Billy - numero 5, 20 aprile 2009

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20 aprile 2009 - Numero 5 rivista cinematografica romagnola rassegna cinematografica film d’essai in Romagna dal 20 aprile al 3 maggio all’interno Gli amici del bar Margherita Franklyn Questioni di cuore Louise Michel recensioni Re/visioni di CAsaNOVA tra seduzione e dissoluzione paginadue La biblioteca di Federico Fellini viaggio tra i libri di un uomo curioso réportage Il Casanova di Fellini «stronzone» dal sorriso sardonico Fabrizio De André La mostra a Genova alte immagini DocInTour 2009 A Forlì racconti di esilio réportage Beket a Faenza Roberto Antoni incontra Godot réportage Horror Politics Il più grande regi- sta (vivente) del mondo CineAstri rubriche

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Mentre Canova batteva sul marmo - La biblioteca di un uomo curioso - Incontrando Godot - Vite di esilio e segregazione al DocInTour 2009 Rassegna cinematografica dal 19 aprile - 2 maggio 2009 In Sala: gli amici del bar margherita - questioni di cuore - franklyn - louise Fuori Sala: guida galattica per autostoppisti - salvador allende - la zona - falso tracciato Altre immagini: fabrizio de andré - la mostra - il premio - la partita lenta -stella Horror Politics#3 La terra dei morti viventi Il più grande regista (vivente) del mondo#2 CineAstri Tom Cruise - Come l’acqua per il fuoco Billy Sostiene: SE AVESSIMO PUNTATO SUL CAVALLO SBAGLIATO? - paradisi artificiali? - al cinema andate il 23

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Billy20 aprile 2009 - Numero 5

rivista cinematografica romagnolarassegna cinematografica

f i l m d ’ e s s a i i n R o m a g n ad a l 2 0 a p r i l e a l 3 m a g g i o

all’interno

Gli amici del bar Margherita Franklyn Questioni di cuore Louise Michel recensioni

Re/visioni di CAsaNOVAt r a seduzione e d issoluz ionepaginadue

La biblioteca di Federico Fellini viaggio tra i libri di un uomo curioso

réportage

Il Casanova di Fellini«stronzone» dal sorriso sardonico

Fabrizio De AndréL a m o s t r a a G e n o v aalte immagini

DocInTour 2009A For lì racconti di esil io

réportage

Beket a FaenzaRoberto Antoni incontra Godot

réportage

H o r r o r P o l i t i c s I l p i ù g r a n d e r e g i -s t a ( v i v e n t e ) d e l m o n d o C i n e A s t r i

rubriche

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sommario

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È diventato ormai un appuntamento l’approfondimento storico cinematografico che forCINE accosta agli allesti-menti dei Musei del San Domenico. Quest’anno il cineclub di Forlì promuove con la Fondazione della Cassa dei Ri-sparmi una rassegna cinematografica in 35 millimetri a sostegno della mostra dedicata ad Antonio Canova. Si comincia giovedì 23 aprile, alle 21 al cinema Apollo con Il Casanova di Federico Fellini. Domenica 26 installazione ai Musei con proiezione in loop di Venere Imperiale, l’uni-co film in cui Canova si incarna nella celluloide. Lunedì 27, sempre all’Apollo, alle 21, tocca al Don Giovanni di Joseph Losey. Conclusione mercoledì 29, alle 21, alla sala Santa Caterina con una conferenza da ascoltare e da vedere di Andrea Panzavolta sul Don Giovanni di Mozart, Re/visioni di CAsaNOVA. Fine Settecento cinematografico tra seduzione e dissoluzione. Con questi contributi i forCINIANI puntano a indagare il dualismo di artista e libertino, figura che emerge nella seconda metà del Settecento e si inabissa con l’emergere della Rivoluzione Francese. «Il vecchio muore e il nuovo non può nascere; e in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati» è l’intuizione gramsciana che Losey mette in apertura del suo Mozart perverso e politicizzato. In questa stessa morbosità il Casanova di Fellini concentra quel desiderio della dissolvenza che resta il muto testimone. Il convitato di pietra. Percorsi a parte, è l’occasione per vedere su grande schermo due film unici nella storia del cinema mondiale. Non poco per l’ultima settimana d’aprile mentre incombe Cannes.

Il menu prevede la mostra riminese sulla biblioteca di Federico Fellini; la serata faentina su Beket e l’apertura di DocInTour. Le nostre rubriche e segnalazioni condiscono un piatto di film in sala meno saporiti del solito. Sarà la primavera. A breve il Mosaico Film Festival di Ravenna, un’occasione per vedere ottimo cinema europeo.

PAGINADUEdi Ilario Gradassi

Mentre Canova batteva sul marmo

Paginadue................................................. Mentre Canova batteva sul marmoIlario Gradassi

I libri di casa Fellini....................................La biblioteca di un uomo curioso Fabio Giambi

Incontrando Godot......................................Roberto Freak Antoni presenta Beket Francesco Garoia e Ilario Gradassi

Documentari migranti.................................Vite di esilio e segregazione al DocInTour 2009 Camilla Bruschi e Elisa Giovannetti

rassegna cinematografica........... dal 19 aprile - 2 maggio 2009

In Sala..................................................... gli amici del bar margherita Alessandro Merci questioni di cuore Ilario Gradassi-franklyn Chiara Tartagni**louise michel Luigi Palmirotta

Fuori Sala................................................. guida galattica per autostoppisti Chiara Tartagnisalvador allende Fabio Giambila zona Fabio Giambifalso tracciato Ilario Gradassi

Altre immagini .......................................... fabrizio de andré - la mostra Chiara Tartagniil premio Ilario Gradassila partita lenta Ilario Gradassistella Ilario Gradassi

Horror Politics#3....................................... La terra dei morti viventi Matteo Lolletti

Il più grande regista (vivente) del mondo#2.. Di sceneggiatura e formalismo Michelangelo Pasini

CineAstri................................................... Tom Cruise - Come l’acqua per il fuoco Camilla Bruschi

Billy Sostiene............................................ SE AVESSIMO PUNTATO SUL CAVALLO SBAGLIATO? Alessandro Merciparadisi artificiali? Chiara Tartagnial cinema andate il 23 Ilario Gradassi

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ntrando nella biblioteca di oltre 2000 volumi di Federico Fellini (in mostra al Museo omoni-mo di Rimini fino al 16 agosto) ho subito avuto l’impressione di essere in un luogo fantastico,

da sogno, con pile di libri che salgono dal pavimento e scheletri di navi che guidano la navigazione nel mondo variegato e composito delle letture di uno dei più grandi maestri di cinema (nonché sognatori) del ‘900. Qua e là, sui muri o su strisce di tela pendenti dal soffitto, si leggono citazioni del regista che suonano come afori-smi, fari e guide chiarificatrici del percorso. Campeg-giano due grandi immagini, il dipinto I giocatori di palla di Henry Rousseau il Doganiere e un giovane e ridente Alberto Sordi in altalena de Lo sceicco bianco (il primo film di Fellini, del 1950). Se non fosse per le teche po-ste a riparo dei libri sembrerebbe quasi di essere, più che in un museo, in un luogo surreale e metafisico, che ricorda tante ambientazioni dei film del maestro.La mostra ci fa entrare in una delle fonti di ispirazione di Fellini, quella della lettura (l’altra, ben maggiore, fu la vita stessa). Si rimane colpiti dai gusti poliedrici e varie-gati, e dal generale amore per la conoscenza che animò il regista dall’infanzia alla vecchiaia. La cifra emblema-tica che comprende l’intera biblioteca sembra essere quella della curiosità, della passione per tutto ciò che è umano che restò sempre vivissima in lui.Troviamo così le letture dell’infanzia, i fumetti (il Corrie-re dei Piccoli, Braccio di ferro, libri sul circo), libri di fa-vole illustrati, Pinocchio di Collodi (opera molto amata) e i romanzi di Jules Verne ed Emilio Salgari (su cui vi è la dedica dei genitori), che rimandano a quella dimensione ludica, giocosa, festosa così tipica dei suoi capolavori. Vi sono anche i libri di testo delle scuole, con gli appunti

In sala dal 24 aprile Fuori menu di Nacho Velilla com-media spagnola tra cucina e omosessualità. Luca Ar-gentero prenda appunti.

In sala dal 24 aprile Genera-zione 1000 euro di Massimo Venier in fuga da Aldo Gio-vanni e Giacomo. Comme-dia precaria con Valentina Lodolini e una tonnellata di guest star. E Natalino Balasso.

In sala dal 24 aprile Houdi-ni – l’ultimo mago di Gillian Armstrong, con Caterina Ze-ta-Jones e Guy Pearce. I film su Houdini sono da vedere anche se li gira Neri Parenti.

i libri di casa fellini la biblioteca di un uomo curioso

e le sottolineature dello studente, tra cui l’Odissea di cui fu lettore appassionato (con Ulisse, archetipo dell’ar te della menzogna, Fellini dichiarò significativamente di essersi identificato negli anni del ginnasio). Entriamo poi nella nutrita sezione dei classici, che fa comprendere subito come «il gran bugiardo» (come si definì Fellini stesso) fosse ironico quando dichiarava socraticamente la propria ignoranza, fingendo di avere letto pochissimo. E qui dall’antichità al ‘900 figurano i maggiori capolavori accanto le opere minori, alcune

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Pinocchio di Collodi, uno dei libri preferiti da Fellini

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i libri di casa fellini

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i fratelli Marx e Totò (che non riuscì mai a di-rigere in suo film, con gran-de rammarico). Come si vede, tutti attori ec-cezionali del cinema comico.Vi è poi il cor-poso reparto dei libri d’ar te scultorea e pit-torica, sia anti-ca che moder-na, che Fellini

amò molto. Pittori particolarmente apprezzati erano Bosch, i due Brue-ghel, Henry Rousseau il Doganiere e soprattutto Picas-so, che definì «il Demiurgo della creatività». In un’intervi-sta dichiarò di avere sognato Picasso nella propria vita quattro volte e, sempre, significativamente, in momenti di crisi creativa. In Picasso trovò dunque una fonte di ispirazione costante. Accanto ai libri d’ar te vi sono poi una serie di saggi sulla percezione della realtà e la sua modificazione indotta da sostanze stupefacenti (Fellini fece un’esperienza, breve e con molte cautele, di uso di Lsd).L’ultima parte di biblioteca esposta, forse la più grande di tutte, è quella dedicata alla saggistica, soprattutto alla psicanalisi, la psicologia, la filosofia e le religioni. Fellini, che fece sedute di psicoanalisi, mostrava grande rispetto per questa disciplina medica e leggeva i classici di Freud e di Jung, preferendo però di gran lunga al pri-

In sala dal 24 aprile Le av-venture del topolino Despe-raux di Sam Fell e Robert Stevenhagen. Film di anima-zione inglese su cui mettia-mo la mano sul fuoco.

In sala dal 24 aprile Rockn-Rolla di Guy Ritchie. L’ex si-gnor Madonna è tornato sulla buona strada con una action-comedy-thriller che rieccheggia i fasti di Lock & Stock

In sala dal 24 aprile Tulpan di Sergey Dvortzevoy, film kaza-ko vincitore l’anno scorso di “Un certain regard”.

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delle quali ispi-rarono diret-tamente molti suoi film, come il Satyricon di Petronio e la Storia della mia vita di Giacomo Casanova («lo stronzone» a detta di Fellini). Tra i moderni il regista apprez-zò soprattutto scrittori antina-turalisti come Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Dino Buzzati, Edgar Allan Poe e Franz Kafka, oltre ad amici personali come Calvino, Canali, Ginzburg, Citati e il compagno di sceneggiature Ennio Flaiano (di cui spicca una bella dedica «a Federico…» su uno dei propri testi). Alcuni libri esposti sono aperti su pagine dense di commenti a bordo pagina e sottolineature di passi che lo colpirono particolarmente. Fellini fu inoltre un lettore affezionatissimo di Georges Simenon, di cui possiede forse l’intera raccolta delle opere in edizioni italiane.Può risultare sorprendente, ma i libri di cinema nella biblioteca sono veramente pochi, e nessuno di essi è di natura tecnica. Sono tutte biografie fotografiche degli attori che amò di più: oltre a quella sull’alter ego Marcel-lo Mastroianni, quelle su Stanlio e Olio (suoi «maestri»), Buster Keaton, Charlie Chaplin (che secondo Fellini, a differenza di Keaton, tende a ricattare col sentimento),

Il ritratto di Giacomo Casanova a confronto con Sutherland nel film di Fellini

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fatti, entra in gioco il genio individuale dell’ar tista, che nessun libro può insegnare. La biblioteca di Fellini, in sé, non è la garanzia di diventare grandi registi. Fellini stesso probabilmente non lesse tutti i propri libri, se è vero che si lamentava in continuazione di non avere mai abbastanza tempo per leggere tutto quello che avrebbe voluto. La biblioteca, con i suoi volumi commentati, sot-tolineati, con i rimandi e gli appunti, sta lì a testimoniare come dietro al Fellini grande artista di genio vi sia an-che il Federico dei bigliettini e delle dediche dei genitori e degli amici, un uomo curioso, burlone, bugiardo, ap-passionato, amante della vita e delle cose belle.

Fabio Giambi

In sala dal 1 maggio X-Men le origini: Wolverine di Gavin Hood. Il cinefumetto colpi-sce ancora. E Hugh Jack-man con le unghione.

In sala dal 1 maggio Che - Guerriglia di Steven Soder-bergh. La seconda parte della Guevara-story.

In sala dal 1 maggio Riunio-ne di famiglia di Thomas Vin-terberg. L’amico di Lars Von Trier continua l’autopsia della famiglia nordica.

mo («un maestro che sgomenta con le proprie teorie») il secondo («un amico, un compagno di strada»). Di Jung era particolarmente affezionato all’opera La risposta a Giobbe, in cui lo psicanalista si confronta con malinco-nico e profondo profeta biblico. La religione era l’altra dimensione dello spirito umano che interessava molto Fellini. Egli era cattolico, ma al tempo stesso aperto e curioso delle esperienze spirituali di altre civiltà, in particolare quelle orientali del buddismo e del taoismo. In generale era profondamente affascinato dalla dimen-sione del mistero, così caratteristica della natura uma-na, che sapeva essere all’origine di quella meraviglia primordiale di fronte all’ignoto che ha poi stimolato la ricerca, la conoscenza e la speculazione filosofica. Si può forse dire che questo fosse proprio l’atteggiamento di indagine e di curiosità che Fellini applicava alla vita in generale, e di cui la sua biblioteca è testimonianza.«Dai libri si prendono essenzialmente delle situazioni», dichiarava Fellini in un’intervista del 1980, «ma le si-tuazioni prese in se stesse non dicono nulla». Dopo, in-

i libri di casa fellini

I tre musichieri di Picasso

I libri di Carl G. Jung erano una delle letture preferite di Fellini

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In sala dal 1 maggio State of play di Kevin MacDonald. Dramma al Congresso col re-gista de L’ultimo re di Scozia che dirige Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel Mc Adams, Ro-bin Wright Penn e Helen Mirren.

Dal 20 al 25 aprile presso la sala 12 del CinemaCity di Ravenna terza edizione del “Mosaico d’Europa Film Fest”

incontrando godotroberto freak antoni presenta Beket

ssistere a Faenza alla performance di quello strano animale da spettacolo che è Roberto Fre-ak Antoni è un buon motivo per sfidare la visione di un film maltrattato dalla critica come Beket.

Oppure un film che echeggia il sommo Samuel Beckett è la buona occasione per vedere quanto il leader degli Skian-tos continui a interagire con il cinema indipendente italia-no. Si comincia con l’ottima performance di Antoni con la pianista Alessandra Mostacci che contrappunta i frutti del genio in canzoni che tornano poi nel corso del film. Antoni è sempre il solito giocherellone di parole, l’acrobata del surreale che si è trovato a suo agio nel film di Davide Manuli.Freak e Jajà, un francese e un italiano, stanno aspettando in mezzo a un desolato deserto sardo l'autobus che li dovrebbe portare da un «certo Signor Godot». L'autobus arriva, ma anziché fermarsi li sorvola (letteralmente par-lando). Allora i due partono a piedi. Non sapendo però dove andare, decidono di seguire una traccia musicale, una canzone techno-pop che proviene da dietro una lon-tana collina. Comincia così un viaggio criptico e onirico, in bianco e nero, caratterizzato dalle riprese con profondità di campo di paesaggi sconfinati e freddi e dall'incontro dei

due con altri personaggi persi e solitari, come il mariachi che dedica loro una canzone («Il gelato è il mio conforto mi ripaga di ogni torto») e il bambino mandato da Godot. Dell'opera di Beckett, come sottolinea anche il regista, ri-mangono gli stati d'animo dei protagonisti: si lamentano del freddo, della fame e del loro stato esistenziale; liti-gano, si sentono soli e comprendono il non-sense della vita umana attraverso i loro discorsi banali o insensati. Un po' di allegria (forse però forzata) viene da alcune scene estemporanee, come il discorso di Paolo Rossi sul fatto che c'è crisi, la situazione è dura e anche i messaggeri degli dei rischiano la cassa integrazione.Il dibattito che segue il film, disertato gradualmente dal pubblico, è stato l’ennesimo atto d’accusa al cinema italia-no che non riesce ad arricchire il proprio panorama con le proposte che escono dal trito consueto percorso. Manuli ha combattuto, e spesso perso, le sue battaglie contro il sistema, ma continuare a battere strade diverse, come questa sorta di distribuzione porta a porta, e l’uso di ico-ne da richiamo come Paolo Rossi, può portare a contri-buire alla creazione di quel mitico circuito alternativo di produzione e distribuzione che continuiamo ad aspettare.

Francesco Garoia e Ilario Gradassi

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L’esibizione di Alessandra Mostacci e Roberto Antoni a Faenza

Freak e Jajà, Luciano Curreli e Jerôme Duranteau, nel film Beket

MEFF 20 aprile: 20.30 Mo-scow, Belgium (Christophe Van Rompaey, 2008, 102’); 22.30 Partitura incompiuta per pianola meccanica (Nikita Mikhalkov, 1976, 106’)

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documentari migranti vite di esilio e segregazione al DocInTour 2009

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unedì 6 aprile presso la Sala Saffi di San Martino in Strada si è svolta la prima proiezione collettiva delle due previste a

Forlì di DocInTour Emilia-Romagna (la seconda si svolgerà lunedì 4 maggio ndr).DocInTour è un circuito di proiezioni che comprende tutta la Regione attraverso il co-ordinamento delle sale d’essai Fice e del progetto Fronte del Pubblico della Cineteca di Bologna.L’obiettivo è di permettere ai documentaristi dell’Emi-lia-Romagna di rendere visibile il loro lavoro, e di offrire al pubblico delle sale una rassegna di do-cumentari che hanno un legame con il territorio.Questa forma filmica è molto amata da un certo pubblico, tuttavia non sempre è di facile accesso, i mezzi sono “leggeri”, alle volte improvvisa-ti, le condizioni di luce e di audio qua-si sempre lontani dagli standard di qualità del cinema di fiction. Tuttavia l’opportunità di vedere film documen-tari e avere davanti agli occhi i loro autori, quindi chiedere spiegazione e conoscere l’origine del loro discorso

Film di cassetto. Premiati a Ri-mini Petern Dufern, Romano Rocchi e Angelo Ranzi.

MEFF 21 aprile: 17.00 Il mio cuo-re è nelle montagne (Kham-damov, 1967, 30’) poi Schiava d’amore (Mikhalkov, 1975, 100’); 20.00 Four nights with Anna (Skolimowski, 2008, 87’); 22.30 Rusalka (Melikyan, 2007, 115’).

MEFF 22 aprile: 17.00 Kir-schbluten – Hanami (Dorrei, 2008, 126’); 20.30 Les Toits de Paris (Saleem, 2007, 98’); 22.30 La settima pallotto-la (Khamraev, 1972, 84’).

sul mondo è una formula molto inte-ressante, soprattutto se come corni-ce di comprensione e di contesto c’è il territorio. Nella prima serata di questo appun-tamento a Forlì non si è dato spazio a temi locali in senso stretto, ma si è piuttosto offerta la possibilità di riflet-

tere sull’idea universale di apparte-nenza territoriale.I quattro documentari in program-mazione riguardavano tutti il tema dell’esilio, punti di vista diversi e tutti necessari per mostrare le conseguen-ze sull’individuo dello sradicamento.In Come un uomo sulla terra (2008, 60’) Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Diabene raccontano la ve-rità, molto scomoda per noi europei, dei centri libici per la detenzione dei migranti, mentre Voci di donne native

e migranti (2007, 14’) di Rossella Pic-cinno raccoglie le testimonianze degli immigrati nel Salento, delle difficoltà che riguardano i diritti del lavoro, di cittadinanza e della dura situazione di segregazione e sfruttamento vissuta da molte badanti. Ancora segrega-zione, diritti negati ed esilio sono mo-

strati in Educare a Gaza (2008, 31’) di Alessia Del Bianco, che documenta la vita e il lavoro di un grup-po di educatori palestinesi impegnati per promuo-vere la pace, il coraggio civile e i diritti dei bambi-ni nella Striscia di Gaza; mentre MdJ. Libertà in esilio (2008, 24’) di Lisa Tormena e Matteo Lollet-

ti apre una riflessione sulla libertà di stampa attraverso le storie di tre giornalisti rifugiati a Parigi dopo aver più volte rischiato la vita a causa delle loro coraggiose denunce. In comune a tutti la tesi per cui la violenza degli uomini sugli uomini sembra avere una forma ancora più irrazionale e sfrena-ta verso coloro che, non sempre per volontà propria, sono donne e uomini senza terra e senza appartenenza.

Elisa Giovannetti e Camilla Bruschi

Il regista Yimer accanto a un tir che trasporta mmigrati nel deserto libico

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rassegna CinematograficaBABY LOVE (2008) 90’ Vincent Garenqlunedì 20 aprile 21.15 CINEFORUM RICCIONESEmartedì 21 aprile 21.15 CINEFORUM RICCIONESE

LA BANDA (2007) 90’ Eran Kolirinmartedì 21 aprile 21.00 CINEMA SARTI Cervia

CARO DIARIO (1983) 100’ Nanni Morettimercoledì 29 aprile 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena

IL CASANOVA DI FEDERICO FELLINI (1976) 165’ Federico Fellinigiovedì 23 aprile 20.45 FORCINE Forlì 1

DEFIANCE - I GIORNI DEL CORAGGIO (2008) 129’ Edward Zwickvenerdì 24 aprile 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna

DIVORZIO ALL’ITALIANA (1961) 101’ Pietro Germilunedì 20 aprile 16.30 CINETECA DI RIMINI

DON GIOVANNI (1979) 183’ Joseph Loseylunedì 27 aprile 20.45 FORCINE Forlì 1

IL DUBBIO (2008) 104’ John Patrick Shanleymartedì 28 aprile 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagnamercoledì 29 aprile 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna

EYES WIDE SHUT (1999) 159’ Stanley Kubricklunedì 27 aprile 21.00 CINETECA DI RIMINI

FROST/NIXON (2008) 122’ Ron Howardmartedì 28 aprile 21.15 CINEMA ASTRA Misano Adriatico

FULL METAL JACKET (1987) 116’ Stanley Kubricklunedì 20 aprile 21.00 CINETECA DI RIMINI

FUOCO SU DI ME (2008) 100’ Lamberto Lambertinivenerdì 24 aprile 21.00 CINEMA JOLLY Russi

GALANTUOMINI (2008) 100’ Edoardo Winspearemartedì 21 aprile 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 2mercoledì 22 aprile 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 3

HAITI CHERIE (2007) 100’ Claudio Del Punta V.O.S.I.*martedì 21 aprile 21.00 CINETECA DI RIMINI

JAMES BOND 007 - CASINO ROYALE (1967) 130’ Val Guest, Ken Hughes, John Huston, Joseph McGrath, Robert Parrish, Richard Talmadgedomenica 26 aprile 21.30 FORCINE Forlì 2

KATYN (2007) 117’ Andrzej Wajdagiovedì 23 aprile 21.00 LUGOCINEMAmartedì 28 aprile 21.00 CINEMA VERDImercoledì 29 aprile 21.00 CINEMA VERDI

MAMMA ROMA (1962) 105’ Pier Paolo Pasolinilunedì 27 aprile 16.30 CINETECA DI RIMINI

OFFLAGADISCOPAX (2008) 68’ Pierr Nosarigiovedì 23 aprile 21.00 LA PALAZZINA Imola

L’ONDA (2008) 101’ Dennis Ganselgiovedì 30 aprile 21.00 LUGOCINEMA

MILK (2008) 128’ Gus Van Santgiovedì 23 aprile 21.00 METROFESTIVAL Gambettolavenerdì 24 aprile 21.00 METROFESTIVAL Gambettola

THE MILLIONAIRE (2008) 120’ Danny Boylegiovedì 23 aprile 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopolimercoledì 24 aprile 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoligiovedì 30 aprile 21.00 METROFESTIVAL Gambettolavenerdì 1 maggio 21.00 METROFESTIVAL Gambettola

L’OSPITE INATTESO (2007) 104’ Thomas McCarthysabato 25 aprile 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 1martedì 28 aprile 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 2mercoledì 29 aprile 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 3

PONYO SULLA SCOGLIERA (2008) 100’ Hayao Miyazakilunedì 27 aprile 21.30 LUNEDÌ CULT MOVIE Faenza

IL PRIMO RESPIRO (2007) 100’ Gilles de Maistregiovedì 30 aprile 21.30 NOTORIUS Rimini

LA RABBIA DI PASOLINI (2008) 83’ Giuseppe Bertoluccigiovedì 23 aprile 21.30 NOTORIUS Rimini

THE READER - A VOCE ALTA (2008) 124’ Stephen Daldrymartedì 21 aprile 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopolimercoledì 22 aprile 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli

* Versione originale sottotitolata in italiano

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rassegna Cinematografica Essai in Romagna 20 aprile - 3 maggio 2009

REVOLUTIONARY ROAD (2008) 119’ Sam Mendesmartedì 21 aprile 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagnamercoledì 22 aprile 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna

MAR NERO (2008) 95’ Federico Bondimartedì 21 aprile 21.15 CINEMA ASTRA Misano Adriatico

RACHEL STA PER SPOSARSI (2008) 114’ Jonathan Demmelunedì 27 aprile 21.15 CINEFORUM RICCIONESEmartedì 28 aprile 21.15 CINEFORUM RICCIONESE

RELIGIOLOUS - VEDERE PER CREDERE (2008) 101’ Larry Charleslunedì 27 aprile 20.45-22.30 CINEMA SAFFI Forlì

SIGNORI PROFESSORI (2008) 92’ Maura Delperomercoledì 22 aprile 16.30 CINETECA DI RIMINIlunedì 27 aprile 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena

LO STATO DELLE COSE (1982) 120’ Wim Wendersmercoledì 22 aprile 17.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena

TEZA (2008) 140’ Haile Gerimalunedì 20 aprile 21.00 CINEMA SAFFI Forlìlunedì 20 aprile 21.30 LUNEDÌ CULT MOVIE Faenza

TI AMERÒ SEMPRE (2008) 115’ Philippe Claudeldomenica 26 aprile 21.00 NOTORIUS Riminisabato 2 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA San Marino 1

IL VIGILE (1960) 100’ Luigi Zampamercoledì 22 aprile 21.00 CINEMA SARTI Cervia

VIY (1967) 78’ Georgi Kropachev, Konstantin Ershovdomenica 26 aprile 21.30 SCAGLIE Faenza

VOLVER (2006) 121’ Pedro Almodovarvenerdì 24 aprile 21.00 NUOVO CINEMA BINARIO Cotignola

CINEFORUM RICCIONESE €5 Planet Cinema (sala 6) viale Virgilio 19 Riccione CINEMA ASTRA €5 via D’Annunzio 20 Misano AdriaticoCINEMA JOLLY ingresso libero via Cavour 9 RussiCINEMA SAFFI €5 (intera serata) via dell’Appennino 480 ForlìCINEMA SAN BIAGIO €3 (ingresso libero) (sala rossa) via Aldini 22 CesenaCINEMA SARTI €3,50 (ingresso libero il mercoledì) via XX settembre 98/a Cervia CINEMA VERDI €5 Piazza A. Fratti Forlimpopoli CINETECA DI RIMINI €4 lunedì 21.00, gratis 16.30 martedì e mercoledì via Gambalunga 27 Rimini FORCINE 1) €5 (€3,50 soci) Cinema Apollo via Mentana 8 Forlì 2) tessera annuale €5 Moquette via dell’Aste 11 ForlìLA PALAZZINA ingresso libero Via Quaini 14 ImolaLUGOCINEMA €5 Cinema Giardino viale Orsini 19 LugoLUNEDÌ CULT MOVIE €6,50 (€5,00 con tessera web) Cinema Italia via Cavina 9 FaenzaMETROFESTIVAL €7 abbonamento rassegna Cinema Metropol Corso Mazzini 51 GambettolaNOTORIUS €5,50 Cinema Tiberio viale Tiberio 59 RiminiNUOVO CINEMA BINARIO ingresso con tessera PRIMOLA (€15) Teatro Binario c\o Stazione Ferroviaria di CotignolaOCCHI SUL CINEMA €5 1) Cinema Pennarossa via Corrado Forti 53 Chiesanuova (RSM) 2) Cinema Nuovo Dogana piazza Marino Tini 7 San Marino3) Cinema Turismo via della Capannaccia 2 San MarinoSCAGLIE €5 tessera mensile ClanDestino viale Baccarini 21 FaenzaSUPERCINEMA €5 Piazza Marconi 1 Santarcangelo di Romagna

sale e biglietti

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20 aprile 2009 - Numero 5

In Sala

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MEFF 24 aprile: 16.00 Black ice (Kotwica, 2007, 110’); 18.00 Shiva – Seven days (Ro-nit & Elkabetz, 2008, 103’); Wolke 9 (Dresen, 2008, 98’); 22.00 Il palmo della mano (Aristakisyan, 1993, 140’).

MEFF 25 aprile: 15.30 Bianco sole del deserto (Motyl, 1968, 90’); 17.15 Actrices (Bruni Tede-schi, 2007, 107’); 19.15 Egidio Errani (Varesco, 2008, 30’) e Por-tuale (Ferretti, 2009, 5’); 20.30 pre-miazioni e a seguire proiezione di Teodora (Carlucci, 1922, 109’).

gli amici del bar margherita (2009) 90’ Pupi Avati

Nella Bologna degli anni ’50, tra i portici di via Saragozza, vive, forse più nel ricordo del regista che nella realtà sto-rica, un gruppo di adorabili vitelloni che passa le giornate tra scherzi di dubbio gusto e improbabili avventure. Avati torna alla commedia con questa storia agrodolce dal sa-pore autobiografico, e ci offre una notevole galleria di personaggi, che, pur con qualche caduta nel bozzettistico e qualche intrusione di troppo della voce narrante, basta a regalare allo spettatore due ore di autentico diverti-mento. Non sarà ai livelli del capolavoro felliniano a cui si ispira, forse nemmeno a quelli di Amici miei; ma rimane, anche grazie agli ottimi attori, un film di tutto rispetto.

Alessandro Merci

L’amicizia tra uno sceneggiatore in crisi di ispirazione e un meccanico d’auto d’epoca, nata in un reparto d’urgenza di un ospedale dopo un comune infarto, si dipana con una sobria dolcezza, inusuale ma apprezzabile per il cinema italiano. La Archibugi riesce a dirigere ottimamente anche Rossi Stuart e la Ramazzotti, la cui recitazione è di solito intollerabile. Il duello tra Vita e Morte rappresenta senza sconti l’Italia di oggi. Memorabile la scena con i sei registi italiani contemporanei tra cui giganteggia l’ipocondriaco Carlo Verdone, che vanno a trovare Albanese in ospedale.

Ilario Gradassi

questione di cuore (2008) 104’ Francesca Archibugi

Franklyn (2008) 98’ Gerald McMorrow

Fondamentale premessa: non fatevi ingannare dalla pub-blicità che vi promette un nuovo eroe dopo Rorschach dei Watchmen. Il film dell’esordiente McMorrow nulla ha a che fare con il mondo dei supereroi. È bene non dire troppo sulla trama, che si basa su un intreccio di storie personali piuttosto appassionanti, ma sviluppate con cupa lentez-za e private di una soluzione coerente perfino nel finale. Con chiare citazioni da Blade runner e V for Vendetta, la pellicola, per quanto sconclusionata, resta comunque un progetto originale ed affascinante.

Chiara Tartagni

La giustizia grottesca e surreale regna in un film che mescola elementi di scarto e poco sofisticati di cui sono infarciti i film nati al solo scopo di incassare. Neppure ci sono belle donne, non ci sono superpoteri, non ci sono macchine di lusso. Si tratta del coraggioso tentativo di un povero operaio che usa la sua liquidazione per liquidare il proprio capo, ricco, mai visto, nascosto a godere i soldi della rovina degli operai. A chi non ha mai sfiorato l’idea? Non si respirano nel film intenti politici e morali, ma solo voglia di far ridere cucendo insieme scene colorate, ep-pure Louise Michel è un nome noto alla storia francese.

Luigi Palmirotta

louise michel (2008) 90’ Benoît Delépine

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MEFF 23 aprile: 17.00 Brick lane (Gavron, 2006, 102’); 20.00 Eden (Recks, 85’); 22.00 Ultimo posto sulla ter-ra (Aristakisyan, 2001, 126’).

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20 aprile 2009 - Numero 5

Fuori Sala

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Al cinema San Biagio di Ce-sena lunedì 20 aprile alle 21 in sala rossa per DocInTour proiezione di Code di lucer-tola (48’) di Valentina Gio-vanardi. Presente l’autrice.

Per chi se lo fosse perso, il 17 aprile Blob ha compiuto 20 anni. Auguri anche al papà Enrico Ghezzi.

Al cinema Tiberio di Rimi-ni giovedì 23 aprile alle 21 prima della proiezione de La rabbia di Pasolini pro-iezione per DocInTour di MDJ. Libertà in esilio di Mat-teo Lolletti e Lisa Tormena.

guida galattica per autostoppisti (2005) 110’ Garth Jennings

Sceneggiato da Douglas Adams partendo dai suoi stessi libri, il film di Jennings sembra adattarsi fin troppo bene al curriculum del regista, produttore di videoclip. Un’ora e quaranta minuti di bizzarrie che si accumulano una dopo l’altra, senza permettere allo spettatore un’immediata comprensione della trama, già particolarmente densa. Ma si possono apprezzare lo spirito squisitamente british di alcuni dialoghi e la straordinaria compagnia di mostri sacri del cinema inglese ed americano coinvolte nel pro-getto: da Alan Rickman a Helen Mirren, da Stephen Fry a John Malkovich.

Chiara Tartagni

salvador allende (2004) 100’ Patricio Guzman

Patricio Guzman dedica al presidente cileno Salvador Al-lende (1908-1973) questa biografia cinematografica ri-percorrendo, accanto all’avventura umana del politico, la storia del suo paese e del suo popolo, dai primi anni del secolo fino al colpo di Stato di Pinochet (11 settembre 1973). Il regista si muove con maestria tra passato (im-magini di repertorio, fotografie, stralci del proprio filmato giovanile La battaglia del Cile) e presente (interviste a politici, diplomatici, gente semplice ed amici di Allende), realizzando un esempio magistrale di cinema documen-tario dedicato a quel «Compagno Presidente» che volle essere al tempo stesso rivoluzionario e democratico.

Fabio Giambi

la zona (2007) 97’ Rodrigo Plà

falso tracciato (1999) 124’ Mike Newell

Un alto muro di cinta, tanto filo spinato, telecamere e pat-tuglie di agenti privati: non siamo in una colonia israeliana in Cisgiordania, ma in un’area residenziale protetta riser-vata a famiglie benestanti di Città del Messico. Tutt’intor-no a questa isola di benessere sta, minaccioso al di là del muro, il caos della megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, devastata dalla miseria e dalla criminalità. Una notte, però, nella “Zona” fa ingresso il mondo esterno. Rodrigo Plà, l’esordiente regista uruguayano, colpisce nel segno con questo suo primo film incrinando quel muro di ipocrisia che vorrebbe dividere nettamente i cattivi (quelli fuori) dai buoni (quelli dentro).

Fabio Giambi

Nel centro che soprintende ai voli di tutti gli aereoporti dello stato di New York, John Cusack e Billy Bob Thornton lottano per la supremazia nel branco dei controllori, col contorno di Angelina Jolie e Cate Blanchett. Classica sfi-da per la supremazia che slitta in un principio di amore omo. La forza del film è nell’ambientazione originale che dà qualche spiegazione su quello che sarebbe poi acca-duto alle Twin Towers. La Jolie è irritante e in disparte. Thornton il migliore anche se sempre nella stessa parte un po’ sciroccata. Regia senza illuminazioni particolari. Rende più in tv che al cinema.

Ilario Gradassi

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20 aprile 2009 - Numero 5

Fabrizio De Andrè - La mostra Genova, Palazzo Ducale fino al 3 maggio 2009http://www.palazzoducale.genova.itForse può sorprendere l’idea di organizzare una mostra sul-la figura di un cantautore, ma Fabrizio De Andrè era (e re-sta) l’impareggiabile cantore dell’umanità meno privilegiata, il poeta che ha saputo mostrarci, attraverso i suoi indimenticabili personaggi, il vero volto della nostra società. La mostra è or-ganizzata con grandissima cura ed è disposta in cinque sale che approfondiscono i temi, la mu-sica e la vita di De Andrè, con l’ausilio di incalcolabile mate-riale audio-video che il pubblico stesso può selezionare. E’ an-che vero che gran parte della documentazione, per quanto davvero intrigante, è stata già vista all’interno di programmi televisivi, ma è particolarmen-te lodevole la scelta di puntare sull’interattività e sulle reazioni dei visitatori, rendendo queste ultime il vero e coinvolgente soggetto della mostra.

Chiara Tartagni

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il premioErmanno Olmi, 2009, 10’ (progetto “Per fiducia” di Intesa San Paolo)http://www.perfiducia.com/Una storia vera. Interpretata dalle due vere protagoniste e da un rasta ripulito, vero deus ex machina. A bordo del treno Freccia rossa tre ragazzi vincitori di un premio per nuove idee convincono un potente, incrociato per caso, a dargli una mano per trovare fondi per il progetto. Olmi al suo meglio con la manipolazione delle immagini e la som-ma verità pronunciata a bassa voce da una dei protagonisti, «Le idee non hanno soldi. E i soldi non hanno bisogno di idee». Il potente non può non essere che Romano Prodi col fido Sircana. Che fa la Sfinge per poter dare una mano con somma (im)potenza.

Ilario Gradassi

Alla cineteca di Rimini gio-vedì 23 aprile alle 21 serata dedicata al cineasta Davide Minghini. Ingresso libero.

Nei locali di Do-nucleo culturale di Faenza, via Mura Mittarelli 34, giovedì 23 aprile alle 21 confe-renza del critico cinematografico Andrea Bruni Il Cinema, il Surreali-smo e la Paranoia-critica (Salvator Dalì e il cinema) Ingresso libero.

Ai Musei di San Domenico di Forlì, piazza Guido da Mon-tefeltro 12, domenica 26 aprile per tutta la giornata installazione Antonio Canova in Venere imperiale a cura del cineclub forCINE.

la partita lentaPaolo Sorrentino, 2009, 10’ (progetto “Per fiducia” di Intesa San Paolo)http://www.perfiducia.com/Sorrentino fa il solito esercizio di stile col racconto di un’azione “in famiglia”, durante una partita di rugby in cui padre e figlio arrivano e la madre li sostiene da lontano. In bianco e nero. Senza musica né parole. Con rumori ruvidi e la presenza muta di una periferia malata di metropoli sintetizzata dall’incontro con l’emo al supermercato. Parte come thriller francese e poi vira allo sportivo. Pur con momenti fiammeggianti come i calci allo spogliatoio e le riprese della mischia: il tema è trattato un po’ di striscio e i placcaggi sfondati sono molto finti. Opera più alimentare di quella di Olmi. Peccato.

Ilario Gradassi

stellaGabriele Salvatores, 2009, 8’ (progetto “Per fiducia” di Intesa San Paolo)http://www.perfiducia.com/Ventisette anni fa una madre che rubacchiava in un supermercato fu tentata di prende-re anche un dolceforno per la figlioletta che l’aspettava in macchina. Il cassiere notò il furto e inseguì la donna, che ebbe un incidente d’auto in cui morì, mentre la bambina venne ricoverata. Oggi una famosa cuoca in una battaglia di sguardi valuta se assu-mere una ragazza non incensurata come capo pasticciere. Il colpo di scena finale non salva una struttura eccessivamente laccata anche per il Salvatores di oggi, prigioniero ormai di un’estetica fininvestiana.

Ilario Gradassi

Altre immagini

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20 aprile 2009 - Numero 5

Horror Politics #3di Matteo Lolletti

La Terra dei Morti Viventier quanto sia pos-sibile leggere il pe-nultimo capolavoro della saga romeria-

na dedicata alla figura horror che più di ogni altra ha ca-ratterizzato il secolo scorso, il morto vivente, come un lavoro che organizza la nar-razione attorno all’orrore puro, è altrettanto legittimo leggere, ne LTDMV, sottote-sti fortemente socio-politici a più livelli. Se le città/palazzo/castello in cui vivono asser-ragliati i ricchi della società umana devastata dall’Evento (i morti che tornano a cam-minare sulla terra) sono an-cora, come nel 1978, centri commerciali, da cui sono esclusi i poveri, che anelano a entrarvi con ogni mezzo possibile e vivono ai margini di essi in un limbo caotico - non anarchico (magari…) - in cui sono sospese le regole consuetudinarie soppiantate da una forma di darwinismo esistenziale, e fanno pensare quasi a una dicotomia di inclinazione marxista, vi sono però alcuni al-tri, numerosi, elementi che arricchiscono il portato allegorico della pellicola e ne fanno un’opera fortemente rivoluzionaria. L’allusione a Bush, alla sua rinnovata amministrazione (il film è del 2005), è certamente fin troppo esplicita (e si accorda, in parte, con quanto osservato poco sopra), ma allude an-

che a una situazione esterna, relativa alla globalizzazione e alle relazioni internazionali de-gli Usa. Il territorio degli zom-bie, in quest’ottica, è continua-mente depredato di ricchezze e risorse dagli “umani”, che vi penetrano perché hanno bisogno sia di cibo che, in sequenze esplicite, di beni di lusso. I morti viventi scimmiot-tano e sembrano desiderare quella che noi consideriamo la normalità, valoriale e quoti-diana, fino al momento in cui, organizzatisi una parvenza di indignazione esasperata, che si struttura, in maniera arti-gianale e - com’è giusto che sia - intuitiva, in una forma di ribellione (che assomiglia ad una vendetta ed è spinta da

necessità non dissimili, ma certo più autentiche), travolgo-no la città, penetrano nelle stanze del potere, devastandolo. Certo, gli zombie cannibalizzano (almeno alcuni di loro) po-veri e ricchi, pur puntando al cuore del sistema, ma poi non si sostituiscono, alla fine della mattanza, a coloro che han-no sovvertito, non prendono il potere che hanno destituito. Semplicemente se ne vanno: «è cambiato qualcosa» dice in-fatti, all’inizio del film, il protagonista, «cercano solo un posto dove andare» dirà invece alla fine, impedendo di sparare su-gli zombie in ripiegamento. «Proprio come noi» aggiungerà.

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Al cinema San Biagio di Ce-sena lunedì 27 aprile alle 21 in sala rossa per DocInTour alla proiezione di Signori pro-fessori di Maura Delpero sarà presente l’autrice.

Alla cineteca di Rimini mar-tedì 28 aprile alle 21 per la rassegna dedicata al mon-do del lavoro Which side are you on? (54’) straordinario docu-fiction di Ken Loach del 1984. Ingresso libero.

Alla cineteca di Rimini mer-coledì 29 aprile alle 16.30 per DocInTour Con la maglia iridata di Giangiacomo di Stefano (54’). Ingresso libero.

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20 aprile 2009 - Numero 5

Il più grande regista (vivente) del mondo#2di Michelangelo Pasinidi sceneggiatura e formalismo

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ncredibile dictu, Michael Mann ha dei detrattori. Praticamente tutte le critiche mosse al cineasta di Chicago hanno come focus alcuni presunti problemi di scrittura di cui soffrirebbero gran par te delle sue

pellicole. Ammettiamo che se fino ad Alì, e in Alì compre-so (vedi la scelta, pregevole quanto rara nel panorama dei biopic, di concentrare la propria attenzione soltan-to su un breve segmento della vita del pugile più famo-so della storia), la sceneggiatura è stato uno dei punti di forza del regista, pro-duttore e scrit-tore statuniten-se, negli ultimi anni non è così azzardato con-siderarla il suo tallone d’Achille. In fin dei conti, le pellicole che possono essere terreno fer tile per chi vuole ridimen-sionare la grandezza del degno erede di Sam Peckin-pah si riducono quindi a Collateral e Miami Vice. Chi critica la scrittura di questi lavori si guarda bene dal far riferimento alla glaciale perfezione di Collateral e del suo protagonista, mentre preferisce evidenziare come alcuni eventi di Miami Vice non siano così strettamente sequenziali l’uno con l’altro. Non siamo qui cer tamente a negare queste, evidenti, pecche. Ma ci piacerebbe sorvolare i citati limiti e giudicare questi ultimi lavori del maestro per quello che sono in toto, evitando di se-

Alla Sala Santa Caterina di Forlì il 29 aprile alle 21 con-ferenza con inserti cinemato-grafici Il don Giovanni di Mo-zart e Lorenzo da Ponte. Dalla pagina alla celluloide tenuta da Andrea Panzavolta. Intro-duce Chiara Tartagni di BILLY.

Al cinema Tiberio di Rimi-ni giovedì 30 aprile alle 21 prima della proiezione de Il primo respiro proiezione per DocInTour di Voci di donne native e migranti di Rossella Piccinno.

Presso il Do-nucleo culturale di Faenza, via Mura Mittarelli 34, giovedì 23 aprile alle 21 conferenza del critico cine-matografico Andrea Bruni The Angelic Conversation (serata Jarman) Ingresso libero.

I zionarli ed analizzarne le par ti. Che, ovviamente, non potranno essere apprezzate completamente se prese singolarmente, avulse dal contesto in cui sono inserite. Perché ogni film di Mann, e Miami Vice forse più di tutti, è molto più che la messa in scena di una storia, non è solamente un racconto filmato, ma è un intero mondo (re)inventato. È l’elaborazione del mondo attuale filtra-ta attraverso un caleidoscopio che ha almeno tre lenti:

da una par te c’è il respiro epico del cinema clas-sico hollywoodia-no, dall’altra la carica innovativa del cinema con-temporaneo e in mezzo le scintil-lanti rivoluzioni tecnologiche (le superfici riflet-tenti dei cofani delle fuoriserie in

dote a Sonny e Rico, riprese con un innovativo quanto fascinoso digitale notturno) di cui il cineasta americano sa sfruttare ogni singola potenzialità. I suoi ultimi film diventano quindi oggetti che non hanno bisogno di par-lare. Fernaldo Di Giammatteo, riferendosi ad Antonioni e al suo Zabriskie Point, sosteneva l’illiceità di «chie-dere a un formalista la ragione del suo fomalismo». Un oggetto prodotto da un formalista non comunica con la sua scrittura, ma con «la sua pura presenza». Per Mann è, forse, il caso di scomodare il maestro e il suo critico più intelligente.

Scontro e scambio di valigette nell’incipit di Collateral

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20 aprile 2009 - Numero 5

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Tom Cruise nasce a Syra-cuse, New York, il 3 luglio 1962 sotto il segno del Cancro. Dopo 11 anni di matrimonio di con Nicole Kidman (Gemelli) divor-zia e nel 2006 conosce e sposa Katie Holmes, nata il 18 dicembre 1978, sot-to il segno del Sagittario. Per gli affezionati di Billy questa non sarà una novi-tà! Dopo aver indagato nei numeri scorsi cosa attira il nostro arciere verso segni d’aria e terra, ecco che Tom ci introduce all’ultimo dei quattro elementi: l’Ac-qua. L’acqua scorre e muta di continuo, in un torren-te, un fiume, una cascata; si vaporizza , si trasforma in ghiaccio, non ha forma. Pensando alla profondi-tà dei mari, alla ricchezza dei fondali marini, imme-diato è il parallelismo con il subconscio, con ciò che è misterioso e volutamen-te protetto, nascosto. Per i segni d’acqua, Cancro, Scorpione e Pesci, la ragio-ne cede il passo all’istinto,

Backstage film festival 2009 di Cesena: la giuria tecnica ha assegnato il premio a Dietro le quinte di riparo di Paolo Sangiovanni.

BFF 2009: Segnalazione del-la giuria per Dietro il divo-making of di Giorgio Garella e Tomaso Gallone e 5 storie brevi – making of Gomorra di Melania Cacucci.

BFF 2009: premio delle scuo-le a Ti stramo backstage di Juan Sebastian Alvarez.

CineAstri di Camilla Bruschi Tom Cruise

Come l’acqua per il fuoco

all’ immaginazione e a un comune denominatore. Il sentimento. Questi segni, più di altri sono infatti in contatto con le profondità del sentire, non sono spa-ventate dalla mutevolezza delle emozioni. Il loro nau-fragare può non essere sempre dolce, ma di cer to è naturale e vissuto come tale. Non è ostacolato da una fredda ragione o da un esagerato materialismo. A una analisi superficiale si potrebbe dire che trop-pa acqua può spegnere il fuoco e che l’esuberanza del Sagittario potrebbe es-sere frenata da una cer ta possessività del Cancro. In realtà, se andassimo ad analizzare la car ta natale di Tom, ossia la mappa del cielo al momento della na-scita e le relative posizio-ni planetarie, troveremmo probabilmente molti valori fuoco e viceversa molti valori acqua nella car ta di Katie...e sono cer ta che troveremmo anche Scien-tology!

Tom Cruise e Katie Holmes

Nicole Kidman e Tom Cruise

Una delle chiese per celebrità di Scientology

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paradisi artificiali?È molto affascinante osservare come, ancora oggi, si per-severi nel girare pellicole storiche o in costume. È forse una semplice ritirata dall’aspra realtà odierna, una raffinata e frivola alternativa al grigiore che spesso ci circonda? Eppu-re fin dal principio della storia del cinema si hanno esempi di film di storia o tratti dalla letteratura. E se, ad esempio, vedere una donna costretta in un corsetto ci restituisse in modo più tangibile il senso di una vita soffocata da conven-zioni tuttora valide? Si può quindi pensare che il gusto di scorgere un frammento di passato sullo schermo non sia unicamente nel crearsi un paradiso artificiale intellettuale. Piuttosto, nel riconoscervi le stesse battaglie di oggi, la rabbia, l’amore. Nel sottile piacere di pensare che la natura umana sia incapace di autentica evoluzione e che noi siamo in grado di comprenderla.

Chiara Tartagni

al cinema andate il 23Se qualcuno si fosse inalberato perché il venerdì di lutto nazionale i cinema italiani erano aperti gli si sarebbe ri-sposto che giovedì 23 aprile l’incasso dell’intera giornata sarà devoluto a favore delle popolazioni abbruzzesi colpite dal terremoto. L’accordo di Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), Anem (Associazione Nazionale Esercen-ti Multiplex), distributori e Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) ha del miracoloso. Anche se giovedì è il giorno in cui si incassa di meno. Quindi, appello agli amici pur dalla pochezza del pulpito, state a casa a vedere dvd nel weekend ché andate in sala il giovedì. Oppure tornate il giovedì a rivedere il film. Oppure guardatene due, uno dietro l’altro. Facciamo im-pennare la cifra. Più cospicuo del simbolico sms al 48580.

Ilario Gradassi

Billy sostiene

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da un idea di Ilario Gradassi, grafica ed editing di Cecilia Benzoni, articoli di Camilla Bruschi, Francesco Garoia, Fabio Giambi, Elisa Giovannetti, Matteo Lolletti, Alessandro Merci, Luigi Palmirotta, Michelangelo Pasini, Chiara Tartagni, Ilario Gradassi.

20 aprile 2009 Numero 5

Se avessimo puntato sul cavallo sbagliato?

Dopo il sostanziale pareggio di Cannes, e la tanto celebrata quanto inutile vittoria di Gomorra nelle selezioni per l’Oscar, la bilancia tra i due film italiani più discussi e incensati degli ultimi anni torna ad equilibrarsi grazie alle candidature ai David di Donatello, dove Il divo batte il film di Garrone 16 a 11. Nell’attesa del responso definitivo, dei posteri più che dei David, ci limitiamo ad osservare come raramente siano stati accomunati due film tanto diversi: se infatti entrambi raccontano la realtà - ogni film che si rispetti dovrebbe farlo -, Gomorra lo fa con piglio documentaristico e volutamente sciatto, mentre Il divo sceglie la via dell’estro e dell’originalità, forse anche dell’estetismo. È indubbio che ognuno abbia diritto ai suoi gusti, ma, se il cinema è una questione di linguaggio più che di contenuto, il sospetto che con l’Academy sia stata fatta la scelta sbagliata resta.

Alessandro Merci