Bassano News

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periodico di cultura, attualita’ e servizio Città di Bassano del Grappa Assessorato alla Cultura e al Turismo Scuola di Grafica A. Remondini Editrice Artistica Bassano Distribuzione gratuita GENNAIO / FEBBRAIO 2013 GENNAIO / FEBBRAIO 2013 www.bassanonews.it 1938 LE VILLE DI GIORGIONE IPPOLITO NIEVO musEO DELLO scaLPELLINO sette perle, tutte da scoprire e i suoi castelli Il tesoro di Pove del Grappa LE VILLE DI GIORGIONE IPPOLITO NIEVO musEO DELLO scaLPELLINO sette perle, tutte da scoprire e i suoi castelli Il tesoro di Pove del Grappa

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Gennaio/Febbraio 2013

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periodico di cultura, attualita’ e servizio

Città di Bassano del GrappaAssessorato alla Cultura e al Turismo

Scuola di Grafica A. Remondini

Editrice Artistica Bassano

Distribuzione gratuita

GENNAIO / FEBBRAIO 2013GENNAIO / FEBBRAIO 2013 www.bassanonews.it

1938

LE VILLE DI GIORGIONE IPPOLITO NIEVO musEO DELLO scaLPELLINOsette perle, tutte da scoprire e i suoi castelli Il tesoro di Pove del GrappaLE VILLE DI GIORGIONE IPPOLITO NIEVO musEO DELLO scaLPELLINOsette perle, tutte da scoprire e i suoi castelli Il tesoro di Pove del Grappa

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sOmmaRIO

Copertina Giambattista zelotti, L’Architettura,affresco, 1565 circa. villa emo, Fanzolo di vedelago (tv). alle ville della terra di Giorgione è dedicato unosplendido servizio a pag. 36.

News periodico di attualità, cultura e servizio

anno XX - n. 138 Gennaio / Febbraio 2013Direttore responsabile andrea Minchio

EDITRIcE aRTIsTIca BassaNOpiazzetta delle poste, 22 - Bassano del Grappa© copyright - Tutti i diritti riservati

Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 4/94 R.P. del 2 giugno ’94

Bassano News è patrocinato dacittà di Bassano - assessorati cultura e turismoscuola di Grafica antonio remondini

Ideazione e direzione artisticaandrea Minchio

Redazioneelena trivini Bellini, andrea Gastner, diego Bontorin, Fotografi veneti associati

collaborazioniassociazione scrittori Bassanesi “il cenacolo”comune di Bassano del GrappaMuseo-Biblioteca-archivio Bassano del Grappaunione del commercio di Bassano del Grappal. alberton, M. andolfatto, a.F. Basso, s. Benetton, N. Bertolini, r. costa, N. d’antonio,F. Faccio, c. Ferronato, F. Fontana, s. Gazzola,i. Minchio, a. papadatos, i. sanna o. schiavon,M. vallotto, G.B. vinco da sesso, c. zanon,M. zonta

stampalinea Grafica - castelfranco veneto (tv)

Distribuzione Bassano e comprensorio

Per la pubblicità su queste paginetel. 0424 523199 - Fax 0424 523199tel. 335 7067562 - [email protected] Bassano News è stampato su carta patinata ecologica Hello gloss TcF (Total chlor Free)Per consultare Bassano News in Internetwww.bassanonews.it - www.editriceartistica.it

p. 5 - Gens bassiaippolito Nievo e i suoi castelli

p. 10 - Pianeta Casadichiarazione iMu. le regole...

p. 12 - Sfidela Gioielleria Bertolini, da oltre unsecolo punto di riferimento in città

p. 16 - AppuntiMostre, letture e frizzanti curiosità

p. 18 - Saperne di piùil sinergismo tra diversi principi naturali

p. 20 - I nostri tesoriandrea papadatos. l’amore per la naturanei colori del mare e della montagna

p. 24 - Finestra sui giovaniBollori adolescenziali

p. 26 - Scheggearea Fincato. Masterplan san vito Nord

p. 30 - Eventie’ calato il sipario sui 120 anni del cai bassanese

p. 32 - Grandi tradizionitorna a risplendere il Museo delloscalpellino di pove del Grappa.

p. 36 - Il rapportole ville nelle terre del Giorgione

p. 40 - Il Cenacoloalvaro Gradella. “l’aquila e la spada”

p. 43 - Obiettivo SportGiovani maestri cercansi

p. 44 - Una voce dal Sudla pasta di Gragnano

p. 46 - Progressusscuola di Grafica: i programmi del 2013

p. 48 - Art Newsraffaello verso picasso

p. 50 - Afflatus“Giovinezza!”, il nuovo libro di Mario dalla palma e vito pavan

p. 51 - Humanitasla “Fucina letteraria”, idee e fantasia

p. 52 - De Musicail coro Giovani Voci Bassano

p. 54 - Visita alla cittàprincipali monumenti e piante

p. 56 - Indirizzi utili

p. 58 - Remondiniala fortuna di diabolik

p. 60 - Ospitalità a Bassano e...

p. 62 - Ristorazione a Bassano e...

In alto, a sinistraalpinisti del cai sulla “cengia diBall”, impegnati nella scalata delpelmo: a dicembre è calato il sipariosui festeggiamenti 120 anni di vitadel sodalizio bassanese (pag. 30).

Qui sottoGiovanni Fusaro, Angelo, disegno amatita (seconda metà del XiX secolo).pove, Museo dello scalpellino.all’importante realtà culturale dellaconca degli ulivi, recentementeinaugurata e riaperta al pubblico, èdedicato il servizio a pag. 32.

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GENs BassIa

testo di andrea Minchio

Fotografie: agenzia turismo Friuli venezia Giuliadimensione culturaFossalta di portogruaroulderica da pozzo

ippolito Nievo e i suoi castelliDalla struttura avita, presso Udine, a quella di Fratta, vicino a Portogruaro e già in rovina

ai suoi tempi, ritroviamo in queste pagine due luoghi resi immortali dal grande scrittore.

“[...] io vissi i miei primi anni nelcastello di Fratta, il quale adesso ènulla più d’un mucchio di rovinedonde i contadini traggono a lorgrado sassi e rottami per le fondedei gelsi; ma l’era a quei tempiun gran caseggiato con torri etorricelle, un gran ponte levatoioscassinato dalla vecchiaia e i piùbei finestroni gotici che si potes-sero vedere tra il lemene e iltagliamento. in tutti i miei viagginon mi è mai accaduto di vederfabbrica che disegnasse sul terrenouna più bizzarra figura, né cheavesse spigoli, cantoni, rientraturee sporgenze da far meglio con-

Sotto, a sinistraGustavo rosso (Gustavino), Il castello di Fratta, illustrazione per Le confessioni di un italiano.ed. treves treccani tumminelli (1931).

In bassolo scrittore e patriota ippolito Nievo(1831-1861), autore de Le confessioni di un italiano, imponente affresco di un’epoca e saga del risorgimento. colonnello e Intendente di prima classe dell’impresa dei Mille, fu unattento cronista della spedizione.perì in circostanze “misteriose” nel naufragio del brigantino Ercole, diritorno dalla sicilia dove si era recatosu ordine dell’Eroe dei due mondicon l’incarico di recuperare i registridella contabilità garibaldina: una documentazione nella quale, secondoalcuni storici “eretici”, si trovavanonotizie molto riservate che sarebbestato opportuno non rivelare...

Ultimo impegno della ricostruzione dopo il terremoto del 1976, il restauro del maniero di Colloredo è stato avviatodalla Regione Friuli Venezia Giulia lo scorso novembre

tenti tutti i punti cardinali edintermedi della rosa dei venti.Gli angoli poi erano combinaticon sí ardita fantasia, che nonn’avea uno che vantasse il suocompagno; sicché ad architettarlio non s’era adoperata la squadra,o vi erano stancate tutte quelleche ingombrano lo studio d’uningegnere. il castello stava sicuroa meraviglia tra profondissimifossati dove pascevano le pecorequando non vi cantavano le rane;ma l’edera temporeggiatrice eravenuta investendolo per le suestrade coperte; e spunta di qua einerpica di là, avea finito col fargli addosso tali paramentid’arabeschi e festoni che non sidiscerneva più il colore rossignodelle muraglie di cotto. Nessunosi sognava di por mano in quelmanto venerabile dell’antica

dimora signorile, e appena leimposte sbattute dalla tramontanas’arrischiavano talvolta di scom-pigliarne qualche frangia cadente.un’altra anomalia di quel fabbri-cato era la moltitudine dei fuma-iuoli; i quali alla lontana glidavano l’aspetto d’una scacchieraa mezza partita e certo se gliantichi signori contavano un soloarmigero per camino, quellodoveva essere il castello meglioguernito della cristianità. del resto i cortili dai grandi por-ticati pieni di fango e di pollerierispondevano col loro internodisordine alla promessa dellefacciate; e perfino il campaniledella cappella portava schiacciatala pigna dai ripetuti saluti del ful-mine. Ma la perseveranza va inqualche modo gratificata, e sic-come non mugolava mai un tem-porale senzaché la chioccia cam-panella del castello non gli desseil benarrivato, cosí era suo dovereil rendergli cortesia con qualchesaetta. altri davano il merito diqueste burlette meteorologiche aipioppi secolari che ombreggiavano

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la campagna intorno al castello: ivillani dicevano che, siccome loabitava il diavolo, cosí di tratto intratto gli veniva qualche visita de’suoi buoni compagni; i padronidel sito avvezzi a veder colpitosolamente il campanile, s’eranoaccostumati a crederlo una speciedi parafulmine, e cosí volentierilo abbandonavano all’ira celeste,purché ne andassero salve le tettoiedei granai e la gran cappa delcamino di cucina. [...] la cucina di Fratta era un vastolocale, d’un indefinito numero dilati molto diversi in grandezza, ilquale s’alzava verso il cielo comeuna cupola e si sprofondava dentroterra più d’una voragine: oscuro

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affumicate un sinedrio di figuregravi arcigne e sonnolente.Quello era il focolare e la curiadomestica dei castellani di Fratta.Ma non appena sonava l’avemariadella sera, ed era cessato il bronto-lio dell’angelus domini, la scenacambiava ad un tratto, e comin-ciavano per quel piccolo mondotenebroso le ore della luce. lavecchia cuoca accendeva quattrolampade ad un solo lucignolo;due ne appendeva sotto la cappadel focolare, e due ai lati d’unaMadonna di loreto. percotevapoi ben bene con un enormeattizzatoio i tizzoni che si eranoassopiti nella cenere, e vi buttavasopra una bracciata di rovi e diginepro. le lampade si rimandava-no l’una all’altra il loro chiaroretranquillo e giallognolo; il focoscoppiettava fumigante e s’ergevaa spire vorticose fino alla spranga

Soprala suggestione del castello di

colloredo di Monte albano (ud).

Sottocarlino altoviti e la pisana in un

disegno del Gustavino.

anzi nero di una fuliggine secolare,sulla quale splendevano cometanti occhioni diabolici i fondidelle cazzeruole, delle leccarde edelle guastade appese ai lorochiodi; ingombro per tutti i sensida enormi credenze, da armadicolossali, da tavole sterminate; e solcato in ogni ora del giorno edella notte da una quantità inco-gnita di gatti bigi e neri, che glidavano figura d’un laboratorio distreghe. [...] Ma nel canto più buioe profondo di essa apriva le suefauci un antro acherontico, unacaverna ancor più tetra e spaven-tosa, dove le tenebre erano rotte dalcrepitante rosseggiar dei tizzoni, eda due verdastre finestrelle impri-gionate da una doppia inferriata.là un fumo denso e vorticoso, làun eterno gorgoglio di fagiuoli inmostruose pignatte, là sedente ingiro sovra panche scricchiolanti e

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trasversale di due alari giganteschiborchiati di ottone, e gli abitantiserali della cucina scoprivano allaluce le loro diverse figure [...]”.così ippolito Nievo nel primocapitolo de Le confessioni di un

italiano, capolavoro della nostraletteratura, presenta due “luoghi”significativi della sua infanzia: ilramificato complesso del castellodi Fratta e la sua “acherontica”cucina. in realtà questa descrizione,tanto arguta e vivace quantovenata da una sottile e quasiimpercettibile nostalgia, sembraperò riferirsi a un altro maniero,ben più importante sul piano sto-rico e architettonico e, allo stessotempo, profondamente legato allevicende dello scrittore e della suafamiglia: il castello di colloredodi Monte albano, a una quindicinadi chilometri da udine.un monumento, fatto erigere

nel 1302 da Gugliemo di Mels (e successivamente oggetto dinumerosi ampliamenti), che rap-presenta di fatto un punto di rife-rimento centrale nella culturafriulana e che, prima di veniregravemente danneggiato dal terre-moto del 1976, contava (come sievince dal sito della FondazioneNievo) “oltre trecentosessantastanze, cinque corpi di fabbrica,scalinate, centinaia di merli, trecorti, sette giardini a terrazza, unpalo della gogna, una riva sco-scesa a nord, tre muraglioni a sud,in parte affossati, quasi mezzoettaro di tetti”. un patrimonionazionale in gran parte perduto a causa di quel tremendo sisma,che fortunatamente tornerà arivivere grazie allo stanziamento,a opera della regione Friulivenezia Giulia, di diciotto milionie mezzo di euro destinati al primostralcio dei lavori di recupero. ultimo impegno regionale dellaricostruzione post-terremoto, ilrestauro del castello di colloredoè stato formalizzato lo scorso 6 novembre e richiederà più dicinque anni per il completamentodegli interventi principali. a questa fase seguirà l’attuazionedel secondo stralcio della duratadi altri tre anni, già parzialmentefinanziato e finalizzato al totalerisanamento del mastio.una bella notizia, dunque, cheabbiamo ritenuto utile riprenderee proporre ai nostri lettori. in findei conti in circa due ore e mezzaè possibile raggiungere il castello(distante 180 chilometri daBassano), magari approfittando diuna gita a udine. il sito è incan-tevole, coronato a nord-est dalleprealpi Giulie, e le molte specialitàdella cucina friulana, al pari deivini leggendari di questa regione,non temono confronti.

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Qui sopraun’altra emblematica immagine del castello di colloredo.

In bassol’edificio quattrocentesco, anticapertinenza del castello di Fratta aFossalta di portogruaro, che ospitail centro museale “il cortino”.di proprietà comunale, è stato recentemente restaurato ed è sede di eventi culturali. al suo interno è conservata una collezione di ceramiche, rinvenutedopo una campagna di scavi nel sitodel maniero (abbattuto nel 1798).

del periodo medievale il complessoperse l’antico ruolo difensivo, peracquisire tuttavia quello di fastosaresidenza rinascimentale. Fra gli artisti che si adoperaronoper abbellirlo figura il pittoreGiovanni da udine (1487-1561),allievo di raffaello (ricordato nelleVite del vasari “fra i maggioridella sua professione”) e autoredel soffitto di una torre. Nelmaniero vissero pure ermes dicolloredo (1622-1692), poeta e cantore della lingua friulana, e stanislao Nievo (1928-2006),noto scrittore e giornalista nonchépronipote di ippolito. proprio lui,nel romanzo Il prato in fondo al

mare (vincitore del campiellonel 1975), si sforzò di ricostruirela tragica fine del suo illustre avo,morto a ventinove anni a bordodell’Ercole con la contabilitàdella spedizione dei Mille.

Il castello di colloredo: qualche informazione in piùspesso invaso da truppe straniere,il castello conobbe le lotte che isignori di colloredo, importantedinastia del Feudalesimo friulano,combatterono contro i patriarchidi aquileia, i conti di Gorizia ealtre casate. cessati gli scontri

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Fratta: memorie e frammential vero castello di Fratta, situato a Fossalta di portogruaro e già inrovina ai suoi tempi, Nievo sembrariferirsi nel capitolo decimottavodelle Confessioni. un luogo decisa-mente desolato, nel quale non c’èpiù “gente che va e viene e caniche abbaiano e cavalli che nitri-scono, e il vecchio Germano chelustra gli schioppi sul ponte, o ilsignor cancelliere che esce colconte, o i villani che si schieranofacendo di cappello alle contessine!tutto è solitudine, silenzio, rovina.il ponte levatoio è caduto fradicio;e hanno empiuto la fossa con carridi rottami e di calcinacci tolti dallacasa dell’ortolano che è cascata.

l’erba cresce pei cortili, le finestrenon solo sono prive d’imposte, magli stipiti e i davanzali si sgretolanoal gocciolar continuo della pioggia”.pierpaola Mayer, presidente dellaassociazione Dimensione Cultura

che gestisce il centro museale “ilcortino” (annesso quattrocentescodel castello di Fratta e sede delMuseo Letterario Ippolito Nievo),ci fornisce alcune basilari infor-mazioni sulla storia del maniero.la prima notizia sull’esistenza diuna struttura fortificata a Frattarisale a un bolla papale del 1186.data la vicinanza con le principalivie di transito, che da aquileia edai valichi alpini portavano allasede vescovile, gli studiosi riten-gono che il castello sia sorto pernecessità difensive. in origine sitrattava di una semplice torre apianta rettangolare, cinta da un

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Qui sopralydia alfonsi veste i panni della

Pisana nell’omonimo sceneggiatotelevisivo, prodotto dalla rai nel1960 in occasione del centenario

dell’unità d’italia. diretto da Giacomo vaccari, fu

trasmesso in sei puntate e riscosseun enorme successo. il ruolo

di carlino altoviti fu interpretato da Giulio Bosetti.

profondo fossato ed edificata conmateriale di spoglio delle struttureromane della vicina concordia. il vescovo di concordia concessein feudo questo “torrato, nido davolpe” a una famiglia di originetedesca. Nei primi decenni deltrecento rizzardo di valvason nedivenne il nuovo feudatario. la sua famiglia rimase infeudatadel castello fino al 1798 quando,malgrado le violente proteste delvescovo di concordia, eugeniodi valvason fece abbattere ilmaniero ormai in rovina, con lapromessa di riedificarne al piùpresto uno nuovo. tale propositonon trovò esecuzione, ma le fontistoriche testimoniano la venditadelle pietre del castello ad alviseMocenigo, che stava costruendopoco distante il nucleo centraledella sua città ideale: alvisopoli.

GLI INcERTI cONFINIDELLE “cONFEssIONI”vicenda tormentata, quella delle“confessioni” di Nievo. per moltiaspetti controversa, a cominciaredalla difficoltà a definire la tipo-logia del libro. che pare non pre-starsi ad alcun genere letterario,per quel suo linguaggio al tempostesso lontano sia dalla miglioretradizione narrativa che dall’im-mediatezza del parlato. una scrittura insolita, che ne fa unromanzo non storico, non popolare,non verista. certo, c’è la nascita di una nazione,il suo riscatto politico, la lungafase di transizione, quantomaitormentata e contraddittoria. Ma sono tutte rese con qualcheincrinatura, in un quadro di esita-zioni, d’inquietudini, di incertezze.carlino altoviti è nel contempoun patriota e un antieroe del nostrorisorgimento, una figura del tutto

anomala. che vive le sue espe-rienze fra dubbi ed errori, rimet-tendosi spesso più al caso che allaragione e alle proprie convinzioni. d’altra parte, è l’intera opera(roba da mille pagine scritte fra ildicembre del 1857 e l’agosto del’58) a soffrire di queste ambiguità.che, a ben pensarci, non sonoestranee al sicuro fascino del libro.a cominciare dal castello di Fratta,aperto a strutture ed elementi chehanno poco da spartire con i piùcompiuti esempi di queste archi-tetture. Fino alla guerra, che purespadroneggia in quegli anni, mache spesso è resa solo come unbrusio lontano e confuso.appena avvertito dai protagonistidella vicenda, più che mai presidalle loro piccole storie, che dannopoi vita all’ossatura del romanzo. e ambigua è anche la femminilitàdi pisana. conturbante e consa-pevole fin dall’infanzia dell’at-

trazione che esercita. una figuradi donna del nostro tempo. che rifugge dal matrimonio concarlino, per vivere un amore,complesso e contorto, una pas-sione che non può obbedire aglischemi della morale borghese.siamo agli antipodi della luciadi Manzoni. Basterebbero i due protagonisti -con quanto esprimono in dubbie incertezze- a rendere attuale“le confessioni”. che tali risultarono al grossopubblico, mezzo secolo fa, quandola rai affidò il ruolo della pisanaall’interpretazione di lydia alfonsi. ippolito Nievo fu così riscopertoattraverso un fortunato sceneg-giato (non si parlava ancora difiction) per celebrare il centenariodella nostra unità. cinquantanni dopo, non si è pensato neppure di riproporlo.Nino D’Antonio

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La scadenza è fissata al prossimo 4 febbraio

dicHiarazioNe iMu le regole principali

PIaNETa casa

a cura di orazio schiavonDelegato Confedilizia Vicenza

per il territorio bassanese

In vista di una scadenza importantequale la nuova Dichiarazione IMU,Confedilizia Bassano desideracondensare in queste righe leregole principali per una correttacompilazione del Modello.

I casi in cui bisogna presentarela dichiarazionela dichiarazione deve esserepresentata quando:a) gli immobili godono di riduzionidi impostarientrano in questa categoria:- i fabbricati dichiarati inagibili oinabitabili e di fatto non utilizzati,nel caso in cui si perda il diritto allariduzione della base imponibile;- i fabbricati di interesse storico-artistico, riconosciuti come talidall’1 gennaio 2012;- gli immobili per i quali il comuneha deliberato la riduzione dell’ali-quota ai sensi dell’art. 13, comma 9,del d.l. n. 201/2011. tra questirientrano gli immobili locati (per iquali i comuni possono ridurrel’aliquota di base fino al 4 per mille).le istruzioni precisano che ladichiarazione non deve essere pre-sentata per i contratti di locazioneregistrati a partire dall’1.7.2010poiché da tale data, al momentodella registrazione, devono esserecomunicati all’agenzia delle entratei dati catastali dell’immobile. per i contratti registrati primadell’1.7.2010, l’obbligo di presen-tare la dichiarazione sussiste ameno che i dati catastali non sianostati comunicati al momento dellacessione, risoluzione o proroga delcontratto. la dichiarazione nondeve essere presentata se il comuneha previsto, ai fini dell’applicazionedell’aliquota ridotta, specifichemodalità per il riconoscimentodell’agevolazione “consistenti nel-l’assolvimento, da parte del contri-buente, di particolari adempimentiformali e, comunque, non onerosi,quali la consegna del contratto dilocazione o la presentazione diun’autocertificazione”;- i fabbricati costruiti e destinatidall’impresa costruttrice allavendita (cosiddetti “beni merce”),per i quali il comune ha deliberato

L’organizzazione storica della proprietà immobiliare, da semprea difesa del proprietario di casa

delegazione di Bassano del Grappavia schiavonetti, 1 - tel. 0424 [email protected]

la riduzione dell’aliquota;- i terreni agricoli e quelli noncoltivati posseduti e condotti dacoltivatori diretti o imprenditoriagricoli professionali iscritti nellaprevidenza agricola.b) il Comune non è “comunque”in possesso delle informazioninecessarie per verificare il correttoadempimento dell’obbligazionetributariarientrano in questa categoria:- l’immobile quando è oggetto dilocazione finanziaria;- l’immobile quando è oggetto diuna concessione amministrativasu aree demaniali;- l’atto costitutivo, modificativo otraslativo del diritto che ha avuto a oggetto un’area fabbricabile;- il terreno agricolo quando èdivenuto area fabbricabile;- l’area divenuta edificabile inseguito alla demolizione delfabbricato;- l’immobile assegnato al sociodella cooperativa edilizia a pro-prietà indivisa, in via provvisoria;- l’immobile assegnato al sociodella cooperativa edilizia a pro-prietà indivisa oppure quandovaria la destinazione ad abitazioneprincipale dell’alloggio;- l’immobile quando è stato con-cesso in locazione dagli istituitiautonomi per le case popolari edagli enti di edilizia residenzialepubblica con le medesime finalità;- particolari categorie di immobiliesenti;- l’immobile quando ha perso o acquistato durante l’anno ildiritto all’esenzione dall’imu;- il fabbricato classificabile nelgruppo d, non iscritto in catasto,o iscritto senza attribuzione direndita, posseduto da imprese edistintamente contabilizzato;- se è intervenuta, relativamenteall’immobile, una riunione di usu-frutto, non dichiarata in catasto;- se è intervenuta, relativamenteall’immobile, un’estinzione deldiritto di abitazione, uso, enfiteusio superficie non dichiarata incatasto o dipendente da atto nontelematizzato;- le parti comuni dell’edificio

indicate nell’art. 1117, n. 2, delcodice civile, accatastate in viaautonoma, come bene comunecensibile;- l’immobile se oggetto di diritti di godimento a tempo parziale(multiproprietà);- l’immobile se posseduto, a titolodi proprietà o di diritto reale digodimento, da persone giuridicheinteressate da fusione, incorpora-zione o scissione;- se si è verificato l’acquisto o la cessazione di un diritto realesull’immobile per effetto della legge. per gli immobili adibiti ad abitazio-ne principale, loro pertinenze e per ifabbricati rurali a uso strumentale,non vi è obbligo di dichiarazione.

a chi va presentatala dichiarazione deve essere pre-sentata al comune nel cui territorioè ubicato l’immobile. se gli immo-bili sono ubicati in più comunibisogna compilare tante dichiara-zioni per quanti sono i comuni.se l’immobile insiste su territoridi comuni diversi, non essendovipiù la norma che ai fini ici preve-deva che l’imposta era dovuta alcomune per l’immobile la cuisuperficie insisteva interamenteo prevalentemente sul territoriodel comune stesso, “si deve con-cludere che la dichiarazione imudeve essere presentata ai comunisui cui territori insiste l’immobile”. le conseguenze aberranti (dalpunto di vista delle complicazioniper il cittadino) di questa imposta-zione sono illustrate nelle stesseistruzioni con riferimento al casoin cui l’immobile sia adibito adabitazione principale dal soggettopassivo. “si ritiene -scrivono itecnici del dipartimento dellefinanze- che, se l’immobile rispettatutte le condizioni previste dalladisciplina imu stabilita perl’abitazione principale, allora lalettura sistematica delle normein questione porta a concludere chel’imposta deve essere corrisposta aidiversi comuni proporzionalmentealla superficie sul cui territorioinsiste l’immobile, tenendo contodelle aliquote e della detrazione

deliberate da ciascun comune.al contribuente non può infattiessere negato il diritto all’agevola-zione per il solo fatto che non puòfissare la propria residenza anagra-fica contemporaneamente in piùcomuni. per quanto riguarda l’ob-bligo dichiarativo si deve quindiconcludere che la dichiarazionedeve essere presentata ai solicomuni in cui il soggetto stessonon ha la residenza anagrafica,specificando nella parte dedicataalle «annotazioni» che si tratta di«immobile destinato ad abitazioneprincipale la cui superficie insistesu territori di comuni diversi».

come va presentata- può essere consegnata direttamente;- può essere spedita in busta chiusamediante raccomandata senzaricevuta di ritorno;- può essere inviata telematicamenteattraverso la posta certificata.

Quando va presentatala dichiarazione deve esserepresentata entro 90 giorni dalla datain cui il possesso dell’immobileha avuto inizio o sono intervenuterilevanti variazioni ai fini delladeterminazione dell’imposta.essa ha effetto anche per gli annisuccessivi a condizione che non siverifichino modificazioni dei datie degli elementi dichiarati ai qualiconsegua un diverso ammontaredell’imposta dovuta.per gli immobili per i quali l’obbligodichiarativo è sorto dall’1.1.2012,la dichiarazione deve essere presen-tata entro 90 giorni dalla pubblica-zione in Gazzetta ufficiale delmodello con le relative istruzioni.poiché la pubblicazione è avvenutasulla Gazzetta del 5.11.2012, taletermine è fissato al 4.2.2013.

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dalle mani del valente artigiano,assistito dal fratello carlo e daquattro energici lavoranti, pren-dono quotidianamente formamestoli, padelle, pentole, paioli ecasseruole. Ma anche alambicchi,tini e altri strumenti, realizzatiper le distillerie del territorio. le riparazioni sono frequenti: il rame tende infatti a usurarsivelocemente e le stoviglienecessitano spesso di piccoli egrandi interventi...

sFIDE

dalle creazioni ottocenteschedel battirame Nicolò alle raffinateproposte di orologi e gioielli delnipote NicolaPunto di riferimento per diverse generazioni di bassanesi, il negozio ai piedi del Municipio

conserva tuttora i pregi e le peculiarità che lo hanno positivamente caratterizzato nel tempo.

testo di andrea Minchioe andrea Gastner

Fotografie: Fotografi venetiassociati

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Soprala porta di palazzo pretorio,

la chiesetta della Madonna delpatrocinio e i portici del Municipiodi Bassano in uno schizzo d’artista.

A fiancotre immagini dello storico negozio

Bertolini in via Matteotti.assieme a Nicola, da sinistra a

destra, si riconoscono la sorella elisae Manuela piccolotto, da molti annivalida collaboratrice dei due fratelli.

Sotto Nicolò Bertolini con la moglie

antonietta eger e il figlio pietro(Piero) negli anni Quaranta.

La famiglia Bertolini, da oltre un secolo, opera con passione e competenza nel cuore della città

via umberto i, inizi del XXsecolo: dai portici del Municipiodi Bassano giunge, cadenzato, il suono del metallo lavorato amano. a ridosso dell’anticachiesetta dedicata alla Madonnadel patrocinio, forse una dellepoche opere barocche della città,nella bottega del battirame NicolòBertolini ferve grande attività.

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“la fondazione ufficiale delladitta -ci racconta Nicola Bertolini,nipote del battirame Nicolò-risale al 1905, come risulta dallascritta sui biglietti da visita. inrealtà le nostre origini professio-nali sono più antiche: già nellaseconda metà dell’ottocento ifratelli Bertolini occupavano conla loro avviata bottega gli stessilocali che oggi ospitano il negozio.imprenditori accorti, il nonno e lo zio! Non a caso, interpretandocon lungimiranza i cambiamentidecretati dal mercato, al principiodel secolo successivo affiancaronoal rame (ormai in fase di declino)l’oro e l’argento. allestironocioè un reparto del laboratoriodestinandolo alla vendita di arti-coli di oreficeria e di orologeria.una mossa che si rivelò subitovincente!”.

Già a quell’epoca il territoriobassanese vantava infatti unadiscreta tradizione orafa rappre-sentata in primis da alcuneimportanti industrie del settore,ovviamente interessate a distri-buire le rispettive creazionianche sul mercato locale.la svizzera, inoltre, cominciavaa esportare i primi orologi dapolso, destinati a rimpiazzarevia via le storiche “cipolle” dataschino: un evento legato a unamaggiore praticità d’uso e allaprogressiva scomparsa di uncapo d’abbigliamento fino adallora molto amato: il gilet.“dal nonno, che ormai avevaindirizzato tutta l’attività verso ilnuovo business, passavano ognisettimana numerosi commessiviaggiatori: dopo essersi dotatidi una buona scorta di modelli

sFIDE

(rigorosamente di produzioneelvetica), si proponevano allediverse piazze della regione con le valigette cariche di orologi.contestualmente alla vendita fuquindi necessario garantire allaclientela la fornitura dei ricambi

alcuni modelli di orologi, nuovi e dacollezione, disponibili da Bertolini.1) Heuer Calculator (1972)uno dei primi cronografi automaticicon funzione di regolo per piloti. 2) Rolex Submarinerun classico senza tempo, autenticobestseller della casa ginevrina.

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3) Cartier Tank Divanun modello dal design unico, sinonimo di sobria eleganza.4) Tag - Heuer Gran CarreraMiglior orologio al Grand Prix del’Horlogerie de Genève nel 2008.5) Citizen Pilot Eco-drive Modello radiocontrollato: non sicambia la pila, non si regola l’ora.Fa tutto da solo! 6) Ferrarisportivo da corsa, per appassionati.

A fiancociotola in argento, smalto e cristallo;collane e bracciali di ambra baltica.

Sotto, da sinistra verso destrapendola da tavolo sormontata dallafigura di Napoleone a cavallo,seconda meta del XiX secolo (collezione Bertolini).piero Bertolini, al lavoro, impegnatonella riparazione di alcuni orologi(inizio anni settanta).

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Sopra, da sinistra verso destraorologi odM, azienda specializzata

nel design innovativo e di tendenza.collana e bracciali di Fope Gioielli,

storico produttore orafo vicentino.elisa Bertolini con collier e orecchini

in oro, brillanti e perle australiane.

A fianco, da sinistra verso destraorecchini in oro e radici di pietra

dura (sunday - vicenza).Bracciale charms in oro.

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sFIDE

BERTOLINI GIOIELLERIa

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Bassano del Grappa (VI)

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9.00-12.30 / 15.30-19.30

e ferrarsi anche nella difficile artedella riparazione”.un’arte che pietro Bertolini,figlio di Nicolò e padre di Nicola,coltivò fin da ragazzino quando,poco più che quindicenne, siinserì nell’azienda di famiglia.a quel tempo, nell’immediatodopoguerra, il negozio conobbeun’ulteriore e significativa espan-sione commerciale. Nonostantele ferite lasciate dal conflitto, il veneto cominciava a tirare.dalle vespe della piaggio allatopolino e poi alla seicento: lo sviluppo procedeva a tappeforzate. anche in tema di orologi.“il mercato vedeva la comparsa-prosegue Nicola Bertolini- diprodotti con forte vocazione tecnologica: dall’impermeabiliz-zazione della cassa, requisitofondamentale per la durata delmeccanismo, all’introduzionedella carica automatica (ottenibilecon il semplice movimento delpolso). esempi emblematici diquell’epoca di rinnovamentofurono il Submariner della rolex(1954), portato alla profondità di3.500 metri da auguste piccard,e lo Speedmaster dell’omega(1957), primo orologio sbarcatosulla luna. Naturalmente miopadre pietro (Piero per tutti)seguiva con estrema attenzione lediverse fasi evolutive che, neglianni sessanta, determinarono larealizzazione dei cronografi al

quarzo e, subito dopo, quella delprimo orologio da polso condisplay digitale (1971). in paral-lelo, tuttavia, diede anche un forteimpulso al commercio degli arti-coli d’oreficeria e argenteria: dallefedi nuziali e dalle catenine allecreazioni più raffinate e preziose.un commercio significativa-mente favorito dal boom dellenostre aziende orafe, che in quellafase storica dettavano legge initalia e nel mondo. Fu necessariorinnovare il negozio e fronteg-giare le crescenti richieste dellaclientela: compito agevolato puredalla presenza, all’insegna dellagentilezza e della professionalità,di mia zia carla”.al 1993, dopo il servizio di leva,

FERRacINa, impareggiabilecostruttore di orologi

celebre ingegnere della serenissima,il solagnese Bartolomeo Ferracina(1692-1777) eseguì importanti lavoricivili e idraulici. Nel 1748 fu incaricatodi ricostruire il ponte di Bassano, anda-to distrutto da una brentana: in quellacircostanza inventò una formidabilemacchina battipali, poi usata in moltealtre occasioni. la sua fama presso l’opinione pubblicaveneta è collegata soprattutto all’attività

di costruttore di orologi di ogni tipo,forma e dimensione: a pendolo, da torree da tavolo. opere spesso accompagnatedalla presenza di automi, dall’indica-zione delle fasi lunari, del moto degliastri e dei segni zodiacali. tra le sue realizzazioni nel territoriofigurano gli orologi per i campanili disolagna, pove, campolongo, Bassano,romano d’ezzelino, asolo...Notevoli pure i meccanismi costruiti perla torre di piazza dei signori a vicenza,e per la basilica del santo a padova. conosciuto nel mondo, infine, l’orologiodi piazza san Marco a venezia, capolavo-ro che suscita tuttora l’ammirazione deituristi in visita al capoluogo lagunare.alessandro longhi, Ritratto di BartolomeoFerracina, seconda metà del Xviii secolo.Bassano, Museo civico.un orologio da tavola, firmato dal Ferracina.

risale l’ingresso ufficiale di Nicolanella ditta.“un passaggio pro-forma. Giàda anni infatti, quando gli impe-gni scolastici me lo permettevano,collaboravo con papà; oppuredurante le vacanze, in particolarenel periodo natalizio. la crisi eradi là da venire e, a quel tempo, oroe argento si vendevano con mag-giore facilità. oggi il primo rap-presenta il bene rifugio per anto-nomasia, il secondo è apprezzatosoprattutto come sostituto delprimo nei gioielli (e non più nelvasellame e nella posateria).il mercato si trova davanti a unpunto di domanda. la crisiinternazionale, la mancanza dicrescita e il pesante regimefiscale determinano purtroppol’attuale fase recessiva. Grazieanche all’apporto prezioso di miasorella elisa, socia nell’attività, cidifendiamo con le armi di sem-pre: il servizio superpersonaliz-zato, la consulenza qualificata e l’assistenza, sempre pronta e attenta; tanto per il gioiello (o l’orologio) da duecento euroquanto per il cadeau di lusso. ilmetallo più richiesto, comunque,rimane l’oro. il platino, dopoavere conosciuto una certa fortunain passato, non ha più il favoredella clientela e l’argento si vendea fatica. in ogni caso alcunioggetti continuano a piacere:dalla catenina (con la medaglietta)al gioiello incastonato. classicisenza tempo, che proponiamo conla certezza di soddisfare sempreanche i palati più esigenti”.

Sottocoordinato anello e bracciale in oro

bianco e brillanti.

Sottopiero Bertolini e la moglie Marisa in

due fotografie di qualche anno fa.

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Mostre, letture e frizzanti curiositàaPPuNTI

testo di andrea Gastner “Voci Verdi”: il premio nazionale istituito da Maria Nives Stevan si apre alla cultura del fumetto

presentato lo scorso novembre il bando 2013: un successo che cresce con l’apporto di nuove idee.

sei anni di successi rappresentanouna credenziale di tutto rispetto:è il caso, davvero straordinario,del premio Nazionale Voci Verdi.un’iniziativa culturale a livellonazionale che non teme i tempidi crisi e che, anzi, incrementa leproprie potenzialità affiancandoa quelle di poesia e narrativa(già esistenti) una nuova sezionededicata al fumetto. vulcanica ideatrice della mani-festazione, Maria Nives stevan(presidente dell’associazioneculturale Va’ Pensiero) lo scorsonovembre ha presentato, pressol’Hotel Belvedere di Bassano, il bando 2013. con orgoglio haricordato ai numerosi presentiquali motivazioni l’hanno spintaa individuare nuovi orizzonti:“il successo del concorso risiedesoprattutto nella ricerca di stradealternative, al fine di creare lecondizioni per una partecipazionesempre più estesa, soprattuttonei confronti dei giovani”.il premio si rivolge ad autoriprovenienti da tutto il territorionazionale. Nel corso degli anni,inoltre, ha continuamente allar-gato la base dei “concorrenti”:nel 2012 il loro numero è quasi

quadruplicato rispetto a quellodella precedente edizione.“Ho fortemente desiderato -spiegaMaria Nives stevan- introdurrela formula del fumetto per entrarenel mondo della scuola e darecosì modo di emergere ai giovaniparticolarmente portati per ildisegno”. la nuova sezione èriservata ai ragazzi in età com-presa fra i 13 e i 19 anni, chia-mati a presentare una tavola formato a4 (composta da trevignette, a tecnica e disposizionelibera, con o senza testo) sultema La voce dell’acqua.“credo fermamente -ha conclusola promotrice dell’iniziativa- neigiovani e nelle loro risorse: lafreschezza, la passione e la crea-tività. attraverso questa splendidaalchimia di elementi, combinati

tra loro, sono certa che i risultatisaranno brillanti e innovativi.la bravura dei ragazzi consisteràproprio nel sintetizzare emozioni,pensieri e idee, in pochi elementigrafici”.poesia, narrativa e fumetto:attraverso queste diverse espressioni artistiche il premioNazionale Voci Verdi desideralanciare un messaggio di speranzae riaffermare l’idea che la culturaè un antidoto efficace all’attualecrisi (che non è solo economica,ma anche etica). un impegnocertamente considerevole, manon insormontabile, in vista di unobiettivo ancora più prestigioso:l’approdo a un concorso interna-zionale, destinato ad accogliereanche le proposte degli italianiemigrati in tutto il mondo.

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PREmIO NazIONaLE

“VOcI VERDI”

sezione Poesia€ 400,00 al 1° classificato€ 200,00 al 2° classificato sezione Racconto€ 400,00 al 1° classificato€ 200,00 al 2° classificato sezione Fumetto€ 150,00 (+ B.a.) al 1° classificato € 100,00 (+ B.a.) al 2° classificatoTesti: in italianoQuota di partecipazione€ 10,00 per le sezioni poesia eracconto€ 5,00 per la sezione FumettospedizionePer posta...associazione culturale Va’ Pensierocasella postale, 34 - ufficio postalecentrale - 36061 Bassano del Grappa e via [email protected] delle opere vincitricie segnalatescadenza partecipazione28 febbraio 2013Informazioniwww.vociverdi.ittel. & Fax: 0424 30083

A fiancoi relatori alla presentazione ufficialedel bando 2013: da sinistra, il poeta

Nico Bertoncello, il presidente delconcorso Maria Nives stevan,

lo scrittore andrea Gastner e la giornalista laura vicenzi.

Sopra: Maria Nives stevan con il sindaco di Bassano, stefano cimatti.

le antologie pubblicate dal premio Nazionale Voci Verdi.

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saPERNE DI PIu’

a cura di Matteo zonta

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Dalla ripetizione di una singola nota all’effetto della sinfonia...

il sinergismo tra diversi principinaturali, metodo fondamentaleper ottenere risultati importantiDue piante, un aminoacido naturale estratto dal tè verde e alcune componenti del latte di

asina hanno permesso di creare un prodotto di notevole efficacia contro l’ansia e lo stress.

alcune componenti del latte diasina consentono di sprigionareuna sinergia eccezionale, creandocosì un prodotto di notevole effi-cacia contro l’ansia e lo stress.

lo Zyzyphus jujuba ha un evi-dente effetto ansiolitico determi-nato dalle sue componenti, conazione di decremento dell’attivitàdel sistema monoaminergico,provocando così una diminuzionedei livelli di neurotrasmettitoriamminici responsabili, quando siaccumula, di una sovreccitazionedel sistema nervoso, con conse-guente comparsa di iperattività,agitazione, insonnia e ansia.la Scutellaria baiacalensis Rstimola invece due recettori (il 5-Ht2c e il 5-Ht1a), chesono rispettivamente coinvolti conil nostro senso di fame e sazietàe con la regolarizzazione del-l’umore. in questo modo l’attivitàsul sistema serotoninergicorisulta più efficace.l’aminoteanina, un aminoacidonaturale che si trova solo nel tèverde, esercita un effetto rilas-sante entro trenta minuti dall’as-sunzione. Questo particolareaminoacido stimola direttamentela produzione di onde cerebrali

alfa che sono responsabili di unprofondo stato di rilassamento,mantenendo contemporaneamenteil cosiddetto “stato di allerta”. in più ha un ruolo indiretto nellabiosintesi del GABA (neurotra-smettitore centrale ad azione ini-bitoria della trasmissione nervosa)di cui sono ben noti gli effettirilassanti.alcuni componenti del latte diasina, come l’Alfa-Lattoalbumina,il Lisozima, la Lattoferrina e ilTriptofano sono importanti per laformazione di Serotonina (nelsistema nervoso centrale que-st’ultima svolge un ruolo impor-tante e fondamentale nella rego-lazione dell’umore, del sonno,della temperatura corporea, dellasessualità e dell’appetito) e dellaMelatonina (prodotta da unaghiandolina nel sistema nervosocentrale, ha importantissimieffetti nel meccanismo sonno-veglia del nostro corpo).

l’unione di queste quattro sostan-ze origina un potente sinergismodi comprovata efficacia, risultandoutile in tutti quei casi in cui sinecessiti un cambio immediatodi umore. si è rilevato utile incasi di stress acuto, inducendo ilrilassamento e nello stesso tempofavorendone la concentrazione ei processi cognitivi; utile anchein caso di nervosismo, depressione,attacchi di panico, ansia, insonnia,attacchi di fame e fame nervosa.

attivare una sinergia significacreare un’integrazione di più elementi che perseguono un finecomune, allo scopo di ottenere uneffetto complessivo più soddisfa-cente di quello che si otterrebbein modo separato. Nella medicina naturale taleprincipio viene spesso utilizzatoper sfruttare piante e rimedi coneffetti simili e complementari epotenziarne così l’azione. in questo modo si può ottenereun unico prodotto con elevata effi-cacia, senza effetti collaterali. al contrario, invece, si potrebberoevidenziare gli effetti collateraliquando si segue il principioopposto e cioè quando si concen-tra il singolo principio attivo perpotenziarne l’effetto.per comprendere tale differenzatorna utile il seguente esempio: pensiamo di ascoltare una singolanota di una sinfonia suonata dicontinuo oppure ascoltare l’interasinfonia da un insieme di stru-menti differenti.le caratteristiche peculiari delZyzyphus jujuba con quelle dellaScutellaria baiacalensis R, uniteall’azione riequilibrante dellaaminoteanina (un aminoacidoestratto solo dal tè verde) e ad

Sopra, da sinistra verso destra

Zyzyphus jujuba (giuggiolo) e Scutellaria baiacalensis R.

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I NOsTRI TEsORI

testo di andrea Minchioe andrea Gastner

Fotografie:raccolta andrea papadatos,

Fotografi veneti associati

L’arte non consiste nel

rappresentare cose nuove, bensì

nel rappresentare con novità.

ugo Foscolo

aNdrea papadatos

Formatosi all’Istututo De Fabris di Nove, nei quadri e nella ceramica trasfonde le suggestioni

offerte dagli splendidi scenari delle isole del Peloponneso e dalla maestosità delle crode dolo-

mitiche. Nel suo immaginario è costante il tema dell’albero, quale pregnante elemento simbolico.

l’amore per la natura nei coloridel mare e della montagna

Bassanese, archeologo e pittore, ora risiede in Piemonte

Sopra, a destraIl sole abbraccia la luna, pittura

su ceramica, 2008.Giardino giapponese, raku, 2009.

L’Albero, pittura su ceramica, 2009.

A fiancoGuerriero acheo, pittura su

ceramica, 2010.

Qui sottoandrea papadatos nel suo studio.

attualmente l’artista bassanese vive e opera a Mirabello Monferrato,

in terra piemontese.

nei confronti del mondo naturale e un continuo riferimento al sensostesso dell’esistenza”.Bassanese, di papà greco (delpeloponneso) e mamma agordina,il nostro interlocutore, dopo avereconseguito nel 1992 la Maturitàall’istituto de Fabris di Nove, nel2004 si è laureato in conservazionedei Beni culturali, architettonici earcheologici all’università di udinecon una tesi sull’antica città diMessene (fondata dal generaletebano epaminonda nel 369 a.c.). Nel 2006, a imperia, ha conclusobrillantemente un Master presso la scuola di specializzazione perarcheologi, prendendo poi parte a importanti campagne di scavi in

“Nella mia produzione artistica -ci spiega andrea papadatos- il tema dell’albero è ricorrente:costituisce infatti una sorta dimarchio di fabbrica delle opereche di volta in volta realizzo, aindicare una profonda attenzione

italia e all’estero e collaborandocon numerosi musei.Fin dall’infanzia ha avuto unagrande predisposizione per l’arteche, con l’andare degli anni, lo haportato a divenire un apprezzatopittore e ceramista.“in fin dei conti- riprende andreapapadatos- l’albero rappresentasimbolicamente la vita, lo slanciovitale, la forza e la sicurezza. i suoirami, protesi verso l’alto, esprimono le aspirazioni dell’uomo, la suaimmaginazione e spiritualità. Nona caso è un’immagine che si ritrovadi frequente in diverse religioni:come simbolo di vita inesauribile e manifestazione di alcune divinità,oppure quale raffigurazione di un

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cosmo che si rigenera in continua-zione. l’albero richiama la meta-fora dell’immortalità e, se ci rife-riamo alla Bibbia, anche il concettodella conoscenza e quello del benee del male”.in generale andrea papadatos è

sinceramente attratto da tutto ciòche riguarda la natura, che deveessere amata e rispettata. da pittorelo emozionano i colori che mutanodi stagione in stagione e che cam-biano di intensità e gradazione alvariare di una luce generosamenteofferta dal sole e dalla luna...“Mi piace fare riferimento, tantonella pittura quanto nella ceramica(non dimentico mai di essermi formato in terra novese!), al mondoanimale. sono però soprattutto i paesaggi a occupare uno spazioprivilegiato nel mio cuore. Nonpotrebbe essere altrimenti, date leorigini familiari. la Grecia entraprepotentemente nei miei quadricon l’azzurro profondo e cristallino

A fianco, da sinistra verso destra Senza titolo, tecnica mista, 2011.Alba sulle colline, pittura su ceramica, 2009.

Qui sottoCavaliere antico, tecnica mista, 2009.

In basso, da sinistra verso destra L’urogallo, piatto in ceramica, 2009.Falcade, Museo Murer.La bidonville, raku, 2010.

A fianco, da sinistra verso destraIncendio nel Peloponneso, pitturasu ceramica, 2008.L’urogallo, pittura su ceramica, 2009.

SottoAquila, raku, 2007.

dello Jonio, il candore levigato dellescogliere e dei villaggi, la poesiadelle spiagge bianche, lambitedalla vegetazione e riscaldate dalsole del Mediterraneo”. un colorismo del tutto particolare,quello di andrea papadatos, nelquale gli stimoli offerti dalla isoledel peloponneso si fondono conaltre emozioni e altri cromatismi:pensiamo per esempio alle tonalitàrosate, elemento ricorrente nelletele dell’artista e richiamo costantealla tinta inconfondibile dellepareti dolomitiche. sensibilità così distanti eppurealtrettanto vicine, quelle che tro-vano sfogo nella sua espressioneartistica, sintesi di universi

I NOsTRI TEsORI

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I NOsTRI TEsORI

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I NOsTRI TEsORII NOsTRI TEsORI

Sopra, dall’alto verso il bassoandrea papadatos con l’amico FrancoMurer e Margherita Bovicelli, consoleonorario nel peloponneso, in occasione

di una mostra a Kalamata nel 2008.l’artista assieme al fratello igor, molto

amato nella nostra città e attualeosservatore calcistico della sampdoria.

In alto, da sinistra verso destraPaesaggio, pittura su ceramica

(opera dedicata al poeta andreazanzotto), 2011.

Senza titolo, tecnica mista, 2011.Maternità, tecnica mista, 2012.

A fiancoVasi, pittura su ceramica, 2012

Qui sottoCrocifisso, pittura su ceramica, 2011.

andrea Papadatos

Pittore e ceramista

via Mario talice, 99Mirabello Monferrato (al)

tel. e fax 0424 [email protected]

www.andreapapadatos.com

paralleli che spaziano dalla civiltàdelle vette a quella, illimitata emisteriosa, delle distese marine.acque dalle quali “vergine nacquevenere, e fea quelle isole fecondecol suo primo sorriso”, comericorda in un suo immortale sonettoun altro “veneto-greco”, ugoFoscolo, manifestando l’amoreper la sua prima patria, ormai lontana e irraggiungibile.andrea papadatos, che negli anniha partecipato a numerose rassegne

collettive e tenuto mostre personali,nel 2009 ha dedicato un’accurataselezione di opere allo scrittoreMario rigoni stern: un impegnoche ha affrontato con particolaredelicatezza, trovando una decisaassonanza con lo spirito del grandenarratore asiaghese: nelle sueceramiche, così come nei dipinti,si ritrovano infatti alberi, animali,boschi e monti. piccoli mondi,intrisi di semplice genuinità, neiquali affiorano con vigore il grande

amore per la natura e la speranzadi riuscire ancora, nonostante tutto,a “salvare” la terra e a restituirle unadignità troppo a lungo calpestata. una filosofia di vita che lo accomuna ad altri artisti. Fra questi emerge l’amico pittoreFranco Murer, figlio del celebreaugusto; con lui, da molti annimentore e punto di riferimentocostante, andrea papadatos haspesso modo di collaborare, condi-videndo esperienze ed emozioni.

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FINEsTRa suI GIOVaNI

una delle più belle metamorfosidella vita è l’adolescenza, perchéla sorpresa del destino si deveancora aprire e i piccoli uomini ele piccole donne vivono ancoracon molte speranze e con i sogniper un futuro speciale. Ma questa è una visione amatae un po’ romanzata degli adulti,forse perché hanno una vita colmadi preoccupazioni, lontana da unasorta di età dell’oro passata damolti anni. per i giovani, i direttiinteressati, appare come un turbinesempre in movimento, come unostato emozionale, un alternarsicontinuo di felicità e tristezza cheporta a una situazione confusio-nale: non sono in grado di control-larsi e di comprendere cosa stiaaccadendo. a questa età lo studentecerca indipendenza, ma allo stessotempo ha bisogno di essere ascolta-to senza pregiudizi perché avvertela sua fragilità con i dubbi, accom-pagnati dal mutamento del corpo. Ho raccolto i pensieri dei ragazzinel corso delle lezioni, quasi fos-sero delle massime: nella lorosemplicità e purezza ci aiutano acomprendere il miracolo della vita.

Definizioni“per me l’adolescenza è tremendaperché cominciano strani senti-menti, cambia l’aspetto fisico eaumentano le responsabilità. eracosì bello quando i genitori miguardavano mentre costruivocastelli di sabbia o quando, dinascosto, assaggiavo l’impastodella torta. a un certo punto tuttoè cambiato e i genitori ora mitrattano da adulto: mi chiedono

che lavoro intendo fare e se desi-dero sposarmi. Mi domando comefossero loro alla mia età...”.“l’adolescenza? avviene quandouna persona diventa più matura,ha opinioni diverse da quelle deigenitori, si sente adulta. primami sentivo insicuro e avevo menobattibecchi in famiglia, ora sonoaumentati in modo esponenziale”.

Turbamenti“Quando andiamo a dormire, lanostra mente si riempie di pensierie domande. spesso mi chiedo comepossiamo vivere al meglio questafase di vita. a volte con i mieicompagni parlo del nostro cam-biamento, della voglia di studiareche viene meno. in alcuni non c’èneanche più la voglia di prendereuna sufficienza, altri vivonocopiando spudoratamente...”.“il mio corpo sta cambiando. Homomenti di felicità e di sofferenza.per fortuna la psicologa che cisegue a scuola ha detto che glisbalzi d’umore sono normali”.

Conflitti con le famiglie“l’adolescenza è quel periodo in cui non veniamo più capiti daigenitori: se proviamo a spiegarci,trovano sempre una scusa per nonascoltarci. Mi è capitato di averebisogno di parlare con la mammaal ritorno da scuola, ma sono stataliquidata in fretta con la scusa diseguire mia sorella minore”.

Amicizia“Nell’adolescenza gli amici sonoimportanti. all’inizio dell’annovagavo solo per il giardino di

Le riflessioni di alcuni studenti dagli undici ai quattordici anni

Bollori adolesceNzialiturbamenti, amicizia, amori...La ricerca dell’indipendenza e la necessità di essere ascoltati: ecco le “massime” dei nostri ragazzi.

testo di sandro Gazzola

Più tardi si vedono le cose

in modo più pratico, pienamente

conforme con il resto della società,

ma l’adolescenza è il solo tempo in

cui si sia imparato qualcosa.

marcel Proust

Che stagione, l’adolescenza!

Senti di poter esser tutto

e ancora non sei nulla e proprio

questa è la ragione della

tua onnipotenza mentale.

Eugenio scalfari

casa, ora ho tutta la classe vicinoa me. ci conosciamo meglio esiamo molto legati”.“le amiche sono fondamentali,riesco a confidarmi con loromentre a casa non mi capiscono”.

Amore“a volte per divertirci facciamoqualcosa di assurdo, come scri-vere messaggi insensati. Questopuò essere già un sollievo, manon basta: l’adolescenza è comeun buco nello spazio. per il miocompleanno vorrei dei trucchi,ma la mamma è contraria e diceche sono ancora troppo piccola.eppure sento che questa è l’etàdei primi amori!”“Non mi sono mai sentita corteg-giata da nessuno, a differenza dialtre amiche che hanno già ilragazzo. Non sono preoccupata,ma mi chiedo cosa sia l’amore”.

sono riflessioni di studenti dagliundici ai quattordici anni: glistessi “bambini” che giocano insalotto con la wii ma che, comeper magia, iniziano ad affrontarei grandi temi dell’esistenza. Non dobbiamo dimenticare cheanche gli adulti ogni tanto hannobisogno di giocare. in fin dei contila realtà è importante, ma deveessere sdrammatizzata. spesso igenitori si lamentano com me del rapporto “difficile” con i figli.ultimamente, nel corso di uncolloquio, una mamma ha peròconcluso di avere provato -a suotempo- gli stessi stati d’animo esentimenti della figlia...

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Premessariprendiamo in questo numero ladisamina dei tavoli di lavoro che30 cittadini hanno volontariamentecostituito per costruire delle ipotesiprogettuali percorribili per l’areadell’ex caserma Fincato.l’attenzione è qui rivolta da unlato all’approccio utilizzato, che hacercato di evidenziare, mettendo apunto e sperimentando una meto-dologia che valuti la sostenibilitàambientale del progetto, e dall’altroal metodo di comunicazione dellefasi progettuali e dei risultati, alfine di poter informare, discutere e condividere il punto di approdocon la cittadinanza.Forse si tratta della parte più inno-vativa del Masterplan san vito

Nord, che suggerisce modalità dicoinvolgimento della popolazioneinteressata e di valutazione del-l’impatto che simili interventi hannosul nostro territorio, che possonodivenire paradigmatici per opera-zioni immobiliari simili definite peril prossimo futuro e che interessanoimportanti brani della città.

Valutazione di sostenibilitàNel corso dei prossimi anni unconsistente numero di città e diprogetti in tutto il mondo saràchiamato a rispondere ad alcuniargomenti di assoluta rilevanza neldibattito inerente la sostenibilità.coesione sociale, integrazione,prossimità, servizi sociali, spatialjustice, walkability, sostenibilità

energetica e ambientale sono soloalcuni dei termini chiave all’internodi un esteso dibattito che coinvolgeattori molto diversi tra loro: comuni,tecnici, professionisti autonomi,università, associazioni e opinionepubblica si stanno concentrandosu questi temi con approcci edomande differenti. tali questioni ci spingono a ricon-siderare la condizione urbana deiluoghi dell’abitare, rivedendo nonsolo la nuova idea di una cittàsostenibile, ma anche il riuso e larisignificazione della città ereditata.Questi temi hanno visto da un latol’infittirsi di ricerche teorichelegate alla sostenibilità, dall’altroil crescere di strumenti di valutazio-ne a base parametrica usati perlopiù

L’approccio al progetto urbano di questo importante brano di città

è innovativo e volutamente sperimentale, sia dal punto di vista della

metodologia sia da quello della diffusione dei risultati

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scHEGGE

Quanto messo a punto dal gruppo b_urbanpro per l’ex-Caserma e i terreni circostanti

tiene conto di valutazioni ambientali combinate e prevede poi un piano operativo per la

partecipazione e condivisione dei risultati con i cittadini.

a cura di Massimo vallottoe roberto costa

area FiNcatoMasterplan san vito Nord: sostenibilità e comunicazione del progetto

Soprail logo identificativo del progetto

Masterplan san vito Nord.

A destrai princìpi ispiratori del progetto, che

derivano dalla valutazione ambientaledel quartiere sostenibile.

Sottoil logo di leed italia, quello del

protocollo di valutazione di sostenibilitàambientale leed Nd e alcune delle

tavole che compongono la valutazione disostenibilità ambientale per la proposta

nell’area dell’ex caserma Fincato.

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Profile (questionario) basato suiprincìpi di un documento di certi-ficazione nazionalmente ricono-sciuto. proprio perché le opinionidegli abitanti si riferiscono a deglistandard noti, il NeighbourbhoodProfile aiuta i progettisti a lavorarecon richieste chiare e inequivoca-bili da parte della cittadinanza.le singole fasi del progetto siconcretizzano in precise azioni dicomunicazione e di coinvolgimentoattivo della cittadinanza e dellecomponenti sociali. all’interno ditali azioni potrebbe collocarsil’uso del Neighbourhood Profile,inteso come strumento di interfac-cia capace di produrre un riscontroutile alla progettazione e divenireal contempo un veicolo di comu-nicazione tra le parti coinvolte.con il gruppo b-urbanpro è statodeciso di considerare, se pur in modoflessibile, i princìpi leed Nd nellaprogettazione dell’area Fincato ein particolare nell’attività condottadal tavolo di lavoro urbanisticasostenibile. e’ stato inoltre decisodi integrare l’approccio leed Ndcon casaclima Habitat, un ulte-riore documento di certificazione

da istituzioni locali e nazionali ecapaci di fornire una risposta“scientifica” in termini di sosteni-bilità ecologica e sociale. leed, Breeam, casaclima, sacert,docet, Greenstar sono solo alcunidei documenti usati dai professioni-sti per certificare le performancesdi edifici e quartieri. il grande suc-cesso di questi modelli a base para-metrica è dovuto anche alla possi-bilità per professionisti e istituzionidi rendere evidenti le loro scelteprogettuali legittimandole attraver-so un documento riconosciuto e, sepur sofisticato nei contenuti, disemplice comprensione. Negli ultimianni, tuttavia, questi documenti abase parametrica sono stati conte-stati per la loro eccessiva rigiditàche non considera la specificità dellesituazioni legate a differenti contesti.con uel e placepresearchlab(prl), un’università di architetturae un’associazione con base a londra,è stata studiata la possibilità diintegrare questi documenti a baseparametrica con un approcciosociale che prevede la partecipa-zione della cittadinanza. e’ statocosì creato un Neighbourhood

A fiancouna delle tavole di sintesi della valutazione di sostenibilità del progetto,operata secondo i dettami dei due pro-tocolli leed Nd e casaclima Habitat.

Sottola rappresentazione grafica dei prin-cìpi guida del sistema di certificazionee ambientale casaclima Habitat e latarghetta di certificazione.

ambientale in fase di definizione.il modello su cui il gruppo halavorato è stato costruito a partireda questi due sistemi di certifica-zione e costituisce un’esercitazionenon commerciale a scopo esplora-tivo che è stata poi approfonditacon l’avanzare del progetto.alcune prime indicazioni sonostate già rese esplicite per chiarireil tipo di approccio a media scalae l’inserimento del progetto nelcontesto cittadino (valutazione deicollegamenti, comunicazione tragli spazi, mixité e ruolo degli edi-fici di pubblico interesse). va tenuto presente che la certifica-zione di tutti i progetti leed Nd eil conseguimento dei relativi cre-diti sono soggetti al controllo delGreen Building council americano(usGBc) che amministra ufficial-mente il programma leed. il rag-giungimento dei crediti, secondol’ordine e le sezioni previste dalsolo documento leed Nd dovreb-be essere valutato da un professio-nista accreditato. i requisiti indica-ti sono stati selezionati a seguitodelle ricerche condotte da uel(university of east london) e place

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A fiancolo schema della comunicazione che

riporta tutti gli attori coinvolti e ledinamiche del processo partecipativo.

a seguire il cronoprogramma delleazioni individuate per informare

e coinvolgere il numero maggioredi cittadini, enti, associazioni

interessati al progetto.

Sottoi cittadini componenti il gruppo di

lavoro b_urbanpro che ha elaboratogratuitamente il progetto per lo

sviluppo dell’area dell’ex casermaFincato, suddivisi secondo le tema-tiche individuate per dare concrete

risposte a quanto un progetto disimile portata innovativa richiede.

research in collaborazione con ilusGBG, sono solamente orientativie non costituiscono in alcun modouna valutazione formale.

comunicazioneil Masterplan san vito Nord nascesotto il segno di una voluta traspa-renza verso tutte le parti coinvolte ocoinvolgibili, con particolare riferi-mento al contesto ristretto dell’areadi lavoro ovvero il quartiere di sanvito. l’obiettivo della trasparenzapresuppone una corretta e costanteazione di informazione di cui ilgruppo di lavoro “comunicazione”si è fatto carico, conscio del fattoche questa è presupposto indispen-sabile a un coinvolgimento consa-pevole delle parti sociali.un importante appuntamento diinformazione è stato il convegno dirilevanza nazionale organizzato il5 luglio presso l’Hotel palladio sultema dell’Housing sociale, di cuiabbiamo già dato notizia su BassanoNews di settembre-ottobre 2012.Gli altri passi previsti prenderannoil via dall’eventuale accoglimentoda parte dell’amministrazione delprogetto e ruoteranno attorno a treazioni principali: - la diffusione di un questionarioalla cittadinanza per definire ladimensione e il tipo della doman-

da di abitazioni in social Housing;- la promozione di una mostra pres-so l’urban center del progetto peruna prima presentazione alla città;- la realizzazione di un processopartecipativo il cui scopo sia ladefinizione delle destinazioni d’usoe delle modalità gestionali deglispazi destinati all’uso pubblicoall’interno dell’area Fincato; attornoalle funzioni centrali previste(Housing sociale, Fattoria sociale,agrinido), ci sarà spazio per defi-nire le funzioni da insediare nel-l’edificio polivalente o negli spazia piano terra degli edifici.tutti i materiali prodotti dal gruppodi lavoro saranno inoltre pubblicatisu un sito internet appositamenterealizzato, che diventerà il puntodi riferimento per coloro che vor-ranno informarsi sul progetto delMasterplan e dei suoi successivisviluppi. a questa fase di condivi-sione seguirà un concorso di ideeper la progettazione degli edificiindividuati dal Masterplan. il bando di concorso muoverà dallevolumetrie e dalle destinazioni d’usoprefigurate nel Masterplan con loscopo di offrire all’amministrazionee più in generale alla città diBassano del Grappa il maggiorventaglio possibile di soluzioniqualificate per lo sviluppo del-

l’area. anche gli esiti del concorsosaranno messi in mostra pressol’urban center per raccogliere ipareri e le valutazioni dei cittadini.

conclusionisiamo persuasi che è ancora possi-bile trovare connessioni interessantitra i problemi dello spazio e quellidella società; che ancora esistonofocolai di invenzione, architetturacandida e aderente ai luoghi. il pen-siero di c. castoriadis prima e di s.latouche poi, delinea l’utopia di unfuturo senza crescita, oltre lo svilup-po dello sviluppo fine a se stesso.un’immagine che fa accapponarela pelle ai tecnici del processocostruttivo, che vedono in questopensiero un substrato di ecologiasovversiva e tecnofoba.resta il fatto che oggi il sociale èun ottimo grimaldello. rimaneforse l’unico ambito in cui potertentare strade alternative nellagestione, nelle forme, nelle tecno-logie, nei metabolismi urbani.purtroppo il sociale che proponiamoalle città risulta spesso pensato,sognato, creduto e immaginato perun obiettivo rivolto invece ad altro.Fare qualcosa di sociale richiedeuna coerenza che oggi, molto più diieri, è da ricercare e difendere perchéesistono ancora focolai di invenzione.

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Costituito nel novembre del 1892, il sodalizio hacelebrato per tutto il 2012 l’importante anniversario

e’ calato il sipario sui 120 aNNi del cai BassaNese

del parolini, elisa, frequentandocosì a lungo l’ambiente scientifico-alpinistico bassanese. Ball, politico e futuro fondatoredell’Alpine Club Inglese, gettò, con le sue prime “Guide alpinedolomitiche” anche le basi dell’alpinismo bassanese. e a lui è stato dedicato tutto il filone deifesteggiamenti dei 120 anni sezio-nali, come per esempio la mostraa ottobre in palazzo agostinellicon il titolo “sui passi di Ball…”. i festeggiamenti però sono iniziatigià a febbraio con “una montagnadi film”, rassegna tematica di lun-gometraggi sull’ambiente alpino.Quattro serate di pellicole storichedestinate, con un linguaggioespressivo, coinvolgente e imme-diato, ad affrontare un argomento,un racconto o un aspetto dellarealtà montana in cui vive, opera e agisce il cai.a marzo abbiamo riproposto inchiave moderna la ripetizione dellaprima camminata effettuata nellontano 1893, tra Bassano e sanluca di Marostica, dalla neonataassociazione. un vento marzolino,appena sopra lo zero termico, haaccompagnato i partecipanti durantel’escursione: dopo quattro ore discarpinata tra le colline, i soci sonostati accolti nel piccolo borgo dallabanda musicale di crosara che liha affiancati nel tratto finale.una festa per tutta la comunità,come accaduto 120 anni prima.durante la commemorazione ilsocio luigi vinanti, omonimo enipote del primo presidente del caiBassano, ha donato con orgoglioalla sezione un’originale letteraautografa di ringraziamenti del 1901,fortunosamente ritrovata e inviatadal futuro papa pio X al propriononno.ad aprile un week-end piovoso hacondizionato la floreale e vivace

dopo mesi di intense manifestazionicala il sipario sui 120 anni dellasezione bassanese del cai. e’ tempo di provare a tracciare unbilancio finale sulla celebrazioniiniziate a febbraio. “siamo molto soddisfatti -spiegail presidente della sezione, prof.Gianni Frigo- poiché è stato ungrande avvenimento, sia per i 1700soci sia per tutto il comprensorio.siamo stati anche piacevolmentesorpresi dai tanti complimentiricevuti per la qualità degli eventie per la longevità del sodalizio,che ci pone come la più “vecchia”associazione sportiva di tutto ilcomprensorio bassanese. per i sociè stato un grande momento direciproca amicizia e un’occasioneper trovare un rinnovato entusiasmoche ha fatto nascere ulteriori ideeper continuare sempre meglio lenostre attività”.

e pensare che tutto è nato nelnovembre del 1892, quando ilgiornale “la provincia di vicenza”annunciò la nascita del Club AlpinoBassanese da parte di un gruppodi 43 amici della classe nobiliaredella città!“Giorni or sono sorse in alcunicittadini l’idea di fondare qui inBassano veneto un club alpinoautonomo con lo scopo non ditentare pericolose salite o di rag-giungere vergini altezze, ma di farconoscere ed apprezzare le bellezzedé nostri monti [...] ed in particolarmodo delle prealpi vicentine [...]”.l’associazione si innestava su unatradizione naturalistica che avevaavuto come precursori due perso-naggi di fama internazionale qualiil Brocchi e il parolini. va inoltrericordato che uno dei maggiorialpinisti di quel secolo, l’irlandeseJohn Ball, aveva sposato la figlia

EVENTI

Molte le iniziative messe in campo, tutte caratterizzate da una profonda riflessione storica e

culturale. Dulcis in fundo, la ricandidatura di Umberto Martini alla presidenza nazionale.

testo di Franco Faccio

Fotografie a cura del club alpino italianoSezione di Bassano del Grappa

Soprai componenti della spedizione

ciclo-alpinistica, organizzata dal caidi Bassano lo scorso settembre, in

vetta al Monte pelmo (m 3.168).

RiquadroJohn Ball, fondatore dell’Alpine

Club Inglese, gettò le fondamentadell’alpinismo bassanese.

Sottouna sezione della mostra Sui passi

di Ball..., svoltasi a palazzo agostinellidal 29 settembre al 28 ottobre.

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mostra botanica “di rara pianta”,allestita presso i Giardini parolini,permettendo (tra uno scrosciod’acqua e l’altro) una visione inte-ressante degli esemplari esposti.a settembre, in onore di John Ball,primo salitore del Monte pelmo,si è svolta la gita ciclo-alpinisticada Bassano alla cima del pelmo.una ventina di agguerriti soci,partendo dal ponte degli alpini inbicicletta, ha raggiunto longaronee, per la val di zoldo, è arrivata apalafavera. Qui, abbandonate lebici, calzati gli scarponi e caricatigli zaini in spalla, i partecipanti sisono avviati verso il Caregon deDio (così è chiamato il pelmo perla sua conformazione a trono) che,con i suoi 3.168 metri offre unpanorama mozzafiato su tutte levette dolomitiche circostanti.durante l’alpinistica salita sonopassati lungo la famosa “cengia diBall”, angusto e vertiginoso per-corso scoperto dal nostro celebreconcittadino onorario. anche il“passo del gatto”, da effettuareaccucciati, dà l’idea delle difficoltàaffrontate in parete. subito dopo, il 29 settembre, è statainaugurata al palazzo agostinellila mostra “sui passi di Ball…”.una rassegna storico-retrospettiva,divisa in dodici decadi, di alpinismobassanese, preceduta dai fattidell’ottocento. assieme a imma-gini, cimeli, documenti e testimo-nianze delle varie epoche, sonostate raccontate, parallelamente, lastoria d’italia, la storia di Bassanoe la storia del cai bassanese. in una sezione a parte è stato proposto un concorso fotograficovotato dai visitatori con soggetti il Monte Grappa, l’altopiano di asiago e il canal di Brenta,rispettando così il primo articolodello statuto dell’associazione,siglato nel lontano 1892. a far da corona alla mostra sono

stati proposti un annullo filatelicopostale speciale ed esposta la piùimportante rassegna filatelica ita-liana avente per tema la montagna.la mostra ha chiuso alla fine diottobre, con un ottimo successo intermini di presenze e gradimento.il 18 novembre al teatro remondiniè stata proposta la conferenza-spettacolo “da dove veniamo, dovesiamo, dove andremo”. la manifestazione, durata più didue ore, ha illustrato la storia delcai bassanese attraverso racconti,letture di brani, suoni, canti di varieepoche, immagini e voci corali:il tutto in un’atmosfera accattivanteche in qualche spettatore ha fattoriaffiorare ricordi e avventure digioventù. verso la fine dello spetta-colo i rappresentanti dei vari gruppi

del cai bassanese hanno espostoi loro programmi futuri (escursio-nistici, culturali, sociali) e i nuovicorsi di avvicinamento alla monta-gna, considerata bene comune dapreservare, godere e riconsegnareintegro alle generazioni future.il 133° convegno dei delegaticai del veneto e Friuli-v. Giuliadel 25 novembre, ospitato dallasezione di Bassano, ha chiuso inbellezza le iniziative per i 120 anniriproponendo per il secondo man-dato la candidatura alla presidenzadel cai Nazionale, il socio umbertoMartini: è stato il modo miglioreper chiudere i “primi” 120 anni del cai Bassanese che sono un tutt’uno con gli ultimi 120 anni di storia della nostra città.

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cLuB aLPINO ITaLIaNOSezione di Bassano del Grappa

Via Schiavonetti, 26/oBassano del Grappa (VI)Tel. 0424 227996 - Fax 0424 [email protected]

EVENTI

A fianco alpinisti del cai bassanese sullafamosa “cengia di Ball”, angusto evertiginoso percorso scoperto dalnostro celebre concittadino onorario.

Sopra la partenza della spedizione ciclo-alpinistica Bassano / Monte pelmo.

Sopra, da sinistra verso destra una fase della rievocazione storicadella gita inaugurale del Club AlpinoBassanese, svoltasi a marzo fra lanostra città e san luca di Marostica.un momento del convegno delegaticai veneto Friuli-venezia Giulia.all’importante appuntamento del 25novembre scorso (teatro remondini)erano presenti il presidente nazionaleumberto Martini, il presidente caiveneto emilio Bertan e il presidentesezionale Gianni Frigo (al centro dellafoto), tutti della nostra città.

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Nella Conca degli Ulivi, grazie all’impegno di Comune e Pro Loco, è ora visitabile un’importante realtà culturale...

torNa a rispleNdere ilMuseo dello scalpelliNo

scendere su slitte fino al paese,poi trasportati su carri bassi neivari laboratori, alcuni dei qualierano tenuti da autentiche dinastiecome gli andolfatto, i Bosa, i caron,i cavallini, i donazzan, i Fusaro, iMarcadella, i Murari, gli zanchetta.per opera degli abili scalpellini lapietra prendeva forma, secondo idisegni, le sagome, i modelletti increta e in gesso: ne uscivano capi-telli, cornici, colonne, lapidi fune-rarie, altari, angeli, statue mitolo-giche e decorazioni d’ogni sorta.Queste creazioni di stile diverso

Nella storia di pove la pietra e ilmarmo hanno avuto un’importanzavitale. per più di quattro secoli lamaggior parte dei povesi si è dedi-cata allo scavo e al commercio del materiale lapideo, fornito dallependici del Grappa o importato daaltre regioni. dal cinquecento finquasi alla metà del nostro secolomolte famiglie sono vissute colguadagno proveniente da questaattività. antiche testimonianzedescrivono la varietà e i pregi deinostri marmi. all’inizio del ’600,l’architetto vincenzo scamozzinotò che a pove “posta alle radicidella alpi, ove nasce la Brenta, si cavano grandissima quantità dipietre vive di molto nervo e bianchee sonore e di belle lunghezze e grossezze”. e soggiungeva:“ritrovano parimenti onesta quan-tità di pietre vive di convenevolilunghezza e grossezza e saldezza:macchiate di color rosso e scuro e

altre miste di giallo”.Nella seconda metà del settecentoil geografo tedesco a.F. Buschingriferiva che nella montagna di pove“si trovano alcune cave di super-bissimi marmi di vari colori, cine-rizio, rosso carco, rosso chiaro e bianco. Quest’ultimo per la suabianchezza viene assai stimato dagliartefici. e’ denominato Biancon dipove ed assomiglia moltissimo almarmo di carrara”.dalle cave di località Campaniletto,Guaregno, Prà Gollin e Priarolai blocchi di marmo venivano fatti

GRaNDI TRaDIzIONI

Recentemente inaugurata, a seguito di un impegnativo lavoro di recupero e valorizzazione,

la struttura è stata inserita a pieno titolo nella Rete Museale Canal di Brenta.

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testi: livia alberton, Giambattista

vinco da sesso, andrea Minchio e andrea Gastner

Fotografie:pro loco di pove del Grappa

Sopra, da sinistra verso destraun capitello per lesena in stile

corinzio, opera conservata nel Museodello scalpellino di pove del Grappa.

operai povesi al lavoro in una cava.

Sotto, da sinistra verso destraun elegante bassorilievo e una seriedi arnesi del mestiere. Nel museo sitrovano scalpelli, martelli, “ponciotti”,bocciarde, punte, trapani, squadre e

compassi. sono anche presenti un“violino” per forare il marmo, aste

graduate, seghe, ramponi per ilghiaccio, catene per il trasporto dei

blocchi e un modellino di slitta.

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ma tutte improntate da un tradizio-nale, raffinato buon gusto, eranodestinate ad abbellire palazzi, villee chiese, spazi pubblici e privati,soprattutto del nostro veneto. tra le costruzioni più famose in cuivennero impiegati marmi e mae-stranze povesi, ricordiamo l’alaNapoleonica di piazza san Marcoa venezia e il tempio del canovaa possano. vi era anche una pro-duzione meno prestigiosa ma eco-nomicamente rilevante di gradini,stipiti, soglie per le abitazioni o dioggetti d’uso quotidiano, comepile per conservare l’olio d’oliva omortai per tritare il sale. Quando il

GRaNDI TRaDIzIONI

lavoro ferveva nei laboratori, le vie del centro storico e le contraderisuonavano del paziente martellaredegli scalpellini: un segno familiaredella civiltà artigiana.come tutte le attività umane anchequella degli operai della pietra haconosciuto tempi di prosperità ealtri di crisi, nei quali molti furonocostretti a cercare lavoro in Francia,in svizzera, in Germania o addi-rittura in america e in australia.dovunque sono andati, stagional-mente o stabilmente, i “cavadori”,i “lustradori”, i “tajapiera” povesi,hanno saputo farsi apprezzare peril loro talento, per lo spirito di

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sacrificio e per la solida prepara-zione professionale, acquisita alpaese ed espressa all’estero in tantecostruzioni e monumenti anchecelebri. i mutamenti tecnologici esociali, portati nel nostro secolodall’industrializzazione, assieme acause come il progressivo esauri-mento delle cave locali, le diffi-coltà e i forti rischi del mestiere(quanti i morti per silicosi!) hannoa poco a poco determinato la finedel secolare modo di lavorare e di vivere legato al marmo, le cuitracce tuttavia sono ancora presentinel paesaggio, nell’urbanistica enella mentalità della gente povese.

Sopra, dall’alto verso il bassoil monumento funebre a canova nellachiesa dei Frari a venezia, per il qualeBosa compose il ritratto (1827).il san Giovanni Battista sul frontonedella chiesa in piazza a Bassano.A fiancoadeodato Malatesta (Modena 1806-1891) Ritratto dello scultore AntonioBosa, 1839. Bassano del Grappa,Museo Biblioteca archivio inv. 87.

Qui sottoGiovanni Fusaro, bozzetti per la statua di Jacopo da ponte a Bassano.

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Sopra, da sinistra verso destral’altar maggiore della chiesa

parrocchiale di pove in una foto diqualche anno fa (il tabernacolo è

stato rimosso e ora si trova in unacappella adiacente)

Foto di gruppo con le maestranzepovesi impegnate nella costruzione

dell’ossario del Grappa.

Sotto, dall’alto verso il bassoil consiglio direttivo della pro loco

di pove e una veduta del paese,all’imbocco del canal di Brenta.

Il museo dello scalpellino“antonio Bosa”la figura dello scalpellino èemblematica di tutto un mondoormai passato ma ancora vivo nellamemoria dei povesi; un mondofatto di dura necessità e di fatica etuttavia ricco di passione, di abilitàe di creatività. Nel 1985 il comunedi pove ha raccolto le memorie diquesto mondo artigianale, istituen-do il Museo dello Scalpellino, inti-tolato allo scultore antonio Bosa.Nella collezione, a cui hanno con-tribuito le donazioni dei privati,appaiono foto d’epoca che illu-strano figure di scalpellini e di“cavadori” colti sul lavoro; altreimmagini mostrano interni dilaboratorio e maestranze di ditte.sono inoltre esposti diversi arnesi del mestiere: scalpelli e martelli,“ponciotti”, bocciarde, punte, tra-pani, squadre, compassi, un “vio-lino” per forare il marmo, astegraduate, seghe; ramponi per cam-minare sul ghiaccio, catene usatenel trasporto dei blocchi di marmo,un modellino di slitta. si possonoanche ammirare progetti di altari e monumenti, esempi di ornati,qualche modello in gesso, alcunesculture di autori dei nostri giorni.

antonio Bosa, da scalpellino a scultoretra gli scalpellini povesi alcuni si sono affermati per la spiccataqualità delle loro opere, divenendofamosi: antonio Bosa (1777-1849),Giovanni Fusaro (1848-1913),

pietro longo (1829-1917) e, fra i contemporanei, aldo caron,danilo andreose (1922-1987) -nonpovese ma valido docente di disegnodella scuola comunale per operaimarmisti- e Natalino andolfatto.Nella storia il primo a emergere è dunque antonio Bosa, che ebbela sua formazione nell’ambienteartigiano del paese. Ben presto il giovane manifestò il suo talento e venne mandato a perfezionarsipresso l’accademia Farsetti divenezia. Qui aprì uno studio e iniziòuna brillante carriera di scultore.prestigiose commissioni gli ven-nero da trieste, dove sue statue ebassorilievi decorano i più impor-tanti edifici pubblici e privati sortiin quell’epoca, contribuendo inmodo decisivo a conferire un voltoneoclassico alla città. vi eseguìanche numerosi momenti funebri,tra cui il Cenotafio del Winckelmann(1833) -oggi al lapidario di sanGiusto- considerato il suo capola-voro. a venezia, in collaborazionecon domenico Banti, fornì 14 statued’imperatori e 12 divinità mitologi-che per ornare l’ala Napoleonicain piazza san Marco. scolpì purevarie tombe, ritratti, statue devo-zionali tra cui la Madonna colBambino (1837) dei Gesuati.Godette della stima e dei consiglidel canova, per la tomba del quale,ai Frari, egli compose il ritratto(1827). del Bosa si trovano aBassano le statue che coronano lachiesa di san Giovanni e il bustodel poeta vittorelli al Museo civico.

Fu apprezzato professore di scultu-ra all’accademia di venezia, cittànella quale trascorse gran parte dellasua vita e dove morì (L.A. - G. V.d.S.).

comune e Pro Loco, uniti nellavalorizzazione della storia povese“in accordo con l’amministrazionecomunale e con altre associazionidel paese -ci spiega il presidentedella pro loco Maurizio andolfatto-abbiamo potuto portare a completa-mento il Museo dello scalpellino:un impegno anche morale nei con-fronti di un passato ricco di storia edi molti sacrifici. ora la struttura èbene organizzata e rappresenta unasignificativa realtà culturale di tuttoil territorio. invitiamo tuttavia quantisono in possesso di testimonianzee documenti ad aiutarci ad arric-chire ulteriormente con lasciti edonazioni le collezioni museali”.“l’apporto della pro loco -aggiunge il sindaco orio Mocellin-è stato fondamentale per rendereaccogliente e visitabile un localeche era fatiscente e che ora fa partea buon diritto della rete Musealecanal di Brenta. sebbene le risorsecomunali siano infatti tutte rivolteall’essenziale, era doveroso onorarela memoria dei tanti scalpellini ecavatori che hanno fatto grande ilnostro paese. ringraziando le moltepersone che hanno contribuito aquesto successo, inclusi studiosiquali livia alberton e Giambattistavinco da sesso, mi auguro che ivisitatori giungano numerosi,soprattutto i ragazzi delle scuole”.

musEO DELLO scaLPELLINO “aNTONIO BOsa”

Via Guglielmo Marconi, 2Tel. 0424 80333 - Pove del Grappa

[email protected]

Orari di aperturaLun. - Mart. - Giov. 14.30-17.30

Merc. 14.30-19.00

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Un circuito storico e artistico che ha in CastelfrancoVeneto un significativo fulcro culturale...

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IL RaPPORTO

a cura del comune dicastelfranco veneto

Assessorato alla Cultura

testo di silvia Benetton

il patrimonio di storia e bellezzache castelfranco veneto offre alvisitatore è davvero notevole e vadalle mura medievali, risalenti alXii secolo, ai due capolavori diGiorgione -la celebre pala delduomo e il Fregio delle Arti

liberali e meccaniche, conservatoall’interno del quattrocentesco edificio che oggi ospita il suggestivoMuseo casa Giorgione-, dallearchitetture di epoca illuminista,frutto dell’ingegno di FrancescoMaria preti (duomo e teatro

le ville Nelle terredel GiorGioNeNato dall’esigenza di rendere omaggio a uno straordinario patrimonio architettonico e

ambientale del territorio castellano, l’itinerario propone la visita di sette gioielli dalle

straordinarie atmosfere palladiane: un tour che regala sorprendenti e inaspettate emozioni!

accademico in primis) al com-pendio romantico di villa e parcorevedin Bolasco; ma non da menosono gli immediati dintorni dellacittà, che annoverano anzitutto bensette ville venete di primissimaimportanza, che costituiscono altret-tanti poli di attrazione territoriale.tra le sette, tre sono opere autografedi palladio e riconosciute dall’unescoPatrimonio mondiale dell’umanità;le altre quattro costituiscono inte-ressantissime variazioni sul tema“villa veneta” e occasioni uniche diassaporare la vita in villa, essendoalcune di esse aperte persino alpernottamento e alla possibilità dipranzarvi. in una, addirittura, èpossibile giocare a golf in un campoa diciotto buche all’interno di unparco di straordinaria bellezza. seguendo un itinerario ideale cheruota attorno alla città, a qualchechilometro dal centro, pressosant’andrea oltre il Muson, èpossibile visitare villa corner-chiminelli, un piccolo gioiello,

In questa paginaca’ Marcello, a levada di piombinodese, appartiene tuttora all’antica

famiglia veneziana che la fece erigere nel Xvi secolo.

Sottoil circuito de le Ville nelle terre

di Giorgione: un meravigliosocorollario alla visita di castelfrancoveneto. sono tutte abitate e visitabili.

L’architettura aspira all’eternità.Christopher Wren

L’architettura è la continuazione della natura nella

sua attività costruttiva.

Karl Friedrich Schinkel

con un’interessante facciata affre-scata aperta sul parco e su unacampagna intatta, con gli interniinteramente affrescati daBenedetto caliari (fratello di paoloveronese); mentre al primo pianodella barchessa trova posto unaricca collezione di oggetti d’usolegati alla tradizione agricola veneta.spostandoci più a sud, nel centrodi piombino dese, troviamo laprima dimora palladiana: l’impo-nente villa cornaro, costruita pervolere di Giorgio cornaro che nel1552 la commissionò ad andreapalladio. la villa si presenta con il caratteristico doppio ordine dicolonne in facciata che ha ispiratotanta architettura neoclassica nelNord america, al punto da renderlauno dei dieci edifici più imitati almondo. i signori Gable, proprietaridal 1989, abitano la villa sei mesiall’anno nel periodo estivo e con-sentono al pubblico di accedervi,su prenotazione, per una visitamemorabile.

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IL RaPPORTO

si devono al genio di FrancescoMaria preti che la trasformaronoin un meraviglioso luogo di rap-presentanza e villeggiatura. a cavasagra di vedelago, pochichilometri più a nord, percorrendopiccole strade immerse nella cam-

erigere come casino di caccia nelcinquecento: una particolarità cheha consentito alla villa di conserva-re gran parte degli arredi originali,oltre agli affreschi settecenteschidi Giambattista crosato. Gli ultimi interventi architettonici

proseguendo il nostro itinerario divisita verso nord-est, troviamoca’ Marcello, immersa nella cam-pagna di levada di piombino dese.la villa, in stile palladiano, è diproprietà della famiglia Marcello,che tutt’ora la abita e che la fece

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Qui sopra e in altovilla corner della regina a cavasagra di vedelago: una splendida costruzioneche oggi ospita un Hotel relais.

A fianco e qui sottola villa di Maser, frutto della fecondacollaborazione fra palladio, paoloveronese e alessandro vittoria.

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pagna veneta, troviamo villa cornerdella regina che, costruita dallafamiglia cornaro nel 1507, è oggiil risultato di un intervento magi-strale di Francesco Maria preti suun precedente impianto cinque-centesco e costituisce uno splendidoesempio di quel fenomeno mon-diale che fu il palladianesimo. dal 2002, dopo sette anni direstauro, è stata riaperta al pubblico

per ospitare eventi, ma soprattuttodal 2011 è diventata un affascinanteHotel relais dove provare l’emo-zione unica di dormire in villa.Qualche chilometro a nord di villacorner, in località Fanzolo divedelago, è la volta di un altrocapolavoro di andrea palladio:villa emo. costruita tra il 1556 e il 1560 per volere di leonardoemo e gestita dal 2004 dalla fon-dazione omonima, è probabilmentel’esempio più limpido di villa-fat-toria del catalogo palladiano: ilcorpo centrale, riservato alla resi-denza patrizia, è affiancato da dueluminosissime barchesse, destinatea contenere le cantine, i granai ele stalle, chiuse agli estremi datorri colombare. Gli interni sonostati affrescati da Giovanni

Battista zelotti, collaboratore delveronese. attorno alla villa è pos-sibile visitare un parco di grandebellezza, che sul retro si apre nel-l’incredibile visione di un autentico“paesaggio palladiano”, chiusodalla cerchia delle prealpi.proseguendo verso i colli asolani sicontinua a rimanere immersi nellemagiche atmosfere palladiane arri-vando alla splendida e celeberrimavilla di Maser, progettata nel 1550da andrea palladio come residenzadi campagna dei fratelli Barbaro.le caratteristiche della commit-tenza fanno della villa di Maserun edificio simbolo della culturaumanistica mondiale, che si esprimeal massimo livello nell’incrocio di tre geni: andrea palladio, paoloveronese e alessandro vittoria

Qui sopra e in basso, a destravilla emo a Fanzolo, probabilmentel’esempio più limpido di villa-fattoria

del catalogo palladiano.

A fianco, da sinistraverso destra

ca’ cornaro, a piombinodese, si presenta con undoppio ordine di colonne

in facciata: un motivoche ha ispirato molta

architettura neoclassica,al punto da renderla uno dei dieci edifici

più imitati al mondo.

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IL RaPPORTO

musEO casa GIORGIONE

Piazza San Liberale31033 - Castelfranco Veneto (TV)Tel. 0423 [email protected]/MuseoCasaGiorgionewww.museocasagiorgione.it

cOmuNE DI casTELFRaNcO VENETO

Assessorato alla Cultura

Tel. 0423 735670www.comune.castelfrancoveneto.tv.it

(tra i più importanti scultori delrinascimento veneto). la cantinadella villa, gestita dall’attuale pro-prietà, continua a produrre glieccellenti vini dei colli e puòcostituire un ottimo motivo peruna pausa prima di riprendere lastrada verso la pianura che riportaa castelfranco, lungo la qualeincontriamo l’ultima delle setteperle delle Terre di Giorgione:

ca’ amata, inserita in un magnificocontesto naturale a cui fanno dasfondo il massiccio del MonteGrappa e i colli asolani. dopo annidi abbandono, ca’ amata, prestigio-so esempio di villa del settecento,è stata recentemente restaurata eriportata allo splendore originario.il complesso architettonico, progettato nel 1711 da Giovannirizzetti, illustre scienziato castella-

no, quale casa di campagna, hacome particolarità la posizione dellebarchesse, che sono state inseriteall’interno del corpo centrale perridurne l’ampiezza. caratteristicadavvero unica, il fatto che all’in-terno della proprietà trova postoun magnifico campo da golf, chedal giugno 2010 è stato trasformatoin un percorso a diciotto buche ingrado di soddisfare anche i “basto-ni” più esigenti.col rientro nella città di Giorgionesi conclude quindi un itinerario tra i più affascinanti che il venetopossa regalare, ricco di storia, artee splendidi paesaggi, che fannocomprendere fino in fondo qualefu la fonte d’ispirazione di ungenio della pittura come il grande“zorzon” da castelfranco.

Sopra, da sinistra verso destra e a fiancoca’ amata, inserita in un magnificocontesto naturale a cui fanno dasfondo il Grappa e i colli asolani, è nota anche per il suo magnificocampo da golf (18 buche).

Sopra, da sinistra verso destravilla corner-chiminelli asant’andrea oltre il Muson: un gioiello, con un’interessante facciataaffrescata aperta sul piccolo parco e su una campagna intatta.

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a cura di chiara Ferronato

In collaborazione con Il Cenacolo

Associazione Scrittori Bassanesi

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Alvaro Gradella

“l’aQuila e la spada”la storia e la leggenda

IL cENacOLO

alvaro Gradella, scrittore e attorepadovano.

Qui sottoalvaro Gradella e Fabio testi nella

fiction televisiva Il falco e la colomba,andata in onda su canale 5 nel 2009.

“Non omnis moriar” (Orazio, Carmina 3, 30): immutato - forse eterno - rimarrà il nome di un uomo se

si colloca la sua storia sotto il patronato della leggenda, delle rivelazioni della fantasia e del sogno,

prova ulteriore della fragilità del tempo, della relatività del reale.

Nel romanzo di alvaro Gradella “ L’aquila e la spada” (Roberto mugliari Editore, 2011) le vicende di

magno clemente massimo, ultimo Governatore della Britannia, le sue imprese - all’interno di un

tardo Impero già preda di nuove forze e di fluttuanti energie -diventano terreno di alternanza e di

contrappunto quando sullo sfondo si profilano i contorni dei miti celtici, ancora oscuri fantasmi per

Roma, sentieri già tracciati, invece, per i grandi affreschi della favolistica medievale, che dalla penombra

del passato saprà estrarre e riascoltare nomi, voci, cronache prive di cronologie, impalcature di relitti.

magno clemente massimo sarà il macsen Wledig delle albe dei primi racconti nordici e guarderà,

(vivendolo in anticipo, come preannuncio profetico), al guerriero, all’eroe, al modello di ogni re: re artù.

alvaro Gradella è attore, lavora nel doppiaggio, in teatro e nel cinema. conduce programmi per la

radio e la RaI, partecipa a fiction televisive. Rapido come le immagini di un film è il suo romanzo, incal-

zante è il suo stile, passano come personaggi del cinema le donne e gli uomini del suo libro. che è det-

tato, inoltre, della sua “passione” per la storia di Roma: perché ogni romanzo è in noi, fa parte della

nostra personale esistenza. Chiara Ferronato

Incipit

Haemimontus, ThraciaPiana di Hadrianopolis 9 agosto 378 A.D.

i tuoni galoppavano fra grevi nuvole grigie e le gridadei feriti sembravano invocare la pioggia, affinchéscendesse a lavare tutto quel sangue.l’aria immota scuriva, al calar della sera, e la piog-gia sorda e avara - seguiva i tuoni a oriente, verso ilpontus euxinus, non lasciando neppure una goccia abagnare la piana della città d’adriano; né agosto pro-metteva frescura, nemmeno con le prime ombre, gra-vando ogni cosa di un umore color del metallo.chi aveva creduto in un dio lo bestemmiava, e chinon aveva dei cui imprecare malediceva chi l’avevapartorito. alcuni cavalieri vagavano, isolati, stringen-do con forza fra le ginocchia la groppa del cavallo cheincespicava fra i corpi a terra, troppo numerosi perlasciar spazio agli zoccoli: con vago interesse, scru-tavano al suolo qualche raro barlume di vita e, conun distratto colpo di picca, vi ponevano fine.

un grido disperato, più acuto degli altri, vagò fra icorpi, quasi cercando chi ancora vivesse. e, con ungran respiro, come da una polla d’acqua scura, qual-cuno che credeva d’essere già morto riemerse dolo-rante alla coscienza.Quale battaglia era - fu la prima cosa che si chiese -quella che aveva combattuto? lo opprimeva la fero-ce afa africana, alleata dei Mori, o la molle caluradelle paludi batave, alle foci del reno?avrebbe voluto aprire gli occhi ma, come nei suoiincubi di bambino, per quanto si sforzasse, non ciriusciva; eppure, stranamente, nulla che assomiglias-se al panico di allora sopraggiungeva.era qualcos’altro che continuava a tormentarlo: con-tro chi aveva combattuto, e dove?per quanto si lambiccasse il cervello, non riusciva aricordarlo. sapeva solo che questa era stata per luil’ennesima battaglia. sapeva che, in qualche modo,era stato ferito, ma che doveva fingersi morto, se nonvoleva che qualche vincitore vagabondo lo finisse.perché, anche questo sapeva, quest’ultima battaglia

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Sopraun calendario della fine del i secolod.c. scolpito su una lastra di bronzo,forata per ospitare i pioli segnadata.

Qui sottolo scudo di Battersea, rinvenuto nel tamigi, riporta elementi tipicidell’arte celtica britannica come ladecorazione simmetrica e gli insertiin pasta di vetro.

Alvaro Gradella presenterà

il romanzo “L’aquila e la spada”

al Cenacolo degli Scrittori

Bassanesi, nella sede della Galleria

Scrimin, in via Vendramini, 46

il 25 gennaio 2013 alle ore 18.

era stata perduta, e la sconfitta gli alitava negli orecchi.altro non poteva fare che giacere, sfinito e dolorante,fra il groviglio inestricabile di tutti quei corpi.delle voci. aspre come l’idioma dei barbari cui essoapparteneva. eppure, benché avesse l’inspiegabilecertezza di non essere anch’egli un barbaro, capivabenissimo quel che essi latravano. Ma, allora, se non era un barbaro, che cos’era?

Verso la Britanniaveloce e sicura, la snella imbarcazione abbandonòben presto il porto di Brigantium, lasciandosi dipoppa la splendente corona della torre d’ercole, eprese ad oriente, verso la Gallia.sotto la spinta dei due ordini di remi, ritmati dal tam-buro, e del vento da sud sulla vela quadrilatera, losperone della chiglia fendeva le acque basse dellecoste del Mare cantabricus, rivolta verso l’apiceinterno del sinus aquitanicus. al terzo giorno dinavigazione, già le spiagge della Gallia si vedevanoin lontananza: le foci di grandi fiumi e di frequentipiccoli corsi d’acqua, pigri e viziosi nei loro letti,rendevano quelle rive malsane e paludose.seguendo la costa e risalendo verso settentrione, silasciarono a babordo la foce del fiume Garumna, chenasceva impetuoso dalla catena dei piraenei per poiadagiarsi nelle pianure galliche, toccando la città diBurdigala, e quindi formare un lunghissimo e strettoestuario. come un coltello, esso tagliava profonda-mente la pianura per decine e decine di miglia,accoppiandosi, al suo vertice biforcuto, con il picco-lo fiume duranius. poi, apparve la foce di un altrofiume di maggior portata, il liger, nella quale s’acquat-tava la città marinara di Namnetum. avvicinandosiall’estremo promontorio settentrionale del vastissi-mo golfo, l’odore e il colore stagnanti e limacciosidelle acque costiere acquistavano sempre più l’aspet-to fosco e selvaggio dell’oceanus atlanticus. [...]seguendo la stessa rotta finale di claudio, la nave diMagno Massimo lasciò a tribordo i due alti fari checontrassegnavano il porto commerciale di dubrae e,costeggiando le alte, candide scogliere, proseguì perpoi doppiare il promontorio della cantia, ultimapunta sud orientale della Britannia. virando ancora anord, la liburna raggiunse il porto militare dirutupiae, al riparo della prospiciente isola di tanatus.sotto un cielo livido di nubi, lo sperone affilato dellanave fendeva un plumbeo mare agitato e un ventoteso che sibilava di prua. le schiene dei rematori si

piegavano al ritmo del tamburo, sotto lo sforzo dipiegare le onde arcigne e il vento contrario. MagnoMassimo, sul ponte, avvolto in un mantello di lana,socchiudeva gli occhi verso il porto, ormai in vista.

Il mitoi capi britanni si mossero a disagio sui gradoni dimarmo, guardandosi a vicenda, sorpresi e indecisi.la figura dell’Wledig apparteneva ai miti antichi erisvegliava, in ognuno nei confronti dell’altro, diffiden-za e sospetto: chiunque potesse fregiarsi di quel blaso-ne - che nessuno si era visto attribuire da tanto tempo -si ammantava di un alone di leggenda, e poteva diven-tare così potente da pretendere, poi, il titolo di resupremo. Nessuno di loro era disposto a correre ilrischio che fosse qualcun altro, oltre se stesso, ad avereuna simile opportunità... a meno che - consideravanoalcuni, lisciandosi pensosamente i lunghi baffi - questoqualcun altro fosse uno straniero... sì, meditavano,intendendosi muti con lo sguardo, meglio un Wledigstraniero che un britanno diverso da loro stessi!Questi calcoli politici, però, non sfiorarono neppurela mente esacerbata di Midgma, mentre esplodevanuovamente, ruggendo: «Mai, mai, Mai!!!»Gli occhi ridotti a due fessure, la mascella contrattain uno spasmo, le bave alla bocca, la principessadumnone era nuovamente balzata in piedi, proten-dendo il pugno destro verso Magno Massimo.

macsentaliesin si protese verso di lui, stringendogli un brac-cio: fra lo sciabordio dei remi nell’acqua, s’insinua-va il flebile suono di una cornamusa lontana, prove-niente dalle mura della città. e, di colpo, anche sesolo per pochi attimi, tutto il dolore che MagnoMassimo si era chiesto come mai non avesse provatolo investì come una marea: riconobbe in quelle note lastessa, struggente ballata suonata dall’arpa di un bardonell’anfiteatro di verulamium, al suo ritorno nell’iso-la dei potenti, millenni prima, quando aveva strettola mano di elain per la prima volta nella sua...Ma non si sarebbe più guardato indietro, e - lenta-mente - si pose l’elmo sul capo, affinché il freddometallo gli coprisse gli orecchi.come lui, sorda e indifferente, l’aquila imperiale sulpomolo della spada di Macsen scrutava ormai lontano,verso la Gallia, oltre il piccolo Mare, oltre ogni dubbio...

www.laquilaelaspada.com

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Nei luoghi dove si pratica lo sportè venuta a mancare una figura diriferimento, fondamentale nellosviluppo del ragazzo: alludoall’atleta più anziano da emulare,prodigo di consigli nei confrontidei più meritevoli e severo quantobasta. un personaggio a metàstrada fra l’allenatore e il genitore,carismatico e non autoritario, con ilquale talvolta il “bocia” ambiva aconfrontarsi (anche fisicamente).proprio nella differenza sostan-ziale fra i termini autorevole eautoritario si gioca la partitabasilare per la formazione umanae sportiva del giovane.

la filosofia delle attuali aggrega-zioni sportive propone purtroppoun modello parcellizzato per fasceanagrafiche. tutto è incasellatoper età e categorie. Manca dunquel’occasione -molto più di una

OBIETTIVO sPORT

a cura di Francesco Fontana

E’ venuta a mancare un’importante figura di riferimento...

GiovaNi Maestri cercaNsiIl ruolo formativo degli atleti più anziani nello sviluppo tecnico e umano del “bocia”.

la cronaca recente riporta alcuneclamorose rivelazioni da parte ditenniste di alto livello: atlete chedenunciano la violenza psichicaoperata dai loro genitori, soprat-tutto padri, ai fini di ottenere pre-stigiose affermazioni in ambitoagonistico.Non si tratta di una novità.e’ infatti noto il caso di andrèagassi, che nella sua autobiografiariferisce di essere stato vittima di pressioni di questo tipo, subitein tenera età.atteggiamenti e consuetudini che,se talvolta portano il giovane alconseguimento di importanti successi sportivi, molto più spessoprovocano reazioni contrarie chefiniscono inevitabilmente persfociare nell’abbandono; in particolare quando i risultati tarda-no ad arrivare (perché richiedonolunghi tempi di maturazione). e’ un film già visto, cronacaquotidiana della nostra società!

un ambiente familiare è favorevo-le alla crescita umana e sportivafino a quando non si spinge oltre un ragionevole supporto affettivo:il buon senso suggerisce infattiche la formazione tecnica delragazzo-atleta venga deputata apersone con requisiti adeguati.tornando all’esempio del tennis,reputo interessante l’affermazionedi rafael Nadal, che trova nellavicinanza dei suoi cari -anchesulle tribune- un forte sostegnopsicologico.da questi presupposti scaturisceuna mia personale riflessione.

A fianco e sottodue miti del tennis: andre agassi,grande campione del recente passato(definito da John Mcenroe la rockstardi questo sport) e lo spagnolo rafaelNadal (classe 1986), attuale n. 4della classifica atp.

volta- per incontrare il “vecio” e impossessarsi del suo patrimoniodi esperienze. il passaggio èimmediato fra il coetaneo, magaripiù capace, e la figura mediaticadel grande campione; colui cheesterna, in maniera più o menodiscutibile, una realizzazione ouna vittoria in presa diretta.tale immediatezza determina un salto formativo difficile dacolmare e provoca rilevanticonseguenze sul piano umano e sportivo. si creano così “atletia metà”, persone spesso incapacidi accettare responsabilmente unasconfitta (e tutto quanto, di posi-tivo, essa può implicare).la vittoria, innanzitutto. Non esistono i secondi e, pur diprimeggiare, tutti i mezzi tornanobuoni. anche se poi la vita premiachi ha il coraggio di misurarsisenza la possibilità di medaglie...

La scelta di un giovane dipende

dalla sua inclinazione, ma anche

dalla fortuna di incontrare un

grande maestro.

Rita Levi-montalcini

Pronuncia sempre con riverenza

questo nome, maestro, che dopo

quello di padre, è il più nobile,

il più dolce nome che possa dare

un uomo a un altro uomo.

Edmondo De amicis

LE caTEGORIE DEL caLcIO GIOVaNILE

Primi calci (dai 6 agli 8 anni)

Pulcini (dagli 8 ai 10 anni)

Esordienti (dai 10 ai 12 anni)

Giovanissimi (dai 12 ai 14 anni)

Allievi (dai 14 ai 16 anni)

Juniores (fino ai 18 anni)

Primavera (fino ai 20 anni)

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da sempre patria di vini epastifici, Gragnano deve la suanotorietà, anche oltre oceano, aquesti due prodotti. ubicata inun contesto naturale assai felice(sulle propaggini dei Montilattari, a pochi chilometri dalmare), clima mite e piacevole in ogni stagione dell’anno,Gragnano ha offerto la suggestio-ne dei suoi paesaggi ai grandi

pittori dell’ottocento, in parti-colare a quelli della scuola diposillipo: pitloo, Gigante,duclère, carelli.la lavorazione della pasta sidirebbe connaturata al territorio,sia per la presenza del torrentevernotico, che corre nell’anticavalle dei Mulini, un temporicca di torri d’acqua destinatead azionare le macine a ruota,sia per quell’aria leggermenteumida, così adatta a una pro-sciugazione lenta e gradualedella pasta. di qui l’affermarsi,già nell’ottocento, di una fio-rente attività, forte di oltre diecimulini, una settantina di pastificie circa cinquemila operai: iltutto con una capacità produttivainsospettabile, se si pensa aiprocessi di lavorazione del tempo.amalfi, che vanta anch’essa lasua valle dei Mulini e i suoipastifici, allora non godevaancora della strada costiera chela collegherà a Napoli, per cuila pasta veniva caricata su grossebarche dirette al capoluogo o aiporti del sud. un’operazioneesposta a ogni comprensibilerischio -a parte l’impegno difatica e di tempo- che avrà il suo peso nella crescita deipastifici di Gragnano, favoriti daun facile e rapido collegamentocon Napoli. Questo, almenosino a quando non si affacceràsul mercato l’insediamento di

la pasta di GraGNaNotradizioNe aNtica

Tutelata dal marchio di Indicazione Geografica Protettaè una specialità campana nota in tutto il mondo

uNa VOcE DaL suD

testo di Nino d’antonio

Fotografie e immagini:ept Napoli,

pro loco di Gragnano

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Già a partire dal XVI secolo nella città ai piedi dei Monti Lattari erano presenti alcuni

opifici per la sua produzione. Requisiti fondamentali: il grano rigorosamente duro, le trafile

di bronzo e un lento processo di essiccazione.

torre annunziata, nato tra l’altroanche grazie al trasferimento dialcuni pastifici della costa diamalfi, in particolare da Minorie Maiori.Ma che cosa ha contribuito nel tempo, e ancora oggi, alsuccesso di Gragnano, rispettoa tante celebrate produzioni?almeno tre incontrovertibilirequisiti: l’esclusivo utilizzodella semola di grano duro;l’impiego delle trafile di bronzo;i tempi destinati al processo diessiccazione. il primo requisito è pressochéscontato: se si vuole una pastache tenga bene la cottura, cherimanga cioè al dente, i graniduri sono insostituibili. Quelliteneri, infatti, vengono usati inprevalenza per le paste all’uovoe in pasticceria. in quanto alletrafile di bronzo, va chiaritoche la trafilazione è la fase produttiva in cui l’impasto diacqua e semola viene fatto pas-sare, per compressione, attra-verso i fori praticati su un discodi bronzo (la trafila, appunto),per dare alla pasta la formavoluta. esistono così tante trafileper quanti sono i tipi di pasta. Quale sia l’importanza e la funzione che la trafila di bronzoassume nel dare forma alla pasta,è presto detto: l’impasto passacon lentezza attraverso i fori, ein più la superficie della pasta

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uNa VOcE DaL suD

PRO LOCO DI GRAGNANO

Piazza Amendola, 1Tel. 081 8733686Gragnano (NA)[email protected]

rimane piuttosto rugosa, il chela predispone a meglio trattenerei vari sughi. Nei pastifici industriali, la trafilainvece è rivestita di plastica,allo scopo di ottenere un velocescorrimento dell’impasto. la conseguenza è che la pastaviene fuori perfettamente liscia,sulla quale correrà altrettantoveloce anche il condimento. Ma l’elemento che più caratte-rizza la pasta di Gragnano è datodal processo di essiccazione. un tempo -di certo fino aglianni venti- era lungo le stradedel paese che la pasta, sistematasu lunghe canne, era posta adasciugare. uno spettacolo chenon trovava riscontro altrove e che suscitava l’interesse e lacuriosità di fotografi e viaggiatori. poi l’avvento dei forni ha supe-rato la lunga stagione dellecanne al sole. Ma anche quibisogna intendersi. la pastafresca ha un’umidità del 30% eper essere conservata quest’in-dice deve scendere a 12,5. lagrande industria può essiccarequintali di pasta in un’ora, alla

temperatura media di cento gradi,servendosi di enormi tunnel chespesso superano i cinquantametri. e’ un processo che nellasua rapidità porta fatalmente asacrificare tutti i batteri esistentinel processo di fermentazionedell’impasto.l’essiccazione di tipo artigianaleinvece, propria dei pastifici diGragnano, avviene in forni chenon superano mai i cinquanta

gradi e che richiedono non menodi 48 ore, in rapporto ai varitipi di pasta e al loro diversospessore. per cui si arriva anchea quattro giorni, se si tratta divarietà a forte impasto e diforme che tendono a chiudersi.tre requisiti, si diceva: granoduro, trafile di bronzo e lentoprocesso di essiccazione, che ingenere sfuggono al consumatore(distratto com’è dai continui

A fiancole storiche etichette dei suoi pastificitestimoniano la lunga e blasonata tradizione della città campana in questo apprezzato settore alimentare.

In queste pagineambientazioni raffinate e originaliaccompagnano la presentazione dialcuni tipi di pasta, caratteristici dellaproduzione di Gragnano.

messaggi pubblicitari dei grandipastifici), ma che differenziano-e non poco- le due lavorazioni.

Sotto, a sinistraun pastificio di Gragnano in una fotografia d’epoca.

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cambio della guardia alla scuoladi Grafica “antonio remondini”,l’associazione culturale alla qualefanno capo stampatori, grafici,editori, fotografi, pubblicitari eoperatori della comunicazionedel nostro territorio. dopo vent’anni di intensa attività,accompagnati da importantiaffermazioni, l’editore e stampato-re Giorgio tassotti lascia infattila massima carica del sodalizioper assumerne la presidenzaonoraria. referente istituzionaledell’associazione, eletto all’una-nimità nel corso della riunionesociale prenatalizia dello scorsodicembre, è ora Flavio reffo,grafico ed esperto di comunica-zione, figura molto nota in cittàe da sempre vicina agli ambientiartistici veneti.Moltissimi i successi ottenutinel corso di due decenni chehanno visto, quale principaleobiettivo della scuola di Grafica,l’istituzione nel 2007 -da partedell’amministrazione civica-del Museo remondini a palazzosturm: un traguardo di granderilevanza al cui raggiungimentohanno lavorato a lungo gli exassessori alla cultura lucianoFabris e Giorgio pegoraro e idirettori del Museo civico MarioGuderzo e Giuliana ericani; ma anche un “gesto” dovuto, inossequio alla storica tradizionegrafica cittadina.Nel Xviii secolo Bassano, proprio con i remondini, è statainfatti una vera capitale mondialedel settore.“lo scorso anno -ricorda Flavioreffo- l’associazione ha svoltouna serie di attività in linea coni suoi scopi statutari. Mi premesottolineare la realizzazione delport-folio Prelibatezze bassanesi,preziosa edizione di tre xilografiededicate alle delizie gastronomi-

che del territorio: opera dell’in-cisore augusto Gnesotto, sonostate tirate a torchio secondo unatecnica antica di oltre cinquesecoli. autentiche opere d’arte,destinate a quanti sono in gradodi apprezzare il bello, le nostrePrelibatezze promuovono anchei prodotti locali e l’encomiabilelavoro dei ristoratori bassanesi”.un altro evento al quale i socihanno attribuito grande impor-tanza è stata l’accoglienza riser-vata ai partecipanti dell’AdacTrentino Classic 2012, tour di auto storiche partite dallaGermania con tappa proprio aBassano lo scorso settembre edalla notevole rilevanza turistica.in tale circostanza, dopo la visitaguidata al Museo remondini,gli ospiti d’oltralpe hanno rice-vuto in omaggio dalla scuola di Grafica e a nome della città,una pregiata stampa di sebastianolovison, valente incisore attivonella nostra terra a cavallo frasette e ottocento.“siamo orgogliosi -prosegue il neopresidente- anche dellarealizzazione del nostro nuovosito internet (già in rete, sebbenenecessiti ancora di qualcheaggiustamento). e’ un ulteriorepasso in avanti verso la divulga-zione della tradizione graficabassanese e, allo stesso tempo,un efficace strumento di promo-

zione delle aziende e delle per-sone che la continuano oggi,animate da grande passione e competenza nonostante leoggettive difficoltà della crisi”. per il 2013 i progetti sono dav-vero molti e tutti avvincenti:dalla riproposizione dei corsi(xilografia, restauro del libro,disegno dal vero...) all’organiz-zazione di eventi culturali eserate a tema. Fra queste, inparticolare, la rappresentazionedi un “processo” sulla paternitàdel carattere mobile: venneinventato dal tedesco JohannesGutenberg (1400 c. -1460) odal feltrino panfilo castaldi(1398- 1479)?Grazie all’impegno del socioalberto costa, rappresentantemandamentale della categoriaComunicazione, verrà inoltreattivata una significativa sinergiacon Confartigianato Vicenza, inrelazione soprattutto ad attivitàrivolte al mondo della scuola.continuerà pure la collaborazionecon il Gruppo ristoratori invista di nuove edizioni d’arte.e’ già stata programmata, infine,la partecipazione della scuolaall’iniziativa Il mestiere in strada,organizzata per settembre, conpannelli espositivi e dimostra-zioni didattiche in piazzottoMontevecchio e a palazzo sturm.www.scuolagraficaremondini.it

Dopo vent’anni alla guida dell’associazione, Giorgio Tassottilascia la presidenza. Gli succede il pubblicitario Flavio Reffo

scuola di GraFicaidee e programmi per il 2013L’attività del sodalizio, fra la conferma di iniziative consolidate nel tempo e la proposizione

di interessanti novità, si preannuncia davvero molto intensa e frizzante...

testo di andrea Minchio

PROGREssus

Sopra, dall’alto verso il bassoFlavio reffo, neopresidente dellascuola di Grafica A. Remondini,

e Giorgio tassotti (qui fotografatonella sua Carteria), che ha retto le

sorti dell’associazione dall’apriledel 1992 fino allo scorso Natale.

In alto, a destrala “stamperia remondini”, in piazzaa Bassano, in un quadro della Ballatadel Millennio: Flavio reffo veste i

panni del conte antonio remondini.

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DIEGO mascOTTOOnori a un editore innovativo e a un amico-collega leale

Fantasioso ed esuberante, creativoe al tempo stesso rigoroso, diegoMascotto è stato un editore innova-tivo e originale, capace di conferirecon efficacia la forte impronta delsuo carattere alle pubblicazioni cheha fondato e diretto nel corso deglianni: da Idee, prima rivista patinatadedicata alla promozione del nostroterritorio, a Occhi, il pocket magazinedivenuto suo cavallo di battaglia.amico e collega dalle grandi dotimanageriali, sempre leale e disponi-bile al confronto, diego Mascotto èscomparso prematuramente.lascia comunque un segno indelebi-le nel panorama editoriale e una saldastruttura redazionale alla qualeesprimiamo solidarietà, come peraltroalla sua bella famiglia, garantendoimmutata collaborazione e amicizia.La redazione di Bassano News

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TODaY

Qui sottoBeato angelico, Madonna con il

Bambino e gli Angeli, 1425-1430.detroit, institute of arts.

e’ davvero una splendida mostraquella allestita nella Basilicapalladiana di vicenza, ricca di un centinaio di opere provenientidai più prestigiosi musei d’europae d’oltreoceano. curata da Marco Goldin, direttoregenerale di Linea d’ombra, agenziatrevigiana che organizza eventiculturali (curandone la gestionecompleta), la rassegna raccoglieuna novantina di quadri. l’originale disposizione, divisa

in quattro sezioni (Il sentimentoreligioso; La nobiltà del ritratto;Il ritratto quotidiano; Il Novecento.Lo sguardo inquieto), accosta leopere dei maggiori maestri dalQuattrocento al XX secolo.la mostra è il racconto dei moltisguardi che il curatore ha incon-trato studiando la pittura. propriolo sguardo è infatti il tema cen-trale dell’esposizione che narra,suo tramite, un percorso lungocinque secoli: dalla perfetta rap-

presentazione di un volto allarottura della forma, dall’incantodel rinascimento all’inquietudineodierna. e’ una storia complessa,carica di suggestioni che descrivecertezze e insicurezze, splendori,attese e delusioni variamentecombinate e intrecciate.un mondo fatto di occhiate chesi sovrappongono, sulle quali iltempo non può più abbattersiimpietoso. Nei volti è possibileleggere il procedere della storia

La grande mostra, ospitata nella Basilica palladiana di Vicenza, è aperta fino al 20 gennaio

raFFaello verso picassostorie di sguardi, volti e figureL’esposizione permette di comprendere come sia mutato nei secoli il significato del ritratto.

In ogni quadro si possono scoprire le peculiarità delle varie scuole, le caratteristiche e le

aspirazioni dei diversi artisti e dei movimenti ai quali sono appartenuti...

testo di anna Francesca Basso

aRT NEWs

A fianco, da sinistra verso destraJohn singer sargent, Mrs. Fiske

Warren con la figlia Rachele, 1903.Boston, Museum of Fine arts.

Jean-François Millet, Pastorella, 1873.Boston, Museum of Fine arts.

Sottovincent van Gogh, Madame Roulin

1889. Boston, Museum of Fine arts.

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La “BasILIca”simbolo vicentino per eccellenza

la Basilica palladiana rappresenta unodei massimi capolavori del celebrearchitetto: una felice intuizione lo portòinfatti a rivestire l’antico palazzo dellaragione con un loggiato marmoreotrapuntato da innumerevoli serliane.un tempo sede delle magistraturepubbliche di vicenza, oggi la Basilica(che appartiene al patrimonio umanita-

rio dell’ unesco) è dotata di vari spaziespositivi e ospita mostre e rassegne.Nel 2012 si sono finalmenmte con-clusi gli importanti lavori di restauroche hanno interessato il monumento.erano iniziati nel 2007, quando lacopertura venne sezionata per rimuo-vere gli arconi portanti in cementoarmato della ricostruzione postbellicae per sostituirli con più leggeri archiin legno lamellare. sono state inoltreripulite e consolidate le facciate,mentre l’edificio è stato dotato di unanuova illuminazione. Nel corso degli ultimi mesi le partirestaurate sono state progressiva-mente svelate: alcune fortunate ini-ziative culturali hanno consentito aicittadini di vivere da vicino il cantiere.

dell’arte, il gusto finissimo dellapittura e la sua evoluzione, tantonella diversità quanto nella conti-nuità con quello precedente.l’esposizione permette di com-prendere come sia mutato neisecoli il significato del ritratto. in ogni quadro si possono scoprirele peculiarità delle varie scuole,le caratteristiche e le aspirazionidei diversi artisti e dei movimentiai quali sono appartenuti.attraverso il ritratto si percepi-scono la forza espressiva del suoautore, il talento e la grande mae-stria. Ma anche, e soprattutto, lapsicologia della persona effigiata,l’indole, i sentimenti, la sua stessaessenza materiale e spirituale.una “fotografia” che scava inprofondità nell’animo, cogliendol’attimo fuggente e fissandoloper sempre sulla tela.i curatori hanno assegnato moltospazio alle figure femminili che,

aRT NEWs

Da RaFFaELLO VERsO PIcassO

Vicenza, Basilica PalladianaPiazza dei Signori - Vicenza

La mostra è aperta fino al 20 gennaio 2013

Orario di apertura

(dal 26 dicembre 2012 al 20gennaio 2013)

Da lunedì a giovedì:ore 9.00 - 20.00

Venerdì, sabato e domenica:ore 9.00 - 21.00

25 dicembre 2012:ore 15.00 - 20.00

31 dicembre:ore 10.00 - 02.00

1 gennaio 2013:ore 10.00 - 20.00

InfoComune di Vicenza Assessorato alla CulturaTel. 0444 222114www.museicivicivicenza.itwww.lineadombra.it

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Qui sottoraffaello sanzio, Ritratto di giovane,1503-1504 c.Budapest, szépmıvészeti Múzeum.

con grazia e forza, rendono ancorapiù seducente e intrigante la mostra.ottima l’audiocassetta: la vocedella guida accompagna i visitatoriin un’esperienza che tocca aspettifilosofici, poetici e letterari.

Qui sopra, da sinistra verso destrapablo picasso, L’italiana, 1917.zurigo, stiftung sammlung e.G. Bührle.pierre-auguste renoir, Danza aBougival, 1883.Boston, Museum of Fine arts.

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Qui sopraMario dalla palma e vito pavan,

bassanesi doc e autori della raccoltadi racconti e disegni Giovinezza!

In alto, da sinistra verso destradue delle opere di vito pavan

che compaiono nella pubblicazione.

Frutto di un’inedita collabora-zione fra lo scrittore Mariodalla palma e il pittore vitopavan, entrambi bassanesi doc e accomunati da uno svisceratoamore per la loro città, la raccoltadi racconti Giovinezza! ha rappresentato una delle novitàculturali delle festività natalizie: un volumetto originale e prezioso,nel quale la convivenza fral’aspetto letterario e quello artistico suscita suggestioni edemozioni davvero profonde.amici fin dall’infanzia, in questaparticolare pubblicazione i dueautori affrontano temi legati airicordi della loro gioventù.in Manuel, racconto ambientatoquasi interamente sulle amatemontagne della sua enego, dallapalma tratteggia una vicendaumana “ordinaria”, intrisa di

quotidiana angoscia e ravvivatasolamente dal fulgore di unaamicizia assoluta: quella fra duecreature in simbiosi fra loro,confortate dal calore della reci-proca vicinanza, associate nelgrigiore di un destino amaro esenza più illusioni. poco importache si tratti di un uomo, il postinodel paese, e di un cane, un trovatello abbandonato da manisconosciute e crudeli: talvolta larealtà dimostra infatti come unrapporto di questo tipo possarivelarsi esclusivo e totalizzante,animato da slanci sconfinati.ritroviamo la stessa angoscia,un affanno opprimente legatoalla malattia del vivere, ne La

fuga, secondo frammento diquesta austera e preziosa raccoltanel quale i riferimenti biografici,chiaramente individuabili, siintrecciano con gli scarni ele-menti della narrazione. un professionista, affacciato allafinestra del suo studio, osserva e analizza giorno dopo giornol’andirivieni nella strada sotto-stante, un carosello di banalitàche si ripetono con regolarepiattezza, malinconica routineche avviluppa l’esistenza privandola perfino del suo tragico nonsenso. Nitidamente legati alla fanciul-lezza dello scrittore gli altri due

racconti, Il sidecar e Giovinezza!,nei quali vengono evocati i tempicupi della guerra e l’atmosferaplumbea, densa di abusi eangherie, della lotta fraterna traitaliani, fascisti e oppositori delregime. Nel primo, a sorpresa,riaffiora la figura imponente diun soldato del reich, accostatonei ricordi dell’autore a una di quelle motocarrozzette chel’esercito tedesco impiegò ingrande quantità durante il con-flitto: un gioiello tecnologico,espressione di teutonica preci-sione, sul quale il fanciullo ebbemodo di compiere alcuni indele-bili giri di piazza. Giovinezza! è il racconto che dàil titolo alla pubblicazione e chetestimonia l’impegno politico diMario dalla palma, la sua inde-rogabile necessità di dare corpoe voce a memorie mai sopite, afigure eroiche e positive eppuretragicamente travolte dalla tormenta della guerra civile. anche in questa scheggia il pro-tagonista è un ragazzo, vittimadi soprusi da parte di alcuni“giovinastri in camicia nera e fezrosso”. Fortunatamente, in occa-sione di un pericoloso regolamentodi conti, a salvarlo da pericoloseconseguenze è il provvidenzialeintervento di un coraggioso valligiano del canal di Brenta.

Uscita a Natale, è una raccolta originale e preziosa

“GioviNezza!”Mario dalla palma e vito pavan inquattro racconti e quattro disegniAttraverso le loro diverse sensibilità ed espressioni artistiche i due amici, entrambi bassanesi

doc, ripercorrono assieme alcuni delicati e indelebili frammenti della loro esistenza...

testo di andrea Minchio

Fotografie dilara platman e orlando zanolla

aFFLaTus

la copertina di Giovinezza!

il volumetto è disponibile

in libreria (a € 12,00).

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HumaNITas

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e quello aulico dei miti greci, lasua condizione di esule tra ilmondo della sua infanzia e quellodella cultura in generale.Molto seguita anche la seratadedicata alla poetessa polaccaWislawa szymborska, premioNobel nel 1996, la cui opera sicaratterizza per l’introspezioneintellettuale, l’arguzia e la suc-cinta ed elegante scelta delle parole.acceso e sentito il dibattito cheè seguito alla presentzione di“Giobbe” di Joseph roth, perl’attualità dei temi trattati, deli-cata parabola sulla fragilità del-la fede e il diritto alla felicità.curioso e sempre attuale il temadell’adulterio, trattato sia daBeethoven in musica che da lev tostoj nella “sonata a Kreutzer”,mai disgiunto dal sospetto e

a cura di anna Francesca Basso

Molte idee e fantasia all’insegna della cultura

la FuciNa letterariaclassici di ieri e di oggi a confronto:un’esperienza positivaCinque belle serate dedicate a poesia e narrativa (e un partecipato aperitivo letterario)

hanno felicemente concluso l’attività del 2012. Ora è tempo di ripartire alla grande...

Associazione culturale LA FUCINA LETTERARIA Sede incontri: Biblioteca “Pietro Ragazzoni” Via Cairoli, 4 - Marostica (VI)

Tel. 347 8212687 [email protected]/pages/La-Fucina-Letteraria/500449256651722

si è concluso il ciclo di “poesiae musica” e “conversazioni sullaletteratura” promosso dalla nostraassociazione.la nuova formula ha privilegiatol’intervento di più relatori, chehanno fornito chiavi diverse dilettura. cinque le serate, dedicatead altrettante opere, due alla poesia,a cui hanno partecipato anche laprof. Mariangela cuman e ilmusicista e compositore MirkoBallico, e tre ai romanzi.di volta in volta, dopo una miaprima chiave di lettura circa lavita e l’opera dell’autore presoin esame, il critico letterario prof.Gianni Giolo ha condotto unaanalisi acuta e originale, mettendoa confronto i protagonisti dellemaggiori opere, con quelli dellibro scelto; questa formula hadato nuovo spessore e incisivitàalla psicologia dei personaggi eha svelato le assonanze con levicende reali degli autori.il ciclo si è aperto con la pre-sentazione del libro di poesie“100 sonetti” di Gianni Giolo,pregevole raccolta di poesie nellaclassica struttura del sonetto, cheha vinto il premio “i Murazzi”di torino; l’opera, da me pre-sentata, ha commosso i presentiper i temi trattati; da ogni versoè trapelata la capacità dell’autoredi mediare tra il mondo agreste

Qui sottoanna Francesca Basso, curatrice di questa rubrica.

La nostra ultima iniziativa

Aperitivo letterario

NaTaLE a mODO NOsTRO

l’incontro si è svolto venerdì 14 dicembre alle ore 19.30 pressola libreria andersen di Marostica con reading di poesie e racconti

dalla gelosia e dalle sue terribiliconseguenze. diverse, fantastiche,piene di anacronismi, terribil-mente attuali “le città invisibili”di italo calvino; attraverso ladescrizione di Marco polo aKublai Khan si comprende cheogni vita è un’enciclopedia, unabiblioteca, un inventario d’og-getti, un campionario di stili,dove tutto può essere continua-mente rimescolato e riordinatoin tutti i modi possibili.di grande effetto l’interpretazionedi brani scelti delle varie opereda parte dei soci de “la Fucinaletteraria”. immagini e musicahanno creato l’atmosfera, per-mettendo ai presenti di “entrare”maggiormente nelle vicende.un gradito rinfresco ha conclusoogni incontro.

La vera vita, la vita finalmenteriscoperta e illuminata, la sola vita, dunque, pienamente vissuta, è la letteratura.

Marcel Proust

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GiovaNi voci BassaNol’esperienza di cantare in un coro

Un ritratto della formazione giovanile cittadina

com’è cantare in un coro? se provate a chiederlo alle ragazzee ai bambini del coro Giovani VociBassano le risposte saranno molte:cantare è compagnia, amicizia,disciplina e divertimento, impegno,sfida, emozionarsi ed emozionare,tecnica vocale e coraggio di mettersiin gioco, trovare la propria voce maanche diventare una sola voce percostruire un progetto assieme.Non servono corde vocali speciali,è sufficiente la buona volontà el’amore per la musica, il resto nascein gruppo.l’avventura del coro Giovani VociBassano ha inizio a san vito nel1990, quando don Beniamino, alloraparroco, chiese a cinzia di costitui-re un coro giovanile per animare lecelebrazioni della parrocchia. da quel tempo il coro ha percorso

molta strada, coinvolgendo nume-rosi ragazzi bassanesi e non, affron-tando nuove sfide musicali evivendo esperienze sempre piùricche e dinamiche. da Giovani Voci S. Vito, nel 2011ha assunto il nome di GiovaniVoci Bassano, vedendo così rico-nosciuto il valore di affermatocoro giovanile cittadino. pur ampliando i suoi orizzonti, laformazione rimane legata al luogodi nascita, continuando a provarenella sede presso il patronato disan vito, animando alcune cele-brazioni e organizzando concertinegli stessi ambienti.le Giovani Voci Bassano, iscritteall’ASAC (Associazione per lo sviluppo delle attività corali inVeneto), promuovono diversi tipidi esperienza corale: dalla parteci-

pazione a rassegne musicali, alloscambio culturale con formazionidi altre città italiane o di paesieuropei, dall’allestimento di un’ope-ra lirica al canto coreografato, aimeeting di cori giovanili con labo-ratori di approfondimento.ognuna di esse è occasione di crescita musicale e personale.lo stesso repertorio è molto vario:la musica sacra viene riscoperta informe antiche e moderne, c’è spaziopoi per la musica popolare, per iljazz, i canti gospel e spiritual, lecolonne sonore di noti cartoni ani-mati e film, come per le composi-zioni d’autore e, quand’è periodo,i canti natalizi.la preparazione del coro è affidataa esperti, ma molto importanterimane l’accompagnamento deigenitori, che forniscono un valido

testo di ilaria sanna

Fotografie: Gianpietro Menon

DE musIca

In questa paginail coro Giovani Voci Bassano e la

sua direttrice cinzia zanon.

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Dalla partecipazione a rassegne musicali allo scambio culturale con gruppi di altre città

italiane o di paesi europei, dall’allestimento di un’opera lirica al canto coreografato, fino

ai meeting di cori giovanili con laboratori di approfondimento...

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DE musIca

Sopra, da sinistra verso destraalcune delle attività del coro svolte lo scorso autunno e i prossimiappuntamenti programmati per febbraio nella chiesa degli scalabrini.

supporto nell’organizzazione deglieventi e sono i primi e semprepresenti sostenitori dei cantori.pur assistendo a ogni concerto,ancora non si sono stancati diascoltarli e riempirli di complimentiche ripagano le ore di prove emotivano il loro percorso. la direzione del coro è affidatasin dalla sua costituzione a cinziazanon. a turno i ragazzi seguonodelle lezioni di preparazione vocalecon anna Bordignon, mentre dapoco due giovani, alberto cenci eGiulia Malvezzi, li fanno scatenarein coreografie e spazializzazioniche arricchiscono il canto.tra le esperienze di maggior suc-cesso, ricordiamo la partecipazionenel 2011 all’allestimento dell’operadi pierangelo valtinoni La reginadelle nevi, prima nazionale andatain scena al teatro comunale divicenza il 30 aprile.inoltre da ben nove anni l’associa-zione organizza, in collaborazionecon l’assessorato allo spettacolo, larassegna “caNticoro - Musicacorale a Bassano” nei mesi diottobre e novembre. la manifestazione accoglie ognianno alcune formazioni corali italiane e importanti ospiti interna-zionali, proponendosi come occa-sione di ascolto di musica di qua-lità per tutti gli appassionati. i concerti proposti spaziano surepertori vari, andando così incontroa sensibilità differenti e sottolinean-do la poliedricità del canto corale.due gli ospiti di grande rilievonell’ultima edizione. il primo concerto ha visto prota-gonista il coro delle AustralianGirls Choir, formazione australianache ha entusiasmato il pubblico concoreografie e canti coinvolgenti.la rassegna si è poi conclusa il 17novembre con l’esibizione di Juanparadell solè, organista titolaredella cappella pontificia sistina,che suona regolarmente alle cele-brazioni liturgiche del papa.

Questo musicista “unico al mondo”ha accompagnato i canti delleGiovani Voci Bassano e ha emo-zionato il pubblico con dei braniper organo dell’ottocento, facendorisaltare il valore e la grande dutti-lità dell’organo.tra i prossimi appuntamenti vi è lapartecipazione, anche in qualità diorganizzatore e collaboratore, al4° Meeting nazionale per cori gio-vanili che si svolgerà a Bassano ilprossimo febbraio; una trasferta inmaggio a torino, dove i ragazzisaranno ospiti del coro VociInNote,formazione giovanile torinese che negli ultimi anni ha ricevutodiversi riconoscimenti a livello

nazionale ed europeo, ospite diCanticoro’12. ai ragazzi interessati il coro propone:- per i bambini dai 6 agli 8 anniun corso di propedeutica musicale,un approccio ludico per imparare inallegria le basi della musica e muo-vere i primi passi nel canto corale.- per i ragazzi dai 9 ai 20 anni, lapartecipazione al coro con due provesettimanali in patronato a san vito,il mercoledì dalle 18.30 alle 19.30e il sabato dalle 14.15 alle 15.15.e gli adulti? l’invito arriva incoro: “vi aspettiamo ai concerti!”.

GIOVaNI VOcI BassaNO

Via San Giovanni Bosco36061 Bassano del Grappa (VI)www.corogiovanivocibassano.it

Direttore Artistico: Cinzia Zanon

Informazioni

Tel. 335 [email protected]

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VIsITa aLLa cITTa’

© copyright by editrice artistica BassanoVietata la riproduzione di testi, piante e disegni

1) cHIEsETTa DELL’aNGELO progettata dall’architettozaccaria Bricito risale al 1655. la pianta è ovale. Felicementerestaurata, è sede di mostre e concerti.1) LITTLE cHuRcH OF THE aNGEL project by architectzaccaria Bricito in 1655. it was built in an oval shape. recentlyrestored, it is now open for concerts and exhibitions.

2) GlaRDINI PaROLINI l’orto botanico, realizzato dal natura-lista alberto parolini, risale al secolo XiX. ricco di specie rare èora parco pubblico e ospita manifestazioni.2) PaROLINI GaRDENs the botanic garden was created in thelast century by naturalist alberto parolini. it contains rare species.donated to the city, it was trasformed into a public park. it hostsopen air exhibitions and shows.

3) muNIcIPIO e’ sede del comune. la loggia presenta glistemmi dei primi 120 podestà. l’affresco con San Cristoforo è del’500. singolare il grande orologio con i segni zodiacali. 3) TOWN-HaLL in the loggia are the fescoe of the coat of armsof the first 120 mayors. afrescoe of S. Christopher dates back to’500. a singular wall clock shows the zodiac signs, the buildingholds the city offices.

4) musEO ospita una pinacoteca di notevole valore con tele deidal ponte, gessi e sculture di canova e incisioni di dürer.pregevole la sezione archeologica. annessa è la Biblioteca civica.4) musEum it hosts a painting collection of great value byartists such as the da ponte, chalks and sculptures by canova andengravings by durer. the archeologic section is of great value.the annex museum contains the civic library.

5) PaLazzO aGOsTINELLI ospita mostre e rassegne artisti-che. sulla facciata, in una nicchia, un affresco di Madonna conBambino della seconda metà del ’400.5) aGOsTINELLI PaLacE it belongs to the city and hosts artshows and exbits. on its front wall can be seen a niche with a ’400frescoe of Madonna and Child.

6) PaLazzO BONaGuRO del ’500, è stato rimaneggiato nelsecolo successivo. ospita mostre e rassegne d’artigianato. il pian-terreno è completamente affrescato.6) BONaGuRO PaLacE Built in ’500, it was remodeled in thefollowing century. it is a comunal show-place for artifacts exhi-bitions. the ground floor is totally frescoed.

7) PaLazzO PRETORIO risale alla seconda metà del ’200 edal 1315 è stato residenza del podestà. la scala esterna è del 1552.7) PREaTORIaN PaLacE Built in the second half of ’200, itwas elected residence ot the Mayor since 1315 and was later tur-ned into the seat of the comunal council. the outside stairwaywas built in 1552.

8) PaLazzO sTuRm costruito nel ’700, ospita il Museo dellaceramica. all’interno affreschi di G. anselmi, databili al 1785, etempere di G. zompini.8) sTuRm PaLacE Built in 1700, the palace now hosts animportant ceramics Museum. inside are frescoes by G. anselmo,dated 1785, and temperas by G. zompini.

9) PaRcO RaGazzl DEL ’99 inaugurato nel 1973. al centrodel parco sorge il monumento ai ragazzi del ’99.9) PaRK OF THE BOYs OF ’99 inaugurated in 1973. in itscenter rises the monument dedicated to the Boys of ’99.

10) PIazzOTTO mONTEVEccHIO la piazza maggioredella città nel ’200 e nel ’300. sulla facciata del Monte di pietà èinfisso il primo stemma di Bassano con la torre e i leoni rampanti.10) mONTEVEccHIO sQuaRE it was the main square in’200 and ’300. on the facade of the “Monte di pietà” can be seenthe first Bassano coat of arms with the tower and two lions.

11) PONTE DEGLI aLPlNI È il monumento più famoso diBassano. risale al Xii secolo. la forma attuale è del palladio(1570). distrutto più volte dal fiume in piena e da eventi bellici fusempre ricostruito nella forma originaria.11) aLPINI BRIDGE the most famous monument in Bassano.Built in the 12th century. its actual shape is by palladio (1570).destroyed at various times by floods and war actions, it hasalways been rebuilt in its precise original form.

12) PORTa DELLE GRazIE risale al 1300. Fu risistemata nel1560 dal bassanese zamberlan. a fianco si trova la chiesetta delleGrazie (fine ’400) con pregevoli affreschi.12) GaTE OF THE GRacEs Built in 1300. it was later adju-sted in 1560 by zamberlan of Bassano. once through the Gate, onthe left, can be seen the small Grace church (end ’400) with pre-cious frescoes.

13) PORTa DIEDa venne inserita nella torre del castello deiBerri (del ’300) nel 1541. Belli gli affreschi sul lato sud.13) DlEDa GaTE the gate was opened into the tower of Berricastle (built in ’300) in 1541.

14) saN DONaTO Fondata nel 1208 da ezzelino il Monaco.ospita una pala di Francesco dal ponte il vecchio.14) saN DONaTO cHuRcH Founded in 1208 by ezzelino theMonk. it contains a pala by Francesco dal ponte the elder.

15) saN FRaNcEscO costruita tra la fine del 1200 e gli inizidel 1300. interno a una navata. il protiro (1306) protegge il portalee l’affresco della Madonna e Bambino di luca Martinelli.15) cHuRcH OF saN FRaNcEscO Built at the end of 1200and early 1300. it is shaped with a single aisle. the entrance porch(1306) protects the portal and a frescoe of Madonna and Child byluca Martinelli.

16) saN GIOVaNNI di origine trecentesca, venne trasformata(1747-1785) dall’architetto Giovanni Miazzi. dipinti di Maggiotto,scajaro e vanzo Mercante. sculture di orazio Marinali.16) cHuRcH OF saINT JOHN its oridns date back to 1300. itwas restructured from 1747 to 1785 by architect Giovanni Miazzi.inside can be seen paintlngs by Maggiotto, scajaro and vanzoMercante. sculptures by 0. Marinali.

17) s. maRIa IN cOLLE l’antica pieve risale a prima del1000. attorno a essa sorse il primo nucleo della città. all’internodue pale di leandro dal ponte e un interessante crocifisso ligneo.17) cHuRcH s. maRIa IN cOLLE the ancient sanctuarywas erected before 1000. around it was built the first nucleous ofthe town of Bassano. in its interior can be seen two paintings byleandro dal ponte and a wooden crucifix of great interest.

18) TEaTRO asTRa l’ex teatro sociale, neoclassico, progetta-to nel 1802 dall’architetto Bauto, è stato trasformato nel 1949 insala cinematografica e teatrale.18) asTRa THEaTRE ex social theatre project of 1802 byarchitect Bauto, it was transformed in 1949 into a theatre and hall.

19) TEmPIO OssaRIO raccoglie le spoglie di oltre 5400 cadutinella prima Guerra Mondiale. cominciato nel 1908 come nuovacattedrale, fu trasformato in tempio ossario nel 1934.19) OssaRIO TEmPLE Holds the spoils of over 5400 soldiersfallen during First World War. erection was begun in 1908 as a newcathedral for the town. it was transformed into a burial temple in 1934.

20) TORRE cIVIca eretta tra il ’200 e il ’300 durante il domi-nio padovano è alta 43 metri. la merlatura e le finestre ad arcoacuto sono state aggiunte nel 1823 dall’architetto Gaidon.20) cIVIc TOWER Built between ’200 and ’300 under thedominion of padua. 43 metres tall, the battlement and sharp anglewindows were added in 1823 by architect Gaidon.

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VIsITa aLLa cITTa’

PRINcIPaLI PaRcHEGGI a servizio del centro storico

1 prato s. caterina 350 posti l2 sant’anna 170 posti l3 viale dei Martiri 30 posti pr4 terraglio 53 posti pr5 cimberle Ferrari 112 posti pa6 piazzale trento 32 posti pr7 “le piazze” 200 posti pa8 largo parolini 108 posti pr9 via villaraspa 105 posti l10 cadorna 269 posti pa11 viale de Gasperi 98 posti pr12 via colomba 30 posti pr13 Gerosa (bus navetta) 317 posti l14 Mercato 50 posti l15 via Marco sasso 40 posti pa16 via ss. trinità 50 posti l 17 scuola Bellavitis 30 posti l18 cimitero angarano 122 posti l19 via volpato 70 posti l

L = libero

Pa = a pagamento

Pr = parcometro

I musEI DI BassaNO

musEO cIVIcOe’ uno dei più antichi del veneto:sorto nel 1828 in seguito al legato delnaturalista Giambattista Brocchi, ècostituito come insieme di Museo,Biblioteca e Archivio e trovò nel1840 la sua sede attuale nell’ex con-vento della chiesa di san Francesco.tel. 0424 522235 - 0424 523336e-mail: [email protected]

musEO DELLa cERamIca musEO REmONDINIPalazzo sturmil Museo della Ceramica offre aivisitatori una vasta raccolta dimaioliche, porcellane e terraglie,composta da 1200 pezzi.il nuovo Museo Remondini ospital’importantissima collezione di stam-pe antiche e popolari ereditate dallafamiglia di stampatori bassanesi.tel. e fax 0424 524933

sEzIONE NaTuRaLIsTIcaDEL musEO - Palazzo Bonagurodal 2006 palazzo Bonaguro ospital’esposizione zoologica permanenteMondo animale. Conoscerlo perproteggerlo.Fax 0424 524933

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INDIRIzzI uTILI

in collaborazione con Ufficio Relazioni con il Pubblico

comune di Bassano del Grappavia Matteotti, 35 - tel. 0424 519555

PRONTO INTERVENTO

sOccORsO Dl EmERGENza 113

PRONTO sOccORsO 118

GuaRDIa mEDIca 0424 888814

cROcE ROssa 0424 529302

caRaBINIERIpronto intervento 112comando compagnia 0424 527600

cORPO FOREsTaLEpronto intervento 1515via trentino, 9 0424 504358

GuaRDIa DI FINaNzavia Maello, 15 0424 34555

POLIzIa DI sTaTOv.le pecori Giraldi, 56 0424 507911

POLIzIa LOcaLEvia J. vittorelli, 30 0424 519404

POLIzIa sTRaDaLEvia ca’ rezzonico, 14 0424 216611

VIGILI DEL FuOcO 115via ca’ Baroncello 0424 228270

sERVIzI PuBBLIcI

aGENzIa DEL TERRITORIO via M. ricci, 8 - p. t. 0444 650973

aGENzIa DELLE ENTRaTEvia M. ricci, 8 - 1° p. 0424 210611

aRcHIVIO Dl sTaTOvia Beata Giovanna, 58 0424 524890

camERa Dl cOmmERcIOlargo parolini, 7 0424 220443

cENTRI PER L’ImPIEGOlargo parolini, 82 0424 529581

I.a.T. Informazioni e accoglienzaTuristica (Provincia di Vicenza)largo corona d’ltalia 0424 524351

I.N.a.I.L.via o. Marinali, 79 0424 217411

I.N.P.s.via c. colombo, 70/94 0424 887411

muNIcIPIOvia Matteotti, 35 0424 519110

u.R.P.via Matteotti, 35 0424 519555

INFORmacITTa’piazzale trento 9/a 0424 519165

POsTE E TELEcOmuNIcazIONIv.le Xl Febbraio, 2 0424 213230via angarano, 149 0424 503926via Marchesane, 114 0424 500485via passalacqua, 8 0424 513112

PRO BassaNOvia Matteotti, 43 0424 227580

PROVINcIa DI VIcENza via scalabrini, 84 0424 525827

sPORTELLO ImmIGRaTI via verci, 33 0424 526437

TRIBuNaLEvia o. Marinali, 32 0424 528409

aRTE E cuLTuRa

musEO cIVIcO - BIBLIOTEcapiazza Garibaldi, 34 0424 519901

musEO cERamIca - REmONDINIpalazzo sturm 0424 519940

cHIEsETTa DELL’aNGELO via roma, 80 0424 227303

PaLazzO aGOsTINELLIvia Barbieri 0424 519945

PaLazzO BONaGuROvia angarano 0424 502923

INcONTRI scRImIN GaLLERIavia vendramini, 46/a 0424 227799

musEO DEGLI aLPINIvia angarano, 2 0424 503662

musEO DEI caPPuccINIvia san sebastiano, 42 0424 523814

RaccOLTa REmONDINI TassOTTIvia Ferracina, 16/18 0424 523013

musEO DELL’auTOmOBILE “L. BONFaNTI VImaR” romano d’ezzelino 0424 513746

musEO GIaNNI VIsENTINcarpanè di san Nazario 338 5326186

FaRmacIE

aGOsTINELLI 22/12p.tto Montevecchio, 6 0424 522101aLLE DuE cOLONNE 02/02via roma, 11 0424 522412aLLE GRazIE 05/01via passalacqua, 10/a 0424 35435caRPENEDO 26/01piazza Garibaldi, 13 0424 522325cOmuNaLE 09/02via ca’ dolfin, 50 0424 527811cOmuNaLE 29/12via ca’ Baroncello, 60 0424 34882DaLL’OGLIO 19/01piazza libertà, 40 0424 522223PIzzI 23/02via J. da ponte, 76 0424 523669POzzI 16/02via scalabrini, 102 0424 503649scaRONI 12/01via vicenza, 85 0424 502102

QuOTIDIaNI

IL GazzETTlNO 0424 523602via J. da ponte, 50

IL GIORNaLE Dl VIcENzalargo corona d’ltalia, 3 0424 528711

az. saNITaRIa uLss n. 3

OsPEDaLE Dl BassaNOvia dei lotti, 40 0424 888111EmERGENzE autolettighe 118GuaRDIa mEDIca 0424 888814u.R.P. 0424 888556/7cONsuLTORIO FamILIaREvia Mons. Negrin 0424 885191ass. sOccORRITORI 0424 525760

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la FortuNa di diaBoliK“re del terrore”

Nel 2012 ha festeggiato cinquant’anni di successi

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REmONDINIa

testo di isabella Minchioiconografia: al vecchio libro

il primo “storico” numero diDiabolik (1 novembre 1962): una

copia originale, se ben conservata,può valere fino a duemila euro.

lo scorso novembre il MuseoNazionale della Scienza di Milano

ha ospitato la mostra Cinquant’anni vissuti diabolikamente, giusto tributo

all’importante iniziativa editoriale.Info e curiosità: www.diabolik.it

lontano anni luce da corto Maltese,l’eroe avventuriero del quale abbia-mo parlato nel numero precedente,Diabolik è un ladro-assassino chenon conosce scrupoli e che agiscesempre con determinata freddezza.Nato nel 1962 dalla fantasia dellafumettista Angela Giussani (1922-1987), moglie dell’editore sansonied editrice a sua volta, Diabolik siaccompagna alla bella Eva Kant, suapartner e complice in mille imprese.ispirata al personaggio letterario diFantomas (dei romanzieri Marcelallain e pierre souvestre), la figuradi Diabolik venne messa a fuocodopo un’accurata analisi di mercato,

Creatura delle sorelle Giussani, tiene ancora oggi con il fiato sospeso lettori di ogni età...

volta a individuare un “prodottotascabile” a metà strada fra il rac-conto giallo e il genere comics. sitrattò senza dubbio di un’operazionefortunata: la pubblicazione incontròinfatti il favore dei lettori e angela,che nel frattempo aveva costituitouna propria casa editrice (l’Astorina),chiamò la sorella Luciana ad affian-carla nell’attività. un successo che, a cinquant’annidall’uscita del primo numero, “il redel terrore” continua a ottenere.Non a caso le avventure di Diabolikvengono pubblicate ancora oggi ecostituiscono un classico, tutto ita-liano, di questo particolare genere.

dopo la scomparsa di angela (nel1987), luciana assunse la direzionedella casa editrice per affidarlainfine (nel 1999) a Mario Gomboli,storico collaboratore dell’Astorina.Questi, rispettando la filosofia cheda sempre aveva caratterizzato lescelte editoriali e narrative delle duesorelle, ne prosegue tuttora l’operaanche attraverso proposte innovativee il coinvolgimento di vari autori.

Eva Kant, partner e complice diDiabolik, lo affianca in mille imprese

già dal lontano terzo numero.A destra

la Jaguar e-type (prodotta dal 1961 al1975), mitica vettura dei due criminali.

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OsPITaLITa’

a Bassano e dintorni

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Conversando a tavola con il prof.

aNTONIO F. cELOTTO

A tavola: un grappolo d’uvaNella tavola della cucina nella miafanciullezza non v’erano bottiglie dispumante, il primo giorno dell’anno,ma un cesto pieno d’uva. ogni com-ponente della famiglia ne prendeva ungrappolo che mangiava con religiosorispetto. l’aver conservato dell’uvafino a quel giorno era segno che sipoteva guardare con fiducia alle pro-spettive economiche dell’anno cheiniziava. a mezzanotte scoccavano idodici rintocchi. a ogni rintocco, unchicco, colto dal turgido grappolod’uva e portato alla bocca, segnava lafine di un anno e l’inizio di un altro.correva il detto: Chi magna l’ua alprimo de l’ano, ga schei tuto l’ano.

17 gennaio: Sant’Antonio abatein questa data il lunario segna la festadi sant’antonio abate, battezzato dalpopolo come Sant’Antonio del porseo,perché l’iconografia lo presentavacircondato dagli animali della fattoria,fra i quali non manca mai, in bellamostra, un maialino. Nelle stalle delpassato era presente l’immagine disant’antonio abate e di san Bovo.Numerose le credenze sulle guari-gioni attribuite a sant’antonio abate,come la peste all’Erpes Zoster (dettovolgarmente fuoco di sant’antonio),dermatite di origine virale, caratte-rizzata dalla formazione di gruppilocalizzati di vescicole sulla cute osulle mucose. una statua di sant’antonio abateorna la facciata della parrocchiale divalstagna. Nella mano destra la sta-tua del santo porta una fiammella. Neirapporti tra sant’antonio e il fuoco sisono voluti vedere, da alcuni studiosi,elementi di affinità col mito del titanoprometeo, che avrebbe rapito il fuocoagli dei per donarlo all’uomo.

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a Bassano e dintorni

Carnevalecarnevale, in qualche posto, iniziaall’epifania: dopo i tre Re (magi), olè;in altri, dopo la candelora (2 febbraio).la conclusione, poi, è determinatadall’inizio della Quaresima, la cui datad’inizio -mercoledì delle ceneri-dipende dalla pasqua, festività chepuò cadere tra il 22 marzo (Pasquabassa) e il 25 aprile (Pasqua alta).durante il carnevale si rompevano difatto le rigide norme abitudinarie delvivere e si concedevano licenze, nelmangiare e nel divertirsi, impensabiliin altri periodi dell’anno. A carneva-le ogni scherzo vale.l’apparizione delle maschere scom-pigliava il tranquillo scorrere deigiorni, delle serate. Sensa mascare,no par gnanca carnevae. la gioia, laspensieratezza erano rappresentatespecialmente dal ballo, goduto magaridi nascosto perché giudicato diverti-mento peccaminoso. infatti il prete,durante il tempo pasquale, non impar-tiva la benedizione a quelle case pri-vate e a quei locali pubblici dove siballava. il clou del carnevale oscillavae oscilla fra il giovedì grasso e il mar-tedì grasso: pensa e torna a ripensa-re che de marti finisce el carnevae.il carnevale offriva e offre le sue lec-cornie: i grostoli (crostoli), le fritoe(frittelle) a base, quest’ultime, di uova,farina bianca, un po’ di zucchero, unpizzico di sale, latte e uva passita.Questo tipo di fritoe costituisconol’elemento base per tutti gli altri tipi,completate con erba o fiori che dannoun carattere diverso di volta in volta:fritoe co la maresina / fritoe coi fioride suca / fritoe coi fiori de cassia / fri-toe coi fiori de sambuco / fritoe co’ lesento foje / fritoe co’ la suca marina.

i testi qui proposti sono tratti dal volumeA tavola nei Dì di festa, ultimo brillantelavoro di antonio F. celotto realizzato incollaborazione con il Gruppo RistoratoriBassanesi (in libreria a € 16,00).

RIsTORazIONE

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