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William Blake (1757-1827) Nato a Londra e lì sempre vissuto. Artista visionario ritenuto anche un po’ squilibrato, tanto che verrà isolato dall’ambiente artistico. Le sue pitture, sono tutte di fantasia, mistiche, non ha mai ripreso la realtà della vita, nè fatto un ritratto. Il suo è un romanticismo fantastico, fu un incisore di grandissimo talento ed ideò una tecnica innovativa realizzando opere di sorprendente forza d’ immaginazione trasferendo nel mondo reale le sue visioni spirituali. Per il suo isolamento ebbe sempre problemi economici, tanto da essere aiutato dai suoi pochi amici. Incideva su rame o dipingeva a tempera o acquerello, non amando le tele ad olio. Solo dal 1821 conobbe un periodo di serenità per due lavori d’illustratore delle tavole inserite nelle edizioni inglesi de ‘ Il libro di Giobbe’ e la ‘Divina Commedia’. Morì sei anni dopo, nel 1827. La pittura di paesaggio ha conosciuto una grande fortuna nei paesi nordici, ed in Olanda in particolare, per tutto il Seicento e il Settecento. Anche John Constable mosse i suoi primi passi da queste esperienze vedutistiche olandesi, ma la sua capacità di paesaggista fu di superare le qualità descrittive dei quadri precedenti per caricare i suoi paesaggi di intensità lirica. La sua pittura produsse notevoli influenze su molti pittori, sia inglesi che francesi. ROMANTICISMO EUROPEO TEDESCO: Caspar David Friedrich (1774 Greifswald – 1840 Dresda) INGLESE: William Blake (1757 Londra – 1827 Londra) John Constable (1776 East Bergholt, Suffolk – 1837 Hampstead) William Turner (1775 Londra – 1851 Londra) FRANCESE: Théodore Gericault (1791Rouen – 1824 Rouen) Eugène Delacroix (1798 Charenton-S.Maurice, Parigi – 1863 Parigi) ITALIANO: -PITTURA DI STORIA: Francesco Hayez (1791 Venezia – 1882 Milano) -PITTURA DI PAESAGGIO: Napoli (scuola di Posillipo): -Antonio Pitloo (1791 Arnhem, Olanda – 1837 Napoli) -Giacinto Gigante (1806 Napoli – 1876 Napoli) Torino: Antonio Fontanesi (1818 Reggio Emilia – 1882 Torino) Milano (scapigliatura): Tranquillo Cremona (1837 Pavia – 1878 Milano)

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Page 1: ROMANTICISMO EUROPEO - appunti5h.altervista.org · pittoresco precedente un carattere eccessivamente artificioso e letterario. John Constable, Arcobaleno su Hampstead Heath, 1836

William Blake (1757-1827) Nato a Londra e lì sempre vissuto. Artista visionario ritenuto anche un po’ squilibrato, tanto che verrà isolato dall’ambiente artistico. Le sue pitture, sono tutte di fantasia, mistiche, non ha mai ripreso la realtà della vita, nè fatto un ritratto. Il suo è un romanticismo fantastico, fu un incisore di grandissimo talento ed ideò una tecnica innovativa realizzando opere di sorprendente forza d’ immaginazione trasferendo nel mondo reale le sue visioni spirituali. Per il suo isolamento ebbe sempre problemi economici, tanto da essere aiutato dai suoi pochi amici. Incideva su rame o dipingeva a tempera o acquerello, non amando le tele ad olio. Solo dal 1821 conobbe un periodo di serenità per due lavori d’illustratore delle tavole inserite nelle edizioni inglesi de ‘ Il libro di Giobbe’ e la ‘Divina Commedia’. Morì sei anni dopo, nel 1827. La pittura di paesaggio ha conosciuto una grande fortuna nei paesi nordici, ed in Olanda in particolare, per tutto il Seicento e il Settecento. Anche John Constable mosse i suoi primi passi da queste esperienze vedutistiche olandesi, ma la sua capacità di paesaggista fu di superare le qualità descrittive dei quadri precedenti per caricare i suoi paesaggi di intensità lirica. La sua pittura produsse notevoli influenze su molti pittori, sia inglesi che francesi.

ROMANTICISMO EUROPEO

TEDESCO: Caspar David Friedrich (1774 Greifswald – 1840 Dresda) INGLESE: William Blake (1757 Londra – 1827 Londra) John Constable (1776 East Bergholt, Suffolk – 1837 Hampstead) William Turner (1775 Londra – 1851 Londra) FRANCESE: Théodore Gericault (1791Rouen – 1824 Rouen) Eugène Delacroix (1798 Charenton-S.Maurice, Parigi – 1863 Parigi) ITALIANO: -PITTURA DI STORIA: Francesco Hayez (1791 Venezia – 1882 Milano) -PITTURA DI PAESAGGIO: Napoli (scuola di Posillipo): -Antonio Pitloo (1791 Arnhem, Olanda – 1837 Napoli) -Giacinto Gigante (1806 Napoli – 1876 Napoli) Torino: Antonio Fontanesi (1818 Reggio Emilia – 1882 Torino) Milano (scapigliatura): Tranquillo Cremona (1837 Pavia – 1878 Milano)

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John Constable (1776-1837) La sua produzione artistica è quasi tutta incentrata sul tema del paesaggio. La natura, nella cultura romantica, svolge sempre un ruolo fondamentale. Ma alla natura gli artisti romantici si accostano

con animo diverso: per scoprirvi la potenza imperiosa che spaventa ed atterisce, e ciò lo abbiamo visto soprattutto nel romanticismo tedesco, o per ritrovarvi angoli piacevoli ed accoglienti, ed è ciò che caratterizza il romanticismo inglese. I paesaggi di Constable sono sempre gradevoli. Ritraggono una natura in cui c’è un felice equilibrio tra gli elementi naturali (alberi, fiumi, colline) e gli elementi artificiali (case, stradine, ponticelli). I suoi paesaggi esprimono il sentimento di armonia tra

l’uomo e la natura e per la loro casuale ed irregolare disposizione, rientrano pienamente in quella categoria estetica del pittoresco. Ciò che manca, in questi quadri, sono le false rovine che davano al pittoresco precedente un carattere eccessivamente artificioso e letterario. John Constable, Arcobaleno su Hampstead Heath, 1836 È questo uno degli ultimi paesaggi realizzati da Constable. La piana di Hampstead è uno dei luoghi preferiti che spesso ritrae nei suoi dipinti. Qui vi inserisce un immaginario mulino a vento, ma soprattutto vi rappresenta due arcobaleni. L’interpretazione del luogo ci dimostra come nella sua attività più matura all’indagine scientifica della natura cede sempre più il passo ad una ricerca di effetti visivi più lirici. Il carro di fieno, 1821 In questo quadro il soggetto, il carro di fieno, è solo un pretesto per consentire la rappresentazione di un paesaggio tipicamente inglese. Il carro sta guadando un piccolo ruscelletto e in una delle due anse, a sinistra, c’è una casa che sembra quasi confondersi con il paesaggio circostante. La casa è protetta da una cortina di alberi che creano una nicchia accogliente in cui si inserisce l’edificio. Sulla destra si apre una pianura chiusa da una fila di alberi che si vede in lontananza. La parte superiore del quadro è occupata da un cielo percorso da nuvole. Tutto il quadro tende ad un naturalismo molto accentuato. La forma non sono le cose, ma la percezione delle cose. Il sentimento che ispira è il piacere di questa atmosfera di pace e di colore. Ciò che caratterizza formalmente la pittura di Constable è la capacità di indagare gli elementi visivi che formano un paesaggio. Del tutto assente un disegno compositivo, anche se si avverte la grande progettualità degli elementi che compongono i suoi quadri, lo stile pittorico è tutto affidato al colore. Il suo tocco è filamentoso e sporco. Le forme non hanno un contorno definito ma si riconoscono solo dai passaggi di tono e di colore. La superficie del quadro viene così a presentarsi, ad una visione molto ravvicinata, come un impasto formato da mille tonalità differenti. Questa tecnica fa sì che, ad una certa distanza, le immagini percepite sul quadro sembrano vibrare di luce autonoma, rendendole più vive e dinamiche delle usuali rappresentazioni pittoriche.

1822 studio di nuvole L’interesse per lo studio analitico del paesaggio in Constable è attestato da centinaia di tele che egli ha dedicato alle nuvole. In Inghilterra le nuvole costituiscono un elemento determinante del paesaggio. L’interesse di Constable non si sofferma solo sulla diversa forma che i banchi di nuvole

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possono assumere, ma ne indaga soprattutto la qualità luminosa e cromatica in riferimento alle diverse ore del giorno. Questi esperimenti, che per certi versi anticipano l’Impressionismo francese, ci dimostrano l’intuizione di Constable che la luce è la grande protagonista del paesaggio. William Turner (1775-1851) è l’altro grande interprete, insieme a Constable, della pittura di paesaggio romantica in Inghilterra. La sua formazione giovanile deriva soprattutto dalla pittura di Cozens, con una progressiva ammirazione per un altro paesaggista francese del Seicento: Claude Lorrain. Le categorie estetiche a cui è improntata la pittura di Turner sono il pittoresco e il sublime. Quel sublime dinamico, come lo definiva Kant, che riguardava le manifestazioni della natura caratterizzate da grande esplosione di energia. Il soggetto di alcuni suoi quadri più tipici sono proprio le tempeste. Quella furia degli elementi che imprime grande velocità all’atmosfera. Nei suoi quadri gioca un elemento fondamentale la luce. Egli cerca di dare un’autonomia alla luce rappresentandola non come riflesso sugli oggetti ma come autonoma entità atmosferica. Per far ciò, usa il colore in totale libertà con pennellate curve ed avvolgenti. Le immagini che ne derivano hanno un aspetto quasi astratto che sconvolse il pubblico del tempo. Secondo alcuni critici egli non dipingeva ma impastava sulla tela ingredienti da cucina, quali uova, cioccolata, panna, ricavandone un miscuglio da pasticciere. Queste critiche dimostrano quanto fosse poco compresa la sua pittura. Essa, tuttavia, divenne un riferimento importante per la successiva pittura impressionista. Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi, 1812 - William Turner Il quadro prende solo a pretesto l'episodio storico di Annibale per una immagine che in realtà è una libera ricerca di effetti luminosi e dinamici attivati da una tempesta di neve. Lo schema compositivo ricorre in molte altre opere di Turner: una specie di vortice che ruota intorno ad un punto posto in posizione leggermente decentrata. In questo caso Turner cerca la rappresentazione di quel sublime "dinamico" teorizzato da Kant: la sensazione di intensa ed emozionante paura attivata dalla potenza della natura. Potenza che ritroviamo nello spettacolare scatenarsi degli elementi in occasione di tempeste, uragani, eruzioni di vulcani, terremoti, maremoti, e così via. L’incendio della Camera dei Lords, 1835 Ritrae l’ incendio che distrusse il parlamento londinese la notte tra il 16 e 17 ottobre 1834 offrendo uno spettacolo all’enorme folla assiepata sul Tamigi. Si tratta di un avvenimento che spiega in modo emblematico il concetto di sublime, da una parte il terrore per l’incendio, e dall’altra la possibilità di assistere al riparo dal pericolo un immane disastro, tanto che quando crollò il tetto, tutta la folla si mise ad applaudire.L’immagine è ritratta nel momento in cui le fiamme piegano verso l’acqua risparmiando la vicina abbazia di Westminster, le cui torri s’intravedono a ds delle fiamme. E’ una composizione a vortice, tipica di Turner che però riprende anche con realtà le nuove pompe ad acqua dei pompieri che il battello a vapore in basso a destra era riuscito a rimorchiare però con molto ritardo. L’eruzione del Vesuvio 1819

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Ricorda gli apocalittici paesaggi danteschi. Il fuoco divoratore si riflette sull’acqua. Sotto alcuni uomini assistono impotenti alla forza sprigionata del vulcano, come raccolti in muta preghiera e stupore. La valorosa Téméraire 1839 - William Turner - National Gallery di Londra. Dipinto ad olio su tela di cm 91 x 102 realizzato tra il 1838 ed il 1839. La Téméraire era una nave da battaglia usata durante la battaglia di Trafalgar, Turner la raffigura mentre viene trainata lungo il fiume Tamigi da un rimorchio a vapore per essere demolita; lo sfondo è dominato dai colori rosso ed arancio del tramonto. La tela venne esposta per la prima volta alla Royal Academy nel 1839 ottenendo giudizi favorevoli dalla critica. Pioggia, vapore e velocità 1844 William Turner E’ un quadro fatto a 69 anni, forse una dei primi che ritrae un treno. Si vede il ponte sul Tamigi ad arcate sulla sinistra e il ponte a destra su cui sta correndo la locomotiva. L’aria è fatta di vapore che confonde i contorni e genera nuovi effetti luminosi. Anche il treno non è ben definito e delineato nelle sue forme: vediamo solo il camino della locomotiva, circondato dal fumo nero, ma il treno corre senza ostacoli. La linea diagonale del ponte sottolinea la velocità della locomotiva, maestosa e sublime, secondo la rappresentazione di Turner. Il convoglio sembra non avere fine, dato che i vagoni si perdono nella nebbia dell'orizzonte. Il treno è un elemento imponente: esso rappresenta il progresso, che non può essere arrestato. Un unico dettaglio: una lepre, sulla destra, in gara con il treno. È un dettaglio allegorico l'emblema positivo della velocità. ROMANTICISMO FRANCESE

• è influenzato dalla Rivoluzione e dall’Impero Napoleonico

• sconforto e delusione

• rivalutazione del carattere nazionale popolare 2 sono i più grandi dell’arte francese: Théodore Gericault Eugène Delacroix Théodore Gericault (1791-1824)

• Studia a Roma le opere di Michelangelo e di Caravaggio. A Parigi diventa amico di Delacroix. Il suo quadro più famoso è «La zattera della Medusa», che fu esposto nel Salone d’Autunno del 1819 ricevendo aspre critiche.

• Più tardi la sua pittura predilige temi dal gusto macabro, teste dei decapitati, ritratti di pazzi e alienati mentali. Di carattere introverso, rappresenta il prototipo del successivo artista romantico: amorale e asociale, disperato e maledetto, genio di eccessi e trasgressioni.

• La sua arte non è facile né consolatoria, le sue tele ‘devono’ scuotere i sentimenti più profondi dell’animo umano, proponendo immagini raccapriccianti.

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• La sua vita si concluse nel 1824, a soli 33 anni a seguito paralisi per le numerose cadute da cavallo. La sua eredità, in campo figurativo, fu presa soprattutto dall’amico Eugène Delacroix

La zattera della Medusa – Louvre 5x7 mt.-1818. Prende spunto da un fatto di cronaca successo nel 1816: l’affondamento della fregata francese Medusa carica di soldati e civili in viaggio verso la colonia francese del Senegal e invece arenatasi su un banco di sabbia davanti alla costa occidentale dell’Africa, perchè il capitano non aveva delle carte nautiche aggiornate. Alcuni naufraghi salirono sulle scialuppe trainando una zattera con 150 soldati ed equipaggio che però venne mollata alla deriva

per il peso eccessivo e perché c’era scarsità di acqua e cibo. Dopo 15 giorni furono ritrovati da una nave di passaggio, l’Argo, con solo 13 uomini, e di questi ben 5 morirono in conseguenza della disidratazione. Sulla zattera era avvenuto di tutto, anche fenomeni di cannibalismo. L’episodio fu uno scandalo per l’intera Francia dopo che uno dei sopravissuti testimoniò in tribunale e colpì molto l’immaginazione di Gericault che, immediatamente, si mise al lavoro per la realizzazione di questa che rimane la sua opera più famosa. Bisogna ricordare il periodo storico in cui è nata questa tela. La Francia era appena uscita da una esperienza storica che l’aveva profondamente segnata: prima la Rivoluzione e poi l’impero napoleonico. Napoleone, nel 1815, a Waterloo era stato definitivamente sconfitto e confinato nell’isola di Sant’Elena. Nel 1816, con il Congresso di Vienna (1814-1815), gli stati europei avevano ripristinato la situazione geo-politica antecedente la Rivoluzione Francese. Tutto ciò che era successo con questa esperienza francese sembrava definitivamente cancellato con un colpo di spugna. Lo stato d’animo dei francesi, in quegli anni, era soprattutto di sconforto e di delusione. Sentimenti originati dalla constatazione che ciò che essi avevano fatto non era servito a nulla. Il senso di disagio e di deriva finiva per rispecchiarsi direttamente in un quadro che rappresentava appunto un naufragio, una zattera alla deriva…. Così, volutamente o casualmente, la zattera della Medusa divenne la metafora di un naufragio che, simbolicamente, vedeva coinvolta tutta la nazione francese. Se «Il giuramento degli Orazi» di David rappresenta la Francia prima della Rivoluzione, «La zattera della Medusa» dà l’immagine psicologica della Francia dopo che la Rivoluzione si è conclusa con il fallimento dell’impero. Il quadro di Gericault esprime un contenuto preciso: la vita umana in bilico tra speranza e disperazione. Il quadro è costruito secondo il classico sviluppo piramidale. Le piramidi sono due ed esprimono due direzioni che si incrociano tra loro opponendosi. La prima parte dall’uomo morto in basso a sinistra ed ha il vertice nell’uomo che, di spalle, sta agitando un panno. È la direzione umana cha va dalla disperazione, di coloro che sono morti, alla speranza di chi ha ancora la forza di agitarsi con la speranza di essere visto da qualcuno che vada a salvarli. La seconda piramide parte dalle onde del mare per giungere all’albero che sorregge la vela. Questa è la direzione del mare che spinge in direzione opposta rispetto alla direzione delle speranze umane. È proprio la tensione visibile tra queste due forze opposte a dare un primo tratto drammatico alla scena. Omaggio al Caravaggio

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Nei primi studi preliminari alla realizzazione finale del quadro, Gericault mise una nave all’orizzonte nella direzione in cui guarda l’uomo che agita il panno. La presenza della nave all’orizzonte dava in realtà la sensazione del lieto fine. La sensazione che oramai, per i sopravvissuti, la brutta avventura stava per volgere all’epilogo. Ciò comportava lo scioglimento della tensione psicologica. Nella stesura definitiva la nave all’orizzonte scompare, proprio per aumentare il senso del phatos. Chi guarda non sa come la vicenda andrà a finire e quindi deve cogliere la sensazione drammatica di chi ancora non sa se verrà salvato o meno. E lo spettatore non può saperlo, anche perché vede lo stesso orizzonte che guarda l’uomo che agita il panno. Se la composizione fosse stata ruotata di 180 gradi, e l’uomo guardava verso lo spettatore del quadro, avrebbe idealmente chiesto a lui aiuto. In questo caso si sarebbe aumentato il senso di pietà da parte dello spettatore nei confronti di chi, dal quadro, gli chiedeva aiuto. Invece, vedendo l’uomo di spalle, è costretto a compenetrarsi nel suo punto di vista. E all’orizzonte di quel punto di vista lo spettatore non vede, e non potrebbe vedere, nulla. Così che deve vivere totalmente il dubbio dell’uomo che non sa quale sarà il finale, la morte o la salvezza, che lo aspetta. In quest’opera, di altissima tensione drammatica, Gericault usa più riferimenti alla storia dell’arte. L’atmosfera e i contrasti luministici rimandano inevitabilmente a Caravaggio. Anche il braccio abbandonato nell’acqua, dell’uomo morto in basso a sinistra, è copiato da Caravaggio. Lo stesso braccio di David nella «Morte di Marat». Le figure hanno una tensione muscolare, e una torsione, che ricordano Michelangelo. Le figure in basso a sinistra, del ragazzo morto e del padre che lo sorregge pensoso, sembrano due statue greche. Da notare il particolare del ragazzo che, benché nudo, ha le calze arrotolate ai piedi. Questo particolare, di crudo realismo, sgombera il campo da qualsiasi lettura mitologica o idealizzata. Quelle calze, così comuni e banali, danno il senso tragico della umanità violata, ossia della morte che spegne le persone vere in carne ed ossa. Teste di giustiziati. 1818 Questo esempio di gusto macabro è tra i più orridi presenti nella storia dell’arte. Fa parte di studi realizzati da Gericault per la realizzazione della Zattera. La scelta di studiare frammenti anatomici, per le potenzialità espressive che se ne potevano trarre, ci rivelano alcuni aspetti precisi sulla psiche di Gericault, che di sicuro anticipa molti dei tratti più introversi e drammatici che ritroviamo nei successivi artisti romantici, e non solo pittori. Alienata monomane del gioco, 1822

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Altra ricerca al limite dell’ossessivo fu quella che Gericault condusse sui pazzi. Questa è solo una delle diverse tele che l’artista dedicò ai malati di mente, in uno studio teso a ritrovare nella inespressività degli alienati le linee di confine tra l’umano e ciò che non è più tale. Eugène Delacroix 1798 -1863 Parigi

• è il pittore che più di ogni altro ha interpretato il romanticismo in Francia. Fu amico di Gericault per il quale posò nella «Zattera della Medusa».

• sviluppò la sua pittura in due direzioni fondamentali: il colore espressivo, sul versante formale, ed i soggetti esotici, sul versante poetico.

1824 –Massacro di Scio L'episodio raffigurato nel quadro ricorda un episodio storico realmente avvenuto in quegli anni. Siamo nel 1822 e la Grecia, dall'anno precedente, è in guerra contro la Turchia per conquistare la propria indipendenza. In quest'isola i turchi, per rappresaglia contro i greci, compirono un massacro feroce, trucidando circa ventimila persone e deportando i superstiti come schiavi. La strage fece scalpore in Europa, suscitando indignazione soprattutto negli ambienti romantici che parteggiavano per la causa greca. Di qui la scelta di Delacroix di dedicare un quadro all'avvenimento, per usare la sua pittura come spunto di denuncia contro gli orrori della guerra. 1827 Morte di Sardanapalo Eugène Delacroix Meglio noto con il nome di Assurbanipal, vissuto tra il 668 e il 626 a.C., fu l'ultimo grande re assiro. Secondo la leggenda, assediato dai rivoltosi che cercavano di rovesciare il suo potere, resosi conto della imminente sconfitta, decise di morire con tutte le sue concubine, i suoi schiavi, i suoi cani e i suoi cavalli preferiti. Quindi, dopo che gli uomini ebbero sgozzate le donne, il coppiere del re appiccò il fuoco alla pira che avrebbe bruciato tutto. La storia è ovviamente di grande drammaticità e Delacroix la rappresenta con una composizione molto ardita e dinamica. Lo sviluppo formale avviene secondo la diagonale che va dall'angolo inferiore destro all'angolo superiore sinistro. Al sommo di questa diagonale, sdraiato su un grande letto, vi è il re, che osserva senza scomporsi la cruenta scena che gli si presenta, in attesa dell'imminente fine. Su tutto domina il colore rosso per enfatizzare la sensualità drammatica che l'immagine trasmette. Della scena Delacroix sottolinea la crudeltà e la passionalità. La libertà che guida il popolo 1830 Questa tela di Delacroix ha tanti riferimenti visivi e compositivi alla Zattera della Medusa. Lo sviluppo è piramidale, ma qui il gruppo il gruppo ha un orientamento ruotato di 180 gradi. Nella «Zattera» l’uomo che fa da vertice alla piramide guarda verso l’orizzonte interno al quadro, nella «Libertà che guida il popolo» il vertice della piramide, la donna con la bandiera, è di fronte allo spettatore. Questa rotazione ribalta completamente il senso del contenuto: nella «Zattera» il contenuto è pessimistico; nella «Libertà che guida il popolo» il contenuto è ottimista. Nel primo caso, infatti, la

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«Zattera» esprime il senso di sconforto che è la nota dominante della Francia nel 1818: una nazione che ha perso una rivoluzione ed un impero. Nel luglio del 1830 un’altra rivoluzione, i parigini sono ritornati sulle barricate per abbattere la monarchia borbonica ed instaurare una monarchia costituzionale con Luigi Filippo d’Orleans. Quindi in questa tela si rappresenta l’ottimismo di nuovi tempi, voluti dal popolo. Delacroix si schiera apertamente dal lato degli oppressi che insorgono per rivendicare una nuova importanza sociale e politica. Donne di Algeri 1834 Il quadro è legato al fascino dell'oriente arabo che ritroviamo in Europa nella prima metà dell'Ottocento. È uno dei tanti momenti compresi nel termine "esotismo", ad indicare suggestioni che l'ambiente culturale europeo prendeva da altre culture non europee. In seguito giunsero altri "esotismi" quali l'arte del Giappone o delle culture primitive africane, ma in questo momento è soprattutto quel mondo arabo sensuale e raffinato da "Mille e una notte" ad incuriosire e attirare gli artisti europei. Non dimentichiamo che l’Algeria è dal 1830 una colonia francese. Il quadro fu acquistato dal re Luigi Filippo, benché Delacroix non fosse intenzionato a venderlo 1838 Chopin Il ritratto del grande compositore amico di Delacroix ROMANTICISMO nasce nel 1790 in Germania, non è uno stile di vita ma una poetica. La pittura romantica è fatta di paesaggi naturali, sterminati, violenti, sublimi. 1-Sentimento della religione (Germania) 2-Armonia dell’uomo nella natura (Inghilterra) 3-Rivalutazione dei caratteri nazionali (Francia) 4-Riferimento alle storie medioevali (Italia) ROMANTICISMO nuove categorie estetiche: 1-BELLO: deve ispirare sensazioni piacevoli e gradevoli 2-SUBLIME: l’infinito suscita sentimenti di paura, orrore ed impotenza. Grandiosità dei fenomeni naturali (La notte è sublime, il giorno è bello – Kant) 3-PITTORESCO: il paesaggio, le rovine danno commozione del tempo che passa. Ricezione emotiva di atmosfera sentimentale in luce chiara smorzata ROMANTICISMO EUROPEO TEDESCO: Caspar David Friedrich (1774 Greifswald – 1840 Dresda) INGLESE: William Blake (1757 Londra – 1827 Londra) John Constable (1776 East Bergholt, Suffolk – 1837 Hampstead) William Turner (1775 Londra – 1851 Londra) FRANCESE: Théodore Gericault (1791Rouen – 1824 Rouen) Eugène Delacroix (1798 Charenton-S.Maurice, Parigi – 1863 Parigi)

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ITALIANO: -PITTURA DI STORIA: Francesco Hayez (1791 Venezia – 1882 Milano) -PITTURA DI PAESAGGIO: Napoli (scuola di Posillipo): -Antonio Pitloo (1791 Arnhem, Olanda – 1837 Napoli) -Giacinto Gigante (1806 Napoli – 1876 Napoli) Torino: Antonio Fontanesi (1818 Reggio Emilia – 1882 Torino) Milano (scapigliatura): Tranquillo Cremona (1837 Pavia – 1878 Milano) L’arte Romantica per eccellenze è la musica Lo spettacolo della natura è suggestione religiosa Gusto per il tenebroso e l’orrido Romanticismo tedesco Caspar David Friedrich (1774-1840) per primo entrò nel clima del romanticismo tedesco. La Germania ebbe un ruolo fondamentale nella definizione delle teorie romantiche sia grazie ai movimenti letterari quali lo «Sturm and Drung» sia grazie all’opera di alcuni pensatori e filosofi quali von Schlegel e Schelling. Ma l’arte romantica per eccellenza della Germania fu soprattutto la musica con Ludwig van Beethoven. Friedrich è interessato soprattutto al lato mistico della natura. La prima opera che lo rese noto fu la «Croce sulla montagna» o pala di Tetschen, del 1808. Questa pala d’altare è composta unicamente da un paesaggio di montagne, su cui si staglia il segno nero di una croce. Che un paesaggio potesse essere un immagine religiosa è una grossa rivoluzione che non poco stupì i critici del tempo. In essa, tuttavia, è chiaramente avvertibile una suggestione religiosa data dallo spettacolo della natura, intesa come opera divina, in cui la presenza della croce serve principalmente ad elevare il pensiero a Dio. I paesaggi di Friedrich sono lo spettacolo della natura ma servono anche a misurare la piccolezza dell’uomo nel confronto con tale vastità di orizzonti. E la categoria che più sfrutta questa pittura è proprio il sublime, così come lo aveva definito Kant: quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato dall’assolutamente grande e incommensurabile. Il sentimento panico della natura, sede dell’infinito che ci riporta a Dio, è la maggiore caratteristica di Friederich. Ed è ciò che lo distingue da altre tendenze romantiche anche tedesche e di ispirazione religiosa, quali i Nazareni, che invece perseguirono una immagine della religione e della fede più aderente ai modelli letterari e medievali. La croce sulla montagna, 1808.Il dipinto è in realtà una pala d'altare realizzata per la cappella privata del Castello di Tetschen in Boemia. È l'opera che rivelò la personalità artistica di Friedrich. La pala non mancò di suscitare polemiche, in quanto nessuno aveva mai pensato di collocare un paesaggio su un altare. Tuttavia è innegabile che il quadro trasmetta una carica mistica, e non solo per la croce raffigurata tra gli alberi, ma anche per il senso di maestosità silenziosa che questa cima di montagna comunica. L'idea di unire il tema della natura con quello del sacro è sicuramente uno dei segni più chiari del passaggio da un clima culturale di impronta neoclassica al nuovo clima romantico. Abbazia nel querceto, 1809 In quest'opera si coglie un tema molto caro allo spirito romantico: la visione delle rovine con tutto il loro

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fascino legato al senso del tempo che passa. In una luce, che ricorda un'alba nordica, si intravedono degli alberi scheletrici e un muro con una finestra in stile gotico, ultimo resto di un'antica abbazia distrutta e trasformata in cimitero. In basso si intravedono dei monaci con una bara sulle spalle, che probabilmente si accingono a seppellire un loro confratello morto. Il tema delle rovine non è infrequente nella pittura settecentesca di periodo preromantico. Ma qui non è il gusto scenografico ad ispirare l'opera di Friedrich, bensì il senso della morte e del disfacimento, che non riguarda solo le persone, ma anche le cose come gli edifici, che sembrano dover sfidare i tempi ed invece anch'essI inesorabilmente si polverizzano. Un lavoro lento che compiono il tempo e la natura, quest'ultima quasi inesorabile nel riprendersi le pietre e i materiali che le erano stati tolti per plasmare gli edifici. Il viaggiatore sopra il mare di nebbia, 1818 In questo quadro di Friedrich, forse tra i suoi il più famoso e anche quello più sfruttato, si avverte immediatamente la poetica del pittore. Il sublime, ossia il senso della natura possente e smisurata, viene qui presentato con forte carica emotiva. Su una roccia di origine vulcanica un uomo, raffigurato di spalle, ammira il panorama montuoso che gli si apre davanti. La nebbia sembra un mare da cui emergono come isole le cime delle montagne. Non vi è vegetazione che crea angoli accoglienti. Le rocce sono nere e inospitali ed emergono dai fumi di una nebbia che sembra quasi il vapore che sprigiona la terra dal suo interno. Le bianche scogliere di Rugen, 1818 Anche in questo quadro il tema che Friedrich svolge è il rapporto dell'uomo con lo spettacolo della natura. Due uomini e una donna osservano il mare profilarsi tra uno squarcio delle scogliere di Rugen, un'isola tedesca del mar Baltico. Il senso di vertigine che l'immagine vuole comunicare è un ulteriore esempio della ricerca del sublime, che Friedrich coglie nella visione incantata della grandiosità della natura. Due uomini davanti alla luna, 1819 Un uomo e una donna davanti alla luna, 1819 Anche il chiaro di luna è un tema molto caro ai romantici, e non poteva mancare nel campionario delle immagini dipinte da Friedrich. In questi quadri il paesaggio notturno si trasforma in una massa scura nella quale si insinua il controluce della luna a delineare le silhouette molto espressive degli alberi e dei due spettatori raffigurati nella scena.

Il naufragio della Speranza, 1821 Il quadro è ispirato a un naufragio avvenuto in una spedizione polare. La speranza dell’uomo, il suo desiderio di conoscere e di dominare la natura, vengono sconfitti dalla forza della natura stessa che è più forte dell’uomo. In primo piano i lastroni di ghiaccio, aguzzi, taglienti. In mezzo il relitto della nave. E’ il destino dell’uomo, essere schiacciato dalla natura. La speranza che naufraga, la piccolezza umana che si arrende alla natura… e tutto questo è inevitabile. Simbolo della delusione per la mancata unificazione tedesca

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durante la Restaurazione. (Ritorno delle monarchie dopo la caduta di Napoleone). Spiaggia paludosa, 1832 In primo piano tre pertiche a struttura piramidale, caratteristico di Friedrich, e poi lo spazio fino al mare, senza una misura definita, unico riferimento sono le due figure in riva al mare. Il battello triangolare. Il cielo occupa più della metà del quadro, ne nasce una sensazione di desolazione, vuoto, che rendono più avvertibile il contrasto tra l’uomo e la natura.