B IN INDONESIA - agesci.it · Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Mons. Giovanni Catti, Anna...

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in questo numero 2. Editoriale Tre facili esperimenti 3. Baloo Una casa grande come il Mondo 5. Vita di Branco/Cerchio I mille popoli della Giungla e del Bosco 8. Consiglio degli Anziani Globalizzazione: una storia per capire 10. Fratellini e sorelline del Mondo Vita da bambini in Indonesia 12. Natura Una spesa più sana e più giusta 15. Biblioteca di Branco/Cerchio Nino e Sebastiano“ di René Escudié 18. Giochi I giochi dello Scovolino 21. Saggezza di Branco/Cerchio Solo un piccolo pugno di terra 23. Fumetto Cose dell’altro mondo! 25. Mani Abili Fiori dalla plastica 29. Corrispondenti Grazie grazissime! 30. Posta La posta di Gufo Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana SCOUT - Anno XXIX - Numero 13 - 18 aprile 2003 - Settimanale - Spedizione in abbonamento postale legge 662/96 - art. 2 comma 20/c Poste Italiane DCO/DC - BO - € 0,51 - Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità: Piazza Pasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore re- sponsabile: Sergio Gatti - Registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il tribunale di Roma. Stampa: So.Gra.Ro. via I. Pettinengo 39, Roma - Tiratura di questo numero 60.500 - Finito di stampare nell’aprile 2003 S o m m a r i o La rivista è stampata su carta riciclata, sbiancata in assenza di cloro. Anno XXIX - n. 13 - 18 aprile 2003 Settimanale - Spedizione periodico in abbonamento postale legge 662/96 art. 2 comma 20/c Poste italiane DCO/DC - BO a pag. 25 - Mani Abili FIORI DALLA PLASTICA a pag. 10 - Dal Mondo VITA DA BAMBINI IN INDONESIA La redazione Capo redattore: Camillo Acerbi Redattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Mons. Giovanni Catti, Anna Maria Guidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’Luciano Pastorello, Vittoria Perini, Marco Quattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli Impaginazione: Simona Pasini Chiuso in redazione il: 3 aprile 2003 Il Branco "Orsa Maggiore" del Calimera 1 (Lecce) anche que- st'anno ha effettuato la raccolta viveri per i po- veri della città. Eccoli all'opera. CITTADINI DEL MONDO

Transcript of B IN INDONESIA - agesci.it · Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Mons. Giovanni Catti, Anna...

in questo numero2. Editoriale

Tre facili esperimenti3. Baloo

Una casa grande comeil Mondo

5. Vita di Branco/CerchioI mille popoli dellaGiungla e del Bosco

8. Consiglio degli AnzianiGlobalizzazione: unastoria per capire

10. Fratellini e sorelline del MondoVita da bambini inIndonesia

12. NaturaUna spesa più sana epiù giusta

15. Biblioteca di Branco/Cerchio“Nino e Sebastiano“di René Escudié

18. GiochiI giochi delloScovolino

21. Saggezza di Branco/CerchioSolo un piccolo pugno di terra

23. FumettoCose dell’altro mondo!

25. Mani AbiliFiori dalla plastica

29. CorrispondentiGrazie grazissime!

30. PostaLa posta di Gufo

Associato all'UnioneStampa Periodica Italiana

SCOUT - Anno XXIX - Numero 13 - 18 aprile 2003 -Settimanale - Spedizione in abbonamento postale legge662/96 - art. 2 comma 20/c Poste Italiane DCO/DC - BO- € 0,51 - Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità :Piazza Pasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore re-sponsabile: Sergio Gatti - Registrato il 27 febbraio 1975con il numero 15811 presso il tribunale di Roma.Stampa: So.Gra.Ro. via I. Pettinengo 39, Roma -Tiratura di questo numero 60.500 - Finito di stamparenell’aprile 2003

Sommario

La rivista è stampata su carta riciclata,sbiancata in assenza di cloro.

Anno XXIX - n. 13 - 18 aprile2003 Settimanale - Spedizione

periodico in abbonamento postalelegge 662/96 art. 2 comma 20/c

Poste italiane DCO/DC - BO

a pag. 25 - Mani Abili

FIORI DALLAPLASTICA

a pag. 10 - Dal Mondo

VITA DA BAMBINI IN INDONESIA

La redazioneCapo redattore: Camillo AcerbiRedattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Mons. Giovanni Catti, Anna MariaGuidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’ Luciano Pastorello, Vittoria Perini, MarcoQuattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli Impaginazione:Simona Pasini

Chiuso in redazione il: 3 aprile 2003

Il Branco "OrsaMaggiore" del Calimera1 (Lecce) anche que-st'anno ha effettuato laraccolta viveri per i po-veri della città. Eccoli all'opera.

CITTADINI DELMONDO

Gesù risorto, prima di salireal Cielo, diede un comando ai suoiapostoli: “Andate in tutto il mondo!”(Mc 16,15). Chissà che paura!Conoscevano solo le strade polvero-se della Palestina. Di Roma, dellaGrecia e di altri luoghi avevano sen-tito parlare, ma rimanevano tantolontani. Gesù, invece, li mandava intutto il mondo ad annunciare il suoVangelo. Una bella avventura!

Anche Francesco di Assisi,appena arrivarono i primi compa-gni, li inviò a due a due in tutte le di-rezioni a predicare la pace e il bene.

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Facciamo un esperimento:alzi la mano chi di voi ha sentito par-lare di “globalizzazione”! Quasi tut-ti, come era prevedibile. In effetti, daun po’ di tempo a questa parte, se neparla parecchio, sui giornali, alla TV,forse anche a scuola… E avetesenz’altro sentito le espressioni“movimento no-global”, “villaggioglobale” e via dicendo, non è vero?Adesso facciamo un'altra prova: alzila mano chi saprebbe spiegare beneche cos’è questa “globalizzazione”!Uhmm, questa volta le mani alzatesono molte meno… E avete ragione,perché non è per niente facile capirecome stanno le cose. Non è facile ca-pire, per esempio, che cosa ci sia digiusto e che cosa di sbagliato, e per-ché ci sono persone che ne parlanobene e altre, invece, che vanno a pro-testare contro di essa.

Non è facile capire, ma èmolto importante cercare di farlo.Perché la globalizzazione, che noi lovogliamo o no, entra già pesante-mente nella nostra vita quotidiana:

quando navighiamo in Internet,quando andiamo a mangiare unhamburger, quando incontriamo unimmigrato, quando compriamo ungiocattolo che viene dall’altra partedel mondo, ecc. ecc.

E allora, facciamo un ultimoesperimento: proviamo a leggere perbene questo numero di Giochiamo!Ci sono Baloo (pag. 3) che ci faguardare al Mondo con gli occhi checi interessano di più, quelli di Gesù;Erik e compagnia (pag. 5) che cifanno vedere come, anche nel Boscoe nella Giungla, si incontrino popolie culture diversi;Gufo (pag. 10) checi racconta la storia di un bambinolontano, che vive il “mercato mon-diale” sulla sua pelle; Pippi (pag.12) che ci spiega cosa c’entrano que-ste cose con la nostra spesa di fruttae verdura; e tutti gli altri amici diGiochiamo pronti ad aiutarci a capi-re meglio la globalizzazione e, diconseguenza, la nostra vita di tutti igiorni.

Proprio come gli uccelli che un gior-no, dopo aver ascoltato le sue parolee ricevuto la sua benedizione, vola-rono via verso i quattro punti cardi-nali, formando una croce, fatta dicanti gioiosi.

Gli amici di Gesù e di sanFrancesco sanno che il mondo inte-ro è la loro casa perché gli uomini

che vi abitano sono tutti fratelli. Perquesto ciò che succede nel mondo liinteressa, non solo per la curiosità,ma anche perché si sentono parte diuna grande famiglia con le sue gioiee le sue sofferenze. I moderni mezzidi comunicazione ci portano ilmondo in casa. Qualcuno ha scrittoche viviamo come in un “villaggioglobale”, dove tutti conoscono la vi-

ta e la storia di tutti. Questa è unacosa bella perché siamo aiutati a nonpensare solo a noi stessi, ma a parte-cipare con animo aperto e solidale alcammino degli altri. Don LorenzoMilani suggeriva ai suoi ragazzi diripetere sempre due paroline sem-plici, ma grandi: “I care!” (mi interessa).

I lupetti e le coccinelle imparano ascoprire ogni giorno cose nuove e anon aver paura di quello che è diver-so da loro. Al contrario sono conten-ti di aggiungere sempre qualcosa altesoro delle loro esperienze.C’è però un pericolo: quello di cor-rere dietro a ogni novità per non es-sere da meno degli altri. E questacorsa rischia di non finire mai, per-ché non si è mai contenti abbastan-za. A meno che non imbocchiamo lastrada che, come scout, conosciamobene: la felicità consiste nel fare feli-ci gli altri. Tutti, senza distinzione.Come insegna Gesù che manda isuoi discepoli in tutto il mondo.

Buona caccia e buon volo!Baloo

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Direte voi: “A fare cosa, questa

volta?”

A scoprire insieme alla vostra

talpa preferita (che sono io!)

l’incredibile quantità e varietà

del mondo in cui viviamo e gio-

chiamo!

Quando i Lupi cacciano nella lo-

ro Giungla con i loro Vecchi

Lupi non incontrano solo Lupi

anziani e cuccioli, e quando le

Coccinelle sono in Volo con il

loro Cerchio sono mille e tutti

diversi gli incontri che fanno.

E questo rende la vita nel

Bosco e nella Giungla molto più

affascinante e ricca di sorpre-

se e cose utili.

Siete d’accordo? Proprio sicuri

tutti quanti?

Andiamo insieme a sentire cosa

ci raccontano i nostri amici, e

anche i più perplessi si convin-

ceranno.

Buon Volo e Buona Caccia da

Erik, la talpa

Ciao Cocci e Lupi di tutti i Branchi e iCerchi d’ Italia e del mondo!Sono certa che state proprio bene e cheanche questa volta avete voglia di an-dare in giringiro sottosopra il Bosco e laGiungla insieme a me.

Pochi possono guardare laGiungla dall’alto, volandoci sopracome posso fare io, vedendo tuttoquello che accade con uno sguardosolo! E voi, Lupi, conoscete benequanto è acuta la mia vista !!

Ecco laggiù il villaggio de-gli uomini, ai margini della Giungla,quasi ne temesse i misteri. Un po’più in là le Terre Arate, vicino ai pa-scoli delle mandrie e alla valle dellaWaingunga. Poi la Giungla, su cuiregnano incontrastati abitanti di ognipopolo e razza, tanti e tanto diversi.Ecco un sambhur sbucare fuori dalfitto della macchia e silenziosamen-te abbeverarsi alla Waingunga. Piùin là Hathi, il signore della giungla,sta mangiando con calma germoglidi bambù. Ancora più in là il popolocacciatore si muove in silenzio, fiu-tando una buona traccia. Laggiù, in-vece, il bandar-log, il popolo dellescimmie, si muove verso le Tane

Fredde cercando di farsi notare datutti gli altri. Qui Mor il pavone mo-stra tutta la bellezza, là in fondo sisente il debole e ritmato ciugh-dru-gh dei cinghiali…

Tanti e differenti sono i po-poli che vivono nella Giungla, cia-scuno con le sue abitudini e le suenecessità, alcuni anche avversari traloro: ma ognuno ha il suo posto. Etanti e diversi sono i linguaggi, maun sola è la Legge.

E se dovesse accadere, comeè già successo, che un grande peri-colo minacci tutti quanti, è la Leggeche ricorda che ognuno deve rispet-tare la tregua quando l’acqua vienea mancare. E se qualcuno da lontanovorrà di nuovo invadere la Giungla,la Legge, che è vecchia e vera comeil cielo, ci ricorda sempre che siamodi uno stesso sangue, sorelline efratellini, voi ed io.

Chil, l’avvoltoio

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“Finalmente!”, esclamò Ginestracon entusiasmo, “La neve è scom-parsa, così possiamo ritrovarci e ri-prendere il volo per arrivare allamontagna di Arcanda. Il nido delmerlo è stato un bel rifugio dal fred-do, ma avevo proprio voglia di usci-re un po' a giocare al sole.” Ecco co-sa disse Ginestra incontrando le altrecoccinelle che avevano trascorso co-me lui l'inverno ospiti degli animaliche abitavano nel vecchio pino.Cerfoglio aggiunse con affetto: “Unpo’ mi dispiace lasciare il picchioche ci ha ospitati, e ci ha anche inse-gnato a riconoscere le piante del bo-sco, mentre noi gli abbiamo raccon-tato di aver assaggiato delle bacchebuonissime, che lui cercherà quest'e-state.”Anemone allora saltò su esclaman-do: “Anche noi abbiamo insegnatoalla talpa qualcosa che non sapeva:la vedete lì tutta contenta a mangiarequelle foglioline tenere? Quando leici spiegava come si orientava nelbuio sottoterra, aiutandosi con il na-so per cercare radici di cui è ghiotta,noi le abbiamo suggerito di cercaredel cibo anche SOPRA la terra, e co-sì adesso lei può mangiare cose chenon aveva mai assaggiato.”

Anche Marzolina voleva dire la sua:“ Certo non è sempre stato facile vi-vere col merlo, ma ci siamo impe-gnati ad accettare le nostre diversità.Lui fischiava allegre melodie e noiinventavamo le parole, e così abbia-mo creato insieme delle bellissimecanzoni.”Fiordaliso saggiamente concluse:“Quest'inverno ci ha offerto unagrande occasione: siamo stati accolticon generosità da amici tanto diversida noi, che ci hanno ospitati e ci han-no insegnato le loro abitudini, e noiabbiamo avuto la gioia di ricambiarela loro gentilezza con le cose che sa-pevamo!

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C’è una cosa che non riesco proprioa capire. La maestra, pochi giorni fa,ha spiegato la globalizzazione, di-cendo: “Pensate a un grande mercatomondiale a cui possono accedere tut-ti. Dal dentifricio alle medicine, intutto il mondo chiunque può com-prare lo stesso prodotto”. Ma come èpossibile, se zia Carla, missionaria inIndia, mi ha detto che laggiù tantissi-

mi uomini, donne e bambini muoio-no di fame e malattia per strada, sen-za potersi comprare niente?La maestra ha anche detto: “Le di-stanze si accorciano, perché attraver-so il telefono, la televisione eInternet, gli uomini di tutto il mondopossono sentirsi più vicini”. Ma sia-mo proprio sicuri che tutti hanno ilcomputer o anche solo la TV?

La lezione si è poi conclusa così:“Allora, bambini: globalizzazionevuol dire libera circolazione di idee,cose e persone; al mondo, non esi-stono più i confini”. E io sono rima-sto molto perplesso: in fondo gli oc-chi per vedere ce li ho, e con questiocchi vedo che le cose sono un po’diverse.In classe con me, ci sono due com-pagni che sembrano inventati da unoscrittore, tanto sono diversi.Federico viene da una famiglia mol-to ricca, vive in una villa con tutti icomfort. Il suo papà è un ingegnereinformatico, e viaggia in tutto ilmondo. Fino a qui è chiaro cosa vuoldire “libera circolazione di persone edi idee”…E poi c’è Marcos, che è straniero. Ilsuo papà, l’unico viaggio che ha fat-to è stato venire in Italia per lavora-re. Ha iniziato in una industria, madopo pochi mesi ha perso una manosotto una macchina ed è stato licen-ziato. A scuola tutti studiamo inglese

e utilizziamo il computer, ma cosapuò farsene Marcos, che in casa ha amalapena la luce?E poi su di una cosa proprio non hodubbi: i confini esistono ancora, ec-come! Quando vedo Federico butta-re la merenda al suo cane, mentreMarcos fa merenda solo perché glie-ne presto un po’ della mia, a me sem-bra che non esista una divisione piùgrande…Insomma: la maestra fa bene a direche nella globalizzazione ci sono de-gli aspetti positivi, però bisogna sta-re attenti, perché ci sono anche dellecose brutte. Se la globalizzazionecrea ricchezza solo per qualcuno, ledifferenze con gli altri finiscono conl’aumentare, e quello che si ottiene èla globalizzazione della povertà.Allora dobbiamo tenerci informati, echiedere che la globalizzazione sibasi su una sviluppo equilibrato ditutti i Paesi (anche quelli poveri) e suuna distribuzione più giusta dei benidel mondo.

Rieccomi qua, fratellini e sorelline!Sono appena tornato da un lungo viag-gio dall’altra parte del pianeta, nelsud-est asiatico. Forse non lo sapete,ma molti dei vostri giocattoli e vestitivengono fabbricati laggiu’ da bambinicome voi, come ad esempio Iqbal.Leggete la sua storia... A presto da

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Ciao, io sono Iqbal, ho dieci anni,e la mia storia è facile da raccontare:è come quella di molti bambini che,come me, vivono in Indonesia.Ho da poco ricominciato ad andare ascuola, dopo aver lavorato, comestanno ancora facendo i miei due fra-telli più piccoli. Ho anche ripreso adandare ai lupetti, che qui da noi sonotantissimi: pensate, in Indonesia cisono 10 milioni di scout!!!Mi piace proprio andare a scuola, po-ter imparare sempre cose nuove: miero quasi dimenticato come fare aleggere, e a scrivere faccio ancora unpo’ fatica… Perché avevi smesso, al-lora, direte voi?Il fatto è che ho dovuto iniziare a la-vorare per aiutare i miei genitori apagare un debito, che con il passaredel tempo era diventato sempre piùgrande. I bambini trovano facilmentelavoro nel mio Paese: con le nostrepiccole mani riusciamo a fare cosecosì bene e così velocemente cheneanche gli adulti più bravi riesconoa fare. Quali cose?Per esempio le scarpe sportive (forse

proprio quelle che indossate anchevoi per andare in caccia o in volo),oppure i palloni di cuoio. E poi an-che quei bei peluche che regalanonel fast food, o quei piccoli giocatto-li che si trovano nelle uova di cioc-colato…Ora ho dovuto smettere perché lemie mani stanno diventando troppograndi: anch’io sto crescendo. Maper un intero giorno di lavoro (11 o12 ore senza fermarsi mai, perchénon è permesso), portavo a casa an-che il corrispondente di 60 centesimidi Euro. Lo so, per voi è molto poco;ed è strano che noi quaggiù costruia-mo per voi delle cose che poi non ab-biamo i soldi per comprare…L’importante però è aver fatto delmio meglio per aiutare la mia fami-glia, e continuerò a farlo, anche se èmolto più bello poter conoscere sto-rie nuove ogni giorno.

INDONESIADov’è: nel sud-est dell’Asia; è un arcipelago composto di 17000 isole!Quanto è lontano: la sua capitale, Giacarta, dista da Roma quasi 11000 kmQuant’è grande: 1,9 milioni di km2 (oltre 6 volte l'Italia)Quanti abitanti ha: 230 milioni (4 volte l'Italia)Che lingua si parla: il Bahasa Indonesia, e vari dialetti locali

Se vuoi saperne di più sui bambinidell’Indonesia, e sui meccanismi della glo-balizzazione, insieme ai tuoi genitori o aituoi capi potete leggere questi due libri del-la EMI – Editrice Missonaria Italiana:• Vito Scagliuso, “Gli ultimi della Terra.Indonesia e Sierra Leone”

• Emanuele Fucecchi, “Glob glob! La globalizzazione spiegata ai ragazzi”

Per conoscere alcuni dei giocattoli e altriprodotti che vengono fabbricati per noi daibambini in Indonesia, potete guardare il sito:www.manitese.it/boycott/boyc29/indone-si.htm

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Che cosa vuol dire fare spesa di frut-ta e verdura nella cosiddetta “era del-la globalizzazione”? Vuol dire chedal verduraio o al supermercato noipossiamo trovare di tutto e in tutti imomenti dell’anno. Ma ci siamo maichiesti il perché? Perché, per esem-pio, è così facile trovare le ciliegierosse a Natale oppure comprare l'a-nanas in un piccolo paese di monta-gna? Eppure noi sappiamo che le ci-liegie in Italia maturano a maggio egiugno, e che l'ananas non può certocrescere in montagna, ma provieneda paesi tropicali…I motivi sono essenzialmente due: unprimo motivo che possiamo definire“tecnico” e un secondo motivo chediciamo “economico”. Vediamoli.

Frigoriferi, navi, aereie conservanti

Da alcune decine di anni, l'umanitàha inventato sistemi per spostare ve-

locemente le merci; ci sono centinaiadi aeroporti e di porti, con navi e ae-rei veloci. Così, la frutta e la verdu-ra, grazie anche a potenti frigoriferi eall'uso di sostanze che impedisconodi marcire (conservanti), possono es-sere trasportate da tutti i continentidel pianeta. Ma allora chiediamoci:quanto costa tutto questo? Tanti aerei e navi in giro per il mon-do a trasportare questi prodotti,quanto consumano? E quanto inqui-namento producono? E a propositodi inquinamento, quelle sostanze perconservare la frutta sono naturali otossiche? E se poi ce le mangiamo eavveleniamo il nostro corpo?

La paga del contadinodel Sud del mondo

Per fare il prezzo di un prodotto in-tervengono tanti elementi. Per esem-pio, nel prezzo di una banana c'è ilcosto della terra e dell'albero, c'è ilcosto del lavoro del contadino che laproduce, quello del commercianteche la trasporta dall'America Latina

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Sebastiano vive in un appartamento BLU con le tendine VER-DI, che è fisso sulle sue fondamenta, è troppo caldo, puzza didetersivo e di chiuso. Perciò la mamma di Nino non vuole cheNino giochi con Sebastiano.Nino invece vive in una roulotte VERDE con le tendine BLU,piccola, fredda, buia, puzzolente di terra e peli di cane. Perciòla mamma di Sebastiano non vuole che Sebastiano giochi conNino.Un giorno, durante una gita scolastica in campagna, cominciaa piovere forte. Tutti fuggono. Nino e Sebastiano trovanorifugio dentro una capanna tutta ROSSA e…

di RENÉ ESCUDIÉ

in Italia, e infine c’è il guadagno delnegoziante italiano che la mette invendita. Ma per pagare una bananalatino-americana a un costo “norma-le” (equivalente più o meno ad unapesca coltivata in Italia) è necessarioche una delle parti che formano ilprezzo sia molto bassa. Ora rifaccia-mo i conti: il negoziante italiano nonpuò non guadagnarci, il costo di tra-sporto possiamo definirlo fisso.

Se poi consideriamo che il commer-ciante internazionale non fa questolavoro "gratis", cosa resta? La pagadel contadino o dell'operaio del suddel mondo, che ha lavorato per quel-la banana. Una paga spesso "da fa-me" e - molte volte - senza nessuna“tutela sindacale” (cioè senza alcunaprotezione dei suoi diritti). E' perquesto che spesso a fare certi lavorinel cosiddetto Terzo Mondo vengo-no utilizzati i bambini.Ecco perché da un po' di tempo siparla di negozi del commercio equoe solidale, nei quali i prodotti costa-no forse un poco di più, ma siamo si-curi che non nascondono nessuna in-giustizia.

Ecco perché, nell'era della globaliz-zazione, è più SANO e più GIUSTOmangiare frutta e verdura di stagionee prodotte vicino a noi.Parliamone in Branco e in Cerchio

NINO eSEBASTIANO

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Nino e Sebastiano vivono in due mondi del tutto diver-si, davvero l’uno opposto dell’altro. Ma loro, Nino eSebastiano, sono davvero così diversi? Se vuoi saper-lo annerisci e confronta le loro ombre e leggi la loro

storia in “Nino e Sebastiano” di R. Escudié.

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1. RE+BUSAkela ci sta leggendo una frase molto bella di B.P. (il fondatore deiLupetti e delle Coccinelle di tutto il mondo). Ci prego ci prego, aiutami a capire!!

2. DA DOVE VENGONO?I bambini qui sotto sono tutti miei amici… Che fortu-na fortunifera! Ma mi puoi aiutare a ricordare da do-ve vengono?

Ciao a tutti! Voglio fare il giro del Mondo

3. GNAM GNAM!!

Ecco qui tante cose buone da mangiare che piaccio-no a tutti i bambini del mondo!! Inserisci i loro no-mi nella griglia qui sotto.

Nella colonna verticale scoprirai qual è la cosa che mi piace dippiu!

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1. LA + SCI +A + TELA + TERRA + UN + PO' + MIGLIO + RE + DICO + MELA + AVE +TE + TROVA +TA. Lasciate la terra un po' migliore di come la avete trovata.2. 1 B 2 A 3 D 4 C3. Orizzontali: 1.Hamburger; 2.Pizzetta; 3.Caramelle; 4.Patatine; 5.Aranciata; 6.Cotolette.Verticale: GELATO!

Soluzioni

Stringo nella mano una piccolazolla di terra. Lo stringo e strin-go ancora di più, questo pugnodi terra, l’arrotondo e penso cheanche noi viviamo sopra un pu-gno di terra arrotondato.Dante Alighieri, chiudendo gliocchi anche se è giorno, se loimmagina: “… e vidi questoglobo…” (Paradiso 22,134). E sorride,perché lo vede assai piccino, inconfronto con gli altri vagabon-di, vaganti nello spazio: i pianeti.Gli torna in mente una piccolaaia, un’aiuola veduta un giornoin campagna, presso la casa diun contadino, in Toscana, la suaregione.

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Il nostro pugno di terra, il pia-neta Terra, rimane piccino, an-che se da lassù, nel Paradisodove il poeta immagina di stare,vi si scorgono monti alti, e fiumidi acqua che corre dalle sorgen-ti alle foci, e zone aride, a volteirrigate e coltivate.Ma su questa piccola aia che èla nostra Terra se paragonataall’Universo, noi uomini diven-tiamo a volte tanto feroci da es-sere più feroci delle fiere, dellebestie selvatiche.Forse il Piccolo Principe è ri-tornato sul suo asteroide, e rie-sce a vedere che cosa terribilestiamo facendo, in questo mo-mento, a tale proposito.

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Ogni giorno gettiamo nel bidone deirifiuti tantissime cose; spesso le but-tiamo tutte insieme, senza prendereun po’ di tempo per separarle in con-tenitori diversi (a seconda del mate-riale), a meno che la nostra città nonci abbia abituato a farlo.Sappiamo certamente che carta, ve-tro, lattine e plastica possono esserericiclate, ma a volte ce ne dimenti-chiamo. Quello che forse non sappia-mo è che questi materiali possonoessere riutilizzati anche per crearedei piccoli capolavori.Prendiamo, per esempio, le bottigliedi plastica (solo quelle dell’acquaminerale e delle bibite) e trasformia-mole in… fiori!

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Ecco cosa occorre:• bottiglie di plastica (acqua, bibite) di

ogni forma e colore

• cutter (taglierina) e forbici

• pinze

• attaccatutto o colla a caldo

• filo di ferro (2 mm di diametro)

• lumini di cera piccoli

• fonte di calore

(fornellino a gas, fornello)

Prendiamo una bottiglia di coloreverde (per fare il sotto del fiore), to-gliamo l’etichetta e tagliamola con iltaglierino o con le forbici a circa 8cm di plastica dal fondo, ottenendoun “bicchiere”. Con le forbici sago-miamo la parte superiore del nostrobicchiere, formando dei “sepali” sen-za arrivare troppo in basso, facendoil taglio a metà fra una scanalatura el’altra del fondo.

Prendiamo altre bottiglie di colorerosa, arancio, azzurra, viola e faccia-mo altrettanto.

Tagliamo anche la parte alta dellabottiglia proprio sotto il tappo e poipiù giù a circa 8/10 cm, ottenendocosì una specie di “imbuto”; nellaparte più larga facciamo tanti tagliuno dietro l’altro a distanza di 1 cm,come se fosse una frangia.

Adesso sagomiamo i petali in diversimodi: a punta, arrotondati, a formadi cuore, frastagliati ecc., per ottene-re: margherite, rose, viole del pensie-ro, garofani… Ma come? Qui vienela parte più difficile, e occorre l’aiu-to di un adulto!Accendiamo, in un posto sicuro, unfornellino a gas (di quelli che usanole scolte e i rover del Clan) o usiamoil fornello della cucina; prendiamo ilfondo della bottiglia verde che ab-biamo tagliato e, tenendolo per duepunte opposte, accostiamolo allafiamma in modo orizzontale, standomolto attenti a non scottarci. La di-stanza deve essere giusta perché ilcalore deformi la plastica, ma lafiamma non la bruci.Tirando un po’ e seguendo le nerva-ture del fondo di bottiglia, allarghia-mo la nostra forma fino quasi a farladiventare piatta; possiamo aiutarcicon una pinza che però lascerà qual-che segno sulla plastica.

GRAZIE GRAZISSIME

a tutti i Branchi e i Cerchi, a tutti iLupetti e le Coccinelle che hanno invia-to la loro cartolina a “A light for hope”per la Giornata della Memoria, 27 gen-naio 2003. Chiedete ai vostri capi e/o aivostri genitori di confermare l’adesionedel gruppo sul cartoncino che è stato in-viato da Treviso come prima risposta.Nella cartina troverete tutti i luoghi e lipotrete collegare.Stabilite il vostro punto di partenza econ la matita tracciate una linea che uni-sca i diversi siti senza staccare la puntadal foglio. Quando sarete arrivati all’ul-timo sito stabilite il doppio verso dellalinea. Avete ottenuto una mappa alla qua-le è importante attribuire unnome. Questo è il percorsoche hanno fatto le vostrecartoline arrivate a Trevisoda tutti i luoghi indicati nel-la cartina! Adesso ricopiatesul vostro quaderno il per-corso e il titolo e spedite aGiochiamo la cartina sullaquale avete appena lavoratoe messo il titolo. Arriveràuna nuova risposta. Nel frattempo esercitatevi inBranco e in Cerchio a spie-gare ai vostri genitori cosaavete realizzato e perché.

• Rivoli 4 (To) • Poirino 1 (To)• Ivrea 1 (To) • Racconigi 1(Cn) • Mondovì 1 (Cn) • Tradate 1 (Va) • BustoArsizio 3 (Va) • Cernusco 1(Co) • Bergamo 5 • Bonate 1(Bg) • Roncadelle 1 (Brescia)• Bozzolo 1 (Mn)• Monselice 1 (Pv)

• Loreo 1 (Ro) • Adria 1(Ro) • Rovigo 1 • Treviso 1• Castelfranco 2 (Tv)• Mirano 1 (Ve)• Scuola elem. via Bottego (Pr)• Genova 55• La Spezia 3• Branco “Fiore Rosso” (Fi)• G Borgo S. Lorenzo (Fi)• Monti del Trasimeno 1 (Pg)• Roma 139• Roma 92 e 95• Roma 17• Castelnuovo di Porto (Rm)• Napoli 8• Bari 1 • Rutigliano 1 (Ba)• Squinzano 1 (Le)• Nardò 1 (Le)• Lamezia Terme (Cz)• Carbonia 1 (Ca)• Zafferana 1 (Ct)• Ravanusa 1 (Ag)• Branco “Roccia della pace” (Me)

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Prendiamo gli altri fondi tagliati (co-lorati), e allarghiamoli senza farli di-ventare piatti, perché questi forme-ranno i petali del fiore. Attenzione,se abbiamo fatto le “frange” basteràavvicinare meno la plastica allafiamma e per minor tempo perché itagli ne hanno ridotto la consistenza.

Infine, usando attaccatutto, siliconeo colla a caldo, incolliamo al pezzoverde dei “sepali” un pezzo coloratoche rappresenta la corolla dei petali.

Possiamo fare dei fiori da tavolo, daappendere, galleggianti, o graziosilumini per la sera; ma se vogliamoun mazzo di fiori da mettere in unvaso dobbiamo, prima di attaccare isingoli pezzi, fare con un punteruolocaldo un piccolo foro al centro diogni forma.Prendiamo un pezzo di fil di ferro,arricciamo una delle estremità conuna pinza e facciamolo passare den-tro al foro del fiore già montato.Tagliamo da una busta della spesa(verde) o da un sacchetto della pattu-miera alcune striscioline da 2 cm. e“ingambiamo” il filo di ferro comese fosse carta crespa o nastro da fio-rai (guttaperca), ottenendo lo stelodel fiore.

Con gli altri pezzi delle bottiglie pos-siamo fare porta oggetti, porta mati-te, porta pennelli, festoni, dischettida unire assieme per formare delletende da porta…

Buon lavoro e a presto!!!!

AA LIGHTLIGHT FORFOR HOPEHOPE

visitate il sitovisitate il sito http://www.agesci.org/metodo/coraggiosi/index.html

La Posta di Giochiamo

via Tiberti, 21

47023 Cesena

3130

Caro Giochiamo,mi chiamo Nicola e faccio parte delBranco “Seeonee”, gruppo scoutChirgnago 1 (VE).Con i miei amici del C.d.A., stiamoorganizzando una mostra con le fotodegli ex componenti del Branco, perraccogliere dei soldi per andare ingita ad Assisi, a conoscere i luoghidove è vissuto S. Francesco.

Vorremmo passare tre giorni a visita-re la città. Scommetto che sarà un’e-sperienza indimenticabile!Anche organizzare questa mostra èstato impegnativo; selezionare le fo-to è stato il momento più divertente,e ora aspettiamo il giudizio dei geni-tori.

Tanti saluti da Nicola

E sempre per restare in tema di ricordi, ecco labella cronaca di Sara sui festeggiamenti per i 90anni di scoutismo nella sua citta’:

Caro Giochiamo,mi chiamo Sara e ti scrivo dalBranco Waingunga del Portici 4(NA). Ti vorrei raccontare del no-vantesimo anno di scautismo che ab-biamo festeggiato a Portici.Il 20 ottobre 2002, c’eravamo tuttiquanti gli scout, riuniti giù al portodel Granatello per festeggiare questoimportante anniversario. Lo abbia-mo festeggiato a Granatello perché lìc’è una targa in ricordo di B.P. (diquando lui venne a Portici).Abbiamo partecipato alla Messa,con padre Antonio Serra. Dopo la Messa abbiamo appeso deifiori sulla targa di B.P., insieme alpiù anziano scout di Portici, al quale

abbiamo fatto delle foto.Il momento che mi è piaciuto di piùdi questa giornata è stato quando ab-biamo ricordato il fondatore degliscout, B.P. (Baden-Powell).

Ciao da Sara

Il C.d.A. del nostro amico Nicola haavuto proprio una buona idea: andarea ripescare i ricordi del proprioBranco per sfruttarli per il... futuro! Leggete un po’ qua!

LAPOSTADI GUFO