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Bianca Maria Antolini LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI NELL EDITORIA MUSICALE EUROPEA Le composizioni di Clementi hanno avuto una diffusione editoriale cospicua e continua per tutto l’Ottocento e ben entro il Novecento. Si tratta di un fenomeno non facile da documentare, sia per le consuete difficoltà poste dallo studio dell’editoria ottocentesca (mancanza della data di edizione, enor- mi dimensioni della produzione, differenze legislative tra i vari stati europei), sia per la confusione – specifica del caso Clementi – nella numerazione delle diverse opere. Per questo, la grande diffusione delle opere di Clementi sul mer- cato editoriale europeo non ha finora ricevuto una adeguata attenzione. In questa sede vorrei esporre i primi risultati di una sia pur parziale ricognizione della diffusione editoriale della musica di Clementi fino al primo Novecento, intrapresa per individuare i cambiamenti di destinazione e funzione che essa subì in questo periodo, e il correlato mutamento dell’immagine di Clementi presso il pubblico. Clementi pubblicò regolarmente le sue composizioni presso editori lon- dinesi (Welcker, Preston, Dale, Longman & Broderip) assegnando alle diverse raccolte successivi numeri d’opera: Alan Tyson ha ricostruito il catalogo delle opere di Clementi sulla base di queste edizioni, fornendone anche una precisa datazione, basata per la maggior parte sulle date del deposito legale. 1 Solo alcu- ne raccolte ebbero la loro prima edizione fuori da Londra: si tratta delle rac- colte op. 5-10 degli anni 1780-83, trascorsi in tournée sul continente. Esse furono pubblicate tra Parigi (op. 5 e 6), Lione (op. 8) e Vienna (op. 7, 9 e 10): ma Clementi stesso ne curò pochi anni dopo una ristampa londinese. 2 Anche le tre sonate op. 23 furono pubblicate sia a Parigi (Boyer) sia a Vienna (Artaria) nel 1789, poco prima dell’edizione londinese registrata il 1° gennaio 1790. 3 Le 1 ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi,Schneider,Tutzing 1967.Tyson registra nel suo catalogo solo le prime edizioni, e le eventuali edizioni posteriori autentiche. Nel corso del saggio farò riferimento alla numerazione stabilita da Tyson (ormai recepita da tutti i dizionari), segnalando in nota le eventuali discordanze presenti nelle edizioni ottocentesche. 2 Le edizioni londinesi delle opp. 5-9 sono «Printed for the Author» (solo l’op. 8 aggiunge a questa dicitura il nome dell’editore Preston) e recano in calce l’indicazione che era possibile acquistare «correct editions of all the works of the above author». TYSON, Thematic catalogue, pp. 40-46. 3 L’edizione Artaria (op. 24, n.ed. 278) è annunciata sulla «Wiener Zeitung» del 21 marzo 1789; l’edizione Boyer, anch’essa con n. d’op. 24, apparve nell’estate 1789. Cfr. WOLFGANG MATTHÄUS,

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Bianca Maria Antolini

LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI

NELL’EDITORIA MUSICALE EUROPEA

Le composizioni di Clementi hanno avuto una diffusione editorialecospicua e continua per tutto l’Ottocento e ben entro il Novecento. Si trattadi un fenomeno non facile da documentare, sia per le consuete difficoltà postedallo studio dell’editoria ottocentesca (mancanza della data di edizione, enor-mi dimensioni della produzione, differenze legislative tra i vari stati europei),sia per la confusione – specifica del caso Clementi – nella numerazione dellediverse opere. Per questo, la grande diffusione delle opere di Clementi sul mer-cato editoriale europeo non ha finora ricevuto una adeguata attenzione. Inquesta sede vorrei esporre i primi risultati di una sia pur parziale ricognizionedella diffusione editoriale della musica di Clementi fino al primo Novecento,intrapresa per individuare i cambiamenti di destinazione e funzione che essasubì in questo periodo, e il correlato mutamento dell’immagine di Clementipresso il pubblico.

Clementi pubblicò regolarmente le sue composizioni presso editori lon-dinesi (Welcker, Preston, Dale, Longman & Broderip) assegnando alle diverseraccolte successivi numeri d’opera: Alan Tyson ha ricostruito il catalogo delleopere di Clementi sulla base di queste edizioni, fornendone anche una precisadatazione, basata per la maggior parte sulle date del deposito legale.1 Solo alcu-ne raccolte ebbero la loro prima edizione fuori da Londra: si tratta delle rac-colte op. 5-10 degli anni 1780-83, trascorsi in tournée sul continente. Essefurono pubblicate tra Parigi (op. 5 e 6), Lione (op. 8) e Vienna (op. 7, 9 e 10):ma Clementi stesso ne curò pochi anni dopo una ristampa londinese.2 Anchele tre sonate op. 23 furono pubblicate sia a Parigi (Boyer) sia a Vienna (Artaria)nel 1789, poco prima dell’edizione londinese registrata il 1° gennaio 1790.3 Le

1 ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi, Schneider,Tutzing 1967.Tysonregistra nel suo catalogo solo le prime edizioni, e le eventuali edizioni posteriori autentiche. Nelcorso del saggio farò riferimento alla numerazione stabilita da Tyson (ormai recepita da tutti idizionari), segnalando in nota le eventuali discordanze presenti nelle edizioni ottocentesche.2 Le edizioni londinesi delle opp. 5-9 sono «Printed for the Author» (solo l’op. 8 aggiunge aquesta dicitura il nome dell’editore Preston) e recano in calce l’indicazione che era possibileacquistare «correct editions of all the works of the above author». TYSON, Thematic catalogue, pp.40-46.3 L’edizione Artaria (op. 24, n.ed. 278) è annunciata sulla «Wiener Zeitung» del 21 marzo 1789;l’edizione Boyer, anch’essa con n. d’op. 24, apparve nell’estate 1789. Cfr. WOLFGANG MATTHÄUS,

composizioni di Clementi (nella stragrande maggioranza sonate, sia solistiche,sia con accompagnamento) venivano proposte in raccolte di tre, o talvolta disei. In qualche caso troviamo anche singole sonate.Raramente, le raccolte com-prendevano composizioni di diverso tipo: per esempio nell’op. 5 troviamo tresonate accompagnate e tre fughe; nell’op. 6 un duo, due sonate accompagnatee tre fughe; nell’opera 12 si trovano 4 sonate solistiche e una sonata per piano-forte a 4 mani; nell’op. 34 due sonate e due capricci. Solo sporadicamente sitrovano singole sonate inserite in serie periodiche o in raccolte di diversi auto-ri: le due sonate uscite nella Collection of original harpsichord music di StephenStorace nel 1788 e 1789, e poi ristampate come op. 24 da H.Andrews nel 1790ca.; la sonata pubblicata nello stesso periodo (1789-90) in A select collection ofchoice music for the harpsichord or piano-forte edita da Corri; la sonata accompagna-ta uscita nel 1794 in Longman and Broderip’s Collection of original music for thegrand and small piano forte.4

La musica di Clementi, nell’ultimo ventennio del Settecento, ebbe ancheun’amplissima diffusione sul continente, con edizioni tedesche, viennesi, fran-cesi. Il quadro complessivo di queste edizioni è complicato dall’uso di numerid’opera differenti da quelli inglesi, e dalla consueta difficoltà di datazione. Sipuò tuttavia tentarne una prima ricostruzione con l’elenco degli esemplariattualmente conservati realizzato dal RISM;5 con i cataloghi degli editori fran-cesi pubblicati in facsimile;6 e con alcuni studi che affiancano all’elenco delleedizioni anche le date, ricavate in genere da avvisi sulla stampa periodica.7Nell’Appendice sono elencate le edizioni apparse presso Artaria di Vienna,André di Offenbach, Boyer, Imbault, Sieber di Parigi. Si tratta cioè di editoriche – nell’ultimo ventennio del Settecento – pubblicarono regolarmente edi-zioni di musiche di Clementi, in genere poco dopo la loro comparsa a Londra.

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Johann André Musikverlag zu Offenbach am Main: Verlagsgeschichte und Bibliographie 1772-1800,Schneider,Tutzing 1973, p. 200.4 TYSON, Thematic catalogue, pp. 62-63, 99, 102.5 Répertoire international des sources musicales (RISM), serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Band 2,Bärenreiter, Kassel 1972, pp. 152-172; Band 11, Addenda et corrigenda A-F, ivi, 1986, pp. 288-297.6 Per l’ultimo ventennio del Settecento vedi CARI JOHANSSON, French music publishers cataloguesof the second half of the eighteenth century, 2 voll., Kungl. Musikaliska Akademien, Stockholm 1955;ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français.Volume I: Des origi-nes à environ 1820, Minkoff, Genève 1979.7 ALEXANDER WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Artaria & Comp.,Vienna, 1952 (Beiträgezur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2, Folge 2; 2 ed. ampliata 2/1978b);MATTHÄUS, Johann André Musikverlag zu Offenbach am Main; ANIK DEVRIÈS-LESURE, L’édition musi-cale dans la presse parisienne au XVIIIe siècle. Catalogue des annonces, CNRS, Paris 2005.

Anche Leduc, Naderman e Pleyel pubblicarono a Parigi molte raccoltedi opere di Clementi: ne sono testimonianza soprattutto i cataloghi editoriali,oltre che qualche edizione censita dal RISM. La datazione è spesso difficoltosaper la mancanza di serie significative di numeri editoriali (specie per Leduc eNaderman). Nel catalogo del 1803 di Leduc sono indicate le op. 2, 9, 12, 19,21, 22, 28 (= op. 27), 39, 40, 41 e 42 (= op. 40).8 Un avviso dell’11 dicembre1799 annuncia le opp. 39, 40 e 41: si tratta di Sei sonate op. 39 (probabilmente= sonatine op. 36), dei valzer (= op. 38 o 39), mentre non sono in grado diidentificare le sei sonate op. 41.9 Pleyel, che iniziò la sua attività editoriale nel1796, pubblicò entro il 1799 le opp. 33-38,10 e più avanti – come si vedrà – leopp. 40 e 41 in coedizione con Clementi.

Naderman che – come si vedrà più avanti – fu l’editore scelto daClementi per pubblicare nel 1820-1 le opp. 46-50 in edizione simultanea,stampò anche una nutrita serie di edizioni delle opere pubblicate da Clementiin precedenza: il RISM registra le op. 9, 11, 12, 13, 14, 21, 22, 23, 25, 33, 40, 41e 24 n. 2. La maggior parte di esse recano numeri compresi tra 886 e 897, data-bili forse ai primi anni dell’Ottocento. Per molte si tratta probabilmente di unaristampa da edizioni di Boyer, di cui Naderman aveva acquistato il fondo nel1796.11

Infine, alcune sonate di Clementi furono pubblicate, anche sul continen-te, in serie periodiche, come il Journal de Pièces de clavecin di Boyer e Le Menu(tra 1785 e 1788)12 e il Journal de musique pour les dames di André.

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8 A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135. Sui problemi di datazione delle edi-zioni di Pierre Leduc cfr. ivi, p. 104. Per gli avvisi di pubblicazione DEVRIÈS-LESURE, L’éditionmusicale, p. 116.9 DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.10 La corrispondenza dei n. d’op. è la seguente: Pleyel 33 = Tyson 33; 36 = WO3; 37 = 35; 38= 34; 39 = 36; 40 = 38; 41 = 37; 42 = 40; 43 = 41 + 24 n. 2. Cfr. RITA BENTON con la collab.di JEANNE HALLEY, Pleyel as a music publisher. A documentary sourcebook of early 19th-century music,Pendragon, Stuyvesant 1990, pp. 48-49. Le op. 37, 38 e 39 furono annunciate sulla stampa perio-dica nel 1799, DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.11 Su Naderman cfr. A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, pp. 122-124. La numera-zione delle edizioni Naderman è irregolare e senza una logica evidente. Proprio i numeri asse-gnati alle edizioni di Clementi rientrano in un gruppo di difficile datazione. Comunque, sonoposteriori al 1796, poiché un catalogo di quell’anno non registra opere di Clementi (JOHANSSON,French music publishers catalogues, n. 169, 170), e questo è un elemento ulteriore per collegare leedizioni di Clementi all’acquisizione del fondo Boyer.12 Cfr. GALLIANO CILIBERTI, Clementi, i Concerts spirituels e la stampa quotidiana parigina: nuoveevidenze, in Muzio Clementi. Studies and prospects, edited by Roberto Illiano, Luca Sala andMassimiliano Sala, Ut Orpheus, Bologna 2002, pp. 121-138: 125.

Per quanto riguarda la confusione nei numeri d’opera, si può notare chele raccolte di sei sonate vengono sempre divise, generando quindi due numeridifferenti, e alterando di conseguenza la successione: le sei sonate op. 13 diven-tano tre op. 13 e tre op. 14; le sei op. 25 diventano tre op. 25 e tre op. 26; le duesonate e due capricci op. 35 diventano due sonate op. 34 e due capricci op. 35.Possiamo anche verificare che spesso i numeri d’opera sono uguali presso varieditori del continente e differenti da quelli inglesi. Edizioni sporadiche di com-posizioni di Clementi furono inoltre pubblicate da molti altri editori: il RISM

censisce fra le altre anche edizioni di Hummel, Schmitt, Falter, Götz, Schott,Böhme, Porro, Érard ecc.

Si è in genere ritenuto che le edizioni pubblicate dopo la prima edizio-ne fossero tutte ristampe non autorizzate, edizioni ‘pirata’ rese possibili dallamancanza di una legislazione europea sulla protezione del diritto d’autore. Inrealtà, una migliore conoscenza dei meccanismi di diffusione della produzionea stampa rivela che molti editori europei erano legati fra loro da intensi rap-porti commerciali: la produzione di edizioni dei medesimi brani da parte di dif-ferenti editori in diversi paesi si può quindi ricondurre, in molti casi, ad accor-di e scambi fra editori.13 Nel caso di Clementi, per esempio, sono da ricordarei rapporti di Longman & Broderip con Artaria e con Imbault;14 lo stessoClementi, appena avviata la propria attività editoriale, si premurò subito di pro-porre scambi di edizioni a colleghi sul continente come Artaria e Pleyel.15

Andrebbe quindi indagata, sulla base di un’adeguata documentazione, la possi-bilità di edizioni realizzate in base ad accordi editoriali, tenendo conto comun-que che l’esistenza di relazioni commerciali, o la produzione di un singolobrano in coedizione non comporta necessariamente relazioni stabili di coedi-zione per la produzione complessiva.

Forme di coedizione, se non proprio di edizione simultanea, si possonoindividuare nelle composizioni pubblicate all’inizio del nuovo secolo: le sona-te op. 40 apparvero quasi contemporaneamente (settembre-ottobre 1802) aLondra, a Parigi presso Pleyel (come op. 42), a Vienna presso Mollo, in edizio-ni autorizzate e con correzioni di Clementi;16 la sonata op. 41 fu pubblicata a

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13 Vedi in proposito BIANCA MARIA ANTOLINI, Editoria musicale e diffusione del repertorio, in La cul-tura del fortepiano 1770-1830. Atti del convegno internazionale di studi, Roma 26-29 maggio2004, a c. di Richard Bösel, Bologna, Ut Orpheus, in corso di stampa («Quaderni clementiani»).14 Cfr. DAVID WYN JONES, Some aspects of Clementi’s career as a publisher, in questo stesso volume.15 Vedi le lettere di Clementi ad Artaria, da Londra 21 dicembre 1798, e di Clementi a Pleyel,da Londra, 12 marzo 1802, in MUZIO CLEMENTI, Epistolario 1781-1831, a c. di Remo Giazotto,Milano, Skira – Roma,Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2002, pp. 118 e 123.16 Cfr. TYSON, Thematic catalogue, pp. 80-81, per una descrizione delle edizioni e del loro reci-proco rapporto.

Londra nell’aprile 1804, ed ebbe nello stesso anno due edizioni presso Artariaa Vienna, la seconda delle quali «corrigé par l’Auteur»,17 e un’edizione a Parigipresso Pleyel.18 In entrambi i casi, comunque, troviamo parecchie ristampepresso editori francesi e tedeschi (Imbault, Leduc, Sieber, André, Nadermanecc.), come di consueto a breve distanza dalla prima edizione.

A partire invece dal Gradus ad Parnassum Clementi si avvalse pienamen-te del sistema di edizione simultanea: i tre volumi del Gradus comparvero nellostesso giorno a Londra, a Parigi presso Érard e a Lipsia presso Breitkopf &Härtel rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Un ultimo gruppo di composi-zioni di Clementi, le opp. 46-50, vide infine la luce in un breve spazio ditempo, nel 1820-21, ugualmente in edizione simultanea presso Clementi &Co.,Breitkopf & Härtel e Naderman.Per quest’ultimo gruppo di opere la tute-la fornita dal sistema dell’edizione simultanea evidentemente funzionò, poichéla consueta fioritura di ristampe è meno intensa:Tyson ritiene inoltre, se purein modo dubitativo, che «some editions of these works published later by Andréin Offenbach, by Peters in Leipzig and by Ricordi in Milan also appeared withClementi’s authority».19 Tuttavia nel caso di Ricordi, che pure aveva intensirapporti di scambio commerciale con Breitkopf & Härtel, un’ironica annota-zione in una lettera di Breitkopf & Härtel del 30 luglio 1824 mostra comel’editore milanese avesse prodotto senza autorizzazione edizioni di musiche diClementi, basandosi sugli esemplari dell’editore di Lipsia: «Nous voyons par VosCatalogues que Vous avez copié plusieurs ouvrages de notre fonds et proprietétels que Clementi, Gabrielsky, Gerke, Sörgel ecc. et nous observons avec plaisirque ces auteurs sont goutés chez Vous».20

Il più significativo legame istituito da Clementi nei primi annidell’Ottocento, sia come editore, sia come compositore, fu quello con la casaeditrice Breitkopf & Härtel. I contatti del Clementi editore con la casa editri-ce risalgono almeno al gennaio 1800, quando la ditta di Lipsia lo interpellò,

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17 Ivi, pp. 82-83. L’edizione Artaria contiene due sonate: l’op. 41 e l’op. 24 n. 2.18 Come quella di Artaria anche questa edizione, uscita con n. d’op. 43 e n.ed. 652, contiene duesonate. La data deriva dal deposito legale. Cfr. BENTON – HALLEY, Pleyel as a music publisher, p. 49.19 Ivi, pp. 91-95.20 Cfr. LUCA AVERSANO, Il commercio di edizioni e manoscritti musicali tra Italia e Germania nel primoOttocento (1800-1830), «Fonti musicali italiane», 4, 1999, pp. 113-160: 137. Breitkopf & Härtelpotrebbe riferirsi qui a una o più composizioni di Clementi presenti nel catalogo Ricordi deldicembre 1822 (cfr. Catalogo della musica data in luce co’ torchi di Giovanni Ricordi (A tutto il 31dicembre 1822), [Milano, Ricordi, 1823]): il Gradus Livre I (pubblicato da Ricordi nel 1819) eLivre II (1821), le Dodici monferrine op. 49, le variazioni su Batti batti dal Don Giovanni di Mozart,le tre Sonate op. 50, tutte edizioni uscite da Ricordi nel 1822.

come socio della casa editrice Longman, per la vendita delle Opere completedi Mozart e Haydn,21 che Breitkopf & Härtel aveva avviato rispettivamente nel1798 e nel 1799.Al 1803 data la conoscenza personale di Clementi e GottfriedHärtel, in seguito alla quale la ditta tedesca propose a quella inglese un regola-re scambio di edizioni dai propri fondi e di manoscritti da pubblicare.22 Difatto, le ditte di Clementi e di Härtel realizzarono insieme alcune edizionisimultanee di composizioni di Haydn, Beethoven e dello stesso Clementi.23 Perquanto riguarda poi il Clementi compositore, Breitkopf & Härtel si impegnòper vari anni nella pubblicazione delle sue opere complete. Si trattava dellaterza impresa di questo genere varata dalla ditta di Lipsia, dopo quelle sopracitate, dedicate a Mozart e Haydn.24 Con il titolo Oeuvres complettes, quindi, trail 1803 e il 1819 uscirono 13 volumi: più intenso inizialmente – ne1 1803-4uscirono ben sei volumi, nel 1806 ne uscirono altri tre – il ritmo della pubbli-cazione si diradò negli anni successivi (un volume l’anno nel 1809, 1813, 1816e 1819). Nel complesso, la collezione contiene quasi tutta la produzione diClementi fino all’opera 41, in una successione che non tiene conto dell’origi-naria cronologia delle pubblicazioni né menziona i numeri d’opera. Le opereposteriori (dal Gradus op. 44 fino all’op. 50) vennero pubblicate, come si è vistosopra, da Breitkopf & Härtel indipendentemente dalle Oeuvres complettes.25

In una lettera a Beethoven del 24 settembre 1810, Gottfried Härtel rac-conta al compositore le motivazioni e le circostanze relative alla realizzazionedelle opere complete per pianoforte di Mozart, Haydn, Clementi, Dussek eSteibelt: all’opportunità di un’ampia diffusione commerciale di opere poco oper niente conosciute nella Germania del Nord, si era aggiunta la possibilità direalizzarle a costi assai ridotti, che avrebbero consentito alla casa di Lipsia –come era suo costume – di praticare ai suoi acquirenti prezzi molto bassi. Inparticolare, «Clementi rifiutò l’onorario proposto, e mi concesse la libertà direalizzare una simile edizione, senza pretendere compensi di sorta e non neaccettò neppure per la revisione e la correzione di varie opere, nel periodo in

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21 Cfr. OSKAR VON HASE, Breitkopf & Härtel: Gedenkschrift und Arbeitsbericht, 3 voll., Breitkopf &Härtel,Wiesbaden 1968, I, p. 183.22 Lettera di Breitkopf & Härtel a Clementi & Co., 13 febbraio 1804, ivi, pp. 194-195.23 Sui rapporti tra le due case editrici, oltre alla lettera sopra citata vedi LEON PLANTINGA,Clementi. La vita e la musica, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 200-207; ALAN TYSON, The authenticEnglish editions of Beethoven, Faber and Faber, London 1963; JONES, Some aspects, pp. 9-13.24 La situazione è riassunta in ANTOLINI, Editoria musicale.25 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127.

cui abitò presso di me».26 Il soggiorno di Clementi a Lipsia nell’estate del 1804produsse una serie di versioni rivedute per le composizioni contenute nel volu-me VI, il solo a recare traccia dell’intervento del compositore.27

I primi dieci volumi delle Oeuvres complettes di Breitkopf & Härtel ven-nero ristampati a Vienna da Steiner (Chemische Druckerei), tra il 1805 e il1813 ca., non so se con l’accordo dell’editore di Lipsia oppure no;28 mentredopo la fine dell’edizione completa di Breitkopf & Härtel fu la ditta diClementi a chiedere a Breitkopf & Härtel la collaborazione per una nuova edi-zione rivista delle opere di Clementi, ricevendone in risposta che non si sareb-be potuto fare nessun uso della nuova edizione, poiché l’edizione era stata pro-dotta tipograficamente, quindi senza lastre, e quindi non si poteva pensare a unanuova edizione prima dell’esaurimento della precedente.29

Il continuato favore che le opere di Clementi ebbero in Inghilterra èdocumentato tuttavia dalle frequenti ristampe di singole raccolte, realizzate nelprimo ventennio dell’Ottocento dalla casa editrice dello stesso Clementi.30 InGermania, fu André a ristampare nei primi decenni dell’Ottocento, con unnuovo numero editoriale, le raccolte che aveva già pubblicato nell’ultimo quin-dicennio del secolo precedente, aggiungendovi anche le nuove composizioni.31

Anche in Francia qualche editore, come Leduc, Sieber, più avanti Launer, pro-poneva raccolte complete o quasi complete delle opere di Clementi.32 In Italia,

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26 LUDWIG VAN BEETHOVEN, Epistolario. Vol. II: 1808-1813, a c. di Sieghart Brandenburg, sotto gliauspici del Beethoven-Haus Bonn, trad. di Luigi della Croce, Accademia nazionale di SantaCecilia – Skira, Roma-Milano 2000, pp. 185-190; la lettera si può leggere anche in VON HASE,Breitkopf & Härtel, pp. 175-6.27 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127, PLANTINGA, Clementi, pp. 224-228.28 I dieci Cahiers elencati nel catalogo di Steiner recano i n.ed. 45, 46, 47, 48 (tutti annunciatisulla «Wiener Zeitung» il 22 mag. 1805), 1125, 1201, 1350 (avviso in «Wiener Zeitung», 21 feb.1810), 1510 (avviso in «Wiener Zeitung», 12 set. 1810), 2101, 2105 (1813 ca.). Cfr. ALEXANDER

WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Senefelder Steiner Haslinger, 3 voll., Katzbichler,München 1979, 1980, 1983 (Beiträge zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2,Folge 19), vol. 1, 1979, pp. 25, 72, 75, 80, 118. La serie di Steiner è segnalata nel vol. 11 (Addendaet corrigenda) del RISM (p. 297), ma se ne elencano solo nove Cahiers.29 VON HASE, Breitkopf & Härtel, p. 183.30 TYSON, Thematic catalogue.31 Cfr. MATTHÄUS, Johann André, che riporta accanto alla descrizione della prima edizioneapparsa presso André anche il nuovo n.ed. della ristampa ottocentesca; BRITTA CONSTAPEL, DerMusikverlag Johann André in Offenbach am Main: Studien zur Verlagstätigkeit von Johann Anton Andréund Verzeichnis der Musikalien von 1800 bis 1840, Schneider,Tutzing 1998.32 Il catalogo Leduc del 1803 (A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135) elen-cava fra gli Ouvrages proposés par souscription, oltre alle opere per pianoforte di Mozart e Haydn la

invece, la proposta nel 1829 di una Collezione completa di Muzio Clementi daparte del piccolo editore milanese Carulli sembra si sia fermata al II fascicolo.33

Particolare significato nel panorama editoriale del primo Ottocento assunse poiun’impresa realizzata da Hans Georg Nägeli, che fra il 1803 e il 1810 pubblicòper sottoscrizione il Répertoire des clavecinistes, contenente brani (perlopiù sona-te) di Clementi, Beethoven, Cramer, Dussek, Steibelt, Stadler, Liste, Wölfl,Haak,Weyse, Pollini,Tomaschek. L’editore zurighese Nägeli era entrato in con-tatto con Clementi già nel 1794, con lo scopo di mettere in vendita sul mer-cato svizzero le edizioni inglesi delle musiche di Clementi, al posto delle scor-rette stampe tedesche che aveva commerciato fino a quel momento.34 La par-ticolare considerazione che Nägeli aveva di Clementi è espressa a conclusionedi una lettera del 28 gennaio 1794: «Je me flatte qu’il peut vous interesser si jevous dis que depuis quelques annés nous nous sommes tant perfectionné dansla musique et surtout au pianoforte, que nous savons profiter des chefs d’oeu-vre de votre genie, et que nous preferons a tous autres, comme ils les méritentà juste titre».35 Proprio l’idea che con Clementi si era aperta un’epoca nuova efeconda nella musica per pianoforte informava la concezione del Répertoire: essodoveva quindi testimoniare questa nuova età musicale in cui opere di grandeimpegno avrebbero coniugato virtuosismo, contrappunto, e novità di elabora-zione formale.Alcune delle composizioni del Répertoire furono commissionateex-novo da Nägeli e sono quindi prime edizioni (come nel caso dell’op. 31 diBeethoven), altre sono ristampe. Di Clementi, il Répertoire ristampò le sonatesolistiche dell’op. 2 nel 1803, ad apertura della raccolta, e le sonate op. 25 n. 4,5 e 1 nel 1804.36 Nägeli, come nello stesso periodo Härtel, sperava di pubbli-

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«Collection des œuvres de Clementi p.r le Piano à 4. par livraison. Papier velin N. 1.2.»; il cata-logo Launer del 1841 era così intestato: Catalogue des ouvrages composant le fonds de musique de MmeVve Launer, succ.r de Carli… premier éditeur de la collection complète des opéras de Rossini, des œuvrescomplètes de Haydn, Mozart, Clementi, pour le piano […]. La maggior parte delle opere di Clementisono presenti inoltre nel catalogo di Georges-Julien Sieber del 1828 ca.33 PATRIZIA FLORIO, La produzione degli editori Carulli (Milano 1822-1832), «Fonti musicali ita-liane», II, 1997, pp. 69-94: 71, 85, 86. I due primi numeri della Collezione contengono rispettiva-mente le Sonatine op. 36 e quattro sonate con accompagnamento (op. 21 n. 1-3 e op. 22 n.1).34 Lettera di Nägeli a Clementi, da Zurigo, 28 gennaio 1794, in CLEMENTI, Epistolario, pp. 113-115.35 Ibidem.36 Cfr. ANTOLINI, Editoria musicale, in cui è anche ristampata la lunga introduzione di Nägeli,premessa alla proposta di sottoscrizione e pubblicata sull’Intelligenz-Blatt dell’«Allgemeine musi-kalische Zeitung» dell’agosto 1803.

care nel Répertoire sonate nuove di Clementi, ma evidentemente il progetto nonsi realizzò.37

Il quadro complessivo della situazione editoriale del primo Ottocentomostra quindi che Clementi aveva – già durante la sua vita – acquisito lo sta-tus di compositore ‘classico’, almeno per ciò che riguardava il pianoforte: la suaproduzione viene ristampata completa da vari editori europei, primo fra tuttiquel Breitkopf & Härtel che si stava avviando a diventare il più influente edi-tore europeo del periodo; e in queste imprese il suo nome è regolarmenteaffiancato a quello di Haydn e Mozart.Al contempo, gli viene attribuito per lamusica pianistica il ruolo di caposcuola.

Se seguiamo ora le vicende della diffusione editoriale delle musiche diClementi dopo la morte del compositore ci accorgeremo che – in particolarein Germania – la sua produzione sonatistica viene ripetutamente ristampata.38

Si tratta naturalmente delle sonate solistiche: le sonate con accompagnamentoscompaiono infatti rapidamente dal mercato editoriale, testimoni di un consu-mo domestico che era ormai del tutto mutato.

Breitkopf & Härtel pubblica quindi nel 1841 una raccolta di Douze sona-tes: non una scelta dalla produzione complessiva però, ma una ristampa delprimo volume delle Oeuvres complettes,39 forse preludio a una nuova edizionecompleta, che però non sembra essersi realizzata. Nella recensione a questa rac-colta viene messo in evidenza il valore didattico di queste sonate, particolar-

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37 In una lettera da Berlino l’11 settembre 1804, Clementi consiglia a Härtel «[…] you had bet-ter delay until after Nägely has published my three new sonatas, to say in print, that in future Ishall furnish your collection with new works», CLEMENTI, Epistolario, pp. 139-140. Plantinga(Clementi, p. 223-224) ipotizza che le tre nuove sonate a cui Clementi fa qui riferimento sianole tre dell’op. 50.38 I dati sono tratti – per il periodo 1829-1860 – dai Monatsberichte pubblicati da Whistling eHofmeister. Il Music Department di Royal Holloway, University of London, sta completando ilprogetto Hofmeister XIX, volto alla creazione di un data-base contenente i dati dei Monatsberichtedal 1829 al 1900. Ho potuto consultare i dati tratti dai Monatsberichte fino al 1860 all’indirizzointernet http://linnet.cch.kcl.ac.uk/hofmeister/index.html. Per il periodo successivo ho fattoriferimento invece ai volumi cumulativi (Handbuch der musikalischen Literatur, oder systematisch-geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzenden Ländern erschienen Musikalien...)pubblicati ogni cinque o sei anni a cura di Adolph Hofmeister per la casa editrice di LipsiaFriedrich Hofmeister. Per un quadro complessivo di questo indispensabile repertorio cfr. DAN

FOG, Hofmeister XIX. Zur chronologisches Musikbibliographie des 19. Jahrhundert, «Fontes ArtisMusicae», 1988, pp. 149-154.39 Recensione in «Allgemeine musikalische Zeitung», n. 20, maggio 1841, coll. 396-397.Le sonate contenute nel volume erano quindi: op. 12 n. 1-4, op. 23 n. 1-3, op. 8 n. 1-3, op. 7 n. 1-3.

mente adatte per allievi che «hanno percorso già un buon tratto dalla primaistruzione, ma non sono ancora arrivati alla fine del cammino».Tra il 1849 e il1857 anche André intraprende, per la terza volta, una nuova edizione compren-dente almeno 38 sonate;40 nel 1854-55 l’editore viennese Mechetti pubblicaalcune Sonaten f. Pfte. Neue, nach den besten Quellen revidirte Ausgabe.41

Poco dopo, vengono realizzate in Germania due edizioni complete. Laprima di esse compare tra 1856 e 1858 presso l’editore Holle di Wolfenbüttel:Original-Sonaten, in sessanta fascicoli, «herausgegeben und mit Fingersatz verse-hen» da Julius Knorr e H. Doering. Il primo volume (n. 1-22) esce nel novem-bre e dicembre 1856; il secondo (n. 23-43) nel gennaio e febbraio 1857, il terzo(n. 44-60) a un anno di distanza, nel marzo 1858.42 Sempre nel marzo 1858esce un quarto volume, curato da Knorr, comprendente sei sonate per piano-forte a quattro mani. La raccolta delle composizioni di Clementi fa parte di unapiù ampia collana di composizioni ‘classiche’, proposte a basso prezzo nellostesso periodo: Holle’s neue Ausgabe classischer Clavierwerke, comprendente lecomposizioni per pianoforte complete di Beethoven, Haydn, Mozart,Clementi,Weber, e 4 volumi di composizioni scelte di J.S. Bach.43 Nei mede-simi anni, anche la casa Breitkopf & Härtel,44 che oltre alla pubblicazione dinuove musiche prosegue nella diffusione delle opere dei classici già pubblicateall’inizio del secolo, produce una raccolta completa di composizioni diClementi, 64 sonate: Neue sorgfaltige revidirte Ausgabe, uscita tra il 1857 e il

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40 Questo l’elenco risultante dai Monatsberichte: Sonaten. Neue Ausgabe: N. 1 A, N. 2 G, N. 3 C,N. 4 G, N. 5 C, N. 6 B; Dic. 1849: N. 7 D, N. 8 (Op. 26 n. 3) D, N. 9 Gm, N. 10 Hm, N. 11 Fism, N 12 F dur; Apr. 1852: N. 13 B, N. 14 Es, N. 15 Es, N. 16 G; Ago. 1853: N. 17 F, N. 18 A,N. 19 C, N. 20 Es; Dic. 1853: N. 21 Es, N. 22 C, N. 23 A, N. 24 B; Feb. 1855: N. 26 Es, N. 27 F;Dic. 1856: N. 28 A, N. 29 F, N. 30 Didone B (op. 50 n. 1-3); nov. 1857: N. 31 Es; N. 32 F, N. 33Es, N. 34 Gm, N. 35 Es, N. 36 B, N. 37 Es, N. 38 Gm.41 I Monatsberichte registrano queste edizioni in ott. 1854 (op. 7 n. 3), feb. 1855 (op. 8 n. 1-3),lug. 1855 (Tre sonate in si bemolle, fa minore, si minore, e l’op. 50 n. 3 Didone abbandonata).42 Si tratta di 57 sonate a cui fanno seguito tre raccolte di sonatine: al numero 58 Sei sonatineop. 36, al n. 59 Tre sonatine op. 37, al n. 60 Tre sonatine op. 38.43 Cfr. gli annunci e le recensioni dell’edizione Holle di Clementi su «Niederrheinische Musik-Zeitung», IV, 1 nov. 1856, pp. 349-51; V, n. 8, 21 feb. 1857, pp. 62-3; n. 26, 27 giu. 1857, pp. 206-7; n. 34, 22 ago. 1857, p. 272. Della stessa serie faceva parte anche il Gradus, su cui vedi più avan-ti. La collana fu pubblicizzata anche dalla «Gazzetta musicale di Milano» nel 1860, con unaCorrispondenza dalla Germania, datata Berlino, 15 febbraio: Della musica per pianoforte e della sua ese-cuzione (XVIII, n. 9, 26 feb. 1860, p. 70).44 Per la storia della casa editrice negli anni successivi alla morte di Gottfried Härtel, cfr. VON

HASE, Breitkopf & Härtel, II, pp. 46-47.

1859.45 Le sonate in questa raccolta recano numeri d’opera desunti con tuttaprobabilità dalle edizioni viennesi e tedesche, e quindi in parte differenti daquelli originali inglesi.

Queste edizioni contribuiscono a definire un’immagine di Clementicome maestro della sonata, che si affianca ai tre grandi viennesi. Uno studio cri-tico di Wilhelm H. Riehl, scritto nel 1857 e pubblicato poco dopo,46 prendespunto proprio dalle due edizioni complete sopra citate per delineare un ritrat-to di Clementi: «Mit Recht nennt man Haydn, Mozart, Beethoven undClementi in einem Athem als die vier Hauptträger der classischenKlaviersonate»;47 ed è come compositore di sonate che Clementi, nato in Italiae vissuto in vari paesi europei, fa parte a pieno titolo della grande tradizionemusicale tedesca: «als kunstgeschichtliche Persönlichkeit ist er ein Deutscher»,scrive Riehl, e più avanti: «Vielleicht hat niemand ein grösseres Zeugniss fürdie unwiderstehliche Macht der deutschen Musik als die beiden ItalienerClementi und Cherubini: beide sahen sich gezwungen deutschen zu schreiben,wenn sie in den höhern Kunstformen klassisch schreiben wollten». Se purenelle melodie di Clementi risuona talvolta il canto italiano, il compositore èdecisamente tedesco, a parere di Riehl, «in seinem Harmonien, in derContrapunktirung, in dem Bau seiner Sonaten und in seinem ganzenKunstziel».48 Dai suoi contemporanei Clementi è stato considerato soprattuttoun pianista; la generazione successiva ha visto in lui il didatta del pianoforte.Oggi, dice Riehl, «unserm Geschlecht steht der Meister in seiner historischenObjectivität und mehr als Jenen im Gesammtbild seines Wirkens gegenüber,darum ist es an uns, ihn als Klavierkomponisten, als den “Meister der Sonate”gründlicher zu würdigen und fröhlich zu geniessen».49

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45 Le sonate sono registrate nei Monatsberichte di Hofmeister nel set.-ott. 1857, nov. 1857, mar.,ago., nov. 1858, feb. e apr. 1859. La successione delle sonate è cronologica. Le prime 12 sonatenon risultano annunciate nei Monatsberichte.46 W.H. RIEHL, Musikalische Charakterköpfe. Ein kunstgeschichtliches Skizzenbuch, Erster Band,VierteAuflage, Cotta, Stuttgart 1868. La prima parte del volume è dedicata all’opera romantica, 1815-1835 (1. Rossini, Bellini, Donizetti; 2 Boïeldieu e Auber e i loro contemporanei; 3 Spohr,Webere Meyerbeer), la seconda a Vier Meister des Klaviersatzes: Muzio Clementi; K.M. von Weber comecompositore per tastiera; le sonate di Haydn; le opere per tastiera di J.S. Bach). La prefazione èdatata Monaco, 17 ottobre 1859; il saggio su Muzio Clementi reca la data 1857. Cfr. ancheWILLIAM S. NEWMAN, The sonata in the classic era, third edition, Norton, New York 1983, pp. 756-757.47 RIEHL, Musikalische Charakterköpfe, p. 232.48 Ivi¸ pp. 243-246.49 Ivi¸ p. 258.

Allo stesso ambito musicale e culturale tedesco appartiene – ancora allafine degli anni ’50 – la diffusione di edizioni parziali: particolarmente autore-vole dovette essere la prima di esse, per l’importanza del suo curatore, l’amicodi Clementi Ignaz Moscheles, allora professore di pianoforte al Conservatoriodi Lipsia. Questi pubblicò a Stuttgart presso l’editore Hallberger, tra il 1858 eil 1860, una scelta di 18 sonate di Clementi, nuovamente in una serie di clas-sici del pianoforte: Pracht-Ausgabe der Classiker Beethoven, Clementi, Haydn,Mozart in ihren Werken für das Pianoforte allein. Neu herausgegeben mit Bezeichnungdes Zeitmasses und Fingersatzes. La raccolta curata da Moscheles ebbe ottimaaccoglienza, se a metà degli anni Settanta era arrivata alla settima edizione.50 Lascelta effettuata dal pianista boemo (op. 2 n. 2 e 6, op. 12 n. 2 e 4, op. 24 n. 2,op. 25 n. 4 e 5, op. 33 n. 3, op. 34 n. 1 e 2, op. 40 n. 1-3, op. 50 n. 1-3, op. 47n. 1 e 2) è probabilmente alla base delle successive scelte. Moscheles dichiarò diaver consultato tutte le precedenti edizioni: «“They shall not make blunders forwant of a proper system of fingering, or strict marking of the expression andtempi” he used to say “so I conscientiously consult all previous editions”».51

Negli anni successivi, l’editoria musicale tedesca prosegue nella diffusio-ne delle sonate di Clementi in entrambe le forme: opere complete e scelte disonate. Clementi continua a fare parte di quel gruppo di compositori classiciche caratterizza i cataloghi delle case tedesche, beneficiando così della straordi-naria forza di espansione dell’editoria tedesca: grazie ai miglioramenti tecnolo-gici, che consentono un enorme aumento della produzione, e alla politica deibassi prezzi, le edizioni tedesche dominano il mercato della musica a stampa.

Così, edizioni complete di sonate solistiche di Clementi appaiono nuo-vamente, alla fine degli anni ’60, nei cataloghi di Breitkopf & Härtel e di Litolff(70 sonate in tre volumi, nella collana di classici Collection Litolff).52 Nel dicem-bre 1877 infine Breitkopf & Härtel avvia la Volksausgabe, una biblioteca di com-posizioni di maestri classici e moderni caratterizzata da basso costo (uguale ai

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50 Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96.51 CHARLOTTE MOSCHELES, Life of Moscheles, with selections from his diaries and corresponden-ce, Hurst and Blakett, London 1873 (rist. in facs. Elibron Classics Replica Edition) II, p. 262. Sulmetodo di lavoro di Moscheles come curatore di edizioni cfr. LEONARDO MIUCCI, Le sonate perpianoforte di L. van Beethoven: le edizioni curate da Ignaz Moscheles, tesi di laurea, Università diRoma-Tor Vergata, a.a. 2003-4.52 Il I volume della nuova edizione di Breitkopf & Härtel è citato in Hofmeister-Handbuch,1860-67, p. 151; nel successivo Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98 è registrata sia l’edizioneBreitkopf, sia l’edizione Litolff: per quest’ultima viene dato il contenuto dei tre volumi in detta-glio. Per una descrizione dei ‘volumi rossi’ che costituivano la nuova Ausgabe Breitkopf & Härtelcfr. VON HASE, Breitkopf & Härtel, II, p. 349.

prezzi più bassi in commercio), correttezza (garantita da autorevoli revisori) ebellezza grafica,53 nella quale è naturalmente inserita anche la raccolta comple-ta delle sonate di Clementi.54 Proprio all’inizio del nuovo secolo, infine, unanuova edizione completa, curata da Hans Schmitt, viene pubblicata dalla neo-nata casa viennese Universal Edition.55

Parallelamente, alcune sonate di Clementi conoscono – sempre a parti-re dagli anni ’60 e fino alla fine del secolo – una diffusione particolarmenteampia attraverso le raccolte di Berühmte Sonaten, Ausgewählte Sonaten e simili.Ne pubblicano Schott,56 Peters (una prima volta a cura di Louis Köhler, piùavanti a cura di Adolf Ruthardt),57 Litolff,58 Cranz di Amburgo (A. Sturm),59

Hansen di Lipsia (Bischoff):60 le raccolte contengono dodici o ventiquattrosonate, quasi sempre le stesse, e vengono ristampate fino alla fine del secolo eoltre.

Lo scopo didattico di queste raccolte è evidente: lo dichiara esplicita-mente una delle più diffuse e significative, quella curata da Sigmund Lebert perl’editore Cotta di Stoccarda nel 1873. I due volumi contenenti le sei sonatineop. 36 e 18 sonate fanno parte di una serie dedicata, ancora una volta, ai clas-sici del pianoforte: Instruktive Ausgabe klassischer Klavierwerke, curata da Lebertcon la collaborazione di Hans von Bülow, Immanuel Faisst, Ignaz Lachner eFranz Liszt, e adottata nei corsi del Conservatorio di Vienna, della nuovaAkademie der Tonkunst di Berlino e del Conservatorio di Stoccarda. Il pro-getto generale della serie comprendeva tutte le composizioni pianistiche diBeethoven e una scelta delle composizioni di Haydn, Mozart, Clementi,Dussek, Hummel,Weber. Nell’introduzione Lebert spiega gli scopi della col-lana: offrire i capolavori dei compositori classici per tastiera a tutti coloro che

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53 VON HASE, Breitkopf & Härtel, II, p. 577-582.54 Hofmeister-Handbuch, 1880-85, p. 113.55 L’edizione uscì tra il 1901 (data di fondazione della Universal) e il 1903, cfr. Hofmeister-Handbuch, 1898-1903, p. 149.56 Hofmeister-Handbuch, 1860-1867, p. 151: Sonates choisies. Nouv. Edit. [21], Mainz, Schott.57 Negli anni Settanta Peters pubblicò dapprima una raccolta di Douze sonates choisies nella revi-sione di Köhler, n.ed. 49278; poi una più nutrita Sammlung berühmter Sonaten von Clementi, revi-dirt und mit Fingersatz versehen von Louis Köhler und F.A. Roitzsch, n. 6434, 6436, 5738, 5898,che aggiunge ai due Cahiers della precedente edizione un terzo e un quarto volume (registratiin Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96); la posteriore edizione curata da Ruthardt ha n.ed.9345 e contiene le 12 sonate dei primi due Cahiers della precedente edizione: op. 2 n.2, op. 12n. 1, op. 25 n. 5, op. 25 n. 6, op. 34 n. 1, op. 33 n. 1, 2 e 3, op. 40 n. 1, 2, 3, op. 24 n. 2.58 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98: 12 célèbres sonates.59 Hofmeister-Handbuch, 1886-91, p. 125.60 Hofmeister-Handbuch, 1982-97, p. 142.

si occupano dell’esecuzione pianistica nei più diversi stadi dell’istruzione, comeallievi o come insegnanti, in una forma che garantisca la migliore guida possi-bile a un’esecuzione tecnica di livello artistico. Nella revisione, Lebert affermadi essersi basato sulle migliori edizioni disponibili, e di essere intervenuto nellanotazione degli abbellimenti, del fraseggio, delle dinamiche, dell’agogica (pro-ponendo anche dei tempi di metronomo), poiché molti pianisti possiedono sìla capacità tecnica per eseguire quelle opere, ma non quel naturale talento equella educazione artistica che li possa mettere in grado di comprendere eportare alla piena espressione le vere intenzioni del compositore. Secondo ilrevisore, quest’ampia classe di persone che fanno musica, «si potrà avvicinare aquelle opere antiche, il cui stile e spirito è diventato estraneo ai nostri tempi,se potrà avere una precisa introduzione allo stile e allo spirito della loro appro-priata esecuzione». Per una conoscenza ancora più approfondita l’edizioneprevedeva un’introduzione storico-critica, la cui pubblicazione viene peròrimandata. Le sonate sono collocate – in accordo con lo scopo didattico dellaraccolta – in ordine di difficoltà: Sonata op. 11, oeuvre 1 n. 1, op. 25 n. 6, op.25 n. 2, op. 12 n. 4, op. 33 n.1, op. 25 n. 5, op. 2 n. 2, op. 24 n. 2, op. 34 n. 1,op. 40 n. 1, op. 40 n. 3,Toccata op. 11, op. 34 n.2, op. 40 n. 2, op. 33 n. 3, op. 50n. 3.61

Clementi viene collocato accanto a Beethoven, Mendelssohn o Chopincome classico del pianoforte anche in raccolte che contengono singole sonate:segnalo qui una serie pubblicata a metà Ottocento a Londra per cura del pia-nista e professore alla Royal Academy Henry Brinley Richards, significativa-mente intitolata The Classical pianist (used at the Royal Academy of Music).A selec-tion of movements from the works of the great Masters (in realtà la serie comprendecomposizioni complete, non singoli movimenti, come sembrerebbe dal titolo).Il II volume, del 1858, contiene la Sonata op. 4 di Chopin, l’op. 10 n. 3 diBeethoven, la Fuga in re di Mendelssohn, e le Sonate op. 50 n. 1 e op. 50 n. 3di Clementi: la recensione su «The musical world» definisce l’op. 50 n. 1 comela sonata «which made most impression on the plastic mind of Beethoven»,62 econsidera l’op. 50 n. 3 un capolavoro, che smentisce l’idea corrente di unClementi freddo e pedante:

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61 Ho indicato i numeri d’opera in base al catalogo di Tyson. L’edizione di Lebert usa i nume-ri d’opera correnti in quegli anni, e cioè, nell’ordine: op. 20, op. 33 n. 1, op. 26 n. 3, op. 25 n. 2,op. 12 n. 4, op. 36 n. 1, op. 26 n. 2, op. 2 n. 1, op. 47 n. 2, op. 34 n. 1, op. 40 n. 1, op. 40 n. 3, op.11, op. 34 n. 2, op. 40 n 2, op. 36 n. 3, op. 50 n. 3.62 «The musical world», 16 gen. 1858, p. 36. Ringrazio Marco Capra per avermi fornito copiadi questi articoli.

It has been too much a habit, both with professors and cultivated amateurs, toregard Clementi in the exclusive light of a music-master, profound and saga-cious, but at the same time dry and pedantic – as the the author, in short, of themost ingenious of elementary works, the Gradus ad Parnassum, and little else.Clementi nevertheless, has another side, which has been overlooked, or at leastonly half acknowledged. He was a poet, as well as a contrapuntist and a perfecterof mechanism. He had his dreams – like his more ardent and genial, though lesslearned, Dussek; and in one of these he gave birth to the Didone abbandonata[…]63

In Italia, nella prima metà dell’Ottocento, le sonate di Clementi eranostate pubblicate solo sporadicamente.64 È negli anni Sessanta e Settanta che siriaccende un interesse per il compositore romano, e vengono pubblicate alcu-ne scelte di sonate di Clementi. La prima di esse, del 1864, è inserita nella rac-colta di Ricordi L’arte antica e moderna. Scelta di composizioni per pianoforte: unaserie di volumi, ideati da Golinelli e da Giulio Ricordi, e ordinati cronologica-mente, da Frescobaldi fino a Schumann.A Clementi è interamente dedicato ilIII volume (n.ed. 35148-35159), contenente 12 composizioni, nell’ordine: lesonate op. 25 n. 5, op. 34 n. 1, op. 40 n. 2 e n. 3, la toccata op. 11, il Presto dellasonata op. 12 n.1, il capriccio op. 34 n. 1, l’esercizio n. 24 dal Gradus, la sonataop. 33 n. 3, il capriccio op.34 n. 2, il primo tempo della sonata op. 34 n. 2.L’entusiastica recensione di Filippo Filippi, pubblicata per altro sul giornaledella casa Ricordi, rivendica a Clementi il ruolo di grande compositore classi-co:

Tutti questi pezzi sono d’un valore eccezionale: in tutti domina una melodia, uncanto pieno di garbo e di sostenutezza, che comincia ad emanciparsi dalle fio-riture mozartiane, quantunque ne arieggi molto lo stile. C’è un fuoco veramen-te meridionale, una condotta, una squisitezza di fattura quali non s’incontrano

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63 «The musical world», 27 feb. 1858, pp. 131-132. Si tratta di una recensione dettagliata, conesempi musicali.64 Oltre alle edizioni cit. alla nota 20, Ricordi pubblicò nel 1823 La caccia, nel 1824 24 valzer,nel 1827 l’op. 47, nel 1828 l’op. 46. Più avanti, inserì nell’Antologia classica musicale allegata alla«Gazzetta musicale di Milano» i due Capricci op. 34 (n. 6, a. I, 1842) e la Sonata op. 33 n. 3 (n.12, a. V, 1846). Cfr. AGOSTINA ZECCA LATERZA, Il catalogo numerico Ricordi 1857 con date e indici, I,Nuovo Istituto Editoriale Italiano, Roma 1984, pp. 61, 63, 107, 127. Inoltre l’editore Lorenzipubblicò nel 1824 una Suonata in Fa non meglio identificata (avviso in «Gazzetta di Firenze», 3apr. 1824), e la romana Litografia Tiberina, alla fine degli anni ’40, le sonate op. 40 n. 1-3 e op.25 n. 4-6.

che nei classici. La sonata in si bemolle [op. 12 n. 1] è unica nel suo genere,degna della fama che ha goduto e di cui gode tuttora. La Sonata in Do op. 36[cioè op. 33 n. 3], pubblicata anche dall’Antologia dello stesso Ricordi, è unfiume d’ispirazione. Molto gli studiosi hanno da apprendere in questo volumedi Clementi: molto, così dal lato meccanico come dal lato della composizione.Perché Clementi non è solamente un professore di scale, un autore di esercizi edi studi: è uno dei più grandi compositori dei due secoli in cui visse (1752-1832), è l’anello ingemmato che congiunge l’arte antica all’arte moderna.65

Il recupero della musica di Clementi quindi, nella politica di Ricordi, sepunta naturalmente al fiorente mercato dei pianisti, si inserisce d’altra parte inquel diffuso movimento per la conoscenza della musica strumentale – sia quel-la del passato, sia quella dei più recenti autori classici e romantici tedeschi – chesi impone in Italia proprio a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento.

Qualche anno dopo, nel 1868, esce una nuova Raccolta delle migliori operedi M. Clementi, curata questa volta da Disma Fumagalli, insegnante al Conser-vatorio di Milano, e realizzata dall’editore Vismara, con i n.ed. 3961-3985. Nellaprefazione, datata Milano, 14 marzo 1868, Fumagalli mette in rilievo non solola bellezza delle sonate, ma la loro utilità nell’insegnamento del pianoforte:Clementi «ha lasciato composizioni musicali tanto sublimi, che non potrannomai essere meno ammirate, finché si tiene in vigore lo studio del vero bellomusicale. Io quindi affido ai maestri, ai veri amatori, che vorranno coadiuvarealla propagazione della vera musica, consigliando agli allievi, e adottando intutti gli Istituti musicali questa raccolta di Suonate, perché si risvegli quant’èpossibile il vero buon gusto musicale».

Dieci anni dopo si collocano altre due iniziative dell’editore Ricordi.66

Nel 1877 Ricordi ristampa il volume dell’Arte antica e moderna dedicato aClementi. Ma la riproposta della serie del 1864 presenta svariate innovazioni,sia nel piano generale, sia nei singoli volumi. Ora il volume delle opere diClementi è il quinto (n. ed. 45248) e aggiunge ai brani del 1864 altri due branidel Gradus (Fuga in si minore e Canone in do) e la sonata op. 50 n. 3 (Didoneabbandonata).

Ancora nel 1877 Ricordi avvia la pubblicazione di un’ampia raccolta insei volumi, intitolati Scelta sistematica e progressiva delle composizioni per pianofortedi Muzio Clementi, corredata di note, diteggiatura etc. Ne è artefice un altro pianista,

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65 «Giornale della della Società del Quartetto», I, 9, 15 ott. 1864, pp. 68-70.66 Per la politica editoriale di Ricordi cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI, Ricordi, in Dizionario deglieditori musicali italiani, 1750-1930, a c. di B.M.Antolini, ETS, Pisa 2000, pp. 286-313.

Carlo Andreoli, professore al Conservatorio di Milano dal 1871 al 1891, pro-motore di stagioni concertistiche dedicate alla musica strumentale classica incui più volte farà ascoltare sonate di Clementi.67 L’Introduzione (datata gen-naio 1875) dichiara lo scopo didattico dell’edizione, scopo a cui concorrononon solo i primi 4 volumi (con brani dai Preludi ed esercizi e dal Gradus) maanche il quinto e il sesto contenenti dodici sonate: op. 12 n. 1 e 4; op. 23 n. 1e 2; op. 8 n. 2 e 3; op. 13 n. 6; op. 25 n. 4; op. 26; op. 46; op. 50 n. 1 e 2.68 Laraccolta di Andreoli fa parte della Biblioteca del pianista, collana di edizioni aprezzi popolari inaugurata da Ricordi nel 1873 nel nome di J.S. Bach. La sceltadi sonate curata da Andreoli viene ripetutamente ristampata da Ricordi:intorno al 1890 con n.ed. 54255-256, e di nuovo nel 1916 in un’edizione fran-cese, «revue e doigtée par Charles Andreoli», con n.ed. 115849 e 115850, nellacollana Edition populaire Ricordi. Oeuvres classiques pour piano.

Se negli anni ‘60 e ‘70 dell’Ottocento la musica di Clementi viene vistain Italia come quella di un classico italiano, degno di affiancare i classici del pia-noforte da Bach a Beethoven a Schumann, nell’atmosfera accesamente nazio-nalista del primo Novecento Clementi diventa uno degli ultimi esponenti dellagrande tradizione musicale italiana che parte da Palestrina. Così la sua musica,nella scelta di Giulio Cesare Paribeni,69 entra a far parte nel 1919 della collanaI classici della musica italiana, pubblicata dall’editore Notari di Milano: una rac-colta di 36 volumi quasi tutti dedicati a un solo autore (da Palestrina a

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67 Andreoli eseguì l’op. 40 n. 3 nel concerto di inaugurazione delle stagioni del Concerti popo-lari, il 14 gen. 1877, e di nuovo il 18 dic. 1881; il Finale dell’op. 50 n. 3 il 19 gen. 1879; il Finaledi una sonata in re maggiore il 22 feb. 1880; e una sonata non identificata il 9 gen. 1887. Sullavita concertistica milanese di quegli anni cfr. Milano musicale 1861-1897, a c. di Bianca MariaAntolini, LIM, Lucca 1999 (Quaderni del Corso di musicologia del Conservatorio di Milano, 5),e in particolare FRANCESCA BASCIALLI, L’attività concertistica, pp. 81-146; PAOLA CARLOMAGNO, Leistituzioni concertistiche milanesi e la ricezione del repertorio strumentale, pp. 147-168.68 La recensione di Filippi al primo volume della Scelta sistematica, apparsa sulla «Perseveranza»,è riprodotta sulla «Gazzetta musicale di Milano», 1877, pp. 421-422.69 Muzio Clementi, Sonate per pianoforte, a c. di Giulio Cesare Paribeni, Notari, Milano 1919(I Classici della Musica Italiana, 8). Contiene: due sonate in realtà di Domenico Scarlatti, pubbli-cate però come sonate di Clementi «in the style of Scarlatti» nel quinto volume delle Oeuvrescomplettes; Due tempi della Sonata op. 5 [= II e III movimento dell’op. 5 n. 3, senza la parte del vio-lino]; Maestoso della Sonata op. 7 n. 2 [= II movimento, Mesto, dall’op. 7 n. 1]; Toccata op. 11; Duetempi dalla Sonata op. 24 n. 1 [= I e II movimento dell’op. 23 n. 2]; i Valzer op. 38 n. 1 e 2 [= op.38 n. 4 e op. 39 n. 2]; le monferrine op. 44 [= op. 49 n. 3, 5 e 6]; Tempo di sonata in sol magg. [=II movimento dell’op. 25 n. 6]; la Sonata op. 26 n. 2 [= op. 25 n. 5]; il Capriccio in forma di sonata(si min.) op. 47 [= op. 47 n. 2,Adagio sostenuto e Allegro con espressione e passione]; la Sonataop. 40 n. 2. Come si può vedere, una scelta curiosa, forse determinata dall’esigenza di differen-ziarsi dalle altre edizioni in commercio.

Banchieri, da Frescobaldi a Corelli a Durante, da Gesualdo a Carissimi, dagliScarlatti a Marcello, Jommelli, Martini, Paradisi ecc.) a documentare il gloriosopassato della musica italiana.70

Le sonate di Clementi ebbero un posto significativo, nella seconda metàdell’Ottocento, anche in collane di taglio storico, dedicate alla musica pertastiera dal Cinquecento in avanti. Il modello di queste antologie è da indivi-duare in Le trésor des pianistes. Collection des œuvres choisies des Maitres de tous lespays et de toutes les époques depuis le XVIme siècle jusqu’à la moitié du XIXme, accom-pagnées de notes biographiques, de renseignements bibliographiques et historiques, d’ob-servations sur le caractère d’exécution qui convient a chaque auteur, des règles de l’ap-pogiature, d’explications et d’exemples propres à faciliter l’intelligence des divers signesd’agrément etc etc., recueillies et transcrites en notation moderne par Aristide Farrenc avecle concours de Mme Louise Farrenc compositeur et professeur de piano au ConservatoireImpérial de musique, e pubblicate dallo stesso Farrenc in 23 volumi tra il 1861 eil 1872. L’ambito storico affrontato parte dai virginalisti inglesi e arriva aChopin. Come si può notare, un modello per la collana di Ricordi L’arte anti-ca e moderna sopra citata, anche se la scelta degli autori privilegia naturalmentei clavicembalisti francesi e manifesta un più marcato intento documentario,quello di portare alla luce anche musiche di autori poco noti. Clementi è rap-presentato, nel volume 16, da Trois sonates oeuv. 2; Deux sonates oeuv. 7, Trois sona-tes oeuv. 8; Quatre sonates et une Toccate pour le pf, tirées des œuvres 9, 10 et 14,accanto a composizioni di J.-Wilhelm Haessler, e O.A. Lindemann.71 Neglistessi anni, si colloca la serie Les bonnes traditions du pianiste, edita da Flaxlandnel 1863 e poi ristampata da Durand & Schoenewerk, anch’essa contenentemusiche di Clementi.72

Antologie di taglio storico ospitarono infine singole sonate di Clementi:segnalo per esempio Alte Klavier-Musik, a cura di Ferd.August Roitzsch, pub-blicata da Peters e contenente uno o raramente due pezzi ciascuno di J.E. Bach,Kirnberger, C.P.E. Bach, Couperin, Rameau, Scarlatti, Clementi (Toccata),Field, Cherubini,W.F. Bach, Eberlin, Haessler, Cramer.73

La fama di Clementi come didatta del pianoforte è rimasta viva fino ainostri giorni, ed è consegnata a un gruppo di opere di differente scopo e strut-

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70 Cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI, Notari, Umberto, in Dizionario degli editori musicali italiani, 1750-1930, a c. di B.M.Antolini, ETS, Pisa 2000, pp. 245-248.71 ANNA HARRIET HEYER, Historical sets, collected editions, and monuments of music: a guide to theircontent, second edition,American Library Association, Chicago 1969, p. 112.72 Non sono riuscita a identificare con precisione il contenuto di questa raccolta. La recensionedi Filippi cit. alla nota 65 parla di un eccessivo rilievo dato alla musica francese del Settecento, ela definisce «pregevole raccolta ma ordinata con poco criterio e con nessun metodo».73 HEYER, Historical sets, p. 276.

tura che ebbero tutte una notevole fortuna editoriale. Fra le opere elementari,le sei sonatine op. 36 vennero pubblicate da una miriade di editori per tutto ilcorso dell’Ottocento. Ugualmente destinata a pianisti principianti èl’Introduction to the art of playing on the pianoforte, pubblicata per la prima volta aLondra nel 1801. Nel 1811 Clementi aggiunse alla quinta edizione del meto-do una Appendix di preludi ed esercizi. Le numerose edizioni dell’Introductionsubirono modifiche anche rilevanti da parte dell’autore: rimando per questoalla bibliografia recente.74 Vorrei solo segnalare, per quanto riguarda le sortipostume di questo metodo, che fu l’Appendix ad avere particolare fortuna edi-toriale in tutti i paesi europei e fino alla fine dell’Ottocento e oltre, pubblicataseparatamente con il titolo Préludes et exercises doigtés.

Rivolta invece a pianisti di maggiori capacità è l’ampia raccolta Gradusad Parnassum, cento studi «in the strict and in the free styles», op. 44.Venne pub-blicato dallo stesso Clementi, come è noto, presso la sua casa editrice (e simul-taneamente a Lipsia presso Breitkopf & Härtel, e a Parigi presso Erard) in treparti, rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Nel corso del XIX secolo trovia-mo sia ristampe complete, sia scelte di studi, per cui dagli originari 100 si passaa raccolte di 50, 34, 29, 23 ecc.

L’edizione completa venne ripubblicata in Francia da Richault, cheaveva acquistato la proprietà dell’opera dagli eredi di Clementi e che la difen-derà vittoriosamente nella causa contro la veuve Launer nel 1842.75 In Italia,già a partire dal primo Ottocento sono frequenti le ristampe del Gradus: allaprecoce edizione di Ricordi (i tre libri rispettivamente nel 1819, 1821 e 1827)fecero seguito l’edizione di Lucca (1836), una o forse due edizioni romanenegli anni ’40,76 l’edizione di Clausetti nel 1857-58,77 quella torinese di

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74 Sulle varie edizioni di Introduction e Appendix cfr. oltre a TYSON, Thematic catalogue, pp. 84-86,anche l’introduzione di Sandra P. Rosenblum all’ed. in facsimile: MUZIO CLEMENTI, Introductionto the art of playing on the piano forte, containing the elements of music, preliminary notions on fingering,and fifty fingered lessons, new introduction by Sandra P. Rosenblum, Da Capo Press, New York1974; e MASSIMILIANO SALA, Muzio Clementi fra teoria e prassi: Introduction e Appendix, in MuzioClementi. Studies and prospects, ed. by Roberto Illiano, Luca Sala and Massimiliano Sala, UtOrpheus, Bologna 2002, pp. 283-299.75 ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français. Volume II: De1820 à 1914, Minkoff, Genève 1988, p. 368.76 Il Gradus fu stampato da Pittarelli & Santinelli intorno al 1844.A pochi anni dopo dovrebberisalire un’edizione promossa dal marchese Giovanni Longhi presso la Litografia Tiberina, di cuinon conosco esemplari. Cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI - ANNALISA BINI, Editori e librai musicali aRoma nella prima metà dell’Ottocento,Torre d’Orfeo, Roma 1988, pp. 46-47, 83, 88, 203.77 Cfr. ROSA CAFIERO, Le edizioni musicali Clausetti: 1847-1864, «Fonti musicali italiane», 5, 2000,pp. 97-248: 183.

Giudici & Strada nel 1863. In Germania l’editore Holle completa la sua edi-zione della musica di Clementi con il Gradus nel gennaio 1860, a cura diFriedrich Chrysander;78 compare poi un’edizione di Schott79 e tra la fine deglianni ’60 e l’inizio del decennio successivo appaiono edizioni complete pressoLitolff, Peters, Siegel.80

Intanto, proprio negli anni Sessanta cominciano a comparire le scelte distudi dal Gradus, legate spesso all’attività didattica di pianisti celebri soprattuttocome insegnanti: a Londra viene pubblicata nel 1860 una scelta di studi(Clementi golden pianoforte exercises) curata da W.H. Callcott e nel 1868 un’altraraccolta curata da W. Macfarren, professore alla Royal Academy di Londra;81 inGermania didatti come Köhler e Lebert (che più meno nello stesso periodoproducono edizioni di sonate di Clementi) pubblicano scelte di studi dalGradus che avranno grande diffusione, accanto alla raccolta realizzata da CarlTausig – allievo di Liszt e uno dei più grandi virtuosi dell’epoca. Köhler curaquindi una scelta di 24 studi presso Schuberth,82 e una più ampia di 50 pressoBreitkopf & Härtel, entrambe più volte ristampate;83 Lebert, per l’editoreEbner di Stoccarda, produce dapprima una scelta di 24 studi84 poi, negli anni’70, una scelta di 36 che arriverà in poco tempo alla settima edizione.85 Tausig,per la scuola superiore di pianoforte da lui fondata a Berlino nel 1865,86 pub-blica una fortunata scelta di 29 studi dal Gradus presso Trautwein. Nell’ultimoquindicennio dell’Ottocento compaiono ulteriori scelte, opera di pianisti comeKullak (26 studi, Peters), Germer (32, Hansen), Riemann (33, Steingräber),Bischoff (50, Schlesinger), Klindworth (52, Schott),87 infine in Francia IsidorePhilipp (36, Costallat).88

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78 Monatsberichte, gen. 1860.79 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151.80 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98.81 Cfr. The catalogue of printed music in the British Library to 1980, K.G. Saur, London 1982,vol. 12, p. 282,82 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151; 1880-85, p. 113.83 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98; 1874-79, p. 9684 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151;85 Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96; 1880-85, p. 113; 1886-91, p. 124 (7. wohlfeile Aufl.).Gli studi selezionati sono i seguenti: 16, 17, 1, 9, 19, 12, 2, 3, 24, 20, 34, 35, 31, 30, 50, 11, 28, 47,7, 44, 5, 6, 78, 46, 22, 29, 96, 21, 32, 15, 36, 27, 48, 71, 99.86 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151. Su Tausig, morto giovanissimo nel 1871, cfr. HANS

VON BÜLOW, Karl Tausig, «Signale für die musikalische Welt», XXIX, Nr. 35, 22.Aug. 1871, rist. inHANS VON BÜLOW, Briefe und Schriften, hrsg. von Marie von Bülow, 7 voll., Breitkopf & Härtel,Leipzig 1895-1908, vol. III, 1896, pp. 308-323: 318.87 Hofmeister-Handbuch, 1886-91, pp. 124-125; 1892-97, p. 142.88 Il «Musical Times», n. 604, vol. 34, 1 giu. 1893, p. 362, recensisce Gradus ad Parnassum, Résumé,

Il caso italiano merita un cenno a parte, sostanzialmente per due moti-vi: da una parte è strettamente legato alla definizione, tra Otto e Novecento, deiprogrammi di studio dei Conservatori; in secondo luogo, intorno a Clementisi coagulano una serie di discussioni relative a diversi modi di intendere la tec-nica del pianoforte.Tra Otto e Novecento, compaiono in Italia svariate edizio-ni complete: nel 1888 l’edizione di Francesco Simonetti presso Ricordi (n. ed.52792-52803); nel 1897 quella di Beniamino Cesi presso il medesimo editore,come parte del Metodo per lo studio del pianoforte (n. 100524-26);89 mentre duefamosi pianisti italiani, Giuseppe Buonamici e Bruno Mugellini, pubblicanoentrambi una propria edizione completa, ma presso editori stranieri, rispettiva-mente Augener e Schott per Buonamici, e Breitkopf & Härtel per Mugellini.90

Ancora più numerose le scelte di studi. Da una parte, gli editori italianipubblicano le edizioni di Tausig (Lucca, 1881,91 poi Ricordi) e Köhler (Ricor-di, 50 studi, 1898),92 ma anche scelte di noti didatti italiani come Andreoli

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choix de 36 études par I. Philipp (Edition populaire française).89 Sul Metodo di Cesi cfr. CARLA DI LENA, Alcuni aspetti della didattica pianistica di Beniamino Cesi,in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale.Atti del convegno, Morcone, 19-21 aprile 1990, a c. diRosa Cafiero e Marina Marino, 2 voll., Jason, Reggio Calabria 1999, pp. 247-282. Grande soste-nitore del Metodo di Cesi è Pietro Boccaccini, che nel suo L’arte di suonare il pianoforte, Casa edi-trice Musica, Roma 1913 dedica il capitolo XIII a «Clementi e Cesi» (pp. 389-419), e in parti-colare sostiene la necessità di studiare integralmente il Gradus, contestando in dettaglio la sceltaoperata da Tausig.90 L’ed. Augener è datata 1899 in The catalogue of printed music, vol. 12, p. 282; Hofmeister-Handbuch, 1904-08, p. 127 (Mugellini); Hofmeister-Handbuch, 1909-13 (Buonamici, ed.Schott), p. 121. Il Gradus nella revisione di Mugellini fu stampato anche da Carisch di Milanocon n.ed. 2818-2820. Sia Buonamici sia Mugellini avevano studiato in Germania.91 Gradus ad Parnassum di M. Clementi. Studi scelti riveduti diteggiati ed arricchiti di annotazioni tecni-che per la giusta esecuzione dei medesimi da Carlo Tausig. Con una prefazione di C.F. Weitzmann.Adot-tati nella R. Scuola di Monaco nell’Imperiale Conservatorio di Pietroburgo e nella Scuola classica delPianoforte di Berlino. 14a edizione corretta ed aumentata d’una nuova digitazione per l’esecuzio-ne delle Scale in Tono Maggiore e Minore, Milano, Lucca, n.ed. 36101. Nella prefazioneWeitzmann afferma: «alcuni studiosi indietreggiarono dinanzi al grande numero degli esercizidella detta opera, i quali non solamente contenevano strani passaggi e maniere diverse d’esecu-zione, ma anche composizioni che non s’addirebbero più al gusto moderno. L’autore della pre-sente edizione ha perciò scelto quegli studi del Parnaso più conformi allo scopo e più indispen-sabili, e che nello stesso tempo sono destinati a vincere le più svariate difficoltà, avendoli pro-gressivamente ordinati e corredati secondo il bisogno dei nostri tempi. Egli ha cangiato peròl’originale digitazione di questi studi solo in quei punti ove occorreva uniformarsi ai progressimoderni […]»92 Gradus ad Parnassum di Muzio Clementi. 50 studi per pianoforte scelti, ordinati e diteggiati da L.Köhler, n.ed. 101960 (Biblioteca del pianista-Formato in 8°). Gli studi sono i seguenti: 1-7, 9,11,12, 15-17, 19-24, 27-32, 34-37, 44, 46-48, 50, 59, 64-66, 68, 71, 76-79, 86, 87, 92, 93, 95, 98.

(1878, Ricordi),93 Buonamici (50 studi, presso Venturini di Firenze nel 1894;poi 34 studi, presso lo stesso editore e presso Augener, nel 1899),94 Frugatta (34studi, Ricordi, 1898),95 Sgambati (40 studi nel 1916; 23, con Boghen, nel 1932,entrambe presso Ricordi).

Spesso troviamo menzionate sul frontespizio (come nelle analoghe edi-zioni straniere sopra citate) le istituzioni (accademie, conservatori, istituti musi-cali) che adottano gli studi di Clementi nei propri programmi di studio: giàl’edizione milanese di Lucca del 1871 definiva i 25 studi «Adottati dalla RegiaAccademia di S.ta Cecilia in Roma»;96 i 50 studi scelti da Buonamici nel 1894sono destinati all’Istituto musicale di Firenze. La scelta dello stesso Buonamicie quella di Frugatta del 1899 fanno invece riferimento ai programmi deiConservatori appena unificati dal Ministero della Pubblica Istruzione.97

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93 La scelta dal Gradus costituisce i vol. II-IV, n. ed. 45232-4, della Scelta sistematica e progressivadelle opere di Clementi curata da Andreoli. Nella prefazione l’editore dichiara di aver seguito leinnovazioni nella diteggiatura di Tausig. «Nei primi due libri ha creduto utile alternare gli studiche hanno uno scopo puramente meccanico con altri di stile legato, espressivo e polifono; comepure ha introdotto nel III libro alcune speciali esercitazioni per la mano sinistra, le due sole coseche ci hanno sembrato mancare in quella eccellente fatta dal compianto Tausig».94 Per le classi di Pianoforte. R. Istituto musicale di Firenze. 50 studi estratti dal Gradus ad Parnassumda far seguito agli studi di Cramer editi da Hans von Bülow. Progressivamente ordinati e provvedutidi nuove diteggiature annotazioni e di segni per la esecuzione dei medesimi da GiuseppeBuonamici, Firenze, Genesio Venturini, n.ed. 5788-5790 [1894]; 34 studi per pianoforte dalGradus…ivi, n.ed. 6873-75 [c. 1899] (Opere classiche rivedute e diteggiate da GiuseppeBuonamici). Gli studi sono scelti in base ai programmi ministeriali.95 Gradus ad Parnassum […]. 34 studi per pianoforte scelti ed ordinati secondo i programmi uni-formi di Licenza e Magistero stabiliti dal Ministero della I.P. per gli Istituti Musicali del Regno(Frugatta), Milano, Ricordi, n.ed. 102760 [1899], (Biblioteca del pianista-Formato in 4°).Contiene i seguenti studi in quest’ordine: 1, 3, 5, 7, 9, 12, 15, 16-17 (calcolati come un solonumero quindi da eseguire di seguito), 21, 22, 24, 27, 28, 31, 32, 34, 35, 36, 44, 47 e 50 (calco-lati come un solo numero quindi da eseguire di seguito), 48, 65, 66, 78, 83-84 (calcolati comeun solo numero quindi da eseguire di seguito), 86, 87, 88 e 95 (calcolati come un solo numeroquindi da eseguire di seguito), 96, 99.96 25 studi estratti dal Gradus ad Parnassum ….Adottati dalla Regia Accademia di S.ta Cecilia in Roma,Milano, Lucca, n.ed. 20487. Questa edizione utilizza però le lastre dell’edizione pubblicata dallostesso Lucca nel 1836. L’Accademia di Santa Cecilia aveva aperto nel 1870 un Liceo musicalecon due sole classi (pianoforte e violino).97 Vedi R. Decreto n. 108 che stabilisce programmi uniformi per gli esami di licenza di magistero neidiversi rami dell’insegnamento musicale, estratto dal «Bollettino ufficiale», 13 apr. 1899, Cecchini,Roma 1899, pp. 4-5. Gli studi di Clementi sono fissati con precisione, e sono quelli elencati allanota 95 Sull’insegnamento nei conservatori fra Otto e Novecento vedi MARINA VACCARINI,Modelli culturali e contenuti dell’istruzione musicale, in Milano e il suo Conservatorio, 1808-2002, a c.di Guido Salvetti, Skira, Milano 2003, pp. 125-201.

L’edizione del Gradus in versione integrale viene in genere motivata conla convinzione «dell’utilità di far apprendere agli allievi l’intera opera delClementi», unita alla possibilità, per gli insegnanti che non ritengono di dover-lo fare studiare tutto, di «fare una scelta diversa a seconda del bisogno d’ognisingolo scolaro» (Mugellini).Viceversa, gli autori delle scelte partono dall’ideache essendo disponibili tante nuove raccolte di studi più adatte alla musicamoderna, è opportuno selezionare tra i cento esercizi di Clementi quelli chepossono ancora essere utili. Per fare un solo esempio, Sgambati scrive nella pre-fazione all’edizione del 1916:

[…] la cresciuta suppellettile di interessanti lavori e di belle composizioni fasì che lo studio dell’opera intiera non si mostri più necessario ed opportunocome una volta. Hanno in quest’opera un incontestabile valore artistico le fugheed i canoni (questi specialmente di bell’artificio) ed anche certi studi che chia-merei di carattere; ma è pur forza riconoscere che in tali generi di composizio-ne ci sono altri lavori, di antichi e moderni, maggior vaghezza di ispirazione edelevatezza di stile, nei quali sembra miglior consiglio d’impiegare le forze e iltempo, troppo preziosi, dei giovani artisti.98

Inoltre, l’esigenza di sempre nuove scelte di studi da proporre agli allie-vi deriva – oltre che da considerazioni commerciali – dal voler adottare nuovisistemi di diteggiatura, e diversi percorsi didattici nella successione degli eser-cizi.

Ciò che appare singolarmente interessante è che tutte le scuole pianisti-che italiane – anche quando si basano su principi tecnici molto differenti – sirichiamano al magistero e all’insegnamento di Clementi. Così, Beniamino Cesie Bruno Mugellini, esponenti di due opposte tendenze nella tecnica pianisti-ca,99 pubblicano entrambi una edizione completa del Gradus ad Parnassum; e

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98 Gradus ad Parnassum […]. 40 esercizi scelti e riveduti ad uso delle classi di pianoforte della R.Accademia di S. Cecilia di Roma da Giovanni Sgambati con aggiunte e avvertenze sull’interpre-tazione e sull’esecuzione, Milano, Ricordi, n.ed. 116785, copyr. 1916 (Biblioteca del pianista).L’edizione, dedicata «Al prof. Giuseppe Ferrata», contiene (in diverso ordine) i seguenti studi: 1-3, 5, 7, 9, 12, 15-17, 20-22, 24, 26-28, 31, 32, 34-36, 44, 47, 48, 50, 65, 66, 71, 72, 76, 78, 86-88,95, 96, 99, 100. Sgambati mantiene naturalmente i 34 del programma ministeriale e ne aggiun-ge sei.99 Cfr. il par. dedicato alla formazione dei pianisti nel primo Novecento da GIORGIO SANGUI-NETTI, La formazione dei musicisti italiani (1900-1950), in La cultura dei musicisti italiani nelNovecento, a c. di Guido Salvetti e Maria Grazia Sità, Guerini e Associati, Milano 2003, pp. 15-54(Musica nel ‘900 italiano, 2).

molti pianisti, in aree e scuole diverse, tentano di costruirsi una vera e propriadiscendenza da Clementi. Infatti Florimo cita nella sua Scuola musicale di NapoliFrancesco Lanza come «il primo che introdusse a Napoli quella classica scuoladi Muzio Clementi che, progredendo da quel tempo sin oggi, ha dato i più feli-ci risultamenti»,100 facendo così discendere da Clementi tutti i pianisti napole-tani della fine dell’Ottocento; e Sgambati sostiene che

[…] particolarmente a Roma è ancor viva una tradizione della scuola delClementi la quale (pur non menando buoni i pregiudizi di taluni troppo rigi-damente legati ai ricordi d’altri tempi) non deve essere dimenticata, tanto inrapporto alla giudiziosa diteggiatura e posizione della mano, quanto per l’inter-pretazione appropriata della frase e per la fedele traduzione dei segni d’abbelli-mento […].101

Per quanto poco documentata possa essere questa genealogia, è tuttaviasintomatica della necessità di crearsi una discendenza tutta italiana.

Lungi dall’essere un compositore che cadde in un immediato oblio dopola sua morte, come da molte parti è stato scritto, Clementi rimase ben presen-te sulla scena musicale per tutto l’Ottocento e oltre. Certo, allo stato attualedelle ricerche, furono poche le esecuzioni in concerto di sue musiche, e ingenere limitate a poche sonate come l’op. 40 n. 2, e l’op. 50 n. 3.102 Ma la pre-senza di edizioni continuamente ristampate sia delle sonate sia delle operedidattiche mantenne viva la pratica della sua musica, affiancandola a quella deigrandi autori classici del XIX secolo.

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100 La citazione è tratta da FRANCESCO ESPOSITO, Aggiornamento e continuità nel pianismo napoleta-no dell’Ottocento: Francesco Lanza (1783-1861), in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale. Atti delconvegno, Morcone, 19-21 aprile 1990, a c. di Rosa Cafiero e Marina Marino, 2 voll., Jason,Reggio Calabria 1999, pp. 215-245: 215, che tratta ampiamente la questione dei possibili rap-porti tra Lanza e Clementi.101 Prefazione all’edizione del 1916 cit. alla nota 98. Secondo Sgambati il tramite romano del-l’insegnamento di Clementi era stato Giuseppe Sirletti (1775-1834). La fonte dichiarata daSgambati per questa informazione è Marietta Capalti Ricci, pianista dilettante romana dello stes-so periodo.102 Clara Schumann aveva in repertorio la Sonata in si minore op. 40 n. 2; in Inghilterra, dovel’uso del ‘concerto storico’ era diffuso, la sonata in si minore e la Didone furono proposte daMoscheles, Arabella Goddard, Brinley Richards, Sterndale Bennett già negli anni ’40 e ’50. Mala ricerca in questo campo è ancora tutta da fare.

ABBREVIAZIONI

Hofmeister-Handbuch, 1852-59 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder allgemeinsystematisch geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzendenLändern erschienenen Musikalien, bearbeitet und herausgegeben von AdolphHofmeister, Fünfter Band oder Zweiter Ergänzungsband. Die von Anfang1852 bis Ende 1859 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischenWerke enthaltend, Friederich Hofmeister, Leipzig 1860;

Hofmeister-Handbuch, 1860-67 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder allgemeinsystematisch geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzendenLändern erschienenen Musikalien, bearbeitet und herausgegeben von AdolphHofmeister, Sechster Band oder Dritter Ergänzungsband. Die von Anfang1860 bis Ende 1867 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischenWerke enthaltend, Friederich Hofmeister, Leipzig 1868;

Hofmeister-Handbuch, 1868-73 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnissder im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,Siebenter Band oder Vierter Ergänzungsband. Die von Anfang 1868 bis Ende1873 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.Friederich Hofmeister, Leipzig 1876;

Hofmeister-Handbuch, 1874-79 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnissder im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,Achter Band oder Fünfter Ergänzungsband. Die von Anfang 1874 bis Ende1879 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.Friederich Hofmeister, Leipzig 1881;

Hofmeister-Handbuch, 1880-85 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnissder im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,Neunter Band oder Sechster Ergänzungsband. Die von Anfang 1880 bis Ende1885 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.Friederich Hofmeister, Leipzig 1887;

Hofmeister-Handbuch, 1886-91 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnissder im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienen Musikalien,Zehnter Band oder Siebenter Ergänzungsband. Die von Anfang 1886 bisEnde 1891 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke ent-haltend. Friederich Hofmeister, Leipzig 1893;

LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 45

Hofmeister-Handbuch, 1892-97 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnissder im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der für denVertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien, ElfterBand oder Achter Ergänzungsband. Die von Anfang 1892 bis Ende 1897 neuerschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.Friederich Hofmeister, Leipzig 1900;

Hofmeister-Handbuch, 1898-1903 = Handbuch der musikalischen Literatur, oderVerzeichniss der im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowieder für den Vertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenenMusikalien, Zwölfter Band oder Neunter Ergänzungsband. Die von Anfang1898 bis Ende 1903 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischenWerke enthaltend. Friederich Hofmeister, Leipzig 1906;

Hofmeister-Handbuch, 1904-08 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnisder im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der, für denVertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien,Dreizehnter Band oder Zehnter Ergänzungsband. Die von Anfang 1904 bisEnde 1908 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischen Werke ent-haltend. Friederich Hofmeister, Leipzig s.d.;

Hofmeister-Handbuch, 1909-13 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnisder im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der, für denVertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien,Vierzehnter Band oder Elfter Ergänzungsband.Die von Anfang 1909 bis Ende1913 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischen Werke enthal-tend. Friederich Hofmeister, Leipzig s.d.

46 BIANCA MARIA ANTOLINI

APPENDICE

La tabella elenca le edizioni di composizioni di Clementi fino all’op. 39 pubbli-cate da alcuni editori inglesi, francesi, austriaci e tedeschi tra il 1771 e il 1800. Oltre arendere in parte conto della diffusione editoriale dell’opera di Clementi, la tabella halo scopo di mettere in evidenza lo scarto temporale nella pubblicazione delle diverseopere, e di offrire le concordanze dei numeri d’opera, spesso differenti da un editoreall’altro. Gli editori presi in considerazione sono quelli che – in quegli anni – pubbli-carono con regolarità opere di Clementi. Si sono registrate nella tabella solo le raccolte,escludendo le edizioni di singole composizioni tratte dalle raccolte stesse. La tabella èstata compilata, per quanto riguarda le prime edizioni (e per posteriori edizioni londi-nesi autentiche) grazie ad ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi,Schneider,Tutzing 1967, di cui si è adottata la numerazione. Le edizioni francesi, au-striache e tedesche sono state individuate attraverso il Répertoire international des sourcesmusicales (RISM), serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Band 2, Bärenreiter, Kassel 1972, pp.152-172; Band 11, Addenda et corrigenda A-F, ivi, 1986, pp. 288-297; e attraverso i cata-loghi editoriali pubblicati in CARI JOHANSSON, French music publishers catalogues of thesecond half of the eighteenth century, 2 voll., Kungl. Musikaliska Akademien, Stockholm1955 e in ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français.Volume I: Des origines à environ 1820, Genève, Minkoff, 1979.

Per la datazione si è fatto riferimento, per le edizioni inglesi, alla data di depo-sito a Stationers Hall, indicata in TYSON, Thematic catalogue (con eccezione delle op. 2,3, 4, 11 in cui la data è quella dell’avviso su giornali londinesi); per le edizioni france-si, austriache e tedesche si è indicata la data dell’avviso di pubblicazione, ricavata attra-verso i seguenti studi: ALEXANDER WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Artaria &Comp.,Vienna, 1952 (Beiträge zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2,Folge 2; 2 ed. ampliata 2/1978b); WOLFGANG MATTHÄUS, Johann André Musikverlag zuOffenbach am Main: Verlagsgeschichte und Bibliographie 1772-1800, Schneider, Tutzing1973; ANIK DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale dans la presse parisienne au XVIIIe siècle.Catalogue des annonces, CNRS, Paris 2005. In mancanza di tali elementi di datazione, siè indicata una data probabile tra parentesi quadre, tratta per le edizioni inglesi daTYSON, Thematic catalogue, e per Sieber da ANIK DEVRIÈS, Les éditions musicales Sieber,«Revue de Musicologie», LX, 1969, pp. 20-46.

Nella prima colonna viene indicata l’edizione inglese, in genere la prima. Siriporta il nome dell’editore e la data. La sigla L & B indica la casa ed. Longman &Broderip. Nelle altre colonne l’edizione viene identificata dal numero editoriale, cuisegue il numero d’op., e la data dell’avviso di pubblicazione. Per segnalare la prima edi-zione, si è posto in neretto il numero d’opera.

Per una discussione dei problemi legati alla diffusione editoriale delle opere diClementi durante la vita del suo autore, si rimanda alle pp. 21-25 del saggio.

LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 47

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