B I B L I O T E C A S T O R I C A - Ultime notizie su ... · eredi e dagli epigoni degli autori...

I L G I O R N A L E • B I B L I O T E C A S T O R I C A

Prime pagine alleato_Layout 1 13/11/15 09:42 Pagina 1

Renzo De FeliceMUSSOLINI L’ALLEATOI. L’Italia in guerra 1940-1943Tomo primo. Dalla «guerra breve» alla guerra lunga

© 1990 e 1996 Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino © 2015, edizione speciale per Il GiornalePubblicato su licenza di Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino

Supplemento al numero odierno de Il GiornaleDirettore Responsabile: Alessandro SallustiReg. Trib. Milano n.215 del 29.05.1982

Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta, archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna formao alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata,o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice.


Presentazione di Francesco Perfetti

I L G I O R N A L E • B I B L I O T E C A S T O R I C A


1


Presentazione

I due tomi che costituiscono la prima parte di Mussolini l’alleato e chehanno per titolo Dalla guerra «breve» alla guerra «lunga» e Crisi e agoniadel regime apparvero, in un unico cofanetto, nel 1990, a quasi un decen-nio di distanza dal volume su Lo Stato totalitario. Questo lasso di tempo,relativamente lungo rispetto agli intervalli intercorsi fra la pubblicazionedell’uno o dell’altro dei volumi fu dovuto soprattutto alle difficoltà incon-trate dallo studioso giunto a trattare un periodo cruciale e scottante dellavicenda storica del fascismo, quello della partecipazione dell’Italia alla se-conda guerra mondiale, della crisi e della caduta del regime. De Felice sitrovò a fare i conti con luoghi comuni, errori, falsità, fraintendimenti im-putabili a una vulgata storiografica di stampo operaista e radicale. Nelprimo trentennio post-liberazione il partito comunista aveva stabilito sullacultura italiana una vera e propria «egemonia […] in buona misura pro-prio grazie ad una ben precisa schematizzazione della storia in generale edi quella italiana post rivoluzione francese in particolare» e tale egemoniaaveva esercitato «condizionamenti […] sulla forma mentis di larghi settoriitaliani non comunisti». A differenza di quanto era avvenuto in altri paesi,questa egemonia non solo era passata «indenne» attraverso le vicende cheavevano «travolto il “socialismo realizzato” e la sua ideologia e, dunque,la sua vulgata storiografica», ma – «essendo rimasto l’unico strumento sucui una “nuova” sinistra» avrebbe potuto «ormai fare leva per cercare digiustificare e rilanciare la propria ragion d’essere politica» – era addiritturacresciuta in aggressività. In queste belle pagine premesse a Mussolini l’Al-leato, modestamente intitolate Nota dell’Autore ma importanti ancheperché indicative della sua auto-collocazione storiografica e politica in que-sto momento, De Felice portava a conferma della residua vitalità e perico-


II Francesco Perfetti

losità della vulgata «le indiscriminate accuse di “rimozione”, “relativizza-zione” e persino di “riabilitazione” e la demonizzazione […] di ogni sortadi “revisionismo storico” non promosso e debitamente canalizzato daglieredi e dagli epigoni degli autori della vulgata che essi – messi ormai conle spalle al muro dall’evidente inconsistenza e talvolta falsità di tale vulgata– affermano oggi di voler “rivedere”. Con quali conseguenze per la cultura,la libertà di ricerca, il progresso degli studi storici e, nella fattispecie, perquelli sul periodo della seconda guerra mondiale (per molti aspetti decisivoper fare luce e capire veramente le vicende successive, sia internazionali sianel nostro paese) è davanti agli occhi di chiunque voglia vedere”.

L’analisi sviluppata da De Felice nel primo tomo di Mussolini l’alleato,attraverso la ricostruzione di fatti sconosciuti o ignorati e il ridimensiona-mento di luoghi comuni o di vere e proprie falsità era un colpo micidialeai miti della vulgata. A cominciare, per esempio, da quello che sostenevail fatto che l’Italia fosse stata trascinata in guerra contro la sua volontà. Ladecisione di Mussolini di prendere parte al conflitto, il 10 giugno 1940,fu generalmente accolta con favore. Già nella seconda metà di maggio,dopo i fulminei successi delle armate tedesche e soprattutto dopo il crollodella Francia, le manifestazioni di ostilità alla guerra (in particolare alfianco dell’alleato germanico) avevano ceduto il passo a sentimenti che evo-cavano ora l’opportunità ora la necessità della scelta bellica. Sull’evoluzionedello spirito pubblico avevano pesato due considerazioni: in primo luogo,l’idea che l’Italia non poteva permettersi il lusso di accreditare ulteriormentela poco lusinghiera fama di alleato inaffidabile; in secondo luogo, la con-vinzione che all’indomani della vittoria, da tutti ritenuta certa, la presenzadell’Italia fra i paesi belligeranti avrebbe consentito a Mussolini di non la-sciare Hitler arbitro della riorganizzazione dell’Europa sulla base dei soliinteressi tedeschi.

Eppure, ciò detto, secondo De Felice, con una interpretazione che capo-volge molte asserzioni della vulgata, Mussolini non entrò nell’avventurabellica a cuor leggero e al rimorchio del carro tedesco. Pur consapevole delloscarso livello di preparazione militare dell’Italia, il Duce si decise al passofatale quando l’esito del conflitto sembrò scontato e lo fece nella speranzadi poter gestire il dopo-vittoria con una nuova Monaco. In questa ottica,la scelta bellica di Mussolini viene presentata da De Felice più come un’offa


Presentazione III

lanciata agli anglo-francesi per una alternativa a Hitler che come unascelta di campo a favore dell’alleato germanico: in questo contesto si collocal’idea della «guerra parallela», di una guerra da combattersi non «con» itedeschi né «per» i tedeschi, ma «a fianco» dei tedeschi. Anche la campagnadi Grecia fu promossa da Mussolini – in una stagione pessima per intra-prende operazioni militari e con un esercito tutt’altro che efficiente – nongià per una risibile ripicca nei confronti dell’alleato, quanto piuttosto peruna azzardata valutazione politica in funzione antigermanica, per il ti-more cioè che Hitler potesse giungere a un accordo con l’Inghilterra primache l’Italia si fosse assicurata qualche posizione. Naturalmente il disastrodella Grecia, i rovesci nell’Africa Settentrionale nel 1940-41 e poi l’esten-sione del conflitto all’Urss e agli Stati Uniti avrebbero ridimensionato lastrategia mussoliniana della «guerra breve» riducendo i margini di mano-vra della politica italiana e aprendo la strada alla «guerra lunga».

Francesco Perfetti


1


Mussolini L'alleato (VOL. I) 14-04-2003 8:05 Pagina 7

B I B L I O T E C A S T O R I C A - Ultime notizie su ... · eredi e dagli epigoni degli autori...

Documents

Transcript of B I B L I O T E C A S T O R I C A - Ultime notizie su ... · eredi e dagli epigoni degli autori...