Beppe Sala: “In cinque anni TERRORISMO A faremo …glio scorso perché accusata di maltrattamenti...

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Presentato dalla Giunta Comunale “fare Milano”,un progetto ambizioso con significativi obiettivi su periferie, scali ferroviari, trasporti, lotta alla povertà, cultura. geNNAIo 2017 Anno 23 - n. 249 Direttore : Luigi Allori. Redazione : Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Corà, Riccardo Degregorio, Teresa Garofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori : Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria Piera Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove” : Andrea Bina. Pubblicità : Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione : Roberto Sala (tel. 3341791866). DICEMBRE ‘16 2 DICEMBRE ‘15 98 DICEMBRE ‘15 1 DICEMBRE ‘15 11 DICEMBRE ‘16 20 DICEMBRE ‘16 1 AMIANTO Tutti assolti pag. 8 al processo Pirelli TERRORISMO Ucciso a Sesto pag. 2 l’assassino di Berlino MUNICIPIO 9 Intervista a Indovino pag. 4 Capogruppo del PD SEVESO Lo scandalo dell’ex pag. 5 alveo del fiume SCALI FERROVIARI Progetti per la Milano pag 6 del futuro FELTRINELLI Aperta pag. 10 la Fondazione GIORNATA DELLA MEMORIA All’Isola protagonisti pag. 8 i ragazzi delle scuole Solidarietà con i terremotati e i profughi Beppe Sala: “In cinque anni faremo la Milano del futuro” Fare alla milanese A Zorro piace prima di tutto l’intestazione del progetto: “Fare Milano”. A fronte della provincialotta (e mistificatoria) globalizzazione anglofona dei vari Job Act, Spending Review, Welfare o Spread, “Fare Milano” sembra corrispondere bene alla milanesità ricca di idee pratica- bili, di forte impegno attuativo, di volontà di realizzare moder- nità. La proposta della giunta Sala è infatti di “fare” la Milano del futuro affrontando e risol- vendo nei cinque anni del suo mandato i problemi più grossi di una città che aspira a diven- tare una leader delle metropoli europee. Chi meglio di Sala, che ha saputo “fare” l’Expo, può affontare questo ambizioso obiettivo? Nel piano sono previ- sti per risanare e rilanciare le periferie 356 milioni e 200mila metri quadri (35 solo per Bovisa e Niguarda), C’è poi il milione e 200mila mq dei sette scali ferro- viari dismessi (compreso il “no- stro” Farini) che, entro il 2022, s’intende trasformare in nuovi quartieri ricchi di verde e di spazi ricreativi e culturali (vedi anche a pag. 6). Per la mobi- lità si pensa in particolare al- le metropolitane: la realizza- zione della M4, per consentire a 86 milioni di passeggeri al- l’anno di andare in dieci mi- nuti da Linate al centro, e il prolungamento a Monza del- la “nostra” M5. Intensa sarà inoltre la lotta alla povertà e all’esclusione: 35 milioni per aumentare centri per anziani, servizi territoriali, luoghi di accoglienza per senzatetto e profughi. Infine, orgogliosi del- l’Expo e delle realizzazioni del- la giunta Pisapia, a Palazzo Marino si punta a “fare” della cultura milanese un sistema all’avanguardia in Europa. Tutti i parti- colari a pag. 3. (disegno di Gero Urso) GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLA Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997 Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi). (disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30) “Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online) 32.000 COPIE DISTRIBUITE Per la vostra pubblicità su questo giornale telefonate a Flaviano Sandonà Tel/Fax/Segr. 02/39662281 Cell. 335.1348840 pag. 3

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Presentato dalla Giunta Comunale “fare Milano”,un progetto ambiziosocon significativi obiettivi su periferie, scali ferroviari, trasporti, lotta alla povertà, cultura.

geNNAIo 2017Anno 23 - n. 249

Direttore: Luigi Allori. Redazione: Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Corà, Riccardo Degregorio, TeresaGarofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria PieraBremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, SergioMaestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer,Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Andrea Bina. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).

DICEMBRE ‘16 2

DICEMBRE ‘15 98

DICEMBRE ‘15 1

DICEMBRE ‘15 11

DICEMBRE ‘16 20

DICEMBRE ‘16 1

AMIANTOTutti assolti pag. 8al processo Pirelli

TERRORISMOUcciso a Sesto pag. 2l’assassino di Berlino

MUNICIPIO 9Intervista a Indovino pag. 4Capogruppo del PD

SEVESOLo scandalo dell’ex pag. 5alveo del fiume

SCALI FERROVIARIProgetti per la Milano pag 6del futuro

FELTRINELLIAperta pag. 10la Fondazione

GIORNATA DELLA MEMORIAAll’Isola protagonisti pag. 8i ragazzi delle scuole

Solidarietà con i terremotati e i profughi

Beppe Sala: “In cinque annifaremo la Milano del futuro”

Fare alla milanese

AZorro piace prima di tuttol’intestazione del progetto:

“Fare Milano”. A fronte dellaprovincialotta (e mistificatoria)globalizzazione anglofona deivari Job Act, Spending Review,Welfare o Spread, “Fare Milano”sembra corrispondere bene allamilanesità ricca di idee pratica-bili, di forte impegno attuativo,di volontà di realizzare moder-nità. La proposta della giuntaSala è infatti di “fare” la Milanodel futuro affrontando e risol-vendo nei cinque anni del suomandato i problemi più grossidi una città che aspira a diven-tare una leader delle metropolieuropee. Chi meglio di Sala, cheha saputo “fare” l’Expo, puòaffontare questo ambiziosoobiettivo? Nel piano sono previ-sti per risanare e rilanciare leperiferie 356 milioni e 200milametri quadri (35 solo per Bovisae Niguarda), C’è poi il milione e200mila mq dei sette scali ferro-viari dismessi (compreso il “no-stro” Farini) che, entro il 2022,s’intende trasformare in nuoviquartieri ricchi di verde e dispazi ricreativi e culturali (vedianche a pag. 6). Per la mobi-lità si pensa in particolare al-le metropolitane: la realizza-zione della M4, per consentirea 86 milioni di passeggeri al-l’anno di andare in dieci mi-nuti da Linate al centro, e ilprolungamento a Monza del-la “nostra” M5. Intensa saràinoltre la lotta alla povertà eall’esclusione: 35 milioni peraumentare centri per anziani,servizi territoriali, luoghi diaccoglienza per senzatetto eprofughi. Infine, orgogliosi del-l’Expo e delle realizzazioni del-la giunta Pisapia, a PalazzoMarino si punta a “fare” dellacultura milanese un sistemaall’avanguardia inEuropa. Tutti i parti-colari a pag. 3.

(disegno

di G

ero Urso)

GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLARedazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997

Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi).

(disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30)

“Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online)

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pag. 3

Sesto: il terrorista della strage di Berlino ucciso dalla polizia a due passi dalla zona 9

Michele Cazzaniga

Giovanni Beduschi

Caro Giavannetto, lindo come un pennello intinto nel latte epulito come una tazzina di caffé non filtrato, stavolta siamo

sulla stessa lunghezza d’onda soprattutto riguardo alle cacche

dei cani che impiastricciano i nostri marciapiedi. Secondo me lepiù puzzolenti le fanno i padroni dei cani a casa e poi le semina-no nelle strade per nutrire l’asfalto e far crescere le piantine di

carta igienica. Questa brava gente dobbiamo ringraziarla.Propongo di riportare loro tulle le cacche sullo zerbino di casa.Saranno veramente contenti! (Zorro Nove)

CRONACA NERAdi Ortensia Bugliaro

Le statue dell’ospedale

Chi si reca all’Ospedale Maggiore Ca’ Granda, a Niguarda,può facilmente notare i due gruppi di sculture nel piazzale

d’ingresso che spiccano oggi ancora più di prima, perché restau-rate. Francesco Messina ha elaborato il gruppo degli Sforza(Milano del ‘400) nell’atto di donazione al Papa del bozzetto del-la Ca’ Granda (foto a destra), mentre Arturo Martini ha scolpi-to San Carlo Borromeo che consegna ai Deputati Ospedalieri labolla del perdono ovvero il documento papale che concede l’in-dulgenza plenaria (foto a sinistra). Molto presto potrebbero di-ventare due belle fontane ma, ahimè, sarà difficile trovare unmotore adatto a tale antico marchingegno. Comunque sono dueesempi scultorei che colpiscono chi li guarda!

• Asilo della Bicocca: 2 anni e 9 mesi alla maestra che mal-trattava i bimbiHa patteggiato 2 anni e 9 mesi Milena Ceres, coor-dinatrice dell’asilo Baby World Bicocca agli arresti domiciliari dal lu-glio scorso perché accusata di maltrattamenti (morsi, strattoni, urla,insulti, pugni, imboccamenti forzati, immobilizzazioni nei lettini epunizioni al buio) nei confronti di 14 bambini dai dieci mesi ai dueanni. Al patteggiamento si sono opposti, in quanto parti lese, i geni-tori di sei bambini che sarebbero stati maltrattati dalla donna. La di-fesa chiederà la revoca della misura cautelare dei domiciliari (scon-tata visto l’accoglimento del patteggiamento) e richiederà l’affida-mento in prova ai servizi sociali per fare scontare la pena alla donna.Resta indagato, invece, nella vicenda Enrico Piroddi, titolare dell’asi-lo (oggi chiuso e sotto sequestro), anche lui accusato per maltratta-menti nell'ambito della stessa vicenda.• Testi: vandali sul tram 31 vuotano l’estintore sui passeg-geri Raid notturno di quattro ragazzi, tre stranieri e un italiano,tutti intorno ai vent’anni, che, in viale Fulvio Testi, prima rigano ivetri del tram 31 con un coltello, poi davanti alle lamentele dei pas-seggeri, prendono un estintore e lo svuotano nel vagone. Quando iquattro sono scesi, però, hanno trovato una pattuglia della squadra

volante degli agenti della questura. Sono stati denunciati per inter-ruzione di pubblico servizio. (28 novembre)• Imbonati: scoperto traffico di shabooDieci arresti e seque-stro di droga per 900mila euro. La droga è stata scoperta in dueappartamenti di via Imbonati. Sei corrieri cinesi importavano lostupefacente dall’Austria e dall’Ungheria, mentre quattro filippi-ni curavano la vendita al dettaglio. Lo shaboo era confezionato invia Imbonati: a occuparsi dell’operazione era una 17enne, per ilquale il Tribunale per i Minorenni ha disposto l’affidamento in co-munità. Degli altri arrestati, sette sono stati portati in carcere, al-tri due ai domiciliari. (17 novembre)• Jenner/Nigra: scooter investe tre 91enni all’uscita della mes-sa; donna in pericolo di vita Tre anziani di 91 anni, due donne e unuomo, sono stati investiti da uno scooter in viale Jenner/Piazzale Nigra.La più grave è una delle due donne trasportata d’urgenza all’ospedaleNiguarda. I tre erano appena usciti da una vicina chiesa, dove aveva-no assistito alla messa. Dai primi accertamenti sembra che non stesse-ro attraversando sulle strisce pedonali quando sono stati investiti dal-la moto. Alla guida dello scooter c’era un uomo di 60 anni che si è fer-mato per prestare i primi soccorsi. (14 novembre)

Al Circolo Acli di Pratoitaliano per stranieri

Dal 7 gennaio 2017riprende il corso

di italiano gratuito dipreparazione al testlinguistico obbligato-rio per chi chiede il per-messo di soggiorno dilungo periodo (cartadi Soggiorno). Possonoiscriversi i cittadinistranieri che hannogià una conoscenza dibase dell’italiano. Iscri-

zioni presso il Circolo Acli Pratocentenaro di viale Suzzani 73.Per informazioni: telefonare al 3405401094.

La notte fra il 22 e il 23 dicembrea Sesto San Giovanni in piazza

Primo Maggio, davanti alla StazioneFS, gli agenti della polizia uccidono,durante un conflitto a fuoco, AnisAmri (vedi foto), il tunisino sospetta-to di essere l’artefice della strage deimercatini di Natale a Berlino, du-rante la quale ha perso la vita anchela nostra giovane connazionaleFabrizia di Lorenzo (vedi foto).Come un fantasma è apparso prima

in Stazione Centrale a Milano (vedi foto della Polizia), provenien-

te dalla Francia dopo essere scappa-to dalla Germania, poi davanti aquella di Sesto San Giovanni. E cosìl’uomo più ricercato d’Europa ha po-tuto girare indisturbato per mezzocontinente fino a quando, dopo esse-re transitato per Torino e Milano, èstato intercettato durante uno deitanti controlli messi in atto dallestraordinarie forze di polizia che ve-gliano sulla nostra sicurezza. Per maggiori particolari vedi suzonanove.com.

Lunedì 12 dicembre il sindaco Bep-pe Sala ha presentato il progetto

della sua Giunta per dare nuovo im-pulso alla nostra città. “Fare Milano”,il piano degli obiettivi di mandato finoal termine della consiliatura punta sutemi quali periferie, scali ferroviari,mobilità, welfare, cultura e infanziaper far crescere la città a una sola ve-locità, senza lasciare indietro nessunoma creando nuove opportunità e servi-zi migliori per tutti i cittadini. Ma nelconcreto di che cosa si tratta? Qualisono i punti salienti di questo manife-sto per avvicinare ancora più Milanoalle grandi metropoli europee?Tutto ruota attorno a un concetto cheBeppe Sala ha ribadito durante la pre-sentazione: “Milano pretende dal go-verno una cosa molto semplice. Unrapporto paritario. Noi siamo felici diessere traino del Paese, ma Milano vaascoltata con molta attenzione. Senzafar riferimento necessariamente al ri-sultato del referendum la gente diMilano esprime la propria voglia dicambiare. Il modello Milano vuol direaver voglia di cambiare. Noi chiediamoche qualunque governo in qualunquemomento rischi non dico di dimenti-carsi, ma di non valorizzare Milano fi-no in fondo”. E ancora: “Quello che abbiamo fatto inquesti mesi, e lo dico con una buonadose di quella umiltà che caratterizzai milanesi, sono cose importanti.Vogliamo far sì che passi l’idea di unaMilano che guarda al futuro. Il nostroprimo obiettivo è annullare il divariotra la grande Milano che suscita tantaammirazione e altre realtà. Quandoprendo il taxi a Roma mi invitano adoccuparmi di quella città, ed è una bel-la soddisfazione il modo in cui siamopercepiti. Cercheremo di rappresenta-re il grande sforzo di discontinuità chevogliamo portare avanti”.Ma vediamo un sunto di alcuni temitrattati dal sindaco e dagli assessori.

• Le periferie Attivare risorse per356 milioni di euro. Non tutti sono fon-di comunali, ci sono bandi europei, pri-vati, fondi regionali e un rapporto conAler. Il Comune sarà il regista dell'o-perazione più grande dai tempi del do-poguerra. Verranno investiti 32 milio-ni nel Galleratese, 35 milioni sullaBovisa e Niguarda, 63 milioni per ilquartiere Adriano, via Padova e Riz-zoli, 117 milioni per il Giambellino eLorenteggio, 49 milioni per Corvetto,Chiaravalle e Porto di Mare. Si trattadi due tipi di interventi, quelli a mediotermine, cioè che si concluderanno indue anni, e quelli a lungo termine, cherichiederanno tempi di cinque anni.Ma ci sono anche altri “buchi neri” nel-la città: 180 edifici e aree, private epubbliche, in stato di abbandono chedevono essere sanate a tutti i costi. Ilprimo intervento previsto è quello del-la mai finita residenza sanitaria peranziani in via Mulas, al quartiereAdriano, diventata teatro di fatti dicronaca nera.• Gli scali ferroviari “Non intendia-mo in alcun modo costruire una nuovacittà a dispetto di qualcuno. Ma conuna legge: c’è un tempo per discutere,un tempo per decidere e poi un tempoper agire. Non ci faremo tirar dentroin un discussionismo senza fine”, hapremesso Beppe Sala. I sette scali so-no punti importanti di cerniera tracentro e periferia. Oggi questo milionee 200mila metri quadri è una grandeopportunità. La discussione è statalunga visto che sono nove anni che sene parla. Il lavoro fatto in questi anninon va assolutamente sprecato. La de-libera approvata dal Consiglio comu-nale va proprio in questa direzione. Ilconsiglio ha indicato quali sono lepriorità nella trattativa con Ferroviedello Stato. Bisogna fare in modo chela vocazione ferroviaria non vengapersa, malgrado la riqualificazione: sispiega così la volontà di realizzare/

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Un progetto ambizioso ma possibileGiuseppe Sala presenta “Fare Milano”, il piano quinquennale del Comune

con gli obiettivi che riguardano periferie, scali ferroviari, trasporti, sociale e culturaAndrea Bina

completare l’anello ferroviario che cir-conderà la città di Milano. Nei prossi-mi 5/6 mesi ci sarà un’ampia discus-sione per fare sì che entro l’estate l'ac-cordo venga approvato. Gli scali ferro-viari sono il cuore del programma dirigenerazione della Giunta. Con duetappe: a gennaio 2017 ci sarà un ban-do per gli usi temporanei degli scali, epoi uno per il masterplan definitivoper far partire gli interventi tra il2019 e il 2022. Su questo tema vedil’articolo di a pag. 6.• La mobilità Milano vuole investirein infrastrutture per ottenere semprepiù integrazione tra i vari mezzi. Ilprimo impegno è completare la M4.Questa è la sfida che Milano sta viven-do e che terrà sotto pressione i milane-si e le strutture tecniche del Comuneper i prossimi anni. La M4 permetteràdi andare da Linate al centro dellacittà in 10 minuti e dal Giambellino alcentro in 15 minuti. Le stime delComune parlano di 86 milioni di pas-seggeri l’anno sulla futura linea blu.Poi c’è il tema del prolungamento del-la M5 e M1 fino a Monza che richie-derà un investimento di almeno 1,3miliardi di euro, coperti per il 60/70%dal governo. Entro il 2020 sarà in eser-cizio il prolungamento della M1 daSesto FS a Monza Bettola, mentre peril prolungamento da Bisceglie aMilano Baggio-Olmi i lavori inizieran-no nel 2021. Infine inizieranno nel2020, invece, i lavori per portare la M5(la Lilla) da Milano Bignami a Monzacittà: successivamente toccherà altratto fino all’ospedale San Gerardo.Ma nel piano mobilità c’è anche un al-largamento delle linee di superficienei quartieri: tra i progetti, una nuovalinea, la 35, fino a Cascina Merlata eBovisasca. E poi, sempre più spazio acar e bike sharing e lotta allo smog,con la creazione, nell'ottobre 2018, diuna low emission zone controllata da147 telecamere.• Interventi sul sociale Verrà rea-lizzato un piano da 35 milioni per lenuove povertà. Si passerà a 457 luoghidi presidio sociale (oggi sono 400) trabeni confiscati alla mafia, centri peranziani, servizi territoriali, luoghi diaccoglienza per senzatetto e profughi.Ma anche una casa rifugio per ragazzie ragazze omosessuali che non possonostare in famiglia. La giunta non di-mentica il campo base di Expo: qui -dove la Regione non ha voluto i profu-ghi - c’è la volontà di far nascere unvillaggio solidale. Inoltre da inizio2017 parità anche per il reddito di ma-ternità. Con tutto ciò e altro ancora laGiunta punta ad estendere il sistemadi welfare dai 24mila cittadini di oggia 50mila entro fine mandato.• La cultura Obiettivo di questaGiunta è rendere Milano città leaderd’Euro-pa. Gli esempi su come rag-giungere questo traguardo non man-

(segue a pag. 4)

MUNICIPIO 9

Stefano Indovino, capogruppo del Pd:“La Giunta Lardieri è come in letargo”

Andrea Bina

Dopo aver intervistato nei numeriscorsi gli assessori del nuovo Mu-

nicipio 9, diamo ora la parola a Stefa-no Indovino, capogruppo del Pd.Prima di tutto, la nuova struttura-zione della zona che ha portato al-la nascita del Municipio 9: funzio-na o è un mezzo pasticcio?Credo si debba accelerare nell’attua-zione di quanto previsto dal nuovo re-golamento del decentramento. Se si ri-mane in mezzo al guado, come ci tro-viamo oggi, il rischio è di annegare.I Municipi hanno senso se diventano illuogo in cui si risolvono alcuni proble-mi che oggi si perdono nei meandri de-gli uffici centrali.Fin quando non verranno trasferitetutte le deleghe previste dal regola-mento, come quelle sulla sicurezza, sul-le anagrafi, sulle manutenzioni ordina-rie, saremo più vicini al grande pastic-cio che al funzionamento ottimale.Pare di capire che in tutti iMunicipi ci siano problemi a met-tere in pratica il nuovo decentra-mento approvato, forse un po’ infretta, alla fine della precedenteamministrazione.Sicuramente aver approvato la rifor-ma in “Zona Cesarini” non ha giovato.Ritengo però, anche confrontandomicon colleghi di altri Municipi, che cisiano problemi comuni a tutti affron-tati in modo diverso. C’è chi sta lavo-rando per portare a casa risultati con-creti e chi, come nel caso del Municipio9, immagina il far politica come uncontinuo scaricabarile al livello più al-to. Bisognerebbe innanzitutto assu-mersi le proprie responsabilità e lavo-rare con gli strumenti che si hanno.E veniamo al Municipio 9. Chegiudizio politico dà a questi primimesi di lavoro della Giunta Lar-dieri? Come sono i vostri rapporticon la Giunta e con i Presidenti diCommissione?Il voto che darei è 4 e mezzo per laGiunta e 5 per la maggioranza nel suocomplesso. Abbiamo assistito in questimesi a un sostanziale immobilismo po-litico del Presidente con gli Assessori,che sembra abbiano come unico obiet-tivo politico l’inoltro delle mail dei cit-tadini agli uffici comunali. Basta scor-rere gli ordini del giorno delle convoca-zioni dell’aula per verificare quello chedico e l’assenza di un indirizzo politicochiaro. Quando ci hanno presentatoprogetti interessanti nelle commissio-ni, penso alle politiche sociali o al com-mercio, abbiamo sempre dato il nostrocontributo in termini di proposte eidee. La sensazione è che il Consiglio

cano: dopo il decennio di Barcellona e diBerlino, due città che hanno saputo inter-pretare la loro leadership a partire dallacultura, c’è ora l’opportunità di inaugura-re il decennio di Milano a partire dal 2017.I dati segnalano che Milano è al primo po-sto in Italia per occupati nell’”industriadella cultura”. La nostra metropoli è stata

definita il centro dell’arte contemporaneanel mondo ed è diventata la seconda metaper gli studenti dell’Erasmus. Tutto ciò facapire che cultura e sapere vuole anche di-re lavoro e reddito. Ma Milano ha ancoravoglia di crescere e quindi non ci si fer-merà solo ai luoghi esistenti che diventa-no sempre più sistema, ma si punterà an-che a nuovi spazi e incubatori culturali,

come la Fondazione Feltrinelli (vedi apag. 10) e un Centro di alti studi arti vi-sive al QT8. L’idea è anche quella di of-frire un calendario continuativo dieventi: da Bookcity a novembre allaPrima diffusa a dicembre, aggiungendoil nuovo Museocity a marzo e finendo, amaggio, con Pianocity. Il 2018 sarà l’an-no del Novecento italiano.

(continua da pag. 3)

sia un po’ bloccato dalla bulimia dellaGiunta, salvo le eccezioni come quelleche citavo prima.Sono giunti anche in redazione gliechi della seduta fiume del 17 no-vembre: quale era l’ordine delgiorno e perché avete assunto unaposizione che poteva sembrareostruzionistica?Fra le novità che riguardano iMunicipi è prevista la discussione diun documento unico di programmazio-ne (Dup) quinquennale. Nonostante lenostre richieste (siamo dovuti arrivarea presentare una mozione per richie-dere che si discutessero le linee di in-dirizzo della maggioranza) la Giuntalo ha approvato con grande ritardo,nell’ultimo giorno disponibile. Questoha fatto sì che, nonostante avessimopreso accordi diversi nella riunione deiCapigruppo, questo documento di 70pagine ci sia arrivato solo due giorniprima della discussione. Con l’aggra-vante che nei Municipi governati dalcentrosinistra è stato dibattuto nellecommissioni, dove possono partecipareanche i cittadini, mentre da noi si è vo-luto portarlo direttamente in aula. Lanostra unica richiesta era di rimanda-re la discussione di una settimana, co-sì da garantire a noi e alla cittadinan-za di avanzare proposte migliorative.Ci siamo ritrovati di fronte un muro.Alla faccia di chi sbandiera di volere lapartecipazione. L’unica possibilità checi è rimasta è stata entrare nel meritodi un testo scritto in fretta e furia econ una certa dose di pressapochismo,per tentare di migliorarlo.Dite che questo documento strate-gico era pieno di errori e in partecopiato... Faccio un esempio che riguarda un te-ma caro al vostro giornale. Si citano

nel testo, anche in modo approfondito,possibili utilizzi della caserma Mameliche vanno nella direzione opposta aquanto emerso nel percorso partecipa-tivo. E il paradosso è che quelle con-clusioni erano state approvate in com-missione dalla stessa maggioranza chepoi le ha rinnegate. Oppure, semprepensando all’urbanistica, non eranemmeno citata l’area di BovisaGasometri ed era liquidata in tre righeraffazzonate quella dell’ex Scalo Fari-ni. Per non parlare delle incongruenzeriguardanti il tema del Seveso, segnodi una scarsa conoscenza dei progettifinanziati da Governo, Regione e Co-mune per risolvere il problema. E poiavevano eliminato dalle eccellenze delnostro territorio la Casa della Memo-ria all’Isola. Per non parlare di com’èstato affrontato il tema della sicurez-za: mentre ci si impegna a bloccarel’arrivo di nuovi profughi nelle strut-ture del Municipio, non viene citatonemmeno il lavoro imprescindibile cheanche il Municipio può fare contro lacriminalità organizzata. Il tutto pas-sando da nomi di quartieri inventati oparrocchie e associazioni sparite finoad arrivare ad alcune frasi copiate daWikipedia.Com’è finita? Che giudizio dà diquesto primo atto politico dellaGiunta Lardieri?Quasi tutti i nostri emendamenti sonostati bocciati senza che si potesse maientrare nel merito, solo ed esclusiva-mente per permettere alla maggioran-za di votare in modo compatto, sce-gliendo la loro unità al posto dell’inte-resse dei cittadini. Hanno bocciatopersino quelli che correggevano le ine-sattezze di cui parlavo prima o quelliin cui chiedevamo maggiore collabora-zione da parte dei cittadini. Il giudizionon può che essere negativo.A fronte del muro contro muro,opposizione costruttiva e proposi-tiva o ostruzionismo?Abbiamo presentato così tanti emen-damenti perché c’erano a nostro giudi-zio molte cose da correggere e perchénon siamo stati messi nelle condizionidi lavorare. Si è trattato di un fattograve. Noi continueremo a fare il no-stro lavoro di opposizione costruttivama inflessibile. Non ci interessa il no-stro protagonismo. Vogliamo che ilMunicipio funzioni nell’interesse deicittadini. Insomma continueremo asuonare la sveglia, sperando che lasquadra del Presidente Lardieri, final-mente, esca dal suo letargo. Non bastainoltrare mail. Bisogna fare politica alservizio della comunità.

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PROBLEMI URBANISTICI

Lo scandalo dell’ex alveo del fiume SevesoCosa si aspetta a trasferire al Comune le aree delle zona Ca’ Granda-Suzzani in modo

di realizzare parcheggi per gli abitanti delle vie Val Cismon e De Angelis o per creare cortilie giardini pubblici in aree da anni in uso a privati?

Roberta Coccoli

Ne avevamo parlato due anni faesatti, nel novembre del 2014. In

quell’occasione avevamo analizzato ilproblema dell’ex alveo del fiumeSeveso per capire se le delibere delCdZ 9 venivano recepite adeguata-mente e in tempi idonei dal ConsiglioCentrale del Comune, e il risultato, co-me ricorderete, purtroppo era che mol-to spesso le decisioni del governo loca-le non venivano prese in considerazio-ne dal governo centrale.Ora siamo ancora qui a parlarnecon Emilio Brusa, del Comitato“Stop Esonda Seveso”, che richia-ma l’attenzione sul problema del-l’alveo del fiume in vista delle ulti-me normative.Stiamo parlando dell’annosa questio-ne per cui, secondo una norma nazio-nale del 1927, sono da considerarsi de-maniali tutte “le sorgenti, fluenti e la-cuali”, e anche qualsiasi canale chepossa sostituire il fiume: ne consegueche l’essere stato un corso d’acqua si-stemato o modificato nel suo regime onel suo percorso con opere artificialinon vale ad alterarne il carattere pub-blico. Secondo la delibera 252 del CdZ9, del 14/11/13, si chiedeva che unaparte dell’ex alveo del Seveso venissetrasferito dal Demanio al Comune, av-valendosi del decreto legislativo28/5/10 n° 85 (Federalismo Dema-nia-le) che permetteva, e ancora permette,a Comuni e Provincie di presentare ri-chiesta di attribuzione a titolo nononeroso dei beni di proprietà delloStato. I Comuni avevano tempo dal1/9/13 al 30/11/13 per presentare lasuddetta richiesta, e infatti la deliberadel CdZ 9, che ricordiamolo è del14/11/13, era stata presentata al Co-mune di Milano in tempo utile. Stiamoparlando di varie aree per un totale di14.300 mq, di valore pari a poco più di2 milioni di euro (2.078.957,00 euro),costituente parte dell’alveo del Seveso,in corrispondenza della Via De Ga-speris angolo Viale Ca’ Granda, prati-camente sul proseguimento della ViaDe Angelis verso Viale Suzzani, a fian-co agli hotel Ibis e Novotel, per poi pro-seguire verso Via Matteucci.A queltempo, il CdZ 9 richiedeva al Comunedi Milano di fare richiesta di questearee probabilmente per poter realizza-re parcheggi per gli abitanti delle Vie

Val Cismon e De Angelis, oppure percreare cortili e giardini ad uso dei citta-dini di quartiere, e che invece sono daanni in uso a privati; infatti la parte del-l’alveo in fianco agli alberghi (prosegui-mento di Via De Angelis) è utilizzato co-me parcheggio degli autobus in servizioagli hotel Ibis e Novotel.Quindi aree demaniali, che perlegge dovrebbero essere ad usopubblico, e sopratutto che secon-do la delibera consiliare n° 252 delnovembre 2013 potrebbero esserein gestione al Comune di Milano,risultano invece ancora in condu-zione a privati.Già la parte dell’alveo che, oltrepas-sando il Viale Suzzani, prosegue versoVia Matteucci e curva verso Sud, or-mai chiusa da un cancello privato, eutilizzata come parcheggio privato in-terno ad una Concessionaria, è stataoggetto di atto di vendita il 25 ottobre2006. In tale data infatti, il Demanioha ceduto l’area di 2.137 mq, dietrocorrispettivo economico, alla SocietàCelle S.r.l., in virtù dell’art 5 bis dellalegge 212/2003, che prevede la possibi-lità di acquisizione di una superficiedemaniale da parte di privati, ossia segià “interessate, alla data di entrata invigore della legge, dallo sconfinamentodi opere eseguite entro il 31.12.2002su fondi attigui di proprietà altrui inforza di licenze o concessioni ediliziema in assenza di espressa autorizza-zione dello Stato proprietario”.

Ci spieghi meglio, signor Brusa…Nel 2013, il Comune di Milano pre-sentò domanda per cessione gratuitadi altri tratti dell’Ex Alveo FossaInterna, ma stranamente la schedaMIB0562, relativa appunto, fra altrearee, all’Ex Alveo Torrente Seveso diVia De Angelis-Via Matteucci, non furichiesta. L’ultimo tratto della Via DeAngelis sin dal 2000 era già in pro-gramma per l’esecuzione di opere diurbanizzazione, ma i lavori si fermaro-no in quanto ci si rese conto che i trat-ti dell’Ex Alveo del torrente Seveso(deviato nel 1970), erano ancora diproprietà del Demanio Statale. Versola fine degli anni ‘90, con la nuova co-struzione dei due alberghi Novotel eIbis, questo tratto di strada è statochiuso dal 1998 al 2008 e riservato aparcheggio dei pullman degli alberghi;chiusura probabilmente abusiva, vistoche pare non risulti alcun contrattod'affitto, per cui nel 2008 hanno dovu-to riaprire la strada, ma delle opere diurbanizzazione previste non se ne èpiù fatto nulla tanto che ancora oggiquel tratto risulta quasi in stato di ab-bandono.E ora cosa può cambiare? Comemai tanta urgenza d’intervento?L’art 10 del “Decreto Milleproroghe”ha previsto la riapertura dei terminiper la richiesta di beni di proprietàdello Stato, a titolo non oneroso: leAmministrazioni locali, e quindi ilComune di Milano, fino al termine del31 dicembre 2016, potranno presenta-re domande di trasferimento di benipresenti sul proprio territorio, da valo-rizzare con progetti di recupero in li-nea con i programmi di rigenerazioneurbana e con le esigenze dei cittadini.Il che probabilmente non significache le esigenze siano quelle di la-sciarne fare uso a due alberghi…Sì, ma sopratutto è opportuna una ri-qualificazione di queste aree, che tral’altro sono anche ampie. Non c’è tem-po da perdere: ora il Comune può farerichiesta entro il 31 dicembre 2016!E noi speriamo che ciò possa esserefatto, e invitiamo il Municipio IX a ve-rificare che ciò sia eseguito.

Nella foto: Niguarda, in blu un pezzodell’ex tragitto del fiume Seveso, e suoex alveo.

• 15 dicembre: Beppe Sala, indagato per gli appalti Expo,si autosospende da sindaco.

• 20 dicembre: Beppe Sala sichiarisce con la Magistraturae ritorna a fare il sindaco.

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Scali Ferroviari: chiusa con successo la tre giorni di incontriper capire come disegnare la Milano del futuro

Anna Aglaia Bani

LA NUOVA MILANO E LA NUOVA ZONA

Si è chiusa con una partecipazione di oltre 2000 presenzela tre giorni di incontri “Dagli scali la nuova città.”, svol-

tisi allo Scalo Farini di via Valtellina 7, dedicati al dibattitosulla riqualifica degli ex scali ferroviari milanesi, ovvero co-me disegnare la Milano del futuro partendo proprio dal mi-lione e duecentomila metri quadri di aree dismesse dalleFerrovie dello Stato, di cui solo 190mila manterranno unadestinazione collegata alla loro vocazione ferroviaria. L’ini-ziativa, promossa e patrocinata da FS Sistemi Urbani, Co-mune di Milano e Regione Lombardia, iniziata il 15 dicem-bre e conclusasi il 17, ha visto la partecipazione di ConsiglioComunale, Municipi, Città Metropolitana, Aziende pubbli-che e private, singoli cittadini.Oggetto del dibattito, come da molti mesi riporta anche “ZonaNove”, la necessità di trovare possibili nuovi utilizzi per i set-te scali ferroviari non più in funzione presenti nella nostracittà e in particolare nel Municipio 9, ovvero Fa-rini (foto a de-stra), Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate,Rogoredo, San Cristoforo, per una superficie di oltre un milio-ne e 200 mila metri quadrati (vedi mappa sopra).Il convegno si è posto l’obiettivo in tempi brevi di ipotizza-re ben cinque “visioni” sulla possibile riqualifica delle aree,sulle quali un qualificato gruppo di architetti di fama inter-nazionale andrà a lavorare per il bene della città. Le propo-ste saranno presentate al Comune di Milano entro marzo;starà poi a Palazzo Marino a decidere come e in che tempiattuare le iniziative.

La storia degli scali ferroviari dismessi è presto detta: learee dismesse, di proprietà del gruppo Ferrovie dello Stato,sono distribuite lungo la linea ferroviaria che circonda laparte più consolidata della città e del cui destino si discutedal 2005. Alla fine dell’amministrazione guidata da Giu-liano Pisapia, il lungo e faticoso percorso che aveva portatoalla stesura di un accordo di programma tra Comune, Fer-rovie e Regione Lombardia si era interrotto con la sua man-cata ratifica da parte del Consiglio comunale. La nuova am-ministrazione guidata da Beppe Sala, consapevole che sul-la riqualificazione di questi immensi spazi si gioca il futu-ro di Milano, ha quindi riattivato celermente il dibattito eil 14 novembre scorso il Consiglio comunale, quasi all’una-nimità, ha approvato una delibera di indirizzo, propedeuti-ca alla stesura di un nuovo Accordo di Programma.L'incontro Istituzioni, cittadini, professionisti e imprese difine anno è il primo atto di un percorso di confronto pubbli-co sul processo di trasformazione urbana, espressamenteprevisto dalle linee di indi-rizzo approvate dal Consi-glio comunale. Diversi glispunti emersi durante la tregiorni. Innanzizitutto si èparlato di scenari per lacittà pensando a un orizzon-te temporale di ampio respi-ro. Se Milano vuole compete-re a livello internazionaledeve ripensare come saràtra 15/20 anni: una grandemetropoli regionale che rac-coglie una decina di milionidi abitanti, in cui il ruolodelle infrastrutture e dellamobilità intelligente saràstrategico per conservare l’i-dentità dei territori che lacomporranno, senza dimen-ticare che uno degli aspettidell’attrattività di Milano,che la differenziano rispettoalle altre grandi città delmondo, è il suo essere unacittà “piccola” in cui tutto èrapidamente raggiungibile,ma contemporaneamente col-legato a un’ampia rete di al-tre forti centralità.Durante il workshop si è poimolto insistito sull’impor-

tanza del coinvolgimento dei cittadini, sia aprendo il dibat-tito ai loro contributi, sia innescando fin da subito un pro-cesso di trasformazione “dal basso” mettendo a disposizio-ne le aree per usi temporanei, in attesa della realizzazionedi interventi più incisivi. Processi di questo tipo hanno da-to in altri contesti ottimi risultati ed è quindi apprezzabileche la pubblica amministrazione e la proprietà siano inte-ressate a tale percorso.Si è infine parlato degli scali come di una grande occasioneda non perdere e dell’ambizione che le trasformazioni chesi realizzeranno grazie alla liberazione di queste enormiaree siano paragonabili a quelle che nei decenni passatihanno non solo cambiato il volto di intere città (Barcel-lo-na, Berlino, Rotterdam), ma determinato le linee della cul-tura architettonica moderna.Appuntamento ai prossimi mesi per aggiornarvi sugli svi-luppi di questo importante percorso intrapreso dalla“Grande Milano”.

GLI APPUNTAMENTI DEL MESEa cura di Grazia Morelli

Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.

l SABATO 14 GENNAIOLa Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, Concerto Rock, con gli Agorà.

l DOMENICA 15 GENNAIOTeatro diP.za S. GiuseppePiazza San Giuseppe, 2

Alle 15, Tombola per le famiglie, ricchi premiper tutti i partecipanti.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Cineclub Family, Il piccolo Nicolas e isuoi genitori (L. Tirard); alle 17, ClaudeChabrol, Il fiore del male.

l LUNEDÌ 16 GENNAIOLa Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, II° Corso di danze popolari, con C.Duci.

l MARTEDÌ 17 GENNAIOTeatro dellaCoooperativaVia Hermada 4

Alle 21, Groppi d’amore nella scuraglia, di T.Scarpa, con E. Arrigazzi, musiche di A.Negruzzo, Fino al 22/1.

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 20.30, Danza su ghiaccio, LoSchiaccianoci On Ice.

Sala FontanaVia Boltraffio 21

Alle 20.30,Miseria e Nobiltà, da E. Scarpetta,scritto da M. Sinisi con F. M. Asselta, regia M.Sinisi. Fino al 29/1.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Film d’Archivio, Il silenzio è d’oro (R.Clair); alle 17, Grazie per la cioccolata (C.Chabrol).

l MERCOLEDÌ 18 GENNAIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 17, Film d’Archivio, Notte senza fine (R.Walsh).

l GIOVEDÌ 19 GENNAIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Film d’Archivio, Gli uomini sono ne-mici (E. Giannini).

l VENERDÌ 20 GENNAIOCentro Culturaledella CooperativaVia Hermada 14

Alle 21, Incontri con i protagonisti alTeatro della Cooperativa di NO. Storiadi Franca Viola.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Claude Chabrol, L’innocenza del pec-cato: alle 19, Madame Bovary(C. Chabrol); al-le 17, Film d’Archivio, The World Parade, do-mentario sulle Hawaii; a seguire Legittimadifesa (H. G. Clouzot).

l SABATO 21 GENNAIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 17, Film d’Archivio, Ave Maria (F.Cerchio); a seguire Le catene della colpa (J.Tourneur); alle 19, Donne facili (C. Chabrol).

Teatro diP.za S. GiuseppePiazza San Giuseppe, 2

Alle 21, Pieren ul busin, rilettura in 2 atti di“Ambrusin al busin de la Martesana”, di A.Peducci, regia di L. Corno.

l DOMENICA 22 GENNAIO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Cineclub Family, I Croods (K. DeMicco, C. Sanders); alle 17, Bellamy (C.Chabrol).

l MARTEDÌ 24 GENNAIOTeatro degliArcimboldi

Alle 21, Musica Contemporanea, Ezio Bossoin “The 12th Room”.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Claude Chabrol, Stéphane, una mo-glie infedele; alle 17, Film d’Archivio, La Cittàdel Vaticano (R. Marcellini); a seguire Forzabruta (J. Dassin).

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 17, Carole Lombard, L’impareggiabileGodfrey (G. La Cava).

l GIOVEDÌ 26 GENNAIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 17, Film d’Archivio, Il miracolo della 34ªStrada (G. Seaton).

l VENERDÌ 27 GENNAIO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Carole Lombard, Il signore e la signo-ra Smith (A. Hitchcock); alle 17, La damigel-la d’onore (C. Chabrol).

Centro Culturaledella CooperativaVia Hermada 14

Alle 20.30, Giornata Mondiale della Me-moria, mostra Terezìn un insediamentomodello; alle 21, Vita di Erika, lettura diE. Galli; segue il film Train de vie - Un tre-no per vivere, di R. Mihaileanu, dialoghiitaliani di M. Ovadia.

La Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, Serata danzante, a cura dell'Ape.

l SABATO 28 GENNAIOLa Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, Concerto Rock prog, con G. FicoPiazza (ex Pfm).

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 20.30, Danza,Roberto Bolle and Friendscon R. Bolle, E. Vostrotina, C. Bauch

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Film d’Archivio, L’ultimo Sciuscià(Gibba); a seguire Il pirata (V. Minnelli);alle 17, Carole Lombard, Nulla sul serio(W. A. Wellman).

l DOMENICA 29 GENNAIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 15, Cineclub Family, Alla ricerca di Dory(A. Stanton, A. MacLane); alle 17, CaroleLombard, Vogliamo vivere! (E. Lubitsch).

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 4

Alle 21, I me ciamava per nome: 44.787 -Franco Parenti - Risiera di San Sabba, testoe regia Re. Sarti; con N. Ramorino, E. Rossi,R. Mola, R. Sarti, brani musicali di A.Lacosegliaz, M. Ovadia. Fino all’1/2.

l MARTEDÌ 31 GENNAIOTeatro dellaCooperativaVia Hermada 4

Alle 21, No. Storia di Franca Viola, di C.Boscaro, con S. Urban regia A. Gennari. Finoal 5/2.

Immagini di Franco Massaro

Visti e fotografatiGelsomino invernale Gelsomino estivo

mediocre discreto bello imperdibile

FILMS IN ONAVisti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca

Dal 5 gennaiotanti altriincredibilisconti…

Vieni a trovarciTi aspettiamo!!!

La felicità di Florence• Sing ( )Genere: Animazione. Regia: Garth Jennnings. Anno: 2016. Inun mondo simile al nostro il koala Buster Moon è un proprietario di un tea-tro ormai caduto in disgrazia. Per risollevarlo Buster decide di produrre lapiù grande competizione canora. I concorrenti: un topo, una piccola elefan-tina, una maialina, un giovane gorilla ed una porcospina. Per ognuno lacompetizione sarà l’occasione per cambiare la propria vita.• The Entertainer ( )Genere: Drammatico. Regia: John Osborne.Cast: Kenneth Branagh, Sophie McShera, Jonah Hauer-King, GretaScacchi. Anno:2016. Sullo sfondo del dopoguerra britannico viene evocatolo squallore delle antiche sale da musica e le sue maschere. • Miss Peregrine ( )Genere: Drammatico. Regia: Tim Burton. Cast:Allison Janney, Samuel L. Jackson, Asa Butterfield, Ella Purnell, ChrisO’Dowd, Terence Stamp, Judi Dench. Anno:2016.Quando il nonno lascia aJake indizi su un mistero che attraversa mondi alternativi, il ragazzo si ri-troverà in un mondo magico noto come La Casa per Bambini Speciali diMiss Peregrine. Il mistero si infittisce quando Jake conoscerà gli abitantidella casa, i loro poteri speciali ed i potenti nemici. • Florence ( ) Genere: Drammatico. Regia: Stephen Frears. Cast:Meryl Streep, Hugh Grant, Rebecca Ferguson, Simon Helberg. Anno: 2016.Nella New York degli anni ’40 l’ereditiera Florence Foster Jenkins è unaprotagonista dei salotti dell’ alta società. Appassionata di musica classica egenerosa mecenate, con l’aiuto del marito manager, Florence intrattiene l’e-lite cittadina con performances canore. Il problema è che quella che per leiè una voce meravigliosa è invece, per chiunque l’ascolti, orrendemente ridi-cola. Protetta dal marito e da chi le sta accanto Florence non saprà mai laverità fino a quando non decide di esibirsi alla Carnegie Hall. • Rogue One ( ) Genere: Fantastico. Regia: Gareth Edwards. Cast:Alana Tudyk, Ben Mendelsohn, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed, Felicity JonesDonnie Yen, Forest Withakeer, Diego Lunsa. Anno: 2016.Un improbabilegruppo di eroi, in un periodo di conflitto, intraprende una missione per sot-trarre i piani della più potente arma mai ideata dall’ Impero, la Morte Nera.Questo evento spingerà persone ordinarie ad unirsi per realizzare impresestraordinarie. Collaterale alla Saga Star Wars.• Mister Felicità ( ) Genere: Commedia. Regia: Alessandro Siani.Cast: Alessandro Siani, Diego Abatantuono, Carla Signoris, Elenca Cucci,Cristiana Dell’Anna. Anno: 2016. Il giovane napoletano Martino vive inSvizzera dalla sorella Caterina. Un imprevisto costringe all’immobilitàCaterina che ha anche bisogno di cure costosissime. A Martino non restache lavorare al posto della sorella come uomo delle pulizie presso un men-tal coach specializzato nello spronare le persone. Durante l’assenza del dot-tore Martino si finge suo assistente seguendo una paziente, famosa campio-nessa di pattinaggio, che dopo una brutta caduta sul ghiaccio ha perso com-pletamente fiducia in sé stessa. • Assassins Creed ( )Genere: Fantastico. Regia: Justin Kurzel. Cast:Brendan Gleeson, Marion Cotillard, Michael Fassbender, Jeremy Irons,Ariane Labed, Michael Kenneth Williams, Brian Gleeson. Anno: 2016.Grazie ad una tecnologia rivoluzionaria in grado di sbloccare I ricordi gene-tici, Callum Lynch sperimenta le avventure di un suo antenato spagnolodel XV secolo scoprendo di discendere da una famosa seta, gli Assassini.Con le conoscenza accumulate Callum sfiderà una potente e crudele orga-nizzazione Templare dei giorni nostri.• Collateral Beauty ( )Genere: Drammatico. Regia: David Frankel.Cast: Naomie Harris, Michael Pena, Kate Winslet, Keira Knightley, HelenMirren, Will Smith, Edward Norton, Enrique Murciano, Kylie Rogers.Anno: 2016. A seguito di una tragedia personale, un importante dirigentedi New York vive la propria vita senza alcun entusiasmo. A quel punto al-cuni suoi amici escogitano un piano drastico per evitare che perda interes-se in ogni cosa. Spingendolo al limite lo costringono con modi umani eprofondi a confrontarsi con la realtà.

Morti d’amianto: assolti gli imputatiCosa succede al Tribunale di Milano?

Michele Michelino

NOTI IE

Operai morti peramianto: il 19

dicembre assolti inove manager im-putati nel processoPirelli bis. Ancora una volta peril tribunale di Milanonessuno è colpevoledella morte e delle le-sioni gravissime per i28 casi di operai mor-ti o ammalatisi a cau-sa dell’amianto, chehanno lavorato negli stabilimenti milanesi del-l’azienda tra gli anni 70 e 80. L’ha deciso il giu-dice della V Sezione Penale, Anna Maria Gatto,che ha assolto i nove manager Pirelli accusatidi omicidio colposo “perché il fatto non sussiste”e per “non aver commesso il fatto”.Una decisione definita “antioperaia” dal Comi-tato per la Difesa della Salute nei Luoghi diLavoro, parte civile nel processo insieme aMedicina Democratica, l’Associazione Italia-na Esposti Amianto e la Camera del Lavoro(Cgil) perché, andando anche contro la periziadel consulente nominato dalla stessa giudice,ha sancito l’impunità per i responsabili dellamorte di 28 lavoratori.Alla lettura della sentenza i presenti hannogridato ripetutamente “vergogna” e dopo leproteste in aula, alcune decine di persone, vit-time e solidali, hanno sfilato per i corridoi delPalazzo di Giustizia con due striscioni, uno cherecitava “gli operai sono stati uccisi due volte:dai padroni e dai giudici” e un altro che ricor-dava le vittime del profitto. Ancora una volta la verità storica è stata diver-sa da quella giuridica. Le testimonianze deglioperai nel processo, dell’Asl, dei consulenti delpm Ascione, e di quelli delle parti hanno am-piamente ricostruito e dimostrato la verità sto-rica delle condizioni di lavoro alla Pirelli e del-le ragioni di tutte queste morti a causa dell’ina-lazione delle fibre di amianto presenti neglistabilimenti milanesi tra la fine degli anniSettanta e l’inizio degli anni Ottanta, l’inesi-stenza di protezioni adeguate e di tutele an-tinfortunistiche e di protezione della salute. Tuttavia ancora una volta la verità giuridica,

in un paese che contapiù di 1.000 morti l’an-no sul lavoro (4.000 al-tre provocate solo dal-l’amianto e altre deci-ne di migliaia di ma-lattie professionali) èstata un’altra. Leaziende devono potercontinuare a produr-re senza lacci e lac-ciuoli e le morti ope-raie non devono esse-re un costo, neppure

giudiziario. I processi giunti a sentenza con leassoluzioni dei padroni e manager alla Pirellicome all’Enel, alla Franco Tosi o alla Fibronitdi Broni non sono di buon auspicio per i proces-si in corso alla Breda/Ansaldo di Viale Sarca,all’Alfa Romeo, al Teatro alla Scala, dove l’a-mianto era persino nel sipario, e in Atm, dovela fibra rivestiva le pareti dei depositi e le vol-te delle gallerie della metropolitana. Affermano il Comitato per la Difesa della Sa-lute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio e leassociazioni: “Noi non ci fermeremo. Non accet-tiamo che la legge sia sempre con i padroni; an-che se sappiamo di vivere in un paese dove lalegge è di classe, noi continueremo a lottareperché vogliamo giustizia, una giustizia verache dica chi e perché ha ucciso questi operai enon fermeremo la nostra lotta finché i respon-sabili di questo genocidio non saranno fermatie puniti. Questo non riporterà in vita i morti enon guarirà il dolore dei loro familiari e dei ma-lati ma senz’altro ne eviterà altri”. L’amianto non è un problema del passato, madel presente e del futuro e lo ricorda ogni gior-no la lista degli ex lavoratori e cittadini che siammalano e muoiono. L’amianto non è solo unproblema giudiziario ma ambientale, sociale,medico. La bonifica del territorio, dei luoghi dilavoro e degli stabili contenenti manufatti diamianto va avanti molto a rilento mentre levittime dell’amianto continuano ad ammalar-si e morire aspettando una giustizia che nonarriva mai. In Italia, secondo stime del mini-stero dell’ambiente, ci sono ancora 32 milionidi tonnellate d’amianto solo per quello che ri-guarda i tetti di Eternit.

Isola: la Giornata della Memoriainterpretata dai ragazzi affinché l’orroredei campi di sterminio non torni mai più

Beatrice Corà

Il 27 gennaio, alla Casa della Memoria di viaConfalonieri, l’Associazione Nazionale exDeportati nei Campi di Concentramento(Aned) presenterà un programma ricco dicontenuti, al fine di conservare per le nuo-ve generazioni la memoria della Shoah, pe-riodo tragico della storia del nostro Paese edell’Europa, affinché simili eventi non ac-cadano mai più. Mi intrattengo con la professoressa SilviaGirolami, selezionata per la regione Lom-bardia a seguire un corso di formazione perinsegnanti sulle nuove metodologie pedago-giche per affrontare il tema della Shoahnelle scuole. La professoressa mi spiega che“il seminario si è svolto presso lo YadVashem di Gerusalemme, la più importan-te istituzione a livello mondiale che, dal1953, si occupa di ricostruire le storie di ol-tre 6 milioni di ebrei vittime dell’ideologianazista e fascista, morti nei campi di con-centramento e di sterminio durante la se-conda Guerra Mondiale.Dopo aver visitato i luoghi, in 8 giorni, hocapito che il sapere non ha confini e chedobbiamo essere noi i primi a voler aprirele frontiere dell’intelligenza e del cuore”. (Eciò che dice mi riporta al mio pellegrinaggioin Terra Santa, Giordania, Sinai del 1993,un’esperienza unica di crescita interiore.) Epoi prosegue: “Credo nella forza, nella po-tenza dirompente e universale della parola,la insegno ai miei studenti, affinché tuttiloro, prima o poi, la incontrino, la leggano,la scrivano, la promuovano”. È proprio la prof.ssa Silvia Girolami che,assieme alle colleghe di religione, musica,italiano e storia e alla sua II D (vedi foto)dell’I.C. Luigi Galvani plesso via Fara, inoccasione della Giornata della Memoriapresenterà, il 27 gennaio dalle 9 alle 12, la“Staffetta della Memoria”, una rappresen-tazione toccante, con alcune classi della pri-maria e secondaria dell’istituto che saran-no fruitrici e allo stesso tempo anch’esse at-trici della narrazione, dedicata al ricordo

delle persecuzioni razziali attraverso la let-tura e/o interpretazione di brani di prosa,poesia, salmi e brani della Bibbia, accompa-gnati da sottofondi musicali, rumori e im-magini proiettate. Nel corso dellla mattina-ta la “Staffetta” verrà passata ad altri testi-moni in modo da coinvolgere gli alunni diuna terza media e di una quinta elementare(la tragedia vista con gli occhi dei bambini).Il tutto ripreso da una videocamera in mododa renere disponibile per tutte le scuole del-la Lombardia le rappresentazioni come unapiattaforma di base sulla Shoah e sulla sto-ria del XX secolo: “Dobbiamo sentire tutti laresponsabilità di portare avanti questo di-scorso per non dimenticare mai!”Poi, per avere notizie sul pomeriggio del 27gennaio, incontro la dr.ssa Lucia Tubaro, re-sponsabile del progetto di Aned, che così miillustra: “L’avv. Loner di Bolzano, collezioni-sta di libri, tempo fa, ha trovato in Germa-nia, tramite il catalogo di un antiquario, l’e-dizione originale (in francese) del libroBuchenwald (ovvero foresta di faggi) 1943-1945 e si è talmente commosso che ha deci-so di rieditarlo in italiano con la partecipa-zione di Cierre Edizioni e Aned. Buchen-wald è stato tra i più terribili campi di con-centramento in cui la maggioranza dei dete-nuti erano antifascisti e dissidenti politici ditutta Europa (i famosi triangoli rossi)”. Nelvolume, che sarà presentato da DarioVenegoni, presidente Aned, e da MaurizioZangarini, direttore dell’Istituto Veroneseper la Storia della Resistenza e dell’EtàContemporanea, sono raccolti disegni, contraduzione italiana dei testi francesi, e unricco apparato di saggi. Nel drammatico ci-clo di disegni, presi dal vivo, c’è tutto l’infer-no concentrazionario nazista.Questi tratti a matita dovevano rimanere nellastoria per non essere dimenticati, e i detenutirischiavano la vita per consentire ai due autori- Auguste Favier e Pierre Mania, sopravvissutiagli orrori - di disegnare tutte le barbarie subi-te dei carnefici. Un documento artistico di granvalore in cui i due autori sono stati testimonidelle atrocità quotidiane di ogni tipo commessidai nazisti nei lager.I due artisti detenuti scrivevano sempresotto ai disegni per raccontare ciò che acca-deva. L’albero di Goethe (in copertina) veni-va usato per le impiccagioni (si vede la cor-da che pende), grande albero scheletricoche, secondo una profezia, avrebbe segnatola fine del III Reich come, poi, è accaduto ef-fettivamente. L’albero, piccoli frammentiesistono nel museo, doveva essere il ricordodel grande poeta ed era stato lasciato dainazisti al centro del campo di concentra-mento. A questo punto come non ricordareciò che scrisse Primo Levi: “Fa che il fruttoorrendo dell’odio, di cui hai visto qui le trac-ce, non dia nuovo seme, né domani né mai”.Ed ancora: “L’opposto del bene non è il male,ma è l’indifferenza”. E infine come dimenti-care la frase del film “Schindler’s list: “Chisalva una vita, salva il mondo intero.”?

L’ingresso è gratuito ma sarà opportuno pre-notare allo 02/683342. La rappresentazioneverrà riproposta per gli adulti il 23 febbraio,dalle 17 alle 18,30, sempre presso la Casadella Memoria, via Confalonieri 14.

APPUNTAMENTI CULTURALI/1

a cura di Luigi Luce

Al Centro Culturale dellaCooperativa teatro, cinema,computer e libri elettronici

Il Centro Culturale della Cooperativa (Via Hermada 14 -02/66114499) inizia la stagione con due incontri ravvicinaticollegati a date particolari del gennaio. Il 20 gennaio, il primo,frutto di una collaborazione con il Teatro della Cooperativa,con la presenza al Centro Culturale della Compagnia teatraleLattOria, per parlare di un fatto di cronaca che molti ricorde-ranno. Alcamo 1965: una ragazzina che in una Sicilia di altritempi rifiuta il matrimonio riparatore. Poi la stampa naziona-le, la televisione, il lieto fine e poi? Una chiacchierata suFranca Viola, sulla sua scelta del silenzio e sull’appassionantericerca di documenti d’epoca, in preparazione dello spettacolo“NO. Storia di Franca Viola” in cartellone al Teatro dellaCooperativa dal 31 gennaio al 5 febbraio. Il secondo appuntamento ha una data inderogabile: 27 gen-naio, Giornata mondiale della Memoria. Una serata a tuttotondo in cui sarà nuovamente esposta la mostra dedicata aibambini di Terezìn, un lager di transito esibito dalla propagan-da nazista come “insediamento modello”. Una vicenda poco no-ta ricostruita grazie ai documenti conservati nel MuseoEbraico di Stato di Praga. Seguirà, affidata ad Elena Galli, lalettura di alcune pagine del libro “Storia di Erika”, mentre ilclou della serata sarà affidato alla proiezione del film “Trainde vie - Un treno per vivere -” di Radu Mihaileanu con gli stre-pitosi dialoghi in italiano di Moni Ovadia. Originalità narrati-va e umorismo yiddish per un piccolo/grande film, drammati-co e commedia allo stesso tempo. • Ritorna la Palestra informaticaUtenti a livello “zero”: dopoil corso di ottobre, riparte a febbraio il secondo ciclo di lezioni de-dicato agli utenti che non hanno nessuna conoscenza o scarsissi-ma conoscenza del computer. (info/iscrizioni 02/66114499).• Utenti amanti della lettura, per voi si sta organizzandoun seminario dedicato ai libri digitali “e-book”. Cosa sono, qua-li i vantaggi, come acquistare e utilizzare un e-book reader. Inbreve, verrà svelato tutto sulla lettura digitale, con possibilitàdi esercizi pratici a fine seminario.

Musica al Blue Notee al Pavilion

La Cineteca del Miccompie 70 anni

Al Teatro della Cooperativa campi di sterminio, groppi d’amore e donne “disonorate”

• Dal 17 al 22 gennaio il Teatro della Cooperativa(via Hermada 4) presenta Groppi d’amore nella scu-raglia, di Tiziano Scarpa con Emanuele Arrigazzi (vedi fo-to sopra), musiche originali di Andrea Negruzzo. EmanueleArrigazzi è irresistibile. Si immerge nei larghi pantaloni del-la sua maschilità e la rende umanissima. Travolgente e im-petuoso fa spalancare le risate degli spettatori e li conficcanelle profondità della commozione. Riesce a rendere tutto co-sì naturale, come se la cialtroneria e la sgangheratezza diScatorchio venissero fuori spontaneamente. In realtà è l’ar-tista-attore che le ottiene con la sua raffinatezza, attingendoa quella parte selvaggia dell’animo maschile che abbiamotutti, ma che ci dicono sia meglio non tirare fuori.• Dal 29 gennaio al 1° febbraio va I me ciamava pernome: 44.787 - Franco Parenti - Risiera di San Sabba,testo e regia di Renato Sarti da testimonianze di ex depor-tati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon, brani musica-li di Alfredo Lacosegliaz e Moni Ovadia, con l’alto patrona-to del Presidente della Repubblica. Spiega Renatio Sarti:“Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risieradi San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia muni-to di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime).Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopo-

guerra le voci, a volte inquinando le prove, di quanto accad-de poco più di settant’anni fa. Invece “credo che ogni perso-na dovrebbe sapere e non dimenticare” come afferma unodei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nel-la speranza che, in nome dei valori che ispirarono laResistenza e la lotta di Liberazione nazionale, la memoriastorica di quel passato possa fare da argine, oggi, contronuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fa-scisti e xenofobi.”• Dal 31 gennaio al 5 febbraio è la volta di No. Storiadi Franca Viola, di Chiara Boscaro, con Sara Urban,regia di Alessia Gennari. Siamo ad Alcamo, Sicilia. È il1965. il giovane mafioso Filippo Melodia chiede a FrancaViola (vedi foto sopra), diciassettenne figlia di un mezza-dro, di sposarlo. La risposta è no. Filippo Melodia allora ra-pisce Franca, la violenta, e la riporta a casa disonorata. Persalvare Franca dal destino che spettava a coloro che eranostate disonorate - povertà, solitudine, vergogna - Filippo sioffre di sposarla. Un matrimonio riparatore per riscattarel’onore di Franca ed estinguere i reati di Filippo (tra gli al-tri, sequestro di persona e stupro). Così prevedeva l’artico-lo 544 del codice penale. Ma la risposta di Franca è ancorano. Un NO che farà la storia.

• Lorenzo Tucci, batterista di fama internazionale (foto a sini-stra), ha presentato al Blue Note con il suo trio (Luca Man-nutzaal piano, Luca Fattorini al basso) il suo ottavo lavoro discografico“Sparkle” (ed. Jando Music). Per l’occasione si è unito al trio iltrombettista Flavio Boltro. Un lavoro discografico e un concertodavvero interessanti, con brani originali di Tucci e due preziosiomaggi a due giganti della musica internazionale: Sting e il com-pianto Pino Daniele. Un concerto dove le doti di performer ed an-che di compositore di Tucci sono emerse in maniera lampante.• Due eventi unici al Pavilion hanno concluso la rassegna “Jazzal Pavilion” iniziata ormai quindici mesi fa. Due serate in cui se-dici dei trenta artisti che hanno partecipato alla rassegna si so-no alternati sul palcoscenico suonando pochi pezzi ciascuno, siasingolarmente ma anche insieme, per la gioia del pubblico sem-pre partecipe ed entusiasta. Dado Moroni, Fabrizio Bosso, FabioConcato, Enrico Pieranunzi, Chiara Civello sono solo alcuni de-gli artisti che hanno animato le due serate (nella foto a destraChiara Civello e Frabrizio Bosso). (Stefano Parisi)

La Casa di Alex, lo storico locale di Prato dove regnanoRock, Blues, Jazz, i Canti gospel e popolari

Michele Cazzaniga

Incontriamo il presi-dente Roberto Medo-lago per avere in brevela storia del locale di viaMoncalieri.Si è passati dal mitico

Circolo Ancora alla Casa di Alex...Una dozzina di anni fa sulle ceneri delCircolo familiare Ancora nasceva l’As-sociazione Culturale “Alex Etalex Etxea -La casa di Alex”. Molti ancora oggi michiedono il significato di questa deno-minazione e chi è Alex. Il cambio di de-nominazione, da Circolo fami-liare ad Associazione Cultu-rale, fu dovuto a una decisio-ne concordata tra la Coope-rativa Edificatrice di Prato-centenaro, proprietaria del-l’immobile, e l’allora Pds (Par-tito democratico di sinistra,ndr). L’obiettivo era creare, inperiferia, un luogo di aggrega-zione per gli abitanti della zo-na. Bisognava quindi deciderea chi intitolare l’associazionee la scelta non richiese moltadiscussione: l’associazione sa-rebbe stata intitolata ad AlexIriondo, esponente di spiccodel Pds, prematuramente scom-parso dopo una lunga malat-tia. Per completezza di infor-mazione Etxea (si pronunciaecea, ndr) significa casa inlingua basca e quindi va da sé l’affian-camento tra la dizione basca e quellaitaliana. Le origini di Alex erano ba-sche ed è appunto per questo che il lo-go dell'associazione riproduce la ban-diera basca. Inoltre, a puro titolo dicronaca, un motivo aggiuntivo per de-dicare l’associazione ad Alex Iriondo fu

la sua presenza in questa zona fin daquando era un giovane studente delXII Liceo ora Russell.Il 2016 è ormai in soffitta: com’è anda-ta per la Casa di Alex? Quali sono lepiù importanti iniziative realizzate?Anche il 2016 è stato un anno ricco disoddisfazioni. Le attività tradizionalidella casa di Alex hanno mantenutol’apprezzamento dalla cittadinanza; lascuola di ballo e i corsi di ginnasticadolce mantengono un buon numero dipartecipanti tanto è vero che ultima-

mente sono stati aggiunti dei corsi. Inmerito poi agli eventi proposti e orga-nizzati dall’associazione devo consta-tare il crescente interesse per il gene-re musicale Rock Prog. Grazie alla col-laborazione dell’amico Cataldi, diret-tore artistico di questo genere musica-le, proponiamo eventi musicali di alto

livello che coinvolgono anche artististranieri. La partecipazione a questiconcerti richiama spettatori da ogniparte del nostro Paese e la partecipa-zione è altissima. Proponiamo anchealtri generi musicali, Concerti Blues,Jazz e a volte ospitiamo gruppi chepropongono un repertorio relativo a unparticolare periodo o autore, per esem-pio musica anni ‘50, anni ‘70, oppurecanzoni dei Beatles. Abbiamo ancheproposto cori (Gospel, Musica sacra),gruppi che propongono Canti popolari,

anche dialettali.L’Associazione organizza infineeventi che hanno lo scopo di rac-cogliere fondi per associazioni be-nefiche ad esempio Emergency.E per quanto riguarda il2017? Quali attività consoli-date verranno mantenute equali verranno introdotte?Per l’anno appena iniziato con-fermeremo tutte le attività ag-gregative in essere, in merito poiai concerti stiamo contattandoartisti, anche stranieri, per man-tenere l’alto livello qualitativoproposto nel 2016 per quanto ri-guarda il rock Prog. Ma voglia-mo anche continuare a propor-re altri generi musicali. Certodovremo impegnarci di più peraumentare le forme di comuni-cazione in modo da dare una

maggiore diffusione a tutti i nostri ap-puntamenti musicali. Continueremoanche a proporre conferenze su temi diattualità e con il programma “Cineste-sia”, un progetto cui abbiamo da pocoaderito che propone film muti deglianni 20 con accompagnamento musi-cale dal vivo.

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Alla Trattoria “Angolo-Milano”, di Via Boltraf-

fio 18, in Zona Isola, i nomidei piatti sono quelli dellestrade di Milano, sopratuttodel quartiere, e persino i ta-voli hanno una storia: “Que-sto grande tavolo in legnorustico, lo abbiamo ritrovatoin un vecchio magazzino”, cidice il titolare Giorgio Che-odarci. Il locale è ampio, con3 diversi ambienti specifici: ilpiano terra, con tavoli in le-gno massello, sedie in paglia,e pavimenti pure in legno,sparsi in un’ampia sala, conun angolo “book crossing” al-l’ingresso. Al piano interrato,invece, c’è la “norcineria”con un bancone pieno di sa-lumi e tavoli realizzati congrosse botti in legno e, pas-sando un arco, si entra inuna caratteristica taverna,con soffitti a volte in matto-ni a vista, con in fondo un vecchio pianoforte nero.“AngoloMilano”, aperto circa 8 anni fa, si trova da-vanti al Teatro Fontana, proprio all’angolo fra le vieBoltraffio e Civerchio, offre pasti caratteristici e akm zero, come ossibuchi e risotto giallo, gnocco frittoe salumi, cotolette alla milanese e vino, e anche quel“quid” in più rappresentato dagli eventi. E per orga-nizzare questi speciali appuntamenti, Giorgio si faaiutare dall’amica Barbara, che ogni volta si inven-ta nuove idee: non solo “food”, insomma!“Mi piace pensare che “AngoloMilano” possa essereun amplificatore di cultura” ci spiega Barbara, “Quiogni mese cambiamo abito, cambiamo evento e ve-stito: questo un luogo anche per l’arte e gli artisti, in-fatti le pareti sono libere, perché si vuole che sia l’ar-te a riempirle di colore, materia, emozione. Qui c’è unposto dove mettere la tua arte, ma un’arte fruibile atutti. A me fa piacere se qualcuno, mentre mangia,vede le opere esposte dei nostri artisti; opere che pos-sano dare anche spunto per parlare di un argomen-to legato alle opere. Noi non facciamo pagare gli ar-tisti per esporre. Creiamo contaminazioni: qui gli ar-tisti possono lanciare le loro opere e anche il locale

ne guadagna in bellezza.” E in-fatti alle pareti, variopinti ecuriosi quadri illuminanol’ambiente: sono le opere delpittore novarese Libero Greco,che esporrà fino al 14 gennaio.Una mostra dissacratoria diuna politica corrotta con ri-tratti di personaggi più o me-no riconoscibili, donnine in ve-stiti succinti, volti rappresen-tati da simbolici deretani.• L’arte di AChryliko Se-guirà poi la mostra di Chri-stian Sacchi, in arte “AChry-liko”, giovane artista degno dinota, con la sua personale“R3cycled Art”, che della suaarte dice che “qualsiasi ogget-to, una volta sfruttato per ilconsueto utilizzo, può avereuna seconda e più dignitosaesistenza; questo è ciò che cer-co di rappresentare nei mieilavori e, oltre all’ispirazioneche per tutti gli artisti ha un

ruolo fondamentale, la quotidiana ricerca di nuovimateriali ha un’importanza che può influenzare l’i-spirazione stessa” (a fianco un quadro dell’artista).Barbara ci spiega: “Oltre le mostre c'è una collabora-zione col teatro Fontana per cui con 15 euro ci si puògustare spettacolo e aperitivo. Poi collaboriamo conaltre persone, come per esempio con Melody Fox,una dj americana, che propone, il primo giovedì diogni mese, aperitivi in inglese. Con Sara Spadone,invece, che ha un atelier di moda all’Isola, abbiamoorganizzato una sfilata con modelle del quartiere, econ Fabiola, maestra pastaia umbra, c'è la “serata dimattarello” che propone laboratori di “Mani in pa-sta... fresca”, per preparare ravioli e tagliatelle.Promuoviamo presentazioni di libri e vorrei invitarequi anche urbanisti per parlare dei nostri spazi aMilano, della nostra città, o ospitare anche giovanilaureati ad illustrare le loro tesi di laurea, che a vol-te prendono tanto tempo e lavoro, per poi essereesposte una volta e poi mai più: vorrei dare anche aloro l’occasione di farsi conoscere...”.Informazioni: “AngoloMilano”, via Boltraffio 18,www.angolomilano.com.

APPUNTAMENTI CULTURALI/2

a cura di Luigi Luce

Un’esplosione di fantasiae grande tecnica nei

Calendari dei giovani graficiTeresa Garofalo

“Il libro nel passato, presente e futuro dell’uomo”: questo il te-ma del “Concorso per la creazione del calendario 2017 -Premio Giuseppe Musmeci” lanciato lo scorso anno dall’Asso-ciazione Culturale Studi Grafici di Milano con sede in via B.Crespi 30. Nato nel 1999 per promuovere la cultura grafica, ilconcorso a carattere nazionale e giunto alla sua 17° edizione èintitolato alla memoria di Giuseppe Musmeci, che non è solostato un grande esponente della cultura grafica contemporanea,ma è anche il creatore di Fontegrafica, una delle nostre aziendepiù prestigiose, punto di riferimento a livello internazionale perquanto riguarda la stampa di qualità. Non facile il compito dei giovani allievi chiamati a creare un ca-lendario di 12 tavole, una copertina e un colophon perfettamen-te coerenti tra loro, realizzati secondo precise regole di stile e dipresentazione in sintonia al tema proposto. Tuttavia i 42 calen-dari, prodotti dagli studenti di 9 scuole di varie città italiane, so-no stati tutti “armoniosi ed equilibrati” come ha dichiaratoAngelini Alessandra, docente di grafica d’arte all’Accademia diBrera presente alla premiazione lo scorso 12 novembre. Dieci glialunni segnalati e premiati. Il primo classificato risulta FavaroPietro, sedicenne dello Cnos Fap Centro Colle Don Bosco, men-tre Fabiana Canamero, dell’Istituto Pavoniano Artigianelli diMilano grazie ai voti espressi attraverso la rete, si è assicuratail 1° premio web. Soddisfatti le personalità del mondo grafico e lo stesso SimoneSpagnolo, giovane presidente dell’Associazione Culturale, emo-zionati i docenti e i ragazzi. L’appuntamento è per il prossimoanno per un calendario dal tema “Città italiane candidate aCapitale della Cultura 2018”.

Con cinque giorni di eventi culturali il 13 dicembre si è aperta alpubblico la nuova sede della Fondazione Feltrinelli, in zona

Porta Volta, in viale Pasubio.Il nuovo quartier generale della Fondazione, una architettura ver-ticale, tutta in vetrocemento di cinque piani, disegnata dallo studioHerzog & De Meuron, contiene nel suo archivio al piano interratoun archivio con 200mila volumi, 17500 collezioni periodiche e unmilione e mezzo di carte manoscritte. Questo nuovo polo culturalevuole diventare uno spazio di cittadinanza attiva, anche grazie al-la caffetteria “Babitonga” e alla sala eventi di ben 350 mq. Va da sèche accanto all’ingresso si trova una libreria, inusuale nella sua am-piezza con ben 15.000 volumi.I quattro argomenti dell’inaugurazione mettono in relazione l’indi-viduo e la cittadinanza, l’azione individuale e quella collettiva, ricor-dando il passato e il presente per cambiare in meglio il futuro.Sempre dal 13 è inoltre possibile visitare l’installazione dell’ar-tista Joseph Kosuth, mentre a partire dal 14 è aperta al pubbli-co la sala polifunzionale. Il programma prevede visite ai nuovispazi, letture e riflessioni artistiche.

Piccoli artisti di strada in via Filicaia

AngoloMilano, un ristorantecon la cultura nel menu

Roberta Coccoli

Aperta al pubblico la nuova sede della Fondazione Feltrinelli

ANiguarda ci sono parecchi negozi le cui serrande, inchiusura, sono decorate da immagini che ne ricordano

la funzione. Sono realizzate dai writers della zona e seguo-no la tendenza estetica della Street Art che accomunaMilano alle altre città europee. Le saracinesche del MYG,in via Vincenzo da Filicaia 4, sono state “dipinte” dal foltogruppo di bambini che frequenta il corso di tecniche arti-stiche tenuto da Silvana Scaravelli e Stefania Favaro (fo-to a sinistra) all’interno del negozio. Dopo aver passatol’intero scorso anno scolastico a disegnare secondo le tec-niche dell’arte contemporanea, questi piccoli artisti si so-no letteralmente lasciati trasportare dal linguaggio dellaStreet Art, approdando alla decorazione collettiva delle sa-racinesche. Realizzate in due fine settimana, sono nate tral’entusiasmo e la strepitante creatività di pittori tra i 4 e i13 anni, tutti gomito a gomito per realizzare un’opera da-vanti alla quale non si stancano mai di ripassare. Unoscoppio di colori e forme che portano in sé l’allegria dellafantasia. (Sandra Saita - foto di Beatrice Corà)

DONNA SOFT

SALDI

a cura di Antonietta Gattuso

Concorso Letterario/Fotografico Passerini “Milano, la mia città, la mia casa”

Qui si tocca con mano la StoriaIl rifugio antiaereo sotto la scuola di via Bodio

“Sì, noi possiamo!”alla scuola civica Manzoni

di via DeleddaCome è ormai consuetudine, “Zona Nove” è stato invitato

“fuori municipalità” dal Civico Centro di Istruzione perl’Adulto e l’Adolescente serale “A. Manzoni” di via Deledda11 ad assistere alla quarta edizione di “Yes we can!”, l’incon-tro durante il quale la Scuola premia agli studenti più meri-tevoli che hanno conseguito il diploma facendoli incontrarecon gli attuali iscritti.La manifestazione si è tenuta il 3 novembre scorso ed è sta-ta introdotta dalla dottoressa Sabina Banfi, direttoredell’Area Servizi Scolastici ed Educativi del Comune diMilano, che - tra l’altro - ha voluto porre l’attenzione sull’im-portanza di questi corsi di recupero (diurni e serali) dal pun-to di vista sociale. In seguito i protagonisti sono stati gli ex studenti che hannoottenuto il diploma di Maturità, i quali hanno raccontato la lo-ro esperienza. Grande motivazione, costante frequenza alle le-zioni (resistendo alla fatica di venire a scuola di sera), studiocostante e - se possibile - condiviso perché “fare gruppo” (ancheutilizzando i social) è fondamentale per arrivare al successoscolastico: questi alcuni ingredienti suggeriti dai ragazzi.Tra tutte le testimonianze, sempre molto toccanti, partico-larmente sentita è stata quella della 53enne Claudia DeLissandri, che ha spiegato le difficoltà nel riprendere la scuo-la dopo tanti anni (su richiesta del datore di lavoro, che pre-tendeva il diploma) ma anche l’enorme soddisfazione nell’ot-tenere il sospirato traguardo.Dopo un simpatico video preparato dalla classe V PSS, cheha riassunto le ansie e la gioia dello scorso anno scolastico, èvenuto il momento delle premiazioni, visto che la Scuola haofferto un buono libro da 50 euro sia a chi ha meritato dellevotazioni particolarmente brillanti (come Gazzetta Liliana,che ha conseguito alla maturità 88/100) sia a chi ha conse-guito il diploma dopo avere frequentato tutto il triennio pre-visto dal corso di studi.L’incontro, ricco di contenuti ma nello stesso tempo molto piace-vole, si è concluso dopo un’ora, dopo di che, gli attuali iscritti so-no tornati nelle loro classi sicuramente con il desiderio di pote-re essere loro stessi protagonisti di una delle prossime edizionidi questo indovinatissimo “Yes we can!”. (Lorenzo Meyer)

Il 17 dicembre, durante ifesteggiamenti conclu-sivi per il Centenario del-la Passerini, è stata inau-gurata una targa in onoredella scuola (vedi foto) al-la presenza di BeatriceUguccioni, in qualità dipresidente del Consigliodi Zona 9 dello scorso an-no che ha patrocinato glieventi del Centenario.Inoltre, a seguito del suc-cesso del Concorso Lette-

rario/Fotografico indetto in onore del Centenario stesso, laPasserini ha deciso di proporne un altro, rivolto alla citta-dinanza della zona. Il nuovo Concorso si articola in quattro sezioni sia per ilLetterario che per il Fotografico: per la sezione A concorro-

no i bambini della scuola dalla prima alla quinta; per la se-zione B concorrono i ragazzi dagli undici ai quattordici an-ni; per la Sezione C i ragazzi dai quindici ai diciannove an-ni; per la Sezione D tutti coloro che hanno compiuto daivent’anni in su. Il tema è “Milano, la mia città, la mia casa”. Si può parteci-pare con poesie, racconti brevi o fotografie. Gli elaborati do-vranno pervenire in busta chiusa, spediti per posta o con-segnati a mano, in via Passerini 4/8, dal primo febbraio al31 marzo e potranno essere scritti a mano o al computer.L’intestazione da riportare è “Concorso Passerini ‘Milano,la mia città, la mia casa’ via Passerini 4/8”. Inoltre bisognaconsegnare o spedire 6 copie di ogni elaborato e riportare ipropri dati anagrafici (nome, cognome, telefono, indirizzo e-mail, età per i minori di 19 anni, classe e scuola di appar-tenenza per gli studenti) soltanto su una copia delle sei in-dicando anche la sezione per cui si partecipa. Per le fotogra-fie bisognerà seguire le stesse indicazioni e apporre sul re-tro i dati anagrafici, sotto i quali, sia per gli elaborati che

per le fotografie, dovrà essere riportata e firmata l'autoriz-zazione per il trattamento del dati personali con la frase“Autorizzo l’uso dei miei dati personali ai sensi della Legge675/96 e successive modifiche”. Per i minori dovranno fir-mare i genitori o chi ne fa le veci. I racconti, le poesie e le fotografie dovranno essere inediti.Le fotografie dovranno rispettare la dimensione 20X30,avere un titolo, essere corredate di una breve didascalia, es-sere recenti e realizzate appositamente per il Concorso.La Premiazione avrà luogo durante la festa di fine annoscolastico, in una data ancora da destinarsi. Verranno pre-miati i primi tre classificati per ogni sezione. Verrà donatoa ognuno un premio e un relativo attestato. Saranno previ-sti anche attestati di merito per i partecipanti che verran-no segnalati dalla Giuria. Ulteriori informazioni verranno comunicate sui prossiminumeri di “Zona Nove”. Il Concorso verrà pubblicizzato tra-mite locandine, sul sito dell’Istituto www.istitutocompren-sivolocchi.it e sulla pagina Facebook Cento Anni Passerini.

Esistono due segreti per fare amarela Storia: coinvolgere chi ti ascolta

con l’immaginazione e, quando è possi-bile, toccarla con mano.Il Rifugio 87, situato sotto la Scuola“Giacomo Leopardi” di via Bodio 22, per-mette entrambe le cose. E di conseguenzaun sentito ringraziamento va alla presideLaura Barbirato che qualche anno fa, sup-portata dai docenti, ha deciso che il ricove-ro antiaereo della Seconda Guerra Mon-diale dovesse essere risistemato proprioper farlo diventare un pezzo di Storia. E co-sì nel 2010 la Scuola, insieme a Legam-biente, l’Associazione Speleologica CavitàArtificiali, la Federazione NazionaleCavità Artificiali, l’EcoMuseo Urbano me-tropolitano Milano nord, il Consiglio diZona 9 e i tecnici della Bovis Lend Leasehanno fatto il miracolo: ridare vita a quel-lo che ormai era solo un brutto scantinato,trasformandolo in un Museo.Sì, perché il Rifugio 87, nonostante il suoaspetto spoglio, è davvero un Museo, cioèun luogo dove incontrare la Storia, che quiè drammaticamente passata. Già all’ester-no, sui muri della scuola inaugurata nel1929, nell’ampio spiazzo dove - come ci rac-conta il testimone d’eccezione ErmannoOlmi nel suo “Ragazzo della Bovisa” - iBalilla e le Giovani Italiane si radunavanoper l’alzabandiera e i consueti rituali delregime, è infatti possibile osservare lescritte US indicanti l’uscita di sicurezza a chi, dall’esterno, avrebbe do-vuto estrarre la popolazione nel caso le normali porte fossero state ina-gibili per le macerie. Un’eventualità che, per fortuna, qui non si verificò,visto che il ricovero non venne mai colpito, ma che altrove accadde.La vera emozione, però, la si sente quando si entra. Scesi alcuni sca-lini, è quella che una volta era una delle due uscite che ci accoglie conqualche foto di bombardamenti, documenti d’epoca, spiegazioni, unapiantina del rifugio. Ma più che altro è il luogo stesso che ispira com-mozione: le vedete quelle persone che escono con una piccola valigiacontenente i loro oggetti più preziosi, felici di essere vive ma anche at-territe dall’idea che qualcosa potrebbe essere accaduto a uno dei lorocari? E la loro casa, sarà ancora in piedi? Dopo l’ingresso si imbocca un corridoio ben illuminato che, oltre a mo-strarci immagini di alunni della scuola e di altri rifugi milanesi (era-no più di 15.000, per lo più improvvisati e assolutamente insufficien-ti per proteggere tutta la popolazione che si aggirava sul 1.200.000abitanti), ci conduce a due ampie stanze: la cucina, perché comunqueun ricovero doveva essere pronto anche a dare da mangiare, e il pri-mo dei due bagni - con tanto di acqua potabile - che erano stati pre-visti. Purtroppo gli ambiti sono vuoti, ma paradossalmente proprio la

loro crudezza contribuisce ancor di più adarci l’idea della desolazione che si è vis-suta lì sotto. Poco oltre, infatti, iniziano lecelle, cioè le stanze dove le persone stava-no sedute su lunghe panche in attesa del-la fine del bombardamento. E qui non sipuò davvero non fermarsi a “vedere at-traverso il tempo” il viso di quei milanesiche, in silenzio, ascoltavano i rumori cheprovenivano dall’esterno cercando di ca-pire se il bombardamento - come un tem-porale - si allontanava o si avvicinava.Chi pregando, chi maledicendo, chi pian-gendo: di quanta paura, di quanto straziosono impregnate quelle mura cui possia-mo appoggiare le nostre dita? In un paio di questi ambiti si trovano itronchi che servivano a puntellare il sof-fitto nel caso l’edificio sovrastante fossestato centrato. Sono lì, piantati in mezzoalla stanza, e dopo averli visti a sorreg-gere la copertura a volta ancora forma-ta dai suoi mattoni originali (come il pa-vimento), ci si allieta che la scuola siastata risparmiata perché la loro effica-cia pare davvero dubbia di fronte allapotenza delle bombe dirompenti sganciate a tonnellate dagli Alleati.Osservati questi luoghi assolutamenteemozionanti (uno di questo viene utilizza-to anche per spettacoli teatrali), l’itinera-rio all’interno del Rifugio 87 continua re-galando altre sorprese. Del resto, con i suoi

220 mq che potevano ospitare fino a 450 persone, era tra i piùgrandi di Milano. Poco oltre, ci aspetta un lungo corridoio non ri-pristinato che, con la sua oscurità, ben ci fa rivivere la cupa atmo-sfera che si respirava. Quindi, delle stanze vuote che ai tempi era-no adibite ad aule perché, secondo le intenzioni di chi le avevaconcepite, gli alunni della “Rosa Maltoni” (madre del duce) avreb-bero dovuto vivere la scuola in modo normale anche se costretti arinchiudersi lì sotto. Un pensiero che a noi adulti fa sorridere iro-nicamente, ma che, chissà, per dei bambini era forse possibile.Infine il percorso si chiude con la visita di una stanza per le doc-ce, allora necessaria poiché molti alunni non avevano la possibi-lità di lavarsi a casa con l’acqua calda e la pulizia, di conseguen-za, risultava assai precaria. Come tutto, a quei tempi. Inutile dire che, quando si esce all’aria aperta, pare di tornare a vi-vere. Perché, per davvero, nel Rifugio 87 il tempo sembra essersifermato. Passa la filovia, guardi gli alberi, il cielo, le case, e ti sem-bra impossibile che tutto quello che hai appena visto sia veramen-te accaduto. Eppure, è così. Ed è per questo che proporre una visitaal ricovero è un dovere da cui noi appassionati di Storia non possia-mo esimerci. (Mauro Raimondi)

Ricordate la famosa “Bretellina”? Domando a tutti: ve laricordate? A Niguarda abbiamo tenuto duro così i ca-

mion non sono arrivati a fare la pista in via Racconigi. Nonera solo per la pista, ma era soprattutto per l’aria che sa-rebbe diventata irrespirabile in tutto il quartiere. Quandofiniranno di risistemare quei prati, aggiungendo degli albe-ri, avremo un altro piccolo parco a disposizione. Oggi la Natura ci ha regalato questa specie di candelabro,a ricordo dello scampato pericolo, lo ha fatto crescere pro-prio in mezzo alle erbacce incolte. Vien voglia di riempirlocon piccoli ceri! Ed intanto respiriamo!([email protected])

a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi

a cura di Franco Bertoli

Milano è una città inquinata, non cipiove, nonostante l’annuale ricer-

ca del “Sole24Ore” abbia posto Milanoquale seconda città più vivibile d’Italiadopo Bolzano! Certo, non posso dimen-ticare che la nostra città si trova inuna posizione geografica penalizzante,considerato che la pianura padana fa-vorisce in modo particolare la conge-stione di sostanze inquinanti ma sonotroppi gli anni durante i quali gli in-terventi contro l’inquinamento hannodato risultati miserrimi. Personal-mente ritengo che il solo intervento

sul traffico e sugli impianti di riscal-damento siano soluzioni tampone checonfidano sul solo arrivo di pioggia evento. Non posso dimenticare che laPianura Padana - e quindi Milano -hanno i tassi di mortalità da inquina-mento atmosferico più alti d’ Europa e,dicono i dati Oms, Milano è la città ita-liana con più decessi per tali cause.Onestamente non ho soluzioni in tascama mi rifiuto di pensare che il futurodei nostri figli e nipoti possa girare sem-pre intorno al gasolio sì o no, all’“AreaC”, ai diesel 3, ai pellet sì o no, alla ri-

duzione dei concimi agricoli azotati.Ricordo che i primi interventi comuna-li risalgono al 1989 (sindaco Pillitteri)- quindi 28 anni fa - ma mi cadono lebraccia quando mi affaccio al balconedi casa e mi scontro con la realtà docu-mentata dalla foto a destra.Allora aspetto una giornata di “favo-nio” (fohen), il vento caldo e secco chearriva dal Nord, fotografo la Milanoche vorrei (vedi l’altra foto) e continuoa sperare ripetendomi che la salute èun bene prioritario per tutti. Che altromi resta?

Inquinamento atmosferico: cambierà mai qualcosa?

Vun per un fa mal a nissunNel maggio scorso ab-

biamo concluso l’ar-ticolo di presentazionealla finale di Coppa Ita-lia prevedendo che quel-la tra Milan e Juventussarebbe stata comunqueuna sfida combattutaperché così insegnava laStoria del Calcio (di cuinoi siamo appassionaticultori). Be’, per una vol-ta lasciateci gonfiare ilpetto e dire che avevamoragione. Le due partitedi Coppa Italia e Super-coppa hanno dimostratoche, anche quando sussi-stono netti divari in classifica e sul campo, nelle finaliMilan e la Juventus se la giocano sempre alla pari. Infatti,se i rossoneri avessero vinto entrambe le finali nessunoavrebbe potuto obiettare nulla. E lo stesso sarebbe stato sea Doha avessero trionfato i “gobbi”. Ancora una volta, lacaratteristica principale delle due gare è stato il grandeequilibrio, spezzato solo da un contropiede finalizzato daMorata all’Olimpico nel secondo tempo supplementare eaddirittura dai rigori nel ministadio di Doha (11.500 spet-tatori su 13.000 posti disponibili…).Vun per un fa mal a nissun, si dice nel nostro splendido dia-letto, e ci perdonino gli amici juventini ma secondo noi è sta-to giusto così. Il Milan a Roma ha giocato una delle miglioripartite della sua pessima scorsa stagione e non meritava diperdere. Se fosse uscito battuto pure nella Supercoppa si sa-rebbe trattato di una vera ingiustizia. Tuttavia, poiché le in-giustizie, nel calcio come nella vita, accadono spesso, potevasuccedere anche questo. Anzi, molti di noi casciavitt erano or-mai pronti: del resto, se Bacca si divora tre palle gol e Roma-gnoli timbra la traversa, i segnali sono chiari… Difficilmentela Juve ti concede tutte queste occasioni, e se non le sai sfrut-tare è normale che alla fine perdi.Perciò, quando Dybala si è trovato tutto solo all’altezza del di-schetto, a cinque minuti dalla fine (più o meno lo stesso mo-mento del gol di Morata a maggio), io - cioè il milanista delduo titolare della rubrica - ho pensato: “Ecco, lo sapevo che sa-rebbe andata così….”. E mi sono scoperto a fissare con sguar-do rassegnato la rete, nell’attesa che si gonfiasse. Invece, in-credibilmente, la palla è andata da un’altra parte. Forse,perché il Dio del Calcio ha voluto essere equanime. Cosìcome quando ha fatto tremare la traversa sul tiro diMandzukic e nel momento in cui è entrato nel corpodi Donnarumma facendogli prendere con una ma-no il tiro di Dybala. Forse. Perché il Suo interven-to non si potrà mai provare, e probabilmentesono stati solo i calciatori a sbagliare o a di-

mostrarsi un vero cam-pione minorenne. In fon-do, però, Natale è appe-na passato e di conse-guenza un afflato reli-gioso ce lo potete pureconcedere...A parte ciò, non credevo- chi parla è sempre ilmilanista della rubrica -che una Supercoppa po-tesse dare cotanta gioia.E questo è proprio stra-no, perché ricordiamotutti benissimo quandoquesta competizione eraconsiderata poco più diun’amichevole, al punto

che un Ruud Gullit vestito di rossonero andò a mischiarsi coni suoi ex compagni sampdoriani durante l’esecuzione dei rigo-ri nell’edizione 1994. Ai tempi, la gara veniva disputata d’e-state, con la gente al mare e gli stadi semivuoti. Da un po’ dianni, invece, è diventata una partita vera, almeno - nel casodi Doha - per chi è in campo, per i dirigenti (basti rivedere leespressioni di Marotta e Galliani), i cento tifosi al seguito e imilioni davanti alla televisione. Mentre gli altri che vi assisto-no, con il loro vestiti bianchi o gli occhi a mandorla, dubito chela considerino tale o la capiscano veramente. Ma sgancianoparecchi danée, e questo è quello che conta. Sono cambiati i tempi, ovviamente, e il calcio business siè ormai affermato. Però non è questo il punto, per noi mi-lanisti. La soddisfazione che proviamo deriva dai cinquelunghi anni di assoluto digiuno seguiti da un’altra tira-tissima Supercoppa conquistata contro l’Inter (quellavolta a Pechino, segno premonitore di quello che sarebbediventato il riferimento geografico delle squadre milane-si). Ed è per questo motivo che, dopo molti campionatianonimi e coppe europee solo sognate, quello che neglianni ‘90 snobbavamo adesso ci pare un piatto pregiato. Ese è vero che c’era di mezzo la Juve e che una finale ai ri-gori ti regala sempre dosi enormi di adrenalina, scom-metto che se pure avessimo sconfitto la Fiorentina la fe-licità sarebbe stata uguale. Perché dei tanti celebrativentinove successi ottenuti da Berlusconi come presiden-te, solo tre sono avvenuti negli ultimi nove anni. In me-dia, dal 2008 al 2016, un titolo ogni tre stagioni, e purecircoscritto ai patrii confini, a testimonianza di come alMilan si siano tirati i remi in barca da quasi un decen-nio e di come il tanto sospirato closing arrivi comun-que in ritardo. Sempre ammesso che arrivi...Nell’attesa, gustiamoci questa sofferta e forse ina-spettata Supercoppa. Anche perché, e scusatemila franchezza, di nuove possibili vittorie, sull’o-rizzonte rossonero, non se ne vedono molte...

BELLEZZA IN ONA

a cura di Franco Massaro

Vi ricordatela famosa “Bretellina”?

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“Nonna Inter”la centunenne che non c’è più

Cara Adriana, sei volata via il 18 dicembre alla bella etàdi 101 anni e quasi 7 mesi! Lasci un vuoto in tutti i tuoi

cari, soprattutto Roberto, tuo figlio. Ma quel tuo modo di fa-re garbato e schietto da toscana di Fucecchio - “comeMontanelli” dicevi tu -, rimarrà nei ricordi di chi ti ha cono-sciuta e apprezzata. Noi di “Zona Nove” vogliamo ricordar-ti così con questa foto scattata durante l’intervista della no-stra Sandra Saita, nell’aprile 2015, per i tuoi 100 anni.L’Inter era una tua grande passione e lo si vede anche dallavoro che ci mostri fatto con le tue mani. Ciao, signora d’al-tri tempi! Milano ti ha accolta in giovane età, hai sposatoun milanese e, quindi, sei diventata anhe tu una milanesedi Niguarda! (Beatrice Corà)

Un animale come dono?Per la benemerita “Associazione

Coccobello Miao & Bao” che operada anni nella nostra zona a sostegnoad animali senza famiglia, si inizial’anno già con gli abbandoni di Natale.Che vergogna regalare un cucciolo, co-me un gioco per bambini, senza preoc-cuparsi se chi lo riceve saprà poi occu-parsene o saprà gestirlo. Gli animalinon sono oggetti, non possono essereabbandonati come regali indesiderati!

E allora facciamo attenzione a donare animaletti, soprattut-to un cucciolo che, come ben si sa, può creare più confusione,perché mordicchia di tutto, può sporcare in casa e bisognaavere pazienza e responsabilità per poterlo gestire. Così laPresidente dell’Associazione ci propone di donare solo anima-li in peluche per il Natale altrimenti si rischia l’abbandonodel dopo-Natale. Così come è successo alla piccola Honly, cuc-ciolotta di circa 2 mesi, incrocio cane corso/dalmata, futura ta-glia grande, arrivata recentemente all’Associazione come do-no “scaricato”. Si affida già sverminata, vaccinata e con chip,previo controllo pre-affido.

Info [email protected] - cell 340/4130114”

OO DI ONA

a cura di Roberta Coccoli

L’episodio del terrorista ucciso a Sesto dimostrache le nostre forze dell’ordine sono capaci di prevenire e stroncare gli attentati

Franco Mirabelli (senatore della Repubblica del Pd)

La fine del 2016 e l'inizio del 2017 so-no stati segnati da tragici attentati

che hanno colpito Berlino e le città tur-che seminando morte, dolore e paure.Questa volta abbiamo sentito ancora piùvicino il pericolo terrorista. Vicino a noi èstato catturato e ucciso l'attentatore diBerlino. Due agenti l'hanno fermato inpiena notte alla stazione di Sesto SanGiovanni e, quando lui ha sparato e feri-to il capo pattuglia, la loro professiona-lità gli ha consentito di colpire l'attenta-tore. Oggi le indagini hanno dimostratoche Amri, l'autore della strage di Berlino,era solo di passaggio da Milano e da

Sesto, la sua presenza li non era dovuta alla possibilità di trovare ilsostegno di complici o fiancheggiatori (vedi anche a pag. 2). Ciò naturalmente non significa che di fronte al pericolo del terrorismonon si debba tenere alta la guardia e l'attenzione. La stessa vicenda peròdimostra come nel nostro Paese ci siano capacità di indagine e di preven-zione importanti e una rete di controllo del territorio da parte delle forzedell'ordine che funziona. Quello che è successo a Sesto San Giovanni nonè stato il frutto di un colpo di fortuna, come hanno subito detto quelli acui piace pensare al nostro come a un Paese in cui non funziona nulla, co-sì come non lo sono stati i numerosi interventi che hanno consentito ditrovare e condannare o espellere centinaia di persone che tentavano direclutare terroristi o preparavano attentati, così come non lo è stato il fat-

to che grandi eventi, durati sei mesi ognuno, come Expo e Giubileo, chehanno messo l'Italia al centro del mondo, si siano svolti senza episodi diterrorismo. La verità è che prove difficili che questo Paese ha dovuto af-frontare, dalla lotta al terrorismo interno negli anni 70-80 al contrasto al-le mafie, hanno consentito di creare professionalità ed esperienze, moda-lità di azione e soprattutto di indagine che oggi ci consentono di fare be-ne prevenzione contro il terrorismo. La stessa scelta, fatta dallo scorsoGoverno, di far coordinare dalla Direzione Nazionale Antimafia anche l'a-zione contro il terrorismo la dice lunga su quanto oggi possano essere uti-li le esperienze originali maturate in anni difficili per il nostro Paese.Questa vicenda dimostra che ci sono Istituzioni che funzionano e funzio-nano bene ma anche che non si deve smettere di mettere in campo ulte-riori misure per sventare attentati e combattere il terrorismo islamico.In questo senso vanno sia le maggiori misure di sicurezza già messe inessere per prevenire stragi come quella di Nizza o di Berlino e con-trollare meglio i luoghi sensibili, sia la maggiore attenzione che si èdeciso di dedicare a ciò che succede nelle carceri e sul web dopo chesi è reso evidente che ci sono molti casi in cui i luoghi di detenzionee la rete sono stati utilizzati per radicalizzare alcune persone e re-clutarle nelle organizzazioni legate all'Isis.Infine fare l'equazione immigrazione-terrorismo serve solo a chi ha scel-to di fare politica alimentando paure e agitando capri espiatori anzichéassumersi la responsabilità di affrontare concretamente i problemi.Anche chi confonde chi scappa da una guerra e chiede asilo con chi vienein Italia per delinquere, o semplicemente afferma che non ha diritto a re-stare nel nostro Paese, non aiuta a risolvere i problemi, anzi crea le con-dizioni per alimentare conflitti, divisioni e paure.

Ma introdurre tra le norme, che recentemente il Governo ha deciso perdare più sicurezza ai cittadini, quelle necessarie per rendere più rapide efattive le espulsioni degli irregolari, è giusto.Serve anche a consentire di distinguere tra profughi e immigrati clan-destini, per garantire la legalità. La scelta di realizzare nuovi CIE piùpiccoli, uno per Regione, in cui gli irregolari vengano trattenuti per poiessere rimpatriati nel giro di pochi giorni, è una scelta che potrà essereefficace se rispettosa dei diritti umani. I nuovi CIE dovranno essere unacosa diversa da ciò che si è conosciuto fino ad oggi: servono più piccoli egrazie a processi di identificazione più rapidi non ci dovrà essere piùnessuno che sia trattenuto li per mesi come troppo spesso è accaduto.Anche su questo la polemica politica fa dire cose senza senso, soprattut-to a chi non distingue o fa finta di non distinguere tra centri come i CIE,dove le persone vengono private della libertà e vengono trattenute e icentri di accoglienza dove risiedono persone che attendono di sapere sela propria richiesta di asilo verrà accettata. Liquidare anche questa ini-ziativa, gestita direttamente dalle forze dell'ordine e dalle prefetture,utile per accelerare e aumentare le espulsioni di chi non ha diritto a sta-re in Italia, come foriera di corruzione e malaffare è lo slogan di chi nonha argomenti e considera ogni cosa inesorabilmente inutile e sporca. Èinaccettabile che chi vorrebbe governare questo Paese, come i 5 stelle,invece di guardare al lavoro prezioso che svolgono tante cooperative eassociazioni che assicurano assistenza e accoglienza con efficienza e so-lidarietà, anziché lavorare su controlli di qualità e di legalità per evita-re il ripetersi di episodi di malaffare, preferisca solo sottolineare gli epi-sodi negativi utilizzandoli sia per teorizzare che è meglio non fare nien-te sia per fare sterile propaganda.

DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

A Milano una rete interconnessa di soggetti opera contro la violenza sulle donneBeatrice Uguccioni

(vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano - consigliera della Città Metropolitana)

“Prima di andare a scuola, mi mandiuna foto, così vedo come sei vestita

e ti dico se va bene”; “Smettila di uscire conquelle tue amiche… non mi piacciono pernulla e poi dobbiamo stare solo io e te… tusei solo mia”; “Fammi subito vedere il tuocellulare… se non me lo dai, vuol dire chenon mi ami”. Queste sono solo alcune del-le frasi pronunciate da adolescenti alleproprie “fidanzatine”, come è emerso insvariati incontri tenutisi nelle scuole supe-riori milanesi, in cui si affrontava il temadell’affettività. Sono agghiancianti campa-nelli d’allarme di un rapporto che potreb-

be degenerare, ma le giovani donne non ne sono consapevoli e, spesso,

interpretano tali espressioni come amorevoli premure. In realtà la mor-bosa gelosia, il possesso e il controllo non sono mai sintomi di amore.Per questo penso sia necessario investire in formazione ed educazionea partire dalle scuole per prevenire la violenza di genere fisica e psico-logica che già nel 2016 ha portato una donna ogni tre giorni a esserebarbaramente uccisa da chi diceva di amarla. Anche Milano, quindi, vanno moltiplicate le occasioni per parlare dicontrasto alla violenza di genere e di femminicidio. I dati che ci for-niscono i centri antiviolenza e le case rifugio, le notizie che quotidia-namente leggiamo, ci obbligano ad approfondire l'argomento ed ècon questo spirito che ho organizzato l’incontro “Io di te non ho pau-ra. Gelosia, ossessione, possesso e controllo: questo non è amore”,coadiuvata da medici, psicoterapeuti, avvocati, criminologi, forzedell’ordine, magistrati, giudici e rappresentanti delle Istituzioni. Èinfatti una questione talmente enorme che va affrontata con tutti

gli strumenti a nostra disposizione, soprattutto per non far sentiresole le donne che subiscono tali violenze e che vogliono intraprende-re un percorso per uscirne, passando dalla denuncia per arrivare al-la “ricostruzione” della propria autonomia.A Milano è attiva dal 2006 una rete capace di intervenire sui temidella violenza di genere, mettendo in relazione fra loro soggetti checondividono approcci e valori nell’operare quotidiano a fianco delledonne per mettere in comune metodi di lavoro consolidati e stru-menti operativi. Questo fa una rete articolata che intercetta conflessibilità bisogni diversificati e rappresenta per l’Ente Locale unagrande risorsa proprio per la sua multiformità. La rete è semprestata sostenuta dall’Amministrazione Comunale attraversol’Assessorato Politiche Sociali, passando dai 389mila euro del 2011ai 660mila del 2016. Sul 2017 si sta lavorando a un’ipotesi di 1 mi-lione di euro visto l’aggravarsi della situazione.

DA PALAZZO MARINO

Bando del Concorso di Poesie“Poesiàmoci in Zona Nove” VI Edizione,

presentato dalCentro Culturale della Cooperativa

in collaborazione conl’Associazione Amici di “Zona Nove”

e patrocinato dal Consiglio di Municipio 9Art. 1: Possono partecipare, con opere in lingua italiana, i bambini e i ragazzi che fre-quentano le Scuole Primarie e quelle Secondarie di I grado, della Zona 9 di Milano.Art. 2: Il Concorso si articola in due Sezioni: per la Sezione A concorrono i bambini fre-quentanti il III, IV e il V anno della Scuola Primaria; per la Sezione B concorrono i ra-gazzi frequentanti il I, II e III anno della Scuola Secondaria di I grado.Art. 3:Gli elaborati devono essere composti in classe, durante le ore di lezione e consegnatialla coordinatrice del Concorso, anche tramite le Presidenze delle Scuole, entro il 28 febbraio2017. Sarà allegata al bando una lettera, destinata ai Prèsidi e agli Insegnanti.Art. 4: La partecipazione è libera e gratuita. Si può partecipare con Poesie a TemaLibero oppure sul Tema della Legalità. Art. 5: Le opere possono essere presentate scritte a mano o al computer, in un’unica co-pia corredata, sul retro, di nome e cognome, indirizzo, numero telefonico, classe e scuo-la di appartenenza. Questi ultimi dati devono essere scritti a stampatello maiuscolo. Gliinsegnanti e la scuola saranno il punto di riferimento per i contatti con gli alunni e leloro famiglie. A tal proposito, per il trattamento dei dati personali si farà riferimento aiconsensi che i genitori sottoscrivono all’inzio dell’anno scolastico. Art. 6: Commissione Giudicatrice: Direttore Luigi Allori, Presidente del Concorso;Sig.ra Maria Piera Bremmi, Responsabile del Centro Culturale della Cooperativa;Poetessa Serena Siniscalco, Presidente della Giurìa; Poetessa Ortensia Bugliaro, mem-bro della Giurìa; Poetessa Sandra Sàita, membro della Giurìa; Coordinatrice delConcorso Antonietta Gattuso, membro della Giurìa.Art.7: La Premiazione avrà luogo in una data ancora da destinarsi, presso l’Auditoriumdi Viale Ca’ Granda alla presenza del Presidente del Concorso, del Presidente dellaGiuria e della Commissione Giudicatrice. I Premiati riceveranno a scuola, la relativa co-municazione-invito. L’invito di partecipazione alla Cerimonia sarà distribuito a tutte leScuole partecipanti, indipendentemente dai risultati.Art. 8: I Premiati dovranno ritirare personalmente il premio o in caso di impossibilità,potrà farlo per loro anche un delegato.Art. 9: Verranno premiati i primi tre classificati per ogni Sezione, sia per il Tema Liberoche per il Tema sulla Legalità. Verrà donato ad ognuno un premio ed un relativo atte-stato. Saranno previsti attestati di merito per i ragazzi, per le classi e per le scuole cheverranno segnalati dalla Giurìa.Art. 10: Gli elaborati non saranno restituiti e la partecipazione al Concorso implica l’incondizionata accettazione del presente regolamento. In base alla Legge sulla privacyn. 675/96, il Premio “Poesiàmoci in Zona 9”, garantisce ai concorrenti la riservatezza deidati forniti che saranno utilizzati solo al fine di permettere lo svolgimento del Concorso. La Responsabile del Centro Culturale della Cooperativa, Maria Piera BremmiLa Coordinatrice del Concorso, Antonietta Gattuso.

Per la partecipazione scrivere all’indirizzo e-mail [email protected]

Dal 6 dicembre la Coop ha messo a disposizione della propriaclientela, al Bicocca Village, in Piazza Brambilla, un super-

mercato in cui vengono adottate le raffinate tecnologie presenta-te in anteprima all’Expo 2015. Oltre alle innovazioni già speri-mentate altrove quali le scaffalature di esposizione basse per con-sentire al cliente una visione comoda e generale della merce e il

Pensioni: come ottenere il rimborso della rivalutazione bloccataAvv. Alessia Castellana

Una nota sentenza del-la Corte Costituziona-

le ha dichiarato illegitti-mo il così detto blocco del-la rivalutazione delle pen-sioni attuato per gli anni2012 e 2013, così comeper gli assegni previden-ziali di importo superiorea € 1.400 lordi. Molti pen-sionati hanno oggi dirittoal rimborso degli arretra-ti e all’erogazione, per ilfuturo, degli aumenti mensi-li maturati.Se è chiaro che i beneficia-

ri del rimborso sono tutti coloro che sono andati in pensione

prima del 31 dicembre 2011, non è affatto semplice compren-derne la misura.Dopo la pronuncia della Consulta, il Governo ha previstopercentuali di rimborsi differenti, da calcolarsi individual-mente a seconda dell’importo mensile della pensione. Calcoloche, per la sua complessità, richiede necessariamente l’ausi-lio di un professionista.Peraltro, il pagamento è subordinato ad una domanda diret-ta a chiedere all’Inps o ogni altro Ente previdenziale pubbli-co o privato, compresi i Fondi integrativi, la ricostituzionedell’assegno previdenziale e la corresponsione degli arretra-ti maturati.Interrompere la prescrizione è quindi necessario al fine di nonvedersi del tutto preclusa la possibilità di ottenere le sommespettanti. Il termine è da riferirsi ad ogni singolo rateo pensio-nistico: a titolo di esempio, se la diffida all’Inps o ad altro Enteviene inviata a febbraio 2017, il pensionato avrà diritto alla

perequazione con decorrenza dal gennaio 2012, essendo i rateidei mesi antecedenti prescritti per il decorso del quinquennio.Per chi fosse andato in pensione prima della fine del 2011 enon abbia provveduto a presentare alcun atto interruttivo en-tro il 31 dicembre 2016, non potrà più richiedere gli arretratidal 2011. Potrà invece attivarsi con riferimento al 2012.È dunque fondamentale attivarsi sollecitamente nei confron-ti dell’Inps o di altri Enti, quale primo passo per far valere ilproprio diritto.Lo Studio ha già approfondito queste tematiche e i possibili ri-svolti che ne possono scaturire ed è pronto ad assistervi inquesto percorso, anche con l’ausilio di Studi di Consulenza delLavoro e Fiscale per il calcolo degli arretrati dovuti.

Avvocato Alessia Castellana, V.le Premuda 16, Milano, tel02.36768630, [email protected].

CONSULENZA LEGALE

Che cosa fare per rivitalizzare l’intestinoPaola Chilò

L’intestino ha una funzione essenziale per il benessere ditutto l’organismo. La sua forma particolare ricorda inmodo inequivocabile un’altra parte del corpo fondamentaleper la vita: il cervello. Non a caso in questi ultimi anni la me-dicina naturale ha ormai consolidato l’ipotesi che l’intestinopossa essere considerato un nostro “secondo cervello”, sia perla sua stretta connessione con il sistema nervoso autonomo,sia per l’estrema risonanza con il vissuto quotidiano.Pertanto la sua buona funzionalità è strettamente connessaad un’adeguata risposta psicofisica in relazione agli eventiesterni e all’ambiente circostante. L’attività principale è quella di terminare il processo digestivoiniziato nello stomaco, e per questo in ogni tratto specifico ri-siedono più di 400 specie di microrganismi diversi che nel loroinsieme costituiscono la flora batterica. Si tratta sia di batterianaerobici (bifidobatteri), situati principalmente nel colon, siadi batteri aerobici (lattobacilli), concentrati maggiormente nel-l’intestino tenue; oltre a ciò sono presenti miceti e microbi va-ri. Nel suo complesso questa “flotta batterica” garantisce ne-cessariamente l’integrità delle mucose svolgendo un effettobarriera con un’azione antibatterica patogena.

Quando questa flora batterica buona è in equilibrio e in sa-lute, si parla di eubiosi, al contrario quando è sbilanciata siparla di disbiosi, che è causata da tantissimi fattori: l’alimen-tazione, lo stress, le infezioni, l’uso di determinati farmaci,l’età. Per rivitalizzare l’intestino e quindi mantenere uno sta-to di eubiosi è in primo luogo necessaria un’adeguata depu-razione introducendo alimenti che non infiammino le muco-se. Sarebbe opportuno stabilire un giorno alla settimana nelquale vengano assunte solo zuppe “salva intestino”. Ecconealcuni esempi.Come colazione, per favorire il naturale svuotamento, è utilela crema di quinoa che si prepara cosi: lavare bene 40 gr. diquinoa e lasciarla in ammollo per 15 minuti, scolarla, metter-la in una casseruola e coprirla con acqua, lasciandola cuoce-re per 25 minuti.Condirla con un cucchiaino di burro di mandorle completan-do con una mela. A seguire per pranzo e cena altre due zup-pe, una a base di zucca: cuocere in poca acqua 250 gr. di zuc-ca dolce, frullarla con qualche suo seme, unire del timo, un fi-lo di olio e un po’ di curcuma, completare con una galletta diriso. L’altra zuppa è a base di broccoli: cuocere al vapore 200

gr. di broccoli, frullarli con una piccola patata lessata, mette-re il mix in una casseruola e far scaldare con un filo di olio,unire qualche seme di girasole. Questa giornata dedicata alla depurazione aiuta molto manon è sufficiente al ripristino dell’eubiosi. Per questo vannoaggiunti i fermenti lattici adeguati relativi a ciascuna pro-blematica individuale con altresì una moderata attività fisi-ca per sostenere la motilità intestinale. Ricordiamoci peròche tutto ha inizio nella nostra quotidianità, da come ci ali-mentiamo a come affrontiamo i doveri o i sensi di colpa. Tuttii “brutti pensieri” che cerchiamo di rimuovere, non sparisco-no… ma si spostano ad un altro livello, acidificando l’intesti-no e alterando così la flora intestinale che in realtà è il prin-cipale guardiano e custode del nostro benessere.

Paola Chilò, Naturopata esperta in riequilibrio ali-mentare con orientamento psicosomatico - Per infor-mazioni o appuntamenti: Tel. 3396055882 - StudioNaturopatia in Via Terruggia 1, 20162 Milano - e-mail [email protected].

NATURA E SALUTE

Troppi preventivi alla fine confondono le ideeNunzio M. Tagliavia

Itempi attuali portano un gran numero di persone a fare diver-si preventivi prima di iniziare le cure dentali presso un den-tista. E sempre più spesso si sceglie il dentista, a cui affidare leproprie cure dentali, in base al prezzo delle prestazioni. Ma sceglierlo con il criterio del ribasso di prezzo non è esente darischi seri. Il primo è che il potenziale paziente, concentrandosiesclusivamente sul costo delle prestazioni, metterà in secondopiano le qualità delle prestazioni del professionista proponente. Altro rischio è che il paziente potrebbe incorrere, durante que-sto “tour del preventivo”, in qualcuno che gli prometta mirabo-lanti cure odontoiatriche con il solo scopo di "piazzare" un pre-ventivo. Creando così false aspettative. Per esempio quando sieseguano interventi complessi su una situazione di partenzanon adatta nell'immediato a questi interventi e di conseguenza,nel giro di un tempo relativamente breve, il paziente perderàmolti soldi e le cure odontoiatriche. Ma come fa un paziente a capire che le cure a lui proposte sia-no corrette per il suo caso? Il candidato paziente pur non essen-do un esperto può essere aiutato da alcune regole dettate dalbuon senso. Facciamo alcuni esempi molto pratici: costruirem-mo mai la nostra casa su un terreno sabbioso? Magari accantoa una discarica? Sicuramente no. Lo stesso vale per la bocca.Metteremmo delle viti implantologiche (i pilastri di una casa)dove l'osso non è sicuro (terreno sabbioso) e in una situazioneigienica orale scadente (la discarica vicino casa)?

Le risposte sono evidenti, ancor di più se il dentista è correttonell'esporgli la sua situazione. Per quanto riguarda i prezzi, si ègià detto che non devono essere l'unico criterio di scelta, e van-no tenuti nella giusta considerazione. E comunque, pur non es-sendoci un tariffario ufficiale, ci si può riferire a quello dell’Andi(Associazione Nazionale Dentisti Italiani, dentistalowcost.it/ta-riffario ANDI.pdf) che rimane il più completo e autorevole. E dalì capire se il preventivo proposto sia dentro margini accettabi-li. Per i prezzi vale anche il principio “più grande, più costa”.Questo principio banale significa che più una struttura è gran-de e lussuosa, maggiori potranno essere i prezzi, per il semplicemotivo che gli alti costi di gestione devono rientrare, a parità diqualità di prestazioni. Quanto illustrato prima porta molti pa-zienti, con situazioni di partenza disastrose, a essere testarda-mente convinti di poter ricevere subito certe terapie impegnati-ve, perché nessuno gliele ha sconsigliate (colpevolmente o connegligenza). Se poi, in questo "tour del preventivo", mirato adavere lo stesso piano di cure ma un prezzo più basso, il pazien-te trova un professionista coscienzioso che si oppone, e gli con-siglia di effettuare le stesse terapie proposte da altri, se non pri-ma di aver reso la propria bocca in grado di riceverle e di cam-biare certe abitudini di vita come fumo e alimentazione, il pa-ziente potrebbe giudicare negativamente questo parere discor-dante. Addirittura come una carenza professionale di quell'odontoiatra. Si forma quindi un pregiudizio che rende difficile lacomunicazione con il paziente.

Queste dinamiche fuorvianti sono forse uniche nell'ambito del-le specialità mediche, e dipendono da una forte concorrenza di-ventata quasi esclusivamente commerciale nel settore. Per lapresenza di strutture odontoiatriche a impronta esclusiva-mente aziendale, e per la forte influenza del web e dei medianei processi decisionali dei richiedenti cure odontoiatriche.Basta cercare nei motori di ricerca il termine “implantologia”,per esempio, e intuire la cifra di denaro investito in pubblicitàche da qualche parte dovrà pur rientrare. Infine, l'ultimo sug-gerimento che possiamo dare al paziente che deve scegliere èquello di non basarsi solo sulle catene odontoiatriche con imarchi, ma rivolgersi anche agli studi professionali con nomee cognome con uno o più professionisti. Molto probabilmente inquesti studi la cultura dell'ascolto e del giusto consiglio al pa-ziente sono ancora salvi.

Disponibili finanziamenti a Tassi Agevolati o TassoZero per le vostre cure dentali.

Fino a € 4000 nessun documento di reddito richiesto.

Dottor Nunzio M. Tagliavia, Medico Chirurgo Odon-toiatra, Medicina Estetica del Viso - Via Luigi MainoniD’Intignano 17/a, - 20125 Milano - Telefono 026424705,Cellulare 3921899921 [email protected], www.dentista-lowcost.it, www.fillermilano.com.

ODONTOIATRIA

Bicocca: la spesa tecnologica al supermercato del futuroFranco Bertoli

CoopDrive per il ritiro degli acquisti on line in un’area dedicata,ne troviamo altre, inedite, pensate sempre per rendere più atten-ta, semplice, agevole e veloce la spesa. Prendiamo per esempio i 54 schermi, a gruppi di sei, azionati dalmovimento del consumatore. Essi forniscono - sui 4 generi ali-mentari dei settori “freschi” (carne, pesce, frutta e verdura) espo-sti sotto di essi - quegli elementi informativi che ultimamente ab-biamo preso l’abitudine di cercare sulle confezioni dei prodottiche intendiamo acquistare e che, nella maggior parte dei casi, ri-scontriamo illeggibili o incomprensibili. Indicate una confezionedi lonza, una zucchina, una trota e lo schermo vi elenca subito ivalori nutrizionali, le percentuali di grassi e zuccheri, l’apportocalorico, il luogo di produzione e macellazione, gli eventuali scon-ti e, dulcis in fundo, anche i dati per lo smaltimento dei rifiuti.Troviamo inoltre altri 46 pannelli “a tatto”, posizionati lungo lecorsie del supermercato, che vi danno qualsiasi informazioni sututti i prodotti in vendita. Le operazioni effettuate dalla clientelasui 100 schermi vengono raccolte da un programma computeriz-zato che li aggrega e riproduce su un grande schermo - Data Viz- posizionato sulla parete di fondo per una informazione genera-le. Ma non solo poiché, una volta elaborate, queste informazioniserviranno alla Coop per intervenire sull’assortimento delle mer-

ci, per campagne promozionali e altro trasmettendole a tutte lestrutture del circuito Coop per il loro utilizzo. Che dire? Il Coop supertecnologizzato è un’esperienza unica, ungiro di boa nel rapporto punto di vendita/consumatore, un tufforeale nel futuro. Anche se non intendete fare acquisti, visitatelo,ne vale la pena!

Dondi, la storica cartoleria chiudedopo ottant’anni di attività

Riccardo Degregorio

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e onestà. Egli ha generato una fa-miglia meravigliosa che lo sostie-ne e continua i suoi insegnamentiintrisi di am ore e fede. Nasconocosì gli ingredienti più buoni perun pane meraviglioso.Teresa Bassi (dicembre)

IL FURBETTODEL QUARTIERE

Ecco, nella foto 2, all’angolo tra viaCicerone angolo Sant’Agostino, ilfurbo del quartiere.Lettera e foto firmate (dicembre)

VIA PIANELLPIENA DI CACCHE

Sono nato e residente in zona non-ché affezionato vostro lettore ma èla prima volta che vi scrivo. Vengorapidamente al punto ovvero all’or-mai insostenibile e ingiustificabilesporcizia derivante dalle deiezionicanine (o meglio dall’inciviltà deipadroni dei cani stessi) riscontrabi-le purtroppo quasi ovunque. Nellospecifico vorrei però sottolineare ilcaso del marciapiede di fronte allascuola elementare Carlo Poerio(Via Pianell 40) che ogni giorno noigenitori percorriamo per accompa-gnare i nostri bimbi alle lezioni. Le“cacche” dei cagnolini, e cagnoloni,sono disseminate dovunque, anchedavanti al cancello di ingresso dellascuola, e vi lascio immaginare leconseguenze. Penso con queste po-che righe di poter esprimere l’indi-gnazione di moltissimi genitori del-la scuola ma anche di tutte le mam-me che hanno bambini nei passeg-gini, delle persone che hanno i canima che si comportano in modo ap-propriato, dei turisti che alloggianonei molti B&B limitrofi, senza di-

ONA NOVE

AMICIA 4 ZAMPE

Era la sera di Santo Stefano e intv trasmettevano il film: “8 amicida salvare”, una straordinaria sto-ria di amicizia, ispirato a una veraavventura (Walt Disney). L’ho rivi-sto per la quinta volta e mi è pia-ciuto ancora… Con la mente sonotornata al 16 dicembre e all’incon-tro, fuori da un supermercato inzona, con Stella di 5 anni, una bel-lissima Husky (vedi foto 1) che at-tendeva il resto della famiglia pertornare a casa. Ho parlato conAldo, il papà di Stella e mi ha rife-rito che erano in attesa di Enzoche stava facendo la spesa. Mi so-no resa conto che Stella era di no-me e di fatto una “stella di bontà”:sdraiata, con uno sguardo dolce, siè fatta accarezzare e mi ha tra-smesso una sorta di serenità. Noiche amiamo i cani, che abbiamovissuto con uno o due cani, ci com-prendiamo e così ho iniziato a con-versare. Aldo mi ha raccontato dialcune persone che, se potessero,farebbero del male a Stella e luinon vuole. Lui sa come comportar-si quando Stella fa i suoi bisogni e,quindi, cosa hanno da dire o da fa-re quelle persone? Poi ho conosciu-to il figlio Enzo che mi ha spiegatoalcune cose di una associazioneper gli animali e mi ha detto chemi scriverà via e-mail. Il Natale èpassato e ho pensato che loro nonsi sono ricordati di me… Allora holasciato un attimo di vedere il filmche conosco quasi a memoria e hoscritto tutto questo. Chissà forseAldo o Enzo mi scriveranno o for-se mi dovrò accontentare di quel-l’incontro così ricco di amicizia,proprio come il film di WaltDisney! Comunque, se mi leggete,sappiate che so cosa vuol dire ave-re un cane per 15 anni o anchemeno e… se volete fatevi “vivi” peruna storia da raccontare!Beatrice Corà (dicembre)

VIVA IL PANEDEL FORNAIO NELLO

Sono una Vostra affezionata lettri-ce di “Zona Nove” e mi congratuloche finalmente siano state messein evidenza la bravura e la dedi-zione del fornaio Nello, che fa tut-to meravigliosamente con amore esoprattutto con infinita passione

molto preparate, cui auguro dicuore un buon 2017.Gianni Paolo Fumagalli (dicembre)

NATALE AL GELOIN VIA PONALE

Vorrei rendere noto a tutti che perdodici giorni, a partire da lunedì 19dicembre, lo stabile di via Ponale 66è stato al freddo totale con i riscalda-menti non funzionanti. Far passareil giorno di Natale come degli ac-campati nelle case gelide è vergo-gnoso e incivile e ci sono anche mol-te persone anziane in difficoltà. Dal-l’Aler ci è stato comunicato che la si-tuazione è complicata... Intanto noici siamo fatti le feste in una ghiac-ciaia e nessuno ha pensato di rifor-nirci nemmeno di una stufa.Orazio Vitagliano (dicembre)

IL LAVORORENDE LIBERI

Seguo con simpatia i vostri artico-li sempre intelligenti e ben docu-mentati. Ho trovato invece inap-propriata la vignetta in prima pa-gina nel numero di dicembre.Apprezzo le capacità grafiche diGero Urso, ma accostare la Pirelliai campi di concentramento diAuschwitz mi è parso assoluta-mente fuori luogo.La Shoa è una delle più grandivergogne della storia europea, con-ta milioni di morti in un genocidioche ha ben pochi eguali. La Pirelliinvece è un'azienda frutto di quel-la grande stagione dell’imprendi-toria milanese che ha fatto grandela nostra città e ha trascinato fuo-ri dal sottosviluppo il nostro Paese.Con Pirelli, Falck, Marelli, Borlet-ti, Motta, Crespi, Borghi, Romeo e

Le mamme guerriere del Niguarda

ONA FRANCA

a cura di Sandra Saita

molti altri in tutti i campi, dallafinanza al terziario, ma soprat-tutto nell’industria si è sviluppa-ta una classe dirigente di altissi-ma qualità e professionalità (or-mai un ricordo del passato), cheha condotto il Paese ad essereuna delle grandi potenze econo-miche mondiali. Pirelli, in parti-colare, ha fatto molto per i suoilavoratori: ha costruito case, asi-li, servizi, secondo concetti deltutto scomparsi oggi, quando illavoro non è più considerato unpatrimonio da tutelare, ma qual-cosa da sbeffeggiare e umiliare.Le classi lavoratrici hanno lotta-to per condizioni migliori di lavo-ro e salari più equi e hanno datoun contributo fondamentale al-l’eccellenza dell'industria italia-na. Ma senza investimenti non sipuò ripartire e se trattiamo leaziende serie come se fossero unabanda di delinquenti non possia-mo aspettarci altro se non la di-soccupazione cronica e l’esodo deinostri giovani. Il problema dell’a-mianto è certamente reale e fabene Michelino a puntare il dito ecer-care responsabilità e colpe,ma che la Pirelli sia e sia statauna realtà positiva per la città eper il Paese è fuor di dubbio e ilfatto che invece queste aziendecerchino altrove il loro destino èun grave indizio della nostra de-cadenza. Scusate lo sfogo.Paolo Bellagamba (dicembre)• È vero, la Pirelli ha contribuito,con i suoi imprenditori e i suoi la-voratori, alla grandezza dell’indu-stria italiana e ha fatto molto per ipropri dipendenti in termini diservizi sociali. Ma c’è un rovesciodella medaglia inquietante chenon può essere ignorato. L’aziendaè stata venduta pochi mesi fa ai ci-nesi e questo non gioca certo a fa-vore dell’industria nazionale, anzi.E poi la mancanza per anni dicontrolli e misure precauzionalicontro le emissioni di amianto chehanno ucciso molti, troppi, lavora-tori nessuna assoluzione la potràmai giustificare. Forse in questaottica la metafora della nostra vi-gnetta potrebbe essere giustificata:“Il lavoro rende liberi di essere ven-duti e di morire”... L.A.

Buon Anno!Tanti Auguri al Nuovo Annocon l ’ istinto di un bambino,con speranza e tenerezzae con gli occhi sul futuro!Perché il sorgere del soledi ogni giorno parallelo,faccia proseguire il giro

con la voglia di un colore. . .sempre acceso ed evidente

e sostenga l ’operatoottenuto con sudore

in un bel tempo dedicato!Perché ancora lo stupore

possa attraversare il mondoè sia Pace Solidale

in ogni mente e in ogni cuore,per accogliere con garbo

ogni storia e il suo destino,col coraggio e l ’attenzioneche ci possa far gioire!

Antonella Gattuso (dicembre)

menticare chi ha difficoltà visive o ècostretto a muoversi in sedia a rotel-le. Mi piacerebbe che Zona nove, dasempre attenta alle problematichedel quartiere, si facesse portavoce diuna campagna di sensibilizzazionevolta a contrastare il menefreghi-smo di alcune persone che stacreando molto disagio. Andrea (dicembre)

IL GIROLAUNA FORTUNA

Vorrei che tutti sapessero la for-tuna che abbiamo noi niguarde-

si. Vicino a noi c’è il centro Giro-la che era stato costruito comeorfanotrofio. Dopo alcuni anni fuchiuso, e per molto tempo rima-se abbandonato. Fu rimesso anuovo e ora è un centro per an-ziani. Ci sono anche quattro pa-lestre per la riabilitazione, pureper esterni, della FondazioneDon Carlo Gnocchi. Io sono cir-ca dieci anni che, una volta al-l'anno, faccio una ventina di se-dute, e mi sono servito quasitutte le fisioterapiste/i, e devodire che sono tutte persone

Negli anni tren-ta del secolo

scorso la periferiaNord di Milano,attorno viale Zara,era in espansione.Niguarda, come al-tri piccoli Comuni,era stato annessoalla grande città, itram facevano ca-polinea in piazza-le Istria, la scuolaelementare “Anto-nio Locatelli” era

stata appena costruita in via Veglia. E nel1937 Luigia Dondi apriva la cartoleria in via-le Zara 145. La famiglia era originaria di Novara, il maritodi Luigia lavorava alla Manifattura Tabacchiin viale Fulvio Testi e con l’apertura del nego-zio si è trasferita da questa parte della città,dapprima in via Fiuggi e poi in viale Zara alcivico 145, nello stesso stabile dove si trova lacartoleria. Alcuni anni all’angolo con via Ala epoi nell’attuale vetrina. Il detto “casa e botte-ga” per Luigia Dondi non potrebbe essere piùappropriato. Luigia Dondi ha iniziato l’attività da sola, poicon una commessa e infine con la figlia Anna-maria Aina. Luigia è mancata nel 2010 ma fi-no a pochi anni prima la si trovava ancora innegozio, condotto fino ad oggi dalla figlia conla cognata Rosangela Girotti.Un’attività che ha attraversato la storia diMilano e ha seguito lo sviluppo della zona, ac-compagnando i bambini a scuola di generazio-ne in generazione: vicino all’elementare è poi

sorta, a metà degli anni sessanta, la mediaNiccolò Tommaseo. Il fascismo, e poi la guerra:anni duri ma la cartoleria non ha mai chiuso.Poi la ricostruzione e gli anni del boom econo-mico, sicuramente i migliori per l’attività. Eancora le crisi economiche, la fine del secolo eil nuovo millennio.“Il negozio - ci dice Annamaria - è sempre ri-masto fedele alla tradizione di una classicacartoleria: quindi tutto ciò che serve per scri-vere, ma anche libri, non solo di scuola, e gio-cattoli. Sapendo distinguersi, proponendo an-che oggetti particolari, in un ambiente sempli-ce e molto ordinato, sinonimo di cura e amoreper il nostro lavoro.” E reggendo bene alla con-correnza di nuove cartolerie sorte nella zona epoi dei supermercati e dei centri commerciali. L’impegno di Luigia Dondi ha visto svariati ri-conoscimenti. “Il più importante - ricorda An-namaria Aina - è senz’altro la medaglia d’ororicevuta dal Comune di Milano negli anni ot-tanta. Ma ci sono state anche diverse onorefi-cenze dalla Camera di Commercio. Mia mam-ma ha fatto anche parte del Consiglio del-l’Unione Commercianti ed è stata tra i fonda-tori della Cooperativa dei Cartolibrai, impor-tante esperienza di mutualità, oggi terminata,con indubbi vantaggi per la nostra categoriama anche per i clienti finali.”Alla fine dell’anno scorso, proprio alla vigiliadegli ottant’anni di attività, la cartoleria hachiuso e così non potremo più dire agli amici“prova ad andare dalla Dondi” per cercarequalcosa che altrove non abbiamo trovato.Problemi di salute e di età, uniti al fatto di nonaver trovato qualcuno interessato a rilevarel’esercizio, hanno portato a questa scelta. Cimancherà, la Dondi.

Care lettrici, cari lettori,buon 2017! Ogni volta

che lasciamo il vecchio annoci auguriamo che il tempoche verrà sia per tanti mi-gliore di quello passato. ZonaFranca ve lo augura di cuore.Sia, specialmente per tutticoloro che soffrono, un annodi buone aspettative, nellasalute, negli affetti, nel lavo-ro. L’anno appena lasciato miha dato grandi lezioni di vita.Saper ascoltare gli altri ci pone ad aprire il cuore e so-lo aprendo il cuore potremo dare risposta a tutti i per-ché altrimenti avremo solo udito e scorderemo. Una lezione di vita è stato l’incontro con le “mammeguerriere del Niguarda”. Era giorno di volontariatoper me, di solito sono frettolosa quando vado in men-sa, blocco nord, ospedale Maggiore di Niguarda, ed erocon due amiche. Quel giorno mi soffermai a guardaretre giovani donne e un ragazzo che stavano parlandotra di loro e mi colpì la luce che avevano negli occhi ela loro cordialità. Mi chiedevo se fossero infermiere otirocinanti e, quando i nostri sguardi incrociati ce lopermisero, fui felice di conversare con loro. Erano lemamme (e un papà) di bimbi ricoverati in terapia in-tensiva neo-natale. Erano scese per un pasto frugale,poi tornavano dai loro bimbi, per rientrare poi a serain altre città della Lombardia perché avevano altri fi-gli che le aspettavano. Mi hanno raccontato la loro sto-ria: Laura, mamma di Vasco, nato a otto mesi, bimbocardiopatico, ora ha due mesi ma soffre della sindro-me di Charge ed abita a Varese. Fatima, nata aCasablanca, sposata con un italiano, ha avutoYoussra, una bimba nata a 6 mesi con peso di 5 chili e70 grammi e, dopo 3 mesi, è un chilo e 4 etti. La terza

mamma, Laura, ha avutodue gemelli eterozigotisettimini, maschio e fem-mina, Fatima Leila eJordan Akim, prematuri ecardiopatici, e ha comecompagno Yaya (era a pran-zo con loro) nativo delBurkina Faso ma venutoin Italia a 7 anni.Parlano dei medici, degli in-fermieri e dei progressi che,ogni giorno, vedono sui loro

bambini. Certo ci sono momenti in cui sono in predaalla tristezza ma sanno anche che oggi, grazie alle ri-cerche e a bravi medici, alle nuove tecnologie e allestrumentazioni, si possono fare miracoli. La loro luceè la speranza di ogni giorno. Dico a loro di un grandesanto, Padre Leopoldo Mandic, che diceva sempre:“Dio è medicina e Fede”, perché la preghiera, quellache apre il cuore, permette di ricevere la forza di accet-tare il momento e di andare sempre avanti con la lu-ce negli occhi. Dico loro che tengo una rubrica su “ZonaNove” e vorrei raccontare le loro storie per farla diven-tare “portavoce” di tutte le mamme. Il giorno dopo mihanno scritto: “Tutte noi non vediamo l’ora di leggerel’articolo! Ne parliamo ancora oggi del nostro incontrocon le altre mamme della terapia intensiva neo-nata-le. È stato bello incontrarci sabato, è stato un po’ comeuna boccata d’aria in questa struttura ospedaliera checonsideriamo come la nostra seconda casa, in conside-razione soprattutto del fatto che sono quasi tre mesiche ci stiamo. Grazie per i minuti di spensieratezzache ci avete donato. È stato veramente un piaceregrande. Le mamme guerriere del Niguarda”. E allora a tutte le mamme guerriere d’amore,buon anno!

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