BILANCIO SOCIALE 2017 - caritasbergamo.it · umano e sociale del lavoro svolto. ... Minori...

120
Associazione Diakonia Onlus BILANCIO SOCIALE 2017

Transcript of BILANCIO SOCIALE 2017 - caritasbergamo.it · umano e sociale del lavoro svolto. ... Minori...

Associazione Diakonia Onlus

BILANCIO SOCIALE 2017

“Quanto sono grandi le tue opere Signore” È ogni giorno sorprendente vedere lo Spirito del Signore infondere nel cuore di tanti uomini e donne il desiderio di mettersi a servizio dei poveri, e ancor più sorprendente il Suo farsi incontro a volontari e operatori nel volto di chi fatica nella vita, al di là del colore della pelle, del paese di provenienza oppure della povertà urlata o sussurrata nel silenzio. Il Bilancio Sociale dell’Associazione Diakonia Onlus, braccio operativo della Caritas Diocesana Bergamasca, testimonia tutto questo nella ricchezza dei tanti servizi promossi per essere vicini ai poveri, ma soprattutto nei suoi operatori, nel consistente numero di volontari, di Parrocchie, di Enti e Istituzioni private e pubbliche coinvolte. La molteplicità e la complessità dei servizi raccontati, vuole far emergere il prezioso risvolto umano e sociale del lavoro svolto. Cifra di sintesi per l’anno 2017 è stata la Giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco nella settimana di San Martino, che la Caritas Diocesana tradizionalmente celebra insieme a tutte le Parrocchie della Diocesi. Il Papa ci invita a non parlare di povertà o di fenomeni sociali, di marginalità esclusione, ma a raccontare storie di poveri e soprattutto a metterci al servizio di tutte le persone, perché poveri e ricchi possano incontrarsi, conoscersi, riconoscendosi fratelli, dove gli uni hanno bisogno degli altri. E nell’incontro le differenze si superano, le paure si affievoliscono e i cuori si aprono al riconoscimento e alla condivisione. Vi rinvio, per approfondimento dei servizi e incontro con i poveri, alla lettura di questo testo, ma anche, previo accordo con la segreteria della Caritas Diocesana e i responsabili dei servizi, a venirci a trovare ed a condividere un po’ di tempo con noi. Da ultimo il GRAZIE a tutti coloro che quest’anno, ma anche negli anni precedenti, hanno reso possibile tutto questo.

Don Claudio Visconti

FARE

Caritas è la parte della Chiesa che promuove azioni a favore degli altri: poveri, bisognosi, emarginati. Fare è lasciare un Segno. Caritas nel suo fare quotidiano, si occupa anche di bisogni che ancora non hanno riferimenti, evidenziando marginalità che rischiano di attraversare, inascoltate, le maglie dei servizi sociali. Caritas opera anche nell'emergenza, cooperando con le Parrocchie e la società civile per intervenire là dove le necessità sono immediate. Il fare di Caritas vuole anche sostenere la progettazione del domani di chi vive solo nell'oggi, offrendo sostegno, presenza quotidiana e un aiuto concreto. I Servizi Segno promossi dalla Caritas rappresentano un segno tangibile del fatto che la carità è possibile anche nelle situazioni in cui l'emarginazione è più grave, e sono nello stesso tempo un segnale per le istituzioni e la società. È un fare “pedagogico”, cioè capace di richiamare continuamente la comunità ad essere più attenta e solidale anche verso i poveri. Quest'anno sono state coinvolte nelle opere segno promosse direttamente o sostenute dalla Caritas Diocesana, 285 Parrocchie della Diocesi, e circa ottanta Comuni, tra i quali in 66 sono state avviate collaborazioni su più di un servizio.

FARE > STRADA Centro pluriservizi Zàbulon 1. Presentazione del servizio Finalità: Dare risposta ad alcuni bisogni primari e offrire un punto di riferimento per costruire possibili relazioni di fiducia che favoriscano la costruzione di progetti di recupero sociale.

Il centro pluriservizi è attivo dal 1996, nasce come Opera Segno. Le persone accolte sono inviate dal CPAeC Diocesano, ove risiede il filtro di accesso (colloquio filtro). Gli invii sono giornalieri (emergenze) oppure per periodi più lunghi (progetto, tessera). Questi i servizi offerti: Servizio docce

• aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 10:30 • doccia + biancheria intima (nuova) + sapone/shampoo + rasoio • capacità di circa 15 erogazioni/die

Servizio abiti • aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 10:30 • abiti (la persona riceve quanto necessario dopo che la sua richiesta è filtrata da • un operatore) • capacità di circa 25 erogazioni/die

Servizio pacchi viveri • aperto 7/7, dalle 9:00 alle 12:30 • generi di prima necessità, la quantità erogata è proporzionale al numero di • beneficiari (componenti famigliari) Servizio mensa • aperto dal lunedì al domenica, dalle 11:30 alle 12:15 (pranzo) e dalle 18:30 alle

19:30 (cena) • primo + secondo + contorno + pane

• 23 posti a sedere, capacità di circa 45 erogazioni/turno2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Servizio docce Tipologia di persone 2017 2015 2008  Uomini Italiani 73 110 n.d  Donne Italiane 6 50 n.d  Uomini non italiani 324 500 n.d  Donne non italiane 36 135 n.d  TOT ITALIANI 79 (18%) 160 (20%) 102 (20%)  TOT NON ITALIANI 360 (82%) 635 (80%) 354 (80%)  TOT UOMINI 397 610 n.d  TOT DONNE 42 185 n.d  

TOTALE 439 795 456   Docce Erogate 2017 2015 2008  Uomini Italiani 311 326 n.d  Donne Italiane 12 66 n.d  Uomini non italiani 1.319 2.297 n.d  Donne non italiane 165 343 n.d  TOT ITALIANI 323 392 n.d  TOT NON ITALIANI 1.484 2.640 n.d  TOT UOMINI 1.630 2.623 n.d  TOT DONNE 177 409 n.d  

TOTALE 1.807 3.032 1.893  

• In media le persone che fruiscono del servizio docce non hanno fissa dimora e non risiedono in alcun servizio di prima accoglienza

• Nell’anno 2017 vi è stata una diminuzione significativa del numero di donne incontrate (143 donne in meno in due anni)

• Vi è stata una diminuzione relativa anche del numero di italiani/e aiutati (per italiani risorse “progettuali” migliori?).

• In generale vi è stata una diminuzione del numero persone totale delle incontrate e delle erogazioni

Servizio abiti Tipologia di persone 2017 2015 2008  Uomini Italiani 96 127 n.d  Donne Italiane 15 59 n.d  Uomini non italiani 340 529 n.d  Donne non italiane 40 148 n.d  

TOT ITALIANI 111 (23%) 186 (22%) n.d  TOT NON ITALIANI 380 (77%) 677 (78%) n.d  TOT UOMINI 436 656 n.d  TOT DONNE 55 207 n.d  

TOTALE 491 863 n.d   Indumenti distr ibuit i 2017 2015 2008  Uomini Italiani 357 440 n.d  Donne Italiane 38 108 n.d  Uomini non italiani 1.303 3.161 n.d  Donne non italiane 184 415 n.d  TOT ITALIANI 357 548 n.d  TOT NON ITALIANI 1.393 3.576 n.d  TOT UOMINI 1.660 3.601 n.d  TOT DONNE 222 523 n.d  

TOTALE 1.882 4.124 n.d  

• Le persone che fruiscono del servizio di distribuzione abiti sono senza dimora che non risiedono in alcun servizio di prima accoglienza oppure persone accolte in altri servizi Caritas (dormitorio maschile Galgario, dormitorietto maschile Zarepta, dormitorietto femminile Beato Luigi Palazzolo, …) e non.

• Anche per quanto riguarda questo servizio vi è stata una diminuzione generale della quantità di erogazioni e delle persone totali.

Servizio pacchi viveri Tipologia di persone 2017 2015 2008  Uomini Italiani 30 24 n.d  Donne Italiane 10 24 n.d  Uomini non italiani 6 26 n.d  Donne non italiane 21 36 n.d  TOT ITALIANI 40 (60%) 48 (44%) n.d  TOT NON ITALIANI 27 (40%) 62 (56 %) n.d  TOT UOMINI 36 50 n.d  TOT DONNE 31 60 n.d  

TOTALE 67 110 n.d   Borse viveri distr ibuite 2017 2015 2008  Uomini Italiani 79 80 n.d  Donne Italiane 25 106 n.d  Uomini non italiani 14 52 n.d  

Donne non italiane 53 82 n.d  TOT ITALIANI 97 186 n.d  TOT NON ITALIANI 63 134 n.d  TOT UOMINI 93 132 n.d  TOT DONNE 78 188 n.d  

TOTALE 171 320 n.d  

• In questo servizio vi è stato un piccolo aumento di uomini italiani aiutati, a fronte di una significa diminuzione di uomini stranieri.

Servizio Pasti (pranzo + cena) Tipologia di persone 2017 2015 2008  Uomini Italiani 110 101 n.d  Donne Italiane 23 16 n.d  Uomini non italiani 212 254 n.d  Donne non italiane 42 22 n.d  TOT ITALIANI 133 (34%) 117 (30%) 85 (32%)  TOT NON ITALIANI 254 (66%) 276 (70%) 180 (68%)  TOT UOMINI 322 355 n.d  TOT DONNE 65 38 n.d  

TOTALE 387 393 265   Pasti erogati 2017 2015 2008  Uomini Italiani 4.712 4.290 n.d  Donne Italiane 1.182 151 n.d  Uomini non italiani 6.382 9.789 n.d  Donne non italiane 1.333 380 n.d  TOT ITALIANI 5.894 4.441 n.d  TOT NON ITALIANI 7.715 10.169 n.d  TOT UOMINI 11.094 14.079 n.d  TOT DONNE 2.515 531 n.d  

TOTALE 13.609 14.610 n.d   3. La novità di quest’anno rispetto al servizio Servizio docce/Abiti La riorganizzazione del servizio doccia/abiti realizzata a partire da novembre 2016 (vedi bilancio 2016), ha portato sia alcuni vantaggi sia alcuni svantaggi che sono emersi nel corso dell’anno 2017. I vantaggi hanno riguardato la qualità del lavoro effettuato con le persone: il tempo a disposizione per ogni colloquio filtro è maggiore, per cui viene fatta una valutazione più approfondita delle esigenze di ciascuno e il colloquio dà anche la possibilità agli operatori di indirizzare le persone verso altri servizi più specifici rispetto alle necessità del momento. Gli

operatori del CPAeC hanno inoltre più tempo a disposizione per seguire meglio le “progettualità possibili”. Questo cambiamento tuttavia ha portato anche lo svantaggio di non riuscire a effettuare progettualità efficaci con le persone “croniche” poiché operatori diversi incontrano persone diverse le quali che non hanno una territorialità di riferimento. Servizio pacchi viveri L’erogazione di pacchi viveri si è ridotta drasticamente per effetto della riorganizzazione avvenuta anche in questo servizio. Si è scelto di orientare le persone ai servizi del proprio territorio di riferimento, per cui si rivolgono a questo servizio solo coloro che per qualche motivo non possono agganciarsi al territorio o che hanno un’emergenza. I viveri distribuiti con cadenza mensile provengono dalla Comunità Economica Europea (programma FEAD) e delle donazioni fatte da alcune Parrocchie (in particolare la Comunità Cristiana di San Fermo in Bergamo). Servizio Pasti (pranzo + cena) Nel corso del 2017 sono stati erogati 1.000 pasti in meno rispetto al 2015. Poiché in città sono attive almeno 4 mense (il “Pasto Caldo” presso stazione autolinee gestita da don Fausto Resmini con il servizio Esodo, la mensa “Opera Padre Alberto Beretta” per i poveri dei Frati Minori Cappuccini di Bergamo, la mensa presso il Patronato San Vincenzo in Via Gavazzeni e il Nuovo Albergo Popolare), Caritas ha deciso di dedicare il proprio servizio a persone che hanno intrapreso un percorso importante con il CPAeC Diocesano. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia 2017 2015 2008  Parrocchie 0 0 n.d  Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS

0 0 n.d  

Rete dei serviz i Caritas

0 0 n.d  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

34 volontari (di cui 8 impegnati in più servizi)

35 Lavori di Pubblica utilità (inserite in seguito a

convenzione tra Caritas e Tribunale di Bergamo/

U.E.P.E.) 2 Servizio Civile Volontario

Per periodi brevi il servizio ha beneficiato di giovani/ragazzi studenti di scuole secondarie

(alternanza scuola-lavoro, progetto #GiudizioSospeso…)

28 volontari (di cui 5 impegnati in più servizio)

36 Lavori di pubblica utilità (inserite in seguito a

convenzione tra Caritas e Tribunale di Bergamo/

U.E.P.E.) 2 Servizio Civile Volontario

(da Set 2015 a Set 2016)

n.d  

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Nell’anno 2017 il servizio ha beneficiato della presenza di molti giovani ragazzi e ragazze (un’età compresa tra i 16 e i 35 anni):

• >12 impegnati in mensa la sera; • 1 impegnata nel periodo estivo; • >10 inseriti in alternanza scuola lavoro presso docce/abiti e mensa diurna; • >10 alcuni inseriti grazie al progetto #GiudizioSospeso presso docce/abiti e mensa

diurna; • 2 volontari in servizio civile; • 3 inserimenti da seminario vescovile; • 20 giovani inseriti in percorsi di lavoro di pubblica utilità (alcuni di loro hanno deciso a

fine servizio di proseguire la permanenza come veri e propri volontari). I giovani presenti hanno dimostrato di essere capaci nel loro servizio: è stato molto apprezzato il loro discreto senso critico e la loro voglia di “mettersi in gioco” nelle situazioni più disparate. Le persone aiutate hanno apprezzato la presenza di volontari giovani i quali hanno saputo instaurare relazioni positive. É molto importante la presenza di un operatore/educatore che aiuti i volontari a comprendere meglio valori e scelte del servizio e insegni al volontario il miglior atteggiamento da tenere con le persone bisognose.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Il servizio eroga dietro filtro (CPAeC Diocesano). La tipologia di persone è abbastanza consolidata rispetto agli anni precedenti. Si tratta infatti di: • italiani senza fissa dimora: disagio non sempre “definibile”, spesso si presentano con più problemi

(psichico, dipendenza, salute). Non si incontra il “puro” disoccupato; • stranieri senza fissa dimora di lunga permanenza: disoccupati, spesso irregolari. Alcuni di loro

hanno problemi psichici accompagnate spesso da problemi di dipendenza; • stranieri “nuovi” (richiedenti asilo, rifugiati): in attesa di riconoscimento oppure riconosciuti ma

disoccupati. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza: • numero elevato di volontari, giovani e meno giovani; • punto di osservazione “alternativo”: è importante per il CPAeC Diocesano disporre di

maggiori punti di osservazione delle persone seguite. Punti di debolezza: • l’attività del centro è intrinsecamente collegata all’attività del CPAeC Diocesano in

quanto suo strumento operativo. Del tutto assente è il coinvolgimento della comunità cristiana, soprattutto delle Parrocchie della città.

Costi sostenuti: 151.080 € Contributi e proventi: 151.080 €

Terre di mezzo

1. Presentazione del servizio Il Progetto “Terre di Mezzo” nasce a settembre 2012 dalla volontà della Caritas e della rete dei Servizi territoriali di Bergamo di affiancare l’intervento messo in atto dall’azienda Trenord e finalizzato ad evitare che persone in condizione di marginalità occupassero, nelle ore notturne, le carrozze dei treni per trovare un riparo. Il servizio è strutturato come Unità di Strada ed è composto da figure educative che lavorano nei luoghi della città dove sono presenti persone in situazioni di marginalità. L'intervento è orientato a costruire un primo contatto con le persone senza fissa dimora, cui viene data la possibilità di un accompagnamento presso uno dei dormitori della città. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

2017 2015  

Uomini 460 470  Donne 46 38  

Ital iani 120 118  Stranieri 386 390  

TOTALE 506 508  

Sono due i dormitori presso cui sono state accompagnate le persone, “Galgario” per i maschi e “Palazzolo” per le femmine. A questi si aggiunge anche un appartamento messo a disposizione dalla Parrocchia Santa Croce in Malpensata di Bergamo. Complessivamente le persone avvicinate nell’anno 2017 hanno usufruito dei dormitori per un totale di 3.924 notti fruite. Le persone avvicinate, se non già conosciute, sono anche orientate ai servizi di riferimento a seconda delle esigenze: la quasi totalità viene orientata al Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento Diocesano per colloqui di approfondimento; gli stranieri sono orientati al servizio migrazioni del Comune di Bergamo o al CIR, per una verifica della loro situazione legale e dei documenti in loro possesso. Le persone incontrate provengono da 44 paesi diversi: il 33% sono del Marocco, il 24% italiani il 7% Romeni.

In media dodici persone ogni notte sono accompagnate in uno dei dormitori coinvolti (nella quasi totalità si tratta di uomini). Ogni persona in media nell’anno 2017 ha usufruito del servizio per otto giorni (contro i tre dell’anno 2016).

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Sono in lieve aumento le richieste di accoglienza da parte di persone richiedenti asilo politico. Molti di questi hanno abbandonato o concluso l’accoglienza nelle strutture di protezione e provengono anche da altre zone d’Italia. Le nazionalità di provenienza sono soprattutto Senegal, Nigeria, Somalia, India, Costa d’Avorio. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2016 2015  

Parrocchie

1 1 1  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

1 1 1  

Rete dei servizi Caritas

CPAeC Diocesano,

Punto Sosta, centro

pluriservizi Zabulon

CPAeC Diocesano, Punto Sosta,

centro pluriservizi Zabulon

CPAeC Diocesano, Punto Sosta,

centro pluriservizi Zabulon  

Coinvolgimento dei Volontari

(quanti sono, cosa fanno, ecc.)

2 volontari a chiamata in

affiancamento agli operatori

2 volontarie 1 volta alla settimana

2 volontarie 1 volta alla settimana  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Il Comune con cui si collabora è quello di Bergamo, mentre stretta è la collaborazione con la Parrocchia S. Croce (Malpensata) che durante l’inverno da alcuni anni ospita persone provenienti dal servizio Terre di Mezzo dando la disponibilità di 5 posti letto. Quest’anno la Parrocchia nell’anno 2017 ha ospitato complessivamente 62 persone. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Il servizio per caratteristiche e utenza non è facilmente proponibile a ragazzi e giovani. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Risultano in aumento le persone disoccupate e i richiedenti asilo che sono stati diniegati oppure che hanno terminato il percorso di accoglienza e protezione, provenienti sia dalla Provincia di Bergamo che da altre città. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza Uno dei punti di forza è la collaborazione con il CPAeC Diocesano e gli altri servizi del territorio. Le persone incontrate in strada sono orientate ai servizi di riferimento presenti sul territorio. La maggior parte delle persone accompagnate nell’anno 2017 dal servizio Terre di Mezzo presso i dormitori in emergenza notturna sono nella quasi totalità già conosciute. Si cerca di favorire un loro ritorno al CPAeC Diocesano per un ulteriore colloquio di approfondimento della loro situazione.

8. Punti di debolezza Punto di debolezza è la costatazione che è in aumento il numero di notti che in media ogni persona avvicinata ha avuto a disposizione rispetto all’anno 2016. Trattandosi di persone nella maggior parte dei casi già conosciute, si dovrà cercare di capire cosa spinge loro a non fare la scelta di usufruire del servizio dormitorio direttamente, senza restare in modo improprio, durante la notte, in luoghi all’interno della stazione. Costi sostenuti: 46.908 € Contributi e proventi: 46.908 €

Centro diurno per persone senza dimora “Punto sosta” 1. Presentazione del servizio Il servizio, nato alla fine dell’anno 2008, vuole offrire uno spazio diurno che sappia essere un luogo alternativo alla strada, al fine di contribuire a ricreare relazioni di vicinanza tra gli operatori e le altre persone accolte, per motivare al cambiamento e operare una rottura con i legami e i ritmi della "strada". 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Dai dati rilevati emerge che il numero delle persone ospitate, sia italiane che di nazionalità straniera, è leggermente diminuito rispetto ai due anni precedenti. Anche il numero di presenze si è ridotto: dalle 6.410 presenze totali del 2016 siamo passati alle 6.187 presenze totali del 2017, con una presenza media giornaliera di circa 27 persone (erano 29,5 nel 2016).

Persone accolte

2017 2015 2011  

Persone italiane 76 85 65  Persone straniere 192 208 200  TOTALE 268 293 265  

Il numero di donne è ulteriormente diminuito rispetto agli anni precedenti (siamo attorno al 4% nell’anno 2017), mentre nel secondo semestre del 2017, vi è stato un aumento delle presenze di persone originarie dell’Africa Sub-sahariana che si ritrovavano in strada dopo aver terminato o abbandonato l’accoglienza nelle strutture adibite ai richiedenti asilo politico. Il Punto Sosta è un servizio in cui le persone vengono accolte dagli operatori in un luogo “informale”, in cui possono ristorarsi bevendo qualcosa di caldo, avere accesso ad internet per compilare il curriculum vitae (con l’aiuto di un operatore) o al telefono per cercare lavoro, contattare la famiglia oppure il medico o l’avvocato di riferimento. Viene anche offerta la possibilità di usufruire di una lavatrice e di un locale dove far asciugare gli abiti: settimanalmente vengono programmati 15 cicli di lavaggio. Nel 2017 ne hanno usufruito 493 volte persone straniere e 116 volte italiani. Gli operatori promuovono anche momenti di ascolto personale delle singole persone oltre ad un coinvolgimento nella pulizia e nella cura dello spazio. A qualcuno è stato anche proposto di aiutare nella tinteggiatura e manutenzione dei tavoli, favorendone la responsabilizzazione e la qualità relazione con gli operatori e con gli altri ospiti. 3. La novità di quest’anno rispetto al servizio Nell’ultimo anno è aumentato il numero di giovani richiedenti asilo provenienti dall’Africa sub-sahariana. La quasi totalità è senza un permesso di soggiorno ed è uscita dal circuito di accoglienza dedicato. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Il centro diurno Punto Sosta fa parte dei servizi dedicati alla bassa soglia della Caritas Diocesana Bergamasca e collabora principalmente con il CPAeC Diocesano, cui vengono inviate persone che necessitano di valutazioni più approfondite per eventuali prese in carico. Inoltre gli operatori del Punto Sosta attualmente coincidono con gli stessi operatori che lavorano nel servizio Terre di Mezzo: tale particolarità consente di avere una panoramica più estesa del fenomeno della marginalità percepita sia in uno spazio strutturato come il Punto Sosta e sia in una modalità meno strutturata come è l’esperienza di strada. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Un giovane in servizio civile è presente al Punto Sosta tre pomeriggi a settimana. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a

partire dal servizio Il servizio negli anni ha visto un cambiamento della tipologia di persone che lo frequentano. Dalla quasi totalità di ospiti in situazione di grave marginalità, tossicodipendenti o

alcoldipendenti si è passati a persone di diverse nazionalità che hanno in comune il problema della disoccupazione, della precarietà lavorativa e della mancanza di alloggio. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza

• Un punto di forza è dato dalla continuità tra il servizio pomeridiano Punto Sosta e il servizio Terre di Mezzo. Questo è favorito anche dalla presenza degli stessi operatori in entrambi i servizi

• Il Punto Sosta si è definito negli anni come luogo alternativo alla strada che ha raccolto un'utenza soprattutto maschile. Le donne, pur essendo una minoranza in strada, non hanno uno spazio simile e non ritrovano nel Punto Sosta un luogo un luogo cui far riferimento.

Punti debolezza

• Il Punto Sosta va ripensato, in quanto le persone ospitate sono emarginate a causa del lavoro e non esclusivamente a causa delle dipendenze.

• Per gli ospiti disoccupati, si necessitano strumenti più specifici (lavoretti retribuiti in voucher,…) che vadano oltre la semplice stesura del curriculum e la logica dei servizi di bassa soglia dentro cui è nato questo servizio.

• Al Punto Sosta manca uno spazio più ampio e un tempo alternativo in cui poter sperimentare con le persone altre forme di coinvolgimento, soprattutto per chi difficilmente riuscirà a reinserirsi nel mondo lavorativo.

Costi sostenuti: 28.084 € Contributi e proventi: 28.084 €

Dormitorio maschile Galgario Partner: Cooperativa il Pugno Aperto, Cooperativa Ruah 1. Presentazione del servizio: Il dormitorio “Galgario” vuole garantire l’accoglienza notturna di uomini senza fissa dimora È strutturato in due differenti tipologie sia di accoglienza che di servizi erogati • Galgario 1 (G1) É un servizio a bassa soglia con 34 posti letto per italiani e stranieri regolari

e/o irregolari. Gli inserimenti sono definiti dal CPAeC Diocesano. Alle persone interessate non viene chiesta nessuna disponibilità ad un eventuale percorso di recupero sociale. Successivamente, se la persona è disponibile, si può iniziare una specifica progettualità.

• Galgario 2 (G2) Ha la disponibilità di 20 posti letto e accoglie in gran parte persone richiedenti asilo politico o con permesso umanitario, spesso da poco arrivate in Italia. Si

tratta di persone senza disagi specifici se non la mancanza di alloggio e la difficoltà nella comprensione della lingua. Per ottimizzare il lavoro di rete, l’attività di filtro e invio per questo dormitorio è svolta dal Servizio Migrazioni del Comune di Bergamo.

A fianco di questi due dormitori esistono alcune stanze che accolgono fino a un massimo di 4 persone in situazione di emergenza (arrivano alla sera direttamente al dormitorio) oppure 6 posti per il servizio Terre di Mezzo. In situazioni di emergenza per il freddo, i posti letto complessivi sono aumentati per accogliere fino a 90 persone. A partire dal mese di marzo 2017 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio che porteranno alla creazione di un centro di servizi polivalente a favore delle persone senza dimora, centro che avrà nel dormitorio ovviamente un punto di riferimento essenziale. Si è cercato di garantire la stessa capienza di posti letto, restringendo solo i posti messi a disposizione per situazioni di emergenza. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2016 2015 2010  

Italiani 138 131 149 154  Stranieri 516 680 563 446  TOTALE 654 811 712 600  

Il dormitorio ha ospitato uomini per un totale di 16.721 notti. In realtà 458 persone hanno usufruito del dormitorio solo per un massimo di tre giorni: sono cioè persone, quasi sempre straniere, di passaggio. Sono persone che risultano accolte in situazione di emergenza o perché si rivolgono direttamente di notte alla struttura oppure perché accompagnati dagli operatori di Terre di Mezzo. Complessivamente 3.317 sono state le notti di accoglienza degli ospiti in situazione di emergenza (numero in aumento rispetto all’anno 2016). In altri termini 455 persone (di cui 101 italiani) hanno usufruito di questa opportunità, in numero limitato visto i lavori di ristrutturazione solo per le situazione di emergenza e molto spesso usando il servizio Terre di Mezzo. Si sottolinea come 198 persone abbiano avuto il primo contatto con la Caritas e quindi il dormitorio Galgario, tramite esclusivamente il servizio Terre di Mezzo. Nel periodo invernale, a seconda della situazione meteorologica nel dormitorio si aumentano i posti letto, fino ad un massimo di novanta posti messi a disposizione per far fronte al bisogno In entrambi i dormitori circa il 60% delle persone straniere ospitate proviene dal continente africano. In particolare sono 180 le persone accolte provenienti dal Marocco (par al 35% del totale), circa 45 dal Senegal (l’8% del totale), 36 dalla Nigeria (il 7% del totale) e a seguire Pakistan, Tunisia e Costa d’Avorio. Complessivamente sono 31 le nazionalità di provenienza degli ospiti al Galgario.

Totale notti  

2017 2016 2015 2013 2012 2010  Notti 16.721 20.192 20.109 18.351 19.903 16.222  Ospiti 654 811 712 683 753 600  Media presenze giornaliere1

45,8 55,3 55,1 49,2 54,5 44,4  

Media notti per ogni ospite

25,6 25 28,2 26,9 26,4 27,0  

Vi è uno stretto legame tra il servizio dormitorio Galgario e la rete dei servizi Caritas e/o del territorio. Gli ospiti accolti nel dormitorio Galgario 1 sono inseriti tramite il CPAeC Diocesano. Gli ospiti del Galgario 2 sono inseriti tramite il Servizio Migrazioni del Comune di Bergamo. Gli ospiti accolti in emergenza sono inseriti tramite il servizio Terre di Mezzo o Esodo, operanti nell’ambito della stazione di Bergamo e zone limitrofe. All’interno del dormitorio operano gli operatori della cooperativa “il pugno aperto” e/o della Cooperativa Ruah. Sono operanti anche alcuni volontari. Non esiste un rapporto diretto tra dormitorio e Parrocchie e/o Comuni di residenza degli ospiti: è sempre un rapporto mediato dal CPAeC Diocesano e/o dal servizio Migrazioni del Comune di Bergamo. 5. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Nel corso degli ultimi anni accedono al servizio una pluralità di persone con problematiche molto diverse tra loro. A fianco di situazioni di emarginazione grave (che restano agganciati al dormitorio anche per un periodo superiore ai trecento giorni annui), vi sono persone che usano il dormitorio come luogo di passaggio. Di solito che è ospitato nel dormitorio Galgario ha alle spalle una pluralità di patologie sia di carattere socio-sanitario che sociale. Le stesse situazioni di precarietà lavorativa e/o di altre problematiche, quali la ludopatia, o di separazione familiare, non sono mai disgiunte da situazioni di forte fragilità personale degli ospiti. 6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Il dormitorio ha una sua flessibilità che permette di adattare il servizio alle esigenze del momento. Come già accennato nell’anno 2017 sono iniziati i lavori di ristrutturazione del dormitorio Galgario, che dovrebbero terminare nella seconda metà dell’anno 2018. Il dormitorio è

                                                                                                                         1   �  Il  dato  viene  calcolato  sommando  le  presenze  ordinarie,  le  presenze  in  emergenza  e  con  il  servizio  terre  di  mezzo  

destinato a diventare non solo luogo notturno ma anche come centro servizi a disposizione delle persone senza dimora. Costi sostenuti: 211.718 € Contributi e proventi: 211.718€

Dormitorietto maschile Zarepta

1. Presentazione del servizio Finalità: Il progetto cerca di garantire l’accoglienza notturna offrendo la possibilità di trovare un “luogo” di ascolto, di pronta accoglienza e di socializzazione per avviare possibili progetti di recupero sociale. Il dormitorietto è attivo dal 13 settembre 1999, nasce come Opera Segno e come risposta delle Parrocchie della città (vicariato SUD-OVEST) a bisogni allora emergenti. Le persone accolte sono inviate dal CPAeC Diocesano. Importante è il lavoro di collegamento tra le persone e i Servizi Sociali dei diversi enti coinvolti. Normalmente infatti gli inserimenti sono effettuati dietro richiesta/presa in carico da parte di Servizi Sociali. Gli inserimenti sono per più giorni/mesi. I servizi offerti sono: • Alloggio notturno aperto 7/7, dalle 20:30 alle 7:30 • Doccia + Guardaroba • Può ospitare fino a 8 persone • 1 operatore coordinatore e gestione a carico dei volontari (1/2 presenti ogni notte)

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Persone accolte 2017 2015 2008  

Uomini italiani 12 9 11  Uomini non italiani 9 9 10   di cui Rifugiati/richiedenti asilo 4 2 1  TOTALE 21 18 19  

Erogazioni 2017 2015 2008  

Permanenza media (giorni) 92 120 87  Notti usufruite 1.939 2.159 1.828  Media presenze giornaliere 5,31 5,52 4,99  

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Grazie al puntuale lavoro fatto dagli operatori del CPAeC Diocesano molte persone accolte erano inserite con il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche. Meno deciso è il coinvolgimento delle comunità cristiane di provenienza. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Realtà coinvolte 2017 2015 2008  

Parrocchie 0 0 n.d.  Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS 8 n.d. n.d.  Rete dei servizi Caritas 0 0 n.d.  Volontari 29 volontari 30 volontari

1 lavori di pubblica utilità

n.d.  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Pur essendo nato dal desiderio di alcune Parrocchie di Bergamo città, il servizio non beneficia più del loro contributo e coinvolgimento. Importante è invece il contributo dei Comuni: quando possibile, gli operatori del CPAeC coinvolgono i Servizi Sociali dei comuni di residenza degli ospiti (presa in carico, pagamento retta). 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto All’interno dei 29 volontari attivi, 8 sono giovani. La difficoltà che ormai si nota da parecchi anni è sicuramente l’incertezza che caratterizza la vita delle nuove generazioni. Se nel passato il lavoro era sicuro e stabile, oggi è invece assai incerto, mal pagato e più precario, con sempre più pesanti effetti sociali e persino conseguenze sulla nostra stabilità democratica. Per questo motivo i giovani (studenti universitari, neo lavoratori, …), che iniziano con entusiasmo il servizio di volontariato, non riescono a garantire la costanza che vorrebbero e spesso sono costretti a sospendere il loro servizio.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Al servizio accedono persone che rientrano in queste categorie:

• Italiani senza dimora: sono nella maggior parte dei casi disoccupati a causa di altri problemi (psichici, dipendenze, salute, famigliari).

• Stranieri senza fissa dimora di lunga permanenza: disoccupati o con occupazioni temporanee, qualcuno con problemi di salute.

• Stranieri “nuovi” (richiedenti asilo, rifugiati): in attesa di riconoscimento.

• Emerge in modo sempre più evidente la presenza di persone che soffrono di dipendenza da gioco d‘azzardo: è una dipendenza subdola perché presenta sintomi non facili da individuare.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza:

• Il servizio è gestito da volontari, sono un importante valore aggiunto per la persona ospitata in quanto “non professionisti” quindi più adatti a relazioni “disinteressate”.

• Struttura piccola: clima familiare. • È un servizio che “funziona”: molte sono le progettualità che si sono concluse con

esito positivo. Nell’anno 2017 su quattordici persone accolte, ben dodici hanno chiuso positivamente il loro percorso.

Costi sostenuti: 15.054 € Contributi e proventi: 15.054 €

Dormitorietto femminile Beato Luigi Palazzolo Servizio dell’Istituto Suore delle Poverelle (Istituto Luigi Palazzolo) in collaborazione con Associazione Diakonia Onlus 1. Presentazione del servizio E’ rivolto a donne con problemi di grave marginalità. Si pone l’obiettivo di offrire loro la possibilità di trovare un luogo informale di ascolto e pronta accoglienza. Nel contempo cerca di dare la possibilità di ricostruire relazioni serene e positive con loro in modo da permettere l’inizio di progetti concreti di aiuto. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2016 2015  

italiane 18 12 25  straniere 31 24 33  Totale 49 36 58   La maggior parte delle 49 persone sono state inserite tramite il CPAeC Diocesano. Si conferma anche per il 2017 il dato legato alle patologie psichiatriche (non tutte certificate) e alla rilevazione, certificata dal servizio specialistico, di donne con un basso q.i. Alcune situazioni di donne nigeriane, accolte come richiedenti asilo, hanno poi rivelato essere legate alla problematica della tratta. La media di utilizzo del dormitorio è di 42 giorni per persona accolta, senza significative differenze tra italiane e straniere, per un totale di 2.060 notti fruite.

Le donne straniere provengono da 12 paesi differenti: 2 dalla Bielorussia, 2 dalla Bolivia, 1 dal Brasile, 1 dall’Ecuador, 3 dal Marocco, 5 dalla Nigeria, 4 dalla Romania, 4 dalla Slovacchia, 1 dalla Tunisia, 1 dalla Turchia, 1 dalla Gran Bretagna, 6 dall’Ucraina. 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Nel corso del 2017 le donne che hanno usufruito del servizio avevano disagi dovuti a dipendenze, alla mancanza di lavoro e l’assenza di una rete familiare o amicale su cui appoggiarsi. Diverse di loro soffrono di disagi psichici: in questi casi si portano dietro spesso anche progettualità pregresse fallite e la difficoltà di dover, per l’ennesima volta, ripartire con percorsi che le vedono già poco motivate. Tutte queste donne, con le loro particolarità, hanno mostrato in modo marcato, dopo un iniziale lasso di tempo, il bisogno di essere ascoltate, di sentirsi considerate come persone e non come “utenti”, al di fuori dello schema colloquio. Le difficoltà maggiori si sono riscontrate quando le ospiti sono state accolte per molto tempo in una struttura solo notturna con la fatica di affrontare le giornate quotidiane in mancanza o alla ricerca di un lavoro o in attesa di un progetto, o per coloro che hanno passato la maggior parte della giornata in strada con mancanza di impegni e di interessi. Dormitorio quindi non più inteso come solo posto per dormire e per farsi la doccia , ma un posto dove poter essere accolte ed ascoltate, luogo per “sentirsi come a casa”. Con un turn over variegato di volontarie le ospiti hanno anche conosciuto donne come loro di diverse età, interessi, passioni, impegni di vita, con le quali confrontarsi per ripensare alla propria vita e riprogettare il futuro. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Il CPAeC Diocesano ha collaborato con alcuni CPAeC parrocchiali nell’inserimento di alcune donne presso il dormitorietto e dove possibile anche con i Comuni (in prevalenza quello di Bergamo) e la rete dei servizi cittadini. 5. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni scorgere a partire dal servizio Nel corso del 2017 il centro di ascolto Diocesano ha rilevato un aumento di donne con problemi psichiatrici non seguite da nessun servizio e di difficile cura / gestione. Vi sono state inoltre alcune situazioni legate alla tratta presentatesi come richiedenti asilo. In generale si note un aumento dei tempi di permanenza nel dormitorietto a causa della doppia difficoltà sia delle donne di compiere passi verso l’autonomizzazione sia nella carenza di servizi a sostegno delle diverse problematiche.

6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza L’impegno continuo delle volontarie, che ha visto anche l’innesto di nuove giovani volontarie grazie all’ufficio volontariato Caritas. Vi è un continuo scambio di informazioni tra volontarie e CPAeC Diocesano. Le donne che decidono di farsi accogliere nel dormitorio, hanno una forte volontà di “ripartire” nonostante la pochezza di risorse personali e dei servizi “ufficiali”. Questi due limiti spiegano anche in parte i tempi più lunghi di accoglienza e quindi il minor numero complessivo di donne ospitate. Punti di debolezza

• Maggiore coinvolgimento delle Parrocchie di appartenenza delle ospiti. • Ipotizzare nuovi percorsi/risorse con i servizi sociali per dare migliore risposta alle

situazioni di “cronicità” femminile. A tal proposito si dovrebbe approfondire il tema di creare un centro diurno femminile nella zona di Bergamo città che vada ad integrare l’attività del servizio “Il mantello”.

• Individuazione di una educatrice di riferimento per due / tre volte la settimana, anche solo nelle due ore di accoglienza, per dare sostegno alle volontarie in turno e fare da riferimento “visibile” del CPAeC Diocesano nei confronti delle ospiti.

• Individuazione di nuovi posti letto e nel contempo di risorse alloggiative intermedie. Costi sostenuti: 19.157 € Contributi e proventi: 19.157 €

Comunità di pronto intervento Martinella Servizio dell’Associazione Micaela Onlus in collaborazione con Associazione Diakonia Onlus Presentazione del servizio La Comunità Martinella appartiene all’Associazione Micaela Onlus2. A partire dal 2003 la “Martinella” si è strutturata come pronto intervento per le donne vittime della tratta. Gli obiettivi principali sono la protezione, l’accoglienza e l’orientamento ad un progetto di vita personale (rimpatrio, ricongiungimento familiare, percorso di integrazione sociale art. 18 DL. 286/98).                                                                                                                          2   �  Opera nel rispetto della pedagogia di Santa Micaela, fondatrice dell’Istituto delle Suore Adoratrici Ancelle del Santissimo Sacramento e della Carità. I principi fondanti sono la ricerca di percorsi di giustizia, l’attenzione agli ultimi ed in particolare alle donne in grave emarginazione, il rispetto delle culture e la costruzione di reti di lavoro e collaborazione.  

Persone accolte/incontrate/coinvolte

T ipologia 2017 2015 2008  Donne 12 27 30  

Minorenni 3 3 4  TOTALE 15 30 34  

Nell’anno 2017 il numero delle donne inserite nella comunità Martinella è diminuito. Per motivi legati alla Congregazione religiosa si è attuata una revisione dei progetti che ha richiesto un rallentamento nelle accoglienze soprattutto nel periodo estivo, durante il quale due suore Adoratrici sono ritornate nella comunità Martinella di Torre Boldone, dopo un periodo di assenza durato quasi tre anni. La provenienza delle donne accolte nella comunità di pronto intervento sono dalla Nigeria (11 di cui una minorenne), Eritrea (di cui due minorenni) e Algeria. Età delle donne ospiti 2017

Età 2017 2016  Minorenni 0-14 2 0  Minorenni 15-17 1 4  

18 - 20 3 5  21 - 25 8 9  26 - 30 1 2  31 - 35 1  

TOTALE 15 21  

Complessivamente le 15 donne sono state ospitate per un totale di 621 giorni, una media di 41 giorni a persona (nel 2016 la media era di quaranta giorni a persona). In realtà le donne della Eritrea e Algeria sono state presenti solo per un totale di 13 giorni. La media per le donne provenienti dalla Nigeria sale allora a 55 giorni. Otto delle dodici donne maggiorenni, durante la loro permanenza, hanno fatto la scelta di denunciare all’ autorità giudiziaria i loro sfruttatori (erano stato otto su ventuno nell’anno 2016). Conclusione progetto 2017

2017 2016  Inserimento in altre comunità 6 7  Inserimento Comunità Kairos 2 6  

SPRAR 0 0  Ricongiungimento familiare 0 0  

Ritorno in patria 1 2  Allontanamento volontario 1 4  

Allontanamento per motivi disciplinari 0 1  Altro 3

ANCORA IN COMUNITA’ 2 1  TOTALE 15 21  

Risorse umane

Nella comunità Martinella è presente una religiosa in qualità di responsabile della struttura, un’educatrice professionale a tempo pieno e una educatrice professionale part-time. Sono inoltre attivi 20 volontari che offrono il loro servizio in diverse attività (alfabetizzazione, laboratori manuali, attività di socializzazione, di cucina, manutenzione degli ambienti, ecc.). Attività

• Interventi educativi. Si effettuano colloqui con le donne per raccogliere gli elementi del percorso migratorio e aiutare ciascuna a definire un progetto futuro che potrebbe prevedere la permanenza sul territorio italiano o il rientro nel paese di origine; • interventi di carattere medico sanitario; • interventi di carattere legale; • corso di alfabetizzazione e laboratori manuali; • attività socializzanti e ricreative; • ricerca di strutture di prima accoglienza; • attivazione di rimpatri assistiti e non assistiti; • attività di sensibilizzazione; • colloqui esterni con donne o con altri enti ed operatori.

Rete

• le Forze dell’Ordine; l’ASL, gli ospedali e i consultori per accertamenti sanitari; • i Servizi Sociali dei Comuni, i Tribunali per i minorenni; • i Servizi di Unità Mobile di Strada; • le Cooperative e le Associazioni attive nel settore dell’immigrazione, a livello regionale

e nazionale; • l’ambulatorio Oikos onlus; • la Caritas Diocesana Bergamasca; • il Coordinamento Regionale Tratta della Caritas Ambrosiana; • il CNCA- Coordinamento Nazionale della Comunità di Accoglienza – Gruppo tematico

ad hoc “Prostituzione e tratta”. • l’O.I.M. (Organizzazione Internazionale Migrazioni) per i casi di rimpatrio assistito; • l’associazione Slave no more per il rimpatrio in Nigeria; • i Consolati e le Ambasciate; • gli Istituti di scuola superiore, Oratori, Parrocchie di Bergamo e Provincia per l’attività

di sensibilizzazione. Osservazioni Punti di forza: Il numero totale di richieste di accoglienza e/o di colloquio è di 60. Alcune donne sono state segnalate da vari enti (Caritas, sportelli di ascolto, altri enti legati alla tratta, Unità di strada), altre hanno contattato direttamente la Comunità Martinella tramite un numero di cellulare dedicato esclusivamente alle donne esterne alla comunità. Alcune giovani sono state inserite nel pronto intervento dopo un periodo trascorso nei Cas. La loro permanenza nei Centri di

accoglienza straordinaria ha fatto emergere una storia di tratta, richiedendo un trasferimento in comunità di pronto intervento per una maggiore protezione e sicurezza delle giovani stesse. Per alcune donne è stato possibile effettuate uno o più colloqui per comprenderne i bisogni e le richieste specifiche. N. 8 donne sono state accolte nel pronto intervento Martinella. Alcune non hanno aderito al programma. Altre sono state inserite in strutture diverse dalla nostra oppure, dopo un primo colloquio, non si sono più presentate. Punti di debolezza: Rispetto alle accoglienze si è osservato che le maggiori difficoltà si sono presentate con donne provenienti dai Cas, dove il regolamento prevede maggiori libertà. Il passaggio ad una comunità ad alta protezione che vieta l’utilizzo del cellulare, dove non si ha denaro a disposizione e non si può uscire senza l’accompagnamento educativo, risulta particolarmente difficile. Maggiore è stato il numero di giovani in gravidanza che richiedono maggiore investimenti in termini di risorse umane ed economiche. Le nostre donne, se maggiorenni, non vengono prese in carico dai Servizi Sociali e ciò limita la possibilità di accedere alle comunità educative per madri con bambini. Le strutture per madri con figli dedicate alle vittime della tratta sono limitate e i tempi di attesa per l’inserimento sono sempre molto lunghi. Questo comporta un prolungamento della permanenza nel pronto intervento.

Ambulatorio di prossimità Partner: Istituto Luigi Palazzolo 1. Presentazione del servizio Il servizio intende garantire il diritto alla salute e la promozione della dignità delle fasce più deboli, mettendo a disposizione di tutte le persone in difficoltà e senza reddito un importante servizio gratuito di assistenza medica specialistica di carattere essenziale o urgente. Il suo funzionamento è reso possibile grazie alla collaborazione di medici che, gratuitamente, si dedicano alla cura delle persone bisognose e dalla presenza di un fondo di assistenza sanitaria istituito da Caritas Diocesana Bergamasca in grado di garantire l’erogazione delle prestazioni. Diversi sono gli enti che possono segnalare a Caritas le persone che necessitano di cure sanitarie: in primo luogo i centri di ascolto parrocchiali, i centri di accoglienza per richiedenti asilo, lo sportello prossimità del Comune di Bergamo e l’area disagio adulto. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

2017 Enti invianti  Tipologia CPAeC

Diocesano

CPAeC parrocc

hial i

Sportello prossimità Comune di

Bergamo

Centri accoglienza r ichiedenti

asi lo

Area disagio adulto

Comune

Totale persone

segnalate  

di Bergamo

Uomini 13 2 9 24 1 49  Donne 6 3 0 0 0 9  TOTALE 19 5 9 24 1 58   Sono 58 le persone che nel corso del 2017 hanno beneficiato di 149 tra visite ed esami attraverso questo servizio. Quasi il 40% delle richieste di intervento sanitario afferiscono all’area odontostomatologica e l’84% dei richiedenti sono persone straniere. Le persone che accedono al servizio il più delle volte sono anche soggetti seguiti dal CPAeC Diocesano: la promozione alla salute diventa parte integrante del loro percorso di accoglienza. 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al tuo servizio Il servizio è nato da meno di due anni, troppo pochi per fare un bilancio sociale consolidato. Rispetto al precedente anno sono diminuite le segnalazioni dei richiedenti asilo (che possono afferire ad altri servizi), mentre sono aumentate le segnalazioni dei centri d’ascolto parrocchiali. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017  

Parrocchie (CPAeC parrocchiali) 5  Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS 1  Rete dei servizi Caritas

Zarepta  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.) Medici  Altro (specificare) – Centri di accoglienza/appartamenti richiedenti asilo

12  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Comune di Bergamo e 5 CPAeC parrocchiali: Nembro, Pignolo, Borgo Palazzo, Villaggio degli Sposi, Ciserano. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Il progetto non prevede la presenza di volontari, se non le persone formate dei Centri di primo ascolto parrocchiali e i medici che volontariamente effettuano le visite. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Dai dati e dalle persone incontrate emerge quanto la cura della salute, in situazione di grave indigenza, sia messa da parte dalle stesse per far fronte alla sopravvivenza nella quotidianità. Chi accede ai CPAeC, Diocesano e parrocchiali, spesso non può permettersi di curarsi e patologie che sarebbero risolvibili. In alcuni casi la malattia diventa invalidante: ci sono ad esempio molti casi in cui da una semplice carie trascurata per anni si arriva ad un’estrazione dentaria totale. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza: - L’ambulatorio e l’incontro con le persone consente la prossimità verso i più fragili e l’accoglienza dei loro bisogni; - Il servizio permette di contrastare la cronicità di patologie curabili e guaribili; - Il servizio promuove la salute intesa come diritto e non come conquista (a causa di costi e tempi di attesa lunghi) Punti di debolezza: - Problema interno: le tempistiche dell’odontoiatria - Difficoltà a sostenere tutti gli interventi preventivati. Costi sostenuti: 11.822 € Contributi e proventi: 11.822€

Centro logistico distribuzione generi di prima necessità Tabga 1. Descrizione Servizio Il centro logistico Tabga è stato creato per permettere lo stoccaggio di generi alimentari. Può contenere oltre 150 bancali a temperatura ambiente e 10 bancali in cella frigorifera. I beneficiari del progetto sono le realtà, in particolare Centri di Ascolto delle Parrocchie e Servizi Segno della Diocesi, impegnate a favore delle famiglie/persone indigenti (Tabga è una località sulla riva del Mar di Galilea, luogo in cui si svolge il miracolo di Gesù della moltiplicazione dei pani). Nell’anno 2016 il servizio è stato gestito da un operatore dell’Associazione Diakonìa Onlus e da un volontario in servizio civile per circa otto giornate lavorative. La Caritas Diocesana/Associazione Diakonìa Onlus, è riconosciuta (al pari di C.R.I. e Fondazione Banco Alimentare) “Ente caritativo” distributore delle derrate alimentari fornite dall’Unione Europea. Dall’anno 2015 le strutture caritative che intendono ricevere alimentari devono tenere un elenco cartaceo o informatico delle persone e dei nuclei familiari assistiti in maniera continuativa. Per ogni persona e/o famiglia inoltre devono costituire un fascicolo che contenga tra l’altro lo stato di famiglia e almeno uno dei seguenti documenti comprovanti lo stato di indigenza: ISEE, documento di

affiancamento dei servizi sociali alla persona e/o famiglia, verbale di visita domiciliare per accertamento condizione indigenza ed ogni ulteriore documentazione che si ritiene opportuna. Tali richieste hanno aiutato le strutture caritative a migliorare e consolidare la relazione con gli enti Pubblici e nel contempo a definire meglio i singoli progetti di aiuto alle persone e/o famiglie in situazioni di povertà. 2. Attività svolta Alla fine dell’anno 2017 erano 49 le realtà collegate alla Caritas Diocesana, 44 sono tutte espressione di Parrocchie della Diocesi.

Dati 2017 2015 2008  

Quantità viveri distribuit i (q. l i) 1093 941 342  

Valore viveri distribuit i (€) 104.694 92.465 85.611  

Strutture caritative servite 49 46 48  Stima beneficiari assist it i in modo continuativo

5.560 7.617 3.990  

San Martino 2017 Da qualche anno in occasione della raccolta di San Martino (novembre 2017) si raccolgono anche generi alimentari a lunga conservazione (scatolame, pasta, riso, sale, zucchero, …). I generi alimentari sono destinati ai Centri di Ascolto delle Parrocchie e ai Servizi Segno della Diocesi che si occupano di assistere famiglie in difficoltà. Alcune Parrocchie hanno aderito all’iniziativa consegnando circa 20 q.li di generi di prima necessità direttamente presso il magazzino. Progetto Ri-Affermo Caritas Diocesana/Associazione Diakonìa Onlus, in collaborazione con l’associazione Provinciale Panificatori Bergamaschi, ha attivato il progetto Ri-Affermo che dà la possibilità ai panificatori di donare gratuitamente il pane non venduto alle realtà caritative che incontrano i poveri. Il progetto, ha permesso di collegare 16 realtà caritative parrocchiali - CPAeC ma non solo - ad altrettanti panificatori. Coinvolgimento comunità/rete/persone

T ipologia 2017 2015 2008  Parrocchie (e CPAeC parrocchial i) 44 38 15  Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS 0 0 0  Rete dei serviz i Caritas 2 4 5  Coinvolgimento dei volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

0 0 0  

Altro (altre realtà caritative del territorio)

3 4 28  

Totale 49 46 48  

Il centro Tabga è occasione d’incontro con alcune realtà caritative presenti nella Diocesi: è un’occasione per conoscere meglio le scelte e le modalità di gestione di alcuni servizi di queste realtà.

FARE > CASA

Fondo Diocesano di solidarietà Famiglia Casa 1. Presentazione del servizio: È un segno di prossimità, promosso dalla Diocesi di Bergamo tramite la Caritas, rivolto a famiglie che sono in difficoltà nel pagare l’affitto della propria casa a causa della perdita del lavoro o della riduzione significativa del reddito (cassa integrazione, mobilità, assenza di regolare contratto, ecc.). Il fondo è destinato a sanare quelle situazioni di morosità incolpevole che potrebbero incrementare il fenomeno degli sfratti in Provincia di Bergamo. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2016 2015  

Richieste 88 128 66  Famiglie aiutate 85 di cui 12 aiutate

due/tre volte 125 di cui 12 aiutate 2

volte 63  

Pratiche sospese/annullate

3 3 3  

Il progetto cerca di sostenere le persone in modo che le difficoltà legate all’abitare non diventino insormontabili, dando loro uno spazio di tempo opportuno per risolvere gli altri problemi che hanno determinato l’affanno nel pagamento delle quote di affitto. Il servizio ha nell’assistente sociale il riferimento progettuale. È il servizio sociale comunale infatti che definisce l’opportunità dell’intervento che si basa di norma su un finanziamento del 50% a fondo perduto da parte delle Caritas (fino ad un massimo di €uro 3.000), del 25% da parte del Comune (fino ad un massimo di €uro 1.500), una riduzione del 15% del costo dell’affitto da parte del proprietario ed un contributo economico del 10% da parte degli inquilini. Le famiglie che hanno accesso al fondo casa presentano tipologie di problemi principali che spesso si intersecano tra loro: il problema lavorativo dovuto alla mancanza di lavoro oppure ad un’occupazione precaria o a basso reddito. Spesso questa difficoltà è legata anche a problemi di salute, oppure come conseguenza di separazioni tra i coniugi. Nel 2017 le richieste da parte di famiglie italiane sono state il 30%,del totale, una percentuale in netta diminuzione rispetto all’anno precedente dove erano quasi il 50% del totale. La maggior parte delle famiglie affiancate ha figli a carico.: 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al tuo servizio

Vi sono state 12 famiglie che hanno avuto accesso due volte al progetto. A seguito della verifica del servizio sociale si è infatti reso necessario intervenire una seconda volta, in quanto la situazione socio economica non è migliorata se non addirittura peggiorata. L’assistente sociale ha quindi richiesto a Caritas un ulteriore sostegno per evitare di far degenerare situazioni già molto compromesse. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2016 2015  

Parrocchie

Tutte le parrocchie coinvolte nella fase informativa. I CPAeC nel sostegno e accompagnamento nella fase attuativa del progetto.

Tutte le parrocchie coinvolte nella fase informativa. I CPAeC nel sostegno e accompagnamento nella fase attuativa del progetto.

Tutte le parrocchie coinvolte nella fase informativa. I CPAeC nel sostegno e accompagnamento nella fase attuativa del progetto.  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

26 55 28  

Altro (specificare)

Commissione Caritas-Comuni che definisce il progetto e il contributo

Commissione Caritas-Comuni che definisce il progetto e il contributo

Commissione Caritas-Comuni che definisce il progetto e il contributo  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Comuni: Albino, Bergamo, Martinengo, Villa di Serio, Nembro, Verdellino, Treviolo, Seriate, Monasterolo, Boltiere, Arcene, Lallio, Gazzaniga, Trescore Balneario, San Paolo d'Argon, Calusco d'Adda, Carvico, Valbrembo, Ponte S. Pietro, Gaverina Terme, Terno d'Isola, Cene, Clusone, Almè, Carobbio degli Angeli, San Paolo d'Argon. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni scorgere a partire dal servizio Vi è una persistente difficoltà a rendersi autonomi da parte di molte famiglie, nonostante i ripetuti e vari interventi di sostegno da parte di Caritas e servizi sociali. Trovare un lavoro con stipendio dignitoso potrebbe risolvere molte delle situazioni familiari che sono diventate problematiche a seguito della perdita del lavoro di uno e entrambi i coniugi.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Il fondo, in una logica di sussidiarietà attiva e di collaborazione tra pubblico e privato, si realizza attraverso la costituzione di una partnership tra Caritas Diocesana di Bergamo, gli Ambiti territoriali e/o i Comuni afferenti alla Diocesi di Bergamo e i proprietari delle abitazioni, oltre che attraverso la partecipazione e responsabilizzazione degli inquilini richiedenti. Pur essendo in “espansione” il progetto nel 2017 ha coinvolto solo 26 Comuni su un totale di 242 complessivi della Provincia di Bergamo. Tale “diminuzione” rispetto all’anno precedente può essere determinata dal fatto che la Regione ha attivato una serie di progetti di aiuto a famiglie in difficoltà nella logica del fondo famiglia casa e lavoro. Un attenzione in più da tenere sarebbe quella di informare del progetto in maniera più precisa le parrocchie e i CPAeC parrocchiali che sono a contatto con diverse persone bisognose che magari non si rivolgono ai servizi sociali. Erogazioni e costi sostenuti: 202.875,09 € Accantonamento: 124.443,91€ Contributi e proventi: 327.319 €

Centro di accoglienza femminile SaraCasa 1. Presentazione Saracasa è un servizio di housing sociale che si trova presso Casa Padre Aldo nel quartiere di Monterosso. L’obiettivo di questa realtà è quello di offrire a donne italiane e straniere in situazione di difficoltà economico-abitativa, un’accoglienza temporanea con l’obiettivo di sviluppare al meglio la loro autonomia e potenziare le loro capacità individuali in vista di un futuro reinserimento nella società. Le donne sono sole o con figli e vengono inviate dai servizi sociali di vari Comuni. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte In totale nell’anno 2017 sono state accolte 40 persone, di cui 23 minori.

Nazional ità accolt i Donne Minori Totale Giorni di

accoglienza  Italia 6 8 14 1.141  Marocco 4 6 10 2.480  

Burkina faso 1 2 3 636  Perù 1 1 2 288  Nigeria 2 1 3 77  Ucraina 1 0 1 575  Tunisia 1 2 3 324  

Pakistan 1 3 4 416  TOTALE 17 23 40 5.937   3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al tuo servizio È stato creato un unico tavolo di progetti che riguardano l’housing e la revisione di alcuni criteri di accesso. Sono state accolte situazioni che portavano problematicità differenti: se negli scorsi anni il tipo di “utenza” che accedeva a questo servizio aveva alle spalle vissuti molto simili (perdita di lavoro con conseguente sfratto), a partire dal 2017 sono state accolte persone anche con altre con problematiche (es. disabilità, violenza domestica, ecc.). Sono stati modificati i criteri di inserimento che hanno permesso di accogliere, oltre ai soggetti proposti dai Comuni, anche situazioni segnalate dal territorio (parrocchie, CPAeC, volontari, associazioni, ecc.). 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2015  

Parrocchie

1 1  

Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS

12 8  

Rete dei serviz i Caritas

5 1  

Coinvolgimento dei Volontari 3 volontari impegnati in attività di doposcuola, e attività animative verso i

minori

5 volontari impegnati in attività di doposcuola, e attività animative verso i

minori  Altro (specif icare)

Centro Antiviolenza, Patronato San Vincenzo

Questura  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti I comuni coinvolti nelle accoglienze per l’anno 2017 sono stati: Calusco d’Adda, Ponte San Pietro, Bergamo, Presezzo, Chignolo d’Isola, Strozza, Carvico, Martinengo, Solza, Trezzo sull’Adda, Azienda Isola bergamasca, Azienda Valle Imagna. La Parrocchia con cui si collabora è quella di San Gregorio Barbarigo (quartiere di Monterosso in città). 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto

Anche nel 2017 si sono susseguite all’interno del servizio due ragazze in Servizio Civile Nazionale. Nel periodo estivo sono stati accolti per due settimane due giovani seminaristi per un’esperienza estiva. Da anni si hanno accordi con la Parrocchia di Monterosso per l’utilizzo degli spazi della struttura durante il periodo del Cre. 6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare

Punti di forza

• Da quest’anno si è costituita, su indicazione della direzione, un’equipe che gestisce tutti i progetti di housing. Tale scelta ha permesso di costruire una modalità integrata e condivisa di approccio alle situazioni che necessitavano di accoglienza alloggiativa. • Vi è stato un miglior utilizzo delle risorse educative e alloggiative, superando una logica di autoreferenzialità dei singoli progetti integrandoli tra loro.

Punti di debolezza • Mancanza di risorse per inserimenti lavorativi/ occupazionali. Se l’offerta dell’alloggio non

è integrata da una attività (lavorativa e/o occupazionale) difficilmente il soggetto evolve dalla sua situazione di isolamento sociale.

• Difficile sbocco alloggiativo sul libero mercato. La mancanza di un reddito o di un lavoro stabile impedisce di fatto l’accesso ad alloggi in affitto. Negli ultimi anni l’unico sbocco evolutivo per le situazioni accolte è verso gli alloggi popolari. In mancanza di quest’ultima risorsa, le situazioni non riescono ad evolvere verso una loro autonomia.

• Costi sostenuti: 89.058 € Contributi e proventi: 89.058 €

Appartamenti di accompagnamento e reinserimento “Dalla strada alla casa” 1. Presentazione del servizio Il progetto vuole garantire un’accoglienza abitativa e accompagnare le persone nel percorso di reinserimento sociale. Si rivolge a persone segnalate di solito dai servizi sociali, multiproblematici e senza dimora, con vissuti di grave emarginazione. È stato pensato come un ulteriore passaggio per permettere lo sviluppo di una reale autonomia degli ospiti attraverso la costruzione di una rete sociale di sostegno.

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Le persone che vengono inserite negli appartamenti hanno già effettuato un precedente percorso in una struttura riabilitativa o stanno seguendo percorsi di sostegno personalizzati. Esse inoltre, hanno, o dovrebbero avere ripreso un’attività lavorativa o socio occupazionale ma non possiedono appartamenti propri.

Tipologia 2017 2015 2008  

Appartamenti gestiti da Diakonia

Una famiglia per complessive due persone

Tre famiglie per complessive sei persone

Appartamenti gestiti da Diakonia

Otto persone single Otto persone single Sei persone single  

Nell’anno 2017 il lavoro educativo negli appartamenti gestiti dall’Associazione Diakonia Onlus ha riguardato 10 persone di cui un uomo senegalese ed uno ghanese, due donne boliviane (madre e figlia – la madre con gravi problemi psichiatrici), una ragazza rumena con grosse problematiche relazionali, quattro uomini italiani con problematiche varie (percorsi precedenti di dipendenza, carcere, fallimenti economici, fallimenti matrimoniali, salute).

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio

In generale i percorsi di reinserimento socio-abitativo, che prevedono la presenza di un reddito sufficiente, sono divenuti per queste fasce di cittadini ancora più difficoltosi, con il risultato di procrastinare notevolmente i tempi e il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla progettualità. Per queste ragioni, di necessità, il progetto si è trovato spesso a dover riformulare i percorsi delle persone inserite, allungando i tempi di accoglienza e di conseguenza rallentando il turn-over negli appartamenti.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Per tutte le situazioni prese in carico si cerca di costruire un lavoro con il territorio, dove possibile: associazioni di volontariato, Parrocchie, famiglie, oltre naturalmente ai referenti “istituzionali”: Servizi sociali di riferimento, Tutela Minori, Scuola, Ufficio Immigrazione della Questura, Sindacati, CPS, Consultorio Familiare, Ser.T., Consolati, Comunità di accoglienza etc.

Tipologia

2017 2015 2008  

Parrocchie

Celadina - Torre Boldone - Alzano Lombardo - Almenno SS - Valtesse San Colombano - Città Alta - Colombano Cattedrale - S. Alessandro

Boccaleone – Almenno S.S. –Torre Boldone – Valtesse San Colombano – Città Alta Cattedrale – S. Alessandro

S. .Alessandro – Borgo S: Caterina – Campagnola – Celadina  

Comuni e/o ambiti Bagnatica – Bagnatica – Bergamo Bergamo

territoriali e/o ATS

Bergamo (varie circoscrizioni ) - Almenno S.S. - Torre Boldone - Orio Al Serio - Sorisole - Cps Nembro - Cps Boccaleone - Cps Via Tito Livio -Ser.D Bergamo- Tutela Minori Valle Imagna - Consultorio Famigliare Diocesano- Famiglie affidatarie - Ponte S. Pietro - Alzano Lombardo

(varie circoscrizioni ) - Almenno S.S. –Torre Boldone – Orio Al Serio – Sorisole - Cps Nembro – Cps Boccaleone – Cps Via Tito Livio – Ser.D Bergamo – Tutela Minori Valle Imagna - Consultorio Famigliare Diocesano – Famiglie affidatarie

(circoscrizioni varie) – Ser.t Bergamo - Uepe  

Rete dei servizi Caritas

Cpaec di Bergamo città e provincia

CPAeC di Bergamo città e provincia

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Altro (specificare)

Scuole – Istituti di formazione -Consorzio Mestieri- SIL/NIL Coop. Biplano -Questura - Comunità Il Mantello - Medici di base -Centro per l’impiego di Bergamo -Associazione Casa Amica - Sindacati (CISL e CGIL)- Nap - Coop. Arete - Triciclo

Scuole – Istituti di formazione – Consorzio Mestieri – SIL/NIL – Coop. Biplano – Questura – Comunità Il Mantello – Medici di base – Centro per l’impiego di Bergamo – Associazione Casa Amica – Sindacati (CISL e CGIL)

Fabbrica dei Sogni- Nuovo Albergo popolare- Patronato San Vincenzo – Centro diurno Arcobaleno – Comunità Il Mantello – medici di base- Questura – carcere e territorio – uffici di collocamento -sindacati  

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Il servizio si basa sull’attività di alcuni operatori che tengono monitorati gli inserimenti, secondo la loro specificità professionale. Vista la tipologia delle persone inserite non c’è nessun coinvolgimento di giovani volontari nell’attività perché l’equipe ritiene controproducente l’inserimento di soggetti non adeguatamente formati.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Non vi sono sostanziali cambiamenti nella tipologia di problematiche delle persone seguite dal progetto: sono tutti soggetti seguiti dai servizi, che manifestano bisogni legati alla casa e al lavoro. Provengono da situazioni di sfratto per morosità e/o di isolamento sociale legato alla mancanza di risorse autonome e tali situazioni riguardano sia italiani che extracomunitari.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza

• Un’equipe unificata che coordina i servizi di housing gestiti da Caritas / Associazione Diakonia Onlus.

• La competenza delle figure educative coinvolte. Punti di debolezza:

• la mancanza di risorse per inserimenti lavorativi/ occupazionali. Se l’offerta dell’alloggio non è integrata da un’attività (lavorativa e/o occupazionale) difficilmente le persone riescono a uscire dalle loro situazioni di isolamento sociale.

• La casa. Non avendo la possibilità di accedere ad un alloggio popolare, difficilmente le persone, essendo senza un reddito o con un reddito molto basso, riescono ad accedere al libero mercato e quindi permangono in una situazione di isolamento e dipendenza dai servizi.

A casa verso l ’autonomia 1. Presentazione del servizio Il servizio si rivolge a persone alcool e/o tossicodipendenti in situazione di multiproblematicità sanitaria e sociale, in carico ai servizi specialistici territoriali e agli enti accreditati in provincia di Bergamo. L’obiettivo è offrire soluzioni residenziali “leggere” e intermedie per sostenere persone in spazi di autonomia e percorsi di uscita dalle dipendenze. “A casa verso l’autonomia” è un’unità di offerta accreditata dalla Regione Lombardia in cui le persone vengono segnalate dal servizio tossicodipendenze (Ser.T) e accolte in percorsi di medio lungo termine (6 mesi prorogabili). 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

2017 Giorni di permanenza

2015  

Donne 2 485 2  Uomini 8 1.954 3  Totale 10 2.439 5  

3. La novità di quest’anno rispetto al servizio Le persone accolte sono tutte italiane e sono raddoppiate rispetto al 2015. Tale incremento è dovuto all’introduzione di una ulteriore figura educativa (a 18 ore) che ha permesso l’accoglienza di nuove segnalazioni da parte del Ser.T. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2015  

Parrocchie 1 1  Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS 1 1  Rete dei serviz i Caritas 1 1  

Coinvolgimento dei Volontari 0 0  Altro (specif icare) Ser.T Ser.T   4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti La Parrocchia coinvolta è quella di Torre Boldone e il Comune con cui si collabora è quello di Bergamo. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Il servizio si basa sull’attività di due figure educative che tengono monitorati gli inserimenti, secondo la loro specificità professionale, e mantengono raccordi con il servizio inviante. Vista la tipologia delle persone inserite non c’è nessun coinvolgimento di giovani volontari nell’attività perché l’equipe ritiene rischioso l’inserimento di soggetti non adeguatamente formati. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Le persone seguite dal progetto appartengono alla categoria dei “cronici”. Non vi sono sostanziali cambiamenti rispetto alle difficoltà che vivono e alle possibilità evolutive di cui necessiterebbero. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza

• Un’equipe unificata che coordinai servizi di housing gestiti da Caritas Associazione Diakonia Onlus

• La competenza delle figure educative coinvolte Punti di debolezza:

• La convivenza. Abitare in un alloggio con un’altra persona che non si è scelta, vista la particolare tipologia delle persone accolte, è spesso fonte di tensioni per le modalità di gestione dell’alloggio (pulizie, preparazione pasti, ecc..), degli spazi e delle relazioni tra i due coinquilini.

• la mancanza di risorse per inserimenti lavorativi/ occupazionali – se l’offerta dell’alloggio non è integrata da una attività (lavorativa e/o occupazionale) difficilmente il soggetto evolve dalla sua situazione di isolamento sociale.

Costi sostenuti: 55.800€ Contributi e proventi: 71.550€

Housing “first” Oltre ai progetti precedentemente descritti, l’equipe housing segue complessivamente altri 9 appartamenti dove inserisce soggetti che hanno fatto un percorso all’interno delle strutture con accompagnamento educativo. Le modalità di ospitalità sono regolate da un contratto “in comodato d’uso gratuito” per un periodo massimo di 18 mesi. Tale scelta permette alle persone di accantonare le somme necessarie per accedere al libero mercato o ad alloggi popolari uscendo così da un percorso assistenziale. Nel 2017 sono state ospitate in totale 20 persone. Costi sostenuti per gli appartamenti di accoglienza (compreso il progetto “dalla strada alla casa”): 265.261,72€ Accantonamento fondi: 40.000€ Contributi e proventi per gli appartamenti di accoglienza (compreso il progetto “dalla strada alla casa”): 305.217€

Casa di accoglienza Mons. Roberto Amadei Partner: cooperativa Ruah, Comune di Bergamo 1. Presentazione del servizio La casa di accoglienza Mons. Amadei nasce con lo scopo di promuovere l'inclusione sociale di uomini soli in situazioni di difficoltà, garantendo loro una collocazione abitativa a prezzo calmierato e servizi di supporto all’integrazione sociale e lavorativa. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

2017 2016  

Uomini accolti 110 119  Nuovi ingressi 57 56  

Durante l’anno 2017 sono stati complessivamente accolti 110 uomini adulti provenienti da 19 differenti paesi. I nuovi ingressi durante l’anno 2017 sono stati 57, suddivisi in 6 tipologie:

• 18 beneficiari del progetto S.P.R.A.R. (Sistema Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati); • 5 persone in carico ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo (residenti a Bergamo); • 10 soggetti accolti nei posti gratuiti del Comune di Bergamo (residenti a Bergamo); • 7 uomini inseriti nei posti a pagamento del Comune di Bergamo (residenti a Bergamo); • 8 persone inserite nei posti a pagamento Ruah/Diakonia, aventi residenza o ospitalità

prevalentemente a Bergamo e Provincia; • 9 accolti appartenenti al Progetto “Profughi 2014”.

Alla Casa di Accoglienza accedono pure numerose persone esterne, per orientamento e informazioni, di cui 88 sono coloro che si sono inseriti in lista d’attesa per entrare in struttura, ma sono ancora in attesa.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Il servizio rimane in linea con l’anno precedente, senza evidenziare significative novità.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Tipologia

2017 2016 2015

Parrocchie

3 3 1  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

1 1 1  

Rete dei servizi Caritas

3 3 2  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

7 + 3 tirocinanti universitari e 1 ragazzo in

servizio civile

7 7  

Altri enti Consorzio Solco Città Aperta, Consorzio

Mestieri, Cooperativa Il Pugno Aperto; Patronato San Vincenzo, Università di Bergamo, Fondazione Casa Amica, Rete sociale

territoriale di San Tomaso, Ass. San Vincenzo -

quartiere San Tomaso, Ufficio Giovani – Comune di Bergamo, Polisportiva S.

Tomaso.

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchie coinvolte: San Tomaso, Parrocchia Boccaleone, Parrocchia San Fermo a Bergamo. I partner coinvolti nel servizio sono: Associazione Diakonia Onlus, Cooperativa Impresa Sociale Ruah, Servizio Prossimità del Comune di Bergamo, Progetto Sprar - Comune di Bergamo. 5. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio L’andamento delle accoglienze è in linea con quello degli ultimi anni. Un dato da sottolineare è quello relativo alla ricerca occupazionale: il 18% degli ospiti inseriti in struttura durante il 2017 aveva un’occupazione all’ingresso molto precaria e difficoltosa, con contratto di lavoro anche inferiori ai 3 mesi (erano il 16% l’anno precedente). Per questo motivo l’équipe cerca di lavorare nella direzione di una collocazione lavorativa degli ospiti accolti disoccupati tentando, contemporaneamente, di promuovere l’accesso a corsi di formazione sia linguistica che professionale per poter aumentare le competenze di base necessarie all’ingresso nel mercato del lavoro. 6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza:

• La presenza di un’équipe consolidata e qualificata che da anni opera, in stretta collaborazione con le realtà istituzionali e associative, nell’accoglienza e nell’accompagnamento di cittadini adulti stranieri, portando avanti l’esperienza ventennale della Cooperativa Impresa Sociale Ruah a fianco dei migranti e in generale delle persone in situazione difficoltà abitativa, lavorativa e sociale.

• La presenza stabile di persone immigrate che, esercitando in modo affidabile e propositivo il ruolo di responsabile di piano, facilitano le dinamiche di partecipazione, socializzazione e di vita comunitaria.

• Accoglienza del disagio lieve, declinabile attraverso: risposta al bisogno abitativo primario, acquisizione di autonomia personale, supporto alla persona accolta nel costruire, sulla base delle esperienze vissute e delle proprie competenze, nuovi progetti personali

Punti di debolezza:

• Aggravarsi della condizione socio/occupazionale, con conseguente difficoltà ad accompagnare nel mondo del lavoro gli ospiti inoccupati o disoccupati, a causa della scarsa richiesta da parte di aziende, Agenzie interinali, Cooperative ecc.

• Problematicità nel trovare corsi e percorsi di formazione adeguati (sia per competenze richieste che per costo) per tutti gli ospiti non occupati.

• Considerando la complessità del lavoro svolto in una struttura attiva 24 ore su 24 e 7

giorni su 7, le ore a disposizione dell’equipe educativa e delle altre figure professionali non sempre permettono di poter attivare, in modo altamente qualitativo, le attività previste

• struttura abitativa autonoma. Costi sostenuti: 215.306€ Contributi e proventi: 215.306€

Condominio Solidale Mater PARTNER: Comune di Bergamo, Cooperativa Ruah 1. Presentazione del servizio: Il Progetto “Condominio Solidale Mater – Madre Teresa di Calcutta” nasce con lo scopo di promuovere l'inclusione sociale di donne sole o con minori in situazione di difficoltà abitativa. La struttura, di proprietà comunale, è costituita da 18 appartamenti per un totale di 35 posti letti. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017  Donne 51  Minori 44  Totale 95   La permanenza media si aggira intorno all’anno, con periodi anche superiori, fino ad arrivare ai 24 mesi, soprattutto per donne con un percorso più lungo di integrazione, emancipazione e reinserimento nel territorio. Nel 2017 si riscontra (anche nella lista d’attesa) un considerevole aumento di donne richiedenti asilo politico e rifugiate (non solo inserimenti legati al Progetto S.P.R.A.R.). Si affrontano inoltre le fragilità legate ai contesti familiari di provenienza o quelle legate al percorso migratorio per ciò che riguarda nello specifico le straniere: donne che hanno subito violenze e maltrattamenti; donne e minori provenienti da nuclei familiari a rischio; donne con figli affidati ad altre famiglie; donne e/o famiglie che hanno avuto delle “rotture” nel corso del progetto migratorio; casi di sfratti legati ad un disagio economico.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio L’anno 2017 ha rappresentato per il Condominio Solidale Mater l’anno del consolidamento di numerose attività già in funzione e l’ampliamento di nuove proposte. Si è scelto di continuare ad adottare, quale metodologia di lavoro, la presa in carico complessiva della persona: non solo, quindi, l’accoglienza delle donne e la pianificazione del loro progetto individuale e

relativo accompagnamento lungo il percorso, bensì anche la crescita delle autonomie, che passa attraverso la creazione di relazioni, all’interno della struttura ed in relazione al territorio, promuovendo forme di auto e mutuo aiuto, sia tra le ospiti che sul territorio. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017  

Parrocchie

Parrocchia di Boccaleone  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

Comune di Bergamo, Comuni Ambito 1, L’Azienda Speciale Consortile “Isola Bergamasca - Bassa Val San Martino”, l’Azienda Consortile Risorsa Sociale Gera d’Adda e il Comune di Treviglio, Consultorio ATS  

Rete dei servizi Caritas

Centro di primo ascolto di boccalone  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Tirocinanti universitari  

Altro (specificare)

Tavolo di Rete delle strutture che in Città si occupano di Housing Femminile, composto da: “Casa del Borgo”, “Casa a colori”, Sara casa, Prefettura di Bergamo, Acli, associazione genitori istituto comprensivo de Amicis, associazione Medici Senza Frontiere, associazione Pedalopolis, associazione “Un Ponte Per”, centro anziani Boccalone, comitato di quartiere di Boccaleone, comunità il mantello suore poverelle Palazzolo, consultorio Scarpellini, cooperativa sociale Aeper, cooperativa sociale il Pugno Aperto, cooperativa sociale Impronta, fondazione Casa Amica, gruppo scout reparto dosertao Seriate 1, gruppo scout reparto sagitta Bergamo 2, istituto Caniana di Bergamo, plesso scolastico de amicis, rete sociale territoriale di Boccaleone, tavolo di coordinamento a Bergamo “rete donne”  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchia di Boccaleone; Comune di Bergamo, Comune di Treviglio 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto L’Università degli Studi di Bergamo, già convenzionata con Cooperativa Impresa Sociale Ruah, ha inserito presso il Condominio Solidale Mater tirocinanti della Facoltà di Scienze dell’Educazione, che hanno supportato, anche nel 2017, l’equipe e hanno svolto la propria tesi di laurea sui temi dell’housing sociale femminile, della diversità culturale e di genere 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

In questi ultimi anni sono state portate avanti azioni inizialmente non previste dal progetto, quali:

- progetti di inserimento lavorativo: le ospiti in attesa di un’occupazione sono supportate nella ricerca di luoghi di inserimento propedeutico al lavoro, in collaborazione con i Servizi invianti, anche all’interno della Cooperativa Ruah; - organizzazione di corsi di alfabetizzazione, formazione e prevenzione: in particolare 15 ospiti sono state inserite (gratuitamente per i servizi invianti) alla Scuola di Italiano E.M.R.G. della Cooperativa Ruah; sempre presso la medesima Scuola alcune donne hanno partecipato a corsi di informatica di base, nonché un corso di italiano specificamente pensato per donne analfabete con annesso servizio di baby-parking, aperto anche alle mamme del quartiere;

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza

- L’apertura all’esterno alle diverse realtà del territorio - L’ampia collaborazione con molti partener, associazioni ed enti del territorio - la diversificazione progettuale a seconda dei bisogni e delle diverse competenze delle donne e dei minori accolti

Punti di debolezza - la particolare fragilità di alcune donne che richiede tempi di accoglienza lunghi

Casa ANCHEME per minori stranieri non accompagnati (MSNA) Partner: Cooperativa Ruah, cooperativa Il Pugno Aperto

1. Presentazione del servizio Aperto dal settembre 2017 presso Casa Amadei, l’appartamento è destinato ad accogliere giovani migranti in collaborazione con Associazione “Diakonia Onlus” e la Cooperativa sociale “il Pugno Aperto”. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte I minori accolti sono 6, tutti maschi, di 4 nazionalità differenti: 3 provenienti dall’Albania, 1 dall’Egitto, 1 dalla Nigeria, 1 dalla Guinea. Due hanno 16 anni e gli altri 17 anni.

T ipologia 2017  Minori Stranieri non accompagnati

n. 6 tot ospiti accolti da settembre 2017  

Il progetto nasce con l’obiettivo di incrementare la realizzazione di una filiera di Servizi per

l’Accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nell’Ambito di Bergamo all’interno di un quadro di cooperazione con l’Ambito territoriale 1 e tutte le realtà coinvolte. Il comune di Bergamo è l’Ente inviante e l’accoglienza è rivolta ad un massimo di 6 giovani migranti. 3. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017  

Parrocchie

San Tomaso; Squadra di calcio oratorio Scanzorosciate Oratorio di Stezzano e relativa squadra di calcio; Preparazione nel 2017 di un evento pubblico con la Parrocchia di Mozzo sui MSNA, svoltosi a marzo 2018  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

Comune di Bergamo, Ambito territoriale 1, ATS di Bergamo  

Rete dei servizi Caritas

/  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Per Casa AncheMe volontarie e tirocinanti si attiveranno nel 2018

Altro: Realtà in cui i minori svolgono volontariato Attività

• A

ssociazione “I tralci e la vite” dove i ragazzi aiutano nell'orto e con gli animali.

• Cooperativa “Il Pugno Aperto” volontariato per il Banco Alimentare

• Volontariato con l'Associazione Omero per l'organizzazione delle “Cena al buio”

• P

olisportiva di Colognola per il calcio; • C

PIA Bergamo attività sportiva ; • A

ttività di Fresbee; • P

alestra con Associazione “Territorio Attivo”   4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti

Parrocchie di san Tomaso, Scanzorosciate, Stezzano, Mozzo. Comune di Bergamo, Ambito territoriale 1 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Poiché il progetto è stato attivato a settembre 2017, l’accesso di volontari e tirocinanti sarà effettuato a partire dall’anno 2018. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio La Presenza dei minori stranieri non accompagnati è sensibilmente aumentata negli ultimi anni e richiede un’attenzione nuova vista anche la legislazione che è cambiata. I prossimi passaggi che verranno effettuati saranno il coinvolgimento dei tutori volontari e l’evoluzione verso il sistema SPRAR. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di Forza

• Partnership consolidata; • Equipe di lavoro multidisciplinare e multietnica; • Progetto è inserito all’interno di una filiera dei servizi per la Tutela Minori; • Il referente partecipa al tavolo dell’ambito 1 sui MSNA

Punti di Debolezza

• Il complessivo contesto sociale attuale non consente facilmente soluzioni di autonomia a sostegno dei ragazzi a fine progetto

Costi sostenuti: 43.457€ Contributi e proventi: 43.457€

Utensiloteca TÉKTÔN: La bottega di San Giuseppe

1. Presentazione del servizio Caritas Diocesana Bergamasca ha accolto il sostegno della catena di distribuzione Leroy Merlin nell’apertura di un “Emporio fai da Noi” cioè un’utensiloteca, denominata “TÉKTÔN: la bottega di San Giuseppe”. In particolare la società Leroy Merlin ha donato a titolo gratuito utensili e consumabili per un valore superiore a € 3.000. L’obiettivo del servizio è quello di permettere a persone in difficoltà, che necessitano di effettuare piccoli lavori di manutenzione alla loro abitazione, di utilizzare gratuitamente – come presso una

biblioteca – gli utensili necessari. L’utensiloteca fornisce anche prodotti consumabili (vernice, stucco, lampadine e così via). L’utensiloteca è attiva da settembre 2017. Questi i criteri d’accesso: • Per accedere al servizio è necessario che la persona si rivolga al CPAeC più vicino, oppure

direttamente al Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento Diocesano “Porta dei Cocci”. • Il CPAeC si fa garante rispetto al corretto utilizzo e alla restituzione degli utensili dati in prestito. • Durata prestito: 7 giorni (all’occorrenza è possibile concordare prestiti per periodi superiori).

1 . Persone accolte/incontrate/coinvolte Numero richieste 9  

Numero di persone total i (compresi i membri della famiglie) che hanno

beneficiato del prestito

30  

Tipologia di persone incontrate Persone svantaggiate (ex tossicodipendenti, ex carcere), stranieri disoccupati con figli  

Erogazioni Numero di prestit i effettuati ( interni + esterni)

6 (rulli, scala, aste, spatole, trapano, utensile multifunzione)  

Numero di donazione di materiale (consumabil i)

9 (pittura bianca, pittura colorata, stucco, nastro carta)  

Final ità del prestito (es. r istrutturazione, verniciatura, decorazione, ecc)

Tinteggiatura pareti. Sanificazione interni  

Durata media del prestito 10 giorni  Casi di non restituzione dei material i o di comportamento non idoneo

1 (rullo)  

2. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia 2017  Parrocchie 1  Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS 0  Rete dei serviz i Caritas Diocesana 1  Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

0  

4. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Oltre ai servizi di housing sociale della Caritas Diocesana/Associazione Diakonia-onlus, la Parrocchia coinvolta è stata quella di Filago. 5. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza

• Il servizio è pensato soprattutto per le Parrocchie e i CPAeC parrocchiali. I beneficiari dovrebbero essere persone bisognose individuate e affiancate dalle realtà caritative parrocchiali..

• Il servizio cerca di sostenere le famiglie in difficoltà stimolandole ad impegnarsi in prima persona nel superare i loro problemi.

Punti di debolezza • La posizione attuale (Urgnano) non favorisce l’accesso diretto da parte delle persone. Un

progetto di questo tipo può essere raggiunto direttamente dalle famiglie solo se abitano nel raggio di pochi chilometri. Sarebbe auspicabile individuare una sede più comoda, ad esempio a Bergamo, per avere un bacino maggiore d’utenze (Parrocchie, CPAeC e famiglie della città).

FARE > LAVORO Fondo Diocesano di solidarietà Famiglia-Lavoro 1. Presentazione del servizio: Il progetto intende promuovere un segno di prossimità da parte della Chiesa Bergamasca verso le famiglie senza lavoro e che si trovano a vivere una condizione di forte difficoltà socioeconomica, con un’attenzione privilegiata alla risorsa lavorativa. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte In occasione del Santo Natale del 2008 l’allora Vescovo di Bergamo Mons. Roberto Amadei promosse il “Fondo diocesano di solidarietà” mettendo a disposizione 300mila euro per far fronte alle problematiche delle famiglie colpite dalla crisi del lavoro che rischiavano di cadere in condizioni di povertà ed emarginazione. Successivamente il fondo ha avuto altre donazioni da parte delle Parrocchie, della Fondazione MIA, della Banca Popolare, dei sacerdoti che hanno ceduto il 50% di un loro stipendio e dei privati cittadini. Il progetto si struttura seguendo il seguente schema: il “primo contatto” con la persona in difficoltà avviene nel suo territorio di residenza, tramite la Parrocchia, i CPAeC parrocchiali e/o gruppi caritativi, i Patronati o i servizi sociali. L’ente che fa il primo filtro contatta la Caritas Diocesana che fissa un appuntamento con uno dei volontari che effettuano un colloquio. La richiesta della persona ascoltata è successivamente condivisa e valutata in una specifica commissione per decidere riguardo al tipo sostegno da erogare. Le persone possono ricevere fino ad un massimo di tre possibili sostegni economici (non nello stesso anno).

Nel 2017 hanno chiesto il Fondo Famiglia e Lavoro 130 famiglie, di cui 71 per la prima volta (55%), 50 per la seconda volta (38%) e 9 per la terza volta (7%). È il numero più basso dall’inizio del progetto. Dal 2015 ad oggi continua infatti la diminuzione delle persone che chiedono di accedere al Fondo Famiglia e Lavoro, in particolar modo per la prima volta. Anche quest’anno, seguendo il trend degli ultimi 3 anni, buona parte dei richiedenti non rientra pienamente nei criteri e porta con sé problematiche sociali e familiari di vecchia data che si sono acuite con la perdita del lavoro. Se da un lato il mercato del lavoro nella nostra provincia ha ripreso ad assumere, dall’altro lato la cronicizzazione delle famiglie più esposte, che non sono ancora riuscite a reinserirsi nel mercato del lavoro, ha creato una nuova categoria di esclusi che ruotano attorno ai servizi assistenziali. Anche nel corso dell’anno 2017 si è scelto di privilegiare l’utilizzo dei voucher lavoro per sostenere in particolare le famiglie che hanno fatto richiesta di secondo o terzo intervento. Gli interventi di pagamento di utenze ed erogazione di buoni alimentari sono sostegni “una tantum” che la commissione cerca di utilizzare sempre meno, privilegiando invece soluzioni più progettuali. Molte famiglie tuttavia hanno difficoltà urgenti nel pagamento di bollette per scongiurare l’interruzione del servizio di erogazione di gas o energia elettrica e in questi casi si elargisce fino a un massimo € 900,00 a famiglia in base alla numerosità del nucleo. Nel corso del 2017 sono erogati € 9.280 in buoni spesa e € 35.149 in pagamento bollette. Oltre ai voucher nell’anno 2017 sono stati erogati € 100.000 come contributo alle famiglie per permettere ai loro figli di frequentare le scuole, soprattutto quelle dell’Infanzia. 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio A partire da marzo 2017 lo strumento dei voucher è stato modificato dal legislatore e sostituito da una nuova disciplina del lavoro occasionale che ha introdotto “nuovi voucher” a seconda della categoria a cui appartiene l’utilizzatore: LIFA- libretto famiglia e Presto –

Richieste fondo famigl ia V.A. % r iga  

Ital iani Stranier

i Totale Ital iani Stranieri

Totale  dal 17/04/2009 146 421 567 26% 74% 100%  

2010 122 558 680 18% 82% 100%  2011 103 322 425 24% 76% 100%  2012 204 475 679 30% 70% 100%  2013 255 635 890 29% 71% 100%  2014 216 460 676 32% 68% 100%  2015 156 239 395 39% 61% 100% 2016 105 159 264 40% 60% 100% 2017 47 83 130 36% 64% 100%

TOTALE 1.323 3.353 4.676 28% 72% 100%

prestazione di lavoro occasionale. Sono stati anche effettuati dei TRR – tirocini riabilitativi risocializzanti – finalizzati all'inclusione sociale e all'autonomizzazione delle persone e PRR – tirocini per soggetti con specifico svantaggio socio-sanitario. In questo secondo caso sono state siglate convenzioni tra Associazione Diakonia Onlus, i Comuni che ne hanno fatto richiesta e le associazioni sul territorio che fanno lavorare i soggetti bisognosi. Nel corso del 2017 Caritas/Associazione Diakonia Onlus ha erogato € 38.205 tra voucher/PRR/TRR. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2016  

Parrocchie

56 56  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

11 11  

Rete dei servizi Caritas

CPAeC Diocesano

CPAeC Diocesano  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

8 9  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Comuni: Calcinate, Casazza, Cene, Clusone, Cologno Al Serio, Levate, Mornico al Serio, Ponte San Pietro, Valbrembo, Verdellino, Villa di Serio. Parrocchie: Albino, Almè, Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Berzo san Fermo, Boltiere, Bonate Sopra, Bracca, Brembate sopra, Calcinate, Caprino Bergamasco, Carvico, Casazza, Cavernago, Cene, Cisano Bergamasco, Cividate al Piano, Clusone, Cologno al Serio, Cusio, Dalmine, Entratico, Gazzaniga, Ghisalba, Gorlago, Leffe, Lenna, Levate, Luzzana, Martinengo, Montello, Mornico al Serio, Nembro, Osio Sotto, Ponte Nossa, Pradalunga, Sarnico, Scanzorosciate, Sedrina, Sorisole, Spirano, Stezzano, Suisio, Terno D’Isola, Torre Boldone, Urgnano, Valbrembo, Verdello, Vertova, Vigano San Martino, Villa D’Adda, Villa di Serio, Zogno, Solza, Calolziocorte, Paratico. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto La commissione del fondo famiglia e lavoro ha dedicato attenzione ai figli dei beneficiari, sostenendoli con progetti di inserimento lavorativo e territoriale con l’obiettivo di sostenere economicamente il nucleo familiare e di valorizzare i giovani stessi. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Si evidenzia un processo di cronicizzazione delle famiglie più fragili, che si trovano sempre più escluse dal mondo del lavoro. Spesso hanno una bassa o quasi nulla specializzazione e questo

rende allunga di molto i tempi per ritrovare un’occupazione. Si tratta quindi di attivare percorsi di riqualificazione professionale e inclusione sociale, anche in termini preventivi, coinvolgendo le comunità che devono farsi carico dei cittadini vulnerabili.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza:

• Il continuo lavoro e la condivisione di progetti lavorativi, con il territorio, con i servizi sociali e i centri di primo ascolto parrocchiali;

• Il sostegno a famiglie in difficoltà, sia in maniera immediata attraverso il pagamento di bollette o l’erogazione di buoni spesa, sia dal punto di vista progettuale con inserimenti lavorativi che favoriscono inserimenti positivi nei territori di residenza con la valorizzazione del lavoro effettuato.

8. Punti di debolezza:

• Dove non ci sono i Centri di Primo Ascolto e Coinvolgimento parrocchiali si fatica ad attivare i voucher e si ricorre maggiormente al metodo più assistenziale del pagamento di bollette e buoni alimentari;

• Dal punto di vista delle famiglie beneficiate, il sollievo offerto dall’erogazione di buoni alimentari o pagamento di bollette (e spesso anche il lavoro con i voucher) è insufficiente a risolvere i problemi economici. Troppe famiglie vivono il problema della disoccupazione per lunghi mesi o anni.

Costi sostenuti: 152.273€ Contributi e proventi: 152.273€

Servizio lavorativo di recupero sociale Titolare del progetto: Società cooperativa sociale Memphis Partner: Associazione Diakonia Onlus, Comunità Emmaus 1. Presentazione del servizio:

È un servizio - segno rivolto a uomini e donne con problematiche di dipendenza e/o grave marginalità. Fin dall’anno 2004 è promosso dall’Associazione Emmaus e dalla Società Cooperativa Sociale Memphis. Opera a Urgnano in alcuni locali della Fondazione Battaina. Il servizio cerca di offrire un ambiente lavorativo “a misura d’uomo” dove privilegiare rapporti di socializzazione e di recupero delle risorse delle persone inserite.

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2015 2011

Uomini 12 13 11

Donne 6 4 4

Totale 18 17 15

10 persone sono italiane e 3 hanno residenza fuori dalla Provincia di Bergamo. La metà di loro ha un’età compresa tra i 21 e i 30 anni, solamente due hanno più di 50 anni. Le tipologie di problematiche che presentano sono principalmente legate a trascorsi di tossicodipendenza o disagio sociale. La Cooperativa Memphis collabora con diversi soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche del territorio: ciò permette di essere punto di riferimento per dare risposta ad alcune situazioni di grave marginalità sociale.

Gli enti che hanno chiesto inserimenti lavorativi nell’anno 2017 sono stati nove, sia privati che pubblici. Il percorso di inserimento lavorativo è finalizzato ad una successiva assunzione delle persone coinvolte: nell’anno 2017, 6 persone sono state assunte da diverse aziende alla fine del percorso e nessuna ha abbandonato il percorso di inserimento durante lo svolgimento. 4 persone hanno terminato il progetto e le altre alla fine dell’anno stavano ancora svolgendo l’attività.

Gli ambiti lavorativi in cui le persone sono state impiegate sono quello edile (manutenzione, recuperi e tinteggiature), manutenzione del verde e giardinaggio, pulizie, laboratorio di intarsio; assemblaggio per conto terzi.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Tipologia

2017 2015

Parrocchie

1 n.r.

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

2 n.r.

Rete dei servizi Caritas

2 n.r.

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

n.r.

Altro (specificare)

casa San Michele, Comunità Kairos,,

Progetto Vivere al Sole, Comunità Emmaus,

Centro Diurno arcobaleno

n.r.

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti:

Parrocchia di Chiuduno, Comune di Presezzo, Comune di Chiuduno.

Si prese cura di lui

1. Presentazione del servizio Il progetto ha lo scopo di inserire persone con vari tipi di disagio sociale in contesti di normalità e in particolare presso diverse Parrocchie e oratori del territorio bergamasco, per permettere loro di recuperare il senso di appartenenza alla comunità anche grazie ad un piccolo sostegno al reddito. Il progetto è costruito nella rete dei servizi della Caritas Diocesana/Associazione Diakonia Onlus e ha come principale interlocutore la Parrocchia. I servizi sociali sono informati di questa presenza sul territorio e del percorso che accompagna questi inserimenti.

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Tipologia 2017 2015 2010  

Italiani 23 17 2  Stranieri 24 16 2  TOTALE 47 33 4  

Nell’anno 2017 complessivamente sono state inseriti 25 uomini, di cui 15 italiani e 22 donne, di cui 8 italiane. Nell’anno 2017 si è verificata una complicazione dal punto di vista degli strumenti utilizzabili per sostenere economicamente le persone poiché a marzo è stata rivista la legislazione che normava i voucher lavoro. Dopo alcuni mesi, in attesa che venissero messi in campo altri strumenti idonei, i voucher sono stati sostituiti da tirocini e da due strumenti denominati LIFA (libretto famiglia) e Presto (prestazione di lavoro occasionale). In seguito si è valutato quali fossero i migliori e i più adatti da impiegare in ciascuna Parrocchia, creando varietà di utilizzo rispetto alle singole situazioni. Alcune Parrocchie hanno avuto difficoltà ad utilizzare correttamente questi strumenti, ma in compenso le Parrocchie che già da diverso tempo ne fanno uso hanno chiesto di poter inserire più persone durante l’anno, facendo aumentare il numero di soggetti inseriti e sostenuti in questo percorso. Delle 15 Parrocchie coinvolte nell’anno 2017, ben 10 risultano essere nella città di Bergamo. Al di là di questi aspetti burocratici (comunque complessi da gestire e non sottovalutabili nell’insieme del progetto), anche quest’anno si è creato un circolo virtuoso di inserimento/accoglienza/valorizzazione/riconoscimento relazionale ed economico da parte delle Parrocchie verso gli utenti inseriti e di impegno/lavoro/creazione di nuove relazioni significative degli ospiti con sacerdoti e volontari nell’ambiente parrocchiale.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio

Se Caritas Bergamasca (attraverso il finanziamento otto per mille di Caritas Italiana) ha messo a disposizione € 50.000 per il progetto, le Parrocchie a loro volta hanno valorizzato il lavoro fatto dalle persone con ulteriori contributi (pagamento biglietti autobus – sostegno a spese mediche – aiuto nel pagamento di bollette – consegna di abiti e pacchi spesa…), ma soprattutto hanno svolto un grosso lavoro a livello relazionale: le persone inserite sono state spesso invitate a pranzare o cenare con i volontari, a partecipare a feste o momenti di incontro, a fare colazione o a bere il caffè durante il servizio prestato, creando momenti di “chiacchiere”, di conoscenza e reciproco sostegno.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone Tipologia

2017 2015 2010  

Parrocchie

15 20 3  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

/ / /  

Rete dei servizi Caritas

1 1 1  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Volontari delle Parrocchie

Volontari delle Parrocchie

Volontari delle Parrocchie  

Altro Comunità Don Milani, Cascina

Nuova dell’Agro

2 1  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti

PERSONE INSERITE CON VOUCHER FEBBRAIO – APRILE 2017 PARROCCHIE / ENTI DONNE UOMINI  

ITA IMM ITA IMM  

S. Anna – Bergamo 1 2 1  Villaggio Sposi – Bergamo 1 1 1  Celadina - Bergamo 1 2 1 2  Pedrengo 1 2 Redona – Bergamo 2 Valtesse San Colombano – Bergamo 2 Malpensata – Bergamo 2 Valtesse Sant’Antonio – Bergamo 1 1  Torre Boldone 1 Monterosso – Bergamo 1  Scanzorosciate 1  

Seriate 1  Comunità don Milani – Sorisole 1

PERSONE INSERITE CON TIROCINI- AGOSTO 2017 – FEBBRAIO 2018

PARROCCHIE / ENTI DONNE UOMINI   ITA IMM ITA IMM  

Malpensata – Bergamo 1 1

Boccaleone - Bergamo 1 1

Villaggio Sposi – Bergamo 2 Albano S. Alessandro 1 Monterosso – Bergamo 1 Nembro 1  Scanzorosciate 1  Sant’Anna – Bergamo 2 Cascina Nuova dell’Agro 1  

PERSONE INSERITE CON LIBRETTO FAMIGLIA - OTTOBRE 2017 – FEBBRAIO 2018

PARROCCHIE / ENTI DONNE UOMINI   ITA IMM ITA IMM  

Redona – Bergamo 3 1 1  

Valtesse San Colombano – Bergamo 1

Pedrengo 1

PERSONE INSERITE CON CONTRATTO DI PRESTAZIONE OCCASIONALE SETTEMBRE – DICEMBRE 2017

PARROCCHIE / ENTI DONNE UOMINI   ITA IMM ITA IMM  

Celadina – Bergamo 1 1 2

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Considerando che gli inserimenti delle persone vengono fatte nelle Parrocchie/oratori/centri ascolto prevalentemente la mattina, è difficile che siano presenti volontari giovani. I volontari con cui si ha più a che fare sono persone over 50.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Le situazioni delle persone inserite diventano sempre più complesse e complicate e quindi servono sempre più tempo e risorse per poter dare veramente un aiuto significativo verso l’indipendenza dai servizi. Fortunatamente le Parrocchie (quindi i sacerdoti, ma anche i volontari/e) si prendono davvero a cuore le persone che “lavorano” con loro e, spesso, dove non arriva Caritas riescono ad arrivare loro (aiuti per trovare lavoro – inserimento dei figli nelle scuole materne o pagamento mensa nella scuola – ricerca alloggio… etc. etc.), ma soprattutto a livello relazionale si creano situazioni davvero positive, che danno fiducia e ben-essere alle persone in difficoltà.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare

Punti di forza

• Rispetto alle persone segnalate questo progetto è anche un banco di prova, in quanto ci fanno capire se hanno davvero bisogno di un aiuto e se sono disposti a guadagnarselo (quest’anno, per es., un paio di persone a cui è stato proposto l’inserimento lavorativo, hanno “svicolato” e non si sono più presentate).

• Per molte delle persone inserite, il contributo che viene erogato (che oscilla fra i 250 e i 300 Euro al mese) è l’unica entrata economica e, per alcune situazioni al limite della povertà, questi inserimenti si traducono in un lavoro di prevenzione e rimessa in circolo di competenze e possibilità di ripartire con dignità. Per altri, già sotto la soglia di povertà e ospiti delle strutture di accoglienza di Caritas, è la possibilità di guadagnare qualcosa e darsi l’opportunità di riprendere in mano alcuni aspetti della propria vita, con la supervisione di un operatore che verifica anche la capacità di gestire il denaro.

• Il progetto è anche l’occasione di scambi ulteriori fra CPAeC, Parrocchie e Oratori: si sono affrontate situazioni di persone conosciute da due o più Parrocchie, cercando di coordinare gli interventi e decidendo chi poteva diventare il servizio di riferimento per una progettualità più utile e significativa. In diversi casi, dove possibile, sono stati anche coinvolti i servizi sociali territoriali, così da creare una “rete di sostegno” più rilevante e protratta nel tempo.

Punti di debolezza

• Un aspetto critico (ma anche stimolante) del progetto è il fatto che quando cambia il sacerdote in Parrocchia serve rilanciare la proposta al prete nuovo che arriva, non avendo automaticamente la disponibilità. Nel 2017, comunque, solo un nuovo parroco non ha rinnovato la collaborazione ottenuta negli anni precedenti, ritenendo che la Parrocchia avesse altre priorità.

• La parte burocratica e formale nell’uso dei nuovi voucher e nell’attivazione dei tirocini a volte scoraggia le Parrocchie, soprattutto quelle che non hanno molti volontari che si dedicano ad attività di segreteria.

FARE > PRESTO FARE | PRESTO La Caritas Diocesana nell’ambito delle sue attività da sempre cerca di sostenere progetti di aiuto nel mondo a favore di popolazioni vittime della guerra, di calamità naturali di gravi situazioni di povertà ed emarginazione. I progetti di cooperazione internazionale sono localizzati per lo più in zone dove esistono rapporti di collaborazione con le Caritas locali, i missionari o il personale locale, che permettono e garantiscono il pieno raggiungimento degli obiettivi stabiliti. È questo lo stile pedagogico – relazionale che cerca di caratterizzare l’attività di aiuto: coinvolgere e valorizzare le popolazioni locali affinchè siano loro i protagonisti della loro ripresa. . I progetti, quindi, non sono solo un mezzo per rispondere ai bisogni, ma anche il veicolo di un processo più ampio di trasformazione sociale, che garantisce la sostenibilità e la durata dei risultati nel tempo.

Emergenza terremoto 2016 Partner: Caritas Lombardia, Caritas Diocesana Bergamasca La Caritas Diocesana Bergamasca, con la Delegazione Caritas della Lombardia, è attiva sul territorio della Diocesi di Rieti nelle ore immediatamente successive alla scossa del 24 agosto 2016, anche con la presenza di 3 operatori. Oggi la terra continua a tremare la presenza e l’impegno Caritas restano costanti in tutti i paesi toccati, anche quelli spesso dimenticati. L’ impegno Caritas La rete Caritas ha garantito ascolto delle persone presenti nei territori con particolare attenzione alle fasce più deboli, accompagnamento pastorale, informazione, accanto a risposte ai bisogni primari, contributi al reddito, fornitura di beni e strumenti per favorire la ripresa delle attività economiche, soprattutto nelle aree rurali. In alcune zone - come ad es. Arquata, Acquasanta, Montegallo – sono state avviate attività strutturate di doposcuola ed animazione giovanile. Non è mancata la nostra presenza nelle frazioni e nelle case sparse, anche con la messa a disposizione, in accordo con Comuni e Regioni, di moduli abitativi provvisori destinati alle situazioni familiari particolarmente fragili, soprattutto nelle frazioni isolate di Amatrice. In tutte le zone colpite si è realizzato, già dal 2016, il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive e sono in via di realizzazione centri polifunzionali per riannodare relazioni e rapporti comunitari. In particolare, nel corso del 2017, sono stati realizzati i seguenti progetti: I l progetto “SOStare-con” Il contesto: A distanza di 7 mesi dal principale evento sismico, sono state consegnate le prime soluzioni abitative di emergenza (SAE). Le persone cominciano a rendersi conto che

questo nuovo trasferimento probabilmente sarà l’ultimo per diversi anni prima del rientro alle case originarie. La necessità di essere “accompagnate” in questo nuovo cambiamento è evidente. Soprattutto da questo nuovo evento che incomincia a coinvolgere la Comunità, nasce la necessità di porsi maggiormente in ascolto. Anche l’attività di distribuzione sarà un servizio che dovrà essere sempre più puntuale solo a favore delle situazioni di maggior vulnerabilità, dopo una specifica verifica “domiciliare”. Il progetto: Il progetto prevede la riorganizzazione dell’area precedentemente destinata alla distribuzione di beni di prima necessità, in termini poli-valenti: • Rimarrà una piccola distribuzione con accanto un piccolo magazzino, che

progressivamente si ridurranno in termini di giorni e ore di apertura, come diretta conseguenza della definitiva sistemazione abitativa della popolazione nei SAE e l’apertura dell’area commerciale (negozi), così come concordato con il Comune e le altre Associazioni.

• Un’altra area del terreno verrà adibita a spazio ricreativo formale ed informale per le diverse fasce di popolazione che potranno trovare ambienti specifici sotto una tenda come altri spazi all’aperto accoglienti grazie ad arredi urbani come panchine tavoli e gazebo.

• Si prevede inoltre, previa autorizzazione della Parrocchia e della protezione civile di istallare un’altalena e dei giochi per i bambini e le mamme. Lo spazio totale dell’area sarà cintato e tenuto in sicurezza.

Il progetto prevede, oltre ad interventi di tipo strutturale, un’attività di formazione per il personale Caritas e volontario (suore, sacerdoti, frati, volontari locali) sulla gestione delle attività Caritas e sullo stile di presenza al Centro di Ascolto, valorizzando sia la presenza pastorale che laica, creando un’équipe di lavoro formata ad intervenire sulla base di esigenze specifiche e in continua evoluzione. Obiettivo generale: Istituire il Centro permanente di Ascolto e di Aggregazione ad Amatrice, cioè creare nuovi spazi specificatamente per l’ascolto e le attività di aggregazione a favore della popolazione con un’attenzione prevalente alle fasce più vulnerabili come anziani e bambini. Costo del progetto: 77.000 euro. Progetto “Drive home” Contesto: In seguito ai terremoti che hanno colpito Amatrice a partire dallo scorso 24 agosto 2016, un’alta percentuale di abitazioni sono andate distrutte e/o non hanno ottenuto l’agibilità degli ambienti dopo le valutazioni effettuate da personale esperto. In questi mesi gli abitanti di Amatrice e frazioni si sono organizzati con soluzioni abitative temporanee quali roulotte e container, mentre alcuni si sono trasferiti verso altre località. Tali soluzioni hanno provocato un allontanamento dai propri luoghi ed affetti generando una frammentazione dei legami famigliari e comunitari (amplificando il senso di perdita). Il progetto: Il progetto pilota – Drive Home è destinato inizialmente al SAE 0, composto dalle prime 25 casette consegnate, per essere poi esteso alle altre 31 aree in costruzione.

Il progetto prevede delle visite domiciliari alle famiglie con lo scopo di affiancarle e supportarle attraverso un accompagnamento a queste nuove soluzioni abitative. L’intervento pone al centro della relazione la prossimità e l’ascolto di bisogni personali e comunitari in modo tale da individuare e progettare degli interventi ad hoc che possano favorire l’adattamento e la ricostruzione del tessuto sociale. Questo progetto pilota è svolto in sinergia con gli enti territoriali quali i Servizi Sociali del Comune di Amatrice e l’ASL di Rieti in modo tale da favorire la comunicazione e la segnalazione di situazioni che necessitano una presa in carico da parte delle Istituzioni di competenza. Obiettivo generale: Favorire il processo di familiarizzazione a nuovi spazi e relazioni.

Progetti di sostegno a distanza (adozioni) Ci sono molti bambini nel mondo che non riescono a crescere e non hanno cibo, vestiario, scuola sufficienti per il loro sviluppo. Nella maggior parte dei casi si è certi che l’ambiente migliore in cui possa crescere un bambino è la sua famiglia e la sua comunità. Lo scopo del “sostegno a distanza” è allora quello di lasciare il piccolo nella sua famiglia o, se la famiglia non c’è più, presso i nonni, un parente stretto, un vicino che lo conosce bene. Se nessuna di queste soluzioni è possibile, in una buona istituzione, ma nel suo paese. La famiglia adottiva fornirà, specie nell’ultimo caso, quell’appoggio finanziario indispensabile, che consente di crescerlo. Nell’anno 2017 sono stati attivati i seguenti sostegni a distanza:

  N.  minori   Soldi  donati  e  destinati  Bolivia  –  C.E.R.E.F.E.   92   €  28.520  Bolivia  El  Alto  –  Centro  Virgen  Nina     21   €  6.510  Brasile   58   €  19.290  Haiti   15   €  4.650  India  -­‐  Pondicherry   59   €  18.290  India  –  Kundukullam   48   €  14.880  Polonia  -­‐  Nurzec   55   €  17.050  Romania  -­‐  Ploiesti   26   €  8.060  Tanzania  –  Namamnga/  Anusha     29   €  8.990  Thailandia  -­‐  Bambarco   44   €  13.640  

Totale   447   €  138.570  

Progetti internazionali AFRICA TANZANIA – Realizzazione di una micro azienda solidale, piccola fattoria agro-zootecnica a Miyuji (Dodoma) Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Associazione Oasi Gerico Onlus, ha realizzato un piccolo allevamento di mucche, polli, capre e maiali, nonché un piccolo orto da coltivare per persone con disabilità. A livello culturale, il progetto ha permesso il superamento delle convinzioni arcaiche proprie della cultura locale, che tende ad attribuire alla disabilità valori negativi. A livello economico, la creazione della piccola impresa ha permesso di garantire alle persone coinvolte nel progetto il sostentamento economico autonomo. Nell’anno 2017 si è dato un contributo di 41.000 euro AMERICA LATINA MESSICO – EMERGENZA TERREMOTO SETTEMBRE 2017 «In questo momento di dolore voglio manifestare la mia vicinanza e la mia preghiera per tutta la cara popolazione messicana». Così Papa Francesco ha ricordato le vittime (250 vittime il bilancio provvisorio) del fortissimo terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter che il 20 settembre 2017 ha seminato ancora morte e distruzione in Messico colpendo il centro-sud del Paese, in particolare Morelos, Puebla, Tlaxcala, Guerrero, Oaxaca e Città del Messico. Solo due settimane fa il precedente sisma aveva causato la morte di 98 persone e ingenti danni. Nel bilancio del disastro si contano centinaia di morti, oltre a migliaia di sfollati, feriti, edifici distrutti, interruzione di corrente elettrica. A Città del Messico è crollata una scuola uccidendo bambini e insegnanti. Caritas Mexicana, già mobilitata in occasione del sisma che ha colpito altre regioni del Paese centroamericano l’8 settembre 2017, ha intensificando le proprie iniziative di aiuto e soccorso anche nella capitale allestendo centri di accoglienza presso le strutture parrocchiali e fornendo cibo, kit igienico sanitari, tende da sole, teloni, materassini e bagni ecologici. La Caritas Diocesana Bergamasca e tutta la Chiesa di Bergamo, si è unita nel sostegno alle comunità colpite con un invito alla preghiera e con un appello alla solidarietà. ASIA INDONESIA - Sostegno di Caritas Center, a favore dei giovani della Diocesi di Sibolga a Gunungsitoli La Caritas di Sibolga gestisce il Caritas Center dal 2008. Più di 600 studenti si sono diplomati ai corsi organizzati e almeno il 50% dei giovani hanno trovato lavoro in brevissimo tempo. Un traguardo importante, per le condizioni normali di occupabilità dell’Isola.

Caritas ha continuato a migliorare l’offerta formativa dei corsi e dei workshop in base ai bisogni della comunità e del territorio: -­‐ Nei primi anni i corsi organizzati sono stati i corsi di meccanica, ricamo, inglese, screen-

painting e cucina. -­‐ Con la nuova progettazione si sono inseriti i corsi per estetista, computer e cucito-base

che rispondono maggiormente alle necessità attuali. Nell’anno 2017 si è dato un contributo di 2.500 euro MEDIO ORIENTE GERUSALEMME – Favorire l ’occupazione femminile nel vi l laggio di Ain Arik Secondo l'Ufficio Centrale palestinese di Statistica, per il 2013, la percentuale di partecipazione alla forza lavoro in Cisgiordania è stata del 45%. Il divario nella percentuale di partecipazione tra uomini e donne è ancora molto grande: ha raggiunto il 69,0% per i maschi rispetto al 17,1% per le femmine. La Caritas Gerusalemme, capofila di questo progetto, intende migliorare la situazione socioeconomica e il coinvolgimento delle donne nella società palestinese, tramite il rafforzamento delle capacità decisionali e la produttività economica sia all'interno che all'esterno delle case. In particolare sono state coinvolte 10 donne che hanno già partecipato alla formazione presso il Caritas Training Center e impiegarle presso il nuovo laboratorio di Ain Arik (vicino a Ramallah), avendo così la possibilità di fare pratica e avere uno stipendio per 12 mesi. Per il primo trimestre, le donne sono state coinvolte nella produzione di 5.000 magliette per le celebrazioni del 50esimo anniversario di Caritas Gerusalemme. Nell’anno 2017 si è dato un contributo di 15.000 euro (3 euro a maglia – produzione, manodopera e stampa). IRAN E IRAQ – EMERGENZA TERREMOTO NOVEMBRE 2017 Il 12 novembre 2017 alle ore 18:18 (ora locale in Iran) un terremoto di magnitudo 7.3 ha colpito la zona di confine Iran-Iraq. L’epicentro è stato a circa 32 km a sud-ovest della città di Halabja, in Iraq. Al momento risultano oltre 500 morti e più di 8.000 feriti , si stimano circa 12.000 abitazioni completamente distrutte e oltre 70.000 le persone sfollate, ma i numeri delle vittime e dei danni aumentano di ora in ora via via che le operazioni di soccorso procedono e le località più remote sono raggiunte dato che l’area colpita è piuttosto vasta, montuosa e di difficile accesso. Secondo alti ufficiali del dipartimento per le emergenze iraniano la gran parte delle vittime sono nella provincia occidentale di Kermanshah e in particolare nella città di Sarpol-e Zahab a circa 15km dal confine con l’Iraq dove anche l’ospedale principale è stato seriamente danneggiato. Sul versante irakeno i danni maggiori si sono registrati nella regione del Kurdistan, in particolare nella città di Darbandikhan, Sulaymania e nei villaggi circostanti al confine con l’Iran. Migliaia di persone hanno lasciato la propria casa perché inagibile e si teme per la grande diga di Darbendekhan che si trova vicino alla zona del terremoto.

Caritas Internationalis, che coordina la rete Caritas, in collaborazione con le Caritas operanti in loco con le quali è in costante contatto, ha predisposto un piano organico di aiuto d’urgenza. La Caritas Diocesana Bergamasca e tutta la Chiesa di Bergamo, si è unita nel sostegno alle comunità colpite con un invito alla preghiera e con un appello alla solidarietà

FARE RIFUGIO Nato per rispondere all’emergenza e al bisogno di accoglienza dei richiedenti asilo previsto dalla legge, oggi è un importante sistema di accoglienza in strutture di dimensioni medio-grandi, in appartamenti e attraverso il sistema SPRAR. Persone accolte

Tipologia 2017 2016 2015  Totale Richiedenti asi lo

2.538 2.034 1.329  

Uomini 2.371 1.944 1.284  Donne 167 90 45  Famiglie 20 17 4  Usciti 1.286 706 542  Presenti al 31.12.2017

1.252 1.328 787  

Numero strutture 14 18 20  Numero palestre 0 0 3  Numero appartamenti 32 22 18  

Le principali nazionalità presenti sono: Nigeria 26%, Gambia 10%, Costa D’Avorio 9%. Mali 8%.

Prima accoglienza

1. Presentazione del servizio: Per prima accoglienza si intendono le strutture di dimensioni medio grandi dove vengono accolti i richiedenti asilo nella prima fase della loro richiesta di protezione. Nell’anno 2017 sono transitati in questi centri 2.306 richiedenti, di cui il 94% uomini.

2. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio La principale novità del 2017, è stata la creazione di un centro unico per la primissima accoglienza denominato HUB e ubicato ad Urgnano. Lì sono stati raccolti tutti o quasi i nuovi arrivati e gli ospiti vi hanno dimorato il tempo necessario per le prime pratiche burocratiche e sanitarie, per una durata media di circa un mese. Successivamente sono stati rindirizzati nelle varie strutture di accoglienza. Questo ha permesso di migliorare non solo la qualità dell’ospitalità, ma anche il rapporto con i servizi del territorio. E’ aumentato significativamente il numero di persone uscite dal sistema di accoglienza: il 56% è uscito in maniera volontaria, il 7% è stato espulso e il restante 37% è invece stato trasferito a centri gestiti da altri enti o accolti in altre progettualità (SPRAR).

3. Coinvolgimento comunità/rete/persone Tipologia

2017 2015 2008  

Parrocchie

11 /  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

Comuni Ambito

Bergamo, ATS Bergamo,

/  

Rete dei servizi Caritas

Caritas diocesana /  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Variano da 1 a 10 nelle varie

strutture /  

Altro (specificare)

Prefettura /  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchie: Urgnano, Botta di Sedrina, Casazza, Bergamo Cattedrale, Castione della Presolana, Cenate Sotto, Cenate Sopra, Bergamo Celadina, Ponteranica, Sotto il Monte, Vedeseta.

Accoglienza diffusa 1. Presentazione del servizio

Per accoglienza diffusa si intendono appartamenti messi a disposizione dal territorio per persone selezionate tra coloro che sono accolti nei centri medio grandi, per favorirne l’inserimento e l’integrazione grazie ad una collaborazione delle Parrocchie e del tessuto sociale coinvolti.

2. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Si è cercato di ampliare il numero degli appartamenti messi a disposizione. Si è lavorato con gli operatori per sviluppare progetti individualizzati su ogni singolo ospite e sono stati coinvolti i volontari soprattutto sul tema del lavoro e dell’inserimento lavorativo. 3. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2015 2008  

Parrocchie

36 /  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

Comuni Ambito Bergamo e

Provincia, ATS Bergamo,

/  

Rete dei servizi Caritas

Caritas parrocchiali

/  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Variano a seconda dei diversi

appartamenti /  

Altro (specificare) Prefettura /  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchie: Almenno S.S., Ambivere, Bergamo Loreto, Bergamo Colognola, Capizzone, Caprino Bergamasco, Cenate Sotto, Clusone, Cologno Al serio, Comenduno di Albino, Costa Volpino, Bergamo Grumellina, Lenna, Locatello, Bergamo Longuelo, Lurano, Mapello, Martinengo, Bergamo Monterosso, Bergamo Redona, Pianico, Ponte Nossa, Ponte san Pietro, Ponteranica, Vicariato Alta val Brembana, Bergamo San Paolo, Bergamo Santa Lucia, Bergamo Sant’Anna, Sotto il Monte, Sovere, Terno D’Isola, Trescore Balneario, Treviglio, Valnegra, Vall’Alta di Albino, Vigano San Martino.

Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni si possono scorgere a partire dall ’area “fare rifugio” Ci sono due diverse povertà: quelle degli ospiti e quelle del territorio. Sul lato ospiti si nota l’arrivo di migranti sempre meno consapevoli del loro progetto migratorio e della realtà in cui si trovano a vivere. Questo li mette in pausa su molti aspetti e li rende sempre più pretenziosi e meno grati. Dall’altro canto le uscite e gli insuccessi delle domande di richiesta di protezione pongono il problema riguardo al futuro della loro condizione e al senso dell’accoglienza. Dal lato territorio rimane forte l’opposizione ideologica o l’indifferenza oltre all’incapacità dei vicini e dei volontari a gestire l’impotenza che si sperimenta ogni giorno. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare nell ’area “Fare rifugio” Punti di forza: • Ampio coinvolgimento Tantissimi rapporti con il territorio, tanta visibilità, molte risorse umane ed economiche, tanto interesse e coinvolgimento danno a questo progetto una grande potenzialità, con la difficoltà di gestire tanta complessità. Punti di debolezza: • Le regole del gioco Difficile da ripensare questo punto, ma i rapporti con le istituzioni e le leggi non sempre condivisibili rendono questo progetto non del tutto nelle nostre mani. Se non dettiamo noi le regole del gioco dobbiamo accettare compromessi e logiche non sempre “istituzionali”. • La pastorale e i l territorio Qui c’è molto da fare e le cose sono già impostate, ma serve molto per superare la logica di emergenza che ancora condiziona. Ma le grandi potenzialità rischiano di essere sprecate se non si trasformano in stimoli costruttivi capaci di attivare le comunità e renderle capaci di ospitalità. Le linee guida della lettera pastorale però sono una mappa preziosa. • Uno sguardo al futuro Migliorare l’accoglienza non è sufficiente. Dobbiamo lavorare di più sull’inserimento e sull’interazione per offrire agli ospiti non un nido, ma un trampolino di lancio. Partendo dai loro bisogni, a partire dal lavoro e dalla costruzione di una rete sociale di supporto. Costi sostenuti (prima accoglienza, accoglienza diffusa e altri progetti): 17.121.276€ Contributi e proventi (prima accoglienza e accoglienza diffusa): 17.356.121 €

Sprar ambito di Dalmine

Progetto del Comune di Levate in collaborazione con alcuni Comuni dell’ambito Dalmine e di realtà del terzo settore. Il progetto prevede l’accoglienza ordinaria di rifugiati per un periodo determinato, e ha lo scopo di inserirli nel tessuto sociale e favorire la loro autonomia. Numero strutture: 10 Posti disponibili: 37 Costi sostenuti: 25.790 € Contributi e proventi: 25.790 €

FARE > GIUSTIZIA L’Ufficio di Giustizia Riparativa è un’opera segno che definisce l’importanza per la Caritas dei temi legati alla Giustizia come valore di riferimento che dovrebbe guidare la società. Il progetto Poveri ma Cittadini è aperto a tutti coloro che portano ai Centri di Primo Ascolto e Coinvolgimento Parrocchiali e Diocesano una richiesta di aiuto e sostegno nell’affrontare pratiche e vicende legali. Un secondo servizio offerto dalla Caritas Diocesana tramite l’Associazione Diakonia-onlus sono gli inserimenti in percorsi di lavori di pubblica utilità e messa alla prova che hanno l’obiettivo di alimentare un meccanismo virtuoso per cui sia possibile, a fronte della commissione di un reato, intraprendere un cammino di servizio alla comunità impegnandosi personalmente nella riparazione nei confronti della società civile. Da ultimo vi è la proposta più culturale sul tema della Giustizia riparativa che Caritas promuove in rete con altre realtà del territorio, con l’obiettivo di creare dialogo e riconciliazione tra “vittime e rei”. Gli strumenti della mediazione e dei percorsi di formazione sensibilizzazione su questi temi l’obiettivo di alimentare un meccanismo virtuoso per cui sia possibile intraprendere un cammino di riconciliazione con se stessi, con l’altra parte coinvolta e con la società civile.

Poveri ma cittadini 1. Persone incontrate Rispetto all’apertura del servizio nel 2004, i casi presentati allo sportello “poveri ma cittadini” sono aumentati di anno in anno. Nell’anno 2017 sono in netta diminuzione le prese in carico: 32 in totale (contro ad esempio le 65 dell’anno 2015). In questo numero sono comprese il 30% di situazioni già note e che si sono incontrate negli scorsi anni. Non vi sono differenze sostanziali tra il numero di persone italiane avvicinate rispetto a quelle straniere.

2017 2015 2008  Ital iani Stranieri Ital iani Stranieri Ital iani Stranieri  

ABITARE casa all'asta o pignorata, alloggio popolare

1 4 7 13 1 1  

GIUSTIZIA e DETENZIONE sanzioni, procedimenti penali

1 5 4 4 1 3  

FAMIGLIA separazione/divorzio, tutela minori, eredità

8 4 16 5 4 3  

IMMIGRAZIONE e DOCUMENTI cancellazioni anagrafiche, rilascio passaporto

1 3 0 7 1 3  

LAVORO mancata retribuzione, 0 0 0 1 1 1  

licenziamento ECONOMIA sanzioni, prestiti insoluti/arretrati, debiti da gioco

5 0 8 0 1 0  

TOTALE 16 16 35 30 9 11  

Tra le problematiche evidenziate per gli italiani sono sicuramente in crescita i casi segnalati per dirimere questioni familiari in merito alle eredità e situazioni debitorie contratte a causa del gioco d’azzardo. Per le persone straniere invece, rimangono prevalenti questioni inerenti la detenzione i procedimenti penali ancora in corso. La maggior parte delle persone/famiglie che si rivolgono al servizio hanno un’età superiore ai 35 anni. 2. Descrizione del dato che maggiormente emerge Più della metà delle persone intercettate dallo sportello Poveri ma cittadini sono espressione di una intera famiglia, di nuclei familiari in cui quasi sempre sono presenti minori. Come già sottolineato, a fianco di problematiche derivanti dalla presenza di minori, molto accentuate sono le problematiche derivanti da divergenze familiari su questioni di eredità. 3. Coinvolgimento comunità/rete/persone Il servizio “poveri ma cittadini” può contare su una bella rete di volontari: 23 avvocati e 1 commercialista che si occupano delle consulenze e delle prese in carico dei casi segnalati.

T ipologia 2017 2015  

CPAeC DIOCESANO e FONDO FAMIGLIA LAVORO 18 28  HOUSING SOCIALE 3 2  PRESTITO DELLA SPERANZA E SAN BERNARDINO 1 4  CPAeC e CARITAS PARROCCHIALI 5 16  CAV 2 ALTRI SERVIZI (Ufficio Migranti, Comunità Il Mantello, Avvocati per niente MI) 3 11  TOTALE 32 65   5. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Dalle situazioni incontrate si nota come il fenomeno della crisi economica e i suoi strascichi tocchino le famiglie presenti sul nostro territorio: l’assenza di lavoro per tempi molto prolungati e la penuria hanno spinto le persone a fare attenzione alle risorse che si possono acquisire per via ereditaria dalle famiglie d’origine, anche quando i rapporti con questa non sono buoni e continuativi. Visti i casi segnalati al servizio, è importante sottolineare anche che le dipendenze da diverse forme di gioco d’azzardo sono pian piano riconosciute dalla società come problemi da affrontare.

6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Un punto di forza da richiamare è che i percorsi che hanno avuto un buon esito sono generalmente quelli in cui le persone incontrate sono sostenute da una rete familiare o di servizi che supportano l’interessato nel procedere anche con la questione legale che di solito è solo un tassello necessario per risolvere il problema. Difficile, invece è gestire le situazioni che si sono trascinate per lungo tempo: diventa faticoso reperire i documenti, difficile è anche costruire una consulenza legale adeguata. Spesso infatti le persone, dopo una prima consulenza, lasciano passare diversi mesi di tempo per arrivare ad avere i documenti richiesti per procedere.

Lavori di pubblica util ità 1. Persone coinvolte

Nazionalità delle persone inserite 2017 2015 2008  Italiana 37 41 4  

Boliviana 3 6 0  Marocchina 3 3 0  

Albanese 2 1 0  Peruviana 2 0 0  

Colombiana 1 0 0  Ghanese 1 1 0  

Senegalese 1 0 0  Etiope 0 1 0  

Francese 0 1 0  Ivoriana 0 1 0  

Paraguaiana 0 1 0  Ex Jugoslavia 0 0 1  

TOTALE 50 56 5  

Oltre alle 50 persone effettivamente inserite, sono da aggiungere altre 6 persone alle quali era stata data disponibilità per l’inserimento. Per motivi di irreperibilità o diversa decisione del Giudice in sentenza, non si è potuto procedere. Delle 50 persone effettivamente avvitate ai lavori socialmente utili, 5 erano donne (4 italiane e 1 marocchina). Al termine dell’anno 2017 stavano ancora svolgendo i lavori socialmente utili 18 persone. Per 32 persone la misura è stata completata. 2. Descrizione del dato che maggiormente emerge Come nel passato la maggior parte dei lavori socialmente utili sono conseguenza della guida in stato d’ebrezza (33 su 50 persone). Sempre più spesso i lavori nascono da altre tipologie di sentenza: programmi di messa alla prova (12 persone), affidamento al servizio sociale (3 persone) e azioni di volontariato nel corso di svolgimento dell’esecuzione penale in alternativa al carcere (2 persone in misura di arresti domiciliari).

3. Coinvolgimento comunità/rete/persone Gli inserimenti delle persone nei lavori socialmente utili sono fatti prevalentemente nei servizi Segno della Caritas Diocesana/Associazione Diakonia-onlus: Zabulon, Galgario, Saracasa. Altri inserimenti sono supportati da altri enti e/o Parrocchie, come sotto riportato.

Inserimento 2017 2015 2008  Centro Pluriservizi Zabulon 35 36 5  

Triciclo 3 2 0  Dormitorio Galgario 2 3 0  

Saracasa 1 4 0  Patronato San Vincenzo 1 0 0  

Carcere e Territorio 1 1 0  Cooperativa sociale Il Sogno 1 0 0  

Parrocchia di Almè 1 0 0  Parrocchia di Bonate Sotto 1 1 0  

Parrocchia di Curnasco di Treviolo 1 1 0  Parrocchia di Martinengo 1 0 0  

Parrocchia di Seriate 1 0 0  Parrocchia di Stezzano 1 0 0  

Altre Parrocchie 0 8 0  TOTALE 50 56 5  

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto È opportuno fare notare come quasi la metà delle persone accolte per lo svolgimento di lavori socialmente utili nell’anno 2017 aveva un’età tra i 18 e 35 anni (23 su 50 persone) 6. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Si sottolinea l’esperienza positiva e il dialogo che si instaura con gli avvocati e l’ufficio dell’UEPE: gli operatori sociali che devono seguire il percorso delle persone sottoposte a misure di lavoro di pubblica utilità conoscono i servizi promossi dalla Caritas Diocesana e costruiscono positivi rapporti di collaborazione. Le persone che arrivano ai servizi della Caritas si sentono realmente accompagnati nel percorso di lavoro. Alcune di loro, a fine servizio, decidono di proseguire la collaborazione come veri e propri volontari. Rispetto al numero di persone che hanno la possibilità di accedere ai benefici previsti dalla legge, solo una parte trovano risposta negli enti e nei servizi: servirebbe un lavoro culturale nei Comuni e negli enti del territorio per incentivare la possibilità di inserire un maggior numero di persone.

Centro di Giustizia riparativa 1. Persone coinvolte

2017 2015 2008  Persone 32 34 5  

Gruppi classe 3 2 0  Gruppi ingaggiati per momenti formativi 3 0 0  

2. Descrizione del dato che maggiormente emerge Per quanto concerne i momenti formativi questa voce riguarda i gruppi che hanno partecipato a:

• Summer School • Nuova formazione dei mediatori • Ragazzi in servizio civile

Per gruppi classe si intendono intere classi di istituti superiori (20-25 ragazzi per classe) che ci hanno contattato, in un caso, per richiedere un percorso di mediazione al suo interno e, negli altri 2 casi, per un percorso di sensibilizzazione sul tema della Giustizia (progetto GPS). 3. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Progetto Realtà incontrata/incontri  

Convegno a Firenze Convegno tenutosi a settembre dal titolo “La centralità della mediazione penale per la messa alla prova degli adulti”. Intervento in merito all’esperienza del Centro di Giustizia Riparativa.  

Formazione a Padova e

supervisione a Vicenza

Percorso formativo per mediatori della durata di un anno rivolto alle persone presenti sul territorio di Padova con lo scopo di aprire un Centro di mediazione sul loro territorio. Supervisione da parte dei formatori del Centro di Bergamo delle attività formative proposte dal gruppo di Vicenza.  

Formazione nuovi mediatori

Proposta formativa per far avvicinare persone interessate al tema della Giustizia Riparativa ai centri di Bergamo e Mapello. La proposta prevede appuntamenti formativi e incontri residenziali. L’intero percorso è strutturato sul 3 anni per un totale di 150 ore.  

Laboratorio NEXUS

Tavolo di lavoro convocato dal UEPE con altre realtà del territorio per promuovere la connessione di enti e istituzioni che hanno a che fare con l’esecuzione pena e il reinserimento sociale. Il laboratorio, con i suoi diversi componenti, ha attivato al suo interno il work-progect Giustizia Persona e Società con l’Istituto Natta, Lussana e Caniana (anno scolastico 2016/17 e 2017/18).  

Legami Progetto finanziato da Caritas Italiana grazie all’8x1000 Progettazione di percorsi di sensibilizzazione di ascolto e mediazione nelle Parrocchie della Malpensata, di Celadina e di Cisano Bergamasco.  

Sensibilizzazione Casa Samaria

Sensibilizzazione sulla Giustizia Riparativa rivolto alle ospiti di Casa Samaria e ai volontari che gravitano attorno alla realtà.  

Sensibilizzazione Istituto Majorana -

Seriate

Sensibilizzazione sulla Giustizia Riparativa. Il percorso tende a sensibilizzare personale docente e studenti al fine di poter studiare la possibilità d’inserire nel regolamento scolastico alcuni fondamenti di Giustizia Riparativa nella gestione di situazioni di conflitto.  

Summer School Settimana di studio promossa dall’UNIBG e dal Centro con la collaborazione di Caritas Italiana per conoscere e diffondere i fondamenti della Giustizia Riparativa; iniziativa formativa aperta a studenti e persone interessate ai temi della Giustizia Riparativa.  

Incontri del gruppo Incontri di formazione interna del gruppo, supportati da esperti dell’Università di

Bergamo e Milano e incontro con Associazioni e iniziative del territorio (Libera, il gruppo del Libro dell’Incontro) e incontri di coordinamento per monitorare i percorsi dell’Ufficio.  

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Nei percorsi formativi ci sono diversi giovani (5 su 20) e anche nel gruppo dei mediatori volontari già attivi 9 sono giovani 40. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Più che povertà, credo che si possa sottolineare ancora come in molte realtà, che hanno a che fare con la giustizia, sia sconosciuta la Giustizia Riparativa intesa come percorso in cui vittima e reo dialogano e s’incontrano. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Crediamo sia importante la partecipazioni a tavoli ed iniziative utili ad incontrare gli attori istituzionali che amministrano la Giustizia sul territorio bergamasco: spesso la mancata conoscenza della possibilità della mediazione e della prospettiva della Giustizia Riparativa rende difficile il dialogo con i professionisti che si incontrano nelle sedi istituzionali e di pratica legale. Come punto di debolezza si sottolinea che, spesso, la mancata conoscenza della pratica della mediazione sia un fattore che incide sulla decisione delle parti d’intraprendere o no questo percorso. Costi complessivi dei tre progetti “Fare giustizia”: 22.094€

Fondazione antiusura San Bernardino Onlus Progetto promosso dalle Diocesi lombarde

1 . Presentazione del servizio Il servizio vuole offrire un concreto supporto economico a persone singole e/o famiglie vittime di strozzinaggio o a concreto rischio di usura. Il servizio è nato nell’anno 2004. La Fondazione Antiusura San Bernardino ha sede a Milano e fanno parte del Consiglio di Amministrazione della fondazione una persona di ogni Diocesi della Lombardia su nomina dei rispettivi Vescovi. Il fondo a disposizione della Fondazione è stato costituito con contributi donati da ogni Diocesi.

Il progetto nasce da un’esigenza concreta, manifestata dai Centri di Primo Ascolto e dalle Caritas Diocesane della Lombardia, che hanno segnalato l’aumento di richieste di interventi di carattere economico da parte di famiglie che sono a rischio usura. Dal 2008 la Fondazione promuove l’utilizzo di una particolare forma di microcredito che consente all’ente stesso di intervenire in situazioni in cui il debito non si è ancora consolidato, ma ha forte probabilità di esserlo. Obiettivo del progetto è sostenere le famiglie che hanno problemi con l’inserimento abitativo (mensilità anticipate, cauzioni, spese di registrazione contratto affitto, acquisto mobili, attivazioni utenze ecc.), le spese sanitarie, le spese scolastiche, l’acquisto di mezzi di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro, le spese straordinarie della famiglia legate a necessità improcrastinabili.

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Tipologia 2017 2016 2015  

Ital iani 9 14 4  Stranieri 2 3 1  

Totale 11 17 5   Come negli anni precedenti, la maggior parte dei richiedenti sono di nazionalità italiana, nel 64% dei casi uomini, provengono da 10 paesi della provincia di Bergamo e hanno un’età media di 51 anni. Nel 2017 la fondazione ha accolto 2 richieste per un erogazione media di 20.000€ a famiglia. Ha effettuato sette consulenze su diverse problematiche poste dalle persone inviate relative alla gestione di pesanti situazioni debitorie dovute a perdita del lavoro, a fallimenti di attività in proprio, separazioni o situazioni famigliari difficili, finanziamenti sottoscritti per pagare spese sanitarie per gravi malattie. Una persone titolare di un’attività commerciale è stata invece reindirizzata alla Fondazione Lombarda Antiusura, mentre un’altra rimandata presso lo sportello poveri ma cittadini di Caritas per valutare la possibilità di supporto legale sul proprio territorio.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio

Si segnala il rapido incremento del fenomeno del gioco d’azzardo patologico che in alcune circostanze si aggancia direttamente a fenomeni di estorsione e usura. Le domande sono in calo ma molte presentano criticità particolarmente significative.

4. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Il servizio sta rilevando la rapida evoluzione delle problematiche legate al fenomeno del gioco d’azzardo. A tal proposito la Caritas a livello regionale ha creato un coordinamento su questa specifica povertà emergente e in tale consento la Fondazione san bernardino Onlus svolgerà un ruolo d’impulso portando la sua esperienza nel tema a partire dagli effetti di carattere economico.

5. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare

Punti di forza • La competenza e la disponibilità dei volontari e degli operatori coinvolti

Punti di debolezza

• Vi è la necessità di rivedere e rivitalizzare il collegamento con i Centri di Primo Ascolto e Coinvolgimento in considerazione del fatto che le pratiche che vengono sottoposte all’attenzione della Fondazione risultano sempre più complesse e meritevoli di molti e maggiori approfondimenti di varia natura.

Comunità di accoglienza femminile Casa Samaria Servizio dell’Istituto Suore delle Poverelle (Istituto Luigi Palazzolo) 1. Presentazione del servizio Casa Samaria è una comunità di accoglienza che ospita donne in alternativa al carcere (coloro le quali possono accedere ai benefici di legge) in un ambiente il più possibile familiare ed educativo. Nasce nel 2005 dalla volontà e collaborazione tra le Suore delle Poverelle dell’Istituto Palazzolo di Bergamo e la Caritas Diocesana Bergamasca/Associazione Diakonia Onlus con l’obiettivo di accompagnare le donne con problemi di giustizia verso una piena autonomia. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Le donne accolte a Casa Samaria hanno condizioni giuridiche differenti che vengono specificate nella tabella seguente.

Tipologia 2017 2015 2008  

Affidamento ai servizi sociali 1 2 1  Arresti domiciliari o detenzione domiciliare 7 5 6  Permessi premio 0 2 1  Semilibertà 1 0 0  

Obbligo di dimora 1 0 0  

Donne liberanti 0 2 0  

Solo accoglienza presso appartamento Via Zanica 2

0 2 0  

TOTALE 10 13 8  

Delle 10 donne accolte durante l’anno 2017, sette provengono da Paesi appartenenti all’UE (5 dalla Romania, 1 italiana, 1 polacca), tre dal Sudamerica (1 dal Brasile e 2 dalla Repubblica Dominicana).

Come sempre l’età risulta variegata: 5 donne hanno meno di 30 anni, 3 hanno età compresa tra i 30 e i 40 anni e 2 donne hanno più di 40 anni. Nel corso del 2017 ci sono stati diversi sviluppi progettuali per le ragazze ospitate:

- 2 donne sono state accolte in comunità durante l’anno e al 31.12.2017 continuano il percorso all’interno della comunità;

- 4 delle donne accolte hanno continuato l’accoglienza in housing sociale negli appartamenti sul territorio con inserimenti in borsa lavoro;

- 1 donna ha terminato il progetto di ospitalità raggiungendo autonomia sul territorio; - 2 donne sono state accolte fini alla fine della loro pena e sostenute nel rientro al

proprio Paese d’origine; - 1 donna è stata ospitata in “obbligo di dimora” ed è evasa.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio Nel corso dell’anno 2017 non sono stati riscontrati significativi cambiamenti rispetto alle accoglienze delle donne. Si può tuttavia segnalare un grande aumento delle richieste di conoscenza della nostra realtà da parte di Parrocchie, scuole e realtà territoriali in genere. Gli incontri hanno prodotto un maggiore interesse rispetto al tema carcere, un aumento delle richieste di partecipazione al volontariato in comunità e, non ultimo, un più ampio canale di vendita dei manufatti prodotti dalle nostre ospiti nel laboratorio presente in struttura. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia 2017  Parrocchie

Numerose Parrocchie sono state coinvolte nella sensibilizzazione sul tema giustizia. Inoltre con la nostra parrocchia di appartenenza (Sant’Alessandro in Colonna) e la Parrocchia della Malpensata (dove abbiamo un appartamento in housing sociale) manteniamo vivi spazi di volontariato in cui inserire le nostre donne.  

Rete dei servizi Caritas

Per la gestione economica della comunità si fa riferimento alla Caritas Diocesana e per quanto riguarda la fornitura alimentare da parte del “Banco alimentare Caritas”. Partecipa alla “segreteria carcere”. Vi è collaborazione con gli altri servizi Caritas al bisogno.  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

I volontari di Casa Samaria sono all’incirca 25 e si suddividono tra persone giovani che vengono a condividere i momenti liberi delle donne proponendo attività di svago e dall’altra parte donne che vengono ad affiancare le ospiti nell’attività lavorativa del laboratorio di sartoria presente in struttura.  

Tirocini universitari

Due ragazze hanno svolto presso la nostra struttura il tirocinio universitario di 150 ore per la facoltà di Scienze

dell’educazione dell’Università di Bergamo.  Servizio civile In settembre una ragazza ha concluso l’anno di servizio

civile.  Scuole Nel corso dell’anno il servizio è stato contattato da alcune

scuole per effettuare incontri di sensibilizzazione e formazione. Nello specifico: - 1 mattinata con le classi seconde del CFP di Via Gleno; - 4 mattinate con le classi quarte dell’Istituto Superiore Mamoli di Bergamo; - 1 mattinata con le classi seconde dell’Istituto Superiore Serafino Riva di Sarnico; - 1 mattinata con le classi terze dell’Istituto Facchetti di Treviglio.  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchie della città: Sant’Alessandro in Colonna, Borgo Santa Caterina, Celadina, Malpensata, San Paolo. Altre Parrocchie della Provincia: Brusaporto, Ambivere, Comenduno, Cividino e Berbenno. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Casa Samaria offre spazi di volontariato all’interno della comunità tramite la condivisione delle attività ordinarie delle ospiti: la maggior parte dei giovani che si rivolgono alla Comunità sono legati all’attività scolastica (alternanza scuola-lavoro, tirocini universitari) oppure a progetti di volontariato con i servizi (es. progetto giovani CSV di Bergamo). La sensibilizzazione sul territorio ha comunque portato ad un aumento generale delle richieste di volontariato all’interno della struttura. Riteniamo importante segnalare inoltre che, il volontariato non è vissuto solo dall’esterno verso la comunità ma le ospiti vivono loro stesse un’attività di volontariato sul territorio bergamasco. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Per quanto riguarda Casa Samaria, essendo un servizio specificatamente rivolto alla detenzione femminile, il bisogno rimane negli anni lo stesso, cioè l’accompagnamento verso forme di alternativa al carcere che possano dare strumenti validi ad un reinserimento efficace e il più possibile autonomo. Rimane inalterato il dato delle accoglienze che sono per la maggior parte di donne straniere, socialmente ed economicamente povere, mentre si sta abbassando sempre più l’età anagrafica delle ospiti. Rispetto agli scorsi anni però iniziano ad arrivare donne che hanno pene più lunghe rispetto alle accoglienze del passato, per questo il progetto educativo viene di volta in volta modificato e adattato ai bisogni del momento.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza:

- I percorsi di alternativa al carcere portano a meno recidiva e a una maggiore sicurezza sociale; - Vi sono buone relazioni con la rete dei servizi (carcere, UEPE, Parrocchie, Ass. Carcere e Territorio, Sportello Mestieri, Laboratorio Nexus, territorio circostante e volontariato) per l’accompagnamento sociale e per gli sviluppi progettuali di autonomia delle ospiti; - Attraverso la partecipazione a diversi progetti con Caritas, il servizio ha la possibilità di ampliare e rafforzare gli strumenti educativi dei progetti di reinserimento sociale (ad es. percorsi psicologici gratuiti, più facilità di attivazione di borse lavoro, ecc).

Punti di debolezza: - Fatica nel far considerare un progetto di alternativa al carcere come uno strumento valido (che richiede anche lo sforzo di un cambiamento nello stile di pensiero, di abitudini), sia inizialmente da parte delle ospiti, sia da parte della società; - Difficoltà (a volte) nel gestire progetti educativi che hanno tempistiche dilatate, quindi tempi di permanenza in comunità più lunghi e conseguenti accompagnamenti verso l’autonomia ritardati. - Si affronta la concreta difficoltà nel riuscire a trasformare le borse lavoro in un vero e proprio contratto lavorativo che porti le persone ad una reale e piena autonomia (anche abitativa).

Housing sociale ambito carcere Partner: associazione Diakonia Onlus, associazione Carcere Territorio, Opera Pia Maria Caleppio Ricordi 1. Presentazione del servizio: Reinserimento sociale di persone detenute o sottoposte a misure limitative della libertà personale, in collaborazione con le istituzioni locali e con diversi soggetti della società civile. Dieci alloggi destinati all’accoglienza maschile di persone in alternativa alla detenzione in carcere, un alloggio per l’accoglienza femminile e uno destinato all’accoglienza di famigliari che arrivano da fuori provincia o a detenuti che, per la fruizione di permessi premio, non hanno sul territorio risorse abitative proprie. Per il coordinamento e il monitoraggio dei progetti di housing sociale, vi è la presenza di due educatori professionali (Caritas Diocesana e Opera pia Caleppio).

2. Persone accolte negli appartamenti

Tipologia 2017 2016 2015 2014  Maschi 22 28 26 28  

femmine 3 3 4 8  Italiani 11 14 15 22  

stranieri 14 17 15 14  Provvedimento

Tipologia 2017 2016 2015 2014  Affidamento serv. sociali 17 16 13 13  

Semilibertà 4 5 7 3  Detenzione domiciliare/AADD 2 7 4 12  

libero 2 3 6 8  Esit i

Tipologia 2017 2016 2015 2014  Autonomia personale(compresi rientri in

patria) 9 15 17 17  

Rientri in carcere 0 1 3 2  Attivi (al31/12) 16 15 10 17  

Per la quasi totalità dei soggetti coinvolti nei progetti di housing e accompagnamento sociale, si è cercato di attivare anche un percorso di inserimento lavorativo (tirocini formativi - in collaborazione con gli sportelli territoriali del Consorzio Mestieri) e per alcuni anche un percorso di supporto psicologico e spirituale . Nell’alloggio destinato ai famigliari dei detenuti, nel corso dei quattro anni presi in esame (2014 - 2017), sono stati accolti, in tempi diversi e in più occasioni, 20 nuclei famigliari. Nello stesso alloggio 13 i detenuti hanno usufruito di più permessi premio concessi dal Tribunale di Sorveglianza. 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge nel servizio L’approvazione del nuovo progetto Carcere 2017 promosso da Caritas italiana (Fondo CEI-8xMille) di cui Caritas Diocesana Bergamasca è l‘ente gestore del progetto, ha permesso il rafforzamento delle azioni già in essere e di alcune azioni innovative (tra cui ad es. l’attivazione di un nuovo alloggio in seconda accoglienza in Provincia). Il progetto approvato prevede oltre ad ampliare e rafforzare le azioni già in essere, ha permesso un maggiore coinvolgimento del territorio e della comunità locale attorno alle tematiche del “carcere”. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia 2017 2016 2015  

Parrocchie

7 di cui in maniera costante la Parrocchia di Celadina di

Bergamo

6 di cui in maniera costante la Parrocchia di Celadina di

Bergamo

4 di cui in maniera costante la Parrocchia di Celadina di

Bergamo  Comuni e/o

ambiti territoriali e/o

ATS

3 Distretti (Bergamo, Zanica, Romano di

Lombardia), Comune di Bergamo e

2 Distretti (Bergamo, Zanica),

Comune di Bergamo e alcuni Comuni della Provincia

2 Distretti (Bergamo, Zanica),

Comune di Bergamo e alcuni Comuni della

alcuni Comuni della Provincia

Provincia  

Rete dei servizi Caritas

Casa Samaria, CPAeC, servizio mediazione e “poveri ma cittadini”,

Cappellano.

Casa Samaria, CPAeC, servizio mediazione e “poveri ma cittadini”,

Cappellano.

Casa Samaria, CPAeC, servizio mediazione e “poveri ma cittadini”,

Cappellano.  Coinvolgimento

dei Volontari (quanti sono,

cosa fanno, ecc.)

11 di cui: 10 attivi come presenza e

ascolto negli alloggi sia maschili che femminile; (2

di loro svolgono anche servizio di consegna

vestiario all’interno del Carcere di Bergamo, 2 fanno riferimento alle

Parrocchie di Malpensata e Celadina).

1 attivo come addetto alle piccole manutenzioni degli

appartamenti

11 di cui: 10 attivi come presenza e

ascolto negli alloggi sia maschili che femminile; (2 di loro svolgono anche servizio

di consegna vestiario all’interno del Carcere di

Bergamo, 2 fanno riferimento alle Parrocchie di Malpensata e Celadina). 1 attivo come addetto alle piccole manutenzioni degli

appartamenti.

10 di cui: 9 attivi come presenza e ascolto negli alloggi sia

maschili che femminile; (2 di loro svolgono anche

servizio di consegna vestiario all’interno del

Carcere di Bergamo, 2 fanno

riferimento alle Parrocchie di Malpensata e Celadina). 1 attivo come addetto alle piccole manutenzioni degli

appartamenti.   5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Durante l’anno scorso, in collaborazione con la comunità di accoglienza femminile Casa Samaria, si sono incontrate diverse classi delle scuole superiori e alcuni gruppi di giovani delle Parrocchie di Bergamo e Provincia. Inoltre è da sottolineare, all’interno del Laboratorio territoriale Nexus, l’attivazione del progetto denominato “ Giustizia Persona Società”, che ha come obiettivo principale la sensibilizzazione delle giovani generazioni ai temi dell’inclusione sociale in ambito penale. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni si possono scorgere a partire dal servizio La crisi economica degli ultimi anni che ha accentuato la fatica (e per certi versi l’impossibilità) nel trovare lavoro e una abitazione, soprattutto per la fascia di persone che questo servizio affianca. Senza lavoro non si può pensare di poter avere una casa e quindi un ritorno alla quotidianità della vita. 7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare PUNTI DI FORZA • Adozione di modalità operative e di condivisione di dati comuni dei diversi progetti tra le

varie realtà coinvolte. Ciò avviene ad esempio attraverso tavoli di coordinamento operativi housing e lavoro, equipe di coordinamento e confronto con i volontari, ecc.

• Potenziamento delle risorse economiche e strumentali rispetto ai bisogni crescenti. • Rafforzamento del peso politico e affinamento della qualità progettuale nei confronti dei

soggetti finanziatori. • Coinvolgimento per alcune delle persone affiancate, in reti parrocchiali di quartiere

attraverso alcune attività di volontariato. Ciò permette l’implementazione di “relazioni

buone” tra la persona accolta e la comunità che accoglie. Vi sono i primi tentativi di percorsi spirituali da parte di alcune parsone avvicinate, che aiutano ad un cambiamento in positivo e quindi conseguente graduale rifiuto di taluni comportamenti negativi.

PUNTI DEBOLEZZA • A volte è difficoltosa la connessione degli interventi di inserimento lavorativo, tra l’ufficio

di Esecuzione Penale Esterna e i servizi sociali dei Comuni di riferimento, per garantire il monitoraggio del percorso lavorativo e il corretto supporto per il raggiungimento di una futura autonomia personale.

• C’è in generale la difficoltà, da parte di alcuni delle persone affiancate, del raggiungimento di un’autonomia personale a causa di difficoltà di accesso al mercato immobiliare: i costi elevati di attivazione di un contratto di locazione, la presenza di un’attività lavorativa instabile, le relazioni interpersonali (buone, positive) scarse e/o fragili, causano un conseguente allungamento dei tempi di accoglienza e permanenza nei progetti di accompagnamento. Le persone permangono in una specie di “limbo”, in attesa di una risposta definitiva nella ricerca del lavoro e della casa.

• Inoltre negli anni, abbiamo riscontrato che spesso le persone inserite negli alloggi messi a disposizione, diventano facili bersagli di luoghi comuni da parte dei vicini e/o dei condomini, che hanno spesso una forte diffidenza nei loro confronti.

• Infine le difficoltà educative maggiori avvengono nella relazione con i soggetti che percepiscono il sostegno, l’accompagnamento e la verifica come intrusioni nelle proprie storie personali e che desiderano fruire dei nostri progetti solo in maniera strumentale.

Costi sostenuti per Casa Samaria e housing sociale: 82.548€ Contributi e proventi: 82.548€

Comunità di accoglienza femminile Kairòs Un servizio di associazione Micaela Onlus in collaborazione con Fondazione Battaina

1. Presentazione del servizio Comunità di accoglienza residenziale e appartamento di semi-autonomia per donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e in condizioni di forte vulnerabilità sociale, che aderiscono al programma di protezione sociale (art. 18 D. Lgs n. 286/1998).

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte Donne accolte 2017 2015 2008  

Maggiorenni 12 10 13  

Minorenni 0 1 0  

Totale 12 11 13  

3 donne sono state accolte nel 2017 mentre le altre 9 erano già presenti dall’anno precedente. La quasi totalità delle accolte sono donne nigeriane (10), una donna romena e una albanese. L’età media è compresa tra i 21 e i 25 anni e complessivamente le donne sono state ospitate per 2.227 giorni.

Oltre alla sicurezza abitativa e di risposta ai bisogni primari, alle donne, sia nella struttura di Prima Accoglienza che nell’appartamento di semi-autonomia, è stato offerto un costante supporto da parte del personale educativo (personale religioso ed educatrici professionali) al fine di riconoscere ed imparare ad esprimere le proprie potenzialità per affrontare e cercare di superare i propri limiti.

Esit i dei progetti 2017  

Interruzione volontaria del percorso 1  

Passaggio in altra struttura di 1^ acc. 1  

Passaggio in altra 2^ accoglienza 1  

Passaggio in autonomia 4  

Ancora presenti al 31/12/2017 5  

Totale 12  

3. Aspetto significativo/novità dell ’anno Il 2017 è stato per la Comunità Kairòs un anno di transizione e di significative novità. La decisione da parte delle Suore Adoratrici, fondatrici della Comunità stessa, di non essere più presenti 24 ore su 24 vivendo a fianco delle ragazze nella struttura di accoglienza, seppur comunque continuando a coordinare e gestire il progetto stesso, ha comportato dei cambiamenti sia a livello organizzativo che di uso degli spazi.

Il mese di agosto la comunità è stata impegnata nel trasloco e nell’allestimento dei nuovi e più ridotti ambienti della Comunità, ad oggi così suddivisi: un appartamento diurno (gli uffici del personale educativo e dell’amministrazione, una stanza “laboratorio”, un bagno, un cucinino, una camera da letto e una dispensa) e un secondo appartamento adiacente al primo, adibito

all’accoglienza residenziale di un massimo di 6 donne (3 camere da letto, due bagni, cucina, sala e cantina).

Per i primi 7 mesi dell’anno 2017 l’équipe educativa ha continuato a garantire la presenza 24 ore su 24, grazie alla presenza di 3 suore residenti nella struttura e di due educatrici professionali assunte a tempo pieno. Dal mese di agosto la nuova équipe è costituita dalla suora responsabile del progetto che risiede nell’altra struttura dell’Associazione, sita a Torre Boldone, e dalle due educatrici, che garantiscono una copertura diurna, 7 giorni su 7. Il lavoro di riflessione e ricerca avviato già da tempo dall’équipe educativa ha permesso di definire nuove strategie di intervento e di gestione, caratterizzate da una maggiore autonomia e al contempo responsabilità concesse e chieste alle beneficiarie del progetto. La chiusura del laboratorio di piccola sartoria a gestione interna, che da anni rappresentava per le ospiti lo spazio e il tempo per fare una prima esperienza di formazione sul campo, ha portato e impegna tutt’ora le educatrici a ricercare sul territorio dei luoghi tutelati nei quali far sperimentare alle giovani in carico prime occasioni concrete per far emergere potenzialità personali, consolidare e/o ampliare competenze, spendibili poi nell’attuale mondo del lavoro.

Attività

Nonostante i cambiamenti sopra descritti, nell’arco di tutto il 2017 il progetto ha continuato, sia nella struttura di Prima Accoglienza che nell’appartamento di semi-autonomia, nel lavoro quotidiano da parte del personale educativo di valorizzazione e risposta in modo simultaneo alle due dimensioni della personalità psicofisica e sociale, nello specifico attraverso le seguenti attività:

• accompagnamento educativo e supporto psico-sociale: colloqui individuali di sostegno e di orientamento; confronto sull’andamento del progetto educativo personale e condivisione delle decisioni circa i passaggi successivi (proposta di rimpatrio assistito, ricerca di altre strutture più idonee, passaggio alla fase successiva del percorso), in vista di un maggiore benessere delle ospiti; momenti di verifica condivisa tra l’équipe educativa e le giovani accolte; incontri costanti di aggiornamento con le Assistenti Sociali di riferimento, per le due giovani prese in carico dai Servizi Sociali; supporto quotidiano nella gestione della casa, nella pulizia e cura degli ambienti condivisi e personali, nella preparazione dei pasti e nella cura della propria persona;

• accompagnamento all ’assistenza medico/sanitaria; • accompagnamento giuridico per il raggiungimento della posizione di immigrato

regolare. Un’ospite, tra l’altro giovanissima, è stata accompagnata nella delicata fase di denuncia nei confronti delle persone che l’hanno sfruttata in Italia. Nel 2017 la regolarizzazione è stata possibile per tre giovani nigeriane;

• attività manuali/artigianali propedeutiche al lavoro: la partecipazione alle attività proposte sia in Comunità (laboratorio di taglio e cucito, ricamo, basi sartoria, cucina) che

appoggiandosi a laboratori esterni (falegnameria, design, corso barman) ha permesso alle ragazze di riscoprire, apprendere e approfondire competenze e conoscenze sia in termini di abilità lavorative pratiche, seppur semplici e di facile apprendimento, che di sperimentazione dei tempi e delle modalità di lavoro (rispetto degli orari, costanza e responsabilità nel portare a termine quanto richiesto, raggiungimento di una buona autonomia nello svolgimento del compito assegnato, qualità di quanto prodotto/ottenuto). Nel mese di maggio, per il terzo anno consecutivo in occasione di una mostramercato di giardinaggio e produzioni creative la Comunità ha allestito il proprio stand, proponendo la vendita dei prodotti di artigianato confezionati manualmente, con un positivo riscontro;

• percorsi di alfabetizzazione alla l ingua: tutte le donne sono state seguite nell’apprendimento dell’italiano scritto ed orale, con lezioni individuali una o più volte alla settimana, tenute da personale volontario. Nel 2017 otto giovani hanno frequentato con costanza le lezioni del corso di italiano per stranieri presso il CPIA di Bergamo. Sempre presso il medesimo istituto due ragazze hanno frequentato, grazie al buon livello di conoscenza della lingua italiana, le lezioni per ottenere il Diploma di Scuola Secondaria di primo grado;

• attività di orientamento professionale: analisi delle competenze individuali, stesura curricula, momenti di incontro volti all’individuazione delle attitudini, capacità e conoscenze maturate nel paese d’origine e confronto rispetto a ciò che è concretamente spendibile nell’attuale mondo del lavoro e su quello che invece deve essere ancora appreso, simulazione di colloqui di lavoro e attivati contatti con conseguenti colloqui di lavoro;

• formazione ed esperienze professionali : grazie allo strumento del tirocinio formativo extracurriculare, tre ragazze, già in regola con i documenti, hanno potuto sperimentare per diversi mesi (da un minimo di 5 ad un massimo di 12), una prima esperienza di lavoro in un reale contesto professionale, rispettivamente in una Cooperativa di pulizie, in un hotel e in un’azienda di confezionamento vestiti;

• attività fisica per migliorare il benessere psico-fisico e lo stare in gruppo: corso di yoga (nei primi sei mesi dell’anno), passeggiate ed escursioni;

• accompagnamento alla conoscenza e all’accesso ai servizi pubblici e privati del territorio;

• attività ludiche e socializzanti sia internamente (serate di animazione e giochi, organizzazione di momenti di festa, uscite alla domenica), che partecipando ad eventi sul territorio;

• attività di sensibil izzazione sul fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale e di descrizione/presentazione della missione e delle attività dell’Associazione.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone 2017  

Parrocchie n.d.  

Comuni e/o ambiti territorial i e/o ATS

uffici ATS; presidi ASST, ospedali e consultori pubblici/privati, Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo  

Rete dei serviz i Caritas

CPAeC Diocesano

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

Nel corso dell’anno 23 volontari si sono resi disponibili sia in attività legate alla gestione pratica della Comunità (ritiro del banco alimentare, piccoli lavori di manutenzione, assistenza computer, etc) sia in attività a fianco delle ospiti della struttura: lezioni di italiano, laboratorio artigianale interno (taglio e cucito, ricamo, realizzazione di piccoli manufatti), corso di cucina, serate di gioco/momenti di animazione, corso di yoga, uscite ludiche sul territorio etc.  

Altro (specif icare)

Forze dell’Ordine, Prefettura e Questura, ambulatorio Oikos Onlus uffici Agenzia per le Entrate, AFP Ass. Formazione Professionale Patronato San Vincenzo di Bergamo, Centro Meta e Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, Consorzio Mestieri Bergamo; Associazione Confartiginato; CPIA Bergamo; ABF - Azienda Bergamasca Formazione; ENAIP; Cooperativa Memphis; Cooperativa Oikos; Fondazione Banco Alimentare di Milano e di Bergamo; Banco di Solidarietà e Farmaceutico di Bergamo; Agenzia per l’integrazione di Bergamo l’O.I.M. - Organizzazione Internazionale Migrazioni; Ass. Slaves no more per i rimpatri; Consolati e Ambasciate; Servizi di Unità Mobile di Strada; associazioni partner e associazioni e cooperative attive a livello regionale e nazionale nel settore dell’immigrazione e nel supporto alle vittime di tratta e prostituzione.  

5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Nel corso dell’anno due gruppi di giovani di altrettante Parrocchie della Diocesi hanno vissuto in Comunità una serata di conoscenza reciproca e di condivisione con le ospiti, quasi loro coetanee, svolgendo in piccoli gruppi lavori di riflessione e scambio su tematiche, quali “libertà” “amore”. Entrambe le occasioni sono state vissute attivamente dalle ospiti e i riscontri sono stati buoni. Uno dei due gruppi di giovani ha inoltre deciso di attivarsi nella

propria Parrocchia in una raccolta fondi, raggiungendo tra l’altro l’obiettivo nel giro di poco tempo, al fine di coprire le spese necessarie a sostenere un tirocinio formativo per un’ospite. Verso la fine dell’anno la condivisione della cena in oratorio ha permesso alle ragazze della Comunità di portare in prima persona il loro grazie, per la sensibilità e l’impegno concreto dimostrato da questo gruppo giovani. Un’altra esperienza significativa che ha coinvolto le ragazze è stata la visita, una domenica pomeriggio, di un gruppo scout femminile che ci aveva contattate in precedenza, interessato a conoscere la nostra realtà. Le scout hanno organizzato giochi e attività di socializzazione che hanno saputo coinvolgere tutte le ospiti, favorendo un prezioso momento di incontro informale, fra giovani quasi coetanee.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio

Il fenomeno della tratta e nello specifico dello sfruttamento sessuale continua ad essere complesso e di non semplice lettura, anche per gli intrecci con il fenomeno migratorio. Rispetto alla fase dell’accoglienza, attualmente richiesta esclusivamente da giovani di nazionalità nigeriana tutte giunte in Italia attraverso gli sbarchi, dopo un devastante percorso migratorio con tappe più o meno lunghe in Libia, osserviamo:

-­‐ sono ragazze sempre più giovani, provenienti da villaggi/zone rurali, poco scolarizzate o analfabete, spesso primogenite di famiglie numerose, orfane (talvolta di entrambi i genitori), costrette ad unioni con uomini molto più grandi di loro spesso per saldare debiti contratti dai familiari, madri sole di figli piccoli lasciati alle cure di parenti, con nessuna esperienza lavorativa pregressa;

-­‐ sono ragazze vulnerabili, desiderose di riscatto per sé e per la famiglia e disposte a correre rischi (a volte più o meno consapevoli rispetto all’essere costrette a doversi prostituire, generalmente all’oscuro delle reali condizioni di sfruttamento) pur di cambiare lo stato delle cose, facilmente adescabili da soggetti criminali che conoscono la situazione e che utilizzano credenze e riti per soggiogarle e dirigerne la volontà;

-­‐ una volta sottratte allo sfruttamento e avendo aderito al percorso di comunità, le giovani sono sempre meno consapevoli dell’impegno e della messa in gioco necessari a loro richiesti, in vista dell’inserimento in questa società.

A partire da teli constatazioni, sono state apportate modifiche all’intero progetto con l’intenzione di poter rispondere alle nuove esigenze che si riscontrano quotidianamente nel lavoro con le donne per poterle guidare nell’acquisizione di strumenti di base, indispensabili per raggiungere una minima autonomia ed evitare il ripetersi di situazioni di rischio.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare

Punti di forza:

1. formazione continua e mirata, professionalità, competenze e conoscenza approfondita ed aggiornata, esperienza, impegno, motivazione personale ed interesse degli operatori oltre alla costante vicinanza e affiancamento nei confronti delle dirette beneficiarie;

2. spazi e tempo dedicati alle giovani accolte (come gruppo così come al singolo) per affrancarsi dall’esperienza passata, per progettare il proprio futuro e sperimentare fiducia (fidarsi ed affidarsi) al fine di costruire un progetto individuale in funzione delle proprie capacità, risorse e limiti e in considerazione del contesto attuale;

3. costante e articolato lavoro di rete, consolidato negli anni, con le associazioni, pubbliche o del privato sociale, impegnate nella tutela e nell’accoglienza delle donne vittime di tratta e con i diversi servizi presenti sul territorio di città e provincia e anche a livello regionale e nazionale.

Punti di debolezza:

1. distanza tra i valori e il concetto di vita proposti dagli operatori e le richieste/aspettative delle giovani accolte, non sempre calate nella realtà. Si riscontra poco interesse a conoscere e a confrontarsi con la cultura italiana, come strumento utile all’integrazione sociale;

2. il raggiungimento dell’obiettivo finale di autonomia ed integrazione sociale richiede preparazione (spesso non riconosciuta dalle giovani) e tempi mal vissuti dalle donne perché ritenuti troppo lunghi, ai quali si aggiunge la difficoltà a conseguire la regolarizzazione;

3. criticità evidenti e vincolanti nella fase di inserimento delle giovani nel mercato del lavoro, dovute sia alla mancanza di formazione e di esperienze lavorative pregresse, sia allo scarso impegno dedicato all’apprendimento della lingua italiana, presentato ripetutamente come competenza ineludibile per ottenere un inserimento lavorativo.

FARE > FUTURO

Centro diurno Arcobaleno Titolare: cooperativa Arcobaleno, Comunità Emmaus Partner: Associazione Diakonia Onlus 1. Presentazione del servizio Il Centro Diurno Arcobaleno offre accoglienza diurna a soggetti alcol o tossicodipendenti, anche in condizione di marginalità sociale, in un ambiente alternativo al proprio contesto di vita (famiglia, casa, strada). Attraverso la collaborazione ed il lavoro in rete con altri enti e servizi del territorio promuove la costruzione di progetti personalizzati e graduali di reinserimento sociale e/o lavorativo “possibile”. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

2017 2015 2008 Tossicodipendenti 14 18 19 Alcooldipendenti 12 8 12 Disagio adulto 1 1 0

Totale 27 27 31

Nel 2017 sono stati complessivamente in carico al Centro Diurno 27 persone, di cui 3 donne. 15 di loro erano in carico dall’anno precedente, 8 sono state prese in carico per la prima volta nel 2017 e 4 sono “ritornate”, chiedendo nuovamente un aiuto.

Si tratta prevalentemente di soggetti con lunghe storie di dipendenza, precedenti esperienze di trattamenti residenziali (comunità terapeutiche) ed elevata compromissione attuale della situazione sociale e lavorativa. Si evidenzia tuttavia anche la presenza di alcune persone relativamente giovani, con una già elevata compromissione del funzionamento sociale (esperienze di vita in strada, perdita di legami, carcerazioni, doppia diagnosi). L’età media è abbastanza alta (47 anni) con oltre la metà dei soggetti di età superiore ai 45 anni.

Dei soggetti presi in carico, oltre la metà di loro presenta una condizione di poliabuso: 25 sono stati inviati dai SerD, mentre altri 2 persone rispettivamente dal Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento della Caritas Diocesana e dal “Tavolo Bassa Soglia”. Rispetto alla tipologia di interventi occorre sottolineare come venti interventi sono costituiti da progetti riabilitativi di medio-lungo periodo, finalizzati al graduale recupero delle condizioni psicofisiche e al graduale reinserimento sociale e/o lavorativo. Due accoglienze erano finalizzate ad accompagnare le persone all’inserimento in struttura residenziale, mentre

cinque inserimenti si ponevano come obiettivo la realizzazione di un intervento socio-occupazionale, che garantisse:

• un forte supporto nella quotidianità; • un contenimento dell’uso/abuso di alcol o sostanze; • il monitoraggio delle condizioni psicofisiche; • la corretta assunzione di terapie farmacologiche; • il miglioramento della qualità di vita. Per 12 dei soggetti in carico, la progettualità realizzata ha visto l’avvio di azioni volte al reinserimento lavorativo e in particolare: tre persone hanno effettuato un tirocinio formativo e di orientamento, una un tirocinio di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzato all’inclusione sociale, all’autonomia alla ri‐abilitazione presso una Cooperativa Sociale; un soggetto ha partecipato un progetto propedeutico retribuito con voucher Inps presso una Parrocchia; Con altre sette persone è stato avviato un percorso propedeutico interno volto a creare le condizioni per un inserimento lavorativo.

3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al servizio

Il servizio ha modificato nel 2017 la propria tipologia di offerta e il numero di posti, richiedendo di essere accreditato in Regione Lombardia come Servizio Terapeutico Riabilitativo con 23 posti. È attualmente in attesa di accreditamento. 4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

2017 2015 2008 Parrocchie

1 1 2

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

Partecipazione a Tavolo Bassa Soglia Comune Bergamo; Presenza di persone afferenti a 7 Ambiti territoriali; 20 Progetti personalizzati condivisi con Servizi Sociali Comunali; 1 contratto con ATS

Collaborazione AT di Bergamo Presenza di persone afferenti a 5 Ambiti territoriali; 1 contratto con ATS

Collaborazioni con Ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine; Presenza di utenti afferenti a 8 Ambiti Territoriali; 1 contratto con ATS

Rete dei servizi Caritas

La collaborazione con Servizi Caritas è sempre molto significativa: oltre al

coinvolgimento del Centro di Primo Ascolto, collaborazioni sono avvenute con dormitori Galgario e Zarepta, Servizio Mensa, Servizio Poveri ma cittadini, Progetto “I poveri tesoro della chiesa” e “Si prese cura di lui”. Insieme a Caritas, si partecipa al Tavolo Bassa Soglia del Comune di Bergamo.

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

2 volontari di supporto alle attività educative ed ergoterapiche, accompagnamento persone a visite mediche, attività ricreative e di tempo libero; 2 ragazzi seminaristi presenti durante il periodo estivo. Hanno supportato le attività ergoterapiche

1 volontario di supporto alle attività educative ed ergoterapiche

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Nel 2017 vi è stata la collaborazione con la Parrocchia di Celadina e i Comuni di Albano Sant’ Alessandro, Arcene, Bagnatica, Bergamo, Cologno al Serio, Covo, Gazzaniga, Lallio, Martinengo, Mozzanica e Sorisole. 6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Vi è una maggiore presenza sul territorio di persone in condizione di fragilità, prive di una rete di riferimento, che necessitano di forme di accompagnamento nel lungo periodo. C’è stato un incremento di situazioni di doppia diagnosi e di persone non più giovani con decadimento cognitivo/demenza legata a abuso alcolico e da sostanze, per le quali diviene difficile individuare contesti di inserimento. Vi è inoltre un aumento di fasce di persone in condizione di fragilità a causa di maggior precarietà e selettività del mondo del lavoro e di legami sociali fragili.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare Punti di forza • Intervento per progetti personalizzati, multidisciplinari, flessibili; • Collaborazioni attive e positive con servizi e realtà del territorio;

Punti di debolezza

• Precarietà rispetto alla sostenibilità economica; • Faticosa raggiungibilità della sede del centro diurno con i mezzi pubblici per persone non

provenienti da Bergamo città e con difficoltà nella deambulazione; • Fatica nel costruire sinergia con le realtà parrocchiali dei paesi limitrofi.

Racaras Partner: Associazione Diakonia Onlus, Parrocchie locali Presentazione del servizio: Il progetto “Figli del vento” nasce nel giugno 2010 con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone Sinte che vivono nei campi comunali autorizzati e in alcuni terrenti privati sul territorio di Romano di Lombardia e di Trescore Balneario. Nell’anno 2017 il nome del progetto è passato da “Figli del vento” a “Racaras” che in lingua sinti significa “parliamo”. Di fatti si è voluto curare il passaggio agli enti del territorio di buona parte delle azioni, accompagnando gli stessi ad una presa in carico dei bisogni e delle problematiche presentate dalla specificità dei campi sinti. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Luogo Tipologia 2017 2015 2010  

Romano di Lombardia

Abitanti campo autorizzato

24 62 63  

Abitanti terreni privato

20 25 12  

Minori 19 26 20  Usciti dal campo

comunale: ingresso case Aler

12 (di cui 6 minori)

- -  

Trescore Balneario

Abitanti campo autorizzato

62 59 67  

Abitanti terreni privati

20 20 Non rilevato  

Minori 25 27 24  

Descrizione del dato che maggiormente emerge nell ’anno 2017 A Romano quest’anno tre famiglie per graduatoria hanno avuto accesso all’alloggio di edilizia pubblica. Abbiamo inoltre puntato a tirocini più lunghi per le persone che ne hanno fatto richiesta, fino ad arrivare a inserimenti lavorativi anche di 12 mesi, per la maggior parte conclusi in modo molto positivo. Questo ha permesso ad alcune persone inserite di sperimentarsi per più tempo su diversi ambiti (coltivazione, vendita dei prodotti al mercato, distribuzione a domicilio, lavori di ristrutturazione) e ai responsabili degli inserimenti di verificarne la tenuta, ponendo degli obiettivi più alti.

A Romano, su un totale di 8 inserimenti lavorativi con tirocinio il 75% sono uomini ed il 25% donne. Per il 50% di loro il tirocinio è durato tra i 4 e 7 mesi. Per l’altro 50% il tirocinio è durato tra 10 – 12 mesi. Coinvolgimento comunità/rete/persone Tipologia

2017 2015 2010  

Parrocchie

3 3 3  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

2 2 2  

Rete dei servizi Caritas

1 Romano 1 Romano 1 Romano  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

15 Romano (in oratorio per

animazione - affiancamento

inserimenti lavorativi in Parrocchia e presso il

Cpaec) 4 Trescore

(in oratorio)

15 Romano 4 Trescore

(doposcuola, CPAeC, animazioni

in oratorio e inserimenti lavorativi)

Numero non rilevato ma presenti

in attività come: doposcuola presso

l’oratorio e il campo, animazione

nei campi e volontari CPAeC  

Cooperative / consorzi coinvolti per inserimenti lavorativi

3 Romano 1 Trescore

1 Romano 1 Trescore

0  

Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti

PARROCCHIE COMUNI  S. Pietro Apostolo ai Cappuccini - Romano di Lombardia

Romano di Lombardia  S. Maria Assunta e S. Giacomo Apostolo - Romano di Lombardia S. Pietro Apostolo - Trescore Balneario Trescore Balneario   Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Il passaggio di circa 22 ragazzi/e del progetto alternanza scuola/lavoro provenienti da diversi istituti superiori di Bergamo e provincia, è un dato significativo per il progetto Racaras. Questa esperienza, ha dato la possibilità agli studenti coinvolti di vivere concretamente una realtà molto distante dalla loro routine quotidiana, permettendo loro di scardinare alcuni pregiudizi e di porsi delle domande rispetto alla realtà sinti ai più sconosciuta. D’altro canto, la loro presenza e i loro racconti rispetto alla scuola superiore, ha permesso ai giovani che abitano all’interno del campo di rapportarsi con coetanei non sinti, influendo anche sulla decisione di quattro ragazzi di proseguire gli studi dopo la licenza media. Questo è un passaggio importante per il progetto, dato l’altissimo tasso di dispersione scolastica. I ragazzi dell’alternanza scuola/lavoro hanno avuto anche la possibilità di spendersi in momenti di animazione con i bambini della scuola primaria e materna, all’interno del campo sosta o dell’oratorio.

Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni puoi scorgere a partire dal servizio Se fino a qualche anno fa sia uomini sia donne sceglievano impieghi sporadici, anche per venire incontro alle esigenze di nomadismo, ora sono invece alla ricerca di lavori maggiormente stabili e duraturi. Tale bisogno si scontra però con l’impossibilità di trovare un’occupazione all’interno di un mondo del lavoro che fatica ad accogliere persone con fragilità, anche dopo l’esperienza di un tirocinio o di corsi attestati come con la Dote Unica Lavoro. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare punti di forza: - d

esiderio di uscita dal campo da parte di tutte le famiglie (Romano): la maggior parte delle famiglie ha deciso autonomamente di iscriversi al bando delle case Aler. Le nuove generazioni si stanno rendendo conto che la convivenza al campo è sempre più faticosa e che il cambiamento campo/casa potrebbe portare maggiore tranquillità alla famiglia;

- rapporto positivo con amministrazione di Romano: da quando è stato istituito il tavolo, il lavoro portato avanti in rete è sempre stato importante e coerente, arrivando a dei buoni risultati di pensiero e di azione;

- risultati negli inserimenti lavorativi (Romano): quest’anno abbiamo avuto la possibilità di sperimentare delle forme di tirocinio anche di 12 mesi per alcune persone meritevoli, che hanno portato a conclusione l’esperienza con successo.

punti di debolezza: - mancanza di rapporti con amministrazione di Trescore: da un ultimo incontro richiesto da

Caritas Bergamo per avere una risposta di collaborazione da parte del Comune, l’equipe non ha mai ricevuto alcuna risposta, interrompendo a malincuore il lavoro sul territorio;

- poche possibilità di lavoro stabile: sia per il periodo storico sia per le poche competenze (mancanza della licenza media) degli abitanti del campo, è molto difficile riuscire a trovare un impiego stabile e continuativo anche per le persone più capaci e volenterose, inficiando una possibile autonomia economica della famiglia.

Costi sostenuti: 66.910€ Contributi e proventi: 10.750 € (Caritas Italiana)

Microcredito Presentazione del servizio Il servizio vuole offrire un concreto supporto a persone e famiglie che vivono momenti di grave difficoltà economica (sostegno iniziale per l’affitto di un alloggio, pagamenti di rate di affitto arretrate, spese sanitarie impreviste ecc.), evitando che possano cadere in prestiti da usura. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2016 2015  Ital iani 25 32 39  

Stranieri 8 12 9  Totale 33 44 48  

Nell’anno 2017 il 76% dei richiedenti era di nazionalità italiana e proveniva da dodici paesi della nostra Provincia. L’età media è attorno ai cinquant’anni; sono prevalentemente coniugati, quasi sempre con un basso livello d’istruzione. Delle 33 persone avvicinate nell’anno 2017, cinque hanno avuto accesso ad un prestito, due hanno attivato la pratica nel 2017 ma avranno l’erogazione nell’anno 2018. Una pratica giudicata positivamente dall’ufficio della Caritas Diocesana, ha avuto invece parere negativo dalla la Banca. Complessivamente sono stati erogati € 7.550 (una famiglia con € 2.500 e le altre con erogazioni comprese tra i 1.000 e i 1.700€). Le persone hanno fino a 24 mesi per restituire le somme prestate, con rate mensili che oscillano tra le 70 e le 140 Euro, a seconda delle disponibilità economiche. Per 7 persone si è fatto un lavoro di ascolto, di consulenza, a volte di indirizzo presso altri servizi della Caritas, come ad esempio “poveri ma cittadini” e/o i CPAeC parrocchiali o Diocesano. Non si è potuto fare di più in quanto la situazione economica della famiglia non faceva rientrare i richiedenti nei criteri previsti per l’erogazione del microcredito. La maggior parte di queste persone sono giunte a chiedere un incontro tramite i CPAeC parrocchiali, oppure tramite passa parola. Per altre 11 persone si è attivata la procedura per inoltrare la domanda alla Fondazione antiusura “San Bernardino”, strumento a disposizione delle Caritas lombarde per aiutare famiglie in difficoltà economica causa di forme di usura (vedi apposita scheda). Punti di forza e/o debolezza. Negli ultimi anni è abbastanza stabile il numero dei contatti (anche se in forte diminuzione rispetto all’anno 2008). In drastico calo sono invece le persone che hanno potuto concretamente accedere al fondo: sei famiglie, di cui però solo cinque hanno ricevuto il prestito (nell’anno 2015 erano state diciassette).

Non è venuto meno il bisogno quanto piuttosto le persone che si rivolgono al servizio, sono già in una situazione di forte indebitamento che non permette loro di poter accedere al servizio. Quasi sempre hanno debiti pregressi in misura così consistente da impedire loro di essere aiutati tramite il microcredito. Di volta in volta, per queste persone, si valuta come è possibile aiutarle in modo diverso, utilizzando altri servizi. Erogazioni: 7.550 €

ESPLORARE

Esplorare è scoprire quanto è sconosciuto o nascosto. Esplorare è ascoltare: non solo in veste di “ricettori”, ma anche andando alla costante ricerca di “nuovi suoni”, voci troppo deboli per emergere da sole dall'incessante rumore di fondo. Per riuscire ad esplorare bisogna rivolgere lo sguardo all'esterno per riuscire ad incontrare le persone con bisogni vicini e lontani. Esplorare è anche saper guardare dentro di sé, per allargare i propri orizzonti. Esplorare è arrivare primi a tendere la mano agli ultimi: allontanarsi dalle strade già battute per cercare di tracciare nuovi sentieri, quelli che potrebbero essere i percorsi di solidarietà del futuro. Caritas, attraverso il rapporto quotidiano con il territorio – il cui fulcro sono i Centri d’Ascolto e Coinvolgimento diffusi in tutta la Diocesi –, ma anche grazie ai progetti sperimentali fuori e dentro le scuole, la ricerca e l'elaborazione di dati, l'offerta di esperienze di volontariato e servizio civile, continua a essere crocevia dell'esplorazione degli altri, di sé, delle fragilità e dei bisogni del territorio.

ESPLORARE > IL TERRITORIO

Centro di Primo Ascolto Diocesano

1 . Presentazione del servizio

Il Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento Diocesano “Porta dei cocci” (CPAeC) è il cuore dei servizi promossi dalla Caritas tramite l’Associazione Diakonia Onlus. Obiettivo del CPAeC è quello di offrire ai “poveri” presenti sul territorio, attenzione, ascolto e risposta ai loro più variegati bisogni. Partendo dall’ascolto e dalla risposta a bisogni primari, il CPAeC Diocesano vuole essere “un tempo” per l’elaborazione di specifici progetti di reinserimento sociale per le persone accolte e un “luogo” che aiuta la comunità cristiana a osservare, conoscere e farsi prossima ai poveri; nel contempo è stimolo all’Ente Pubblico perché si attivi sempre più con servizi in risposta ai bisogni dell’emarginazione e del disagio. L’ascolto viene distinto in “primo ascolto”, quando la persona accede per la prima volta avanzando richieste primarie e di contributi, e “secondo ascolto”, la fase della progettualità condivisa tra operatori e con i servizi di riferimento. La prima fase è significativa poiché l’operatore del CPAeC, attraverso la rilevazione dei bisogni, diventa un riferimento per la persona, la orienta a riconoscere le sue necessità e l’accompagna ai servizi dedicati, attraverso l’instaurarsi di una relazione di fiducia. Il gruppo di lavoro del CPAeC Diocesano è costituito da tre educatori, di cui una coordinatrice, e tre volontari che presiedono l’accoglienza (ricevimento). Il servizio è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00: la mattina è dedicata all’ascolto delle persone, mentre il pomeriggio si svolgono le attività di segreteria (compilazione schede e progetti relativi ai servizi offerti), di relazioni con i servizi, le istituzioni, i CPAeC parrocchiali e le risorse del territorio, di condivisioni delle prese in carico e delle progettualità, di accompagnamento delle persone e riunioni di équipe.

2. Persone accolte/incontrate/coinvolte 2017 2015 2008  

Uomini 1.026 1.331 771  Donne 300 416 295  Totale 1.326 1.747 1.066  

Italiani 403 558 303  

Stranieri 923 1.189 763  Totale 1.326 1.747 1.066  

Sono 1.326 le persone incontrate nel corso dell’anno 2017 dagli operatori del CPAeC Diocesano. Stabile la percentuale di persone italiane (attorno al 30%), anche di coloro che si

sono rivolti al CPAeC per la prima volta. Vi è una significativa presenza di uomini italiani nella fascia d’età 41-60 anni, sia tra i primi che i secondi ascolti. Il trend dei cittadini stranieri è in linea con i dati dello scorso anno con un aumento costante della fascia dei giovanissimi (19-25 anni) e una diminuzione della fascia d’età 31-55. Per quanto concerne le donne italiane, prevale la fascia d’età 41-50 anni, mentre le cittadine straniere sono più giovani (31-40 anni) rispetto all’anno precedente (predominava la fascia 36-45 anni). Non è da escludere che si tratti di badanti o assistenti familiari che appartengono al mondo del precariato. Dall’esame di alcuni dati relativi alle persone avvicinate, si nota come sia in aumento l’accesso dei nuclei familiari (139 nuclei italiani e 481 nuclei stranieri), che non vivono situazioni di grave marginalità ma che si trovano senza lavoro. Alcuni di loro però non hanno più neppure i requisiti d’accesso al fondo famiglia lavoro. La lettura dei contatti stabiliti con il CPAeC, ci restituisce un dato significativo delle prese in carico: per quanto riguarda le persone italiane si nota come il 12% di loro abbia avuto oltre 10 contatti nel corso dell’anno; la percentuale scende al 7% per le persone straniere. Queste ultime sono spesso persone di passaggio; nella fascia degli italiani, come abbiamo visto con un’età più alta, si collocano soprattutto le persone in situazione di grave marginalità sociale. Per quanto riguarda gli stranieri, non si rilevano cambiamenti significativi nelle tipologie di nazionalità di appartenenza delle persone avvicinate: Marocco, Senegal, Romania restano le prime nazionalità (Marocco, Romania, Albania, India e Senegal sono ufficialmente le nazionalità più presenti nella Provincia di Bergamo). Si segnala anche una forte presenza di persone provenienti dalla Nigeria: l’emergenza profughi ha contribuito a riportare alla luce la problematica delle donne vittime di tratta. Rispetto ai bisogni, si conferma il dato dell’anno precedente: problematiche economiche, lavorative ed alloggiative, seguite da problemi familiari (soprattutto per i cittadini italiani), di migrazione (irregolarità giuridica ovvero difficoltà di rinnovo del permesso di soggiorno), di dipendenza e di salute per gli stranieri. Si conferma la multiproblematicità delle persone che accedono al CPAeC Diocesano, in modo particolare dei cittadini italiani. Per quanto riguarda le richieste, si evidenzia l’aumento del numero degli ascolti, dei coinvolgimenti di Amministrazioni Comunali e delle consulenze professionali. Si rileva una diminuzione delle richieste di posti letto presso i dormitori Caritas ed un aumento delle domande di sostegno all’affitto (fondo famiglia casa), di prestazioni mediche (Ambulatorio di prossimità) e buoni alimentari (buoni Conad, grazie al progetto La cena sospesa). Entrando nel dettaglio, si rileva l’incremento significativo del coinvolgimento di Parrocchie e/o gruppi parrocchiali e degli enti pubblici, in modo particolare del Comune di Bergamo (Pass, Sportello Prossimità e convenzione relativa alla grave marginalità) e i servizi territoriali provinciali, come il servizio delle dipendenze e i centri psico-sociali. Rimane positivo il rapporto di collaborazione e/o di orientamento nell’attuazione del fondo famiglia casa, progetto che anche quest’anno ha scongiurato lo sfratto di 81 di famiglie. Per quanto concerne l’Ambulatorio di prossimità, aumenta la collaborazione con i Centri di Primo Ascolto parrocchiali per le segnalazioni: sono state garantite 149 prestazioni sanitarie, tra

visite mediche, cure dentarie ed esami strumentali. In notevole diminuzione le richieste e soprattutto le erogazioni di microcredito/prestito.

3. La novità di quest’anno rispetto al tuo servizio Nel corso dell’anno 2017, pur essendo ancora numeri molto bassi, sono state 13 (di cui 12 italiani) le persone con problematiche di gioco d’azzardo (erano sei nell’anno 2016)

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

2017 2015 2008  

Parrocchie 14 33 15  Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS 116 138 221  Rete dei servizi Caritas 10 10 10  Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

3 1 3  

Altro (specificare) Enti privati/ terzo settore

43 36 58  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti

Il CPAeC ha coinvolto 14 Parrocchie in progetti strutturati, ma arriva a collaborare con 60 Parrocchie attraverso il progetto fondo famiglia e lavoro. Coopera con 109 Comuni e 7 gli Ambiti Territoriali; Lavora in collaborazione con le ASST in particolare con Serd, Cps, ufficio dimissioni protette. Con l’Ats collabora invece sui temi del gioco d’azzardo.

5. Coinvolgimento dei giovani Vista la complessità dell’utenza del CPAeC “Porta dei cocci”, è preferibile il coinvolgimento dei giovani esclusivamente come osservatori in tirocinio universitario. Ad oggi i numeri sono esigui.

6. Come stanno cambiando le povertà, quali nuovi bisogni si possono scorgere a partire dal servizio

I bisogni principali che emergono sono occupazione, reddito e alloggio. Nei colloqui individuali emerge con forza anche una vulnerabilità personale e relazionale che si sta cronicizzando. Infatti, aumentano i “senza dimora”, consumatori di sostanze psicotrope e alcool, sia italiani sia stranieri (in questo caso, per le politiche migratorie che vincolano il soggiorno al lavoro). Nell’analisi dei bisogni emergono in modo particolare: • l’aumento della complessità del bisogno, sia in ambito familiare che nei singoli. Le persone

incontrate sono portatori di più fatiche, quasi sempre non hanno una rete sociale di riferimento.

• Persone potenzialmente in carico ai servizi pubblici specialistici che tuttavia di fatto sono sganciati o inascoltati. La presa in carico dell’area adulti è a discrezione delle amministrazioni comunali e quando si è di fronte ad una presa in carico specialistica, i

servizi sociali territoriali difficilmente contribuiscono alla progettualità. • Le richieste di aiuto da parte delle persone vengono accolte dai servizi in un’ottica non di

prevenzione/inclusione sociale, ma in modo tardivo con un approccio di “riduzione del danno”.

• Il Centro di Primo Ascolto diventa sempre più un polo di ascolto vero e proprio, al di là della prestazione/erogazione, e di orientamento. È sempre più necessario il lavoro di coinvolgimento dei servizi, che impegna gli operatori per molto tempo sia in fase iniziale di aggancio sia in fase di progettazione.

• Le situazioni familiari complesse.

7. Punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da ripensare

Punti di forza • L’Équipe di lavoro è efficace e concreta. La condivisione dell’operatività e della

progettualità, l’aiuto reciproco sulle situazioni, lo scambio di idee ed opinioni autentico consentono agli operatori di lavorare bene.

• Vi è professionalità ed esperienza educativa di lungo periodo. • L’équipe si interroga costantemente sulla “mission” del CPAeC, ponendo l’attenzione su

ogni singola persona, non con risposte tempestive, bensì con riflessioni condivise. Il più delle volte per formulare domande più che risposte.

• Molte persone che accedono al CPAeC fanno fatica ad avere un servizio del “pubblico” dedicato esclusivamente all’ascolto. Prendersi cura delle storie di queste persone restituisce, anche solo per un breve momento, dignità ed accoglienza all’uomo.

• Vi è un lavoro di rete e coinvolgimento molto intenso con i CPAeC parrocchiali, con i servizi sociali comunali, con i servizi specialistici (Serd e Pass), con la rete dei servizi che si occupa di bassa soglia.

• Vi è stata l’attivazione di diversi punti di osservazione educativa sulle competenze relazionali e occupazionali delle persone seguite, collaborando con gli operatori del progetto di housing, dei centri diurno il Mantello (donne), Arcobaleno (uomini dipendenti), presso il Nuovo Albergo Popolare; la collaborazione con l’Associazione Professionale Patronato S. Vincenzo per attivare corsi professionalizzanti.

Punti di debolezza • Il numero ristretto di operatori e la difficoltà nella turnazione delle presenze durante

l’accoglienza mattutina delle persone, rendono difficoltoso il lavoro e il tempo degli ascolti;

• Manca un operatore che faccia da filtro sui primi ascolti e che permetta di lavorare meglio sulle progettualità;

• Persiste la carenza nella rilevazione dei dati, nella compilazione della cartella, nell’aggiornamento, ma dato ben più importante, spesso risulta difficile tenere monitorate delle situazioni soprattutto quando sono in carico ad altri servizi.

• Manca la possibilità di attivare tirocini e inserimenti operativi per soggetti

multiproblematici che frequentano con risultati positivi corsi di riqualificazione (imbianchino, pulizie, magazziniere); la fase del reinserimento lavorativo, nei percorsi di promozione della persona, è uno step essenziale.

Costi sostenuti: 93.346€ Contributi e proventi: 93.346€

Centri di Primo Ascolto e Coinvolgimento Parrocchiali Alla fine dell’anno 2017, settanta sono i CPAeC che operavano nella Diocesi di Bergamo, cui va aggiunto il CPAeC Diocesano “porta dei cocci”. Di questi 44 sono Parrocchiali, 19 interparrocchiali e 7 Vicariali. Complessivamente i CPAeC sono a servizio delle persone in difficoltà in 226 Parrocchie sul totale delle 389 presenti (pari al 58%). Alcuni CPAeC svolgono informalmente servizi presso Parrocchie limitrofe sprovviste di questo servizio segno. Per far funzionare questi servizi – segno, operano 950 persone, 13 persone in media per ogni CPAeC. Per incontrare le famiglie in difficoltà, i CPAeC sono aperti per almeno 317 ore settimanali, cui bisogna aggiungere le ore di segreteria e soprattutto delle équipe dei volontari durante i quali sono definiti i singoli progetti di aiuto. Complessivamente i CPAeC parrocchiali nell’anno 2017 hanno avvicinato oltre 5.600 persone – famiglie, di cui il 28% lo facevano per la prima volta. Il 30% di loro sono italiani, un valore in continuo aumento in questi ultimi anni La difficoltà economica è ancora la principale area di bisogno, cui però si stanno ampliando povertà “vecchi e nuove”. Le entrate/uscite dei CPAeC sono complessivamente attorno a 750.000,00. Si rimanda allo specifico report in pubblicazione, la lettura dei dati su questo servizio – segno.

ESPLORARE > IL MONDO Giovani per i l mondo Il progetto si propone di creare occasioni di incontro tra i giovani volontari della nostra Diocesi e le persone coinvolte nei progetti di solidarietà internazionale della rete Caritas, sostenuti dalla Caritas di Bergamo. Il progetto in particolare permette ad alcuni giovani di incontrare e condividere la quotidianità con bambini, giovani e adulti appartenenti a culture diverse, favorendo la conoscenza e la crescita reciproca in un’ottica di scambio, cooperazione e partecipazione. Obiettivi del progetto: permettere ai giovani di scoprire culture diverse attraverso un viaggio; offrire strumenti di riflessione sui temi dello stile di vita, della mondialità, dell’integrazione e della povertà; far vivere ai giovani un'esperienza forte in grado di far rileggere il proprio percorso di crescita. Destinatari: gruppi parrocchiali con giovani e adolescenti dai 16 ai 30 anni; giovani della Diocesi di Bergamo tra i 18 e i 30 anni. Prima di partire i giovani frequentano un percorso di formazione di almeno 10 ore. Al rientro dal viaggio i giovani sono coinvolti in incontri in cui vengono aiutati nella rielaborazione dell’esperienza. La formazione è parte integrante dell’esperienza di Giovani per il Mondo ed è realizzata con metodi e strumenti animativi, allo scopo di interessare i ragazzi e coinvolgerli il più possibile, richiedendo loro una partecipazione attiva. Nell’estate 2017 sono stati 117 i giovani che hanno fatto questa esperienza in otto diverse destinazioni, per un totale complessivo di dodici viaggi. TARANTO. Ospitati dai Padri Giuseppini del Murialdo presso il quartiere “Tamburi” di Taranto NAPOLI. Ospitati dalle suore poverelle del Sacro Cuore presso il quartiere Scampia di Napoli. PESCARA. Ospitati dalla Caritas di Pescara all’interno dei servizi segno della città. FRANCIA (CALAIS). Ospitati da Secours Catholique di Calais nelle diverse attività di supporto ai rifugiati. GRECIA. Ospitati presso il centro d’accoglienza Neos Kosmos Social House di Atene condividendo la vita comunitaria insieme ai rifugiati accolti. ALBANIA. Ospitati dai Frati Minori presso la Parrocchia di Durazzo. SARAJEVO. Ospitati presso il centro di pastorale giovani della città. ROMANIA. Ospitati dall’associazione Fundatia Bucurestii presso la sede dell’associazione.

Umanimondo

È un gruppo di giovani volontari che dopo aver fatto esperienze nei diversi ambiti Caritas (opere segno, viaggi estivi all’estero, servizio civile, anno di volontariato sociale) intendono mettere al servizio di altri giovani della Diocesi le loro esperienze di volontariato. Gli obiettivi operativi di Umanimondo sono: Favorire e sostenere esperienze e partecipazione ai “viaggi nella carità”; permettere ai giovani di individuare un possibile impegno sociale in iniziative caritative; sensibilizzare e favorire la riflessione sui temi della povertà, della fragilità, degli stili di vita e dell’approccio responsabile alle diversità tra uomini e culture. Il gruppo è composto da dodici persone che operativamente, in media un volta al mese, si occupano della realizzazione dei progetti nelle Parrocchie e dei viaggi estivi del progetto “Giovani per il mondo. Otto sono i nuovi giovani coinvolti nell’anno 2017.

ESPLORARE > IL FUTURO

Fili sociali Partner: Comune di Bergamo - Ambito Territoriale 1, Cooperativa Ruah, Cooperativa Biplano, Associazione San Vincenzo, Fondazione Comunità Bergamasca. Con il contributo di Fondazione Cariplo 1. Presentazione del progetto: Fili Sociali è un progetto che si propone di realizzare sul territorio bergamasco un tessuto di supporto alle famiglie e alle persone che vengono a trovarsi in situazioni di rischio di povertà, anche temporanea, per difficoltà economiche, assistenziali, condizioni di solitudine o separazione. Si tratta di soggetti che non trovano una collocazione definita e precisa nei canali dei consolidati sistemi di solidarietà e assistenza sociale e, quindi, faticano a scorgere una risposta alle loro necessità. ll progetto si pone l’obiettivo di riconoscere e promuovere le potenzialità del territorio (soprattutto nella città di Bergamo), elaborando una visione capace di cogliere le “nuove forme di un “noi” condiviso, di una pluralità capace di desiderio e di comunità, costruendo un tessuto di corresponsabilità per nuove forme di welfare generativo. “Fili sociali. Generare benessere condiviso” è il motto che sintetizza il cuore ed il senso del progetto. Focus del progetto nell ’anno 2017 Il processo di valorizzazione delle Reti Sociali, delle attività di ascolto, dell’housing, delle attività di rigenerazione e riciclo e delle risorse agricole è stato il vero focus del progetto nell’anno 2017: un cammino in grado di creare connessioni e nuove trame. Gli oggetti al centro delle azioni non sono stati creati ex-novo, ma sono frutto di un percorso che ha portato a riconsiderare e sviluppare ulteriormente quanto già c’era per dare loro nuovo senso e generare opportunità diverse per affrontare la fragilità. A testimonianza di questo, si evidenzia la trasformazione che ha portato a ideare il brand “Fili Sociali”, di fatto un’evoluzione della denominazione originaria del progetto “Fragilità Feconda”. In effetti quest’ultima denominazione era motivata dal desiderio di utilizzare situazioni e risorse ritenute di scarso pregio per produrre qualità; tale attenzione è rimasta, ma di fatto è emerso in modo più deciso il tema della connessione come leva della generazione di opportunità. Da qui “Fili Sociali”. 2. Risultati e azioni L’impegno nell’anno 2017 ha prodotto risultati interessanti:

-­‐ il lavoro sulle Reti Sociali ha valorizzato e messo in connessione gruppi e persone attente alla cura del proprio territorio, orientandole alla coesione sociale, incrementando le

possibilità di riconoscimento reciproco e di cooperazione, favorendo collaborazioni specifiche con una visione condivisa; in sintesi ha promosso lo sviluppo di una comunità generativa;

-­‐ il lavoro inter-assessorile e lo sforzo degli operatori di rete hanno consentito un maggiore ascolto dei bisogni del territorio da parte della municipalità;

-­‐ il lavoro comune tra operatori dei Servizi Sociali e del Terzo Settore ha fatto sì che si attivasse il reciproco riconoscimento in quanto risorse;

-­‐ la costruzione del “Servizio Housing Sociale” di Caritas Diocesana bergamasca/associazione Diakonia Onlus ha meglio finalizzato l’uso delle risorse in campo alla fragilità, coinvolto quelle del territorio (volontari, Parrocchie, ecc.) nei percorsi verso livelli di autonomia sostenibile per gli ospiti;

-­‐ sono stati prodotti nuovi inserimenti lavorativi e occupazione sia nelle azioni dedicate alla filiera del riciclo (anche se ancora in progress) e del biologico, sia grazie alla raccolta fondi per attività di cura sociale (Custode Sociale per anziani in un quartiere di Bergamo);

-­‐ l’apertura di un punto vendita e consumazione di prodotti biologici (“CamBio”) è stato un grande successo: sarà in grado di sostenere ulteriori investimenti e costituisce un polo di incontro e riconoscimento – fisico e virtuale – tra persone attente ai valori della coesione sociale e di promozione di cultura (mostre, incontri, letture, ecc.);

-­‐ il brand Fili Sociali e tutta la linea ideativa e grafica a supporto (tag, brand “di prodotto” per identificare le singole azioni, ecc.) che sostiene e accompagnerà anche in futuro le azioni;

-­‐ lo sviluppo trasversale, interno alle diverse realtà, di competenze di fund-raising, reso possibile anche alla realizzazione di campagne che hanno visto il coinvolgimento di tutti e consentito di raccogliere più di € 13.000,00, a fronte di investimenti prossimi a € 0;

-­‐ la costituzione del “Fondo Fili Sociali” tra Fondazione della Comunità Bergamasca, Comune di Bergamo e Associazione Diakonia, uno strumento che rimane e unisce anche simbolicamente Pubblica Amministrazione e Terzo Settore.

Costi sostenuti: € 12.890 Contributi e proventi: € 8.055 (su un progetto complessivo da €308.000)

Osservatorio delle povertà e delle risorse A partire dalla rielaborazione dei dati sui servizi promossi dalla Caritas attraverso il suo braccio operativo, l’Associazione Diakonia Onlus, l’osservatorio, grazie anche a diverse collaborazioni presenti sul territorio, si pone l’obiettivo di fare sintesi dei bisogni e delle povertà presenti sul territorio per comprenderne le motivazioni e restituire alle comunità cristiane alcune chiavi di lettura utili a ricercare possibili soluzioni ai problemi.

Centro elaborazione dati Caritas Diocesana Bergamasca è dotata di un proprio ufficio che si occupa di fornire supporto specialistico di tipo informatico e di consulenza sia software che hardware agli “utenti” interni della rete e ai Centri di Primo Ascolto e Coinvolgimento che hanno adottato il programma DATI. Per questi ultimi sono stati organizzati nell’anno 2017 un percorso formativo per i nuovi operatori informatici dei CPAeC parrocchiali. Oltre ai diversi uffici pastorali collegati in rete presenti negli uffici di Via Conventino, il Ced gestisce anche i servizi della Fondazione Angelo Custode. Inoltre nell’anno 2017 ha raccolto ed elaborato i dati provenienti dalle Diocesi Lombarde che hanno aderito al “progetto rete” di Caritas Italiana per la stesura di un report regionale e nazionale. Nell’anno 2017 il CED ha effettuato 621 interventi di cui la metà per la correzione di problemi segnalati dai vari uffici. Al 31 dicembre 2017 la rete DIAKONIA era così strutturata: • 121 PC collegati in rete, • 8 server Microsoft windows Server (3 windows 2003, 1 windows 2003 Storage server, 2

windows server 2008, 4 windows server 2012), • 3 NAS, • 20 Server Linux di cui 5 utilizzati come server agenda per i Consultori della Fondazione

Angelo Custode e 1 per la posta elettronica del CAV • 2 Firewall hardware Fortinet, • 22 switch di rete, • 1 sedi remote collegate per sistemi informatici (Casa Padre Aldo), • 4 Consultori remoti collegati in vpn per sistemi informatici e telefonici. • 13 access point wifi rete fortinet e 3 access point Ubiquity

Progetto di ristrutturazione dormitorio maschile Galgario Nel maggio 2017 sono iniziati i lavori di ristrutturazione del dormitorio maschile Galgario, segno concreto di attenzione alle povertà da parte della Diocesi di Bergamo, in occasione del Giubileo della Misericordia. Attraverso un processo partecipato che sta coinvolgendo anzitutto il Comune di Bergamo ed alcune organizzazioni del terzo settore, questo luogo verrà trasformato in un centro di servizi polivalente a favore delle persone senza dimora. I lavori dovrebbero terminare alla fine dell’anno 2018. Budget complessivo del progetto: € 1.555.000  

ESPLORARE > SE STESSI E GLI ALTRI

Volontariato presso i Servizi Segno Caritas Bergamasca da anni cerca di promuovere azioni di volontariato nei propri servizi accompagnando e preparando tutti coloro che intendono dedicare del tempo al volontariato. Il volontariato è bella presenza, preziosa e indispensabile in molti dei servizi offerti quotidianamente alle persone deboli e povere. Nell’anno solare 2017 sono stati inseriti cinquantadue volontari all’interno di alcune opere segno promosse dalla Caritas Diocesana/Associazione Diakonia Onlus (3 nel dormitorio Zarepta, 10 nel dormitorio femminile Palazzolo,14 nei servizi Zabulon e 3 in progetti collegati al carcere). Dei 52 volontari che si sono avvicinati ai servizi, 22 sono stati giovani tra i 18 e 30 anni e 30 adulti.

Anno di volontariato sociale - progetto Contaminazione Il progetto “Contaminazione” si inserisce all’interno della riflessione che Caritas Italiana in questi anni sta effettuando per proporre attività alternative e complementari al Servizio Civile. Le scelte di fondo che caratterizzano questo progetto sono: la centralità sia dei giovani sia dei volti di marginalità; la cura della formazione come investimento sulla vita dei giovani; il recupero dei valori fondanti l’obiezione di coscienza; l’attenzione alla gratuità e alla dimensione comunitaria; la dimensione ecclesiale e l’animazione comunitaria del progetto; l’attenzione al “prima” e al “dopo” l’esperienza. Il progetto è rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni, italiani e stranieri, che chiedono alla Caritas Diocesana di svolgere un servizio qualificato. Tale attività diventa anche un luogo e un tempo per una verifica personale verso scelte di gratuità. Obiettivo di fondo è in particolare quello di stimolare nei giovani un cammino verso Cristo e l’evangelizzazione di se stessi, quale prima forma di servizio caritativo. Nei confronti del territorio si cerca di promuovere la cultura della pace, della nonviolenza e della cittadinanza attiva; di valorizzare la rete Caritas (individuare, coordinare, accompagnare Enti e Centri operativi); animare e valorizzare il territorio. I l progetto contaminazione a Bergamo Nel corso dell’anno 2017 il progetto “Contaminazione – Anno di volontariato sociale” ha incrociato 8 ragazzi (5 ragazze e 3 ragazzi) della Diocesi di Bergamo che hanno aderito a questa opportunità. Hanno operato in otto realtà di cui cinque erano Parrocchie.

Il 2017 è stato il primo anno in cui la progettualità era diocesana e non più regionale, come nei due anni precedenti, fatta eccezione per alcuni livelli di formazione come quello interdiocesano e regionale, che sono rimasti punti fermi anche per questo anno. Due di queste esperienze erano di tipo residenziale.

Alternanza scuola/lavoro L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, anche nei licei, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta. Con l’alternanza scuola-lavoro, viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante). L’alternanza favorisce la comunicazione intergenerazionale, pone le basi per uno scambio di esperienze e crescita reciproca. Caritas Diocesana Bergamasca nel 2017 ha ospitato 22 giovani studenti (erano 14 nell’anno 2016) offrendo loro l’occasione per vivere l’esperienza dell’alternanza all’interno delle diverse realtà di servizio.

#GiudizioSospeso Il progetto #GIUDIZIOSOSPESO che ha l’obiettivo di accompagnare i ragazzi che ricevono una sanzione disciplinare, in un percorso di volontariato presso diversi servizi della rete di Caritas Diocesana. Le esperienze di volontariato vengono proposte come modelli alternativi alla punizione ed hanno l’obiettivo di dare ai ragazzi l’occasione di spendersi in contesti diversi da quello scolastico valutandone attitudini e capacità. Nel 2017 Caritas ha accolto 22 ragazzi nel progetto e alla fine dell’anno 8 di loro sono stati coinvolti in un video finale di restituzione all’intero istituto.

Servizio Civile Nazionale Servizio Civile Nazionale (SCN) La Caritas Diocesana Bergamasca promuove, in coerenza con le disposizioni di quella nazionale, il Servizio Civile Nazionale Volontario istituito dalla Legge 6 marzo 2001, n. 64. Il valore di questa nuova opportunità offerta ai giovani, sia maschi che femmine, si inserisce nella tradizione più che ventennale di obiezione di coscienza e di servizio civile della Caritas. La Caritas riconosce nell’opportunità del Servizio Civile Volontario una prospettiva educativa, che si definisce, in particolare, nell’obbligatorietà della formazione, ma anche nell’effettiva esperienza che i giovani sono chiamati a vivere con serietà e spirito di servizio.

Una proposta di pace La pace che la Caritas si propone di promuovere, anche attraverso il servizio civile volontario, non è un valore semplicemente dichiarato, bensì una proposta concreta di impegno nel quotidiano, luogo in cui è possibile rinnovare le relazioni tra le persone e stringerne di nuove. Per questo motivo i servizi che la Caritas permette di assolvere mirano principalmente alla promozione umana, in una prospettiva di autentica liberazione. In questi servizi è auspicata una presenza attiva, appassionata, capace di proposte e di innovazione da parte dei giovani che, in qualche modo, sono chiamati a viverli e a farli propri. La proposta di formazione Una volta entrati in servizio Caritas Diocesana garantisce e promuove una particolare proposta formativa che ha lo scopo di promuovere attraverso una relazione educativa, uno scambio che permetta il confronto, il dialogo e la crescita, anche culturale, reciproca. Questo percorso formativo intende dare attuazione a quanto stabilito dalla legge in vigore sul Servizio Civile Volontario ma vuole contemporaneamente rispondere all’esigenza di sensibilità e attenzione proprie della missione pedagogica della Caritas Diocesana Bergamasca. Il progetto formativo non è offerto ad ogni singolo giovane come credito minimo da spendersi nelle condizioni ottimali. La proposta formativa si intreccia con il progetto definito con ogni singolo giovane in servizio, progetto che comprende sia l’esperienza di servizio nel centro operativo, ma anche l’apporto che la Caritas dà al cammino umano e cristiano offerto ad ognuno. Questo progetto formativo si raccorderà con altri interventi formativi per un totale di 120 ore distribuite lungo tutta la durata del servizio (12 mesi). Nella proposta formativa sono previsti spazi di spiritualità. Questa dimensione non è ritenuta secondaria vista la chiara scelta del/della giovane di svolgere il servizio civile in un ambito ecclesiale e non altrove. Le aree di intervento presso la Caritas per i l servizio civile Il servizio presso la Caritas si svolge nell’ambito dell’assistenza a favore di persone segnate da povertà culturale ed economica, da carenze relazionali e/o assistenziali, con particolare riferimento all’area della condizione femminile multiproblematica, delle famiglie, dei minori, degli anziani, dei disabili. I progetti sono di educazione, di prevenzione e reinserimento, di assistenza, di difesa dei diritti di cittadinanza, e hanno l’obiettivo di rafforzare le reti locali di solidarietà e promuovere la pace e la nonviolenza. Nell’anno 2017 è stato possibile attivare e/o continuare i seguenti progetti: Area minori. Progetto “Pezzi di vetro” Ha coinvolto 16 giovani in servizio. Sono stati inseriti in quindici realtà di cui dieci Parrocchie/Oratori. Area anziani. Progetto: “Le storie di ieri”. Ha coinvolto 3 giovani in servizio. Sono stati inseriti in quattro realtà di cui una era Parrocchia. Area soggetti multiproblematici. Progetto: “Il bandito e il campione”. Ha coinvolto 6 giovani in servizio. Sono stati inseriti in sette realtà.

Complessivamente nell’anno 2017 erano in servizio civile venticinque giovani. Hanno operato in ventisei realtà del territorio, di cui undici erano Parrocchie.

24 Ore Per La Pace “I Conflitti Dimenticati” Finalità Creare delle occasioni per sottolineare la sensibilità e la vicinanza della Caritas nei confronti di temi che spesso vengono trascurati dall’opinione pubblica come quello dei conflitti dimenticati. Questa proposta fa parte del percorso di educazione alla pace che Caritas Italiana sostiene con molte pubblicazioni e schede informative stimolando le varie Caritas Diocesane a proporre azioni pastorali di questo tipo. Azioni Nel 2017 la riflessione si è spostata su due temi fortemente collegati alla pace: la nonviolenza e la politica. È stata coinvolta la Parrocchia di San Tomaso in città con il suo gruppo giovani e gli animatori dell’oratorio. Per tutta la durata della veglia è stato possibile “partecipare” ad un unico gesto di pace pensato dal gruppo giovani della Parrocchia: si potevano scrivere una “violenza” commessa contro qualcun altro su dei cartoncini che venivano bruciati e sono stati portati all’altare durante la messa conclusiva con il Vescovo, durante l’offertorio. I partecipanti alla messa sempre durante l’offertorio hanno poi scritto su altri cartoncini colorati il proprio impegno di pace che è andato a comporre una grande scritta PACE. La veglia è stata guidata dal messaggio di Papa Francesco per la 50^ giornata mondiale della pace e ha visto la collaborazione con le Acli di Bergamo, l’Agesci di Bergamo, la Comunità di San Fermo, la cooperativa Ruah, l’associazione Gruppo LiberaMente e l’Università di Bergamo di via dei Caniana e l’Osservatorio Cores dell’Università Stessa. Per tutta la durata della 24 ore e anche nei giorni successivi è stato possibile visitare la mostra “Confini” realizzata dalla cooperativa AEPER in collaborazione con Caritas Diocesana Bergamasca e L’Eco di Bergamo.

RACCONTARE Raccontare è conoscere dopo aver esplorato a fondo, poter quindi avere la percezione piena di un fenomeno, riuscire a coglierne le tante sfumature per poterlo narrare. Raccontare è informare in maniera corretta dell’andamento di alcuni pezzi della realtà, quelli più faticosi. Raccontare è condividere: mettere in comune esperienze e gettare le fondamenta per la costruzione di nuovi progetti. Raccontare è educare a valori, metodi, visioni che sono alla base della filosofia di Caritas: l'immedesimazione negli altri, l'ascolto, la sospensione del giudizio. Quest'anno Caritas ha continuato a dare molto rilievo alla formazione, organizzando percorsi a livello parrocchiale, interparrocchiale e diocesano e sviluppando progetti didattici e workshop dedicati a ragazzi e bambini. Inoltre molte energie sono state riservate a narrazioni delle tante sfumature dei fenomeni in contrasto a quelle semplicistiche, razziste e populiste che dominano sui media, sia attraverso la pagina facebook di Caritas sia tramite l’organizzazione di momenti di incontro e confronto con cittadini, associazioni e istituzioni.

RACCONTARE > IDEE Una delle attività cardine della Caritas Diocesana, è quella della formazione ed educazione alla testimonianza della carità, nelle sue molteplici forme. In particolare nel 2017 diversi sono stati gli interventi presso le Caritas Parrocchiali ed i Centri di Ascolto in città e nella Diocesi a seguito di richieste specifiche per verifiche, monitoraggi e aggiornamento formativo degli operatori, cui talvolta sono seguite proposte formative più strutturate che andranno a concretizzarsi nel 2018. Si evidenzia nel 2017 una particolare vivacità del Coordinamento Caritas cittadino che ha promosso due importanti percorsi formativi: uno specifico per operatori dei Centri di Ascolto cittadini, coordinato dalla Caritas Diocesana, ed uno di attenzione e ascolto del “mondo” giovanile. Significativi risultano gli interventi riferiti alle politiche sociali sia in ambito parrocchiale che istituzionale, in particolare nel 2017 hanno riguardato la riforma del Terzo Settore, l’applicazione del REI (ex SIA) Reddito di Inclusione.

Legàmi: una rete per la comunità In collaborazione con Opera Pia Maria Caleppio Ricotti, Sportello Mestieri, Associazione Carcere E Territorio, Consultorio psicologico Scarpellini, Istituto Suore Poverelle, Parrocchia di Celadina, Parrocchia di Cisano Bergamasco, Parrocchia della Malpensata. Il progetto ha l’obiettivo di modificare l’approccio che generalmente la società ha nei confronti del tema del carcere, della giustizia e della pena, attraverso l’animazione e il coinvolgimento delle comunità locali parrocchiali sui temi dell’esecuzione penale, della giustizia riparativa, delle misure di comunità e delle sanzioni sostitutive.

#IoSonoCaritas e comunicazione social Attraverso il progetto #IoSonoCaritas si è voluta trasformare la pagina Facebook di Caritas non solo in un mezzo di informazione su eventi e progetti presenti e futuri, ma anche in uno strumento di “comunicazione empatica” che consenta, attraverso le storie, i volti e le testi-monianze dirette delle persone che sono parte del mondo Caritas, di avvicinare sempre più persone alla realtà e alle iniziative di Caritas. Sono 697.521 le persone raggiunte dai post e 37.990 coloro che hanno interagito con i post.

RACCONTARE > COMUNITÀ Attività formativa sul territorio Per promuovere e sostenere la testimonianza della carità nelle Parrocchie, per aiutare a cogliere meglio la funzione pedagogica delle Caritas parrocchiali, la Caritas Diocesana/

Associazione Diakonia Onlus ha tra le sue principali funzioni l’attività di accompagnamento formativo e di sensibilizzazione. Anche nell’anno 2017 l’attività formativa si è sviluppata in molteplici modi: percorsi formativi proposti nelle singole comunità parrocchiali; proposte pensate a livello interparrocchiale, di unità pastorali e/o diocesano. Molto sviluppata è stata pure la presenza ad incontri organizzati dalle istituzioni pubbliche e/o da diversi soggetti del territorio. Intensa è stata pure l’attività nella cosiddetta “rete sociale” che ha visto la partecipazione di persone della Caritas Diocesana/Associazione Diakonia-onlus a diversi tavoli di lavoro sia nel territorio provinciale che regionale e/o nazionale.

Interventi formativi realizzati per

tematiche  

2017 2015 2013 2011 2010 2017 2015 2013 2011 201

0  

N. N. N. N. N. % % % % %  

Pastorale della carità 22 62 20 35 15 7% 21% 9,8% 10,8% 5,1%  

Caritas Parrocchiale 20 17 46 23 27 6% 6% 22,5% 7,1% 9,2%  

Centri di Primo Ascolto 39 26 40 25 14 13% 9% 19,6% 7,7% 4,7%  

Povertà e servizi Caritas 17 5 16 62 44 5% 2% 7,8% 19,1% 14,9

%  

Volontariato 11 3 14 17 27 4% 1% 6,9% 5,2% 9,2%  

Politiche sociali 53 17 37 12 38 17% 6% 18,1% 3,7% 12,9

%  

Aree di bisogno 3 90 115 12 32 36 29% 39% 5,9% 9,8% 12,2

%  

Pace e mondialità 1 1 3 60 58 0% 0% 1,5% 18,5% 19,7%  

Mediazione penale * 2 4 4 22 / 1% 1% 2% 6,8% /  

Tematiche religiose 19 15 9 26 21 6% 5% 4,4% 8,0% 7,1%  

                                                                                                                         3 � Nella   voce   relativa   alle   aree   di   bisogno   sono   inseriti   percorsi   formativi   relativi   alle   diverse   categorie   di  bisogno,   come   grave   marginalità,   carcere,   richiedenti   asilo,   dipendenze,   ecc.  

Tematiche varie ** 27 29 3 11 15 9% 10% 1,5% 3,4% 5,1%  

TOTALE 310 294 204 325 295 100

% 100

% 100

% 100

% 100

%  

Diversi percorsi formativi sono inseriti nell’attività di Umanimondo e/o della promozione del volontariato e non vengono qui ripetuti. • * Fino all’anno 2010 l’attività della mediazione penale era inserita nella voce Tematiche varie. Visto l’incremento complessivo dell’attività si è ritenuto opportuno distinguerla dalle altre voci. • ** Nelle tematiche varie sono incluse, tra le varie attività quelle legate alle emergenze nazionali (nell’anno 2017, 9 incontri) e all’attività di promozione del servizio civile nazionale e dell’Anno di volontariato sociale. (5 incontri nell’anno 2017) Complessivamente sono stati 310 gli incontri formativi promossi o a cui la Caritas Diocesana ha partecipato nel corso dell’anno 2017. Di questi 175 nell’ambito delle istituzioni ecclesiali e 135 in contesti istituzionali e/o gruppi del territorio. A fianco di queste proposte formative si devono aggiungere le attività promosse nell’ambito del volontariato giovanile, cui si rimanda nell’apposito capitolo. Nell’anno 2017 si è avuto un forte incremento di incontri nell’area delle politiche sociali, soprattutto per quanto riguarda l’accompagnamento delle Parrocchie all’applicazione delle nuove leggi e alla stesura dell’accordo di programma per l’applicazione del SIA, sostituito poi dal Reddito di inclusione (REI). Molto richiesti sono stati gli incontri di formazione, accompagnamento e verifica delle Caritas Parrocchiali (11%) e quelli per i centri di primo ascolto (22%), oltre a quelli sulla pastorale della carità (13%) e sul tema “lavoro e fragilità” (9%). Sono diminuite molto rispetto ai due anni precedenti le richieste di incontro sui temi dell’accoglienza dei richiedenti asilo.

Attività interna della Caritas/Associazione Diakonia Onlus Complessa e articolata è l’attività di supporto al lavoro promossa dalla Caritas Diocesana e dall’Associazione Diakonia Onlus. Complessivamente sono circa trenta i gruppi di lavoro interni per gestiscono l’attività. Vi sono anzitutto i gruppi istituzionali, come il Consiglio di Presidenza e quello Direttivo della Caritas, l’assemblea dei soci dell’associazione e il consiglio direttivo dell’Associazione Diakonia Onlus. Vi sono poi le équipe di riferimento per alcuni dei principali servizi offerti, come ad esempio l’équipe degli operatori del CPAeC Diocesano, l’équipe per la gestione dei dormitori, del progetto “Casa Samaria”, le équipe intersettoriali come quella sulla bassa soglia che vede allo stesso tavolo gli operatori del CPAeC Diocesano, quelli del Punto sosta e del servizio Terre di mezzo.

È difficile quantificare con precisione: si stimano più di 380 incontri istituzionali e/o di accompagnamento interno dei servizi (anche ai volontari che vi operano), di cui 17 di carattere istituzionale. Sono stati creati dei nuovi gruppi di lavoro per l’organizzazione della Settimana dei poveri e la prima Giornata Mondiale del Povero, per lavorare sull’area Comunicazione e social della Caritas, per la nuova area relativa all’housing e sulle progettualità presso la Cascina Battaina.

Tavoli e gruppi di lavoro locali Il Direttore Caritas e molti operatori della Caritas Diocesana/Associazione Diakonia Onlus, partecipano a tavoli di lavoro e/o gruppi esterni alla Caritas stessa. Quelli legati al mondo ecclesiale, in particolare promossi dalla Curia sono stati complessivamente sette per un totale di trentadue incontri di lavoro. Vi è stata anche la partecipazione a 52 incontri suddivisi tra assemblee e consigli di amministrazione di cui Caritas fa parte. La presenza è anche in gruppi di lavoro promossi da istituzioni del territorio, in particolare l’Ats, alcuni Comuni, la Prefettura ed alcuni fondazioni e/o associazioni con le quali Caritas collabora. Nell’anno 2017 si è partecipato a oltre 45 tavoli e/o gruppi di lavoro, per un totale di 223 incontri. Tra i tanti tavoli di lavoro, se ne evidenziano due organizzati con l’ATS: uno per il contrasto al gioco d’azzardo che si suddivide in 3 sottogruppi di lavoro (preventivo, clinico e con le Banche) e uno per la formazione di operatori sulla violenza di genere. Il direttore e alcuni collaboratori svolgono anche un ruolo di supervisione, accompagnamento formativo, di assistente spirituale di alcune associazioni del territorio, quali la San Vincenzo, il Mac, il Cav, casa Raphael, l’associazione volontari Caritas Bergamasca e l’associazione In Oltre.

Gruppi di lavoro regionali e nazionali La partecipazione a iniziative promosse a livello nazionale e/o regionale è sempre molto intensa. Il direttore della Caritas Diocesana da febbraio 2017 non è più delegato regionale delle caritas della Lombardia , essendo scaduto il mandato e subentrato il Direttore di caritas Ambrosiana. A livello lombardo sono stati 21 i gruppi di lavoro – per un totale di 63 incontri - cui hanno partecipato diversi operatori della Caritas Diocesana. 11 sono stati invece i gruppi di lavoro a livello nazionale per un totale di 23 incontri: tra questi è da sottolineare la partecipazione di caritas bergamasca al tavolo nazionale AIDS e al progetto nazionale carcere. Ad essi si deve aggiungere la partecipazione del Direttore a un Consiglio Nazionale di Caritas italiana in qualità di delegato uscente. Molteplici e variegati sono stati anche gli eventi a livello regionale e nazionale cui hanno partecipato operatori Caritas. Qui saranno riportate solo alcune iniziative locali promosse direttamente dalla Caritas Diocesana/Associazione Diakonia Onlus.

Nel 2017 vi è da ricordare l’organizzazione della prima settimana dei poveri denominata “Non a Parole” e culminata il 19 novembre con la Conferenza-Riflessione sul Padre Nostro e la S. Messa presieduta dal Vescovo per la prima giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco. Diversi sono stati gli eventi programmati, dal muro dei poveri, alla mostra “Ho fame” nelle ex carceri di Sant’Agata in città alta, al viaggio di due giorni ad Assisi con alcuni senza dimora accolti nei servizi Caritas, alla distribuzione nelle Parrocchie di alcuni kit con suggerimenti per la messa comunitaria, per attività con adolescenti, documenti di approfondimento, per la celebrazione della giornata mondiale dei poveri. Il 20 giugno Caritas ha organizzato insieme al Comune di Bergamo alla manifestazione per la giornata mondiale del rifugiato con l’adesione e il sostegno di moltissime realtà sociali di Bergamo. Il tema che ha accompagnato le giornate della carità è stato quello della fragilità nel contesto sociale e l’annuale raccolta di San Martino è stata dedicata al “Nuovo Galgario”, per fare del dormitorio un luogo di incontro aperto e solidale. L’annuale convegno diocesano delle caritas parrocchiali dal 2017 è diventato un Convegno organizzato con altri Enti della Diocesi e della società con l’attenzione alle diverse fragilità del nostro territorio.

Tralaltro Facendo tesoro dell’esperienza dei volontari e degli operatori della Caritas, e partendo dalla conoscenza di sé, dalle peculiarità e dai talenti dei singoli ragazzi incontrati, il progetto Tralaltro ha come obiettivo la scoperta del valore delle diversità con le sue fatiche e le sue grandi e inaspettate meraviglie, concentrandosi sul tema della migrazione. Il percorso, che prevede tre incontri per classe ed uno spettacolo teatrale a conclusione del percorso, è proposto alle scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado, per l’anno scolastico 2016/2017. Il progetto ha coinvolto venti Istituti Comprensivi della Provincia di Bergamo. In particolare sono state avvicinate sei classi della Scuola d’Infanzia per 225 bambini, 92 classi di scuola elementare per un totale di 1.730 studenti e 36 classi di scuole Medie Inferiori per un totale di 630 studenti. Complessivamente sono state avvicinate 137 classi per un totale di 2.585 studenti.

Divergenti Il progetto ha l’obiettivo di far scoprire il valore dell’essere povero e/o straniero ed è rivolto alle Parrocchie e agli oratori. Il progetto nasce per offrire ai ragazzi un’occasione di riflessione, discussione, confronto, partendo dal coinvolgimento personale dei ragazzi grazie a giochi di simulazione, giochi di ruolo, testimonianze o laboratori di gruppo.

L’approccio è metodologico è quindi molto partecipativo: senza l’intenzione di volersi limitare a spiegazioni nozionistiche, l’intero lavoro verte sul coinvolgimento attivo dei ragazzi che sono chiamati in prima persona a d interrogarsi, a poter dire la propria in un contesto di scambio e confronto. PERCORSO SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE - il percorso proposto prevede tre incontri di un’ora cadauno. Sono stati proposti in nove Parrocchie per un totale di 163 studenti. PERCORSO SUL TEMA DELLA CARITÁ Ogni percorso prevede due incontri di un’ora cadauno, di cui uno in oratorio durante il normale orario di catechesi e l’altro in Caritas Diocesana con visita ai servizi segno. Sono stati proposti in cinque Parrocchie per un totale di 74 adolescenti e/o giovani.

CRE-AZIONI La Caritas di Bergamo accoglie presso i propri Servizi Segno a favore dei più poveri e dei più fragili, gli adolescenti del CRE per dare loro la possibilità di incontrare, conoscere e farsi un’idea delle fragilità e delle povertà presenti sul territorio e sperimentarsi in un servizio volontario a favore dei più poveri. I Servizi in cui i ragazzi si sono impegnati erano a favore di: minori in situazione di disagio, anziani, donne con minori, grave marginalità, richiedenti asilo. Ogni tipo di esperienza è stato preceduto da un incontro conoscitivo della realtà che si andrà ad incontrare e di riflessione (utilizzando giochi e filmati) sul tema della povertà o della fragilità. Le esperienze più lunghe sono state affiancate anche da un incontro di verifica, che ha permesso un rilancio dell’esperienza presso le realtà parrocchiali di provenienza. Durante il CRE dell’estate 2017 sono stati coinvolti 24 ragazzi tra i 15 e i 18 anni provenienti da 3 Parrocchie della Diocesi.

Osare la Speranza 2.0 Partner: Associazione Diakonia Onlus, Comunità Emmaus 1. Presentazione del servizio: L’obiettivo generale del progetto, in continuità con la prima annualità, è la riattivazione dell’attenzione al problema HIV/AIDS attraverso azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte alla comunità territoriale, con particolare attenzione ad alcuni target specifici tra cui: adolescenti/giovani in scuole e oratori, operatori e volontari dei servizi e centri di primo ascolto delle Parrocchie e di altri enti ad essa collegati e, laddove possibile, operatori dei servizi pubblici con i quali si collabora.

Si intende così aumentare la percezione sulla diffusione dell’infezione e sul conseguente rischio di contrarla (e necessità di sottoporsi al test) enfatizzando il tema dell’assunzione di responsabilità personale (centralità del “come” si trasmette il virus, rispetto a “chi” ne è affetto). Parallelamente, si mira a contrastare i pregiudizi e lo stigma sociale, favorendo atteggiamenti di rispetto e accoglienza verso chi è HIV positivo o malato di AIDS. Altro obiettivo del progetto ha riguardato il rafforzamento della rete tra le realtà pubbliche e private che si occupano di HIV/AIDS sul nostro territorio. Il progetto, iniziato a gennaio 2016, si è concluso formalmente a giugno 2017 ed è stato quasi totalmente finanziato da Caritas Italiana attraverso fondi dell’8x1000 della CEI. Alcune azioni sono proseguite oltre i termini ufficiali del progetto anche nella seconda metà dell’anno 2017 e proseguiranno nel 2018 con risorse proprie anche se la chiusura del Progetto Nazionale e il venir meno dei relativi finanziamenti pone un problema di sostenibilità per il futuro. 2. Attività svolta: Nel corso dell’anno 2016 sono state svolte le seguenti azioni: Nel corso dell’anno 2017 sono state svolte le seguenti azioni: • Interventi di formazione con gruppi parrocchiali ed oratoriani: si sono svolti percorsi con 5

realtà parrocchiali coinvolgendo circa 50 ragazzi. Alcuni di loro hanno proseguito con un’esperienza di volontariato nelle case alloggio per persone con HIV/AIDS dell’Associazione Comunità Emmaus (Casa San Michele e Casa Raphael).

• Iniziative di sensibilizzazione ed informazione rivolte ai referenti dell'Educazione alla Salute e ai docenti delle scuole secondarie di Bergamo: nel 2017 si è creato un gruppo tematico in Facebook per docenti, parallelo ad un analogo gruppo per gli studenti. Tale gruppo è stato attivo per cinque settimane, durante le quali si è interagito con 39 docenti coinvolgendoli in un percorso di formazione e di riflessione sul tema e sui processi educativi che si innescano con i ragazzi quando si parla di HIV/AIDS.

• Percorsi formativi per studenti delle scuole superiori: si è lavorato con tre scuole superiori, raggiungendo 170 studenti attraverso percorsi di 3 incontri nelle singole classi scolastiche. Si è sperimentato la formazione dei giovani anche attraverso Facebook, creando un gruppo tematico sul social network. Si sono incontrati 1.200 studenti per promuovere il gruppo in 10 scuole diverse: 350 studenti si sono iscritti e hanno partecipato alle attività del gruppo per 5 settimane. Infine 12 studenti hanno svolto un’interessante esperienza di alternanza scuola-lavoro all’interno delle case alloggio dell’Associazione Comunità Emmaus venendo formati sul “campo”. • Percorsi formativi per ospiti delle comunità per minori del territorio: si sono svolti percorsi

in 4 realtà incontrando più di 30 adolescenti e 4 educatori. • Percorso formativo per gli operatori delle 3 case alloggio del territorio bergamasco che ha

coinvolto 40 operatori.

• Percorso formativo con i giovani in servizio civile di Caritas: coinvolti 36 giovani. • Elaborazione di modelli di intervento nelle scuole superiori finalizzato a promuover percorsi

di tipo curricolare condotti dai docenti: sulla base di un incarico assunto a livello nazionale, l’equipe della Caritas Diocesana Bergamasca ha creato una “Valigetta degli attrezzi su HIV/AIDS” per formatori e docenti. Nel corso dell’anno scolastico 2017/2018 si procederà alla sperimentazione di questo materiale, fornendo supporto e consulenza ai docenti delle scuole che hanno aderito sia in provincia di Bergamo che sul territorio nazionale.

• Iniziativa di sensibilizzazione “Abbraccio alle Torri”. Con l’obiettivo di creare attenzione anche mediatica su tema HIV/AIDS oltre la classica data del 1° dicembre, Giornata mondiale della lotta all’AIDS, si è promosso un’iniziativa con le Cooperative Sociali Il Pugno Aperto e L’Impronta, gestori di Casa Don Bepo, presso il Centro Commerciale Le due Torri di Stezzano. L’evento è stato realizzato il 21 ottobre e ha puntato sulla partecipazione delle scuole. Sono stati coinvolti nell’organizzazione 14 realtà tra pubblico e privato sociale. Sono state coinvolte nell’organizzazione e nella partecipazione 8 scuole. In particolare, l’istituto Caniana ha elaborato 70 poster che hanno consentito di realizzare una mostra ribattezzata #ABBRACCICONSAPEVOLI che è stata nel centro commerciale per due settimane ed è stata poi esposta, in occasione della giornata mondiale del 1° dicembre 2017, nella street hospital del Papa Giovanni XXIII. Hanno partecipato all’evento dell’Abbraccio circa 900 persone di cui 350 studenti. Nel corso dell’iniziativa è stata realizzata anche una tavola rotonda con ospiti di rilievo nazionale. L’evento ha avuto ricadute nei mass media locali, ma anche nazionali: diverse pagine dei quotidiani, cartacei e online, sono state dedicate all’iniziativa, radio e telegiornali anche nazionali se ne sono occupati. Nella settimana precedente all’Abbraccio si è gestito un infopoint e offerto la possibilità di effettuare il test per l’HIV a circa 150 persone.

• Sito Internet e social network: si è mantenuto lo sforzo comunicativo attraverso i nuovi media, promuovendo il sito tematico viverealsole.it e la relativa pagina Facebook che dopo poco più di un anno di attività conta circa 1.190 “Mi Piace” ed ha sommato numerosissime visualizzazioni soprattutto in corrispondenza ai post relativi all’evento dell’Abbraccio.

Il progetto ha previsto la spesa complessiva di € 79.681 euro di cui 74.181 a Carico del Fondo Caritas Italiana.

IncontraCRE In collaborazione con UPEE, Ufficio Missionario, Ufficio pastorale Migranti, Cooperativa Ruah 1. Presentazione del progetto Il progetto prevede la realizzazione, durante la stagione estiva, di laboratori interculturali e di animazione missionaria dedicati ai ragazzi degli oratori della bergamasca. Nell’estate 2017 i laboratori sono stati proposti a partire dal titolo del Cre-Grest “Detto fatto – meravigliose le tue opere” e dal tema del Creato composto dal dono di dio e dall’uomo come custode di questo dono, presso la sede del Patronato san Vincenzo a Bergamo. 2. Persone accolte/incontrate/coinvolte

Tipologia 2017 2016  

Numero ragazzi 695 450  Numero oratori 9 12  

La proposta dell’anno 2017 è stata rivolta alla fascia d’età dei preadolescenti. Sono stati proposti attività, giochi e laboratori perché i preadolescenti facessero esperienza diretta e condivisa del proprio essere parte del Creato, del proprio essere costituiti degli stessi elementi di cui esso è composto (terra, aria, acqua, fuoco) e del diverso modo di essere di esserne custodi. Hanno indagato e sperimentato che ogni cultura e ogni territorio sviluppano una certa relazione con il Creato, una certa modalità di interazione e di scambio. I preadolescenti di ogni oratorio sono stati divisi in gruppi da 20/25 e guidati in un percorso sensoriale che ha attraversato i continenti e incontra i quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. 3. Descrizione del dato che maggiormente emerge per sottolineare la novità di quest’anno rispetto al progetto Sono state confermate le modalità operative dell’anno precedente, riadattandole al nuovo tema CRE/Grest promosso dalla Diocesi di Bergamo.

4. Coinvolgimento comunità/rete/persone

Tipologia

2017 2016  

Parrocchie

9 12  

Comuni e/o ambiti territoriali e/o ATS

/ /  

Rete dei servizi Caritas

Ufficio promozione e formazione giovani –

Caritas Diocesana

Ufficio promozione e formazione

giovani – Caritas Diocesana  

Coinvolgimento dei Volontari (quanti sono, cosa fanno, ecc.)

/ /  

Altro (specificare)

UPEE, Ufficio Missionario, Ufficio pastorale Migranti, Cooperativa Ruah

UPEE, Ufficio Missionario, Ufficio pastorale Migranti, Cooperativa Ruah  

4b. Elenco delle Parrocchie e Comuni coinvolti Parrocchie di Arcene, Zanica, Scanzorosciate, Mozzo, Sforzatica Sant’Andrea e Santa Maria, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Cisano Bergamasco. 5. Coinvolgimento dei giovani nell ’attività e/o servizio proposto Sono stati selezionati 4 operatori e la coordinatrice tra giovani con età compresa tra 20-30 anni. Sono stati coinvolti anche i ragazzi del laboratorio di falegnameria del Centro Meta 2 del Patronato Sn Vincenzo per costruire le scenografie.

Tutti a casa Partner: Promo Scuola Il progetto è pensato per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado e ha come obiettivo l’approfondimento del tema dell’accoglienza e dell’incontro con lo straniero e il tema della migrazione. Le classi sono state invitate a riflettere e rileggere le proprie modalità di porsi di fronte alla domanda: accogliere o non accogliere? Il gruppo classe diventa così luogo privilegiato di interazione e confronto tra i ragazzi e con l’operatore Caritas che cerca di evidenziare i meccanismi di inclusione ed esclusione. Il percorso diventa anche l’occasione per aiutare i ragazzi a comprendere e conoscere le dinamiche dell’odierna migrazione e conoscere alcune storie di vita di chi ha vissuto in prima persona un viaggio di fuga. Le scuole convolte nell’anno 2017 sono state:

ü ISISS MAIRONI DA PONTE (Bergamo)

ü LICEO SCIENTIFICO MASCHERONI (Bergamo)

ü ISTITUTO SUPERIORE TUROLDO (Zogno)

ü LICEO SCIENTIFICO AMALDI (Alzano Lombardo)

ü ISIS ROMERO (Albino)

Le classi totali che hanno partecipato al progetto sono state 45.