BILANCIO SOCIALE CSAPSA DUE 2016 · difficile non percepire un senso di ghettizzazione osservando...

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BILANCIO SOCIALE 2016

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BILANCIO SOCIALE

2016

 

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SOMMARIO

Premessa

Nota metodologica………………………………………… 13

Identità sociale……………………………………………… 14

Gestione della cooperativa………………………………. 19

Descrizione delle attività………………………………….. 26

Rendiconto economico……………………………………. 33

Relazioni sociali…………………………………………… . 39

Risorse umane……………………………………………... 42

PREMESSA OSSERVAZIONI PER BILANCIO SOCIALE

Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

L’odio. Film di Mathieu Kassovitz del 1995

Il momento storico in cui siamo chiamati a vivere, prima ancora che a operare in quanto educatori, ci impone più d’una riflessione su come orientarci nel tessuto sociale a noi prossimo. Quest’urgenza è dettata non solo dalle tante istanze e dalle innumerevoli contraddizioni che compongono la realtà nella quale lavoriamo (come educatori) e, forse soprattutto, nella quale viviamo (come semplici cittadini); ma dalla violenza con cui queste pulsioni vengono fuori: reclamano vita, ossigeno, fuoco.

Il richiamo alla quotidianità del vivere e del “lavorare” non può prescindere da alcune considerazioni di carattere generale: la composizioni delle nostre città; il concetto di welfare e le sue possibili evoluzioni; gli orizzonti educativi auspicabili.

Con l’aiuto di spunti rubati alla letteratura e alla cultura, in generale, si cercherà di creare un quadro quando più uniforme possibile della situazione delicata e instabile che siamo chiamati ad affrontare, o più semplicemente a vivere. Questo metodo si basa sull’idea che la cultura, l’arte e ciò che ha a che fare con la “bellezza”– il bello in quanto concetto non astratto ma concreto - debbano essere dei punti cardinali da seguire nel lavoro educativo e nelle riflessioni che gli danno forma ed essenza.

Le città e gli spazi dell’educare: le periferie

In periferia, è soprattutto con i tram che la vita arriva al mattino.

Louis-Ferdinand Céline. Viaggio al termine della notte

   

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When there's no future

How can there be sin

We're the flowers in the dustbin

We're the poison in your human machine

We're the future you're future.

Sex Pistols. God Save the Queen

Renzo Piano ha rivelato che, quando fu nominato senatore della Repubblica, ha passato diverse notti insonni cercando di rispondere a una domanda insistente, sempre la stessa: io, un architetto che la politica la legge solo sui giornali, cosa posso fare di utile per il Paese?1

La risposta è arrivata e con essa, speriamo per il senatore, anche il sonno: Dagli studi liceali è affiorato alla memoria il giuramento degli amministratori agli ateniesi: prometto di restituirvi Atene migliore di come me l’avete consegnata. Per tutte queste ragioni ho pensato di lavorare sulla trasformazione della città, sulla sua parte più fragile che sono le periferie dove vive la stragrande maggioranza della popolazione urbana. Credo che il grande progetto del nostro Paese sia quello delle periferie: la città del futuro, la città che sarà, quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. Sono ricche di umanità, qui si trova l’energia e qui abitano i giovani carichi di speranze e voglia di cambiare. Ma le periferie sono sempre abbinate ad aggettivi denigranti.2

Questo è il progetto che Renzo Piano intende perseguire e che rende esplicito nel report sulle attività svolte dal gruppo di lavoro G124 da lui creato: Questa è la sfida urbanistica dei prossimi decenni: diventeranno o no parte della città? Riusciremo o no a renderle urbane, che vuole anche dire civili? Al contrario dei nostri centri storici, già protetti e salvaguardati, esse rappresentano la bellezza che ancora non c’è.3

                                                                                                                         1  Renzo  Piano,  PERIFERIE,  Diario  del  rammento  delle  nostre  città,  Report  2013-­‐2014  sul  G124,  il  gruppo  di  lavoro  creato  dal  senatore  Renzo  2  ibidem  3  ibidem  

   

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Bastano poche occhiate, anche distratte, ai palazzi (spesso palazzoni) che compongono le periferie delle città nelle quali muoviamo i nostri passi, per capire la potenza dei pensieri espressi dall’architetto Renzo Piano, per capire che i concetti architettonici che hanno ispirato queste costruzioni hanno creato degli agglomerati che appaiano chiusi su se stessi e staccati dal resto della città. È difficile non percepire un senso di ghettizzazione osservando la composizione sociale destinata a popolare i margini (cosa sono le periferie se non i margini di tutto ciò che sta sempre dall’altra parte, di un ideale centro che sempre e comunque sta altrove?) delle città; è difficile ritrovare un barlume di bellezza nell’arredamento urbano delle periferie, come se la bellezza fosse scesa dal tram qualche fermata prima.

Molti interventi educativi - penso soprattutto all’Educativa di Strada e ai Socio-educativi, che sono diffusi capillarmente nel territorio cittadino – si trovano a confrontarsi con la realtà delle periferie e con gli adolescenti e i preadolescenti che le abitano. Il sentimento di distanza – dal centro della città, dal centro delle cose importanti, dal centro dell’attenzione, da ciò che potrei avere e che non ho, da ciò che potrei essere e che non sono – è forse quello che i ragazzi manifestano tra i primi: una distanza subita più che sentita. Ci si rende presto conto che il concetto di periferia si articola e si stratifica e che, partendo dall’aria che si respira e dal cemento grezzo che leva colore al cielo, arriva a occupare un posto nell’anima: la periferia esterna si confonde con quella interiore, con la rappresentazione intima di se stessi: molti ragazzi si sentono esclusi, marginali (non solo e non più ai margini), si sentono periferia, distanti, tagliati fuori e, ahimè, percepiscono il loro futuro come immutabile, già scritto (No future for me, cantavano nel 1977 i Sex Pistols. Erano allora poco più che adolescenti) .

A dimostrazione del fatto che la periferia può diventare uno spazio interiore si vuole riportare un piccolo, ma credo significativo, aneddoto.

Tempo fa lavoravo come educatore di strada in un quartiere del centro di Bologna. Insieme alla mia collega abbiamo iscritto a un torneo di calcetto dei ragazzi con cui lavoravamo e che vivevano in piccola zona del quartiere. I ragazzi, che avevano all’incirca 13 anni, erano tutti stranieri di seconda generazione (nati in Italia) e durante il tragitto, da casa loro al campo di calcetto, non smettevano di chiedere se gli altri partecipanti del torneo fossero come loro. Come loro in che senso? Erano come loro o erano di Bologna? Chiarì infine uno dei ragazzi. Ecco tutto il senso di esclusione, ecco tutto il senso di distanza che sentivano quei ragazzi dal centro della città, nonostante vivessero anche loro in centro (ma in una zona particolare: un piccolo dedalo di stradine dove la concentrazione di famiglie straniere era predominante e la convivenza con i pochi storici residenti - per lo più anziani bolognesi - non era idilliaca). Il nome che diedero alla squadra fu scelto unanimemente da tutti i ragazzi: Clandestini.

   

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Tornando al concetto spaziale di periferia, periferia in quanto luogo fisico, un antropologo americano, Lewis H. Morgan scrisse che l’architettura illustra in modo completo il progresso dallo stato selvaggio alla civiltà4, queste parole richiamano da una parte l’evoluzione umana, dall’altra l’evoluzione dell’habitat nel quale gli umani devono nascere, vivere e crescere. Riflettendo sulla sfida urbanistica lanciata da Renzo Piano: capacità di creare dei luoghi realmente abitabili; luoghi caratterizzati dalla capacità di sviluppare negli abitanti senso di appartenenza; luoghi in grado di promuovere le interazioni tra uomini e ambiente; luoghi capaci di promuovere la convivenza e di tollerare le differenze. Questa sfida non può prescindere da una chiara impostazione politica, da un chiaro quadro di riferimento culturale e da valori, sì valori, nei confronti dei quali confrontarci dialetticamente e continuamente: per non lasciarli morire e per non dimenticarci che fanno parte di noi stessi e compongono quella cultura che in qualche modo ci assomiglia e alla quale, in qualche modo, assomigliamo.

Welfare, le strade da percorrere

“Le malattie dei tempi di Dickens tornano a ossessionare l’Inghilterra”

[…] “le condizioni sociali della Gran Bretagna assomigliano sempre di più a quelle di un secolo fa”

[…] I “tagli selvaggi” alle spese sociali stanno precipitando la nazione “ nella morsa del panico creato

dalla prospettiva di un imminente collasso sociale”.

Ma nello stesso tempo le scelte che hanno creato questa situazione stanno arrecando benefici enormi

all’industria e alla finanza. E, per dare il tocco finale, dopo diciassette anni di vangelo thatcheriano

la spesa pubblica era la stessa di quando la Thatcher era salita al governo: 42,25 percento del PIL.

Noam Chomsky. Sulla nostra pelle

Uno dei valori che comunemente viene associato alla cultura occidentale (anche se sarebbe più esatto riferirsi a quella europea) è la nascita, frutto di lotte sociali che hanno attraversato il territorio europeo per tutto il XIX e il XX secolo, del Welfare State.

                                                                                                                         4  Lewis  H.  Morgan,  La  società  antica:  le  linee  del  progresso  umano  dallo  stato  selvaggio  alla  civiltà,  Feltrinelli,  Milano  1970.  

   

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Habermas ricostruisce la trasformazione dello Stato di diritto liberale in Stato sociale come un processo caratterizzato dalla continuità e non dalla rottura con la tradizione liberale. Non appena lo Stato si definisce sempre più come rappresentante dell’ordinamento sociale, deve procurarsi, al di là delle determinazioni negative dei diritti fondamentali di stampo liberale, una caratteristica positiva, come quella di realizzare la <<giustizia>> intervenendo come Stato sociale. […] Alla garanzia formale deve piuttosto subentrare una garanzia materiale che additi programmaticamente le regole di una “justitia distributiva” ai compromessi di interesse: così la ripartizione dell’incremento del prodotto sociale ricade sempre nella competenza delle istanze politiche. […] Per ciò lo Stato degli <<obblighi sociali>> deve vegliare a che il compromesso di interessi che si realizza rientri nell’interesse generale. […] In alcuni casi il catalogo tradizionale dei diritti fondamentali è stato esteso con un programma sociale, sul prodotto della Costituzione di Weimar. Diritti sociali sono compresi oggi, oltre che nel preambolo della soppressa costituzione francese del 1946, anche nella dichiarazione dei diritto dell’ONU il 10 dicembre 19485. Gli articoli della convenzione ONU a cui si riferisce Habermas vanno dal 22 al 27. Pare importante citare almeno i seguenti articoli:

Articolo 22

Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 25

Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

Articolo 27

Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

                                                                                                                         5  Jurgen  Habermas,  Storia  e  critica  dell’opinione  pubblica,  Editori  Laterza,  2008,  Bari.  

   

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In un momento nel quale, ci si trova a riflettere, inermi e atterriti, sui terribili atti terroristici verificatisi in Francia, prendere in considerazione facili affermazioni propagandistiche che parlano e fomentano scontri tra culture e tra valori differenti (affermazioni che acquistano senso e spazio all’interno dell’opinione pubblica proporzionalmente allo svuotamento di senso che si perpetua nei confronti di quegli stessi valori che si vogliono difendere dall’attacco di altre culture), potrebbe rivelarsi una pericolosa e manchevole lettura. Attenendomi sempre a ciò che riguarda il sociale, senza avere la pretesa e l’ingenuità di voler affrontare questioni complesse e multidimensionali, penso che si debba intraprendere un percorso introspettivo capace di capire seriamente quali sono i valori che contraddistinguono la nostra cultura, la nostra identità di europei. Il richiamo alla nascita e al consolidamento dell’istituto del Welfare State mi è stato utile dare fondamento e significato a uno dei valori fondanti della cultura europea. Ciò che oggi si chiama semplicemente welfare ha subito molte trasformazioni nel tempo e oggi, dopo decenni di politiche economiche atte a diminuire la spesa pubblica sul sociale, si corre il rischio di pensare che da valore si sia trasformato in un peso, in qualcosa di cui sbarazzarsi.

In un articolo del Sole 24 ore, datato 18 agosto 2014, intitolato Tagli alla spesa pubblica: in Europa si fa sul serio, vengono indicati alcuni dati che illustrano le politiche economiche intraprese alcuni pesi europei. Se esistesse una Coppa europea della spending review a trionfare sarebbe l'Irlanda. A Dublino, infatti, la sforbiciata della spesa pubblica si è rivelata più efficace: dal 2011 al 2013 - secondo i dati di Eurostat - il suo peso sul Pil è diminuito di oltre quattro punti percentuali, passando dal 47,1 al 42,9 per cento. Questo piano si legge di seguito prevede un ferreo controllo della spesa, con una stretta sul welfare e una riduzione del numero di dipendenti pubblici entro il 2015. In Spagna si rileva una riduzione di 37,6 miliardi dal 2012 al 2015, che oltre a tagli al personale pubblico, riguarda anche pesanti interventi su sanità e scuola. In Inghilterra la spending review imposta dal governo Cameron ha scatenato a luglio uno dei più grandi scioperi del Paese, che ha coinvolto oltre un milione di persone. Dopo i tagli avviati nel 2010, lo scorso anno Downing Street ha annunciato un nuovo round per il 2015 e 2016, con una dieta da 14,3 miliardi (11,5 miliardi di sterline). […] Nel budget 2014 l'Olanda ha invece annunciato tagli per 6 miliardi, con un focus sulla riduzione della spesa sanitaria e una razionalizzazione dei sussidi al welfare. […] In Francia, infine, […] Oltre il 40% degli interventi riguarderanno welfare e sanità, mentre a livello locale si punta sul dimezzamento del numero di regioni e sulla semplificazione dell'organizzazione territoriale. L'obiettivo dichiarato è racimolare un gruzzolo per abbassare le imposte6.

E in un articolo del 7 maggio di Panorama, chiamato Welfare, così l’Europa ritaglia lo Stato sociale oltre a leggere simili indicazioni è possibile intravedere le conseguenze sociali che possono derivare da simili politiche. La scure del rigore, però, si è già abbattuta su molti paesi, e con particolare virulenza su alcune categorie. Intanto, il neonato governo italiano dovrà gestire 31 miliardi di tagli                                                                                                                          6  Chiara  Bussi,    Il  Sole  24  Ore,    Tagli  alla  spesa  pubblica:  in  Europa  si  fa  sul  serio,  leggi  su  http://24o.it/9obV6k  

   

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alla sanità e aumenti del ticket per 2 miliardi a partire dal prossimo gennaio. […] Nel Regno Unito «i tagli alla spesa hanno colpito soprattutto giovani e poveri, categorie sociali che votano molto più di rado» riassume Patrick Diamond, ex consigliere del governo inglese, ricercatore al think tank Policy Network. «Proprio mentre emergono nuovi rischi sociali e ineguaglianze legate all’invecchiamento della popolazione e alla disoccupazione giovanile, l’opinione pubblica e i governi sembrano trincerarsi sul mantenimento, per quanto ridimensionato, dello status quo. La più grande minaccia alla giustizia sociale in Europa è il congelamento dell’attuale welfare». Più che il congelamento, però, molti greci, spagnoli o irlandesi temono lo scioglimento dello Stato sociale. Già cominciato7.

Ed eccoci al nocciolo della questione, capire l’importanza del welfare significa capire l’importanza del principio della redistribuzione della ricchezza; l’importanza di sostenere le fasce sociali più deboli; l’importanza di azioni e strumenti educativi funzionali a contrastare la fragilità e a promuovere il benessere, la cultura e modalità di vita dignitose; l’importanza e la necessità di accogliere nel migliore dei modi i migranti e di intraprendere azioni adatte per promuovere un’integrazione basata sul rispetto delle differenze. Ecco, questi sono tutti valori che si sono affermati nei secoli scorsi in Europa e non capire l’importanza e la necessità di salvaguardarli, oggi più che mai, significherebbe creare società profondamente ingiuste; significherebbe creare città impaurite e periferie ghettizzanti; significherebbe fomentare insicurezza, odio e rabbia sociale.

Lungi dal voler far coincidere le molte e complesse cause che spingono diversi milioni di giovani che abitano – o sono nati – nelle nostre città europee a sposare le istanze terroristiche, in maniera univoca a una diminuzione sostanziale delle spesa pubblica applicata dalle nazioni del vecchio continente, si vuole però sottolineare che se si intende creare le condizioni umane e sociali necessarie per contrastare la paura e la rabbia sociale, non si può prescindere dal tornare a investire su politiche di welfare. È evidente che nei luoghi dove la solitudine e la sensazione di esclusione si respira e si introietta risulta facile, soprattutto se parliamo di adolescenti, affezionarsi a chi – per le ragioni più disparate – riesce a non farti sentire più solo, riesce a farti sentire importane, riesce a darti un ruolo, riesce a canalizzare la tua rabbia e indirizzarla contro un obiettivo. Questo è un vecchio meccanismo che è servito a ingrossare le fila di ogni organizzazione criminale in tutte le latitudini del globo e in tutti i momenti dell’evoluzione umana; un meccanismo semplice che è sempre stato in grado di riempire la mancanza di senso e di prospettive presente nella vita di una fetta sempre più consistente della popolazione. Da chi è composto questo esercito della mafia? - Si chiede Maura Manca in un inchiesta pubblicata il 2 novembre 20015 sul sito del l’Espresso - È costituito da tutti quei bambini senza futuro, da coloro che non                                                                                                                          7  Panorama,  Welfare,  così  l’Europa  ritaglia  lo  Stato  sociale  In  attesa  di  un’attenuazione  dell’austerità,  la  scure  del  rigore  ha  già  colpito  duramente.  Dalla  Grecia  al  Regno  Unito,  la  mappa  di  tutti  i  tagli  al  welfare,    http://www.panorama.it/economia/euro/welfare-­‐europa-­‐ritaglia-­‐stato-­‐sociale-­‐2/  

   

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hanno possibilità di scelta, che non hanno chi li educa ai valori con affetto e cura della persona, ma che crescono con genitori assenti, violenti, che gli insegnano la prevaricazione e la prepotenza sulla loro pelle. Sono coloro che hanno imparato a non avere paura perché minacciati o picchiati in casa e in strada, che non credono nelle istituzioni, nell’autorità e nella scuola. E se accomunare la mafia, il terrorismo islamico e la rabbia sociale che nasce dalla sensazione – che pare sempre più diffusa – di sentirsi traditi dalla società, può apparire una forzatura, è il caso di riportare un altro estratto dell’articolo: Figli di tutti e di nessuno che ritrovano in un’organizzazione mafiosa un sistema familiare con cui identificarsi, che li contiene, che li educa, li instrada alla delinquenza e alla illegalità, li allena, li fa diventare guerrieri, gli insegna a sparare, a guidare, le tattiche di guerriglia urbana per essere dei piccoli soldati sempre pronti e a diposizione8. No, non credo sia una forzatura e credo la pensi così anche Pennac quando scrive Orbene, nelle società in cui viviamo un adolescente tenacemente convinto di essere una nullità – questo, almeno, l’esperienza vissuta ce lo ha insegnato – è una preda9.

Del resto anche il premier Renzi, all’indomani degli attentati del 13 novembre a Parigi, pare concentrarsi sulle periferie, infatti, la proposta del premier si snoderà su due capitoli: sicurezza e proposte culturali, fondi per i controlli e fondi per la riqualificazione delle periferie. “La politica estera inizia dalle periferie”, insiste il premier10. Il premier teorizza due livelli di intervento: quello che riguarda la riqualificazione e le proposte culturali ben si sposa con le tesi avanzate in questo scritto; rispetto al livello che concerne il tema della sicurezza immagino un ideale dialogo tra il premier e gli psicoanalisti Miguel Benasayag e Gérard Schmit, i quali nel loro libro L’epoca delle passioni tristi scrivono che è anche vero che il discorso sull’insicurezza, servito in tutte le salse, è diventato una sorta di “significante dominante” che vuol dire tuto perché, in fondo, non vuol dire niente…Bisogna però fare molta attenzione. Il discorso sulla sicurezza giustifica la barbarie e l’egoismo […]. Quando una società in crisi aderisce massicciamente e in modo irriflesso a un discorso di tipo paranoico in cui non si parla d’altro se non della necessità di proteggersi o di sopravvivere, arriva il momento in cui tale società si sente “libera” dai principi e dai divieti: “Cari concittadini l’ora è grave… In nome degli ideali superiori, tutto è permesso”. La barbarie bussa alla porta11. L’accenno che i due autori fanno alla Germania indebitata e disperata degli anni trenta, dovrebbe far riflettere tutti i governi dell’attuale Europa.

                                                                                                                         8  l’Espresso,  L’esercito  dei  figli  della  mafia  ,  2  novembre  2015,  http://adolescienza.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/02/l%E2%80%99esercito-­‐dei-­‐figli-­‐della-­‐mafia/  9  Daniel  Pennac  -­‐  Diario  di  scuola  –  Feltrinelli,  2008,  Milano.  10  huffingtonpost.it,  Parigi.  La  proposta  di  Renzi  per  Hollande:  strapparlo  ad  una  strategia  cieca  e  solitaria.  Giovedì  premier  all'Eliseo,    http://www.huffingtonpost.it/2015/11/23/parigi-­‐renzi-­‐hollande_n_8629404.html  11  Miguel  Benasayag,  Gérard  Schmit,  L’epoca  delle  passioni  tristi,  Feltrinelli,  2004,  Milano.  

   

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Tirando le somme e riflettendo sulle implicazioni che possono avere i tagli al welfare soprattutto su determinati luoghi, quali le periferie, appare utile avvalersi quasi integralmente, di un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano.it il 1 dicembre 2014 e, nel quale, vengono rese note le conclusioni di uno studio realizzato e diffuso dalla Fondazione “Leone Moressa”, che […] ha deciso di accendere i riflettori sulle grandi città, per capire quali siano i livelli di esclusione e marginalizzazione degli stranieri, e il conseguente “rischio banlieue”.

Da anni specializzata sui temi legati all’economia dell’immigrazione, la Fondazione ha incrociato tre fattori di rischio, mettendo in relazione la condizione socio economica della popolazione straniera, con i tassi di criminalità e la presenza di investimenti pubblici. In particolare, sono stati presi in considerazione i dati relativi alla concentrazione di immigrati nelle periferie, il tasso di disoccupazione, le differenze di reddito tra italiani e stranieri. Ma anche il livello di criminalità tra gli stranieri e la percentuale di detenuti non italiani, insieme alla variazione della spesa comunale per migranti e nomadi, e l’incidenza in questa sul totale dei finanziamenti dedicati all’assistenza. Il risultato di questa combinazione è un “indicatore di precarietà sociale, utile a definire una classifica delle città più a rischio”, ossia quei contesti dove si è generato “terreno fertile per situazioni di disagio e conflitto”. […] Ne esce una cartina dell’Italia rovesciata, con i vertici della classifica occupati dai capoluoghi del nord: la maglia nera va a Bologna, la città più pericolosa, dove a un aumento delle diseguaglianze si aggiunge la riduzione della spesa pubblica per l’integrazione, seguita poi da Milano e Genova. […] il record, secondo lo studio, va al capoluogo emiliano, che ha un indicatore di precarietà sociale pari a 127. Ed è quindi la città con la periferia più a rischio banlieue tra quelle prese in esame. Il motivo: a Bologna, dove la popolazione straniera residente rappresenta il 14.7% del totale (oltre 56 mila persone), incide soprattutto la variabile legata al reddito medio, che per gli immigrati, nel 2013, è stato più basso di 11 mila euro. E se Bologna non spicca per tasso di criminalità, è vero anche che dal 2003 al 2011 la spesa per l’integrazione, pari a 5,2 milioni di euro, è calata dello 0,6%. Insomma, “il rischio di precarietà della periferia è molto alto a causa del forte differenziale di reddito e della diminuzione dell’incidenza della spesa per l’immigrazione” 12.

Orizzonti

A forza di sentirmelo ripetere, mi ero fatto un’immagine precisa di questa vita senza futuro.

Non che il tempo avesse smesso di passare, non che il futuro non esistesse, no, ma io sarei stato identico a quello che ero oggi.

                                                                                                                         12  http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/01/periferie-­‐bologna-­‐quella-­‐disagio-­‐sociale-­‐rischio-­‐banlieue-­‐nord/1244636/  

   

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[…] E di che cosa era fatto il mio presente? Di una sensazione di inadeguatezza esasperata dalla somma dei miei istanti passati.

[…] Il tempo sarebbe passato, certo, e poi la crescita, certo, e i casi della vita, certo, ma io avrei attraversato l’esistenza senza giungere ad alcun risultato. Era ben più che una certezza, ero io.

Daniel Pennac. Diario di scuola

Leggevo quei libri di notte, sotto la coperta, con la lampada surriscaldata.

Leggevo tutte quelle belle frasi e intanto soffocavo. Pura magia.

E mio padre aveva trovato lavoro, e per lui quella era pura magia…

Charles Bukowski. Panino al prosciutto

Parafrasando la dichiarazione di Renzi, non solo la politica estera deve iniziare dalle periferie, ma la politica – in genere – deve farlo. Iniziare dalle periferie, promuovere un lavoro di riqualificazione urbana, culturale e sociale, pare l’unica strada percorribile per evitare i rischi espressi dallo studio realizzato e diffuso dalla Fondazione “Leone Moressa”. La città di Bologna, essendo quella che presenta i maggiori rischi di esplosione delle periferie dovrebbe porsi l’obbiettivo di sostenere e incrementare tutte le esperienze educative che sono presenti all’interno del proprio territorio.

E in una città come Bologna che la cooperativa CSAPSA DUE opera all’interno del tessuto cittadino sviluppando interventi di estrema importanza ai fini della coesione sociale, dell’accoglienza, dell’integrazione, della crescita personale, culturale e lavorativa dei soggetti che rappresentano quel bacino di utenza che per svariati motivi sono portatori di fragilità esistenziali e/o sociali. La figura dell’educatore diventa centrale perché - essendo impegnato in interventi (mi riferisco alle comunità socio-educative, ai gruppi socio-educativi e all’educativa di strada) che sono caratterizzati da alti livelli di prossimità, in quanto sempre a contatto con il territorio e con le persone che lo “abitano” – sono in grado di captare prima di ogni altro i bisogni, la rabbia, i sogni, le speranze e le paure delle persone all’interno dei territori nei quali vivono, nei loro quartieri, tra le loro strade. In una società che Bauman aveva definito liquido-moderna gli individui non possono concretizzare i propri risultati in beni duraturi: in un attimo, infatti, le attività si traducono in passività e le capacità in incapacità. Le condizioni in cui si opera e le strategie formulate in risposta a tali condizioni invecchiano rapidamente e diventano obsolete prima che gli attori abbiano avuto una qualche possibilità di apprenderle correttamente. […] La vita liquida è, insomma, una vita precaria, vissuta in condizioni di continua incertezza13. Ed è per questo che

                                                                                                                         13  Zygmunt  Bauman,  Vita  Liquida,  Economica  Laterza,  2008  

   

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per contrastare questa precarietà, questa incertezza, questa solitudine diffusa, questa emarginazione sociale, dobbiamo sostenere i legami concreti che spingono le persone fuori dall’isolamento nel quale la società tende a rinchiuderle in nome degli ideali individualistici14. Interventi educativi e di promozione culturale (come se si stesse parlando di cose diverse) sono perciò necessari perché quotidianamente offrono la possibilità agli attori – come li chiamava Bauman – che possiamo considerare più fragili di fare chiarezza su ciò che li riguarda; di “mentallizzare” i loro vissuti, le loro storie e, perché no, intravedere scorci di futuro possibile; di essere accolti nonostante le differenze e con l’idea di poterla fare, in positivo, la differenza; di sviluppare trame concettuali che vanno al di là della sussistenza ma che hanno a che fare con un certo modo di fruire, di vedere e di esprimersi con la cultura e con l’arte; di avere un supporto umano e affettivo, chiaro stabile e non contraddittorio.

Se, per concludere, Renzo Piano, da architetto, lavora e si impegna per rendere le periferie le città del futuro; noi, da educatori, non possiamo – se supportati da politiche sociali lungimiranti – non lavorare e impegnarci per rendere gli abitanti delle periferie (in tutte le declinazioni possibili) cittadini del futuro. Per politiche sociali lungimiranti si intendono delle politiche di cambiamento capaci di liberarsi dai vincoli asfittici di logiche utilitaristiche ed economiche; politiche he tornino a investire - perché basate sulla convinzione che sia necessario farlo - sul welfare. Infatti nella crisi attuale, che è crisi dei fondamenti della cultura, l’homo oeconimicus supplisce alla mancanza di senso con l’economia, che diventa per lui il senso della vita e per la vita.[…] Nell’economicismo il mondo divenuto merce, che è un prodotto degli uomini, produce a sua volta un tipo d’uomo e di vita inseparabili dagli oggetti economici.

Ecco di cosa c’è bisogno, di riempire la mancanza si senso che l’egemonia economica ha generato, facendo altresì aumentare nella popolazione sentimenti quali l’incertezza, la precarietà (esistenziale e sociale) e le diseguaglianze. Comunque le si valuti, le teorie neoliberiste compromettono istruzione e salute, aumentano le diseguaglianze e riducono le quote di reddito destinate i lavoratori; di tali effetti non è possibile dubitare15.

Per il Consiglio di Amministrazione

Ignazio Leandro Melodia

                                                                                                                         14  Miguel  Benasayag,  Gérard  Schmit,  L’epoca  delle  passioni  tristi,  Feltrinelli,  2004,  Milano.    15  Noam  Chomsky.  Sulla  nostra  pelle      

   

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NOTA METODOLOGICA

Questo, come ogni bilancio sociale, si prefigge di dare conto delle attività svolte, dei risultati ottenuti, degli effetti prodotti considerando i punti di vista dei diversi portatori d’interessi, e le dimensioni sociale, culturale ed economica e di rafforzare la fiducia ed il senso di appartenenza dei soci e dipendenti grazie ad una migliore comunicazione interna chiarificatrice della volontà che la cooperativa esprime.

Se il bilancio sociale è in grado di soddisfare tali intenzioni rappresentando in modo corretto il valore non monetizzabile delle attività svolte diviene un importante strumento di governo della cooperativa perché offre informazioni utili ai processi decisionali e permette di incrociare dati economici e dati sociali.

Il “sistema di qualità”, e il bilancio sociale ne rappresenta un importante elemento costitutivo, è essere orientato dai principi e valori che animano ogni organizzazione non profit evidenziando i plusvalori culturali e valoriali che le stesse esprimono nel loro apporto ai sistemi di welfare.

… Il bilancio sociale si redige ad approvazione avvenuta del bilancio economico, atto che avviene nel mese di maggio di ogni anno con riferimento all’esercizio precedente

Viene pubblicato nel sito internet di CSAPSA DUE e consegnato ai soci e a tutti gli interlocutori della cooperativa nel corso di iniziative ed eventi in formato CD, un numero limitato di copie sono stampate in cartaceo per chi desideri farne richiesta.

Mauro Polloni

   

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IDENTITA’ SOCIALE

CURRICULUM DI CSAPSA DUE Nel mese di dicembre del 2010 da CSAPSA (Centro Studio Analisi di Psicologia e Sociologia Applicate) Cooperativa Sociale si scinde CSAPSA DUE (Centro Studio Analisi di Psicologia e Sociologia Applicate Due) una autonoma Cooperativa Sociale che, come è inequivocabile dal nome adottato, ha continuato con la medesima impostazione culturale, tecnica e metodologica la gestione dei servizi e attività in particolare quelli afferenti la “”prevenzione” dei minori.

La cooperativa “madre”, CSAPSA, si è invece costituita nel 1977 per operare nel campo socio-sanitario attraverso i contributi teorici delle discipline psicologiche, pedagogiche e sociologiche.

La progettazione e la gestione di “servizi alla persona” nell’area socio-educativa, la prevenzione e la riabilitazione dei minori a rischio di devianza e di esclusione sociale e disabili psicofisici minorenni e giovani adulti hanno rappresentato le sue attività storiche .

Dal 1999 CSAPSA è accreditata presso la Regione Emilia Romagna come ente di formazione professionale ed in questa veste organizza corsi indirizzati alle varie tipologie del disagio: disabili in uscita dalla scuola dell’obbligo, giovani esclusi dai tradizionali circuiti formativi, immigrati, adulti “fragili” e in gravi difficoltà socio economiche.

Motivazioni di natura amministrativa consistenti nella necessità per CSAPSA di mantenere la prevalenza del fatturato delle attività formative rispetto a quelle educative ha obbligato ad uno scorporo delle attività stesse sulla base della loro natura. Ai fini del mantenimento dell’accreditamento regionale di “Ente di Formazione”, indispensabile per poter partecipare ai bandi pubblici. Ne scaturì una consensuale suddivisione delle attività secondo la quale CSAPSA ha proseguito la gestione di tutte le attività facenti parte dell’Area Formazione, e quelle rivolte ai disabili e fasce deboli solo in parte afferenti all’Area Educativa. Tutti i servizi, invece, riconducibili alla prevenzione del disagio minorile (Comunità Educative, Gruppi Socio Educativi, Educative di Strada) appartenenti alla stessa Area Educativa, sono passarono alla gestione della nuova e autonoma CSAPSA DUE Cooperativa Sociale.

   

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Fu rimarcata l’assoluta continuità tecnica e metodologica fra le due gestioni con fortissimi elementi di garanzia rappresentati dal mantenimento del personale collocato nei medesimi ruoli organizzativi, dal subentro nelle medesime strutture e dalla condivisione della storica sede legale di Bologna in via Marsala n. 30 .

CSAPSA DUE gestisce attualmente quattro Comunità Educative “tradizionali” per minori, una femminile di Alta Autonomia per neo maggiorenni e due maschili a carattere sperimentale per l’autonomia di “pre” e “neo” maggiorenni (inserite nella progettazione SPRAR) in rapporto con ASP Città di Bologna, Servizi Sociali Ausl ed altre pubbliche amministrazioni del territorio provinciale soprattutto ma anche regionale in qualche caso, ASC Insieme, Centro Giustizia Minorile, ecc. Gestisce Gruppi Socio Educativi rivolti a bambini e adolescenti nei diversi quartieri del Comune di Bologna, attività di Educativa di Strada e di Orientamento al Lavoro per minori dei comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia. Fornisce inoltre attività psicoterapeutiche a committenza privata.

Secondo la modalità oramai imprescindibile del lavoro sociale di rete, CSAPSA DUE agisce sul territorio attraverso collaborazioni formali (A.T.I., convenzioni, protocolli d’intesa) informali e contatti con altre realtà significative appartenenti al mondo della cooperazione.

Per il raggiungimento dei suoi scopi sociali, e in conformità al sistema di valori espressi dalla propria mission, CSAPSA DUE ritiene che la “forma cooperativa” sia ANCORA quella che meglio di ogni altra consente di salvaguardare un principio essenziale del lavoro dell’operatore sociale, quello della sua partecipazione sia alla fase teorica che operativa di ogni intervento sin dal suo nascere.

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LA MISSION Principi ispiratori dei servizi e prestazioni erogate (norme di riferimento: Direttiva 27.1.94 del Presidente del Consiglio dei Ministri e decreto del 19.5.95).

EGUAGLIANZA: assenza di discriminazioni per sesso, razza, religione e riconoscimento della pari dignità;

IMPARZIALITA’: correttezza nei comportamenti;

CONTINUITA’: erogazione regolare del servizio senza interruzioni;

PARTECIPAZIONE: coinvolgimento di tutte le parti in causa del processo educativo nella progettazione e verifica degli interventi intendendo la partecipazione necessaria alla crescita dell’organizzazione e al suo miglioramento;

EFFICIENZA/EFFICACIA: migliore combinazione possibile tra risorse impiegate e risultati attesi.

CSAPSA DUE è una cooperativa sociale di tipo A che progetta e gestisce servizi socio-educativi rivolti a minori. Unitamente sviluppa processi di integrazione/interazione sociale come risorsa facente parte dell’ampia rete territoriale di servizi che promuovono e valorizzano l’autonomia delle persone in carico, il benessere sociale e culturale dei cittadini e della comunità.

Per quanto riguarda l’idea imprenditoriale generale la cooperativa vuole:

ü valorizzare la complementarietà e l’integrazione dell’attività formativa con quella educativa evidenziandone il carattere connotativo, distintivo ed il valore aggiunto reso rispetto ad altri offerenti e nei confronti dei clienti/committenti/fruitori,

ü migliorare le condizioni lavorative dei soci, proporre formazione costante e produrre motivazione etica.

ü Fondare l’agire cooperativo sulla partecipazione e sulla responsabilità imprenditoriale delle socie e dei soci, per realizzare una gestione economica e finanziaria dell’attività caratteristica capace di garantire lo sviluppo della Cooperativa.

ü Valorizzare le competenze, le potenzialità e l’impegno, assicurando a tutti i lavoratori e le lavoratrici pari opportunità. Realizzare politiche per la massima conciliazione vita-lavoro e di tutela della maternità.

ü Contribuire all’interesse generale della comunità attraverso servizi diretti a: migliorare la qualità della vita delle persone, attivare il coinvolgimento degli utenti e dei familiari, promuovere l’integrazione nel territorio

   

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ASSETTO ISTITUZIONALE CSAPSA DUE è una società cooperativa che, relativamente ai soci ed ad ogni singola struttura societaria è tenuta a:

ü mantenere in assoluta evidenza la continuità di occupazione lavorativa dei soci alle migliori condizioni economiche, sociali e professionali per le attività esercitate, unitamente al perseguimento dell’interesse generale della comunità con l’impegno prioritario per l’integrazione dei minori e persone svantaggiate;

ü mantenere il posizionamento acquisito, i servizi caratteristici in continuità di gestione, le collaborazioni strategiche e l’assetto strutturale e organizzativo raggiunto.

Gli organi della cooperativa sono:

ü L’Assemblea dei soci;

ü Il Consiglio di Amministrazione;

ü Il Sindaco revisore unico.

Assemblea dei soci

E’ la massima rappresentazione della gestione democratica di ogni cooperativa che delibera in via ordinaria e straordinaria. Compongono l’assemblea di CSAPSA DUE tutti i soci lavoratori e soci volontari che risultano iscritti nel suo libro soci da almeno tre mesi. Ogni socio ha diritto ad un voto qualsiasi sia il capitale sociale sottoscritto. La cooperativa nel rispetto della sua singola autonomia, consente la partecipazione anche ai lavoratori dipendenti non soci che, pur non votando, possono esprimere opinioni.

L’Assemblea ordinaria viene convocata almeno una volta all’anno per la chiusura dell’esercizio ed ha il compito di approvare il bilancio consuntivo, nomina le cariche sociali ed approva i regolamenti.

L’Assemblea straordinaria viene convocata invece ogni qualvolta si debbano deliberare modifiche allo statuto o per ogni altra materia attribuita per legge alla sua competenza.

   

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Consiglio Di Amministrazione

E’ composto da 7 membri eletti dall’Assemblea dei Soci nomina il Presidente e Vicepresidente ed opera negli ambiti definiti dallo Statuto, sviluppa la pianificazione e la strategia aziendale, delibera sulle proposte ad esso sottoposte, controlla e supporta il funzionamento complessivo della cooperativa per gli aspetti gestionali, economici, finanziari, ecc.

L’attuale CdA, in carica dal 21 maggio 2015 è così composto:

Nome e Cognome Carica Area/Ambito di provenienza

Giulio Baraldi Presidente Coordinatore Responsabile Comunità Educative

Simona Bruni Vicepresidente Coordinatrice Orientamento al lavoro/ Educativa di Strada

Stella Capurso Consigliere Vicepresidente CSAPSA/ Formazione

Monia Mattioli Consigliere Educatrice Educativa di Strada

Leandro Ignazio Melodia Consigliere Educatore Educativa di Strada/ Comunità Educativa

Francesca Piconi Consigliere Educatrice servizi vari

Luca Signori Consigliere Educatore servizi vari

Sindaco revisore unico

E’ eletto dall’Assemblea dei soci, è l’organismo di controllo della società. Esso, come recita lo Statuto, deve “controllare l’amministrazione della società, vigilare sull’osservanza della legge e dell’atto costitutivo, accertare la regolare tenuta della contabilità”. Il Sindaco revisore unico partecipa alle riunioni del CdA ed effettua controlli periodici sull’operato dell’ufficio amministrativo.

L’attuale Sindaco revisore, il Dott. Francesco Ferrari è in carica dal 29 maggio 2014 ed era revisore dalla data di costituzione della cooperativa.

GESTIONE DELLA COOPERATIVA

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA La cooperativa sociale CSAPSA DUE progetta e gestisce sia attività psicopedagogiche e sociali e servizi educativi rivolti a minori e giovani adulti che si trovano in situazione di carenza o assenza di protezione familiare, con difficoltà comportamentali, a rischio di sofferenza da deprivazione e/o abuso tali da determinare reali condizioni di svantaggio sociale e per questo ha precisato e distinto ambiti specifici di azione e pertinenza gestionale -organizzativa e tecnica (si veda organigramma).

La struttura organizzativa prevede un primo livello di coordinamento generale dei servizi educativi al quale fanno riferimento quattro distinte aree fra loro interagenti per ognuna delle quali è previsto un secondo livello di coordinamento:

SERVIZI EDUCATIVI (primo livello) a cui afferiscono:

§ Comunità educative

§ Gruppi socio educativi

§ Educative territoriali

§ Terapie psicologiche/consulenze

   

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ELENCO NOMINATIVO DELLE RESPONSABILITA’ AL 31.12.2016

Presidente Giulio Baraldi

Vicepresidente Simona Bruni

Coordinamento tecnico gestionale Mauro Polloni

Coordinamento Strutture Residenziali Giulio Baraldi

Coordinamento Gruppi Socioeducativi Alessandra Malucelli / Mario Nicoletti

Coordinamento accoglienza migranti (da novembre 2016) Alessandra Malucelli

Coordinatrici Educative territoriali Simona Bruni

Coordinatrice terapie psicologiche Sabine Waldmann

Coordinatori di singolo servizio Roberto Lelli, Natalia Gibertini, Alessandra Malucelli, Laura

Geraci, Simona Bruni

Coordinatore Area amministrativa Vanni Savorani

Referente fatturazione Ivana Galletti

Referente andamento budget e contabilità generale Laura Pichler / Cecilia Basile

Referente risorse umane Piero Gatto

Referente per la selezione del personale Rosa Caruso

Responsabile sicurezza prevenzione e protezione – R.S.P.P. Mauro Polloni

Referente Privacy Rosa Caruso

Referenti Sevizio Civile Volontario e tirocinii Giulio Baraldi, Alessandra Malucelli

Segreteria generale Cristina Salomoni

   

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Nella cooperativa trasversalmente operano:

Direzione operativa: è il luogo in cui avviene la condivisione tecnica e metodologica, l’analisi degli scenari sociali e la prefigurazione dei possibili ambiti d’intervento, si compiono le analisi di fattibilità dei nuovi progetti, si fanno valutazioni periodiche di andamento dei servizi in essere, si prendono in esame situazioni di particolare criticità, si immaginano strategie di azione complessive da proporre ai rispettivi Consigli di Amministrazione.

Fanno parte della Direzione operativa il Presidente, il coordinatore del settore/ambito interessato ed i referenti e/o coordinatori delle singole attività o servizi. Il referente amministrativo il referente al personale partecipano alle riunioni se viene ritenuta utile la loro presenza. Eventuali altri coordinatori d’intervento o formatori/educatori possono essere motivatamente coinvolti.

Commissioni (appositamente costituite): sono organi di lavoro collegiale istituiti per mandato dei rispettivi Consigli di Amministrazione e/o a seguito di proposta scaturita dalle assemblee dei soci per lo studio, analisi, elaborazione di ipotesi, proposte, ecc. su argomenti oggetto di attenzione.

GLI INTERLOCUTORI DELLA COOPERATIVA

Nella sua azione quotidiana CSAPSA DUE interagisce direttamente o indirettamente con diversi interlocutori che hanno una qualche forma d’interesse verso le attività che vengono svolte. Il Bilancio Sociale viene prodotto principalmente per loro, perché abbiano uno strumento utile per la loro valutazione:

ü Utenti (i fruitori finali di corsi, servizi, attività)

ü Clienti (Committenti: Enti Pubblici e cittadini)

ü Lavoratori (soci, dipendenti, liberi professionisti, occasionali)

ü Sistema Cooperativo (le altre cooperative ed i loro sistemi di rappresentanza)

ü Associazioni (di utenti, culturali, politiche, ricreative)

ü Volontariato (tutti coloro che prestano attività di volontariato)

ü Fornitori (tutte le aziende che forniscono beni, servizi, prestazioni utili alla realizzazione delle attività)

ü RTI (tutti i raggruppamenti temporanei d’impresa)

   

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ü Enti Formativi (Scuole, Università, Enti di Formazione Professionale)

ü Enti locali (Quartieri, Comuni, Regione Emilia Romagna, Aziende USL dei territori in cui CSAPSA DUE opera)

ü Sindacati e organismi di rappresentanza (dei lavoratori di CSAPSA DUE)

ü Banche e Assicurazioni

(Per l’approfondimento si veda a seguito il capitolo “ Le relazioni sociali”)

LE COLLABORAZIONI CONTINUATIVE

LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO

Per quanto riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro nel corso dell’esercizio, è avvenuto un solo infortunio in itinere e non si sono registrati addebiti in ordine a malattie professionali e mobbing verso soci, dipendenti ed ex dipendenti. E’ stato svolto quanto previsto dal D. Lgs. 81/08 in merito a formazione, informazione e aggiornamento di tutto il personale, formazione e aggiornamento degli addetti all’ emergenza e al soccorso, realizzazione della sorveglianza sanitaria prevista per le mansioni ritenute a rischio (nel corso del 2016 n° 8 visite mediche con n° 6 giudizi d’idoneità incondizionata e n° 2 giudizi d’idoneità con prescrizioni)

Area Società liberi professionisti

Paghe, contributi, contabilità SACOA

Sistema informatico Stefano Spagna

Consulenza informatica programma contabilità

DYLOG

Prevenzione e sicurezza sul lavoro -CADIAI medicina del lavoro

-Gruppo Sicura antincendio e sicurezza

Adempimenti legge Privacy ICS Informatica s.r.l.

Consulenze legali Stefania Mannino

Servizio di prevenzione protezione e sicurezza sul lavoro L. 81/2008

La legge n.81 del 9 aprile 2008 prescrive le misure per la tutela della salute dei lavoratori durante il lavoro ed è applicata in tutti i settori di attività privati e pubblici.

CSAPSA DUE dispone di un “Servizio di Prevenzione e Protezione” composto da:

Datore di lavoro Giulio Baraldi

R.S.P.P. Mauro Polloni

R.L.S. Matteo Lazzaretti

Medico competente Massimo Piccoli (CADIAI medicina del lavoro)

Consulente tecnico valutazione dei rischi

Marina Atti (CADIAI medicina del lavoro)

Addetti alla gestione delle emergenze

Primo soccorso:

Baiocchi Sandra, Bandini Katia, Battestini Monica, Bignardi Micaela, Boresta Maicol, Buratti Lorenzo, Cieri Noemi, Dambrosio Simone, Fangio Giovanni, Fusconi Elena, Ganda Giovanni, Garau Francesca, Gatto Pietro Domenico, Gibertini Natalia, Guercio Maria Grazia, Imbriaco Lorenzo, Mattioli Riccardo, Melodia Ignazio Leandro, Paschalidou Kiriaki, Perniola Pierpaolo, Primo

   

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Giancarlo, Savorani Vanni, Signori Luca, Stanzani Ombretta, Van Vliet Andries, Venia Vincenzo.

Antincendio:

Agnello Francoise, Boresta Maicol, Boriello Davide, Dambrosio Simone, Geraci Laura, Giudici Mauro, Gregoris Chiara, Lazzaretti Matteo, Lelli Roberto, Mattioli Riccardo, Muzzioli Giorgia, Pernarella Roberta, Polloni Mauro, Preci Stefania, Sartori Luca, Signori Luca, Treggiari Alessandro, Trentini Dario, Tripodi Francesco, Waldmann Sabine.

   

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DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’

Attività in essere nell’anno 2016 ordinate per tipologia

TIPOLOGIA INTERVENTO REFERENTE/ COORDINATORE SETTORE

Comunità educative Giulio Baraldi Strutture Residenziali

Gruppi socioeducativi Alessandra Malucelli (fino sett. 2016)

Mario Nicoletti (da sett. 2016)

Gruppi Socioeducativi

Educativa di strada Simona Bruni Educative territoriali

Orientamento formativo e professionale

Simona Bruni Educative territoriali

Accoglienza Migranti Alessandra Malucelli (da nov. 2016) Minori Stranieri Non Accompagnati

Terapie Sabine Waldmann Terapie

 

 

 

 

   

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COMUNITÀ EDUCATIVE:

CSAPSA DUE gestisce direttamente n° 4 Comunità Educative per minori, n° 1 Comunità Sperimentale di Autonomia Maschile e n° 1 Comunità Femminile di Transizione per neo maggiorenni.

Sin dal 1981 la gestione di Comunità Educative per minori allontanati dalle famiglie su segnalazione dei Servizi minori e, generalmente, dietro decreto di allontanamento dei Tribunale dei Minorenni è un’attività peculiare di CSAPSA prima e di CSAPSA DUE poi dalla sua costituzione ad oggi. La progettazione e la gestione di questi servizi si sono sempre sviluppati in stretta collaborazione con le Aziende Usl del territorio metropolitano e della regione Emilia Romagna, con ASP Città di Bologna (Comune di Bologna) e altri enti. Con gli enti citati si affrontano da sempre le tematiche del cambiamento sociale e dell’evoluzione dei bisogni, con stretto riferimento ai servizi residenziali rivolti ai minori allontanati dalla famiglia.

L’intento principale delle Comunità Educative è quello di fornire una risposta globale ai bisogni degli adolescenti particolarmente svantaggiati che nella loro storia si sono trovati a dover affrontare problemi di grave entità con le figure adulte di riferimento, con conseguenti manifestazioni comportamentali genericamente riconducibili al “disagio minorile”.

Lo sforzo comune è stato ed è quello di offrire una risposta professionalmente connotata e pedagogicamente attenta agli obiettivi di cambiamento e al tempo stesso capace di garantire un clima accogliente e familiare, un intervento personalizzato in un contesto di relazioni affettivamente ricche.

Le Comunità Educative:

• Comunità “MARCONI”, struttura mista con gestione a retta, autorizzata per n. 10, ubicata nel centro di Bologna. Nasce nel 1999 proseguendo l’esperienza delle nostre precedenti comunità di via Castiglione e di via Reiter (dal 1981).

• Comunità “SANTA MARIA MAGGIORE”, struttura femminile con gestione a retta, attiva dal 1989, autorizzata per n. 8 minori, ubicata a Bologna al primo piano di via Santa Maria Maggiore 1.

• Comunità “TOWANDA”, struttura femminile con gestione a retta autorizzata per n. 10 minori, aperta dal gennaio 2007, ubicata nel centro di Bologna in via Marconi, 47/A, prosegue, trasformata, l’esperienza della precedente comunità di piazza da Verrazzano conclusasi nel 1998.

   

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• Comunità “AUGUSTA PINI” , struttura maschile con gestione a retta autorizzata per n. 10 minori, aperta dal marzo 2010. Accoglie minori seguiti dai servizi Sociali territoriali, Minori Stranieri Non Accompagnati , accoglie anche giovani sottoposti a provvedimenti penali compatibili con una comunità comunque “aperta”. E’ ubicata in una palazzina autonoma della prima periferia di Bologna in via del Cardo n. 20.

• Comunità “LO SGANCIO”, Comunità Femminile di transizione all’Autonomia per neo maggiorenni, destinata ad ospitare fino a sei giovani in uscita dalle Comunità per minori di CSAPSA DUE e di altri enti. Si configura come una struttura di transizione che prevede un intervento educativo più leggero e mirato a consolidare le autonomie personali, lavorative, abitative delle ragazze.

• Comunità “LO SGUINCIO”, Comunità di Autonomia Sperimentale (con autorizzazione della sperimentazione secondo la L.1904/11) maschile con gestione a retta, attiva dal mese di ottobre 2014 e attualmente inserita nel progetto SPRAR minori (accoglienza di minori richiedenti asilo e rifugiati), autorizzata per n. 6 minori. Particolarmente formata per accogliere Minori Stranieri Non Accompagnati che abbiano dimostrato una buona condivisione del progetto educativo. La Comunità sperimenta un’integrazione tra figure professionali di Educatori Professionali e Volontari, anche Peer Educators maggiorenni, ex ospiti di comunità.

SERVIZI PER RICHIEDENTI ASILO

CSAPSA DUE accoglie da diversi anni Minori Stranieri Non Accompagnati nelle sue Comunità per Minori ed ha sviluppato una specifica esperienza sui loro bisogni e sui percorsi di integrazione ad essi dedicati. La collaborazione con la cooperativa “madre” CSAPSA- Centro di Formazione Professionale e l’esperienza nel campo della Formazione, orientamento e inserimento lavorativo rappresentano un importante risorsa, unitamente alla rete di risorse territoriali, scolastiche, associative, culturali con cui collaboriamo da molto tempo. L’accoglienza e l’intervento educativo con migranti, minori o adulti tiene conto delle problematiche legate ai cambiamenti di contesto culturale, ai bisogni di acquisire in tempi rapidi strumenti di alfabetizzazione , di apprendimento dell’italiano , competenze trasversali di base che permettano loro di orientarsi nel nostro paese, di creare reti di socializzazione, integrare intervento professionale e volontariato, valorizzare le competenze personali ed esperienze formative utili all’ inserimento lavorativo e all’integrazione sociale. La nostra impostazione centrata sulla relazione, sulla valorizzazione della singola persona, sull’integrazione sociale, ha portato ad interventi di piccolo gruppo, in appartamenti, piuttosto che in grandi strutture ed interventi di grandi numeri. In questo contesto, oltre ai percorsi mirati di accoglienza di Minori Stranieri Non Accompagnati nella nostra Comunità Educativa per

   

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Minori “Augusta Pini” , si collocano la Comunità Sperimentale di Autonomia per Minori Lo Sguincio, che accoglie minori nel contesto dell’accoglienza SPRAR e la partecipazione di CSAPSA DUE al Bando del Ministero dell’Interno in RTI con consorzio Arcolaio e in particolare Piazza Grande, nell’équipe multiprofessionale che gestisce gli appartamenti che accolgono adulti richiedenti asilo, a Bologna. CSAPSA DUE inoltre è una delle Cooperative che gestisce l’Hub Merlani , Prima accoglienza per Minori Stranieri nell’ambito del Progetto FAMI del Ministero dell’Interno , struttura invece a grandi numeri, ma che si connota come un’importante prima accoglienza che in tempi brevi (60-90 giorni) deve poter dare una prima assistenza socio-sanitaria e osservazione, fase fondamentale per poter poi predisporre successivi inserimenti in comunità di seconda accoglienza adeguate alle caratteristiche dei minori.

GRUPPI SOCIOEDUCATIVI

CSAPSA DUE gestisce direttamente Gruppi Socioeducativi per bambini, preadolescenti e adolescenti italiani e stranieri per il Comune di Bologna dal 1984 a tutt’oggi.

Laboratori espressivi (Committenze diverse dal 1978 a tutt’oggi).

I Gruppi sono attivi da anni sul territorio cittadino, nei quartieri Borgo Panigale, Navile, Porto, Reno, Saragozza. Erano gestiti da CSAPSA in collaborazione con il Comune di Bologna. CSAPSA DUE le subentra dall’1 gennaio 2011.

Sono rivolti a bambini dai 6 agli 11 anni e a ragazzi dagli 11 ai 15 anni di età segnalati dal Servizio Minori e Famiglie.

I servizi rappresentano luoghi d’incontro, di opportunità e risorse, complementare alla scuola, alla famiglia e ai gruppi spontanei.

Le attività sono gestite da una coppia educativa, formata da un’educatrice e un educatore, che offre ai bambini e ai ragazzi la possibilità di relazionarsi con figure adulte positive di riferimento che integrano i modelli già conosciuti e favoriscono l’elaborazione dei vissuti quotidiani.

Quartiere Saragozza Porto

§ Oasi: via del Pratello n° 55 Bologna

§ Trasform...azioni: via del Pratello n° 55 Bologna

   

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Quartiere Borgo Panigale

§ Hip Hop: via De’ Nicola n° 28 Bologna

§ I Tigrotti: via De’ Nicola n° 28 Bologna

§ I Borghini: Via Emilia Ponente n° 315 Bologna

Quartiere Navile

§ Marco Polo 21: via Marco Polo n° 21 Bologna

§ Zona Giovani: via Agucchi n° 182/184, Bologna

§ ET 30 Corte 3: Via Nicolò dall’Arca n° 36 Bologna

Sono rivolti a complessivi n° 120 bambini dai 6 agli 11 anni e ragazzi dagli 11 ai 18 anni di età con iscrizione dal Servizio Sociale. Lo spazio dei centri è un luogo d’incontro, di opportunità e risorse, complementare alla scuola, alla famiglia e ai gruppi spontanei. Le attività sono gestite da una coppia educativa, formata da un’educatrice e un educatore, che offre ai bambini e ai ragazzi la possibilità di relazionarsi con figure adulte positive di riferimento che integrano i modelli già conosciuti e favoriscono l’elaborazione dei vissuti quotidiani.

Altri servizi aventi come finalità la prevenzione del disagio giovanile

EDUCAZIONE AL LAVORO: percorso educativo e formativo di orientamento e motivazione al lavoro rivolto a giovani che rifiutano qualsiasi forma di contatto con la scuola o altre istituzioni e che rischiano fortemente percorsi legati alla devianza o all’esclusione sociale per l’ Azienda USL di Bologna Distretto di Casalecchio di Reno e poi per ASC Insieme (Azienda Servizi per la Cittadinanza) dal 1999 a tutt’oggi.

Si inserisce dal 1999 per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e formativa, soprattutto laddove il minore non ha strumenti idonei, soprattutto di carattere relazionale, per affrontare queste difficoltà, favorendo azioni che permettono di prevenire eventuali comportamenti di devianza o stili di vita legati all’esclusione sociale.

L’esperienza di orientamento scolastico e formativo è svolta dall’educatore professionale, per consentire al minore l’acquisizione di competenze e tecniche relative ad una professione.

   

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Attualmente il servizio agisce nel Distretto di Casalecchio di Reno: è attivo nei Comuni di Valsamoggia, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, Zola Predosa e Monte San Pietro all’interno degli Istituti di Istruzione Secondari (di primo e secondo grado) o dei Centri di Formazione Professionale, ma anche in aggancio nei luoghi educativi presenti sul territorio, siano essi Centri di aggregazione, Gruppi Socio-Educativi, ecc.

EDUCATIVA DI STRADA: (Azienda USL di Bologna Distretto di Casalecchio di Reno dal 2002, poi ASC Insieme di Casalecchio di Reno a tutt’oggi.

Questo intervento mira a favorire nei giovani una partecipazione attiva alla vita della collettività e ad un uso più positivo e consapevole del tempo libero, anche grazie alla costruzione di relazioni significative con adulti di riferimento. In altri termini, significa andare ad intercettare nella strada le sperimentazioni relazionali, sportive e culturali che vi avvengono e saper decodificare questo ordine materiale e simbolico costituito, attraverso la professionalità degli educatori.

L’intervento di educativa di strada è una tipologia di intervento di prevenzione. I contenuti sono centrati nella promozione di cambiamenti consapevoli e duraturi, che influiscano positivamente nel processo di crescita dei preadolescenti e degli adolescenti coinvolti. Lo strumento principale è la strada e ciò che in essa si determina.

Sono destinatari del servizio gruppi informali di preadolescenti e adolescenti che si incontrano nelle strade, nelle piazze, nei Bar, Pubs o altri luoghi di aggregazione dei comuni della valle con atteggiamenti che possono palesare difficoltà relazionali e sfociare in comportamenti devianti.

Tutti i soggetti che costituiscono la rete relazionale: operatori del servizio sociale educatori professionali che operano nei progetti di prevenzione del disagio, biblioteche, centri giovanili, figure istituzionali quali i Carabinieri, Polizia Municipale, l’associazionismo che agisce nell’ambito della qualificazione del tempo libero, gestori di pubblici esercizi (bar, pubs e altro), ecc.

L’educativa di strada di CSAPSA DUE è attivata in provincia di Bologna nella Valle del Samoggia comprendendo i comuni di Monte S. Pietro, Crespellano, Bazzano, Monteveglio, Castello di Serravalle, Savigno e in altri quartieri di Bologna (Q.re Borgo Panigale-Reno e Navile).

   

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Nelle attività sopra elencate CSAPSA DUE agisce in connessione con i soggetti partner che seguono nelle forme predeterminate:

- AIPI Società Cooperativa

- ARCI Bologna

- Associazione Agevolando

- Associazione Girotondo

- CADIAI Cooperativa Sociale

- Camelot Cooperativa Sociale

- Ceis Arte Cooperativa Sociale

- Consorzio Arcolaio

- CSAPSA Ente Formazione

- La Carovana Società Cooperativa

- Libertas Cooperativa Sociale

- Open Group

- Piazza Grande Società Cooperativa

- Società Dolce Cooperativa Sociale

   

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RENDICONTO ECONOMICO RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

L'esercizio 2016 si è chiuso positivamente con un utile di euro 5.489,61 con un valore della produzione di euro 2.647.698, superiore di euro 135.806 a quello dell'esercizio precedente.

Come sempre si è proceduto ad una analisi per individuare i motivi dell’incremento per comprenderne le ragioni e separare i motivi contingenti e occasionali da quelli strutturali. (…) vengono riportati i fatturati di ogni servizio/intervento dell’anno 2016 confrontato con l’anno precedente dai quali si ricava:

Il settore delle comunità educative resta il più importante per volume complessivo (n° servizi, personale impiegato, valore di fatturato) attestandosi ad euro 1.860.715, cui vanno aggiunti 80.626 € del Centro di Prima Accoglienza Merlani, con un incremento di più di 100.000 €.. Nel 2016 tutte le comunità educative hanno avuto molte richieste di accoglienza e hanno avuto un positivo andamento economico, contrariamente ad annate come il 2015 in cui qualche comunità ha visto momenti di flessione, e questo ha portato a tale incremento. In particolare la C.E. Towanda (+ € 102.405) e la C.E. Santa Maria Maggiore (+ € 21.043) sono le comunità che hanno registrato un miglioramento significativo. Sostanzialmente invariate se non per piccoli spostamenti le altre comunità come la C.E. Augusta Pini (+ € 10.598), Marconi (- € 8.970). Più significativo il calo del gruppo di Alta Autonomia Lo Sgancio (- € 21.249), che si conferma tuttavia positiva a fronte di un’annata 2015 che lo era in modo eccezionale. Continuano il loro apporto le accoglienze per Minori Stranieri Non Accompagnati Lo Sguincio/Hub Merlani, inseriti nel sistema di accoglienza SPRAR, sostanzialmente invariati ad un importo di 187.700€, cui si aggiunge l’incremento dell’intervento Aria, in collaborazione con Piazza Grande, Accoglienza di Adulti Migranti (+ 52.340€).

Il settore dei gruppi socioeducativi, dal semplice confronto dei dati numerici riportati a bilancio mantiene il livello di fatturato dell’anno precedente (€ 417.633, con una lieve riduzione di € 3.424). In realtà il valore, corretto dal punto di vista economico, non rappresenta il valore sostanziale delle attività gestite da CSAPSA DUE che equivalgono invece a € 209.274 (+ € 12.144 rispetto al 2015). Il sistema di assegnazione dei servizi socioeducativi entrato in vigore nel corso dell’anno 2015 ha comportato la creazione di un’Associazione Temporanea d’Impresa modificata nei suoi componenti nel corso del 2016 ma avente comunque CSAPSA DUE come capofila/mandataria in un raggruppamento, lotto 1, (mandanti Società Dolce, CEIS ARTE, Girotondo, AIPI) e CSAPSA DUE come mandante nell’altro, lotto 3 (mandatario Open Group, mandanti Carovana, Società Dolce, ARCI). Il fatturato registrato a

   

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bilancio è relativo all’attività di tutte le compagini in cui CSAPSA DUE risulta mandataria che viene amministrata, con incremento di costo e assenza di ricavo, in virtù della maggior quota percentuale di attività posseduta. Come già riportato in passato si ribadisce che il piano della visibilità istituzionale può apparire come un punto “politico” a favore. Non si apprezzano però miglioramenti sul piano della remuneratività dei servizi che, pur incrementandosi lievemente in quantità, mantengono bassi margini economici. Il proseguire nella gestione dei socioeducativi trova ragione essenzialmente nella conservazione dei livelli occupazionali attuali e nell'idea che tali attività di prevenzione rappresentino, sempre più, un valore nel depotenziamento crescente di azioni educative sociali rivolte a bambini e ragazzi che vivono nei contesti cittadini nella crisi delle istituzioni tradizionalmente preposte (famiglie, scuole, strutture aggregative, ecc.). Gli interventi educativi nel territorio di ASC Insieme (lotti 2 e 4: interventi individualizzati disabili, educativa di strada, educazione al lavoro, piccolo gruppo, educatore territoriale) passano da € 161.763 del 2015 a € 151.796 del 2016 (- € 9.967) registrando una sostanziale preannunciata dismissione dovuti a motivi di praticità organizzativa dei soli due servizi individualizzati che compongono il lotto 2 e per il lotto 4 la riduzione imprevista dell’orario dell’intervento di Educativa Territoriale. Una migliore e più fluida organizzazione ha consentito, data la natura dei servizi “a canone” di utilizzare al meglio le risorse rese disponibili pur in presenza, come in precedenza, di margini ridotti e richieste alte di coordinamento e monitoraggio dell’andamento delle attività.

Da registrare un miglioramento netto della situazione finanziaria, legata ad un netto miglioramento nella tempistica dei pagamenti, grazie alle nuove modalità di pagamento informatizzate, tanto da rendere nullo il ricorso ad anticipi bancari.

Dal punto di vista delle prospettive di Sviluppo, oltre alle consuete e consolidate attività da salvaguardare nelle nuove condizioni di contesto, è da segnalare come nel 2016 si siano consolidate, come detto, l'Hub Centro di prima accoglienza “Merlani” per Minori Stranieri Non Accompagnati inseriti nel sistema SPRAR, assieme alla Comunità per Minori “Lo Sguincio”, sempre rivolto a Minori Stranieri e richiedenti asilo, e il progetto “ARIA”, in RTI con Arcolaio e Piazza Grande , accoglienza in appartamento di Adulti immigrati richiedenti Asilo e Rifugiati, con finanziamento del Ministero dell'Interno, ampliando il nostro impegno ed esperienza in questo settore di crescente bisogno. Nell’anno 2016 le attività di progettazione e sviluppo hanno infatti riguardato il Settore accoglienza MSNA e Migranti, con il reperimento, allestimento, autorizzazione al funzionamento, formazione del personale di una nuova Comunità per l’autonomia, denominata It a ca’, che è stata inserita nel sistema di Accoglienza SPRAR per MSNA a partire dal 2017. Questi nuovi interventi corrispondono a quanto prospettato nel 2015 come possibile settore di sviluppo. Conseguentemente, cercheremo ancora di sviluppare questo tipo di attività di Accoglienza migranti e MSNA, oltre ad investire in misura significativa nella formazione del personale, nello sviluppo degli aspetti comunicativi delle nostre attività attraverso un miglioramento del sito e l’organizzazione di alcuni eventi in occasione del quarantennale di CSAPSA cooperativa da cui proviene CSAPSA DUE. Per perseguire tali scopi nel bilancio vengono accantonati al Fondo sviluppo € 20.000.

   

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Triennio 2014-2016

Valore della produzione

2014 2.284.034,26

2015 2.511.891,13

2016 2.647.697,48

Valore della produzione scomposta

a. Valore della produzione per area di servizi

Attività educativa Altri proventi Totale

2014 2.269.412,88 14.621,38 2.284.034,26

2015 2.489.658,31 22.232,82 2.511.891,13

2016 2.625.944,74 21.752,74 2.647.697,48

b. Valore della produzione per canali di finanziamento

Pubblico Privato Totale

2014 2.253.686,88 30.347,38 2.284.034,26

2015 2.471.970,31 39.920,82 2.511.891,13

2016 2.609.899,13 37.798,35 2.647.697,48

   

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AREA EDUCATIVA 2015-2016 : valore della produzione con aggregazione delle attività per tipologia

Attività aggregate 2014

fatturato €

2014

% sul fatturato tot.

2015

fatturato €

2015

% sul fatturato tot.

2016

fatturato €

2016

% sul fatturato tot.

Comunità Educative 1.760.107,32 % 1.646.371,15 1.759.966,58 28,74%

Accoglienza MSNA 76.987,67 % 188.108,02 179.375,21 27,54%

Gruppi socioeducativi 192.825,05 % 406.401,88 405.690,53 28,13%

Educative territoriali 165.103,84 % 176.425,64 166.118,14 3,09%

Altri interventi 74.388,00 % 72.351,62 114.794,28 12,50%

Totali 2.269.411,88 100 % 2.489.658,31 2.625.944,74 100,00%

Costi della produzione €

2014 2.231.584,42

2015 2.477.163,85

2016 2.610.065,39

Risultato netto di bilancio €

2014 5.948,45

2015 4.730,14

2016 5.489,61

   

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valore della produzione per canale di finanziamento Canali di finanziamento ASP Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona

Comuni e Unioni dei Comuni

AUSL Aziende Sanitarie Locali

Consorzi Cooperativi e Cooperative Sociali

Consorzi Pubblici ASC Insieme Soc. Valdinevole

Ministero Giustizia CGM

Privati Regione Emilia Romagna

Totale

€ 1.130.312,54 694.614,68

348.687,74

257.446,87

138.015,30

32.512,00

18.115,61

6.240,00

2.625.944,74

43,04% 26,45% 13,27% 9,8% 5,25% 1,24% 0,69% 0,24% 100%

Analisi valore della produzione per principali canali di finanziamento ASP Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona ASP Città di Bologna

ASP Seneca ASP Circondario Imolese

ASP Ravenna Cervia Russi

ASP Delta ferrarese

Totale

€ 788.229,34 135.728,00 83.361,20 80.154,00 42.840,00 1.130.312,5

4 69,73% 12% 7,38% 7,09% 3,79% 100%

           

   

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Analisi valore della produzione per principali canali di finanziamento Comuni/Unioni dei Comuni Comune di Bologna

Comune di Massa

Unione Terre dei Castelli

Comune di Parma

Unione del Sorbara

Comune di Castelfranco

Comune di Comacchio

Totale

€ 584.175,68 49.776,00 19.584,00 16.129,00 10.875,00 10.875,00 3.200,00 694.614,68 84,1% 7,17% 2,82% 2,32% 1,56% 1,56% 0,46% 100%    Analisi valore della produzione per principali canali di finanziamento AUSL Aziende Sanitarie Locali AUSL Bologna (Pianura Est)

AUSL Bologna (Porretta Terme)

AUSL Bologna (DSM)

AUSL Imola

Totale

€ 209.435,94 66.128,00 40.783,00 32.340,80 348.687,7

4 60,06% 18,96% 11,67% 9,27% 100%    Analisi valore della produzione per principali canali di finanziamento Consorzi/Cooperative sociali/Associazioni CADIAI Arcolaio CSAPSA Solco

Insieme BO Agevolando CEIA Arte Altro Totale

€ 136.402,08 60.394,88 26.333,79 11.533,52 9.950,00 5.435,01 7397,59 257.446,87 52,98% 23,46% 10,29% 4,48% 3,86% 2,11% 2,87% 100%

   

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LE RELAZIONI SOCIALI I PORTATORI DI INTERESSE (Stakeholder)

Il termine stakeholder indica tutti coloro che “portano un interesse” anche non di natura economica, rispetto all’agire di una organizzazione, ovvero i soggetti che influenzano o sono influenzati direttamente o indirettamente dall’attività delle cooperative. Il bilancio sociale è indirizzato a loro perché abbiano la possibilità di valutare quanto l’attività delle cooperative sia rispondente ai loro interessi e quanto gli obiettivi e le azioni siano coerenti con gli enunciati della mission.

I portatori d’interesse di CSAPSA DUE sono diversi. Della cerchia più ristretta fanno parte i “clienti” che possono essere distinti in due gruppi:

ü Utenti e loro familiari

ü Committenti

Altri primari portatori d’interesse sono:

ü Soci lavoratori e soci volontari della cooperativa

ü Dipendenti non soci

ü Personale volontario a vario titolo (volontari del servizio civile, tirocinanti, ecc.)

Vi sono poi portatori d’interesse più esterni rispetto ai precedenti ma anch’essi a vario titolo coinvolti con l’attività della cooperativa. Sono:

ü Sistema cooperativo e più ampiamente il terzo settore (le altre cooperative e associazioni nelle loro varie articolazioni);

ü Società partecipate (le società e consorzi di cui CSAPSA DUE fa parte per la gestione di servizi);

ü Volontariato (tutti coloro che, tramite associazioni, svolgono la loro attività di volontariato nei servizi);

ü Università, scuola, mondo della formazione (la collaborazione con queste istituzioni permette di sviluppare una rete di scambio attraverso la quale offrire opportunità alle persone in formazione di confrontarsi attraverso i tirocini con la realtà del lavoro e alla cooperativa di integrare i propri saperi rapportandosi con personale qualificato);

   

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ü Comunità locale e territorio (Comuni, AUSL, Quartieri, ASP Città di Bologna, ASC Insieme, Città Metropolitana, Regione in quanto enti di governo del territorio in cui operiamo per l’attivazione e mantenimento di canali di dialogo);

ü Associazioni (di utenti, culturali, ricreative, di promozione sociale);

ü Fornitori (le aziende che forniscono beni e servizi necessari alle attività);

ü Imprese del mondo profit

La mappa delle collaborazioni con cooperative ed altri enti e associazioni

PARTNER Tipo di rapporto OGGETTO

Servizi educativi

AIPI Società Cooperativa - ARCI Bologna - Associazione Agevolando - Associazione Girotondo - CADIAI Cooperativa Sociale - Camelot Cooperativa Sociale - Ceis Arte Cooperativa Sociale - La Carovana Società Cooperativa - Libertas Cooperativa Sociale - Open Group - Società Dolce Cooperativa Sociale

Varie A.T.I. e collaborazioni

Gestione servizi socio educativi, accoglienza minori, attività di supporto all’inclusione sociale

Attività di supporto

- CEIS Formazione - Consorzio Arcolaio - CSAPSA Ente Formazione - Piazza Grande Società Cooperativa

Collaborazioni Attività di supporto all’inclusione nel sistema della formazione professionale e mondo del lavoro

ARCI Servizio Civile Associativo Richiesta volontari del sevizio civile

AUSER Convenzione Manutenzione strutture residenziali, accompagnamenti, sostegni scolastici, ecc.

Università di Bologna Convenzione Richiesta/disponibilità accoglienza tirocinanti

   

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Lo sforzo di CSAPSA DUE è inoltre volto a consolidare le reti di collaborazione costruite in questi anni con gli altri enti in luoghi come i Tavoli provinciali, le ATI il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), per affrontare questi passaggio in modo unito e non spinto ad una concorrenza al ribasso. In quest’ottica inoltre CSAPSA DUE fa parte ed è portavoce, del Coordinamento Regionale degli Enti Gestori di Comunità per Minori.

   

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LE RISORSE UMANE LA COMPOSIZIONE DELLA BASE SOCIALE

Lavoro e occupazione

Nell’esercizio 2016 è stata garantita la continuità del lavoro dei soci e l’occupazione dei dipendenti che si è ampliata registrando un incremento (in ore lavorate) del 5,3% rispetto al 2015 e del 7,7% rispetto al 2014. Unitamente è aumentato di 2 e 6 unità, relativamente agli stessi periodi, il n° medio di personale occupato.

Rimangono praticamente inalterati i contratti di lavoro part-time: 72% nel 2014, 68% nel 2015 e nel 2016. Nel rapporto 2015/2016 il numero dei part time rimane il medesimo. La connotazione di contratti part time a banda medio/alta (21/30 ore settimanali) risulta ancora nettamente prevalente.

Il 2015 è stato l’anno che ha permesso il più alto numero di stabilizzazioni, più 6 i nuovi soci corrispondenti a lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Questo dato ha fatto aumentare la percentuale del turn over ed ha mantenuto quasi stabile il numero dei nuovi assunti a contratto a tempo determinato. Da rilevare il fatto che per anni il lavoro educativo ha visto la preponderanza della lavoratrice donna che invece, nell’anno 2015, ha visto una quasi perfetta parità di genere (39 donne e 40 uomini).

L’età dei lavoratori è distribuita in modo abbastanza uniforme fra i 26 e i 45 anni ad indicare la presenza di una “forza lavoro” nella pienezza del proprio potenziale (73,7% sul totale) con un buona distribuzione fra le bande orarie a sottolineatura dell’esistenza di un regolare e progressivo ricambio generazionale. Si rilevano nel 2016 anzianità medie di servizio alte: 10,8 anni per gli uomini e 9,1 anni per le donne

Si conferma molto alto il profilo di qualificazione degli occupati rappresentato, dal 72,3% di laureati. Il dato ribadisce l’elevato livello di scolarizzazione del personale della cooperativa.. Sono 4 i lavoratori di cittadinanza diversa da quella italiana e provengono tutti dall’area europea rappresentando circa il 6% del personale in organico.

   

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Nelle tabelle che seguono non sono stati inseriti i lavoratori o prestatori inquadrati con i Voucher o Buoni Lavoro. L’utilizzo di questo strumento di pagamento si è reso necessario perché la riforma del mercato del lavoro ha ristretto notevolmente la possibilità di avere collaboratori a progetto o lavoratori a prestazione occasionale.

Alcune problematiche specifiche legate soprattutto ai cambiamenti normativi del mercato del lavoro, riforma Jobs Act ad esempio, hanno reso più complessa la gestione del personale richiedendo aggiornamenti periodici e costante utilizzo degli uffici legali di Legacoop Bologna

Distribuzione occupati al 31.12.2014 - 31.12.2015 - 31.12.2016

Part-time Full time Totale Uomini Totale Donne Totale occupati

2014 2015 2016 2014 2015 2016 2014 2015 2016 2014 2015 2016 2014 2015 2016

Soci 34 36 36 21 25 25 25 29 29 30 32 32 55 61 61

Dipendenti 15 10 14 0 0 1 10 6 7 5 4 8 15 10 15

Lavoratori autonomi* 5 8 5 0 0 0 2 5 3 3 3 2 5 8 5

Totale** 54 54 55 21 25 26 37 40 39 38 39 42 75 79 81

* lavoratori occasionali (prestazioni occasionali) ** il totale comprende i lavoratori autonomi

Numero di Part-Time:

Totale 2014 54 2015 54 2016 55

   

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Tipologie part-time anno 2014-2015-2016

Fasce orarie settimanali

Uomini Donne Totali

2014 2015 2016 2014 2015 2016 2014 2015 2016

Fino a 12 ore 6 6 5 1 3 1 7 9 6

Da 13 a 20 ore 5 1 1 5 2 3 10 3 4

Da 21 a 30 ore 12 15 12 11 11 16 23 26 28

Da 31 a 36 ore 3 6 7 6 3 5 9 9 12

Personale totale nel triennio*

Anno Ore lavorate Personale teorico a tempo pieno (165 ore/mese) Media personale

2014 83.266 48,06 75

2015 85.434 49,31 79

2016 90.227 52,08 81

*sono stati compresi nel conteggio i lavoratori autonomi

   

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Distribuzione del personale per sesso anno 2016

Uomini Donne Totali

2016 2016 2016

Soci 29 32 61

Dipendenti 7 8 15

Lav. autonomi 3 2 5

Totale 39 42 81

Distribuzione per età anno 2016

Fascia età Uomini Donne Totale

2016 2016 2016

Anni 20 – 25 0 2 2

Anni 26 – 30 4 6 10

Anni 31 – 35 11 6 17

Anni 36 – 40 6 8 14

Anni 41 – 45 5 10 15

Anni 46 – 50 1 5 6

Anni 51 – 55 6 3 9

Oltre 56 3 0 3

Totali * 36 40 76

• non sono stati compresi nel conteggio i lavoratori autonomi

   

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Distribuzione per titoli di studio anno 2016

Uomini Donne Totale

2016 2016 2016

Laurea 26 29 55

Diploma 10 11 21

Licenza Media 0 0 0

Totali * 56 40 76

* non sono stati compresi nel conteggio i lavoratori autonomi

Categorie e posizioni contrattuali

Mansione donne Uomini Posizione contrattuale

Impiegato

1 3 D2

Educatori

38 28 D2

Educatori

1 5 D1

*In questa tabella non sono inseriti i lavoratori autonomi

   

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Nazionalità differenti

aree N°

Unione Europea 4

Altro 0

Totale 4

Anzianità media di servizio

Uomini Donne

2016 10,8 anni 9,1 anni

INDICATORI DI TURNOVER

Il dato del turn over indica la percentuale di rotazione del personale sui posti di lavoro in essere. Viene calcolato considerando il numero di assunzioni effettuate nel corso dell’anno in relazione al numero medio di occupati dello stesso anno. Al numero delle assunzioni viene sottratto il numero dei posti di lavoro in più (o meno) che si sono creati in corso d’anno (differenza fra gli occupati al 31.12.2015 e occupati al 31.12.2016).

La percentuale di turn over è stata calcolata sulla base della seguente proporzione:

Valore medio occupati (VMO) in carico nel corso del 2016: [assunti nel 2015 – (differenza fra gli occupati al 31.12.2016 e gli occupati al 31.12.2015)] = 100 : X

Dove per VMO si intende il Valore Medio degli Occupati ottenuto da somma degli occupati per mese/12.

Il dato del turn over è importante perché attraverso questo si valuta il grado di stabilità nel lavoro che la cooperativa è in grado di offrire ed è uno dei fattori che concorrono maggiormente a definire la qualità del lavoro offerto.

   

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Turn over ultimo triennio

Indicatori 2014 2015 2016

*VMO 65,41 70,75 74,16

% turn over 13,70 22,53 25,62

Assunti 15 10 15

Permanenza in coop.va 55 61 61

Anzianità media soci/dip. 9,15 9,15 9,9

Occupati da oltre 5 anni 47 47 47

% tempi indeterminati 78,57 85,91 80,25

% tempi pieni 30 35,21 34,21

*VMO (valore medio occupati)

Modalità operative di contenimento del turn over

Il contenimento del turn over è da sempre un obiettivo dichiarato di CSAPSA DUE inserito anche nella sua dichiarazione di mission nella parte riferita ai valori. Si fa riferimento al modello organizzativo flessibile e a dimensione umana facilitante la partecipazione tesa allo sviluppo delle collaborazioni interne, all’organizzazione del lavoro nelle singole unità operative capace attraverso le logiche di equità fra gli educatori e fra gli educatori e le funzioni gestionali di “distribuire le responsabilità”.

La cosiddetta responsabilità diffusa è dunque l’essenziale auspicio a cui la cooperativa tende attraverso forme di organizzazione del lavoro che presentano alcune caratterizzazioni particolari quali la scomposizione dei compiti di coordinamento con attribuzioni a più operatori, l’interscambiabilità in ruoli e funzioni non sempre omogenee fra loro, la trasversalità dell’impiego degli educatori fra area educativa e area formativa e attraverso forme di collaborazione regolate formalmente (doppi contratti di lavoro, consulenze) fra le cooperative CSAPSA e CSAPSA DUE.

   

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La doppia natura di cooperativa sociale ed ente di formazione professionale di CSAPSA e la predisposizione di meccanismi di condivisione e scambio di alcune figure professionali di CSAPSA e CSAPSA DUE, ha consentito attraverso l’attivazione di forme di job rotation di ridurre sensibilmente i fenomeni di burn out , e quindi di uscita dalla cooperativa, per la possibilità data al socio di costruire percorsi professionali paralleli (il socio può essere educatore, formatore o entrambi).

Quindi sostituibilità, interscambiabilità, varietà dei mansionari, riduzione degli schematismi operativi. Il tutto nell’accezione dell’arricchimento professionale e nell’auspicio che l’educatore-cooperatore debba/possa possedere più di un punto di vista riferito all’attività svolta.

Tale sistema complessivo vuole indurre l’idea di una evoluzione progressiva equa e gratificante per il socio lavoratore di CSAPSA e CSAPSA DUE (può essere contemporaneamente anche socio volontario dell’altra) che intende mantenere il suo impegno professionale con effetti, spesso, di riduzione del turn over. Quanto espresso tende a garantire le migliori premesse di stabilità e continuità educativa, non solo dal punto di vista tecnico e professionale ma anche di investimento personale di ciascun educatore/formatore che si assume un impegno non episodico confermando il suo apporto per tutta la durata dell’attività.

Il volontariato

La presenza di personale volontario all’interno dei servizi di CSAPSA DUE avviene a partire dal 1998 (in CSAPSA). All’inizio i volontari erano rappresentati da due obiettori di coscienza all’anno che venivano impiegati nelle comunità educative. Dall’istituzione del Servizio Civile Volontario nell’anno 2002 CSAPSA si è associata all’ Arci Servizio Civile, ente accreditato dall’Ufficio Nazionale Servizio Civile, presso la Presidenza del Consiglio e, dall’anno 2003 ad ogni uscita di bando vengono presentati progetti per l’impiego di volontari negli interventi educativi e formativi, in affiancamento degli educatori e formatori titolari degli interventi stessi.

Alcuni volontari sono studenti della Facoltà di Scienze dell’Educazione che svolgono il tirocinio universitario all’interno del Servizio Civile Volontario. A tal scopo CSAPSA prima e CSAPSA DUE a seguire hanno stipulato una convenzione con l’Università di Bologna per il riconoscimento di crediti formativi e dell’intero tirocinio universitario. CSAPSA DUE si è inoltre resa disponibile ad accogliere un numero variabile (sulla base dell’effettiva disponibilità di postazioni lavorative) di tirocinanti provenienti anch’essi dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna per n° 300/400 ore pro-capite non rientranti nel servizio civile volontario. Infine, condividendo comuni punti di vista relativamente alle attività sociali e al ruolo del volontariato,

Al contempo CSAPSA DUE offre la possibilità a giovani e persone di svolgere un’esperienza formativa personale e/o professionale negli interventi educativi da lei gestiti dalla Cooperativa attraverso la collaborazione con l’Associazione di volontariato Agevolando.

   

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Agevolando

Si è consolidata ormai l’Associazione di volontariato Agevolando, nata su spinta di alcuni ex ospiti delle Comunità di Ferrara e Bologna, CSAPSA DUE in particolare. L’associazione vuole essere un punto di riferimento per i ragazzi che escono dalle comunità, dare modo a chi vuole svolgere volontariato di trovare un mezzo per farlo, organizzare momenti, feste, ecc. e soprattutto dare voce agli ex ospiti in convegni, momenti pubblici, pubblicazioni.

E' sempre più alto il suo riconoscimento, viene interpellata su diversi disegni di legge e iniziative, partecipa a diversi momenti pubblici in tutta Italia, riceve riconoscimenti e finanziamenti vincendo bandi rivolti alle associazioni, e affianca CSAPSA DUE (e altre comunità del territorio) in progetti di supporto ai ragazzi dei gruppi.

Diversi ragazzi usciti o presenti nelle comunità hanno usufruito di tirocini formativi retribuiti da progetti di Agevolando, finanziati da Fondazioni gli appartamenti, che hanno portato poi a tirocini finanziati dalle aziende o ad assunzioni.

I tre appartamenti gestiti da Agevolando hanno ospitato 8 ragazzi/e provenienti dalle nostre comunità, dei quali 4 ancora presenti.

Nel 2017 Agevolando ha inoltre contribuito a far nascere la Gelateria “E’ Buono” in via Palmieri 37, esempio di franchising sociale, in quanto interamente gestita da ex ospiti di comunità che hanno svolto una formazione sulla produzione artigianale di gelato di qualità. La gelateria sta funzionando molto bene grazie all’alta qualità del gelato, è già in previsione l’apertura di un altro punto vendita.

ASPETTI DEL TRATTAMENTO LAVORATIVO

La retribuzione

CSAPSA DUE applica il Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative del settore socio- sanitario-assistenziale- educativo e di inserimento lavorativo- cooperative sociali siglato il rinnovo in data 16.12.2011 avente per validità il biennio 2010/2012 con entrata in vigore sia della parte normativa che retributiva dal 01.01.2012 nonché l’integrativo territoriale per Bologna e Imola come da tabelle depositate presso il DTL di Bologna.

   

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Costi per il personale

Assenze dal lavoro retribuite al 100%

2014 2015

2016

Giorni

Malattie 517,06 897,45 610,48

Infortuni 42 5 32

Infortuni in itinere 0 0 0

Permessi retribuiti 6,56 14,33 2

Donazioni sangue 9,10 5,27 3,67

Licenze matrimoniali 43,43 30,64 0

Maternità obbligatoria 308,53 731,11 1000,51

Totale 926,68 1683,8 1648,66

2014 (€) 2015 (€) 2016 (€)

Salari e stipendi 1.058.503,83 1.103.271,82 1.195.751,43

Oneri sociali 294.241,82 293.415,72 292.035,96

Trattamento di fine rapporto 75.397,12 80.211,22 87.634,42

Altri costi 2.791,20 2.976,20 20.678,40

Totale costi del personale 1.430.933,97 1.479.874,96 1.596.100,21

   

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L’assenteismo

Il dato dell’assenteismo indica la percentuale delle ore di assenza retribuite (malattia, infortunio, permessi, licenza matrimoniale, maternità, donazione sangue) e ore assenza non retribuite (permessi e aspettative) sulle ore lavorabili definite dai singoli contratti del personale in organico.

Il dato è significativo perché fornisce indicazioni sullo stato di salute complessivo dei lavoratori (somma malattie e infortuni), informa sulla continuità di presenza sul lavoro, aiuta a comprendere meglio l’andamento dei costi del personale.

Percentuale di assenteismo nell’ultimo triennio

2014 2015 2016

Ore annue lavorate 80.908,75 83.548,5 89.103

Personale medio (dato arrotondato)

70 71 76

Orario annuo medio pro-capite (dato arrotondato)

1.156 1.176 1.172

Orario giornaliero medio pro-capite

4,88 4,81 4,91

Giornate assenza malattie e infortuni

558,66 900,6 664,18

Giornate assenza retribuite 926,68 1.683,8 1.648,66

Altre assenze non retribuite: permessi e aspettative

1.042,78 1.735,42 832,29

Totale assenze (giorni/ore) 1.969,46 / 9.610,96

3.419,22 / 16.446,45

2.480,95 / 12.181,46

% assenze annue 11,88% 19,68% 13,67%

   

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Ferie residue e recuperi

Ferie maturate e non godute (giorni)

2014 Media pro capite

2015 Media pro capite

2016 Media pro capite

1464 20,91 1814 25,54 1981 26,06

2014 Media pro capite

2015 Media pro capite

2016 Media pro capite

Recuperi (ore) n.r. n.r. 2711 38,18 2811 36,98

% recuperi sulle ore lavorate nell’anno

n.r. 3,24% 3,15%

Le ferie residue sono quelle maturate al 31 dicembre di ogni esercizio e rappresentano un debito delle cooperative verso i soci e dipendenti. I giorni di ferie sono un diritto non opzionale e devono essere goduti nel corso dell’anno: n° 2 settimane di norma a discrezione del lavoratore, n° 2 settimane di norma a discrezione della cooperativa.

L’eccessivo accumulo di ferie rappresenta un doppio problema: per il lavoratore che accumula stanchezza non recuperando le energie psicofisiche; per la cooperativa che appesantisce l’effetto negativo sul bilancio economico accumulando il costo crescente della loro valorizzazione in caso d’incrementi retributivi (le vecchie ferie vanno remunerate ai nuovi costi).

   

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LA PARTECIPAZIONE

Una delle caratteristiche peculiari dell’organizzazione della cooperativa che rappresenta il suo vero tratto distintivo rispetto a tutte le altre realtà del settore è senza dubbio l’inquadramento di tutto il personale fra i livelli D 1 e D 2 del CCNL senza preclusione meritocratica di accesso. Il livello D 2 è raggiungibile, anche senza il possesso di titoli specifici, dopo cinque anni di attività continuativa nella cooperativa come socio lavoratore.

La “promozione di un attivismo interno che partendo dal confronto e dal dialogo tra soci e dipendenti porti alla costruzione di nuovi saperi e proposte in un’ottica di assunzione di responsabilità e di compartecipazione delle problematiche emergenti” è scritta nella mission delle cooperative. Unitamente all’adozione di un sistema flessibile a dimensione umana, alla creazione di un clima facilitante capace di favorire la crescita personale e professionale, ecc..

Tutto questo, per nulla scontato, si esplica nelle forme e nei modi definiti dall’organizzazione di CSAPSA DUE e dalle piste indicate affinché la partecipazione possa esprimersi a pieno.

Essere socio

Possono essere soci della cooperativa i lavoratori assunti a tempo indeterminato che sottopongono al Consiglio di amministrazione richiesta di ammissione e, a seguire, il versamento di una quota sociale che ammonta a € 500 da versare in un'unica soluzione oppure ratealizzata.

La quota sociale rappresenta il capitale investito nella propria cooperativa da parte di ogni socio e viene restituito ad avvenuto recesso. La restituzione avviene dopo l’assemblea di bilancio dell’esercizio in corso alla data del recesso. Il nuovo socio avrà diritto di voto nell’assemblea dopo tre mesi dall’iscrizione nel libro soci.

La condizione di socio consente di poter esprimere la propria candidatura negli organi sociali ed aspirare alle cariche conseguenti. E’ condizione di vantaggio, rispetto al dipendente non socio, per aspirare a ricoprire incarichi tecnici, coordinamenti e altre funzioni con valenza organizzativa, partecipare a direzioni operative, commissioni, fruire di momenti formativi, ecc..

In caso di positivo andamento economico il ristorno/integrazione salariale definito nella sua entità dall’assemblea dei soci, viene ripartito fra i soci come remunerazione aggiuntiva sulla base delle ore svolte nell’anno.

   

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Al 31.12.2016 i soci della cooperativa sono n° 66, uno in più rispetto all’anno precedente. Si tratta di un incremento modesto dovuto a quanto sopra espresso che connota la dinamica occupazionale: riduzione del personale in organico (n° 5 lavoratori dipendenti non confermati), elevata fedeltà lavorativa (anzianità media di servizio) degli occupati e scarsa mobilità interna.

Tutti i soci lavoratori risultano occupati al 31.12.2016, sono state mantenute per i soci tutte le condizioni esistenti e deliberate dall’assemblea nel corso del tempo e nessuna richiesta di ammissione a socio, in presenza dei requisiti statutari, è stata rigettata.

Vantaggi per il socio

La condizione di socio consente di poter esprimere la propria candidatura negli organi sociali ed aspirare alle cariche conseguenti. E’ condizione di vantaggio, rispetto al dipendente non socio, per aspirare a ricoprire incarichi tecnici, coordinamenti e altre funzioni con valenza organizzativa, partecipare a direzioni operative, commissioni, fruire di momenti formativi, ecc..

In caso di positivo andamento economico il ristorno/integrazione salariale definito nella sua entità dall’assemblea dei soci, viene ripartito fra i soci come remunerazione aggiuntiva sulla base delle ore svolte nell’anno.

Attività di formazione

L’attività di formazione e aggiornamento che ogni cooperativa propone al proprio personale può essere considerata così articolata:

Formazione permanente: sono i passaggi di informazioni in ingresso tra il coordinatore tecnico o educatore esperto con il neo-assunto, alla partecipazione attiva del personale alle riunioni di équipe, le supervisioni psicologiche, le partecipazioni ai momenti collegiali previsti (direzioni operative, commissioni di studio e approfondimento, gruppi di progettazione allargati) o appositamente organizzati per particolari necessità anche attraverso forma di parziale autogestione da parte dei singoli gruppi di lavoro.

Formazione mirata: trattasi di attività formative ad hoc su specifici temi o per determinate esigenze di approfondimento espresse dai gruppi di lavoro e condivise dagli organi tecnici e amministrativi della cooperativa. L’attività può riguardare gli educatori di un servizio o di servizi analoghi, di un settore o tematiche di interesse generale.

Formazione specifica: viene proposta per temi molto particolari e riguarda un numero limitato di soci che ne ha necessità per compiti, incarichi e funzioni ricoperte. A titolo di esempio:

 

 

   

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FORMAZIONE SVOLTA NEL 2016

Formazione Legge 81/2008 (sicurezza sul lavoro)

Partecipanti ore

Formazione lavoratori – prima formazione 8 56

Aggiornamento lavoratori 28 203

Pronto soccorso – aggiornamento 12 48

Antincendio – aggiornamento 11 22

Pronto soccorso – prima formazione 14 168

Antincendio – prima formazione 11 55

RLS – Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – aggiornamento 1 8

Totale 85 560

   

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Aggiornamento

Data/ore Tema partecipanti Ore

14,28 Gennaio

8 ore

Viva l’amore N° 13 104

Marzo -Maggio

12,5 ore

Il metodo dello psicodramma analitico N° 6 75

Febbraio - Novembre

6 ore

Formazione genitorialità Pippi N° 6 36

10 Marzo

4 ore

Per non perdere la strada (Seminario) N° 4 16

10,11,12 Marzo

10 ore

La città del Noi (Presso Animazione Sociale Torino) N° 4 40

TOTALE N° 33 271

   

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Per concludere

Visita il nostro sito www.csapsadue.it per saperne di più