BES. Bisogni Educativi Speciali - istitutoalbertiroma.gov.it · Bisogno: qualsiasi difficoltà...

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Formazione docenti neo-assunti A. S. 2017/18 - Ambito RM6 BES. Bisogni Educativi Speciali Dott.ssa Valentina Olla Pes Psicologa Perfezionata in Psicopatologia dell’Apprendimento [email protected] 1

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Formazione docenti neo-assunti A. S. 2017/18 - Ambito RM6

BES. Bisogni Educativi Speciali

Dott.ssa Valentina Olla Pes

Psicologa

Perfezionata in Psicopatologia dell’Apprendimento

[email protected]

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BES

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D. M. 27 dicembre 2012STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

1. Bisogni Educativi Speciali (BES)

L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di

quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. [...]

Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità

delle classi diviene sempre più evidente.

Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della

disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello

svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

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1.2 Alunni con disturbi specifici

Gli alunni con competenze intellettive nella norma

o anche elevate, che – per specifici problemi –

possono incontrare difficoltà a Scuola, devono

essere aiutati a realizzare pienamente le loro

potenzialità. Fra essi, alunni e studenti con DSA

(Disturbo Specifico dell’Apprendimento) sono stati

oggetto di importanti interventi normativi, che

hanno ormai definito un quadro ben strutturato di

norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio.

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Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non

esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire

delle stesse misure ivi previste in quanto presentano

problematiche specifiche in presenza di competenze

intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi

con specifiche problematiche nell’area del linguaggio

(disturbi specifici del linguaggio o – più in generale- presenza

di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza

non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel

caso del disturbo della coordinazione motoria, della

disprassia, del disturbo non-verbale o – più in generale -di

bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza

verbale, qualora però queste condizioni compromettano

sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità

dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono

compromettere il percorso scolastico (come per es. un

disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle

casistiche previste dalla legge 104). 819 Marzo 2018 Valentina Olla Pes

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DEFICIT DEL

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DEFICIT

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VERBALI

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COORDINAZIONE

MOTORIA

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1.3 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e

dell’iperattività

[…] L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ad un

DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e

genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di

socializzazione con i coetanei. […] Con notevole frequenza

l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva:

disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in

adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi

d'ansia; disturbi dell'umore, etc.

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MOTORIA

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1.4 Funzionamento cognitivo limite

Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali,

descritti generalmente con le espressioni di funzionamento

cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con

altre espressioni (per es. disturbo evolutivo specifico misto,

codice F83) e specifiche differenziazioni - qualora non

rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 - richiedono

particolare con siderazione. […] Si tratta di bambini o ragazzi

il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una

misura che va dai 70 agli 85 punti e non presenta elementi

di specificità. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori

neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità con altri

disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di

difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e

indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni alle loro

caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita

normale.19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 12

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LINGUAGGIO

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DEFICIT

COORDINAZIONE

MOTORIAFIL

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Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e

culturale

La Direttiva, a tale proposito, ricorda che “ogni alunno, con

continuità o per determinati periodi, può manifestare

Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,

fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai

quali è necessario che le scuole offrano adeguata e

personalizzata risposta”. Tali tipologie di BES dovranno

essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad

es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali),

ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e

didattiche.

C. M. n°8 del 6 marzo 2013Indicazioni operative sulla D.M. 27 dicembre 2012

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DEFICIT DEL

LINGUAGGIO

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Svantaggio

linguistico

Svantaggio

socio-

culturale

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Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano

difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per

esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in

specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico

nell’ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi

individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti

compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla

lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la

scrittura veloce sotto dettatura, ecc), con le stesse modalità sopra

indicate. In tal caso si avrà cura di monitorare l’efficacia degli

interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente

necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo

documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra

richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti

didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche

attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi

e misure dispensative. 19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 16

BES: un tentativo di spiegazione

Bisogno: qualsiasi difficoltà evolutiva

Educativo: si manifesta in ambito educativo e/o

apprenditivo

Speciale: non rientra nella “normalità” di ogni

persona in età evolutiva ma definisce un

“funzionamento” problematico anche per il

soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma,

indipendentemente dall'eziologiaTratto da Ianes e Macchia (2008)

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Riferimento «culturale»

ICF-CY (International Classification of Functioning

for Children and Young) dell’OMS (2007)

“che considera la persona nella sua totalità, in una

prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo

di funzionamento e sull’analisi del contesto, il

modello ICF consente di individuare i Bisogni

Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo

da preclusive tipizzazioni.»

(DM 27/12/2012)

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“ In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una

varietà di ragioni” (DM 27/12/2012)

BES è quindi, a tutti gli effetti, un concetto psicopedagogico, non una categoria clinica!

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Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei

disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non

venir certificate ai sensi della legge 104/92,

non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed

alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra

queste, all’insegnante per il sostegno.

La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di

svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa,

concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi

di studio enunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva

della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di

ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti

coinvolto, non solo dall’insegnante per il sostegno.

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Un approccio educativo, non meramente clinico

dovrebbe dar modo di individuare strategie e

metodologie di intervento correlate alle

esigenze educative speciali, nella prospettiva di

una scuola sempre più inclusiva e accogliente,

senza bisogno di ulteriori precisazioni di

carattere normativo.

Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge

170/2010 costituiscono norme primarie di

riferimento cui ispirarsi per le iniziative da

intraprendere con questi casi.

(DM 27/12/2012)19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 21

1.5 Adozione di strategie di intervento per i BES

Dalle considerazioni sopra esposte si evidenzia, in

particolare, la necessità di elaborare un percorso

individualizzato e personalizzato per alunni e

studenti con bisogni educativi speciali, anche

attraverso la redazione di un Piano Didattico

Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini

della classe con BES, ma articolato, che serva come

strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed

abbia la funzione di documentare alle famiglie le

strategie di intervento programmate.

(DM 27/12/2012)

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Le scuole – con determinazioni assunte dai

Consigli di classe, risultanti dall’esame della

documentazione clinica presentata dalle

famiglie e sulla base di considerazioni di

carattere psicopedagogico e didattico –

possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni

educativi speciali degli strumenti compensativi

e delle misure dispensative previste dalle

disposizioni attuative della Legge 170/2010,

meglio descritte nelle allegate Linee guida.

(Linee Guida DSA,

DM 5669/2011)19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 23

PDP

PEI

Tutti i BES

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È un documento che riporta quali strategie di

insegnamento, gli strumenti compensativi e dispensativi

adottati nelle diverse discipline scolastiche, oltre alle

modalità di verifica e di valutazione a cui gli insegnanti si

devono attenere. La STESURA DEL PDP È UN ATTO

DOVUTO per gli alunni con diagnosi di DSA, PUO' ESSERE

REDATTO PER GLI ALTRI BES.

Viene prodotto ALL’INIZIO DI OGNI ANNO scolastico,

entro i primi due mesi per gli studenti già segnalati, dal

team dei docenti.

PDP Tutti i BES

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Nota Ministeriale n. 2563 del 22 Novembre 2013Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014.

Chiarimenti.

Chiarimenti sull'adozione e la stesura del PDP (p. 2)

“[...] nel caso di difficoltà nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora

nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle

scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà

comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato,

con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della

scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i

quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.

Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi

che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio

di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico

Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.

E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare -

eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti

– casi specifici per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e

personalizzati, formalizzati nel Piano Didattico Personalizzato, la cui validità

rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento.

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Diagramma schematico dei passi previsti dalla legge 170/2010

per la gestione dei DSA, integrato con normativa sui BES

Interventi di identificazioneprecoce casi sospetti

Attività di recupero didattico mirato

Comunicazione della scuola alla famiglia

Iter diagnostico

Diagnosi, documento di certificazione diagnostica

Comunicazione della famiglia alla scuola

Valutazione dei docenti per provvedimenti compensativi (e dispensativi) – Didattica e valutazione personalizzata

Richiesta di valutazione

Comunicazione della scuola alla famiglia

Persistenti difficoltà

ScuolaFamiglia Servizi

Può decidere se procedere ad un approfondimento

Nessuna certificazione, ma relazione diagnostica

Nessuna certificazione, nessuna diagnosi

Comunicazione della scuola per eventuale PDP

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 27

Autonomia dei docenti nella decisionedel percorso da intraprendere ma con

doverose attenzioni

Verbalizzare le motivazioni del Consiglio di Classe o del team docente

Sarebbe auspicabile un accordo del Collegio dei Docenti sui criteri per l'individuazione degli alunni

con Bisogni Educativi Speciali In caso di rifiuto della famiglia di firma del PDP sarà

possibile procedere ad una personalizzazione del percorso di apprendimento ma non sarà possibile

adottare in sede di valutazione le misure e gli adattamenti consentiti dalla legge.

Ciambrone e Fusacchia, 2014

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 28

A. Dopo una precisa valutazione clinica, dove si esplicita il profilo

funzionale dell’utente, tenendo conto del progetto di intervento

complessivo e con verifiche periodiche dei risultati, quando:

a) vi è una limitazione importante dell’autonomia rispetto alle

esigenze personali e le richieste ambientali, in particolare

quelle scolastiche, ad es. nelle verifiche che richiedono molta

lettura e scrittura e nello studio e produzione di testi in caso di

dislessia, disortografia o disgrafia; quando vi è una

compromissione importante nelle abilità numeriche e/o di

calcolo, che ne limitano l’utilizzo in compiti logico/matematici

più complessi;

b) non sono sufficienti semplici adattamenti didattici, ad es.

fornire più tempo per le verifiche scritte;

Quando è consigliata l'adozione di strumenti compensativi? (PARCC, 2011)

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 29

c) c’è la possibilità di un training di formazione

personalizzata all’uso in autonomia possibilmente

esteso anche ai familiari;

d) Quando c’è accordo con l’utente e i familiari per

l’uso a domicilio e gli insegnanti e l’utente per l’uso

in classe;

e) Quando questo utilizzo non viene percepito come

stigma dall’utente;

B. L’introduzione degli strumenti compensativi può

essere effettuata anche precocemente secondo un

ottica di integrazione con gli altri interventi.

(PARCC, 2011)

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 30

Nota

E’ utile distinguere strumenti compensativi specifici (che

vicariano o ausiliano in modo diretto e specifico una

delle abilità, lettura – ortografia – grafia – numero –

calcolo; ad es. sintesi vocale, calcolatrice, correttore

ortografico, lettore esterno, penne con impugnatura

speciale, ...) e strumenti compensativi non specifici o

funzionali (ad es. della memoria procedurale o di altre

abilità quali ad es. tavola pitagorica, promemoria verbi,

sequenza giorni, sequenze mesi, ecc. - quaderni

speciali, testi con carattere più leggibile)

(PARCC, 2011)19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 31

A. Quando le misure compensative non sono sufficienti

per permettere una sufficiente autonomia e dei

risultati scolastici compatibili con le potenzialità di

apprendimento e l’impegno nello studio rispetto alle

richieste ambientali (ad es. sostituzione delle

verifiche scritte con verifiche orali, la valutazione del

contenuto e non della correttezza ortografica nelle

produzioni scritte, la scelta del carattere grafico più

leggibile in caso di disgrafia, ecc.). Si raccomanda di

suggerirle in collaborazione con gli insegnanti.

Quando è consigliato suggerire l’adozione di misure dispensative?

(PARCC, 2011)19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 32

Il Piano educativo individualizzato, è il documento nel quale vengono

descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti

per le persone in età evolutiva con disabilità, ai fini della

realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi

quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.

Il P.E.I. è elaborato e approvato, ai sensi del D. Lgs. 66/2017, dal

Consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori, delle figure

professionali interne ed esterne alla scuola che interagiscono con

la persona con disabilità e con la classe, e se necessario il

supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare, sulla base del

Profilo dinamico-funzionale, del Profilo di Funzionamento e del

Progetto Individuale.

PEI L. 104/92

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In sintesi

Il P.E.I. è:

progetto operativo che tiene conto del funzionamento globale

della persona, di competenza dei docenti, in collaborazione

con la famiglia e le altre figure operative e istituzionali che

hanno in carico ed interagiscono con la persona.

Individua e definisce:

strumenti e strategie per realizzare un ambiente di

apprendimento adeguato, nelle dimensioni della relazione,

della socializzazione, dell’interazione, dell’orientamento e

delle autonomie;

le modalità didattiche e di valutazione, in relazione alla

programmazione individualizzata.

È redatto all’inizio di ogni anno scolastico, a partire dalla

scuola dell’infanzia, ed è aggiornato in presenza di nuove e

sopraggiunte condizioni di funzionamento della persona.

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 34

«Inclusione»Nella letteratura internazionale il concetto si applica a

tutti gli alunni come garanzia diffusa e stabile di poter

partecipare alla vita scolastica e di raggiungere il

massimo possibile in termini di apprendimento e

partecipazione.

Dunque non è un concetto che si applica ad alunni con

qualche difficoltà.

(Ianes e Macchia, 2008)

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 35

«Inclusione»1. L'inclusione scolastica:

a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni,

le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti

bisogni educativi e si realizza attraverso strategie

educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle

potenzialità di ciascuno nel rispetto del diritto all'autodeterminazione e

all'accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualità di vita;

b) si realizza nell'identità culturale, educativa, progettuale, nell'organizzazione e

nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonchè attraverso la definizione e la

condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti,

pubblici e privati, operanti sul territorio;

c) è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le

quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad

assicurare il successo formativo delle bambine e dei bambini, delle alunne e

degli alunni, delle studentesse e degli studenti.

2. Il presente decreto promuove la partecipazione della famiglia, nonché delle

associazioni di riferimento, quali interlocutori dei processi di inclusione

scolastica e sociale.

(DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 )

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 36

Personalizzazionedell'Apprendimento

Prevede obiettivi diversi di conoscenza e cerca “di

dare a ciascun alunno l'opportunità di sviluppare

al meglio le proprie potenzialità […] La didattica

personalizzata si sostanzia attraverso l'impiego di

una varietà di metodologie e strategie didattiche,

tali da promuovere le potenzialità e il successo

formativo di ogni alunno […] e un apprendimento

significativo”(Linee Guida DSA, 2011,

DM 12/07/2011 pp.6-7)

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 37

“Didattica per l'inclusione”Dall'individualizzazione dell'insegnamento alla

personalizzazione dell'apprendimento.

“Come mettere l'alunno nelle condizioni migliori per esprimere il suo potenziale?”

Intervenire sul “setting pedagogico” definibile come un ambiente che struttura relazioni educative organizzate

e significative.

(Salomone cit. in Ciambrone e Fusacchia, 2014 p.62)

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 38

Aspetti del setting pedagogico

Tempi della lezione e della relazione Spazi

Modalità di indagine sui contenuti della conoscenza Rispetto degli stili di apprendimento e utilizzo di

diversi stili di insegnamento Modalità diversificate di presentazione delle

esperienze di apprendimento, per stimolare la motivazione degli alunni

Ruoli, modalità di relazione e atteggiamenti dei docenti

Modalità di aggregazione e di lavoro degli alunni Mezzi, strumenti, mediatori didattici

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 39

APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO

riflessivo

collaborativo

costruttivo

intenzionale

attivo

conversazionale

SOGGETTO ATTIVO COSTRUTTORE DI

CONOSCENZE

CONOSCENZE PREGRESSE

METACOGNIZIONEAPPRENDIMENTO DIALOGICO

basato su

Tratto da D’Alonzo, 2012

19 Marzo 2018 Valentina Olla Pes 40

Bibliografia e sitografiaCiambrone, R. e Fusacchia, G. (2014) I BES. Cosa e come fare. Giunti Scuola - Firenze

D’Alonzo, L. (2012) Come fare per GESTIRE LA CLASSE nella pratica didattica. Guida

base. Giunti Scuola – Firenze

Di Nuovo, S. (2014) I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. Materiali e metodi per affrontarli.

Giunti Scuola – Firenze

Fogarolo, F. e Guastavigna, M. (2013) Insegnare ed imparare con le mappe Erickson -

Trento

Ianes D e Macchia V. (2008) La didattica per i Bisogni Educativi Speciali. Strategie di

buone prassi di sostegno inclusivo. Erickson – Trento

Ianes D. (a cura di) (2013) Alunni con BES. Erickson – Trento

Stella G., Grandi, L. (2011) Come leggere la dislessia e i DSA. Giunti Scuola - Firenze

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/disabilita

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dsa

http://www.edscuola.it/archivio/handicap/hfaq_pdf.html

http://www.triesteabile.it/voglioinformarmiminori/scol/normativehandicapscuola/pian

oeducativoindividualizzato/

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-e-formazione/convegni/in-classe-ho-un-

bambino-che2/#2974217

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Grazie per l’attenzione!

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