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Ilegali che si. occupano dr fr. scczlrlà spiegano le rv*gid <<à, aric , lle ecclCcxralr' , delle a4 erldc? A r t B onus, s t e nt a a d ec oll a r e lo 40 on e p e r i m ece n a ti l 'agevol az i Pagine a cura d i ANGELO COSTA I mprese ancora fredde con la cultura. L'Art Bonus, cioè il credito d'imposta pari al 65% riconosciuto a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio cul- turale pubblico, non sembra avere ancora un grande ap- peal sugli imprenditori ita- liani: almeno è questo che sembra emergere dall'anali- si degli avvocati d'affari. Al 10 ottobre 2017, se- condo quanto risulta dal portale del Mibact dedica- to all'Art Bonus, sono stati 6155 i mecenati, tra 2014 a oggi, che hanno effettuato erogazioni liberali a favo- re della cultura, dato in crescita ma non come ci si sarebbe aspet- tato. Sono state prevalentemen- te le imprese e le fondazioni ban- carie ad usufrui- re di questa age- volazione fiscale, ma si tratta sicu- ramente di uno strumento che interessa molto anche alle persone fisiche. Secondo Annapaola Ne- gri-Clementi , managing partner di Negri-Clementi studio legale associato, il bonus non è ancora mol- to interessante per gli im- prenditori: «dai miei clienti mi è stato segnalato che, anche su volumi d'affari consistenti, il beneficio fi- scale (che ex lege è spalma- to in tre esercizi, compre- so quello di sostenimento della spesa) risulterebbe moderatamente appetibile. Sicché le aziende mie clienti mi hanno manifestato che, per il momento, avrebbero comunque preferito inve- stire gli stessi importi per incrementare le proprie col- lezioni private o corporate: in questo modo facendo co- munque crescere il valore complessivo dell'impresa, contribuendo a valorizzare il mercato dell'arte e parte- cipando in modo attivo agli impegni di social responsi- bility cui sono richiamate. In conclusione, direi che l'introduzione dell'art bo- nus rappresenta certo un importante strumento go- vernativo a supporto del sistema arte e deve essere valorizzato, capito e imple- mentato. Esso apre un pun- to di attenzione e di foca- lizzazione sul sistema arte. Benefici fiscali e social responsi- bility sono temi che si interseca- no nell'obiettivo di incentivare il sistema economi- co del Paese». E Roberta Moscaroli, part- ner tax dello stu- dio legale Den- tons aggiunge che «negli ultimi anni le imprese hanno assunto piena con- sapevolezza del fatto che le attività a sostegno della cultura e del- le opere d'arte, ancorché spesso dispendiose in termini economi- ci, rappresentano una sofisticata ed efficace forma di pubblicità per promuovere e va- lorizzare l'imma- gine dell' azien- da. Di forte impat- to mediatico, ad esempio, solo per citarne alcuni, sono stati gli in- terventi sponsorizzati da Fendi, che ha finanziato il restauro della Fontana di Trevi e che sta promuoven- do il progetto relativo alla Galleria Borghe- se, e quelli soste- nuti da UniCredit e Fondazione Ca- riverona per il re- stauro dell'Arena di Verona. La percezione di questo impatto mediatico, unita- mente a un rin- novato senso di appartenenza al paese, ha avvici- nato le imprese ai progetti culturali di qualità, identificandovi i propri va- lori aziendali». Entusiasta sembra, inve- ce, essere Giulia Cipolli- ni, partner - head of Italian Tax Department di Withers Studio Legale , che osserva che «si tratta sicuramente di un'iniziativa positiva che ha permesso di introdurre un facile meccanismo di sostegno al patrimonio cul- turale, anche locale. Grazie a questo strumento, infatti, vengono incentivati inter- venti di restauro e manu- tenzione non solo a favore del patrimonio culturale statale, ma anche a favore di monumenti e beni cultu- rali di enti locali che difficil- mente troverebbero i fondi

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Ilegali che si. occupano dr fr.scczlrlà spiegano le rv*gid<<à, aric, lle ecclCcxralr', delle a4 erldc?

Art Bonus, stenta a decollarelo 40one per i mecenatil'agevolazi

Pagine a curadi ANGELO COSTA

Imprese ancora fredde conla cultura. L'Art Bonus,cioè il credito d'impostapari al 65% riconosciuto a

chi effettua erogazioni liberalia sostegno del patrimonio cul-turale pubblico, non sembraavere ancora un grande ap-peal sugli imprenditori ita-liani: almeno è questo chesembra emergere dall'anali-si degli avvocati d'affari.

Al 10 ottobre 2017, se-condo quanto risulta dalportale del Mibact dedica-to all'Art Bonus, sono stati6155 i mecenati, tra 2014 aoggi, che hanno effettuatoerogazioni liberali a favo-re della cultura,dato in crescitama non come cisi sarebbe aspet-tato. Sono stateprevalentemen-te le imprese e lefondazioni ban-carie ad usufrui-re di questa age-volazione fiscale,ma si tratta sicu-ramente di unostrumento cheinteressa moltoanche alle persone fisiche.

Secondo Annapaola Ne-gri-Clementi , managingpartner di Negri-Clementistudio legale associato,il bonus non è ancora mol-to interessante per gli im-prenditori: «dai miei clientimi è stato segnalato che,anche su volumi d'affariconsistenti, il beneficio fi-scale (che ex lege è spalma-

to in tre esercizi, compre-so quello di sostenimentodella spesa) risulterebbemoderatamente appetibile.Sicché le aziende mie clientimi hanno manifestato che,per il momento, avrebberocomunque preferito inve-stire gli stessi importi perincrementare le proprie col-lezioni private o corporate:in questo modo facendo co-munque crescere il valorecomplessivo dell'impresa,contribuendo a valorizzareil mercato dell'arte e parte-cipando in modo attivo agliimpegni di social responsi-bility cui sono richiamate.

In conclusione, direi chel'introduzione dell'art bo-nus rappresenta certo unimportante strumento go-vernativo a supporto delsistema arte e deve esserevalorizzato, capito e imple-mentato. Esso apre un pun-to di attenzione e di foca-lizzazione sul sistema arte.Benefici fiscali esocial responsi-bility sono temiche si interseca-no nell'obiettivodi incentivare ilsistema economi-co del Paese».

E RobertaMoscaroli, part-ner tax dello stu-dio legale Den-tons aggiungeche «negli ultimianni le impresehanno assunto piena con-sapevolezza del fatto chele attività a sostegno della

cultura e del-le opere d'arte,ancorché spessodispendiose intermini economi-ci, rappresentanouna sofisticataed efficace formadi pubblicità perpromuovere e va-lorizzare l'imma-gine dell'azien-da.

Di forte impat-to mediatico, ad

esempio, solo per citarnealcuni, sono stati gli in-terventi sponsorizzati daFendi, che ha finanziato il

restauro della Fontana diTrevi e che sta promuoven-do il progetto relativo allaGalleria Borghe-se, e quelli soste-nuti da UniCredite Fondazione Ca-riverona per il re-stauro dell'Arenadi Verona.

La percezionedi questo impattomediatico, unita-mente a un rin-novato senso diappartenenza alpaese, ha avvici-nato le imprese aiprogetti culturali di qualità,identificandovi i propri va-lori aziendali».

Entusiasta sembra, inve-ce, essere Giulia Cipolli-ni, partner - head of ItalianTax Department di WithersStudio Legale , che osservache «si tratta sicuramentedi un'iniziativa positiva cheha permesso di introdurreun facile meccanismo disostegno al patrimonio cul-turale, anche locale. Graziea questo strumento, infatti,vengono incentivati inter-venti di restauro e manu-tenzione non solo a favoredel patrimonio culturalestatale, ma anche a favoredi monumenti e beni cultu-rali di enti locali che difficil-mente troverebbero i fondi

per intervenire a tutela delproprio patrimonio cultura-le. Il fatto che, tramite lacollaborazione dei soggetti

beneficiari e tra-mite l'appositoportale gestitodal Mibact, siapossibile verifi-care l'ammonta-re delle liberalitàerogate, nonchéla destinazionee l'utilizzo dellestesse, ha resodel tutto traspa-rente l'utilizzo diquesta agevola-zione fiscale, con-

tribuendo da unlato a creare uncrescente sensodi affidamento daparte dei «mece-nati», dall'altro,ad incrementarel'interesse neiconfronti di que-sto istituto chepermette ancheun ritorno di im-magine a favoredi chi effettua ledonazioni».

Ottimista sembra essereNicola Canessa , partner diCba Studio Legale e Tri-butario , che osserva come,«nel complesso, la sensazio-ne è che l'Art Bonus abbiadato una spinta propulsivaa forme di mecenatismoculturale: in questo settore,l'unione pubblico/privato in

un Paese, comeil nostro, ove ilpatrimonio arti-stico da tutela-re è ampio e digrande impor-tanza, assumecertamente unsignificato moltorilevante.

Le impresepercepisconouna rinnovataattenzione aitemi culturali,

non più visti comeun "onere" per ilnostro paese macome un "ono-

re aa sostenereed incentivare,come una risorsatroppe volte ine-splorata e nonadeguatamentevalorizzata, chepotrebbe signi-ficare anche be-nefici in terminieconomici per ilnostro sistema Pa-ese, e quindi per le impresestesse.

Penso che questo sentoresia particolarmente diffusonon soltanto tra istituti dicredito e fondazioni banca-rie (che, grazie all'aperturadell'Agenzia delleentrate attuatacon la risoluzione87 del 2015, pos-sono fruire di uncredito d'impostaallorquando as-sumano l'obbli-gazione di dareesecuzione ai pro-getti di restauroe valorizzazionedel monumentofacendosi carico,in via esclusiva, dei rela-tivi oneri finanziari e or-ganizzativi), ma anche trale imprese che operano inambiti "glamour", quali

quelli del lussoe della moda inparticolare, conun'attenzione aiprogetti legatialla valorizza-zione del patri-monio culturaledel territorio nelquale i mecenatisono in qualchemodo legati».

«Nella nostraesperienza»,racconta Pao-

lo Giacometti , socio diChiomenti Studio Lega-le, «le imprese che si sonomaggiormente avvicinate almecenatismo grazie all'Art

Bonus sono daun lato le grandiimprese, che lohanno utilizza-to con finalitàprevalentemen-te istituzionali,e dall'altro lemedie impreseparticolarmenteradicate sul terri-torio, che vivonol'Art Bonus comeun'opportunitàdi avvicinamentoe di maggiore visibilità neiconfronti delle amministra-zioni e delle comunità loca-li, particolarmente sensibilial sostegno del patrimonio

culturale.In quest'ottica,

la pubblicazionedei nomi dei me-cenati nel portaleweb del Ministerorappresenta unaforma di pubblicoringraziamentoche consente diavvicinare mag-giormente le ero-gazioni a forme disponsorizzazione,pur non alteran-done la natura li-

berale e preservando quindiil regime di favore».

gale Tonucci &Partners, però,«il concetto diArt Bonus non èsemplicementeun'agevolazionefiscale ma rap-presenta da unaparte, l'afflatoaltruistico e me-cenatico di sog-getti interessatialla promozionee valorizzazione

del patrimonio culturalepubblico e dall'altra, espri-me l'esigenza di comunicareal mondo la propria parteci-pazione al c.d. bene comune- mediante erogazioni libe-rali. Grazie all'Art Bonusquindi si va a stimolare lacostruzione dell'identitàaziendale. Normalmentesuggeriamo questo stru-

mento strategico per con-sentire ai nostri clienti dipoter partecipare alla pro-tezione, conservazione, re-stauro e valorizzazione neinostri beni culturali. In talmodo, le aziende avendo lapossibilità di pubblicizzaretali attività di tutela dellenostre radici culturali, pos-sono contemporaneamenteesprimere sia il loro contri-buto all'identità culturalesia comunicare l'etica su

cui si incardinala loro immagine

aziendale. Porta-re avanti questodiscorso», conti-nua Perri, « nellepiccole e mediaimprese è la verasfida dell'Art Bo-nus, per il mo-mento abbiamoavuto delle ri-sposte stuzzicatema non ancoraparticolarmente

convinte. Siamo ancora nel-la fase della divulgazione diquesto strumento e - proba-bilmente a breve - mi auguro,assisteremo ad un'adesioneesponenziale della piccola emedia imprenditoria al cre-dito d'imposta per erogazioniliberali in denaro a sostegnodella cultura e dello spettaco-lo. Il mecenatismo culturaledel XXI secolo in tal modorisulterà avere così una baseestremamente più ampia e -finalmente - allargata in viacapillare». Infatti, secondoFabio Ciani dello StudioStrategic Tax Advisors:«le grandi realtà industrialie commerciali, spesso per iltramite delle loro fondazioni,ottengono dal sostegno cheoffrono un indubbio ritornodell'investimento in terminidi immagine e visibilità tra-ducibile financo in un vantag-gio commerciale. Una buonalegge», continua Ciani, «che

Ma la convinzione è che l 'istituto possa prender piedeha permesso lamanutenzionee il restauro diimportanti ope-re (nel 2016 laScala di Milanoha ottenuto ero-gazioni per circa22 milioni), mache forse non hasensibilizzato lagente ma che èstata usata piùper un ritornoeconomico».

... e per gli stranieri?

Alessandro Belluz-zo, equity partner diBelluzzo &Partners, evi-denzia poi un altro aspetto:«Le imprese italiane certa-mente considerano il bene-ficio fiscale un incentivo afronte del loro presidio sulterritorio nazionale; tutta-via nella logica della nostrapresenza internazionale inquanto studio di professio-nisti esperti in dinamichecross border, riteniamo chesarebbe opportuno assecon-dare anche coloro che guar-dano all'Italia come prossi-ma residenza e Paese doveinvestire in futuro. Il pac-chetto art bonus dovrebbeessere infatti messo a lorodisposizione sin dal princi-pio in modo da superare su-bito le incertezze derivantidalla difficile comprensionedel sistema tributario.

Pensiamo al nuovo resi-dente italiano che vogliastabilirsi in Italia con ilregime della fiat tax suiredditi esteri perché soli-tamente innamorato dellanostra Penisola, a questi

si potrebbe offrirela possibilità diusufruire dell'artbonus in manierasistemica in rela-zione o ai redditiprodotti nel ter-ritorio italiano oper i cittadini noneuropei nel casodi applicazione diinvestimenti le-gati ai criteri perottenere la Golden

Visa, con la finalità di age-volare maggiormente la loropresenza e spesa nel territo-rio non solo in ottica d'inve-stimento ma soprattutto diappartenenza a quella chediventerà la loro dimoraprincipale».

«Altro aspetto», aggiungeLuigi M. Macioce, part-ner dello studio R&P Le-gal, «su cui l'ArtBonus potrebbeottenere mag-giore espansio-ne è quello delcoordinamen-to con normestraniere inte-se allo stessoscopo. Abbiamoricevuto, adesempio, tan-tissime richie-ste da stranieriinteressati ad

con (1) il sistemadi accordi inter-nazionali per ilmutuo riconosci-mento del conte-nuto di liberalitàe del fine privodi lucro dell'in-tervento a soste-gno della cultura,in modo tale dapermettere aglioperatori stra-nieri di usufruire

Riccardo Roversi

nei loro sistemi fiscali deglistessi benefici (soprattuttodeduzione dall'imponibile)che ottengono per donazionieffettuate nei loro paesi diresidenza e (2) il coordina-mento dell'Art Bonus conle nuove agevolazioni perattrarre investitori stra-nieri in Italia, come la flattax e il visto permanente

per investimento,introdotte nellalegge di Bilancio2017, che possanooffrire una nuovaspinta alle dona-zioni per la tutelae valorizzazionedel patrimonioartistico-culturaleitaliano».

Luigi Macioce

intervenire peril sostegno e la promozionedel patrimonio artistico-culturale italiano che evi-dentemente non possonousufruire del beneficio ArtBonus in quanto non resi-denti in Italia.

A questo fine sarebbeopportuno coordinare gliincentivi dell'Art Bonus

Alcune proposte

Riccardo Ro-versi, managing

partner di Osborne Clar-ke avanza , una proposta:«Una delle opportunità chepotrebbero aprirsi è quelladi mettere in comunicazio-ne l'Art bonus con le On-lus. L'idea potrebbe esse-re quella di proporre a unmecenate di utilizzare gliincentivi fiscali (l'Art Bo-

nus prevede uncredito di impo-sta, pari al 65%dell'importo do-nato, a chi effet-tua erogazioni li-berali a sostegnodel patrimonioculturale pub-blico italiano)per l'acquisto dimacchinari utiliper realizzareun progetto, che

può essere legatoal restauro, piut-tosto che alladigitalizzazione,o alla realizza-zione di nuovestrutture, utiliz-zando le borse distudio che alcuneonlus mettonoa disposizione(#findtheoran-ge, la onlus diOsborne Clarkene è un esempio)per retribuire il personaleoperativo sull'iniziativa».

E Alessandro Mainar-di, partner responsabile deldipartimento tax di OrrickItalia , continua dicendoche: «L'interesse dei nostriclienti verso l'art bonus èlimitato, mentre iniziati-ve pubbliche e private dicrowdfunding in ambitiscientifici e della ricercamedica riscuotono grandesuccesso fra clienti e non.Eppure tanto l'art bonusquanto il crowdfunding simuovono sullo stesso piano:quello di stimolare l'incon-tro fra eccellenze e capitali,con vantaggi anche fiscali.Ma», continua Mainardi,«il primo non sfonda, per lo

meno non come dovrebbe,mentre ci riesce chi si pro-pone di curare, ad esempio,le sterilità post-patologiche.Si pensi a due casi di suc-cesso quali "Universitiamo",la piattaforma di crowd-funding dell'Università diPavia, che è un modello dicommistione fra energieprivate e sapere pubblicoo a "Ricercaetalenti", lapiattaforma di crowdfun-ding a sostegno ai progetti

AlessandroMainardi

nell'ambito del-la ricerca scien-tifica promossidall'Universitàdi Torino.

Perché il di-sinteresse versol'Art Bonus, vistele energie mes-se in campo dalGoverno? Perchéchi dovrebbe sti-molare i donors(Governo, Musei,Collezioni, Bi-

blioteche ecc.) manca di ca-pacità empatica, non riescea coinvolgere nei suoi sognichi dovrebbe sostenerli. Ep-pure le mostre-evento dellegrandi e piccole città atti-rano migliaia di visitatori

SILVIA SEGNALINI , PISELLI & PARTNERS

tato di un (piccolo ) passo in avantiin una direzione finora impensata.I dati dei primi giorni del mese disettembre scorso, parlano però di(soli ) 180 milioni di euro derivantidall 'art bonus , di cui oltre 7 milionida persone fisiche e oltre 88 milionida imprese, per un totale di 1.471interventi ( in più di tre anni). Men-

Il credito d'imposta è sta-to sicuramente un incen-tivo per il nostro cliente,ma l'elargizione è nata dalmecenatismo dello stesso,dalla volontà di partecipa-re al rilancio del proprioterritorio (frutto del pro-fondo legame che li uni-sce) e, non da ultimo, dalpositivo ritorno a livello dimarketing.

Focalizzando la nostraattenzione sul beneficiofiscale, si può affermareche l'elargizione ha ridottol'aliquota media dell'Ires,al tempo pari a 27,5% trail 26,2 e il 25,5% nei treanni di fruizione del cre-dito. Due criticità possonoessere rinvenute: una dicarattere generale mentrel'altra di carattere tecni-co tributario. L'Art Bonusnon è stato adeguatamen-te pubblicizzato e solonegli ultimi tempi sta in-contrando il riscontro chemerita».

Le aziende puntano Diù sulle sponsorizzazioniS ull'Art Bonus qualcosa conti-

nua decisamente a non fun-zionare, nonostante tutto.Ne è convinta Silvia Segna-

lini , art lawyer dello Studio LegalePiselli & Partners . «Qualcosa nonva, nonostante l'Art Bonus sia statotrasformato da misura temporaneaa misura permanente (sempre nellaforma di credito d'impostapari al 65% dell'importoerogato utilizzabile in trequote annuali di pari im-porto), e nonostante siastata ripensata l'inizialelimitazione del medesi-mo, oramai esteso a tuttigli interventi di sostegno,manutenzione, restauro eprotezione a favore di beniculturali sia pubblici cheprivati; così come di mu-sei, enti e istituti cultura-li pubblici e privati; e di

Marco Melisse

che però poi finanziano laricerca».

E secondo Marco Me-lisse , partner e co-headtax in Italia di EvershedsSutherland: «Ridurre alsemplice ambito fiscale ivantaggi dell'Art Bonus èriduttivo.

tre un discorso a parte,che qui non interessa,è poi quello del Decretolegge dell'ottobre 2016che ha esteso l'Art Bonusalle donazioni a favoredel Ministero dei beni edelle attività culturalie del turismo per inter-venti di manutenzione,protezione e restauroanche di beni culturalidi interesse religioso (dienti e istituzioni dellaChiesa cattolica o di al-

Silvia Segnalini

fondazioni lirico sinfoniche, teatridi tradizione così come di orchestre,teatri nazionali, teatri di rilevanteinteresse culturale, festival e centridi produzione teatrale e di danza»

Domanda. I numeri diffusidal Mibact relativi ai risultatidell 'Art Bonus , però, sembranopositivi . Come li commenta?

Risposta . Si è comunque trat-

tre professioni) presenti nei Comuniinteressati dagli eventi sismici.

D. Le aziende sembra checontinuino a preferire , quandosi parla di arte, lo strumentodelle sponsorizzazioni di beniculturali?

R. Sì, da ultimo particolarmentefavorito dalla recente riforma delCodice appalti, che va decisamente

nella direzione della semplificazio-ne delle procedure e dell'incentivoal contributo delle aziende, checomunque, rispetto all'Art Bonus,ricevono dalle sponsorizzazioni unamaggiore visibilità.

D. Come studio , questa rifor-ma vi ha visti coinvolti?

R. Sì, non poche sono state leaziende che si sono rivolte a noi persfruttare al meglio le principali no-vità introdotte dagli artt. 19 e 151del dlgs 18 aprile 2016 n. 50: in par-ticolare per strutturare al megliola proposta di sponsorizzazione, ea valle per negoziare il contratto disponsorizzazione (essendo quest'ul-timo un accordo negoziale, a tipico,a formazione progressiva). Nonchéper la ricerca di formule innovati-ve di partenariato-pubblico priva-to, per sfruttare uno degli aspettiforse più interessanti della rifor-ma: che prevede come la disciplinasi applichi non solo ai contratti disponsorizzazione di lavori, servizie forniture relativi a beni cultura-li, ma anche ai medesimi contrattiquando finalizzati al sostegno degliistituti e dei luoghi della cultura insenso ampio, comprese le fondazionilirico-sinfoniche e i teatri di tradi-zione.

© Riproduzione riservata-

Nicola Canessa

Roberta Moscaroli

AnnapaolaNegri -Clementi

Giulia Cipollini

Paolo Giacometti

Fabio Ciani

Francesca Perri

supplemento a curaCli ROBERTO MILIACCA

[email protected] GIANNI MACHEDA

[email protected] concetto da rivedere

Secondo Francesca Per-ri, counsel dello studio le-