Biografie dei cantanti che hanno collaborato col Trio Lescano · Sono vietati l’uso e la...
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Biografie dei cantanti che hanno collaborato col Trio Lescano
di
Alessandro Rigacci
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Silvano Lalli
Firenze, 23 ottobre 1923 - Firenze, 27 maggio 1959
Figlio di Roberto e Giovanna Ferroni, crebbe nel popolare quartiere di San Frediano e si avvicinò alla musica fin da ragazzo. Dotato di una bella voce chiara, limpida, adatta agli stornelli e alle tipiche canzoni all’italiana, frequentò, assieme a Narciso Parigi, Maria Marinari, Ugo Dini e altre future leve della Canzone Italiana, i corsi di canto tenuti a Firenze dal M° Aurelio Ariani. Iniziò quindi ad esibirsi, per diletto, all’interno di alcune feste organizzate dagli amici e in altrettante manifestazioni e serate da ballo tenutesi nei principali locali della zona, intonando motivi, allora molto in voga, come Viale dei colli e Ponte vecchio, già successi radiofonici di Oscar Carboni e Otello Boccaccini. Nel 1942 partecipò con successo al Concorso per Voci Nuove indetto dall’EIAR, risultando fra i vincitori. Dopo alcuni mesi di vocalizzi e solfeggio, fece il suo debutto ufficiale dai microfoni radiofonici in seno all’orchestra di Carlo Zeme, ottenendo da subito buoni consensi di pubblico. Lanciò quindi brani come Pioggia d’estate, La bella toscanina, Villanella, Serenata senza luna, Acqua sorgiva, Fra le mie braccia e Monvisina, tutte del biennio 1942-43. Dopo aver seguito la formazione di Zeme anche negli spostamenti a Bologna e a Montecatini, fece il suo rientro a Firenze chiamato da Pippo Barzizza, il quale lo volle per sostituire, all’interno del suo organico, Ernesto Bonino, che aveva preferito la più redditizia attività concertistica. Incidendo per la Cetra, fu questo il suo periodo di maggiore notorietà: Gira gira (1942, con il Trio Lescano), La leggenda di Rosaspina (1942, con il Trio Aurora), Con la bella in calessino (1942), Fior di sole (1943), Annalisa (1943), Liolà (1944), Da te era bello restar!... (1944), Fiori alla Madonna (1945, in duetto con Tina
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Allori), Luisita (1946), solo per citarne alcuni, furono tra i principali motivi che decretarono il suo successo nei difficili anni della guerra e della Liberazione. Nell’immediato dopoguerra continuò a cantare ai microfoni di Radio Firenze, in seno all’orchestra diretta da Francesco Ferrari, che nel frattempo era subentrato a Pippo Barzizza. Fece parte del Quintetto Caratteristico Fiorentino diretto dal M° Ariani, esibendosi in numerosi teatri e in altrettante sale da ballo. Lanciò ancora alcuni motivi di successo, come Nostalgia del mare (1946), Madonna degli angeli (1947) e Son belle (1948). Nel 1948 partecipò con successo al Festival della Canzone di Viareggio, antesignano di Sanremo, tuttavia la sua popolarità andò progressivamente scemando. Alla fine del 1949, in seguito ad alcuni cambiamenti all’interno della programmazione radiofonica, l’orchestra Ferrari e alcuni dei suoi cantanti vennero convocati a Roma per una serie di trasmissioni, ma lui non venne convocato. Probabilmente il suo nome era troppo legato a quel periodo che l’Italia cercava in tutti i modi di cancellare durante gli anni della ricostruzione. Fu l’inizio della fine. Scritturato dalla GM Record, incise alcuni dischi accompagnato dalle orchestre Gambarini e Nardi e si esibì ancora nei principali locali di Firenze. Nel 1957 partecipò al Festival della Canzone Fiorentina, ma ormai la sua eco non superava i confini della provincia. Alla radio lo si sentì poco e di rado. Rifiutò la proposta del M° Armando Fragna di entrare a far parte della sua orchestra, tuttavia nel 1953, pur di rilanciarsi, accettò di partecipare alla trasmissione Luci della ribalta, programma che presentava le nuove promesse della Canzone. Verso la metà degli anni Cinquanta maturò quindi la sua decisione di ritirarsi dalle scene. Si impiegò come magazziniere presso un deposito di medicinali e da allora considerò il canto come un’attività complementare, un felice passatempo. Nonostante tutto, però, non riuscì a sottrarsi a una forte depressione, provocata principalmente dalla delusione e dall’amarezza di una luminosa carriera andata in frantumi. Si tolse la vita, la mattina del 27 maggio 1959, impiccandosi nel magazzino ove lavorava; in tasca, aveva un biglietto con scritto: “Perdonatemi per quello che ho fatto e pregate per me. Avvertite mia madre con delicatezza”. Riposa nel Cimitero di Trespiano, a pochi metri dalla tomba di un’altra grande e sfortunata artista: Brenda Gioi (Pistoia, 1916 - Firenze, 1978). Bibliografia:
Voce Silvano Lalli, di E. Giannelli, Il Dizionario della Canzone Italiana, a cura di Gino Castaldo, Curcio Editore, 1990.
Incisione di Silvano Lalli col Trio Lescano nei Cataloghi Cetra-Parlophon dell’epoca:
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Album fotografico di Silvano Lalli
Copertina del «Canzoniere della Radio», n. 46, 15 Ottobre 1942-XX.
Foto dal «Canzoniere della Radio», n. 46, 15 Ottobre
1942-XX, p. 29.
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Dal «Canzoniere della Radio», n. 45, 1° Ottobre 1942-XX, p. 27.
Dal «Canzoniere della Radio», n. 54, 15 Febbraio 1943-XXI, p. 30.
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Da sinistra: Nella Colombo, Jone Cacciagli, Carlo Zeme, Silvano Lalli ed Elsa Pejrone. Montecatini, 1942.
Dal «Radiocorriere» del 1946.
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Silvano Lalli all’interno della trasmissione Luci della ribalta (1953);
Etichetta di disco a 78 giri della GM RECORD di Silvano Lalli (1953).
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Da «La Nazione», Cronaca di Firenze, 28 maggio 1959.
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Tomba di Silvano Lalli nel Cimitero di Trespiano (Firenze)
(Foto di Roberto Baroni)
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Si ringrazia sentitamente il Sig. Roberto Baroni per l’eccellente servizio fotografico sull’ultima dimora dello sfortunato cantante fiorentino.