BEATI I PURI DI CUORE, PERCH VEDRANNO DIO · stare la terra e il mare: ÇNon devastate la terra n...

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Il sigillo fin dal tempo di san Giovanni indicava il bat- tesimo; i buoni mediante il sigillo sono preservati non dalle sofferenze ma dalla dannazione eterna. Il loro nu- mero è impressionante: 144.000, che è il quadrato di 12, ci- fra della pienezza, moltiplicato per 1.000, il mille indica estensione indefinita. Ma chi sono? Appartengono a ogni tribù d’Israele. Israele rimane il popolo amato da Dio e rientrerà nel Corpo mistico di Cristo, al seguito di Maria Madre di Gesù, dei Dodici Apostoli e di molti altri. Ma dopo Cristo la Chiesa è il vero Israele di Dio. I 144.000 rap- presentano l’immensa moltitudine degli uomini che quaggiù, con la fede e il battesimo, aderiscono a Cristo: è la Chiesa mi- litante che possiede le promesse di vita eterna. Dopo di ciò, apparve una moltitudine immensa... Ecco ades- so l’immensa moltitudine dei risorti (stavano in piedi) che contemplano la gloria (davanti al trono) di Dio Padre e del- l’Agnello Gesù. È la Chiesa trionfante del Cielo. Tale mol- titudine immensa ingloba tutti i salvati e rappresenta gli uomini di ogni provenienza della terra – 4 termini: nazio- ne, razza, popolo e lingua – tutti figli di Dio senza alcuna di- stinzione: è la Chiesa universale. Sono vincitori del mondo; la vittoria è raffigurata dalla veste bianca del trionfo e dalla palma del martirio: tribo- lazioni, prove, tentazioni. Gridano a gran voce, sopranna- turalmente, che la loro vittoria è dovuta a una grazia del Padre e al Sangue dell’Agnello pasquale, che è Gesù. Gli Angeli che stanno intorno al trono raffigurano gli Angeli dell’adorazione e della contemplazione beata, ben distin- ti dagli angeli decaduti e ribelli che sono i demòni; i 24 ve- gliardi raffigurano la Chiesa dell’antico e nuovo Israele, 12 tribù e 12 apostoli; i 4 esseri viventi simboleggiano tut- ti gli esseri animati che vivono sulla terra e sull’infinito cosmo. Il loro grido di amore e di adorazione è aperto e chiuso da un Amen, che indica certezza e verità ed è con- trassegnato da 7 titoli di riconoscenza a Dio. Il loro atteg- giamento di adorazione è fatto di inchino profondo e di faccia a terra. SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 23) ECCO LA GENERAZIONE CHE CERCA IL TUO VOLTO, SIGNORE Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. PRIMA LETTURA (Dal libro dell’Apocalisse di s. Giovanni ap. 7,2-4.9-14) SONO QUELLI CHE VENGONO DALLA GRANDE TRIBOLAZIONE Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di deva- stare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il si- gillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnàti, prove- nienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine im- mensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davan- ti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti can- dide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli an- ziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio di- cendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di gra- zie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da do- ve vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribola- zione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello». Prima della rottura dell’ultimo sigillo, che scatena il ca- taclisma finale e incammina la storia verso la fine, san Giovanni vuole rassicurare i buoni: non temano perché, rinforzati e riscattati, un giorno affluiranno in Cielo e ri- ceveranno i beni promessi. Un Angelo che sale dall’oriente – l’oriente indica la lu- ce e la salvezza – frena le potenze distruttrici: ancora un tempo di attesa. Occorre prima contrassegnare con il si- gillo gli eletti. Con il marchio del sigillo del Dio vivente – che in Ezechièle aveva la forma di una croce, antica scrit- tura del tav, ultima lettera dell’alfabeto ebraico – viene si- gnificata l’appartenenza totale dei buoni a Dio con l’infu- sione dello Spirito Santo. SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – ANNO C – 1 NOVEMBRE 2016 GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale Commenti su testi di don Carlo De Ambrogio BEATI I PURI DI CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO

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★ Il sigillo fin dal tempo di san Giovanni indicava il bat-tesimo; i buoni mediante il sigillo sono preservati nondalle sofferenze ma dalla dannazione eterna. Il loro nu-mero è impressionante: 144.000, che è il quadrato di 12, ci-fra della pienezza, moltiplicato per 1.000, il mille indicaestensione indefinita. Ma chi sono? Appartengono a ognitribù d’Israele. Israele rimane il popolo amato da Dio erientrerà nel Corpo mistico di Cristo, al seguito di MariaMadre di Gesù, dei Dodici Apostoli e di molti altri. Madopo Cristo la Chiesa è il vero Israele di Dio. I 144.000 rap-presentano l’immensa moltitudine degli uomini che quaggiù,con la fede e il battesimo, aderiscono a Cristo: è la Chiesa mi-litante che possiede le promesse di vita eterna.

★ Dopo di ciò, apparve una moltitudine immensa... Ecco ades-so l’immensa moltitudine dei risorti (stavano in piedi) checontemplano la gloria (davanti al trono) di Dio Padre e del-l’Agnello Gesù. È la Chiesa trionfante del Cielo. Tale mol-titudine immensa ingloba tutti i salvati e rappresenta gliuomini di ogni provenienza della terra – 4 termini: nazio-ne, razza, popolo e lingua – tutti figli di Dio senza alcuna di-stinzione: è la Chiesa universale.

★ Sono vincitori del mondo; la vittoria è raffigurata dallaveste bianca del trionfo e dalla palma del martirio: tribo-lazioni, prove, tentazioni. Gridano a gran voce, sopranna-turalmente, che la loro vittoria è dovuta a una grazia delPadre e al Sangue dell’Agnello pasquale, che è Gesù. GliAngeli che stanno intorno al trono raffigurano gli Angelidell’adorazione e della contemplazione beata, ben distin-ti dagli angeli decaduti e ribelli che sono i demòni; i 24 ve-gliardi raffigurano la Chiesa dell’antico e nuovo Israele,12 tribù e 12 apostoli; i 4 esseri viventi simboleggiano tut-ti gli esseri animati che vivono sulla terra e sull’infinitocosmo. Il loro grido di amore e di adorazione è aperto echiuso da un Amen, che indica certezza e verità ed è con-trassegnato da 7 titoli di riconoscenza a Dio. Il loro atteg-giamento di adorazione è fatto di inchino profondo e difaccia a terra.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 23)ECCO LA GENERAZIONE CHE CERCA IL TUO VOLTO, SIGNOREDel Signore è la terra e quanto contiene:il mondo, con i suoi abitanti.

PRIMA LETTURA (Dal libro dell’Apocalisse di s. Giovanni ap. 7,2-4.9-14)

SONO QUELLI CHE VENGONO DALLAGRANDE TRIBOLAZIONE

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo,con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce aiquattro angeli, ai quali era stato concesso di deva-stare la terra e il mare: «Non devastate la terra né ilmare né le piante, finché non avremo impresso il si-gillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con ilsigillo: centoquarantaquattromila segnàti, prove-nienti da ogni tribù dei figli d’Israele.Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine im-mensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione,tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davan-ti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti can-dide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. Egridavano a gran voce: «La salvezza appartiene alnostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli an-ziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono conla faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio di-cendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di gra-zie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secolidei secoli. Amen».Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse:«Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da do-ve vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». Elui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribola-zione e che hanno lavato le loro vesti, rendendolecandide nel sangue dell’Agnello».

★ Prima della rottura dell’ultimo sigillo, che scatena il ca-taclisma finale e incammina la storia verso la fine, sanGiovanni vuole rassicurare i buoni: non temano perché,rinforzati e riscattati, un giorno affluiranno in Cielo e ri-ceveranno i beni promessi.

★ Un Angelo che sale dall’oriente – l’oriente indica la lu-ce e la salvezza – frena le potenze distruttrici: ancora untempo di attesa. Occorre prima contrassegnare con il si-gillo gli eletti. Con il marchio del sigillo del Dio vivente –che in Ezechièle aveva la forma di una croce, antica scrit-tura del tav, ultima lettera dell’alfabeto ebraico – viene si-gnificata l’appartenenza totale dei buoni a Dio con l’infu-sione dello Spirito Santo.

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – ANNO C – 1 NOVEMBRE 2016GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale

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BEATI I PURI DI CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO

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È lui che l’ha fondato sui marie sui fiumi l’ha stabilito. R.

Chi potrà salire il monte del Signore?Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. R.

Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.

SECONDA LETTURA (Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3,1-3)LO VEDREMO COSÌ COME EGLI ÈCarissimi, vedete quale grande amore ci ha dato ilPadre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamorealmente! Per questo il mondo non ci conosce: per-ché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciòche saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamoperò che quando egli si sarà manifestato, noi saremosimili a lui, perché lo vedremo così come egli è.Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stes-so, come egli è puro.

★ Nella sua prima Lettera, san Giovanni ci rivela la suaesperienza cristiana. Dio è Amore. Dio è Luce. Il credentelo sa. Sa che è passato da morte a vita. Sa che è di Dio, cheDio è in Lui, che egli è in Dio, che possiede la vita. Eccoche cosa vuol dire essere figli di Dio. La ragione per cui ilmondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Il cre-dente sa che è conosciuto da Dio e che conosce Dio. Que-sta certezza nasce da un’esperienza mistica nello SpiritoSanto, che il mondo non può avere perché è opaco a Dio,perché è nelle tenebre del peccato. L’essere figli di Dio èun’esperienza che non si vede, ma che si vive; che non sianalizza, ma che si assapora.

★ Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, comeegli è puro. Chi mette la sua speranza in Cristo si rende pu-ro come Lui è puro. Purezza di sorgente che diventa spec-chio e riflesso in cui il mio volto e quello di Dio si fondo-no insieme: Noi saremo simili a lui, noi lo vedremo così comeegli è. Quale nostalgia di Dio traspare in queste paroleconfidenziali di Giovanni, che aveva visto, ascoltato, toc-cato con le sue mani il Verbo di vita. Carissimi, fin d’ora sia-mo figli di Dio: c’è da impazzire di gioia!

CANTO AL VANGELO (Matteo 11,28)Alleluia, alleluia. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Alleluia.

VANGELO (Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12a)BEATI VOIIn quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul mon-te: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi di-scepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteran-no e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro divoi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchégrande è la vostra ricompensa nei cieli».

★ Le Beatitudini sono una promessa di Cristo e una pro-fezia: Dio condurrà il mondo fino alla realizzazione delsuo Regno. Le Beatitudini sono il programma, il manifestoufficiale di Gesù: salì sulla montagna, come il nuovo Mosè,si mise a sedere, prese la parola, li ammaestrava. La beatitudi-ne della povertà è posta all’inizio e fa da titolo a tutte le al-tre. Cosa vuol dire povertà? Gesù dice che i poveri ap-partengono al Regno; che bisogna mettere i poveri al cen-tro della nostra attenzione; che bisogna vivere la povertàcome libertà per il Regno e come distacco per seguire Ge-sù. C’è quindi una povertà da conquistare: occorre esserepoveri nello spirito; impoveriti del proprio io; poveri con-sapevoli della propria povertà. Il povero di spirito è coluiche si fa libero per il Vangelo; che sa condividere con i po-veri; che attende tutto da Dio; che nella propria vita dàspazio al Signore.

★ San Luca ha solo 4 Beatitudini: povertà, fame, pianto,insulti, seguite da 4 maledizioni. San Matteo vi aggiungela mitezza, la misericordia, la purezza del cuore, la perse-cuzione per la giustizia. Luca parla di situazioni, Matteodi atteggiamenti.

★ Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi èil Regno dei Cieli. Beatitudine della persecuzione, degli in-sulti, della sofferenza, a motivo di Gesù e del Vangelo. Ec-co l’iter della santità: contemporaneamente cresce la gioiainteriore ed esteriore: rallegratevi ed esultate. Il traguardoè il Paradiso e, contemporaneamente, la realizzazionedell’uomo. Nella Chiesa per essere veramente moderni,bisogna essere santi.

PER ME CRISTO. Periodico iniziato da Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblicie liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: [email protected] - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile

Beato AngelicoGiudizio universale - particolare

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★ La notte della morte che sembra piombare su di noi nel-l’ultimo istante della vita, diventa come la notte del saba-to santo, che la liturgia chiama la più beata di tutte le nottiperché Gesù è uscito dalla tomba. Nulla rivela tanto la di-sperazione del pagano e la speranza vittoriosa del cristia-no quanto le iscrizioni sepolcrali della via Appia a Roma,una via fiancheggiata da tombe sontuose, le cui iscrizionigridano il lutto e il nulla. Ma nel sottosuolo, ecco le cata-combe, dalle quali si eleva, fresco e giovane come un can-to di allodola, l’inno della speranza: Vivi in Dio, vivi nel Si-gnore, sii nella pace e nella luce!

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 16)CI SAZIEREMO, SIGNORE, CONTEMPLANDO IL TUO VOLTOAscolta, Signore, la mia giusta causa,sii attento al mio grido.Porgi l’orecchio alla mia preghiera:sulle mie labbra non c’è inganno. R.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno.Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole. R.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,all’ombra delle tue ali nascondimi,io nella giustizia contemplerò il tuo volto,al risveglio mi sazierò della tua immagine. R.

SECONDA LETTURA

(Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 2,16 - 3,5)CI HA DATO UNA CONSOLAZIONE ETERNAFratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio,Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per suagrazia, una consolazione eterna e una buona speran-za, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni operae parola di bene.Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la paroladel Signore corra e sia glorificata, come lo è anche travoi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e mal-vagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fe-dele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore:

PRIMA LETTURA (Dal secondo libro dei Maccabèi 7,1-2.9-14)CI RISUSCITERÀ A VITA NUOVA ED ETERNAIn quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presiinsieme alla loro madre, furono costretti dal re, a for-za di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proi-bite.Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Checosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a mo-rire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, oscellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del-l’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, cirisusciterà a vita nuova ed eterna».Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richie-sta mise fuori prontamente la lingua e stese con co-raggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cieloho queste membra e per le sue leggi le disprezzo,perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stessore e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza diquesto giovane, che non teneva in nessun conto letorture.Fatto morire anche questo, si misero a straziare ilquarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita,egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uo-mini, quando da Dio si ha la speranza di essere dalui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davve-ro risurrezione per la vita».

★ Si parla del martirio dei sette fratelli chiamati Maccabèi. Ilracconto, apparentemente scheletrico, è condotto con no-tevole abilità letteraria: si assiste con commozione semprecrescente alla strage crudele e a una affermazione semprepiù recisa nel destino del giudaismo. Anche se privo dicircostanze storiche, il brano è molto ricco di insegna-menti teologici: vita futura, risurrezione, creazione dalnulla, ecc.

★ È un luminoso preludio alla visione della morte comelo intendeva Gesù: un passaggio da questo mondo al Pa-dre; una porta che ci introduce nella felicità del Cielo, nel-la visione di Dio. Può darsi che la prova che incombe sudi noi sia dura, terribile, come per questi sette fratelli, mala grazia aiuta sempre, perché la morte ha perduto il suopungiglione, dice san Paolo, è stata sconfitta (cf 1Cor 15,55).

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32ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C – 6 NOVEMBRE 2016GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale

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IL SIGNORE È DIO DEI VIVENTI: TUTTI VIVONO PER LUI

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che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e conti-nuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’a-more di Dio e alla pazienza di Cristo.

★ C’è una parola che fu sempre cara all’Apostolo: la pa-rola speranza. Ritorna 36 volte nelle sue Lettere e il verbosperare 19 volte. Proprio sotto il segno della speranza –che è la memoria del futuro – Paolo presentò il Cristo aTessalonica. Il Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro,che ci ha amati... La vita del credente comincia col disegnoeterno di Dio e si compie nella partecipazione alla gloriadi Cristo. Fra queste due differenti tappe di inizi e di ac-coglienze, vi sono l’appello del Vangelo e la risposta del-la fede, l’insegnamento delle tradizioni e la risposta nellafedeltà dell’uomo. Ma l’uomo non può rispondere checon la grazia di Dio che è conforto e fermezza (vv. 16-17),perché la vita del credente è di combattimento.

★ «Io sono abbastanza persuaso – scrisse il filosofo Ga-briel Marcel – che la speranza è per l’anima ciò che la re-spirazione è per l’organismo umano». E Teillard de Char-din: «Il mondo apparterrà a chi potrà offrire fin d’adessola più grande speranza». La più grande speranza dell’uo-mo è il Signore Gesù che è venuto, che viene e che verrà.Per questo l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, sichiude con un grido di attesa: Maranathà. Vieni, SignoreGesù! E una certezza: Sì, verrò presto! (Ap 22,20).

CANTO AL VANGELO (Ap 1,5a.6b)Alleluia, alleluia. Gesù Cristo è il primogenito dei morti:a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Alleluia.

VANGELO (Dal Vangelo secondo Luca 20,27-38)DIO NON È DEI MORTI, MA DEI VIVENTIIn quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sad-ducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gliposero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha pre-scritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha mo-glie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie edia una discendenza al proprio fratello. C’eranodunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso mo-glie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poiil terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare fi-gli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dun-que, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tut-ti e sette l’hanno avuta in moglie».Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendo-no moglie e prendono marito; ma quelli che sonogiudicati degni della vita futura e della risurrezionedai morti, non prendono né moglie né marito: infat-ti non possono più morire, perché sono uguali agliangeli e, poiché sono figli della risurrezione, sonofigli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indica-to anche Mosè a proposito del roveto, quando dice:“Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Diodi Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi;perché tutti vivono per lui».

★ La fede nella risurrezione è il pomo della discordia trafarisei e sadducèi. I sadducèi, liberi pensatori, non credo-no all’aldilà: per essi tutto finisce con la morte. Con osten-tata sottigliezza i sadducèi presentano a Gesù una do-manda sotto l’aspetto di un caso ipotetico e fasullo.

★ Secondo la legge ebraica una donna, il cui marito muo-re senza figli, deve venir sposata dal fratello del defunto.I sadducèi almanaccano su un caso; una donna vede persei volte di seguito morire il proprio marito; dopo il setti-mo, muore lei. Ecco la domanda: a chi dei sette apparterràla donna nell’aldilà? La risposta di Gesù è finissima. Mo-stra prima di tutto che il caso propostogli e l’atteggia-mento degli interroganti è sciocco. L’aldilà è un fatto; masu un piano tutto diverso da quaggiù. Lassù è un’altra co-sa: non si può parlare di prender moglie o di sposare unuomo. Dio sarà visibile nella sua gloria; tutto il resto sco-lorirà davanti a quella luce inondante.

★ Nell’aldilà solo Dio ha significato; tutto il resto diventacompletamente secondario. Gesù spazza via le ridicolag-gini degli avversari e richiama a ciò che è veramente de-cisivo: Dio. Dio è un Dio vivente, che ha creato la vita enon permette che essa scompaia nel nulla. Dio è un Diovivente, che risuscita i morti e che dà la vita eterna. Quan-do la Scrittura lo chiama Dio di Abramo, di Isacco e diGiacobbe, non parla di fatti storici passati, di uomini chenon sono più. Dio non è un Dio di morti. Abramo, Isaccoe Giacobbe sono ancora esseri reali! Vivono nell’aldilàperché hanno ricevuto l’esistenza da Dio, datore di vita.Figli della risurrezione: è un’esistenza tutta nuova. Dobbia-mo riaccendere in noi la nostalgia del Paradiso; essere co-me alberi che hanno le loro radici in Cielo.

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PER ME CRISTO. Periodico iniziato da Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblicie liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: [email protected] - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile

TESTIMONI DELLA FEDESAN LEOPOLDO MANDIC

Nato il 12 maggio 1866 a Castelnuo-vo, nella Dalmazia meridionale, a sedi-ci anni entra tra i Cappuccini di Vene-zia. Piccolo di statura, curvo e malfer-mo di salute, vive la sua vita di fratecappuccino pregando ardentementeper la riunificazione tra la Chiesa catto-lica e la Chiesa ortodossa. Nei monasteri dove vive si dedica so-prattutto al ministero della Confessionee in particolare alla direzione spiritualedei sacerdoti e religiosi. Dal 1906 svol-ge questo compito a Padova. È ap-

prezzato per la sua straordinaria mitezza. La sua salute si deterio-ra, ma fino a quando gli è possibile non cessa di assolvere in no-me di Dio e di indirizzare parole di incoraggiamento a quanti loaccostano. Muore il 30 luglio 1942. La sua tomba, aperta dopoventiquattro anni, ne rivela il corpo completamente intatto. È sta-to proclamato santo nel 1983. San Leopoldo Mandic insieme a san Pio da Pietrelcina è patronodell’Anno della Misericordia, per la loro grande dedizione al mini-stero della Confessione. Nel febbraio scorso, le spoglie dei due“Santi della Misericordia” sono state esposte alla venerazione deifedeli nella Basilica di San Pietro a Roma.

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con le trombe e al suono del cornoacclamate davanti al re, il Signore. R.

Risuoni il mare e quanto racchiude,il mondo e i suoi abitanti.I fiumi battano le mani,esultino insieme le montagnedavanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.

Giudicherà il mondo con giustiziae i popoli con rettitudine. R.

SECONDA LETTURA

(Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 3,7-12)GUADAGNARSI IL PANE LAVORANDO IN PACEFratelli, sapete in che modo dovete prenderci a mo-dello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzoa voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane dialcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte egiorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voicome modello da imitare. E infatti quando eravamopresso di voi, vi abbiamo sempre dato questa rego-la: chi non vuole lavorare, neppure mangi.Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vitadisordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione.A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo,ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando contranquillità.

★ In questa pericope che chiude la seconda lettera ai Tes-salonicési, l’apostolo Paolo assume improvvisamente untono severo, segno che si tratta di una notizia arrivata al-l’ultimo momento: si tratta del tema degli indisciplinati.

★ Paolo fa appello all’esempio di laboriosità che ha la-sciato ai fedeli di Tessalonica per giustificare il suo attua-le intervento e spingerli a uscire dal loro disimpegno so-ciale.

★ Per non far pesare sugli altri il suo mantenimento, halavorato con le proprie mani dando esempio di serietàprofessionale e di disinteresse, ma più ancora di carità, ri-fiutandosi di recare peso alle famiglie povere che lo ospi-tano.

★ La professione cristiana non dispensa dall’impegno so-

PRIMA LETTURA (Dal libro del profeta Malachìa 3,19-20a)STA PER VENIRE IL GIORNO ROVENTEEcco: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettonoingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venen-do, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino anon lasciar loro né radice né germoglio.Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà conraggi benefici il sole di giustizia.

★ Questo profeta anonimo fu chiamato Malachì, cioè miomessaggero a motivo del passo: Ecco, io mando il mio mes-saggero, mal’akì, dinanzi a te (3,1). In tempi di ripresa qualisempre la Chiesa, nuovo Israele, deve affrontare, domina-ti dall’angoscia per il contrasto tra la chiarezza di un tem-po e l’oscurità attuale, Malachìa indica anche oggi la stra-da per uscirne fuori: ripensare alle meraviglie compiute dalPadre in Gesù e alla sua promessa fondamentale: Tornerò aprendervi con me (Gv 14,3).

★ In quel giorno – precisa Gesù – voi non mi farete più alcu-na domanda. Il termine semitico jòm, giorno, indica tuttoun periodo. I profeti impiegano questa parola quandoparlano dei grandi interventi divini. Al di là del mio Gior-no di cui parla Gesù (Gv 8,56), qui il termine indica il gior-no eterno, il giorno della venuta definitiva di Dio, il gior-no in cui sorgerà per i buoni, cioè per quelli che attendo-no con amore la sua venuta, il sole di giustizia con raggibenefici.

★ Allora entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate;l’Angelo della nuova Alleanza che voi desiderate (3,1-2), comeun giorno nella storia del mondo attraverso la tenda dicarne di una Vergine. Il Battista aveva parlato del Giornodi Gesù con toni roventi, ispirandosi a Malachìa (Mt 3,7-12),perché ogni venuta del Signore rivela la contraddizionedella storia, il bene e il male talvolta velati e confusi cheessa contiene. Ma per coloro che osservano la Parola diDio, cultori del mio Nome, la sua venuta – dice il Profeta –è come una luce che scalda il cuore.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 97)IL SIGNORE GIUDICHERÀ IL MONDO CON GIUSTIZIACantate inni al Signore con la cetra,con la cetra e al suono di strumenti a corde;

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33ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C – 13 NOVEMBRE 2016GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale

Commenti su testi di don Carlo De Ambrogio

NON LASCIATEVI INGANNARE, LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA

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ciale ma l’impone per nuovi motivi: nella concezione bi-blica il lavoro, anche se umile, risponde a una legge divi-na che il cristiano è chiamato a tutelare.

★ La regola che Paolo espone di lavorare se si vuol man-giare, ha un’aggiunta preziosa: occorre farlo con pace.Bergson dice che i mistici, cioè coloro che vivono intensa-mente del futuro di Dio, vedono grande, vedono chiaro e rea-lizzano forte. Lavoro e temperanza mantengono un climadi attesa alla vigilanza cristiana.

CANTO AL VANGELO (Lc 21,28)Alleluia, alleluia. Risollevatevi e alzate il capo,perché la vostra liberazione è vicina. Alleluia.

VANGELO (Dal Vangelo secondo Luca 21,5-19)NON SARÀ LASCIATA PIETRA SU PIETRAIn quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio,che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesùdisse: «Verranno giorni nei quali, di quello che ve-dete, non sarà lasciata pietra su pietra che non saràdistrutta».Gli domandarono: «Maestro, quando dunque acca-dranno queste cose e quale sarà il segno, quando es-se staranno per accadere?». Rispose: «Badate di nonlasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mionome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Nonandate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e dirivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devo-no avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazio-ne e regno contro regno, e vi saranno in diversi luo-ghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anchefatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.Ma prima di tutto questo metteranno le mani su divoi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sina-goghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re egovernatori, a causa del mio nome. Avrete allora oc-casione di dare testimonianza. Mettetevi dunque inmente di non preparare prima la vostra difesa; io vidarò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avver-sari non potranno resistere né controbattere.Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, daiparenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sa-rete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nem-meno un capello del vostro capo andrà perduto.Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

★ La domanda circa il tempo e il segno della rovina di Ge-rusalemme non riceve risposta. Gesù parla invece dei se-gni che precederanno la fine del mondo: i falsi profeti, le ca-tastrofi, le persecuzioni contro la Chiesa.

★ La comparsa di seduttori pericolosi, di falsi profeti e falsimessia che si presentano in nome di Gesù e citano le sueparole in appoggio alle loro idee – si attribuiscono il no-me ineffabile di Dio: Io Sono – è un segno che può trarrein inganno i cristiani che attendono con ansia il ritornodel Signore. Non è facile vederci chiaro in simili eccitanti

messaggi. I loro annunciatori sono numerosi e le follevengono facilmente suggestionate. Non c’è che la Paroladi Gesù che possa smascherarli, e l’umiltà della fede.

★ Le guerre, i terremoti, le pestilenze ci saranno sempre, mala fine non verrà così presto. Tali avvenimenti, visti con l’oc-chio di Dio, sono in parte castighi per i peccati (Ap 6 e 16) ein parte ammonimenti a non lasciarsi abbagliare dalle co-se della terra.

★ Le persecuzioni, i tribunali, le pene saranno sostenute daidiscepoli a causa del nome di Gesù. Attraverso la perse-cuzione vengono aperte porte che dànno occasione di te-stimoniare in favore di Cristo. Paolo per esempio può farsapere ai Filippesi che la sua incarcerazione serve alla cor-sa del Vangelo nel mondo (Fil 1,12s).

★ I discepoli però ricevono una Parola che devono impri-mersi indelebilmente nell’anima per il tempo delle perse-cuzioni: sarà questa Parola di Gesù, annunciata al mo-mento giusto dallo Spirito Santo, che gli darà lingua e sa-pienza irresistibile. Nessuno di loro verrà abbandonatoall’arbitrio dei persecutori: nemmeno un capello del vostrocapo perirà, assicura Gesù. Per il cristiano tutto fa perno sul-la costanza nella fede.

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PER ME CRISTO. Periodico iniziato da Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblicie liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: [email protected] - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile

GGiiuubbiilleeoo ddeellllaa MMiisseerriiccoorrddiiaaPPaappaa FFrraanncceessccoo ppaarrllaa aaii RRaaggaazzzzii

Essere misericordiosi vuol dire essere capaci di perdono. E questonon è facile! Può succedere che, a volte, in famiglia, a scuola, inparrocchia, in palestra o nei luoghi di divertimento qualcuno cipossa fare dei torti e ci sentiamo offesi; oppure in qualche mo-mento di nervosismo possiamo essere noi ad offendere gli altri.Non rimaniamo con il rancore o il desiderio di vendetta! Non ser-ve a nulla: è un tarlo che ci mangia l’anima e non ci permette diessere felici. Perdoniamo! Perdoniamo e dimentichiamo il torto ricevuto, cosìpossiamo comprendere l’insegnamento di Gesù ed essere suoi di-scepoli e testimoni di misericordia.Ragazzi, quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici,però succede che non riesco a mettermi in contatto perché nonc’è campo. Sono certo che capita anche a voi, che il cellulare inalcuni posti non prenda... Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù è come senon ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in sestessi. Mettiamoci sempre dove si prende! La famiglia, la parroc-chia, la scuola, perché in questo mondo avremo sempre qualco-sa da dire di buono e di vero.

(Papa Francesco, 24 aprile 2016)

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È là che salgono le tribù,le tribù del Signore,secondo la legge d’Israele,per lodare il nome del Signore.Là sono posti i troni del giudizio,i troni della casa di Davide. R.

SECONDA LETTURA

(Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési 1,12-20)CI HA TRASFERITI NEL REGNO DEL SUO AMOREFratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resicapaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebree ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,per mezzo del quale abbiamo la redenzione,il perdono dei peccati.Egli è immagine del Dio invisibile,primogenito di tutta la creazione,perché in lui furono create tutte le cosenei cieli e sulla terra,quelle visibili e quelle invisibili:Troni, Dominazioni,Principati e Potenze.Tutte le cose sono state createper mezzo di lui e in vista di lui.Egli è prima di tutte le cosee tutte in lui sussistono.Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.Egli è principio,primogenito di quelli che risorgono dai morti,perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.È piaciuto infatti a Dioche abiti in lui tutta la pienezzae che per mezzo di lui e in vista di luisiano riconciliate tutte le cose,avendo pacificato con il sangue della sua crocesia le cose che stanno sulla terra,sia quelle che stanno nei cieli.

★ San Paolo inizia con una dossologia di ringraziamentoal Padre perché ci ha messi in grado di partecipare alla sortedei santi nella luce, la luce della risurrezione in Cristo Ge-sù, il primo Risorto. Uno scrittore francese, Léon Bloy, che

PRIMA LETTURA (Dal secondo libro di Samuèle 5,1-3)TU PASCERAI IL MIO POPOLO ISRAELEIn quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Da-vide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossae tua carne. Già prima, quando regnava Saul su dinoi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore tiha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu saraicapo d’Israele”».Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re aEbron, il re Davide concluse con loro un’alleanza aEbron davanti al Signore ed essi unsero Davide red’Israele.

★ L’unzione regale di Davide avviene per tappe successi-ve: a livello personale con l’unzione da parte del profeta Sa-muele (1 Sam 16,1-13); a livello di tribù subito dopo la mortedi Saul, da parte della sua tribù di Giuda (2,1-7); a livello dipopolo dopo la morte di Is-Baal, figlio di Saul. Triplice ele-zione che consacra la persona del re come nagid, cioè co-me pastore-guida, non come melek, cioè sovrano dispotico.

★ Lo sguardo delle tribù si è posato su Davide perché èuno di loro, non un estraneo; è conosciuto e amato da tut-ti quelli che ricordano le sue imprese quando era conSaul; ed è stato preconizzato re da Dio stesso. Vanno aEbron, dove Abramo aveva sepolto Sara e dove furono se-polti i primi patriarchi; la patria della fede.

★ L’attribuzione di pastore dice responsabilità e cura inde-fessa. Gesù lo dirà di se stesso (Gv 10). L’unzione sacra com-porta l’investitura da parte di Dio e la ratifica da parte delpopolo. La dinastia di Davide, carica di tutte le promessedivine, naufragò nel 587 a.C. e non fu più ricostituita. Mal’Angelo Gabriele apparendo alla Vergine Maria dirà par-landole di Gesù: Dio gli darà il trono di Davide suo padre... eil suo regno non avrà mai fine (Lc 1,32-33). Gesù darà alle pro-messe di Dio la loro verità, darà alla discendenza di Davi-de la sua perennità, all’Alleanza la sua pienezza.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 121)ANDREMO CON GIOIA ALLA CASA DEL SIGNOREQuale gioia, quando mi dissero:«Andremo alla casa del Signore!».Già sono fermi i nostri piedialle tue porte, Gerusalemme! R.

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SOLENNITÀ DI CRISTO RE – ANNO C – 20 NOVEMBRE 2016GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale

Commenti su testi di don Carlo De Ambrogio

GESÙ, RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO REGNO

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amava i paradossi, era solito dire: «Quando voglio saperele ultime notizie, leggo san Paolo». La notizia più bella èla seguente: Cristo è risuscitato dai morti. È il primo a esse-re tornato dall’aldilà, dal regno dei morti. Gesù Cristo, ilRisorto, è il nuovo Adamo che, capofila della nuova uma-nità, la conduce non alla morte, ma alla vita, alla casa delPadre. Con la risurrezione-primizia, il futuro è già inco-minciato.

★ Tutti riceveranno la vita in Cristo (1 Cor 15,22). Egli è imma-gine del Dio invisibile. Gesù è il testimone fedele, colui che invita e in morte ha testimoniato fedelmente l’amore del Pa-dre per noi e la Parola del Padre. Il Padre gli ha dato tut-to in mano e volle per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le co-se. Due grossissimi avvenimenti balenano all’orizzonte: larisurrezione universale e la consegna del Regno del Figliodell’Uomo a Dio Padre. Gesù con la sua risurrezione è laprima cellula dell’universo rinnovato e redento con il san-gue della sua croce.

★ Come la vita terrena di Gesù si è chiusa con la vittoriasulla morte, così la storia dell’umanità si chiuderà conl’annientamento della morte e la glorificazione. Nessunopotrà arrestare il fiotto di vita che scaturisce dalla tombaaperta del Cristo. Vincitore della morte, Cristo è il Signo-re dell’avvenire: tutto gli sarà sottomesso. Visione finale:Dio sarà tutto in tutti. Con questa certezza, dovremmo vi-vere nel presente come uomini che vengono dal futuro.

CANTO AL VANGELO (Mc 11,9.10)Alleluia, alleluia. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!Alleluia.

VANGELO (Dal Vangelo secondo Luca 23,35-43)COSTUI È IL RE DEI GIUDEIIn quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] ilpopolo stava a vedere; i capi invece deridevano Ge-sù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è luiil Cristo di Dio, l’eletto».Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano perporgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re deiGiudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche unascritta: «Costui è il re dei Giudei».Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altroinvece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun ti-more di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?Noi giustamente, perché riceviamo quello che ab-biamo meritato per le nostre azioni; egli invece nonha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati dime quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «Inverità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

★ Inchiodano Gesù in croce come un criminale, tra duemalfattori, uno alla destra e uno alla sinistra. I capi delpopolo scherniscono Gesù. Secondo la loro convinzione,egli non è il Messia; la sua fine sulla croce ne è la prova

lampante. Vogliono un Messia trionfatore e respingonoquell’uomo che pende dalla croce.

★ Lo scherno dei soldati è rivolto al re dei Giudei, cioè alsuo regno. Pilato dà al dileggio un’espressione ufficiale,poiché fa affiggere sulla croce del giustiziato l’iscrizionebeffarda: Re dei Giudei. Uno dei due ladroni crocifissi im-preca: Non sei tu il Cristo? Salvati da te stesso e salva anchenoi. La croce urta contro l’incomprensione, contro l’oppo-sizione e il rifiuto, contro lo squallore e lo scialbore uma-no. La risposta di Gesù è in quelle parole di perdono: Pa-dre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. È unapreghiera al Padre Celeste, perché voglia perdonare.

★ L’unico uomo che presso la croce si rivolge a Cristo pre-gando, è uno dei due delinquenti, che gli dice: Gesù, ri-cordati di me quando sarai nel tuo Regno. L’unico che nell’o-ra dell’umiliazione parla della gloria di Cristo è un ladro-ne. E confessa la sua colpevolezza: Noi scontiamo i nostridelitti. Riconosce Cristo come innocente: Lui non ha fattoniente di male. E Gesù gli dice: In verità te lo dico, già da og-gi tu sarai con me in Paradiso.

★ Ritorna la parola Paradiso, giardino orientale, che erascomparsa dopo la cacciata dei progenitori. Luca sottoli-nea l’oggi di Dio; con la morte Gesù entra in possesso del-la sua signorìa regale.

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GGiiuubbiilleeoo ddeellllaa MMiisseerriiccoorrddiiaaVViicciinnoo aa ooggnnii ccrrooccee cc’’èè sseemmpprree llaa MMaaddrree ddii GGeessùù

La preghiera è la vera medicina per la nostra sofferenza. Anchenoi, nella preghiera, possiamo sentire la presenza di Dio accantoa noi. La tenerezza del suo sguardo ci consola, la forza della suaparola ci sostiene, infondendo speranza. La forza dell’amore tra-sforma la sofferenza nella certezza della vittoria di Cristo e dellanostra vittoria con Lui, e nella speranza che un giorno saremo dinuovo insieme e contempleremo per sempre il volto della TrinitàSantissima, eterna sorgente della vita e dell’amore. Vicino adogni croce c’è sempre la Madre di Gesù. Con il suo manto leiasciuga le nostre lacrime. Con la sua mano ci fa rialzare e ci ac-compagna nel cammino della speranza.

(Papa Francesco, 5 maggio 2016)

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★ Isaìa rivela una certezza che gli nasce dalla fede: il giu-dizio di condanna pronunciato contro il tempio degenereavrà come termine la costruzione di un Tempio di carat-tere imperituro. Il Tempio dell’avvenire non sarà più una que-stione nazionale. Giovanni ce ne rivela la pietra d’angolo inGesù, primo Adoratore del Padre in Spirito e Verità (4,24),e ce ne fa intravedere l’instaurazione definitiva nella Ge-rusalemme nuova dove Tempio e lampada della Città saràl’Agnello (Ap 21,22-23).

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 121)ANDIAMO CON GIOIA INCONTRO AL SIGNOREQuale gioia, quando mi dissero:«Andremo alla casa del Signore!».Già sono fermi i nostri piedialle tue porte, Gerusalemme! R.

È là che salgono le tribù,le tribù del Signore,secondo la legge d’Israele,per lodare il nome del Signore.Là sono posti i troni del giudizio,i troni della casa di Davide. R.

Chiedete pace per Gerusalemme:vivano sicuri quelli che ti amano;sia pace nelle tue mura,sicurezza nei tuoi palazzi. R.

Per i miei fratelli e i miei amiciio dirò: «Su di te sia pace!».Per la casa del Signore nostro Dio,chiederò per te il bene. R.

SECONDA LETTURA

(Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13,11-14a)LA NOSTRA SALVEZZA È VICINAFratelli, questo voi farete, consapevoli del momento:è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché ades-so la nostra salvezza è più vicina di quando diven-tammo credenti.La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettia-mo via le opere delle tenebre e indossiamo le armidella luce.Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno:

PRIMA LETTURA (Dal libro del profeta Isaìa 2,1-5)CAMMINIAMO NELLA LUCE DEL SIGNOREMessaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevettein visione su Giuda e su Gerusalemme.Alla fine dei giorni,il monte del tempio del Signoresarà saldo sulla cima dei montie s’innalzerà sopra i colli,e ad esso affluiranno tutte le genti.Verranno molti popoli e diranno:«Venite, saliamo sul monte del Signore,al tempio del Dio di Giacobbe,perché ci insegni le sue viee possiamo camminare per i suoi sentieri».Poiché da Sion uscirà la leggee da Gerusalemme la parola del Signore.Egli sarà giudice fra le gentie arbitro fra molti popoli.Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,delle loro lance faranno falci;una nazione non alzerà più la spadacontro un’altra nazione,non impareranno più l’arte della guerra.Casa di Giacobbe, venite,camminiamo nella luce del Signore.

★ La gloria di Sion è effetto di rifrazione della Luce stes-sa di Dio. Il profeta descrive un triplice effetto-Luce: 1º Sal-vezza universale: tutti i popoli vi affluiranno perché il mon-te su cui sta il tempio del Signore si eleva al di sopra diogni particolarismo ed è aperto a tutti. 2º Costituzione delnuovo popolo in un nuovo tempio di cui il Dio-con-noi saràpietra angolare, specialmente con la luce della sua Parola.3º Regno di pace. La pace del nuovo regno senza frontiereavrà due fondamenti: la giustizia del Padre rivelata in Ge-sù; l’amore fraterno che in Gesù unisce tutti al Padre.

★ Questo triplice effetto previsto dai profeti e atteso nella fedesi è pienamente realizzato in Gesù. È lui la Luce uscita dallaLuce che illumina il mondo di nuova chiarezza (cf Gv 1,9;

8,12; 12,36). Nel momento in cui Isaìa pronuncia queste pa-role, il tempio di Gerusalemme è ancora in piedi. Ma l’in-tima cerchia dei discepoli fedeli sa che il ruolo di questotempio è finito e che sarà distrutto.

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1ª DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A – 27 NOVEMBRE 2016GAM - Foglio volante a servizio ecclesiale

Commenti su testi di don Carlo De Ambrogio

TENETEVI PRONTI PERCHÉ VIENE IL FIGLIO DELL’UOMO

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non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussuriee impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invecedel Signore Gesù Cristo.

★ Il giorno è vicino, la notte inoltrata: è tempo di svegliarsi dalsonno. Quando il Signore è alle porte non è più tempo didormire. Il tempo in cui viviamo richiede che si prendaconsapevolezza del suo carattere di urgenza. Il cristianoha già iniziato il suo giorno, ma esso è ancora agli albori:la salvezza definitiva verrà quando non ci sarà più notte(Ap 21,25) perché l’alba della risurrezione di Cristo avrà fu-gato ogni tenebra.

★ Indossiamo le armi della Luce: orientati verso il Giorno delSignore, armiamoci di Luce per essere equipaggiati nellabattaglia contro il male. Le armi di luce sono: la cinturadella verità, i calzari dello zelo nell’annuncio del Vangelo,lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada delloSpirito che è la Parola di Dio (Ef 6,14-17). Con tale armaturail cristiano vive in maniera conforme alla Luce sfolgoran-te del Giorno del Signore; perché frutto della luce è la bontà,la giustizia e la verità (Ef 5,9), mentre opere delle tenebre so-no le gozzoviglie, le sbornie, la dolce vita, le risse e le gelosie.L’attesa del Signore va dunque preparata mantenendosiin stato di lotta contro il peccato.

★ Rivestitevi del Signore Gesù Cristo. Vivere da figli dellaLuce significa essere rivestiti di Cristo (Gal 3,7); che Cristoabiti per la fede nei vostri cuori in modo da essere fondati eradicati nella carità. Quando il Padre può compiacersidell’immagine del Figlio in noi, quando cioè noi viviamoin comunione con Gesù e ci abbandoniamo a Lui, allora ilGiorno del Signore è vicino e sta per spaccarsi definitiva-mente il contrasto luce-tenebre che quaggiù ci fa tantosoffrire.

CANTO AL VANGELO (Sal 84,8)Alleluia, alleluia. Mostraci, Signore, la tua misericordiae donaci la tua salvezza. Alleluia.

VANGELO (Dal Vangelo secondo Matteo 24,37-44)IL SIGNORE VOSTRO VERRÀIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta delFiglio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che prece-dettero il diluvio mangiavano e bevevano, prende-vano moglie e prendevano marito, fino al giorno incui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nullafinché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà an-che la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uo-mini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’al-tro lasciato. Due donne macineranno alla mola: unaverrà portata via e l’altra lasciata.Vegliate dunque, perché non sapete in quale giornoil Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se ilpadrone di casa sapesse a quale ora della notte vieneil ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare lacasa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’o-ra che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

★ Tra il discorso di Gesù sulla venuta manifesta del Si-gnore (vv. 4-36) e il discorso sulla sua venuta inattesa (vv. 37-

51), Matteo situa l’istruzione sulla vigilanza. Fedele al suometodo sintetico, egli arricchisce il discorso escatologicocon le parabole. Il loro scopo non è quello di spiegare egiustificare il ritardo del Signore, ma di invitare a prepa-rarsi alla Parusìa (v. 37), cioè al ritorno trionfale di Cristo al-la fine dei tempi. La certezza dell’arrivo e l’ignorarne ladata hanno come conseguenza la necessità della vigilanza.

★ Il comportamento dei contemporanei di Noè che non sicurarono del suo invito al pentimento e il loro destino du-rante il diluvio, sono un avvertimento: la Parusìa sarà unacatastrofe cosmica cui nessuno potrà sottrarsi. La venutamanifesta del Signore segna anche l’ora del giudizio: Dio faràla cernita del grano e della zizzania.

★ Due che si trovano a lavorare insieme e quindi sonouguali davanti agli uomini, possono non esserlo davantia Dio: uno sarà salvato, l’altro lasciato perire, a secondache era in stato di vigilanza, di grazia, o no. La secondaparabola richiama l’esempio del capofamiglia il quale sache deve venire il ladro; per questo rimane vigilante.

★ In Matteo la vigilanza diventa una preparazione mediante leopere buone. Bisogna impedire che il sonno appesantisca lacomunità. La comunità, e ogni anima, ha bisogno di esserescossa, richiamata al suo primo fervore, preservata dall’in-fluenza demoniaca sempre in atto e messa in guardia con-tro un mondo che Matteo dichiara malvagio. La vigilanzasfrutta il momento presente in vista del futuro: chi aspettandoil futuro di Dio si tiene pronto, sa comprendere l’ora.

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PER ME CRISTO. Periodico iniziato da Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblicie liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: [email protected] - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile

DDaallllaa LLiittuurrggiiaa

È veramente giusto renderti graziee innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,in cui il Cristo tuo Figlio,Signore e giudice della storia,apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore.In quel giorno tremendo e glorioso passerà il mondo presentee sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amorela beata speranza del suo regno (Prefazio di Avvento).

Giudizio Universale - Mosaico XII sec.