IMPRONTE Parte terza

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IMPRONTE

Parte terza

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ELEMENTI DI ORDINE GENERALE:

-1 Andatura e distanza;

-2 Forma e dimensione;

-3 Disegno;

-4 Caratteristiche di fabbricazione;

ELEMENTI DI ORDINE INDIVIDUALE:

- 1 Usura;

-2 Contrassegni.

RILIEVI SULLE IMPRONTE DI CALZATURE E DI PNEUMATICI

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USURA

A B

Ai fini identificativi è importante rivelare la posizione ed il grado di erosione perché dipendono dal modo di camminare, di poggiare il piede e dall’uso che viene fatto delle calzature.

A: Tale posizione comporta una maggiore usura nelle zone esterne del tacco

B: Tale posizione comporta una maggiore usura nelle zone interne del tacco.

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Erosione che la calzatura subisce nel contatto con il suolo.

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CONTRASSEGNI

Insieme di elementi che si aggiungono alla suola, in modo

casuale ed involontario, sia durante il processo di produzione

sia con l’uso nel tempo della calzatura.

L’infinita varietà dei contrassegni, l’assoluta imprevedibilità

del numero e della posizione in cui essi si formano fanno sì

che rappresentino un elemento certo di identificazione.

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Esempi di differenti caratteristiche casuali.

Strappi e graffi sulla gomma

Pietre incastrate nella suola

Bolle d’aria che si formano durante il processo di fabbricazione.

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IMPRONTE DI

CALZATURE O PNEUMATICI Possono essere:

Visibili - Latenti

Bidimensionali - Tridimensionali

Permanenti - Temporanee

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Si formano:

A) per deformazione della superficie;

B) per trasferimento o deposito di materiale da una superficie

all’altra;

C) per contatto tra superficie asciutta e pulita della calzatura e la

superficie asciutta del pavimento;

D) per contatto tra superficie umida o bagnata della calzatura e la

superficie pulita ed asciutta del pavimento.

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IMPRONTA EVIDENTE

BIDIMENSIONALE TRIIDIMENSIONALE

FOTOGRAFIA FOTOGRAFIA

PROCEDURE CON CALCHI IN GESSO O ALTRO

ADESIVI IN GOMMA

ANALISI TECNICA DI LABORATORIO

PROCEDURA GENERALE DI INTERVENTO

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SUPERFICI NON POROSE

1. FOTOGRAFIA ALTO CONTRASTO 2. FOTOGRAFIA LUCE RADENTE 3. FOTOGRAFIA ULTRAVIOLETTI 4. FOTOGRAFIA INFRAROSSI

SUPERFICI POROSE

1 8-IDROSSICHINOLONE 2 VAPORI DI IODIO

TECNICHE FOTOGRAFICHE:

IMPRONTA LATENTE

FOTOGRAFIA

ANALISI TECNICA DI LABORATORIO

1. POLVERI DATTILOSCOPICHE 2. ADESIVI

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TECNICHE DI ESALTAZIONE DI IMPRONTE ALLO STATO LATENTE

I vari metodi si possono suddividere in:

1. FOTOGRAFICI

2. FISICI

3. CHIMICI

La scelta del metodo deve tenere conto di: tipo del supporto (carta, mattonelle, tappeto, legno), porosità del supporto, condizioni della superficie (umida, secca, bagnata, sporca, con polvere, pulita, con cera), colore del supporto, composizione chimica delle sostanze che si trovano sul supporto e che compongono l’impronta, condizioni originali dell’impronta (umida, bagnata, secca), umidità dell’ambiente.

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Procedura:

1. Ispezionare il pavimento con luce radente dopo aver oscurato l’ambiente.

2. Trovare l’impronta, fotografarla posizionando gli strumenti come sotto indicato ed oscurando l’ambiente.

3. Procedere all’asportazione con uno dei metodi di seguito esposti.

A luce naturale Camera oscurata e luce radente

Posizione corretta della strumentazione

e del riferimento metrico

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IMPRONTA CON SOSTANZA EMATICA

Si possono trovare allo stato EVIDENTE (tecniche fotografiche) oppure allo stato LATENTE, quando la sostanza ematica è solo in forma di leggerissimo strato o il supporto non offre un sufficiente contrasto cromatico.

In questo caso occorre operare con una tecnica tenendo conto di: colore, porosità e stato della superficie.

NINIDRINA; su superficie porose (carta)

LUMINOL; efficace nelle impronte latenti su superfici porose

NERO AMIDO;

TETRAMETILBENZIDINE.

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IMPRONTA TRIDIMENSIONALE

Z

X

Y

È quell’impronta che ha uno sviluppo anche in PROFONDITÀ oltre che in lunghezza e larghezza

Può essere:

PERMANENTE

TEMPORANEA

per il repertamento è necessario eseguire il calco colmando l’impronta con un impasto gesso/acqua.

La fotografia è necessaria ed occorre farla in ogni caso seguendo le particolari tecniche.

LE FOTO DEVONO SEMPRE ACCOMPAGNARE I CALCHI

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La fotografia più il calco forniscono una grande quantità di informazioni, non altrimenti possibili se presi singolarmente.

SONO COMPLEMENTARI L’UNO CON L’ALTRO

FOTOGRAFIA

- mostra come si presenta nella

realtà l’impronta

- mostra le condizioni ed i dettagli

dell’impronta

- nelle superfici grezze la fotografia

dà molte più informazioni.

- è di sostegno al calco

CALCO

- dà la riproduzione a grandezza naturale dell’impronta

- dà la riproduzione delle caratteristiche microscopiche

- non vi sono problemi di fuoco e di scala

- è di sostegno alla fotografia

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RILEVAMENTO DELL’IMPRONTA MEDIANTE IL CALCO IN GESSO

MATERIALE NECESSARIO:

1. Gesso

2. Acqua

3. Barre metalliche per delimitare il calco (sono idonee anche le barre in legno)

4. Un cucchiaio con una spatola

5. Un contenitore per eseguire l’impasto

6. Barre metalliche o filo metallico necessario per rinforzare il calco.

MATERIALE NON NECESSARIO MA UTILE:

1. Liquido oleoso spray, utile per separare le barre metalliche dal calco

2. Un setaccio

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OPERAZIONI

1. Togliere dall’interno dell’impronta eventuale materiale depositatosi in un secondo momento (foglie, ramoscelli, ecc.).

2. Dopo aver posizionato il riferimento metrico allo stesso livello della superficie dell’impronta si procede con la documentazione fotografica, seguendo le modalità descritte, e con i rilievi planimetrici.

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3. Si spruzza sopra l’impronta il fissante qualora necessario. Non dirigere il getto direttamente sull’impronta.

4. Posizionare la forma, costituita da lastrine metalliche o le tavolette in legno, intorno all’impronta.

5. Preparare il gesso per la colata. In una ciotola contenente la giusta quantità di acqua si aggiunge il gesso e si mescola.

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6. La prima colata si effettua con un cucchiaio per deviare la caduta dell’impasto. Il gesso viene colato continuamente da un lato all’altro finché non si raggiunge lo spessore di circa 1cm.

7. Si aggiunge una reticella metallica come rinforzo.

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CORRETTO

Rinforzo incrociato

Rinforzo in un’unica direzione

La posizione della reticella o barre metalliche deve essere incrociata per evitare rotture accidentali.

8. Dopo aver mescolato di nuovo viene aggiunto l’impasto rimanente.

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9. Il calco viene lasciato essiccare per almeno 30 minuti.

10. Togliere le barre laterali.

11. Pulire il calco dalla terra con un pennellino.

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UN CASO REALE:

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IDENTIFICAZIONE DI UNO STRUMENTO EFFRATTORE

SI DEVONO ESEGUIRE:

1. Rilievi fotografici di ordine generale.

2. Macrofotografie dell’effrazione con vari orientamenti della luce.

3. Calco con silicone e catalizzatore.

STRUMENTO EFFRATTORE

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IDENTIFICAZIONE

L’identificazione si ottiene dopo aver accertato la corrispondenza dei caratteri generali e delle anomalie. È necessario, pertanto, eseguire ottime macrofotografie sul luogo del reato a complemento del calco in silicone.

Strumento Effrattore Prova sperimentale

eseguita in laboratorio

Ingrandimento del rilievo fotografico eseguito sul

luogo del reato

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Contrassegno lasciato su un sigillo in piombo da una pinza. Le frecce indicano la porzione della pinza riprodotta per pressione sul sigillo.

A A

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RILEVI DI ORDINE GENERALE

Si eseguono prima i rilievi fotografici di ordine generale dell’effrazione al fine di documentarne la posizione. Le stesse si eseguono procedendo

dal generale al particolare.

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MODALITÀ DI ESECUZIONE DI UNA MACROFOTOGRAFIA

Prima di procedere con il calco in silicone, necessario per ottenere l’identificazione dello strumento effrattore utilizzato, si esegue la

fotografia ravvicinata (MACRO), con riferimento metrico, avendo cura di

orientare la luce (ad esempio una torcia elettrica) in più direzioni (almeno tre).

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ESEMPIO DI MACROFOTOGRAFIA

Deve essere quanto più ravvicinata possibile. L’effrazione deve occupare l’intera fotografia.

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I materiali plastici per i rilievi delle impronte (presenti all’interno della valigia criminalistica IN DOTAZIONE) sono a base di silicone a due componenti: pasta o liquidi e catalizzatori per il successivo indurimento.

IL COMPLESSO IN DOTAZIONE COMPRENDE:

- nr. 1 barattolo di pasta+bottigline di catalizzatore;

- nr. 1 spatola;

- nr. 2 flaconi liquidi+bottiglina di catalizzatore;

- nr. 1 contagocce;

- nr. 1 flacone di liquido preparatore in spray;

- nr. 5 vaschette in alluminio;

- nr. 5 spatole in legno;

CALCO IN SILICONE