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UN BOTANICO CURIOSO, MA ALLE PRIME ARMI

Così viene descritto da colleghi ed amici Mario Palmieri, trovato morto l'altro ieri al Museo delle Scienze.

Gli inquirenti hanno scoperto che Palmieri aveva recentemente visitato l'Orto botanico “Carmela Cortini” dell’Università di Camerino, dove si era dedicato alla raccolta di piante presenti nella secolare struttura.

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UN BOTANICO CURIOSO, MA INESPERTO

Gli inquirenti hanno redatto un elenco delle specie vegetali raccolte da Palmieri all'Orto botanico pochi giorni prima di morire. Alcune di queste specie vengono comunemente coltivate nei nostri parchi e giardini, ma, non conoscendole nei particolari, Palmieri potrebbe aver raccolto ed utilizzato una pianta molto velenosa.Ma andiamo con ordine. Si tratta di 5 specie differenti, alcune più note, altre meno: alloro (Laurus nobilis), pittosporo (Pittosporum tobira), oleandro (Nerium oleander), fico (Ficus carica) e palma nana (Chamaerops humilis).Cerchiamo di capire meglio come sono fatti.L'alloro ha foglie con margini un po' ondulati e fortemente aromatiche, tanto da essere utilizzate in cucina.Il pittosporo ha invece foglie con apice arrotondato, riunite in gruppi in cima ai rametti giovani. I suoi fiori sono molto graditi dalle api!L'oleandro presenta foglie con lamina lanceolata, acuta all'apice, larga un paio di centimetri e lunga fino a 15.Il fico ha foglie divise in lobi, che troviamo spesso a coprie le nudità di antiche statue. Di questa pianta conosciamo la prelibatezza dei frutti ed il lattice, che può essere caustico, cioè causare bruciori sulla pelle.La palma nana, infine, sempre più rara in natura, presenta foglie disposte in corone all’apice dei fusti, divise in strisce.Può qualcuna di queste piante aver avuto un ruolo nella morte di Palmieri?

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L'ARBUSTO DELLA SETTIMANA

Parliamo oggi nella nostra rubrica di uno degli arbusti più utilizzati nell'allestimento di giardini ornamentali.È abbastanza facile da riconoscere, grazie alle foglie lanceolate. Per la bellezza dei suoi fiori e per la varietà di colori viene coltivata per abbellire giardini e alberare le strade: date un'occhiata anche alla vicina Autostrada “Adriatica”, li troverete nell'aiuola spartitraffico ed anche ai lati della carreggiata!Eppure, fin dall'antichità, la pianta in questione era considerata una pianta funeraria, probabilmente perchè era già nota la sua tossicità: Plinio affermava che era in grado di uccidere i serpenti e che, se accostato ad un animale selvatico, ne provocava l'intorpidimento. Apuleio narra, nelle sue "Metamorfosi", che Lucio, trasformato in asino, mentre cercava le rose che dovevano restituirgli le sembianze umane, fu ingannato dai fiori di oleandro: fortunatamente, prima di addentarlo, si accorse della sua pericolosità. Nelle campagne di alcune regioni italiane la pianta viene chiamata "ammazza cavallo" o "ammazza l'asino".

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Durante una delle vittoriose campagne militari in un paese del Mediterraneo all’inizio dell'800, i soldati di Napoleone incorsero in un mortale infortunio. Alcuni di loro, provenienti dalle più lontane lande dell'Europa settentrionale, pagarono a caro prezzo l'inesperienza e la mancata conoscenza delle piante mediterranee.Sembra che, come riportato da diversi documenti, avendo a disposizione carne fresca da cuocere alla brace, i soldati utilizzarono come spiedini su cui infilare i gustosi bocconcini alcuni rametti di una pianta ben nota dalle nostre parti e molto utilizzata in parchi e giardini.

In tanti morirono, ma la vicenda, purtroppo, non sembra aver insegnato molto...