Banche Centrali e Oro

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Banche centrali e oro di Francesco Simoncelli

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Il mio intervento alla conferenza Interlibertarians 2014.

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  • Banche centrali e oro

    di Francesco Simoncelli

  • Salve a tutti, io sono Francesco Simoncelli e sono qui in rappresentanza dell'Associazione Von

    Mises Italia. Oggi mi toccher fare la parte dell'anziano che ricorda i "bei vecchi tempi", poich vi

    parler di banche centrali e oro trasportandovi nelle correnti del tempo della storia. Vorrei iniziare

    andando dritto al punto: quando parliamo di banche centrali dobbiamo tenere a mente tre date:

    1907, 1913, 1968. Nel 1907 gli Stati Uniti attraversarono un breve periodo recessivo chiamato

    "Panico del 1907", una crisi innescata dal Tesoro USA a seguito di un'espansione artificiale

    dell'offerta di moneta. E' bene ricordare che tale teoria venne formalizzata da Ludwig von Mises nel

    1912 quando scrisse The Theory of Money and Credit, in cui si poneva una semplice domanda:

    "Cosa induce gli imprenditori a commettere errori di portata tale da coinvolgerli tutti in una crisi?"

    Questa semplice domanda gett le basi di quella che sarebbe diventata la teoria Austriaca

    d'economia; e la risposta a suddetta domanda era: il denaro fiat. Un'espansione artificiale dell'offerta

    di moneta distorce inevitabilmente i segnali di mercato attraverso i quali gli attori economici

    prendono le proprie decisioni.

    Nel 1905 fu esattamente questa la causa del panico di due anni dopo, ma un gruppo di individui con

    uno scopo ben preciso ne approfitt. Essi, sin da quando fall la Prima Banca degli Stati Uniti nel

    1796 e sin da quando fall la Seconda Banca degli Stati Uniti nel 1836, i due prototipi di banca

    centrale americana, fecero lobby per stabilirla di nuovo. Infatti la loro propaganda disegnava la

    seconda met del XIX secolo come un periodo di disordine e caos. Perch? Perch in quegli anni la

    popolazione degli Stati Uniti, e pi in generale quella occidentale, stava sperimentando una delle

    crescite economiche pi straordinarie mai viste nella storia dell'umanit. Le banche, cos come

    qualsiasi altra azienda, fallivano sotto la scure degli errori economici e i loro asset e la loro clientela

    veniva assorbita da quelle banche che si dimostravano pi responsabili dal punto di vista

    finanziario. Inoltre il gold coi standard faceva in modo che gli scambi commerciali degli attori

    economici rimanessero onesti.

    Questo panorama non venne messo in discussione dalla popolazione perch essa stessa poteva

    saggiare con i propri occhi lo sviluppo economico e tecnologico avvenuto in una sola generazione: i

    nonni, i figli e i nipoti sarebbero vissuti in un mondo totalmente diverso. I volumi della

    professoressa Deirdre McCloskey sono a disposizione per chi volesse approfondire il "come" e il

    "perch" di tale crescita economica; il libro di Robert Higgs, invece, The Transformation of the

    United States from 1880 to 1914 un manoscritto descrittivo di come gli Stati Uniti progreditorno

    durante quel periodo.

  • La potenza di tale crescita non ferm gli hamiltoniani dal propagandare le loro tesi utilizzando

    argomenti plausibili. Infatti cosa ci potrebbe essere di pi plausibile di qualcuno che vi seduce con

    una promessa di un futuro certo e prevedibile? Fu questo quello che promisero queste figure che,

    sfruttando il Panico del 1907, affermarono di poter mettere fine addirittura ai cicli economici.

    Agirono nel 1910 quando in una riunione segreta a Jeckyll Island gettarono le basi di quella che

    sarebbe stata la Federal Reserve. Strateghi dei Morgan e dei Rockefeller, membri del Tesoro,

    membri del Congresso, furono i protagonisti di quell'incontro. Edward G. Griffin propose un

    affresco descrittivo di questo incontro nel suo The Creature from Jeckyll Island, mentre invece

    Murray Rothbard nel suo The Case Against the FED ne descrisse le azioni da punto di vista tecnico

    e le alternative ad un tale sistema. Gli hamiltoniani ebbero successo. Nel dicembre 1913, in un

    Congresso quasi deserto a causa delle vacanze natalizie, venne approvato il Federal Reserve Act.

    In un colpo solo il mondo avrebbe visto invertirsi quella libert e quella prosperit di cui aveva

    goduto nel XIX secolo. La FED nacque, ufficialmente, per stabilizzare i mercati in caso di crisi;

    ufficiosamente, invece, doveva salvaguardare quelle entit facenti parti del cartello che

    rappresentava: le banche commerciali. Ben presto se ne sarebbe aggiunta un'altra: monetizzare i

    titoli di stato. Ci avvenne durante il coro inflazionistico nella prima guerra mondiale, in cui gli

    sforzi bellici vennero sostenuti attraverso la stampa monetaria e i bond di guerra. Nel 1914 venne

    abolito il gold coin standard: che bisogno c'era dell'oro se ormai esisteva un ente centrale in grado di

    stabilizzare i mercati? Il mondo non sarebbe pi tornato indietro, percorrendo quella che chiamiamo

    legge dei rendimenti decrescenti.

    Sebbene nel 1922 alla Conferenza di Genoa si ritorn a considerare l'oro, venne re-introdotto come

    asset di riserva insieme a due valute cartacee: il dollaro e la sterlina. Come comment l'economista

    Jacques Reuff, era una "caricatura grottesca di gold standard". Infatti nel 1925 emersero quegli

    errori che 3 anni prima vennero nascosti sotto il tappeto, quando l'Inghilterra si ritrov sull'orlo

    della bancarotta a causa di un massiccio deflusso di oro. Il governatore della BoE chiese all'allora

    governatore della NYFED di sollecitare il governatore della FED affinch inflazionasse l'offerta di

    moneta alleviando cos i malanni economici inglesi: essere tornati alla parit aurea ma ai tassi pre-

    bellici, ovvero, non considerando l'inflazionismo durante la guerra. Non solo, ma fu proprio in

    questo preciso anno che vennero gettati i semi della pi grande crisi economica che l'umanit

    speriment in tutta la sua storia: la Grande Depressione.

  • Murray Rothbard in America's Great Depression e Lionel Robbins in The Great Depression

    spiegano con dovizia di particolari le cause e le conseguenze di quel tetro periodo. Espongono la

    fallacia secondo cui le banche centrali sono fonte di stabilit e controllo. Possono influenzare il

    mercato, ma non possono controllarlo. La quantit di informazioni troppo grande affinch un

    istituto orientato ad un approccio top-down possa controllarlo. Come disse Hayek in A Tiger by the

    Tail, come se stringessero la coda ad una tigre. Pensano di controllarla, ma non sanno dove andr

    la tigre e quando si rivolter contro di loro.

    Infatti l'economia statunitense si riprese nel 1946, grazie soprattutto ad un taglio della spesa

    pubblica, un taglio delle tasse, una diminuzioen dei deficit e il ritorno in patria dei soldati superstiti.

    Da qui in poi l'economia USA si sarebbe ripresa cancellando parte degli errori del pasato. Infatti

    fino al 1955 godette di un discreto tasso di crescita e questo fu l'ultimo anno in cui si registr una

    deflazione dei prezzi nell'economia dello zio Sam. Cosa accadde dopo? Lyndon Johnson, politiche

    di "guns and butter". Ovvero, grandi deficit per la guerra in Vietnam e per le spese insostenibili del

    welfare state. Ci port l'America sull'orlo della bancarotta e non tard ad arrivare la margin call a

    questo evento: De Gaulle richiese di rimpatriare l'oro della Francia. Gli Stati Uniti dichiararono

    ufficialmente bancarotta nel 1971, quando Nixon chiuse la finestra dell'oro. Perch non ci furono

    conseguenze? Perch non c'era concorrenza. Ora diverso. Immaginate una festa, una festa in cui le

    banche centrali portano gli alcolici. Quando le bevande si esauriscono, uno alla volta gli astanti se

    ne vanno. Di solito i primi che se ne vanno non vengono notati, ma quando il numero di coloro che

    abbandona la festa si fa cospicuo allora anche il resto dei partecipanti si fionder verso le uscite.

    Germania, Olanda, Austria, Francia e oggi la Svizzera vogliono abbandonare la festa. Cina e Russia

    l'hanno gi abbandonata. Rivogliono indietro il proprio oro.

    Ovviamente dal punto di vista dell'offerta di oro fisico ci non avr alcun effetto. Cambiare posto da

    un caveau ad un altro non avr alcuna ripercussione. Ci che cambier, e da qui la richiesta

    nell'odierno referendum di vietare la vendita dell'oro, sar l'offerta di oro fluttuante; ovvero,

    quell'oro utilizzato come garanzia nei contratti futures. Minore sar la quantit di oro fisico in questi

    mercati, maggiore sar il rischio che una richiesta dell'asset sottostante possa innescare una crisi.

    Infatti l'oro a garanzia di tali contratti stato utilizzato in pi e pi contratti. Pu questo portare ad

    una crisi di fiducia nei confronti dell'attuale sistema monetario fiat? Probabilmente no, l'oro infatti

    talmente de-monetizzato che le banche centrali potrebbero gestire un tale evento attraverso ulteriori

    manipolazioni. Addirittura una iperinflazione potrebbe non essere sufficiente. Pensate a Weimar.

    Pensate ad Israele nel 1985.

  • Seppur con le dovute cautele, sono tornati a valute cartacee. Cosa pu invertire un trend simile?

    Due parole: Grande Default. Il momento in cui gli stati non potranno pi onorare i loro obblighi nei

    confronti della popolazione: "Fondi insufficienti". Sar quello il momento in cui le persone si

    domanderanno: "Perch continuare a finanziare e a credere in un'istituzione truffatrice?" Secondo

    una ricerca del Casey Research gli asset investiti in oro fisico da parte dei fondi pensione globali

    ammontano all'1%. Non c' abbastanza oro in Occidente per coprire i buchi, perch sar l'oro il

    primo asset a cui ci si rivolger quando le promesse verranno infrante. L'Italia possiede

    ufficialmente 2,500 tonnellate di oro, stipate per la maggior parte presso la NYFED. Qualora

    volesse rimpatriarle si vedr rispondere la stessa cosa che stata detta ai tedeschi: "Sorry Hans, no

    gold". La Germania ha desistito per il momento. Cina e Russia hanno anticipato tutti. Hanno

    abbandonato la festa per prime. Si troveranno in una posizione di vantaggio.

    Ludwig von Mises scrisse nel 1920 Economic Calculation in the Socialist Commonwealth. In

    questo manoscritto descriveva come un'economia di comando sarebbe crollata sotto il peso dei

    propri errori e delle proprie contraddizioni. Nel 1989 l'URSS croll. Poi, nel 1950, Ludwig von

    Mises scrisse Planned Chaos in cui descrisse come un'economia mista sarebbe crollata sotto il peso

    dei suoi errori e delle sue contraddizioni. Stiamo assistendo a questo lento sgretolamento. Anche

    perch, come disse Herbert Stein: "Quando qualcosa non pu pi andare avanti, tende a fermarsi".

    Grazie.