Being Digi'al

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ATTUALITÀ .......................................................................................................................................Being Digi'al L'era della lit Radiation per Nicholas Negroponte Per convincere i lettori di Me della bontà delle visioni di Nicholas, molte delle quali riportate in "Being Digital", conviene riportare alcuni dei passaggi della nostra intervista che risale, pensate un po', al 1992. di Gerardo Greco Esce l'attesissimo manuale per l'Era della Digital Radiation, il libro che raccoglie il pensiero del visionario Nicholas Negroponte, Professore di Tecnologia dei Media al Massachusetts Institute of Technology oltre che fondatore e direttore del famoso Media Lab Professore di Tecnologia dei Media al Massachusetts Institute of Techno- logy, fondatore e direttore del famoso Media Lab, da un paio di anni Nicholas Negroponte ha riscoperto l'importanza della carta stampata per diffusione del suo verbo "digitale», scrivendo ogni mese una delle rubriche più interessan- ti, che porta il suo nome, della discussa rivista statunitense Wl RED. "Being Di- gital» è un incredibile resoconto delle idee concesse alla stampa negli ultimi anni, riviste alla luce delle più recenti evoluzioni del mondo delle tecnologie digitali applicate. Un paio di anni fa noi lo avevamo in- tervistato nell'ufficio al secondo piano della costruzione dedicata a Jerome Wiesner, presidente negli anni '70 del Massachusetts Institute Technology di Baston, meglio noto come M.I.T. Co- me riportammo allora il prof. Negropon- te, architetto appassionato di comuni- cazione e di sistemi intelligenti per il di- segno computerizzato noti come UR- BAN5 e Architecture Machine, aveva sperimentato in prima persona nello studio di questi sistemi la frustrazione derivante dal non poter comunicare con la macchina gli aspetti più interes- santi della progettazione, limitando l'utilizzo di un sistema computerizzato ai compiti più noiosi e ripetitivi. Quella frustrazione spinse l'allora ricercatore 156 del M.I.T. ed altri collaboratori ad ap- profondire il problema di come rendere indirizzabile ad un computer questo specifico contenuto. In sostanza man- cava un'interfaccia adatta e, nelle ricer- che che seguirono sugli specifici canali di comunicazione, ci si rese conto che la soluzione del problema dell'efficacia della comunicazione uomo-macchina ri- sultava particolarmente interessante al- le società di telecomunicazione, televi- sive e di elettronica di consumo che trovarono opportuno finanziare queste ricerche. Da allora il Media Lab ha vissuto mo- menti di gloria con la consulenza per il Governo statunitense nella ridefinizione dell'approccio all'intera questione della TV ad alta definizione. Fino ad allora tutto l'argomento era rimasto di esclu- siva competenza dei costruttori di ap- parecchi TV, dimenticando che con l'evoluzione delle tecnologie digitali la TV diventava naturalmente una specie di computer, fino ad arrivare a forme di TV interattiva decisamente informatica. Oggi Nicholas Negroponte è diventa- to l'evangelizzatore del processo di smaterializzazione dei supporti conse- guente all'utilizzo dei formati digitali e degli effetti di questa smaterializzazio- ne sulla struttura della società attuale, compresi quelli sul mondo commercia- le, del marketing, legale, ecc. Le prime automobili assomigliavano a carrozze a tutti gli effetti, anche se aveva- no un motore; abbiamo dovuto aspettare molti anni prima di avere una forma tipica nell'automobile. Allo stesso modo le pri- me applicazioni MM sono state solo repli- che di applicazioni esistenti, con un po' di video ed audio in più. Possiamo conside- rarci abbastanza vicini ad una seconda ge- nerazione delle applicazioni MM tanto da poterne individuare forme e caratteristiche proprie? Si tratta di una domanda molto sofistica- ta che di solito non ci si pone. Non sono certo di poter predire una risposta ma pos- so almeno indicare da dove arriverà que- sta risposta. La maggior parte della gente adesso guarda alla superficie dello scher- mo come il luogo dove tutte queste cose si incontrano. I loro modelli sono quindi in qualche modo o un documento che viene alla luce con video ed immagini o pensano ad un filmato arricchito da documentazio- ne testuale in una finestra; in altre parole ci sono numerose metafore, ma sono tut- te centrate sullo schermo, sia che si guar- di allo schermo da un punto di vista cine- matico o di documentazione grafica. lo penso che il modello reale del MM sarà la comunicazione "faccia a faccia». Quando parlo faccia a faccia a qualcuno, anche se in questo momento sto usando prevalen- temente il parlato, potrei alzarmi ed usare la lavagna, posso indicare con la mano al- cune cose. In altre parole la nostra comu- nicazione è ridondante e concorrente e proprio questa ridondanza impone che la comunicazione sia multimediale. Uno dei miei esempi preferiti è che io non parlo l'italiano, in particolare, ma se andiamo a cena e lei mi chiede se voglio dell'altro vi- no o un particolare tipo di pasta, io capisco completamente tutto quello che lei mi di- ce; però se lei parla in italiano con i suoi amici di politica italiana io non riesco a ca- pire più niente. Per molti ciò è ovvio per- ché le discussioni di politica sono molto complesse e sofisticate mentre la conver- sazione sul cibo e sui vini è un gioco da ra- gazzi. Ma questa secondo me non è la dif- ferenza perché quando lei mi chiede se voglio ancora del vino, probabilmente la sua mano è in direzione della bottiglia, i suoi occhi fissano il mio bicchiere vuoto e lei sta pronunciando la parola "vino". Dal mio punto di vista sto quindi ricevendo un'enorme quantità di segnali ridondanti e MCmicrocomputer n. 149 - marzo 1995

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ATTUALITÀ•.......................................................................................................................................•

Being Digi'alL'era della lit Radiationper Nicholas Negroponte

Per convincere i lettori di Me dellabontà delle visioni di Nicholas, molte dellequali riportate in "Being Digital", convieneriportare alcuni dei passaggi della nostraintervista che risale, pensate un po', al1992.

di Gerardo Greco

Esce l'attesissimo manuale per l'Era della Digital Radiation, il libro cheraccoglie il pensiero del visionario Nicholas Negroponte, Professore di

Tecnologia dei Media al Massachusetts Institute of Technology oltre chefondatore e direttore del famoso Media Lab

Professore di Tecnologia dei Mediaal Massachusetts Institute of Techno-logy, fondatore e direttore del famosoMedia Lab, da un paio di anni NicholasNegroponte ha riscoperto l'importanzadella carta stampata per diffusione delsuo verbo "digitale», scrivendo ognimese una delle rubriche più interessan-ti, che porta il suo nome, della discussarivista statunitense Wl RED. "Being Di-gital» è un incredibile resoconto delleidee concesse alla stampa negli ultimianni, riviste alla luce delle più recentievoluzioni del mondo delle tecnologiedigitali applicate.

Un paio di anni fa noi lo avevamo in-tervistato nell'ufficio al secondo pianodella costruzione dedicata a JeromeWiesner, presidente negli anni '70 delMassachusetts Institute Technology diBaston, meglio noto come M.I.T. Co-me riportammo allora il prof. Negropon-te, architetto appassionato di comuni-cazione e di sistemi intelligenti per il di-segno computerizzato noti come UR-BAN5 e Architecture Machine, avevasperimentato in prima persona nellostudio di questi sistemi la frustrazionederivante dal non poter comunicarecon la macchina gli aspetti più interes-santi della progettazione, limitandol'utilizzo di un sistema computerizzatoai compiti più noiosi e ripetitivi. Quellafrustrazione spinse l'allora ricercatore

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del M.I.T. ed altri collaboratori ad ap-profondire il problema di come rendereindirizzabile ad un computer questospecifico contenuto. In sostanza man-cava un'interfaccia adatta e, nelle ricer-che che seguirono sugli specifici canalidi comunicazione, ci si rese conto chela soluzione del problema dell'efficaciadella comunicazione uomo-macchina ri-sultava particolarmente interessante al-le società di telecomunicazione, televi-sive e di elettronica di consumo chetrovarono opportuno finanziare questericerche.

Da allora il Media Lab ha vissuto mo-menti di gloria con la consulenza per ilGoverno statunitense nella ridefinizionedell'approccio all'intera questione dellaTV ad alta definizione. Fino ad alloratutto l'argomento era rimasto di esclu-siva competenza dei costruttori di ap-parecchi TV, dimenticando che conl'evoluzione delle tecnologie digitali laTV diventava naturalmente una speciedi computer, fino ad arrivare a forme diTV interattiva decisamente informatica.

Oggi Nicholas Negroponte è diventa-to l'evangelizzatore del processo dismaterializzazione dei supporti conse-guente all'utilizzo dei formati digitali edegli effetti di questa smaterializzazio-ne sulla struttura della società attuale,compresi quelli sul mondo commercia-le, del marketing, legale, ecc.

Le prime automobili assomigliavano acarrozze a tutti gli effetti, anche se aveva-no un motore; abbiamo dovuto aspettaremolti anni prima di avere una forma tipicanell'automobile. Allo stesso modo le pri-me applicazioni MM sono state solo repli-che di applicazioni esistenti, con un po' divideo ed audio in più. Possiamo conside-rarci abbastanza vicini ad una seconda ge-nerazione delle applicazioni MM tanto dapoterne individuare forme e caratteristicheproprie?

Si tratta di una domanda molto sofistica-ta che di solito non ci si pone. Non sonocerto di poter predire una risposta ma pos-so almeno indicare da dove arriverà que-sta risposta. La maggior parte della genteadesso guarda alla superficie dello scher-mo come il luogo dove tutte queste cosesi incontrano. I loro modelli sono quindi inqualche modo o un documento che vienealla luce con video ed immagini o pensanoad un filmato arricchito da documentazio-ne testuale in una finestra; in altre paroleci sono numerose metafore, ma sono tut-te centrate sullo schermo, sia che si guar-di allo schermo da un punto di vista cine-matico o di documentazione grafica. lopenso che il modello reale del MM sarà lacomunicazione "faccia a faccia». Quandoparlo faccia a faccia a qualcuno, anche sein questo momento sto usando prevalen-temente il parlato, potrei alzarmi ed usarela lavagna, posso indicare con la mano al-cune cose. In altre parole la nostra comu-nicazione è ridondante e concorrente eproprio questa ridondanza impone che lacomunicazione sia multimediale. Uno deimiei esempi preferiti è che io non parlol'italiano, in particolare, ma se andiamo acena e lei mi chiede se voglio dell'altro vi-no o un particolare tipo di pasta, io capiscocompletamente tutto quello che lei mi di-ce; però se lei parla in italiano con i suoiamici di politica italiana io non riesco a ca-pire più niente. Per molti ciò è ovvio per-ché le discussioni di politica sono moltocomplesse e sofisticate mentre la conver-sazione sul cibo e sui vini è un gioco da ra-gazzi. Ma questa secondo me non è la dif-ferenza perché quando lei mi chiede sevoglio ancora del vino, probabilmente lasua mano è in direzione della bottiglia, isuoi occhi fissano il mio bicchiere vuoto elei sta pronunciando la parola "vino". Dalmio punto di vista sto quindi ricevendoun'enorme quantità di segnali ridondanti e

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La testimonianza di Negroponte ad Me nel 1992

Nicholas Negroponte.

posso ricavare il messaggio da molti ele-menti. Quello è il MM, segnali ridondanti econcorrenti. Dove rimaniamo fallimentari nelMM è nel canale di input perché ci siamoconcentrati solo sul canale di output, sulproblema del display; abbiamo quindi nume-rosi produttori di splendidi display ma per in-teragire il massimo che possiamo fare èusare il mouse. Dobbiamo quindi affrontarela seconda metà del problema del MM.

Quali ostacoli prevede per la diffusionedel MM Interattivo nei mercati professionalie consumer?

L'elaborazione multimediale, la televisioneinterattiva e la televisione comune diventeran-no tutte la stessa cosa, stanno andando tuttenella stessa direzione. In Europa esiste ungrosso ostacolo costituito dal fatto che il si-stema televisivo europeo è costituito dal'HD-MAC analogico e dal D2-MAC: questi sistemipongono l'Europa in una posizione molto de-bole perché il sistema adottato dovrebbe es-ser completamente digitale, integrato con glialtri sistemi e magari uno stesso sistemaovunque. Questo per quanto riguarda le catti-ve notizie. Le buone notizie per l'Italia in parti-colare sono che il chairman dell'MPEG è italia-no, l'ing. Leonardo Chiariglione. MPEG-1 nonè un progetto di buona qualità ma MPEG-2sarà molto probabilmente una soluzione mol-to potente e potrebbe diventare il futuro dellatelevisione. lo sono pronto a scommettereche se l'MPEG-2 risponderà alle aspettative,esso diventerà lo standard mondiale per la te-levisione; curioso per questa soluzione che èstata progettata per prodotti MM.

Quali specifici problemi legali pone il MMInterattivo?

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Si tratta di una problematica che trovo af-fascinante, e non solo perché lei è un avvo-cato, ma perché tutti si sono concentrati sulproblema sbagliato, quello della proprietàintellettuale. Molti di quelli che hanno lavo-rato nel MM hanno espresso il problemacon esempi specifici quali l'utilizzo di alcunifotogrammi di un film ed il conseguenteequo pagamento dei diritti relativi; poten-zialmente ci sono migliaia e migliaia di foto-grammi che sono stati presi da un film. Altriproblemi riguardano la duplicazione e la di-stribuzione, tutti problemi reali ma non perquesto problemi interessanti. Il problemaveramente interessante viene alla luce me-glio con un esempio: potrei descrivere laTV, la radio, le riviste, i giornali ed i libri co-me appartenenti al business del "Bit Radia-tion", dove si diffondono bit. In MC, peresempio, posso affermare che tutti i testisono preparati su computer; probabilmenteanche l'impaginazione viene fatta con uncomputer. Se vogliamo l'intera rivista puòessere memorizzata sotto forma di bit. Ciòche succede è che questi bit vengono presie transcodificati su carta da stampa rilegataed inviata in migliaia di copie; quindi la Te-chnimedia non diffonde bit ma 80.000 co-pie su carta di un numero di MC. Nel futurosarete anche nel business della diffusionedei bit (lo siamo già oggi con MC-link, ndrJ ela transcodifica che oggi ha luogo nella fab-brica che stampa le riviste domani avrà luo-go a casa mia.

A questo punto il problema del copyrightdiventa interessante perché ciò che succe-derà è che quando questi bit verranno tra-smessi in futuro, questi non verranno inuna forma prestabilita, e qui mi ricollego allamia prima risposta. In altre parole la miamacchina innanzitutto selezionerà i bit aiquali sono interessato, perché saranno inmolti a diffondere bit. A questo punto alcunidi questi verranno transcodificati in video,alcuni in immagini, alcuni in testo e così via;in questo modo l'informazione trasmessanon avrà una specifica forma di espressioneda proteggere secondo le regole generalidel diritto d'autore. Vengono spediti bit chein teoria non hanno forma e che dall'altro Ia-to vengono transcodificati in una forma nonnecessariamente prevedibile e per questomotivo prevedo difficoltà per l'applicazionedelle attuali norme.

" Media Lab oggi e nel prossimo futuro.Il M.I.T. è strutturato in maniera particola-

re. Esistono dipartimenti accademici e labo-ratori ed ha una struttura che mi piace defi-nire "chiesa" e "stato". Il lato accademico èla chiesa ed i laboratori sono lo stato; i labo-ratori del M.I.T. rappresentano 1'80% del de-naro che arriva dalle istituzioni. Il Media Labè sia un dipartimento accademico che un la-boratorio, esempio unico nella nostra univer-

sità; noi crediamo che è importante per ilMM utilizzare cineasti, fotografi, informatici,giornalisti, musicisti insieme e per questonel laboratorio abbiamo a tutt'oggi 300 per-sone sul libro paga e solo metà di questi so-no informatici mentre i rimanenti provengo-no da tutte queste altre discipline. Quindipiù di ogni altra istituzione al mondo noi sia-mo un'istituzione multimediale.

Ciò che abbiamo fatto fino ad oggi, che èmanifesto oggi nel settore, è una sorta di"son et lumière" dell'informatica, un'attivitàdi ricerca con una particolare attenzioneall'aspetto sensoriale dell'informatica. Ciòche faremo n.ei prossimi 5-10 anni è com-prendere il contenuto, partendo dall'ideache i segnali non possono essere elaboratise il sistema non è capace di riconoscerne ilcontenuto. Questa sarà l'attività principaledel Media Lab ed il fatto che Marvin Minskiè qui insieme ai quattro più recenti arrivatinel MM provengono da lavori nell'ambitodell'intelligenza artificiale e del funziona-mento del cervello.

Vista l'intervista e le previsioni contenute,non possiamo fare a meno di rimanere sor-presi dal fatto che oggi la multimedialità uti-lizza interfacce sempre più complesse, doveappunto si tende ad aumentare la densitàdell'interazione con interfacce che utilizzanola voce dell'utente, animazioni interattive fa-miliari ai più giovani perché identiche a quel-le dei comuni cartoni animati, i sistemi diagenti intelligenti che riconoscono il com-portamento dell'utente e agiscono di conse-guenza, magari aiutandolo ad uscire da unasituazione di impasse.

Incredibile è poi la previsione della limita-tezza del concetto di allora della televisionead alta definizione. Grazie anche a Negro-ponte ci si è accorti che parlare di televisio-ne avanzata potesse significare qualcosa dipiù che la sola televisione ad alta definizio-ne. Allora si cominciò a parlare di televisioneinterattiva, se vogliamo più utile all'utente ecapace di selezionare i messaggi di marke-ting secondo la scelta dell'utente, non inve-ce soltanto aumentando le dimensioni e larisoluzione di una pubblicità. Oggi queglistessi insegnamenti costituiscono il cuoredell'evoluzione di Internet per il mercato dimassa, World Wide Web.

Per quanto riguarda infine i problemi legalidel multimedia ed in generale dei media in-terattivi denunciati da Negroponte, non pos-siamo far altro che registrare che la realtànon è andata più avanti di allora, che ancoraoggi in alcuni ambienti si discute in manieraaccesa dell'utilità del diritto d'autore nellaprotezione dei beni immateriali, quali sonotutti quelli che possono esistere anche oesclusivamente in forma digitale.

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Lo spunto per il librocc8eing Digital"

Quando Nicholas Negroponte èdiventato una personalità nei me-dia digitali riconosciuta in tutto ilmondo, sono iniziate per lui molteattività parallele. Tra queste untentativo di estendere l'esperienzadel Media Lab ad altre nazioni. Inquegli anni la risposta fu piuttostoallarmata, specialmente quando adalcuni sembrò che la cosa più op-portuna da fare fosse quella di pro-teggere la proprietà intellettualestatunitense da possibili nazioniconcorrenti. In sostanza l'idea dicostruire in Giappone uno stessoistituto ispirato al Media Lab di Bo-sto n sollevò un vespaio.

In una conferenza sulla prote-zione dell' elettronica statunitenseed in particolare sulla protezionedel know-how di quell'industriacontro l'invasione dei concorrentistranieri, Nicholas fece notare come sututti i tavoli fossero a disposizione dellebottiglie di acqua minerale Evian che,prima di arrivare lì aveva fatto il giro dimezzo mondo partendo dal centro Eu-ropa. Eppure nessuno si sorprendeva diquesto fatto e dell'utilità commercialeanche per gli statunitensi di spostareuna cosa materiale lungo una tale di-stanza e spendendo così tanti soldi neltrasporto Suggerendo in questo modoche un bene immateriale potesse da unlato essere rinchiuso in una nazione conmaggiore difficoltà che un bene mate-riale. Ma suggerendo anche che i beniimmateriali si prestano a generare utilieconomici in modo particolare viaggian-do oltre i confini di un'area delimitata.

In seguito un altro evento avrebbeconvinto il nostro professore ad adope-rarsi per diffondere il verbo digitale an-che tra i profani. Durante una visita aduno dei più importanti costruttori di cir-cuiti integrati statunitensi, all'entrata glivenne chiesto se portava con sé uncomputer laptop. Alla risposta affermati-va l'addetto alla sicurezza ne chiese il va-lore. «Tra uno e due milioni di dollari» fula risposta che naturalmente teneva con-to del contenuto del disco rigido sul qua-le erano memorizzati buona parte deglistudi, delle ricerche e degli articoli delprofessore. «Non è possibile, mi facciavedere il modello ... ah, diciamo 2000 dol-lari» fu l'impassibile conclusione dell'ad-detto alla sicurezza. È chiaro che ciò cheè immateriale da molti viene ancora con-siderato addirittura senza valore.

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Oggi con la diffusione delle reti ed inparticolare di World Wide Web su Inter-net le dogane sono abbattute inevitabil-mente. Quando per oltre due anni invia-vo dagli Stati Uniti copia del mio articoloaccompagnato dalle foto per motivi disicurezza, oltre alla spedizione via postaelettronica, per la spedizione ero co-stretto a compilare un documento do-ganale e spesso il pacchetto venivaispezionato in dogana. Il valore dellostesso era per me il valore riconosciutodal direttore di MC, ma per semplificarele cose dichiaravo un paio di dollari. Vilascio immaginare quando sono statocostretto a mandare una volta un discorimovibile Syquest..

Allo stesso modo il professor Negro-ponte cita il suggerimento offerto ad unimportante giornalista informatico delNew York Times, John Markoff. AMarkoff Negroponte suggerì la possibi-lità di pubblicare i suoi articoli su Inter-net invece che sulla carta nel prestigio-so NYT, facendosi pagare per ogni nuo-vo articolo 5 centesimi di dollaro. Inquesto modo se un cinquantesimo dellapopolazione di Internet nel 1995 si ab-bonasse a questo servizio e Markoffscrivesse 20 articoli all'anno, alla fine diogni anno guadagnerebbe un milione didollari, circa un miliardo e seicento mi-lioni di lire, sicuramente più di quantopaga il pur prestigoso New York Times.

Il processo di smaterializzazione dei

supporti conseguente all'utilizzodei formati digitali determina deglieffetti profondi sulla società attua-le. Il mondo commerciale è il pri-mo a doversi riorganizzare, guar-dando con maggiore attenzione ainuovi modelli di vendita insiti nelfatto che i beni digitali possonoistantaneamente essere duplicabi-li all'infinito. Il marketing scopreoggi nuove strade, come quelladegli ambienti ipermediali su com-puter di World Wide Web sul qua-le si sta sviluppando un'infinita va-rietà di forme di commercio digita-le o immateriale. A supporto diquesta evoluzione lo stesso mon-do legale dovrà evolversi veloce-mente: si discute in questi giornidel fenomeno dei brevetti conces-si negli Stati Uniti anche per ilsoftware, della responsabilità deigestori delle autostrade digitaliper i reati commessi attraverso laloro infrastruttura. Si parla

dell' estensione dei diritti fondamentalidell'individuo anche al mondo digitale,compreso innanzitutto la possibilitàconcreta, quindi con costi accessibili,per tutti dell'accesso alle reti digitali,almeno fino ad un certo livello di utiliz-zazione. E se dalla diffusione territoria-le delle reti dovesse dipendere un'evo-luzione della società, compreso il mon-do economico, culturale e del diverti-mento, le scelte sulla dislocazione diqueste infrastrutture deve essere sot-tratta alla libera iniziativa dei gruppi pri-vati che possono magari vedere mag-giori utili da investimenti in un'areageografica e non in un'altra. Per noiItaliani ciò potrebbe costituire l'occa-sione per uno sviluppo uniforme sututto il territorio di un'industria digitale,leggera e per niente inquinante. Se in-vece gestita male o non gestita affat-to, l'evoluzione digitale potrebbe porta-re alla nascita di nuovi Meridioni ..

I tempi stanno cambiando e guidecome questa sono assolutamente indi-spensabili per sopravvivere ed essereparti attive nella società che ci aspetta.Cominciate a fare spazio accanto a «GliStrumenti del Comunicare» di MarshallMcLuhan per «Being Digital» di Nicho-las Negroponte, pubblicato in lingua in-glese da Alfred A. Knopf di New Yorknegli USA e da Random House in Cana-da ed Europa. W5

Gerardo Greco è raggiungibile tramite MC-link allacasella greco e tramite Internet agli indirizzi gre-co@mc!ink.it e 71562. [email protected].

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C. Umberto 1437 - Montesilvano - PEtel. 085-4450260V. Valle 66 - Grottaminarda - AVtel. 0825-441392V. L. Pirandello 13 - Beneventotel. 0824-312400V. Valente 42 - Napoli - tel. 081-5064159V. Schipa 61 - Napoli - tel. 081-662840V. Plava 70 - Battipaglia - SAtel. 0828-307647V. S. Passaro 18 - Salerno - tel. 089-712655Str. Provinciale 32 - Rocchetta a Volturno - IStel. 0865-955178V. Casale 3 - Gravina - BA - tel. 080-6969153P. Ugo Betti 5 - Castellaneta - TAtel. 099-8435288V Puglia Il - Policoro - MT - tel. 0835-972535V.le Europa 62 - Sant'Arcangelo - Pltel. 0973-611926Città 2000 - 6· strada Pal. B - Cosenzatel. 0984-483248V. Nazionale 152 . Badolato Marina· CZtel. 0967-814590V. Giardini 32A . Marina di Gioiosa Jonica - RCtel. 0964-416875V. Plebiscito 30 . Reggio Calabriatel. 0965-896246V. Messina 30 - Capo d'Orlando - MEtel. 0941-902074V. A. Graf 4 - Palermo - tel. 091-478567V. Mauceri 14 - Noto - SR- tel. 0931-57 I 018V. Scudaniglio 3 - Trapani - tel. 0923-872913V. Mameli 25 - Olbia - SS- tel. 0789-26755V. G. Deledda 18 - Sassari- tel. 079-254096V. Carducci 5 - Perdasdefogu· NUtel. 0782-94273V. S. Gemiliano 15 - Sestu- CAtel. 070-238976