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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 13 – 14 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Tutto l’anno.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Si consiglia di utilizzare per l’andata lo scalo

aeroportuale di Bruxelles e per il ritorno quello di Charleroi.

Alternativamente si può adoperare l’aeroporto di Lille.

FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° giorno: GENT

Perfetta mistura tra una realtà a misura d’uomo e una cittadina di medio-grandi dimensioni in cui potrete trovare tutto ciò di cui necessitiate

Gent (o Gand che dir si voglia) è uno dei luoghi con il più alto standard di qualità di vita del Belgio dove convivono fianco a fianco lasciti

medievali di stucchevole bellezza con periferie industrializzate che danno lavoro a una folta comunità di manovali che, con i numerosi

studenti universitari presenti, contribuiscono a creare una vita notturna particolarmente frizzante e variegata. Nonostante questo mix e alcuni

pittoreschi scorci fatti di canali fluviali urbani su cui affacciano storiche birrerie Gent è a tutt’oggi una località spesso al di fuori dei grandi

circuiti turistici, tanto che potrebbe risultare in una vera e propria località da scoprire a tutto tondo. Qualora poi passaste da queste parti in

luglio non mancate di partecipare al Gentse Feesten un festival che accoglie artisti di strada, gruppi teatrali, concerti che spaziano dalla

techno al jazz che vivacizzano l’atmosfera adoperando come carburanti fiumi delle eccezionali birre locali come la Biere du Boucanier o la

Delirium Tremens.

Fulcro di Gent e luogo imprescindibile da cui iniziarne l’esplorazione sono le tre piazze centrali (Korenmarkt) pressoché comunicanti

tra loro che si estendono a cavallo del fiume Lys dominate ognuna da una grande ed imponente chiesa principale e che trovano nel

Belfort, una torre campanaria trecentesca sormontata da una banderuola a forma di drago (simbolo di Gent), l’elemento

architettonico predominante. Se Sint Michielsburg (oltre il fiume) e Sint Niklaaskerk (la centrale) sono edifici religiosi meno d’impatto

visivo questo non lo si può di certo dire di Sint Baafskathedraal, imponente struttura in pietra che presenta all’interno mirabili vetrate

istoriate e un’insolita alternanza di volte a mattoni e decorazioni a traforo in pietra. Elemento saliente della chiesa è però sicuramente

l’Adorazione dell’Agnello Mistico, una grandiosa pala d’altare del 1432 di Van Eyck composta da 12 pannelli (di questi 11 sono gli

originali del maestro fiammingo) dipinti ad olio, tra le prime realizzazioni del genere nella storia dell’arte.

Terminata questa prima parentesi colta della visita di Gent potrete quindi sguinzagliarvi tra Veldstraat e Mageleinstraat che si

allungano verso sud dal centro storico e che costituiscono gli assi portanti dello shopping cittadino (un’alternanza pressoché continua

di grandi magazzini e boutique di classe). Sempre in mattinata poi proseguite nelle vostre camminate fino a pervenire al complesso ex

abbaziale di Sint Pietersabdij del VII secolo d.C. che fu destinato ad uso come caserma in seguito alla Rivoluzione Francese.

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Una vista d’insieme del complesso di piazze centrali di Gent, Korenmarkt, e la grandiosa pala d’altare l’Adorazione dell’Agnello

Mistico di Van Eyck custodita presso la Sint Baafskathedraal.

Dopo esservi rifocillati per pranzo spostatevi quindi fino ai vasti giardini del Citadel Park (ideali anche per un pic-nic all’aria aperta)

su quali aggetta il polo museale MSK, una pinacoteca che comprende una magnifica collezione che annovera tele di Hieronymus

Bosch, Magritte e di Pieter Bruegel il Giovane. Un modo poi assai pittoresco e romantico di riconquistare il centro di Gent è quello di

imbarcarsi sui numerosi battelli che solcano il corso del fiume Lys e che convergono tutti verso il Grasburg, un magnifico ponte sito

alla confluenza con un affluente locale e da cui si godono, specie al tramonto, alcune delle viste più memorabili di tutta Gent.

Soffermatevi a scattare qualche fotografia d’autore e lasciatevi andare a qualche tenera effusione se sarete in dolce compagnia, prima

di lanciarsi nel dedalo di viuzze del centro alla ricerca di qualche buon posto per la cena e di qualche locale in cui trascorrere una

spensierata nottata.

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Due romantici e suggestivi scorci dei canali del centro storico di Gent che si articolano a partire dal fiume Lys, storica via di

comunicazione della cittadina fiamminga.

La seconda giornata di visita a Gent può invece avere inizio dal delizioso quartiere di Patershol costituito da un dedalo di tortuosi

vicoli e palazzi storici tra i quali si nascondono alcuni dei migliori ristoranti del Belgio intero, giusto a nord del nucleo centrale della

cittadina oltre al corso del fiume Lys. Un tempo dimora di mercanti di pelli, imprenditori tessili e padri carmelitani Petershol è oggi

un angolo di Gent davvero da scoprire e gustarsi con calma e serenità. Nelle sue immediate vicinanze si collocano alcuni musei di

discreto interesse come il MIAT, ospitato in una ex fabbrica ottocentesca, che ripercorre la storia della produzione tessile e le sue

ripercussioni sulla comunità di Gent e il Museum Dr Guislain, ricavato all’interno di un ex manicomio, che ripercorre la storia della

psichiatria dalle prime trapanazioni preistoriche del cranio umano passando per metodi diagnostici e procedure psichiche che oggi

appaiono inumane fino a una serie raccapricciante ma illuminante di modelli in cera di deformazioni corporali e fetali copiate da

effettivi casi clinici reali del passato. Tuttavia l’elemento di spicco di Patershol rimane oltre ogni ragionevole dubbio il Gravensteen,

suggestivo castello in pietra comprensivo di fossato, torrette e feritoie del XII secolo e che fu per secoli dimora dei conti delle Fiandre.

Sebbene sia stato riconvertito a cotonificio nell’800 in seguito il Gravensteen è stato recuperato secondo le linee primigenie nel XIX

secolo e oggi è visitabile al suo interno (un po’ spoglio) mediante tour guidati. Non mancate infine verso il tardo pomeriggio di

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riportarvi verso il centro di Gent e di fermarvi per uno sfizioso aperitivo presso Vrijdagmarkt, magnifica piazza circondata da diversi

dei migliori bar di Gent che in passato fu luogo di aggregazione in caso di riunioni pubbliche o palcoscenico per le pene capitali.

La sagoma turrita e impenetrabile del castello in pietra di Gravensteen, per secoli sede dei duchi delle Fiandre in città. Quindi la

Vrijdagmarkt e uno scorcio serale del quartiere di Patershol, templi locali della buona cucina fiamminga.

3° - 4° giorno: BRUGES

Quintessenza delle località da fiaba tipiche dell’immaginario collettivo delle Fiandre Bruges (o Brugge in fiammingo, 50km, 50 minti da

Gent) sembra davvero una tavolozza dipinta da un pittore romantico dove convivono strade acciottolate, canali che collegano piazze da

sempre sedi di coloratissimi mercati, chiese antiche e una serie interminabile di abitazioni imbiancate a calce. Bruges ha poi un fascino

davvero irresistibile la notte, quanto le fioche luci artificiali le donano un’aura sospesa nel tempo che farà in breve breccia nei vostri cuori (e

dei numerosi altri turisti che la visitano in massa ogni anno). Bruges fu poi uno dei perni dell’economia e della florida manifattura fiamminga

in epoca medievale che la collocarono in breve ai vertici tra le città commerciali di tutta Europa.

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Epicentro da sempre della città e luogo da cui appare impossibile non iniziarne la visita il Markt di Bruges è un vero tesoro

architettonico posto nel cuore del nucleo storico locale. Circondato da palazzi medievali con frontone a gradoni appare sempre

animato da orde di turisti, sofisticati intenditori degli squisiti ristoranti che posseggono diversi tavoli all’aperto e da carrozze trainate

da cavalli che le donano un’atmosfera sospesa nel tempo. Al centro vi svetta la Statua color verderame di Pieter De Coninck e Jan

Breydel, che furono i leader nel 1302 dei Mattutini di Bruges (una vittoriosa rivolta contro le imposizioni fiscali e l’esercito francese

messa ferocemente in atto dalle corporazioni medievali cittadine nei confronti degli occupanti). Simbolo di Bruges sempre componente

lo scenario offerto dal Markt è poi il Belfort, duecentesca guglia alta 83m con un carillon manuale composto da 47 campane, dalla cui

sommità si aprono le più belle viste aeree sulla città. Spostandosi quindi di poco a est rispetto al Markt si apre un’altra storica piazza

di Bruges: il Burg, considerato da sempre il fulcro della vita politica locale. Anche qui si affacciano sul perimetro della piazza

meravigliosi edifici barocchi come il Brugse Vrije che comprende la magnifica Renaissancezaal, un salone interno dominato da un

sontuoso caminetto in marmo nero del 1531 o lo Stadhuis, municipio di Bruges con una facciata in cui troneggiano copie delle statue

originarie scolpite per commemorare i conti e le contesse storiche delle Fiandre. Anche il municipio è visitabile e il clou dei suoi

interni è la Gotische Zaal, dal soffitto policromo, i romantici affreschi a tema storico e una profusione di fregi dorati preziosissimi.

Sempre aggettante sul Burg è anche la Heilig-Bloedbasiliek, una basilica che deve il suo nome al fatto che la tradizione voglia

contenga una reliquia consistente nientemeno che in gocce del sangue del Cristo qui trafugate da una crociata del XII secolo.

Tre iconiche immagini del centro di Bruges: il Markt dominato dalla guglia del Belfort e dal monumento in onore a Pieter De Coninck

e Jan Breydel, quindi la facciata dello Stadhius aggettante sulla piazza del Burg e la sua splendida Gotische Zaal.

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Per concludere la mattinata quindi spostatevi di poche decine di metri a sud del Burg fino a intersecare il Grande Canale di Bruges,

elemento urbano di spicco della città, sede da sempre di un invitante mercato del pesce e di alcune tra le ristorazioni più pittoresche e

gustose del posto, specie in Huidenvettersplein dove abbondano le estaminets (taverne in stile tipicamente fiammingo).

Dopo essersi rifocillati a sufficienza per il pranzo vi consigliamo di dedicare il pomeriggio della prima giornata in loco alla sezione

meridionale del centro di Bruges raggiungendo dapprima il grazioso parco di Hof Arents che offre idilliache viste sui canali cittadini

molto romantiche e quindi il Groeningemuseum, unanimemente considerata la pinacoteca più importante delle Fiandre. Nelle sue 11

sale si trovano infatti una concentrazione unica di lavori risalenti al rinascimento e alla corrente dei Primitivi Fiamminghi, tra cui

opere di Van Eyck, Hans Memling e Gérard David. Incamminandovi quindi da questo museo in direzione ovest incrocerete in breve

due tra le più maestose chiese di Bruges: la Onze-Lieve Vrouwekerk, duecentesca ed enorme comprendente il gruppo scultoreo

Madonna col Bambino del 1504 di Michelangelo, e la Sint Salvatorskathedraal, altro edificio ecclesiastico del ‘200 che appare

torreggiante e zeppo di arazzi al suo interno. Investite infine il tempo che vi rimane nel pomeriggio per dedicarvi allo shopping di

qualità tra le vie di Geldmuntstraat, Noordzandstraat e Zilverpand che rappresentano il meglio dell’offerta commerciale locale. A sera

invece orbitate attorno al Markt, luogo simbolo della vita notturna e della gioiosa espressione di vitalità degli universitari della città.

Due romantici angoli del centro storico di Bruges solcati da placidi canali su cui si muovono silenziose e romantiche imbarcazioni a

legno da secoli (sia in veste autunnale all’alba che in chiave invernale). Quindi l’interno di un’estaminets, tipica taverna fiamminga.

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Quartiere di spicco su cui si impernia la seconda giornata di visita a Bruges è la zona del Begijnhof, una soluzione architettonica

peculiare delle Fiandre che prese forma nel XII secolo in seguito alla dipartita di numerosi uomini del posto che partirono per le

crociate in terra santa. Le donne rimaste a casa, per non perdere i propri averi ritirandosi a vita monastica, decisero in queste zone di

divenire una sorta di suore laiche con gli stessi doveri di obbedienza e castità ma senza prendere i voti, tutelando così i propri

patrimoni. Queste donne vivevano in un gruppo di case autosufficienti che ruotavano attorno a un giardino centrale dove era sempre

collocata una chiesa, un complesso passato alla storia con il nome di begijnhof. Con l’avvento del protestantesimo in Olanda nel ‘500

molti di questi beijnhof furono distrutti mentre nella porzione sotto il controllo spagnolo delle Fiandre si assistette ad un recupero e

incentivo di questi nuclei architettonici e dei loro movimenti. Il Begijnhof di Bruges, del ‘200, è uno dei meglio conservati della

nazione e rappresenta un’oasi di pace oggi abitato da monache benedettine sito all’estremità meridionale del centro di Bruges, non

distante dal bacino del Minnewater che in passato fu il porto da cui affluivano beni in città da luoghi esotici e da cui partivano le

manifatture fiamminghe dirette nel mondo attraverso le sue navi e il De Halve Maan, l’ultimo birrificio a conduzione famigliare

(brouwerij) del centro di Bruges dove potrete degustare le sue superbe preparazioni e pranzare.

Vi consigliamo infine di dedicare il pomeriggio della seconda giornata ai meno noti e battuti quartieri di Sint Anna e Dampoort che si

articolano a nord del centro di Bruges attorno al grande canale che circonda il cuore della cittadina fiamminga. Qui potrete

letteralmente perdervi tra le loro atmosfera pittoresche ed autentiche, ora adocchiando antichi mulini a vento, ora rimanendo

sgomenti di fronte alla turrita e fortificata Kruispoort, antica porta della possente cinta muraria di Bruges del passato. Tra i siti da

non mancare assolutamente qui si ricordano poi la Jeruzalemkerk, dall’atmosfera sinistra con decorazioni a forma di teschio, e il

Kantcentrum, un museo che ripercorre la tradizione locale dei merletti (detti anche dentelle in francese) prodotti manualmente

secondo elaborate tecniche artistiche suddivise principalmente in merletti ad ago (naaldkant) e merletti al tombolo (kloskant), di cui

avrete dimostrazione pratica di realizzazione all’interno del centro. A sera infine riconverrete sul centro di Bruges per rimanere

ancora una volta letteralmente ammaliati e rapiti dai suoi coinvolgenti scorci fatti di languidi canali e perle architettoniche che

torneranno a stuzzicare i vostri sogni e le vostre fantasie.

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Una vista sul cortile interno del Begijnhof di Bruges, oggi residenza di alcune monache benedettine, quindi la Kruispoort, una delle

più maestose porte dell’antica cerchia muraria medievale di Bruges conservatesi ed infine un’artigiana locale intenta a fare una

dimostrazione di tessitura di merletti a mano presso il Kantcentrum.

5° giorno: DAMME, VEURNE

Con la quinta giornata ci si trasferisce dalle grandi città fiamminghe occidentali fino sulla costa del Mare del Nord in quei di Oostende non

senza però aver esplorato il tratto terminale della pianura belga, un intricato labirinto di canali navigabili punteggiati da filari di alberi e

una serie quasi infinita di località squisitamente rurali. Per prima cosa portatevi in mattinata da Bruges alla limitrofa Damme (10km, 15

minuti), un pittoresco porto fluviale sito a nord-est di Bruges che in piena estate sembra essere un punto di incontro prediletto di

numerosissime comitive di curiosi e viandanti. Che vi imbamboliate di fronte ai languidi riflessi delle sue abitazioni tradizionali che si

specchiano nelle acque dei suoi canali contornati da pioppi in estate o che rimaniate colpiti dal suo fascino misterioso nelle brumose giornate

invernali Damme è davvero il classico borgo da esplorare senza meta facendovi guidare dalla vostra sensibilità artistica e verve emotiva.

Inoltre l’abitato è disseminato di romantici caffè e ristoranti affacciati sul placido canale principale del paese.

Dopo un lauto pranzo in quei di Damme nel primissimo pomeriggio cominciate poi a serpeggiare in auto tra i numerosi campi di patate e

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cereali attraversati da reticoli di canali caratteristici della pianura belga (dai quali si ricavano le grandiose birre locali) fino a pervenire al

nucleo urbano di Veurne (55km, 45 minuti) uno storico abitato composto da guglie e torrette immerse tra architetture tipiche fiamminghe che

ruotano attorno alla Grote Markt (piazza centrale) locale. Monumento predominante di Veurne è la chiesa di Sint Walburgakerk, un edificio

ecclesiastico complesso e costituito da guglie e contrafforti che ospita le spoglie di Santa Valburga e si dice un frammento della corona

originale indossata dal Cristo durante la sua passione. Vanto principale di Veurne sono però le sue birrerie in cui si possono degustare

alcune delle migliori produzioni del genere del Belgio intero come la Pannepot o la mitica birra trappista Westvleteren prodotta nella

limitrofa abbazia di Abdij Sint Sixtus, dove peraltro sorge una rivendita ufficiale del prezioso nettare e di numerose produzioni casearie dei

monaci. Per gli amanti delle birre non sarà difficile impegnare tutto il pomeriggio tra un boccale e l’altro ma per tutti è consigliabile

dedicare un po’ di tempo a questo passatempo che è uno degli aspetti sociali, culturali e gastronomici più iconici del Belgio intero. A sera

infine volgete da Veurne verso Oostende (35km, 30 minuti), località costiera in cui vi consigliamo di pernottare.

Un idilliaco scenario dei canali navigabili che si estendono nelle prossimità di Damme punteggiati da filari di alberi e variopinti mulini a

vento in chiave invernale, quindi la romantica Grote Markt di Verune e alcune varietà di una delle birre trappiste più rinomate del Belgio: la

Westvleteren.

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6° giorno: OOSTENDE

La più vivace tra le località costiere del Belgio, con una vita notturna effervescente e un’offerta alberghiera di livello e a buon mercato

Oostende rappresenta ciò che di meglio la nazione belga abbia da offrire come polo di richiamo balneare. Anche se le acque del Mare del

Nord sono gelide per quasi tutto l’anno per il bagno Oostende ha un rapporto profondo e radicato con il mare tanto che da anonimo porto di

pescatori col passare degli anni diventò il porto fortificato di riferimento del Belgio e l’ultimo a cedere dopo un pluriennale assedio (1600-

1604) alla dominazione spagnola. Purtroppo della graziosa architettura storica di Oostende oggi rimane davvero poco (fu completamente

rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruita con architetture di dubbio gusto in fretta e furia) ma vanta comunque

qualche lascito che ne tradisce la tradizione antica.

La visita di Oostende non può che iniziare dal quartiere Visserskaai, il nucleo storico locale, che risulta a tutt’oggi pervaso da

quell’atmosfera tipica del borgo di pescatori che ebbe la città belga per molti secoli in passato. Qui vedrete ancora pescatori armeggiare con

le proprie reti e si svolge quotidianamente un mercato ittico di qualità. Inoltre la zona è dominata dal maestoso profilo della chiesa di Sint

Petrus en Pauluskerk in pietra e dalle guglie gemelle che appare molto più antica di quanto in realtà sia, essendo stata eretta solo nel 1905.

Giusto al limitare settentrionale di Visserskaai si apre poi l’immenso litorale sabbioso di Oostende che richiama a sé praticamente tutti i

villeggianti che si radunano qui per passare una spensierata giornata sulla spiaggia concedendosi un bagno (in genere solo di sole)

rigenerante e ritemprante. Inoltre è un luogo ideale dove far giocare e sfogare i bambini.

Se nel pomeriggio sentiste poi l’esigenza di smuovervi un poco dalle sabbie di Oostende due mete di interesse possono essere gli adiacenti

Fort Napoleon , un bastione napoleonico del 1812 a pianta pentagonale adagiato a est oltre il bacino portuale della città e l’Atlantikwall, un

esteso sintema di bunker, gallerie di collegamento e postazioni di artiglieria facente parte del cosiddetto Vallo Atlantico, ossia un lunghissimo

ed articolato sistema militare difensivo ideato dai tedeschi per far fronte ad eventuali tentativi di sbarco dei nemici sulle coste europee da

loro controllate sia al tempo della prima che della seconda guerra mondiale. Aggirarsi per il sito, magari con audio guide fornite in loco che

approfondiscono l’argomento, è un modo intelligente di completare la visita di Oostende. Fattosi quindi l’imbrunire tornate rapidamente nel

quartiere di Visserskaai e lanciatevi in una vibrante serata prima e nottata poi all’insegna del divertimento in questa sorta di Rimini del Mare

del Nord.

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Alcune delle banchine sempre gremite di pescherecci pronti a salpare dello storico quartiere di Visserskaai ad Oostende. Quindi una sezione

del Vallo Atlantico (Atlantikwall) nei pressi della città e una suggestiva vista dell’immensa spiaggia cittadina sul Mare del Nord al tramonto.

7° giorno: YPRES

Passata drammaticamente alla storia per le furiose battaglie che imperversarono nella città e nelle sue campagne adiacenti durante la prima

guerra mondiale Ypres (o Ieper in fiammingo, 50km, 50 minuti da Oostende) è davvero un luogo dove è transitata la storia in tutta la sua

potenza e ferocia. Si stima che per la conquista delle modeste alture che la circondano persero lo vita oltre 700.000 persone tra gli

schieramenti in battaglia senza peraltro conseguire nessun avanzamento significativo del fronte, un aspetto tipico della guerra di trincea

della prima guerra mondiale. La battaglia di Ypres ebbe inizio nel 1914 e subito si consolidarono i confini di rispettiva influenza nella

Saliente (la campagna nei dintorni di Ypres) e nulla riuscì a smuovere significativamente tale posizioni, né il primo tragico utilizzo dei gas

letali da parte dei tedeschi nei confronti dei britannici nel 1915 (l’attacco fu così mal organizzato che la nube tossica mieté numerose vittime

anche tra gli stessi soldati teutonici), né la folle offensiva inglese del 1917 nota come battaglia di Passchendaele nella quale caddero oltre

mezzo milione di soldati inutilmente. All’epoca il territorio della Saliente dopo anni di bombardamenti, scoppi di dinamite e offensive via

terra si era ormai ridotto a una poltiglia fangosa sterile disseminata di malsane trincee, bunker in cemento e cunicoli per incursioni ma in

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mezzo a tutto quello scempio ogni anno riuscivano sempre a germogliare i tipici papaveri rossi delle Fiandre che divennero da allora il

simbolo delle atrocità della grande guerra, grazie anche alle famose poesie di John McCrae che si cantò nelle sue opere composte presso il

pronto soccorso dell’epoca oggi accolto nel Essex Farm Cemetery, oggi divenuto uno dei cimiteri di guerra più interessanti della zona.

Altrettanto toccanti sono anche le visite al Tyne Cot, un cimitero militare dei soldati del Commonwealth che possiede oltre 11.000

tumulazioni e ricorda le migliaia di caduti anglosassoni della battaglia, e il Deutscher Soldatenfriedhof, eretto in memoria delle vittime

tedesche e davvero suggestivo con le sue tombe in granito disseminate tra querce e croci ricoperte di muschio (entrambi i siti sono posti tra i

paesi di Zonnebeke e Langemark).

Se la mattinata è doverosamente occupata dalle visite che commemorano quei tragici avvenimenti del secolo scorso dall’ora di pranzo in

avanti vi consigliamo quindi di convergere su Ypres città, un nucleo storico che nel medioevo gareggiò ad armi pari con Bruges e Gent come

centro tessile di riferimento delle Fiandre ma che a seguito della sua completa distruzione occorsagli durante la grande guerra fu

completamente raso al suolo e scemò man mano di importanza economica ed industriale. Oggi Ypres è una cittadina di provincia gradevole e

ricostruita con raziocinio che conserva lunghi tratti delle mura in mattoni rossi attorno al suo nucleo storico, la cui sezione più imperdibile è

sicuramente la Menenpoort, una gigantesca porta in pietra bianca su cui svettano i nomi di 54.896 soldati britannici periti nei dintorni e mai

ritrovati e condotti a degna sepoltura. Davanti alla porta storica ogni giorno alle 20 si svolge una cerimonia in cui trombettieri, talvolta

accompagnati da bande militari e zampognari, intonano il motivo The Last Post in onore di chi perì coraggiosamente sui campi della

Saliente. Non dimenticate poi per nessun motivo di dirigervi verso la Grote Markt, la piazza centrale di Ypres, dove trovano collocazione sia

l’enorme Lakenhalle, uno dei palazzi più belli di tutto il Belgio, sia l’In Flanders Museum che si è negli anni attestato essere il museo

migliore per ripercorrere i dolorosi ed eroici momenti delle battaglie della zona della prima guerra mondiale, sia una serie di caffè storici e

bar in cui potrete consumare un memorabile aperitivo sorseggiando diversi boccali di grandiose birre della zona come la Rodenbach

(originaria di Roseleare) che la St Bernardus (natale di Watou). In bilico tra storia e modernità Ypres non farà fatica a far breccia nei vostri

cuori prima e nei vostri ricordi poi. A sera tuttavia vi suggeriamo di portarvi da qui già nella vicina Lille, oltre il confine in terra francese

(40km, 40 minuti), e di sceglierla come base per il proseguo del vostro viaggio.

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Una vista specifica sul Lakenhalle, il monumento simbolo di Ypres aggettante sulla centralissima Grote Markt, quindi uno scorcio del Tyne

Cot, il più grande cimitero del Commonwealth che rende omaggio ai numerosissimi caduti nella battaglia della Saliente durante la Grande

Guerra, nel quale sorgono diverse aiuole di papaveri rossi divenuti dall’epoca simbolo degli eccidi delle guerre.

8° giorno: LILLE

Lille, la più sottovalutata e tradizionalmente cupa per via delle sue industrie pesanti del passato in profondo declino, è la meno frequentata

tra le metropoli francesi e incarna in sé gli stereotipi degli abitanti del profondo nord francese: solerti lavoratori che hanno sacrificato un

po’ del savoir faire e del gusto tipicamente francese sull’altare del dovere. Negli ultimi anni però ingenti aiuti statali e ampi programmi di

riqualificazione hanno ridonato al centro storico di chiara impronta fiamminga una nuova linfa vitale, tanto che i quartieri centrali appaiono

pieni di boutique di alta moda, ristoranti di alto livello e una frizzante vita notturna che palesa la cordialità e l’apertura tipica dei suoi

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abitanti. Ogni primo weekend di settembre poi le vie pedonali della Vieux Lille (il quartiere storico centrale) si trasformano letteralmente nel

più grande mercato delle pulci del nome durante il famigerato festival detto Braderie de Lille, nel quale potrete trovare realmente di tuto da

oggetti di antiquariato a specialità gastronomiche fino a curiosi oggetti di cui non avreste mai sospettato nemmeno l’esistenza.

Vi consigliamo di iniziare la vostra visita giornaliera di Lille dalla Citadelle, imponente fortezza a forma di stella a cinque punte progettata

dal noto architetto militare Vauban nel ‘600 dopo la conquista della città da parte dell’esercito francese. Il complesso venne eretto con

fattezze tanto enormi e funzionali che è ancora oggi usato dai militari transalpini e persino da alcune truppe della NATO. Giusto a fianco

verso est della Citadelle si trova poi la Maison Natale de Charles de Gaulle, ossia la casa in cui nacque nel 1890 il più grande statista

francese del ‘900 oggi adibita a museo commemorativo del personaggio. Verso metà mattina dirigetevi quindi verso il cuore di Lille: il

quartiere di Vieux Lille, nel quale (specie nel dedalo di strade attorno a Place Gilleson) si concentrano i negozi più esclusivi e ricercati della

metropoli, vero e proprio tempio per gli amanti dello shopping. Più o meno nelle medesime strade (Rue de Gand e Rue de la Monnaie su

tutte) si collocano poi le principali ristorazioni di Lille tra cui i tipici estaminets, taverne arredate in modo da rievocare trattorie tradizionali

fiamminghe e che servono piatti tipici come la carbonade (brasato di manzo cotto con birra, pane alle spezie e zucchero di canna) o il

pojtevleesch (portata unica di pollo, maiale, vitello e coniglio in gelatina).

Come intuibile visto l’entità dei piatti del posto nel pomeriggio dovrete iniziare il vostro peregrinare con un’attività abbastanza leggera e

cosa è meglio di un bel museo? Ebbene il Palais des Beaux Arts di Lille, situato all’estremità meridionale di Vieux Lille sarà esattamente ciò

che fa per voi con una collezione invidiabile di dipinti di Rubens, Van Dyck e Manet, un’ampia sezione dedicata alle pregiate porcellane

fiamminghe e alcune sale dedicate a plastici che rievocano gli assetti urbani di diverse cittadine antiche del Belgio e della Francia

settentrionale. Una volta usciti infine fiondatevi nel vicino quartiere di Wazemmes, la porzione più autentica e popolana di Lille, in cui si

fondono culture, etnie e visioni del mondo spesso alternative. La zona è abitata da immigrati, operai, studenti spesso in ristrettezze

economiche e bohémien ed è bella proprio per la sua vitalità che spesso sfocia in splendidi concerti spontanei all’aperto per la strade

pubbliche. Non dimenticate poi che la vita notturna di Lille sa essere molto coinvolgente e poliedrica spaziando dai locali trendy e chic di

Vieux Lille, ai club alternativi di Wazemmes fino ai vibranti bar animati da musica a tutto volume di Rue Massena, fulcro della vita serale

universitaria locale.

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Uno scorcio dei numerosi ristoranti di classe e di estrazione fiamminga che animano le vie di Vieux Lille, quindi la facciata del Palais des

Beaux Arts ed infine uno degli animati e variegati mercati che spuntano nell’intrigante quartiere di Wazemmes.

9° giorno: LENS, ARRAS

Mete di una interessante escursione giornaliera da Lille le cittadine di Lens ed Arras incarnano i due estremi delle realtà urbane dell’estrema

Francia settentrionale. Lens (40km, 35 minuti) è stata per anni un’anonima città satellite immersa nella laboriosa periferia metropolitana di

Lilleal centro di uno snodo autostradale imponente senza davvero nessun motivi franco di interesse per il viaggiatore ma la situazione si è

ribaltata a partire dal 2012 quando è stato inaugurato il museo Louvre-Lens per esporre centinaia di opere prima custodite nei cavò del

Louvre di Parigi sia per renderle fruibili al grande pubblico sia (riuscendoci) per rilanciare centri urbani altrimenti in forte recessione a

causa del crollo delle attività minerarie di un tempo. L’idea di farne un museo interattivo permettendo ai visitatori anche di andare nel dietro

le quinte del complesso (laddove avvengono i laboriosi restauri delle opere antiche) è apparsa vincente richiamando folle immense di curiosi,

così come la decisione di non avere una collezione fissa ma di far ruotare i tesori del Louvre (anche esponendo insieme lavori di culture e

tempi differenti) che riempiono di motivi sempre inediti l’enorme Galerie du Temps, la principale sala del museo lunga ben 120m. Vista la

vastità del complesso e le meraviglie site al suo interno calcolate di dedicare l’intera mattinata a Lens.

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Fattasi quindi l’ora di pranzo muovetevi in direzione della vicina Arras (20km, 20 minuti), un vero e proprio scrigno di arte ed architetture

fiamminghe nel cuore della Francia. Punto focale della permanenza ad Arras sono le sue Grand’Place e Petite Place, tangenti, delimitate da

edifici sei e settecenteschi in stile barocco fiammingo con notevolissimi portici (composti da 345 colonne in arenaria) e timpani dalle linee

sinuose. Sebbene oggi appaiano quasi fiabesche e impeccabili però bisogna ricordare che ampie sezioni delle piazze sono frutto di un

meticoloso lavoro di recupero dopo le devastazioni che colpirono Arras durante la prima guerra mondiale. Sulle Grand’Place e Petite Place

si affacciano poi le vetrine di superbe ristorazioni del posto. Monumento principale del nucleo storico di Arras è poi l’Hotel de Ville, sito

sulla Petite Place, il cui atrio è diventato dimora di tre géants (statue animate da più persone al loro interno, vere icone della zona) e nei cui

sotterranei si snodano una serie di gallerie che furono utilizzate come quartier generali delle forze armate britanniche in Europa durante la

prima guerra mondiale. Di grande impatto emotivo in tema è anche la visita alla Càrriere Wellington, un complesso sistema di cave in gesso

profonde fino a 20m che fu teatro nel 1917 di violente offensive belliche e che furono poi riutilizzate qualche decennio dopo dalla popolazione

locale come rifugio antiaereo nella seconda guerra mondiale. Concedetevi pure tutto il tempo per una rilassante visita pomeridiana di Arras

ma verso sera fate poi rientro nuovamente a Lille per la nottata (55km, 40 minuti).

Una vista sull’avveniristico complesso museale del Louvre-Lens e un detatglio dei suoi moderni e raffinati interni (nel dettaglio la Galerie du

Temps). Quindi una vista panoramica sulla Petite Place di Arras, splendidamente di foggia fiamminga in cui spicca l’Hotel de Ville.

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10° giorno: SOMME

La decima giornata di viaggio rappresenta il culmine tra le tappe della memoria per quanto concerne gli eventi che accaddero in queste

lande durante la prima guerra mondiale. Nella Francia settentrionale infatti, soprattutto nell’area limitrofa al fiume Somme, si combatterono

alcune delle battaglie più feroci e sanguinose del conflitto, basti pensare che solo in questa zona persero la vita circa 400.000 tra fanti ed

aviatori inglesi, canadesi, indiani, neozelandesi e sudafricani che presero parte alle operazioni belliche. L’area della Somme è quindi ricca di

cimiteri militari commemorativi (le tumulazioni degli ex componenti del Commonwealth sono facilmente identificabili per essere state

realizzate tutte in pietra di Portland) e musei che rievocano quei tragici fatti e costituiscono una meta imprescindibile per comprendere in

profondità queste aree così pesantemente martoriate dalla storia.

Per prima cosa vi suggeriamo di portarvi presso l’abitato di Péronne (90km, 1 ora) dove trova ubicazione l’Historial de la Grande Guerre,

un museo ospitato all’interno del castello locale che ripercorre gli eventi dell’epoca raccontati sia dal punto di vista francese, che tedesco

che inglese. I documentari proposti e l’oggettistica visibile vi faranno capire meglio i cardini su cui si fondò il conflitto come il patriottismo

imperante delle truppe e la violenza cruda che caratterizzò la guerra, spesso combattuta in malsane trincee difese strenuamente al costo di

altissime perdite di vite umane.

Dopo questa prima doverosa infarinatura sull’argomento dirigetevi quindi verso il Vimy Ridge Canadian National Historic Site (65km, 40

minuti) una singolare testimonianza di quegli avvenimenti del passato. Se al termine della prima guerra mondiale tutti si adoperarono

alacremente per ricostruire le città e bonificare i campi riportandoli ad essere adatti all’agricoltura i canadesi decisero come modo per

ricordare i loro caduti di lasciare questa porzione di territorio consegnateli così come si palesava all’armistizio del 1918. Questo ha così

permesso di mantenere vivido una sorta di fermo immagine della devastazione e della brutalità della guerra con ampi crateri nel terreno

conseguenze di violente esplosioni ancora ben individuabili a circa 100 anni di distanza. Il Vimy Ridge, una cresta lunga 14km nei pressi

della Somme, fu donata ai canadesi poiché solo per la conquista di questo lembo di terra essi persero qui ben 3598 uomini ed oggi ospita il

Monumento Commemorativo Canadese alla Prima Guerra Mondiale alla cui base sono stati incisi i nomi di 11.285 soldati periti in battaglia

e i cui corpi non vennero mai ritrovati. Interessantissime sono poi le visite guidate che partono dal Welcome Centre che vi permetteranno di

vedere trincee e gallerie per i rifornimenti effettivamente usate nel corso della prima guerra mondiale.

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L’interno dell’Historial de la Grande Guerre di Péronne, imperdibile museo per calarsi nella realtà ceh dovettero subire i militari che

combatterono nella battaglia della Somme durante la prima guerra mondiale. Quindi fotografia d’archivio su una fase di quel conflitto e il

Monumento Commemorativo Canadese alla Prima Guerra Mondiale presso Vimy Ridge.

Ultimo sito da non perdere tra quelli storici della Somme è infine quello di Fromelles (25km, 35 minuti) che passò alla storia per una

clamorosa disfatta subita dall’esercito australiano e inglese tra il 19 e il 20 luglio del 1916. Nel volgere di poche ore 1917 australiani e 519

inglesi perirono nel tentativo mal organizzato di forzare le linee nemiche tedesche nelle quali gli storici hanno identificato che combatté

anche un giovane Adolf Hitler, allora caporale ventisettenne. Le perdite furono così ingenti e rapide che i tedeschi furono costretti a gettare

in numerose fosse comuni i nemici periti sul campo, tanto che ancora nel 2008 si sono scoperte otto di queste con i resti di oltre 250 persone.

Sia in seguito a questi ritrovamenti che per dare infine una degna memoria a quei lontani caduti nel 2010 è stato inaugurato anche il

Fromelles Military Cemetery, l’ultimo cimitero militare in linea temporale realizzato per i soldati del Commonwealth. Altrettanto di impatto

emotivo è anche il monumento commemorativo Cobbers nel Fromelles Memorial Park che ricorda gli atti eroici dei commilitoni che nei tre

giorni successivi alla sciagurata incursione cercarono di recuperare sotto il fuoco nemico i loro compagni rimasti feriti e agonizzanti nella

terra di nessuno al rischio della loro stessa vita. Anche se i temi della giornata potrebbero turbarvi non poco vi consigliamo verso il tramonto

di fare quindi rientro a Lille (20km, 20 minuti), per una seriata più spensierata e dedita allo svago.

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Il Fromelles Military Cemetery in cui riposano le salme di numerosi soldati australiani e inglesi periti in uno sciagurato attacco del 1916 e il

toccante monumento ai Cobbers che ricorda l’eroismo dei soldati che andarono a recuperare i propri compagni feriti sotto il fuoco nemico.

11° giorno: TOURNAI, CHIMAY

Con l’undicesima giornata arriva quindi il momento di abbandonare la digressione in terra francese per fare rientro con l’itinerario in

Belgio e più precisamente andando alla scoperta dei tesori che si nascondono tra le minute cittadine rurali del Brabante Vallone, una sezione

del Belgio fortemente attaccata alle tradizioni come sottolinea la partecipazione smodata della popolazione locale agli eventi folkloristici più

in auge della zona. Tra questi appare impossibile non ricordare il Doudou di Mons (Festival de La Ducasse, nel periodo della Pentecoste)

animato da colorite sfilate di reliquie religiose e finte battaglie che rievocano la leggenda di San Giorgio e il Drago (detta Lumençon), la

Processione dei Giganti di Ath (in agosto) nella quale sfilano grandi sagome che raffigurano personaggi biblici e della tradizione locale e

soprattutto il Carnevale di Binche nel quale la fanno da padrone i Gilles, magnifici personaggi in costume con simboli araldici, abiti di

paglia, campanelli e calzanti zoccoli che danno il meglio di sé il Martedì Grasso, allorquando si concentrano le celebrazioni. Si tratta di un

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avvenimento di portata internazionale, con la birra che scorre a fiumi e divertimento assicurato, se siete in zona in febbraio non lasciatevi

assolutamente scappare l’occasione di parteciparvi.

Immagini rubate ad alcuni dei festeggiamenti tradizionali più famosi del Brabante Vallone: nell’ordine la Gran Place di Mons gremita di

gente in occasione del Doudou, istantanea dalla Processione dei Giganti di Ath ed infine i Gilles, tipici personaggi del Carnevale di Binche.

Se invece passerete dal Brabante Vallone nel resto dell’anno vi consigliamo in mattinata di portarvi da Lille in primis alla volta di Tournai

(25km 30 minuti), una pittoresca cittadina che ospita la Grand Place più spettacolare dell’intera Vallonia, una delle chiese più importanti

della nazione e che vanta una fondazione in epoca romana e il fatto di essere stata capitale sotto il regno merovingio. Tradizione qui radicata

nei secoli è poi quella della produzione degli arazzi e delle porcellane che sono stati nel passato tratti identificativi della località. Non potrete

che iniziare il vostro tour che dalla triangolare Grand Place, fiancheggiata da magnifici palazzi un tempo sede delle corporazioni locali e

oggi riadattati a sontuose location per caffè di classe e sorvegliata dal beffroi (campanile) più antico del Belgio, alto 72m. Un paio di isolati

a nord-est della Grand Place trova poi ubicazione la Cathédrale de Notre Dame facilmente identificabile per le sue cinque torri di pietra

grigia e per gli interni composti in stile frammisto romanico e gotico. Sempre all’interno si trova poi la Chapelle Saint Louis, rivestita da

pannelli in legno e da grandi tele di Rubens e Jordaens. Altro sito da non perdere a Tournai è infine il Musée des Beaux Arts (al quale vi

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approccerete vedendo una singolare statua raffigurante un angelo con una maschera antigas) che comprende una delle collezioni più

complete al mondo di Roger Van der Weyden, nativo del luogo e capostipite dello stile primitivo fiammingo, oltre a lavori di Pieter Bruegel il

Giovane e Edouard Manet. Terminata anche quest’ultima visita soffermatevi quindi ancora un poco nella cittadina dedicandovi a quella che

è forse la sua attrattiva maggiore: il gironzolare senza meta per questa perla spesso dimenticata del Belgio, tra negozi e ristorazioni di

livello.

Nel pomeriggio riprendete quindi l’auto e muovetevi alla volta di Chimay (105km, 75 minuti), un borgo apparentemente anonimo nel cuore

della Vallonia con una graziosa Grand Place e un quattrocentesco Chateau in pietra con guglie a bulbo che deve però la sua fama

principalmente alla birra prodotta nella vicina Abbaye de Scourmont che produce una delle sei birre trappiste ufficiali del Belgio: la Chimay.

Anche se la birreria dei monaci in sé non è visitabile potrete sempre raggiungere il vicino Auberge de Poteaupré che è la rivendita ufficiale

dei prodotti dell’abbazia, tra cui si ricordano anche deliziosi formaggi. Vi suggeriamo di scegliere Chimay come base per l’esplorazione

della Vallonia vista la sua posizione strategica e per il fatto di possedere diversi bar e pub in cui poter provare alcune delle birre più

prelibate del Belgio intero: oltre alla Chimay sono infatti della zona anche la Abbaye de Rocs (prodotta a Audregnies) e la Maredsous

(creata a Denée).

Una romantica vista sulla Grand Place di Tournai punteggiata di caffè all’aperto in chiave serale e una vista aerea della locale Cathédrale

de Notre Dame con le sue inconfondibili cinque guglie in pietra. Infine alcune delle birre trappiste prodotte dai monaci nei pressi di Chimay.

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12° giorno: NIVELLES, VILLERS LA VILLE, CORROY LE CHATEAU

La dodicesima tappa del viaggio proposto si muove tra le campagne della Vallonia avvicinandosi man mano alle aree più antropizzate del

centro della nazione belga andando alla scoperta di alcune chicche spesso colpevolmente tralasciate dai flussi turistici di massa. Prima

località che vi proponiamo di raggiungere è Nivelles (70km, 70 minuti), un borgo di antica fondazione che ruota pressoché completamente

attorno alla sua Collégiale Sainte Gertrude, eretta nell’XI secolo come annessione ad una delle abbazie al tempo più influenti d’Europa

risalente al 648 d.C. La chiesa è davvero imponente per dimensioni (102m di lunghezza) e presenta una facciata disposta su diversi piani

dominata da una torre ottagonale circondata da torrette, su una delle quali è presenta una statua da 350kg in oro che fa rintoccare la

campana della collegiale. L’interno è spartano e solenne con arcate romaniche in pietra nuda e spicca il cocchio di legno che viene

adoperato per il trasporto della teca (chasse) di San Gertrude nel corso delle processioni annuali. Nivelles è ideale anche per passeggiare nel

suo minuto centro storico e per concedersi un buon pranzo innaffiato dalle ottime birre della zona.

Appena terminato il pasto portatevi quindi a Villers la Ville (20km, 20 minuti), un centro che deve la sua fama ai resti dell’Abbaye de Villers,

romanticamente collocati in una valletta boscosa, unici eredi di uno dei complessi monastici più influenti del Belgio andato distrutto nei moti

del 1794 susseguenti alla Rivoluzione Francese. La bellezza del luogo sta proprio nel girovagare tra questi muri portanti immersi nella

natura che danno una sensazione di pace e riflessività e, se verrete nei momenti giusti, potrete sempre assistere ad uno dei numerosi concerti

o spettacoli teatrali che si svolgono tra questi resti ciclicamente.

A metà pomeriggio poi trasferitevi nel limitrofo borgo di Corroy le Chateau (15km, 20 minuti) composto essenzialmente da un castello

duecentesco immerso in un fitto bosco privato e visitabile all’interno solo in determinate giornate prestabilite. Gli interni sono di livello ma

non imperdibili (c’è un dipinto originale di Van Dyck) ma la bellezza sta proprio nella fotogenicità del posto, ideale per una sosta lungo il

tragitto automobilistico. A sera quindi pervenite alla cittadina di Namur (20k, 25 minuti), laddove vi consigliamo di pernottare.

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La Collégiale Sainte Gertrude di Nivelles in tutto il suo sobrio e solenne fascino romanico, quindi i resti dell’Abbaye de Villers uno dei siti

religiosi con più atmosfera di tutto il Belgio ed infine una vista aerea del minuto ma pittoresco borgo di Corroy le Chateau.

13° giorno: NAMUR, DINANT

Nonostante la prima impressione di grigiore e trascuratezza che in genere infonde di primo acchito nei cuori dei suoi visitatori Namur, posta

alla confluenza dei fiumi Mosa e Sambre, è una cittadina storica di rilevante importanza, sede di una delle cittadelle militari più imponenti

d’Europa, almeno fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Usata come caserma fino al 1977 la Citadelle de Namur è una piazzaforte

di epoca medievale davvero straordinaria con i suoi bastioni e mura che si ergono su una collina dominante sulla città. Sebbene sia stata

pesantemente restaurata nel ‘900 è ancora interessante sia per la sua importanza storica che per le viste d’eccezione che si godono dallo

Chateau des Comtes al suo interno. Si possono peraltro svolgere interessanti visite guidate del sito che si addentrano anche nei suoi umidi e

tetri sotterranei disseminati di una serie di gallerie. Discendendo quindi verso il centro della città moderna finirete inevitabilmente per

convergere sulla centrale e pedonale Place d’Armes, fulcro di Namur, dalla quale è ben visibile il Beffroi, torrione medievale tutelato

dall’UNESCO che dal 1733 presenta una guglia impreziosita da un grande orologio, simbolo di Namur. Non mancate poi di entrare anche

nel piccolo edificio che ospita il Trésor de Prieuré d’Oignies, una collezione di alto livello di arte mosana comprendente calici, reliquari e

croci in rame, oro, bronzo e ottone riconducibili sia all’antica diocesi di Liegi che a produzioni artigianali di altissimo livello create sia nei

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laboratori di Huy o Dinant, veri simboli della manifattura di classe belga del passato. Il centro di Namur è infine anche un luogo ideale per

trovare qualche ristorazione di livello per il pranzo, specie attorno a Place Chanoine Descamps e Place du Marché aux Légumes, fulcro

peraltro anche degli intrattenimenti notturni della città.

Nel primo pomeriggio vi suggeriamo quindi di spostarvi da Namur fino a Dinant (30km, 35 minuti), un borgo antico che appare decisamente

scenografico mentre ci si avvicina in macchina dominato com’è dalla vasta Cittadella che sorge sul cucuzzolo di una collina rocciosa

strapiombante sulla località. Anche se passeggiando tra i viottoli di Dinant avrete a che sgomitare un poco con la folla che spesso ne anima i

vicoli claustrofobici non vi pentirete affatto di questa deviazione sia perché qui nacque Adolphe Sax nel 1814 che nel 1846 perfezionò

l’omonimo strumento, sia soprattutto perché Dinant è sede dell’Abbaye de Leffe (raramente visitabile) che si fregia di produrre una delle

birre più note e apprezzate di tutto il Belgio. Potrete anche visitare il museo ad essa dedicata ma ovviamente il meglio è gustarsene generosi

calici nel cuore storico di Dinant, spillati perfettamente dagli esperti bariti del luogo. Concedetevi pure tutto il tempo che potete in questo

tempio dell’architettura e del gusto belgi, magari eccedete anche un poco con gli ultimi sorsi delle favolose birre autoctone, ma monitorate

sempre con attenzione l’orologio se avete in mente di raggiungere l’aeroporto di Charleroi (55km, 50 minuti) per il volo di rientro verso

l’Italia già in tarda serata. Qualora invece aveste più tempo a disposizione buona idea sarebbe quella di fare rientro a Namur per la serata e

compiere il viaggio di rientro solo l’indomani.

Una vista sulla Citadelle de Namur così come appare dai pressi della confluenza fluviale della Mosa con il fiume Sambre, quindi l’idilliaco

borgo di Dinant sospeso tra il fiume e la rupe rocciosa della sua Citadelle con magnifiche case variopinte, spesso occupate da bar in cui

degustarsi boccali dell’ottima birra Leffe prodotta nell’omonima abbazia cittadina.