Bob Lauriski, il mormone timido

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a cura di Alessandro Gamba BOB LAURISKI IL -MORMONE TIMIDO @ A ppena promosso in se- rie A, il Brina Rieti si scatenò nel mercato gioca- tori con molta decisione per accaparrarsi i migliori pezzi in circolazione. Ma la impresa non era delle più facili perché nessuna squa- dra, più o meno grande , era intenzionata a cedere atleti d' una certa impor- tanza e, per la verità , nes- sun giocatore d'una ce·r- ta importanza solitamente gradisce di andare a gioca- re per una neo-promossa . Dopo molti sondaggi e ten- tativi s'arrivò, in extremis , all'ingaggio de·l gigante Ven- demini per una cifra che fece scalpore e fu chiac- chierata per mesi. Questo colpo grosso chiu- deva il capitolo giocatori italiani , di cui ha fatto par- te anche Tony Gennari , e apriva quello sempre ri- schioso e nebuloso della scelta dello straniero. Com- pito sempre estremamente difficile perché il fattore ambientamento e diverso sistema di gioco a volte causano dei brutt i scherzi , sottoforma di delusioni co- centi. Per una fresca pro- mossa nella massima serie , c'è sempre l'interrogativo di come reagirà la squadra con l'innesto di un gioca- tore molto più forte degli altri, e se questo giocatore capirà la situazione del suo nuovo club il quale gioca, la maggior parte delle vol- te , per sfuggire alla zona retrocessione. Questa situazione retro- cessione-promozione è del tutto ignorata dagli statu- Bob Lauriski, l'ottimo ameri- cano del Brina-. Gioca ala-pi- vot e i fondamentali del ba- sket non hanno per lui alcun segreto. Eccelle In attacco e In difesa. Nel fotocolor lo ve- diamo mentre, in palleggio, elude 'la marcatura di Lino Paschini della Snaidero. 258

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Articolo di Alessandro Gamba su Bob Lauriski, tratto dall'Intrepido, Anno XL, N. 16 del 18-4-1974

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a cura di Alessandro Gamba

BOB LAURISKI IL -MORMONE TIMIDO

@

A ppena promosso in se­rie A, il Brina Rieti si

scatenò nel mercato gioca­tori con molta decisione per accaparrarsi i migliori pezzi in circolazione. Ma la impresa non era delle più facili perché nessuna squa­dra, più o meno grande, era intenzionata a cedere atleti d 'una certa impor­tanza e, per la verità, nes­sun giocatore d'una ce·r­ta importanza solitamente gradisce di andare a gioca­re per una neo-promossa. Dopo molti sondaggi e ten­tativi s'arrivò, in extremis, all 'ingaggio de·l gigante Ven­demini per una cifra che fece scalpore e fu chiac­chierata per mesi.

Questo colpo grosso chiu­deva il capitolo giocatori italiani, di cui ha fatto par­te anche Tony Gennari, e apriva quello sempre ri­schioso e nebuloso della scelta dello straniero. Com­pito sempre estremamente difficile perché il fattore ambientamento e diverso sistema di gioco a volte causano dei brutti scherzi, sottoforma di delusioni co­centi. Per una fresca pro­mossa nella massima serie, c'è sempre l'interrogativo di come reagirà la squadra con l'innesto di un gioca­tore molto più forte degli altri, e se questo giocatore capirà la situazione del suo nuovo club il quale gioca, la maggior parte delle vol­te, per sfuggire alla zona retrocessione.

Questa situazione retro­cessione-promozione è del tutto ignorata dagli statu-

Bob Lauriski, l'ottimo ameri­cano del Brina-. Gioca ala-pi­vot e i fondamentali del ba­sket non hanno per lui alcun segreto. Eccelle In attacco e In difesa. Nel fotocolor lo ve­diamo mentre, in palleggio, elude 'la marcatura di Lino Paschini della Snaidero.

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Il gioco di Lauriski è sempre positivo. Alto 2,01, largo di spalle e muscoloso, lo si penserebbe leggermente stati· co, Invece è di un' agilità sorprenden· te. Mite e calmo nella vita, si tra­sforma In una for· za della natura quando gioca. Qui -In una fase della partita Brlna-lgnls dell'andata · lo ve· diamo In entrata sotto canestro men­tre Meneghln cer­ca di contrastarlo.

nitensi che al loro paese partecipano a campionati dalle formule completamen. te diverse senza problemi di ... declassamento.

Comunque, prova e ripr0-va, visiona di qui ed inter­pella di là, il Brina, non molto tempo prima dell'i­nizio del campionato, sce­glie decisamente una quer­cia di due metri, Bob Lau­riski, che per un paio di mesi aveva scorrazzato per l'Italia con i bianco-azzur­ri della Riccadonna, facen­do razzie di trofei nel ca­rosello dei tornei estivi. Avendo assistito a molte di queste competizioni ad al­to livello, posso dire che Lauriski non ha mai sba­gliato una partita, è sempre stato d'una continuità im­pressionante in difesa ed m attacco ha lavorato sem­pre con una grinta da far paura.

E' un giocatore tipo Ken­ney, per intenderci, che non disdegna la lotta, che incute timore agli avversa­ri; è quattro centimetri più basso, ma tira meglio del rosso Arthur. Ho fatto que­sto cParagone per descrive­re di che tempra è questo

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giocatore che alcune squa· dre italiane, in cerca del nuovo americano, hanno sottovalutato e trascurato con troppa leggerezza. A riprova di tutto ciò è il campionato che Bob sta disputando: la sua positi· vità è dimostrata dalle clas­sifiche e dalle statistiche che settù:nanalmente ven­gono stilate dalle rubriche specializzate dei giornali sportivi. Come rendimento medio non è molto lontano dai primi posti.

Bob Lauriski proviene dall'Università Statale del­lo Utah, nella città di Lo­gan. Ventiduenne è biondic­cio e lunghicrinito. Quan­do indossa abiti « borghe­si " è l'immagine dello stu­dente secchione e cresciuto troppo in fretta, soprattut­to quando inforca i grossi occhiali da vista. Ha l'aria semplice e candida che quasi fa tenerezza e quan­do si esprime nel suo ita­liano americane~giato è di una simpatia umca. In mu­tandine e maglietta, Lauri· ski non ispira certo tene· rezza, tutt'altro. Collo cor­to e taurino, due spalle larghissime e possenti, ro-

ba da sollevatore di pesi. Muscoli da tutte le parti che gli danno quella poten­za atletica con cui si scrol­la di dosso tutti gli avver­sari sui rimbalzi, e trascina con sé il difensore che gli vuole impedire l'entrata a canestro.

Ciò che sorprende in lui è l'a~ilità. Di solito i gio­caton molto massicci han­no un'azione semplice e li­neare, sempre sospinta dal­la loro forza fisica. Bob1 in­vece, possiede quell'agilità che lo rende imprevedibi­le nei movimenti sempre pericoloso a qualsiasi di­stanza dal canestro.

Ora Lauriski è l'idolo di Rieti. L'ha scelto l'allena­tore Dado Lombardi, dopo aver ·seguito ed a 1lun~o in­terpellato il messicano Guerrero (un po' il sosia di Raga) e iSutter che ha scelto Cagliari, e pare pro­prio che Dado non abbia sbagliato.

Come tutti ~li arrivati di fresco, i primi contatti con la squadra furono incerti. Ma dopo brevissimo tem­po, Bob cominciò a non avere più avversari sia in allenamento che in partita.

Sempre allegro e mite, ha con9uistato le simpatie di tutti coloro che lo circon­dano ed accetta volentieri la compagnia spensierata e la buona tavola.

E' nato a Dragherton nel­lo Utah, ed ha un numero imprecisato di sorelle che lo hanno reso zio una quin­dicina di volte. Come tutti gli originari dello Utah, è mormone. All'uòiversità ha giocato per quattro anni segnando una media di ven­ti punti e prendendo dodi­ci rimbalzi per partita. Niente male queste cifre perché lo Stato dello Utah è una zona che ha sempre prodotto giocatori e squa­dre fortissime.

A Rieti vive in un appar­tamento 'con Vendemim ed altri due compagni di squa­dra; ama la musica legge­ra, il foot-ball americano ed il nostro calcio Io lascia del tutto indifferente per­ché troppo confusionario. E' appassionato cacciatore ed ama mostrare in giro una foto, che lo ritrae col padre, in cui è raffigurato armato di tutto punto per la caccia.

Lauriski è la tipica ala statunitense: sa giocare ne­gli angoli, vicino al cane­stro od alto in lunetta indifferentemente, oppure nella posizione classica del­l'ala sui prolungamenti del­la linea di tiro libero. Co­nosce ogni movimento che propizia un buon tiro da tutte le posizioni; i fonda­mentali di ala sono pres­soché perfetti; la difesa è buona ed avallata da un gran temperamento e da due ~ambe d'acciaio. La precisione del suo « jump­shot », da lunga distanza, permette al pivot Vendemi­ni di muoversi in maggiore spazio. Tiro che si smorza morbido nella retina, mal­grado i marcamenti arei- -gni. lgnis e Forst, pur vin­cendo col Brina, hanno do­vuto subìre consistenti bot­tini di punti da parte di Bob . .

A volte il timido mormo­ne si dispera per la classi­fica non di primo piano della sua squadra, ma il pubblico reatino lo ama e lo sprona ·come se ogni in­contro fosse uno spareggio per lo scudetto.

Alessandro Gamba

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