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a cura di Arianna Grava | Olivia Spatola BEWARE Nicola Evangelisti Area35 Art Gallery via Vigevano 35, Milano

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a cura diArianna Grava | Olivia Spatola

BEWARENicola Evangelisti

Area35 Art Gallery via Vigevano 35, Milano

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BEWARENicola Evangelisti

AREA35 Art GalleryMilano, via Vigevano 352 dicembre - 28 gennaio 2016

Mostra a cura di / Exhibition curated byArianna Grava e Olivia Spatola

Testi / TextsPaolo Bolpagni, Olivia Spatola, Arianna Grava, Alberto Gross

Traduzioni / TranslationsMatteo Ceschi, Alejandro Restrepo, Cosimo Bellanova

Fotografie / PhotosGabriele Corni (pp. 21, 22, 23, 24, 25, 27, 33, 45, 46, 47)Barbara deRomedis (pp. 29, 31, 36, 37, 56, 57, 59)Luca Nicolini (pp. 62, 63)Nicola Evangelisti (pp. 43, 55)

Ufficio stampa / Press officech2 progettazione e comunicazione eventi culturaliMilano/BolognaChiara Chiapparoli, Veronica Iurichwww.ch2.it

Ringraziamenti / ThanksRita Grecchi, Mauro Melotti, Ronald Lewis Facchinetti,Veronica Veronesi, Donatella Schilirò, Giampaolo Paci

Editore / Publisher

Traversa dei Ceramisti, 817012 Albissola Marina (SV)Tel. +39 019 4500659Fax +39 019 [email protected]

ISBN 978-88-6057-309-4

Graphic & LayoutElena Borneto

Copertina / CoverNicola Evangelisti e Ronald Facchinetti, Peace bullet mandala, 2015

Copyright© Nicola Evangelisti© Vanillaedizioni© per i testi, gli autori

Volume finito di stampare nel mese di novembre 2015 a cura di Vanillaedizioni. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

INDICE / INDEX

5 BEWARE Nicola Evangelisti testo di / text by Arianna Grava

7 Dalla fisica alla politica: il percorso artistico di Nicola Evangelisti nel mondo d’oggi testo di / text by Paolo Bolpagni

15 BEWARE testo di / text by Olivia Spatola

20 OPERE / ARTWORKS

41 Testo di / text by Alberto Gross

65 NOTE BIOGRAFICHE / BIOGRAPHY

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La società contemporanea vede una crescente interconnessione di persone e luoghi risultante dagli avanzamenti nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dalla sempre minore importanza delle barriere e delle fron-tiere nelle relazioni economiche internazionali. La mondializzazione degli stili, degli schemi e dei modelli economici che portano alla convergenza politica, culturale ed economica tra Paesi, ha contribuito a offrire un forte livello di sovvertimento nell’individuo data in parte dalla crescita di insicurezza.I sociologi affermano che nelle società contemporanee, la produzione di ricchezza va di pari passo con la produ-zione dei rischi. In altre parole, alla nozione di “pericolo proveniente dall’esterno”, da cui difendersi, va sostituita quella di rischio e minaccia come esito dello stesso manifestarsi della modernità, della libertà e della ricchezza.Nicola Evangelisti, grande osservatore della realtà, ha voluto avviare, con la mostra personale BEWARE ospitata da Area35 Art Gallery a Milano, una riflessione sul rapporto tra senso di insicurezza, minaccia ed instabilità di equilibri dove, il suo modo unico di fare arte, che preserva in parte la logica del fisico-matematico con le sue prospettive date dalle sculture di luce, installazioni e ologrammi, conduce lo spettatore a riflettere su uno degli argomenti più attuali del mondo di oggi e assorbire maggiore consapevolezza riguardo alla destabilizzazione sociale.

BEWARENicola Evangelisti

di Arianna Grava

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Contemporary society sees a growing interconnection between people and places resulting from advances in in-formation and communication technologies, and ever lessening barriers in the international economic relations. The globalization of style, and economic models that converge politics, culture, and economy between countries has contributed to offering a strong level of destabilization of the individual, given in part, to growing insecurity.Sociologists confirm that in contemporary society, the creation of wealth goes hand in hand with the creation of risk.In other words, the idea of “danger originating from the exterior”, from which one must defend themselves, is re-placed with the risk and threat resulting from the manifestation of modernity, liberty, and wealth.With the solo show BEWARE (Area 35 Gallery, Milano) Nicola Evangelista, as a great observer of reality, would like to begin a reflection upon the rapport between the sense of insecurity, threat, and instability where his unique form of creating art, which retains the principles of physics and math, with the his perspective expressed in light sculptures, installations, and holograms, causes the viewer to reflect upon one of the arguments most relevant in todays world and to absorb greater knowledge about social destabilization.

BEWARENicola Evangelisti

by Arianna Grava

Dalla fisica alla politica: il percorso artistico di Nicola Evangelisti nel mondo d’oggi

di Paolo Bolpagni

Come Nicola Evangelisti ama ricordare nei suoi testi teorici, facendo proprio il pensiero del sociologo bel-ga-canadese Derrick de Kerckhove, l’umanità sarebbe entrata nell’ultima fase dell’era elettrica, contraddistinta dal dominio della tecnologia e dell’intelligenza connes-sa. Paradigmi peculiari della nostra epoca sono così individuati nel web (sorta di tessuto di giunzione che collega le menti individuali in un sistema nervoso so-vrapersonale, tramutando il soggettivo in oggettivo) e nelle indagini e scoperte della scienza, in particolare dell’astrofisica e della biologia molecolare.L’arte di Evangelisti ha preso spunto da questi asserti basilari, in una consequenzialità perfettamente logica e diretta. Dalla teoria einsteiniana della relatività, con le sue molteplici implicazioni e ripercussioni, alla metrica di Schwarzschild; dalla meccanica dei quanti allo stu-dio degli elementi minimi e costitutivi della materia; dal-le nano e biotecnologie alla geometria frattale, fino alla tesi cosmologica dei multiversi, ovvero “universi paral-leli” collegati da cunicoli spazio-temporali, la sua ricerca si è misurata con i concetti e le costruzioni più com-plesse del progresso scientifico, nella certezza che in esse fosse possibile trovare un terreno di coltura ideale per dar corso all’atavica e perenne riflessione dell’uo-mo intorno alle cose ultime. E non certo con lo scopo di ottenere o rinvenire risposte, dal momento che il sapere razionale non offre una lettura definitiva dei fenomeni, bensì formula una serie di modelli continuamente rivisi-tati e aggiornati. Anzi, è proprio nella provvisorietà delle

soluzioni, nel contraddittorio conflitto delle teorie aventi per oggetto i massimi sistemi (ognuna, peraltro, avalla-ta da un’apparentemente inconfutabile dimostrazione matematica) che risiedono, per Evangelisti, l’interesse e l’umanissimo fascino delle dottrine scientifiche, che mostrano in tal modo la loro autentica natura di ardite creazioni dell’ingegno, piuttosto che di verità imperso-nali e assolute, suscettibili soltanto d’essere svelate: insomma, invenzioni e non scoperte.Di qui deriva l’individuazione di un possibile rapporto con le ragioni dell’arte, quale è stato perseguito dall’au-tore nelle sue installazioni, nei video, negli ologrammi, nei light-box, nelle cosiddette “sculture digitali” ottenu-te tramite le prime tecniche di stampa tridimensionale (rapid prototyping). Dal carattere per così dire “relativi-stico” e fenomenologico ch’egli attribuisce alla scienza deriva, infatti, la sua capacità di fornire suggestioni per l’elaborazione di un discorso estetico. Sia perché l’arte – intesa da Evangelisti come “virus che destabilizza i luoghi comuni” e “comunicazione di domande” – rie-sce talvolta, grazie alla sua intuitività visionaria e carica conoscitiva, a escogitare soluzioni unitarie e imprevedi-bilmente anticipatrici di questioni afferenti alla biologia o alla fisica (pensiamo a Giacomo Balla che prefigura il genoma o a Lucio Fontana che fora il supporto delle tele per cambiare la topografia dello spazio-tempo); sia, all’inverso, per il consistente fattore inventivo necessa-rio allo scienziato per procedere nella ricerca senza dar mai nulla per assodato e stabilmente raggiunto, che lo

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accomuna all’analogo impulso che spinge l’artista-cre-atore a ripensare di continuo la grammatica stessa del proprio esprimersi.Evangelisti afferma di essersi limitato a captare e tra-smettere le emozioni e gli spunti che l’indagine scien-tifica, con le sue compromissioni etiche, filosofiche e sociologiche, suscita in lui; ma, di fatto, le sue opere – soprattutto quelle del primo decennio del XXI secolo – costituiscono visualizzazioni ed estrinsecazioni di leggi e principi formalizzabili in termini matematici, che spesso non sono percepibili con i nostri sensi, ma rappresen-tano la struttura intima dell’esistente: ipotesi cosmiche, strutture spaziali ideate quali intrecci di luce configuranti “l’imbastitura” dell’universo, direttive delle linee di forza dei campi gravitazionali, raggrumazioni di materia vita-le primordiale, DNA totali. A ben discernere, la scelta fondamentale di Evangelisti consiste nell’additare agli uomini la meraviglia del reale, rivelandone, però, non le parvenze fenomeniche, ma le componenti prime ed essenziali, ovvero “l’assoluto dei valori plastici”, stando alla sua definizione: insomma le essenze strutturali, i processi meccanici, gli andamenti cosmologici, scan-dagliati e manifestati alla contemplazione incantata dello spettatore tramite il ricorso a gesti concettuali di grande fascino visivo, che si avvalgono di mezzi e ma-teriali tecnologici. Autentiche generatrici di forme, colori e traiettorie, in questi lavori dispiegati nell’adozione di differenti media (ma strettamente apparentati dalla po-etica, nei presupposti e negli esiti), sono l’energia e il movimento, da cui traggono origine complesse intessi-ture di linee e fasci luminosi proiettati in un continuum dinamico di bagliori fantasmagorici ma rigorosamente governati, cui sovrintende pur sempre la meditazione intorno alle relazioni intercorrenti tra gli elementi fonda-mentali del cosmo, ossia lo spazio e la luce. L’uno è da interpretare in senso tanto astronomico quanto menta-le; l’altro allude all’inscindibile rapporto, esplicitato dalla

celebre equazione di Einstein, tra la massa e l’energia, che starebbe all’origine di ogni entità visibile.È una riflessione, quella di Evangelisti, che, a dispetto dei rischi insiti in uno studio apparentemente estraneo alla sofferta concretezza della quotidianità, in realtà non perde mai di mira la natura “accidentale” e contingente del nostro esistere, non si estrania in un’analisi apriori-stica del noumeno, ma ama addentrarsi nei contrasti e nelle asprezze del Dasein, del nostro essere-gettati-nel-mondo. Lo testimonia, per esempio, un’opera emblema-tica come YOU ARE NOT SAFE (2006), che si propone di coniugare alcuni assunti dell’ottica e dell’astrofisica con la considerazione critica di problematiche della più pressante attualità. L’installazione, imperniata su effetti olografici, consiste in una sequenza di movimento di un fotone-proiettile in rapporto a quattro coppie di cristalli posizionate su altrettanti piedistalli in acciaio; dal pri-mo basamento (“YOU”), passando per “ARE”e “NOT”, si conclude con “SAFE” l’illusione dell’attraversamen-to delle otto lastre trasparanti. Allo spettatore, posto di fronte all’ultimo passaggio della particella di energie luminosa, è instillato un sottile senso d’inquietudine e timore (il “proiettile” verrà a colpirmi, dopo aver trapas-sato tutti gli schermi che gli si frapponevano?), che si fa specchio e simbolo dell’insicurezza che permea l’epo-ca contemporanea, indotta dal terrorismo e alimentata dai mass-media.In effetti, YOU ARE NOT SAFE è un’opera-chiave nel percorso di Nicola Evangelisti, che, partendo da tali as-sunti, negli ultimi anni è andato sviluppando un nuovo ciclo di lavori e approfondendo i temi d’analisi socio-politica che prima erano perlopiù impliciti. Anzitutto, ha deciso di aggiungere in un secondo tempo, all’in-stallazione olografica, la scritta del titolo realizzata con bossoli di fucile. Poi, con il progetto Temporary Illusions del 2012, ha analizzato le tensioni e i conflitti della no-stra epoca dal punto di vista della relazione fra reale e

virtuale nelle dinamiche dell’alta finanza, nel contesto della crisi economica.Il più recente approdo della ricerca di Evangelisti prende le mosse sempre da quel senso d’inquietudine che già si era riscontrato in YOU ARE NOT SAFE, ma concentra l’attenzione soprattutto sul ruolo della comunicazione e del web – torniamo, in fondo, al paradigma di Derrick de Kerckhove – nel produrre il terrore tipico dell’attuale “guerra santa”. Le installazioni DEMOCRACY, PEACE, WAR, FREEDOM (realizzate con bossoli), insieme alla scultura olografica TARGET (dove lo spettatore diviene bersaglio di un proiettile evanescente e luminoso attra-verso un mirino di precisione) sono gli elementi portanti di un nuovo progetto artistico, intitolato BEWARE, che nasce sotto l’incombere degli eventi del mondo d’oggi, caratterizzato dall’instabilità degli equilibri internazionali e da un conseguente generale senso d’insicurezza.Il terrorismo e la violenza diffusa, che ammazzano in nome dell’odio, incidono sulle emozioni e sui compor-tamenti quotidiani di ciascuno di noi, influenzando la re-altà in cui viviamo, la nostra esistenza stessa. Le nazioni occidentali, che avevano cercato di “esportare” anche con la forza i concetti di libertà e democrazia (azione in sé paradossale, a ben pensarci), sono ora attaccate, sia dell’esterno sia dall’interno, da individui e organiz-zazioni che mirano a destabilizzare la certezza fallace di un’inviolabilità cui avevamo a torto creduto. Evangelisti, osservando con attenzione la società – come del resto ha sempre fatto, pure nelle sue opere più “scientifiche” – prende atto di tale stato di cose, ed esprime le nostre paure in installazioni costituite da elementi oggettua-li, tangibili, e da componenti immateriali, generate da un’illusione percettiva. Citiamo il caso di HOLY LANCE, dove le armi, i coltelli usati per uccidere le vittime del se-dicente Califfato, si dispongono a delineare l’immagine di un mirino (visivamente sovrapponibile a quella di una croce), evidenziando la natura paradossale e contrad-

dittoria di una violenza perpetrata in nome di Dio. Lame specchianti d’acciaio e forme digitali che riflettono le sembianze di ciò che sta loro intorno contribuiscono a creare uno spazio che è insieme fisico e mentale, nel quale ci perdiamo a meditare.Ha ben notato la curatrice Olivia Spatola che il simbolo stesso del mirino ricorre sotto vari aspetti in questa mo-stra, apparendo anche come luce olografica sospesa davanti a un proiettile che sembra pronto a colpire lo spettatore, possibile bersaglio ignaro di ciò che l’atten-de. Dal che emergono almeno due considerazioni: che l’intrecciarsi fra il reale oggettivo e la presenza virtuale rimane una costante del lavoro di Nicola Evangelisti. E che al centro di esso assume e conserva un ruolo basi-lare l’elemento della luce: anni fa indagato dal punto di vista fisico e filosofico; oggi impiegato soprattutto per un’impietosa analisi delle dinamiche sociali, politiche e dell’evolversi della psicologia collettiva. Ma pur sempre fattore generativo di un’arte che guarda al mondo, e che vuole dire qualcosa sulla realtà, su di noi.

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From physics to politics: Nicola Evangelisti’s artistic journey in the contemporary world

by Paolo Bolpagni

In his theoretical texts, artist Nicola Evangelisti – es-pousing an idea of Belgian-Canadian sociologist Der-rick de Kerckhove – likes to remind us that humanity may be entering the last stage of the Electric Era, a time which has been marked by the predominance of technology and connected intelligence.The web – a sort of biological trait d’union connecting the individual minds in a super or suprapersonal nerv-ous system capable of transforming subjectiveness into objectiveness – well represents the distinctive par-adigms of our time, including the investigations and the discoveries of Science, in particular astrophysics and molecular biology.Evangelisti’s art follows these basic statements in a straight on and consequential logical process – from Einstein’s Theory of General Relativity with its many implications and consequences, to Schwarzschild’s metric. From quantum mechanics to the minimum con-stituent elements of Matter. From nano- and biotech-nologies to fractal geometry and finally to multiverse cosmology, “parallel universes” connected by space-time passages: Evangelisti has always explored the most complex concepts and constructions that scien-tific progress has ever produced; he is persuaded that they can offer a culture medium where the perennial atavistic human reflexion on ultimate meanings can be pursued. As rational knowledge cannot offer a final in-terpretation of phenomena, Evangelisti does not look for answers, but rather he suggests a series of work-in-

progress models. That is in fact precisely Nicola Evangelisti’s idea: the ap-peal of scientific doctrines lies in the provisional nature of their solutions, in the contradictions implied in con-flicting theories on world systems (even though each is proven by a seemingly irrefutable mathematical dem-onstration). Their genuine nature is thus revealed: they are bold creations of the mind rather than impersonal and absolute truths which can only be disclosed. In a word, they are inventions, not discoveries. Through these specific ideas, the artist identifies a po-tential relation with the Reasons of Art and he pursues it in his installations, videos, holograms, light-boxes, in so-called digital sculptures made with early 3D printing technologies (rapid prototyping).In Evagelisti’s opinion the evocative power of science toward the development of an aesthetic discourse stems from what he sees as its “relativistic” and phe-nomenological character. Evangelisti sees art both as “a virus that can destabilize clichés” and as “commu-nication of questions”: sometimes, thanks to its vision-ary intuitiveness and its cognitive drive, art succeeds in devising a unifying solution which unexpectedly an-ticipates a biological or physical issue (we are thinking of Giacomo Balla’s prefiguration of the genome; or of Lucio Fontana, changing space-time topography with his punctured canvas). On the other hand, just as every scientist needs a strong creative factor to advance in his research, never taking anything for granted or final, the

artistic creator, similarly, must constantly rethink and re-consider the ground rules of his or her own language. Nicola Evangelisti usually underlines that he is just catching and conveying the thoughts and emotions scientific research – with all its ethical, philosophical and sociological compromises – produces in him. In fact, though, Evangelisti’s works – in particular in the first decade of the 21st century – are actual visualiza-tions and representations of mathematical laws and principles expressing the intimate structure of reality that our senses cannot perceive: cosmic hypotheses, space frames conceived as webs of light sketching the Universe, directrices of the lines of force generated by gravitational fields, coagulated primal substance and total DNA.Evangelisti essentially chooses to show the marvels of reality, but not their phenomenal semblance. He pre-fers to show the essential constituents or, in his words, “the absolute of plastic values”: the structural core, that is, and the mechanical processes; the cosmological trends, probed and exposed to the viewer’s spellbound contemplation through visually fascinating conceptual gestures using technological means and materials.In his works energy and movement are the real genera-tors of forms, colors and tracks: this process occurs because the artist relies on different media without wa-vering in his main poetic assumptions and goals. Thus complex networks of lines and light beams are project-ed in a dynamic continuum of phantasmagorical flares, but they are fully controlled and mastered by meditation on the relations between the fundamental elements of the Universe: space and light. Space must be seen as both astronomical and mental. Light evokes Einstein’s famous equation on the relation between mass and en-ergy, at the origin of every visible thing. Despite the risk inherent to a study which is seemingly alien to the painful materiality of everyday life, Evange-

listi’s reflections preserve their connection to the “ac-cidental” and contingent side of life and do not get es-tranged in an aprioristic analysis of the noumenon. He prefers to penetrate the roughness and asperities of the dasein, our being-in-the-world. YOU ARE NOT SAFE (2006) is an emblematic exam-ple of Evangelisti’s art: the work combines some of the tenets of optics and astrophysics with a critical con-sideration of one of today’s most pressing issues. The installation relies on holografic effects: it consists in a photon-projectile progress sequence hitting four cou-ples of crystals placed on steel supports: from “YOU” (the first metal pedestal) it proceeds to hit “ARE” and NOT”, finally getting to “SAFE” and creating the illusion of motion across eight transparent sheets. Faced with the message left by this last passage of the particle of light energy, “SAFE”, the viewer experiences a subtle feeling of anxiety and dread: <Will this “light bullet” hit me after piercing all those sheets?>. This reaction re-flects the feeling of insecurity which pervades contem-porary society, triggered by terrorism and magnified by the media.YOU ARE NOT SAFE may be considered a key step in Evangelisti’s artistic journey. It was in fact the starting point of a new series of projects which bring into the open his formerly implicit views on social and political is-sues. First of all, revising the original holographic instal-lation, he decided to add concrete elements to it, using gun cartridge cases to compose the work’s title. Then, in his Temporary Illusions project (2012), he analyzed the tensions and conflicts of our times of economic cri-sis choosing as his special perspective the relationship between what is real and what is virtual in the dynamics of high finance. Lately, Evangelisti has decided to con-centrate his research on that feeling of disquiet he had evoked with YOU ARE NOT SAFE, now focusing mainly on the role played by communication and the web in

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producing the present “Holy War” climate of fear. It is, in a sense, a return to Derrick de Kerckhove’s paradigm.His DEMOCRACY, PEACE, WAR, FREEDOM instal-lations, built with bullet cases, and his TARGET ho-lographic sculpture – it is the viewer who becomes a target through sights aiming an evanescent luminous bullet – are the core elements of a new artistic project: BEWARE. This is strictly inspired by today’s internation-al political instability and consequent general sense of insecurity. Terrorism and common violence, killing in the name of hatred, necessarily affect our everyday life and existence, influencing our very emotions and behaviors. The Western countries which had gone so far as trying to “export” the concepts of Freedom and Democracy forcibly (a paradoxical endeavour, if one thinks it over) are now under attack from both the inside and the out-side, by individuals and organizations that aim to desta-bilize our false certainty of being inviolable.As an attentive observer of contemporary society – and in fact he already was in his earlier “scientific” projects – Evangelisti takes note of and records this state of re-ality and expresses our fears through the perceptional illusion he generates in installations made with both objective, that is, tangible components, and immaterial elements. In his HOLY LANCE work, the weapons, the knives used to kill the victims of the so-called Caliphate, are arranged to sketch out the image of gun sights (vis-ually coinciding with the familiar shape of a cross) to emphasize the paradoxical and contradictory nature of violence perpetrated in the name of God. Reflective steel blades and digital shapes mirroring the appear-ance of what surrounds them help to create a space which is both physical and mental, where we pause, lost in meditation. Curator Olivia Spatola has remarked that the gun sights symbol emerges in different ways in this BEWARE ex-

hibition, not least as a holographic light suspended in front of a bullet which is seemingly ready to hit the view-er, taking him or her unawares. This suggests at least two further considerations. The interaction between objective reality and virtual presence is a constant fea-ture in Nicola Evangelisti’s work. Light, moreover, plays a permanently central and vital role in his personal ar-tistic research: he investigated it in physical and philo-sophical terms in the past, but today he taps into this element so dear to him to conduct his harsh and un-compromising analysis of social and political dynamics and of the evolution of collective psychology. In Nicola Evangelisti’s vision, light remains a generative factor of art – his art that actually looks at the world and has something to say about reality, about us all.

Light Blade, 2009installazione luminosa Villa Reale Milano

Collezione GAM Museo dell’Ottocento

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BEWARE

di Olivia Spatola

Nicola Evangelisti, dopo aver esaminato il rapporto tra reale e virtuale nel contesto della crisi economica, vol-ge lo sguardo verso il panorama politico internazionale, focalizzando l’attenzione sul senso d’inquietudine ge-nerato dall’attuale modalità terroristica in cui la comuni-cazione mediatica assume un valore determinante. È una coincidenza significativa che il termine ingle-se BEWARE contenga la parola WAR; quello che ne possiamo dedurre è l’avvertimento verso una minaccia armata per la nostra sicurezza. Citando il titolo di un famoso album di un musicista molto amato dall’artista – Paul McCartney – potremmo definire questo progetto un TUG OF WAR, se non altro per il dispiegamento di un discreto arsenale ad opera delle sue installazioni. Ad una più attenta analisi non sono propriamente la guerra ed il terrorismo ad essere rappresentati, quanto la modalità di comunicazione delle informazioni, la di-stanza che intercorre tra i fatti oggettivi e la percezione degli stessi: una discrasia che li rende soggettivi. La sicurezza è sotto attacco, sicurezza tanto mentale quanto fisica, concretizzata nella dualità tra realtà tan-gibile e intangibile.C’è, in questo ciclo d’installazioni, una distanza tra l’og-getto di analisi e l’opera di Evangelisti, una sorta di filtro, di lente deformante rappresentata dal medium artisti-co. Le informazioni sono – per definizione – qualcosa di disambiguo rispetto al fatto di riferimento. La relazione tra “notizia” ed “evento” corrisponde alla relazione tra “materiale” e ”immateriale”. Il naturale slittamento se-

mantico sottolinea la distanza tra il significato della pa-rola ed il proprio significante. Le opere del progetto BEWARE sono l’incerto spazio vuoto tra un accadimento e la sua relativa informazione. Una moltitudine d’informazioni, su un medesimo even-to, rappresenta al contempo un dato di libertà di cro-naca, ma anche una distorsione malevole e faziosa se manipolata in base a una strategia ideologica. Se le in-formazioni sono uno scambio di coscienza tra più per-sone, esse contribuiscono inevitabilmente alla defini-zione della coscienza sociale collettiva. L’invasione dei territori avanza in parallelo al controllo delle coscienze e dell’opinione pubblica. Tale controllo corrisponde ad un annichilimento delle stesse, tendendo a spostare la verticalità intellettuale dello spirito verso un’orizzontalità caratterizzata da dinamiche violente. La violenza che uccide le vittime della guerra e del terrorismo non è più potente di quella che subiamo nell’istante in cui l’orrore della morte viene diffuso in tempo reale attraverso il web: il virtuale viene così a coincidere con una seconda, – non meno importan-te – forma di realtà che conduce e condiziona i nostri aspetti emotivi, comportamentali e, conseguentemen-te, la nostra vita.La dualità tra realtà tangibile e intangibile viene tradotta da Evangelisti in opere costituite da parti fisiche, misu-rabili, e da altre solamente visibili attraverso fenomeni ottici. Elementi oggettivi e materici si innestano su altri definibili come virtuali, entrambi parti comuni della stes-

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sa forma di realtà. Nella sua ambivalente dualità il bianco è sia simbolo di candore, vita e lealtà, sia di oscurità, morte e lutto, come in gran parte della cultura orientale.Bianco e nero, luce ed ombra si alternano nei pieni e nei vuoti delle opere, Vita e Morte si scambiano signifi-canze nell’alternarsi prossemico delle loro realtà. Non è casuale che l’origine della definizione di “arma bianca” sia riferita al bianco riflesso della luce solare sull’acciaio specchiante di spade, coltelli e lance. “Arma bianca” come “nero” strumento di morte. Holy Knife di Nicola Evangelisti e Mauro Melotti è una scultura composta per metà da un coltello militare e per metà dalla sua riproduzione olografica. Al coltello è stata rimossa la possibilità di nuocere a favore di una componente estetica e concettuale propria dell’arte contemporanea. Citando la mostra Useless Army – a cui Evangelisti ha preso parte con l’installazione in bossoli DEMOCRACY – “l’esercito inutile dell’arte” combatte una guerra intel-lettuale con armi “spuntate” militarmente ma più affilate a livello di denuncia e di protesta sociale.Bossoli di carabina compongono le installazioni FRE-EDOM, WAR, DEMOCRACY e PEACE, termini inglesi che stigmatizzano la strategia militare statunitense di spostare continuamente il fronte di guerra al di fuori dei propri confini. Evangelisti parafrasando il concetto di “pax romana” del periodo imperiale, definisce quella attuale una “pax americana” in cui vengono combattute guerre in nome della pace e della democrazia.Holy Lance e le installazioni in bossoli sono sintoma-tiche di chi ha deciso di creare la pace con la guerra. Guerra combattuta in nome della pace o della religione, paradossi che hanno accompagnato la storia dell’uo-mo dall’antichità ad oggi e che sembrano non cedere il posto ad alcuna stagione di fratellanza e armonia. Holy Lance è una installazione a parete di dimensioni

ambientali composta di sagome metalliche specchian-ti. Le lame e i coltelli usati per uccidere le vittime del califfato si dispongono a formare l’immagine di un mi-rino – visivamente sovrapponibile a quella di una croce – sottolineando la portata paradossale della violenza in nome di Dio. Lame specchianti in acciaio, forme digitali che hanno ritrovato, in questa materia, la capacità di riflettere la luce e le immagini contestuali. Ci riflettiamo nelle armi e nei simboli di morte, come in quelli di pace e di fede, in un continuum percettivo dai confini sovrapponibili ed interscambiabili. Luce che crea le ombre come il nero delle bandiere che oscurano il sole della Libia, il lato oscuro del bene, “ca-ligine luminosissima” che ottenebra le menti. Il simbolo del mirino, infine, rappresentato in vari modi nell’ambito della mostra, appare anche in forma di luce olografica sospeso innanzi ad un proiettile incombente pronto a colpire l’ignaro visitatore: ancora forte è l’in-treccio tra realtà oggettiva e realtà supposta, sintesi quanto mai icastica del mondo in cui viviamo.

BEWARE

by Olivia Spatola

Nicola Evangelisti, after having examined the relation among real and virtual in the context of the economic crisis, turns his gaze towards the international political outlook, focusing on the discomfort created by the cur-rent terrorist wave in which mass media communica-tion have a significant role to play. It’s such a significant coincidence that the English term BEWARE contains the word WAR; as if there were an inherent warning of an armed threat to our security. Quoting the title of a famous album of a musician loved by the artist – Paul McCartney – we could define this project a TUG OF WAR, at least for the deployment of a quite interesting arsenal made by his installations. It is not really war and terrorism chic which is symbol-ized, but the communication process of information, the distance between objective facts and their percep-tion: a dyscrasia that makes them subjective. Safety, both mental and physical, is under attack, ac-tualized by the duality between tangible and intangible reality.There is, in these series of installations, a distance be-tween the object of analysis and Evangelisti’s artwork, a kind of filter, a deforming lens represented by the artistic medium. The information is – by definition – something unambiguous in relation to the fact it refers to. The cor-relation between “News” and “Event” corresponds to the relationship between “material” and immaterial”.The natural semantic shifting underlines the distance between the meaning of the word and its own signifier.

BEWARE project’s artworks are just the uncertain emp-ty space in between the incident and its relative infor-mation.A multitude of information on the same event, repre-sents at the same time, press freedom, and a malicious or partisan distortion if manipulated by an ideological strategy.If the information is an exchange of consciousness among several people, it contributes unsurprisingly to the definition of public social consciousness. The inva-sion of territories proceeds in parallel to the control of consciousness and public opinion. Such control cor-responds to an annihilation. A tendency to move the rational verticality of the spirit towards the ferocious dy-namics of the horizontal. The violence killing victims of war and terrorism isn’t more powerful of the one we experience in the moment horror of death is broadcasted in real-time throughout the web: virtual reality in this way tends to match with another form of reality that manages and influences our emotional, behavioral aspects and, therefore, our life.Duality between tangible and intangible reality is trans-lated by Evangelisti into artworks made by physical parts, measurable, and by others only visible through optical effects. Objective and material elements are grafting onto others that can be defined virtual, being both common parts of the same form of reality. In its ambivalent duality, white is symbol of candidness, life and loyalty, as well as darkness, death, grief espe-

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cially in Asian culture. White and Black, darkness and light alternates in solid-ness and emptiness of the artworks, Life and Death ex-change significances by proxemically shifting from one reality to the other.It is not by sheer coincidence that the origin of the defi-nition “white weapon” refers to white reflected by the sunlight on the mirroring steel of swords, knives and lances. “White weapon” like black instrument of death. Holy Knife by Nicola Evangelisti and Mauro Melotti is a sculpture half composed by a military knife and half by its holographic reproduction. In reference to his exhibition, Useless Army – where Evangelisti took part with the installation DEMOCRACY made of shotgun shell – the “useless army” of Art, fights an intellectual war with militarily blunt arms but sharper in terms of exposure and social protest.Rifle shells characterize the installations FREEDOM, WAR, DEMOCRACY and PEACE, English words that stigmatize the American military strategy to continually move the war front beyond their borders. Evangelisti, paraphrasing the “pax romana” concept from the im-perial period, defines the actual as “pax Americana” Where wars are being fought in the name of peace and democracy.Holy Lance and the shell installations are symptomatic of those who decided to make peace with war. Fought war in the name of peace or religion, paradoxes which have gone along with human history from ancient times till today and that seems not to leave room to any fra-ternity and harmony. Holy Lance is a wall installation of ambient dimensions composed by mirroring metal silhouettes. The blades and the knifes used to kill the victims of the caliphate are set forming a gunsight image – visually overlapping a cross – underlining the paradoxical capacity of vio-lence in the name of God.

Mirroring steel blades, digital forms that have found, in this matter, the capability to reflect the light and the contextual images. We reflect ourselves in the arms and in death’s symbols, likewise in those of peace and faith, in a perceptive continuum whose boundaries are superimposable and interchangeable.Light that generates shadows like the black colors of flags that darkens the Lybian sun, the obscure side of good, “caligine luminosissima” that clouds minds.The gunsight symbol, at last, exemplified in different ways within the exhibition, appears also in form of a holographic light hanging before an impending bullet, ready to hit the unconscious visitor: strong is still the interconnection between the objective reality and the supposed one, a more than ever representational syn-thesis of the world we live in.

OPEREARTWORKS

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PEACE, 2015installazione in bossoli e alluminio

dimensioni variabili, cm 31x450 circa

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WAR, 2015installazione in bossoli e alluminio

dimensioni variabili, cm 31x450 circa

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DEMOCRACY, 2012installazione in bossoli e alluminio

dimensioni variabili, cm 31x600 circa

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FREEDOM, 2015installazione in bossoli e alluminio

dimensioni variabili, cm 31x500 circa

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Dollar, 2015scultura in bossoli

cm 31x19x6,5, ed. 5/5

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Euro, 2015scultura in bossoli

cm 31x27x6,5, ed. 3/5

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Peace Bullet Mandala, 2015Nicola Evangelisti e Ronald Lewis Facchinetti

scultura in proiettili e alluminiocm 38x38

IntroArt Pod presenta “Peace Bullet” di Nicola Evangelisti.

Il pezzo fa parte della “supernova art installation” che inizia con un singolo modulo che successivamente si atomizzata in piccoli frammenti.

Art Pod presents “Peace Bullet” by Nicola Evangelisti. The piece is part of a “supernova art installation”, that starts with

a single form which is subsequently atomized into small fragments.

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Peace Bullet Mandala, 2015particolare

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Peace Bullet Mandalaperformance, 2015

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Peace Bullet, 2015Art pod

Nicola Evangelisti e Ronald Lewis Facchinetti

Art Pod è una piattaforma innovativa che presenta micro-installazioni concettualmente ed esteticamente forti in un dispositivo portatile di hosting.

Questa visualizzazione progressiva di opere è un commento sul rapporto tra social media, la tecnologia e l’esperienza dell’arte nel nostro tempo.

Art Pod è un format curatoriale di Ronald Lewis Facchinetti.The Art Pod is an innovative platform presenting conceptually and aesthetically strong

micro-installations in a portable hosting device. This progressive display of works is a comment towards

the relationship between social media, technology and the experience of art in our time.Art Pod is a curatorial format by Ronald Lewis Facchinetti.

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“Questa mattina hanno aperto la porta, alla finestra non c’era nessuno: giorni di nebbia, di sabbia, di terra, di ferro e di fuoco, attimi bruciati nel poco del tempo che brucia. Chi muore in televisione muore in qualche momento, poco dopo è già stanco, è memoria appassita, profumo fané di ricordo affannoso, affranto, disfatto. Disciolta la compagnia di ogni sentimento.

C’è un monumento nero, alto sul disastro di sinistri cespugli, templi naturali in cui riconoscere lingue da imparare: qualcuno pieno di croste e obbedienza cieca perderà il senno per una santità equivoca, sarà trapasso sublime pre-disposto da un’industria di morte, nera come resina insatura.

Bianca l’arma da temere, bianco il terrore muto di ogni morte senza nome, furia bianca di un occhio che scorre, si abbassa, snida altrove pene convenzionali nell’attesa dell’ultimo mormorio di luna, grida foderate di nebbia buia e poi basta, si abissa sopra la sua nera cena d’erba, chi la meritava, com’era scritto e prescritto dovesse essere.

“Chi è davvero tuo nemico da impedirti divisioni di città, di pensiero strano, svuotando il tuo sapere nel vuoto del cosmo, prendendo precauzioni per evitare di amarti?”

Dovresti temere di voltare gli occhi, di nuotare, di pigliarti un capriccio da intellettuale: ogni forma d’odio obbedisce a chi disobbedisce e l’ingenuità è formidabile fermento per tremare nel languore, svanire nell’inconsapevolezza della morte.Sapeva già tutto Tiresia, squillando dal Parnaso all’ombelico del mondo di braccare l’ignoto assassino: non c’è discordia che possa fargli il verso, sconfessarlo, tradirne di voce il suono. La spada trafigge chi non l’aspetta, ucci-dendo chi muore non più di chi vive guardando la morte in diretta sopra il palco di un rinnovato nostro “teatro della crudeltà”.

Ma scorre il vento, rammaricato, amaricante, senz’armi, vento divino che sempre più ammala, con il solo sospetto e speranza – un giorno – di non essere più”.

Alberto Gross

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Holy Knife, 2015scultura orografica di Nicola Evangelisti e Mauro Melotti

tecnica mistacm 30x60

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Target, 2013Nicola Evangelisti e Mauro Melotti

ologramma su pellicola, acciaio, plexiglass, lasercm 150x48, cm 5x60 circa

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Target, 2013particolari

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Holy Lance, 2015installazione in alluminio

cm 240x240(render)

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War sound collageBologna, Italia 2015

10’00’ (in loop), edizione: 5video editing dell’artista con After Effects

masterizzato su DVD

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War sound collage, 2015still da video

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Gaza, 2014installazione di disegni a china su carta (particolare)

dimensioni variabili

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Fire, 2015struttura spazioale in vetro, Led, alluminio

cm 130x30

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Lava Strobing, 2015struttura spaziale in vetro, Led, alluminio

cm 30x30x5

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Ice, 2015struttura spaziale luminosa in vetro, acciaio, alluminio, LED

cm 100x100x10

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Nicola Evangelistipresso la Galleria OltreDimore di Bologna

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Nato a Bologna nel 1972 si è diplomato in scultura presso l’Accademia di Belle Arti della sua città.Dal 1995 ad oggi, svolge una ricerca artistica multimediale caratterizzata dall’uso della luce artificiale. Durante que-sto periodo, ha lavorato a livello internazionale realizzando diversi cicli di sculture luminose fino a grandi installazioni e proiezioni a scala urbana.Nel 2009 realizza Light Blade, installazione luminosa nel porticato di Villa Reale a Milano entrata poi nella collezione della GAM.Il suo lavoro è stato oggetto di tesi di laurea e di numerose pubblicazioni.Ha partecipato a rassegne in musei e gallerie internazionali tra cui: Chelsea Art Museum (New York), Centre for Con-temporary Art “Ujazdowski Castle” (Varsavia), MAK (Vienna), MUAR (Mosca), ISELP (Institut Supérieur pour l’Etude du Langage Plastique, Bruxelles), Museo Archeologico di Francoforte, Museo e Biblioteca Internazionale della Musi-ca (Bologna), GAM (Milano), MACRO (Roma), Galerie Artiscope (Bruxelles), PaciArte contemporary (Brescia), Museo Collezione Paolo VI (Brescia).Dal 2013 ha realizzato un ciclo di tre eventi multimediali urbani sul tema del sacro, da Lux Inaccessibilis, nel chiostro della Basilica di San Domenico a Bologna, fino a Genus Lucis all’interno del Santuario Bolognese della Madonna di San Luca.Ha partecipato a progetti speciali e collaterali della Biennale di Bruxelles, della Biennale di Venezia e di Manifesta9.

NICOLA EVANGELISTI

NOTE BIOGRAFICHEBIOGRAPHY

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NICOLA EVANGELISTI

Born in Bologna, Nicola Evangelisti has graduated in sculpture at the Fine Arts Academy of his city of origin. Since 1995, he is conducting his artistic mutimedia research around scientific themes and characterized by the ap-plication of the artificial light. For almost twenty years, he has been working internationally, realizing various cycles of light sculptures from large installations to urban-scale projections. In 2009 the artist creates Light Blade, a light installation firstly set in the portico of Villa Reale in Milan and later be-come part of GAM (Modern Art Gallery) collection. His work has inspired dissertations, thesis and numeorus publi-cations among which the catalogue LIGHT ART edited in Italy by Skyra. Nicola Evangelisti has been taking part to fairs, festivals and expositions in international museums and galleries among which: Chelsea Art Museum (New York - USA), Centre for Contemporary Art “Ujazdowski Castle” (War-saw - Poland), MAK (Wien - Austria), MUAR (Moscow - URSS), ISELP “Institut Supérieur pour l’Etude du Langage Plastique” (Bruxelles - Belgium), Archäologisches Museum (Frankfurt - Germany), Museo e Biblioteca Internazionale della Musica (Bologna - Italy), GAM (Milano - Italy), MACRO (Roma - Italy), Galerie Artiscope (Bruxelles - Belgium), PaciArte Contemporary (Brescia - Italy). From 2013, he produced a series of three multimedia urban events focused on the sacred theme, from Lux Inacces-sibilis, in the cloister of San Domenico in Bologna, to Genus Lucis, inside the Basilica of San Luca in Bologna. He also took part to special projects of Brussels Biennial, la Biennale di Venezia and Manifesta9.

MOSTRE PERSONALI / SOLO EXHIBITIONS

2014 Genus Lucis - Santuario della Madonna di San Luca, Bologna Speculum Solis - Water Design Exhibition - Chiesa di San Procolo, Bologna2013 LUX INACCESSIBILIS - Chiostro della Basilica di San Domenico, Bologna2012 Temporary Illusions - Galleria OltreDimore, Bologna A.L.I.C.E.’S EYE con ELASTIC Group of Artistic Research - ArteFiera OFF2012 - Palazzo Bevilacqua Ariosti, Bologna 2011 Nicola Evangelisti - VII Giornata del Contemporaneo - Palazzo Ducale, Genova Nicola Evangelisti e Antonio Pio Saracino - Padiglione Italia nel Mondo, Biennale di Venzia 2011 - Istituto Italiano di Cultura - Bruxelles, Belgio YOU ARE NOT SAFE / Light Pulse - Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Bologna 2010 Perì Photòs. Around the Light - Paci Contemporary, Brescia Nicola Evangelisti / Marina Giannobi. La Chiarezza ed il Labirinto - Mya Lurgo Gallery, Lugano (Swiss)2009 Behind the light - Dream Factory, Milano2008 Meccaniche della meraviglia VI - Maglio Averoldi di Ome, Brescia Chromocosmica - Galerie Artiscope, Bruxelles (Belgio)2007 Elettrika - Galleria PaciArte Contemporary, Brescia2006 Installazioni luminose di Nicola Evangelisti - Espace d’Art Contemporain Villary, Nîmes (Francia)2004 Chimere di luce - Galleria d’arte Serego, Verona Light Art - Galleria d’Arte Bergamo, Bergamo2002 Luminis ora - BGH Gallery, Santa Monica, California (USA)2000 Nuovo Spazialismo - Centre culturel “Louis Ratel”, Bievres (Francia) Ephemerides - Ong Quy Cong - Galleria No Code, Bologna Premio internazionale “Guglielmo Marconi” - Corte Isolani, Bologna1998 Premio internazionale “Guglielmo Marconi” - Università di Bologna1997 Frammenti cosmici - Schabes Gallery, Chicago, Illinois (USA)

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MOSTRE COLLETTIVE / GROUP EXHIBITIONS

2015 Useless Army - Paratissima, Torino Esposizioni NICOLA CIVIERO & NICOLA EVANGELISTI. La Teoria degli Opposti - Paci contemporary, Brescia Small size collection - Paci Contemporary, Brescia2014 Home Theatre: Prima rassegna di videoarte domestica - MAAM_Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia, Roma Light art Ensemble. Artisti e curatori della Light Art - Ex Chiesa di San Carpoforo, Milano ArtVerona - OltreDimore Gallery, Verona META-ILLUSIONI - ART1307, Villa Di Donato - Napoli Nicola Evangelisti. Lux Aurea - Museo Collezione Paolo VI, Concesio Brescia Extra-ordinary Day - MAAM_Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia, Roma2013 BRERART. The ON Group - Art and Energy at Monte ‘16, Milano ARTOUR-O - CREM, Montecarlo, Principato di Monaco ON al quadrato - Open Studio by Alessandro Brighetti, Bologna2012 Luci sulle Mura - Porta degli Angeli, Ferrara Turnover: Nicola Evangelisti - PaciArte Contemporary, Brescia HIGH VOLTAGE onder hoogspanning - Galerie De Mijlpaal - evento di Manifesta9 (Belgio) La Retina Lucente - Premio Termoli I have a dream - PaciArte Contemporary, Brescia RELATIVITY. Relative and Relations - Laboratorio PaRDeS, Mirano XXV Edizione - Premio Marconi 2012 - Corte Isolani, Bologna Davide Rondoni legge Compianto Vita - Chiesa di Santa Maria della Vita, Bologna Futures - Galerie Artiscope, Bruxelles (Belgio) ON hangar 6 - Open Studio di Davide Coltro, Milano2011 Premio Internazionale Limen Arte - Vibo Valentia ARTERACTIVE - Parkissima, Torino ADD Festival - Macro Testaccio, Roma ARTOUR-O - Villa la Vedetta, Firenze2010 Luces (Luminale - Biennale Lighting Culture) - Museo Archeologico, Francoforte (Germania)2009 Futuro. Festival della Scienza, Palazzo Ducale, a cura del CNR, Genova CLICKING THE COSMOS - Auditorium di Santa Chiara, Vercelli DOROTHEUM - Vienna, Austria BOX SHOCK. Evangelisti VS Di Giovanni - Dream Factory, Milan, Italy Premio Internazionale Guglielmo Marconi - Palazzo d’Accursio, Bologna2008 Astralia - Tra astronomia e astrologia - PaRDeS laboratorio di ricerca d’arte contemporanea, Mirano (VE) Clicking the territory. Window of light and darkness - Museo di Arte Contemporanea “Angela Malandra”,

Vespolate (Novara) De Narcisse à Alice, miroirs et reflets en question - ISELP (Institut supérieur pour l’étude du langage plastique), Bruxelles (Belgio)2007 Conti, Evangelisti, Pansini - Myartprospects Gallery, New York (USA) River’s Edge Film Festival - Maiden Alley Cinema, Market House Theatre e Yeiser Art Center, Paducah (USA) Orizzonte degli eventi - Galleria ArtSinergy, Bologna2006 Targetti Light Art Collection - MUAR (Museo Nazionale dell’Architettura), Mosca, Russia Viaggio nella fotografia contemporanea - Gallery PaciArte contemporary, Brescia LIGHTS ON - Galerie Artiscope, Bruxelles, (Belgio) Dead line - Villa Vogel, Firenze Video island - Isola Tiberina, Roma Microcosmo vs Macrocosmo - PaciArte contemporary, Brescia Harlem Art Project - Saatchi & Saatchi, New York Premio Vasto - Pinacoteca Comunale, Vasto (Chieti) Targetti Light Art Collection - Museo MUAR, Mosca Videoformes. Vidéo & nouveaux médias dans l’art contemporain - Clermont-Ferrand (Francia)2005 D.A.B. - Galleria Civica di Modena “V Premio internazionale di scultura della Regione Piemonte”, Accademia Albertina delle Belle Arti, Torino Diva Bruxelles - One Night Video, Bruxelles Video Festival - Galerie Parisud, Parigi2004 L’eredità di Fontana - Borgo medievale di Castelbasso (Teramo) Diva Fair - Digital & Video Fair, New York I love 3 T - Sabatini , Cadriano (Bologna) Mehrlicht: Targetti Light Art Collection & James Turrel - MAK Museum, Vienna (Austria) I love 3 T - Futurshow, Milano Luce vero sole dell’arte - Museo Bargellini, Cento (Ferrara)2003 Targetti Light Art Collection - Arte Fiera, Bologna Premio internazionale “Guglielmo Marconi” - Istituto Italiano di Cultura, New York Focusemotionalliving - Saie Due Fair, Bologna Targetti Art Light Collection - Chelsea Art Museum, New York Collettiva - Galleria Soligo & C. International Art, Roma2002 Focusonthegeniuslocioperandi - Palazzo Stella, Crespellano (Bologna) Collettiva - Galleria Santo Ficara, Firenze Targetti Art Light Collection - Arte Fiera, Bologna Premio internazionale “Guglielmo Marconi” - Università di Bologna Targetti Art Light Collection - Centre for Contemporary Art “Ujazdowski Castle”, Varsavia2001 L’oggetto inesistente - Futurshow, Bologna

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Quotidiana - Museo Civico al Santo, Padova2000 Mito e material. Scultura, altro e oltre - Borgo medievale di Castelbasso (Teramo) Premio internazionale “Guglielmo Marconi” - Università di Bologna Artisti vari - Galleria No Code, Bologna Piccolo formato - Bertrand Kass Gallery, Innsbruck (Austria)1998 La scultura possible. Progetti e disegni della Nuova Arte Italiana - Circolo Artistico, Bologna

VIDEO-PROIEZIONI URBANE / URBAN VIDEO PROJECTIONS

2014 Speculum Solis con Fabio Bozzetto e Nicola Evangelisti (musicista) Water Design - Facciata della chiesa di San Procolo - Bologna Genus Lucis con Fabio Bozzetto e Nicola Evangelisti (musicista) Santuario di Sal Luca - Bologna2013 Hyperbolic Arguments con Fabio Bozzetto, Waterdesign Ex Ospedale Bastardini Bologna Lux Inaccessibilis con Fabio Bozzetto, chiostro di San Domenico Bologna2012 A.L.I.C.E.’S EYE con ELASTIC Group of Artistic Research, Palazzo Bevilacqua Ariosti per ArteFiera OFF 2012, Bologna

INSTALLAZIONI URBANE / URBAN INSTALLATIONS

2009 Light Blade, Villa Reale. Museo dell’Ottocento, Milano2010 Earth Light, Museo Medievale, Bologna per ArteFiera Bologna a cura di Julia Draganovic2011 Lamina Lucens, Villa La Sfacciata Firenze

COLLEZIONI PUBBLICHE / PUBLIC COLLECTIONS

- INSIEME MAAM, Cittadellarte Fondazione Pistoletto- La Sfacciata Lighting Academy, Firenze- GAM di Milano- Pinto / Xandev Foundation (London – Goa GB)- Museo Bargellini, Cento (Ferrara)- Museo Collezione Paolo VI, Concesio (Brescia)- MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Roma- Villa la Vedetta, Firenze- Museo Bilotti Ruggi d’Aragona - Rende (CS)

PREMI / PRIZES

- Premio Internazionale Guglielmo Marconi sezione “Nuove Generazioni” 2000- 2° Premio sezione “Quadri di Luce” TARGETTI ART LIGHT AWARD 2002- 3° premio Aletti ArtVerona 2009

COLLEZIONI PRIVATE / PRIVATE COLLECTIONS (SELEZIONE) / (SELECTION)

- Arturo Schwarz, Milano (Italy)- Giuseppina Panza di Biumo, Varese/Milano (Italy)- Margot de Mazzeri, Milano (Italy)- Curzio Magri, Bergamo (Italy)

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