ANDREA buttAzzo -...

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ANDREA BUTTAZZO MARCO MARIANO C’è un campus artistico visivo Dipartimento di Beni Culturali | via Birago, 64 - Lecce orari al pubblico | lunedì - venerdì 8.00 - 19.00 chiuso | 8 - 25 agosto per informazioni e visite guidate | 338.2618983 oppure 340.8227373 www.unisalento.it/mostre con | TASC (Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea) Cracc (Conservazione e Ricerca Arti e Culture Contemporanee) ideazione e coordinamento progetto | Letizia Gaeta cura scientifica | Massimo Guastella in collaborazione Conservatorio di Musica “Tito Schipa” Lecce Andrea Buttazzo (Lecce, 1974) si è accostato al mondo dell’arte tramite il padre e lo zio Roberto anch’egli artista. Fondamentale è stata la prima formazione, a partire dal 1988, sotto l’ala di Marcello Gennari, all’Istituto Statale d’Arte di Lecce, attraverso il quale ha scoperto la straordinaria malleabilità della pietra leccese. Completati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Lecce ha mostrato nelle sue opere che la pratica manuale, per quanto sostenuta da una necessaria perizia tecnica, ha bisogno di fondarsi anche su un metodo d’indagine della moderna condizione sociale, collettiva e individuale, detto in altri termini, che la forma non può prescindere dal suo contenuto. Nel nuovo millennio ha dato vita a Lab11, sede di una associazione e del suo studio, nel quale realizza le sue opere liberamente ispirate ai linguaggi delle tendenze artistiche, avanguardiste e neo-avanguardiste ma originalmente interpretate in chiave efficacemente ironica per mettere in luce le contraddizioni e le problematiche del nostro tempo. Federica Coi Marco Mariano (Copertino, 1985) si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, laureandosi nel 2010 con tesi in scultura ambientale. Nel 2011 è stato chiamato a ricoprire la cattedra di Tecniche della scultura, poi divenuta di Scultura e tecniche del marmo e delle pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Vibo Valentia. La produzione scultorea di Mariano si presenta sia in termini figurativi che in motivi aniconici e, accanto a lavori di piccolo formato, si manifesta in opere pubbliche che, immerse nell’ambiente quotidiano, interloquiscono con la storia e le situazioni dei luoghi. Con sapiente abilità tecnica, l’artista plasma la pietra, abbinandola talvolta al legno, per creare forme semplici che, soprattutto nel caso delle sculture ambientali, risultano di immediata lettura. Federica Coi Dipartimento di Beni Culturali | via Birago, 64 - Lecce inaugurazione | 11.07.2014 | 10.30 8 luglio - 30 ottobre 2014 SULL’ARTE CONTEMPORANEA metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università Dipartimento di BENI CULTURALI con il patrocinio

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ANDREA buttAzzoMARCo MARiANo

C’è un campus artistico visivo

Dipartimento di beni Culturali | via Birago, 64 - Lecceorari al pubblico | lunedì - venerdì 8.00 - 19.00 chiuso | 8 - 25 agosto per informazioni e visite guidate | 338.2618983 oppure 340.8227373

www.unisalento.it/mostre

con | tASC (Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea) Cracc (Conservazione e Ricerca Arti e Culture Contemporanee) ideazione e coordinamento progetto | Letizia Gaetacura scientifica | Massimo Guastella

in collaborazione

Conservatorio di Musica“Tito Schipa” Lecce

Andrea buttazzo (Lecce, 1974) si è accostato al mondo dell’arte tramite il padre e lo zio Roberto anch’egli artista. Fondamentale è stata la prima formazione, a partire dal 1988, sotto l’ala di Marcello Gennari, all’Istituto Statale d’Arte di Lecce, attraverso il quale ha scoperto la straordinaria malleabilità della pietra leccese.

Completati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Lecce ha mostrato nelle sue opere che la pratica manuale, per quanto sostenuta da una necessaria perizia tecnica, ha bisogno di fondarsi anche su un metodo d’indagine della moderna condizione sociale, collettiva e individuale, detto in altri termini, che la forma non può prescindere dal suo contenuto. Nel nuovo millennio ha dato vita a Lab11, sede di una associazione e del suo studio, nel quale realizza le sue opere liberamente ispirate ai linguaggi delle tendenze artistiche, avanguardiste e neo-avanguardiste ma originalmente interpretate in chiave efficacemente ironica per mettere in luce le contraddizioni e le problematiche del nostro tempo.

Federica Coi

Marco Mariano (Copertino, 1985) si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, laureandosi nel 2010 con tesi in scultura ambientale. Nel 2011 è stato chiamato a ricoprire la cattedra di Tecniche della scultura, poi divenuta di Scultura e tecniche del marmo e delle pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Vibo Valentia. La produzione scultorea di Mariano si presenta sia in termini figurativi che in motivi aniconici e, accanto a lavori di piccolo formato, si manifesta in opere pubbliche che, immerse nell’ambiente quotidiano, interloquiscono con la storia e le situazioni dei luoghi. Con sapiente abilità tecnica, l’artista plasma la pietra, abbinandola talvolta al legno, per creare forme semplici che, soprattutto nel caso delle sculture ambientali, risultano di immediata lettura.

Federica Coi Dipartimento di beni Culturali | via Birago, 64 - Lecce

inaugurazione | 11.07.2014 | 10.30

8 luglio - 30 ottobre 2014

SuLL’ARtE CoNtEMpoRANEA metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università

Dipartimento diBeni Culturali

con il patrocinio

un “salto” sulla ViaVia è una installazione proposta la prima volta nel 1999, ora

riordinata per essere collocata specificamente nel nuovo sito, nell’aiuole della sede universitaria del Dipartimento di Beni Culturali in via Birago 64. Si tratta di cinque lastre di pietra, posizionate a salire gradualmente, mediante appositi sostegni, progettati per la circostanza; in ogni lastra sono impresse le orme, di piede e di scarpa, presumibilmente femminili, indicate dallo stesso artista come un “non-soggetto”.

Sono, dunque, le impronte che indicano il percorso; ma esse sono le forme che rinviano a chi le ha lasciate, sono perciò il segno di un’assenza, sarà il fruitore a ricostruirsene idealmente l’immagine. Resta il senso di questa Via in stretta relazione al nuovo sito specifico, frequentato, si sa, da studenti e docenti, un cammino in ascesa sulla pietra, che comporta un “salto”, l’artista puntualizza che lo “slancio”, che questo comporta, è immaginabile osservando come le impronte siano sempre più distanti, lastra dopo lastra, l’una dall’altra.

Ancora una volta, Andrea Buttazzo opera abilmente sulla pietra, modellandola a proprio piacimento, giocando con l’artificio tecnico, spinto fino all’inganno ottico, per rendere plausibilmente vera la forma. Non casualmente già nel 1999 Marina Pizzarelli aveva osservato che le «sue opere esprimono per simboli» la «tensione al superamento del “muro della materia”, alla sua conquista e trasfigurazione in forma, il proiettarsi verso un “oltre” da raggiungere attraverso un cammino incerto e periglioso».

La Via è segnalata a chi vive il luogo, nell’auspicio di una elevazione culturale, forse, il salire con un salto (di qualità?) attraverso la formazione, l’approfondimento, la ricerca. Anche nelle due creazioni scultoree Catarsi (1996) e Materia (1997) Buttazzo gioca sulla duplice polarità essenza-assenza, affidando al rinvio a quel che ci sarebbe dovuto essere, il senso dell’opera.

Daniela Rucco

Queens and the crowns. Marco Mariano

Quella di Mariano è un’installazione site specific, pensata e realizzata per accordarsi con il luogo ad essa destinato per la mostra C’è un campus artistico visivo. La struttura occupa un’area di m.15x9 e s’innalza fino a 4 metri, formata da una successione crescente/decrescente di assi in rovere, riutilizzati e usurati dal tempo, con la superficie irregolare e dalla curvatura tipica delle botti; 10 assi (5 per lato) coronati da una presunta regale “crown” rossa (come lascerebbe intendere il titolo dell’opera) in gasbeton, la cui grandezza è adeguata a quella di ogni asse. Al centro svetta, ma con forme lineari e superfici levigate, un asse perfettamente perpendicolare al terreno, che sembra teso verso l’alto alla ricerca del contatto con la corona più grande, sorretta, tramite un cavetto d’acciaio, da un grande telaio. Quest’ultimo è una struttura cubica bianca in ferro e legno (abete), il cui candore e la rigorosa e quasi sublime perfezione accrescono il contrasto con la precarietà di forme e colori degli elementi laterali.

Marco MarianoQueens and the crowns, 2014 Installazione, legni, ferro, acciaio, gasbeton, 400x1500x900

Andrea buttazzoVia, 1999-2014scultura a intaglio su pietra arenaria, 130x350x26

Il pensiero iniziale, alla visione dell’opera, è la tensione graduale degli elementi laterali, simboleggianti tante piccole “regine”, che sembrano ascendere e aspirare alla perfezione rappresentata dall’elemento centrale e dalla grandezza della relativa corona. L’ambita “crown” però altro non ricorda che una cresta di gallina; col risultato dell’impoverimento dell’ambizione stessa, che si rivela, perciò, ingannevole.

L’impostazione dell’installazione non preclude allo spettatore il suo attraversamento, e dunque una partecipazione fisica all’interno dello spazio tridimensionale, che può essere quello urbano o quello della natura, ancora un ricorso ai simboli che tentano di dare senso alle strutture. Il progetto si ricollega ad altre opere di Marco Mariano quale la serie di bozzetti denominata “Porte” - come quella in legno e pietra attualmente esposta al MAP di Brindisi – ideate quale vano d’ingresso, di passaggio entro un altro spazio, quello tridimensionale interno all’opera, metafora di accesso al momento artistico.

Luisa Gagliardi