Bloc Notes Adrano Gennaio 2013

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXVI - n° 1 - Gennaio 2013 Bloc Notes Distribuzione gratuita Editoriale Un compleanno speciale, venticinque anni da ricordare C. Tirenni pag. 2 Poste italiane Spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 art.1, com. 1, DCB Catania Anniversario Pietro Branchina un uomo di Chiesa con un innato talento musicale A. Caruso pag. 4 Forum Inarrestabile Buttafuoco: «La Sicilia? Ci si può fare solo la villeggiatura» A. Minissale pag. 12

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Bloc Notes è un periodico a diffusione gratuita, con cadenza mensile che, nel dicembre 2007, ha festeggiato il suo ventesimo anno di attività, pertanto è la più longeva testata nel comprensorio.È un periodico di attualità, cultura ed informazione.È edito dalla Pro Loco di Adrano, ma la propria diffusione è da molto tempo ormai attestata sulla zona pedemontana della Provincia di Catania.Lo scopo di Bloc Notes è quello di promuovere "il positivo" del territorio, informare il proprio lettore e, se possibile, aiutarlo a capire meglio quello che succede, senza avere atteggiamenti di parte e senza pregiudizi nei confronti di alcuno.

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXVI - n° 1 - Gennaio 2013

Bloc NotesDistribuzione gratuita

EditorialeUn compleanno speciale, venticinque anni da ricordare

C. Tirenni pag. 2

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AnniversarioPietro Branchina un uomo di Chiesa con un innato talento musicale

A. Caruso pag. 4

ForumInarrestabile Buttafuoco: «La Sicilia? Ci si può fare solo la villeggiatura»

A. Minissale pag. 12

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2 Bloc Notes Gennaio 2013

[email protected]

Copertina: opera del prof. Angelo Zignale

Direzione - Redazione

AmministrazioneAssociazione

Pro Loco AdranoVia Roma 56,

95031 - Adrano Tel: 7697004

E-mail: [email protected]

RedazioneAngelo Abbadessa, Ser-gio Atanasio, Maddale-na Batticane, Giusep-pe Bulla, Alessandra Caruso, Luigi Cottone, Carmelo Cozzo, Ornella Fichera, Giosuè Gullotta, Enrico Indelicato, Matteo Laudani, Dario Lazza-ro, Franco Liotta, Dario Milazzo, Alex Minissale, Piera Proietto, Carmelo Santangelo, Alfio Scalisi, Caterina TirenniAlessia Varrica, Angelo Zignale

Direttore Nino

Reina

Direttore responsabile

Orazio Longo

Hanno collaboratoSalvatore Bulla, Carmelo Mazzaglia, Maria Scalisi.

StampaTipografia Ricca

AdranoAut. del Trib. di CT

n° 715/87

n°1 - 2013

Gennaio

per la tua pubblicità

Chiusura del giornale: 10 gennaio 2013

Editoriale

Blocnotes raggiunge venticinque anni di storia, un significa-tivo traguardo.

Oggi è diventato un im-portante periodico di infor-mazione, cultura e attualità che abbraccia il territorio di Adrano, Biancavilla e S. M. di Licodia, ma gli anni che vanno dal 1987 al 2012 sono stati un periodo travagliato in cui le difficoltà non sono mancate.

Una rivista nata per caso, come allegato di un periodico culturale “Orientamenti”, nel tempo si è via via ritagliato uno spazio sempre più de-terminante nella vita politica e nell’attualità del territorio adranita.

Nel corso degli anni ed in particolare a partire dal 2003, il periodico ha visto l’impegno di vari “compagni di viaggio” ed oggi assume a buon dirit-to, il ruolo di fondamentale mezzo d’informazione locale.

Il segreto di così tanto suc-cesso oltre che nel costante zelo dei suoi redattori, con-siste pure nel suo continuo

rinnovarsi, sia nei contenuti che nell’aspetto grafico.

L’1 dicembre presso la sala del Museo Civico di Palazzo Ardizzone a S. M. di Licodia, sono stati inaugurati i festeg-giamenti dei 25 anni.

In questa occasione erano presenti il prof. Nino Reina direttore di Blocnotes, il Vi-cepresidente dell’associazio-ne culturale Gandalf, Pietro Crispi, Gabriele Gurgone, presidente del consiglio co-munale di S. M di Licodia, e in ultimo ma non ultimo, il lettore, ovvero colui che tiene in vita il giornale.

A moderare l’incontro la giovane redattrice Ornella Fichera. La redazione di S. M. Licodia si avvale di forze fresche e dotate di grande spirito di squadra, tra cui occorre ricordare oltre che la già citata Ornella Fichera, Alessia Varrica.

La seconda tappa dei fe-steggiamenti si è svolta a Biancavilla il 13 dicembre scorso presso la Villa delle Favare con una conferenza per ricordare il lavoro e la collaborazione di coloro che si sono impegnati per dare te-stimonianza dei fatti accaduti

nel territorio biancavillese. In questa occasione il di-

rettore Nino Reina ha voluto precisare che Blocnotes è “ora più che mai il punto di partenza e non di arrivo, una tappa d’inizio per un nuovo percorso che vedrà modificata la struttura del giornale e l’inserimento di nuovi giovani”.

La serata è stata presen-tata da Enrico Indelicato, caporedattore di Biancavilla, mentre Sergio Atanasio ha presentato una relazione che ripercorre la storia del-la redazione di Biancavilla, di cui fa parte. Tra gli altri ospiti occorre ricordare Vin-cenzo Randazzo, insegnante di lettere che ha focalizzato l’attenzione sull’importanza della relazione tra informa-zione locale ed istituzioni, e il presidente della Pro-loco di Biancavilla, Giulia Galizia, giovane testimone di una vivacità locale emergente.

La terza tappa che conclu-de il triduo dei festeggiamenti si è svolto il 28 dicembre ad Adrano presso la sala confe-renze di Palazzo Bianchi.

In questa sede, a fornire le loro testimonianze ed il rela-

tivo coinvolgimento emotivo in tanti anni di collaborazione con il giornale, erano presenti oltre al già citato direttore, l’editore del giornale nonché presidente della Pro Loco di Adrano Giuseppe Bulla, Franco Liotta in qualità di moderatore, Alex Minissale, Dario Lazzaro e Dario Milazzo.

Nel corso della presenta-zione sono stati ricordati gli altri redattori di Adrano, il fondamentale contributo del preside Angelo Abbadessa, e la sempre fresca memoria, ricca di testimonianze ed aneddoti, del professor Coz-zo, artista adranita.

Un avvenimento impor-tante che ripercorre negli anni la storia di un periodico divenuto anche un tram-polino di lancio per molti collaboratori che oggi si tro-vano a esercitare la carriera giornalistica.

Un doveroso ringrazia-mento da parte della redazio-ne tutta è stato reso alla vera anima del giornale, ovvero al direttore Nino Reina, che è riuscito a superare momenti non sempre facili incorag-giando quanti lavoravano e lavorano tutt’oggi con lui.

Un compleanno speciale, venticinque anni da ricordare

Caterina Tirenni

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Bloc Notes 32013 Gennaio

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Personaggi

Talvolta, a una certa età, capita di volgersi al passa-to, rimpiangendo quando

si era giovani, si godeva di ener-gie fresche, si facevano progetti per il futuro.

Così lo sguardo, a volte, si vela di tristezza, considerando questa fase della vita come il tempo del tramonto.

Questa mattina, rivolgendomi idealmente a tutti i coetanei, pur nella consapevolezza delle diffi-coltà che la nostra età comporta, vorrei dirvi con profonda con-vinzione: è bello essere anziani.

In ogni età bisogna saper sco-prire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza. Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga.

Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche “acciacco” e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, mai la tristezza.

Con questa premessa sono davvero lieto di presentare un personaggio, il Prof. Angelino Cunsolo, inossidabile uomo di cultura, poeta, giornalista, scrittore.

Di lui c’è tanto da dire e tanto da raccontare. Ci colpisce il suo carattere sempre pronto alla ri-sposta più adatta all’argomento, disponibile a tutti, in particolare a chi ha voglia di crescere, inna-morato della sua famiglia, della lettura e della scrittura.

Sin da bambino –racconta- non amava ricevere in regalo giocattoli, ma libri da leggere.

Quella dei giornalisti e di quanti operano nel sociale a fianco dei sofferenti, e dare voce a chi non ha voce, è una singo-lare vocazione, che necessita di studio, sensibilità ed esperienza.

La redazione per lui è stato un luogo ideale di missione umana e spirituale che ha saputo dare e dà lustro al nostro paese.

Angelino Cunsolo nasce a Biancavilla il 7 febbraio 1928 dai coniugi Giuseppina e Rosario Cunsolo, Completato con profitto la scuola dell’obbligo a Biancavil-la, in seguito la famiglia si trasfe-risce a Paternò dove completa il Ginnasio ed il liceo classico, per poi continuare a frequentare con successo la facoltà di Matemati-ca e fisica presso l’Università di Catania.

Angelino Cunsolo, nel 1957 comincia la carriera di docente nella provincia di Venezia e l’an-no dopo si unisce in matrimonio

giornalisti socio-culturali come nessun’altra realtà esista nel nostro territorio.

Egli, infatti, si spende a Pater-nò e fonda, insieme al parroco della chiesa Santa Barbara, Rev.mo Domenico Caponnetto, l’As-sociazione “Fratello del Povero” per portare nel domicilio delle persone in precarie condizio-ni fisiche e finanziarie aiuto e conforto; nel 1972 assume la presidenza del Circolo Culturale “B. Croce”; nel 1977 fonda ed è segretario del “Kiwanis Club”; nello stesso periodo fonda l’As-sociazione Cultori e Amatori di Storia-Patria “G. Crimi” realiz-zando interessanti ed apprezzate manifestazioni e pubblicazioni di storia paternese.

Angelino, desideroso di liber-tà, nel 1981 fonda una testata

giornalistica dando vita a tutt’og-gi al periodico “La Gazzetta dell’Etna” per poter dire in piena libertà quello che pensa e per esaltare la sua Paternò e la sua provincia Etnea.

In atto vanta ragguardevoli consensi per i suoi contenuti rivolti sempre alla valorizzazione del territorio, della storia, della fede Cristiana, degli uomini illu-stri e di quanto di più interessan-te offrono i comuni etnei.

Le sue pubblicazioni, numero-se, ricche di contenuto umanisti-co, nascono e si approfondiscono nel territorio con la chiarezza di ciò che pensa e di ciò che vuole dire, coordinando il pensiero con la parola in stretto rapporto con la coscienza.

Tra i suoi eventi più affasci-nanti ricorda l’incontro con il Papa Paolo VI. Correva l’estate dell’anno 1969 quando venne a conoscenza che il Sig. Francesco Rapisarda, 99enne, voleva ab-bracciare il Papa prima di morire, ma non poteva permetterselo per motivi economici.

Questa richiesta il Prof. Cun-solo la rese pubblica nel suo giornale “La Sicilia” e fu subito una gara di solidarietà. L’Alitalia offre il biglietto andata e ritorno

PROF. ANGELINO CUNSOLOUno sconosciuto narratore biancavillese di adozione paternese

Carmelo Santangelo

per Roma a lui e agli accompa-gnatori, l’ENAIP offrì pranzo e albergo al team al seguito.

“È stato un evento storico per Paternò e anche pe me – raccon-ta il Prof. Cunsolo – fu grande emozione e soddisfazione che il tempo non ha scalfito nella mia mente”

Angelino vorrebbe fare molto di più, ma avanza negli anni; la penna e la scrittura hanno consumato la sua giovinezza portando nel nostro cuore la voglia di riscoprire quanta gioia c’è nel credere e di ritrovare l’entusiasmo di comunicare a tutti i costi la verità della fede, che dona sapore alla vita.

Quest’anno infatti, per la do-dicesima volta organizza il “Re-cital di poesia” dedicato a Santa Barbara, Patrona di Paternò.

Io sono tra coloro che riesco-no a considerare il messaggio trasmesso nel tempo che non si deve pensare a se stessi ma fare quel che si riesce nel quotidiano per aiutare gli altri.

Angelino Cunsolo ha belle capacità culturali, è un grande comunicatore e intellettuale, che tanto dice della fatica e del suo vero cuore.

con Vincenza Longo dal quale na-scono quattro figli: Giuseppina, Anna Rita, Rosario e Antonella.

Ma dopo alcuni anni avverte un richiamo alla terra natia e trova posto, sempre all’insegna-mento di matematica e fisica, presso l’istituto Virgillito a Pater-nò, ove completa la sua carriera nel 1990.

La sua terra infatti, gli offre l’opportunità di frequentare corsi di aggiornamento professionale conseguendo vari diplomi di merito.

Angelino è veramente un personaggio di cultura avendo ricevuto in eredità la passione del suo fratello giornalista e scrittore, Rosario Cunsolo, 11 anni più grande di lui e dal padre, Rosario Cunsolo, noto pastaio biancavillese e poeta.

In contemporanea al suo impiego come docente di mate-matica, intraprende l’arte dell’in-formazione. Trova lavoro come giornalista e fa carriera per circa 30anni per il quotidiano “La Sici-lia” ed occasionalmente per altre importanti testate giornalistiche.

Lo dico con scrupolo di cro-nista e sereno orgoglio di un caro amico che Angelino è tra i

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Anniversario

Nel 1917 nella città di Adrano Pietro Branchina diveni-va Prevosto . Egli

acquisiva l’importante nomina dopo diversi anni trascorsi fuori dalla sua città natale, periodo che lo aveva di certo arricchito in esperienza e cultura.

Branchina non era solo un uomo di Chiesa, aveva un innato talento musicale al quale ebbe la possibilità di dedicarsi in gioven-tù come nella maturità.

Le origini sociali e la condizio-ne economica della famiglia del sacerdote non gli avrebbero di certo concesso di percorrere la carriera che ebbe. Intorno a se trovò un pubblico di estimatori che lo aiutarono a crescere e lo finanziarono fiduciosi nelle sue doti naturali.

Pietro Branchina nacque in Adrano nel 1875 in una famiglia di contadini, numerosa di figli ma scarsa di ricchezze. Fin da bambino mostrò il suo talento suonando l’organo in molte chie-se di Adrano. Egli era del tutto autodidatta.

Il suo primo maestro fu il concittadino Vincenzo Cacia, grazie al quale Branchina acquisì le conoscenze necessarie per mettere in luce le sue qualità. Grazie al Prevosto Salvatore Petronio Russo, il clero cittadino e alcune famiglie locali, Pietro ebbe la possibilità di continuare i suoi studi a Catania, dove maturò il desiderio di intraprendere la vita sacerdotale ed entrò nel se-minario arcivescovile di Catania.

Gli studi di filosofia e teologia del seminario, però non lo distol-sero dal suo interesse per la mu-

sica. Intorno al 1896 organizzo una “Schola Cantorum”, un coro che annoverava circa cinquanta voci, il quale si esibì in manife-stazioni musicali polifoniche, grazie alle quali non mancarono successi e riconoscimenti.

In questi anni si ricorda una celebre composizione musicale, realizzata in onore delle cele-brazioni funebri per il Pontefice Leone XIII tenutesi nel duomo di Catania.

Il talento del Branchina si perfezionava sempre di più e di certo non passava inosservato tra gli intenditori che ebbero la possibilità di udire le sue compo-sizioni liturgiche.

Tra tutti si ricorda il Cardinale Francesco Nava. Egli propose al giovane seminarista di lasciare Catania e la Sicilia e di trasferirsi a Roma, dove avrebbe avuto la possibilità di continuare i suoi studi, fi-nanziati dalla Chiesa.

La vita del giovane musi-cista svoltava in una direzio-ne che, proba-bilmente, egli mai avrebbe i m m a g i n a -to di poter i m b o c ca re . Nonostante i riconoscimen-ti e cambia-menti che ne derivarono, però, Branchi-na non perse mai lo spirito di umiltà delle sue origini. Lo dimostrarono l’impe-gno e le molteplici esperienze che contraddistinsero la sua permanenza nella capitale. Qui

ebbe maestri illustri, si citano in modo particolare Lorenzo Perosi, il Bolzi e lo Storti.

Nel 1906 conseguì il “Diploma di Canto Gregoriano”, dopo il quale si trasferì a Padova. Qui

ebbe come maestro il celebre Luigi Bottaro e ottenne il “Diplo-ma di Maestro di Armonica e di Organo”.

La fama come composito-re musicale giunse ai massi-mi risultati nel 1907, quando partecipò al “Referendum dei trenta maestri” (egli era l’unico compositore siciliano), indetto dalla Associazione italiana di Santa Cecilia. Numerose riviste richiesero la sua collaborazione, si ricordano in merito: la rivista di “Santa Cecilia” di Torino, “Musica Sacra” di Milano, “il Ceciliano” di Bari e “Journal des Organistes” di Parigi.

Nello stesso anno ritorna in Sicilia, a Ragusa, dove fu nomina-to direttore della “Cappella della Collegiata” e organista principale

del Duomo di Siracusa.Dopo tanto peregrinare,

Branchina fu chiamato a rien-trare nella sua città natale con tanto di onori e autorevole no-mina clericale.

La sua esperienza di Prevo-sto si contraddistinse per una singolare iniziativa: egli fu tra chi decise di trafugare i resti di San Nicolò Politi da Alcara Li Fusi.

Come testimonianza di tale episodio egli scrisse due opere: “La vita di San Nicolò Politi” e un Documento. Oggi è rimasto solo la secondo opera tra le due, la storia della traslazione del Sacro Teschio del Santo, essa è conser-vata nell’Archivio Parrocchiale della Chiesa Madre di Adrano.

Intorno al 1930 a causa di incomprensioni e litigi con il clero di Adrano, Branchina la-sciò il paese e divenne rettore presso il collegio di San Michele, in Acireale.

Il paese e la sua gente, però non dimenticarono il Prevosto. Dopo la seconda guerra mon-diale, la popolazione richiese, con volere unanime, e ottenne il ritorno di Pietro Branchina. Egli non lascerà più la sua città natale, in quanto si spegnerà nel 1953.

La produzione musicale del Branchina è vasta e variegata, essa abbraccia diversi generi di musica sacra e tra le opere più famose si ricordano: “Messa a due voci”, “Te deum Laudamus”, “Ave Maria” e un manoscritto conservato in Adrano dal signor Antonino Romano.

Nel “Manoscritto Romano” sono inserite le composizioni “Salutaris Ostia”, “Libera me Domine”, “Inno a Santa Venera”, “Il Figiuol Prodigo”, “Salve Regi-

Pietro Branchina un uomo di Chiesa con un innato talento musicale

L’undici febbraio ricorre il 60° anniversario dalla sua morte

Alessandra Caruso

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Anniversario

Una particolare novità è l’eliminazione dell’Irpef (e delle relative addizionali) per i fabbricati non locati (a disposizione o dati in comodato), a seguito dell’entrata in vigore dell’Imu (articolo 8, comma 1, Dlgs 23/2011). Quanto ai terreni, lo stesso effetto si produce sui redditi dominicali dei terreni con-dotti direttamente, mentre il reddito agrario continua a essere assoggettato alle imposte sui redditi. Secondo le istruzioni, se il terreno è esente da Imu, sul reddito dominicale è dovuta l’Irpef (e le ad-dizionali) anche se il terreno non è affittato. La situazione si verifica per i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina delimitate secondo l’articolo 15 della legge 984/77. Ma vi sono casi anche di fabbricati esenti Imu, che andranno indicati come tali in dichiarazione barrando il campo previsto. Con riferimento ai fabbricati, i contribuenti dovranno riportare tutti gli immobili posseduti (locati o meno), ma si calcolerà l’imponibile Irpef solo per gli immobili locati (oltre all’abitazione principale), tralasciando i non locati e soggetti a Imu.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Sparisce l’Irpef per i fabbricati non affittati

“Fi s i ca m e nte a l to, moralmente inte-gro, religiosamente

perfetto e artisticamente ec-cellente”, “sempre sorridente e umile, esempio di virtù e prodigalità caritatevole al clero di Adrano,Catania e Acireale”. Con queste parole il prof. Saro Franco inizia la biografia di Pietro Branchina nel libro”Personaggi adraniti”. Il professore racconta la vita del sacerdote, lodando le qualità per le quali Branchina era ben noto e amato. Nono-stante la fama e il successo egli fu un uomo di profonda umiltà, si tenne sempre lontano dagli esibizionismi e da atteggiamenti superbi.

Benché la carriera lo abbia te-nuto a lungo lontano dal paese di origine, Pietro fu sempre legato alla sua famiglia e in particolare alle sorelle. Non aveva interesse per le cerimonie pompose. Egli, infatti, riceveva ospiti di qualsiasi rango sociale senza ossequi, ma con sobrietà, nella sua abitazione modesta e dignitosa. Non si inte-ressò mai di politica, né sfruttò il suo ruolo prestigioso per avere

agevolazioni economiche. La semplicità delle sue abi-

tudini quotidiane rimaneva inal-terata in qualsiasi occasione, lo testimoniano i suoi discendenti e i biografi.

Branchina amava attorniarsi dei suoi studenti e discutere con loro al di fuori della vita scolastica. Negli anni in cui fu Prevosto ad Adrano, ogni sera amava passeggiare. Percorreva la strada che, dalla Chiesa Madre di Adrano, continuava lungo la via Garibaldi, fino a giungere in piazza Belvedere. I suoi studenti non perdevano occasione per ac-compagnarlo e ascoltavano con interesse le sue parole, pregne di saggezza.

Al fine di completare il profilo di quest’artista, si ricorda un ul-timo episodio della sua vita che la dice lunga sul personaggio.

Quando si trasferì ad Aci-reale per diventare rettore del San Michele, portò con sé l’or-gano, strumento che amava e cui era molto affezionato. Dopo alcuni anni fu rinominato Prevosto di Adrano e ritornò nella città natale. Aveva bisogno

di denaro per arredare la nuova abitazione e non disponendone, decise di vendere il suo caro organo.

Non si può immaginare dolo-re più grande per un musicista, privarsi del proprio strumento. Eppure, se solo avesse voluto o chiesto, al Branchina non sarebbero mancati supporti eco-nomici, ma da persona dignitosa e umile, qual era sempre stato, preferì arrangiarsi con le sue for-ze e non “disturbare “nessuno.

In memoria del genio musici-sta, l’Istituto tecnico commercia-le di Adrano è stato a lui intitola-to. Quest’anno, l’undici febbraio, ricorre il 60^ anniversario dalla sua morte. Quando ancora in vita, i concittadini dimostrarono a Pietro Branchina sempre af-fetto e devozione. Quale modo migliore vi sarebbe per ricordarlo se non ascoltando le sue “crea-zioni”. È doveroso celebrare un artista, che ha dato lustro alla storia del nostro paese, in modo degno affinché si rispolveri la sua memoria e sia resa nota la sua arte a chi ancora non la conosce.

Alssandra Caruso

Con il 2013 parte la Tares, il nuovo tributo sui rifiuti e servizi. Con la Tares il pagamento del servizio rifiuti sarà commisurato in tutti i Comuni alle “quantità e qualità medie ordinarie” di rifiuti prodotti da cittadini, attività commerciali e imprese . La Tares si pagherà in 4 rate, la prima a gennaio e le altre ad aprile, luglio e dicembre: le prime rate saranno commisurate a quanto pagato come Tarsu o Tia nel 2012. I conguagli con le decisioni locali saranno versati con l’ultima rata di dicembre. Per quanto riguarda i calcoli, la nuova tariffa sarà commisurata all’80% della superficie catastale, un dato che però oggi i Comuni non hanno. Per questa ragione, l’emendamento prevede che in prima applicazione la base imponibile sarà rappresentata dalle superfici dichiarate ai fini Tarsu o Tia. L’agenzia del Territorio è chiamata ad avviare gli interscambi di dati con i Comuni, che poi dovranno trasmettere le informazioni ai singoli contribuenti.

La nuova TARES

na”, “Le Sette Parole di Gesù”, “Tantum Ergo”, “Innoa a San Nicola”, “Inno a San Gabriele dell’Addolorata”.

Nell’archivio storico del Ca-stello Normanno si conserva la

composizione dedicata a Nicola Lauricella di un “Te Deum”.

Le opere musicali del Bran-china sono note per la dolcezza dell’armonia e la perfezione della

tecnica compositiva, caratteri-stiche che rispecchiamo il suo animo. Semplicità, umiltà e il rigore della vita sacerdotale sono i tratti che dipingono il volto di un grande maestro nella musica e nella vita quotidiana.

In Adrano commemorano Branchina l’istituto Tecnico Com-merciale, a lui infatti intitolato, e la Corale Polifonica P.Branchina. Quest’ultima, costituitasi nel 1985, è un complesso a voci miste che si dedica all’esecuzione di polifonia sacra, profana e rina-scimentale. Il gruppo ha eseguito molte opere del Branchina e in diversi comuni. In occasione del 40^ anniversario della morte del maestro, ha organizzato un convegno e una mostra sulla vita e le opere, eseguendo la “Messa ad Requiem”.

Nonostante la fama e il successo egli fu un uomo di profonda umiltà

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Attualità

“Bronte può conside-rarsi il Comune che più di tutti in Italia

ha perso posti di lavoro. Il tessile fino a 2 anni fa garantiva circa 800 posti di lavoro senza consi-derare l’indotto. Oggi a lavorare sono più o meno in 300”.

È quanto ha detto il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, al presidente del senato Renato Schifani, venuto in visita ufficiale al Comune etneo.

“Bronte - ha aggiunto il pri-mo cittadino - era una cittadina fiorente. Grazie al tessile aveva anche acquisito mentalità im-prenditoriale e del lavoro.

Come sindaco quindi esprimo preoccupazione per quei lavora-tori che hanno perso il lavoro e fino ad oggi hanno vissuto grazie dalle indennità di disoccupazione e che prima o poi finiranno.

Cittadini – ha concluso il sindaco – che nonostante le

Visita ufficiale del Presidente del Senato Renato Schifani a Bronte

difficoltà sono stati costretti a pagare l’Imu, che certamente non ha aiutato”.

Affermazioni forti alla presen-za di numerose autorità.

Schifani è arrivato in com-pagnia dell’ex presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, trovando ad accoglierlo oltre al sindaco ed al presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta, il Prefetto di Catania Francesca Cannizzo, gli onorevoli Salvo Torrisi ed Enzo Gibiino, l’on. Marco Forzese, l’europarlamen-tare Giovanni La Via e numero-sissimi sindaci giunti anche da Viagrande, Gravina ed Acireale assieme quelli del comprensorio.

“Viviamo un periodo difficile come quello del dopo guerra – ha aggiunto il presidente Gullotta – ma nutriamo speranza e fiducia per il futuro”.

Poi gli interventi dei capi-gruppo consiliari, Andrea Sgrò,

Giuseppe Di Mulo, Nunzio Spa-no, Salvatore Proietto e Nunzio Saitta.

Ed il presidente Schifani non si è sottratto al dibattito.

“Oggi mi sento a casa mia. – ha affermato – In questi anni ab-biamo vissuto momenti difficili. Questa legislatura doveva essere costituente e non lo è stata.

Speriamo lo sia la prossima perché abbiamo bisogno di ri-forme. Non modificare la legge elettorale, per esempio, è stato certamente un errore. Lascio però un Senato che ha affrontato temi importanti come la lotta alla criminalità organizzata ed ha sempre guardato con interesse all’Europa che, però, deve essere solidale e non guardare ai Paesi deboli con spirito competitivo.

Auspico – ha continuato - che il 2013 possa vedere un esecuti-vo forte, che non tolga più risorse ai Comuni”.

Nonostante la profon-da crisi politica che stiamo attraversando

numerosi giovani del compren-sorio hanno manifestato la loro volontà di essere cittadini attivi costituendo un’associazione che vuole portare avanti un modo nuovo di fare politica: appoggiare le idee e non gli schieramenti con il fine ultimo di contrastare il fenomeno (frequente) di fazioni opposte che attuano confronti atti a distruggere più che a costruire.

Tra le attività dell’associa-zione anche cineforum e scam-bio di libri.

Si chiama “Giovani per l’u-nione” l’associazione politico-culturale nata ad Adrano lo scorso mese di settembre gra-zie alla volontà di diversi ragazzi di Adrano e Biancavilla.

L’attuale scenario politico, pieno di contrasti e sfiducie, ha rappresentato la scintilla che ha acceso la volontà di questi ra-gazzi nella speranza di costruire una società migliore rispetto a quella che ci ritroviamo oggi.

Una filosofia nuova che potrebbe cambiare il modo di vedere le cose e che si può racchiudere in una domanda: “Non si può cercare una colla-borazione costruttiva (un’unio-ne) tra le diverse parti politiche anziché continuare con uno scontro prolungato che non porta da nessuna parte?”.

Non più destra o sinistra ma idee, progetti e decisioni che vengono giudicati giusti o sbagliati a prescindere da chi li propone e li porta avanti. Uniti nel bene della collettività.

Ma l’associazione non si occupa solo di politica. Tra le

prime attività messe in atto vi sono esperienze di volon-tariato per una raccolta fondi dell’Unicef e due iniziative culturali a costo zero; si tratta dell’esperienza di scambio libri (in cui ognuno può mettere a disposizione degli altri i propri libri e leggere quelli che han-no condiviso gli altri) e di un cineforum (ogni due settimane viene guardato un film inerente una specifica tematica).

“Per cambiare le cose anche in ambito politico, afferma il portavoce dell’associazione Marco Scardina, bisogna par-tire da una base solida.

Bisogna partire con una mente sveglia e arricchita dalla conoscenza, conoscere per non cadere nell’errore ed è proprio per questo che il nostro movi-mento giovanile che si interes-sa della politica, inizia le sue attività con questi progetti”.

Il cineforum e lo scambio di libri sono aperti a tutti gli interessati.

Per ulteriori informazioni sulle attività del gruppo è possibile visitare il sito inter-net di Giovani per l’Unione all’indirizzo http://giovaniper-lunione.webnode.it/ oppure il gruppo facebook all’indirizzo http://www.facebook.com/groups/464722330227445/.

Chi volesse contattare l’as-sociazione per ricevere infor-mazioni sulle riunioni e sulle attività politico/culturali può utilizzare l’indirizzo e-mail [email protected].

È nata l’associazione politica “giovani per

l’unione”

Dario Lazzaro

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Bloc Notes 72013 Gennaio

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Attualità

In molti non sanno cosa sia la fibrosi cistica. Tanto meno sanno dell’esistenza di una

fondazione dedicata alla ricerca in suo favore. Conoscere, per quanto possibile, le realtà che ci circondando, anche quelle che non ci toccano in prima persona, è importante sia per la nostra vita che per quella dei nostri figli. Prevenire è meglio che curare, si dice. Ma se non si conosce, se non si ha consapevolezza, tutto ciò risulta impossibile. Cos è la fibrosi cistica e perché è impor-tante conoscerla? Si tratta di una malattia genetica, cronica, che si caratterizza per un’anomalia nel trasporto del cloro nelle cellule delle ghiandole a secrezione esterna e coinvolge numerosi organi ed apparati, quali l’appa-rato respiratorio, il pancreas, il fegato, l’intestino. Le ghiandole malate secernono un muco denso e quindi poco scorrevole che determina l’ostruzione dei dotti principali, provocando l’insorgenza di gran parte delle manifestazioni cliniche tipiche della malattia (come infezioni polmonari ricorrenti, insufficien-za pancreatica, stati di malnutri-zione, ecc). Insomma, si tratta di una patologia importante, che colpisce 1 bambino su 3000-3500 e che può essere individuata grazie allo screening neonatale. Questo è un metodo di medicina preventiva che ha lo scopo di identificare i neonati affetti dalla patologia congenita che, se non trattata tempestivamente, può avere esiti gravi per lo stato di salute e per la qualità di vita. Individuando precocemente la presenza della malattia sarà più facile operare un trattamento terapeutico efficace e quanto meno aiutare a migliorare la vita del soggetto affetto. Ecco perché la Fondazione per la Ricerca sulla fibrosi cistica si preoccupa di far conoscere ai più i termini di questa patologia, per spingere le coppie in attesa di un figlio a sot-

toporsi allo screening neonatale, essendo indubbia l’efficacia della diagnosi precoce. Tale Fondazio-ne è una istituzione ONLUS nata quindici anni fa con lo scopo di sviluppare nuove conoscenze sulla fibrosi cistica, orientate a cure innovative e si spera risolu-tive della malattia. Essa collabora per i suoi intenti con altri partner, come la Società Italiana Fibrosi Cistica, la European CF Society, la Lega Italiana Fibrosi Cistica e con quanti, a livello di Istituzioni o di Volontariato, sono interessati al progresso delle cure per questa malattia. La Fondazione può con-tattare sull’attivismo di 103 tra delegazioni e gruppi di sostegno sparsi per tutta Italia, che ope-rano in nome e per conto della Fondazione. Attiva nella nostra zona la Delegazione di Catania, fondata nel 2006 dalla licodiese Armanda Lombardo, la quale ne è attualmente la Responsabile insieme alla paternese Sabrina Gagliano. Loro sono due mamme speciali, legate dalla stessa forza che mettono ogni giorno nella lotta contro questa malattia. Esse rappresentano le braccia ed il cuore della fondazione e con amore e caparbietà agiscono sul territorio coordinando l’attività di un nutrito gruppo di volontari sparsi per la provincia. Anche Santa Maria di Licodia conta una decina di giovani volontari, i quali con diverse iniziative fanno cono-

scere la Fondazione sul territorio e raccolgono fondi per la ricerca. Ogni anno, ad esempio, è indet-ta, generalmente a fine ottobre, la giornata nazionale dedicata alla ricerca per la fibrosi cistica, a cui i volontari licodiesi hanno preso parte, anche quest’anno, con un banchetto nella Piazza delle Consuetudini, presso il quale chiunque poteva donare un contributo per la ricerca, in cambio di una piantina di cicla-mino. E ancora, nello scorso pe-riodo natalizio la Delegazione è stata presente all’interno del C.C. Etnapolis con una postazione per confezionare i pacchi di Natale e così devolvere il ricavato delle of-ferte a favore della ricerca; stesso nobile scopo ha avuto la serata di Tombola organizzata dalla De-legazione lo scorso 27 dicembre presso il Teatro “N. Martoglio” di Belpasso. Insomma, l’attività di sensibilizzazione sul tema, ancor poco conosciuto nonostante la larga diffusione della malattia, è fondamentale, perché è tanto quello che ciascuno può fare con un piccolo gesto. Non è difficile capire quanto sia importante far qualcosa, basta mettersi nei panni di chi soffre e di chi spera di vedere il proprio figlio o un amico sorridere e condurre una vita dignitosa. Informandosi, mettendo da parte gli egoismi e attivandosi in nome della solida-rietà, è possibile fare grandi cose.

Non solo il clero, ma tutta la religiosissima Bronte piange la scomparsa di uno degli uomini più rappresentativi della storia dei nostri giorni.

Dopo aver subito un difficile intervento chirurgico, questa notte, all’età di 75 anni, si è spento in una clinica, monsignor Antonino Lon-ghitano, vicario foraneo del 15° vicariato e rettore del Santuario della Madonna Annunziata. Padre Nino, come tutti amavano chiamarlo, rinviava da quasi 10 anni un intervento chirurgico al cuore che ormai non era più possibile rimandare.

La città aveva gioito quando i medici avevano assicurato che l’in-tervento era riuscito perfettamente. Una successiva complicazione, però, ha fatto precipitare il quadro clinico fino a provocarne la morte.

Tutti conoscevano ed apprezzavano padre Nino, e non solo per sua la capacità di non risparmiarsi mai, ma per essersi distinto nella fattiva opera a favore dei giovani e dei bisognosi. Era, infatti, rettore del Piccolo seminario arcivescovile, ed era anche direttore della Casa di riposo San Vincenzo De Paoli.

Nell’agosto scorso aveva festeggiato i suoi 50 anni al servizio di Dio, ricevendo da tutta Bronte testimonianza di affetto.

Ha lasciato, eccome, la sua traccia nella società brontese, rilan-ciando le attività all’interno della casa di riposo e fondando, con tenacia e volontà, il modernissimo “Centro Alzheimer”, inaugurato appena qualche mese fa.

Per tutti aveva sempre una parola di sostegno e di aiuto e tutti lo ricordano per la sua saggezza e benevolenza: “Bronte – ha affermato il sindaco Pino Firrarello particolarmente affranto - ha perduto un grande sacerdote.

Sono certo che in futuro sarà annoverato fra gli uomini illustri di questa città perché capace di svolgere una grande attività sociale. Aver valorizzato la Casa di riposo e fondato il centro Alzheimer sono solo gli esempi più evidenti. Sommando l’impegno religioso a quello scolastico pensò bene di utilizzare il Collegio Capizzi per dare ai gio-vani una preparazione scolastica, adeguando l’opera del “Venerabile” ai tempi moderni. Piangiamo – ha concluso - un grande sacerdote ed un grande uomo”.

È morto padre Nino Longhitano

“Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica”:

lotta e amore per la vitaLa storia e l’impegno della Delegazione di Catania

Ornella Fichera

Bronte in lutto

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8 Bloc Notes Gennaio 2013

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Attualità

Un emendamento pre-sentato dal senatore Giuseppe Firrarello

al decreto legislativo “Enti territoriali”, su cui il Governo ha posto la fiducia, salva i bi-lanci di tutti i Comuni italiani inferiori a 20 mila abitanti che rischiano il dissesto.

La Commissione “Affari costituzionali” del Senato ha approvato un emendamento presentato da Firrarello che permette ai Comuni inferiori a 20 mila abitanti, con squi-libri strutturali di bilancio in

Il senatore Pino Firrarello salva i bilanci dei piccoli Comuni

grado di provocare il dissesto finanziario, di ricorrere alla procedura di risanamento prevista dalla legge.

Questa procedura, infatti, permette ai Comuni di poter estinguere i propri debiti at-traverso un piano di rientro quinquennale, riportando così il bilancio in pareggio.

Un provvedimento legisla-tivo utile, se non necessario, per tantissimi Enti in difficol-tà, negato però il 13 novem-bre scorso dalla Camera dei Deputati, che ha approvato il

ddl con un emendamento che concede i benefici di legge solo ai Comuni superiori a 20 mila abitanti.

Per il senatore Firrarello una ingiustizia “con evidente profilo di illegittimità costitu-zionale”.

“Approvare il disegno di legge così come emendato dalla Camera – afferma Fir-rarello – avrebbe compor-tato un ingiusto privilegio a favore degli enti di maggio-re dimensione, escludendo dall’opportunità di ricorrere alla procedura di risanamento finanziario gli enti più piccoli, che sono quelli maggiormen-te penalizzati dai tagli e dalle rigidità delle norme relative al Patto di stabilità.

Per questo – continua Fir-rarello - ho presentato questo emendamento che la I Com-missione permanete “Affari costituzionali e Bilancio”, ha approvato ed inserito all’in-terno del Ddl cui il Governo ha chiesto la fiducia”

La carta stampata (leg-gasi Bloc Notes) e la Web Radio (ovvero

Radio Alcatraz, nata solo un anno fa dall’impegno di un gruppo di giovani licodiesi) si incontrano per una sera.

Uno degli strumenti più tradizionali di fare informa-zione, da un lato, e la nuova frontiera della comunica-zione online, dall’altro.

Anche Bloc Notes, dun-que, “è stato in rete”, speri-mentando un modo veloce e immediato di comunica-zione quale la web radio.

Mercoledì 12 dicembre il direttore di Bloc Notes, il Prof. Nino Reina, è stato invitato come ospite d’onore all’ottava puntata di “Invito personale”, trasmissione di Radio Alcatraz curata e pre-sentata dallo stesso diretto-re della radio, Pietro Crispi.

Al centro dell’attenzio-ne della serata, oltre al piacevole ascolto di buona musica, Bloc Notes e la sua storia, raccontata dalla viva voce del suo direttore.

In circa due ore di tra-

smissione, si è ripercorso con la mente il tragitto compiuto da Bloc Notes nei suoi 25 anni di attività sul territorio, raccontando anche aneddoti diver-tenti legati al passato e sognando sul futuro.

Si è anche parlato dell’im-portanza della scrittura, in un periodo storico come il nostro in cui mettere nero su bianco risulta molto più difficile che pigiare dei tasti su una tastiera; e ancora del rapporto dei giovani e meno giovani con i social network e quanto questi influenzi-no la nostra vita sociale.

Insomma, per una sera Bloc Notes è approdato sul canale telematico e l’ha fatto per raccontare se stesso: in un futuro non molto lontano si pensa di avvicinare Bloc Notes al web in maniera costante e attiva, attraverso la creazio-ne di un blog che possa far circolare notizie e cultura anche nel mondo virtuale.

Ornella Fichera

Bloc Notes sbarca sulla web radio... per una sera!

Radio Alcatraz incontra il direttore del gior-nale per una puntata di “Invito personale”

Disegno di legge per mutuo socialeI deputati della Lista Musumeci

all’Ars hanno presentato un disegno di legge per introdurre in Sicilia il ‘mutuo sociale’ che “permetterebbe a famiglie economicamente disagiate di accedere al diritto alla casa, senza vincoli” come avvenuto nella Regione Lazio. Secondo i quattro deputati è “una proposta facilmente attuabile”.

“La nostra è una significativa inizia-tiva sociale - spiega Nello Musumeci - che tende a fare della casa non un bene di lusso, ma un diritto di tutti, mentre il governo Monti impone agli italiani il pagamento dell’I-mu, una tassa odiosa”. In base alla proposta di legge, intitolata “Accesso al diritto di abitazione e alla proprietà della casa mediante mutuo sociale”, si “attribuisce immediatamente, ai soggetti che ne hanno i requisiti, un diritto di proprietà dell’abitazione, ammettendoli a pagare ratealmente il costo di costruzione dell’immobile sostenuto dall’Ente pubblico, direttamente a quest’ultimo, gravato dei soli interessi legali, mediante rate mensili commisurate a un quinto del reddito familiare, con sospensione dei pagamenti nel caso in cui tale reddito cessi”. L’iniziativa, spiegano i promotori, sarebbe realizzata, per ciascuna provincia dal competente Istituto case popolari, mediante un apposito piano di costru-zione, con l’utilizzo prioritario di aree edificabili già nella disponibilità della pubblica amministrazione. Gli alloggi realizzati sarebbero assegnati a cittadini residenti in Sicilia. Le risorse economiche sono rinvenibili anche nello stesso patrimonio odierno degli attuali Iacp e, più esattamente, in quella parte del loro patrimonio costituita dagli immobili ad uso non abitativo. (ANSA)

Consentire a famiglie economicamente disagiate di accedere al diritto alla casa

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Bloc Notes 92013 Gennaio

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Attualità

Il 6 dicembre si è svolto a Santa Maria di Licodia il progetto di pulizia e bonifica dell’area relativa

alla Fontana del Cherubino. La manifestazione, ideata

dal giornalista Luigi Fallica, organizzata dall’amministra-zione comunale licodiese, si è aperta intorno alle ore 9:00 con l’emozionante incontro fra i militari della base aerea di Sigonella e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Don Bosco”.

La manifestazione, toccan-te e coinvolgente, ha previsto l’intervento della protezione civile e la collaborazione con la “Dusty”(Servizio Igiene Ambientale).

Molti anche i cittadini li-codiesi che sono accorsi ad assistere all’evento.

L’iniziativa di bonifica dell’area circostante la Fon-tana del Cherubino rientra nel

Community relations: volontariato ambientale dei militari di Sigonella

progetto, più esteso, di Com-munity Relations posto in essere dai militari della base di Sigonella per stabilire e mantenere un rapporto reci-procamente vantaggioso con le comunità in cui operano.

Il principio alla base di tale piano è che quando una società si assume la pro-pria responsabilità civile e si interessa attivamente al benessere, poi guadagna un certo numero di benefici a lungo termine in termini di sostegno della comunità, lealtà e buona volontà.

Tali eventi rappresentano delle misure necessarie atte a instaurare un rapporto di mutua riconoscenza, inoltre sono fondamentali per il mantenimento di una poli-tica della porta aperta o la formazione di una casella di denuncia.

“Il coinvolgimento della comunità è necessario per incrementare la costruzione dell’immagine pubblica e morale dei militari di Sigonel-la – afferma Alberto Lunetta,

Responsabile Comunicazio-ne US Navy Sigonella- nella creazione di un’azione di riconoscenza per l’ospitalità loro data.

La Community Relations favorisce il lavoro di squadra, che è essenziale nel successo a lungo periodo”.

Presenti alla manifestazio-ne alcuni esponenti dell’am-ministrazione comunale, in particolare l’Assessore alle Politiche Giovanili, Francesco Rapisarda, e l’Assessore all’I-struzione, Vitaliana Greco, oltre ai Vigili Urbani, tra cui lo stesso Comandante.

L’esigenze di bonificare tale area nasce in relazione alla normativa nazionale, così come quella comunitaria, in tema di rifiuti , dove si evin-ce chiaramente la volontà di incrementare l’attuazione della raccolta differenziata allo scopo di reimpiegare materiali come vetro, carta, alluminio, plastica e smaltire in sicurezza rifiuti urbani pe-ricolosi come farmaci scaduti, pile e batterie esauste.

Alessia Varrica

S.M. di Licodia insieme ai militari della base aerea di Sigonella realizza la pulizia e la bonifica dell’area circostante la zona della Fontana del Cherubino

Il settimo comandamento della Chiesa Cattolica “proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo”. “Non rubare”, appunto. Questo è il comandamento che purtroppo è stato infranto da ignoti nella notte tra il 3 ed il 4 dicembre (dello scorso anno, ormai!).

La Chiesa S. S. Crocifisso di Santa Maria di Licodia, sita nella centralissima Piazza Umberto I, è stata lo scenario di un furto: è stato trafugato dalla canonica il “bavero” della statua dell’Imma-colata contenente gli ex voto (anelli, orecchini, bracciali, collane in oro) che negli anni i fedeli hanno donato alla Madonna in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta o per una ancora da ottenerne.

Dopo pochi giorni questo sarebbe stato indossato come ogni anno dalla Vergine Immacolata in occasione della festività dell’Im-macolata dell’8 dicembre. Tale gesto, a maggior ragione in quanto avvenuto a pochi giorni dalla festa, è stato interpretato da molti come uno sfregio, un segnale di non rispetto per l’istituzione ec-clesiastica, la Madonna e gli oggetti sacri che l’accompagnano.

Con l’oro devozionale, a scomparire anche un calice in argento ed un ostensorio risalente al 1700, oggetti di gran valore non solo religioso ma anche artistico.

Oltraggio alla Chiesa? Traffico di preziosi sul mercato nero? Qual-siasi sia stato il motivo alla base del furto, è chiaro come quest’epi-sodio sia sintomo di una società sempre più in difficoltà, che perde di vista valori come il rispetto e l’onestà su cui dovrebbe fondarsi.

Amareggiato il Parroco del S. S. Crocifisso, Don Santino Sala-mone, che la mattina del 4 dicembre, recandosi in parrocchia e trovando la canonica letteralmente a soqquadro, ha subito allertato la locale stazione dei Carabinieri.

Ci si augura, pur sembrando un’utopia, che gli autori di tale ignobile gesto ritornino sui loro passi, restituendo alla Chiesa i suoi oggetti sacramentali ed il bavero con gli ex voto, simbolo di speranza per i devoti. Nel frattempo le forze dell’ordine continuano le loro indagini sull’accaduto. O. F.

Furto sacrilego a Santa Maria di Licodia

Rubati oro e preziosi dalla Chiesa S.S. Crocifisso

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10 Bloc Notes Gennaio 2013

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AttualitàAttualità

Babbo Natale a Santa Maria di Licodia

Sotto i portici di Piazza Um-berto I, l’otto dicembre, si è tenuto l’evento “Tutto in

Momenti di gioia e condivisione organizzate dalla Consulta giovanile in collaborazione con “La Macchia”, Radio Alcatraz e “Oyama”, con il patrocinio del Comune

una sera aspettando il Natale”, organizzato dalla Consulta gio-vanile di Santa Maria di Licodia, in collaborazione con Radio Alca-traz, l’associazione “La Macchia” e la polisportiva “Oyama”.

Durante la serata, patrocinata dal Comune, vari sono stati i momenti di cabaret, rassegne di danza e intrattenimento mu-sicale, tra cui l’esibizione del

piccolo Nico Bruno, reduce dalla partecipazione al programma televisivo “Ti lascio una canzone” di Rai Uno.

Forte è stato l’impegno dei ragazzi facenti parte della Con-sulta che hanno organizzato una degustazione di prodotti tipici del territorio in cambio di un’offerta simbolica.

Questo evento è stato or-

Gli eventi (la “spaghet-tata” realizzata giorno l’8 Dicembre e l’evento

di giorno 23 Dicembre sono stati organizzati da voi con il patrocinio del Comune o come manifestazioni indipendenti?

In merito alla tua richiesta vorrei fare una premessa, per-chè ci tengo che alcuni punti siano messi in chiaro. Prima di tutto entrambe le manifestazio-ni sono nate e si sono evolute grazie alla collaborazione con l’associazione “La macchia”, “Radio Alcatraz” ed il vulcanico contributo di Sara Leanza rap-presentante della “Polisportiva Oyama”, in quanto abbiamo ben capito che l’unione fa la forza.

Chiusa questa breve ma im-portante parentesi, ti confer-mo che in entrambi gli eventi abbiamo avuto il patrocinio del Comune.

Gli strumenti atti a realizzare il tutto da chi li avete ottenuti? Il Comune è intervenuto?

Abbiamo avuto una grande

collaborazione da parte dell’assessore Rapisarda che oltre alle autoriz-zazioni ed al palchetto ha fatto un grandissimo lavoro dietro le quinte!

L’8 dicembre non si è svolta solamente una semplice spaghettata ma un vero e proprio evento, i portici traboc-cavano di persone!

I mezzi che il comune ha messo a disposizione per la realizzazione delle serate naturalmente sono stati limitati (data la situazione economi-ca) ma, abbiamo parlato

direttamente con il sindaco, il quale si è preso l’impegno di fornirci un service con Mixer, amplificazione e luci.

L’assessore Lo Presti ci ha fornito spaghetti, pane, salsa e “caliceddi”, gli sponsor ci han-no procurato la salsiccia ed i funghi che il signor Agostino Mobilia con la collaborazione di Placido Leanza, Santa Rasà e Lella Adriano ha cucinato tirando fuori un superbo ragù di carne di maiale,funghi trifolati e caliceddi con gli spaghetti, seguito da un secondo con salsiccia funghetti e caliceddi ed un bel bicchiere di vino.

L’assessore Rapisarda ci ha dato la grande possibilità di fare intervenire alla serata personag-gi di spicco come: Giuseppe Cata-nia, vincitore del festival di Saint Vincent, Peppone, cantante dei Ciauda i quali ci hanno deliziato con le loro performance canore e Bruno Torrisi noto attore che ha partecipato ad importanti fiction come “il capo dei capi” e

“squadra antimafia”. Da non dimenticare anche il

Nico Bruno, che ha partecipato a tutte le 14 puntate della scorsa edizione di “Ti lascio una can-zone” su Rai 1, Luigi Minissale, Veronica Liotta, due assoli di danza della polisportiva Oyama ed in consolle Gaetano Cancemi.

Infine, per non dilungarmi, “alcuni” commercianti Licodiesi hanno fornito dei regali che sono stati consegnati come riconosci-mento agli artisti sopra citati.

Per quanto riguarda la se-conda manifestazione, “Alla riscoperta dello spirito del Na-tale”, è stata realizzata in stretta collaborazione con l’assessorato alle solidarietà sociali e alle poli-tiche giovanili proprio per coloro che sono i primi protagonisti del Natale... I bambini.

Abbiamo raccolto, catalogato e assegnato con nominativo, tan-tissimi giocattoli (+ di 180) così che, anche coloro che avrebbero avuto meno possibilità di riceve-re un regalino per natale hanno potuto riceverlo consegnato direttamente da Babbo Natale, impersonato a meraviglia da Vittorio Santangelo.

Da sottolineare che, entram-be le manifestazioni sono state supportare da una diretta web radio grazie al prezioso contri-buto di Radio Alcatraz che, oltre a fornire un piacevole intratte-nimento ha anche svolto un im-portante ruolo di comunicazione e informazione nel web.

Perché avete deciso di realiz-zare tali progetti?

Primo, per cercare di ridare “vita” alla nostra comunità che sembra proprio essersi “disabi-tuata” a partecipare alle attività

ganizzato per coinvolgere la collettività licodiese, soprattutto i ragazzi, per porre in essere circostanze di aggregazione nel rispetto delle tradizioni.

Festa, allegria, lo sguardo sognante dei bambini, il 23 dicembre, nel Parco delle Con-suetudini, dove è arrivato Babbo Natale.

La manifestazione ha richia-

mato un numero cospicuo di persone: tante famiglie con i piccoli in braccio ad aspettare di incontrare l’amato Babbo Natale e ricevere un piccolo dono.

Durante l’evento si è assistiti alla passeggiata di Santa Claus in sella al suo carro natalizio, con distribuzione di caramelle. L’evento si è concluso con l’estra-zione di una Playstation 3.

sociali nel nostro comune. Secondo, ma non meno im-

portante, trattandosi di attività svolte nel periodo prenatalizio, per cercare di rivivere tutti in-sieme la magia del Natale che sembra essersi un po’ persa strada facendo...

Quali sono le aspettative del-la Consulta anche per il nuovo anno che verrà.

Spero davvero che oltre alle collaborazioni esterne, la con-sulta possa dare di più, grazie alla partecipazione attiva di tutti i rappresentanti eletti.

Sono felice di avere la piena collaborazione dell’assessore alle

politiche giovanili, finalmente, da quando è stato nominato Francesco Rapisarda , il quale si è messo a disposizione, ha lavo-rato attivamente al nostro fianco, ed inoltre ha già comunicato che intende stilare una programma delle attività future.

Mi auguro inoltre che le col-laborazioni instaurate si for-tifichino e che se ne possano aggiungere altre, perché ormai abbiamo capito che è l’unione che fa la forza, la forza di rimet-tere in funzione il cuore di una comunità ormai in ginocchio.

a cura di Alessia Varrica

Alessia Varrica

A colloquio col Presidente della consulta gio-vanile di S. M. di Licodia, Alfio Sambataro

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Bloc Notes 112013 Gennaio

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AttualitàAttualità

La questione salute è una questione tanto delicata quanto essenziale, essen-

do naturalmente legata alla vita di qualsiasi individuo, ragion per cui, essa dovrebbe figurare tra i primi punti dell’agenda di qual-siasi istituzione politica.

D’altronde, anche la nostra Costituzione Italiana all’Art. 32 sancisce la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”.

Di fatto, dunque, obbliga lo Stato a promuovere ogni op-portuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute.

Come ci dice il Presidente del Consiglio comunale di S. M. di Licodia Gabriele Gurgone, i cittadini del Comune, da un po’ di tempo a questa parte, sollevano il problema salute e lo rendono noto alle istituzioni attraverso sollecitazioni ed iniziative po-polari, in quanto allarmati dalla rilevazione di numerosi e sempre crescenti casi tra la popolazione di gravi malattie legate al “male del secolo”.

Nello specifico, i cittadini di Santa Maria di Licodia chiedono ai loro referenti politici, dunque all’Amministrazione comunale, di occuparsi della questione salute, proponendo essi stessi un preci-so ambito su cui indagare.

È, infatti, opinione diffusa tra i cittadini che lo stato precario e spesso terminale della salute di molti sia imputabile alla presenza nel territorio licodiese dei vari ripetitori telefonici (delle com-pagnie Tim, Wind e Vodafone) installati negli ultimi anni.

Si tratta di ben 8 antenne di-slocate in diversi punti del centro abitato e non solo, precisamente

in Via Vitt. Emanuele, Via Cai-roli, strada Mancusi Sottana e Contrada Malvizzaro. Anche se la sovraesposizione agli effetti poco benefici delle onde elet-tromagnetiche non può essere considerata l’unica causa deter-minante delle malattie, è chiaro però che tale sovraesposizione può costituire un fattore che vi contribuisce insieme ad altri.

Per capire se realmente le antenne telefoniche costitu-iscono un fattore di rischio, sarà necessario effettuare uno studio dei livelli di inquinamento prodotti da queste, attraverso la verifica del rispetto dei limiti di esposizione e delle normative in materia.

Ancora il Presidente Gurgo-ne, ci dice che per fare questo l’amministrazione comunale si è rivolta all’organo competente, ovvero l’ARPA (Azienda Regionale Protezione Ambiente), che offre servizi di controllo, ricerca e consulenza legati all’ambiente, alla sua tutela ed il suo recupero.

In definitiva, tale Agenzia dovrà attuare il monitoraggio ambientale, eseguire analisi di laboratorio e vigilare sul rispetto delle normative vigenti.

All’ASP, l’Azienda Sanitaria Provinciale, si richiede l’avvio di un’indagine epidemiologica a partire dal 2008, per capire se ci potrebbe essere una corre-lazione tra i casi di tumori e la

presenza delle antenne. Il Comune di Licodia ha nomi-

nato come consulente di parte un cittadino licodiese, nonché esperto in materia, il Dott. David Mascali, fisico nucleare, il quale monitorerà i lavori e presterà il suo servizio a titolo gratuito (al riguardo, il Presidente Gurgone lo ringrazia a nome di tutta l’am-ministrazione).

In futuro, inoltre, si spera in un coinvolgimento, nei lavori di verifica dei limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche, dell’Università di Catania, pre-cisamente del Dipartimento di Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni, in modo da poter avviare un monitoraggio delle condizioni ambientali in un’ottica temporale più ampia, con apposite tesi di ricerca.

Insomma, è ovvio come sul tema della salute non si am-mettano deroghe di alcun tipo e come tale tema non possa essere sottovalutato da nessuna parte politica, da nessuna istituzione, da nessun singolo cittadino, poiché interessa tutti indistinta-mente a prescindere da qualsiasi colore politico o classe sociale.

Ci si augura che i lavori co-mincino presto per poter avere il prima possibile i risultati delle verifiche ed eventualmente iniziare a studiare le misure ed i provvedimenti volti alla salva-guardia della salute.

“Questione salute” a Santa Maria di Licodia

Le antenne telefoniche incidono sulla salute?I licodiesi, sempre più preoccupati per i numerosi casi di malattie, chiedo-no la valutazione del livello di emissioni elettromagnetiche nell’ambiente

Ornella Fichera

Una delle novità introdotte dal governo Monti con il decreto “Salva Italia” è

la nuova tariffa sui rifiuti urbani che sostituirà la TIA e la TARSU. Si chiama TARES (Tariffa comunale sui Rifiuti e sui Servizi) ed ha tutte le carte in regola per essere la nuova “bestia nera” degli italiani visto che sarà più salata della ben nota TIA.

Per quale ragione? Oltre ad includere il costo totale del ser-vizio di gestione integrata dei rifiuti servirà a coprire anche le cosiddette “spese indivisibili” dei comuni come l’illuminazio-ne pubblica e la manutenzione delle strade diventate un grosso problema per i comuni vista la

grave situazione economica che devono affrontare.

L’aumento previsto per l’anno 2013 sarà di circa 30 centesimi per metro quadro che potreb-bero diventare 40 centesimi nella rata finale. La TARES infatti dovrebbe essere costituita da 4 rate annuali ricadenti nei mesi di gennaio, aprile, giugno e dicembre ma nel 2013 la prima rata non arriverà prima del mese di aprile. Tra le novità di questo tributo spicca il fatto che a dover pagare nelle abitazioni non sarà il proprietario dell’immobile ma il residente, notizia che interessa particolarmente chi ha una casa in affitto.

Dario Lazzaro

La gestione dei rifiuti tornerà ai comuni in forma singola o associata a partire dal mese

di ottobre e fino ad allora il ser-vizio continuerà ad essere svolto dagli ATO. E’ questa la decisione presa all’ARS su proposta del governo regionale lo scorso 29 dicembre. Il presidente Crocetta lo aveva già promesso in campa-gna elettorale e cosi dal primo gennaio 2013 anziché entrare in funzione le SRR si continuerà con gli ATO fino a settembre in modo da poter riorganizzare tut-to il servizio. La decisione lascia soddisfatti i più anche se il 2013 è iniziato malissimo per la maggior parte dei comuni siciliani.

Montagne di rifiuti infatti sono rimasti nelle strade a causa delle difficoltà economiche dei comuni che non sono in grado di fronteggiare le ingenti somme di denaro che servono a coprire le spese del conferimento in discarica, degli stipendi degli operatori e delle restanti somme

dovute alle ditte. Da qui a set-tembre non sono da escludere ulteriori momenti di crisi se la regione non interviene con delle anticipazioni e lo scenario attuale non lascia sperare nulla di nuo-vo. La prima rata della TARES è infatti prevista ad aprile ma fino ad allora non sono disponibili le risorse per andare avanti e per gli operatori ecologici non si pro-spettano tempi felici. I lavoratori più a rischio sono quelli delle città maggiormente indebitate come Adrano.

Non a caso il palazzo co-munale è stato occupato per diversi giorni dagli operatori che chiedono a gran voce il paga-mento dei loro stipendi arretrati e continuano ad appellarsi alla politica e alla magistratura affin-ché in futuro possano godere di maggiori garanzie. Un film (pur-troppo) già visto parecchie volte e che sembra non voler smettere di andare in replica.

Dario Lazzaro

TARES: Il nuovo incubo degli italiani?

ATO prorogate fino a settembre, poi il servi-zio torna ai comuni

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12 Bloc Notes Gennaio 2013

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Forum

Pietrangelo Butta-fuoco, Siciliano di origini (un tempo pure per passio-

ne), giornalista e scrittore di mestiere, ha i lineamenti più mediterranei che lo scri-vente abbia mai scorto in vivente alcuno: l’occhio ce-ruleo, è ovvio, fa eccezione.

Un merito su tutti: quello di aver fatto prevalere la statura intellettuale sulla parzialità da trincea (così da risultare simpatico e credibile, ad oggi, anche agli occhi di chi disapprova le sue posizioni: si tratta di un unicum nel “panorama” – termine usato non casual-mente – culturale ricondu-cibile alla destra italiana).

Se fosse un film, sarebbe

un film di Tornatore e – per proprietà transitiva – se fosse una canzone sarebbe un brano di Morricone.

Terminato il ritratto d’en-comio (liberamente ispirato alla sintassi di C. Lucarelli: paura, eh?), ci si avvia a ri-portare domande e risposte: è il ventisette Dicembre; sia-mo da Cavallotto (Ct), dove il nostro presenta la sua ultima fatica, una raccolta di prose – talune al vetriolo, talaltre d’ammirazione, tutte comunque incisive e aggres-sive – che ha riscaldato le vacanze di chi sa apprezzare la bella scrittura; lo stomaco è sospeso tra la digestione del cenone di Natale e il pensiero di quello di ca-podanno. Buon appetito.

Dunque. Il “fuoco” intro-duttivo, così fiammeggia: «Benvenuti al sud perché poi, in Sicilia, l’unica cosa

che si può fare è la villeg-giatura» (trattasi peraltro di provocazione recidiva: così scrisse Buttafuoco anche nella missiva che indirizzò a sua maestà Franco Battiato, ndr).

Nei recenti momenti pre-elettorali hai pure qualifica-to la Sicilia come «la fogna del potere», definendo la prospettiva di «diventare un emirato con la shari’a» l’unica via per la salvezza.

Si tratta solo di amarezza conseguente alle vicende sgradevoli che hai vissuto…o siamo messi così male?

«No. Siamo mes-si peggio».

Ora, vi assicuro che la risposta, per quanto più breve, è parecchio più eloquente della domanda: e per afferrare cotanto disfattismo (realismo?), c’è da acquistare il libro e

leggerne almeno la prima cinquantina di pagine.

Certe vicende le disco-nosciamo pur vivendole,

o pur manifestandosi a pochi passi da noi: come il calvario di cui Sandro Monaco – amico di But-

Inarrestabile Buttafuoco: «La Sicilia? Ci si può fare solo la villeggiatura»Lo scrittore Siciliano, caustico e impetuoso, ha presentato “Fuochi” da Cavallotto Librerie, a Catania

Alex Minissale

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Forumtafuoco – è stato vittima, quale ennesimo imprendi-tore costretto a scegliere fra «la borsa e la vita»; lo Stato non ti protegge a suf-ficienza (per quanto tu sia già parte civile in processi contro cosa nostra), paghi l’estorsione – così facendo sopravvivere la tua attività ed il lavoro di cento padri di famiglia – e finisci den-tro per concorso esterno.

Ma alleggeriamo un po’: hai parlato di «decucinot-tizzare la cultura». Davvero l’attrice esercita una tale egemonia?

«A tal proposito, ribadi-sco quanto ho già scritto. Fino ad oggi ha comandato lei. Al punto che Daniele Ciprì ha dovuto girare in Puglia “E’ stato il figlio”, ambientato a Palermo.

Mentre la iena Pif, ovvero Pierfrancesco Diliberto, per il suo straordinario film “La mafia uccide solo d’estate”, non ebbe neppure la pos-sibilità di essere ricevuto dall’allora assessore».

Un monito non da poco, per chi la crede solo decolté.

Tornando al libro, un ampio paragrafo tratta della vicenda semi-sconosciuta (per quanto gravissima) che ha coinvolto Mario Vattani. Questi, diplomatico (figlio di Umberto Vattani, anch’egli diplomatico), pur svolgendo il suo ruolo – a Osaka – con maestria e perizia, è stato rimosso dall’incarico di con-sole in seguito a colpa grave: suonò e cantò a una festa di CasaPound. A tal proposito, parli di un «dopoguerra che non vuole saperne di finire», asserendo inoltre che «la vicenda farà scuola nell’al-bo dei precedenti del Cln». Si tratta, anche in questo caso, di enfasi letteraria, o semplicemente di realismo?

«Realismo. Una perso-nalità valida come Mario

Vattani, che tanto ha fatto in Giappone per rappre-sentare l’Italia – tanto è vero che la casa imperiale giapponese ha sottoscritto un documento di plauso –, in Italia è stato sottoposto a

in una libera piazza, bra-ni suoi che non avevano nulla di offensivo verso la sensibilità di alcuno».

Con Oriana Fallaci hai avuto la penna partico-larmente avvelenata.

cioè con una causa inten-tata da lei e vinta da noi».

Nella sezione “Tipi” del tuo libro, hai calato sulla figura di Fabio Fazio l’analisi che Eco fece di Bongiorno nella sua “Fenomenologia”. Ecco: Fazio è uno che non ha mai invitato, nel suo “Che Tempo che fa”, né te né Giampaolo Pansa. È indica-tivo… e chissà se s’è letto

un vero e proprio processo di epurazione gestito dalla Farnesina, che dovrebbe invece tutelare i propri uo-mini, specie quando sono bravi e preparati, e soprat-tutto quando arrivano primi ai concorsi senza necessità di essere raccomandati».

Peraltro il ministero si è attivato in seguito ad uno scoop dell’Unità…

«Non era uno scoop: molti diplomatici ne hanno combinate di ogni colo-re, lui è stato messo alla gogna per aver suonato,

L’hai definita «il simbolo di quella destra che non è altro che una malattia senile della sinistra», «il contraltare – dispregiativa-mente – di Tiziano Terzani», disseminando qua e là altre sciabolate ai suoi danni…

«In quel caso, si tratta di un vecchio contenzio-so che coinvolse lei e il Foglio, quotidiano co-munque molto amico e rispettoso della Fallaci.

In pratica, ci fu uno scambio di battute finito nel migliore dei modi, e

quanto hai scritto di lui.«Avrà letto di sicuro.

Per il resto, non ha motivi di invitare me, ma ha tanti motivi di invitare Giampaolo Pansa: non lo fa perché “Che Tempo che fa” è una catte-drale del conformismo».

Hai di recente di dichia-rato che «da noi c’è l’an-timafia di “chiddi sperti” e quella degli “ingenui”». Qualche delucidazio-ne su tale distinguo?

«Semplice: gli “ingenui” sono coloro che fanno antimafia seriamente, lasciandoci le penne, o per poi essere dimenti-cati su un marciapiede.

“Chiddi sperti”, invece, sono coloro che sull’anti-mafia ci hanno costruito la carriera: è un fenome-no per certi versi simile al dualismo tra “fascismo e anti-fascismo”».

«Gratti Crocetta e trovi Lombardo»: come mai i Sici-liani non se ne sono accorti?

B. «Perché, quanto a politica, i Siciliani fanu sem-pre minchiati. Amunì».

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Cultura

Una serata di gala è stata riservata alla famiglia Distefano di Biancavilla

che a fine novembre è partita per Londra per assistere alla premiazione del figlio, il genio informatico Dino Distefano.

È lui il vincitore del“Roger Needdham Award”, una sorta di premio Nobel per l’informatica assegnato a quanti si sono distin-ti negli anni successivi al conse-guimento del dottorato (il Phd).

Il premio è stato ritirato alla Royal Society di Londra, il gotha della scienza britannica.

Dino inoltre è stato nominato professore ordinario alla Queen Mary University, entrando di diritto nella comunità scientifica mondiale.

Il software inventato dal neo

premiato, prende il nome di “In-fer”, un sistema che in maniera preventiva risolve il crash dei computer (per impedire che i pc vadano in tilt).

E pensare che per una tren-tina d’anni il «crash» è stato un problema quasi irrisolvibile oltre che costosissimo.

Per anni vari ricercatori hanno tentato di trovare la soluzione ma solo Dino con determinazio-ne e passione per la tecnologia, ha saputo trovare la soluzione.

Sì, perché questo giovane ricercatore il computer ha co-minciato ad utilizzarlo quando «le tecnologie – ironizza – erano ancora all’era della pietra e ci divertivamo con il mitico Com-modore».

Grazie ad “Infer” oggi è pos-sibile schiacciare un pulsante e vedere autonomamente la macchina svolgere l’operazione di cura preventiva.

Dino ha lavorato con passio-

ne e dedizione guidando il suo team composto da un italiano, Cristiano Calcagno, dall’inglese Peter O’ Hearn e dal coreano Hongseak Yang mettendo il sigillo ad un’importante rivoluzione.

Alle ricerche dello scienziato siciliano si sono affidati la Mi-crosoft, l’Airbus per i computer sugli aerei, la Arm per i chip degli

È di Biancavilla il genio informatico che ha brevettato il software anti crash

Premiato a Londra con l’assegnazione del “Roger Needdham Award” Dino Distefano, padre del sistema “Infer”.

Dino Distefano nella comunità scientifica mondiale

Caterina Tirenni

Il 14 dicembre si è svolta a Paternò, nella Chiesa della SS. Annunziata dell’ex Monaste-

ro, la quarta edizione del “Pre-mio Idria” per i militari distintisi in operazioni militari.

L’evento, organizzato dalla Pro-loco e dal Comune, patroci-nato dal Ministero della Difesa, si è aperto con un emozionante corteo delle scuole cittadine, susseguito dall’ingresso delle autorità, civili e militari.

Molti i cittadini paternesi che sono accorsi ad assistere alla premiazione.

Il “Premio Idria” nasce come evento per dare spazio a coloro i quali hanno scelto di essere invisibili e nonostante ciò sem-pre pronti a salvaguardare la vita della collettività. Si tratta di “Eroi” che hanno messo la loro vita al servizio della società e della pace, operando con umiltà e riservatezza. Manifestazione quindi di riconoscenza per i loro sacrifici e il loro coraggio.

In seguito ai vari discorsi introduttivi , tra cui quello del Presidente della Pro Loco, Salvina Sambataro, e del Sindaco Mauro Mangano, si è passati alla pre-

iPhone, la Mitsubisci, la Toyota.Ma chi è Dino Distefano? Si può a ragione definirlo un

trentanovenne genio dell’infor-matica in fuga dall’Italia poiché qui il suo talento non è stato adeguatamente riconosciuto.

Dopo aver conseguito il di-ploma di ragioneria a Paternò, ha deciso di intraprendere la

carriera universitaria iscrivendosi all’università di Pisa e conseguire la laurea in informatica, ma la sua domanda di ammissione non è stata accettata.

Da qui la decisione di andare all’estero. I primi quattro anni li ha trascorsi ad Amsterdam ma è nel 2004 che si stabilisce a Londra.

Il suo sogno è stato sempre quello di fare ricerca senza essere un ricercatore assorbito nella didattica e privo di mettere in pratica la propria intelligenza.

Dino non ha mollato ed il successo ora gli arride.

L’Italia perde un’eccellenza e del suo paese Dino non sente alcuna nostalgia.

Forse gli mancherà più il sole della sua terra, la Sicilia e gli af-fetti familiari e degli amici.

L’amministrazione di Bianca-villa lo scorso 18 dicembre ha elargito al proprio concittadino un riconoscimento di merito.

miazione. Ecco la lista:Esercito italiano: Ten. Col. Ed-

mondo Pompeis e C.le Maggiore VFP4 Ada Guzzetta;

Marina Militare: I° M.llo Ales-sandro Funto e Sc. 3ͣ Cl. France-sco Gangitano;

Aeronautica Militare: Cap. Francesco Messina (egli, in qua-lità di “Logistic Supply Officer Advisor” dell’Airbase Support

Air Advisory Team presso Shin-dad in Afghanistan, ha prodotto un dettagliato programma per affrontare in maniera olistica le varie aree di interesse dell’Aere-oporto, salvaguardando i diritti umani primari delle popolazioni dilaniate dai conflitti interni e at-tacchi terroristici), Ten. Federico Testa (egli ha coordinato tutte le attività di supporto necessarie

per l’urgente trasferimento di circa 1.300 migranti riversa-tisi al centro di Lampedusa a seguito dell’incendio doloso appiccato dagli stessi al centro soccorso e prima accoglienza dell’isola), M.llo 1ͣ Cl. Francesco Pellegrino(distintosi in un’oc-casione di soccorso estremo durante le eccezionali nevicate di febbraio 2012 in Emilia Ro-magna) e M.llo 1ͣ Cl. Marcello Fabbiani (impiegato presso il Se-curity Office di Herat in Afghani-stan, ha provveduto all’acquisto di materiale didattico per una scuola di Herat); equipaggio del 15° Stormo di Cervia (Cap. An-drea Rulli, Cap. Dario Bertolone, 1° M.llo Lgt. Domenico Guerra, M.llo 1ͣ Cl. Carmine Pesce, M.llo 1 ͣCl. Alessandro Giacalone, M.llo 1 ͣCl. Francesco Santamaria, M.llo 1ͣ Cl. Marco Silvestri) distintosi per il soccorso ad una barca a

vela a est di Cervia con 8 persone a bordo che dalla sera prima imbarcava acqua, e si trovava in una zona con vento a 25 nodi, raffiche a 40 nodi, e mare forza 8;

Arma dei Carabinieri: M.A.S. UPS Riccardo Giuseppe Astorina, Mar. Ord. Tommaso Romano e App. Sc. Baldazzi;

Ufficiali Marina Usa nella base militare di Sigonella: M.llo Capo Joffrey Sellers e Sottoufficiale Shaw Stanley;

Distaccamento Vigili del Fuo-co di Paternò;Comando Vigili Urbani di Paternò

A conclusione dell’evento è stato proiettato un video mirato a sottolineare l’impegno umani-tario delle Forze Armate italiane, accompagnato dalla lettura di due lettere, scritte appositamen-te per la manifestazione, da Papa Benedetto XVI e dal Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, seguito dall’inno italiano.

Infine è stata deposta una Corona al monumento ai Caduti.

Alessia Varrica

Paternò: quarta edizione del “Premio Idria”Manifestazione realizzata dalla Pro Loco e dal Comune, con il patrocinio del Ministero della Difesa, per premiare esponenti delle Forze Armate distintisi in missioni umanitarie

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Cultura

Il 20 novembre si festeggia in tutto il mondo la Giornata internazionale per i diritti

dell’Infanzia e dell’Adolescenza, inaugurata nel lontano 1989, anno in cui l’ONU ha approvato la Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia.

Nel giorno di questa ricorren-za, presso la Basilica Collegiata, il Comitato provinciale di Catania per l’Unicef ha avuto il piacere di nominare come “Messaggera di pace”, l’Orchestra Sinfonica Infantile “Falcone e Borsellino” della fondazione “La Citta Invi-sibile”.

L’orchestra ha fatto proprio il metodo Abreu per la legalità, ed è stata diretta dal maestro Massimo Incarbone.

Il premio è stato ritirato dal presidente della fondazione Alfia Milazzo in presenza di tutti i volontari e di Gualtiero Nicolini, presidente di A.N.L.A.I Associazione Nazionale Liuteria artistica italiana.

L’orchestra nasce il 2 Dicem-bre del 2010, è composta da sessantadue elementi guidati da validi insegnanti quali Dario Militano, Clelia Lavenia, Teresa Zammataro, Chiara d’Aparo, An-drea La Monica , Basilio Corona e si avvale dell’aiuto di profes-sionisti come Marco Traverso e Claudio Nicotra.

Gli eventi realizzati in questi due anni di attività si svolgono grazie alle contribuzioni libere dei volontari.

I loro incontri non hanno una sede precisa ma si tengono pres-so le chiese di Catania.

L’orchestra si è esibita molte volte e in varie città come Taor-mina presso il Palazzo dei Con-gressi, Catania presso il centro fieristico Le Ciminiere, Adrano presso il teatro Vincenzo Bellini, Biancavilla presso la Basilica M. SS. Dell’Elemosina.

Quest’anno si è esibita a Cefalù il 23 maggio in ricordo di Giovanni Falcone, a Palermo il 19 luglio in occasione della commemorazione della strage in via d’Amelio, ed il 3 settembre a Gela in ricordo del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.

La Fondazione ha sposato il progetto “Abreu”, ovvero il metodo creato dal venezuelano Josè Antonio Abreu, il quale, grazie alla formazione dell’or-chestra, ha strappato dalla criminalità, dal degrado e dal sottosviluppo circa quattrocen-tomila bambini e ragazzi, dando loro una concreta possibilità di vita e di crescita sociale e culturale.

Si tratta di giovani vite che vivevano nei quartieri poveri di Caracas.

Con questo metodo si è vo-luto ricreare un territorio di riscatto, di fiducia e di speranza nella legalità ma soprattutto di condivisione delle regole; tutto ciò è rappresentato dall’impor-tanza di suonare in un orchestra.

La formazione dell’orchestra è un progetto attraverso cui si vuole comunicare l’importanza

di seguire non solo un esempio ma soprattutto parole e fatti. Per questo motivo la fonda-zione prende il nome di “Città invisibile” perché si tratta di invisibili che vogliono proporre la propria visibilità nell’ottica della legalità.

La fondazione è un ente priva-to senza scopo di lucro, animata dal principio di valorizzare il bene sociale e fondata sull’im-pegno disinteressato di soggetti volontari.

Attualmente i nuclei di forma-zione della fondazione sono tre: Catania, Biancavilla e Adrano.

Inoltre per diffondere e in-fondere l’amore per la lettura e l’informazione sui temi della le-galità nei ragazzi e nelle famiglie, la fondazione “La città invisibile” ha aperto la libreria “Buon Libro”.

Si tratta di una libreria gratu-ita che si rivolge esclusivamente alle famiglie e agli allievi delle Scuole di musica, situate in quartieri a rischio nel territorio di Catania e provincia. La libreria nasce sul modello della spagno-la “Libros libres” e della “The Book Thing” di Baltimora.

Un’orchestra messaggera di Pace dell’UnicefImportante riconoscimento per la formazione sinfonica infantile “Falcone e Borsellino”.

Il ricordo di Alberto Meli è ancora presente nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto. Da fine dicembre ri-marrà indelebile nella memoria di tutti gli sportivi e non che fre-quenteranno il Palazzetto dello sport di via Dalmazia a Bronte.

Il sindaco, Pino Firrarello, il 27 dicembre ha scoperto la targa commemorativa che intitola la struttura sportiva all’ex presidente della società di volley Aquila Bronte, scompar-so prematuramente nel 2006 all’età di 41 anni.

Ed alla cerimonia hanno partecipato non solo tantissimi sportivi, ma anche tanti amici

che ricordano la lealtà e l’onesta di un uomo protagonista nella vita e nello sport.

Presente la mamma Teresa Liuzzo, la sorella Patrizia e la moglie Veronica Golino con il figlio Manfredi.

Con loro tutti gli sportivi dell’Aquila Bronte con il presidente Francesco Messineo e l’allenatore Franco Cartillone.

Durante la cerimonia sono stati ricordati gli ex presidenti della società di volley Nunzio Faranda, Silio Barbagallo, Lorenzo Capace e Giuseppe Castiglione che, nelle vesti di presidente onorario, ha invogliato Alberto Meli ad assumere la guida della società sportiva brontese.

“E’ bello pensare – ha affermato Patrizia Meli – che la targa possa suscitare nei giovani che praticheranno sport in questo palazzetto gli stessi valori che hanno contraddistinto mio fratello”. “Per mio figlio Manfredi – ha aggiunto la moglie Veronica – vedere il nome del padre all’ingresso del Palazzetto sarà un modo per invogliarlo a seguirne le tracce”.

Presenti insieme con il sindaco, la Giunta al completo e numerosi consiglieri comunali. Introdotti da Salvo Gemellaro, particolarmente sentiti gli interventi dell’assessore Enzo Bonina e del presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta, del mister Cartillone e del presidente Messineo, con Firrarello che ha sottolineato la personalità di Alberto Meli:

“E’ stato un presidente sempre vicino ai giovani. Sapeva che i valori dello sport li avrebbero fatti crescere”.

Intitolato ad Alber-to Meli il palazzetto dello sport

Caterina Tirenni

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16 Bloc Notes Gennaio 2013

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Libri

Il rapporto tra fede e de-vozione popolare, si sa, è molto stretto nelle comunità relativamente modeste,

dove il virus della alienazione stenta ad attecchire.

Negli ultimi anni a Biancavilla non sono mancate pubblicazioni di carattere storico-letterario che hanno attinto e ricercato un patrimonio di tradizioni e pratiche di generazioni passate, il cui lascito continua a persistere in altre forme ma con spirito immutato.

Fra le molte opere scritte che arricchiscono la biblioteca comunale “G. Sangiorgio” di Biancavilla, non si possono non menzionare due lavori di giovani cultori di tradizioni locali, nello specifico, ricerche su pratiche religiose, detti e preghiere della Biancavilla di una volta: “ Nom-mini patri, figgi e spiritu santu” di Giuseppe Marchese e “ A vui priamu” di Filadelfio Grasso.

Quest’ultimo lavoro è stato presentato lo scorso 23 novem-bre presso l’aula conferenze di Villa delle Favare.

Il libro di Grasso, finanziato

dal comune di Biancavilla, si avvale di due interessanti con-tributi curati rispettivamente da Angelo Garigliano, psicotera-peuta presso l’Opera Cenacolo di Biancavilla, e don Giovanbattista

Zappalà, parroco dell’Annunziata di Biancavilla.

Alla conferenza di presenta-zione del libro erano presenti inoltre l’ex assessore Salvatore D’Agati, rappresentante dell’am-ministrazione ed il giornalista Angelo Greco.

Subito dopo la conferenza il sindaco di Biancavilla ha inau-gurato ufficialmente la mostra di documenti, testimonianze di fede, cimeli religiosi ed immagini sacre.

La mostra è rimasta aperta al pubblico dal 26 novembre sino al 30.

Il lavoro di Filadelfio Grasso

è un viaggio tra le preghiere del passato, entro un’affascinante mondo di rapporti genuini e, talvolta, dal sapore vagamente paganeggiante, tra i fedeli ed il divino attraverso la mediazione dei testimoni dello Spirito Santo, i Santi.

È un percorso a ritroso, di voci soffuse, di litanie pronunciate tra i denti, pratiche ricordate dagli anziani del nostro paese.

La ricerca di Grasso costitui-sce un monumentum che si sot-trae al tempo, una testimonianza ulteriore di ciò che fummo, ed ad un tempo un cammino di affetti che si scorge in controluce nel

ricordo di riunioni tra vicini per il rosario il mese di Maggio, nelle ricorrenze settimanali ed annuali, come la pratica della “Scinzione” o la “Nuvena”.

Una ricerca storica articolata che non si limita al contesto nostrano ma che da Biancavilla parte per interessare tutto il territorio e scoprire attraverso queste preghiere un mondo di umiltà, di promesse, di ex-voto per grazie ricevute.

Ma non mancano anche gu-stose testimonianze sociologica-mente interessanti, come quelle forme di paganesimo che già Sciascia scorgeva nella religiosità dei siciliani, oppure la devozione nei confronti di Santi poco noti alle comunità locali, come Cosma e Damiano.

Le indagini condotte tradisco-no sentimenti ed attese da parte dei fedeli per ogni situazione del-la vita, dai conforti più semplici, ovvero per consigli legati alle pratiche lavorative, all’auspicio del bel tempo, alle orazioni più dolorose, per guarigioni di ma-lattie devastanti o per la perdita di familiari ed amici.

Un’analisi, pertanto, quella di Grasso che pur non avendo alcuna pretesa antropologica, fissa per sempre nella memoria di una comunità uno spaccato di un passato che tende a scemare.

Sergio Atanasio - Caterina Tirenni

A n c h e quest’anno, come di consueto ormai da diversi anni, nel porticciolo di Ognina a Catania si è svolta la clas-sica “San Silvestro a mare”; gara di nuoto alle quale partecipano nume-rosi giovani sportivi e non della provincia.

Quest’ anno, nello specifico, i partecipanti erano 246 e tra loro figurava anche Angelo Sciacca, talento adranita nel dorso che si è distinto tra tutti riuscendo ad agguantare la prima posizione vincendo la coppa e i tanti complimenti del numerosissimo pubblico accorso per l’evento ormai conosciutissimo.

Favorevole anche il clima; una tiepida giornata invernale ha ac-compagnato la gara e l’adranita alla vittoria.

È bene ricordare che per Sciacca non è la prima vittoria; il bravo nuotatore si è già distinto in passato riuscendo per diverse volte a diventare campione regionale nella sua categoria a dimostrazione che si tratta di un vero e proprio talento.

A lui vanno i complimenti di tutta la redazione di bloc notes con l’augurio di rivedere presto altre sue formidabili vittorie!

Piera Proietto

Grande trionfo per il nuota-tore adranita Angelo SciaccaPrima posizione nella “San Silvestro a mare”

La pietà popolare e le credenze della Biancavilla di una volta

Presentato a Villa delle Favare il nuovo libro di Filadelfio Grasso “A vui priamu”

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Libri

Un avvincente viag-gio nella storia della politica ita-liana dell’ultimo

cinquantennio e insieme una appassionante parabola umana e professionale.

Questa la duplice valenza del nuovo libro del Sen. Pino Firrarello, “Un contadino al Senato”, con la prefazione di Angelino Alfano.

Una autobiografia intensa ed emozionante di un prota-gonista della politica nazio-

“UN CONTADINO AL SENATO”nale che ripercorre le tappe della sua vita, dal tramonto della società agricola alla dif-ficile contemporaneità.

La prima tappa della stra-ordinaria avventura politica dell’autore è a Bronte che ben presto diventa la sua patria. Dalla militanza nella DC degli anni ruggenti, l’autore avvia una intensa attività politica a partire dal territorio che gli consentirà di conseguire risultati sempre più significa-tivi, dall’elezione a Sindaco di Bronte a quella in cui diviene Deputato dell’Assemblea Re-gionale Siciliana fino all’ap-prodo al Senato.

Una autobiografia coin-volgente, romanzo di forma-zione, narrazione esemplare, storia della politica italiana, il libro del senatore Firrarello alterna, alla rappresentazione di eventi della sfera pubblica

e privata, intime confessioni, riflessioni sui valori e le espe-rienze di un’intera vita vissuta da uomo “innamorato della natura e della politica”.

Una vita che, sottolinea

l’autore, “è bella. Bella fino al punto che ad un contadino è stato concesso di governare con impegno e buon senso la Regione Siciliana e di ‘sedersi’, per lungo tempo,

Presentato a Roma il nuovo libro del Sindaco di Bronte Sen. Pino Firrarello

al Senato della Repubblica”. Il 18 dicembre, a Roma

presso la Sala Zuccari di Palaz-zo Giustiniani, il libro è stato presentato del Presidente del Senato, Renato Schifani, alla presenza oltre che dell’auto-re, del segretario Pdl Angelino Alfano, del presidente della VII Commissione Istruzione e Beni Culturali, sen. Guido Possa e del senatore Tomaso Zanoletti.

“In questo libro non ho nascosto nulla. – afferma l’autore – Ho cercato di de-scrivere un viaggio che dalla giovinezza vissuta a San Cono arriva fino ai primi dialoghi con Buttiglione ed alla can-didatura al Senato. In questo libro – conclude - ammetto anche quelli che considero errori, ed il rammarico per una Sicilia che poteva essere, e che purtroppo non è”.

“IL GIOCO DELLE PARTI”

Presentazione del penultimo libro di Matteo Collura

Sergio Atanasio

Nella Biancavilla dei secoli XVIII e XIX il circolo dei cosiddetti “Cavallacci” era frequentato dai borghesi che con spocchia scim-miottante l’aristocrazia terriera, ritenevano doversi distinguere dal resto della cittadinanza com-posta pressoché interamente da braccianti agricoli, artigiani e ma-niscalchi, quando ancora l’unico mezzo di trasporto era il cavallo.

Chi oggi si troverà a varcare le soglie del circolo, non potrà non

notare un intorpidito schioccar di carte di quando in quando, o l’entusiasmo non contenuto dei figli di soci nel maneggiar consunte stecche su un tavolo da biliardo.

Eppur, se due appuntamenti possono costituire un tentativo di svolta, di ciò, gioco forza, ne dovremo dar conto.

Due appuntamenti, promossi dalla nuova gestione del presi-dente Pippo Catania, nel lungo periodo natalizio si sono svolti nei locali del Circolo per due conferenze di un certo rilievo culturale: un dibattito dal tito-lo “Mistero eterno dell’esser nostro” sul rapporto tra fede e ragione, e la presentazione di un libro di Matteo Collura.

Quest’ultimo appuntamento si è tenuto il 20 dicembre scorso grazie all’iniziativa del periodico “L’Alba” diretto da Pino Pesce. Presenti all’incontro il prof. Ma-rio Tropea, docente di letteratura italiana presso l’università di

Catania, la dott.ssa Rosamaria Crisafi, il direttore dell’Alba ed il giornalista nonché scrittore agri-gentino Matteo Collura, autore del libro “Il gioco delle parti, vita straordinaria di Luigi Pirandello”. Il libro di Collura, edito da Longa-nesi, tratteggia un’ immagine del drammaturgo agrigentino poco nota dal punto di vista letterario, in cui l’uomo Pirandello è colto nella sua scoperta intimità e nella sua infelicità lirica in relazione all’ambiente, alla vita familiare al rapporto con le istituzioni del suo tempo.

Quella di Collura è una mono-grafia che seguendo una strut-tura, come è stato ricordato, cinematografica, sia avvia nel momento in cui Pirandello si reca a Stoccolma per ritirare il premio Nobel, cui non aveva dato gran peso al punto da aver pigiato sul-la macchina da scrivere per ben tre volte la parola “Buffonata”.

In una sorta di flash back si ripercorre la vita tormentata

del genio siciliano, attraverso le numerosissime lettere scritte per i figli, l’adorato Fausto, Stefano, emulo del padre nella carriera letteraria, e la piccola Lietta, bistrattata dal padre al punto da essere diseredata.

Lettere scritte sull’onda di una grafomania ossessiva, attraverso cui viene fuori una personalità profondamente infelice, che di contro alla sua genialità ricono-sce il vuoto e l’incomprensione del suo ambiente più vicino, a co-minciare dalla moglie Antonietta Bortolano, donna bellissima quanto ignorante, disinteressata totalmente dell’arte, della lette-ratura e del teatro.

Buona parte del libro, secon-do quanto detto dallo stesso autore della monografia Matteo Colura, è dedicato all’amore “ a senso unico” per Marta Abba, attrice conosciuta al teatro Ode-scalchi, figlia del garibaldino Cesare Abba.

L’opera di Collura non vuol

essere una biografia su Pirandel-lo, ma quasi romanzescamente ripercorre in un alternarsi di pre-sente e passato, e muovendo tra Agrigento, Roma e la Germania, le tappe della vita del grande drammaturgo agrigentino, ge-niale quanto infelice, punto di arrivo di quella complessità di analisi dell’animo umano che da Elio Aristide a Freud, non si è mai arrestata e che con Pirandello raggiunge un vertice assoluto di profondità attraverso la messa in scena di superuomini ex-contrario, maschere nude, uo-mini osservati col “cannocchiale rovesciato”.

Limitare la grandezza di Pi-randello come autore che nel descrivere i siciliani tratteggia personaggi “complicati, impre-vedibili, intricati”, è una bizzarria che si lascia volentieri dire a chi non ha mai assistito alla messa in scena dei “Sei personaggi in cer-ca d’autore”, con buona pace dei governatori della nostra terra.

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18 Bloc Notes Gennaio 2013

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Mondi nuovi

Dio si è manifestato al mondo nella persona di Gesù Cristo. Sul Mistero dell’Incarna-

zione siamo tutti invitati a riflet-tere. In questo ci aiuta il nuovo libro di Benedetto XVI «L’infanzia di Gesù», terzo volume della sua trilogia su Gesù di Nazaret, che

di concepire nel corpo” (Agostino d’Ippona, Sermo 215,4).

Per i cristiani Maria è la crea-tura «tota pulchra» è lo «specu-lum sine macula», è l’Ideale su-premo di perfezione, che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è «la Donna vestita di sole» (Ap 12,1), nella quale i raggi purissimi della bellezza umana s’incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale.

la felicità che deriva anche dalla pratica del suo messaggio in tutta la sua bellezza.

Nel libro di Benedetto XVI viene messo in primo piano il pensiero di colui che è ricordato come il più grande tra i Padri della Chiesa: Agostino d’Ippona (354-430), perché Sant’Agostino nel Verbo di Dio trova la pienezza della Verità e della Bellezza, che affannosamente aveva cercato durante tutta la sua vita.

Emerge che l’uomo non ha senso al di fuori di Cristo.

La fede, l’adesione, con la mente e con il cuore, a Colui che è vero uomo e vero Dio non può essere imposta, ma può nascere spontaneamente dall’incontro con la Bellezza, con la Verità e con il Bene, dimensioni a misura delle quali è fatto l’animo umano.

La fede è al punto d’incontro della Grazia di Dio e della libertà dell’essere umano.

Non c’è fede senza l’iniziativa donante di Dio, ma non c’è nean-che al di fuori della risposta acco-gliente dell’uomo. Nell’incontro tra la Grazia e la libertà, l’essere umano fa l’esperienza della bontà e della bellezza della vita.

In occasione dell’anno della fede, nella parrocchia della B.M.V Annunziata di Biancavilla, si sono tenuti degli incontri di formazio-ne sul Concilio Vaticano II che quest’anno, come è noto, compie 50 anni.

Sono stati incontri nel corso dei quali i relatori hanno spiegato i fondamenti del Concilio attraverso la disamina delle 4 costituzioni del Concilio.

Su invito di don Giovanbattista Zappalà, parroco dell’Annunziata, sono stati chiamati in qualità di conferenzieri, quattro esperti pro-fessori: don Antonio Ucciardo, don Dario Sangiorgio, don Franco Luvarà e l’abate Ildebrando Scicolone.

Le lezioni si sono svolte in due momenti; i primi due incontri il 13 e 14 novembre e gli altri il 20 e il 21 novembre La prima confe-renza, martedì 13 novembre ha trattato il tema della costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium a cura del prof. Don Antonio Ucciardo, teologo presso l’ISSR “San Luca” di Catania.

Nel secondo incontro, mercoledì 14 novembre, si è trattato il tema della costituzione dogmatica sulla Rivelazione Dei Verbum a cura del prof. Don Dario Sangiorgio.

Il terzo appuntamento, il 20 novembre si è parlato della costitu-zione sulla Chiesa nel mondo, Gaudium et spes a cura del prof. Don Franco Luvarà, parroco di San Nicolò a Misterbianco.

L’ultimo incontro del 21 novembre si è svolto intorno al tema del-la costituzione sulla Liturgia Sacrosantum Concilium a cura del prof. Abate Ildebrando Scicolone, OSB e liturgista e consulente della CEI.

In occasione della solennità dell’Immacolata si sono svolte presso la Chiesa dell’Annunziata iniziative e momenti di preghiera intensi.

Il 29 novembre si è iniziato con la novena dell’Immacolata; a se-guire il 5 e il 12 dicembre, si sono tenuta una girandola di “Lectiones divinae” comunitarie, organizzate dal gruppo “Lectio”.

Giorno 6 una veglia vocazionale per i fidanzati e per gli sposi in occasione dei giubilei.

Per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, vi è stata la fiera del dolce organizzata dalle signore della parrocchia, i cui proventi saranno destinati ai lavori della parrocchia. Carmelo Mazzaglia

Ultimi mesi dell’anno ricco di iniziative per la comunità parrocchiale dell’Annunziata

Momenti di preghiera in occasione dell’Immacolata

Incontri formativi sul Concilio Vaticano II

Introduzione alla Bontà e alla Bellezza del Mistero dell’Incarnazione

Maria Scalisi

ha lo scopo di essere una specie di piccola “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi dal titolo: Gesù di Nazaret, Dal Battesimo alla Trasfigurazione (edito nel 2007) e Dall’ingresso in Geru-salemme fino alla Risurrezione (pubblicato nel 2011).

Con il terzo volume, Benedet-to XVI ci introduce nel mistero dell’Incarnazione, attraverso un linguaggio semplice, essenziale e profondo e l’interpretazione di ciò che gli evangelisti ci racconta-no sull’infanzia di Gesù all’inizio dei loro Vangeli. Viene indagato il senso dell’annuncio a Maria, del-la nascita di Gesù, della visita dei Magi, di Gesù appena dodicenne «seduto in mezzo ai dottori nel tempio» ed emerge il significato e l’esempio del sì di Maria.

La fede di Maria non è soltan-to uno degli aspetti salienti della sua personalità, ma è la chiave stessa per cogliere il mistero della sua singolare maternità.. In altri termini si può dire che Maria concepisce il Verbo nella carne, perché ancor prima l’ha conce-pito nella mente, cioè spiritual-mente mediante la fede: “Maria ha concepito nella mente, prima

Benedetto XVI nel suo libro mette in risalto con forza il dato storico dell’evento e ci tiene a sottolineare che Gesù non ap-partiene al mito, ma alla storia.

I vangeli, infatti, offrono una datazione dettagliata: «Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato ‘una volta’ del mito.

Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esatta-mente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda.

In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è en-trato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo ». Siamo nel quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare.

Benedetto XVI ci dice: «sono ben consapevole che questo col-loquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico, ma spero che il piccolo libro, nonostante i suoi limiti, possa aiutare molte persone nel loro cammino verso e con Gesù». Incontrare Gesù significa scoprire

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Beni culturali

Giorni scorsi al Castello Normanno di Adrano, con il patrocinio del Co-

mune di Adrano ed il nulla-osta dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana, si è inau-gurata la mostra sul cinema con locandine e manifesti messi a disposizione dal famoso colle-zionista Pietro Vittorio Vitellino.

A fare gli onori di casa è stato il Sindaco, Pippo Ferrante, la Dott.ssa Gioconda La Magna, direttrice del parco archeologico “Valle del Simeto” ed il direttore del Museo Civico adranita, Arch. Nello Caruso.

“La durata della mostra sarà fino al 3 marzo per offrire la pos-sibilità di allargare la conoscenza storica, e quindi un’opzione didattica alla scolaresca di ogni ordine e grado del centro etneo e della nostra Provincia.

Il Castello Normanno di Adra-no è ricco di storia, è una fortezza eretta sotto il Conte Ruggero I di Sicilia nel XI secolo. Dopo il dominio normanno, il Castello divenne nei secoli proprietà di fa-mose ed illustri dinastie siciliane, tra le quali i Moncada, i Peralta, gli Sclafani, i Conti Alvarez di Toledo fino al 1797, quando ne prese possesso il principe Luigi Moncada Ventimiglia Aragona. Rimase di proprietà dei Moncada Ventimiglia fino al 1920.

Oggi è museo regionale e sim-bolo della città etnea intitolato al Prof. Saro Franco.

I ritrovamenti archeologici, tra vasellame, statue e arnesi

varie, occupano quasi completa-mente i quattro piani del Castel-lo, attraverso i quali è possibile seguire la storia di Adrano e del territorio etneo.

Tanta storia che merita la sua diffusione alle nuove gene-razioni.

Il cinema, rappresentato e raccontato dallo storico e colle-zionista Sig. Vitellino attraverso un centinaio di manifesti e locan-dine che rappresentano storie contemporanee, risorgimentali e Medioevale per integrare quelle dei reperti in esposizione al Ca-stello Normanno.

La finalità - spiega il direttore del Castello, arch Caruso - stante l’argomento storico e per il fatto che si apre come tema didattico, darà la possibilità di coinvolgere le scolaresche adranite e dei paesi limitrofi.

La mostra, – insiste l’arch. Caruso - per l’argomento tratta-to, trova la sua ambientazione naturale nel Castello Normanno di Adrano, stante che questo rappresenta uno dei monumenti medievali più rappresentativi del medioevo siciliano ed italiano”.

Mostra cinematografia al Castello Normanno di Adrano

Medioevo e Cinema

Carmelo Santangelo

Anche quest’anno l’am-ministrazione comunale di Adrano ha stilato il

nuovo calendario della stagione teatrale 2013. Nei prossimi mesi si assisterà ai variegati spettacoli che avranno tra i tanti protago-nisti, le compagnie teatrali locali alle quali, novità della stagione, verrà assegnato il premio spe-ciale di 1000 euro grazie alle votazione degli spettatori che decreteranno la commedia più interessante.

Ma il calendario è davvero ricco; saranno tredici gli appun-tamenti in totale più due spetta-coli fuori abbonamento.

La rassegna ha già preso il via il 5 gennaio con un omaggio al cinema del “trio-quartett” che ha suonato le note delle più belle colone sonore della storia del cinema.

Il dodici gennaio spazio alla prima commedia del calendario; in scena “Tutta colpa di Fofò” di Giuseppe Privitera allestita dalla compagnia teatrale “Rosina An-selmi” con la partecipazione di Pippo Barone.

Il 23 gennaio sarà l’associa-zione artistica “etnea teatro” che salirà sul palco con “Un giorno da leoni. anzi due” di Antonello Puglisi.

Spazio ad un’altra compagnia locale, Efebo, che allestirà il due febbraio la commedia “ Quannu

è troppu.. è troppu di Alfio Leot-ta, Francesco Cannata e Maria Leotta.

Ecco che il sedici febbraio sarà la volta di una bellissima pièce scritta dal giornalista Felice Cavallaro con la regia di Giovanni Anfuso dal titolo “Da Capaci a via d’Amelio terra bellissima”.

Sabato ventitré febbraio arri-va il primo musical della stagio-ne, un classico : “Caino e Abele” di Tony Cucchiara sceneggiato dall’associazione di promozione “Muse” di Adrano.

La musica non può mancare di certo ed il corpo bandistico C.I.M. di Adrano sarà in scena il due marzo diretto dal maestro Giuseppe Scavo con un concerto lirico- sinfonico.

E dopo la buona musica, tor-nano protagoniste le commedie, nello specifico sarà la compagnia “U diri “ – San Paolo a portare in scena “ E’ domenica silenzio, grazie!”.

Non c’è stagione teatrale che si rispetti senza una serata di jazz e allora arriva puntuale anche al “Bellini”; Il sedici marzo sarà il quartetto Osvaldo Corsaro quartet a proporre una serata di musica jazz accompagnata dalla voce di Antonella Leotta.

Il 23 marzo ancora una com-media, i Ciclopi di Adrano saran-no protagonisti ne “Biscotti alle noci” di Nino Criscione.

Ancora un concerto musicale

il cinque marzo; “l’orchestra giovanile etnea” diretta dai ma-estri Antonio Garofalo e Gaetano Adorno saranno sul palco con “Dal barocco al novecento”

Sabato tredici aprile l’associa-zione teatrale “I senza vergogna” porteranno in scena una comme-dia scritta da Vincenzo Salemme dal titolo “Premiata Pasticceria Bellavista”.

E per chiudere con gli ap-puntamenti da abbonamento venerdì 19 aprile sarà il gruppo teatrale “ Attori nati” che sceneg-geranno Un diamante di nome Trilly” di Valeria Maria Russo.

Ma la stagione teatrale non finisce mica qui! Oltre alla pre-miazione finale della commedia più bella di cui abbiamo già par-lato, ci saranno due serate fuori abbonamento.

Il consueto, ormai, appunta-mento con la moda e la musica ideato e condotto da Diego Cal-tabiano che anche quest’anno assegnerà nel corso della serata il premio ad una personalità adra-nita che si è distinta nel campo delle arti e della cultura.

E per concludere definitiva-mente la stagione uno spetta-colo di musica e danza sabato ventisette aprile “Adrano talent show”.

Una rassegna che propone una varietà di spettacoli per tutti i gusti, che lascia soddisfatti tutti coloro che amano il teatro.

Al via la nuova stagione teatrale adranitaIl cinque gennaio il primo dei tredici appuntamenti al “Bellini” di Adrano

Piera Proietto

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20 Bloc Notes Gennaio 2013

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Arte

Stefano D’Orazio alla Feltrinelli di Catania

Mercoledì 5 dicem-bre, alla Feltrinelli di Catania, nella centralissima via Etnea, Stefano D’Orazio ha presenta-to il suo libro autobiografico. Nell’occasione dell’incontro anche un numeroso gruppo di Adrano e Biancavilla è riu-scito ad intrattenersi con lui, riuscendo a scambiare anche qualche battuta.

D’Orazio, classe 1948, ha fatto parte dei Pooh dal 1971 al 2009, siglando e cantando diversi successi intramontabi-li come Uomini Soli, canzone vincitrice del Festival di San-remo del 1990.

Appassionato sin da pic-colo alla musica, ha iniziato suonando una batteria, defi-nita da lui stesso “scassata”,

già ai tempi del liceo. Nel corso della presenta-

zione sensibilità, autoironia e caparbietà sono state parole predominanti.

Usando un po’ le parole dell’editore, c’è stato anche tempo per parlare di musica – e che musica! – e la storia della formazione di una delle più famose band degli ultimi quaranta anni, I Pooh. Nel libro presentato c’è molto della storia dei Pooh, riletta in modo unico ed eccezionale. Perché raccontata per imper-fezioni, inciampi, sbavature e stonature che “forse sono la parte più emozionante di ogni vita”. Ne esce un racconto divertente, fluido, ironico, in-telligente, mai banale. Denso di spunti per riflettere anche sulla quotidianità e gli eventi circostanti. L’artista ha saputo presentarsi in modo schietto e sincero, parlando libera-mente di sé come si farebbe tra amici. Sotto agli occhi di

Confesso che ho stonato: una vita da Pooh

tutti e intimo, storia di una band, culto e Storia d’Italia si incontrano e danno vita ad un componimento perfetto di ricordi ed emozioni. Per scoprire, infine, che, dopo il plateale abbandono dei Pooh - avvenuto nel 2009 con una toccante lettera aperta ai fan – Stefano D’Orazio percorre nuove avventure, camminan-do su nuove strade prima mai percorse; e il suo libro Confes-so che ho stonato, Kowalsky editore, è solo una di queste nuove vie, ma forse la più coraggiosa, intima e vera. Un omaggio sincero, spontaneo e leale ai tantissimi fan.

Originale la risposta alla domanda – di rito – sul suo futuro: per ora devo andare a costruire due comodini per casa.

Partito il 22 novembre, l’ex batterista e voce dei Pooh, ha girato l’Italia per presentare il libro.

Dopo Napoli, Milano, Me-stre il 5 dicembre è arrivato a Catania e il 6 dicembre a Palermo.

IL VOLOSvolazzano candidi cigni

avvolti di spruzzi perlacei.

Leggeri, come piume,

s'involano nell' immenso.

Sull'acqua azzurrina

ritorna la quiete.

Carmelo Cozzo

BRONTE – (3 DICEMBRE 2012) – Firmato il contratto con la ditta che si è aggiudicata l’appalto dei lavori di adeguamento alle nor-me di prevenzione incendi della Pinacoteca di Bronte.

I lavori, che dovreb-bero iniziare prima di Natale, si realizzeranno grazie ad un finan-ziamento di 500 mila euro che il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, è riuscito ad ottenere dal Senato.

Visto che si è arrivati alla fine dell’iter burocratico, il primo cittadino ha effettuato un sopralluogo in Pinacoteca, alla presenza dell’ingegnere Salva-tore Caudullo, capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Bronte,

Firmato contratto per l’adeguamento della pinacoteca

fumi si azionerà automaticamen-te”. Con lo stesso finanziamento verrà anche realizzata una nuova e più funzionale cabina elettrica, verranno rifatti alcuni muri e par-te della pavimentazione, oltre al completamento della fognatura.

Soddisfatto il sindaco Pino Firrarello: “Per noi – ha affermato - la pinacoteca Sciavar-rello è una scommessa culturale e turistica. La consideriamo un veicolo in grado di indirizzare i giovani verso l’arte e lo stru-mento più idoneo per attirare il turismo culturale. Per questo – conclude – ritengo che il finan-ziamento del Senato non poteva avere destinazione migliore”.

Matteo Laudani

del Rup dei lavori il geometra del Comune Nino Saitta, dei proget-tisti l’architetto Nino Giuttari e l’ingegnere Salvatore Signorello e della presidente della Pinaco-teca la dottoressa Laura Marullo.

“Il progetto – ci dice il rup, Nino Saitta – prevede l’adeguamento degli impianti in generale, compreso quello di riscaldamento. Verrà eliminata l’umidità che purtroppo proviene dal terreno sottostante attraver-so l’eliminazione delle infiltra-zioni d’acqua. Ma la parte più importante dei lavori – continua - riguarda la realizzazione di un impianto di prevenzione incendi che attraverso la rilevazione dei

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Sport

Stagione 2011/2012 con-clusasi in modo esaltante per la squadra licodiese,

nonostante sia stata costellata da non pochi infortuni. Causa di tali ostacoli la cattiva manu-tenzione degli impianti sportivi che anziché preservare la forma fisica di ogni giocatore pare la danneggino sempre più.

Assegnata proprio alla Mario Rapisardi la “Coppa Disciplina” da parte della FIGC per essersi distinta nell’adottare un atteggia-mento di sana competizione nel rispetto dei valori di solidarietà e reciproca assistenza, soprat-tutto nei confronti delle squadre avversarie.

Inoltre conquistata la “ Coppa delle Province”, big -match dispu-tato a Montelepre, dove il team calcistico licodiese ha dato prova di essere più che encomiabile.

Grande merito a Paolo Peco-ra: il lavoro settimanale dell’al-lenatore ha posto l’attenzione soprattutto nella gestione e

preparazione degli allenamenti. Entra sempre più nel vivo

il campionato dilettantistico siciliano di Seconda Catego-ria 2012/13. Le prime battu-te stagionali sono state molto esaltanti ed hanno impresso in modo chiaro gli obiettivi della squadra Mario Rapisardi Calcio, all’interno di un torneo che è già apparso essere molto ostico e combattuto.

Interessantissimo l’approccio tattico della squadra che, da un lato, gioca sempre con un assetto a trazione anteriore e, dall’altro, un collettivo che sa interpretare più di uno “spartito” e che è sempre pronto a colpire.

Pochi i passi che dividono la Mario Rapisardi dal raggiungere la meta perseguita, avvicinadosi alla zona Play-off per arraffare con passo azzardato il bramato

salto in Prima Categoria. Sogno che la squadra potrà

realizzare anche grazie alla spon-sorship intrapresa con Medis Group, in base alla quale la ca-tena di supermercati sosterrà la società al fine di rendere ancora più concreta la conquista del traguardo.

Scopo dello sponsor Medis Group è quello di riuscire a finanziare un progetto sporti-vo che coniughi divertimento, socializzazione e attaccamento territoriale dei giovani attraverso la creazione di una Scuola Cal-cistica con sede a Santa Maria di Licodia.

Infatti, sebbene la Mario Ra-pisardi, che a breve cambierà la propria denominazione in S.M. di Licodia Calcio, usufruisca delle autorizzazioni concesse dal Co-mune di Licodia essa, tutt’oggi,

L’obiettivo dell’Adrano Basket è la salvezza.

In sintesi è questo ciò che ci viene detto da Gaetano Bua, allenatore dell’under 19 dell’A-drano Basket e curatore della pagina facebook della squadra, pagina, peraltro, molto comple-ta, tendente ad assomigliare, per i contenuti, ad un sito.

«I ragazzi dell’Adrano Basket - riferisce il nostro interlocutore – provengono dal settore giovanile del team adranita, team che solo due anni fa ha raggiunto le finali nazionali»

Da sottolineare che gli unici due top player della squadra, ovvero Alessandro Saccà e Da-rio Sortino, hanno deciso di tornare a giocare ad Adrano gratuitamente rifiutando offerte economicamente più consistenti, peraltro provenienti da squadre

Anno nuovo, campio-nato vecchio! L’Adrano calcio di terza categoria ha ripreso la preparazione in vista della ripresa del campionato che ha subito un periodo di stop a causa delle festività natalizie.

I ragazzi di mister La mela sono già ritornati in campo per gli allenamenti alla ri-cerca della testa, del cuore e dei polmoni in vista dell’ultima trance di campionato che fino ad oggi non li ha visti purtroppo protagonisti!

Le molte incertezze in mezzo al campo e qualche errore di troppo sta inchiodando la squadra etnea alla terzultima posi-zione in classifica,e guardando all’obiettivo che la squadra si propose ad inizio stagione (vincere il campionato o comunque piazzarsi tra le prime della classe) il secondo ancora è rag-giungibile e con molto impegno e dedizione ci si può arrivare a chiudere in bellezza questo primo anno con la nuova dirigenza.

Si sa, mettere insieme una squadra in fretta e furia con una rosa fatta di giovani che non hanno mai giocato assieme è dura all’inizio e si ripercuote inevitabilmente sull’andamento della squadra. Prendendola come un’ annata di assestamento siamo certi che la prossima stagione le cose andranno molto meglio.

Domenica tredici gennaio il campionato riparte con i bianco-azzurri impegnati in trasferta a Pedara .

Non va certo meglio al Real Adrano di Nicola Santangelo che milita da diversi anni in seconda categoria. I bianco-rossi sono inchiodati in penultima posizione e non riescono a risollevarsi.

Anche per loro è tempo di bilanci di mezza stagione ed è tempo di ripresa degli allenamenti in vista del match della ripre-sa al dell’Etna di Adrano contro la compagine di Aci Bonaccorso sabato dodici gennaio.

Smarriti, incerti e non incisivi gli adraniti fino ad ora non sono riusciti a risollevare la situazione. Lo scorso campionato è stato macchiato dai seri problemi di spogliatoio che hanno creato non pochi problemi agli etnei che ne risentono anche nell’attuale stagione che li ha costretti a rimettere in sesto una rosa che ha perso molti pezzi.

Il tempo c’è e si può agguantare la salvezza; noi ce lo au-guriamo.

Piera Proietto

di serie maggiori. Lo stesso allenatore triestino

Gianfranco Morelli ha rifiutato qualche offerta prima di stabi-lizzarsi ad Adrano.

Sull’under 19 ci viene riferito che dal settore giovanile è emer-so negli ultimi anni Gianluca Ver-zì che ora gioca nel MilanoTre, squadra della serie C nazionale.

Sulla sua under 19, Gaetano Bua dice che «onestamente non

c’è stato un cambio generaziona-le valido a livello qualitativo, ma con un gruppo che comprende pure ragazzi under 17, campio-nato che non stiamo disputando, stiamo giocando il campionato di categoria provinciale con buoni risultati e lavoriamo con la spe-ranza di inserire in prima squadra almeno un paio di ragazzi nei prossimi anni»

Infine l’allenatore dell’Adrano under 19 ci parla dei sacrifici economici e strutturali che l’A-drano Basket sta facendo per sopravvivere.

Da ciò che è stato detto, senza bisogno di essere lusinghieri, è evidente la gran voglia di fare che contraddistingue questa so-cietà che con serietà e passione sta onorando la nostra cittadina.

Dario Milazzo

non gode dell’uso degli impianti sportivi della stessa cittadina.

Varie le cause che stanno alla base di tale disagio, ma una erge come manifesto: l’impertinenza di coloro i quali hanno gettato nell’oblio la manutenzione di un campo sportivo luogo non solo di attività fisica ma soprattutto di integrazione tra i giovani licodie-si. Ingente la volontà dell’ammi-nistrazione attuale di ripristinare la collaborazione con la Mario Rapisardi, dando la possibilità

alle giovani promesse calcistiche licodiesi di ritornare ad allenarsi all’interno della squadra locale.

“Un augurio speciale voglio rivolgerlo alla Mario Rapisardi Calcio affinchè possa ripristinare la propria sede negli impianti sportivi di Licodia –afferma il Di-rettore Sportivo, Salvatore Ran-dazzo- tramite la collaborazione con l’amministrazione comunale.

In tal modo si verrebbe in-contro ai disagi di molti ragazzi che per motivi lavorativi o di trasporto non possono allenarsi a Catania.

Tutto ciò consentirebbe l’in-gresso di nuovi elementi che ci permetterebbero di condurre il campionato al vertice”.

La Mario Rapisardi calcio in corsa per la vetta

Alessia Varrica

In carreggiata dopo la pausa nataliziaNei primi giorni di gennaio le squadre adranite si sono ritrovate dopo lo stop di metà dicembre

Adrano basket: obiettivi, promesse e tanto impegno

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22 Bloc Notes Gennaio 2013

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L’Italia ha una radicata tradizione localistica, con usi, costumi e culture for-

temente differenziate fra le varie aree geografiche appartenenti al popolo italiano. negli ultimi decenni si è sostenuta la neces-sità di passare dall’attuale forma costituzionale ad uno stato di tipo federale. Gli stati federali si formano nel corso della sto-ria dall’unione di realtà statali distinte, come è successo nel medioevo con la Svizzera o nel Settecento con le tredici colonie inglesi che hanno dato vita agli Stati Uniti d’America.

Quando, invece, si passa da una condizione unitaria e cen-tralizzata a una situazione decen-trata, accompagnata da una pro-gressiva autonomia legislativa, si parla di un sistema di devolution, di devoluzione o decentramento. Scopo del decentramento è smi-nuire il ruolo dello stato centrale, valorizzando le amministrazioni locali che, essendo più vicine al territorio, dovrebbero essere in

grado di intervenire e risolvere i problemi dei cittadini. In tal sen-so la legge del 18/10/2001 n°3 ha modificato il Titolo quinto della Parte seconda della Costituzione, assegnando ampia autonomia le-gislativa e di governo alle regioni, alle province e ai comuni, anche se in alcuni casi, come la Ricerca e l’Istruzione, stato e regioni concorrono in modo da garantire ai cittadini servizi e benessere.

Il cammino del federalismo italiano è a tutt’oggi un cantie-re aperto. Molti ipotizzano la necessità, sul modello federale tedesco, di istituire un Parlamen-to delle regioni che si affianchi a quello statale, ma la questione è tutt’altro che risolta. Sicura-mente è in fase di attuazione il cosiddetto federalismo fiscale, che prevede un decentramento dei contributi fiscali da organizza-re regionalmente ed un legame diretto fra il prelievo fiscale e le esigenze territoriali.

Alfio Scalisi

Le barriere architettoniche come ostacolo all’esercizio della libertà

Diciamoci la verità, nell’ultimo mese abbiamo passato le giorna-te a rimpinzarci di leccornie,piatti tipici di ogni genere,bevande gassate, scacciate, panettoni e potrei continuare all’infinito. E adesso? Beh adesso iniziano i sensi di colpa e le bilance diven-tano ceppi ardenti su cui non si vuole proprio salire!

Suvvia, primo passo impor-tante è proprio non farsi assalire dal pessimismo, eliminare tutto quello che potrebbe distrarci dal mangiar bene( cioè tutto quello

Quando si parla di “bar-riere architettoniche” l’argomento interessa

maggiormente le persone con disabilità fisica nonostante se ne parli sempre più raramente, come se non vi fossero barriere nei vari paesi . Delle barriere sono per esempio i gradini che si trovano spesso nei marciapiedi, che la persona disabile trova davanti a sé e, non trovando pedane, è costretto a tornare in-dietro per cercare un modo per poter scendere, sperando di non trovare macchine davanti. Molti cittadini non guardano neppure dove posteggiano e si prendono la libertà di sostare ovunque senza curarsi del posto che si occupa, se cioè impedisce l’ac-cesso ad una pedana o invade una striscia gialla. Una persona disabile se non trova pedane o trova macchine, trova grande

difficoltà a circolare e qualora dovesse scendere in strada ri-schia in termini di pericolosità o più semplicemente, potrebbe bagnarsi se vi è cattivo tempo. Queste barriere riguardano la normale circolazione in paese. Le “barriere” architettoniche, tuttavia si trovano anche presso alcuni negozi o in altri posti la cui struttura lascia pensare che alle persone disabili sia escluso a pri-ori l’accesso nei negozi giusto per fare dei normalissimi acquisti.

Quindi cosa si potrebbe fare? Per quanto riguarda nel paese, il monito sarebbe di aprire gli occhi, attivare il senso del ri-spetto civico, e badare a dove si posteggiano le auto lasciando liberi quegli spazi che permet-tono di far circolare le persone con la sedia a rotelle. Ai sindaci dei comuni si chiede, invece, di far il possibile perché queste

“barriere” vengano abbattute di modo che la circolazione anche per le persone disabili permetta loro di muoversi in un contesto privo di impedimenti, poiché vivono già con le loro difficoltà di deambulazione e di fronte a queste “barriere” si trovano come davanti ad un alto “muro. In fondo basta un minimo di umiltà e volontà e quel “Muro” può essere abbattuto. Natural-mente questa osservazione vale anche per chi possiede esercizi commerciali, negozi ed altri luo-ghi come ad esempio gli oratori, le chiese, insomma posti fre-quentati normalmente dai citta-dini. Si predisponga l’accessibilità tramite pedane in modo che tutti coloro che hanno difficoltà motorie possano accedere. Non è difficile. Concludiamo dicendo che l’abbattimento di queste cosiddette “barriere architettoni-che” soprattutto nella situazione odierna costituisce un fattore di grande importanza e parlarne con maggiore frequenza nelle sedi decisionali (consigli comu-nali, riunioni di giunte ecc..) non si dovrà considerare come una perdita di tempo, ma come una tappa al progresso civile di una comunità. La barriera architetto-niche oltre che un ostacolo fisico, costituisce una frustrazione mo-rale, poiché impedisce il normale esercizio della libertà, in questo caso di movimento. Carmelo Mazzaglia

FEDERALISMO O DECENTRAMENTO

Ecco come è facile rimettersi in riga dopo le feste!Lasciate alle spalle le festività natalizie ci si mette in marcia per la tanto agognata estate!

che è rimasto in giro dalle feste) e rimettersi la testa a posto an-che perché non è troppo tardi! Certo tra dire e fare c’è di mezzo il mare, come diceva qualcuno, però come di consueto l’inizio del nuovo anno è tempo di buoni propositi quindi magari anche questo potremmo metterlo nella lista no?

Ovviamente parlando con un buon nutrizionista bandisce anzitutto tutte le diete fai da te dei settimanali che ovviamente in questo periodo sbucano fuori

come funghi dopo una pioggia autunnale; poi oltre a riempire il frigorifero delle tante buone verdure che la nostra meravi-gliosa terra propone in questa stagione abbinare cibi sani come carne o pesce, utilizzare poco sale e pochissimo olio e bere tanta acqua! E poi per chiudere in bellezza il nostro piano in vista dell’estate che fortunatamente imminente non è, un po’ di sport per chi può, ma anche una bella corsetta o camminata in città è il toccasana o per meglio dire la

ciliegina sulla torta(metaforica per carità! n.d.r). Quindi rica-pitolando buttare via le chiavi della macchina e andare al su-permercato a piedi per comprare tutto l’occorrente per i mesi che ci attendono è fondamentale! Sembra una sorta di follia ma magari pian piano, iniziando in sordina, ci si riesce davvero in sei mesi! Qual è l’ingrediente fondamentale per far sì che tutto ciò possa avvenire? Tanta ma proprio tanta buona volontà e il resto verrà da sé! Non mi resta

che augurarvi anzi augurarci in bocca al lupo qualora decidiate di provarci!!!

Piera Proietto

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Bloc Notes 232013 Gennaio

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Penne in libertà[email protected]

Si è consolidato, da un ventennio a questa par-te, il costume di disco-

noscere o addirittura ridico-lizzare qualunque autorità, sia essa un’istituzione statale o “familiare”.

anarchica che si esaurisce, ba-nalmente, come fatto esteriore, orgasmo d’apparenza di tutti i neo-sessantottini affascinati dai mezzi (la piazza) ma privi di fini.

È il peggiore dei mali, consi-derato che, inaspettatamente, le norme di buona educazione - e dunque di pacata riveren-za nei confronti di chi abbia qualunque titolo, che sia un padre o un capo di stato - sono rilevanti almeno quanto quel-le positivizzate nel diritto: la condizione oggettiva permane (per legge, quella è una forza

A partire dal periodo post industriale, fino agli ul-timi tempi, poco prima

della recente crisi, il tenore di vita degli italiani ha avuto un incremento notevole, generando un certo benessere economico-finanziario nella popolazione.

Le famiglie, per tentare un avanzamento sociale e per as-sicurare un futuro lavorativo ai propri figli, sono state per prime a sostenere i loro cari per la conquista di un diploma o di una laurea.

Intanto, l’esercito dei diplo-mati e laureati cresce in maniera sproporzionata, specialmente nel nostro sud dove l’unica occu-pazione, in mancanza di opifici, è quella di stare a studiare o far finta.

Purtroppo, in economia vige una legge denominata: “doman-da e offerta”; nel nostro caso, la domanda è rappresentata dai posti di lavoro messi a disposi-zione dalle aziende, pronti per essere occupati, mentre l’offerta è rappresentata dalle compe-tenze professionali di diplomati e laureati.

Teoricamente, quando i po-tenziali candidati (offerta) sono in numero maggiore dei posti disponibili (domanda), si viene a creare un certo squilibrio, detto comunemente “imbuto”, che intasa l’accesso ai posti di lavoro.

Proprio quello che sta succe-dendo ai giorni nostri: il mondo del lavoro in crisi non riesce ad assorbire l’esubero di offerte cre-atosi, e l’ingresso in azienda ri-sulta sempre più lento,laborioso e faticoso.

Naturalmente non bisogna addossare la colpa di tutto ciò, esclusivamente allo sbilancia-mento esistente tra domanda e offerta, ma una parte di respon-sabilità deve esser attribuita, al mancato collegamento tra il mondo del lavoro, la scuola e l’università, responsabile princi-palmente di una preparazione scadente.

Ci chiediamo allora: di fronte a tanti diplomati e laureati senza lavoro, ha senso studiare? Studi di ricerca, effettuati da agenzie specializzate del settore, rilevano che il modo migliore ed efficace

per trovare lavoro è quello di stu-diare a lungo per perfezionarsi (formazione continua), specie in percorsi scolastici di qualità.

Chi ha studiato, di più e bene, ha più opportunità degli altri, soprattutto in un mondo come questo.

Avendo considerato tutte le attuali difficoltà, a cui la forza lavoro diplomati e laureati è sottoposta, non è comunque mia intenzione affermare che diplomi e lauree siano titoli inutili per trovare lavoro ma basta semplicemente riuscire a monitorizzarli bene dal punto di vista quantitativo e qualitativo.

In ogni caso, si deve pur sempre riconoscere che tali titoli arricchiscono il nostro bagaglio culturale, nonostante a volte non ci permettano di realizzare a pieno i nostri sogni.

Luigi Cottone

Diploma e laurea, servono ancora per trovare lavoro?

Si badi bene: non si rimpian-ge affatto né il sistema patriar-cale né - più generalmente - gli assetti fortemente gerarchici encomiati, ad esempio, da una Paola Mastrocola; certa nostalgia reazionaria è del tutto incompatibile con la mentalità di chi scrive.

Si stigmatizza, tuttavia, la degenerazione del “sistema” al polo opposto: oggi vige l’attitudine di serrarsi dentro la propria sfera di libertà ed emanciparsi anzitempo non dalla opprimente campana genitoriale (come si crede), ma dal buon senso pragmatico che consentirebbe di riconoscere nell’altrui esperienza di vita un percorso grazie al quale ridurre il proprio margine d’errore; oggi vige l’attitudine di ergersi su un piedistallo e denigrare oltre i limiti di legge cariche isti-tuzionali e pubblici ufficiali (che delle volte - è vero - si dimo-strano decisamente meritevoli di tale bassezza), storpiando i nomi come si era soliti fare alle elementari, sdoganando e persino inflazionando l’or-renda parola “sbirro”: tutto è manifestazione di un’estetica

dell’ordine), viene meno quella soggettiva (ai miei occhi, quello è un avversario), e lì, nulla può se non un processo educativo efficace.

Ieri il problema erano i mo-delli sbagliati, oggi l’assenza di modelli.

Il condivisibile rifiuto di decretarsi inferiori a qualcu-no è degenerato nel sentirsi superiori a tutti, o meglio, nell’individualismo narcisistico per il quale ci si sente nella condizione di sentenziare su tutto e tutti.

Per questo si bestemmia con disinvoltura (il neo-ateismo non è “Dio non c’è” e basta, bensì “Dio non c’è, dunque si leda pure la sensibilità di chi crede il contrario”).

E pensare che persino Dante aveva il suo Virgilio (oggi gli idoli sono Peter Griffin e Ger-mano Mosconi, buonanima), e pensare che Indro Montanelli, quando scriveva per il Corriere, chiese al suo direttore persino il benestare per convogliare a nozze; un tempo si era umili ma liberi, oggi si è arroganti ma schiavi (della convinzione di non esserlo).

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