Bimestrale Parrocchiale - Autorizzazione Vescovile del 12-05 … · 2014-03-09 · ressante per...

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Esperienze pag. 2 Riflessioni pag. 3, Vita parrocchiale pag. 4 Continua a pagina 2 Attualità pag. 5 e 7 Pagina aperta pag. 6 MIRAMARE BRONX? NO GIARDINO DI DIO La Campana del Villaggio Anno XXVI n°113 Marzo 2014 Bimestrale Parrocchiale - Autorizzazione Vescovile del 12-05-1989 La domenica pomeriggio del 16 febbraio ero immerso in un incontro con un gruppo di fa- miglie. . ore 15,38 arriva un sms al cellulare “Siamo pronti per la foto!” … colgo il momento opportuno e mi dileguo con fare indifferente. Arrivo di corsa in bici sulla spiaggia, raccolgo per strada una ragazza con sua sorella e ci re- chiamo in fretta a raggiungere i quasi 400 ami- ci che stanno ultimando la scritta “Miramare” costruita con stupenda maestria in modo che i vari gruppi di persone formino le varie lettere. Dall’alto “un grande artista” cerca di corregge- re le “storture” e i difetti in modo che la parola si possa vedere chiaramente. Sì! Devo confessare un peccato: anch’io sono iscritto a Facebook e mi piace lasciarmi provo- care da tutte le “buone occasioni” per cercare di ricompattare questa nostra realtà di Mirama- re. L’idea della foto era molto semplice, ma inte- ressante per fare una piccola verifica dell’at- tenzione e dell’amore che abbiamo per il no- stro territorio: possiamo vivere come turisti, gente di passaggio, indifferenti oppure come cittadini interessati o ancor più come fratelli chiamati a formare una sola famiglia. Domenica è stata una piccola occasione per dire a noi stessi e agli altri che ci interessa questa nostra realtà, ci appartiene. Ci unisce il desiderio di costruire una comunità cittadi- na, in cui ci sia dialogo, confronto, stima, col- laborazione, dove ognuno di noi sia pronto ad accogliere e affrontare sofferenze, problemi, gioie e speranze di chi abita con noi questo luogo impegnativo ma bello, stimolante e inte- ressante anche se non certo privo di problemi che destano preoccupazioni. Ma, pensiamoci, non sono così anche i nostri splendidi figli? Anzi le prove, i momenti di fatica e difficoltà possono diventare delle occasioni per tirare fuori il meglio di noi stessi. E mi torna in mente un momento interessante nella mia vita quan- do nell’anno della maturità, il 1974, abbiamo vissuto la crisi dell’austerity. E’ stato un mo- mento duro, io ero in seminario, e diversi sono stati i sacrifici: nelle camerette nel sottotetto, che chiamavamo “Siberia” perché il termome- tro segnava quasi lo zero, ci si ritrovava tutti insieme per scaldare un po’ l’ambiente e di- ventava così un’occasione di confronto, di fa- migliarità, di sostegno. Il freddo esteriore era trasformato dal calore dell’amicizia. E anche attorno a noi qualcosa si stava muovendo: la fantasia e la voglia di vivere ci aiutava a risco- prire le vecchie tradizioni, i rapporti con le per- sone, la bellezza della natura. Ognuno cerca- va di dare il meglio di se stesso nell’’inventare mezzi ecologici straordinari, trovare modalità diverse di stare insieme, valorizzare le realtà circostanti. In quei momenti abbiamo scoperto che “Insieme è bello, insieme è forza, insieme è gioia!” Anche la crisi che stiamo vivendo non ci deve chiudere in noi stessi, ma riaprirci a quella fan- tasia del bene che da significato alla nostra vita. I nostri campanili, che a volte diventano torri di difesa del territorio, sono invece nati per suonare insieme un concerto al Signore e per chiamare il popolo e le famiglie all’uni- tà. Quante crisi dovremo ancora superare per imparare a capire quello che invece è scritto nella nostra natura e che Dio ha stampato nel nostro cuore? DON GIOVANNI L’uscita annuale degli adulti dell’Azione cattolica, che coin- volge anche tanti simpatizzanti, è sempre un momento di riflessio- ne, condivisione, gioia. Quest’an- no si è tenuta domenica 2 febbra- io a S. Andrea in Casale, da don Gianluca Agostini, ex cappellano di Miramare. Sebbene non fossimo tanti, circa venticinque persone, anche que- sta uscita-ritiro, è stata comunque sentita e partecipata intensamen- te da tutti. Il tema per la riflessione è sta- to tratto,dal nostro parroco don Giovanni, dall’omelia del Santo Padre Francesco, nella solennità di San Giuseppe, del 19 marzo 2013, centrata sul significato di essere “custos”, custode. Se si apre un vocabolario si legge che custode è colui che è addetto alla custodia, cura, conservazio- ne, sorveglianza, di edifici, cose, animali, ambiente, natura, perso- ne. Per i credenti è qualcosa di più profondo e impegnativo, perché si è custodi di tutti i beni che Dio ci ha donato, in primis, la vita, e Lui essendo “Bontà Infinita”, non ne ha tralasciato alcuno. Anzi ha pure sacrificato il suo unico figlio, Gesù, per la salvezza dell’intera umanità. Custodire, essere custodi dei beni di Dio, vuol dire quindi, avere un amore talmente grande, che è sempre aperto ai suoi disegni, che è sempre disponibile ai suoi progetti, che sempre si prende cura della propria persona, in ogni gesto, in ogni istante dell’esisten- za. SIAMO CUSTODI Uscita adulti Azione Cattolica

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Esperienzepag. 2

Riflessionipag. 3,

Vita parrocchialepag. 4

Continua a pagina 2

Attualitàpag. 5 e 7

Pagina apertapag. 6

MIRAMARE BRONX? NO GIARDINO DI DIO

La Campana del VillaggioAnno XXVI n°113 Marzo 2014

Bimestrale Parrocchiale - Autorizzazione Vescovile del 12-05-1989

La domenica pomeriggio del 16 febbraio ero immerso in un incontro con un gruppo di fa-miglie. . ore 15,38 arriva un sms al cellulare “Siamo pronti per la foto!” … colgo il momento opportuno e mi dileguo con fare indifferente. Arrivo di corsa in bici sulla spiaggia, raccolgo per strada una ragazza con sua sorella e ci re-chiamo in fretta a raggiungere i quasi 400 ami-ci che stanno ultimando la scritta “Miramare” costruita con stupenda maestria in modo che i vari gruppi di persone formino le varie lettere. Dall’alto “un grande artista” cerca di corregge-re le “storture” e i difetti in modo che la parola si possa vedere chiaramente.Sì! Devo confessare un peccato: anch’io sono

iscritto a Facebook e mi piace lasciarmi provo-care da tutte le “buone occasioni” per cercare di ricompattare questa nostra realtà di Mirama-re.L’idea della foto era molto semplice, ma inte-

ressante per fare una piccola verifica dell’at-tenzione e dell’amore che abbiamo per il no-stro territorio: possiamo vivere come turisti, gente di passaggio, indifferenti oppure come cittadini interessati o ancor più come fratelli chiamati a formare una sola famiglia.Domenica è stata una piccola occasione per

dire a noi stessi e agli altri che ci interessa questa nostra realtà, ci appartiene. Ci unisce il desiderio di costruire una comunità cittadi-na, in cui ci sia dialogo, confronto, stima, col-laborazione, dove ognuno di noi sia pronto ad accogliere e affrontare sofferenze, problemi, gioie e speranze di chi abita con noi questo luogo impegnativo ma bello, stimolante e inte-ressante anche se non certo privo di problemi che destano preoccupazioni. Ma, pensiamoci,

non sono così anche i nostri splendidi figli? Anzi le prove, i momenti di fatica e difficoltà

possono diventare delle occasioni per tirare fuori il meglio di noi stessi. E mi torna in mente un momento interessante nella mia vita quan-do nell’anno della maturità, il 1974, abbiamo vissuto la crisi dell’austerity. E’ stato un mo-mento duro, io ero in seminario, e diversi sono stati i sacrifici: nelle camerette nel sottotetto, che chiamavamo “Siberia” perché il termome-tro segnava quasi lo zero, ci si ritrovava tutti insieme per scaldare un po’ l’ambiente e di-ventava così un’occasione di confronto, di fa-migliarità, di sostegno. Il freddo esteriore era trasformato dal calore dell’amicizia. E anche attorno a noi qualcosa si stava muovendo: la fantasia e la voglia di vivere ci aiutava a risco-prire le vecchie tradizioni, i rapporti con le per-sone, la bellezza della natura. Ognuno cerca-va di dare il meglio di se stesso nell’’inventare mezzi ecologici straordinari, trovare modalità diverse di stare insieme, valorizzare le realtà circostanti. In quei momenti abbiamo scoperto che “Insieme è bello, insieme è forza, insieme è gioia!” Anche la crisi che stiamo vivendo non ci deve

chiudere in noi stessi, ma riaprirci a quella fan-tasia del bene che da significato alla nostra vita. I nostri campanili, che a volte diventano torri di difesa del territorio, sono invece nati per suonare insieme un concerto al Signore e per chiamare il popolo e le famiglie all’uni-tà. Quante crisi dovremo ancora superare per imparare a capire quello che invece è scritto nella nostra natura e che Dio ha stampato nel nostro cuore?

don Giovanni

L’uscita annuale degli adulti dell’Azione cattolica, che coin-volge anche tanti simpatizzanti, è sempre un momento di riflessio-ne, condivisione, gioia. Quest’an-no si è tenuta domenica 2 febbra-io a S. Andrea in Casale, da don Gianluca Agostini, ex cappellano di Miramare.Sebbene non fossimo tanti, circa venticinque persone, anche que-sta uscita-ritiro, è stata comunque sentita e partecipata intensamen-te da tutti.Il tema per la riflessione è sta-to tratto,dal nostro parroco don Giovanni, dall’omelia del Santo Padre Francesco, nella solennità di San Giuseppe, del 19 marzo 2013, centrata sul significato di essere “custos”, custode.Se si apre un vocabolario si legge che custode è colui che è addetto alla custodia, cura, conservazio-ne, sorveglianza, di edifici, cose, animali, ambiente, natura, perso-ne.Per i credenti è qualcosa di più profondo e impegnativo, perché si è custodi di tutti i beni che Dio ci ha donato, in primis, la vita, e Lui essendo “Bontà Infinita”, non ne ha tralasciato alcuno. Anzi ha pure sacrificato il suo unico figlio, Gesù, per la salvezza dell’intera umanità.Custodire, essere custodi dei beni di Dio, vuol dire quindi, avere un amore talmente grande, che è sempre aperto ai suoi disegni, che è sempre disponibile ai suoi progetti, che sempre si prende cura della propria persona, in ogni gesto, in ogni istante dell’esisten-za.

SIAMO CUSTODIUscita adulti

Azione Cattolica

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La Campana del Villaggio Numero 113Pag.02

Esperienze

Chi sei tu, Educatore?Due giorni di formazione per educatori a casa di Sandra

anche Gli educatori “si educano”L’11 e il 12 gennaio tutti gli Educa-tori ACR hanno trascorso 24 ore insieme nella Casa di Sandra, a Marina Centro, per “lasciarsi edu-care” dalla Parola: tempo assolu-tamente necessario per “ricarica-re le batterie”, perché non si può donare ciò che non si ha o non si è. 24 ORE: un tempo prezioso per fermarsi, per assaporare il gu-sto di vivere insieme un momen-to privilegiato fuori dai gruppi nei quali svolgiamo il nostro servizio di educatori. Tempo di revisione e valutazione del vissuto, tempo di analisi e di programmazione del futuro, tempo di gioco, tem-po di sana e ghiotta cucina della Roby, tempo di ore piccole e tante chiacchiere notturne, tempo per lasciarsi accendere dalla lettura e dalla meditazione della Paro-la, tempo per vivere l’Eucarestia come centro della nostra storia personale e culmine del nostro operare fra i piccoli… Ventiquattro lunghissime, pienissime, ricchis-sime ore che ci hanno lasciano nel cuore la consapevolezza del dono bello che siamo l’uno per l’altro e delle meraviglie che Dio sta operando in ciascuno di noi. Gesù stesso ci educa mostrando-ci i suoi gesti e le sue parole, è Lui il Riferimento a cui ogni educato-re è chiamato a guardare: “ama i più piccoli come Io ti ho amato”. Impossibile raccontare quanto sia stato bello per noi adulti, scoprire quanto i “giovani educatori “ sia-no maturati in questi pochi anni di servizio … A tutti gli educatori gio-vani e adulti, di AC e non, e a tutti coloro che desiderano mettersi in gioco insieme a noi, dedichiamo queste “Beatitudini ad hoc” come stimolo ed invito.

Paola

“fare” Gli educatorio “essere” educatori?

Il 10 e 11 gennaio noi educatori acr ci siamo ritrovati per riflettere e approfondire il senso del no-stro “essere educatori”. Per noi questo cammino è iniziato cir-ca 4 anni fa, a 15 anni, quando abbiamo espresso il desiderio di spenderci in questo servizio per i più piccoli. Avevamo frequentato il gruppo acr durante le medie e ci piaceva pensare di poter trasmet-

tere ad altri ragazzi quello che avevamo vissuto. Per un educa-tore la formazione è importante: il nostro percorso è iniziato con il “corso educatori”, una serie di in-contri serali che ci hanno aiutato a capire meglio cosa significava “educare in parrocchia” e soprat-tutto ad approfondire il nostro cammino personale di fede. Alla fine di questi incontri abbiamo fat-to le nostre prime esperienze nei campi estivi e poi siamo entrate a far parte dell’équipe acr! Impegnarsi nel servizio con un gruppo acr significa prendersi cura del prossimo, essere sempre più responsabili nei confronti degli altri, ma prima di tutto esprime il nostro cammino come persone e come cristiani. Il nostro non è “fare”, ma “essere”. L’educatore trasmette agli altri quello che è, non quello che fa. Per questo por-tiamo avanti questo servizio, con-tinuando sempre a formare noi stessi. Questa esperienza ci ha cambiato molto, facendoci matu-rare nel nostro cammino di fede. Eravamo partite come “spalle”, un aiuto per gli educatori più grandi e più esperti, con la paura di non riuscire nel nostro compito. Ci sia-mo sentite accompagnate, parte di un gruppo educatori che con-

divide la nostra esperienza e ora ci sentiamo sempre più sicure nel nostro servizio e con tanta voglia di lasciare qualche cosa nel cuore dei nostri bambini. Con l’aiuto dei nostri educatori adulti e del don, i nostri punti fermi, speriamo di po-ter proseguire in questo percorso e continuare a trasmettere la gioia di Gesù ai più piccoli!

MarGot e federica

Beati gli educatori“poveri in spirito”

che, per educare alla fede i ragazzi, tirano fuori e spendono tutto ciò che Dio ha dato loro:

tempo, energie, fantasia... Beati gli educatori “miti”

che evitano la tentazione delle scorciatoie, delle minacce, dei

ricatti e prediligono la convinzio-ne, il dialogo, la pazienza.

Beati gli educatori “affamati e assetati di giustizia”

che non si rifugiano nel passato ma lottano per un’educazione

alla fede adeguataai ragazzi di oggi. Beati gli educatori

“misericordiosi” che, comprendendo le difficoltà dei ragazzi e delle loro famiglie, non sentenziano ma ricercano

soluzioni equilibrate.

L’invidia, l’odio, la superbia, l’indifferenza, sporcano la vita in ogni forma. L’amore, cancella, pulisce, unisce, conforta, consola, rispetta, perdona, sempre.San Giuseppe nei vangeli appare un uomo forte, co-raggioso, lavoratore, ma con un animo dolce, di una tene-rezza infinita. La tenerezza non è la virtù del debole, ma al contrario denota fortezza d’animo, comprensione, vera apertura verso l’altro. In Cristo Gesù siamo tutti fratelli, credenti e non, per-ché il Suo Amore, non fa distingui, né differenze. Tutti possono essere custodi e tutti e tutto può essere, con amore, custodito.L’introspezione sull’essere “custodi” si è conclusa dopo una meditazione silenziosa, con un confronto fra i vari partecipanti.A completamento dell’uscita, dopo aver curato lo spirito, ci siamo dedicati a rifocillare il corpo con una gustosa cenet-ta. Sazi, giubilanti,custoditi, siamo tornati a tarda sera alle nostre case!

eleonora“adultissiMa” di a.c.

SIAMOCUSTODI

Prosegue dalla prima pagina

Beati gli educatori“operatori di pace”

di quella pace che nasce “dalla spada e dal fuoco” del Vangelo

contro tutto ciò che può danneg-giare il cammino

dei ragazzi verso la fede. Beati gli educatori “perseguitati” dal tempo che non basta mai; da quei bambini che “se non ci fossero” e invece ci sono; dalla tentazione di lasciare, ma che

ricominciano sempre. Beati gli educatori così!

Avranno un posto bellissimo in cielo. E in più, la gioia di incon-trare “lassù” qualcuno che sta lì

perché anche graziea loro ha imboccato

la strada per arrivarci.

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La Campana del Villaggio Numero 113 Pag.03

Riflessioni

Le zone pastorali: intervista a don Tarcisio GiungiLa nostra comunità deve af-frontare il tema della zona pastorale da realizzare con le parrocchie limitrofe: Ri-vazzurra e Bellariva. Per capirne di più abbiamo inter-vistato don Tarcisio Giungi, Vicario Episcopale per la Pastorale, parroco di Mon-daino e referente di una zona pastorale molto vasta che va da Trebbio di Monte Gridolfo a Casinina. - Don Tarcisio, perché la diocesi ha scelto la strada della creazione delle Zone Pastorali?Come è accaduto e acca-de in altre diocesi italiane, la nostra Chiesa di Rimini ha fatto da circa due anni la scelta delle zone pastorali, che in alcuni casi sono già unità pastorali. Alla riflessio-ne su questa scelta è stata dedicata la tre giorni del cle-ro del giugno 2012, di cui atti sono stati pubblicati da “Il Ponte”. Perché dunque la scelta delle zone pastorali? Per essere più precisi do-vremmo dire la scelta della “pastorale integrata”, ma le due cose sono strettamente unite. I motivi sono soprat-tutto i seguenti:- La società è fortemente cambiata e i punti di riferi-mento sociali non sono più quelli di un tempo. Per fare un esempio, occorre chie-dersi dove la gente vera-mente abita. Ci sono luoghi in cui le persone vivono mol-to più tempo che dove han-no l’abitazione. Insomma, occorre spalancare le fine-stre e “abbattere i campani-li”, se si vuole che il Vangelo arrivi ovunque.- Appunto, per l’annuncio del Vangelo è necessario “integrare le forze pastorali”, in modo che ciascuno pos-sa dare il proprio contribu-to: parrocchie della stessa zona, movimenti e associa-zioni, religiosi e religiose… tutti quelli presenti nel terri-torio sono chiamati ad unir-si, dando ciascuno il proprio specifico.- I preti sono in numero infe-riore rispetto ad un recente

passato e negli anni prossi-mi saranno ancora di meno. Non è più possibile che ci sia un prete ogni parrocchia e soprattutto non è bene che i preti siano soli. Come di-versi sanno, io sto vivendo da alcuni mesi insieme ad altri due preti sulle colline tra Romagna e Marche e insie-me curiamo una zona molto vasta, di parrocchie piccole, che non possono più avere un prete. Vi assicuro che è una esperienze stimolan-te, che obbliga a cambiare mentalità.- Concretamente, in che modo possiamo unire co-munità che hanno molti punti in comune ma anche delle diversità evidenti?Credo che la prima scelta da fare sia quella di cono-scersi e cominciare a vivere alcune esperienze insieme. Se è vero che si conosce bene solo ciò che si ama, è altrettanto vero che si ama solo ciò che si conosce. In-somma, sono fondamentali le relazioni. Si cominci allo-ra a mettere insieme alcuni ambiti pastorali: il lavoro coi ragazzi, i campeggi estivi, alcuni corsi di formazione a livello zonale per i diversi operatori ecc. Sarà preziosa in tal senso la stessa assem-blea dei consigli pastorali in

occasione della visita del Vescovo. Inoltre, la vostra è una zona di mare, dove le persone hanno fondamen-talmente le stesse risorse e le stesse problematiche: perché non lavorare insie-me proprio nel campo della pastorale del turismo, acco-gliendo e concretizzando gli input che vengono dal cen-tro diocesi?- Cosa possiamo fare noi, operatori ma soprattutto parrocchiani, per contri-buire a raggiungere l’ob-biettivo?Come ho detto sopra, la cosa più importante è la co-noscenza reciproca e il con-fronto. Posso assicurare che persone che non si cono-scevano possono diventare amiche riflettendo e vivendo insieme alcune esperienze. Non abbiate paura di buttar-vi in questa nuova avventura che lo Spirito ha fatto intuire

alla nostra Chiesa.- Dopo queste preziose indicazioni possiamo la-sciarci con un ultimo con-siglio alla nostra comuni-tà?Mi capita spesso di dirlo alla mia gente, quassù sulle col-line. C’è una frase che suo-na quasi come una bestem-mia e che si deve pian piano superare: “Qui si è sempre fatto così!”. Lo ricorda an-che il papa nella esortazione apostolica Evangelii gau-dium: “La pastorale in chiave missionaria esige di abban-donare il comodo criterio del Si è sempre fatto così!. In-vito tutti ad essere audaci e creativi” (n. 33). La pastorale integrata, attraverso la scel-ta delle zone pastorali, non è certamente una panacea per tutti i mali della Chiesa, ma certamente obbliga a ri-pensarsi. E a pensare!

GiusePPe ZeMa

la caMPana del villaGGioBimestrale parrocchiale:

Autorizzazione vescovile del 12.05.89Direttore responsabile: A.Lualdi

Direzione, Redazione e Amministrazione:Parrocchia Sacro Cuore di Gesù - Via Marconi, 43

47831 Miramare di Rimini (RN)Realizzazione grafica: Parrocchia Miramare

Stampa: La Tipografia, Via Coriano, 322 – 47900 Rimini

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La Campana del Villaggio Numero 113Pag.04

Vita ParrocchialeChe esperienza

Convivenza dei giovanissimi di Azione CattolicaDa qualche anno i ragazzi del Triennio, e quest’anno anche quelli di seconda supe-riore, trascorrono qualche giorno insieme in una casa condividendo la vita di tutti giorni, come in una grande famiglia. E’ una cosa diversa da un’uscita o da un campeggio, perché in convivenza ognuno fa le cose di sempre, condividendo le giornate con gli altri: ci si alza e si fa colazione insieme, si prega poi si va a scuola, qualcuno con l’au-tobus o lo scooter, altri accompagnati dagli educatori. Al ritorno, dopo esserci aiutati a preparare il pranzo e la tavola, mangiamo, aspettando quelli che arrivano più tardi. Ci aiutiamo a riordinare la cucina e a lavare i piatti. Nel pomeriggio un po’ di tempo per le chiacchiere, una sfida a biliardino o una partita a beach volley (quest’anno eravamo in una casa sulla spiaggia!!), si studia e ci si aiuta con i compiti.Chi non deve studiare fa qualche gioco di società, ascolta musica o va a farsi un giro. Ci sono pomeriggi o sere in cui qualche amico ci viene a trovare, magari quelli che vediamo poco agli incontri in ACG… Poi c’è chi va in palestra, chi va a ripetizione… … insomma tutto quello che succede nelle fa-miglie dove ci sono ragazzi!! Dopo cena si gioca e prima di andare a letto si conclude con la preghiera…. Un’esperienza bella e forte di autentica fraternità cristiana. La convivenza quest’anno si è svolta dal 2 al 6 febbraio e ha coinvolto 26 ragazzi, 5 educatori oltre al prezioso aiuto in cucina di Roberta. Ecco un breve pensiero di due ragazze alla loro prima esperienza in con-vivenza:Che cosa ci può essere di meglio che

passare 5 giorni insieme ad una “grande famiglia” di persone fantastiche?! … beh.. nulla!! O forse… passare una settimana intera!! Anche con la preoccupazione della scuola siamo riusciti a stare bene, a condividere le giornate, a crescere nella fede, a conosce-re meglio gli altri, attraverso attività che ci hanno aiutato a leggere nel profondo della nostra vita.Ora ce ne stiamo tornando a casa, un po’ tristi perché i 5 giorni sono volati, ma sicu-ramente arricchiti e con tanta voglia di ripe-tere questa esperienza!

chiara M. e serena

La festa della Pace è un appuntamento importante per tutti i ragazzi ACR: è un’op-portunità importante per farli sentire parte di un “gruppo più grande” (la diocesi) e per sensibilizzarli e renderli “operativi” verso chi ha bisogno.Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata della Pace 2014 ci ricorda che la fraternità, dimensione essenziale dell’uo-mo, ci porta a vedere e trattare ogni perso-na come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costru-zione di una società giusta, di una pace solida e duratura. Cerchiamo quindi di edu-care i ragazzi a vivere nei gruppi la dimen-sione della Fraternità. La nostra giornata della Pace si è svolta sabato 2 febbraio nel-la chiesa di s. Girolamo, a Rimini: gli edu-catori hanno iniziato con un divertentissimo

“TG della Pace”, poi abbiamo ballato e infi-ne giocato davanti alla fontana dei quattro cavalli. La giornata si è conclusa con una breve riflessione in chiesa: ogni ragazzo ha scritto un impegno personale per realizzare la pace. Tutti questi impegni sono stati at-taccati ad un aquilone, che ognuno ha poi portato nella propria parrocchia.

L’ACR quest’anno, infatti, ha scelto come simbolo del Mese della pace un aquilone perché la Pace è come il vento: invisibile, in costante movimento, impetuosa, capace di arrivare all’improvviso. L’obiettivo dei bam-bini e dei ragazzi di Azione Cattolica è di far si che questo soffio di pace possa arrivare al mondo, partendo dai nostri amici, dalle nostre famiglie, dalle persone vicine a noi.

équiPe acr Parrocchiale

LA PACE SOFFIA FORTEfesta della Pace ACR 2014

Ciavatti Tobia; Sgura Anastasia Giulia; Antonucci Serena; Rosito Francesca; Caldari Filippo; Ma-gnani Manuel; Ancora Gabriele; Secchiaroli Sofia; Stellato Sergio; Bagli Tommaso; Mottura Jasmi-ne; De Luca Alice; Daminelli Gre-ta; Zangoli Ama’; Padovani Isotta; Ciotti Penelope; Gardella Samuel; Pitagora Sofia; Lanzoni Alice; Gui-ducci Tommaso; Piastra Thomas; Bartolini Enea; Putaggio Samuel; Vargas Valenzuela Giancarlo Eddy; Sacco Mattia; Rinaldi Fran-cesco; Laveglia Michael; Rossi Emma; Lyuta Andrea; Fracassi Ni-cole; Manconi Giorgia; Cenni San-tiago Benedetto; Canuto Mattia; Strada Federico; Lazzarini Angela; Gaspari Diana; Magnani Nicholas; Riceputi Achille; Farina Filippo; Trombetta Ginevra.

Elenchi 2013:40 battesimi

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La Campana del Villaggio Numero 113 Pag.05

AttualitàMa questi pazzi cosa avranno da cantare?

Ritengo incredibile come la vita a vol-te ti faccia entrare in contatto con realtà nuove, che non avevi mai immaginato. Ebbene sì, sono una di quelle persone che del mondo scout avevano a malape-na sentito parlare: quante volte mi è ca-pitato passare con la macchina vicino ad interminabili gruppi di giovani che, cam-minando sul bordo della strada, con un paio di pantaloncini corti e quasi sempre inzuppati fino alle orecchie, cantavano a squarciagola, sommersi sotto il peso di uno zaino immenso.Ecco, direi che è proprio questo il mo-mento in cui ti poni una domanda fon-damentale: “Ma questi pazzi, in pieno inverno, con i pantaloncini corti, sotto la pioggia, cosa avranno mai da cantare? Ma soprattutto, è domenica mattina! Con questo freddo siberiano, loro vanno a fare una passeggiata? Siamo sinceri per un attimo con noi stes-si: alzi la mano, chi non conosce cosa si-gnifica essere uno scout! Ma soprattutto, alzi la mano chi certe domande non se le è mai poste! Colui che sta scrivendo l’articolo, è proprio una di quelle persone che fino a poco tempo fa certe doman-de se le poneva, eccome. Poi un giorno qualcosa cambia, o meglio, può capita-re nella vita di conoscere persone (un nome a caso, Erika), che conoscono al-tre persone (facciamo altri nomi a caso, Mario, Maria, etc), che in qualche modo riescono a leggere dentro di te, e soprat-

tutto riescono a scoprire e a far emergere quel lato nascosto, forse primordiale, che ti lega a certi valori imprescindibili, agli spazi aperti, all’avventura, alla natura, la stessa “natura” che per migliaia di anni ha saputo cullare e custodire tutti noi. Accettare di partecipare anche solo per qualche giorno al mio primo campo di re-parto è stata la conferma di quanto fos-se bello tornare, anche se per un tempo limitato, tra le braccia della natura, che sa regalarci con i suoi scorci ed i sui pa-norami uno dei piaceri più belli della vita. Ma il piacere della natura e della scoper-ta, riesci a viverla fino in fondo solo se la condividi con altre persone che sanno osservare la bellezza delle cose che ci circondano con lo stesso stupore. Ho iniziato l’esperienza Scout (alla mia “tenera” età), perché credo fortemente in alcuni valori fondamentali che purtroppo nel tempo si stanno perdendo, ma anche per il piacere di una rinnovata voglia di stupirmi e riscoprire la soddisfazione del-la semplicità. Purtroppo la società mo-derna è ricca di esempi negativi: quante volte seguire certi valori diventa sinoni-mo di “essere diverso” o peggio “andare contro corrente”. Credo che ognuno di noi abbia la pos-sibilità di scegliere, e soprattutto di fare nel suo piccolo qualcosa per cambiare il mondo in meglio. Vorrei che tutti aves-sero questa consapevolezza (vorrei che tutti fossero un po’ scout), perché in fon-

do tutti viviamo su questa terra, e tutti ci lamentiamo quotidianamente per quello che non funziona senza fare nulla. Io vor-rei essere uno scout, perché ho deciso di essere parte integrante di un cambia-mento, perché voglio vivere in un mondo migliore, in una società nuova che sappia guardare intorno a se e porgere la mano anche al più umile, al più indifeso sen-za lasciarlo indietro, pensando “tanto ci penserà qualcun altro”. Quel “qualcun altro” voglio essere io. Le considerazioni sono tante, diciamo pure infinite… e nel frattempo ti ritrovi im-provvisamente con un paio di calzoncini corti, una camicia azzurra, ed un fazzo-lettone al collo, a cantare sotto la pioggia con il sorriso, consapevole che non esi-ste un buono o cattivo tempo… ma solo un buono o cattivo equipaggiamento.

claudio Bertolo

Prima Comunione (n. 33 bambini):

Balberova Anastasya, Bellin Janis, Botteghi Bianca, Buono Lorena, Capsasso Daniela, Ciavatti Tomma-so, Dalma Mascia, Delucca Giovan-

ni, Duca Denis, Falsetti Antonello, Filocamo Lorenzo, Fiore Brayan Ra-fael, Fontanella Sara, Gavelli Sara, Grana Giulia, Leardini Letizia, Man-gano Mia, Marcaccini Mattia, Masi Irene, Montemaggi Viola, Morganti

Lorenzo, Neri Giulia, Ottaviani Ali-ce, Palmirotta Ivan, Paradisi Matteo, Paratore Mattia, Pompili Alice, Ricci Sara, Ricci Isabella, Rosa Aurora, Sacchetti Giulia, Tamagnini Marlin, Tanasescu Mario George.

Elenchi 2013

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La Campana del Villaggio Numero 113Pag.06

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Iniziative di carità: la Quaresima 2014La Caritas parrocchiale propone a tut-ta la comunità un’attenzione particolare per il nuovo progetto della Casa don Ita-lo in Moldavia: tutte le offerte raccolte in quaresima saranno devolute per questa iniziativa, oltre chiaramente a ricordarci sempre delle situazioni di bisogno della nostra parrocchiaCasa d. Italo è una casa di accoglienza per i ragazzi di strada, provenienti so-prattutto dalla capitale Chisinau. I piccoli sono accolti nella casa come in una nuo-va famiglia e l’obiettivo fondamentale è il miglioramento della loro qualità della vita .Contribuire a questa iniziativa significa per la nostra comunità, e per ciascuno di noi, entrare a far parte di una “parrocchia allargata”, i cui confini giungono fino alla lontana Moldavia, per amare, servire, condividere, donare. Prenderci a cuore questi piccoli diventa azione di carità, che permette alla Parrocchia di maturare scelte di autentico impegno evangelico e nello stesso tempo costruire relazioni all’interno della Chiesa universale, che sa amare il prossimo ovunque e sempre.

la casa faMiGlia raccontatacon le Parole di d. cesare

« Vasile esce dalla “Casa famiglia” già alle sette del mattino e scendendo dal-la collina si avvia verso la città, dove lo attende il bus che lo condurrà a scuola, alla quale arriverà dopo circa un’ora. Ma dopo di lui anche Sergiu, Maria, Natalia, Gheorghe ed altri percorrono lo stesso itinerario e si recano nei diversi istituti scolastici della città di Chisinau in Mol-dova.La “Casa famiglia” è di fatto la loro fa-miglia, un focolare domestico nel quale hanno ritrovato la gioia di vivere e soprat-tutto l’idea di una famiglia, di un soste-gno nella crescita, di un supporto affetti-vo che li possa un domani riportare nella quotidianità, come uomini e donne libere.La povertà e l’abbandono purtroppo non rendono liberi questi bambini delle socie-tà dell’est, da tutti definiti “orfani sociali”, cioè abbandonati a se stessi, in baracche o peggio ancora in lugubri tombini adibiti al passaggio dell’acqua calda.Dalla strada si passa alla vita normale, e tutto questo grazie ad un gesto di carità, che tende la mano a dei ragazzi e ragaz-ze, in genere dai sette ai quattordici anni, per condividere un cammino di crescita umana, ma nella normalità.Vasile e Maria hanno visto la loro ma-dre morire per mano di un violentatore, Natalia non conosce la sua famiglia di origine, Victoria era stata consegnata a degli aguzzini all’interno di un albergo.

E così via tante storie, scritte dalla cru-deltà umana e riscritte dall’impegno della Chiesa cattolica in Moldova e soprattutto dall’azione concreta della Fondazione Regina Pacis, che opera costantemente a servizio di questi ragazzi abbandonati. […]L’impegno della Chiesa cattolica in Mol-dova, come in tutti i paesi dell’est, non è facile, per tanti motivi, dall’esiguità del numero dei cattolici ad una cultura anco-ra statalista che non permette nulla. E’ un cammino in salita, che certamente non scoraggia la carità e la fede, ma richiede il sostegno delle Chiese sorelle.[…]

d. cesare lodeserto

Vasile, un bambino della casa fami-glia, un giorno vede una foto di Papa Francesco, e rimane colpito dalla sua figura, chiede chi è e decide di scriver-gli una lettera:

«Caro papà Francesco,mia sorella mi ha detto che devo chia-marti “Papa”, perché tu sei una persona importante, ma io non so cosa significa Papa ed allora ti chiamo papà. La mia mamma era per me e mia sorella una persona importante come te, anche se eravamo una famiglia povera, qui in Mol-davia. Ora la mia mamma non c’è più, perché delle persone cattive gli hanno fatto male.Ma io voglio dirti che ogni giorno vengo a mangiare in una cucina che ha il tuo nome: “Papa Francesco”, e ti mando an-che una foto mia nella cucina, perché un uomo prete ci ha raccolto dalla strada dove vivevamo qui a Chisinau, ci ha dato una casa per dormire e mangiamo quel-lo che lui cucina nella tua casa, perché dove mangio è scritto “Papa Francesco”, quindi è casa tua.Sono contento, anche se mi hanno ruba-to la mamma. Ho trovato una casa, la tua cucina, tanti amici. Questo uomo prete, e tutti insieme viviamo bene, andiamo a scuola, siamo puliti ed ho anche la bici-cletta.Papà Francesco per favore mi mandi

una tua fotografia, così la appendo dove dormo ed anche io posso dire che ho un papà? Ti prometto che se mi mandi una foto io farò i compiti. Questo uomo prete il sabato ci parla di Dio ed a me piace, poi cantiamo, giochiamo e mangiamo la pizza della tua cucina.Papa Francesco ti voglio fare un regalo:ho fatto una piccola croce per te. Vedi? C’è un bambino sulla croce che ride, perché l’uomo prete ci dice sempre che anche quando si soffre bisogna sor-ridere.Ciao Papà Francesco.

Vasile»

Trovate altre informazioni sulla Casa famiglia sul sito della parrocchia: www.parrocchiamiramare.org (ambiti/casa d. Italo) oppure su Facebook “Mission Mol-dova”.

Domenica 9 marzo, nella s. messa delle 10,30 un membro della Missione Mol-dova verrà nella nostra parrocchia per raccontarci qualche notizia della Casa famiglia.

Matrimoni(Celebrati In Parrocchia):Sorci Marco e Canuto Chiara; Cor-belli Mcihele e Crisalide Denise; Piastra Mauro e Macellaro Elisabet-ta; Chitano Denis e Lazzarini Lara; Buda Christian e Porcu Laura; Pic-cirilli Andrea Roberto e Tesser Ni-coletta; Garcia Zambrano William Herneldo e Serioli Erika; Mancuso Antonino e Togni Silvia.

Elenchi 2013:Matrimoni

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Attualità

Il cammino nelle Zone PastoraliIl 9 febbraio 2014 si è svolta la prima assemblea del Zone Pastorali del Vicariato Urba-no di Rimini. Nel teatrino della parrocchia di San Raffaele si sono riuniti i rappresentanti dei consigli pastorali delle 6 Zone di cui è composto il nostro vi-cariato. Miramare ha presen-tato la sua relazione assieme alle parrocchie di Rivazzurra e Bellariva. L’assemblea ha permesso di rilevare una effi-cace fotografia della situazione dove sono risultati evidenti i differenti stati di avanzamento nel cammino della formazione delle singole Zone. Si va da Zone dove c’è già una storia consolidata, dove l’integrazio-ne tra parrocchie si attua con-cretamente, a zone che invece devono ancora praticamente

iniziare un percorso ormai di-venuto indispensabile.

La zona pastorale diMiramare-Rivazzurra-BellarivaIl valore della parrocchia come realtà di chiesa radicata in un preciso territorio mantie-ne tutto il suo significato e la sua importanza ancor di più oggi dove si rischia uno sradi-camento delle persone attra-verso una forte mobilità. Ma la parrocchia non è una real-tà autonoma, un orto chiuso, a se stante, ma è chiamata ad aprirsi e a crescere come Chiesa. Il vescovo mons. Francesco Lambiasi verrà a visitare la nostra Zona il 20 marzo prossimo, incontrando i membri dei consigli pastorali delle tre parrocchie presso la

parrocchia di Rivazzurra, per vedere quali passi stiamo fa-cendo e che cosa desideriamo fare per procedere in un cam-mino unitario.Martedì 25 febbraio, nella no-stra parrocchia, ci siamo già ritrovati insieme con tutti i ca-techisti ed educatori delle tre parrocchie per riflettere insie-me sul cammino proposto dalla diocesi e per capire quali sono i passi concreti che possiamo fare. Inoltre prima dell’incontro del Vescovo i consigli pastorali

delle parrocchie si incontre-ranno per conoscersi meglio e prepararsi insieme.Quello che conta è la menta-lità nuova che ci viene chie-sta: camminare insieme come Chiesa dove l’attenzione a quello che ci circonda e la collaborazione nei vari settori diventa una cosa necessaria e naturale per un servizio più completo ed efficace alla fede e all’annuncio del Vangelo nel nostro territorio.

don Giovanni

Campo lavoro Missionario 2014Il 34° CAMPO LAVORO si svolgerà il 5 e 6 aprile e coinvolgerà, come sempre, l’in-tero territorio della Diocesi di Rimini, con il coinvolgimento di oltre 100 mila famiglie e di numerose aziende. Tutti i materiali con-fluiranno in sei centri di raccolta allestiti a Rimini, Riccione, Bellaria, Cattolica, San-tarcangelo, Villa Verucchio, dove verranno organizzati altrettanti mercatini dell’usato.Il centro di raccolta a cui fa riferimento la nostra parrocchia è: Chiesa di San Fran-cesco, Viale Avellino 6 - Riccione 0541-606008 / 338-1210898.

LA NOSTRA PARROCCHIA PROCEDE-RÀ AL RITIRO DEI SACCHI PRESSO LE ABITAZIONI NELLA SOLA GIORNATA DI SABATO 5 APRILE. Informazioni su cosa e come raccogliere materiale per il campo lavoro:.

Il Campo Lavoro raccoglie:carta e cartone di ogni tipo, ferro, vetro e metalli vari, indumenti, scarpe, pelletteria, libri, giocattoli e peluche, biciclette e moto-rini, computer e oggetti per la casa, radio, televisori.Non verranno raccolti:mobili, materassi, frigoriferi, batterie, pneumatici, bombole del gas, elettrodo-mestici non funzionanti.

Non inserire valori e offerte di denaro nel sacco.

Materiali ingombranti: potranno essere consegnati direttamente ai centri di raccolta oppure se ne potrà chiedere il ritiro, chiamando la segreteria parrocchiale (0541 373185) oppure il cen-tro di raccolta a cui facciamo riferimento:

CHI NON DOVESSE RICEVERE IL “SACCO GIALLO” PUÒ UTILIZZARE TRANQUILLANDO UN ALTRO SACCO O CONTENITORE, SCRIVENDO SO-PRA CHE IL MATERIALE È DESTINATO AL CAMPO LAVORO MISSIONARIO

«Anche quest’anno 6 missioni principali saranno finanziate grazie al ricavo dei due giorni di campo. I nostri fondi potranno così essere RESTITUITI alle popolazioni più bisognose di ben sei paesi nel mondo, compresa la nostra Rimini, visto che an-che quest’anno sarà finanziata la Caritas diocesana. Avete notato anche voi quel ‘restituiti’ scritto grande e grosso?!?Da sempre il Campo Lavoro si è presen-tato non come un’occasione per fare be-neficenza: fare beneficenza infatti signifi-ca “semplicemente” dare parte di ciò che per noi è superfluo a chi ne ha bisogno. Al contrario, ciò che ha sempre cercato di insegnare il Campo Lavoro è non tanto pulirsi la coscienza, quanto farsi una nuo-va coscienza nel capire che se una parte del mondo vive nella povertà è in buona parte colpa della nostra società e quindi dello stile di vita di tutti noi.Raccogliere rottami e scarti nei due gior-

ni del Campo Lavoro significa perciò non solo fare beneficenza, ma soprattutto ren-dersi conto del nostro stile di vita spesso sprecone e superficiale, per intraprendere un giorno (vicino, speriamo) la strada del cambiamento. D’altronde non lo dice anche il nostro mot-to?!? Cambiare noi per cambiare il mon-do!»

(tratto dal sito del Campo Lavoro)

Ecco le principali missioni che si occu-peranno di restituire a chi ne ha bisogno i fondi ricavati in questo 34° Campo La-voro: Albania, Bangladesh, Uganda, Ca-meroun, Etiopia e alla Caritas diocesana Rimini per il sostegno a famiglie immigrate con bambini.

Per ulteriori informazioni e dettagli vi invi-tiamo a consultare il sito del Campo lavo-ro: www.campolavoro.it

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Domenica 2 marzo: CARNEVALE DI MIRAMARE (Associazione Miramare da amare e parrocchia S. Cuore)

alle ore 15: Il GRANDE GIOCO per tutti i bambini “Alla ricerca della maschera perduta” nel teatrino parrocchiale - via Locatelli

alle 16.00: sfilata in maschera, balli e animazione in via Oliveti alle ore 18,30: “DISCO MISTERO” festa con i ragazzi delle medie nel teatrino parrocchiale

Mercoledì 5 marzo - LE CENERI In parrocchia ss. messe ore 17 e 20,30 In Diocesi alle ore 20, celebrazione penitenziale con il Vescovo

QUARANTORE – lunedì 10 e martedì 11 aprile dalle 7.30 alle 19.00 Adorazione perpetua del SS. Sacramento nella Chiesa delle Suore. In questi due giorni tutte le s. messe saranno celebrate nella chiesa delle Suore.

Giovedì 13 marzo ore 21: “Invitati … inviati” essere cristiani nella quotidianità. Momento di riflessione e confronto promosso dall’Azione Cattolica e aperto a tutti i giovani e adulti.

Venerdì 21 marzo ore 21, nella sede dell’ex Quartiere, p.za Decio Raggi: “SMS, APPS, FB … è veramente così semplice il mondo Virtuale?” incontro con RENATO LAURITA; insegnante e imprenditore del gruppo tecnetica, rivolto ai giovani e promosso dal gruppo Scout 10 di Miramare.

Domenica 16 marzo: Ritiro parrocchiale di Quaresima a Saludecio, presso la Casa di Spiritualità” delle Sorelle dell’Immacolata. Possibilità anche di pernottare dal sabato. INFO e iscrizioni presso la segreteria parrocchiale.

Sabato 29 marzo: Gita a Collevalenza (PG) INFO E ISCRIZIONI presso la segreteria parrocchiale.

Sabato 5 aprile: raccolta per il Campo Lavoro Missionario

ORARIO delle SS. Messe da lunedì 31 marzo 2014 prefestive: ore 18.00 (cripta) festive: ore 8,30 (cripta) / 10,30 (chiesa grande)/ 18,00 (Chiesa suore) feriali: ore 7 (chiesa delle suore)/ ore 18,00 (cripta)

ORARIO SEGRETERIA PARROCCHIALE dal 31 marzo 2014 La mattina dalle 9 alle 11,30 e il pomeriggio dalle 15,30 alle 18.30. tel: 0541373185

Cresima (n. 33 ragazzi):

Alberto Bartoli; Andrea Bellettini; An-gelica Ciavatti; Aurora De Luca; Marti-na Delucca; Marco Di Marzio; Manuel Esposito; Dario Giovannini; Alicia

Maria Gugnali; Rebecca Handley Silvestri; Alessandro Maioli; Carlotta Marcatelli; Rossella Marchetta; Lucia Masi; Samuele Masi; Ilaria Matteini; Alessandro Montanari; Paolo Morri; Federico Montemaggi; Arianna Pal-

mieri; Pietro Pasini; Matteo Perazzi-ni; Rebecca Piccirilli; Gloria Pichierri; Altea Pioli; Emanuele Ricci; Camilla Russo; Sofia Salvi; Francesca Simo-netti; Jasleen Singh; Carolina Vanni; Andrea Vanucci; Rachele Zamagna.

Forte Michele; Urbinati Ernesta; Binot-ti Apollonia; Aramu Luigi; Ricci Amalia; Guerra Vittoria; Innocenti Romano; Fer-ri Armando; Gison Concetta; Giovanardi Zaira; Moroncelli Mario; Cesare Maria Carmela; Cerri Duilia; Capizzi Carmelo; Serra Marco P.Luigi; Basco Mario; De Luca Giorgio; Cinarelli Ines; Candiracci

Ester; Pagnini Teresa; Magnani Alma; Savoretti Agnese; Comanducci Maria; Pescetti Luigi; Rossi Rino; Bartoli Patri-zia; D’errico Antonio; Migani Iride; Cloz-za Mirca; Germondari Annamaria; Gob-bi Pasquina; Lisi Oreste; Casali Mario; Angelini Antonio; Paci Ivano; Guidi Elio; Santi Amantini Cesare; Minelli Antonio;

Martinini Maria; Fox Mario; Vaccariel-lo Aniello; Cadegiani Guido; Guiducci Bruno; Matteucci Aldo; Tordi Giuliano; Palanghi Margherita; Gabellini Ada; Terranova Angela; Pecci Gilio; Alessan-dri Anita; Di Palma Pietro; Ricci Lina; Mazza Maria; Cusano Elda; Pedrazzini Alba; Paci Secondo; Mancini Romano.

Elenchi 2013

Defunti 2013