correre verso il gregge. -Coquena! Coquena!- I lama erano spariti dietro il sentiero e si vedeva solo la valle, già quasi al buio, che s’illuminava a tratti per il bagliore improvviso dei fulmini. Notò qualcosa di strano disteso sulle pietre. -Morettina!- esclamò con gioia. –La mia Morettina! Ma quando si chinò si accorse che non era la sua capra, era un lama piccolino e, a quanto sembrava, ferito. -Dev’essere del gregge- pensò e l’accarezzava. -Poverino! Non avere paura. Mi prenderò cura di te. Ma tu stai tremando, e il mio poncho è così fradicio. Ti condurrò dalle capre. Quando sarai guarito ritornerai al tuo gregge. Gli parlava con tenerezza ma, come si chinò per alzarlo, invece del piccolo lama si trovò davanti lo stesso Coquena. Chango non riuscì a spiaccicar una sola parola. Allora parlò Coquena: -Sei buono, piccolo Chango, molto buono. Dimmi ciò che desideri. Vuoi oro? Vuoi argento? Un gregge immenso che copra tutta la vallata? -Ti ringrazio, Coquena. Non voglio niente di tutto ciò. Però, ti scongiuro, aiutami a trovare la mia Morettina. Al dio nano luccicavano gli occhi di contentezza e, indicando con la sua mano di lana verso nord, disse: -Cammina fin dove termina il sentiero, gira a sinistra e troverai una grotta. Tutto ciò che vedrai vicino alla tua capra sarà tuo. Questa è la volontà di Coquena. E sparì. Nella grotta Chango trovò la Morettina e vicino a lei una borsa enorme piena di monete d’oro e d’argento. Quando riprese il cammino verso casa con le sue cinque capre cominciava appena ad albeggiare. La pioggia era cessata. Ogni tanto lui si voltava, e lassù, in lontananza, gli sembrava di vedere ancora le schiene vellutate dei lama di Coquena

che camminavano in fila contro il cielo.

CLAUDIA LEON 1A

Chango conduceva al pascolo le capre. In verità erano poche, solamente cinque, ma lui le chiamava “il mio gregge”. Dedicava loro tutto il suo tempo, come se fossero chissà quante, andando in cerca di pascoli erbosi e d’acqua limpida. Gli altri pastori della zona, vedendo di quanto amore circondava le sue caprette, si burlavano di lui, così per divertirsi: -Attento al gregge, Chango! -Non ti sbagliare a contarle! -Sei certo che ci sono tutte?– Chango rispondeva sempre sorridendo: -Cinque sono più di una e una è più di nessuna… I pastori che possedevano greggi numerose un giorno gli dissero: -Perché non vai dall’altra parte della grande montagna? C’è un fiume limpido e tanta erba tenera, tenerissima. -E in quantità enorme. Così le tue caprette potranno finalmente saziarsi tutte quante… -E voi perché non ci andate?- rispose Chango. -Veramente è un po’ lontano… - E il viaggio è pericoloso- soggiunse un altro. -Io ci vado- disse Chango felice. -Per cinque capre? Sei matto! -Sì, sì, ci vado. Qui il pascolo è magro e le poverine diventano sempre più deboli. E se ne andò canticchiando con le sue caprette, alla ricerca di pascoli teneri. Sempre più ripidi si facevano i fianchi della montagna, a misura che saliva le rocce, sempre più spoglie e dure. Dopo aver camminato tanto per sentieri desolati e strettoie pericolose, giunse nella valle. Rimase sbalordito: un pascolo così bello non lo aveva visto mai. C’era mai stato nessuno? -Eppure è così grande!- esclamò –e verde! Qui potrebbero pascolare moltissime capre! ...devo dire agli altri di venire. Le capre giocavano nell’erba dando salti come fossero ammattite e mangiavano a sazietà. Chango, seduto per terra, le guardava soddisfatto: -Come sono belle!... Quando la Moretta avrà un capretto, saranno sei, e sei capre sono più cinque, e poi anche la Pezzetta ne avrà uno e allora saranno sette, e sette capre sono più di sei… e poi… Chango accarezzava questi pensieri, quando si accorse che stava facendo notte. -Bene, golosone! E’ già tempo di tornare a casa. Andiamo! Molte nubi coprirono il cielo e si fece subito buio. Dapprima caddero alcuni goccioloni poi si scatenò la tormenta. Il vento soffiava così forte che bisognava afferrarsi alle rocce per non essere portati via. Veniva giù la pioggia a catinelle, a torrenti. Il tuono assordante spaventava le capre che si sbandavano per ogni dove.

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Una bambina di nome Kelly un giorno partì con la sua famiglia per trasferirsi in campagna in una casa sperduta nel bosco. Il marito di sua mamma non era suo padre,era ricco ed aveva anche la servitù in casa; sua mamma era in gravidanza e perciò la bambina non poteva essere molto seguita dai genitori. Si rifugiò nei libri di avventura, di fantasia e di racconti magici .Passarono i mesi e Kelly vide il ventre di sua mamma crescere e pensò che quando quella creatura sarebbe nata avrebbe potuto giocare con lei. Un po’ di giorni dopo la mamma iniziò ad avere problemi dovuti alla gravidanza e a lei fu detto di non essere di impiccio perciò andò nel bosco con due o tre libri sotto il braccio. Iniziò a leggere un libro che riguardava la superstizione e i rituali magici. Quando aprì quel libro per la prima volta leggendo il primo capitolo sembrava che fosse proprio rivolto a lei. Parlava infatti della mamma della protagonista, della sua gravidanza e della sua morte. All’ inizio pensava che si trattasse solo di una coincidenza ma quando alla sera tornò a casa e non le fu permesso di vedere la mamma per le sue gravi condizioni , tutto divenne una certezza. La sera stessa quando andò in camera sua a dormire,prima di addormentarsi lesse alcune pagine del libro e scoprì che per salvare la mamma c’era solo un modo, superare delle prove. Le prove erano due: per prima cosa doveva trovare una chiave,e per seconda doveva entrare all’interno in un albero magico e prendere la fibra di Enthers senza farsi vedere dai centauri. Come indicato dal libro, la mattina dopo lei andò alla riva del fiume ed improvvisamente uscì un tritone che le consegnò la chiave con la quale Kelly avrebbe aperto la stanza della mamma, il “padre” di Kelly infatti aveva chiuso la porta della stanza della moglie a chiave in modo che solo lui e le cameriere potessero entrare. Senza dire niente a nessuno Kelly andò nel bosco come indicato nella mappa per superare la seconda prova ed entrò nell’albero magico. Da fuori sembrava piccolo ma quando ci entrò non lo era ,era rugoso composto da tanti intrecci e foglie. Kelly non sapeva dove si trovasse la fibra di Enthers e perciò andò a cercarla nella parte azzurra dell’albero (l’ albero era diviso in colori e in ogni colore c’erano parecchie fibre),dopo averla trovata cercò l’uscita ma siccome l’ albero era enorme non si ricordava dove fosse, perciò cercò qualcuno a cui chiedere informazioni. Sul cammino incontrò due centauri e ad loro domandò dove fosse l’uscita, loro risposero che “non lo sapevano” e perciò Kelly si allontanò senza alcun problema ma i due centauri la raggiunsero alle spalle e la spinsero a terra,lei si rialzò velocemente e scappò verso la parete rugosa,continuava ad indietreggiare perché i centauri si avvicinavano sempre più finché si appiccicò alla parete e svanì nel nulla. Solo quando fu fuori al sicuro capì che era stato sufficiente appoggiarsi alla parete della pianta per trovare l’uscita. Alla sera arrivò a casa e lesse tutte le istruzioni per preparare la tisana della guarigione per la mamma che ormai era in fin di vita. Dopo essersi fatta aiutare dalla cameriera prese la chiave e aprì la porta della stanza e con molta fretta le ordinò di bere la pozione perché sentiva già i passi di suo padre che saliva le scale, la madre obbedì fiduciosa. Intanto suo padre urlava disperato perché non era stato rispettato il suo ordine di non entrare nella stanza, portò fuori la figlia e mentre la rimproverava sentì aprirsi la porta: si girò e con meraviglia vide sua moglie camminare …

Bortolotto 2B

Spesso ci sono giorni in cui avvengono eventi atmosferici mozzafiato, come il temporale. Questo può avvenire in tutte le stagioni, ma secondo me soprattutto in estate. A volte può anche spaventare, sia noi umani che gli animali, che si nascondono nelle loro tane spaventati aspettando che passi il maltempo. Tutto intorno è buio e c’è silenzio e poi arriva, in un batter d’occhio il fulmine, che è spettacolare e preannuncia l’arrivo del tuono. Solitamente io guardo il temporale seduta sulle morbide coperte del mio letto che è vicino alla finestra. Quando lo guardo, però, sento che in me cambia qualcosa, come se il temporale fosse in grado di risvegliare la parte cattiva e cupa di me che solitamente dorme. E allora cambio umore, divento burbera e poi calma, e così via. Il temporale può provocare conseguenze innocue oppure gravi. Se il temporale è stato leggero, al massimo aumenta il traffico in città. Se il temporale è stato forte, può spazzare rami o tutto l’albero e se invece è stato molto forte, può provocare allagamenti o far straripare un fiume. Il temporale però può anche solo rinfrescare, dopo una giornata estiva molto calda e portare anche un bel venticello fresco. Dopo il temporale è difficile camminare per strada perché ci sono larghe pozzanghere o tanto fango; dagli alberi poi, cadono le gocce di pioggia accumulate sulle foglie, che con il sole sembrano brillare. Inoltre c’è sempre il rischio che ricominci a piovere da un momento all’altro e quindi le persone escono con ombrelli, k-way e mantelline impermeabili che ingombrano e danno solo fastidio. Uno dei motivi per cui mi piace il temporale è che se quando smette di piovere esce un raggio di sole è probabile che esca l’arcobaleno. Da casa mia poi si vede benissimo. Il temporale mi piace anche per il rumore provocato dalle gocce quando picchiettano insistentemente contro i vetri delle finestre. Mi piace quando la pioggia passa attraverso la luce dei lampioni ed emana ai miei occhi una sensazione di caldo-umido che mi tranquillizza e mi calma. L’unico motivo per cui non mi piace il temporale è che mi lascia una sensazione di “bagnato” addosso insopportabile. Fino a qualche anno fa il temporale mi spaventava molto e non mi faceva dormire. Adesso invece, insieme alla neve, è il mio evento atmosferico preferito. Per tutti questi motivi che ho raccontato,forse,

non vedo l’ora che arrivi il prossimo temporale.

Montini Sara 3B

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Spero

che un giorno qualcosa cambierà.

Che un giorno dal cielo

scenda tra noi un angelo

che porti pace e serenità

a tutta l’umanità.

Che sappia ridere e scherzare,

perché non ci sia più guerra

perché tutti si possa giocare.

Che metta nella mente dei potenti

pace, amore e sentimenti.

Elisa Cofano 2°B

So distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato;

so riconoscere la verità dalla menzogna ;

so vedere lontano con il cannocchiale;

so navigare su internet;

so che non so volare;

so di avere molti amici;

so di avere altrettanti nemici;

so di avere trovato un’amica speciale;

so riconoscere la bontà dalla cattiveria;

so capire quello che la gente vuole dire;

so chi sono gli altri ma non so chi sei tu;

so chi scegliere ma non so cosa fare;

so ridere con chiunque;

so amare senza ricevere amore;

so prevedere il tempo dal canto degli uccelli;

so ridere senza possedere niente;

so chi siete voi ma non so chi sono io;

so distinguere dal bianco dal nero;

so che ricorderò tutti i momenti più belli della vita;

so cos’è la vita.

Classe 2°B

NON C’È BENE SENZA MALE

Ti amerò

come la primavera ama i suoi fiori.

Canterò il tuo nome

come il vento canta le sue note.

In silenzio ascolterò chi di te mi parlerà

E odierò chi da me ti allontanerà

E farò del bene a chi da me ti riporterà.

Perché non c’è bene senza male

e non c’è male senza bene

Come non c’è luce senza buio e buio

senza luce.

Rossella Spadari 2 B

FILASTROCCA DELL’AMICIZIA

Si scordano i sogni,

Si scordano i guai,

Ma i veri amici...

Non si scordano mai!

VACCARO GIORGIA IB

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38

Ti aspetterò

A braccia aperte..

Ti continuerò ad amare

Perché mi piaci troppo..

Mi mancherai …

Se non resterai vicino a me ..

Mi porrò una domanda

Di cui la risposta

Saprai solo tu..!!

Forse non ti piaccio …

Ma ti prego, pensa a queste parole

E poi dimmi cosa ne pensi,

E ricordati …

Io smetterò di amarti

Solo quando il vento smetterà di

soffiare …!!!

Ilaria Santini 2°B

AMICO Potrei stare in silenzio

con te anche tutta la sera

senza paura senza noia

Potrei stare zitta a guardarti e so che capiresti.

Perché sei un amico,

custode della mia anima. Jacopo Eccli 2D

Autoritario

io sono un personal computer,

contengo centinaia anzi,

migliaia di informazioni.

quando sono stanco

vado in tilt

e quando parlo troppo

vengo spento.

vivo di elettronica ma,

se voglio

possiedo anche un cervello

Gabriele Ignoti 2D

Autoritratto

Io,

Sinuosa come un Gatto

Curiosa come un Gatto

Misteriosa come un Gatto

Sto dietro una finestra

Celata da una tenda

Aspettando una carezza

Che mi apra il cuore

J.M. 2D

Insieme È Meglio

tu non sei come me, tu sei diverso

ma non sentirti perso… anch’io sono diverso…

siamo in due se metto le mie mani

con le tue certe cose so fare io ed altre tu e insieme sappiamo fare di più

tu non sei come me siamo fortunati

perché non siamo uguali ma tutt’e due siamo speciali.

Charlotte N. 2D

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PENSIERI DI UNA ADOLESCENTE

Oggi mi ritrovo a sognare, chiusa

in un silenzio che mi bagna il viso.

Il mondi si diverte

Tutti ridono

Scherzano, fanno festa e io

invece mi sento sola:

nessuno mi capisce

mi sembra che la vita non abbia

senso

ma tutto può cambiare…

Marcella 2D

IO, VASO DI CERAMICA

Io, vaso di ceramica, decorato tutt'intorno sono la casa dei fiori.

Se non mi curate ogni giorno

i fiori appassiranno.

Non prendetemi in giro solo perché sono solo un vaso

ma cercate dentro di me la mia vera bellezza.

Irene Aldovini 2D

L'AMICIZIA E' MERAVIGLIOSA!

L'amicizia è sincera, hai un amico che cammina al tuo fianco,

che ti consola, che ti rallegra, un amico che si confida con te

e che ti rivela i suoi segreti più grandi.

L'amico è vicino a te anche nei momenti più cupi e tristi della tua

vita, nelle tue vittorie e nelle tue sconfitte,

c'è sempre! Irene Aldovini 2D

Un Amico

un aiuto sincero

un dolce conforto

un tesoro, un sorriso

e’ un amico

un caldo abbraccio

un ricordo felice

una spalla su cui piangere

e’ un amico

le sue parole

e confidenze

riempiono il cuore

questo e’ un amico

YASMINE A. 2 D

Sono a scuola

e ti penso,

tutto il mondo

non ha senso,

se mi interroga

la Prof di Italiano

le rispondo

che TI AMO

e se incontro il bidello

dico che l’amore è bello.

A scuola ..

c’è un ragazzo che

vuole prendere

il tuo posto

ma non mi importa

e sai perché???

Voglio amare solo TE

Mary Jane Tacaca 3B

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Una nuova esperienza: ascoltare un libro. Quest’anno noi ragazzi della II C abbiamo fatto un’ esperienza mai fatta prima d’ora. Con la prof. Di Italiano abbiamo deciso di dedicare un’ora del piano di studi alla lettura di libri. Apparentemente fin qui non ci vedrete niente di innovativo ma in realtà invece che leggere un libro lo abbiamo ascoltato. Si, avete letto bene perché abbiamo ascoltato un audiolibro. Si tratta della registrazione della lettura di un romanzo da parte di un attore che recita i fatti narrati accompagnato da rumori e musiche. Noi abbiamo ascoltato il romanzo “900” di Alessandro Baricco, registrato da Eugenio Allegri del laboratorio teatrale Settimo. All’inizio è stato un po’ strano abituarsi a questa voce che raccontava le avventure del pianista del Virginia, ma è bastato concentrarsi un po’ e siamo rimasti travolti dalla storia! La voce del narratore era coinvolgente, con un simpatico accento americano che aiutava a “creare” l’ atmosfera assieme alle musiche e ai suoni di sottofondo. L’esperienza è stata rilassante ed allo stesso tempo emozionante. Mentre ascoltavamo, alcuni chiudevano gli occhi per concentrarsi meglio e altri fissavano un punto nel vuoto perché veniva spontaneo immaginarsi le scene, i personaggi le ambienti del romanzo. Pensate che la maggior parte di noi ha immaginato i personaggi allo stesso modo! Durante l’ascolto in classe tutti eravamo tranquilli e rilassati, nessuno parlava, eravamo tutti presi dalla narrazione. Scoprire che i libri si possono anche ascoltare è stata una rivelazione, questa nuova esperienza ci è piaciuta molto tanto che abbiamo considerato interessante consigliarla a tutti voi! Su internet si possono trovare tantissimi audiolibri…provare per credere!

Francesca Mulè 2 C

Ciao a tutti !!!

Volevo raccontarvi un' esperienza che ho fatto con i miei compagni di classe del tempo prolungato, durante il primo quadrimestre. Ogni mercoledì, nelle ore di manualità, abbiamo partecipato al laboratorio "USA E RIUSA ", organizzato dalle prof. Calderara e Bombini. L'attività consisteva nel creare collane, bracciali, orecchini, utilizzando il materiale recuperato dalla bigiotteria che le nostre mamme non usavano più. La prof. Bombini da tempo coltiva questa passione ed è stata lei a svelarci ogni trucco per creare splendidi bijeoux!!! Il procedimento era semplice, ci dividevamo in diversi gruppi di lavoro, ognuno aveva un compito: c'era chi doveva smontare le collane e recuperare il materiale, chi con la prof. Calderara realizzava perline, ciondoli con das, cernit da utilizzare per le creazioni, chi si occupava di progettare e poi costruire l'oggetto!!! Era molto divertente e tutti si sono divertiti, alcuni di noi si sono anche appassionati!!! Tutte le realizzazioni sono state esposte e messe in vendita all'open-day e durante la festa di Natale. Abbiamo guadagnato molto, divertendoci!!! Lo scopo della vendita era recuperare fondi per finanziare lo stesso laboratorio. Abbiamo infatti comperato altro materiale come perle in vetro, fili, monachelle per orecchini, fili in metallo ... Ragazzi è stata un' esperienza che spero facciate anche voi, io vorrei rifarla anche perché è durata solo un quadrimestre e si sa che quando si fa qualcosa che ci piace il tempo passa troppo in fretta!!!

Sara Trocino 2C

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ADOZIONE A DISTANZA: AMORE SENZA CONFINI Nel corso dell‟anno scolastico 2009/10 gli alunni della scuola media „Buonarroti‟ hanno aderito all‟iniziativa dell‟ADOZIONE A DISTANZA di un bambino in difficoltà. “Adottare a distanza” significa prendersi cura di un nostro coetaneo senza sottrarlo agli affetti familiari. Abbiamo scelto, con l‟aiuto di una professoressa della scuola, di donare la cifra raccolta (200€) alla Fondazione PIME. Dopo le festività natalizie la prof. ci ha portato la foto e alcune notizie riguardanti il paese del bambino. Nostro “fratello” si chiama Jananaroy Bansilian, ha 8 anni, vive nelle Filippine nella Missione di Arakan Valley dell‟Isola di Mindanao. Janaroy ha 5 fratelli e 1 sorella. La missione, che conta 50 villaggi, si trova a 60 Km da Kidapawan. L‟aspirazione di tutti gli abitanti è la scuola, possibile purtroppo solo a pochi. Per questo grazie al sostegno a distanza, i padri missionari sperano di aiutare tanti ragazzi per le spese scolastiche, iscrizioni, divise, libri, materiale di cancelleria, assistenza medica e così via. Per noi alunni della 3^ B questo gesto è stato molto importante perché abbiamo capito che la solidarietà non è solo la condivisione di un bisogno concreto ma la consapevolezza che creare legami e stringere amicizia è il miglior modo di crescere.

Gli alunni della 3B

Caffè Letterario

Dopo aver studiato in Storia e Letteratura il

movimento degli illuministi, nella nostra classe abbiamo pensato di organizzare un

“Caffè letterario” tutto nostro, ispirandoci proprio al lavoro degli illustri intellettuale

milanesi del 1700 che allora decisero di cambiare il mondo, diffondendo nuovi ideali.

“Il caffè letterario della 2C” consiste nel riflettere tutti insieme sui problemi della

società, in particolare del nostro quotidiano, cercando delle soluzioni che possano

migliorare le prospettive del nostro futuro. Per esempio il primo problema che abbiamo

trattato è stato quello del fumo, ormai divenuto un vizio anche per i ragazzi della

nostra età. Abbiamo fatto delle ricerche su internet,

abbiamo intervistato genitori e amici per

capire perché avessero iniziato a fumare. Abbiamo capito che molti iniziano a fumare

per sentirsi parte del gruppo, per sentirsi grandi oppure per lo stress psicologico e

addirittura per trovare un diversivo perché hanno una vita noiosa.

Sembra proprio che la colpa sia degli adulti perché danno il cattivo esempio. I ragazzi

della nostra età iniziano a fumare perché vogliono sentirsi adulti, perché gli adulti

fumano! In più, nonostante il Governo abbia vietato la vendita di sigarette a ragazzi dai

16 anni in giù, molti tabaccai continuano a vendere pacchetti di sigaretti a tutti, senza

chiedere documenti.

Una delle soluzioni potrebbe essere quindi quella di controllare ancora di più la vendita

di sigarette e sanzionare pesantemente chi viola la legge, il massimo sarebbe convincere

gli adulti che se i loro figli iniziano a fumare è per colpa loro quindi converrebbe smettere!

Secondo noi anche parlarne a scuola può servire, “il caffè letterario” infatti ci ha

aiutato a vedere oltre le apparenze, quegli amici con la sigaretta in bocca che ci

sembravano dei “grandi” da imitare per sentirci tali ora ci appaiono come degli

“sfigati” perché si vantano di fare una cosa che in realtà gli rovina la vita.

2 C

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QUESTI FANTASTICI

ANNI

“I Nostri Ricordi”

Alla fine della terza media ci sembra di vivere un de-javù, di provare quasi le

stesse sensazioni dell’ultimo anno delle elementari.

Ci sembra che il tempo sia passato velocemente, troppo velocemente.

In prima vedevamo quelli più grandi di noi, ci sentivamo piccoli e volevamo arrivare

subito in terza, adesso che ci siamo arrivate, vorremo rivivere quelle

fantastiche esperienza fatte nel triennio. Questi 3 anni però non sono stati sempre “rose e fiori”, infatti abbiamo anche avuto momenti “no”, come ad esempio liti fra di noi, brutti voti ecc... che però (per fortuna)

si sono sempre risolti nel migliore dei modi.

Sembra quasi ieri che siamo entrate in questa scuola e ora dobbiamo già lasciarla

e concentrarci sugli esami. Tra pochi mesi frequenteremo una nuova scuola, conosceremo nuovi compagni e dovremmo ricominciare tutto da capo. Abbiamo sempre pensato che questa

scuola non sia un gran che, per quanto riguarda l’edificio, ma ci siamo affezionate

alle persone che abbiamo conosciuto, e adesso che è giunto il momento di separarci da loro sappiamo che ci

mancheranno moltissimo. Ci mancheranno i nostri compagni, la

nostra classe, i nostri fantastici momenti trascorsi insieme, ma ci mancheranno...

anche le prof. UN SALUTO DI CUORE DA

Lynde Asuncion, Valentina Torchia, Gaia Hu 3C

GLI ANNI DELLE MEDIE Gli anni delle medie sono importanti per la crescita di noi ragazzi. Io alle medie ho vissuto il primo anno bruttissimo perché sono andata in una scuola in cui non mi trovavo affatto bene. Dalla seconda tutto è cambiato gli amici, i prof, la scuola … quando sono arrivata alla scuola media Scialoia mi sono sentita bene e ho trovato dei compagni di classe fantastici. Grazie a scuola natura ho legato con gli altri compagni di altre classi e soprattutto con i miei, ogni giorno che passava eravamo sempre più uniti sia come classe che come amici. La nostra è ed era una classe che fa sentire a proprio agio tutti nessuno viene escluso. Ma i giorni sono passati troppo velocemente e così siamo arrivati in terza media dove alla fine dell’anno ci aspetteranno gli esami ma soprattutto lasceremo la nostra classe, i nostri prof e i nostri compagni; Io per esempio da un lato desidero che la scuola finisca, ma dall’altro no perché perderò quelle persone che ormai sono la mia “seconda famiglia”. Solo al pensiero mi fa stare male perché questo significa ricominciare altri anni con un’altra “classe” e questo è bruttissimo perché i primi giorni ti mancheranno la tua classe, i tuoi compagni la tua scuola. In terza ognuno di noi pensa “ormai siamo noi i più grandi della scuola” questo è vero ma se poi pensi che quando andrai alle superiori sarai te quella persona più piccola della scuola e non ti sentirai più così “grande”. Io credo che quando si iniziano le medie ogni giorno va ricordato e va impresso nella mente però il giorno passa in fretta, i mesi gli anni volano via e mi viene da piangere solo al pensiero che fra qualche mese tutti i nostri anni insieme finiranno, le battute in classe, le gite che ci hanno uniti ecc… Insomma io questi giorni me li sto proprio fotografando nella mente per non scordarli mai, perché anche se la scuola può non piacere bisogna ricordarsi che a scuola hai la tua “seconda famiglia” e per alcuni la “prima” perché è proprio qui che ti diverti e passi gli anni più belli della tua vita. Quindi ragazzi “Godetevi questi anni perché passano velocemente!”

Annalaura Priolo 3C

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Incontro a scuola con Enrico Comi Il giorno 12.04 abbiamo partecipato al “Progetto salute, droga perché…?” tenuto da Enrico Comi, un ex tossico dipendente. Ci ha raccontato la sua esperienza in merito alla droga; un’esperienza, a parer mio, molto interessante e quando l’ascolti non rimani indifferente…Per lui tutto è iniziato quando aveva 14 anni; come suo solito andò nella piazzetta principale di un paesino vicino a Brescia dove lui, insieme alla sua famiglia, viveva. Uno dei suoi amici iniziò a preparare una canna e a fumarla; Enrico a questa visione, ebbe molta paura (anche io ne avrei avuta!) perché,i suoi genitori, gli avevano sempre detto di stare alla larga dalla droga perché faceva male. Scoprì che il suo amico non stava affatto male anzi, si sentiva sempre più potente, sempre meglio… Stupito iniziò a fargli moltissime domande, lui rispose con affermazioni non veritiere; Enrico, ingenuo volle provare….Ecco, in mezz’ora gli sarebbe cambiata la vita… Mi fermo un attimo per aggiungere alcuni dati che ci ha rivelato mentre riviveva questo terribile episodio della sua vita anche se non dimostrava imbarazzo(questa caratteristica mi è piaciuta molto!). Enrico mentre parlava, ci poneva molte domande; ma non sempre noi sapevamo rispondere in maniera corretta. Ad esempio alle domande “che cos’è una droga” “quali effetti ha” “da che cosa viene estratta” “perché si inizia”, noi abbiamo risposto ipotizzando ma non ne eravamo sicuri…. Una droga(ci ha spiegato) è semplicemente una sostanza illegale che crea dipendenza, è come se fosse sinonimo di veleno. Gli effetti della droga dipendono dalla quantità assunta, ad esempio in piccola quantità è stimolante. Solitamente la droga viene estratta da piante naturali; ad esempio l’eroina viene ricavata dalla morfina (usata anche in campo medico) che a sua volta viene ricavata dall’oppio che a sua volta si estrae dal papavero. Enrico ha detto che è difficile motivare questa scelta, solitamente si inizia perché si sta passando un periodo buio o anche solo per gioco. A 14 anni, abbiamo detto prima, lui ha iniziato a farsi la prima canna… Per qualche anno fumò solamente canne aumentando però la frequenza con cui fumava. Enrico in pochi anni è passato dalle canne alla cocaina sniffata. La cocaina è una sostanza corrosiva; quindi sniffandola ti può uscire sangue dal naso. Per comprare le dosi di cocaina, ha iniziato a spacciare…. Enrico,infine, è passato dalla cocaina all’eroina… Ha continuato finche un giorno in seguito ad una dose eccessiva entrò in coma. Era in macchina, in un parcheggio; ma decise di non andare da nessun medico… Dopo neanche un giorno, si verificò la stessa situazione, questa volta era in compagnia dei suoi amici che impauriti lo abbandonarono da solo in un bosco… Al suo risveglio decise che la sua esperienza con la droga sarebbe finita là… Decise di andare in una comunità di recupero dove rimase per due anni… A parer mio; Enrico sembrava un uomo per bene, a vederlo così non gli daresti mai dell’ ex tossico dipendente… Era molto simpatico e abbastanza intelligente; insomma mi ha fatto una stupenda impressione… Sono stata molto felice di far questa esperienza perché mi ha fornito informazioni nuove che non conoscevo.

Denise Del Campo 3A

Pensieri sulla droga Durante le ore pomeridiane di “Educazione alla salute” abbiamo affrontato di recente un problema serio che coinvolge spesso la nostra comunità di giovani: quello della droga e della tossicodipendenza. Abbiamo appreso che esse sono delle sostanze che si suddividono in naturali e sintetiche, entrambi ugualmente pericolose. Una loro caratteristica è l’ assuefazione che porta alla dipendenza. Per avere gli stessi effetti bisogna prendere dosi sempre maggiori di queste sostanze. Colui che fa uso costante di droghe è un tossicodipendente che spesso va in crisi di astinenza, cioè ha la necessità fisica e psicologica di assumere queste sostanze. Una persona incomincia a prendere droga per combattere la depressione, per provare una nuova sensazione, per sentirsi più forte e sempre “in carica”. I due gruppi 2B e 2D a fine percorso sono giunti alla conclusione che drogarsi è un insulto alla vita, perché la droga distrugge l’organismo. Essa è una forma di suicidio consapevole . Tutte le droghe fanno male, non esistono droghe leggere, perché a lungo andare prima ti rovinano la vita e poi ti portano alla morte.

Neu Charlotte e Moia Silvia 2D

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SECONDO VOI…?

Tutto sul sottomarino Toti

Siete mai saliti a bordo di un sottomarino? Noi sì … e vi sveleremo in breve i

suoi segreti!!

1.Sai per quanto tempo e dove ha navigato il sottomarino Toti?

Ha navigato nelle acque del Mediterraneo per circa 30 anni, dal 1968 al 1999.

2. Quale funzione aveva?

Il Toti faceva spionaggio militare, in particolare cercava i sottomarini sovietici.

3. Ha mai fatto uso dei suoi otto siluri?

No, non è mai incorso in situazioni di pericolo per cui ha solo simulato dei lanci.

4.Quali caratteristiche particolari aveva rispetto agli altri sottomarini?

Era di dimensioni ridotte, di forma affusolata ed idrodinamica, con un’elica a

cinque pale arrotondate che non provocava turbolenza nell’acqua e di

conseguenza era poco individuale dai sonar nemici.

5.Che cos’è un sonar?

E’ uno strumento che permette di localizzare, attraverso l’emissione di onde

acustiche, la presenza di un corpo nell’acqua.

6. Da quante persone era composto l’equipaggio?

In tutto erano 25 persone, un capitano e 24 marinai che avevano funzioni diverse:

cuoco, macchinista, manovratore, timoniere, cartografo…

7. Per quanto tempo poteva navigare, senza attraccare alla sua base di Augusta, in

Sicilia?

Fino a 15 giorni consecutivi, riemergevano solo per ricaricare i motori e cambiare

aria.

8. Com’era la vita a bordo del sottomarino?

L’aria era particolarmente pesante a causa della scarsa igiene, dei motori e anche

delle alte temperature, infatti nella sala macchine si raggiungevano anche i 50°.

Ogni 4 ore si cambiavano i turni, i marinai dormivano su delle brande estraibili e

mangiavano cibo, prevalentemente in scatola. Una luce rossa li avvertiva se era

giorno o notte. Pochissimo era lo spazio riservato al deposito degli oggetti e

all’igiene personale (c’era solo un piccolo lavandino).

9. Quali erano i più importanti strumenti a bordo?

Il periscopio, strumento ottico che permette di avere una visione a 360° sulla

superficie dell’acqua e il manometro, strumento che serviva per misurare la

profondità di navigazione.

10. In che modo il sottomarino è stato trasportato al museo della Scienza e della

Tecnica?

Il trasporto del sommergibile è stato un momento importante perché trasportare

340 tonnellate nel cuore di Milano non è stato facile. E’ stato trainato dalla base

navale di Augusta fino a Chioggia (Veneto) per 85 ore di navigazione, poi è stato

trasportato dalla foce del Po fino a Cremona. Grandi esperti hanno contribuito a

studiare il percorso stradale adatto e hanno cercato di risolvere problemi come la

tenuta delle strade, i pali d’illuminazione ecc. Ha fatto la sua entrata trionfale in

Milano nell’agosto del 2005.

CLASSE 3 A

Un po’ di risate sul sottomarino:

Quante persone servono per affondare un sottomarino? Due, una che bussa e l’altra

che apre!!!

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Un piccolo vulcano ha fermato il mondo In questi ultimi anni, sono successe molte catastrofi ambientali che hanno sconvolto il mondo. I principali tra questi sono stati: Haiti, il terremoto in Cile e la potentissima eruzione da parte del vulcano islandese Eyjafjallajökull che anche se non ha provocato feriti, ha causato problemi in tutto il mondo. Un vulcano piccolo si è svegliato; un vulcano più piccolo di quello che nell’anno 79 ha distrutto Pompei, Ercolano ; più piccolo del vulcano Laki, che sempre in Islanda nel 1783 spedì le sue ceneri nel pianeta. Insomma è un vulcano da niente in un paese che si direbbe senza importanza, di cui i tre quarti dell’umanità ignorava l’esistenza fino alla sua eruzione. Ma ecco che questo vulcano, rimasto spento da oltre 187 anni, si mette a sputare fuori quello che nascondeva dentro di sé. Ecco che questa eruzione di fuoco, gas e detriti polverizzati riesce ad incollare a terra migliaia di velivoli, mettendo a terra le più importanti compagnie aeree del mondo. È come se questo piccolo vulcano dicesse: “Chi è più forte, tutti voi umani o la mia nube di cenere?”, “Chi è il vincitore tra me e tutti quei meteorologi?”, “Chi avrà l’ultima parola, l’uomo che si considera il padrone del mondo oppure io, piccolo vulcano con i miei abissi nebulizzati , i miei detriti, per non parlare delle mie polveri vagabonde?”. È questa la lezione del vulcano che ci ricorda che la natura esiste ed è forte e potente.

Dalla sua gola ardente il vulcano lancia un messaggio di umiltà e un appello alla misura.

Luca Camerani e Giovanni Dias 3C.

Abbiamo letto in un articolo di Repubblica del 17 dicembre 2009 che stando 5 ore al giorno,per motivi di lavoro, al cellulare a un signore Marcolini di Brescia,è venuto un tumore nella zona interna all’orecchio. Questa grave malattia è stata riconosciuta proprio come conseguenza all’esposizione alle onde elettromagnetiche del suo telefonino. Ma state attenti: anche i cordless che avete in casa e che prendete

per rifugiarvi in qualche angolo lontani dalle orecchie dei

genitori,anche i cordless, -ripetiamo- sono nocivi per la vostra salute,

se state troppo al telefono. Vi diamo ora le 10 regole che il giornale

ha pubblicato per il corretto utilizzo del cellulare:

1) Non lasciare che li usino i bambini sotto i 12 anni 2) Utilizzare sempre l’auricolare (meglio ancora il viva voce) 3) Restare a più di 1 metro di distanza da una persona che sta

parlando 4) Non tenere il telefono sul corpo, anche se non state

telefonando 5) Fare sempre attenzione a rivolgere verso l’esterno il lato

dell’apparecchio con l’antenna 6) Utilizzate il cellulare per telefonate brevi. Per più lunghe,

telefoni fissi ma non quelli senza fili 7) Non mettete il telefono vicino all’orecchio prima dell’inizio

della conversazione. Cambiate con frequenza orecchio. 8) Evitate di utilizzare il cellulare in zone dove il segnale è debole

oppure in macchina o in treno. 9) Preferite la comunicazione via SMS 10) Quando acquistate un cellulare, scegliete apparecchi che

abbiano la potenza elettromagnetica di assorbimento più bassa.

Di Haixing Hu e Lin Xiao

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Cosa sono i social networks? Tecnicamente, il social network è una piattaforma on-line – cioè resa disponibile sulla rete Internet - che dà la possibilità di creare relazioni sociali attraverso il Web. Si basa sulla creazione di un profilo pubblico (una propria identità virtuale) all'interno di un sistema che contiene non solo i dati personali, ma anche indicazioni sugli interessi della persona, l’elenco di una lista di contatti personali, i cosiddetti “amici”, e che offre la possibilità di scorrere anche la lista di amici dei propri contatti. L’obiettivo di questa piattaforma è, almeno come idea iniziale, offrire la possibilità di gestire i propri rapporti di amicizia attraverso Internet, di ritrovare online amicizie preesistenti o di estendere la propria rete di contatti. Il fenomeno dei social networks è nato negli Stati Uniti e si è sviluppato attorno a tre grandi filoni: l'ambito professionale, quello dell'amicizia e quello delle relazioni amorose. Attualmente, i social networks più gettonati sono Myspace, Twitter e Facebook. Facebook è stato fondato nel febbraio del 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca studente diciannovenne presso l'università di Harvard, con l'aiuto di due amici e colleghi. Il nome del sito si riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo membro (facebook) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti ed al personale della facoltà come mezzo per conoscere le persone del campus. Se lo scopo iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo, con il passare del tempo si è trasformato in una rete sociale che abbraccia in modo trasversale tutti gli utenti di Internet. Anche in Italia la diffusione di Facebook è molto ampia. Il sito è gratuito per gli utenti e trae guadagno dalla pubblicità. Noi ragazzi utilizziamo Facebook per parlare tra noi amici, inviarci dei video che trattano di quelli che sono i nostri comuni interessi, scambiarci delle foto di attività e viaggi fatti insieme. A volte capita anche di ritrovare su Facebook amici con cui hai condiviso delle esperienze a scuola, durante attività extrascolastiche, negli anni passati. Grazie al social network ci si ritrova, si riscoprono le persone. Certo i social network comportano anche dei rischi: ad esempio bisogna sempre essere consapevoli del fatto che una volta messi online le foto e i video, questi non sono più di fatto eliminabili dalla rete. Ad esempio, se le proprie immagini vengono “taggate” (cioè etichettare - inserire un link al profilo della persona in questione nella pagina della foto) da un altro utente, e quindi collegate a pagine di altri, il proprietario originale della foto perde la propria capacità di gestire l’utilizzo della propria immagine che, ormai, è diventata pubblica.

Comunque sia Facebook resta un mezzo di comunicazione divertente...

Emma Saccomani Arianna 2°A

recensione del film

TWILIGHT: new moon

È finalmente uscito nelle sale il tanto atteso "new moon", secondo capitolo della saga "twilight", tratto dal romanzo di Stephnenie Meyer. Il film dei vampiri ha ricevuto incassi da record, guadagnando oltre 2 milioni di €. I fans hanno costretto la Summit ad anticipare l'uscita della pellicola il 18 novembre anziché il 20

la trama Continua l'amore impossibile tra Bella (kristen stewart) e il vampiro edward cullen (Robert Pattinson). Bella ,dopo essersi ripresa dall'attacco che l'aveva quasi uccisa, festeggia il suo 18 compleanno in casa cullen , ma un inaspettato incidente convince Edward che la sua vicinanza un pericolo per la ragazza . Egli prende la decisione di abbandonarla per il suo bene , innescando una spirale di disperazione che avvicina Bella al suo amico Jacob Black (Taylor Lautner), che l'ama alla follia.

i commenti intervista a mia sorella: è un bel film perchè descrive in modo realistico le emozioni e la vita degli adolescenti; il film è un ben riuscito incontro tra il mondo fantastico e quello reale. Consiglierei agli amanti del genere di guardarlo poiché concilia in sé amore, azione, avventura e tanta drammaticità

Delfitto 2B

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47

Cioè Girl

anno V n°54

Sulla copertina della rivista c’è in alto a destra un personaggio famoso della musica; sotto ci sono altre foto con i nomi di altri personaggi dei gossip. Il giornale è ricco di immagini di personaggi famosi. Sono poche le parti scritte: sono quasi tutti articoli di gossip su cantanti e attori. Il periodico Cioè Girl contiene anche 4 pagine di informazione su serie televisive come Una

Mamma Per Amica, 2 pagine di informazioni sui film come Harry Potter e altri… Contiene anche tanti test e anche 3 pagine di giochi vari. Alla fine del giornalino c’è l’oroscopo del mese. C’è anche una pagina dedicata alla posta. Questa rivista la consigliamo soprattutto alle Teenagers o a chi è interessato ai gossip, agli oroscopi o a chi vuole informazioni su alcuni film.

Liu Huocheng Tacaca Mary Jean 3°B

La copertina ha lo sfondo nero con il titolo grande in rosso scritto in alto. Le immagini raffigurate al centro sono 3 e rappresentano una Ferrari,una Lamborghini e una Porsche. In basso c’è la scritta “giallo in Ferrari”che fa riferimento alla macchina a cui il Periodico dà più spazio in questo numero. In fondo c’è un'altra macchina, che è una Porsche. In questo periodico ci sono tante immagini di auto di ogni tipo e genere. Gli articoli sono brevi, descrivono le macchine e esprimono pareri di chi le ha costruite e di chi le ha provate. A noi e interessato l’articolo sulla Lamborghini, una macchina sportiva molto veloce e bella. Questa è infatti una delle macchine più veloci del mondo; Ha un motore di 5000 cavalli, è costosissima e poca gente se la può permettere. Sono notevoli le prestazioni, l’interno ha i sedili in pelle molto comodi . Noi la vorremmo avere da grandi per farci invidiare dai ragazzi,e ammirare dalle tipe. Consigliamo questo periodico a quelli che sono interessati alle auto veloci e costose, per sognare un po’.

DEFE E CRISTIAN 3 B

TWEENS-Bimestrale n°40-2009

La copertina di questo periodico è grande e molto colorata. I colori maggiori sono il blu e l’arancione fluorescente. La copertina è ricca di foto che si sovrappongono con i loro titoli per farci capire chi sono i personaggi di cui si parlerà all’interno,per lo più cantanti e attori. All’interno del giornalino, esperti di bellezza danno consigli per vestirsi in modo elegante o sexy a seconda delle occasioni;ci sono anche foto di prodotti con le marche per farli conoscere ai lettori. Si trovano anche argomenti sull’amore e sui vizi delle star,i loro gusti in fatto di abbigliamento e trucco. Per rispondere agli interessi dei ragazzi ci sono rubriche che presentano alcuni gruppi di facebook. Tramite test puoi scoprire come ti devi comportare in amore, quali libri leggere , e quali luoghi sono più adatti a te per andare in vacanza. Gli articoli di gossip riguardano attori,ballerini,cantanti,gruppi musicali che si soffermano sulla loro vita privata. Questo giornalino è adatto alle teenager che si interessano di moda e bellezza, ma anche a chi vuole sapere tutto sulle storie d’amore delle star preferite.

Montini Sara 3^B

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La mia più grande passione è il nuoto sincronizzato. E’ uno sport che si pratica con la musica in cui si effettuano dei mini balletti di 1.30\40 min in acqua. E’ uno sport molto creativo e ognuno può esprimere la propria fantasia e la propria creatività. Durante il corso dell’anno, quando ci si prepara per la gara è un periodo bellissimo perché ognuno di noi può esprimere le proprie idee su come fare o modificare o rendere più magico il balletto e su come realizzare un costume per le gare. Per creare un balletto la cosa fondamentale è la scelta della musica e poi in base a essa si realizza il balletto; se si crea prima la coreografia e poi si sceglie la musica potrebbe essere un problema perché quest’ultima è fondamentale. Il nuoto sincronizzato è una disciplina sportiva che trae le sue origini dalla “danza nell’acqua” che, in epoca romana, era un’attività artistica comunemente utilizzata come intrattenimento durante le feste patrizie, come testimoniano alcuni affreschi e mosaici di giovani danzatrici d’acqua presenti nelle ville romane. Il nuoto sincronizzato come disciplina sportiva esige una padronanza assoluta del proprio corpo e dei movimenti, dei riflessi, delle capacità d'orientamento e di uno spiccato senso del ritmo e della musica.

Olimpiadi varie del nuoto sincronizzato

Sabrina Merlino 2A

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Il giorno Martedì 19 Marzo 2010, le classi 2° si sono recate al Forum di Assago, per assistere all’iniziativa sportiva “I giovani per i giovani”. A questo spettacolo partecipavano delle persone che sfortunatamente non hanno le nostre stesse capacità, ma credono in quello che fanno e sono in grado di superare attraverso la pratica di alcuni sport i loro handicap sensoriali o motori. Le attività sportive a cui abbiamo assistito sono state: 1. percorso effettuato dai cani per i non vedenti 2. pallamano 3. ginnastica artistica 4. basket -1 Il percorso era ad ostacoli e i cani guidavano il padrone non vedente seguendo dei comandi prestabiliti -2 I giocatori erano dei non vedenti, quindi giocavano per terra e la loro palla suonava per far capire ai giocatori la direzione. Nel campo c’erano delle corde che anch’esse suonavano e non bisognava toccarle con la palla altrimenti era punita l’azione. -3 I ragazzi disabili hanno fatto una coreografia usando nastri e palloni -4 I giocatori giocavano sulla carrozzina e le squadre erano due: i bianchi e i blu. È stata una giornata grandiosa, piena di divertimento e felicità per questi ragazzi che hanno dedicato a noi momenti di carichi di emozioni e sentimenti di solidarietà. Il loro intento era quello di ricordarci che anche loro sono persone come noi.

Alida,Charlene,Valeria 2A

Il Curling Il curling è uno sport conosciuto in tutto il mondo,la disciplina del lancio di bocce sul ghiaccio è stata ammessa per la prima volta nell’ edizione dei giochi olimpici invernali del 1924 a St. Moritz.Dopo una lunga esclusione dalle olimpiadi per circa 60 anni fu reintrodotta nel 1998 in Giappone solo come disciplina femminile.Viene praticato soprattutto nei paesi scandinavi,della Gran Bretagna e del Nord America. È giocato da due squadre composte da quattro giocatori. I giocatori sono definiti a seconda dell'ordine di lancio: il primo è il lead, seguito dal second (secondo), dal third (terzo) ed infine dallo skip, che lancia per ultimo ed è il capitano della squadra. Una partita consiste generalmente in dieci mani (end). Ad ogni mano tutti i giocatori lanciano a turno due stones, alternando i componenti delle squadre.Mentre i primi tre giocatori lanciano le stone e fanno lo sweeping, lo skip rimane nella zona della casa per coordinare le strategie di lancio. Quando tocca a lui lanciare questa funzione è ricoperta dal terzo detto viceskip.Per lanciare una stone il giocatore usa la staffa per darsi una spinta e scivolare verso la hog line. Prima di raggiungere la linea il giocatore deve rilasciare la stone. Se la stone non riesce a superare la hog line più lontana, o supera la back line, viene tolta dal gioco.Lo scopo è di bocciare le stones avversarie e di piazzare le proprie vicino al tee(una sorta di boccino a cui fare riferimento). Il curling viene considerato dalle persone uno sport di poca importanza ma è una disciplina che veniva praticata già nell’XVI secolo dagli scozzesi e dagli olandesi e sono conservati dei dipinti su i quali sono raffigurati dei contadini che tiravano dei sassi levigati sul ghiaccio.Questo sport viene anche praticato da persone con delle malformazioni agli arti inferiori,con l’ uso della carrozzella. Personalmente non sono interessato a

svolgere questa disciplina sportiva ma per alcuni è una vera e propria passione.

Bortotto 2B

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L'Electro Dance è

una nuova forma di danza visivamente

accattivante, che si balla

principalmente su musiche Electro

House. I movimenti sono presi in

prestito soprattutto dal glowsticking ,

e sono presenti alcuni movimenti

tipicamente hip hop come il locking,Il

toprock, la breakdance, il crip walk,

ma anche movimenti dance e techno.

Questa nuova danza è conosciuta

erroneamente con il nome di

tecktonik, in realtà si tratta di un

marchio registrato che produce capi di

abbigliamento francesi. Questo errore

è dovuto al fatto che nei primordiali

eventi Electro Dance lo sponsor

principale era appunto "Tecktonik".

I ragazzi ascoltano anche l’ hip hop o

la musica rap che può essere sia di

cantanti italiani che di cantanti

americani. I cantanti italiani ascoltati

di più sono Fabri Fibra, Mondo Marcio

ecc. Per quel che riguarda i cantanti

rap americani, noi ragazzi ascoltiamo

Eminem, 50 cent, Snoop dog ed altri

cantanti. I ragazzi sudamericani di

solito ascoltano il reggeaton che è

molto diverso dalla musica reggae,ad

esempio una musica reggeaton è ‘’ la

gasolina’’ cantata da Daddy Yanke.

Una canzone reggae molto famosa e

conosciuta da tutti è ”Jamming”

cantata da Bob Marley . Nata in

Jamaica questa musica è per me

unica.

Jordan 2A

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Engy Rodriguez e Annalaura Priolo 3 C

CANTANTI TITOLO ANNO DI USCITA

Jay Sean Down 2009

Jay Sean Do You Remember 2010

Lady Gaga Bad Romance 2009

Lady Gaga Video phone 2009

Lady Gaga Telephone 2010

Lady Gaga Love Game 2009

Ke$ha Tik Tok 2009

Justin Bieber ft Ludacris Baby 2010

Justin Bieber One Time 2010

Iyaz Replay 2009

David Guetta Sexy Bitch 2009

Pitbull I Know You Want Me 2009

Pitbull Hotel Room Service 2009

Black Eyed Peas I Gotta Feeling 2009

Black Eyed Peas Boom Boom Pow 2009

Timbaland ft Katy Perry If We Ever Meet

Again

2010

Edward Maya ft Vika Jigulina Stereo Love (inglese) 2009

Vacca ft Gangsta nano Accalappianani 2009

S. Pioltelli, Marco Dj, Morph e

Giuly

Stereo Love

(italiana)

2010

Ludacris ft Taio Cruz Break your heart 2010

CANZONI 2009/2010

A quest' età noi ragazzi preferiamo ascoltare la musica pop, rap, r & b, techno ecc...

Vogliamo consigliarvi alcune canzoni da ascoltare:

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Le brioche

Procurati: Un disco di pasta sfoglia,

nutella o marmellata (gusto a

piacere), 1 tuorlo e zucchero a

velo.

Dividi il disco di pasta sfoglia in 8

triangoli con un coltello. Suddividi

a cucchiaiate nella parte più larga,

cucchiai di nutella e marmellata.

Avvolgi i triangoli partendo dalla

parte più larga verso la punta.

Ricopri la piastra del forno con

della carta da forno e trasferiscici

sopra i cornetti mantenendoli

distanziati. Accendi il forno a 180°.

In una tazzina da caffè sbatti il

tuorlo con una forchetta e poi

usalo pennellato sui cornetti.

Inforna per 15 minuti circa,i

cornetti si devono gonfiare e

devono prendere un bel colore

dorato. Sfornali mettili su un

vassoio e cospargili di zucchero a

velo. Lasciali un po’ raffreddare, se

vuoi aggiungi altro zucchero a velo

e poi servili.

Buoni vero?

(Federica S. 2B)

Il dessert è una portata dolce che viene servita alla fine del

pasto. La parola dessert infatti deriva dal termine francese

“Desservir” che significa sparecchiare. Il dessert entra a tutti gli

effetti a far parte del pasto occidentale. In molte culture non è

prevista una portata finale, ma un mix di piatti dolci e saporiti.

Un tipico dessert italiano è il “Tiramisù” ed ha origini incerte, ma

con tutta probabilità è nato in Veneto.

Ingredienti, porzioni per 8 persone:

450gr mascarpone

230gr panna montata

4-5 uova

120gr di marsala

100gr di zucchero

300gr di savoiardi

350gr di caffè espresso

3 cucchiai di cacao amaro in polvere

Preparazione:

preparare lo zabaglione a bagnomaria con lo zucchero, i tuorli

d’uovo, il marsala. Farlo raffreddare e incorporarlo al

mascarpone, quindi mettere la panna. Bagnare i savoiardi nel

caffè molto velocemente per non inzupparli troppo e disporli

ordinatamente sul fondo di una teglia o di uno stampo da plum

cake. Coprire il primo strato di savoiardi con il composto

preparato e continuare gli strati fino all’esaurimento degli

ingredienti. Cospargere la superficie con il cacao amaro e far

rassodare in frigorifero.

Elena Dalla Rosa 2B

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PENNETTE ZUCCHINE E GAMBERETTI

Ingredienti e dosi per 4 persone:

360 gr. di pennette, 3 zucchine, 250 gr. di gamberetti, un mazzolino di prezzemolo, olio e sale.

Preparazione:

Lavare le zucchine e tagliarle a triangolini, scaldare una padella con un filo d’olio

e far saltare le zucchine per 15 minuti circa e poi aggiungere i gamberetti puliti e

sgusciati, salare e cuocere una decina di minuti circa. Nel frattempo portare a

bollore una pentola d’acqua salata e cuocervi la pasta. Scolare al dente e

condire con gamberetti e zucchine, aggiungendo prima di servire un trito di

prezzemolo.

PEPERONI GRATINATI

Ingredienti e dosi per 6 persone:

2 kg di peperoni, 150 gr. olio di oliva, prezzemolo, 2

spicchi di aglio, 50 gr pangrattato, 1oo gr olive nere, 50

gr.di capperi e sale.

Preparazione:

Spellate i peperoni precedentemente cotti su una piastra

da forno a 180 gradi per 30 minuti circa e tagliateli a

strisce per il lungo. Disponeteli in una pirofila nella quale

avrete messo una parte dell’olio. Preparate un trito con il

pangrattato, il prezzemolo, le olive, i capperi, l’aglio e il

sale. Cospargete i peperoni con il trito e aggiungete l’olio

rimasto. Mettete la pirofila a gratinare al forno fin quando

il pangrattato sarà ben dorato.

Buon appetito da Federica 2B

ROAST BEEF AL SALE

Ingredienti e dosi per 6 persone:

1 kg di controfiletto di manzo e 1,5

kg sale grosso.

Preparazione:

Riscaldate il forno a 200 gradi.

Spargete uno strato di sale grosso sul

fondo della pirofila dello spessore di

due dita, appoggiatevi la carne e

quindi ricopritela completamente

con il restante sale, fianchi compresi.

Infornare calcolando 20 minuti di

tempo per ogni ½ chilo di carne (in

questo caso 40 minuti). Terminata la

cottura, estraete la carne dal sale

rompendo la crosta. Tagliate fette

sottili, anche a macchina e a piacere

aggiungere olio crudo e aromi.

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Il colmo per un nonno andare sulle montagne russe

Il colmo per un gatto è inseguire un toporagno

Il colmo per un toro è mangiare una mela rossa coperto da

un lenzuolo rosso in una tenda rossa della tribù dei

pellirossa

Il colmo per un pilota di aerei è essere con la testa tra le

nuvole

Marzetti 2B

Papà, papà per strada ho visto due matti!

Ma, Pierino non dire sciocchezze; come fai

dire che erano matti?

Beh, uno gettava via biglietti da 100 euro

… -

E l’altro?

L’altro li raccoglieva e glieli restituiva!

Pierino mi sai dire una parola che abbia la

doppia P?

Ma certo. BOTTIGLIA

Ma Pierino, dove ha la doppia P questa

parola?

Nel TAPPO!

Pierino cos’è l’APICE?

è l’insetto che produce il MIELICE

Un’ albicocca va a pescare sul molo.

Arrivano due nespole e le chiedono: -

Pesca?

No albicocca!

Un generale prima di una missione speciale

dice: - leggo nei vostri volti il desiderio di

morire per la patria!

E un soldato recluta: - Analfabeta!

Dottore, dottore un cane mi ha morso la

gamba!

Ci ha messo qualcosa sopra?

No gli è piaciuta così com’era!

Rossella Spadari 2B

Pierino chiede alla maestra:

signora maestra si può punire una persona per una cosa

che non si è fatta?

E la maestra risponde: ma certo che no Pierino

Allora Pierino risponde: bene allora non ho fatto i

compiti!

Annuncio sul giornale:

ragazza stufa scappa di casa, i genitori muoiono di freddo.

Una rana chiede a una papera:

Dove abiti? E la rana risponde: qua!!

Un vigile incontra un signore in bicicletta per strada

e gli chiede: scusi dov’è il casco?

E il signore: risponde non ce l’ho.

Il vigile risponde: e manubrio e il pedale?

Il signore risponde: si sono rotti

Allora il vigile un po’ arrabbiato risponde: insomma lei

non ha il casco il manubrio e il pedale … come la

mettiamo??

il signore risponde: attaccata al muro che non ha il

cavalletto!!

Una signora molto vanitosa alza la cornetta del

telefono e chiede : chi è la più bella del reame?

e il telefono : Tu tu tu tu …

Martina Picozzi 2D

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IN RIVA AL MARE

Ciao come stai?

In piedi!

No,intendo di salute!

Come salute!? Non ho starnutito!

Va beh, dai cambiamo discorso. Com’è l’acqua?

Bagnata!

No intendo dire se è fredda!

No non ho fretta!

Ma ci sei o ci fai?

Riguardo a ci sei, sì, ci sono. Ma, riguardo a ci fai, non so. Tu che fai?

Sei così scemo o mi prendi in giro?

No,quando andiamo in giro non ti prendo … niente.

Basta, non ce la faccio più. Gira al largo!!

Ma sei matto!! Se vado al largo affogo: non so nuotare!

Ferrari Manuel Mario 3B

Qual è il colmo per un prof di matematica?

Abitare in una frazione di potenza, essere costretto a

mangiare radici e morire di calcoli.

Un signore chiama il dottore e dici: ”Dottore, dottore ho

solo 59 secondi di vita”.

Il dottore gli risponde:”Aspetti un minuto….”

Gabriele 2D

Il futuro del verbo mangiare ??

“Digerire, signora maestra.”

La maestra interroga in geografia,

Luigino, dimmi una delle caratteristiche di Venezia.”

Luigino risponde: ” I colombi” e lei: “ Va bene però non

si dice colombi si dice piccioni”.

L’ora successiva la maestra interroga in storia: “ Dimmi

tu, Paolo, chi ha scoperto l’America?”

E Paolo: “ Cristoforo Piccione”

Un colmo per un cane?

Avere una ciotola nuova di zecca.

Un colmo per un pagliaccio?

Essere licenziato per mancanza di varietà.

Un colmo per un dispetto?

Non ve lo dico.

Bernmarc 2D

Ci sono dei paracadutisti che saltano

contemporaneamente da un aereo e il comandante

raccomanda: “ Aprite il paracadute solo dopo aver

contato fino a 10” Alla

fine sopravvivono tutti tranne uno perché?

Risposta: Egli balbettava …..-.-

Weite Ye 2D

Cosa vuol dire “tvb” per un/a prof?

Risposta: Ti voglio bocciare …

Cristian Corales 2D

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Alcuni Logo progettati

Logo selezionati dalla Giuria

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Angelo Murgolo 2A

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Elena & Sara 2A

Direttore responsabile: Dott.ssa Ida Morello Caporedattore: Prof: Luigi Gorgoglione Redattori: Proff. Dei, Francia, Renieri, Cerolini Redazione: Classi 3A - 3B - 3C

T E A C H E R I C H

A D P E A X E M H E

L U O L T A S P E A

L C L E E M T O C D

A A O B R I R R K E

N T G R U N E T O P

G I I A D A E A T O

U O S T A T E N T S

A N I E Y I S T A I

G U N A N O T A P T

E G G O O N E S T E

1. Important 2. Rest 3. Net 4. Top 5. Deposite 6. Pea 7. Cheek 8. Head 9. Eat 10. Tap 11. Nest 12. Not 13. Hate 14. Tea 15. Celebrate

16. Apologising 17. Gun 18. Education 19. Egg 20. Tall 21. Language 22. Teacher 23. Examination 24. Day 25. See 26. Pet 27. Run 28. On 29. Go 30. Onest