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Che cosa c'è di più terribile che essere un bambino, a scuola, in una stanza vuota di suono con una maestra che parla e parla e parla; e quando ti viene vicino si aspetta che tu abbia capito le sue parole? Devi essere sordo per capire. 0 quando la maestra pensa che per farti felice basti insegnarti a parlare con la tua voce; come se tu fossi un giocattolo rotto nelle mani di un bambino ignaro che ti strapazza per ore ed ore senza fine e pietà, prima che venga fuori un verso che assomigli a un suono? Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che avere la tentazione di conoscere tutte le verità del mondo e di volerle conoscere con le tue sole forze, e poi scoprire che questo tuo desiderio è destinato ad andare in fumo e allora ti rivolgi a un fratello, a una sorella, a un amico perché ti guardino per darti una risposta e che invece ti dicono, "ma di che ti impicci, lascia perdere" Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che starsene in un angolo in castigo, pur sapendo di non aver fatto niente di male, se non di esserti azzardato ad usare le mani per comunicare a un fratello del silenzio un pensiero che ti è venuto in mente proprio in quel momento? Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che vedere qualcuno gridare, qualcuno che è solo convinto di aiutarti a sentire; o interpretare male le parole di un amico che non vuole far altro che aiutarti a capire, mentre tu credi che voglia prenderti in giro? Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile di quando ti ridono in faccia, solo perché tu cerchi di ripetere le parole degli altri proprio per essere sicuro di aver capito bene, e poi ti accorgi che non avevi capito niente e allora vorresti gridare, "Ti prego, fratello, aiutami!"? Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che pendere dalle labbra di qualcuno che sente per te al telefono un amico; o far telefonare a una ditta ed essere costretto a svelare le tue cose più intime, e poi scoprire che le tue parole non sono state "tradotte" chiaramente? Devi essere sordo per capire Che cosa c'è di più terribile che essere sordo e solo in compagnia di quelli che possono sentire e tu non puoi far altro che tirare ad indovinare mentre si cammina, perché non c'è nessuno che ti tenda una mano mentre tu cerchi di destreggiarti tra le parole e i suoni? Devi essere sordo per capire. Cosa c'è di più terribile che incontrare per strada uno sconosciuto che all'improvviso apre la bocca per chiederti qualcosa le parole corrono veloci sulle sue labbra e tu non riesci a capire nulla, perché lui non sa che tu ti sei smarrito a rincorrere la sua voce? Devi essere sordo per capire……. “BISOGNA ESSER SORDO PER CAPIRE” di Willard J. Madsen David Mininno - Consulente sordità - mail: [email protected]

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Che cosa c'è di più terribile che essere un bambino, a scuola, in una stanza vuota di suono con una maestra che parla e parla e parla;e quando ti viene vicinosi aspetta che tu abbia capito le sue parole?Devi essere sordo per capire. 0 quando la maestra pensa che per farti felice basti insegnarti a parlare con la tua voce; come se tu fossi un giocattolo rotto nelle mani di un bambino ignaro che ti strapazza per ore ed ore senza fine e pietà, prima che venga fuori un verso che assomigli a un suono? Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che avere la tentazione  di conoscere tutte le verità del mondo e di volerle conoscere con le tue sole forze, e poi scoprire che questo tuo desiderio  è destinato ad andare in fumo e allora ti rivolgi a un fratello, a una sorella, a un amico  perché ti guardino per darti una risposta e che invece ti dicono, "ma di che ti impicci, lascia perdere" Devi essere sordo per capire. Che cosa c'è di più terribile che starsene in un angolo in castigo, pur sapendo di non aver fatto niente di male, se non di esserti azzardato ad usare le mani per comunicare a un fratello del silenzio un pensiero che ti è venuto in mente proprio in quel momento? Devi essere sordo per capire.

Che cosa c'è di più terribile che vedere qualcuno gridare, qualcuno che è solo convinto di aiutarti a sentire;

o interpretare male le parole di un amico che non vuole far altro che aiutarti a capire,

mentre tu credi che voglia prenderti in giro? Devi essere sordo per capire.

Che cosa c'è di più terribile di quando ti ridono in faccia, solo perché tu cerchi di ripetere le parole degli altri

proprio per essere sicuro di aver capito bene, e poi ti accorgi che non avevi capito niente

e allora vorresti gridare, "Ti prego, fratello, aiutami!"? Devi essere sordo per capire.

Che cosa c'è di più terribile che pendere dalle labbra di qualcuno che sente per te al telefono un amico;

o far telefonare a una ditta ed essere costretto a svelare le tue cose più intime,

e poi scoprire che le tue parole  non sono state "tradotte" chiaramente?

Devi essere sordo per capire Che cosa c'è di più terribile che essere sordo e solo

in compagnia di quelli che possono sentire e tu non puoi far altro

che tirare ad indovinare mentre si cammina, perché non c'è nessuno che ti tenda una mano

mentre tu cerchi di destreggiarti tra le parole e i suoni? Devi essere sordo per capire.

Cosa c'è di più terribile che incontrare per strada uno sconosciuto che all'improvviso 

apre la bocca per chiederti qualcosa le parole corrono veloci sulle sue labbra

e tu non riesci a capire nulla, perché lui non sa che tu ti sei smarrito

a rincorrere la sua voce? Devi essere sordo per capire…….

“BISOGNA ESSER SORDO PER CAPIRE” di Willard J. Madsen

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Handicap o cultura?Definizione di Sordo:

Spesso nella Comunità Sorda, i membri s'identificano con il termine di Sordo con la "S" maiuscola per distinguere in due diversi punti di vista: Medico-scientifico: viene identificato come malato d'orecchi e in quel caso viene spesso definito "non udente" oppure "audioleso". Essere sordo ha il deficit uditivo viene considerato la patologia sordità, ha

l'assenza di feedback uditivo. Il medico focalizza la cura, la diagnosi precoce, la prevenzione della sordità. Sono stati assegnati vari termini legati alla sordità: audioleso, sordomuto, muto, basso d'udito, minorato della favella, non udente e così via, sono tanti termini. Con la Legge del 20 febbraio del 2006 il termine è stato sostituito sordo.

*I sordi non sono necessariamente muti

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Handicap o cultura?

Definizione di cultura sorda: Con l'espressione cultura sorda si intende il modo in cui le persone sorde rappresentano consapevolmente se stessi e il mondo in cui vivono, in tutti i campi artistici e culturali: letteratura, arte, cinema, teatro Esiste anche il festival cinematografico chiamato Festival internazionale del cinema sordo meglio conosciuto come CINEDEAF fondato nel 2012. Anche nella letteratura ci sono tante storie che parlano della cultura sorda e di altri aspetti fondamentali. Nel 1987, l'autrice Lou Ann Walker, pubblicò A Loss for Words: The Story of Deafness in a Family. Si tratta di un romanzo che a tema di carattere sociale con una storia che incentra sui CODA, ossia dei figli non sordi in una famiglia dei sordi. Emmanuelle Laborit pubblica Il grido del gabbiano del 1993. Racconta la vita di un personaggio nato sordo che si figura come un gabbiano a cui grida più volte nonostante la crisi dell'identità sorda con il tempo impara la lingua dei segni francese e la cultura dei sordi che però sono negate. Il libro più famoso è La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini del 1990. Parla di un personaggio storico, Marianna Ucrìa, che era nata sorda fin dalla nascita

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Handicap o cultura?

e ancora…: Nel teatro esiste la IVT (Parigi). Negli Stati Uniti esiste un frequente della cultura drammaturgica e ci sono numerose compagnie, alcune sono antiche come la West Theatre Deaf. In Italia, ci sono numerose compagnie teatrali, come il Laboratorio Zero e l'ex duo Diversamente comici. La prima compagnia teatrale per sordi venne fondata nel 1957, a Milano, che diede vita a Compagnia Senza parole. Successivamente, in Sicilia, a Palermo venne fondata un'altra compagnia Il Ciclope del 1976. A Roma, nello stesso anno nacque la compagnia La Mandragola, che nel 1986 cambiò la denominazione in Laboratorio Zero. A Molfetta venne creata una compagnia teatrale dei sordi il Compagnia Padre Luigi Aiello. A Catania, in Sicilia, nel 1989 nacque il Teatro del Sole. Altre compagnie sparse in Italia. Festival Clin’ d’oeil Internazionale

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ANALIZZIAMO:

emancipazióne s. f. [dal lat. emancipatio -onis; v. emancipare]. – L’azione e l’effetto dell’emancipare, dell’emanciparsi, dell’essere emancipato: e. degli schiavi, dei servi della gleba, delle donne; chiedere, concedere, ottenere l’e.; e. da una schiavitù, dalla tirannide, da una soggezione, dalla tradizione; in senso più ampio, nel linguaggio sociale e politico, il processo attraverso cui un popolo si libera da un sistema oppressivo, o una classe sociale si sottrae a una soggezione, a una situazione subalterna e ottiene il riconoscimento dei propri diritti. E. di un minore, nel diritto privato italiano, l’atto attraverso cui si attribuisce al minore la capacità di agire limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione, esonerandolo dalla patria potestà. E. della donna, parificazione della donna all’uomo nei diritti civili e politici (ma anche, più generalm., liberazione da quei pregiudizi e quelle convenzioni che limitano la sua libertà e la sua autonomia).

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DOMANDE E RISPOSTE SULL’IMPIANTO COCLEAREChe cos’è un impianto cocleare? E’ un dispositivo elettronico, molto sofisticato in grado di sostituire il funzionamento dell’orecchio interno, la coclea (detta anche organo del Corti o chiocciola). Infatti anche di fronte di una grave distruzione della coclea (e cellule deputate alla ricezione degli stimoli sonori, alla loro trasformazione in impulsi bioelettrici e alla trasmissione al nervo acustico), le informazioni acustiche trasformate in segnali elettrici dall’impianto cocleare vengono inviate direttamente al nervo e da questo al cervello.

Come è fatto l’impianto? La parte esterna comprende: un piccolo computer (elaboratore dei suoni) con microfono; una antenna trasmittente. La parte interna: un ricevitore; gli elettrodi (in numero variabile, a seconda del modello dell’impianto). Le dimensioni dell’impianto sono quelle di protesi retroauricolare.La parte interna, essendo di dimensioni ridotte, può essere impiantata anche in bambini molto piccoli.

Che differenza c’è fra protesi acustica e impianto cocleare? La protesi acustica, tramite l’amplificazione, stimola le cellule nervose ancora funzionanti dell’orecchio interno e quindi sfrutta al meglio le strutture nervose dell’orecchio residue. L’impianto cocleare invece converte i segnali acustici in segnali elettrici che, oltrepassando le strutture danneggiate dell’orecchio interno, stimolano direttamente il nervo acustico; in tal modo il paziente, pur non avendo residui uditivi percepirà nuovamente i suoni anche se inizialmente potranno essere percepiti in modo inusuale.

Come si svolge l’intervento? L’intervento che viene effettuato al microscopio in anestesia generale; contempla i seguenti momenti chirurgici: incisione dietro e sopra l’orecchio; preparazione delle vie d’accesso alla cassa del timpano con individuazione della finestra rotonda, attraverso la quale gli elettrodi vengono inseriti nella coclea; preparazione della nicchia per l’alloggiamento del ricevitore; introduzione degli elettrodi; fissaggio del ricevitore e sutura.

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Quanto costa l’impianto?

Circa 23.000 EuroMa per i cittadini italiani viene fornito a totale carico dell’ASL cosi come la riabilitazione. Le riparazioni fuori garanzia sono ad oggi a pagamento.

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LE PROTESI ACUSTICHE:Con le attuali protesi digitali, o meglio con i computer acustici come andrebbero chiamati, è possibile intervenire su migliaia di parametri sonori diversi in tempo reale. In questo modo ne beneficiano sia la qualità di amplificazione dei suoni che la comprensione delle voci. Inoltre anche il comfort e la facilità d’uso vengono premiati.La definizione “computer acustico” è appropriata in quanto gli apparecchi acustici, oggi, sono potenti PC miniaturizzati, dalle dimensioni di poche decine di millimetri. Il principio di funzionamento è semplice: i suoni captati da uno o più microfoni vengono elaborati e amplificati digitalmente da un microprocessore (comunemente chiamato “microchip”) e quindi ritrasformati in suono e inviati al timpano. L’applicazione protesica, però, richiede una profonda preparazione tecnica e audiologica del personale, sia in fase diagnostica che terapeutica, senza la quale si rischia di vanificare le potenzialità offerte dalla tecnologia.

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A L F A B E T I

In uso come dattilologia

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METODO BIMODALE

Nel metodo bimodale o misto si utilizza l'italiano segnato (IS). Il bambino viene così esposto ad una unica lingua, l'italiano, trasmessa però contemporaneamente in due modalità: segni e parole. I segni seguono in tutto e per tutto sia la struttura dell'italiano che l'ordine delle parole nella frase. L'italiano segnato esatto (ISE) utilizza degli evidenziatori, cioè dei segni creati apposta. Bimodale significa doppia modalità e infatti in questa metodologia vengono utilizzate la modalità acustico-verbale, perchè si parla, e la modalità visivo-gestuale, perchè si segna, rispettando però la struttura della lingua vocale. In pratica quando si parla con un bambino sordo, si dà un supporto gestuale a tutto quello che viene detto. L'aspetto peculiare della modalità bimodale sta nel fatto di dare la massima importanza alla scelta dei contenuti da trasmettere e alla comprensione di questi. Nella metodologia bimodale il logopedista lavora prevalentemente su tre livelli: stimolazione fonoacusica, lettura labiale, sviluppo cognitivo-linguistico. L'utilizzo di un supporto gestuale è determinante per trasmettere informazioni maggiormente ricche, per una comunicazione affettivamente più naturale e per dare al bambino, quando non ha ancora strumenti vocali adeguati, la possibilità di fare richieste complesse, di trasmettere emozioni e stati d'animo, di comunicare esperienze, in sintesi di avere una comunicazione adeguata alla sua età.

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METODO ORALE

Nell'ambito della scelta oralista, si sono sviluppate nel tempo metodiche differenti che però hanno in comune la caratteristica di escludere, nell'educazione al linguaggio parlato e scritto, qualsiasi uso dei segni. Queste puntano da una parte all'allenamento acustico, per aiutare il sordo ad utilizzare al massimo i suoi residui uditivi, dall'altra al potenziamento della lettura labiale, su cui si basa la comunicazione. L'intervento logopedico si focalizza su alcuni punti: la diagnosi precoce, l'esatta valutazione del deficit, l'immediata protesizzazione, la collaborazione della famiglia nell'intervento logopedico, l'integrazione nelle scuole normali. La metodologia orale qui esposta fa riferimento al " Nuovo manuale di logopedia" di A. De Filippis del 1998. Le strategie educative hanno come obbiettivo lo sviluppo e la maturazione del linguaggio del bambino sordo, il più possibile simile alla norma. Dall'educazione acustica scaturisce la prima fase dell'evoluzione del linguaggio, cioè l'emissione di suoni vocalici e consonantici (lallazione). E' importante che il bambino sia attento nel guardare le labbra di chi parla e in contemporanea, la sua manina deve essere posta sulla laringe in modo che percepisca le vibrazioni. L'educazione sonora-verbale ha inizio con l'utilizzo di esercizi-gioco allo scopo di: a) acuire la sensibilità uditiva; b) portare il bambino a distinguere parole e fonemi; c) comprendere le frasi e cogliere le inflessioni, le interrogazioni e le esclamazioni riproducendone timbro, melodia e ritmo.

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LIS E BILINGUISMO

La Lingua Italiana dei Segni (L.I.S.) Negli ultimi anni in Italia sono stati fatti degli studi sulla comunicazione dei sordi Istituto di Psicologia del C.N.R. di Roma. Si possono mettere in risalto alcuni dati interessanti: la lingua dei segni non è una semplice mimica, è una forma di comunicazione che si esprime nella modalità visivo-gestuale invece che acustico-vocale; ha caratteristiche molto complesse che permettono di definirla una "lingua a tutti gli effetti". Non è una lingua dei segni universale ma si può definire "zonale", perchè ciascuna comunità di sordi sviluppa e utilizza una sua lingua dei segni con caratteristiche legate al gruppo in cui viene usata e ai bisogni comunicativi che deve assolvere; all'interno di uno stesso paese esistono diverse varietà di una stessa lingua dei segni (dialetti). Per ogni nazione esistono differenziazioni, alcuni esempi sono: l'american sing language (A.S.L.), la langue des signes francaise (L.S.F.), il british sing language (B.S.L.). La scelta della definizione "lingua dei segni" vuole sottolineare il fatto che si tratta di una "lingua" vera e propria, con un sistema di simboli e di regole grammaticali, che i membri di una comunità condividono. Inoltre è significativo differenziare il termine "segno" come insieme di movimenti manuali e/o espressioni facciali usati dai sordi, dal "gesto" prodotto dagli udenti in accompagnamento al vocale. (V.Volterra, 1987) Le caratteristiche linguistiche sono diverse da quelle della lingua parlata e vocale, la struttura della frase cambia, come anche le regole grammaticali e sintattiche. Non si parla di fonemi, ma di "cheremi" dal greco "chero" (mano) che significa costruzione, posizione della mano. Nella costruzione del segno si possono rintracciare quattro parametri: luogo: lo spazio dove si esegue il movimento delle mani (spazio segnico); configurazione: la forma della mano nell'eseguire il segno; movimento: come si muovono nello spazio la mano, le braccia, le dita, il polso; orientamento: la posizione del palmo della mano rispetto a colui che segna.

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PROBLEMA GRAMMATICALE

(L.I.S.)                                                    

Maria sua gonna nera                                                     

Tuo nome (espressione di domanda)                                     

Anni?                                                                          

Abitare dove?                                                                      

Tavolo legno.                                                                 

Tavolo palla sopra.                                                               

Italiano

La gonna di Maria é nera.

Come ti chiami?

Quanti anni Hai?

Dove Abiti?

Il tavolo è di legno.

La palle è sopra il tavolo.

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Un legge approvata nel 1977 ha determinato la chiusura delle scuole per sordi e il passaggio a l l ’ Integrazione in scuole normal i del la grandissima maggioranza dei bambini sordi. Sebbene adottato con le migliori intenzioni, questo provvedimento ha introdotto una nuova causa di isolamento e un nuovo ostacolo alle possibilità di comunicazione. Come già avvenuto nel 1880 (congresso di Milano) gli effetti sulle capacità linguistiche dei giovani alunni, sulla loro istruzione, sull’intera loro esistenza sono stati infausti; si spera che tale follia possa essere fermata prima che vengano chiuse tutte le scuole per sordi… (O.Sacks - Vedere Voci - 1990 pag.23)

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QUANTI SONO I SORDI? Sordi preverbali:

0,1% della popolazione;

Uno su mille! “Handicap invisibile”

Distinzione

Bambini sordi figli di genitori sordi

Bambini sordi figli di genitori udenti. Famiglia udente:

Forma comunicativa oralismo;

Spesso sottoposti all’impianto cocleare.

** Rari casi, o solo quando altri metodi educativi hanno fallito, vengono esposti alla lingua dei segni (il genitore la conosce molto poco; più facilmente viene appresa dalla madre che si dedica maggiormente al figlio ma spesso è estranea al padre e agli altri membri della famiglia).

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Criteri terapisti per inserimento scuola dell’obbligo:

Valutazione individuale

Disponibilità dei genitori

Linguaggio

Livello cognitivo

Disponibilità regionale

Grado di sordità

Protesi o altro

Assenza di disturbi collaterali

PersonalitàDavid Mininno - Consulente sordità - mail: [email protected]

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Assistente alla comunicazione - Educatore sordo

Legge n.517 , 4 agosto, 1977 , art.10 (prevede l’inserimento dei sordi nella scuola pubblica)

D.M. 256/92 (riguarda i criteri perla stipula di accordi di programma fra amministrazione scolastica, Enti locali e Unità sanitarie locali concernenti l’integrazione scolastica per gli alunni in situazione di handicap)

Legge Quadro n.104, 5 febbraio 1992, “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone in situazione di handicap” art. 12/16 ed in particolare, art.13

Nota importante : La legge e le indicazioni nazionali non differenziano l’educatore

sordo e l’assistente alla comunicazione. Entrambe le figure sono incluse nella categoria di “assistenti alla comunicazione” e nominate poi separatamente all’interno del testo

Legge n. 17, 28 gennaio 1999 (indica l’interprete di Lingua Italiana dei Segni tra le agevolazioni per l’Università)

Nota Ministeriale 30 novembre 2001, prot. n. 3390/01 (che indica esplicitamente la figura dell’educatore sordo e del “traduttore di lingua dei segni)

Protocollo d’Intesa tra Ministero P.I. con ANCI, UPI, UNCEM e OO.SS del 13/9/2001, secondo cui l’Ente Locale ha il compito di “fornire l’assistenza specialistica da svolgersi con il personale qualificato sia all’interno che all’esterno della scuola come secondo segmento della più articolata assistenza all’autonomia ed alla comunicazione personale prevista dall’art.13, comma 3, della Legge 104/92, a carico degli stessi enti”

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DEFINIZIONI CORRETTE ?

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Principali difficoltà dei soggetti sordi relativamente all’Italiano (n.b. non relativamente alla competenza linguistica in generale ….)

Tutte le ricerche finora condotte concordano nel rilevare che i ragazzi sordi, nella larga maggioranza dei casi, evidenziano le seguenti difficoltà relative alla lingua parlata e alla lingua scritta, a confronto dei loro coetanei udenti:

Producono frasi più brevi e tendono ad evitare strutture sintattiche complesse

Evidenziano un vocabolario più povero sia in produzione che in comprensione

Mostrano un’accentuata rigidità lessicale che non permette loro di padroneggiare le diverse sfumature di significato di una stessa parola

Commettono errori nella comprensione di testi scritti che contengono frasi passive reversibili, pronomi, preposizioni e nomi nella forma plurale

Commettono errori di omissione, sostituzione e aggiunta in diversi aspetti della morfologia, in particolare con le preposizioni, gli articoli, i pronomi e le forme verbali

* Nota: si tratta di un quadro generale, ci sono naturalmente

anche difficoltà specifiche relative alla modalità orale o scritta

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La competenza linguistica:

Valutare la competenza linguistica di un soggetto non comporta semplicemente assicurarsi che questi sia in grado di sostenere una breve conversazione, leggere un brano ad alta voce e scrivere un tema, ma significa molto di più……

Significa verificare e valutare: La conoscenza del lessico sia in senso letterale

che metaforico. La capacità di padroneggiare le regole

grammaticali e morfologiche che in alcune lingue, come l’Italiano, possono essere molto complesse.

L’abilità di produrre frasi anche nelle forme sintattiche più complesse

La capacità di usare tutte queste abilità in forma orale e in forma scritta, sia in comprensione che in produzione.

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PROBLEMA APERTO

Bilinguismo simultaneo: Es. bambino figlio di 2 genitori di diversa nazionalità (dominanza del contesto in cui si vive)

Bilinguismo consecutivo Es. bambino che nei primi anni di vita si trova in un contesto linguistico diverso rispetto a quello dei propri genitori Bilinguismo =/= Bimodale =/= Italiano segnato esatto

Ma si tratta veramente di un bilinguismo parallelo? E’ equiparabile al bilinguismo consecutivo non in termini di priorità di acquisizione (prima una lingua, poi l’altra), ma in relazione al fatto che un canale è deficitario e quindi per la lingua vocale ci vuole molto più tempo e le modalità di apprendimento sono diverse?

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PROBLEMA GRAMMATICALE

(L.I.S.)                                                    

Maria sua gonna nera                                                     

Tuo nome (espressione di domanda)                                     

Anni?                                                                          

Abitare dove?                                                                      

Tavolo legno.                                                                 

Tavolo palla sopra.                                                               

Italiano

La gonna di Maria é nera.

Come ti chiami?

Quanti anni Hai?

Dove Abiti?

Il tavolo è di legno.

La palle è sopra il tavolo.

**RIPRPOSTA**

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LOGOGENIA

E’ una disciplina di linguistica applicata ideata più di 20 anni fa dalla l inguista Bruna Radell i : i l suo approccio al problema dell’acquisizione della lingua orale nei sordi è prettamente linguistico che necessita di un attivatore esterno che deve essere disponibile entro un periodo di tempo determinato. La logogenia come disciplina, dunque, studia il processo di acquisizione della lingua orale per come si realizza in condizione di sordità. Allo stesso tempo, la Logogenia® è un metodo che si propone di coadiuvare lo sviluppo di tale lingua nel bambino sordo, portandolo alla comprensione e produzione autonoma della lingua scritta.Come disciplina, la logogenia da circa 10 anni è oggetto di insegnamento entro il Dipartimento di Scienze del Linguaggio della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Ca’ Foscari Venezia.Come metodo, la Logogenia® è marchio registrato ed è applicata esclusivamente da logogenisti abilitati.

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ESEMPI

Rispetto all’italiano, infatti, un bambino sordo profondo opportunamente esposto a input linguistici orali e/o scritti può in effetti saperlo, almeno nella sua forma scritta, come un qualunque coetaneo udente. A riprova di ciò riportiamo di seguito alcuni esempi originali, tratti dai quaderni di lavoro di Logogenia®, della produzione e della comprensione di 4 sordi profondi prelinguali.

(1) Produzione di un bambino sordo di 7 anni e in (2) quella di una bambina sorda di 9 anni. In entrambe le produzioni possiamo rilevare degli errori di ortografia, ma certamente stanno scrivendo in italiano!

(1)   Sapere l’italiano a 7 anni

[Sei andato in vacanza?] Sì, ci sono andato.…Un cammioncino è passato imparte a mé e mi ha bagnato tutto.…Intanto Pingu finisce di mettere ha posto.

(2)   Sapere l’italiano a 9 anni

Sono andata 1 settimana al mare era stato bellissimo e si tava bene e c’è anche un po’ di arietta. Ogni sera loro fanno uno spettacolo con la musica alta e mi fa spaccare le orecchie.

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Riportiamo invece dati originali di comprensione di specifiche strutture sintattiche dell’italiano da parte di due adolescenti sordi profondi prelinguali.osserviamo che, al di là di alcuni errori nella produzione, il ragazzo capisce perfettamente la differenza fra le due frasi, determinata da due strutture sintattiche diverse.

Capire l’italiano, a 15 anni

Spiegami queste due frasi:

1.Marco ha detto: “Mi hanno rotto un dito”. 2.Marco ha detto: “Mi sono rotto un dito”.

[Spiegazione del ragazzo sordo]

1.Qualcuno gli hanno rotto un dito. Gli amici. 2. È stato lui a rompere il dito. -

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All ragazza era stato chiesto di scrivere due frasi, una con la parola SALE nome (il sale da cucina) e una con la parola SALE verbo (voce del verbo salire).

La ragazza ha perfettamente chiaro il significato di entrambe le parole, e infatti entrambe le sue produzioni sono perfettamente adeguate dal punto di vista semantico.

Crucialmente, però, non è in grado di costruire intorno ad esse una frase sintatticamente corretta; la conoscenza del contenuto semantico di una parola non garantisce, infatti, che di questa sia anche percepito “l’abito sintattico”.

Non sapere l’italiano, a 13 anni

1. La mamma sale la cucina.

3. 2. La mamma cammina le sale.

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Non sapere l’italiano, a 12 anni

Io era vado in Sicilia è bello e molto caldo, mare medio fresco e poco caldo, Io sempre amici e amiche uscita sera tardi! Poi sempre bagno mare è bellissimo, giochi pallavolo! Io amici e amiche sempre giro

Non sapere l’italiano, a 12 anni

L’uomo di cuoco è non bravo, un uomo è piccolò e grasso. l’uomo piccolò mangio non buono e che schifò, l’uomo piccolò dice dire un’uomo è asino! Un uomo e triste tanto. dopo come guardo di c’è topo piccolò. -

Non capire l’Italiano, a 17 anni

[Logogenista] Spiegami questa frase: Gigi ha un letto in giardino [Ragazzo] Gigi ha letto un giornale in giardino [Logogenista] NO![Ragazzo] Perché no? C’è UN, è articolo, cioè ha letto un giornale, un libro

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Struttura Scuola - Upgrade -

- Gli studenti sordi che si potranno incontrare saranno tanto diversi l'uno dall'altro da rendere quasi inutile la stessa definizione del termine Sordità -

Dobbiamo avere chiaro che la radice del problema non è nell’orecchio ( ma nel cervello). Ciò su cui dobbiamo intervenire nella scuola non risiede nel suo sistema uditivo, né sulle compensazioni protesiche, bensì sull’esito che l’assenza o la parziale o la tardiva esposizione al linguaggio ha provocato sul linguaggio stesso.

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Struttura Scuola - Upgrade -Docenti con studenti sordi Il docente e la docente si occupano di bambini, di adolescenti e di giovani adulti audiolesi (dall'ipoacusia alla sordità profonda). Il loro intervento mira a favorire lo sviluppo scolastico e personale e l'integrazione sociale e professionale, nonostante la disabilità uditiva.

Lavorano con gruppi ristretti o in piccole classi, nell'ambito di strutture scolastiche o presso istituti privati oppure con le classi regolari per informare, sensibilizzare e accompagnare gli allievi normodotati e i loro docenti. Insegnano con metodi specifici come il linguaggio dei segni e la lettura labiale.

I loro compiti principali possono essere così descritti:

• definire un percorso pedagogico adattato ad ogni allievo, seguendo i programmi di studio ordinari; • sviluppare approcci pedagogici differenziati in relazione alla comunicazione (linguaggio dei segni,

lettura labiale) in modo da favorire la trasmissione delle conoscenze e lo sviluppo di ogni allievo; • preparare, creare e rinnovare il materiale educativo; • aumentare il grado di autonomia dell'allievo organizzando attività che stimolano la sua integrazione

nella classe e lo sviluppo della maturità sociale e affettiva; • osservare lo sviluppo individuale di ogni allievo e definire il percorso pedagogico che più gli si adatta

modificando i programmi di studio; • preparare programmi di animazione al fine di osservare gli allievi in interazione con gli altri e di

percepire problemi di comportamento (aggressività, passività, ecc.). • intrattenere relazioni regolari con i genitori e organizzare serate informative; • collaborare con altri docenti o operatori che si occupano degli allievi; • organizzare uscite per favorire maggiormente il contatto fra gli allievi e il mondo esterno. •

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I docenti per audiolesi sono confrontati con situazioni e compiti molto diversi. Al di là dell'insegnamento propriamente detto, essi assicurano sostegno psicologico e affettivo agli allievi e alle loro famiglie favorendo l'accettazione e l'adattamento all' handicap. Per questo è importante che il loro apporto venga inserito in un lavoro di gruppo con operatrici e operatori sociali con competenze nel campo dell' handicap e con i docenti regolari.

• Attitudini pedagogiche • Capacità di ascolto e comprensione dell'altro • Tolleranza e rispetto dell'altro • Capacità di mettere a proprio agio gli altri • Senso di osservazione • Creatività e immaginazione

Struttura Scuola - Upgrade -

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IL SOSTEGNO

Il sostegno Queste situazioni devono indurci a riflettere bene anche sul ruolo e sulla presenza degli insegnanti di sostegno e degli assistenti alla comunicazione, che, necessari e preziosi, devono però avere sempre chiaro che il loro ruolo è:

di sostegno alle autonomie e non alla dipendenza.

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INSGNANTE di SOSTEGNO e/o

ASSISTENTE alla COMUNICAZCHIARIAMO LE DIFFERENZE - La distinzione tra le due figure professionali è indicata nell’art. 13 della L. 104/94:Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando (…) l’obbligo per gli enti locali di fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti specializzati. L’insegnante di sostegno, dunque, introdotto dalla L. 517/77, è un docente, specializzato nella didattica speciale per l’integrazione degli alunni con disabilità certificati in base alla L. 104/92. Assume la contitolarità di cattedra della classe in cui opera e pertantofirma i documenti di valutazione di tutti gli alunni. L’insegnante di sostegno, cioè, è assegnato alla classe e non all’alunno con disabilità, con il compito prioritario di attuare interventi di integrazione attraverso strategie didattiche specifiche, insieme agli insegnanti curricolari. A rigore, è superflua anche la distinzione tra docenti di sostegno e curricolari ed è invece sufficiente parlare di insegnanti della classe.

Vi è poi la figura professionale di assistenza di tipo educativo, cioè l’assistente all’autonomia ed alla comunicazione, previsto dal citato articolo 13 della L. 104/94 ed assegnato ad personam. Si tratta di un operatore che ha il compito precipuo di facilitare la comunicazione dello studente disabile, stimolare lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni della sua autonomia, mediare tra l’allievo con disabilità ed il gruppo classe per potenziare le loro relazioni, supportarlo nella partecipazione alle attività, partecipando all’azione educativa in sinergia con i docenti.

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Insegnanti di classe

Insegnante di sostegno

Assistente alla Comunicazione

Specialisti

STUDENTE

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UNA SCUOLA DIVERSAFare scuola in modo diverso quando si ha in classe un alunno sordo.

Lo studente sordo può peraltro rappresentare un’ottima opportunità per la classe e per la sperimentazione di nuove modalità didattiche e organizzative.

La scuola consapevole delle difficoltà può diventare sede di opportunità per tutti e per lo studente sordo in particolare.

Solo una scuola “ripensata” trasforma il rischio di emarginazione in reale integrazione, luogo di confronto tra i pari e con adulti diversi dai propri genitori.

Si accompagna il bambino nel costruire la sua identità evitando frustrazioni e insicurezze. Per fare tutto ciò dobbiamo però trasformare i due pilastri della nostra scuola:

LEZIONE FRONTALE

VERIFICHE ORALI

Sin dalla prima infanzia i modelli didattici da seguire devono essere altri. Soprattutto nella prima infanzia, con il bambino sordo più che con chiunque altro è necessario agire incisivamente, offrendo percorsi studiati e possibilità multiple, perché è nei primissimi anni che si gioca la sua futura autonomia linguistica e quindi, a cascata, l'autonomia sociale, civile e lavorativa.

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METODO:

VEDO & IMPARO

LOGOGENIA

COMUNICZIONE AUMENTATIVA

Valido sopratutto per materie scientifiche artistiche

METODO DREZANIC

*** Questi sono alcuni dei metodi

da intendersi come sperimentale

e di ricreazione nel percorso del progettoscuola polo per sordi

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* La storia dell'educazione dei sordi, con particolare riguardo ai metodi proposti e ai risultati ottenuti

* Le dimensioni esistenziali, psicologiche, sociali e linguistiche dei sordi

* I più recenti studi, soprattutto a livello pedagogico e linguistico

METODOLOGIA

** È fondamentale che i sordi siano quanto più p r e c o c e m e n t e p o s s i b i l e a v v i a t i a l l a contemporanea acquisizione del linguaggio gestuale codificato e del linguaggio verbale (quest'ultimo facendolo veramente vivere al sordo anche a livello esistenziale e non facendolo percepire come uno sterile strumento meccanico)

P e r c o n s e g u i r e l e f i n a l i t à educativo-didattiche e per superare le difficoltà derivanti dalla sordità è prioritario comunicare con il soggetto sordo

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No allo Standard educativo ma un progetto di vita che si basi sul

soggettivo

1. Ogni comunicazione si differenzia per il suo fine e in base a questo si utilizzano in modo diverso modalità comunicative e linguaggi

2. Per educare il sordo è fondamentale entrare in comunicazione e in relazione con lui

3. E' basilare sapere quali linguaggi utilizza e quali privilegia, ma non per rimanere ancorati a questi, ma per allargare i suoi orizzonti

4. Non si educa alla comunicazione insegnando solamente a parlare, ricorrendo esclusivamente al linguaggio verbale, non si utilizza la sola parola per insegnare la parola

5. Si educa alla comunicazione e si educa il soggetto nella sua globalità partendo dalla sua realtà ed utilizzando tutti i linguaggi che sono funzionali alla sua maturazione

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Nell'educazione dei sordi è indispensabile trovare un equilibrio nell’utilizzazione dei vari linguaggi. Equilibrio che scaturisce dal soggetto che si ha di fronte

Ci sono variabilità grado e tipo di sordità periodo di insorgenza della sordità periodo della diagnosi e dell'inizio dell'educazione alla comunicazione qualità dell'azione educativa e didattica

Importante da evitare Assolutizzazioni Generalizzazioni Sclerotizzazioni

L' attività didattica si può strutturare, a seconda delle circostanze e realtà, utilizzando:

il linguaggio verbale orale il linguaggio verbale scritto il linguaggio iconico il linguaggio corporeo il linguaggio gestuale spontanee il linguaggio gestuale codificato (LIS, IS, ISE) le loro possibili combinazioni

**Il rapporto tra i linguaggi e le loro modalità di utilizzazione dipendono essenzialmente dal soggetto sordo che si ha di fronte

Note Necessarie

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Il Valore de: vedere e imparare

Fare per capire

In ogni caso non è possibile fare scuola ai sordi senza: FAR FARE ( far a g i r e , o p e r a r e , r e a l i z z a r e , r a p p r e s e n t a r e , manipolare) FAR VEDERE

POF I n s e r i m e n t o e / o i l potenziamento di determinate discipline e/o attività più funzionali per l’alunno sordo (es. educazione linguistica, v e r b a l e e s e g n i c a , drammatizzazione) un loro diverso abbinamento (educazione l inguistica e informatica)

PEP Presenza di specifiche figure professionali (es. assistente alla comunicazione) e del loro ruolo Tipologia di rapporto con le famiglie, le altre agenzie, le associazioni e gli enti (ripresa nel PEP)

Conversione ad altro sistema: Destrutturazione della scuola (dalla destrutturazione del gruppo classe alla destrutturazione della scuola) Tipologia di strutturazione dei gruppi di alunni (apertura orizzontale o verticale, obiettivi, numero alunni, attività) Differenziazione sistematica di discipline e/o attività (es. potenziare alcune ore di educazione linguistica verbale o di lingua dei segni) Unità di lezione Tipo di presenza dei docenti (unica, compresenza, contemporaneità)

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Focus DidatticoA. Tipologia di accoglienza degli alunni B. Orario flessibile C. Progettualità compatta D. Flessibilità progettuale a vantaggio dell’alunno

sordo (strutturazione di attività specifiche, s ingo le -comun i p iù funz iona l i )Spaz i , attrezzature, sussidi (e loro utilizzazione)

E. Specifici spazi attrezzati per l’alunno sordo (sussidi multimediali, lavagna luminosa, v ideoregist ratore, f i lm e documentar i sottotitolati)attività comune

F. obiettivo uguale, differente strutturazione, contenuti,metodologie, sussidi, attività

G. verbo uguale prodotto della prestazione diverso

H. obiettivo differenziato

OBIETTIVI Alcuni sono differenti e, in base all’età e alla classe frequentata, non possono mancare in un percorso personalizzato per un alunno sordo leggere dalle labbra degli altri ... integrare mentalmente ... ampliare la conoscenza lessicale ... strutturare la frase minima ampliare la frase strutturare un periodo complesso o composto coordinare i periodi comprendere vari tipologie di testi

Gli altri obiettivi saranno individuati in base:

alla realtà dell’allievo

alla classe frequentata

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Alcune strategie utili

In primo luogo è indispensabile verificare quali linguaggi conosce, privilegia, utilizza l’allievo perché in base a questo si strutturano le successive prove di verifica

per le verifiche: far ricorso a tutti i linguaggi, evitando una indiscriminata e massiccia utilizzazione del linguaggio verbale (sia nelle formulazioni che nella esecuzione delle consegne) far partecipare attivamente, coinvolgere l’allievo nelle prove di verifica valorizzare le verifiche incrociate, ricorrendo a linguaggi, modalità e tempi differenti (prove verbali e non verbali, prove diverse, tempi differenti)

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LA MATURAZIONE GLOBALE DEGLI ALUNNI SORDI

È SEMPRE STRETTAMENTE VINCOLATA AGLI EDUCATORI, ALLE LORO COMPETENZE, ALLA LORO CAPACITÀ DI AGIRE IN

SINERGIA COME ADULTI SIGNIFICATIVI,

ANCORATI AI VALORI

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L’importanza di conoscere il punto di partenza del sordo, della sua famiglia e di tutti gli aspetti di vita che lo riguardano…

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