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1 BANDO: PROTAGONISMO CULTURALE DEI CITTADINI Università degli Studi di Milano Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Dipartimento di Scienze biomediche Dipartimento di Scienze della Salute COSP – Centro di Servizio di Ateneo per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni Teatro del Buratto – Teatro Verdi Con il supporto esterno di: Biomedical Humanities Unit del Dipartimento di Oncologia Sperimentale Istituto Europeo di Oncologia Compagnia Arione De Falco Andiamo a recitare! Sport e teatro: il problema dell’obesità giovanile e della sedentarietà Partner Università degli Studi di Milano Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali (Prof.ssa Maddalena MazzocutMis) Dipartimento di Scienze biomediche (Prof. Antonio La Torre) Dipartimento di Scienze della Salute (Prof. Giovanni Boniolo) COSP – Centro di Servizio di Ateneo per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni Teatro del Buratto – Teatro Verdi Partner aggregati e fornitori Biomedical Humanities Unit – Dipartimento di Oncologia Sperimentale Istituto Europeo di Oncologia (Direttore Prof. Giovanni Boniolo) Compagnia Arione De Falco Enti coinvolti: luoghi della cultura Teatro Verdi Scuole secondarie di primo e secondo grado, centri sportivi, centri di aggregazione della zona 9 di Milano, (si allega elenco) Segnali – Festival del Teatro Ragazzi

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BANDO: PROTAGONISMO CULTURALE DEI CITTADINI

Università degli Studi di MilanoDipartimento di Beni Culturali e Ambientali

Dipartimento di Scienze biomedicheDipartimento di Scienze della Salute

COSP – Centro di Servizio di Ateneo per l’Orientamento allo Studio e alle ProfessioniTeatro del Buratto – Teatro Verdi

Con il supporto esterno di:Biomedical Humanities Unit

del Dipartimento di Oncologia Sperimentale ­ Istituto Europeo di OncologiaCompagnia Arione De Falco

Andiamo a recitare!Sport e teatro: il problema dell’obesità giovanile e della sedentarietà

Partner Università degli Studi di Milano Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali (Prof.ssa Maddalena Mazzocut­Mis) Dipartimento di Scienze biomediche (Prof. Antonio La Torre) Dipartimento di Scienze della Salute (Prof. Giovanni Boniolo) COSP – Centro di Servizio di Ateneo per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni Teatro del Buratto – Teatro Verdi

Partner aggregati e fornitori Biomedical Humanities Unit – Dipartimento di Oncologia Sperimentale ­ Istituto

Europeo di Oncologia (Direttore Prof. Giovanni Boniolo) Compagnia Arione De Falco

Enti coinvolti: luoghi della cultura Teatro Verdi Scuole secondarie di primo e secondo grado, centri sportivi, centri di aggregazione della

zona 9 di Milano, (si allega elenco) Segnali – Festival del Teatro Ragazzi

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CONTESTO PROGETTUALE

Contesto culturale: il teatro racconta lo sportIl progetto si propone di ripensare tale relazione a partire dai numerosi tentativi riusciti che il teatro ha messo in atto per raccontare lo sport (si ricordi, tra l’altro, che Brecht infonde la propria passione per il pugilato in Nella giungla della città e Artaud definiva l’attore come l’atleta del cuore). Emblematiche alcune rappresentazioni che hanno interessato la scena teatrale italiana: Maratona di New York (1993) di Edoardo Erba, in cui «il teatro è ‘dentro’ l’esperienza dello sport», e la parola, la sua genesi, s’indaga in relazione allo sforzo fisico. Oppure si pensi agli spettacoli che ricreano l’esperienza di partite di calcio: Italia­Germania 4 a 3 (1987) di Umberto Marino, in cui sono in scena alcuni amici che si ritrovano per seguire il ‘match infinito’ dei mondiali del ’70, e Italia­Brasile 3­2 (2002) di Davide Enia, che, a partire dalla forma del cunto, racconta le gesta ‘mitologiche’ di quei calciatori che, conquistando il campionato del mondo nel 1982, diventarono veri e propri eroi popolari. Inoltre si pensi a rassegne quali Teatri dello Sport, dedicate a spettacoli che mettono in scena il connubio fra teatro e sport, la cui prima edizione, organizzata dall’allora direttore di Teatri 90, Antonio Calbi, si tenne nel 2002 al Piccolo Teatro di Milano. Un esempio significativo che prese vita in quel contesto fu la riduzione teatrale, per la regia di Valerio Binasco, de Il dio di Roserio di Testori. Non ultimo Volo nove zero tre. Emil Zátopek: il viaggio di un atleta scritto da Maddalena Mazzocut­Mis (che lavora presso il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, capofila del progetto) e rappresentato al Piccolo Teatro studio­Melato nella stagione 2013­2014 (con il patrocinio del CONI LOMBARDIA e Università degli Studi di Milano). Si ricorda inoltre lo spettacolo (S)legati, dedicato allo sport in montagna, prodotto dalla compagnia Atir. Non pochi sono gli spettacoli sul tema dell’alimentazione, bulimia, ecc. e si riporta solo un recente spettacolo milanese messo in scena dalla Compagnia Elena Guerrini e Associazione Culturale Creature Creative, dal titolo significativo: Bella tutta. I miei grassi giorni felici. Tuttavia il tentativo di mettere in scena la relazione teatro­sport­obesità risulta del tutto inedita e decisamente significativa da più punti di vista (che si analizzeranno in seguito).Continuando l’analisi del rapporto teatro­sport, esso trova motivi di avvicinamento anche in direzione, per così dire, opposta: nel modo in cui le grandi manifestazioni sportive tendono sempre più a presentarsi al loro pubblico attraverso cornici teatrali; valga su tutti l’esempio della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2012, e, in modo ancor più significativo, la maratona dedicata a Shakespeare, World Shakespeare Festival, pensata appunto in occasione degli ultimi giochi. Per non parlare dei futuri campionati del mondo di calcio.Vi è, inoltre, da considerare che attraverso il mezzo teatrale si riesce a convogliare anche a un vasto pubblico giovanile come lo sport sia veicolo di insegnamento della funzione sociale e civica delle regole e del loro rispetto. Questo momento estremamente importante nella formazione del giovane può diventare l’oggetto di rappresentazioni teatrali che si focalizzano, spettacolarizzandole e quindi rendendole più fruibili e appetibili, su come gli atleti debbano prima imparare e poi seguire quelle regole che caratterizzano il loro sport, su come allenatori debbano insegnargliele e su come gli arbitri debbano farle rispettare. Insomma, lo sport quale luogo di regole che la rappresentazione

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teatrale può trasformare in modello di comportamento civico. Inoltre, non trascurabile, la via teatrale può rendere conto dell’importanza della meritocrazia che vige nel mondo dello sport dove il più forte fisicamente, tecnicamente, psicologicamente dovrebbe vincere rispettando quelle regole che anche chi perde ha accettato e che nel perdere non si sente un frustrato ma solo uno che ha partecipato a una competizione dove vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia.

Pregresso: che cosa abbiamo già fattoIl Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali in collaborazione con il Cosp e con il Dipartimento di Scienze biomediche ha già messo in atto una strategia di rapporto tra teatro e sport con una lezione spettacolo, aperta alle scuole ed elaborata in sede universitaria, in occasione della prima di Volo nove zero tre. Emil Zátopek: il viaggio di un atleta (Piccolo teatro studio­Melato, 14­17 aprile 2014).Giovanni Boniolo, del Dipartimento di Scienze della Salute, già si è occupato di sport all’interno del suo libro Le regole e il sudore. Divagazioni su sport e filosofia, edito nel 2013 da Raffaello Cortina Editore. Vi è, inoltre, da sottolineare che all’interno del programma di dottorato in “Foundations of the life sciences and their ethical consequences”, realizzato dalla Scuola Europea di Medicina Molecolare di Milano, in cooperazione con il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Milano, una delle ultime ricerche, dirette da Giovanni Boniolo, aveva come tema proprio “Private choices, public issues. The ethics of health policy in the face of diet related diseases”, ossia quanto le scelte legate alla condotta di vita, specialmente riguardanti il cibo, abbiano dei rilevanti aspetti etico­sociali.Il Teatro del Buratto, fin dalla sua nascita (1975) è sempre stato profondamente radicato nella zona 9 di Milano e attento alle problematiche dei ragazzi.

All'attività di produzione, il Teatro affianca un'intensa attività di ospitalità che si svolge per il settore Ragazzi su più sale, sia a Milano, al Teatro del Buratto al Pime, che in Provincia. Gestisce il Teatro Verdi (sala storica della Compagnia) dove propone una stagione per il pubblico di giovani e adulti. Il Teatro Verdi è tra le sale teatrali che operano in convenzione con il Comune di Milano. Organizza corsi di scrittura creativa, laboratori nelle scuole e gestisce corsi e attività di formazione. Il Teatro del Buratto ha rapporti con altri Enti sul territorio per l'ideazione di manifestazioni e progetti integrati di produzione e ospitalità. Il Teatro Verdi è quindi, sin dalla sua fondazione, rivolto ai ragazzi e profondamente radicato nel territorio della zona 9 di Milano, dove ha contatti con le principali associazioni e con le scuole del quartiere.

La Compagnia Arione de Falco, partner del progetto, è composta da attori, scrittori e operatori che operano da anni con i ragazzi e con il metodo dell’improvvisazione. Alcuni membri della compagnia lavorano e hanno lavorato in televisione in trasmissioni per ragazzi, sono improvvisatori professionisti e tengono corsi di improvvisazione teatrale e di teatro comico, fanno parte di un progetto dedicato alla scrittura collettiva dei testi teatrali.Responsabile per la compagnia Arione de Falco in questo progetto è Dario de Falco, che è diplomato come attore alla ‘Nico Pepe’ di Udine nel 2004 e si è laureato in filosofia nel 2013, con indirizzo teoretico­estetico, con una tesi dal titolo “Il concetto di Gioco nell'opera di J.Huizinga, R.Caillois, P.L.Harris”. La collaborazione tra l’Università e la Compagnia è già da tempo avviata e

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nel 2014 De Falco ha tenuto un laboratorio presso l'Università degli Studi di Milano incentrato sulle relazioni che intercorrono tra teatro e gioco. De Falco è inoltre formatore teatrale e tiene corsi dedicati soprattutto agli adolescenti, anche stranieri (associazione Culturale Choròs ­ Centro Territoriale Permanente Gabelli di Torino, Teatro Litta Fondazione per le Arti di Milano, Teatro Manzoni di Monza, A.CU.TO a Parigi). Come drammaturgo e regista, scrive e dirige “Pelle D'Oca”, proposto al Festival Maggio All'Infanzia 2013. La partecipazione al festival procura alla compagnia Arione de Falco un inserimento tra alcune delle più importanti stagioni di teatro ragazzi italiane e svizzere, tra cui: Teatro Kismet di Bari, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Litta, Mendrisio (Ch), Lugano (Maggiolino – rassegna internazionale di teatro per l'infanzia), Lugano (Frontlake festival), Amat – circuito teatrale delle Marche, Teatro Bismantova. Come attore Dario de Falco lavora principalmente nel teatro per le nuove generazioni con: Teatro delle Briciole – Teatro stabile d'Innovazione di Parma, Cà Luogo d'Arte, Teatro del Buratto – Teatro stabile d'Innovazione. Con ognuna di queste compagnie ha partecipato, in veste d'attore, a diverse rassegne di teatro per ragazzi. La declinazione attraverso un problema specifico: l’obesità Il progetto si fonda sulla concreta individuazione del seguente problema: la diffusione dell’obesità tra i giovani (12­19 anni), in particolare nelle realtà periferiche e disagiate. Noi proponenti, abbiamo quindi pensato di presentare un piano di lavoro per il bando Cariplo “Protagonismo culturale dei cittadini” che potesse proporre un percorso in grado di produrre importanti risultati nel miglioramento del problema circoscritto dalla nostra analisi, attraverso la diffusione della cultura dello sport in un ambito solo apparentemente molto lontano da essa: il teatro. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità colpisce un numero sempre maggiore di giovani e adolescenti, soprattutto in Italia, che nel 2011 ha superato gli Stati Uniti in numero percentuale di giovani affetti da obesità o sovrappeso (http://www.who.int/nmh/ncd­tools/indicator13/en/). Il progetto, dunque, si basa sulle statistiche fornite dall’OMS e si inserisce nelle strategie di risoluzione del problema dell’obesità giovanile proposte dall’Organizzazione stessa.

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Dati presi dal progetto finanziato dalla Commissione Europea IDEFICS (Identification and prevention of Dietary­ and lifestyle­induced health EFfects In Children and infantS)

Prevalenza di obesità in terzili per Regione, uomini e donne 35-74 anni. Progetto Minisal-Gircsi – Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey 2008-2012. Obesità:

indice di massa corporea ≥ 30 kg/m2

Prevalenza di inattività fisica in terzili per regione, uomini e donne 35­74 anni. Progetto Minisal­Gircsi – Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey 2008­2012.

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Attività fisica e abitudini sedentarie nei bambini di 8­9 anni, Italia 2008­2012. Fonte: Rapporti Istisan OKkio alla Salute 2008­2012.

LA ZONA 9: COMPLESSITA’ STORICA, SOCIALE E CULTURALE

A partire dagli anni Settanta i quartieri che attualmente compongono la Zona 9 assistono, come condizione che interessa il resto della città e dell’Italia, al progressivo disimpegno dell’industria dalle aree urbane. Con la crisi e la deindustrializzazione dell’ultimo ventennio del Novecento le grandi industrie interrompono la produzione o la trasferiscono altrove: Breda, Falck, Pirelli, ma anche Santagostino, Manifattura Tabacchi, solo per citarne alcune, dismettono gli stabilimenti milanesi, spesso creando zone di degrado urbano.Dagli anni ‘80 si progettano e realizzano interventi di sviluppo urbanistico delle aree industriali dismesse: i luoghi del lavoro si trasformano in luoghi di consumo, di cultura, di spettacolo. Le periferie industriali si trasformano in nuove centralità urbane, chiave della modernizzazione della città. Entro tale processo di riconversione funzionale, la Zona 9, rispetto alle altre zone di Milano, pare attraversare per prima la profonda trasformazione che interesserà, più ampiamente, il resto dell’area metropolitana.La geografia delle aree che attualmente compongono la Zona 9 si identificano in maniera evidente: la Pirelli, dal lato della Bicocca, il polo chimico e, ancora, meccanico, dal lato della Bovisa; altre aree disseminate invece di una moltitudine di piccole e grandi realtà economiche (molte non ancora recensite), come una sorta di pulviscolo produttivo che animava tutta l’area. In mezzo a queste presenze, soprattutto nei territori di frangia, dove Affori e Bovisa lasciano il passo alla Bovisasca e ad altri territori meno noti, sorgono strutture spesso vuote e dismesse, alcune recuperate altre in stato di abbandono, tracce di altre vocazioni economiche del territorio: le vecchie cascine, alcune ancora in buono stato, ora spazi privati, testimonianza di un territorio che prima che industriale fu agricolo e che ritrova ancora, proprio in mezzo ai flussi della trasformazione, capacità, conoscenze e strumenti per recuperare quel passato. O, ancora, gli spazi della produzione

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industriale e manifatturiera che cedono il passo alla produzione del sapere e della cultura: le Università, Bicocca e Politecnico Bovisa, in primis, un tempo simboli del sistema industriale del Nord Milano ora luoghi di eccellenza nell’ambito della formazione e, al contempo, nuovi attivatori di trasformazione sociale e territoriale, grazie all’indotto che generano nei quartieri. Ecco allora le vecchie popolazioni di residenti che ringiovaniscono grazie alla presenza degli studenti e della popolazione straniera e la nascita di nuove attività artigianali e creative.Con una popolazione di quasi 200mila abitanti, la Zona 9 è contraddistinta da un territorio in continua evoluzione dove coesistono, in maniera talora armonica talora più stridente, il vecchio e il nuovo: il nuovo skyline del progetto Porta Nuova accanto agli edifici di tre, quattro piani della vecchia Isola ne sono il primo e immediato esempio, per il milanese che vive giorno per giorno le trasformazioni del territorio come per il turista o per il pendolare che approdano alla recentemente rinnovata Stazione Garibaldi.Come tutte le zone di Milano, esclusa la 1, Zona 9 è un ampio “triangolo” che parte dal centro per spingersi fino ai confini del municipio: in questa vasta porzione di città trovano spazio quartieri e realtà storiche, sociali e culturali più diverse. Ne fanno parte Garibaldi­Porta Nuova, quartiere praticamente nuovo e ancora in costruzione, e l’adiacente Isola, territorio della Milano popolare, un tempo, tra immigrati ed operai, ora zona in fase di trasformazione/gentrification, tra locali dello svago e dell’intrattenimento e l’artigianato creativo. Salendo verso nord si incontrano la Fontana, Fulvio Testi, grande arteria e luogo di passaggio, che porta da un lato alla Bicocca, un tempo sinonimo di Pirelli e Breda, ora di alta formazione, e dall’altro verso Pratocentenaro, area prettamente agricola fino al dopoguerra e poi completamente edificata, tanto da non conservare nessun elemento fisico in grado di ricordare all’abitante o al passante il suo passato. Spostandosi verso est si entra a Niguarda, un quartiere ancora prima che un Ospedale, un tempo Comune autonomo e piccolo centro industriale, patria dei calzifici (la Santagostino in primis) e luogo di abitazione di contadini, poi operai, e uno dei centri della storia della Cooperazione milanese e italiana. Oltrepassando il Parco Nord, anche questo un tempo area industriale (i rifugi antiaerei della Breda, al suo interno, ne sono una, spesso ignota, testimonianza) si approda a Bruzzano, quindi Affori, che conservano ancora la tipica fisionomia da antico borgo, al confine tra modernità e tradizione, tra grandi palazzi e viuzze e ville seicentesche (Villa Litta Modignani). Simboli di una trasformazione molto radicale, invece, le zone della Comasina e della Bovisasca, come Pratocentenaro pesantemente modificate o costruite ex novo negli anni del secondo dopoguerra.Ugualmente attraversata da analoghi, ma più graduali, processi di trasformazione, la Bovisa: in passato un intrico di fabbriche, grandi e piccole, di cui permangono i segni sul territorio, dai celebri gasometri, all’archeologia industriale ben recuperata e riconvertita a funzioni culturali (Politecnico, Architettura e Ingegneria), ai numerosi capannoni artigianali e industriali oggi appartamenti di pregio o sedi di nuove attività culturali e creative.Trattandosi di un territorio vasto (la seconda zona di Milano, in termini di popolazione), la voce del territorio di Zona 9 è data da una rete di soggetti attivi (pubblici e del privato sociale) ed anche già in relazione tra loro, a maggiore garanzia di un carattere continuativo e non episodico delle azioni promosse sul territorio e atto a facilitare la costruzione di un sistema capace di mettere in rete e moltiplicare la progettualità culturale diffusa.Da un punto di vista di consistenza del terzo settore, i numeri riportati dall’Albo zonale delle Associazioni confermano un tessuto piuttosto attivo e ricettivo rispetto ai bisogni e istanze culturali e sociali del territorio.

STRUTTURA DEL PROGETTO

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Novità del progettoSi vuole qui sottolineare fortemente la novità del progetto e il fatto che l’Università “esporta” un proprio prodotto articolato e altamente qualificato sul piano scientifico, teorico, realizzativo e performativo al fine di favorire la creazione di un luogo per la cultura nella zona 9 di Milano. Il progetto affronta un tema estremamente attuale e urgente, monitorato dalla stessa OMS: l’obesità. L’originalità consiste innanzitutto nella congiunzione di due ambiti apparentemente lontani tra loro: sport e teatro. Il teatro viene inteso come medium efficace per una comunicazione della cultura dello sport e per una riflessione sul problema dell’obesità giovanile. La partecipazione diretta dei cittadini (ragazzi tra i 12 e i 25 anni) è funzionale al progetto stesso. I ragazzi saranno coinvolti nella fase progettuale e realizzativa sia da un punto di vista scientifico e didattico (laboratori unimi), sia da un punto di vista performativo (scuole secondarie di primo e secondo grado). Ai ragazzi delle scuole, ai quali il progetto è rivolto, sarà richiesta una partecipazione attiva e fattuale. Interverranno sia a livello performativo (saranno attivamente coinvolti nell’improvvisazione e nella recitazione), sia nelle scelte drammaturgiche e registiche relative allo spettacolo finale.

Scopo Lo scopo del progetto è quello di favorire la formazione e la frequentazione da parte dei giovani di un luogo destinato alla cultura. Il problema dell’obesità, affrontato attraverso la relazione tra teatro e sport viene utilizzato come espediente per creare un processo partecipativo forte da parte dei giovani, per fare gruppo tra studenti delle scuole secondarie, studenti universitari, attori e operatori teatrali. Il fine è quindi quello di creare una forte inclusione sociale dei giovani della zona 9 attraverso una partecipazione culturale attiva. Il luogo individuato per svolgere il ruolo di centro della cultura nel quartiere è il Teatro Verdi.

Lo scopo principale del progetto viene perseguito attraverso tre vie, volte a favorire l’affezione dei giovani al teatro come luogo di cultura: 1. far emergere e approfondire l’importante e sottovalutata relazione tra cultura e sport, 2. educare al teatro, 3. inquadrare e aiutare a risolvere attraverso il medium del teatro il problema dell’obesità giovanile. La partecipazione diretta del pubblico – ragazzi e giovani di una fascia di età tra i 12 e i 25 anni – è scopo e mezzo del progetto. Scopo perché è a loro rivolta. Mezzo perché la loro partecipazione attiva è indispensabile alla realizzazione del progetto stesso. Se gli studenti dell’Università degli studi saranno coinvolti fattivamente in una prima fase laboratoriale (sotto la direzione di docenti esperti in nutrizione, scienze dell’alimentazione, cultura dello sport, scienze dell’allenamento, filosofia della scienza, drammaturgia ed estetica dello spettacolo, professionisti del teatro, registi e attori) che si svolgerà in seno al Teatro Verdi (l’esito di questo primo laboratorio è la definizione della strategia – corti teatrali – da promuovere nelle scuole), gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado verranno raggiunti attraverso i corti teatrali che vedranno la loro fattiva ed essenziale collaborazione performativa. Gli incontri con gli studenti si terranno sempre presso il Teatro Verdi. In un’ultima fase sia i corti sia lo spettacolo potranno essere messi in scena in una forma compiuta nelle scuole, nei centri di aggregazione e nei palazzetti dello sport della zona 9 di Milano e nella stagione del Teatro Verdi. Non solo. Gli spettacoli potranno diventare un veicolo autonomo di trasmissione

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delle competenze acquisite e della loro particolare modalità di trasmissione ed essere inseriti nelle stagioni dei teatri più importanti di Milano e d’Italia e all’interno di festival. Primo fra tutti “Segnali – vetrina del Teatro Ragazzi Lombardo”, rassegna di teatro per le nuove generazioni.Durante il progetto verrà costruita una piattaforma internet che fungerà sia da osservatorio del problema dell’obesità giovanile (forum) sia da strumento di verifica dell’andamento del lavoro sia, e soprattutto, da elemento determinante della partecipazione attiva dei ragazzi nella fase progettuale della progettazione dello spettacolo finale. Infine, senza gravare sui fondi Cariplo, si prevede la pubblicazione degli esiti scientifici del progetto.

I temi trattatiSpesso l’obesità, nell’immaginario comune, viene percepita come un problema unicamente estetico oppure viene colpevolizzato il soggetto che ne è affetto, senza considerare i problemi sociali, fisici e relazionali che questa patologia può creare. L'obesità è una questione sociale. Il ruolo dei laboratori con allievi delle scuole secondarie è quello di sviscerare, attraverso il punto di vista del singolo, una questione che è indice dello stato di salute di un'intera popolazione. Se l'obesità è un problema sociale, allora coinvolge tutti, anche indirettamente. Ma come? E soprattutto come rendere l'adolescente consapevole di essere membro di una popolazione in parte obesa? In questo senso il teatro propone di sperimentare il “ruolo”. Che ruolo hanno il cittadino giovane o anziano, il genitore e l'amico, il professore e il passante, l'amante e l'amato alla luce della tematica affrontata? Il giocare un ruolo, anche all'interno di una simulazione teatrale, pone l'attore (colui che agisce seguendo il punto di vista di un personaggio) di fronte alla necessità di esprimere un'opinione, sostenerla emotivamente e in seguito di valutarla. Il rischio che si vuole evadere sin dal principio è quello dello spettacolo “didattico”, ovvero del limitare la ricerca a un prodotto finito, un esito spettacolare che voglia dare il “buon esempio”. Gli adolescenti sono oberati da informazioni di carattere correttivo, e cercano spesso, in contrasto con gli avvisi tesi alla tutela della salute, una reazione di carattere conflittuale e di sfida. Il prodotto finale dovrà quindi essere la risultante di un processo di approfondimento e di coinvolgimento in cui verranno riconosciuti dei ruoli e degli sviluppi tematici legati all'obesità come bullismo, depressione, incapacità di relazione, problematiche familiari, all'interno dei quali i ragazzi avranno agito secondo un ruolo e un punto di vista originale mettendo in campo la sfera emozionale e altre risorse cognitive stimolate dalla pratica teatrale. Si tratterà quindi di mettere a nudo le difficoltà legate a forme di ignoranza, mirando al superamento delle stesse e soprattutto a una presa di coscienza. L’obesità può essere in qualche modo comparata al problema della disabilità: non soltanto le difficoltà motorie, ma anche le difficoltà psicologiche (un esempio su tutti, il bullismo) fanno pensare all’obesità come a una forma di disabilità. La sofferenza e le frustrazioni subite a causa dell’obesità possono far acquisire la forza di contrastare le evidenze rinunciatarie, espandendo la spinta vitale. Tuttavia è anche vero che la spettacolarizzazione del vissuto di persone che hanno superato o affrontato il problema dell’obesità rischia di spostare l’attenzione su pochi casi che non sono esemplari, ma appunto eccezionali.

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Lo sport narrato per essere agito è il mezzo ideale per raggiungere lo scopo prefisso. Nello sport il corpo e il movimento diventano protagonisti di una coreografia che non ha solo fini estetici ma mette anche alla prova la volontà, la capacità di sacrificio, la buona competitività, la lealtà. Lo sport può essere praticato da tutti. Capita di nascere con un potenziale atletico buono oppure nullo, ma la grandezza dello sportivo, come uomo, dipende da quanto uno sia disposto a perseguire un obiettivo. Perché la bellezza dello sport sta nel trovare la propria dimensione, anche competitiva. Lo sport prima di tutto è competizione con se stessi. Per questo il “protagonista” dei nostri corti intraprenderà un percorso tutt’altro che eccezionale dal punto di vista sportivo, ma del tutto esemplare. Non è escluso che si possa confrontare con grandi giocatori di pallacanestro, di atletica, di nuoto, ecc. Si metteranno a confronto gli allenamenti e le modalità di acquisizione delle competenze, scoprendo le analogie e le differenze dei fondamenti motivazionali ed emotivi. Rappresentare l’obesità attraverso lo sport significa comprenderne le problematiche interne ed esterne, attraverso le angosce, i desideri, le reazioni, le conflittualità dei singoli individui e di chi sta loro accanto. Molti non hanno mai amato o non amano lo sport (si sostiene spesso di non avere tempo, ma il tempo si trova per ciò che piace). Che senso ha mettersi dei calzoncini corti e correre dietro a un pallone? Perché lanciare una palla arancione dentro un cerchio di ferro? Che senso ha essere placcati e finire in una pozza di fango in un freddo pomeriggio autunnale? Talvolta alcuni ridono di chi pratica sport. Ma allenare il proprio corpo “è un modo per rendere attuale una delle sue possibilità fenotipiche” (Boniolo, Le regole e il sudore, Cortina, p. 7). In sostanza lo sport è ciò che consente di superare gli standard della vita attraverso una “gioia propriamente fisica”. In questo senso il ragazzo obeso si riappropria, attraverso lo sport, del proprio corpo, sviluppandone le sue potenzialità. La differenza tra schema corporeo – che agisce al di fuori della riflessione consapevole sul proprio corpo – e immagine corporea – che ne è la rappresentazione consapevole – consente di comprendere come, ad esempio, l’allenamento sia il momento in cui si imparano sequenze di movimenti che, una volta memorizzate, potranno essere impiegate ripetutamente per “giocare” o per raggiungere dei risultati durante una gara, una competizione. In questa fase l’immagine corporea – si pensi quanto questo elemento possa agire nell’immaginario di un bambino obeso – gioca un ruolo essenziale perché è importante che chi fa sport si concentri per far capire al suo corpo come un determinato movimento deve essere eseguito. Non è distante questa pratica da quella del ballerino o dell’attore. Anche in questo contesto, allora, la relazione tra sport agito e teatro è stretta e importante. Ed è proprio questa parentela – come si avrà modo di spiegare più avanti – che ci consente, attraverso il medium del teatro, di educare allo sport il ragazzo che deve e vuole riappropriarsi del proprio corpo. Questo problema, l’obesità, e la soluzione proposta non sono stati definiti solo attraverso un’ipotesi teorica, bensì mediante una constatazione empirica, frutto di progetti che hanno visto coinvolti il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano. In particolare, la professoressa Maddalena Mazzocut­Mis, referente del presente progetto, ha avuto modo di verificare in concreto sia l’efficacia di un coinvolgimento diretto dei giovani nel teatro, con il progetto SENSI/TEATRO/FILOSOFIA, finanziato dalla Fondazione Cariplo, sia la possibilità di trasmettere con successo la cultura dello sport attraverso il teatro, con il progetto Variazioni sul gioco: sport e teatro e lo spettacolo Volo

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Nove Zero Tre. Zatopek: il viaggio di un atleta (in scena nella scorsa stagione al Piccolo Teatro Studio­Melato di Milano). I proponenti individuano quindi come una delle soluzioni possibili al problema dell’obesità la diffusione della cultura dello sport, non tanto attraverso una relazione diretta con le attività sportive, quanto attraverso il medium teatrale quale alto insegnamento performativo. Il teatro è infatti un mezzo che coinvolge direttamente ed affettivamente il pubblico, facendo leva su dinamiche emotive ed empatiche. Di fatto la cultura dello sport verrà promossa mediante il diretto coinvolgimento dei giovani nell’ambito teatrale, che potrà servire da medium per affrontare i temi legati all’obesità. Questo percorso permetterà di raggiungere due obiettivi differenti, ma tra loro connessi: affrontare il problema dell’obesità giovanile attraverso lo sport e coinvolgere il pubblico più giovane nella produzione e fruizione teatrale, che in questo periodo patisce una forte deprivazione di pubblico. Il progetto coniuga dunque due criticità, proponendo soluzioni originali nel completo rispetto dei valori teorici e culturali richiesti.

DestinatariI primi destinatari del progetto sono gli adolescenti e i giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado (12­19 anni) della zona 9. Il COSP – Centro di Servizio di Ateneo per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni si occuperà di organizzare i primi contatti tra l’Università e le scuole secondarie. I ragazzi verranno coinvolti nell’attiva realizzazione dei corti e dello spettacolo teatrale, basandosi sul metodo dell’improvvisazione e guidati da attori e registi professionisti. I giovani, divisi in classi, parteciperanno inoltre alle prove aperte dello spettacolo finale, suggerendo modifiche e portando le loro esperienze sulla scena.Destinatari del progetto sono però anche gli studenti universitari (20­25 anni), che verranno coinvolti nella stesura dei canovacci che faranno da guida ai corti e nella scrittura e produzione dello spettacolo teatrale. Gli studenti universitari saranno coinvolti in due laboratori, tenuti presso il Teatro Verdi da attori e registi professionisti della compagnia Arione de Falco, in cui, secondo una modalità già rodata, scriveranno tre canovacci e un testo teatrale. Alcuni studenti del Dipartimento di Beni Culturali, eventuali stagisti, avranno un ruolo di organizzazione attiva e con ruoli di responsabilità: coordinati dall'Università dovranno interfacciarsi con figure di riferimento dei centri di aggregazione (in particolare delle strutture sportive) e coinvolgerle organizzativamente nel progetto, nel periodo marzo­giugno 2015. In questo senso si attiveranno “stage” formativi validi ai sensi della carriera universitaria.Lo spettacolo teatrale, inserito nella stagione 2016­2017 del Teatro Verdi, sarà aperto a tutti e, in particolare, verranno raggiunti attraverso una promozione dedicata, soprattutto gli abitanti della zona 9, al fine di consolidare il legame tra l’Università e il quartiere che si sarà instaurato durante i due anni di realizzazione del progetto.La direzione artistica di “Segnali – Vetrina del Teatro Ragazzi Lombardo” (nella persona di Renata Coluccini) si è già detta interessata ad ospitare l'esito spettacolare del progetto nella sua futura edizione del maggio 2017. Segnali invita e coinvolge organizzatori dei maggiori enti teatrali che ospitano spettacoli per ragazzi. In quella sede lo spettacolo sarà proposto e condiviso con operatori del settore, allo scopo di essere inserito a partire dalla stagione 2017­2018 nelle programmazioni di teatri italiani ed esteri e dare così un seguito al progetto oltre la sua conclusione.

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Analisi qualitativa Verranno coinvolte due fasce di pubblico:

1. studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della zona 9 di Milano; la scelta delle classi includerà tutte le scuole della zona 9 e si cercherà di ottenere un’equa distribuzione su tutte le fasce d’età (cinque classi di prima media, cinque classi di seconda media, cinque classi di prima superiore, cinque classi di seconda superiore, cinque classi di terza superiore, cinque classi di quarta superiore). In base alle disponibilità, le prove aperte dello spettacolo verranno portate anche nei centri sportivi e aggregativi del quartiere;

2. studenti unimi provenienti dalla Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e in Scienze Filosofiche, dalla Laurea Triennale in Scienze dei Beni culturali e in Scienze della Comunicazione, dai Dipartimenti di Scienze biomediche e di Scienze della Salute.

Analisi quantitativa In base alla suddivisione nelle due fasce di pubblico si stimano:

1. cento studenti per anno ai laboratori unimi, per un totale di duecento studenti. Il Teatro Verdi metterà a disposizione le sue aule attrezzate e per le fasi più pratiche (scrittura dei tre canovacci, scrittura del testo teatrale) gli studenti verranno suddivisi in gruppi;

2. venticinque studenti circa per le trenta classi che parteciperanno al progetto, per un totale di settecentocinquanta studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado; gli stessi studenti verranno coinvolti in due fasi: nella realizzazione dei corti teatrali e nelle prove aperte dello spettacolo;

3. lo spettacolo teatrale sarà dedicato anzitutto agli studenti che avranno partecipato al progetto, ma sarà aperto anche alla cittadinanza, al pubblico abituale del Teatro Verdi, a possibili avventori. Si stima un totale approssimativo di duemila spettatori di una fascia di età che oscilla soprattutto tra i 12 e i 25 anni. Si prevedono inoltre altri spettatori­ operatori del settore spettacolo ­ al Festival teatrale “Segnali”. Segnali propone gli spettacoli in teatro di poco più di duecento posti. Centotrentaquattro di questi posti sono abitualmente occupati da operatori del settore che organizzano stagioni per un gran numero di teatri. Non è possibile prevedere in anticipo il numero preciso di spettatori a seguito dell'immissione nel circuito di teatro ragazzi dello spettacolo finale, ma si stimano almeno quattromila spettatori. Lo spettacolo sarà presentato con dibattito a seguire, considerato che gli attori della compagnia avranno acquisito anche maggiori competenze teoriche a seguito del periodo di approfondimento sulle criticità in oggetto.

Figure coinvolteIl progetto vedrà coinvolti diversi operatori. La prof.ssa Mazzocut­Mis guiderà il progetto e sarà affiancata, soprattutto nella parte teorica, dal prof. Boniolo e dal prof. La Torre. I laboratori universitari, i corti teatrali nelle scuole e gli aspetti più logistici saranno gestiti da due operatori del progetto. I due operatori verranno definiti come “Content theatre trainer”, ossia come una figura, già presente in ambito internazionale, destinata a mantenere i rapporti tra il progetto e gli utenti. In

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particolare, i due content theatre trainer gestiranno i laboratori universitari, le relazioni con le scuole e con il teatro, organizzeranno gli incontri che daranno vita ai corti teatrali. Un content theatre trainer avrà una formazione filosofica, prevalentemente in ambito estetico, e si occuperà della parte più teorica dei laboratori e dei rapporti con l’Università; la sua attività teorica si concentrerà sulla teoria dei sensi, sul ruolo delle maschere, sulla teoria del gioco, sulla relazione sport­teatro. Il secondo content theatre trainer dovrà invece avere esperienza in ambito teatrale, si occuperà della parte pratica dei laboratori, delle relazioni con la compagnia teatrale e con il Teatro Verdi. Sarà inoltre presente un’altra figura intermedia che si occuperà di analizzare e trasmettere i valori dello sport, dell’agonismo, del fare squadra. Verranno infine coinvolti nutrizionisti ed esperti di patologie dell’alimentazione. In sintesi, le figure coinvolte nella realizzazione del progetto sono:A) il dipartimento di Beni culturali e ambientali: è capofila, coordina l’intero progetto, organizza la scrittura dei canovacci e della drammaturgia all’interno dei laboratori universitari, forma le figure intermedie dei due content theatre trainer;B) il dipartimento di scienze della salute e la Biomedical Humanities Unit che si occuperà degli aspetti teorici legati alla nutrizione, alla salute, alle patologie alimentari e all’obesità;C) il dipartimento di scienze biomediche che si occuperà di analizzare la metodologia dello sport e di divulgare i valori dello sport attraverso la teoria del gioco;D) il Teatro Verdi, come sede in cui verranno realizzate tutte le attività e come luogo della cultura da promuovere all’interno del quartiere;E) la Compagnia Arione de Falco, che servendosi della metodologia delle maschere e dell’improvvisazione coinvolgerà i giovani delle scuole secondarie, realizzerà i corti teatrali e lo spettacolo finale con attori professionisti;F) le tre figure intermedie, che coordineranno gli enti promotori e i destinatari del progetto;G) una figura esterna che si realizzerà il sito internet e gestirà il forum. Articolazione e strategia d’intervento Per rispondere al problema della diffusione dell’obesità tra i giovani, il progetto si articola su tre livelli: due laboratori per studenti universitari; un ciclo di corti teatrali realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado che si avvicineranno alla improvvisazione e alla recitazione (portando la loro personale esperienza) nell’elaborazione, costituzione e definitiva composizione dei corti, preventivamente pensati nel laboratorio universitario; lo spettacolo teatrale. Sulla base delle suggestioni fornite dagli studenti delle scuole, attraverso l’esperienza diretta e attraverso il confronto sul sito internet, gli studenti universitari parteciperanno alla stesura, composizione e realizzazione di uno spettacolo teatrale che verrà messo in scena da registi e attori professionisti della compagnia Arione de falco presso il Teatro Verdi; lo spettacolo sarà aperto a tutti i cittadini del quartiere e agli avventori del Teatro Verdi – lo spettacolo sarà inserito della stagione 2015­2016. Un convegno scientifico e una pubblicazione, senza costi inseriti a bilancio, costituiranno invece lo strumento attraverso il quale si diffonderanno i risultati ottenuti agli specialisti. Tutte le attività saranno affiancate dal costante aggiornamento e dalle pubblicazioni sulla piattaforma internet. Le attività sono finalizzate a costituire uno stretto legame tra l’istituzione

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dell’Università e il quartiere, in modo da promuovere l’individuazione di un luogo della cultura nel Teatro Verdi e così da costituire una rete sociale di sensibilizzazione alla cultura dello sport che possa avere un seguito al termine del progetto. Le fasi di realizzazione del progetto verranno ora dettagliate nello specifico prendendo in considerazione:

l’analisi delle problematiche teoriche che verranno trattate nei laboratori interni a unimi; le concrete fasi operative e realizzative a partire dall’analisi teorica per giungere alla fase

realizzativa dei corti teatrali, con esperti nei singoli campi. le sinergie tra Università, teatri e centri sportivi: il corto teatrale diventa uno stimolo

fortissimo per veicolare contenuti complessi verso un pubblico giovane che di fatto non si reca a teatro;

Agire performativamente all’interno di un corto nelle scuole o nei centri sportivi significa stimolare alla cultura dello sport, ma non solo. Far partecipare a una performance è fornire gli strumenti per comprendere le dinamiche del teatro dal vivo e dare al pubblico tutti gli strumenti per fruire ciò che accade sulla scena.Nel dettaglio, il progetto prevede:

un laboratorio universitario (marzo­giugno 2015 – 25 ore): sviluppato presso il Teatro Verdi, ma in ambito accademico e completamente a carico dell’Università (Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali; Dipartimento di Scienze biomediche; Dipartimento di Scienze della Salute), la prima fase consisterà in un laboratorio (su più livelli), che coinvolgerà una fascia di studenti di età compresa fra i 19 e i 25 anni e avrà il compito di gettare le basi teoriche per uno studio dettagliato del rapporto fra teatro e sport nella specifica declinazione del problema individuato: l’obesità giovanile. Con l’aiuto di figure specialistiche nel campo del teatro, della filosofia della scienza, della filosofia del teatro, della medicina dello sport, della scienza della nutrizione, della scienza dell’allenamento sportivo, si analizzeranno i testi teatrali che nella storia del teatro hanno affrontato il tema dello sport, e soprattutto si metteranno a fuoco i disturbi fisici legati all’obesità insieme alle implicazioni mediche e sociali che questa patologia comporta. La fase laboratoriale prevede, a fianco del percorso più propriamente teorico sulla comune origine di teatro e sport, una fase pratico­applicativa, guidata da attori e registi professionisti della compagnia Arione de falco. Nel laboratorio gli studenti dovranno infatti produrre, sulla base dello studio teorico, tre canovacci per i corti teatrali che serviranno da guida per l’esperienza che verrà presentata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Guidati da un operatore del progetto, gli studenti universitari prenderanno inoltre contatto con le strutture pubbliche della zona 9 di Milano grazie alla mediazione del COSP.

Corti teatrali nelle scuole (settembre 2015­febbraio 2016 – 30 incontri da tre ore, totale 90 ore): al termine del laboratorio universitario, dedicato come detto a studenti di una fascia d’età compresa fra i 19 e i 25 anni, si tratterà di presentare i canovacci dei corti teatrali elaborati in seno all’Università agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e ai giovani dei centri sportivi. A ogni classe o gruppo verrà illustrato il lavoro svolto e verranno presentati i tre canovacci. Guidati da attori e da un regista professionista, gli

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studenti dovranno rappresentare i tre canovacci ispirandosi al metodo dell’improvvisazione con l’uso delle maschere di Commedia dell'Arte e Maschere Balinesi elaborato da Ariane Mnouchkine. Le rappresentazioni verranno documentate con un filmato video; il registrato verrà poi montato e il risultato sarà un corto cinematografico che costituirà un documento permanente a testimonianza dell’esperienza.Gli studenti saranno chiamati a commentare l’esperienza vissuta mettendola in relazione al problema dell’obesità e al loro vissuto. I commenti verranno raccolti sia durante l’incontro sia sul forum che verrà attivato sul sito internet e moderato da un operatore del progetto. Attraverso un modulo prestrutturato, gli studenti dovranno anche scegliere il tema o i temi che vorrebbero vedere rappresentati nello spettacolo finale. Inoltre, tenendo conto di quanto affermato dal D.M. 24.2.2000, n. 49 in materia di crediti formativi regolati dal D.P.R. 23 luglio 1998, n. 323, gli enti promotori del progetto, per coinvolgere attivamente e sensibilizzare il maggior numero di persone intorno alle criticità sopra citate rilasceranno un attestato utile per l'ottenimento di crediti formativi validi ai sensi della carriera scolastica. Rispetto a quelle utenze per cui non sarà possibile proporre l'incentivo dei crediti formativi, il progetto si propone di “agganciare” la cittadinanza interessata presentando inizialmente i laboratori teatrali (o le lezioni spettacolo) direttamente negli spazi in cui si raccolgono le suddette utenze (scuole medie, palestre, palazzetti dello sport) mirando in particolare al preventivo appoggio delle figure leader di comunità: insegnanti di educazione fisica, responsabili del rapporto teatro/scuola designati dagli istituti, insegnanti di lettere, filosofia, allenatori sportivi, responsabili delle strutture, educatori, genitori, rappresentanti di classe e rappresentanti di istituto.

Secondo laboratorio universitario (marzo­giugno 2016 – 25 ore): sulla base delle suggestioni fornite dagli studenti delle scuole secondarie, gli studenti universitari saranno chiamati a stendere un testo drammaturgico. Si tratta di una modalità già rodata: a partire dal 2010 è stata istituita una stretta collaborazione tra il Dipartimento di Beni Ambientali e Culturali di unimi e il Teatro Ringhiera, che ha portato alla realizzazione di numerosi spettacoli teatrali, sempre con il diretto coinvolgimento degli studenti universitari attraverso dei laboratori dedicati alla scrittura e alla produzione di uno spettacolo teatrale. Anche per il progetto Teatro e sport, gli studenti verranno guidati da un drammaturgo e poi da un regista professionista nella stesura del testo che verrà rappresentato nello spettacolo finale. Questa fase non potrà prescindere dai risultati ottenuti nell’esperienza con le scuole: l’obiettivo è infatti quello di scrivere un testo teatrale sulla base delle suggestioni e delle esperienze riportate dagli studenti delle scuole secondarie.

Prove aperte (settembre­dicembre 2016 – due ore per 30 incontri, totale 60 ore): gli stessi studenti delle scuole secondarie che erano stati coinvolti nella seconda fase del progetto parteciperanno attivamente alle prove aperte dello spettacolo scritto e ideato dagli studenti universitari (con il supporto di professionisti del settore e forti dell’esperienza del primo anno), sulla base delle indicazioni ricavate dal lavoro con gli studenti delle scuole primarie di secondo grado e dei licei, dell’esperienza pregressa, delle scelte e suggestioni degli studenti coinvolti e delle indicazioni che emergeranno dal sito. Il regista, gli attori e gli operatori del progetto saranno sempre presenti alle prove per accogliere le scelte e i

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suggerimenti dei ragazzi e integrarli direttamente nel lavoro performativo. Sarà dunque l’occasione per coinvolgere gli studenti in una nuova forma di sperimentazione: attraverso il dibattito con il regista e partecipando attivamente alle prove (ad esempio venendo coinvolti sulla scena o suggerendo migliorie calandosi nello spettacolo, indirizzando eventuali svolte drammaturgiche o gesti attoriali), gli studenti saranno chiamati a giudicare e a modificare lo spettacolo che verrà loro presentato. Di nuovo, i loro commenti verranno raccolti sia durante gli incontri sia sul forum del sito internet dedicato al progetto.

Realizzazione e messa in scena dello spettacolo (gennaio­febbraio 2017): dopo aver raccolto le suggestioni degli studenti, il regista e gli attori lavoreranno al risultato finale. Lo spettacolo sarà rappresentato presso il Teatro Verdi (aprile­maggio 2017): gli studenti delle scuole secondarie coinvolti nel progetto assisteranno alla prima, mentre la cittadinanza, specialmente quella della zona 9, sarà invitata alle repliche successive. Lo spettacolo sarà inoltre ospitato all’interno di “Segnali”, Festival del Teatro Ragazzi.

Convegno (maggio 2017): al termine dei lavori, a latere, è previsto un convegno (interamente a carico di unimi, per quanto concerne la parte che si svolgerà in seno all’Università) che prevede ospiti prestigiosi (italiani e stranieri): registi, attori, filosofi, storici del teatro, medici, sportivi che rifletteranno sulle peculiarità teoriche e i nodi problematici già individuati nel corso dei laboratori e del lavoro presso le scuole e i centri sportivi (il convegno si svolgerà in tre giornate). È prevista la pubblicazione di un volume che raccolga i risultati teorici.

TempiIl progetto si articola su due anni ed è scandito da un filo conduttore estremamente forte e puntuale, che si muove nell’investigazione e nell’analisi del ruolo della cultura dello sport. Detto in estrema sintesi il progetto prevede:

Marzo­giugno 2015, 25 ore: primo laboratorio universitario dedicato allo studio teorico e all’elaborazione dei tre canovacci; in questa fase gli studenti universitari verranno inoltre coordinati nella presa di contatto con alcune delle strutture elencate nella Mappatura Zona 9, guidati da un operatore del progetto;

Settembre 2015­febbraio 2016, 30 incontri di tre ore ciascuno, totale 90 ore: incontri e rappresentazioni teatrali con le scuole, con il diretto coinvolgimento degli studenti attraverso il metodo dell’improvvisazione e delle maschere;

Febbraio 2016, 20 ore: forum sul sito internet per raccogliere le suggestioni degli studenti delle scuole secondarie;

Marzo­giugno 2016, 25 ore: secondo laboratorio universitario dedicato alla stesura del testo drammaturgico;

Luglio­settembre 2016, 25 ore: ideazione della prima bozza dello spettacolo da parte del regista e degli attori professionisti;

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Settembre­dicembre 2016, 30 incontri da due ore ciascuno, totale 60 ore: prove aperte con gli studenti delle scuole secondarie e raccolta di nuove suggestione attraverso il coinvolgimento diretto nella rappresentazione;

Gennaio­febbraio 2017, 20 ore: raccolta delle suggestioni degli studenti delle scuole secondarie attraverso il forum; sistemazione del testo e della regia dello spettacolo in base alle suggestioni degli studenti;

Aprile­maggio 2017: rappresentazione dello spettacolo teatrale presso il Teatro Verdi (una settimana); convegno scientifico per divulgare i risultati ottenuti (tre giorni);

Maggio 2017: presentazione esito spettacolare a “Segnali – XXVIII edizione festival Teatro Ragazzi”.

LuoghiAl fine di favorire la creazione di un luogo di cultura al centro del quartiere, il Teatro Verdi sarà la sede di tutte le attività. L’obiettivo è infatti quello di legare gli studenti al Teatro durante i due anni di svolgimento del progetto.

Teatro Verdi: è il luogo di destinazione del progetto e accoglierà i due laboratori universitari, gli incontri con le scuole e lo spettacolo finale; gli attori e i registi della compagnia Arione de Falco saranno costantemente attivi nello svolgimento del progetto, e gli spazi del teatro faranno da cabina di regia durante tutte le attività: il teatro è infatti in stretta connessione con il territorio locale e verrà valorizzata la sua posizione all’interno della zona 9. Un teatro chiaramente vuol dire spazio protetto con maestranze e risorse che difficilmente si possono trovare all'esterno (luci, musiche, spazio progettazione scene e laboratorio, macchinisti, light designer). Portare le utenze dietro le quinte vuol dire anche educare alla teatralità in modo completo.

Altri luoghi coinvolti saranno:

Università degli Studi di Milano: gli spazi universitari saranno il luogo di verifica e controllo del progetto e di disseminazione dei risultati in ambito scientifico.

Scuole e centri sportivi e aggregativi (si veda l’elenco allegato): il progetto prende vita nelle scuole e nei centri di aggregazione. In queste sedi avverrà il primo contatto tra gli operatori del progetto, gli studenti universitari e gli studenti delle scuole. Gli studenti delle scuole secondarie sono i primi protagonisti del progetto: in classe o nei centri a loro dedicati si raccolgono le suggestioni, le esperienze, le idee.

“Segnali”, Festival del Teatro Ragazzi: lo spettacolo teatrale verrà ospitato nel programma dello storico festival “Segnali”; sarà questa l’occasione per dare massima visibilità al progetto, per esportare i risultati ottenuti, per confrontarsi con altri progetti destinati ai ragazzi.

Protagonismo dei cittadiniIl presente progetto nasce dall’idea di unire diverse prospettive di studio, teatrale, sportiva, medica e applicarle a una realtà periferica e disagiata, favorendo il protagonismo dei giovani nella creazione

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di un luogo per la cultura destinato a tutto il quartiere. I giovani verranno direttamente coinvolti a due livelli: gli studenti universitari (19­25 anni) parteciperanno alla scrittura e alla realizzazione del canovaccio delle lezioni­spettacolo e dello spettacolo teatrale attraverso due laboratori universitari; gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (12­19 anni) realizzeranno dei corti teatrali attraverso il metodo dell’improvvisazione e seguendo il canovaccio scritto degli studenti universitari; gli stessi studenti parteciperanno inoltre alle prove aperte dello spettacolo finale indirizzando le scelte registiche.

Metodologia performativa: il “protagonismo” dei ragazziIl metodo di lavoro prevede il coinvolgimento delle utenze nelle scuole al fine di attivare la riflessione e la produzione artistica incentrata sulle criticità in oggetto mediante l'utilizzo di diverse pratiche teatrali, tra cui l'utilizzo della maschera. Come precedentemente detto, l'uso della maschera della Commedia dell'Arte e Balinese coinvolge profondamente gli utenti per diverse ragioni: innanzitutto, pur essendo di estrazione popolare e profondamente tradizionale, permette di sviscerare vissuti ancestrali e concreti; da un altro versante convoglia immediatamente le risorse espressive dell'attore verso una messa in forma di alto livello (prossemica e drammaturgia degli spazi, uso della voce, amplificazione degli stati d'animo). La maschera è un forte catalizzatore espressivo che da una parte protegge nell'anonimato, dall'altra amplifica e riporta su un piano di universalità storie e intuizioni personali molto profonde. Già solo immaginare Balanzone alle Olimpiadi, tanto per fare un esempio molto didascalico, evoca immediatamente una serie di possibili situazioni immaginarie e di conflitti comici, che conducono a una visione generale e condivisa del rapporto teatro/sport/obesità attraverso il dettaglio e la situazione particolare. L'utilizzo della maschera rientra all'interno di uno strutturato percorso pedagogico che trova i propri punti di forza nel gioco, nel rafforzamento e sviluppo dei processi cognitivi che ne sono alla base, e nella funzione di collante sociale che ha il gioco. La metodologia di lavoro nei laboratori si baserà inoltre sul gioco e sulle declinazioni formali del gioco. In particolare si terrà conto della lezione di Paul L. Harris a proposito dei processi cognitivi che sottendono il gioco di finzione, ovvero quel particolare tipo di lavoro d'immaginazione per cui gli esseri umani, sin dall'età di due anni sono in grado di assumere una prospettiva fittizia. Tale prospettiva è distante dal qui ed ora e da quella prospettiva siamo capaci di lasciarci coinvolgere emotivamente da eventi immaginari o fittizi (ciò è particolarmente evidente nel caso della visione di un film, uno spettacolo teatrale o la lettura di un romanzo appassionante). Gioco di finzione, teatro e sport condividono molti elementi: primo tra tutti è quello di essere attività fondate sull'immaginazione. La stessa natura regolata del gioco, sia esso sportivo, sia esso teatrale, si basa sulla capacità di comprendere un elemento di natura immaginaria, ovvero la regola. Immaginare per giocare e giocare per recitare: questo è dunque l'ordine di priorità nella pedagogia che ci proponiamo di attuare. Di particolare rilievo sarà la tappa riguardante quel particolare tipo di gioco di finzione che è il gioco di ruolo. Nel gioco di ruolo i bambini (e gli adulti) sperimentano un punto di vista eterocentrico mettendo in campo un processo di simulazione. Diversi studi, citati da Paul L. Harris, (Harris, P.L.; l'immaginazione nel bambino, Raffaello Cortina Editore, 2008, Milano) mettono in relazione la frequenza con cui i bambini giocano a giochi di ruolo con la capacità di risolvere problemi di comprensione della mente (abilità empatiche) da adulti. Per questo riteniamo

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che il gioco di ruolo inteso qui come il “giocare un ruolo teatrale” possa stimolare punti di vista eterocentrici, supportati emotivamente, rispetto alle criticità in oggetto. Per facilitare e stimolare i processi cognitivi alla base del gioco di ruolo, durante il laboratorio verranno proposte alcune esercitazioni con le maschere della Commedia dell'Arte e con maschere della tradizione balinese, prendendo spunto dalla lezione di Ariane Mnouchkine sull'uso della maschera come strumento che costringe l'attore a un coinvolgimento fisico ed emotivo in un sistema di regole formali rigoroso (si vedano anche a questo proposito i lavori di Giorgio Strehler, Jacques Lecoq, Amleto Sartori). Inoltre, come già Huizinga sosteneva all'inizio del secolo, il gioco, ed in particolare il gioco agonale regolato (e quindi lo sport), ha un forza trasversale di livellamento sociale. All'interno dello spazio di gioco e al cospetto delle sue regole, nessuna differenza sociale ha valore: siamo tutti giocatori, compagni o avversari di squadra allo stesso livello. Nel gioco sportivo vale il ruolo, non la condizione sociale.

Una breve bibliografia di riferimento:Bateson, G.; “Questo è un gioco”, perché non si può mai dire a qualcuno “gioca”!; Raffaello Cortina, 1996, MilanoCaillois, R.; I giochi e gli uomini, la maschera e la vertigine; Bompiani, 2010, BolognaCaillois, R.; L'homme et le sacré; Gallimard, 1963, ParigiCaillois, R.; L'occhio di Medusa, l'uomo, l'animale, la maschera; Raffaello Cortina, 1988, MilanoFink, E.; Oasi della gioia. Idee per una ontologia del gioco; Edizioni 10/17, 1986, SalernoHarris, P. L.; L'immaginazione nel bambino; Raffaello Cortina Editore, 2008, MilanoHuizinga, J.; Homo Ludens; Giulio Einaudi Editore, 2002, TorinoMackie, J.L.; The cement of the universe: a Study of causation; Oxford University Press, 1974, OxfordWalton, K.; Mimesi come far finta; Mimesis Edizioni, 2011, Milano ­ UdineLecoq. J.: Le corps poétique;1997, Actes Sud, Paris

Che cosa otterremoLo spettacolo teatrale, che sarà soltanto il prodotto finale del lungo percorso progettuale, sarà l’occasione per creare una forte sinergia tra l’Università, il Teatro Verdi e i giovani del quartiere. Il percorso di ideazione e realizzazione, oltre che lo spettacolo stesso saranno quindi il mezzo attraverso il quale riflettere, dal punto di vista dei giovani, sui numerosi problemi legati all’alimentazione (obesità, bullismo, rapporti con le famiglie…). Il progetto permetterà di avviare una nuova sperimentazione che potrebbe costituire un interessante precedente per ricerche e progetti futuri. Mettendo a fuoco una problematica attuale e ben specifica, quale è l’obesità, si individua una possibile risoluzione attraverso una connessione originale e innovativa, quella tra teatro e sport. Il progetto permetterà inoltre di costituire un legame di stretta collaborazione tra l’Università, il Teatro Verdi e una zona periferica di Milano, nella convinzione che il punto di partenza per creare una simile connessione debbano essere i più giovani, raggiunti nelle scuole e nei centri di aggregazione sociale. Al termine del progetto, il sito internet rimarrà attivo e costituirà al contempo un resoconto dell’esperienza e un osservatorio sul tema, che potrà essere utile per altri progetti simili, da

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applicare in altre zone d’Italia. Il sito internet permetterà infatti di ottenere dati per l’analisi teorica, di monitorare il problema dell’obesità attraverso un confronto diretto e di verificare i risultati ottenuti attraverso le attività. Il sito internet è pensato come un prodotto permanente, destinato a durare oltre il termine del progetto e a costituire un osservatorio in linea con il piano delineato dall’OMS. Attraverso il forum si indagheranno le cause di una scarsa partecipazione dei giovani agli spettacoli teatrali, il loro rapporto con la nutrizione e con lo sport. L’osservatorio permetterà inoltre di monitorare l’affluenza del pubblico giovanile in risposta alle attività proposte (funzione di verifica del progetto) e di stimolare politiche di intervento per attirare nuovo pubblico (realizzazione di nuove e specifiche produzioni teatrali in base alle preferenze espresse dagli intervistati). Sul sito internet sarà inoltre disponibile il video che verrà realizzato con la registrazione dei corti teatrali.La pubblicazione che avverrà a seguito del convegno, a complete spese di Unimi e senza entrare nel bilancio del progetto, sarà ugualmente uno strumento utile che servirà per la disseminazione dei risultati ottenuti attraverso l’esperienza del progetto.

Allegato: Primo elenco mappatura zona 9

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Dopo una prima azione di mappatura sono state individuate alcune scuole secondarie, alcuni centri sportivi e aggregativi che verranno coinvolti nel progetto. Nell’azione di mappatura si è cercato di individuare tutte le scuole e tutti i centri della zona 9 che potrebbero avere interesse nel progetto. Con gli enti di seguito elencati esiste già un contatto pregresso grazie al Teatro Verdi, alla compagnia Arione De Falco e al Cosp.

ALUNNI SCUOLE SECONDARIE DI I GRADO PER ZONAAnno Scolastico Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona

6Zona

7Zona

8Zona

9Totale

2002/2003 3.716 2.910 3.800 2.588 2.425 3.023 4.481 4.156 3.249 30.3482003/2004 4.036 2.849 4.042 2.528 2.433 2.998 4.328 4.199 3.490 30.9032004/2005 4.182 2.958 4.105 2.540 2.400 2.921 4.498 4.250 3.435 31.2892005/2006 4.203 2.937 4.119 2.573 2.397 2.837 4.387 4.294 3.456 31.2032006/2007 4.155 2.965 4.087 2.494 2.360 2.807 4.410 4.282 3.390 30.9502007/2008 4.264 3.005 4.119 2.515 2.434 2.774 4.364 4.362 3.405 31.2422008/2009 4.363 3.135 4.119 2.669 2.489 2.902 4.390 4.444 3.419 31.9302009/2010 4.476 3.210 4.198 2.724 2.493 2.956 4.498 4.661 3.543 32.7592010/2011 4.538 3.271 4.208 2.800 2.438 2.957 4.583 4.719 3.675 33.1892011/2012 4.580 3.409 4.218 2.885 2.470 2.907 4.731 4.875 3.765 33.840Comune di Milano – Settore Statistica

Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano, DC Educazione e Istruzione

NIGUARDA – BICOCCA – PRATOCENTENARE ­ SEGNANOLOCCHI ­ Via Hermada, 18 ­ Tel. 02.6435.422 (Quartiere NIGUARDA)VERGA ­ Via Asturie, 1 ­ Tel. 02.6423.400 (Quartiere BICOCCA)FALCONE E BORSELLINO ­ Viale Suzzani, 24 ­ Tel. 02.6425.859 (Quartiere PRATOCENTENARO)

AFFORIBUONARROTI ­ Via Scialoia, 21 ­ Tel. 02.6466.376SAND ­ Via Sand, 32 ­ Tel. 02.6465.159

BOVISASCARODARI ­ Via Gabbro, 6/a ­ Tel. 02.3573.757

BRUZZANOSABA ­ Via del Volga, 3 ­ Tel. 02.6622.0982

COMASINACOMASINA : GANDHI ­ Via B. da Novate, 2 ­ Tel. 02.6620.2867

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ALUNNI SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO PER ZONA

Anno Scolastico Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 Totale2007/2008 15.251 4.163 12.087 5.355 5.498 2.969 4.010 8.664 5.743 63.7402008/2009 14.171 3.783 12.364 5.344 5.773 2.920 4.025 9.358 5.803 63.5412009/2010 14.622 3.758 12.521 5.162 5.700 2.935 4.067 9.239 4.910 62.9142010/2011 14.960 3.777 12.565 5.160 5.940 3.172 4.086 9.201 4.727 63.5882011/2012 14.440 4.009 12.812 5.221 5.989 3.251 4.076 9.436 4.731 63.965Comune di Milano – Settore Statistica

Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano, DC Educazione e Istruzione MIUR

SCUOLE SECONDARIE DI II GRADO

Istituto Tecnico Commerciale e Liceo Scientifico CremonaViale Marche 71 – 20159 Milano – Tel. 02 606601

Istituto Tecnico Industriale Pavoniano ArtigianelliViale B. Crespi 30 – 20159 Milano – Tel. 02 69008178

Centri di Aggregazione Giovanile in zona 9 (convenzionati):

"Abelia" della Fondazione AquiloneVia E. Acerbi 12 ­ tel. 02.66.20.34.24

"Marcelline" della Fondazione Maria Anna SalaP.zza Caserta 6 ­ tel. 02.60.78.15.11

"La Lanterna" dell'Associazione di Volontariato La Lanterna Viale Affori 12 ­ tel. 026468593

"L'Amico Charly" dell'Associazione L'Amico CharlyVia Guerzoni 23 ­ tel. 02 36634800

ELENCO ASSOCIAZIONI ZONA 9 Vedasi documento PDF allegato

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