Piccole Impronte Aprile 2014

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i Ragazzi dalla parte degli Animali Supplemento al n.3 [143] di “Impronte” - Rivista Animalista - Poste Italiane Spa sped. in abbonamento postale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 dcb roma a p r i l e 2 0 1 4 i Ragazzi dalla parte degli Animali CONTRO GLI ALLEVAMENTI

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Contro gli allevamenti!

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i R a g a z z i d a l l a p a r t e d e g l i A n i m a l i

Supplemento al n.3 [143] di “Impronte” - Rivista Animalista - Poste Italiane Spasped. in abbonamento postale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 dcb romaa p r i l e 2 0 1 4

i R a g a z z i d a l l a p a r t e d e g l i A n i m a l i

CONTROgLi

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2 Piccole imPronte

Lilo & Bilbo

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PICCOLE IMPRONTESUPPLEMENTO AD IMPRONTEn. 3 (143) aprile 2014

AUT. TRIB. ROMA 50/84 dell’11-2-1984ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 dell’1-3-1993ISCR. ROC 2263 - 2001

DIRETTORE RESPONSABILEMARIA FALVO

DIRETTORE EDITORIALEILARIA MARUCELLI

DIREZIONE E REDAZIONESEDE NAZIONALE LAV ONLUSVIALE REGINA MARGhERITA, 17700198 ROMA

REDAZIONEMARCO CORTINI, ILARIA MARUCELLI, GANDALF, PRISCILLA

GRAFICA E IMPAGINAZIONEPIER PAOLO PUxEDDU+FRANCESCA VITALE

HANNO COLLABORATODAVIDE CECCON, SIMONA DIMITRI, GIORDANA GALLI, LORIANA GALLI ROBERTO MARChESINI, ANDREA MUSSO, FABIO REDAELLI, ELENA SPOSITO, ALESSANDRO TELVE, STEFANO TIRASSO

DISEGNO DI COPERTINADAVIDE CECCON

STAMPAARTI GRAFIChE “LA MODERNA”VIA DI TOR CERVARA 171 ROMA

CARTA DALUM CyCLUS PRINT 100% CARTA RICICLATA

PACKAGING IN MATER-BI biodegradabile e compostabile

CHIuSO IN TIPOGRAFIA20 MARZO 2014

QuOTE ANNuALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO ALLA LAV ONLuS GIOVANILE (sotto i 18 anni) da 18 euroORDINARIO da 30 euroFAMIGLIA da 45 euroSOSTENITORE da 46 euroBENEMERITO da 150 euroSTRAORDINARIO da 500 euro

VERSAMENTI INTESTATI A LAV ONLuSC\C BANCARIO N. 501112BANCA POPOLARE ETICAFILIALE DI ROMA - VIA RASELLA 1400187 ROMAABI 05018 CAB 03200 CIN E

Dal 1999 la LAV è firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con lo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado”

Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme pre-viste dal “codice di regolamentazione della privacy” (Dgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, viale Regina Marghe-rita177, 00198 Roma, tel. 06/4461325 fax 06/4461326 email: [email protected]

A scuola abbiamo incontrato Ila-ria, una volontaria della LAV, che

ci ha insegnato tante cose sugli animali e sull’importanza di rispettarli. Un giorno ci ha portato una grossa gabbia e ha chiesto - Chi vuole entrare dentro? - così abbia-mo capito cosa provano gli animali rinchiusi. Io nella gabbia non ci vorrei mai andare, ma per sentire come stanno gli animali che restano dentro la gabbia per molto tempo, ci ho provato. Mentre ero dentro, pensavo conti-nuamente: “Che brutta esperienza ... non ci vorrei mai essere entrata!”. Mi mancava spazio e, quindi, non potevo fare tante cose. Volevo uscire subito... per fortuna che la gabbia era tutta fatta da sbarre e quindi era meno spaventosa! Fra me e me ho pensa-to: “Non entrerò mai e poi mai in una gabbia!”. Ci sono andata solo per giocare, però mi sono sentita molto, molto triste come quei poveri animali. Quando sono entrata dentro, ridevo perché è stata una cosa che non avevo mai fatto, ma poi mi sono accor-ta che è una cosa brutta brutta! Io non ci entrerò mai più perché io voglio muovermi e non voglio rimanere mezza bloccata. NON CI VORREI MAI ENTRARE!!!!!!!! Ma ho capito cosa provano gli animali rinchiusi. Anche loro soffrono come noi. martina romei, classe iii della scuola elementare “Vasari” di arezzo

Sono miliardi, in tutto il mondo, gli animali che vivono in gabbia. In que-sto numero parliamo di quelli allevati per l’alimentazione umana. Non ag-giungo altro, perché Martina ha già detto tutto. Buona lettura!

Disegno di Giulia Mazzoleni,Molteno (Lecco)

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Soluzione: 1) C - 2) A - 3) C - 4) A - 5) B

Quanti polli cosiddetti “da carne” può contenere un capannone di un allevamento? A Anche trentamila (come gli

abitanti di una piccola città)B Qualche migliaioC Secondo una normativa

appena approvata, non più di mille

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Alleviamo l’animalismo!

Tra gli animali che finiscono dentro i piatti degli italiani, quanti provengono da allevamenti intensivi?A Circa la metàB L’80%C Il 99%

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Anche i pesci sono allevati?A No, è tecnicamente impossibile B Solo le trote e le tincheC Sì: circa il 50% degli animali acquatici

destinati al consumo alimentare umano proviene dall’acquacoltura

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“Provo un assoluto orrore verso l’allevamento intensivo, cioè io non dormo la notte quando penso agli allevamenti intensivi e li trovo una cosa veramente che mi fa male dentro”. Chi l’ha detto?A La scrittrice Susanna TamaroB Lo stilista Roberto CavalliC Il calciatore Alex Del Piero

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Anche i bambini si allevano. Eppure questo verbo si usa ormai più per gli animali e significa gabbie, sovraffollamento, sfruttamento, sofferenza. Questa volta parliamo dei nostri amici allevati per il cibo. Prova se le sai tutte e... passaparola!

“Come si può allevare un vitello – che è bello, no? – un piccolo vitello, chiuderlo in una scatola di ferro, in una gabbia di ferro, perché cresca anchilosato dentro e la sua carne rimanga bianca?”. Chi l’ha detto?A Topolino nella storia “Il caso

dell’allevamento fantasma”B Lo scrittore Tiziano TerzaniC La giornalista televisiva Licia Colò

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State parlando di cibo? Il vostro cane vi ascolta e lo capisce! Che i cani siano sensibili alle

nostre emozioni lo sappiamo, ma un recente studio argentino pubblicato sulla rivista Llos One dimostra che seguono anche conversazioni tra umani. Nel corso dell’esperimento due donne hanno offerto una tazza di cereali a un uomo: una ha ricevuto complimenti, all’altra è stato detto che i suoi cereali non erano buoni. Alla fine della conversazione la maggior parte dei 72 cani esaminati si sono diretti verso la donna con i cereali più gustosi.

I cani ci ascoltano

Da molti anni all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze entrano i cani per la pet-therapy, ma da

oggi anche i normali cani di famiglia potranno visitare il piccolo familiare ricoverato. Non saranno ammessi cani ritenuti aggressivi o troppo vivaci (come i cuccioli). Il quattrozampe dovrà avere un guinzaglio corto, un certificato di buona salute, essere fresco di shampoo antimicotico, ben spazzolato e vaccinato. Ma l’incredibile gioia che proveranno cane e bambino nell’incontrarsi valgono bene la preparazione!

Contro l’ansia da separazione, che provoca nei nostri amici stress e depressione, una società

americana ha prodotto il primo telefono per cani. Si chiama PetChatz e permette di parlare e vedere il proprio animale con un computer o uno smartphone da ogni parte del mondo. Grazie a una telecamera e un monitor si potrà interagire con il proprio amico peloso, fare filmati e fotografie e addirittura offrirgli bocconcini. Ottima l’idea, ma niente può sostituire una giocosa corsa nel parco.

Un cane all’ospedale

Un telefono da cani

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Rebus animalistiSai fare i rebus? Basta mettere insieme figure e lettere per trovare la soluzione: una parola o più spesso una frase. La parola “rebus” si usa per definire qualcosa di oscuro e difficile da capire ma... questi che vi proponiamo sono proprio facili!

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Soluzione: 1) Gabbia NO = Gabbiano | 2) A mici LE ali = Amici Leali

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Gli allevamenti? Non c’è niente di male!

L’allevamento degli animali è considerato un’attività assolutamente normale. Fin da bambini vediamo allegri disegni di galline sorridenti e mucche che si coccolano i vitellini. Ma è giusto allevare gli animali?

Salve ragazzi, eccomi alle prese con la spesa settimanale. Una bella faticaccia e oggi c’è un’altra complicazione: all’entrata mi hanno dato un volantino. C’è scritto che le galline e i vitelli e i

polli stanno male negli allevamenti e che non bisognerebbe comprare carne, uova e formaggi. Vi rendete conto? La mia lista della spesa si dimezzerebbe! Io sono amante degli animali (ho anche

un barboncino di nome Jack!) e sono rimasta un attimo sconcertata. Ma pensandoci meglio

non c’è niente di sbagliato negli allevamenti. Perché? Ecco i miei motivi! 1 Se l’uomo alleva gli animali da almeno diecimila anni un motivo ci sarà, mica saranno stati tutti criminali! Anzi, l’allevamento è una tappa fondamentale dell’evoluzione umana. 2 Gli allevamenti intensivi non sono hotel a quattro stelle, certo. Ma sono la versione moderna delle vecchie

fattorie e oggi, con l’aumento della popolazione e del consumo di carne,

uova e latte, non c’è altro modo per produrre tanto cibo. E poi tutto ormai è diventato industriale, non solo gli allevamenti! 3 Si dice che lì dentro gli animali soffrano. Sicuramente non saranno felici, questo è ovvio. Ma anche in natura incontrerebbero dolore, sofferenza e morte (come noi umani del resto) e inoltre senza l’allevamento non sarebbero nemmeno venuti al mondo! Se ci pensate

bene di motivi ce ne sono molti altri, ma non ho più spazio e vi saluto qui!

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Non abituiamoci mai alla crudeltà

E soprattutto: è giusto rinchiuderli in quelle grandi fabbriche di carne, latte e uova che sono gli allevamenti intensivi? Di questo parlano, come sempre da posizioni opposte, i nostri due personaggi.

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C iao a tutti e... oink oink! Vi saluta anche il mio fedelissimo Sgrunf che ho strappato al macello e vive insieme a me come un cagnolino. Ora non ho tempo per parlarvi di lui e

delle sue inaspettate capacità, ma se avete voglia andate a pagina 22 a leggere la bellissima storia di Angie, un altro maiale domestico. Qui voglio parlarvi invece degli allevamenti intensivi, luoghi di grande sofferenza per milioni di esseri viventi: animali intelligenti e sensibili, che provano emozioni, che hanno un linguaggio e costruiscono relazioni e amicizie. Proprio come noi, proprio come i nostri cani di casa, proprio come il mio Sgrunf! Potrei parlarvi per ore del disagio e del dolore che questi animali provano rinchiusi in gabbia o strizzati nei capannoni, ma è chiaro a tutti che soffrono. La loro vita non ha niente di naturale o di bello o di degno di essere vissuto: è solo una corsa a ostacoli verso il mattatoio. Vi dico solo: pensateci! Parlatene. Ponetevi il problema quando fate la spesa. Purtroppo non si possono eliminare gli allevamenti in un mese, ve lo dico io che sono un sognatore! Ma voi bambini correte velocissimi e tutti insieme possiamo fare molti passi in avanti. Impegniamoci, lottiamo senza stancarci e il cambiamento lo vedremo, non temete. L’importante è informare tutti di questa situazione e soprattutto non abituarsi mai alla crudeltà.

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La drammatica morte del giraffino Marius (ucciso allo zoo di Copenaghen in quanto “oggetto” in più – e quindi inutile – nella collezione animale della struttura) ci deve far riflettere sul benessere degli animali. Davvero negli zoo e negli acquari gli animali godono di ottima salute? Veramente hanno sempre qualcuno che si occupa di loro, che li nutre e li cura e adorano vivere lì? Stanno proprio così le cose?

Che cos’è il benessere animale?

a cura del dott. Roberto Marchesini,etologo e direttore della SIUA

A un occhio poco attento, la giraffa dello zoo è l’animale più felice del mondo. Ha sempre cibo assicurato, può dissetarsi, è libera da

infezioni e infestazioni, non deve sopportare sofferenza fisica, paura o stress... tutte condizioni che in natura non potrebbe certo ritrovare. Se le cose stessero veramente così, tutte le giraffe della savana correrebbero a cercare uno zoo! Ma da etologo sono sicuro invece che, se potesse, l’unica giraffa dello zoo scapperebbe subito nella savana!

Il benessere animale (in inglese welfare) rappresenta il diritto a non soffrire, ad avere libertà di movimento e a non patire fame e sete, ma in realtà ci dice poco della felicità di un animale e delle sue esigenze. L’etologia ci insegna che ogni animale è disposto a sopportare fatica, stress, variazioni emozionali e – mi azzardo a dire in tutta sincerità – anche un po’ di sofferenza fisica, pur di vivere una vita piena, degna di essere vissuta, avendo la possibilità di esprimere al meglio le proprie predisposizioni e di soddisfare i propri bisogni.

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Ogni animale ha infatti il diritto di perseguire, non solo il proprio benessere fisico, ma anche – e forse, soprattutto – quella che possiamo chiamare “felicità di specie”. Non è sbagliato parlare di felicità per gli animali: questo sentimento non appartiene solo a noi umani, perché ogni specie – compresa la nostra – possiede un proprio “etogramma” che definisce cosa rende felici i suoi individui. Una giraffa ha bisogno degli spazi della savana nei quali muoversi seguendo sogni e speranze, di stringere relazioni sociali scelte e non imposte, di valutare il gruppo di cui fare parte e tanto altro ancora.

Per questi motivi dobbiamo diffidare delle strutture che espongono esseri viventi, anche se affermano di farlo per gli scopi più nobili, come insegnare ai bambini la varietà del mondo animale con le sue forme e i suoi colori. Dietro a queste esposizioni vi è un animale privato della propria libertà e,

come abbiamo visto, della propria felicità. Ecco perché il caso della giraffa Marius dovrebbe sconsigliarci di visitare zoo e

acquari! Se volete davvero scoprire la bellezza animale, fate come me: quando ero piccolo, e volevo diventare un conoscitore del

mondo animale, leggevo libri, guardavo documentari e soprattutto facevo lunghe passeggiate nella natura, in silenzio... lì incontravo gli

animali, quelli veri e felici, e la loro meraviglia.

Ghepardi ed elefanti nel Masai Mara National Reserve, in Kenya.

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Elena Sposito vive a Milano. Lavora come educatrice professionale e pet therapist, dedicandosi a progetti sulla relazione uomo-animale. Ha scritto numerosi romanzi e racconti per adulti e bambini.

Simona Dimitri ha illustrato numerosi volumi ed è stata selezionata a diversi concorsi di illustrazione per l’infanzia. Oltre che come illustratrice, si divide tra lavori di grafica e di piccolo artigianato.

Che cosa ti fa arrabbiare dello sfruttamento degli animali?Il fatto che vengano usati come oggetti. Che si pensi solo a quello che serve all’uomo. Gli animali sono esseri viventi, non un televisore o una sedia, provano dei sentimenti, solo che comunicano in modo diverso. Come si può allevare un cucciolo e privarlo dell’affetto della madre per tenerlo in gabbia e poi mangiarlo?

Se avessi la bacchetta magica, con quale animale vorresti vivere?Beh, se potessi vivrei circondata da tanti animali, in un bel posto, con molto verde. È sempre stato il mio sogno, fin da bambina. Vorrei imparare a conoscere il modo diverso di comunicare di molte specie ed entrare in relazione con loro.

Vivi con degli animali? Sì, con Oliver, detto Micio-Micià, che viene al lavoro con me, ai giardini, a casa degli amici. Fin da piccolo l’ho abituato a uscire, per cui non ha paura, anzi si diverte un sacco a conoscere le persone e gli altri gatti e cani che incontra.

Come riesci a conciliare l’amore per gli animali con la vita di tutti i giorni, il lavoro? Lavoro da dieci anni nel campo dell’educazione con minori in difficoltà. Fin da bambina credo fortemente nel rapporto uomo-animale, nei benefici di questo scambio relazionale; volevo che i bambini avessero l’opportunità di provare

l’amore per il “diverso”, di capire il modo di comunicare degli altri animali.

Qual è la cosa che più ti affascina degli animali? La loro spontaneità. Se hanno paura, non fingono che vada tutto bene; se sono felici te lo dimostrano. Non hanno bisogno di dire bugie.

Com’è nata la tua LAV STORY? Racconta di una esperienza vera, vissuta da una mia cara amica. Il messaggio è che bisogna sempre tentare di salvare una vita, anche se resti l’unico a crederci, perché ne vale sempre la pena!

Elena SpositoUna piccola gattina malata e timorosa incontra un ragazzino affettuoso... scocca la scintilla e ritrova la voglia di vivere e amare.

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La forza di Angiedi Elena Spositocon le illustrazioni di Simona Dimitri

Questa è la storia di Angie Malaika (angelo in swahili), una micetta tutta nera che solo un ragazzino di nome Loris ha saputo “guarire”... Angie M. era arrivata a soli due mesi di vita nell’ambulatorio della

veterinaria Simona, era magra magra e riusciva a muoversi soltanto ruotando su se stessa. Simona e gli altri veterinari, che l’avevano soccorsa, avevano subito pensato a un trauma. Aveva ricevuto una bastonata? Era stata investita da una macchina? Oppure era tutta colpa di un virus, visto che, poche settimane dopo il suo arrivo, erano giunti in ambulatorio anche altri gatti ciechi della stessa colonia felina? Quanti dubbi, e soprattutto… cosa fare con questa piccola creatura che non faceva altro che girare in tondo? Simona credeva che la piccola Angie M. fosse troppo grave e che sarebbe morta la notte stessa, ma... Il giorno seguente al suo arrivo, Angie M. era ancora viva, ma... Mentre tutti i colleghi provavano a farla mangiare e cercavano di farle le coccole, Simona viveva questi gesti come azioni inutili, perché era davvero convinta che la malattia di Angie M. fosse troppo grave e che non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere. Ma... ci sono sempre i “ma”. I giorni passavano e, contro ogni aspettativa, Angie M. pur muovendosi a stento, dimostrò una grande voglia di vivere e di farcela!

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Piano piano Angie M. cominciò ad accettare il cibo che le veniva offerto e migliorò e crebbe un pochino, anche se continuava a non amare le carezze. Simona era contenta, ma si chiedeva: “chi mai vorrà un gatto che appena ti muovi scappa e che non ti cerca mai per fare e farsi fare le coccole?”. Simona passava le giornate, tra una visita e l’altra, a guardare questa piccola gattina che ce la metteva tutta per vivere e così iniziò a sentirsi in colpa per aver pensato che Angie M. non ce l’avrebbe mai fatta. A furia di riflettere, Simona si convinse che doveva farsi perdonare da Angie M. e che poteva darle una speranza maggiore per il suo futuro. Così, una sera, decise di smetterla di pensare e in men che non si dica portò la gattina a casa con sé. Qui Angie M. trovò un sacco d’amore, una cuccia calda e tanta pappa, ma... continuava a far fatica a lasciarsi accarezzare.

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Passarono quattro lunghi anni finché, un bel giorno, qualcosa cambiò nella vita di Simona e della sua gattina. Arrivò Loris, un ragazzino molto affettuoso e coraggioso che, con la sua voce delicata, fece innamorare Simona ed Angie M. Poco a poco, Simona si rese conto che la gattina cambiava atteggiamento in presenza di Loris: non scappava via e non si nascondeva sotto al letto se c’era lui in casa. Fu questo l’inizio di una profonda amicizia. I due impararono a conoscersi e a fidarsi l’uno dell’altra. Simona scoprì che Angie M. e Loris dormivano insieme abbracciati e iniziò a notare che il ragazzino le chiedeva di lasciare accesa la piccola luce accanto al letto...

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Ancora oggi, prima di addormentarsi, Angie M. gioca con le ombre degli oggetti che la luce della lampada proietta sulle pareti della stanzetta, ma poi torna dal suo piccolo amico Loris per cullarlo e lasciarsi cullare tra le braccia della notte.

Cari ragazzi, la cosa straordinaria di questa storia è che Loris non ha visto in Angie M. un gattino bruttino e malato. Loris ha visto i sentimenti di Angie M, il suo enorme bisogno d’amore, di protezione, ed è riuscito a colmarlo. Ed ha anche insegnato a Simona a non scoraggiarsi, pure quando le situazioni sembrano terribili. Perché, ricordate, vale sempre la pena di tentare, di insistere, comunque vada... Credeteci, davvero! Fosse anche per il più piccolo soffio di vita... tentate ogni volta, perché bisogna dare sempre una speranza a chi lotta per vivere!

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Per informazioni:

email [email protected]

telefoni Carmen

348 0407565

Sara

320 4730682

Ci risiamo! Ormai LAVacanza è diventata una piacevole tradizione, un’occasione per fare nuove amicizie, trascorrere una settimana di giochi, gite, musica e tanta allegria. E naturalmente divertirsi insieme a tanti compagni pelosi, che sono i benvenuti e i protagonisti. Stesse montagne stesso albergo, sempre in quel meraviglioso luogo che è Passo Croce d’Aune (Belluno). Per il programma, i costi e tutte le informazioni vedi il box sotto, ma intanto che aspetti? Parlane con i tuoi genitori e naturalmente… con i tuoi amici a quattro zampe!

LAVacanza

dal 30 agosto

al 6 settembre

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La classe V B ha invitato la LAV in classe, per capire cosa si nasconde dietro il tendone del circo. Ivana e Bruno hanno accettato l’invito, svelando tutti i “trucchi” utilizzati dai circensi per costringere gli animali a fare i loro esercizi. Ma mentre il pubblico ride, loro non si divertono affatto!

Scuola “Matteo Bandello”Castelnuovo Scrivia (Alessandria)

I ragazzi ascoltano attenti la lezione della LAV.

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È crudele che al giorno d’oggi i nostri amici siano tenuti in gabbia, addestrati e usati solo per divertire gli esseri umani. Insomma: mai più al circo con gli animali! Ora che lo sapete... passate parola.

Alcuni dei lavori realizzati dai ragazzi della classe V B, dopo aver raccolto le informazioni sulla vita degli animali nei circhi.

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Oggi lui è come meC aro Piccole Impronte, ho sempre pensato

che tutti la pensassero come me, cioè che avere un animale è una grande responsabilità, ma capisco che c’è gente che non la pensa come me. Queste persone maltrattano gli animali e li abbandonano per strada o li mettono nei canili. Gli animali sono molto emotivi e quando vengo-no abbandonati sentono paura, un vuoto den-tro di loro che poi si trasforma in rabbia. A me è capitato di trovare un cane abbandonato: tutto è successo quando io e la mia famiglia stavamo in campagna a casa di alcuni nostri amici, mentre facevo una passeggiata ho visto un cagnolino, lo ho avvolto in una coperta e l’ho messo in un ce-sto. A fine giornata, l’ho portato a casa e ho de-ciso di tenerlo; oggi quel cane sta ancora con me e si chiama Jouri e ha 9 anni e averlo con me è bellissimo. Ciao!AndreA Pio StAffiere, 11 Anni, foggiA

Siamo tutti ugualiC aro Piccole Impronte, al giorno d’oggi si

parla spesso di un grave problema: gli ani-mali in via d’estinzione. È vero, il numero delle specie sta diminuendo e quando una persona ne sente parlare ci soffre. Ma tutti devono capire che ogni animale ha lo stesso valore, che tutti hanno un cuore e che anche gli animali come le formi-che hanno gli stessi diritti e vanno trattati con lo stesso rispetto con cui si trattano gli umani. Dio da fuori ci ha creati diversi, ma dentro siamo tutti uguali e questo bisogna capirlo. Se pensiamo che ciò che succede agli animali potrebbe succedere anche a noi, magari finirem-mo di torturare gli animali.MAttiA tinellA, 10 Anni, genovA Virginia Ferappi, Vicenza

Micol Fanelli, 10 anni, di Acilia (RM), ci ha inviato questa bellissima foto di delfini in libertà scattata dalla sua famiglia nel Belize, in Messico. W la libertà!

oppure inviate una email a: [email protected]

Spedite le vostre lettere all’indirizzo:Viale Regina Margherita 177 00198 Roma

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La mia TrillyC aro Piccole Impronte, è bello condividere le

mie giornate con la mia Trilly, che mi fa tan-ta compagnia e scodinzola quando rientro a ca-sa. Lei c’è sempre quando sono triste e quando sono allegra. Non mi chiede tanto, solo un po’ di cibo, acqua pulita e qualche sana passeggia-ta! Ah, dimenticavo! Vuole anche tante coccole! Vi sembra molto? Credo proprio di no! In fondo che cos’è tutto questo in confronto all’affetto che non mi fa mai mancare. Con quella sua codina vivace non perde occasione per dimostrarmelo. A volte penso che a Trilly manchi solo la paro-la! Anzi, a Trilly non manca proprio nulla, perché le parole non sono l’unico modo di comunicare. Quando mi guarda, quando abbaia, quando sco-dinzola, quando si stende a pancia all’aria sten-dendo le sue zampette verso di me, io e Trilly ci comprendiamo perfettamente e forse le parole non servono affatto.

Cara Trilly, tu con i tuoi gesti e con la tua pre-senza mi fai pensare e mi fai riflettere, mi inse-gni che gli uomini a volte sono davvero sciocchi! Che importante che sei, così piccola, così saggia! A scuola ho letto tante storie, tanti libri che mi insegnano imprese di grandi uomini, eventi stra-ordinari e molte altre cose importanti, ma tu ri-esci sempre a farmi riflettere molto di più sulla potenza della natura!giAdA ScAfArellA, 11 Anni, AndriA (BAri)

Grazie Giada! Con le tue parole e la lettera alla tua Trilly hai raccontato benissimo e con grande semplicità com’è unico e meraviglioso il rapporto con i nostri amici pelosi. Grazie mille anche ad Andrea Pio per aver salvato il suo Jouri e per avercelo raccontato. Infine un ringraziamento a Mattia per le sue parole sincere e toccanti... anche da parte di tutti i milioni (anzi miliardi!) di formiche del mondo.

Anna Masenello,Padova

Giorgio Zappa, Molteno (Lecco)

Laura Malatacca, Origgio (Varese)

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Un maiale per amico Mi sono sempre piaciuti i maiali e un giorno decisi di adottarne uno. Andai in una fattoria e quando me li trovai davanti il cuore smise di battere per l’emozione... erano lì, mamme e cuccioli, che mi fissavano con occhi penetranti e intelligenti. Mi decisi: scelsi una maialina e la portai a casa piena di dubbi: “Starà bene con noi?” La chiamai Angie, angelo.

ILprimo giorno Angie è rimasta in uno scatolone pieno di coperte, mentre il mio cane Bart vegliava su di lei. Poi

la mattina seguente ha spiccato un salto ed è scappata a cercare un angolino nascosto di casa per fare i suoi bisogni. Era un po’ selvatica, ma ci volle poco perché cominciasse a fidarsi di noi e venirci incontro... che fantastici momenti! Quando riuscii a far abituare il cane a lei, gli tolsi il guinzaglio e divennero amici: Angie seguiva Bart come fosse sua mamma, non lo mollava un attimo. Uscivamo con entrambi al guinzaglio e Angie correva come un fulmine e stava passo a passo con Bart, non riusciva a stargli lontana. Tutte le mattine li trovavo che giocavano scatenati... o con la palla, o con una bottiglia di plastica o solo a rincorrersi: una vera gioia per il cuore e per gli occhi. Al contrario di quanto si dica, questi meravigliosi animali sono completamente inodori e tengono molto alla propria pulizia, sono molto timidi nel fare i bisogni e imparano subito dove poterli fare. Sono furbi e ingegnosi, molto consapevoli di se stessi... anche più dei cani: sono più goffi certo, ma sanno trovare una grande agilità d’azione se si mettono qualcosa in testa. Sono testardi e dolci, simpatici e capricciosi come i bambini; scodinzolano, rispondono al loro nome e se non sono d’accordo con te si offendono pure. Adorano i grattini sul pancino, le coccole e la compagnia... si annoiano facilmente e sono soggetti alla depressione se si lasciano troppo da soli; amano grufolare e correre nel prato, molto meglio se con un amico, umano o no. Oggi Angie ha quasi quattro anni. In questo periodo ho conosciuto altri suoi fratelli suini, anche loro salvati da allevamenti e macelli e, che dire? Sono animali straordinari, coraggiosi e molto umili; nonostante il loro trascorso sanno ancora fidarsi dell’uomo e concedergli un’altra possibilità... ce lo meritiamo? Sì, persone come quelle che ho incontrato e che si battono per la loro vita sì, se lo meritano. loriana Galli

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v I vA l A l I b e R t à

Maiale

IL maiale vive in tutto il mondo, anche in alcune isole nel mezzo dell’oceano! È un cinghiale addomesticato (circa 7 mila anni fa) e i due

appartengono alla medesima specie: praticamente sono lo stesso animale! Se infatti si lasciano liberi dei maiali, questi tornano facilmente alla vita selvatica.È più intelligente e complesso di quanto non si creda. Sogna, vede i colori, è molto socievole e curioso, ama esplorare l’ambiente; i cuccioli adorano giocare, lottare, rincorrersi.Con gli umani costruisce una relazione simile a quella di un cane: riconosce il proprio nome, si avvicina quando viene chiamato, scodinzola quando è contento e adora passeggiare e stare in compagnia dell’amico a due zampe.Mangia di tutto, ma ha gusti ben precisi: è goloso di mele, banane e meloni. Ama cambiare sapore e non gli piace mangiare sempre le stesse cose... allo stato brado può arrivare a cibarsi di una varietà di cinquanta frutti diversi.Non gli piace lo sporco, anzi! Non fa mai i suoi bisogni vicino a dove dorme o mangia e quando si rotola nel fango lo fa per proteggere la pelle (molto sensibile) dal sole e dalle mosche.IN natura mamma scrofa costruisce, con rami e foglie, un nido molto comodo che riassetta con cura ogni giorno. I rami permettono ai cuccioli di spostarsi rapidamente, evitando loro di rimanere schiacciati sotto la mamma.

I numeri del maiale

200 kg il suo peso

44 il numero dei denti

4 mesi la durata della gestazione

10 i cuccioli che nascono

25 anni la durata della vita in libertà

Maiale

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i M a n i f e s t i d i P i c c o l e I m p r o n t e

GLI ALLEVAMENTI SONO IL CONTRARIO DELLA

LIBERTà

La libertà è un impulso naturale e un bisogno primario di ogni essere vivente. Libertà di muoversi e di giocare, di comunicare e di fare amicizia,

di non essere imprigionato o sfruttato. La libertà è un diritto di tutti, umani e animali.

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