BAGNO, CHE PASSIONE! I - tempo.net di pulizia... · CI VUOLE ORECCHIO... Pulito per sentirci bene!...

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PROFUMO DI PULITONon tutti i saponi, i bagnoschiuma e gli shampoo sono uguali: hanno colori e profumi diversi. Portate in classe il vostro detergente preferito, annusatelo tutti insieme e fate leggere alla maestra da quale fiore o frutto è stato estratto il suo profumo. Disegnateli e date un nuovo nome al vostro detergente preferito, creandogli una nuova etichetta. Un esempio? Eccolo disegnato qui sotto: potrete prenderlo “a modello” ma sicuramente con la vostra fantasia riuscirete a fare di meglio!

BAGNO, CHE PASSIONE!

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Il bagno (o la doccia per i più grandicelli). È sera: dopo aver trascorso la giornata in mille avventure, è venuto il momento di lavar via stanchezza e sporco: aiutiamo i grandi (che saranno sicuramente felici e decisamente stupiti) a riempire con l’acqua la vasca da bagno. Creiamoci la “compagnia giusta”:

paperette, supereroi, barchette e... bolle di sapone, un po’ di gioco anche qui non guasta! Entriamo in vasca e via, si comincia. Shampoo per i capelli e sapone o bagnoschiuma per il resto. Passiamo la spugna su tutto il corpo, senza sfegare troppo per non irritare la pelle, e prestiamo particolare attenzione ai punti più “nascosti” come dietro le orecchie, sotto le ascelle e fra le dita dei piedi, senza dimenticare le parti intime. Uscendo dalla vasca, con l’asciugamano asciughiamoci bene e, come durante il bagno (perché tutti ci ricordiamo che i germacci vivono come dei re nell’umido) soffermiamoci facendolo sui punti più “nascosti”. Et voilà, puliti e felici!

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DENTI SPLENDENTI

Tutti amano il sorriso dei bambini e nessuno può resistervi. Ma un bel sorriso, anche se quelli che esibite non sono i denti che

“masticheranno per noi” per tutta la vita, richiede attenzioni. Sappiamo che da piccoli i nostri denti sono 20, vengono chiamati denti temporanei (o più simpaticamente “denti da latte”) perché dal sesto anno di età verranno man mano sostituiti dai definitivi, che saranno 32. I loro nomi identificano le loro caratteristiche: • con gli incisivi, che assomigliano ad una piccola pala, incidiamo • con i canini, quelli “a punta” di fianco agli incisivi, strappiamo il cibo• con i premolari e i molari, quelli “grossi”, mastichiamo

FOTOGRAFIAMOIL SORRISO!Riuscite ad immaginare una lunga fila di sorrisi appesa in classe? Niente di più facile: basta acquistare una macchina fotografica “usa e getta” e sfoderare il miglior sorriso che abbiate mai fatto! Fotografatelo e poi, dopo aver sviluppato le immagini, utilizzatele per giocare a “Indovina chi è?” Non sarà così facile, infatti, individuare a chi appartiene il sorriso immortalato in fotografia.

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I denti sono molto duri, ma se non li laviamo spesso e bene, compaiono carie e placca. Cosa sono? Sono i principali nemici dei denti, perché li “indeboliscono” e spesso sono la causa della loro caduta. Ma perché si forma la carie? Perché se non rimuoviamo quotidianamente i residui di cibo da bocca, denti e gengive, i batteri si moltiplicano e “attaccano” i nostri denti fino a creare dei buchetti scuri, chiamati appunto carie. Che fare dunque? Armati dello spazzolino (con una testina piccola e dalle setole morbide) e di un buon dentifricio, impariamo a pulirli bene, seguendo questo piccolo metodo, che assomiglia più ad una danza: spazzoliamoli davanti, poi dietro, poi sopra e poi sotto, dall’alto in basso (per i denti superiori) e dal basso in alto (per i denti inferiori) girando tutt’intorno per almeno tre minuti. Sciacquiamo poi la bocca con abbondante acqua (siete anche autorizzati a far la “fontanella”). Guardatevi allo specchio: se avrete fatto tutte le mosse giuste, i vostri denti saranno perfetti! Ma non finisce qui: per mantenere perfetti i denti bisogna stare

attenti anche all’alimentazione: una dieta ricca di vegetali, carne e pesce e povera di zuccheri

raffinati fa bene ai nostri denti mentre dolcetti, merendine, caramelle e

snack costituiscono per loro una vera minaccia. L’eccessiva quantità di zucchero che contengono, infatti, altera il naturale equilibrio della bocca,

predisponendo alla carie.

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NON BASTA AVERE NASO...

Sta proprio al centro del viso ed è una delle prime cose che notiamo quando incontriamo qualcuno che non conosciamo. Può essere lungo, cor to, a patata o

aquilino: avrete capito che stiamo parlando del naso. Se le sue forme sono diverse e possono spesso non essere perfette,

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le sue funzioni devono, al contrario, esserlo. Non solo con il naso respiriamo, ma “scaldiamo” l’aria che dall’esterno (immaginate la temperatura dell’aria in inverno) entra nei nostri polmoni, la umidifichiamo e, con quei piccoli peletti che stanno all’interno delle narici, “fermiamo” polvere e molti dei batteri che ci circondano e che, se potessero entrare nell’organismo, darebbero problemi. A volte, però, qualche virus vi entra ed ecco che starnuti e tosse si manifestano: è arrivato il raffreddore! È lui che molto spesso ci fa ricordare... di avere il naso, proprio quando respirare diventa più difficile e continuiamo a soffiarcelo. Che fare però per non “appestare” tutte le persone che ci stanno intorno con il nostro virus?

Prima regola: usare il fazzoletto in car ta monouso e buttarlo subito dopo averlo utilizzato: così facendo molti virus

finiranno in pattumiera con lui e non nelle nostre tasche o in car tella o, peggio ancora, sul nostro... miglior

amico! Seconda regola: non starnutire rivolti verso le persone vicine: il rhinovirus del raffreddore, infatti, viene trasmesso attraverso quelle microgocciole di muco che si spargono nell’aria con lo starnuto. Terza regola: lavarsi spesso e bene le mani: soffiandovi il naso o anche solo toccandolo, “ospitate” sulle vostre mani il virus che si diffonderà su tutti gli oggetti che toccherete che

a loro volta lo passeranno a chi li toccherà dopo di voi e poi ancora e ancora.

Capite adesso perché, se noi non mettiamo in pratica la più elementare regola dell’igiene (stiamo parlando del

lavarsi le mani) le conseguenze non ricadranno solo su di noi, ma su una moltitudine di persone?

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CI VUOLE ORECCHIO...

Pulito per sentirci bene! E sì, anche le orecchie hanno bisogno delle nostre attenzioni, non molte, in realtà, ma importanti. Se la parte esterna dell’orecchio si lava facilmente con

bagno o doccia, è altresì vero che il suo interno non è “facile da raggiungere”. Da qui, però, dobbiamo rimuovere il cerume (quella sostanza giallognola e cerosa prodotta dal nostro orecchio) in eccesso perché può causare dei veri e propri “tappi” che possono portarci male alle orecchie o a sentire i suoni ovattati. Attenzione, però: non dobbiamo rimuovere completamente il cerume, che serve a proteggere l’orecchio da particelle dannose e per mantenere una corretta umidità nell’orecchio interno. Il miglior modo per rimuoverlo? Sicuramente non i famosi cotton fioc, che possono spingere e compattare il cerume in un unico “blocco” ancora più in profondità ma due semplici azioni meccaniche vecchie di centinaia d’anni: • muovere la mandibola (la parte “sopra” della bocca) più volte durante il giorno per favorire la naturale eliminazione dei granelli di cerume • dopo aver fatto il bagno, “avvitare” l’angolo di un asciugamano e introdurlo nell’orecchio rigirandolo: tutta l’acqua che vi è entrata verrà rimossa, e con essa il cerume in eccesso.

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MANI IN ALTO!

Ma solo se pulite! Abbiamo capito durante il viaggio che abbiamo fatto fino ad ora alla scoperta dell’igiene come lavarsi spesso le mani sia importantissimo per almeno tre motivi:

- ci protegge dai “pericoli esterni”: se ci laviamo spesso le mani, ovviamente non solo con l’acqua ma anche con il sapone, non portiamo a contatto con il nostro corpo, la nostra bocca (un classicoesempio è quello di fare merenda dopo esserci rotolati per

terra e non esserci lavati le mani) o i nostri occhi tutti i virus, i parassiti e i batteri che abbiamo “raccattato in giro” toccando oggetti e persone. - ci protegge dai batteri che normalmente vivono, senza però crearci problemi, all’interno del nostro corpo o sulla nostra pelle. Se, per esempio, andiamo in mensa dopo essere stati in bagno e aver “dimenticato” di lavarci le mani, immaginate un po’ cosa può esserci sulla loro superficie! - protegge gli altri dalla nostra “sbadataggine”: se infatti avremo sempre le mani pulite, quando saremo a contatto con altre persone od oggetti non “passeremo loro” quello che abbiamo accumulato su noi stessi. Lavarsi bene le mani è semplice ma nessuna delle loro parti deve essere “dimenticata”: ecco come fare. Togliete anelli, orologi e braccialetti; mettete le mani sotto l’acqua, insaponatele e sfregate il palmo, il dorso, il polso e tra le dita contando fino a 30. Sciacquatele con abbondante acqua e asciugatele con un asciugamano pulito o con quelli in carta monouso. Controllate bene anche le unghie, che devono sempre essere corte per evitare che vi “alloggino batteri”, perché non avrebbe senso avere mani pulite ed unghie “nere”; se particolarmente sporche, spazzolatele con l’apposito spazzolino.Riassumendo, ecco quando è “obbligatorio” lavarsi le mani: • appena arrivati a casa, prima di toccare qualsiasi oggetto, per far sì che sporco e batteri non “si insedino” fra le mura domestiche

• ogni volta che si è stati in bagno• prima di mangiare o toccare qualsiasi tipo di cibo• dopo aver toccato frutta e verdura, che possono avere sulla buccia residui di terra, e carne cruda• dopo aver starnutito o tossito quando abbiamo influenza o raffreddore, per evitare che i nostri germacci possano passare ad altre persone• dopo aver accarezzato cani, gatti e altri animali

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“CHE PUZZA DI PIEDI”...

È un’esclamazione che sentiamo quando a tavola arriva il gorgonzola o un formaggio dall’odore pungente. Ma perché proprio “di piedi” e non, per esempio, “di mani”, visto che comunque piedi e

mani sono le regioni corporee più ricche di ghiandole che producono sudore? Una mano sudata può essere non troppo piacevole, ma difficilmente puzza, perché sicuramente viene lavata più spesso ed è comunque esposta all’aria. I piedi, invece, durante il giorno sono “rinchiusi” per lunghe ore nelle calzature che li fanno sudare copiosamente e questo sudore viene accumulato all’interno del calzino. Questa grande umidità crea l’ambiente perfetto per la crescita di batteri (e a volte anche di funghi) che normalmente sono presenti sulla pelle: questi batteri cominciano a “lavorare” su una proteina della pelle, chiamata cheratina, dando luogo a sgradevoli odori. Possiamo quindi dire che batteri + sudore = puzza! Anche per i piedi, dunque, il sudore è una minaccia, essendo il luogo perfetto per batteri e funghi. Come aver cura dei nostri piedi, dunque, perché possano sempre essere pronti per ore di gioco, salti, corse e bellissime passeggiate? Bisognerà lavarli quotidianamente (e soprattutto dopo un’intensa attività fisica) con acqua e sapone, sfregando e asciugandoli bene anche in mezzo alle dita, utilizzare calzette e scarpe traspiranti (che “arieggiano” il piede), “stare alla larga” da scarpe di gomma e di plastica, che non permettono al piede di respirare, e, se possibile, non usare mai per due giorni di seguito le stesse scarpe (meglio sarebbe alternarne due paia: lasciando così il tempo al cambio di asciugarsi ed eliminare gli eventuali cattivi odori).

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UN DISCORSO DELICATO

N on è facile parlare di igiene intima ma sicuramente è un argomento che va affrontato: i “grandi” ci raccomandano sempre di lavarci le parti intime ogni volta, o almeno

quando è possibile, dopo essere stati in bagno.

Non avere un’accurata igiene intima può causare infezioni e non basta cambiarsi ogni giorno le mutandine ma è bene lavarsi con acqua corrente e con una piccola quantità di sapone neutro. Un periodo in cui avere delle attenzioni in più è l’estate perché il

caldo favorisce la moltiplicazione di molti microorganismi. Ecco alcune regole base, facili da mettere in pratica e che possono far evitare fastidiose irritazioni, pruriti o... peggio!

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• cambiare le mutandine ogni giorno: prima di indossarle, ovviamente, dobbiamo lavarci • non indossare mutandine strette, preferirle in cotone, evitando i materiali sintetici• al mare, non entrare in contatto diretto con la sabbia, che potrebbe causare infezioni• non tenere a lungo il costume bagnato: ricordiamoci che l’umidità è una manna per funghi e batteri• lavarsi dopo essere stati in mare o in piscina, per eliminare sabbia, sale e cloro• utilizzare sempre un asciugamano personale: lo “scambio di batteri” è sempre in agguato!

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CAMBIARSI È UN GIOCO

Cambiare ogni giorno i nostri vestiti non è solo un piccolo gesto di vanità: è una norma igienica.

I batteri, infatti, si riproducono facilmente su vestiti sporchi e sudati: se metteste per due volte gli stessi vestiti sporchi, portereste in giro, all’asilo e in ogni altro luogo voi vi recaste anche intere colonie di batteri.

Decisamente una brutta compagnia! La sera, dunque, facciamo canestro nella cesta portabiancheria con i vestiti sporchi: segneremo due punti a nostro favore e faremo così perdere la partita ai nostri avversari: batteri, virus e funghi!

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MI SON FATTO LA BUA...

Voi direte: non si dice bua, si dice “mi sono fatto male”! Scivolare sbucciandosi un ginocchio, graffiarsi, farsi un piccolo taglietto sono normali

incidenti di percorso per tutti. Ma non bisogna trascurare queste piccole ferite: i germi sono sempre

in agguato e non aspettano altro che queste piccole “porte aperte” per entrare nel nostro corpo. Non spaventiamoci, però: di solito non fanno grandi danni, ma la ferita si arrossa, a volte compare un po’ di pus e fa un po’ male. Che fare? Appena successo l’incidente, disinfettare bene la piccola ferita, coprirla con un cerotto traspirante finché è aperta e poi, quando si è formata la crosticina, lasciarla libera all’aria. Ma attenzione: non siate impazienti, non “grattate

via” la crosta: cadrà naturalmente solo quando la pelle sottostante

sarà completamente riparata, pronta ad affrontare nuove battaglie con la superficie

del campo giochi!

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