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1 Rosamiria Colloqui con linvisibile Introduzione Questo non è solo un libro, è più un diario, con qualche flashback, e, come un diario, racconta una storia. Una storia d’amore, di un amore che sconfigge la morte. Non è un romanzo, perché la storia è vera, ma è un poema d’amore, perché una storia d’amore può esserlo. Un amore che non è subito evidente, ma scaturisce dalla poesia del racconto, racconto che comincia dalla morte, la morte della protagonista. Eros e Thanatos sono da sempre legati. Thanatos è la barriera che separa gli amanti, ma nel seguito diventa più evanescente, si assottiglia. Si scopre che la comunicazione è possibile. Ambedue i protagonisti sono ricercatori. Lei, Rosamiria, all’Università, dove insegna Farmacologia, lui, Elia, al CNR, ed ha insegnato Scienza delle Comunicazioni all’Università. È nel campo della comunicazione, e non è un caso. Il fatto che questa debba avvenire nel campo dell’immateriale è solo una sfida in più. A questa coincidenza si deve aggiungerne un’altra: da più di trenta anni lui si occupa di paranormale, per pura curiosità di ricerca, ma la motivazione è più profonda: perché pensa che la Scienza Ufficiale sia troppo restrittiva, rifiutando tutto quello che non è riproducibile in senso galileiano. Infatti ci sono campi molto estesi, confinanti con quelli noti e accettati, dove questa riproducibilità non è possibile, semplicemente perché sono campi totalmente ignoti , e all’inizio della ricerca i mezzi a nostra disposizione sono inesistenti. Cito qui l’allegoria della risaia , che è un episodio reale raccontato nel libro. Rifiutare la ricerca in campi sconosciuti è un errore. Proprio quelli sconosciuti sono più ricchi di rivelazioni. Cristoforo Colombo si è avventurato proprio in un oceano sconosciuto. Alle coincidenze precedenti se ne devono aggiungere altre due: Maria, la psicologa che lui frequenta da otto anni (dal 2007) rivela di avere qualità di canalizzatrice, e poi il congresso sul paranormale, che si svolge fra settembre e ottobre proprio in un albergo di Tirrenia, vicino a casa, l’Hotel Golf dove lui conosce Gina, che lo organizza, e che è anche lei una canalizzatrice. Sembra una coincidenza, ma forse non lo è. A questo punto il set-up per l’esperimento di comunicazione è pronto: una sorgente, due canali, un ricevitore. I due canali permettono di

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RRoossaammiirriiaa CCoollllooqquuii ccoonn ll’’iinnvviissiibbiillee

IInnttrroodduuzziioonnee

Questo non è solo un libro, è più un diario, con qualche flashback, e,

come un diario, racconta una storia. Una storia d’amore, di un amore

che sconfigge la morte. Non è un romanzo, perché la storia è vera, ma è

un poema d’amore, perché una storia d’amore può esserlo. Un amore

che non è subito evidente, ma scaturisce dalla poesia del racconto,

racconto che comincia dalla morte, la morte della protagonista.

Eros e Thanatos sono da sempre legati. Thanatos è la barriera che separa

gli amanti, ma nel seguito diventa più evanescente, si assottiglia. Si

scopre che la comunicazione è possibile.

Ambedue i protagonisti sono ricercatori. Lei, Rosamiria, all’Università,

dove insegna Farmacologia, lui, Elia, al CNR, ed ha insegnato Scienza

delle Comunicazioni all’Università. È nel campo della comunicazione, e

non è un caso. Il fatto che questa debba avvenire nel campo

dell’immateriale è solo una sfida in più.

A questa coincidenza si deve aggiungerne un’altra: da più di trenta anni

lui si occupa di paranormale, per pura curiosità di ricerca, ma la

motivazione è più profonda: perché pensa che la Scienza Ufficiale sia

troppo restrittiva, rifiutando tutto quello che non è riproducibile in senso

galileiano. Infatti ci sono campi molto estesi, confinanti con quelli noti e

accettati, dove questa riproducibilità non è possibile, semplicemente

perché sono campi totalmente ignoti, e all’inizio della ricerca i mezzi a

nostra disposizione sono inesistenti. Cito qui l’allegoria della risaia, che

è un episodio reale raccontato nel libro.

Rifiutare la ricerca in campi sconosciuti è un errore. Proprio quelli

sconosciuti sono più ricchi di rivelazioni. Cristoforo Colombo si è

avventurato proprio in un oceano sconosciuto.

Alle coincidenze precedenti se ne devono aggiungere altre due: Maria, la

psicologa che lui frequenta da otto anni (dal 2007) rivela di avere qualità

di canalizzatrice, e poi il congresso sul paranormale, che si svolge fra

settembre e ottobre proprio in un albergo di Tirrenia, vicino a casa,

l’Hotel Golf dove lui conosce Gina, che lo organizza, e che è anche lei

una canalizzatrice. Sembra una coincidenza, ma forse non lo è.

A questo punto il set-up per l’esperimento di comunicazione è pronto:

una sorgente, due canali, un ricevitore. I due canali permettono di

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riconoscere ed eliminare le interferenze di canale. In radiotecnica questo

si chiama ricezione in diversità.

Il quadro che ne emerge è stupefacente: i due canali intercettano

Rosamiria a due livelli diversi di memoria, di consapevolezza e di

personalità.

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2211//33//1155 -- PPrriimmaavveerraa

Era una notte buia e tempestosa... no, questo è l’incipit del libro di

Snoopy. Ricominciamo da capo.

È una notte buia e senza luna, la prima notte di Primavera, tutto annuncia

il risveglio della vita e dell’amore. Sono le cinque e mezzo ed io non

dormo ancora, al mio fianco Rosamiria si sveglia, e vuole alzarsi per

andare in bagno. Le misuro la saturazione di ossigeno nel sangue: 44%,

poco, troppo poco. È la prima volta che scende sotto il 50%. Le metto

l’ossigeno, che dovrebbe prendere anche la notte, ma lei non lo sopporta,

perché le secca la gola quando dorme. Dopo un quarto d’ora supera il

50%, l’aiuto ad alzarsi prendendola con le braccia sotto le ascelle e le

mani congiunte dietro la sua schiena. In questo abbraccio la bacio a

lungo, poi la sorreggo accompagnandola in bagno. Lei parla

normalmente di quello che vuole fare l’indomani. La sollevo e la

riaccompagno a letto. Io, che non avevo ancora dormito nell’attesa del

suo solito risveglio notturno, mi addormento profondamente. Verso

mezzogiorno mi sveglio, e sento Rosamiria appoggiata contro di me,

stranamente inerte. Toccando il suo braccio e la sua mano la sento

fredda. La abbraccio e mi accorgo che non respira. Mi rendo conto che

è morta. Il suo petto e il ventre sono ancora caldi. Dopo tre anni e tre

mesi la sua coraggiosa lotta col cancro si è conclusa. Aveva avuto la

diagnosi il 15 dicembre 2011.

KKaattiiaa

Flashback - Pisa, primavera del 1966, sono al terzo anno di Ingegneria,

abito in una bella camera d’affitto al secondo piano in via l’Arancio 44,

indipendente perché dà sulle scale. Queste camere, una per ogni piano,

erano riservate ai maschi, mentre le ragazze stavano nelle camere interne

dell’appartamento. La padrona di casa pensava che le studentesse

dovessero essere protette, ma anche sorvegliate, per un senso di

responsabilità verso i loro genitori. Le ragazze erano felici e spensierate,

infatti le sentivo cantare per le scale, il motivo al top della hit parade del

momento [1966] era “Winchester Cathedral”. Fatta amicizia con Katia,

ci incontravamo al bar “Centro” in piazza Garibaldi, al ponte di Mezzo,

dove lei era sempre in compagnia di Giuliana e Rosamiria. Erano

sempre insieme, come le tre Grazie. Io corteggiavo Katia, ma lei era

sempre occupata, e quando era libera (raramente), ero io ad essere

occupato. A volte cambiava ragazzo durante le mie assenze (frequenti),

così non riuscivo ad inserirmi. Katia era sicuramente la più viva,

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Giuliana la più giovane e carina, Rosamiria la più seria, la più alta, ma

anche la più bella.

RRoossaammiirriiaa

La sua era una bellezza tranquilla, parlava poco, portava i capelli lisci,

lunghissimi, quasi fino alla vita, aveva belle le sopracciglia e il naso

sottile, a punta, gli occhi dalle lunghe ciglia. La mia attenzione era

attirata sempre più su di lei, ma anche lei era spesso occupata. Un suo

fidanzato era Paolo, di Spezia, che faceva Ingegneria insieme a me,

aveva occhiali spessi e somigliava ad un cinese, per questo lo

chiamavamo Ciu-En-Lai. Nel febbraio del ’72 Rosamiria si laureò e ci

perdemmo di vista.

Passano alcuni anni. Siamo nel 1975, dopo due anni di lavoro a Lucca al

Laboratorio di Analisi di Porta Elisa, Rosamiria torna a Pisa, dove

insegna all’Università, a Scienze Biologiche. Ora abita con Rosalba,

medico, e Pasqualina davanti alla Sapienza, in via XXIX Maggio.

LLuuiittggaarrdd

Ginevra, primavera del ’79. È appena finita la mia ultima relazione ed il

mio amico Eric, un pied-noir (che vuol dire figlio di coloni francesi in

Nord-Africa, Algeri nel suo caso), mi propone di farmi conoscere

un’amica della moglie. Flo, la moglie, è figlia di una giornalista tedesca

di successo, che mi chiede dell’Italia, perché lei ne è una grande

ammiratrice, da cui il nome della figlia, Florentine. L’amica è tedesca

anche lei, giovane studentessa della scuola alberghiera di Losanna, con

una carnagione bianca e i capelli ricci biondissimi. Il suo nome è Luit.

Mi saluta in tedesco come nella sua Baviera cattolica (Grüss Gott), ma

poi l’argomento della conversazione è l’Italia, la Toscana, Pisa, il mare,

la fisica e il CERN. Nei giorni seguenti usciamo quasi tutte le sere, e

l’ultima sera siamo alla terrazza sulla Route de Pregny che offre un

magnifico panorama del lago e della città di Ginevra, con le luci di

Vésenaz, sull’altra sponda, riflesse nell’acqua, e ci baciamo per la prima

volta. Le faccio la mia offerta d’amore... e lei risponde: «Se non me lo

chiedevi stasera, non mi avresti più vista». Come sono pragmatiche le

tedesche! Prendiamo la via del Jura, dove ho l’albergo, e così comincia

la nostra relazione. Lei abita al 22mo piano della torre Migros al Petit

Lancy che diventa il nostro nido d’amore, quando sono a Ginevra. Così

passa la primavera.

Alla fine di Giugno lei mi dice che deve andare in California per passare

le vacanze estive con i suoi, cui lei non ha ancora parlato di me, e quindi

ci rivedremo ai primi di settembre. Mi liquida così, con due parole. Ci

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rimango molto male, poteva restare a Ginevra o venire in Italia con me.

Sono veramente infuriato.

44//88//7799 -- FFllaasshhbbaacckk

Estate. Io e Rosamiria abbiamo ripreso i contatti. La sera andiamo a

cena, e al cinema, con il gruppo di Katia, che ora abita in via Crispi con

la sua grande amica Giulia, sorella di Tommaso. Andiamo anche al

mare insieme, a Tirrenia, o ad Antignano, al campeggio Miramare, dove

c’è un gruppo piacevole, composto da livornesi, il Cinelli con la figlia

Lara, e gallicanesi, Raffaella e Matteo, Rocco, Damasco e Diomira, ed

altri ancora, una vera colonia della Garfagnana al mare. L’attrazione fra

di noi è forte. Sono disponibile e avverto subito la sua disponibilità. Per

la prima volta da molto tempo siamo tutti e due liberi da legami.

La sera del 4 agosto 1979 siamo al Maroccone di Antignano, la discoteca

vicino al campeggio. Balliamo. La musica è quella di “Anema e Core”

quando cominciamo a baciarci, così, naturalmente, come una cosa attesa,

necessaria, inevitabile.

Quella sera non eravamo in moto, ma con la macchina. Torniamo a Pisa.

A Porta a Lucca accosto al marciapiede. Continuiamo a baciarci. Poi lei

chiede: «Dove siamo?» ed io: «A casa mia». Mano nella mano,

entriamo.

A questo punto, nei film, c’è la dissolvenza... le onde dell’oceano,

fiamme ruggenti, cascate rombanti che rappresentano la forza della

passione... no, la realtà è diversa.

Con dolcezza cerco di entrare in lei. La sua paura di lasciarsi andare, di

affidarsi, le provoca uno spasmo che la chiude completamente.

Piange.

Sono tre anni che non ha il coraggio di lasciarsi andare all’amore, mi

confida. Gli uomini l’hanno così maltrattata, sminuita, quasi schiacciata,

che questo ha lasciato in lei delle tracce, così profonde, nascoste, che lei

stessa non ne è consapevole, le scopre solo ora.

La tenerezza... le carezze, alla fine vincono. Le sue difese inconsce

cedono. Finalmente si apre.

Piange. Di gratitudine questa volta.

Sono passate le cinque.

Dormiamo abbracciati fino a mezzogiorno. Il sonno del giusto, si dice.

Ma quanto è più profondo, completo, il sonno degli amanti dopo

l’amore. È come una trance, un’esperienza extracorporea. Non sono

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riuscito, come Dante, a mettere tre volte la parola amore nella stessa

riga1 (Amor che a nullo amato amar perdona...).

2299//33//1155 -- IIll pprriimmoo ssooggnnoo

Sogno breve. Vedo Rosamiria seduta sul letto con le gambe aperte ed il

sesso beante, appoggiata al petto di un uomo che è seduto nella stessa

posizione dietro di lei con la schiena sul cuscino appoggiato al muro.

Entrambi sono nudi ed hanno appena fatto l’amore. Non provo gelosia.

La sensazione è che quell’uomo sono io, in un altro tempo. Non faccio

in tempo a riconoscerlo per l’intensa emozione che mi risveglia

bruscamente. Sono le cinque e mezzo. Rosamiria è morta nel sonno otto

giorni prima, il 21 Marzo.

...

Passano quattro mesi...

...

1111//77//1155 -- GGuuaarriirree ddaallllaa ggeelloossiiaa

Prima di riferire il prossimo episodio devo fare una premessa, anzi due.

Non ho ancora raccontato come sono guarito dalla gelosia, una emozione

positiva o negativa secondo le diverse interpretazioni, io le considero

ambedue valide. La considero un ostacolo all’amore, se è più grande di

questo. È invece solo una dolce sofferenza se ne è una parte minore. Il

sogno dell’episodio precedente me lo aveva ricordato. Prima due

flashback:

GGeelloossiiaa 11 -- MMaarriiaa PPiiaa

Livorno, 1962. Ero in quarta liceo, avevo 18 anni, ed una relazione con

una bella ragazza bruna di 24 anni, siciliana di Milazzo. Abitavamo

nella stessa pensione, e quando sentivo ticchettare i tacchi alti voleva

dire che qualcuno con la macchina veniva a prenderla per portarla a cena

e a ballare. Mi affacciavo alla finestra e vedevo la macchina con le luci

accese che aspettava, e naturalmente ero furioso di gelosia, ma non

dicevo niente. Lei mi salutava con un sorriso e usciva. Quando poi ci

trovavamo da soli le rinfacciavo il suo tradimento (supposto o reale che

fosse). I miei rivali avevano la macchina e i soldi perché lavoravano, io

ero uno studente squattrinato con solo uno scooter. Con loro, che la

portavano a ballare, ed erano spesso di una generazione più grandi di lei,

1)

non è vero, lo faccio nella 4° riga del libro.

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era una specie di prostituzione velata. Con me, che al massimo la

portavo in pineta, bastava una coperta stesa sull’erba per essere felici.

Non capivo che in me lei cercava la purezza, la freschezza, l’innocenza,

cosa che non aveva dagli altri. La relazione purtroppo finì perché non

riuscivo a superare la mia gelosia, e a capire la semplice realtà della

situazione: che io, ero il vincitore. Tempo dopo raggiunsi la

consapevolezza: questo stesso fatto mi fece guarire per sempre dalla

gelosia.

GGeelloossiiaa 22 -- LLuuiittggaarrdd

Ginevra, 1983. Ho una relazione stabile con Luit, bionda e bianca

tedesca della Baviera, che un giorno mi dice che è tornato Ahmed, il

diplomatico egiziano che l’aveva “risvegliata” sessualmente qualche

anno prima. Da brava e corretta ragazza tedesca mi chiede il permesso

di vederlo. Io, che ero guarito dalla gelosia, glielo accordo. Ci

salutiamo, lei esce. Il giorno dopo, la sera, lei torna e mi racconta: lo

aveva trovato invecchiato, parlava di cose che non la entusiasmavano:

della moglie e dei figli, ed anche il sesso non era più la rivelazione che

era stata con lui come lo era con me. Dopo la comprensibile ansia di un

giorno intero passato a chiedermi se avevo fatto bene o male, questo era

il premio che lei stessa mi consegnava con riconoscenza. Se non avesse

fatto la prova, non lo avrebbe mai scoperto e lo avrebbe rimpianto per

sempre.

GGeelloossiiaa 33 -- RRoossaammiirriiaa

Pisa, giugno 1981. Questo è l’episodio che volevo riferire. Parto per un

anno allo Stanford Linear Accelerator Center (SLAC) di Palo Alto, in

California, con Luit, lasciando Rosamiria sola e senza speranze per il

futuro. Leo, un mio compagno di studi di Ingegneria che la conosce, e

ne è innamorato, inizia una relazione con lei.

Giugno 1982, torno a Pisa dopo l’esperienza americana, che non è stata

soddisfacente a causa delle interferenze dei genitori di Luit, e ritorno con

Rosamiria, semplicemente. Lei mi dice della relazione con Leo che però

è finita col mio ritorno.

Trentatre anni dopo, 21 marzo 2015. Con la morte di Rosamiria avverto

tutti quelli che la conoscevano, e anche Leo, tramite la sua posta

elettronica dell’Università, perché insegna a Ingegneria. 11 luglio 2015,

mi telefona, lo ricevo nella casa dove ha vissuto Rosamiria e gli mostro

le sue foto più belle, come quelle del nostro matrimonio. Lui parla poco,

è taciturno, finché non gli dico che Rosamiria mi aveva raccontato della

loro relazione.

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Allora si apre la barriera che lo tratteneva e come un fiume in piena mi

racconta i suoi ricordi di un anno d’amore: lui era follemente innamorato

di lei, ma era consapevole che, separato con due figli, non aveva nulla da

offrire a Rosamiria per una vita futura, come potevo fare io invece. Lui

mi aveva profondamente invidiato perché percepiva l’immenso potere

che avevo su di lei, come un dio in terra (cosa di cui io stesso non mi ero

reso conto). Il mio nome era sempre sulla sua bocca. Raccontava la vita

movimentata che facevamo, e pur lontano e con un’altra donna, mi

idolatrava, anche se con rabbia. Questa prova d’amore non l’ho avuta da

lei, ma da un’altra persona.

Un giorno dei primi di giugno dell’82 Rosamiria gli telefona in ufficio e

gli dice che vuole vederlo per parlargli in privato. Nell’incontro, che

avviene in strada, in via Savi, gli dice: «Elia è tornato, e io mi rimetto

con lui». Mi immagino la scena quando glielo dice, con quel suo

musetto duro, che usava per dire le cose spiacevoli.

Leo ci stette male per due anni, non la chiamò più ed anche lei non lo

chiamò più. Io lo ringraziai per questo ed anche per aver protetto e

tenuto occupata Rosamiria, che se avesse incontrato un uomo con i giusti

numeri, sarebbe andata con lui, ed io non l’avrei più trovata al mio

ritorno. Ci siamo abbracciati come fratelli, tra le lacrime, perché avendo

amato la stessa donna, avevamo molte più cose in comune di quello che

credevamo.

22//88//1155 -- GGaalllliiccaannoo

Cimitero di Gallicano. Sono solo davanti alla sua tomba, non ho fiori, è

domenica. Ho solo un sasso di fiume, liscio e levigato, che appoggio

sulla nuda terra, davanti alla targa con il suo nome, come nel giardino di

Yad Vashem. La targa dice: Rosamiria Greco 2/8/1946 - 21/3/2015.

Oggi era il suo compleanno, della mia dolcissima Rosamiria.

1122//88//1155

Sogno breve. Il sogno in realtà è lungo, ma ricordo solo l’ultima parte.

Rosamiria è seduta al tavolo di fronte a me in una vestaglia bianca a fiori

rosa, e con un sorriso di beatitudine mi dice: «L’ambulanza la devo

chiamare io». Io rispondo: «C’è qualcosa che non quadra, ma va bene

così» intendendo che sono felice di poterla vedere nonostante lei ora sia

irraggiungibile. Per l’emozione mi sveglio, sono le 6 e mezzo. Mi ero

addormentato pensando a lei.

1177//88//1155

Sogno breve. Vedo una porta che è più una interruzione nel muro di

cemento, senza telaio o infissi. Avvicinandomi vedo prima i piedi, poi le

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gambe, poi Rosamiria seduta a terra con i gomiti sulle ginocchia. Ha un

trucco a maschera con la parte destra del viso bianca, come una geisha, e

la parte sinistra, quella verso di me, nera. Mi dice una frase che non

capisco e mi sveglio per la contentezza di averla vista viva. Sono da

poco passate le sette.

2233//99//22000088 -- FFllaasshhbbaacckk

Siamo sette anni prima, sono da Maria, la mia psicologa. È una

regressione ipnotica alla ricerca di vite precedenti.

Vedo una nave, nera con le sovrastrutture bianche. Sta lentamente

girando per imboccare l’uscita del porto... forse Livorno.

Su quella nave c’è la donna che amo... che ho scoperto di amare troppo

tardi. La nave è diretta in Palestina. Sono infinitamente triste perché so

che non ci rivedremo più. Non posso seguirla. Tutto di questa vita mi

trattiene qui, questa vita il cui ciclo si conclude qui.

1144//1100//22000088

Ancora una regressione ipnotica alla ricerca di altre vite.

Sono su una nave che parte dalla Campania verso la Sicilia. Sto

fuggendo... o peggio, sono esiliato a causa dei miei progetti: lavoravo

con un aratro, non per coltivare la terra, ma per tracciare un canale, o le

fondamenta di un acquedotto. Qualche cosa che i miei concittadini non

vogliono. Sono molto triste. Ho rinunciato a lottare per difendere le mie

idee. I miei amici non mi hanno aiutato, i miei nemici, più potenti,

hanno vinto. Ho dovuto abbandonare il mio ambiente sociale, ed un

amore che non può fuggire con me. Per questo sento la mia fuga come

una sconfitta. Anche il ciclo di questa vita si chiude qui.

44//1111//22000088

Ora una regressione ipnotica diversa.

Nel film “Ghost” lei rimprovera lui di non dirle mai “ti amo”. Lo stesso

fa Rosamiria. La cosa deve essere molto comune, Maria vuole andare

più a fondo, secondo lei ci deve essere una ragione più profonda. Mi

mette in stato pre-ipnotico, e con una serie di domande e di risposte

arriviamo rapidamente ad una scena: io mi aggiro per la nostra casa, apro

e chiudo le porte, vado in tutte le stanze, dove vedo gli oggetti di

Rosamiria, ma lei non c’è. Provo un profondo senso di solitudine, di

perdita, di abbandono. Sono molto triste, capisco che questo è il futuro,

vedo due gatte (la piccola è nata nel giugno 2009), con una implicazione

terribile: la sua scomparsa. Non vedo invece come siamo passati dalla

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ricerca nel passato, le vite precedenti, al futuro di questa vita presente.

Cercavamo una cosa e ne abbiamo trovata un’altra, come avviene nel

regno di Serendip. Anche questo è un messaggio, il vero messaggio

deve essere una notizia inaspettata, imprevista. Come il “sogno di

Laura” più avanti.

1100//99//1155 -- EElliissaabbeettttaa

Torniamo al presente. Genève-Carouge, sono a casa di Elisabetta, la

cara amica e compagna di lavoro di Rosamiria alla “Tulipe”, il

Laboratorio di Ricerche Mediche dell’Università di Ginevra. Elisabetta

non sapeva più nulla di Rosamiria perché il gruppo si era dissolto con il

pensionamento del direttore Prof. Jeanrenaud, e io avevo mandato e-mail

solo a sua moglie Françoise, a Daniel Zaninetti e Jacques Terrettaz, suoi

colleghi di lavoro. Elisabetta non li vedeva più da quando aveva ripreso

il suo lavoro di medico all’Ospedale Cantonale. Non aveva più visto

Rosamiria dall’estate 2004, l’ultima volta che era venuta al mare al

Forte, in Versilia. Rievochiamo i tempi felici dell’L.R.M..

1122//99//1155 -- MMaarriiee--FFrraannccee

Arzier (VD), Svizzera, sono a casa di Marie-France, sui contrafforti del

Giura sopra il Lago di Ginevra. Incredibilmente fra le sue foto se ne

trova una con Rosamiria, presa ad una cena in un ristorante di Tirrenia.

Infatti Marie-France era venuta a trovarci in un suo viaggio in Italia nel

2000 e in quell’occasione aveva fatto delle foto.

1155//99//1155 -- LLaauurraa

La mia amica Laura, che è una sensitiva, ma non lo accetta e lotta per

contrastare questo suo dono, mi riferisce un sogno che ha avuto la notte

precedente. Nel sogno lei vede una Rosamiria più giovane che le dice:

«Sto bene, non sono sola. Questo è mio marito» indicando l’uomo che è

accanto a lei. Io ho interpretato quella presenza maschile come

proveniente da una vita precedente, dove poteva essere stato suo marito.

La cosa più strana è che Rosamiria e la mia amica non si conoscevano.

Sempre più strano è il fatto che l’aveva già sognata anni prima, e l’aveva

identificata dalle foto che le avevo mostrato, quelle dove era più giovane.

1177//99//1155 -- SSeerreennaa

Colloquio con Serena, l’amica di Rosamiria che è anche sensitiva. Le

racconto il sogno della mia amica, che sia io che Serena interpretiamo

come un segnale che lei è disponibile per comunicare. Prova subito la

scrittura automatica e otteniamo questo messaggio:

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«Sono ancora vicino a te, mio caro. Sto bene, non c’è niente che io

possa dire, voglio solo vederti sereno e in pace. Tu hai ancora molto

tempo (per) goderti la vita fin che puoi. Non ci sono vicina con i miei

cari, so che c’è ancora un po’ di tempo, ma sto bene qua. Io non posso

dire di più per il momento. Abbi pazienza. Ora ti saluto».

Non la riconosco. Il messaggio è generico e anche disumano, nella parte

dove dice di godermi la vita, perché al momento mi sembra impossibile

solo vivere senza di lei. Il riferimento al fatto che non possa dire di più

mi fa capire che c’è una barriera, come una regola che non si può

infrangere. Dopo quasi sei mesi, questo è il primo contatto.

2222//99//1155 -- CCrriissttiiaannaa

Colloquio con Cristiana, la sensitiva che ho conosciuto a casa di

Stefania. Con la scrittura automatica abbiamo questo messaggio: «Sto

bene, sono preoccupata per ciò che ho lasciato sulla scrivania ... ... ...».

Dopo sei mesi è difficile capire cosa ha lasciato lei sulla scrivania e cosa

è stato spostato da noi.

Negli ultimi tre episodi parlo di tre sensitive che conosco, tutte donne.

Secondo le statistiche non dovrebbe accadere: che io ne conosca tante, e

tutte donne. Ne sono circondato. Quindi, se c’è un significato in questo

fenomeno, deve essere che io attiro questo genere di persone, per una

ragione che non ho ancora scoperto, ma che ha sicuramente a che fare

con questo libro che sto scrivendo.

2222//99//1155 -- GGiiuulliiaa

Colloquio con Maria, la mia psicologa. Parliamo di Rosamiria e per

questo Maria va in trance leggera, quando improvvisamente mi chiede

«chi è Giulia?», dapprima non ricordo, poi mi viene chiara alla mente la

zia Giulia che era una sorella di mia nonna paterna Lodovina, con la zia

Clelia le sorelle erano tre, originarie dell’isola della Maddalena. Maria

mi dice: «Viareggio vuol dire qualcosa per te? Giulia mi sta parlando di

Isabella che è bloccata nel giardino della casa di Viareggio, è confusa e

non sa che fare. Non può uscire perché il cancello è chiuso e loro (le tre

sorelle) non possono entrare. Tu sei l’unico che lei riconosca che può

aprire il cancello e convincerla del suo stato (che è morta). Ti crederà e

ti seguirà fuori dal giardino, libera». Isabella era la mia sorellina morta a

diciassette mesi per annegamento in una grande conca piena d’acqua, in

cui era caduta, mentre si sporgeva per prendere un pezzo di legno, nel

giardino della casa che avevamo a Viareggio nel 1948. A Maria non ho

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mai raccontato nulla di tutto questo prima, e quindi è una prova del

contatto con zia Giulia1. È anche la prima volta in nove anni che

mostra qualità medianiche.

2299//99//1155 -- IIll bbrraacccciiaallee

Colloquio con Maria. Parliamo di Rosamiria e per questo Maria va in

trance leggera, per essere pronta a ricevere, e ad un certo punto mi dice:

«vedo un bracciale». La cosa non mi sembra interessante, continuiamo a

parlare dei piccoli screzi tra me e lei, quando aggiunge: «vedo un

bracciale ed un cancello» la cosa comincia ad assumere un significato

preciso per me. Anni prima era successo che Rosamiria, sollecita come

sempre, era scesa di macchina per aprire a mano il cancello perché

l’apertura elettrica non funzionava. Nel fare ciò era rimasta con il polso

preso tra la colonna e il cancello, ed il bracciale Maya d’argento che le

avevo portato dal Messico si era deformato. L’avevo rimproverata più

per il rischio corso per la sua incolumità che per il bracciale. Lei ci era

rimasta male, ed io mi ero subito dispiaciuto per averla trattata male, ma

lei non mi aveva parlato per giorni. Questo episodio riportato da Maria è

una prova della autenticità del contatto con Rosamiria, nessuno ne era

informato.2 Maria continua con il messaggio di Rosamiria che dice che

solo ora si è resa conto della profondità del mio amore per lei, e del suo

per me, ora che legge i miei pensieri. Si riferisce poi alle donne che ho

avuto prima di lei, e conclude che sono state inutili. Non capisco questa

ultima parte, tutto nella vita è necessario per l’evoluzione, non sarei stato

la stessa persona, quella che lei ha amato e ama ancora, se non avessi

avuto quelle esperienze. Forse vuole dire che potevamo cominciare

prima con lei, invece di essere solo amici per 13 anni, dal 1966 al 1979.

Mi dice ancora che Rosamiria si preoccupa di quello che ha lasciato nel

cassetto in basso del comodino verso il balcone, dove però non trovo

niente di importante.

33//1100//1155 -- GGiinnaa

Sono invitato da Serena all’Hotel Golf di Tirrenia al congresso della

associazione “Lo Specchio dell’Anima” fondata da Gina, amica sua. Ho

un colloquio con Cesare Zanoni di Mondovì, sensitivo che fa parte del

gruppo. Parliamo di Rosamiria e mi dice subito che la vede vicino a me

alla mia destra, e che gli mostra una foto dove lei ha una borsa e siamo

vicino ad un muro in una città, e dice che era felice in quella foto. Dice

1)

i nomi Giulia e Isabella erano sconosciuti a Maria.

2) Tutte le righe marcate come questa sono prove.

13

anche che la grandezza del nostro amore si è rivelata durante la sua

malattia. Poi mi dice che sente sbattere uno sportello della cucina e

questo è una prova di autenticità del contatto. Infatti Rosamiria, che è

abbastanza alta (1,70), batteva spesso la testa negli sportelli aperti della

cucina, e in quella nuova, che era il suo sogno da tempo, ha fatto mettere

degli sportelli che si aprono verso l’alto, più in alto della testa.1 Mi

chiede se abbiamo mai parlato della sua morte vicina, ma gli dico che

non lo abbiamo mai fatto, perché nella nostra società occidentale c’è il

tabù su questo argomento. Cesare mi chiede se Rosamiria condivideva il

mio interesse per il paranormale, e gli dico che, nonostante lei facesse le

carte, non lo condivideva. Allora mi riferisce che R. ha cambiato idea e

che quello che faccio con il Monroe Institute è positivo [prova2], è sulla

strada giusta che ci porterà ad avere contatti diretti “nel quotidiano” in

breve tempo (mesi, invece di anni). Rosamiria mi promette anche che

non mi abbandonerà mai. Come ultima raccomandazione mi chiede di

ricordarmi di dare l’acqua alle piante. Infatti Fiorella (la donna di

servizio) è andata in Romania per le ferie.

66//1100//1155 -- IIll pprriimmoo ccoonnttaattttoo

Colloquio con Maria. Le chiedo di ricordarmi il messaggio di Rosamiria

della volta precedente (29/9), ma lei mi dice: «Facciamo così», e va a

prendere la foto di noi due che era affissa in bacheca, e con il pendolino

sull’immagine di Rosamiria, comincia a ripetere quello che Rosamiria le

trasmette:

«Mi addolora molto che tu sia rimasto solo e quanto tu soffra, ne ho un

senso di colpa che mi opprime, perché nella vita si fanno molte cose

stupide, e le cose stupide e negative alla fine contano di più delle cose

importanti e positive nel dirigere il nostro destino. Sono ancora intontita

perché sono morta nel sonno. Quella notte sono andata a letto tranquilla,

pensando a quello che volevo fare il giorno dopo [prova3], non pensavo

affatto di morire. È stata una cosa imprevista, nel mezzo del sonno più

profondo, per questo la mia mente non è ancora del tutto chiara.

Mi rendo conto solo ora quanto amore c’è tra noi, anche se io ti

rimproveravo per la tua incapacità di dimostrarmelo a parole. Io ho

molto sofferto per essere stata per te al secondo posto, come una scelta di

ripiego, e non essere la prima nel tuo cuore. Sono sempre stata

1)

Fatto vero. Questa è una prova

2) vedere il sito www.monroeinstitute.it

3) il racconto è vero, ne ha parlato prima di dormire.

14

perseguitata dalla paura di non essere amata abbastanza, di non contare

molto per te, ma mi sbagliavo, tu mi hai ben protetta e circondata

d’amore. Altri uomini prima di te mi hanno fatto molto soffrire per

amore, ho provato l’abbandono e pene d’amore indicibili. Mi sono

riscattata realizzandomi nel mio lavoro, che mi ha dato tante

soddisfazioni.

Vedo che stai imparando a vivere da solo, a cucinare, a pulire. Il bagno

arancione è un po’ in disordine però, la cucina pure. A volte mi arrabbio

se tu bruci qualcosa sui fornelli, e mi viene da gridare, ma tu non mi puoi

sentire. Grazie Elia perché vieni da Maria che ci dà questo “telefono”.

Elia è un ricercatore onesto, determinato, quello che sta facendo ora ci

porterà a comunicare meglio. Presto parleremo direttamente, il

messaggio si formerà nella tua mente, ma devi imparare a distinguere la

comunicazione quando viene dall’interno della mente e ti sembrerà di

immaginare le risposte, e quando invece viene dall’esterno:

un’accelerazione del battito, un calore attorno al cuore, o un brivido nella

schiena saranno il segno rivelatore di questa comunicazione diretta.

Questo ci aiuterà molto nel tempo che mi è dato prima di proseguire nel

mio viaggio, di passare oltre».

Questa frase mi raggela, e le chiedo: «Quando avverrà questo? Puoi

aspettarmi per passare oltre insieme?», e lei: «Questo non lo posso

sapere». “Passare oltre” è un’espressione che nasconde un concetto

terribile: un’altra separazione, questa volta definitiva, una seconda

morte. Forse resteremo in contatto, ma come persone diverse da quelle

che siamo stati in vita. Per fortuna avverrà solo quando saremo pronti,

tutti e due, a lasciare i riferimenti fisici, quelli della nostra vita qui sulla

Terra. Non riesco ancora a capire come avverrà, e come potremo

accettarla.

88//1100//1155 -- GG0011

Primo colloquio con Gina, Rosamiria parla attraverso di lei. Questa è

una trascrizione di una registrazione, quindi il linguaggio ha più la forma

del parlato, che dello scritto. Alcune frasi sono incomplete, altre sono

state riscritte. Ci sono molte ellissi ( ... ) cioè parole non decifrabili,

parole saltate, grammatica e sintassi inesatte. Quando l’ellissi segue una

parola senza spazi (così...) è intenzionale, cioè le parole mancano

proprio. La punteggiatura è stata aggiunta dopo. È un compromesso tra

forma più corretta e aderenza al testo della registrazione. È la prima

volta che incontro Gina, che non sa nulla di me, né di Rosamiria né della

nostra vita e per questo è un canale perfetto, scevro da influenze.

Per chi vuole sentire la registrazione mentre ne legge la trascrizione,

questa può essere scaricata da questa pagina come file .mp3. Per chi

15

preferisce i sottotitoli, si possono scaricare dalla stessa pagina, ma

devono essere salvati nella stessa cartella del file .mp3 e l’estensione

deve essere .ass perché siano interpretati correttamente da VLC, che è il

lettore audio che li fa vedere. Ecco la trascrizione:

Gina: Sua moglie è morta di malattia?

Elia: Sì

G: Perché mi fa sentire un po' di sofferenza.

Rosamiria: Scendo dall'alto dei cieli perché quaggiù io sono arrivata.

La mia sofferenza fisica ha fatto si che la mia anima si purificasse per

arrivare quaggiù verso questa grande luce che è il Tutto e che è quella

Energia da cui noi veniamo e da cui poi dopo tutti noi ritorniamo.

Ti ringrazio per l'uomo che sei.

Ti ringrazio per essermi stato accanto.

Ti ringrazio per avermi amato, specialmente nel tempo in cui più a casa

eri.

E: Sono andato in pensione prima [prova].

Rosamiria: Mi sono sempre sentita amata.

Sei un uomo particolare, un uomo che ha sempre voluto scavare nelle

cose, non ti sei mai fermato alla superficialità.

Ti ringrazio per la tua speranza che hai avuto fino all'ultimo anche

sapendo tutto il quadro medico che c'era davanti, hai sperato e con quella

speranza, mi hai condotto quassù con l'amore e con la serenità.

Grazie, grazie per tutto.

Vorrei essere lì vicino a te, vorrei abbracciarti così forte perché nel tuo

cuore ora c'è una frattura, c'è questa solitudine così immensa, i giorni

sono tutti uguali e la mattina alzarsi è diventato un problema. Vorresti,

quasi, quasi, lasciarti andare per raggiungermi, ma non è ancora il tuo

tempo per cui tu lo sai: fai questo cammino con la consapevolezza e la

certezza che io ci sono, e sono ancora accanto a te, ma non più

fisicamente, ma che, ogni giorno che passa è ogni giorno che ci avvicina

sempre di più a quando vivremo quassù insieme per l'eternità.

Grazie di tutto ciò che hai dato a me.

G: Gli vuoi far delle domande?

Perché lei ti ha fatto prima il messaggio, poi gli puoi far delle domande,

se vuoi.

16

E: Certo, per esempio se c'è qualcuno vicino a lei, suo fratello, suo

padre...

R: Io sono stata accolta...

G: (queste sono persone che sono morte prima di lei)

E: Sì, certo. È meglio che io non la influenzi.

R: Sono stata accolta con l'amore. Mi sono venuti incontro, per cui,

certo, mi sono sentita a casa, vicino a loro.

E sono al mio fianco, anche se, poi ognuno prende un percorso diverso.

Ma, è come, non so come spiegarti... come se noi ci si riunisse, poi la

domenica per fare un pranzo domenicale tutti insieme e poi ognuno per il

proprio percorso.

G: Non lo so, riguarda te personalmente riguarda lei, riguarda la

famiglia, chiunque, però mi fa vedere un bambino mai nato, in braccio,

quindi dovrebbe essere un aborto, o un bimbo che è nato morto [prova1].

E: Sì, ma non da lei. C'è nella mia storia.

R: Ecco, c'è sai? l'ho incontrato, e ti dico che quaggiù nulla finisce, ma

che continua, e lui sta crescendo quaggiù ed è diventato un'anima

evoluta, ti ha amato, ed è venuto incontro a me con l'amore.

Tu lo sai che il nostro rapporto è stato combattuto, ma ce l'abbiamo fatta

a portarlo in fondo.

Tu da un passato un po' difficile, ma poi insieme abbiamo fatto un

percorso di vita molto uniti.

G: Vero? eravate molto uniti?

E: Non avevamo figli, quindi il rapporto era esclusivo.

G: Infatti eravate voi due soli.

Lei fa vedere questo bambino mai nato che ti dice che ti è sempre stato

vicino e che anche a lei ha voluto bene, perché è andato incontro anche a

lei.

Ti dice che non è che perché è stato un aborto è finito tutto. No, è finito

qui sulla terra, ma è continuato di là, per quello ci avete...

R: Stai sereno, sei amato anche da noi.

G: Perché mi fa vedere una casa?

1)

nella realtà questo bambino esiste.

17

E: Abbiamo una casa insieme, abbiamo avuto... ci abbiamo lavorato, ci

abbiamo speso.

G: Fa vedere questa casa nel cuore. Ci si deve essere dedicata tanto, vi

ci siete dedicati tanto.

E: Qualcuno mi dice: dovresti venderla e prendere una casa nuova, io

non ce la farei.

R: ... Io soltanto questo ti dico: che non voglio che tu sia legato alla

materia per me e che i ricordi d'amore li porti nel cuore.

E: Io sono legato con lei quindi la materia è accessoria.

G: Ma infatti, però mi dice che non sei pronto per staccarti da questa

casa.

R: Quindi, e allora non farti del male, perché tu ti faresti del male a

staccarti da quella casa.

E: Sì, per cui... me ne pentirei.

G: Cioè, lei ti dice: se tu la tieni, perché per dire non so, io penso, poi è

grande, o è un... è grande - Non hai capito, cioè è difficoltosa per te.

E: No, non è un problema.

G: Ma lei ti dice se deve essere un problema la casa, ti dico: liberatene

perché a me non interessa, cioè voglio dire, ti amo ... ... come materia

però mi dice anche che te non sei pronto di staccarti quindi ti faresti del

male, ora, a venderla, hai capito?

R: Quindi tu hai bisogno ancora di vedere le nostre cose, di vedere ciò

che toccavo, di vedere ciò che mi apparteneva per dirmi ancora ... negli

oggetti.

E: Sì, ma io guardo i foglietti che ha scritto lei! con la spesa.

R: È una necessità tua. Non farti guidare da persone che non entrano

dentro il tuo cuore, ognuno vive il dolore nella sua maniera, ognuno si

attacca alle cose per andare avanti e tu hai bisogno di toccare i miei

oggetti per sentire ancora la mia energia, hai bisogno ancora di vedere

nelle piccole cose ancora la mia presenza, e io ci sono.

G: Poi mi dice: il paradiso degli animali esiste.

Che so, ci avete avuto degli animali?

E: Sì, abbiamo sempre avuto tanti gatti. Sono sepolti in giardino.

R: Ma nulla si è perso, li ho ritrovati quassù perché hanno anche loro la

loro dimensione e anche loro hanno un'anima, un'anima che continua

18

anche per loro la crescita lassù, quindi, stai sereno, in quel giardino ci

sono i corpi, ma non ci sono loro, loro sono con me qui.

Poi cosa mi vuoi chiedere?

G: Ce la ritrovi nel messaggio? bene, bene.

E: Ma, questa dell'aborto è una cosa bellissima, nuova.

G: Non te l'aveva detto nessuno? Riguardava te, però non sapevo,

capito? nel senso... però vedevo che... poteva essere un fratello, poteva

essere... capito? però è una cosa che ti riguarda te.

E: No, io mi aspetto che mi dica qualcosa che sappiamo solo noi, ma

non posso chiedergliela io, perché so come funziona con i medium, cioè

che tu potresti entrare nella mia mente e scovare la risposta. Deve farlo

spontaneamente, deve scegliere lei.

G: Io sento questo contatto, forte... ti dico che la notte allunghi la mano?

Perché dice: allunghi la mano e mi sfiori e sappi che quella mano mi

tocca, non senti la mia materia così forte, ma tu senti la mia vicinanza

intorno a te, senti che ti seguo. Poi ascolta, mi fa vedere una cosa: ma te

dormi su due cuscini?

E: Sì, io... non due cuscini uno sopra l'altro, metto il cuscino fra il letto e

il comodino perché quando metto il braccio fuori, mi pesa.

G: Infatti mi fa vedere due cuscini, che te usi due cuscini proprio nel...

E: Anche tre.

G: Come faccio io a saperle queste cose?

R: Per cui ti vedo e ti seguo nella notte.

G: Poi voi avete viaggiato tanto.

E: Sì, abbiamo... mi può dire...?

G: questo non te lo dice, però ti dice: fuori dall'Italia.

E: Abbiamo vissuto, non viaggiato, vissuto.

R: Noi siamo sempre stati viaggiatori e anime in cammino, mai fermi e

mai stabili del tutto. Il tuo essere è fantastico. Ti dico: scrivi.

E: Sì, me l'ha già detto.

R: Hai bisogno, sì, però fallo.

E: Sì, sì, ma io già scrivo...

R: È bellissimo, come stavi dicendo prima, unire spiritualità e scienza,

che poi soltanto la mente umana vedete perché noi siamo fatti di energia,

19

voi siete fatti di energia, questi contatti, questo contatto si può fare

perché è l'energia che ci unisce per cui ti dico: scrivi perché è

importante, il pensiero di uno scienziato arriva molto più di quello di una

persona normale per cui è importante che tu dia testimonianza di questo

tuo percorso.

G: Io non capisco, perché mi fa vedere un albero? Un albero alto.

E: Nella casa ci avevamo un giardino con 14 pini che poi ora sono morti

perché molti sono stati presi dalla malattia, dal parassita. C'è un albero

vicinissimo alla casa, molto grande, tutti mi dicono: cascherà sulla casa.

G: Madonna! ma ci hai tutta la gente negativa intorno a te porca miseria

eh!

E: Io dico: aspettiamo che caschi. E infatti forse è quello lì che ti fa

vedere.

G: Mi fa vedere questo albero grande, più alto della casa. Infatti mi fa

vedere me lo fa vedere enorme quest'albero qua ... c'è lì quest'albero

enorme.

E: Ma è un bell'albero, bellissimo. Gli piaceva tanto, anche a lei

quell'albero lì. Lei, il giardino, per esempio era il suo amore.

G: Infatti lì... e quindi dico salviamo quello che si può salvare fino

all'ultimo, facciamogli fare il suo percorso a questo albero, io non lo

vedo che così precipita sulla casa, no mi raccomando, pensieri positivi e

senti sempre la vibrazione del tuo cuore, non ascoltare... te ci hai tanta

gente intorno a te che... ti bombardano a tutto...

E: Infatti io voglio portare una che ci ha la sua mamma qui a Putignano e

ha... il suo figlio si è suicidato.

G: (mamma mia)

E: e io vado sempre a casa sua, e parlo di queste cose e lei mi dice "no"

G: Eh, capito, però lui, lei mi pare dice: cioè che in queste persone, che

ci hai tante persone, te ascolta quello che ti fa bene, quello che non ti fa

bene allontanalo da te, capito?

E: Sì, non mi lascio influenzare. Infatti il marito che è già un po' più

positivo, mi dice: ma guarda che te ti stai bloccando su questa cosa e non

potrai progredire, e io gli ho detto: ma, per me... progredire è proprio

studiare questa cosa. È un aiuto importante.

20

Io non avrei mai pensato che avrei studiato la morte da vicino, così da

vicino non ci pensavo, perché la vita mi sorrideva. Certo. Adesso le

cose sono cambiate.

R: Poi, dì la verità, facendo due conti diciamo che non doveva toccare a

me, io molto più giovane, è vero?

E: Sì, sessantotto anni, sua mamma e sua nonna hanno vissuto fino a 94

anni. Quindi se lei non avesse fumato avrebbe vissuto quell'età lì.

G: Capito? Ti dice, no, nel senso come dire, di non dare tutto per

scontato se si guardava l'età tua e l'età sua, poi capisci,

R: sì ero più giovane...

E: Due anni. Perché io ne ho settantuno e lei mi avrebbe accompagnato

me, nella morte, invece...

G: Cioè ti dice... capito quello che ti dice?

R: Non è così, tu hai bisogno di questo nostro contatto per andare avanti

e per amarmi ancora, tu sei certo che io ci sono perché non può finire

tutto con la morte, se no che senso ha la vita?

E: So che la morte non esiste, io ho letto un centinaio di libri

sull'argomento.

R: Sono passaggi, sono crescite, che uno fa quaggiù, come non esiste

l'inferno, come non esiste il paradiso, sono soltanto stati d'animo in cui tu

entri soltanto, per l'inferno: hai da perdonarti per un percorso di vita e,

renditi conto che quegli sbagli sono tuoi e perdonare te stesso, dopo di

che sei pronto per andare verso questo Dio che non ha la barba, e non sta

sulle nuvole, ma che è un Dio che abbraccia tutti e che ha mille nomi e

che è AMORE. Il paradiso è tu che entri già dentro. Io sono già arrivata

alle porte del paradiso perché la mia malattia, la mia sofferenza fisica ha

fatto sì che ripulissi l'anima.

G: Ah, figli hai detto che non ce li hai, no, dicevo che figli hai detto che

non ce l'hai.

E: No, non ne abbiamo avuti e questa è una caratteristica della nostra

unione, cioè, non è negativa.

R: Un'unica mela, noi eravamo un tutt'uno.

G: Ti ha seguito molto tua moglie anche nel senso del lavoro aveva già

avuto degli spostamenti, e tu...

E: Il fatto stesso di essere venuta a lavorare in Svizzera, a Ginevra,

perché c'ero io...

21

G: Infatti... ti ha seguito passo passo, sempre.

R: Noi... io... tu devi pensare a me come una farfalla perché bella, io ho

vissuto appieno la mia vita, perché dove tu eri, io ero, e insieme abbiamo

fatto questo percorso nell'amore, lottato, per questo rapporto.

E: Sì

G: Cioè, come ci avete avuto dei contrasti. - Lei ha lottato. Infatti dice:

lottato per questo rapporto, capito?

R: Ma talmente presi l'uno dall'altro, talmente uno sapeva dell'altro, che

abbiamo creduto in noi e ho vinto la mia lotta.

E: Sì, ha trovato le parole giuste!

G: Bella... questa è bella, questa cosa qui è fantastica questa cosa qui è...

E: Un giorno bisognerà raccontare... io scriverò un libro, come mi chiede

lei. Certo! - E nel libro ci sarà tutto. Comunque, se c'incontriamo al di

fuori di queste sedute le racconterò. Non voglio influenzarla ora.

G: Mi fa vedere un computer, stava molto al computer?

E: Sì, sì lei ha incontrato il computer attraverso di me.

G: E poi m'ha detto: mi piace l'immagine che hai messo quando apri.

E: Lì ci sono tantissime immagini...

G: No, ma lei mi dice: quando tu apri il computer la prima immagine che

viene, dice grazie per quello.

E: Ma guarda, non parlo di immagine, non me la ricordo nemmeno.

R: Tu mi hai fatto crescere, tu mi hai plasmato, tu mi hai preso mano

nella mano e mi hai portato nel tuo mondo dove io ci sono entrata, e

sono stata un punto forte per te perché la mia vicinanza accanto a te ha

fatto sì che tu potessi prendere forza di te stesso.

G: Te hai preso anche delle delusioni nell'ambito lavorativo o qualcosa

perché sei stato...

E: Non ho fatto la carriera che potevo fare perché sono stato troppo

fuori, troppo all'estero. I miei compagni di università sono diventati tutti

e due direttori dell'istituto dove sono io, io no! perché? perché sono stato

dieci anni a Ginevra. La mia sedia si è raffreddata.

G: E infatti ti dice: è come se tu ora avessi un po' di rimorsi di quello,

capito?

22

E: Su quello, va bene così, cioè sono contento della... di quello che ho

fatto.

R: Abbiamo percorso la vita mano nella mano, giorno dopo giorno...

G: Tu prendi una pasticca, qualcosa? perché dice: non ti dimenticare mai

e sempre attento all'orario.

E: Sì, infatti ieri sera l'ho presa a mezzanotte, invece la devo prendere

più o meno all'ora di cena. Visto che ... - No, e poi ne prendo più d'una.

G: Beh, dice, ricordati.

E: Sono iperteso.

G: Però ... di questa pasticca qui che ti eri dimenticato, ma dice: ricordati

l'orario.

E: Infatti ieri sera ho pensato proprio questo: che m'era passato di mente,

proprio perché stavo facendo la traduzione di un libro che avevo letto in

inglese, e la traduzione me l'hanno data, allora l'ho messa a posto, ora la

stampo e la devo distribuire ai miei amici che non hanno potuto leggerlo

quel libro.

R: La tua mente è sempre una mente in elaborazione, mai riesci a

fermarla, per questo riesci sempre a dare ancora molto, sono orgogliosa

di te, dell'uomo che sei, grazie di tutto.

E: E tra l'altro io ho sempre avuto un po' un senso di colpa perché stavo

troppo al computer e non parlavo con lei.

G: Perché mi fa vedere una catena ti dice niente?

E: Non lo so, sarà una collana ah, ma forse è la ... che ci univa anche...

G: No, no, ma qui mi fa vedere proprio te, o non lo so se tu gli hai

regalato... mi fa vedere proprio una catena una ... di bello, col... collana,

mi pare di vedere.

E: Siamo stati insieme 36 anni, quindi è capitato sicuramente che ho

regalato tante cose.

G: Però c'è questa catena che, dovrebbe essere a maglie un po' larghe,

capito?

E: Ora guarderò...

G: Ci ho un ricordo su quella in modo particolare vedrai che se ti viene

nella mano ti riporta indietro nel tempo. ... Perché mi riporta la parola

“Auguri”?

23

E: Auguri?

G: Una ricorrenza: settembre, ottobre, novembre.

E: Auguri settembre, ottobre, novembre? fra ottobre e novembre farò un

corso che mi dovrebbe aiutare a contattarla direttamente.

G: Vedi?

R: Ce la farai! è tanta la tua voglia e tanta la mia, perché, vedi, è bello

comunicare così tramite questa penna o tramite altre persone che portino

la mia energia, ma ancor più bello, sia per me, che per te è il contattare

direttamente, di continuare i nostri colloqui. Quel parlare che tu dici che

era un parlare poco, ma per me bastava, perché che tu ci fossi per me era

già una certezza.

A volte le parole, nei rapporti sono sprecate perché basta guardarsi negli

occhi e si sa già quello che tu volevi e quello che io volevo, non c'era

bisogno che tu chiedessi, io ero già pronta per darti ciò di cui avevi

bisogno perché noi eravamo un tutt'uno, ma ancora lo siamo, non

dimenticarlo. Continua questo percorso che è importante della tua vita,

ora la tua aria, il tuo ossigeno, per cui non ascoltare chi ti dice di star

lontano, ma invece incamminati e, mi raccomando, fai tuo ciò che

t'arriva al cuore, anche nei messaggi che riceverai. Ciò che non ti

appartiene lascialo andare, non è sbagliato, ma non è per te.

G: Bene questo punto, sì, molto bello, molto bello ciò che diceva a me,

magari ... qualcosa che non ti torna lascia andare, capito? nel senso, o vai

da un'altra persona uguale.

Non so, vuoi provare a chiedergli qualcosa?

E: Sì, no, più che chiedere dire: mi dispiace di non averla ascoltata il 21

febbraio e lei è morta il 21 marzo.

G: S’è sentita male lei il 21 di febbraio?

E: No, stava bene

R: Perché questa domanda? Una domanda che non ti devi porre, un

piccolo senso di colpa che non devi avere, non ha significato.

E: Va bene, è una risposta.

G: No, non lo so io perché ti porta a questa risposta che t'ha dato?

E: Sì, va bene, sì, sì, in effetti poi io dovrei... non so se devo raccontare e

influenzarti...

G: Non lo so, io questo m'ha detto, cioè che questo è come se tu ci avessi

un piccolo senso di colpa che non aveva significato, che non ha

significato.

24

E: Perché poi la... Il discorso è proprio questo: che quel giorno mi ha

chiesto di fare l'amore e non l'abbiamo fatto, perché sono venuti amici,

perché mi è passato di mente, ma anche a lei probabilmente, e l'abbiamo

fatto qualche giorno dopo.

G: Infatti dice: ma dov'è il problema ... cioè, ma è una stupida domanda,

nel senso che non... non c'è un... motivo.

E: Qualche giorno dopo, che era la festa della donna, l'otto marzo.

R: Allora ricordati che mai mi è mancato quello, il nostro rapporto era

un rapporto molto forte per cui, no, non è che non l'abbiamo più fatto,

che tu... ti poteva rimaner la bocca amara sia a me che a te, non è così,

per cui basta! dice: basta! con i sensi di colpa e con... ma non è, capito

perché?

E: È una bella risposta.

R: Stai a scavare, capito? tu stai ora a scavare nelle piccolezze, in quelle

piccole cose che non hai fatto per normalità quotidiana e che ora invece

ti sembra che mi possano aver fatto... fatto dolore perché non sono state

fatte, non è così, è bello, togli i sensi di colpa. Scavi, cioè nel senso,

come se...

E: Io so che quel giorno lei stava bene, perché se no non me l'avrebbe

chiesto.

G: E infatti e ti dice: non l'hai fatto per...

E: Poi era una donna, che chiedeva lei. Certe donne, il 99 per cento...

G: Giusto, s'allontanano, si dice no, ma perché...

R: tu eri... tu mi ricaricavi a livello energetico, tu eri la mia pila, tu lo

sai, io vivevo per te e quindi avevo anche un bisogno fisico di stare con

te, ma quello che ti voglio dire: non è stato fatto non perché mi hai

rifiutato come donna, o come amore, non è stato fatto perché nel

contesto giornaliero di cose che son successe, ma eri sempre pronto la

volta dopo, quindi mi sono sempre sentita amata, non dubitare di questo.

I sensi di colpa: via, ti dice: come sensi di colpa: via.

G: Poi ti dice una cosa però, io te la dico così, dice: perdoni mia madre?

E: Di sua madre non ci ho nulla da perdonargli, anzi mi ricordo le

scorpacciate di funghi quando andavo a Gallicano perché lei mi

rimpinzava.

G: Ma come mai ti dice: perdona mia madre?

E: Non capisco… cioè, sua madre mi chiese perdono, perché mi disse:

«Purtroppo non ho insegnato a mia figlia a cucinare come dovrebbe fare

25

una donna» perché lei aveva fatto l'università, Rosamiria, e quindi non

era stata educata come una donna di casa1. In realtà se la cavava

benissimo e quindi io gli ho detto... alla sua mamma glielo dissi subito:

non è vero, se la cava benissimo in cucina.

R: Ti sta sorridendo la mamma.

G: Dice: perché? sua madre è su? morta?

E: A 94 anni, l'anno scorso, o due anni fa.

G: Ah già.

R: Mia madre ci sta sorridendo! Sta sorridendo la mamma, perché si

ricorda di questo episodio. E ti dice infatti, perdonami per non aver fatto

di lei una donna di casa come avrei voluto, perché tu lo sai che mia

madre stava... era quasi una perfezionista, tanto più per la cucina, è vero?

Che cucinava tutto il giorno, e poi la nonna la stessa cosa. Infatti lei era

proprio per ... per cui, ma sorridiamo insieme per riportarti a

quell'episodio, ma che sai che sei stato stimato e amato da tutti.

Non potevamo e non potevo desiderare una persona meglio di te, tanto.

Abbiamo vissuto nell'armonia.

G: Lei mi fa vedere che avete passato un periodo di battaglie, ma non fra

di voi, magari intorno, non lo so, cioè molto... prima di trovare questa

pace, questa serenità avete dovuto combattere abbastanza.

E: Sì perché io avevo una relazione con una ragazza tedesca, Luitgard,

che era ricca in modo incredibile, quanto nemmeno lei lo sapeva e questo

chiaramente quando, poi, era talmente...

Succedeva questo: che il primo di luglio del ‘79 lei va in... mi saluta, mi

dice: ci vediamo a settembre, io vado dai miei genitori in California.

E io ci rimasi molto male.

In quel periodo frequentavo comunque Rosamiria, così, come amica, sì,

sì semplicemente, e... Rosamiria la trovai per la prima volta disponibile,

e io pure ero disponibile, perché ero furioso per questo abbandono,

perché Luit mi aveva lasciato per due mesi.

Io non ero ancora conosciuto dai suoi genitori e quindi no, non potevo

andare, e allora questo è stato perché ci siamo messi insieme io e

Rosamiria, però, devo dire a Rosamiria che da quel momento è stata la

1)

questo è una prova, l’episodio si è realmente verificato.

26

prima, lei aveva paura di essere la seconda. No, lo so... so che... era la

prima e quell'altra era un problema.

R: Sì, perché allora, con me hai veramente sentito l'amore. Sì, con me

l'hai proprio sentita quella vibrazione. Nato, il nostro rapporto, da un

momento di rabbia, è sfociato in un amore molto grande quindi, come

vedi, un altro punto che tu stai studiando e che metterai sul tuo libro è

che nulla viene a caso, che tutto è segnato nel percorso, che bisogna

sempre prendere il momento e capire ciò che ci viene offerto, perché

col... se tu [non] fossi stato arrabbiato, se tu l'avessi seguita, o altre mille

cose, tu saresti stato lontano da me e noi insieme non saremmo mai

potuti stare.

Per cui quello era il momento giusto per far si che si partisse.

Lo so, non sono stata uno scaccia-chiodo, ma mi divertivo a volte a

fartelo pesare.

E: In qualche modo lei, la sua presenza... voleva essere valorizzata, ma

io... sì... l'ho lasciata, cioè l'ho lasciata sola perché quando tornavo da

quell'altra, a Ginevra...

Per questo che a un certo punto lei mi ha detto: portami a Ginevra.

Perché sapeva che se lei non invadeva il territorio dell'altra non avrebbe

mai vinto.

R: Tu lo sai che io sono quella che fa la guerra, ho sempre fatto guerra

fredda con armonia, ma come te, scavato e scavato e quando ci avevo un

progetto in testa, lottavo per arrivare fino in fondo e ho sempre vinto, è

vero?

E: Ha sempre vinto perché lei mi conosceva così profondamente che

quando lei, l'altra ragazza è rimasta incinta, e a questo punto i suoi

genitori mi hanno detto: va bene, te la sei portata in California, l'hai fatta

viaggiare (questa Luit, si chiama Luitgard), ma adesso però che lei è

incinta vi sposate e poi venite... in Germania - Si - dove stava, dove lei

doveva gestire la clinica della famiglia, la parte alberghiera, e il fratello,

che era medico, la parte medica.

E mi dissero anche: guarda il tuo lavoro lo devi lasciare, perché è una

perdita di tempo.

G: Figurati! ti cambiava la vita di nulla.

E: Cioè che io mi dovevo affidare a loro.

G: Da non vivere, non vivevi.

E: E io... Rosamiria sapeva che non ce l'avrei fatta, lo sapeva prima,

capito? io non lo sapevo, lei sì.

27

R: Qui diciamo che sono stato il tuo angelo terreno, colei che ti ha preso

per mano e fatto vivere la vita che tu volevi vivere, che ti ha fatto dare

quel "no" e quel taglio che è stato importante per poi sentirti libero e

vivere, insieme, la vera vita.

G: Bello, questo pezzo qui, veramente bello.

Quindi la tua ex-fidanzata ha abortito?

Ecco perché mi faceva vedere questo, poi che... me lo indirizzava più a

te che a lei, capito?

E: Questo figlio non nato è stato importantissimo, è chiaro, nella mia

vita.

G: E ti dice che c'era, che ti ha sempre seguito, figurati il pensiero, poi

non avendo mai avuto figli con lei, che sempre... gli è venuto in mente,

diverse volte, però lei ti ha seguito...

E: Abbiamo anche fatto la cura contro la sterilità, a Ginevra, che non ha

funzionato, è andata così. Non importa, va bene così.

G: Comunque sei padre lo stesso. Sei padre lo stesso ... ...

Bello con quel pezzo del figlio!

Perché forse ... ... gli piaceva ballare? o la musica?

perché mi fa vedere...

E: La musica sì, ma non ballare.

G: Allora, no, perché mi fa vedere delle note musicali e dice:

R: Quaggiù ascolto una sinfonia angelica, tutto è armonia, tutto è un

disegno, tutto è più accentuato, però, ti devo dire questo: io manco a te,

ma tu manchi tanto anche a me, perché il cuore e la mente rimangono lo

stesso e quindi farò il mio cammino quassù, ma piano piano, perché

ancora molto attaccata a te.

Il tempo passerà, quello è certo, passerà come, per dire che tu stacchi dei

fogli su un calendario, ma che poi, nel cuore sarà sempre oggi.

Sappi che io sono sempre al tuo fianco, arriveranno i segni che tu senti.

G: Te te la senti vicina, hai avuto un segno da lei.

R: Io ti seguo in tutto.

G: Un profumo, mi parla di profumo, hai sentito il profumo? di lei?

E: Dunque, ho aperto il cassetto e ho preso dei profumi che lei aveva

messo in quel cassetto e li ho annusati tutti quanti.

28

G: Dimmi che non t'ha dato prove...

R: per cui io ancora con te vicino, passo dopo passo, ti amo.

Il nostro rapporto è sempre stato gioioso, a volte, anche nell'età matura

degli ultimi tempi. Eravamo come adolescenti, tutto ci piaceva, tutto ci

teneva felici, in tutto vedevamo il bello della vita e grazie a te per tutto

questo e grazie a me per averlo voluto.

Perché insieme abbiamo fatto questo percorso mano nella mano.

Tu ringraziami per averti fatto vivere.

E: Infatti, lei mi ha permesso di fare la vita che dovevo fare e che volevo

fare.

R: Per cui il mio amore per te ricordati che non finirà mai.

E: Avremo un'altra vita in comune? Una reincarnazione?

R: Vivremo insieme.

Noi vivremo insieme per l'eternità quassù, poi quando tu arrivi quaggiù è

come se tu fossi resettato dalla memoria, tu vedrai tutto ciò che vuoi

vedere di più importante, nel percorso viene chiamato il "sonno

riparatore" nel senso che vedrai tutta la vita com'è correre davanti a te.

Vedrai che ogni essere umano, anche il miglior santo, ricordati che ha

fatto qualcosa di cui deve perdonarsi, anche se sono sciocchezze, ma

dopodiché noi saremo uniti per l'eternità. La reincarnazione non è un

obbligo, è una scelta.

E quindi a quel momento lì, deciderai quello che vorrai fare e se... noi

però abbiamo finito il nostro giro.

G: Cioè voi avete finito, l'avete chiuso il giro.

E: Quindi non c'è bisogno di una reincarnazione?

G: Per voi due, no, cioè per il vostro rapporto ... che l'avete vissuto

appieno, come storia e come tutto, poi ... ... ... di laggiù.

R: Tu sai, vero, che l'essenza di noi rimane sempre qua in cielo, una

parte riscende per creare, ma noi saremo insieme, mano nella mano, io

sarò lì alla porta ad aspettarti quando tu arriverai, il tempo si fermerà

quel giorno, anche se ancora anni avrai da passare sulla terra, ma si

fermerà come in quell'istante, in quel giorno.

29

Voglio che tu ti tolga dalle tue immagini la donna che non era più la

donna che conoscevi, ma quaggiù ritroverai la donna che hai amato, con

tutta la sua fisicità.

E: che cosa intendi che non è la donna che conoscevo, non capisco

G: no, perché lei parla di fisicità, cioè nel senso, dice: è come se tu

avessi delle immagini di lei sofferente, lei vuole che tu te le tolga

E: No, è chiaro, della malattia quelle non...

G: Te le devi togliere

E: Forse le ho già nascoste

G: infatti lei mi dice: tu pensa a me, alla donna che tu hai amato, che è

quaggiù.

E: E così io penso a lei come quella che pochi giorni prima di morire

voleva fare l'amore. Infatti - Quella è la donna che conosco.

G: Infatti dice: qualsiasi immagine di lei, di sofferenza, cancellala.

R: Sì, il nostro rapporto è stato equilibrato, è sempre stato improntato

sull'amore, per cui dimentica le immagini di sofferenza perché io

soffrirei insieme a te, ma immaginami così sempre più innamorata di te e

sempre bisognosa di sentire il tuo contatto fisico.

G: Era un po' toccona?

E: La fisicità era importantissima. - Infatti risento... - Tra l'altro mi

sono... eravamo amici da 13 anni quando ci siamo messi insieme.

G: Figurati!

E: E quindi semplicemente, ci frequentavamo, a un certo punto c'è stato

un cambiamento sia in me che in lei.

Io so che lei aveva una relazione per cui ha molto sofferto, ed era una

relazione che prima era fisica, ma dopo, il suo uomo è andato in un'altra

città e quindi la relazione è rimasta "sospesa", no, magari si

telefonavano.

Poi ad un certo punto lei ha avuto un congresso a Giardini Naxos a

Taormina e gli ha telefonato, gli ha detto: io sono qui a Catania per tre

giorni, se vuoi venire stiamo insieme questi tre giorni e lui non si è... non

si è presentato.

Lei lo ha aspettato inutilmente all'aeroporto, però ha sofferto tantissimo e

si è accorta che la loro relazione non finiva quel giorno, era già finita

quando lui era andato a Roma.

Questo ha fatto in modo che quando ci siamo riincontrati lei si è

dimostrata disponibile, io l'ho subito sentita disponibile.

30

G: Liberi, tutti e due eravate, anche se te eri legato ad un altro rapporto,

però in quel momento lì ci avevi la libertà.

Se si parla... l'hai sentita proprio lei come una calamita.

E: Io ho sentito lei libera ed era un cambiamento, è questo, e quindi lei

me l'ha già detto questo fatto, che lei ha sofferto moltissimo, e se ne

vuole parlare... io non sono geloso degli uomini che ha avuto prima di

me.

R: Ascoltami, quelle... fa parte del passato, di un passato che io non

ricordo più neppure, perché io ho vissuto... meno male, ho vissuto di un

presente, e il presente eri tu.

Tutti gli anni che abbiamo passato insieme, tra alti e bassi, è logico, della

vita, ti dico che li ho passati appieno, li ho vissuti appieno con un

compagno accanto a me che ho amato e che mi ha amato, quindi, come

posso pensare al passato, non fa parte di me, non mi interessa. A me

piaceva la tua fisicità, io ti dovevo toccare, dovevo sentirti vicino a me

per sentirmi protetta e per sentire che tu c'eri. Avevo paura di perderti.

E: Si questa l'ha sempre avuta, la paura di perdermi.

Lei, quando la cosa si è chiusa con quell'altra ragazza, io ero tranquillo, e

pensavo che lei fosse felice. Invece ho scoperto, perché me l'hanno detto

altri contatti che lei fino al giorno che ci siamo sposati, due anni dopo, ha

sempre avuto paura che io non... che la lasciassi, lei... - Non ci ho mai

pensato io a questo.

G: Però lei ha tanta paura, lo dice: aveva bisogno eh perché, perché

infatti c'era questa fisicità, questa chiarezza di... fra i rapporti, che lei

aveva sempre paura di perderti.

E: Io gli chiedo perdono per il fatto di non averla rassicurata in quei due

anni.

R: Hai fatto tutto, erano le mie paure, non di un tuo comportamento. Le

mie paure, niente di più.

Ti dico che ti amo e continuerò ad amarti, dico che sei stata la persona

più importante per me. Ti dico: vivi in quella casa perché, non ne puoi

fare a meno, cioè, ti possono dire: vendila... per cui... tu...

E: La casa parla di lei in continuazione, ma io so che è in quella casa,

l’altro contatto mi ha detto che lei è seduta al tavolo, non c'è la sedia

davanti, ma lei è sempre lì, e mi guarda, mi vede fare...

R: Io, cammino da stanza a stanza, e salgo le scale in armonia

G: Vero? ci avevi una casa con le scale?

E: Sì, al primo piano, ma lei negli ultimi 2-3 mesi non riusciva più a fare

le scale.

31

G: E invece, ecco perché dice: «ora monto le scale con armonia», ho

capito1. Poi dice:

R: …per cui, vivo la mia casa, quella casa che ho tanto amato e che poi

non ho potuto vivere come volevo negli ultimi tempi, per cui tu...

pensami a me felice, perché cammino da stanza a stanza, salgo le scale,

apro le finestre e mi riempio di quell'aria con quella brezza di mare che

arriva a me, per cui io sono felice e sono insieme a te.

Tu hai bisogno, hai bisogno della nostra casa, quindi, hai anche la

possibilità di mantenerla per cui perché te ne devi distaccare?

E: Non c'è problema

R: Quindi, io ora ti abbraccio, ti mando una benedizione immensa.

Sappi... sappi che... la mia vicinanza è sempre con te e continua il tuo

percorso spirituale, continua, non a cercarmi, perché mi hai trovato, ma

continua a parlare con me, ma ti prego, mettiti in cammino per una

comunicazione diretta, quello è il regalo per entrambi.

G: Bella questa qui: con infinito amore, la benedizione del cielo (va

bene... la mia guida si chiama Marco, quindi...)

Come è andato come messaggio?

E: Bello, bellissimo

G: Ti sei ritrovato? se l'hai ritrovata lei... la riconosci?

E: La riconosco.

G: Con chi lo fai il seminario per metterti in contatto con lei?

E: Il Monroe Institute, che è americano, e io pensavo di dover andare in

America e poi con la malattia e con le cose di tutti i giorni non ho mai

trovato il tempo, poi ho scoperto che esiste anche in Italia.

E quindi ho già seguito due corsi nella zona del monte Amiata, li hanno

fatti lì, ma generalmente sono in Veneto, infatti il prossimo sarà vicino

Verona e mi aspetto molto da questo corso.

G: Bene, ma sei pronto.

E: Sì, io penso di sì

G: Sei pronto, perché ci hai la sofferenza, ci hai il dolore, capito?

addosso.

E: Ho una spinta enorme.

1)

il cancro al polmone le dava difficoltà a salire le scale.

32

G: Hai capito? per cui...

E: Prima era solo curiosità di scienziato. Adesso è una cosa diretta, sono

coinvolto attraverso Rosamiria.

G: Bello però, comunque è serena, ti manda quella serenità, capito?

Bellissima!

Gina01.mp3, durata della registrazione 43’03”. In questa registrazione

ci sono due punti importanti, che sono delle prove di autenticità del

contatto. Il primo è il riferimento ad un bambino mai nato, che è il figlio

mio e di Luit, la mia fidanzata bavarese che avevo prima. Il secondo

riferimento è quello in cui la madre di Rosamiria mi chiede perdono per

non aver allevato la figlia come una brava donna di casa. Di ambedue i

fatti Gina non era assolutamente al corrente perché l’ho conosciuta in

questa occasione, ed abbiamo parlato solo per pochi minuti, prima della

registrazione. Un altro fatto notevole è che si parla del “sonno

riparatore” che è un ripercorrere tutta la vita per ritrovare tutto il bene e

il male che abbiamo fatto. Da dove provenga questa memoria della

ultima vita non è specificato, ma esiste un sito celeste chiamato Akasha

(che in sanscrito vuol dire spazio, luogo immenso e aperto) che conserva

tutte le registrazioni di tutte le vite di tutti quelli che hanno vissuto sulla

Terra, che è stato raccontato da Edgar Cayce.

1133//1100//1155 -- MM0011

Quarto colloquio con Maria e prima registrazione. Rosamiria e Pierre,

figura che viene qui introdotta, parlano attraverso di lei. All’inizio

Rosamiria parla per 16 minuti ininterrotti, poi interviene Pierre per 8

minuti. È l’unica volta che il contatto non è esclusivo con Rosamiria, ma

c’è un’altra entità. Qui si può scaricare la registrazione con i sottotitoli.

Maria: Allora qui mi dice:

Rosamiria: Venni due volte in sonno, una volta è stato facile

manifestarmi, la seconda volta tu avesti la percezione di sentirmi, ma

non allo stesso modo della prima, perché ti aspettavi la stessa cosa o

qualcosa di meglio. Non è sempre facile avere l'energia della forza che

diventa vibrazione fisica perché questo ci stanca tantissimo e nello stesso

tempo entriamo in un pericolo di forze oscure che come draghi vampiri

servendosi del bisogno dei nostri amati si pongono come guardiani sulla

soglia tra il nostro mondo e il vostro e rischiamo noi di essere inghiottiti

e voi ingabbiati. Non è facile entrare nella dimensione densa che

abbiamo lasciato, soprattutto, là dove ci sono molte impurità

dell'ambiente, impurità elettromagnetiche, impurità emozionali come la

33

tristezza, l'infelicità, la mancanza di gioia, impurità dettate da tossine

fisiche che rendono i recettori distorti.

I chakra, come membrane allentate, distorcono il suono e non arriva la

giusta informazione. Io desidero moltissimo che il nostro amore venga

trasformato in motivazione di ricerca, quella ricerca che hai sempre

desiderato fare, ma che per tutta la vita, per motivi vari, era diventata

soltanto una ricerca di studio, di letture ma non con l'intensità che ora

puoi mettere.

Il dolore, non riuscirai a trasformare, per quanto in parte resterà sempre

un vuoto, un sordo dolore nel cuore che nessuno potrà colmare, ma, nel

momento in cui saprai trasformare il bisogno di entrare in contatto con

me in indagine vera, contestualizzandola con i parametri a cui siamo stati

educati ora, con la flessibilità di conoscere che la scienza è obsoleta, non

adeguata a misurare conoscenze che sono non prevedibili e

programmabili, non sempre riproducibili, così come si può riprodurre un

esperimento scientifico. Resta il fatto che l'indagine va fatta.

Io sarò la tua esca positiva che ti terrà viva la motivazione in questi anni

che ti restano da vivere, fino a quando non avremo la opportunità di

ritrovarci, perché ci ritroveremo. Questo lavoro farà crescere il tuo

karma positivo perché porterai conoscenza all'umanità.

Tu sei un'anima onesta, la tua onestà intellettuale ti renderà credibile, ma

soprattutto gli esseri spirituali intorno a te sono ben disposti a guidarti in

questo piano depositando in te informazioni e conoscenze. Non sarai

solo in questa ricerca tutto quello che insieme ad altri farai, farà parte di

questo accumulo di informazioni, l'importante è non alimentare troppo le

aspettative, lasciare anche che le cose accadano e sempre, quando la cosa

è giusta, ci viene data l'opportunità di trovare la contro-verifica. Non

dipende da noi, la contro-verifica, dalla nostra volontà umana, ma dalla

volontà superiore che come briciole di Pollicino ci dà segnali per farci

proseguire nel bosco e guidarci lungo quel sentiero dove sono depositati

i tesori di conoscenza che l'uomo e l'umanità possono sostenere in questo

momento.

Ci sono verità che non possono ancora essere rivelate, perché sono in

gestazione, non per segreto, ma semplicemente perché dire tutto non è

utile e non protegge chi ha troppe verità. Molte persone prima di voi

avevano ricevuto informazione, ma esiste anche un'umanità oscura che

attraverso l'ignoranza ha potere sulle masse e ha fatto sì che la verità

venisse sempre distorta e i canalizzatori di questa verità sono stati

perseguitati, e qualcuno anche ucciso o è scomparso per sempre.

La vera saggezza impone la ricerca silenziosa e informazione. In questo

momento dovete avere fiducia sul vostro pensiero telepatico, è questo

quello che agirà per far arrivare l'informazione agli altri man mano che

34

voi diventate consapevoli di nuove conoscenze, queste conoscenze non

restano nella vostra stessa mente, ma viaggiano nell'etere e aiutano le

persone ad acquisire questa informazione e quando voi parlerete, vi

accorgerete sempre più che la gente è più sensibile a certi concetti che

dieci anni fa sembravano appannaggio di esoterismo, mistero,

stregoneria.

Sempre più la gente, le persone comuni, sono aperte a parlare di karma,

teletrasporto, contattismo, canalizzazione ed altre cose, come qualcosa di

acquisito e naturale, qualcosa che dieci anni fa portava a schematizzare

in forme di pregiudizio.

Sto vedendo la tua casa e questa gattina che alza la coda, va dalla sua

camera, all'angolo, voleva tanto dormire la Cora. Con loro è facile

entrare in contatto, mi sentono, guardale, osservale, quando mi vedono si

muovono così come facevano quando io ero in vita.

Ma sopratutto, Elia, sappi che mi è stato dato del tempo, non so ancora

quanto, ma abbastanza per sostenerti in questa ricerca, e io sono vicina a

te, ho rinunciato a questo attraversamento del tunnel dove avrei iniziato

un lavoro di ripulizia del Karma di questa vita, per continuare a

sostenerti, ad esserti vicina, fino a quando tu non sarai in grado di

diventare autonomo, mi viene permesso ancora di restare vicino a te.

Io entro nei tuoi sogni, ma solo per pochissime frazioni di secondo. Tu

dormi poco, non hai un sonno abbastanza profondo e dormi nelle ore in

cui è più difficile canalizzare. Ci sono delle ore in cui il contatto è più

facilitato, la mattina molto presto, dalle tre in poi della mattina, fino alle

sei, c'è molto avvicinamento, ma se tu sei molto stanco e non hai avuto il

tempo di recuperare le forze del corpo in quelle ore, il corpo prende

l'occasione per recuperare le energie, e non ha la forza sufficiente di

sintonizzarsi con l'antenna e quindi tanti contatti vanno a vuoto.

Vedrai, ti darò ogni volta una briciolina, un segno, un argomento, un

capitolo, su cui sviscerare, solo quando la lezione e l'informazione è stata

presa a tutti i livelli si passa ad un capitolo successivo.

Questa è anche un'opportunità per Maria che ha sempre desiderato avere

qualcuno che raccogliesse le sue ricerche, che sono tantissime, ma che

non ha avuto mai tempo di fermarle. Con te a fianco vi aiuterete

reciprocamente a realizzare, e a testimoniare il vostro viaggio.

Pierre: Cari viandanti, viandanti ricercatori, che dalla verità siete giunti

al mondo dell'oscurità per portare il risveglio della luce, non temete la

persecuzione, l'ignoranza e la cattiveria gratuita e riceverete

improvvisamente dalle persone a me più care per ferire il vostro cuore

puro a volte ingenuo. Ora non sono Rosamiria che parla, ma chi è vicino

35

a lei, Rosamiria è giovane di questo mondo e non può completamente

guidarvi nei misteri. Lei è il ponte "passepartout" che crea il contatto tra

voi, e noi Esseri di Luce che abbiamo bisogno di uomini di buona

volontà, per fare arrivare la Terra alla conoscenza vera e non filtrata

dall'ignoranza e dall'ego che offusca la Luce presente in ogni divino.

R.: Idi di Marzo: nelle Idi di Marzo venne a parlarmi e con lui accordai

la mia dipartita.

Elia: Con chi?

R.: Lo vedo, è un essere... con la giacca, la camicia, ed una cravatta

azzurra.

Pierre: Io sono colui che richiama le anime alla Casa Primaria, mi

presentai a Rosamiria nelle Idi di Marzo, abbiamo passato qualche

giorno a decidere quando era il momento giusto. Per lei non è stato

facile lasciare questa Terra, aveva ancora molte cose da fare si sentiva

che non gli era stato dato del tempo, perché la sua vita era stata dedicata

sempre a qualcosa di più importante: la ricerca, lo studio, gli altri e

aspettava tanto il momento della pensione per poter fare solo le cose che

piacevano a lei, anche solo giocare con le carte1, senza l'imperativo del

dovere. Aveva tanto bisogno di godersi un po' di sano ozio perché per

tutta la vita ha sentito il peso delle scadenze, del tempo, dei traguardi, del

raggiungimento di un obiettivo, ha sospirato tanto nei tempi in cui diceva

«Poi finirà tutto questo» e invece...

Si è sentita un po' ingannata dalla vita, che l'ha fatta spremere così tanto

e alla fine ha poco goduto, un po' come tutti, che pensate sempre che la

morte appartenga a qualcun altro, e nel frattempo pensate che sia

domani, il tempo giusto per prendere quella gioia che è oggi nel

presente. C'è molta stupidità in questo, in voi esseri umani incapaci di

cogliere veramente l'attimo presente, per poi piangere sempre dopo, e per

quanto capiate questa cosa a livello intellettivo, è quasi impossibile far

radicare questa conoscenza, tanto da portare nelle vostre vite quel sano

senso di pienezza che vi renderebbe la vita più facile. Non ci sarebbero

più guerre, né lotte, né gelosie, né invidie, né cattiverie, perché a ognuno

appartiene di avere piccoli momenti di gioia che, sommati insieme,

creano quella vita di soddisfazione, e invece siamo ingannati a pensare

che la gioia sia sempre dopo che si è raggiunto qualcosa, un traguardo,

una meta, un qualcosa che deve accadere e intanto sprecate il tempo

biologico che avete a disposizione. Soprattutto questo avviene nelle

relazioni umane: pensate che tanto prima o poi lo faccio, dopo, Pasqua o

1)

era bravissima a burraco.

36

Natale, d'estate, la prossima volta, poi si farà. La macchina biologica ha

un orologio che non è possibile ricaricare in una vita.

Questa è la visione dell'anima che in quel caso viene ascoltata e fatta

diventare emissione dell'ego, e qui c'è una realtà ribaltata, purtroppo

anche chi comprende il senso del tempo spesso viene vissuto come chi

opprime, chi incalza, chi mette fretta, un limite un po' lontano perché

viene percepito come qualcuno che ha fretta, che stimola… C'è molta

cecità, il bisogno di aprire occhi diversi. Ricordi Elia l'ultimo lavoro che

hai fatto? tu rappresentavi la sostanza del padre e per ritornare alla casa

del padre bisogna morire e rinascere. Meglio ancora se lo fate più volte

in questa vita cosicché in una sola vita avete purificato tantissimo.

Maria: Vedo il camino, i 3 gattini verdi sopra il camino il desiderio di

sedersi su quella poltrona di fronte al camino. Ecco vedo Rosamiria, lì le

piaceva tanto godersi quella stanza, guardare la luce che entrava dalle

finestre, dal balcone, questo grande camino, spiccioli di sole, i quadri,

quella stanza era molto ricca di lei, gli piaceva passare il suo tempo in

quella stanza oltre che in cucina, nella sua camera, però più spesso

ritorna lì, e sta su una poltrona, questo camino, dove ci sono i tre gattini

verdi.

Rosamiria: Stai facendo molto bene, Elia.

Mi sentirai, a livello fisico, noi due... come una sensazione del corpo.

Stai sereno, ti darò le prove che sono io e allora sarai autonomo.

All'inizio ti sembrerà che sia la tua stessa mente, ma poi imparerai

sempre più a distinguere i tuoi pensieri dai miei pensieri, perché essi si

manifestano sempre con delle riprove, coincidenze, ora io ti sto aiutando

ad allenarti a cogliere i collegamenti fra le coincidenze. Ricordati che

niente succede per caso e questo è il mezzo attraverso cui io attiro la tua

attenzione.

Ora hai molto materiale in questa settimana su cui lavorare, ogni volta ti

verrà data nuova informazione, però è importante che tu la rielabori

altrimenti diventa un accumulo come tante cose che hai accumulato e

messo lì, invece ogni informazione deve essere usata.

Stai sereno perché stai facendo grandi cose. Io sono molto contenta di

te, moltissimo, mi stai facendo sentire quanto mi hai amata e io questo

non l'avevo capito abbastanza. Ora io riesco a leggere l'emozione del tuo

cuore che le tue ferite d'infanzia, i tuoi traumi, tenevano bloccati sotto

una crosta di informazioni da intellettiva, io pensavo che tu fossi poco

emozionalmente coinvolto, solo ora mi rendo conto che ti ho giudicato

male, anche se sapevo che avevi sofferto, ma lo sapevo soltanto. Il tuo

bambino è stato molto abusato, ecco perché hai razionalizzato tutto, e io

37

l'ho presa come una cosa personale. In realtà è qualcosa su cui sei

guarito. Questa ferita del lutto che ti ha obbligato a venire allo scoperto

e questa emotività che emerge sono anche buone, perché ti danno

l'opportunità di guarire questo sacco di dolore che avevi negato a te

stesso. I tuoi primi abbandoni, i tuoi genitori, la tua sorellina tanti lutti

che avevi velocemente razionalizzato, ora avranno la possibilità di essere

liberati, che liberandoli, liberi te e anche i tuoi cari che restavano

imprigionati in questo senso di soffocamento dell'emozione.

Ora sento un po' di fatica di Maria. Non temere, io sono sempre qui, non

è che si deve fare tutto in un giorno solo. Ok, ora se volete, prendetevi il

tempo per voi due, io sono sempre qui vicina che vi ascolto e vi ispiro.

E.: Ti resta traccia di quello che hai canalizzato?

M.: No, molto vagamente

E.: Quindi dobbiamo registrare

M.: Sì, sì, mi ricordo solo che t'ha consigliato... ma le parole

assolutamente precise, no.

E.: Infatti, per questo bisogna registrare. Il fatto è che tu parli quasi

sottovoce. Quindi ora controllerò cosa è venuto.

M.: Eh, perché non mi rendo conto. Perché sono pensieri che escono...

E.: Comunque ad un certo punto sono entrate delle altre entità.

M.: Sì, quello me lo ricordo, che praticamente c'erano... ho visto questo

essere, ho visto un vestito scuro, con la camicia azzurra.

E.: È venuto le Idi di Marzo, quindi il 15 Marzo. Rosamiria è morta il 21

quindi è stato sei giorni con lei.

M.: Ha detto che ha contrattato per qualche giorno la sua dipartita.

E.: Sì, e il fatto è che Rosamiria non è cosciente di questo perché mi

aveva detto che era piena di cose da fare e pensava a quello, quindi

pensava al futuro.

M.: Sì questo gli diceva che doveva andare via, lei ha accettato, però non

è che era molto convinta.

E.: Sì perché chiaramente è stato molto presto, molto prima di quello che

pensava.

M.: La sensazione è che lei un po' gli dispiace, perché tutta la vita non si

è mai goduto niente, no? E poi dice: poi la pensione, poi la pensione,

faccio questo, faccio quello... poi gli è arrivata la malattia, e quindi un

po' incavolata è, capito? caspitina, no?

E.: Infatti. È così

38

M.: Ah, le idi di Marzo sono il 15, io pensavo...

E.: La morte di Cesare, no?

M.: No, io pensavo fosse il 4 di... perché? pensavo il 4 di Marzo. Ecco,

per dire, nella mia conoscenza era il 4 di Marzo, invece... se tu mi dici il

15... –

E.: Il 15

M.: L'ho sentita proprio chiara: le Idi di Marzo: “Mi son presentato”, e

gli ha chiesto che doveva seguirla, e lei non è che voleva seguirlo eh? c'è

stato un bel po' di giorni che…

E.: L'ha dovuta convincere? E questo io lo capisco bene.

M.: Quello che ho capito è che l'ha convinta, però, usando te. Ha detto:

guarda, se tu accetti, darai uno scopo anche a Elia, tanto comunque devi

venir via, cioè questa era la sensazione che gli diceva.

E.: Si perché in realtà è stato un incidente, lei poteva andare avanti un

altro anno.

M.: Però gli ha detto: questo è il momento in cui Elia ha ancora buona

salute fisica per fare le sue ricerche, per spostarsi, viaggiare, più vai

avanti e più lui, potrà invecchiare, quindi avere anche, più difficoltà per

muoversi, per fare dei viaggi a lungo termine. Tanto, il tuo tempo è

scaduto. Anzi, vederla, allettata, con le piaghe, ecc.. Questo, dice, gli

avrebbe tolto anche quella dignità che lei non voleva perdere nella

morte, e poi soprattutto dice: questo avrebbe reso ancora più difficile il

dolore a Elia nel vederti degenerare nella malattia, quindi ti dice: è stata

salvata.

E.: In effetti lei già non poteva più fare le scale e camminava con fatica.

M.: Poverella, deformata dalla malattia, ti avrebbe ancora di più

scioccato, no? e allora in qualche modo ha contrattato di vivere un

pochino meno salvando la sua dignità nella morte e anche te, in quel

dolore che ti ha risparmiato. Tanto comunque era almeno fisicamente…

E.: Certo, io me la ricordo ancora in buona salute.

M.: Se invece la vedevi, guarda che diventano pelle e ossa... poi vederli

soffrire nell'agonia, guarda.

E.: Certo, sarebbe stato durissimo...

M.: Avresti sempre avuto il suo… no?

E.: Cioè, non è detto che morire voglia dire smettere di agire, si fanno

tantissime cose, di là.

39

M.: Si fanno tante cose, ora se dobbiamo essere solo nel sano spirito del

dolore, il dolore, chiaramente lei ti ha detto che… quello che ho capito è

anche, no? che lei sta capendo, no? che...

E.: Comunque io mi aspettavo che Rosamiria mi accompagnasse nella

morte, nel senso che morivo prima io, lei era più giovane, poi le donne

vivono di più, e invece, sì, lo farà, ma dall'altra parte.

M.: Sì, ti guiderà in maniera diversa.

E.: Io credo.

M.: E io ho capito che... perché tu hai una missione. Lei non l'avrebbe

saputa sfruttare questa vita perché col suo spirito razionale usava la

scientificità nel vecchio modo, invece tu sei comunque uno scienziato di

nuova generazione.

E.: Ma io penso che bisogna cambiare la Scienza.

M.: Ma in effetti tu st... ecco ti è stata data a te la possibilità di vivere a

vantaggio suo, perché lei avrebbe solo vissuto, no? così, però, ai fini

dell'utilità dell'umanità, no? tu porti un contributo più grande.

E.: Certo, lei fa moltissimo adesso.

M.: E lei lo fa, e in questo modo ti aiuta, perché quello che ho capito è

che ti fa da esca, no? Il fatto che...

E.: Sì, mi fa da guida.

M.: da motivazione, una guida.

E.: Sì, Mi attira... mi trascina, in qualche modo.

M.: Sì l'ho sentita, perché ti faceva come un’esca, come le... la vedevo in

questo bosco con le bollicine ti faceva: qua, qua, qua…

E.: Le briciole…

M.: Sì.

E.: Nel bosco...

M.: Sì, vedevo questa lucina luminescente, che si muoveva.

E.: Sì, ma io sto facendo questo corso…

M.: Poi no, là cos'è, c'è questo camino coi gattini, tre gattini verde-

acqua.

E.: Verde acqua, in effetti li vede lei verdi, sono beige, nocciola.

M.: Io li vedevo verde-acqua, questo vedevo, questo verde-acqua,

intorno al camino.

E.: Sì, ci sono tre gattini di legno, e poi ci sono le due gatte vive.

40

M.: Sì, quelle l'ho visto, una gatta che fa con la coda... tutta... la rizza

così, così, che cammina tutta così, con la coda alta.

E.: Te dici che quando i gatti tengono la coda alta sono gatti felici.

M.: Ah sì, io questa la vedo così ti, ti, ti questa gatta che hai fatto...

E.: In effetti tutte e due, le gatte, sono così.

M.: Va bene, caro.

Maria01. Durata della registrazione 37’23” togliendo le pause. Questa

registrazione ha tre punti salienti. Il primo è il riferimento al primo

sogno. Il secondo è il riferimento al gioco delle carte, infatti Rosamiria è

una campionessa di Burraco, ha vinto vari tornei, ha partecipato ai

campionati italiani ed è stata anche sul giornale. Il terzo è la necessità di

registrare, perché la memoria da sola non può contenere tutto il

messaggio che va da mezz’ora a un’ora, le prime due sedute a memoria

occupano meno di una pagina, mentre le successive registrazioni di

Maria arrivano a 6-7 pagine. Quelle di Gina sono di 11-12 pagine.

1199//1100//1155 -- GG0022

Secondo colloquio con Gina. Ecco la registrazione con i sottotitoli.

Rosamiria: Scendo a te come sempre, un appuntamento che a me fa

piacere, un incontro che ancora fa vivere quel rapporto che vivevamo

qua, sulla terra il nostro amore, il nostro affetto non è finito anzi, si

prosegue in un cammino di crescita. Io quaggiù in questo cammino

spirituale dove ti dico che esiste veramente la vita, è una vita eterna, è

uno stato d'animo sereno e armonioso. Ti allungo la mia mano perché tu

possa aggrapparti, perché tu possa fare questo cammino terreno in

maniera che tu poi sia pronto, per fare quello spicco, senza star tanto

fermo, per poi vivere insieme questa eternità. Quel giorno lontano

ancora io sarò lì alla porta, ti verrò a prendere. Il tempo si fermerà quel

giorno in cui sono andata via, e poi insieme ti porterò su questo percorso,

e vivremo nella serenità e nell'amore infinito.

Gina: Cosa gli vuoi chiedere? Bello! come è entrata con un bel

messaggio.

Elia: Volevo chiedere se abbiamo già avuto prima, precedentemente,

una vita insieme o più d'una.

R.: Le nostre anime erano state unite già precedentemente con ruoli

diversi: parenti, e, tu moglie e io marito.

E.: L'inverso!

41

R.: Ma per poi finire il cerchio e viverlo completamente in questo

tempo, qui veramente abbiamo finito il nostro rapporto. Noi quando ci

siamo incontrati, nonostante tutto sia iniziato da un'amicizia, nonostante

non sia partito subito quell'innamoramento, quel colpo, diciamo così, di

fulmine che può succedere con altre persone, però le nostre anime,

quando si sono incontrate già sapevano di appartenersi. Sapevano

soltanto di aspettare il momento giusto, che se tu vedi, per entrambi è

stato nello stesso tempo e nello stesso modo, e lo sottolineo.

Dice: il colpo di fulmine, l'innamoramento, no, qui si parte dall'amicizia,

che però le anime lo sapevano che prima o poi vi dovevate incontrare.

E.: Ma io devo dire una cosa: che mi piaceva dal primo giorno, solo che

G.: ...impegnata...

E.: Non la vedevo disponibile.

G.: Infatti dice: "impegnata" no? capito? per cui dice: infatti la tua anima

subito ha riconosciuto ed è tornata indietro nel tempo ha sentito quella

vibrazione di una conoscenza e di un'appartenenza ma poi, certamente si

ragiona col mentale e... ti sei fermato, percorrendo poi, sia te che io

percorsi diversi, ma per poi riincontrarsi ad ascoltare ciò che eravamo

stati e ciò che dovevamo finire su questo livello.

E.: Bello!

G.: Sì, direi proprio di sì.

E.: No, perché io... stavo dietro a una sua amica.

R.: Forse stavi dietro a una mia amica per stare vicino a me.

E.: Forse non lo sapevo.

G.: Forte eh? ha ragione, dice: forse stavi dietro alla mia amica per stare

vicino a me,

R.: Ma, come vedi a volte si parla di destino che il destino non esiste, è

tutto già segnato poi con il libero arbitrio ci incamminiamo in percorsi

diversi, ci dimentichiamo tutto, ciò che dovevamo fare, ciò a cui

dovevamo andare incontro, ed è giusto così, perché la vita va vissuta ed è

sul piano terreno il crescere, sia spirituale, per poi arrivare ad essere

quaggiù già evoluti per questo cammino, altrimenti c'è troppa sosta.

G.: Se no bisogna star troppo fermi laggiù prima di prendere il cammino,

se poi uno ha crescita di qui, arrivi già più... più elevato.

R.: Perché quaggiù è vero, è fatto a piani, è fatto di progressioni, di

maturazione, poi c'è un piano soltanto dedicato ai ragazzi di luce che

sono come angeli che passano sulla terra per lasciare un segno, poi c'è la

dimensione degli animali, un paradiso, così chiamiamolo, dedicato a

loro, poi, ci siamo noi, che ci evolviamo o arriviamo già evoluti, dipende

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dalla nostra crescita spirituale per prendere il piano giusto, altrimenti poi

cresciamo quaggiù.

Ho visto i tuoi genitori. Passiamo tempo insieme a loro perché dove c'è

amore c'è unione. Stanno molto bene.

G.: Poi dice: ti sembrerà strano, ma sono insieme. Perché ti sembrerà

strano, dice?

E.: Perché si erano separati.

G.: Ah ecco, ecco perché dice: ti sembrerà strano, ma sono insieme.

E.: Poi dice: siamo insieme, intende che c'è qualcun altro, ancora.

G.: Ci sono anche i genitori di lei, è possibile?

E.: Sì, sì, perché m'hai già chiesto di sua mamma che mi voleva chiedere

perdono.

G.: Ah, già Ah io siccome non mi ricordo...

E.: Infatti ci ho la registrazione e mi ricordo tutto.

R.: Quindi, certo... quando tu ti presenti a comunicare, coloro che ti

hanno amato, quelli che possono venire, secondo gli impegni, secondo le

varie evoluzioni, perché anche la comunicazione non è per tutti.

Dipende un po' dalla nostra evoluzione, da quanto cammino abbiamo

fatto e sempre c'è questo Tutto, questa Energia che dà il permesso.

Quindi sempre grati per ciò che riceviamo, dice: ma arrivano tutti

insieme come un'unica spugna che è assorbita d'amore, poi certamente io

sono il dolore più grande, io sono la persona che al momento ti manca

più di tutti, e quindi io sono il portavoce di tutti, ma quaggiù sei amato.

G.: Bello anche questo pezzo, sì, bello questo pezzo.

R.: Mi raccomando, ora hai un compito importante: quello di

documentarti, quello di apprendere, di capire e di dare, di portare, di

essere portavoce di questa dimensione, perché la scienza e la fede

possano cominciare a camminare in strade parallele, non dico uguali, ma

parallele, perché si può dire di no a ciò che sperimenti e che vuoi

conoscere, non si dice di no a ciò che non conosci e non vuoi conoscere.

G.: È bello anche questo punto qui.

E.: Sì, ma io sono aperto.

G.: No, ma ti diceva per... no, nel senso ti dice: te sei portavoce, perché

devi far camminare, devi cercare di far camminare questo, perché la

scienza, per esempio, non è che vuole studiare, o vuole vedere queste

cose qui, dice di no, punto. Invece dice: è giusto che tu ti sperimenti e

tutto per cercare di far parlare lei.

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R.: Ti ringraziamo per questo. Perché chi è? dove è scritto? che uno

scienziato non abbia fede? perché quello è un fermo mentale e basta,

come la politica, perché deve essere atea, secondo che ramo, chi l'ha

detto?

E.: Nessuno, anzi, lei ha conosciuto il prof. Zichichi personalmente

tramite me perché io lavoravo con lui.

G.: Figurati, quindi volevo dire... nel senso... per cui... cioè, è proprio il

mentale nostro perché sono due cose completamente separate, che

devono vivere in maniera separata. Cosa gli vuoi dire? Cosa gli vuoi

chiedere?

E.: Le volevo chiedere se le messe che gli faccio dire ogni mese servono

a qualcosa?

R.: Allora: la preghiera e la messa è sempre ben accetta, questo è certo

perché tu lo fai con il cuore, con un pensiero d'amore, è quello che conta

in modo particolare, ma sforzarsi nel vivere, nel non lasciarsi andare, e di

continuare ad alzarsi ogni giorno, anche se a volte non c'è lo stimolo per

alzarsi, quella è la preghiera più bella, quella è la messa più bella. Un

tuo sorriso è una serenità mia, una tua lacrima è un dolore per me. Per

cui... sforzati di vivere... sempre in attesa di quel giorno che... hai ancora

da calpestare questa terra!

E.: Sì, l'ha già detto.

G.: Comunque è bello anche questo punto, cioè, nel senso a volte uno

dice, fai le messe, fai le messe, e poi dopo... no, ma non dice... arrivano

queste perché poi più c'hai anche un altro tipo di percorso e di scuola, a

volte si dice: è più facile restare nel dolore che cercare di uscirci.

E.: Vero, vero, infatti, ma io reagisco

G.: Infatti dice... cioè anche questo... questa ricerca che vuoi fare è il

tuo... è la tua spinta a fare, ed è bello.

E.: Comunque il problema che mi ponevo era questo: se le messe

aiutavano lei a procedere oltre e quindi allontanarla da me, in effetti,

perché ora lei è a metà strada.

R.: Ricordati che io mai mi allontanerò da te, mai. Ci si allontana dalla

materia, ma certamente non ci si allontana dalle persone che si amano.

Noi portiamo il nostro percorso terreno nel cuore. Ti porto un esempio:

se io... oppure no, se tu, per lavoro, per un po' di tempo tu fossi stato

trasferito in Africa ed io rimasta qui, vuol dire che io mi sarei

dimenticata di te e tu ti saresti dimenticato di me?

E.: Come gli è venuta in mente questa cosa dell'Africa?

G.: Non lo so, glie la doveva aver detta lei, non lo so.

44

E.: Giustamente.

G.: Ci incastra anche l'Africa?

E.: Sì, ci sta.

G.: Vedi, cioè ecco quando dicono le cose non le dicono mai, vedi son

tutte cose che son arrivate puntate, quindi te la saresti dimenticata o lei si

sarebbe dimenticata di te?

E.: no assolutamente, anzi, la lontananza...

R.: per cui... per cui, e infatti, come tu vivi di nostalgia anch'io vivo di

nostalgia, come io manco a te, tu manchi a me, è normale e naturale tutto

questo, con, certamente la comprensione e il capire che dobbiamo fare

percorsi diversi, in attesa, questo non vuol dire che ci si stacca o che ci si

dimentica. Ti puoi mai dimenticare tu di me?

E.: No, assolutamente.

R.: E io come posso dimenticarmi di te?

E.: Quello che pensavo era il tunnel che lei è all'imbocco di questo

tunnel ed ha aspettato ad attraversarlo cosa vuol dire attraversarlo? che ci

si allontana.

G.: Ma dici quando arrivi te?

E.: No, no, quello che lei doveva attraversare e che non ha attraversato.

R.: Allora, il tunnel sarebbe il percorso che stacca la Terra da questa

dimensione, per cui, a volte non abbiamo voglia di passarlo, perché

sappiamo che proprio la parola "distacco materiale" da questo, ma ho

preso certezza e convinzione che quello è il mio percorso, e quindi l'ho

passato, e, quando sarò di là, poi mi ritroverò dall'altra parte del tunnel

ad aspettare che tu lo passi, ti allungherò la mia mano, perché quando tu

arriverai, tu non abbia paura di quel pezzetto di buio, perché vedrai una

luce davanti a te e sarai felice di attraversarlo, io troppo attaccata a te e

alla vita, è vero?

E.: Sì, probabilmente, ha detto «l'ho passato», ma non l'ha passato in

realtà.

G.: Sì, l'ha passato, è nell'altra dimensione, lei.

E.: Sì, il tunnel della morte, ma ce n'è un altro di tunnel che lei ha detto

che non ha ancora passato, è quello in cui non potrà più comunicare.

R.: Io comunicherò sempre. Si comunica sempre non più materialmente

cioè, ci si stacca mano a mano dalla materia sempre di più, ma ci sono le

percezioni, diventiamo energia pura per cui non sentirai più rumori o

movimenti, ma bensì sentirai la tua voce interiore che è la mia voce,

sentirai l'aria che si muove, quello, non sentirai magari più muovere un

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oggetto, con più difficoltà ci stacchiamo dalla materia, ma abbiamo mille

e mille maniere per farci sentire.

E.: Che mi dici del sogno di Laura, una mia amica che ti ha sognata, tu

non la conosci.

G.: Eh, infatti dice: non la conosco.

E.: Ma il sogno me l'ha raccontato.

G.: Allora, era... ma proprio, cioè, lei si è presentata bene da questa

donna, infatti dice:

R.: era soltanto sapendo che ti frequentava, e io non avendola conosciuta

nel momento in cui vivevo sulla terra, era soltanto per mandarti un

messaggio per dirti che ci sono e che sto bene.

G.: è vero?

E.: Sì, ma il messaggio era più complesso cioè lei aveva una persona

accanto a sé e lo presentava come suo marito.

G.: No, perché no? No.

E.: Appunto, io pensavo che fosse un marito di una vita precedente No,

dice no, forse è stato capito male o recepito male il sogno. Sì

R.: Io sono venuta soltanto per far vedere che c'ero, che stavo bene,

G.: poi mi dice: ma tuo padre, scusa, è morto giovane?

E.: Sì, molto giovane

G.: Forse lei non conosceva tuo padre

E.: Sì, però avevo delle fotografie che lei ha visto

G.: Ma, c'è la trasformazione quaggiù... più maturo, è vero?

E.: Mio padre...

G.: No, la persona che è venuta con lei dalle fotografie che te hai fatto

vedere alla tua amica era più maturo

E.: Sì, la mia amica ha visto solo una foto di Rosamiria molto giovane.

G.: Che l'ha riconosciuta... l'uomo che era con lei...

E.: Non mi ha detto nulla, tipo se era più maturo

G.: Lei mi dice che era tuo padre eh

E.: Ah ecco!

G.: Lei dice... cioè... ha interpretato male... lei è arrivata per fargli

vedere che stava bene e per mandarti un messaggio, ha preso una

persona che lei non ha conosciuto che però tu frequentavi, per mandarti

questo messaggio. Però lei mi dice che era insieme a tuo padre. La

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persona che era accanto a lei non era tuo(suo) marito, ma era tuo padre,

per dirti che sta insieme anche a loro

E.: Sì, ho capito.

R.: Non aver paura, quaggiù non ci ho da dividere l'amore con nessuno.

Tu sembri aperto, ma dentro di te sei geloso.

E.: Sì, diciamo che la tengo per me, la gelosia, non

G.: Dice: sembri, no, nel senso, dice:

R.: Però sei geloso stai tranquillo, che quaggiù, quando arriverai, sarò

solo per te, e non ho...

G.: Allora, nella reincarnazione le vite precedenti tutto ciò che passiamo,

ricordati che parte una parte di noi, non tutta l'essenza. Ti faccio

quest'esempio che ti fa infatti ora qui passa la mia guida lascio il posto

alla mia guida, e te lo spiega: ti fa un sole, d'accordo? Questo per

esempio è lei: una parte, riscende sulla terra e fa un altro nucleo, un'altra

parte la sua essenza è lì, quando te arriverai, troverai questa essenza, non

un raggio che è partito, perché un raggio crea qualche cos'altro, come la

sua essenza ha creato lei, prima, capito? poi certamente è come se questi

raggi durante il percorso si rincontrassero e, ritornano al nucleo

precedente per creare il tutto.

R.: Ma io, in questa Terra, te ho avuto, e la mia essenza conosce soltanto

te.

E.: Lei lo sa che io la gelosia la domino per esempio: è giusto quello che

ho fatto con Leo?

G.: L'hai allontanato?

E.: No anzi, l'ho abbracciato.

G.: Perché dice: però il tuo cuore?

E.: Il mio cuore era contento di averlo vicino perché in qualche modo lui

me l'ha protetta quando io ero in America.

R.: Ma però, perché sei arrivato ad una consapevolezza che non c'era

niente fra noi. Solo questo hai accettato, lo hai accettato.

E.: Perché lei me lo ha raccontato, quindi era evidente che non c'era

niente.

G.: Ti dice: perché te sapevi, con la certezza che non c'era niente, se ci

avevi soltanto un piccolo dubbio non l'avresti abbracciato, perché non

l'avresti accettato.

E.: No, lui stesso mi ha raccontato che la cosa non ha potuto funzionare

proprio perché io ero troppo superiore rispetto a lui nel confronto.

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G.: Ma certo

E.: Me l'ha detto lui, cioè, io ho avuto una prova d'amore da Rosamiria

attraverso un suo uomo.

R.: Ma infatti, ma perché non è stato il mio uomo non guardare il

desiderio di lui non mescolarlo col desiderio mio, due cose ben diverse.

Ecco perché non sei geloso di lui perché io l'ho scartato a priori, e non

l'ho visto.

E.: Comunque io sono contento che lui sia stato vicino a lei, in un certo

senso l'ha tenuta occupata e quindi se avesse incontrato un'altra persona

io forse non l'avrei ritrovata al ritorno dall'America.

R.: Questo mi offende... perché allora non hai la certezza dell'amore che

io provavo per te.

E.: È vero, chiedo scusa.

G.: Capito? Dice, nel senso che:

R.: va bene che la lontananza può portare a tanti disagi in una coppia,

ma, quando c'è un'impronta forte, quella nessuno la cancella. Mi ha

aiutato, mi ha fatto compagnia, ha fatto che le mie giornate non fossero

così pesanti, ma non ha influito niente nella mia vita sentimentale e non

avrei certamente nessun altro fatto entrare. Quando si ama, si ama. Ho

sofferto meno, questo è vero.

E.: Grazie a Leo.

R.: Ho sofferto meno, ma non vuol dire che non ho amato.

G.: Perché gli ha riempito le giornate... l'ha fatta star bene... no, nel

senso... da stare sola in una casa, aspettare a cercare invece di continuare

a vivere...

R.: Però il sentimento e l'amore non sarebbe cambiato né con lui, né da

sola, perché non mi sarebbe interessato nessun altro. Tu sai che io sono

selettiva e decisa nelle mie cose. Le tue paure... a volte frenavano un po'

i nostri rapporti.

E.: Non riesco a trovare un episodio per questo.

R.: No, allora, ti spiego: tu con me, mi hai amato tanto come io amavo

tanto te, però dentro di te quel cuore aveva una parte di paura.

Inconsciamente, dentro di te, avevi sempre la paura di perdermi.

E.: Quello sempre, l'amore comprende sempre la paura di perdere.

R.: Mentre io, ti amavo, ed ero certa di non perderti, perché?

G.: È vero, cioè, queste due cose?

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E.: Sì, forse il suo amore era più esclusivo, nel senso che non ci pensava

neanche.

G.: Te invece... queste paure le hai avute, dice: te potevi lavorare

all'estero e venire una volta l'anno, non sarebbe cambiato niente, la

mancanza... tutto quello che ti pare però per lei quello era, era tua, punto.

E.: Sì, io mi rendevo conto della lontananza, nel senso che la lasciavo

sola, e questo alimentava la mia paura, questo ovviamente.

G.: Capito? dice: ma...

R.: ogni volta che sei arrivato, ogni volta che tornavi era festa, ogni volta

che tornavi mi trovavi e ogni volta che tornavi mi trovavi sempre più

innamorata.

E.: Bello... sì, è vero.

G.: Come lei t'ha detto, cioè... non... quel pezzetto t'ha portato sempre la

paura di perderla, la paura della lontananza, invece ogni volta che

arrivavi ti partivano le paure.

R.: Continuiamo questo rapporto ora, continuiamo a parlarci, a sentirci,

a far sì che il nostro rapporto continui. Non è più fisico, di fisicità ce ne

siamo data tanta. È un rapporto veramente di un amore universale che

abbraccia tutti, io amo anche chi frequenti, io amo anche chi ti fa sentir

sereno, amo anche chi ti ascolta, chi può portarti una parola di forza, chi

ti sta accanto, il mio amore ora è così immenso che amo tutti quelli

intorno a te.

G.: Questo è bello eh?

E.: Sì, veramente un amore altruista.

G.: È un amore diverso, non è più possessivo.

E.: Certo, sì

R.: perché qui c'è l'armonia e veramente viviamo di quest'amore e di

perdono, però anche di giustizia.

E.: Giustizia?

G.: Cioè per esempio ... non riguarda te, mi fa vedere se ci sono a volte

delle cose, qualcuno subisce qualcosa, la giustizia però è anche per loro.

E.: Io la interpreto più come Karma, cioè una specie di debito...

G.: Infatti, e, perché si dice: non giudicare, il giudizio il giudizio perché

l'umano, parliamo così, non sa qual'è la vita dell'altro, quindi non può

giudicarlo. Qual'è il suo disegno, qual'è la sua scelta e qual'è il suo

percorso. Poi logicamente ci possono essere delle regole terrene,

esempio: un assassino è logico che venga poi arrestato, e tutto ciò che

viene dietro per una legge terrena, ed è normale, però il giudizio no,

49

perché tu non sai lui cosa ha passato prima e quello che doveva passare

ora per pareggiare tutto e come si sente dentro e a cosa andrà incontro,

chi è che lo può giudicare?

E.: No, è difficile giudicare.

G.: No, poi noi siamo portati umanamente... e poi si dice, che ci sia una

giustizia terrena, nel senso che quell'assassino è giusto che paghi la sua

condanna per quanto riguarda quello. Però noi non si può giudicare,

perché non sappiamo tutto quello che c'è intorno.

E.: Ecco io vorrei che mi descrivesse... un po' qualcosa, per mettere

materiale nel libro, e per capire qual'è l'ambiente che lei vive.

R.: Allora, se tu hai capito le mie parole, già ti ho dato una descrizione.

Allora, dire che qua esiste il paradiso, ti dico che non esiste, come non

esiste l'inferno, sono stati d'animo in cui noi andiamo, in cui noi ci

indirizziamo per poi vivere nella serenità totale. Quindi, allora, quando

tu arrivi di qua e passi il cosiddetto tunnel che ti distacca dalla vita e

con... tu vai... ti fermi vai in questo sonno, chiamato anche "sonno

riparatore" dove tu vedi scorrere tutta la tua vita davanti a te e da lì

prendi visione di ciò che hai fatto, di ciò che sei stato, dei dolori che hai

provocato, e degli stati di felicità che hai donato, quindi ecco che

potrebbe essere chiamata la zona di "purgatorio". Dopo di che scendi, e

devi, secondo te, la tua vita cos'è stata, per cui secondo le cose di cui tu

hai da perdonarti, stai lì finché non ti perdoni, quello lo puoi vedere

come un inferno, perché rendersi conto di aver sbagliato e perdonarsi

non è cosa da poco. Dopo di che ti metti in cammino verso questa luce,

verso questo stato armonico che c'è dentro di te, quest'armonia e

quest'amore, e quello è il paradiso, dove a tutti tocca, nessuno rimane

fuori.

E quest'amore immenso è là, a braccia aperte che ti aspetta, aspetta

soltanto i tuoi tempi, perché questo Dio, questo Tutto, questa Sfera

d'Amore è soltanto lì ad aspettare a braccia aperte, quest'immagine ti

voglio fare, e non condanna nessuno, aspetta.

G.: Un buon punto!

E.: Sì, è una bella descrizione posso io aiutarla, per esempio,

perdonandola, quando lei non riesce a perdonarsi?

R.: Sì, i pensieri d'amore, le cosiddette preghiere, non sono le preghiere

recitate senza cuore, ma sono pensieri d'amore dedicati a noi nell'aiuto

perché ci si possa incamminare verso questo stato d'animo di serenità e

di armonia, non parlo di felicità, perché tu lo sai, la felicità dura poco, un

tempo, l'armonia è molto più lunga.

G.: Bello anche questo che dice fra felicità e armonia.

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E.: È vero, nella vita la felicità ce l'abbiamo senza accorgercene, perché

non riusciamo mai a capirlo nel momento in cui c'è, però io sento che lei

ha molto più da perdonare a me che non io a lei.

R.: Non direi, comunque ti dico che io sono già in buon cammino.

G.: Dice: e... ho avuto anche una vita difficile, anche lei, è vero?

dolorosa nel senso che prima di trovare la pace.

E.: Sì, per causa mia.

G.: Quindi queste sue sofferenze...

E.: Per quanto ne so.

G.: Queste sue sofferenze l'hanno già portata, anche già a salire lassù.

R.: Quando poi, tu ci avrai da essere perdonato quando arriverai

quaggiù, non ti preoccupare, ti auto-perdonerai. Quindi, stai sereno per

questo.

Direi che intanto abbiamo scritto un capitolo di questa dimensione.

Lavora su questo che è importante, ma è verità. Ti vedo molto più

sereno e... pronto proprio... per... cioè, ci hai proprio questa voglia di

scrivere questo libro, ti senti proprio... è il tuo stimolo, e il tuo input per

andare avanti e per la giornata, quindi anche fra le letture che hai fatto c'è

qualcosa di buono... qualcosa è un po'...

E.: Più di cento libri.

R.: Qualcosa poi li hai sentiti quasi da mettere via, vero?

E.: Sì, qualcosa mi piace, qualcosa non mi piace...

R.: Comunque inizia piano, piano, a scrivere il libro con il tuo punto di

vista e con il tuo pensiero.

E.: Sì, che viene da lei però perché lei...

R.: Certo, ora è un pensiero guidato, un pensiero dove ti porta la

concretezza di dove sono.

E.: E una cosa che ho notato è che per sei mesi non ho avuto nessun

contatto, il primo messaggio me lo ha dato, con la scrittura automatica,

Serena, ed era un messaggio molto generico. È questo che coincide col

suo risveglio dal sonno riparatore? Lei è stata sei mesi nel sonno?

R.: Sì, ricordati che il tempo nostro non è il vostro tempo, quindi, tu lo

calcoli in sei mesi, io lo posso calcolare in un battito di ciglia, per cui

non saprei calcolarti il tempo però sì, è come se io, piano, piano avessi

aperto gli occhi e avessi visto la dimensione in cui ero. Ricordati che

quando arriviamo quaggiù è tutto bello, ci s'incammina verso un posto

bello, ma c'hai anche da accettare dove sei, nasce dentro di te anche una

rabbia.

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E.: Non è il fatto di essere non più nel mondo... nella vita fisica...

R.: Ecco perché c'è anche il sonno riparatore, c'è tutto va bene, ti trovi

laggiù è bello, però poi non ci vuoi stare, che vuoi andare giù, dove ci

sono le cose che avevi, quindi è bello poi dopo, quando ti incammini e

prendi consapevolezza di dove sei.

E.: Vorrei che mi descrivesse la sua morte cos'è la morte? lei l'ha vista

dal... dall'altra parte.

R.: È la fine di un capitolo, soltanto quello... sai anche di quello noi ci

portiamo poco dietro.

G.: È stata veloce la morte di tua moglie? Perché mi dice:

R.: È stato un attimo... io mi ricordo un attimo, arrivata quaggiù in un

attimo, solo questo: non porto addosso più sofferenze. Mi ricordo

soltanto aver chiuso gli occhi ed essere arrivata qua, solo quello.

E.: È morta nel sonno, ma è stata una morte... bella, nel senso che non ha

sofferto.

G.: Infatti dice: non mi ricordo sofferenze, dice: proprio cioè aver chiuso

gli occhi ed essermi trovata di qua, ecco mi confermi te la morte nel

sonno.

E.: No, io pensavo che, siccome nel sonno si esce dal corpo, che lei si

fosse resa conto a posteriori che era morta perché non poteva rientrare

più. Ecco, questi particolari vorrei...

R.: No, allora, quello di uscire dal corpo è ben diverso. Tu prendi

visione di quello perché poi c'è una forza che ti richiama come se fosse

una calamita, non so come spiegarti... quindi ti rendi conto, ecco, che sei

in una dimensione che non t'appartiene, mentre quando esci dal corpo,

proprio come fine del percorso terreno, non lo vivi più così, vedi proprio

il distacco completo come se quel corpo non ti appartenesse più, cioè,

non senti il dolore, perché è una cosa che non t'appartiene. Qui ti ritrovi

così, catapultato quaggiù, ed è quello che io mi son trovata, poi ringrazio

Dio che in quell'attimo non ho avuto quella sofferenza fisica, per cui ti

dico che ho fatto il salto con serenità.

E.: Sei stata guidata? o accompagnata?

R.: Mai soli si arriva di qua, c'è sempre qualcuno che ti riceve.

G.: Sua madre la riceveva, è possibile?

E.: Sì, sì, sì

R.: No, no, no, io lì non mi ricordo i tempi... quindi, quell'amore grande,

e quella voglia di rivederla mi ha portata a lei, quindi sono andata con

serenità come quel giorno, quando vedrai la mia mano, che è la mia,

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farai certe corse per arrivare quaggiù. Quindi non è un

accompagnamento, ma è una felicità che provi in quel momento.

E.: Sì, ma quello che intendevo era non l'accompagnamento come la

ricezione, ma come una spinta. Chi è che l'ha spinta fuori dal corpo e

l'ha convinta.

G.: Perché mi dice: è arrivato in automatico... finito il tempo. Dice:

come... cioè, come spiegarti: finita la sabbia della clessidra, punto.

R.: Hai presente quando l'arbitro fischia le partite: come sei, sei, ti fermi.

Quindi per me è scaduto il tempo.

L'accompagnamento e l'aiuto esterno si ha quando siamo nelle malattie,

oppure quando siamo nei coma, che allora rimani ingabbiato da un corpo

e cerchi l'aiuto per staccarti, ma io non ero ingabbiata, in quell'attimo lì

ero proprio libera di poter partire. Nel coma, ci hai il corpo che si stacca

però è come se il tempo, l'anima... cioè il corpo dovrebbe rimanere lì per

via del tempo che non gli scade, l'anima che invece è già fuori dal corpo

che vedono, no? Tutte queste... quindi è diverso.

E.: No, quindi è una cosa molto pacifica, molto tranquilla.

R.: Molto serena... molto serena. Ma infatti, il mio volto era sereno.

E.: Sì, è vero.

G.: Lo dovresti aver percepito proprio dalla serenità con cui è andata.

E.: Ho percepito che proprio nel sonno tranquillo, beato perché poi lei

s'era alzata alle 5,30 per andare in bagno e non aveva abbastanza

ossigeno nel sangue e io gli ho dato l'ossigeno, perché di notte non lo

teneva. E poi s'è alzata, io l'ho accompagnata, tranquillamente, parlava

normalmente, in realtà io penso che fosse già cominciato l'edema

polmonare, cioè che aveva i polmoni mezzi pieni di sangue e quindi per

questo aveva poco ossigeno.

G.: dice: sì.

E.: Perché i polmoni erano praticamente...

R.: Io ti ho salutato, in un certo senso, prima di partire.

E.: Ah, si è svegliata apposta per salutarmi. Bello!

R.: Quindi sappi che ti ho salutato, e pensa a me con serenità. Questo

cammino proprio l'ho fatto in punta di piedi.

E.: Ma io, come dire, pensavo che ci fosse un accompagnamento,

comunque lei non aveva consapevolezza, cioè a un certo livello ce

l'aveva, ad un altro no. Quella che parlava con me non era consapevole

della morte vicina mentre ad altri livelli lo sapeva.

53

R.: Cioè, allora l'anima parla sempre, a volte prende il sopravvento sulla

mente e sul corpo, per cui io avevo bisogno di svegliarti e di vederti, la

mia anima per salutarti, il mio corpo, la mia mente umana non sapeva

che non mi sarei più svegliata.

Ora ti saluto con immenso amore e ti dico: tira giù quello che oggi ti ho

detto. Rifletti su questo, e insieme ad altre cose che hai percepito

attraverso i libri comincia il tuo cammino. Con infinito amore, una

benedizione del cielo.

Gina02. Durata della registrazione 37’04” che si può scaricare da qui.

In questa registrazione ci sono due prove. La prima è il riferimento alla

separazione dei miei genitori, che è nota solo a Rosamiria. La seconda è

il riferimento all’Africa che è un fatto realmente accaduto: sono stato ad

Addis-Abeba per un progetto per costruire l’anagrafe e il catasto.

Ambedue i fatti non erano noti a Gina, che ho conosciuto alla prima

registrazione. Oltre a queste prove, ci sono incoraggiamenti a scrivere e

a testimoniare, e, partendo dalla gelosia ci sono alcune bellissime frasi

d’amore. C’è anche la descrizione della stratificazione della coscienza,

della separazione fra gli strati che sono inconsapevoli l’uno dell’altro,

questo si vede quando Rosamiria descrive la sua morte, quando si

sveglia per salutarmi e non si rende conto che quello è l’ultimo saluto.

2200//1100//1155 -- MM0022

Quarto colloquio con Maria, seconda registrazione con lei.

Elia: Devo chiederle di nuovo... di raccontarmi il sogno che ha avuto

Laura, una mia amica, perché lei si è presentata con una persona e non

s'è capito chi era questa persona.

Maria: Era un sogno dove c'era Rosamiria, anche in ... la Laura?

E.: Laura che lei non conosceva, però le è apparsa in sogno.

M.: A Laura?

E.: A Laura.

Rosamiria: Io, da quando sono dipartita, mi accompagna un uomo che

anche Elia ha visto, subito dopo la mia dipartita, vicino al letto.

Quest'uomo, in veste di amante, mi ha convinta a seguirlo. È al mio

fianco, sempre. Io mi sono fidata di lui, non saprei dire se l'ho realmente

conosciuto, ma certo, la fiducia che gli ho dato corrisponde a questo

legame animico che abbiamo. Io lo vedo, questa giacca grigia non è un

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modello attuale tipo quelle giacche che si usavano negli anni '80 sottili

nel bavero, camicia azzurra a righe e cravatta sottile, capelli scuri,

corporatura media, capelli tirati all'indietro.

Si presenta a me nelle sembianze di un uomo sui quarantacinque anni.

È un legame intimo, non però amanti nel senso terreno. Di chi si è

amato ci si fida. Non so se era un legame di un'altra vita, so solo in

questa dimensione che ora siamo insieme. Mi ricorda il sentimento che

avevo con mio fratello, che in un'altra vita eravamo marito e moglie. Io,

qui, l'ho ritrovato, solo lui, per ora, della mia famiglia. Mia madre

ancora non l'ho trovata, e neanche mio padre. Siamo ancora accomunati

con mio fratello a dover risolvere le cose terrene che abbiamo lasciato

riguardo le sue figliole, perché quelle bimbe erano come se fossero state

anche mie.

Da Laura mi sono presentata nel sogno per comunicare che ora non sono

sola come nelle prime settimane in cui ero disorientata e vagavo, ora ho

mio fratello e sono molto più tranquilla. Insieme collaboriamo e siamo

una coppia unita.

Se vuoi puoi farmi delle domande.

E.: Il tuo compagno ha un nome?

R.: Piergiorgio può darsi?

E.: Non usate il nome fra di voi?

R.: No, non è importante, noi siamo in contatto, siamo un'unica cosa,

anche se ci vediamo unità separate, i nostri pensieri sono leggibili come

si può leggere in una lavagna. Non abbiamo bisogno di parlare o

chiamarci, poi siamo sempre insieme. Io lo chiamo Pierre e lui mi

chiama Miriam.

Ci piace ricordare in parte solo le origini di ciò che siamo stati in questa

esistenza, dato che siamo in divenire, lasciamo che le troppe

identificazioni non ci possono influenzare per quello che sarà la

preparazione a un nuovo futuro e una nuova vita, qualora verrà valutata

la possibilità di poter ritornare, ma questo ancora non lo sappiamo. Non

siamo ancora arrivati alla presenza degli esseri che valutano il karma, in

quanto ci è stata data la possibilità di restare per qualche anno molto

vicino alla Terra e a voi cari, come guide, assistenti, di questo cammino

spirituale che state conoscendo e portando avanti.

Sono anni molto difficili per chi è rimasto sulla Terra. Voi ci piangete,

ma in realtà siamo noi che piangiamo per voi che siete rimasti, le vere

prove le state sostenendo voi. Il dolore della separazione, la tristezza, il

lutto, l'abbandono sono ferite che mangiano la vita, la vita che diventa

55

non vissuta perché il rimpianto non ci fa più godere di ciò che siamo, e

ciò che abbiamo.

In qualche modo per noi i dadi sono stati tratti nel bene e nel male. Il

karma per questa vita è chiuso, mentre voi avete ancora prove, e secondo

di come vivete queste prove, tutto ogni giorno può essere ribaltato, non

date per scontato che ciò che eravate ieri siate anche oggi. Se fate del

bene diventate brave persone, ma se fate del male non diventate brave

persone ma cattive persone, e non è scontato questo perché energie

esterne che portano dolore alla vostra vita ogni volta vi mettono nella

condizione di fare buone azioni, o cattive azioni e ogni volta che vi

arrabbiate voi perdete giorni e giorni di accumulo di energia positiva.

Per quello è molto difficile la condizione che continuate a vivere come

esseri incarnati.

Puoi farmi un'altra domanda, se vuoi.

E.: Sì, mi domando se c'è il sesso nell'altra dimensione o come è, se è

diverso.

R.: Tutto avviene sul piano energetico, certo che c'è un'anima femminile

e un'anima maschile, ma il contatto animico è quello di creare una

fusione androgina con il partner karmico che in alcune vite incontriamo,

ma il più delle volte non incontriamo, e vita dopo vita, pur mantenendo

un contatto telepatico, ci diamo appuntamento in questa dimensione per

ritornare alla casa d'origine.

Colui il quale è venuto a prendermi, e che Elia ha visto, è la mia parte

animica maschile.

Io e mio fratello, in quanto fratello in questa vita e compagno di tante

vite, ci muoviamo insieme in questa dimensione ancora aiutandoci,

perché ci è stata data la possibilità di completare o di aiutare chi abbiamo

lasciato troppo presto. Ma non viviamo il pensiero del sesso così come

lo si vive nella dimensione terrena. La dimensione terrena ha la funzione

alchemica di contattare il divino, di risvegliare il seme della vita che la

donna canalizza attraverso l'essenza dell'uomo, ma nel momento in cui

siamo spiriti tutto diventa fusione, è questa dimensione stessa, nella luce

che dà piacere, quel piacere che l'essere umano cerca di riprodurre

vagamente, ma molto vagamente attraverso l'intimità sessuale. Quella è

una condizione che le anime che vivono nella luce, vivono

costantemente di gioia, luce, piacere espanso, intesa, complementarietà,

unione, fusione, appartenenza, e di questo il corpo fisico fa difficoltà a

vivere completamente, in quanto la trappola dell'ego porta a

sperimentare più l'amore egoistico del possesso, dell'egoismo, del

bisogno di piacere più a sé stesso che accontentare l'altro, e di tante

piccole trappole che rendono misero, e a volte meschino, il sesso e la

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relazione di coppia, questo ovviamente per quanto riguarda in generale le

unioni terrene.

E.: Bellissimo!

M.: Non so se ti ha soddisfatto?

E.: Sì. Non hai più il contatto?

M.: Vedo continuamente la sua camera e l'armadio, il letto e lei che è

seduta sul letto verso l'armadio.

E.: Sei te che la vedi?

M.: È seduta sul letto, così, e guarda l'armadio chiaro, sul grigio, bianco,

non so.

E.: Chiaro, chiaro.

M.: Chiaro, vedo questo... chiaro, però non ha niente da dire.

E.: È sempre in casa.

M.: Sì, sì, sì, è sempre in casa.

Ha detto che starà ancora, sì, almeno un paio d'anni.

Anche... come si chiama? Piergiorgio?

E.: Pierre, Pierre si chiama...

M.: E m'ha detto Pierre si chiamava, come si chiamava il fratello?

Mariantonio?

E.: No, Pietrantonio

M.: Pietrantonio, però m'ha detto che si fa... lei si fa chiamare Miriam lì

Mariam, o Miriam

E.: Miriam e questo Pierre è l'altra parte di sé quindi vuol dire che hanno

una... consuetudine.

M.: Per brevità si chiamano uno Pierre e l'altra Miriam

E.: Comunque non è suo fratello

M.: C'è anche il fratello per... Pietrantonio

E.: Sì, però sono persone distinte

M.: Quello che l'ha venuta a prendere m'ha detto che l'ho visto, io questa

giacca grigia coi baveri sottili

E.: Quello che l'ha venuta a prendere potrebbe essere la stessa persona

fagli la domanda precisa

M.: Se è il fratello o no? non è il fratello

E.: No, no il fratello, Pierre

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M.: Ah sì, sì, sì, sì, sì, sì è lui eh! ed è quello che si è presentato a Laura

nel sogno

E.: E quando?

M.: È la sua parte animica

E.: Le Idi di Marzo!

M.: Sì, sì

E.: Se ricordi l'altra volta

M.: Sì, le Idi di Marzo

E.: Quindi è stato sei giorni a discutere e a parlare con lei per

convincerla

M.: Sì, le Idi di Marzo

E.: E cosa l'ha fatta convincere?

R.: Innanzi tutto a me non sarebbe piaciuto perdere la mia lucidità e

integrità, il degrado del corpo fisico mi spaventava più della morte, e lui

mi ha fatto capire che rinunciando a questi mesi di vita avrei guadagnato

in mancanza... in meno sofferenza, perché il mio corpo si sarebbe

decomposto pur essendo viva e io avrei assistito con l'anima fuori dal

corpo a questo scempio, invece, una volta che sono uscita dal corpo e

sono morta, quell'involucro non mi ha dato più sofferenza, mentre, fino a

quando ero viva, quel filo mi avrebbe fatto sentire tanta... tanta

umiliazione, e poi non volevo arrecare altra sofferenza ad Elia, perché è

un animo sensibile e vedermi decomporre da viva l'avrebbe fortemente

scioccato, mentre lui deve trovare ora la forza per portare avanti i suoi

studi e la sua ricerca, mentre la memoria della mia convalescenza

deturpante l'avrebbe scoraggiato a tal punto che sarebbe stato ancora più

male di quanto non sta ora.

Io per Elia ho nutrito sempre un atteggiamento protettivo. A lui è

mancata la mamma e molto spesso ho rivestito anche il ruolo di mamma.

Mi prendevo cura di lui a volte come di un bimbo. Era un nostro

accordo.

Anche la mancanza di figli, tra noi è stata forse... una cosa necessaria,

perché Elia aveva proprio tanto bisogno di creare attraverso la coppia

quella famiglia che a lui è venuta a mancare in giovane età, che io

invece, per fortuna, ho avuto molto salda, forte e allargata.

E.: Sì, la sua famiglia per me era un modello.

R.: Grazie.

E.: Mi piaceva molto.

58

M.: Sì, ti hanno adottato un po' quindi in qualche modo è la tua parte

bambina che... avevi bisogno di questo?

E.: Certo! comunque sento che non mi saluta, quindi ha qualcos'altro da

dire.

R.: Io sono sempre con te.

E.: Sì, ma ora io ti sento. Quando sei con me in casa, non ti sento.

R.: Certo perché non è facile canalizzare l'energia se siamo familiari, ci

si abitua, e quindi è come se noi non sentissimo l'odore della nostra casa,

mentre, per qualcuno estraneo, quando arriva sente, e riconosce

immediatamente quando entra in una abitazione, un odore diverso. Tu

sei abituato alla mia presenza e sembra che non la senti, mentre per chi

non mi conosce e non ha la stessa intimità, la percepisce

immediatamente, perché sente qualche cosa di diverso dal suo campo

energetico.

Stai sereno, che ora a fine ottobre avrai anche delle piccole conferme che

gli esercizi, gli sforzi che stai facendo ti arriveranno e quindi anche tu,

lentamente, ti addestrerai a percepirmi. Io non ti ho lasciato, è solo che il

corpo fisico, oramai non era più in grado di sostenermi.

Insieme a Pierre abbiamo valutato, dato il varco anche temporale che si

creava, era un passaggio da non perdere, che mi (avrebbe) portato molti

vantaggi come quelli di ora, come contattare Maria attraverso questo

centro perché io da allora sono rimasta ancorata, e tu se oggi puoi entrare

in contatto con me è perché mi sono agganciata a quel treno, altrimenti

non so quando avrei potuto avere un'occasione di questa portata. Lo so

che ti ho privato della mia essenza per almeno otto mesi, perché forse

avrei potuto anche resistere almeno altri otto mesi, forse anche un

pochino di più, ma non più di un anno, ma questi otto mesi sarebbero

stati estremamente invalidanti. Sarei rimasta sempre a letto.

E.: Già non camminava più.

M.: le piaghe, queste cose qui gli hanno risparmiato la sofferenza.

R.: Quelle sofferenze che alcuni malati terminali vivono, le accettano,

perché è un modo con cui bruciano il karma in vita.

Io non avevo bisogno di bruciare nessun karma in vita.

In fondo ho condotto una vita dove ho fatto del bene e sono rimasta una

brava persona. Devo rimediare ad alcune chiusure mie mentali che

hanno impedito l'ascolto della mia anima e che mi hanno portata per

esempio a entrare nell'inganno attraverso il vizio. Ecco, devo rispondere

più del karma negativo che ho prodotto al mio corpo e alla mia persona,

più che agli altri.

59

E.: Certo! come mai non riusciva a staccarsi da questa dipendenza dal

fumo? perché molti come me... io, io stesso sono riuscito.

R.: Ero irretita nel destino di mia sorella. Dentro viveva questa energia

morta e il fumo era il modo con cui mi ha ingannato questo bisogno

ossessivo di tenermi intrappolata nella morte, io non ero consapevole di

questo. Una parte mia voleva la morte per solidarietà a questa parte

morta della sorella.

È come se ci fossimo diviso lo stesso corpo in due persone.

E.: Quindi sua sorella viveva dentro di lei

M.: Come ospite morta, e quindi il fumo era un modo con cui...

E.: Poi c'è stato suo padre che è morto per la stessa malattia: cancro al

polmone per la stessa ragione: perché fumava, quindi un'emulazione.

M.: Sì, c'è quello, però principalmente perché Rosa Miria è un due nomi,

due personalità una viva e l'altra morta.

E.: La sorella si chiamava Mariarosa.

M.: Invertivano i due nomi.

E.: E hanno scambiato e poi ci hanno messo una "i" al posto... per lei

M.: Poi lei si fa chiamare Miriam

E.: Perché dicevano che portava sfortuna dare il nome di un morto.

M.: Certo, eh, ma ...

E.: In qualche modo lei l'ha...

M.: L'ha ... lo stesso, perché c'era, c'era lì... qui vedo... io vedo proprio...

l'involucro morto e l'involucro vivo, e questa energia morta gli ha

mangiato la... la vita e quindi usare il fumo era un modo con cui quando

mangiava il cibo alimentava il corpo sano quando ... il corpo morto. Lei

viveva con un corpo morto dentro un'energia parassita morta, era questa

energia parassita che... agiva per conto suo, era proprio un parassita

che... voleva il fumo perché comunque l'avvicinava alla sua condizione.

E.: Certo, mi dispiace.

M.: Non era consapevole di questo, l'ha capito solo ora pensava solo che

fosse una sua esigenza, in realtà era questa doppia personalità.

E.: Ci sono tanti strati nella stessa... io so che siamo sette corpi, e lei ne

ha persi due. Chiedigli se sono cinque quelli rimasti lei pensa con

cinque... in cinque modi diversi.

R.: Ma non ne ho ancora coscienza degli altri cinque, non li ho ancora

sperimentati.

60

E.: Ma lei ha perso anche il corpo eterico, il secondo corpo dopo il corpo

fisico, lei questo l'ha visto?

R.: Era di un colore giallo zolfo, un po' giallo sporco quando l'ha visto,

non era un giallo chiaro un po'...

E.: E comunque l'ha perso? Sì perché questo corpo è come accendere la

luce su un computer, accendere l'interruttore quindi dà la vita al corpo

fisico, quindi quando muore c'è la separazione fra il primo e il secondo

corpo. Questo è quello che ho imparato dai cento e più libri che ho letto,

e poi questo secondo corpo decade, cioè entro poco tempo si perde,

muore anche lui.

R.: Sì, in effetti ho visto, questo giallo un po' sporco.

E.: Quindi lei l'ha visto morire, come ha visto il suo corpo fisico

distaccarsi.

R.: Era come un... sì, ho visto questa luce gialla, fuligginosa, un po'

sporca.

E.: E quando è successo questo? Dopo tanto... dopo qualche tempo, non

succede subito.

R.: No, no, dopo qualche settimana, un mese, quaranta giorni.

E.: Quaranta giorni.

Io la ringrazio del primo sogno che mi ha fatto... in cui l'ho vista con

Pierre. È durato pochi secondi perché ero troppo emozionato, ora cerco

di dormire di più in modo che lei possa entrare nei miei sogni.

R.: Sì, bravo. Presto mi sognerai quando tu sarai più rilassato perché ora

ancora sei nel dolore e lo capisco perché anche a me manchi tanto, mi

manchi davvero tanto. Mi dispiace, mi dispiace. Anch'io, non avrei

voluto morire in fondo, vivevo una buona vita ed è stato un peccato

perderla.

E.: Almeno dieci anni ha perso.

R.: È di questo che devo... rimediare. Ho sprecato tante opportunità.

Questo è un male che ho fatto a me stessa e alle persone che avrei ancora

potuto aiutare e incontrare nel tempo che in questa vita avrei avuto a

disposizione.

Altre... ne risentiranno, di questo modo con cui io ho gestito male la mia

vita, e mi ha impedito di essere presente agli appuntamenti che avevamo

col destino.

E.: Ha detto "incontrare" quindi c'era qualcun altro che doveva

incontrare in questi anni?

R.: Certo nuove persone, amici forse... i bambini di queste nipoti.

61

E.: Forse... sì, anche se all'orizzonte non ci sono.

R.: Ma fra dieci anni ci sarebbero state.

E.: Ah certo!

R.: E poi soprattutto, tante persone, anche gli studenti, persone con cui si

giocava. Avevo ancora molto da dare, avrei potuto ancora dare con le

mie ricerche, la mia saggezza di... esperienza, di conoscenza... ho privato

il mondo anche della mia intelligenza.

E.: T'ho sognato anche altre volte, è sempre durato pochissimo, ma va

bene così, sono sereno, son contatti, diretti.

Ti prego di aiutarmi adesso alla fine di ottobre in quel corso che farò.

R.: Sì, vedrai, noterai dei notevoli miglioramenti perché sei leggermente

più rilassato e hai acquistato più fiducia che io ci sono, che non ti ho

abbandonato anche se, fisicamente, ti ho abbandonato.

Il nostro contatto telepatico c'è sempre stato.

E.: Purtroppo nel senso da me a lei, ma non da lei a me.

Come ci si saluta?

R.: Lo sai che noi non avevamo tante smancerie siamo molto stati

essenziali, ci si voleva bene e basta.

E.: Certo.

R.: Lo sapevamo.

E.: Va bene, allora ci sentiamo la prossima volta.

R.: Sì, io sono sempre qui.

E.: Se vuoi entrare nei miei sogni ci sono sempre.

R.: Ok. Io sono a casa, e sono ovunque tu sei, basta che tu mi chiami, io

non ho più il limite fisico.

E.: Certo

R.: Io non ho molte cose da fare qui se non, ora, aiutarti, proteggerti e

assisterti sotto una forma diversa.

E.: Va bene... lasciamola in pace.

M.: Ero emozionata, sì?

E.: Sì. ho visto che hai pianto. Hai partecipato moltissimo questa volta.

M.: Sì, perché, comunque anche lei è dispiaciuta. Non è che se avesse

potuto scegliere... non è che lasciamo questa co...

E.: Certo, ho capito perfettamente.

M.: E capisce la tua sofferenza, perché anche lei la prova.

62

Maria02. Durata della registrazione 30’24” e può essere scaricata, come

le altre da questa pagina, dove è al quarto posto. Qui Rosamiria descrive

il suo incontro con Pierre, e la sua funzione nel convincerla a scegliere di

morire prima. Una prova importante è la citazione del sogno di Laura,

che è stato il primo contatto dopo sei mesi di silenzio.

2277//1100//1155 -- SSooggnnoo

Sogno lungo e confuso. Sono andato a letto subito dopo la mezzanotte

senza prendere le gocce. Mi sono già svegliato una volta verso le sei con

un crampo all’alluce destro, dopo quattro cicli di sonno REM. Nel

sogno siamo nella zona di Ingegneria e cerchiamo la mensa universitaria.

Con me c’è chi normalmente mi accompagna (forse Rosamiria). Lei non

vuole andare alla mensa, ma io la preferisco perché ora ci si mangia

meglio. Discutiamo di questo. Attraversiamo via Bonanno, siamo

all’incrocio con una strada curva, a forma di punto interrogativo (che

non esiste nella zona), ma non la imbocchiamo. Troviamo l’ingresso

della mensa lì accanto ed entriamo nel fabbricato di cemento armato. È

pieno di studenti, davanti all’ingresso ci sono mucchi di rifiuti fra cui

vedo bucce di banane. All’interno alcuni verniciano delle tavole, non

troviamo il banco di distribuzione. Usciamo dal fabbricato ed entriamo

in un altro, che è anch’esso pieno di gente e di rifiuti. Mi sveglio alle

7:50 dopo un altro ciclo.

2277//1100//1155 -- MM0033

Terza registrazione con Maria. Ecco qui la registrazione con i sottotitoli.

Maria: Parla pure

Elia: Ho fatto tre domande a Rosamiria, una l'ho fatta ad alta voce, una

sottovoce e una l'ho solo pensata. Due ieri, una stamani e vediamo se è

lo stesso canale di comunicazione.

M.: Io in questo momento sto pensando a Capri, alla Grotta Blu. Sto

vedendo l'ingresso verso la Grotta Blu, non ci sono mai stata, io Maria

eh, quindi non è...

E.: La Grotta Azzurra

M.: La Grotta Azzurra, che io vedo, questa Grotta Azzurra mi colpisce

molto questo blu dentro questa grotta e un puntino rosso, un puntatore

che mi guida in questa grotta. Un laser, come a indicare qualcosa e poi

da questa grotta mi fa pensare che oggi, stamani mattina, ho aperto il

computer e c'era un articolo, però non lo ho letto, che riguardava oggi,

però è sul Centro Parsifal. Si potrebbe andare a leggere, mi dice di

63

leggere quell'articolo che ha a che fare con quei ritrovamenti rupestri nel

sud della Francia o nella Francia, non so dove, ma è... Oggi è un giorno

particolare, oggi 27 ottobre... è un giorno particolare che dobbiamo

conoscere e che anche a Rosamiria potrà servire. Mi sta dicendo che il

titolo che ho scelto per le costellazioni: "Liberare e liberarsi" è una cosa

che anche lei vorrà usufruirne dei benefici. In realtà questo titolo io l'ho

messo proprio pensando ai nostri defunti, quelli che devono andar via,

che devono liberarsi, però non volevo mettere questo, se no la gente

fraintendeva. Questa grotta blu, questo puntatore rosso, credo proprio

questo blu mi parla della luna piena non so quando sarà la luna piena

E.: Ah, forse oggi

M.: Sì? (la luna piena) nella notte di luna piena.

E.: A Rosamiria piaceva la luna piena.

M.: Sì, mi sta facendo vedere la luna piena, questo blu della notte e la

luna piena.

E.: Sì, dovrebbe sorgere tra poco.

M.: Sì, la sto vedendo su uno dei vostri terrazzi, anche nella terrazza

sopra proprio in cui qualche volta è andata a guardare il cielo da lì

perché la vostra terrazza, quella proprio sopra il tetto ci aveva un

bellissimo panorama, si vedono bene le stelle e lei qualche volta saliva

lassù a fumare una sigaretta.

E.: Forse, ma ti ricordi le domande che ho fatto ieri e oggi?

M.: Mi dice che gli arrivano cose confuse mi fa vedere come una brocca

da cui esce della roba e mi dice che siccome te sei un vulcano di pensieri

non riesce a capire quanto sono... tuoi desideri, pensieri, domande, ti

percepisce come quando uno svuota questa brocca, no?

E.: Quindi non le ha ricevute come domande.

M.: No, ha avuto solo queste informazioni come quando uno arriva e

svuota, no? Gli è arrivata tanta di quella roba dalla parte tua, però che

non...

E.: Allora devo ripeterle?

M.: Sì, ripetile

E.: La prima domanda è che: devo scrivere il libro, quindi Pier, devo

sapere come va scritto, se deve essere scritto come Piero senza la "o"

finale, oppure Pierre con due erre e una "e" finale, che vuol dire "Pietro"

in francese.

M.: Alla francese

E.: Alla francese

64

M.: Sì, perché anche questo fatto della grotta, vedi ora non ci pensavo

più a questo Pierre, questa grotta che m'ha fatto vedere in Francia, c'è

qualche cosa con la Francia, con questo luogo.

E.: La Grotta Azzurra è a Capri, ha detto: e lo so che è a Capri. Però

forse lei si riferisce...

M.: No, però a Capri però mi ha fatto collegare anche a questi

ritrovamenti rupestri in Francia, però non so dove si trovano.

E.: Sono delle grotte... credo che siano le grotte di Lascaux

M.: Eh, quelle lì

E.: Dove ci sono qui dove c'è quel bisonte bellissimo

M.: Eccole lì via io ho avuto quest'immagine qua, questa immagine

rossa, il puntatore, poi mi ha fatto vedere questo bisonte rosso, ho visto

quest'immagine rossa, c'è qualche cosa con la Francia che la lega.

E.: Sì ecco, quindi probabilmente si tratta di una vita precedente in

Francia. Rosamiria ha sempre avuto un'idiosincrasia per il francese

M.: Sì? non gli piaceva?

E.: Non lo parlava, anche se lo poteva parlare a Ginevra.

M.: Ma senti! e invece ora mi sta guidando in Francia.

E.: Quindi c'è una connessione o una ragione.

Rosamiria: Questa settimana sono stata più rilassata nel vederti

impegnato nei tuoi compiti nella tua ricerca, e mi ha aiutata perché ti ho

sentito a trovare uno scopo in questo dolore. Avere la mente impegnata

per te è stimolo, ma ti aiuterà e potrà diventare successivamente grande

aiuto in questo dolore tu avrai l'opportunità di scoprire te stesso, un te

stesso che non era mai emerso, ma, come seme restava incapsulato.

Devi continuare questa ricerca, perché attraverso questa ricerca tu fai

dono anche agli altri di strumenti e di esperienze e continuerai a portare

avanti il lavoro di Dio per gli uomini, sì, importante in questo momento

della storia dell'umanità, e anche se per me è difficile accettare il mio

stesso sacrificio, a un altro piano comprendo che era necessario

sacrificarmi per darti l'opportunità di approfondire ciò che per te è

sempre stato interesse, ma restava su un piano mentale. Come Orfeo tu

ora mi stai venendo a cercare nell'Ade per riportarmi in vita, ma ricorda

il mito di Orfeo, questo è pericoloso, puoi venire a cercarmi, ma non

riportarmi in vita. Questo fa parte dell'accordo che ho preso,

sacrificandomi, a te veniva dato lo stimolo per fare quella ricerca e

quegli studi che sempre avevi deciso e desiderato fare, ma che la tua

grande mente poi rimandava, in quanto veniva assorbita da ricerche utili,

sì, ma non importanti come quella che ora stai iniziando. È importante

65

che voi leggiate quell'articolo. In quell'articolo c'è un messaggio per...

anche per Maria. In questa data, oggi, la luna piena [2 giorni fa] inizia

qualcosa in questi cinque giorni, da oggi, che dovete fare insieme, dovete

fare insieme e restare collegati insieme in questi 5 giorni a partire da

oggi, fino a martedì prossimo meglio sarebbe se sarete insieme la vostra

energia sarà amplificata ed entrambi riceverete delle risposte che vi

saranno utili, reciprocamente per le vostre ricerche, i vostri studi e anche

per la vostra reciproca guarigione.

E.: Sai che ho il corso, da venerdì a domenica. [Going Home]

M.: Domenica ora?

E.: Sì, venerdì, sabato e domenica.

M.: Pensavo fosse più avanti. E finisce a che ora domenica?

E.: Dovrebbe finire... nel primo pomeriggio credo alle 17 forse

M.: Già, perché, dove sei? lì, a San Gimignano, dov'eri?

E.: No, sono... vicino Verona, quindi ci vogliono tre ore per venire.

Rosamiria: OK, lunedì sera continuerai con Maria lunedì sera. Poi,

fresco di queste esperienze, sì, sarebbe stato meglio se voi due eravate

insieme, però in qualche modo tutt'e due, su piani diversi con gruppi

diversi, farete lavoro per le anime e per noi trapassati che è molto

importante.

E.: Sì, nel corso sarò nel pieno del lavoro.

La seconda domanda era che ci sono delle differenze, io uso due canali,

uno è Maria e uno è Gina, per eliminare l'interferenza del canale io ne

uso due, come deve fare un ricercatore, e ho visto che ognuna di loro ti

interpella a un livello diverso, quindi io ho due... due Rosamirie diverse.

Le differenze, me le sai spiegare?

Rosamiria: Io ora utilizzo il canale di Maria che mi viene familiare

perché l'ho conosciuta e con lei mi lascio andare anche a quell'intimità

che si può manifestare con le persone amiche, perché, anche se l'ho

frequentata poco, era per me una persona cara perché ti seguiva e tu ne

avevi stima ed entusiasmo. Mi sento di parlare con Maria come a un

membro quasi di famiglia, poi la ricordo quando l'anno scorso è venuta a

casa, sotto l'ombrellone, abbiamo pranzato insieme e quindi mi trasmette

quel calore, quella fiducia di qualcosa di conosciuto ed è un tramite

affettivo che mi tiene legata a te, che si prende cura di te. So che lei va

oltre il legame tecnico o professionale che vi ha uniti e quindi a lei sono

anche grata perché so che ti ho lasciato in buona compagnia e che ti puoi

aprire e confrontare sempre.

66

Gina è un ottimo canale sensitivo, più distaccato, al quale vengono date

informazioni non direttamente da me, ma informazioni degli spiriti che

gli stanno intorno per farti arrivare risposte che a te servono, perché hai

bisogno, con la tua mente scientifica, di cercare prove. Quindi, il

confronto tra Maria e Gina è un modo attraverso cui tu potrai fare i tuoi

riscontri, perché, come sai, queste cose non possono essere dimostrate,

ma loro due non comunicando, se tu troverai similitudini o parallelismi

potrai, in qualche modo, leggere queste informazioni provenienti da

un'unica fonte dove c'è coerenza nel messaggio, quindi va bene per te per

il momento avere questo doppio confronto. Poi sarai in grado, da solo di

ricevere questi messaggi e allora avrai meno bisogno di loro.

E.: Ma io penso che continuerò comunque e avrò tre canali dopo.

Comunque con Gina non hai mai parlato di Pierre, come mai? Forse era

troppo intima la cosa?

Rosamiria: Sì, è una cosa che io con Maria partecipo delle cose che

hanno a che fare con la mia sfera affettiva, i miei sentimenti... a lei ho

comunicato le conoscenze, le informazioni, i fatti, ma i fatti che hanno a

che fare con il cuore, la mia famiglia, no, perché, lo sai, avevo le mie

resistenze a confidarmi, ero sì, aperta, ma non mi piaceva raccontare

troppo le cose mie a persone che conoscevo da poco. Tu invece, Elia sei

sempre stato molto aperto a tutti e spesso ti criticavo perché eri troppo

nella fiducia verso il prossimo.

E.: E poi, per esempio, di suo fratello ne parla attraverso... ne parli

attraverso Maria e di tua madre mi parli attraverso Gina, la vedi tua

madre allora?

Rosamiria: Non è con me mia madre. Gina riesce a entrare con molta

facilità nel mondo dei morti perché lei fa questo sempre. Come Maria

già ti ha detto, questa cosa non la fa per scelta, sta facendo questo per noi

due e quindi non entra a tanti livelli nel regno dei morti. Io so che mia

madre c'è in questa grotta, dove è però non si vedono le persone, sono

tanti piani, tanti livelli. Gina, è lei che riesce a toccare questi livelli e

andare lì dove vuole andare, ma lei, quella è la sua missione di medium.

E.: Ho capito: lei contatta direttamente tua madre.

Rosamiria: Sì, invece io sono con mio fratello e quindi quando contatto

mio fratello, contatta me e anche mio fratello perché siamo insieme.

M.: Li vedo proprio insieme, una...

E.: Sì. cioè, Maria ti vede con Pietrantonio e Gina...

M.: E Pietrantonio vede... sì, lei è un medium, la vedo che... a tanti

livelli, tutti i medium...

E.: Quindi lei vede tutto, e quindi...

67

M.: Io ho un contatto selettivo perché ho scelto solo di parlare con lei, di

non fare entrare altre persone, se no ne vorrebbero entrare troppi.

E.: Sì, ho capito, lei stessa non si rende conto che non sta parlando con

Rosamiria, ma sta parlando direttamente con la madre di Rosamiria. Ho

capito.

La terza domanda era: il sogno di stamani, io ti ho visto, cioè, non ti ho

visto mai. Eri sempre dietro a me, io ti sentivo come... telepaticamente,

nel sogno però eri...

Rosamiria: Io sono sempre a un passo da te.

E.: Non potevo vederti, e mi è dispiaciuto.

Rosamiria: Perché sono dietro di te, sempre a un passo da te. Sono

sempre dietro di te.

E.: Sei riuscita a... entrare nel sogno, però.

Rosamiria: Certo, presto mi sentirai nel corpo, mi manifesterò sotto

forma di calore che arriverà nel corpo, come lo sta sentendo ora Maria,

un calore dietro la schiena all'altezza del cuore, attraverso quel canale,

del chakra... io entrerò e tu sentirai l'emozione e mi saprai riconoscere.

Ora il nostro è un contatto telepatico, solo di tipo mentale, ma presto

questo contatto telepatico si riscalderà delle emozioni e allora avrai

anche maggiore fiducia delle tue sensazioni, imparerai a fidarti, è una

pratica che stai facendo bene, è il tuo lavoro per allenarti.

E.: Io vorrei vederti, almeno nei sogni, come ti ho visto il primo sogno.

Rosamiria: Io ci provo, ma è l'aspettativa forte e lo spavento, che la tua

anima ha quando mi vede che immediatamente si desta, io la vedo fare

proprio così...

E.: Sì, mi sono svegliato.

Rosamiria: Fai così, e blocchi

E.: E mi sveglio...

Rosamiria: Fai così, e no, e perdi il contatto. Purtroppo è un flusso,

molto, molto, molto delicato, che basta un minimo spavento e

interrompe, ma io, ci provo. Anch'io vorrei poterti percepire perché nei

sogni è come se acquisissi una certa corporeità che diventa...

E.: Certo, nel sogno ci potremmo toccare potremmo fare altre cose,

molto materiali.

Rosamiria: Certo, è come se riprendessi corpo. Elia, hai un animo

molto sensibile, e questa sensibilità, allora, ti rende emotivo, ma è

normale, il dolore è troppo, il dolore dell'abbandono.

68

E.: Parlami di Pierre, non mi hai detto se è una reincarnazione, è una vita

precedente, o vi incontrate solo tra le vite, fra una vita e l'altra.

Rosamiria: Pierre è un... ci siamo visti in tante vite, in questa vita non ci

siamo conosciuti, ma lui è rimasto su un piano spirituale, come mia

guida, era questo l'accordo, perché avrei dovuto incontrare te, in questa

vita.

E.: Vuoi dire che era già predisposto?

Rosamiria: Certo

E.: E come mai io? proprio me?

Rosamiria: In altre vite... ci siamo... già aiutati e sostenuti. In questa vita

avevamo l'accordo che... mi avrebbe sostenuto sul piano spirituale.

E.: Perché dovevi incontrare me? da cosa viene questa necessità?

Rosamiria: Con te, ho avuto lo stimolo a lavorare per la ricerca, tu avevi

una mente scientifica e grazie a te, anch'io ho trovato gli stimoli per fare

ricerca. Se avessi conosciuto altri uomini forse mi sarei limitata a restare

un'insegnante nelle scuole e a non portare la mia ricerca a un livello più

alto. Poi c'è qualcosa... che insieme con Elia abbiamo lasciato in sospeso

con la Francia.

E.: Abbiamo avuto una vita precedente?

Rosamiria: Sì

E.: Io ricordo una vita in cui tu eri vestita come nel settecento e

probabilmente eravamo in Francia.

Rosamiria: Sì, io vedo... anch'io... non dico un castello, ma comunque

una dimora elegante, nel centro-sud della Francia, non al nord, però nella

zona...

centrale, ma leggermente non proprio centrale-centrale, leggermente più

giù. Ci sono delle cose rimaste in sospeso lì che Elia ha superato un

pochino meglio. In effetti... è aperto alla Francia, ai francesi, mentre io...

ancora ho resistenze. Leggete quell'articolo, mi fa vedere solo questa...

cosa rupestre.

E.: Queste grotte sono in Francia.

Rosamiria: Vedo questa cosa rupestre, non so neanche dov'è di preciso

della Francia

E.: Lascaux.

Rosamiria: E dove si trova?

E.: Non lo so, so che è nel sud della Francia, addirittura in Provenza.

69

Rosamiria: Anch'io vedo ... ... un pochino giù eh sì, io perché vedo un

po' ecco, nel e... una zona centrale, non sulla costa però non al centro

della Francia, più verso il sud, Io vedo queste montagne, queste...

E.: Noi abbiamo percorso la valle del Rodano fino alla foce, per poi

andare in Costa Azzurra, e in Costa Brava. Questo viaggio l'abbiamo

fatto insieme nell'ottantasei.

M.: Perché io vedo questa zona qui della Francia, andando verso quella

zona lì... Provenza Avignone.

E.: Probabilmente siamo passati vicino a questo luogo.

M.: C'è qualche cosa lì in questa area qui vedo quest'area delineata.

E.: Quindi dobbiamo approfondire questa cosa.

M.: Allora tu stasera vai sul Centro Parsifal dove c'è una ragazza che ha

pubblicato questa cosa qui, dove c'è questa immagine che da stamani

mattina mi perseguita.

E.: Vuoi dire nel sito?

M.: Non nel sito, su Facebook.

E.: Su Facebook.

M.: Penso che l'abbia messo lei, perché l'ho visto lì stamattina poi ho

detto: poi lo leggo, però non so perché l'ha messo... non l'ho letto io

E.: Il problema di Facebook è che le cose spariscono rapidamente.

M.: Però se tu vai proprio nella pagina Centro Parsifal vediamo un po'

eh, allora poi vieni lunedì sera volevo completare questa roba qui

insieme.

E.: Posso chiudere?

M.: Sì, poi volevo trovarti questa roba qui.

Maria03. Durata della registrazione 22’44”. Qui c’è l’esperimento delle

tre domande: come si scrive Pierre, le differenze che trovo nei due canali

di comunicazione, Gina e Maria, e l’emozione che interrompe i sogni. E

poi la bellissima immagine dove Rosamiria mi paragona ad Orfeo che

cerca Euridice nell’Ade. Si parla poi dei legami di altre vite con il sud

della Francia.

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Terza registrazione con Gina. Argomenti principali: la descrizione della

sua stessa morte, senza dolore, l’ultimo saluto inconsapevole, tre vite da

amanti segreti, le differenze tra i due canali che contattano due livelli

70

diversi di coscienza di Rosamiria, riferimenti al corso “Going Home”, il

“sonno riparatore” che ripercorre l’ultima vita, contatti con suo fratello.

Elia: Allora, Rosamiria! Rosamiria!

Rosamiria: Sono qui per il nostro appuntamento e per riconfermarti la

mia presenza sempre vicino a te e unire queste due dimensioni che sono:

la dimensione dell'oltre e quindi chiamata anche "mondo spirituale"

insieme alla dimensione terrena, che cosa c'è di differenza?

Il percorso terreno è un percorso di crescita e di evoluzione spirituale,

dove ci s'incammina ascoltando la nostra anima e ricordandosi,

possibilmente, chi siamo e da dove veniamo, per portare a termine ciò

che ci siamo prefissi lungo il percorso. Per poi arrivare nel tempo a noi

concesso, quaggiù in questa dimensione, dove tutti dovrebbero parlare di

Eternità e sperando, dopo aver preso visione di ciò che abbiamo fatto nel

nostro percorso terreno, di vedere se è un'eternità, o è un ritorno per un

altro breve tempo a riportare e a riequilibrare ciò che non era stato fatto.

Felice di questo tuo percorso e di questo tuo accrescimento, cose nuove

davanti a te si stanno aprendo, tanti percorsi che ti portano a toccare

quasi con mano questa dimensione, non toccando più... la fisicità, ma

entrando in una strada di energia che è realmente la vera vita, perché

l'uomo è soltanto energia, quindi spirito e anima in un corpo che altro

non è che una gabbia che lo ferma e lo trattiene.

Gina: Cosa gli vuoi chiedere?

E.: La cosa che volevo chiedere è che mi descriva la sua morte perché

sicuramente è una sensazione che solo lei ha provato.

Rosamiria: È stato per me un attimo, è stato un addormentarsi e

ritrovarsi in questa dimensione, sono stata fortunata perché non ho

sentito un dolore così forte, l'istante e l'attimo tutti lo percepiscono,

anche se non te ne rendi conto di dove stai andando, ma è come se tu

ricevessi un colpo così forte, perché la tua anima esce da quel corpo e da

quella gabbia. Non mi ricordo il dolore fisico perché non sono andata

via negli stenti, ma come ti ho detto sono andata via proprio dal sonno al

sonno, e quindi questo devo ringraziare: che mi è stato concesso il "non

dolore".

Poi, se tu ascolti l'anima dopo, quando sei di qua ti rendi conto dei

movimenti e dei passaggi che hai fatto, e anche tu che sei rimasto ti sei

reso conto che la mia coscienza, il mio spirito, sapeva che dovevo

andare, anche se io mentalmente e umanamente non lo sapevo, e ha fatto

sì che mi svegliassi per poterti dare quell'ultimo saluto, perché non

potevo andar via così.

71

G.: È bello proprio quel punto dove dice: non ha sofferto dolore però è

una... quell'attimo, anche chi non soffre lo sente, perché dice: è come

sentire un colpo, un qualcosa che esce da te, proprio, quindi... dolore, no,

però quell'attimo, mi dice anche:

Rosamiria: anche... chi... non percepisce il dolore, chi non muore con

un dolore fisico ma quell'istante lo sente, è un dolore che non si può

spiegare, non so nemmeno se dirti che è un dolore è proprio come un

colpo, così ti ho detto, come se, dall'interno, qualcuno ti desse un colpo e

aprisse una... un'uscita, per uscire.

G.: Dice: proprio dall'interno, dice: è come...

E.: Allora dice il Padre Nostro dice: nell'ora della nostra morte, no? di

aiutarla, qualcuno l'ha aiutata? ci hai avuto un... accompagnatore?

Rosamiria: Ho avuto molti... molti spiriti di luce, molti...

G.: e poi, madre parla, vero?

E.: Madre? probabilmente poteva essere la madre, ma...

G.: No, dicevo: ci aveva la mamma?

E.: No, è morta... era morta prima.

G.: Eh, infatti dice la ma... te hai detto: c'è qualcuno che ti ha

accompagnato? lei ha detto: molti spiriti di luce che non sono parenti, ma

è proprio quello il mondo spirituale che ti si apre per riceverti.

Rosamiria: Poi, mia madre, che ho riconosciuto fisicamente che, come

se mi avesse preso per mano e mi avesse detto, sentendo la mia gioia di

rivederla mi avesse detto: «vieni con me, non aver paura, che ti porto in

una dimensione dove... è come se tu ritornassi a casa».

Infatti è una sensazione strana, è come se tu viaggiassi per tanti

chilometri sempre in giro per il mondo senza mai fermarti, avendo

sempre davanti a te la tua casa e quando giungi nel cortile ti senti a casa.

Così io ho provato.

G.: Bello questo pezzo qui.

Dice: come se uno va in giro... il percorso terreno è come se tu cercassi

casa.

E.: Sempre nell'ora della nostra morte, io l'ora non la so perché

dormivamo tutti e due

Rosamiria: Non ha importanza, e non ti potrei spiegare questo perché

ora, con il tempo che io vedo di qua, non percepisco più il tempo vostro,

perché noi non abbiamo né sole e né luna, né notte e né giorno, qui c'è un

tepore e una luce che è sempre uguale. Potrei dirti come tutti dicono per

farti capire, che la nostra notte è un battito di ciglia, battiamo in cima

72

sulle nostre ciglia ed è il giorno dopo, per cui renditi conto te in una

giornata delle vostre quante volte battiamo le ciglia.

G.: Cioè dice, non ti può calcolare il tempo.

E.: Non c'è il tempo però

Rosamiria: Era notte, questo sì perché vedevo l'oscurità, ma non posso

dirti l'orario.

E.: Non può dirlo perché no lo sa.

G.: Non lo sa perché anche da di là non ti rendi conto dell'ora e poi

forse, anche non l'avrà visto non si sarà resa conto, non gli interessava...

a volte però ti svegli la notte non è che tutte le volte guardi che ore sono,

no?

E.: Però è bello quello che ha detto che si è svegliata apposta per

salutarmi

G.: Certo, perché ha detto: io mentalmente, cioè umanamente non

sapeva che andava via però la sua parte... la sua anima e tutto sapeva.

E.: C'è questa scissione come se lei fosse molte... molti strati, molti...

molte coscienze

Rosamiria: Infatti, poi è, nel momento del trapasso ... nel momento in

cui tu vai via, ritornano tutte le tue vite insieme a te, per cui, è col ... che

una persona, tutte le vite che è come se diventassero una unica e si

incorporassero nella medesima e nella stessa. Logicamente tu

coscientemente non sai niente e non ti rendi conto di quello che sta

succedendo.

E.: La penultima vita, non l'ultima, che abbiamo percorso insieme, mi

puoi dire qualche particolare, qualche cosa che la colloca nella storia.

Rosamiria: Un rapporto che noi... già amanti a quel tempo,

G.: ti torna?

E.: Sì, sì

Rosamiria: ma che, avendo entrambi la propria famiglia non potevamo

vivere il nostro rapporto come doveva essere.

Scesi in quest'ultima, che dovrebbe essere la nostra ultima vita per

entrambi per vivere quel rapporto che ci siamo trascinati per molti anni e

per molte vite per cui, questo era il compimento del nostro essere, perché

noi, nonostante, tutti i problemi, tutti gli ostacoli del nostro rapporto,

vissuto, non vissuto, lasciato, e poi cercato, e poi rivissuto. Questo ha

fatto sì che però io arrivassi agli ultimi miei giorni insieme a te, e che tu

arrivassi insieme a me, a fare quel percorso che avevamo interrotto, non

certamente per noi, ma per forze diverse.

73

G.: Quindi dovrebbe essere la vostra ultima vita, questa

E.: Sì, ma l'avevi già detto

G.: Io non me ne ricordo... io per me, è proprio...

E.: No, quello che vorrei è un particolare, un anno, un avvenimento

storico, un collegamento, quante vite abbiamo vissuto insieme, per

esempio?

Rosamiria: Come amanti, tre. Mentre, poi le nostre anime si sono

trasformate in madre-padre in sposo-sposa, in fratelli, ecc., abbiamo fatto

tutti i nostri percorsi, per poi e... perché è stata una trasformazione e una

crescita terrena per poi essere uniti soltanto nella parola “Amore”.

Come posso io portarti a ricordare un evento, non mi è possibile, perché

sono tempi passati, ere passate, e non è di questa vita. Potrei dirti mille

cose, ma che non ti ricordi.

E.: Io no, ma lei sì, le ricorda.

Rosamiria: Certo, tempi in cui eravamo anche contadini in tempi

passati. E poi perché mi parla di Irlanda? No, c'è qualcosa che ti lega,

che ti può... ti può portar qualcosa all'Irlanda, non lo so, capito?

E.: No, ma forse lei si ricorda e quindi...

G.: Avete vissuto anche in questo periodo capito? cioè avete vissuto

anche in Irlanda, ora lei te l'ha sottolineato, come dire... non so se a volte

anche ora ti senti attratto?

E.: È un ottimo riferimento... è un posto geografico se non è un tempo.

Rosamiria: No, no, no, sai, casa bassa tipo villaggio e entrambi

vivevamo in questa specie di villaggio lungo il mare, come conoscenti

agli occhi di tutti, ma come amanti agli occhi nostri.

G.: Questo è stato proprio un ricordo... questo deve essere uno proprio

delle ultime vite. Questo l'ha proprio chiaro dice: case basse e

circondate...

E.: Mi piacerebbe avere un anno, anche se lei il tempo non lo usa, non ce

l'ha presente ora.

G.: Mi parla di '500, e poi di '800, dell'800 dovrebbe essere l'ultima...

cioè quella prima di questa, cioè questi due periodi qui, lei si ricorda

molto. Poi, mi porta molta musica. Lei era collegata alla musica in

questa vita? gli piaceva la musica, o qualche tipo... non lo so, mi fa

vedere proprio come musica classica.

E.: Non avevamo proprio gli stessi gusti di musica. Io... a me piace

molto la musica classica e anche la musica country, lei la classica, forse,

solo, country non tanto.

74

G.: Questa la porta proprio a un ricordo come la riportasse a una vita

precedente questa musica classica era come un richiamo alle... alla sua

vita precedente.

E.: Già, interessante, qualche episodio che si ricorda, anche scollegato

dal tempo e dallo spazio.

G.: Dice: mi ricordo di avere i capelli rosso naturale.

Perché mi parla di rosso naturale. Ci aveva ma... i capelli rossi ora?

E.: No, assolutamente no.

G.: No, no, no, la domanda mia è perché diceva capelli rosso naturale.

Rosamiria: Mi ricordo delle gonne lunghe portate con scarpe basse. Mi

ricordo tu con un cappello con tesa e già eri un viaggiatore del mondo.

Andavi e tornavi, non eri quotidianamente a casa, ma i giorni ti

portavano oltre il mare.

G.: Mi fa vedere dei quadri, sì, tu eri un rappresentante e vendevi quadri

in altri luoghi. C'hai qualche ricordo sui quadri, ti piacciono in modo

particolare?

E.: In questa vita c'è mio fratello che era un pittore, ma in questa vita.

G.: No, ma però sono i collegamenti come la musica classica, lei dice: la

musica classica a me in modo particolare mi piaceva perché mi collegava

a una vita precedente, qui come se tu avessi ritrovato una parte della tua

vita che non appartiene a te, però appartiene alla tua famiglia perché mi

fa vedere i quadri.

Rosamiria: quindi il quadro fa ancora parte della tua vita ed i nostri

incontri avvenivano esternamente in quelle colline verdi. Molto

platonico, a volte, ed è il contrario di quello che io volevo in questa terra,

ma ci arricchivamo, e riprendevamo le nostre famiglie sulle spalle dopo

essere stati insieme anche soltanto un'ora e dove tu con la tua dolcezza

mi parlavi sempre con un suono poetico. Le tue parole erano quasi

sempre rima.

G.: Ti piacciono le poesie?

E.: Non particolarmente, mi piace la metrica, mi piace la canzone, la

canzone è poesia.

G.: Quindi dice è come se tu le parlavi, però ecco sempre con delle

poesie,

Rosamiria: e veramente era lì che io mi sentivo in paradiso perché con

te toccavo una dimensione che non era mia, quindi grazie per ciò che mi

hai dato e grazie per quello che mi hai dato in questa vita, e ti devo

chiedere scusa per questa vita, perché anch'io non ti ho fatto star sereno,

e però ti ho amato molto.

75

G.: E poi?

E.: Rosamiria, sai che io uso due canali, no? uno è Gina, uno è Maria.

Le differenze che ci sono nei due canali me le puoi spiegare?

Rosamiria: Allora, questa penna è un contatto diretto con me, per cui è

un'energia che io manipolo e uso, è come se io fossi davanti a te e fosse

la mia mente e la mia bocca a parlare con te, mentre Maria entra dentro

di te e si mette in contatto, sentendo prima parlare te e aiutandoti nel tuo

percorso di lutto.

G.: Vero? non è vero?

E.: Difatti, no, non lo so, me lo spiega lei.

G.: No, ma dove vedi quello che ti dice ti possono sembrare...

E.: Sì, è chiaro che ci sono delle differenze

G.: Queste due differenze...

Rosamiria: entrambe ti servono, ma entrambe sono una completamente

diversa dall'altra. Una ti apre un mondo, una dimensione che conoscevi,

ma che ora stai toccando quasi con mano, mentre l'altra entra dentro di te

e fa una guarigione nel tuo spirito. Due cose diverse.

E.: Io, come ricercatore, ovviamente per identificare la sorgente faccio

una comunicazione con domande, le stesse, che mi danno delle risposte,

a volte concordi, a volte diverse, però è interessante fare questa... questa

indagine.

Rosamiria: Sì, ma perché? Qui è interessantissimo, e infatti c'è la

dualità che c'è fra me e te. Qui è come se io fossi presente a te, mentre

con Maria è il tuo spirito più che altro che si mette in contatto, e lei parla

e entra dentro di te, non apre la porta a me.

E.: E questo non lo sapevo.

G.: Ma cosa fa lei? fa contatti? come... questa Maria

E.: Lo stesso, parla come se fosse Rosamiria, e in effetti mi dice le cose

che mi dice Rosamiria, molte cose coincidono proprio.

G.: Perché allora mi dice: entra però dentro di te perché è come ti

facesse una guarigione.

E.: Forse perché mi conosce molto meglio di Rosamiria, Rosamiria c'è

andata poche volte.

G.: Perché dice: è come se lei ti facesse una guarigione, cioè entrasse

dentro la... dentro di te e con te ti mette in contatto con lei.

E.: Ora cercherò di capirlo meglio questo fatto. Però lei usa la mia

antenna, in pratica, che io non so usare, la sa usare lei e quindi...

76

G.: Ecco perché ti usa come dice: entri invece qui dice: come se lei

aprisse la porta.

E.: Il fatto che io c'ho un'antenna per comunicare già mi fa piacere.

Rosamiria: Certo, bisognerebbe che tu la mettessi un attimo più in

evidenza e tu comunicassi di più con me.

E.: Infatti ora, venerdì andrò al corso che mi dovrebbe insegnare a

comunicare direttamente con lei.

Rosamiria: Sì, avrai veramente dei risultati molto buoni anche perché il

tuo spirito e la tua anima è già pronto. Tu vuoi, e quando uno vuole è già

a metà strada del percorso.

E.: Come mi può aiutare lei? forse può influire...

G.: Nel corso dici?

E.: Sì, durante il corso.

G.: Butta giù i muri di resistenza. È come se pulisse i tuoi canali, hai

presente come fanno quelli che vanno a pulire i canali dei camini? dice: è

così, tu hai bisogno di una pulizia per ricevere quelle onde che arrivano

da questa dimensione, e lei ti aiuterà, poi ci vuol la pratica, la continuità

e la costanza, come in tutte le cose. Ti dà l'input, ma poi la strada va

seguita.

Rosamiria: Ma tu hai proprio la necessità e il bisogno della

comunicazione diretta con me.

E.: Sì, io ne ho bisogno, certo.

G.: proprio... poi anche lei è contenta di questo.

E.: Quello che volevo chiedere ancora era ritornando alla sua morte, lì i

primi tempi della sua morte in che ambiente si trovava c'era buio,

nebbia... vedeva un paesaggio? ovviamente anche la nostra casa vedeva,

ma forse all'inizio neanche quella, le prime settimane.

G.: Allora, Ah ecco, non il trapasso, le prime settimane.

Rosamiria: Allora, come già ti ho detto, noi quando arriviamo, passiamo

il confine, c'è chi ci aspetta, sono i nostri cari e poi ci sono questi Esseri

di Luce così grandi che poi forse voi, che a volte noi sulla terra

chiamiamo come Angeli, ma che non hanno ali, non hanno forma, ma

sono quelle entità e quella luce e quell'amore che ti invade, dove ti senti

al sicuro. Poi vieni accompagnata in una dimensione dove è come se tu

dormissi, il cosiddetto "sonno riparatore" e in quel frangente, che può

durare un istante, può durare a volte anche un'eternità, secondo ciò che lì

viene proiettata la tua vita dal giorno in cui sei nato al giorno in cui sei

arrivato nell'altra dimensione. Da lì ti accorgi di sbagli, ti accorgi di ciò

che non sei riuscito a fare e che tu ti eri promesso di fare quando sei

77

sceso sulla Terra, per cui devi prima perdonarti degli sbagli, e ti dico,

amore mio, che non è semplice. Renditi conto che tu sei la colpevole di

un dolore che hai provocato e chiederti perdono. A volte possono essere

piccole cose, ma che in quel momento hanno ferito e tu lo percepisci

quel dolore. Dopo di che ecco perché poi è come se ci fosse un

momento di silenzio fra cielo e terra, perché quel prendere visione della

tua vita. Dopodiché è come se tu fossi sospeso in... in aria vedi, sopra di

te una dimensione che è la tua fatta di colori che non appartengono più a

questa Terra sono colori più caldi e più intensi tutto è più caldo e più

intenso.

Poi vedi la lontananza, te ti vedevo piccolo piccolo e ti vedevo triste ti

accarezzavo, con la mia energia, ma non mi percepivi, asciugavo le tue

lacrime, anche se nel tuo cuore avevi la certezza che io fossi lì accanto a

te non mi hai sentito asciugarti quelle lacrime.

Ho sentito la tua mano che la notte ancora mi cercava e ancora succede,

per cui quelle sono le sensazioni corporali che io mi sono apportata per

un bel po' di tempo poi prendi visione di dove sei e sai che i sensi e il

corpo non fanno più parte di te e quindi lavori con l'energia, per far sì

che per mandare segnali, per arrivare al pensiero, perché io arrivo a te

con il pensiero.

E.: Sì, io non me ne accorgo, però sono sicuro che lei mi sente, mi

ascolta in quello che penso, in quello che faccio.

Rosamiria: Infatti, ascolta sempre la tua voce interiore che non è la tua,

ma è da me ispirata. Ti guido e ti accompagno giornalmente, ti sostengo

a volte, vorresti spaccare il mondo e urlarlo a tutti: «c'è un'altra

dimensione, i nostri cari ci sono». A volte, vedi che il tuo messaggio

non arriva, ma tu, non prendertela, vai avanti e semina, quello è

importante.

Ora tu sei colui che deve portare la conferma di certezze, il tuo credo, su

questa unione non più fisica ma animica che c'è fra essere ed essere,

quindi, ti dico: io, ora ti vedo chiaro, chiaro, sono davanti ai tuoi occhi e

ti accarezzo il tuo volto ti ho dato sempre quel bacio per augurarti la

buona notte, ancora lo faccio, e sono al tuo fianco, sempre.

E.: Domanda, ultima domanda: c'è suo fratello accanto a lei, ora?

G.: Perché mi dice: in un'altra strada è lui.

E.: Sì, ecco, questo mi interessa sapere: se lei la percorre questa strada.

Insieme a lui o no.

Rosamiria: Sì, ci incontriamo ogni tanto una strada che lui percorre in

maniera diversa, ma che entrambi ci portiamo tutti verso il volto di Dio,

e poi ti dico che è come se la domenica poi ci riunissimo a una tavola

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grande tutti insieme a far festa. Ok? Ti mando un grosso abbraccio e,

un'altra pagina di verità è stata scritta.

G.: Con infinito amore, la benedizione del Cielo. Marco che è la mia

guida.

E.: Grazie...

G.: Grazie a lei, non a me.

Gina03. Durata della registrazione 25’12”. La cosa più importante di

questa seduta è la non-consapevolezza della Rosamiria terrena della

morte vicina, quando la Rosamiria super-conscia ha discusso per sei

giorni con Pierre dell’accettazione di una morte anticipata, ma senza

sofferenza. Nell’ultimo risveglio lei parla tranquillamente di quello che

deve fare il giorno seguente. L’altra cosa in evidenza sono le altre vite in

comune.

0033//1111//1155 -- GG0044

Quarta registrazione con Gina. Argomenti principali: il Corso “Going

Home”, la sorellina Isabella, visita al cimitero di Gallicano, il problema

delle prove, il Tulipano (che è una prova), il nostro amore.

Elia: Rosamiria, Rosamiria, Rosamiria, tre volte la chiamo io.

Gina: L'ha incontrata?

E.: Nel corso? Sì

G.: Questo è un nuovo appuntamento perché di solito, hai visto l'altra

volta ha aperto che dice ci...

E.: Ci dobbiamo incontrare

G.: Infatti

E.: Il risultato del corso sarà quello

G.: Sì, allora,

Rosamiria: Sono felice di ritrovarti qui in una forma diversa di

comunicazione nel corso mi è piaciuto molto, ti sei messo in viaggio, e

mi hai percepito quindi è stata un'emozione molto grande veramente,

G.: non l'ha toccata però

E.: No

G.: Perché dice: ti è mancato il tocco. È vero?

E.: Indirettamente l'ho toccata

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G.: Sì, no, volevo dire, proprio il discorso del contatto no, nel senso,

dice:

Rosamiria: Ma, è stata una sensazione e una serenità dentro l'anima

questo è un dono, un dono veramente che vien da questa, da questa forza

d'amore che ci circonda e quindi ti dico: come vedi nulla è finito, si è

trasformato soltanto e ci siamo trasformati, e parla, la nostra energia, la

tua e la mia, detta anche "animica".

G.: Cosa gli vuol chiedere?

E.: Che c'era un'altra persona... insieme a noi, che ho portato io, vediamo

un po' se lei l'ha percepita.

G.: Un uomo?

E.: No

G.: Una donna?

Rosamiria: Ho sentito dell'affetto e del bene, ma io ero, più che altro,

indirizzata su di te,

E.: Sì

Rosamiria: E lì tutta la mia energia era su di te. Avevo paura che tutto

svanisse per cui, l'ho sentita un'altra energia amica.

G.: Ma la conosceva lei? non la conosceva?

E.: No

G.: Eh, perché dice: la sentivo...

E.: Era la prima volta

G.: Infatti dice: la sentivo come energia amica Nel senso che l'aveva

portata in pace, via, nel senso, capito? Però non l'ha vista, non l'ha

percepita perché tutta la sua gioia di lei era proprio... aveva paura che il

tempo svanisse che gli svanisse questa, quindi era circondata su quello...

Rosamiria: fa parte del tuo mondo

E.: Sì, gliel'ho affidata questa... ...anima

Rosamiria: La incontrerò, questo è certo sento una parte di te, e sono

consapevole che lei mi cercherà e sentirò il suo richiamo e stai tranquillo

che gli andrò incontro e l'accompagnerò.

E.: E anche quella di distinguere, collegarsi con una persona o con

un'altra, in sequenza, l'ha mai fatto?

G.: Sì, a volte siccome...

E.: A volte capita, è capitato.

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G.: Il discorso è questo, io ti vorrei far capire anche questo: molte volte

quando giungono le persone che si vogliono mettere in contatto iniziano

a chiedere: mamma, nonna, papà, tutti. Voi dovete capire che noi siamo

un'unica energia d'amore.

E.: Che siete tutti insieme.

G.: Quindi, e poi c'è come se ci fosse un portavoce, dove sente

l'attrazione verso l'altro, io qui posso dire che c'è mia madre, c'è anche

sua madre.

E.: Ecco,

G.: Ecco, dice: e lo so, ora sta arrivando,

E.: Io l'ho vista insieme a mia madre.

E.: Difatti dice: sta arrivando, sta arrivando e ora ho capito che era lei

che tu mi avevi affidato, vero?

E.: No

G.: Ah no? perché dai sempre questo affidamento?

E.: Mia madre era il bersaglio ultimo, io portavo un'altra persona.

G.: Ah ecco, perché lei ... va da questa parte qui, dice:

Rosamiria: e però, siccome il tuo affetto, il tuo desiderio, più che altro,

è rivolto verso di me, ecco che io sono il tuo portavoce di questa energia

d'amore che ci unisce. Quindi nulla si perde quaggiù, è tutto unito tutto

si congiunge per portare la serenità e l'armonia.

G.: Cosa gli vuole chiedere?

E.: Appunto, il problema è proprio questo, che... nella mia visione del

contatto eravamo in tre, poi, in quattro alla fine, perché c'era anche mia

madre

G.: Infatti sua madre ... l'ha sentita proprio...

E.: Manca proprio l'essenza centrale che era la causa di tutto, e lei non

l'ha percepita.

G.: Ha percepito che era un'entità, cioè un'energia che lei ha portata lì in

amore da lei, che faceva parte del suo mondo.

E.: Era del mio mondo e io la consegnavo a lei.

G.: Che non faceva parte di un qualcosa che vi univa, non so se mi

spiego, capito? ecco. Qui mi dice: io... sarò qui ad aiutarla e a portare la

sa... cioè per quello sì, però è come se lei ti dovesse chiedere aiuto,

perché anche lei si sente estranea di questa parte, è possibile?

E.: Sì, sì, in effetti è una entità che è morta 66 anni fa, io avevo 5 anni

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G.: Figurati!

E.: E che andava aiutata

Rosamiria: Ma lei è già nella luce questo è certo, perché altrimenti avrei

sentito l'urlo di richiamo, di aiuto e questo non c'è, quindi sarà in un'altra

zona che verrà certamente a incontrarmi perché sa che... ora sa da te che

io ci sono per cui ci sarà questo incontro, e stai sereno, ma ti ha voluto

bene quest'entità, eh

E.: Certo, era mia sorella.

G.: Dice: quest'entità ti ha voluto bene quella c'ha un cammino molto più

evol... e cioè lei è più evoluta, dice: non ha bisogno ora di essere aiutata

perché lei ha già fatto il suo percorso

E.: Quello... è questo che devo chiarire se io dovevo aiutarla o no, se

aveva bisogno o no, non lo so.

G.: Te dunque l'hai aiutata nella maturazione poi l'hai aiutata, è vero?

E.: Guarda, è morta che aveva 17 mesi, quindi se ha fatto un cammino di

evoluzione l'ha fatto dopo la morte.

Rosamiria: Ma certo, ma perché, perché ti ho detto subito che lei fa

parte di un piano diverso dal mio, lei è molto più evoluta di me lei è

come se non avesse percepito nessun tipo di peccato, anima pura, per cui

loro c'hanno questo... è come se detto così in poche parole in parole

terrene, è proprio già un'anima angelica, per cui, sarà lei che aiuterà me,

non io che aiuterò lei.

E.: Infatti a me sembrava strano di doverla aiutare io.

G.: E infatti come, cioè è come, nel senso: non è che te hai affidato lei,

dovevi ... lei affidarla a tua sorella, capito?

E.: Sì, comunque io la vedevo sempre come una bambina. Cosa che non

è vera.

Rosamiria: Quaggiù poi il suo corpo è rimasto così, ma la sua anima e

la sua evoluzione quaggiù è luce immensa. Fa parte di quei bambini mai

nati di quei bambini che hanno vissuto poco, di quei neonati che toccano

la Terra senza rendersi conto neppure di esserci sulla Terra. Sono le

ultime incarnazioni fisiche, ma ti dico che è uno spirito di luce immenso

infatti, io non capivo quando tu ti rivolgevi a me perché se lei aveva

bisogno, io lo risentivo il suo richiamo, ma, invece, io avrò bisogno di lei

semmai.

G.: Fantastico eh? Questo è molto bello! Come ha sentito invece la tua

mamma che all'incirca sono in evoluzione, anche se una, un po' prima o

un po' dopo, ma lì, questa è un'evoluzione tutta sua, tutta... queste son

proprio frecce che passan così, eh...

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E.: E ce l'ha avuti anche lei nella sua famiglia questi esempi.

G.: Dice: loro sono venuti a me, due ce n'è, è possibile ce n'abbia avuti

due?

E.: Due, sì

G.: Eh dice:

Rosamiria: perché sono venuti, loro sono venuti a prendermi, sono

venuti vicino a me perché facevano parte del mio mondo, è come se io

mi fossi sentita a casa. Mi sono sentita subito accettata ed amata, questo

sì, questo è ben diverso, ma, stai tranquillo tua sorella non sta bene, sta

benissimo ed è uno splendore di luce.

G.: Fantastico, infatti ecco, percepiva più... sentiva questa energia

d'amore immenso, però non riusciva a vederla, forse perché anche

troppo, capito? Non è che si sia presentata come un corpo, come un

fisico, dice: infatti dice: n... faceva parte del tuo mondo, ma che io non

ho conosciuto. La mamma invece l'ha conosciuta, tua madre?

E.: Sì, sì

G.: Eh, perché la... difatti ha detto: cioè quando te hai visto...

E.: L'ha riconosciuta sicuramente.

G.: Sì, sì, no, no

E.: Perché poi mia madre l'ha conosciuta ora negli ultimi anni, quindi...

Rosamiria: Ma siamo, non so come spiegarti all'incirca al solito livello

di evoluzione quindi, su quello ci siamo, ci si vede e ci sentiamo molto

spesso.

E.: Ieri sono andato al cimitero di Gallicano, per Rosamiria.

Rosamiria: Lo so, ti ringrazio.

E.: Sicuramente m'ha visto.

Rosamiria: Ti sei sentito solo? Eri solo?

E.: Ero solo davanti alla sua tomba perché la consuetudine a Gallicano è

che ognuno va alla sua tomba, quindi mia cognata è andata alla tomba

del fratello.

G.: E infatti dice:

Rosamiria: eri solo lì davanti a me, ma... una sofferenza dentro di te

umana è tornata, esser lì davanti alla mia tomba ti ha riportato indietro, e

ti ha portato alla sofferenza e ti ha fermato un attimo nella tua felicità

spirituale.

G.: Il fatto che ha visto quello... te e lei eravate, proprio soli.

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E.: Sì, e suo fratello è... quattro o cinque tombe più in là perché è morto

due anni prima e quindi nel riempire il campo c'erano una ventina-

trentina di persone

G.: Eh sì, dice:

Rosamiria: no, parenti... parenti c’erano, ma fra me e te è stato quel

momento bellissimo di essere uniti e da soli.

G.: Certo è stata contenta anche lei di esser sola.

E.: Sì, perché, tra l'altro è al confine, no? perché c'è il campo che è

mezzo pieno e dalla sua tomba in poi non c'è più nessuno quindi c'era lei

da parte.

Rosamiria: Sto bene. Sai noi quaggiù sulla commemorazione dei

defunti ci ridiamo molto...

E.: Sì perché è una consuetudine, è un...

Rosamiria: Perché sinceramente invece di portar quelle facce tristi, di

portar quei fiori per ricordare i cosiddetti morti, bisognerebbe invece

prendere una bottiglia di champagne, prendere un calice e innalzarlo alla

nostra salute perché noi veramente siamo vivi.

E.: Come i messicani che ci hanno le tombe alte come questa scrivania,

le apparecchiano e ci mangiano.

G.: infatti, come diceva lei dovreste alzare l'o... alla salute nel senso che

non è finito tutto, anzi.

E.: Io ho visitato dei cimiteri messicani e mi chiedevo perché le tombe

erano così alte da terra.

Rosamiria: Sì perché era il festeggiare la comunione, quando loro sono

lì, pranzano e stanno proprio con il proprio caro, come se ancora fosse

vivo e non morto.

G.: Bello. E poi?

E.: E poi, e poi, le nipoti non c'erano e quindi noi le abbiamo

rappresentate, in qualche modo, io e la mamma, la cognata. Non gli è

piaciuto molto vedere pieno il cimitero, pieno, pieno di gente.

G.: Sì, lo so. E poi gli altri giorni?

E.: Gli altri giorni c'è stato il corso, e lei mi ha seguito nel corso.

Rosamiria: Sì, lo so, ed è lì che più che altro siamo stati uniti, è lì che

veramente ci siamo incontrati è lì che veramente ti ho sentito e tu mi hai

sentito, ma umanamente c'è ancora da staccarsi da questo fisico, che

ancora molto manco. Sii portatore di luce anche te, parla

tranquillamente dei nostri incontri, fai capire che c'è questa dimensione,

che esiste, che vive. Molta gente sta nel buio, nel dolore.

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E.: Sua cognata, proprio sua cognata. Gli ho parlato del fratello, cioè del

marito suo, è incredula, mi ci vuole... siccome scriverò il libro, lo sto già

scrivendo, mi ci vogliono delle prove che non servono a me, ma servono

a chi legge.

Rosamiria: Allora, non è semplice tutto questo sai che per dare delle

prove che non appartengono a noi perché io le mie te le ho date, quello

che fa parte di me, per terzi, così diciamo, noi dobbiamo avere il

permesso per poterle dare, non è una cosa semplice.

E.: No, ma dico, per esempio: un luogo, una data, una cosa che poi io

come autore ci metterò la nota: la data è esatta.

G.: Certo

E.: Per esempio: i nomi delle persone che ovviamente noi nella famiglia

conosciamo tutti, ma, ovviamente, se io ci penso a quella persona te capti

la risposta

G.: Certo, no, no, no, certo

E.: Citate lei prima che io ci pensi. Poi un'altra cosa che vorrei sapere è

che se te vedi nella mia mente i pensieri che ho in quel momento?

G.: No, assolutamente no

E.: Ma vedi comunque le cose archiviate?

G.: Non vedo niente io... io non... niente

E.: Allora va benissimo

G.: È come se, non so come spiegarti, è come se lei mi prendesse la

mano e parlasse, io non sento nemmeno i discorsi in mente capisci?

niente, proprio per me è come se parlassi io, ma non...

E.: Veramente non so come funziona

G.: No, no perché ognuno c'ha il suo modo di parlare a me m'hanno

detto che la mia dovrebbe essere tipo una trance lucida cioè, nel senso,

capito?

E.: Sì, quello che pensavo io era questo: che io non devo pensare a suo

fratello e ovviamente mi viene in mente il suo nome, è lei che deve

raccontare un episodio di qualcosa e citare una persona che io conosco,

che un altro conosce.

Rosamiria: Ti dico che questo... io ti prometto che questo, lo farò.

Chiederò questo permesso di farlo. Ti posso soltanto dire che mio

fratello sta bene e non ha dolore fisico.

G.: È possibile?

E.: Sì, sì, è morto da due anni e...

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G.: Cioè, lui è morto di malattia a quanto pare perché, dice: non ha più

dolore... no, no, va bene, io questo non lo sapevo, poteva succ... dice:

non ha dolore fisico, per cui tu gli puoi dire che sta camminando bene.

Aveva problemi a camminare?

E.: No, a parte il fatto che ovviamente negli ultimi tempi non si alzava

più dal letto.

G.: Infatti dice: ma per lui forse era qualcosa di importante il

camminare?

E.: Sì, sì, lui è sempre stato attivissimo

G.: Quindi ti dice:

Rosamiria: digli che ora sta camminando bene e che tutto il suo dolore e

la sua infermità lui l'ha lasciata qua, dietro la porta del tunnel. Dì a mia

cognata soltanto questo per il momento digli che non sia arrabbiata, che

guardi oltre che pianga mio fratello come lutto per la sua mancanza, ma

dentro di sé porta rabbia, e molta, verso il mondo.

G.: Intanto gli vuol mandar a dire questo poi chiederà il permesso di

portare delle notizie, gli dice: tu digli che lui cammina bene che i dolori

fisici non ce l'ha più per cui non ha più la malattia né l'infermità quindi

sta bene, e poi più che altro che lei lo pianga come persona che ha perso,

cioè un lutto, invece lei dentro c'ha la rabbia, è arrabbiata dentro, capito?

cioè, io spesso per esempio un po', cioè...

E.: Infatti lei interpreta il mio contatto con Rosamiria come... come una

specie non so... che io me la sogni, ecco in qualche modo, ed è una cosa

che lei non ha avuto. Forse questo è, e non ci crede perché non la sente

lei, e quindi pensa che anche per me non esista.

G.: Tu sai che ci sia qualcosa, o che lei abbia il pensiero su una casa?

E.: Mah, ci sono tante case, per esempio alle due figlie ha comprato ad

ognuna il suo appartamento, poi c'è la casa della mamma di Rosamiria e

di Pietrantonio.

G.: No, no, ma qui mi fa vedere proprio come, cioè queste case lei le ha

comprate dopo che suo marito è morto?

E.: No, no, no, no, son tutte cose di prima.

G.: Che mi fa vedere c'è, ma c'è o ci deve essere un qualcosa su una

casa...

E.: Ormai i lavori sono finiti

G.: Ma lei c'ha un qualcosa che la disturba su una casa. Una decisione

da prendere su una casa che la disturba.

E.: Probabilmente è la sua casa che è molto grande, diciassette stanze.

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G.: Direi che lei ha intenzione di venderla ora.

E.: Che probabilmente è troppo grande

G.: Che però non la vuol... cioè, e lei è disturbata da questo, capito? lei è

disturbata.

Rosamiria: Digli che lui gli dà l'ok per liberarsene, digli che la segue e

ricordi che se la deve portare nel cuore. Quella casa è impossibile per

lei.

E.: E sarà difficile che mi creda perché lui se l'è costruita pezzo per

pezzo, mattone per mattone.

G.: Ma non se l'è portata di là, però?

E.: No, Ma gli ha voluto molto bene a quella casa era la sua casa.

Rosamiria: Lo so, allora, il discorso è questo: mio fratello ci ha messo

parte di sé dentro.

E.: È questo che lei forse non vuole abbandonare.

Rosamiria: Lo so, infatti, ma perché lei lo fa a mente umana, ma se tu

gli dici: ce la fai a mantenerla? non è... non sta diventando pesante per

te? Anche se non ha problemi economici.

E.: Non dovrebbe perché... per quanto ne so ha una buona pensione.

Rosamiria: Però è pesante lo stesso, capito cosa ti...? quanto la vivi,

tutta, invece che stare in tre stanze.

E.: In realtà lei si è costretta al pian terreno perché già il riscaldamento è

un costo.

Rosamiria: Quindi, lui che l'ha amata tanto quella casa, ora dice: doveva

essere ed è stata gioia finché l'abbiamo costruita... potuta vivere, ma ora

invece è un disagio e io non voglio.

G.: Lei mi dice che si è chiusa in tre stanze Questo lo saprà lei se è vero.

E.: Sì, sì.

G.: Lo vedi, queste cose non le posso sapere.

E.: Solo tre stanze, effettivamente.

G.: Queste cose non le posso sapere, capito?

E.: È una cucina, una camera e una sala, basta.

G.: Cioè, nel senso della casa grande che è io devo stare attaccata alle

radici ai ricordi di lui, ma poi quanto la vive? diventa un disagio non è

più una cosa bella, capito?

E.: È grande, ci si perde.

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G.: E quindi, dice lui, anche se l'ha amata tanto quella casa lì, l'ha amata

finché c'era, finché se l'è potuta... ora invece lo sente come un disagio,

per cui non vuole che questa casa sia un disagio per lei, che sia una

costrizione.

Rosamiria: Poi arriverò anche con il permesso dovuto, a dire altre cose,

digli soltanto, a lei che sia più armoniosa, anche verso le figlie, sta

mettendo dei muri, e non va bene, sta diventando troppo dura.

G.: e il fratello di tua moglie era?

E.: Sì

G.: Perché dice "mio fratello" eh però dice:

Rosamiria: a mio fratello questo non piace. Continuiamo noi il nostro

percorso ricordati però perché c'è quel classico e a me mi dispiace che lei

stia così perché c'ha questo disagio e soffre con questa rabbia che la rode

dentro giorno dopo giorno, ma nello stesso tempo c'è quel detto che dice:

non gettare perle ai porci, se uno non vuole, se uno discredita, è energia

persa, ricordati.

Un altro caso hai vicino a te, un caso che vorresti aiutare con tutte le tue

forze e anche lì trovi un blocco da parte della madre. Tempo al tempo, e

cercheremo di aiutarla, ma anche lei, nonostante sia passato il tempo, per

i suoi sensi di colpa, ha chiuso quella porta. È una madre che ha perso

un figlio, pensa a chi stai frequentando

E.: Sì, certo, ah sì, sì

G.: Ti torna?

E.: Ha il figlio che si è suicidato.

G.: Perché questa donna sembra, secondo tua moglie, che ci abbia dei

sensi di colpa verso il figlio, come se lei si fosse create...

E.: Ma è naturale ce l'ho anch'io, suo figlio faceva informatica, veniva da

me, io ci parlavo, e non ho capito quanto soffriva, e quindi ce l'ho

anch'io...

G.: Lei nonostante tutto è rimasta chiusa lì dentro, capito?

E.: Duemiladieci... duemilasette... non mi ricordo.

G.: È rimasta, capito? chiusa... chiusa lì.

E.: Sì, lei è come cristallizzata.

G.: Infatti vedi, dice: cioè

E.: L'impressione mia è questa non è in grado di ripensarlo.

Rosamiria: Ma perché lei allora, non so come spiegarti, è come se lei si

fosse fatto un'autodifesa dentro sé stessa. Sa che è successo, lo ha perso,

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e soffre per questo, ma non vuole né indagare di più, e neppure entrare

dentro il problema. È un nodo che non si è sciolto, perché ha paura di

risoffrire e tirar fuori quei sensi di colpa che poi nessuno deve avere.

E.: Queste sono le parole del marito, ha detto: non glielo ricordare,

perché, dice: lei ripassa tutto.

G.: Tutto, e te lo sta riconfermando. È come se lei dicesse:

E.: E quindi sarà molto difficile.

G.: Difficile, e infatti gli dice: cioè uno porge la mano, ma se quello non

si vuole attaccare non si può insistere, capito? sia per un percorso della

persona che è sulla Terra, che di qua dice: è energia persa, capito? infatti

mi fa vedere proprio come se lei non volesse sciogliere questo nodo.

E.: M'ha ricondotto lei a questo che era una cosa che avevo già pensato.

G.: Eh, perché ti spiegava proprio come per dire dice:

Rosamiria: ricordati che tu, come questa penna è qui a disposizione di

chi ha bisogno, perché è guidata dall'altra dimensione da chi si presenta a

lei. Tu devi essere un portatore di verità e di luce, e questo libro che fai

è una forza importante, di già più è importante il discorso della scienza

con la fede e con l'altra dimensione, tre nodi importanti che devono...

sono tre livelli che devono vivere equilibrati fra di loro, per cui tanto

coraggio, ma tu c'hai una mente elastica, nonostante che sia molto ampia,

e poi, ci sono io che ti guido. Ora fai domande a lei, ma piano piano la

comunicazione verrà direttamente fra di noi, non avrai più bisogno di

nessuno.

G.: Bello.

E.: Sì, questo corso mi ha fatto vedere che c'è progresso.

G: E infatti, ora ti posso seguire io con l'altra persona dove vai, ma poi

non c'è più bisogno di noi perché andrai direttamente da te

Rosamiria: e nel momento in cui prenderai la penna e butterai giù... e ti

metterai a scrivere ti andrà via così serenamente e tranquilla, perché i

miei pensieri ispirati entreranno dentro la tua mente, diventeremo un

tutt'uno, un'energia unica, come quando facevamo veramente l'amore

con trasporto, perché eravamo un tutt'uno, per cui ancora quell'unione

energetica rinascerà fra di noi. Io sono sempre l'altro pezzo della tua

mela. Non è più fisica, certo, e quello ti manca molto ma la parte mia,

energetica, è ancora con te, anzi, io alimento quello spirito divino, quella

scintilla che è dentro di te. Sono io ora, sono lì, dentro il tuo essere.

G.: Bello direi che è molto bello.

E.: E si ricorda anche della parte fisica!

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G.: Si ricorda anche della parte fisica, quindi vuol dire che quella parte

fisica l'accontentava molto, gli piaceva molto.

E.: Era importante fra di noi.

G.: Infatti te l'ha detto, l'ha detto proprio... era una poesia ti ci ha messo

proprio quello che quando il rapporto eravate proprio l'apice, cioè

eravate proprio un tutt'uno, quindi è quel tutt'uno che si provava

fisicamente ora si prova a livello energetico fra di noi. Molto bello.

Rosamiria: Il nostro è stato un amore grandissimo, andato avanti oltre i

confini terreni andato oltre ogni confine ha lottato, si è fermato, ha corso,

ma è ritornato, due calamite che si sono allontanate, ma che si sono poi

riunite per vivere più forti di prima.

E.: Bello. A me mi viene in mente una cosa: io quel suo amore l'ho

considerato sempre incredibilmente indistruttibile, non importava cosa

facessi.

Rosamiria: Infatti, ancora è indistruttibile. Ancora è come se ci avesse

diviso la vita, ancora è come se tu fossi lontano da me come eri un tempo

in un altro luogo, ma uniti lo stesso. Il nostro pensiero, il nostro cuore ci

chiamavano. È così ancora. Invece che tu, questa volta, sono io andata

in viaggio. Così provi ciò che io provavo quando tu non c'eri.

E.: È vero, è vero, e io ho pensato proprio che io e lei siamo stati separati

due anni e quattro mesi, in questa situazione, e quindi ora, mi tocca

almeno due anni e quattro mesi.

Rosamiria: Riprovi e ora provi quello che io provavo.

G.: Chi è che t'allontana da lei? nessuno puoi far la tua vita normale, ma

sei sempre collegato a lei come ha fatto lei, quindi direi:

Rosamiria: continua, hai ancora delle aperture importanti davanti a te.

E.: Il libro, il brevetto...

G.: Ascoltami, perché mi fa... un tulipano? ti dice niente a te?

E.: Sì. Proprio un tulipano Un tulipano, giusto, è il nome del palazzo

dove lei lavorava a Ginevra.

G.: Ma guarda, poteva fare... vedi? quando a volte dice le prove, uno

magari s'aspetta chissà cosa.

E.: È una bellissima prova.

G.: Che poi lì è un fiore strano, no? nel senso che per me...

E.: La prossima volta le porto la foto del palazzo perché si chiamava "La

Tulipe" in francese.

90

Rosamiria: Quindi, non puoi aver dubbi che la mia energia comunica

con te, non puoi aver dubbi se ti dico che ti amo, non puoi aver dubbi se

ti dico che non posso dimenticare di te, che soltanto il confine della

materia ci divide, non puoi aver dubbi se ti dico grazie, perché mi hai

portata alla vita nell'incontrare te. E siamo sempre grati a ciò che ci è

stato donato facendo vivere un amore così immenso come è stato il

nostro. La lontananza non contava.

E.: Sì, io, qualunque cosa facessi... io sono andato in California con

un'altra donna, quindi l'ho proprio messa nella situazione peggiore che si

può trovare una donna innamorata e lei era innamorata lo stesso.

G.: Infatti, per cui dice: è stato un amore grande nonostante... questo ci

fa capire quanto è stato grande il vostro amore, perché ostacoli, cose, là,

persone che si possono lasciare, difficoltà, il distacco, c'è stato tanto,

c'era una base, c'erano le radici nonostante tutto.

E.: Lei me l'ha detto che non si era resa conto del mio amore, ma io mi

sto rendendo conto del suo, adesso, in un modo incredibile.

Rosamiria: Ti voglio dire soltanto una cosa, io ti faccio capire quant'era

grande il mio amore per te, ma mi raccomando: non sentirti in colpa e te

lo sottolineo questo: è come se tu ogni passo che fai scopri sempre di più

e a volte ti senti in colpa.

E.: Certo.

G.: Ti dice: non ti sentire in colpa.

E.: per averla lasciata sola, sicuramente.

G.: Ma ti vuole far capire quanto sei stato importante, però, se no non te

lo fa più capire se tu ti senti in colpa.

E.: Sì, vero.

Rosamiria: Perché tu ora, vivi di questo, vivi di queste emozioni, vivi

del mio amore, e dei ricordi, per cui, è questo che ti dico, ti voglio far

capire quanto sei stato importante per me, ma non voglio arrivare al tuo

cuore e sentire la colpa che non è. Era giusto, dovevamo arrivare a

questo a questo punto, a timbrare a dire che il nostro è stato veramente

un amore immenso, con tutte le situazioni che si sono presentate in

avanti.

G.:... mi facesse sorridere, no? e mi dice:

Rosamiria: il nostro è stato come un film, hai presente quella serie di

telefilm che portano il mio nome?

G.: su questo documentati, perché io non lo so ci sono dei telefilm che

portano il suo nome e dovevano essere storie d'amore, storie come...

91

E.: almeno se sono telenovele oppure sono... legati all'occulto, perché

noi guardavamo i telefilm.

Rosamiria: No, sono proprio prove d'amore non so come spiegarti, sono

film dove ci sono storie... sofferte, ma d'amore, e tutto ti porta sempre

nel verde e nella campagna, in quelle ville, in quelle case, in quel tempo

che a noi ci piacevano. Questo devi documentare.

E.: Devo trovare il collegamento.

G.: Sì ... guardando devi ... ricerca su internet, su cosa...

E.: Posso tener questa pagina?

G.: Certo, è tuo, certo dice:

Rosamiria: Ora ti lascio e ti dico a presto, per il prossimo

appuntamento, ma intanto fai sentire quelle parole a mia cognata, anche

se gli arrivano al cuore, anche se poi sembrano così, parole al vento, ma

non importa, semina, semina sempre.

E.: Io seminerò, gli porterò la registrazione.

G.: Ok? dice: con infinito amore, ... ... saluti da Marco che è la mia guida

Ok?

E.: Il tuo Marco!

G.: Il mio Marco. Forte eh il mio Marco?

E.: Sì, tutte le volte si...

G.: Bello eh questo, vedi?

A.: Si presenta, sì, sì, sì. Bello questo tulipano!

G.: Sì, ma poi è stata forte anche proprio quando all'inizio, hai visto è

come... all'inizio, dice: risiamo qui nel nostro appuntamento, invece lì

t'ha detto... t'aveva già detto che vi eravate visti, che vi eravate incontrati,

aveva detto... quindi t'ha seguito, proprio ha ridato una conferma a quella

che tieni...

E.: Mi ha seguito durante tutto il corso.

G.: E infatti, quando poi t'ha detto anche che... delle anime, t'ho portato

un'anima, no? lei in una persona, no, perché poi non l'ha capita cioè, che

lei è più evoluta di me, la mamma sì, ma lei, cioè dice: io non lo posso

aver... io non l'ho sentito il richiamo di aiuto, sono io che posso... vado a

chiedere aiuto,

E.: Sì, è quello che pensavo io, ma invece non è così bene... vuol dire

che... ci aiuterà lei.

G.: Certo.

E.: Che noi aiutare lei .

92

G.: Certo, certo, questa è proprio una grandissima protezione.

E.: Grazie tante.

G.: Grazie a lei, non a me.

Gina04. Durata della registrazione: 28’46”.

0033//1111//1155 -- MM0044

Quarta registrazione di Maria, lo stesso giorno 3/11/2015. Qui si trovano

la registrazione e i sottotitoli.

Rosamiria: Millenovecento sessantanove.

Elia: Ti è venuta questa richiesta dell'anno sessantanove.

R.: Sì, dovete ricordare...

E.: L'anno 69 è 10 anni prima che... io e Rosamiria ci si mettesse

insieme però ci conoscevamo già, perché noi ci conoscevamo dal '66 che

era il primo anno di università per lei. Per me era stato il '63-64, il primo

anno di università.

Maria: Non trovo... ora vedo... sempre l'armadio di camera sua, lei

aveva una pelliccia sul color nero?

E.: Sì, un grigio molto scuro, una volpe argentata che è nera con le punte

chiare grigia argento. Quando ci siamo sposati aveva quella pelliccia,

ma era il... l'ottantasette.

M.: Mi fa vedere quella pelliccia non so, perché l'ha messa il giorno che

si è sposata?

E.: Sì, sì, perché era il 24 gennaio quindi era molto freddo nonostante

che ci fosse il sole.

M.: Quindi mi fa vedere quel... importante forse questa pelliccia perché

è legata al vostro matrimonio.

E.: Sì, poi naturalmente in chiesa se l'è levata però, se l'è rimessa subito

per uscire.

M.: Lì vi avete... vi siete promessi il fatto che vi sareste aiutati per

sempre finché morte non vi separi, però, lei ti sta dicendo che

E.: Siamo tornati fidanzati ora.

M.: Sì non vi siete separati e anche se avete fatto questo giuramento

perché siete sempre uniti.

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E.: Sì, il matrimonio sarebbe finito, ma noi abbiamo altri legami oltre il

matrimonio.

R.: Devi dire che non è vero che finché morte non ci separi, eh?

M.: Il messaggio che ti vuole dare è di essere tranquillo perché il vostro

legame va al di là dei legami terreni sul piano fisico, è fisicamente finito,

nel senso che tu sei un uomo libero, che puoi risposarti, ma sul piano

dell'anima, della vostra unione, dura da tantissimo tempo.

E.: Non ci penso.

M.: Elia mi fa pensare al vostro matrimonio, a quel giorno.

E.: Comunque vorrei sapere qualcosa di come lei ha interagito col mio

corso o io ho interagito con lei attraverso il corso.

M.: Fai qualcosa bene.

E.: Perché naturalmente il corso era sulla comunicazione,

comunicazione con... questa comunicazione, anche con lei chiaramente,

quindi, vorrei vedere come lei l'ha sentito, l'ha visto.

Rosamiria: Me ne stavo ad osservare aspettando che si aprissero dei

varchi nella mente affinché le nostre vibrazioni energetiche potessero

incontrare, ci sono stati alcuni attimi in cui questo è successo, però sono

attimi che sono sfuggiti rapidamente alla tua percezione. Apprezzo lo

sforzo che stai facendo per entrare in questa dimensione.

Ora è come camminare su un pavimento molle, gli equilibri e la staticità

son diversi, niente è come sembra. C'è un campo di apprendimento a cui

devo accedere e che tutti noi ignoriamo, finora è come se avessi sempre

un po' vagato più vicino al regno dei vivi che al regno dove dovrei

recarmi. Ci sono attaccamenti e situazioni per me non chiuse che mi

tengono ancora legata al piano fisico.

Betty, chi è Betty?

E.: Betty? io ci ho un nome: Betty Va avanti, vai avanti

Rosamiria: Oltre il filo, filo di Arianna vince la paura e l'oscurità,

guardare nell'oscurità per abbandonare ogni controllo è dubbio, e

affidarsi al flusso delle informazioni che spontaneamente arrivano. Vedo

Betty e la pineta, o meglio, sì sotto questi pini, e il mare, non so, verso

Calambrone, verso la zona di Calambrone,

E.: Forse è un futuro, comunque questo nome si riferisce ad una persona

che non conosco, che ho solo visto in fotografia.

Rosamiria: Io vedo all'altezza di Calambrone, dove c'è... tipo... vicino la

Regina Mundi c'è una pizzeria, un ristorante come si chiama? che fa da

angolo, così.

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E.: Sì, è proprio dove c'è la strada... è la Terrazza, il ristorante...

M.: Non lo so, io vedo un ristorante che è all'angolo e quasi di fronte un

pochino a scendere giù c'è Regina Mundi.

E.: Per andare a casa nostra, sì è dove si esce dal lungomare e si entra

dentro, sì, c'è, e Regina Mundi è l'ultima colonia prima dei bagni.

M.: E io vedo come... un pochino più avanti c'è Regina Mundi.

E.: Sì, sì, è quel ristorante che serve da riferimento per chi vuole venire a

casa mia, a casa nostra.

M.: C'è qualcosa che è un po' contrastante a dare da un lato, riguardando

il matrimonio no? È come se lei vivesse un conflitto tra sentirsi sempre

tua moglie... e...

E.: Il nostro matrimonio, cioè lei ha ricordato il giorno del nostro

matrimonio.

M.: e dico un po' questo conflitto: da un lato, no? c'é il ricordo no? di

questa promessa di fedeltà, ma nello stesso tempo sa che non può più,

no? essere in quella, e quindi lei si vive ora in questo conflitto di...

dover... come dire? accettare l'idea che qualcuno possa prendere il suo

posto, anche momentaneo, no? nella tua vita, quindi c'è questa parte

umana che... soffre e una parte di sé che sa che il vostro legame, no?

Non... non si è interrotto.

E.: No, io penso che siamo come ne... negli otto anni prima del

matrimonio che comunque le cose sono andate, con alti e bassi, ma sono

andate e quindi siamo nella stessa situazione, ora. E poi ci siamo

conosciuti per 13 anni prima di questi 8 che è un periodo nebbioso, nel

senso che io lo sentivo che era occupata, io magari, ero anch'io occupato,

quindi eravamo solo amici. Ecco, in questo periodo io non... so

pochissimo di lei, quello che mi ha raccontato, ma comunque c'è stato

anche quel periodo, quindi c'è stato 13 anni, 8 anni, poi il matrimonio.

M.: Eh sì. C'è... comunque anche lei... ci sono delle cose irrisolte nel '69.

E.: '69, perché quell'anno speciale? Era 10 anni prima che ci si mettesse

insieme. Cioè, da parte mia, il '69, sì, te l'ho detto, ho fatto il viaggio in

Europa.

M.: Anche lei.

E.: E dunque, lei ha fatto un viaggio quando era al liceo.

M.: Vedo lei.

E.: Forse era il '69, chi lo sa?

M.: No, se era già all'università nel '66?

E.: Nel sessantasei? hai ragione, sì, no, non può essere.

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M.: Era quasi alla fine dell'università, no?

E.: E penso che durante l'università non abbia fatto viaggi in Europa non

me li ha raccontati.

M.: No, io penso che abbia più a che fare con una delusione.

E.: Ah ... sì, lei non m'ha detto il tempo, ma mi ha detto qualcosa del suo

primo uomo, che forse corrisponde al '69.

M.: Sì, perché non te lo volevo dire, ma lo sentivo proprio questa

delusione d'amore.

E.: No, no, mi ha raccontato che qualcosa e mi ha detto che era molto

annoiata, no forse si riferiva a un altro, comunque, io c'ho dei racconti di

quel periodo che lei mi ha detto, di prima che ci si mettesse insieme,

però ovviamente non so l'anno, non so niente comunque il suo primo

uomo è stato molto importante, me l'ha detto mia cognata perché era al

liceo, e quindi non è il '69. No, siamo daccapo, no, quindi Rosamiria,

chiarisci quello che vuoi dire!

M.: Io vedo: luglio del '69

E.: Sì, va bene.

M.: In questa fase di distacco, un po' dall'università è successo qualcosa

in questo luglio del '69. Vedo un po’ una collina, una quercia, e lì, seduto

sotto questa quercia, c'è qualcuno che chiacchiera, son seduti sotto

questa quercia, e sognano del futuro guardando un po' l'orizzonte,

parlano di quello che sono le loro ambizioni. Era qualche cosa che stava

per nascere, ma che non si è poi concretizzato, perché si parlava solo

degli esami, di quello che si voleva fare. Questa persona non fa la stessa

facoltà di Rosamiria, è nell'ambito scientifico, ma non fa la stessa

facoltà. E poi vedo ora, tipo un berretto, come potrebbe essere di

capostazione, o non lo so, un berretto nero con una fascia rossa, zeppo,

rigido, con...

E.: Sì, i ferrovieri ci hanno quella fascia rossa comunque il '69, luglio,

era al terzo anno di università, per lei.

M.: Lei parla con questa persona molto degli studi, degli esami, però per

nascondere un po' il vero interesse di questa chiacchierata, no? si

nasconde... cioè, in realtà c'era il desiderio di volersi conoscere di più,

però questo non è mai stato superato.

E.: A meno che lui non fosse un carabiniere.

M.: Qui io vedo, sì, un berretto nero con una fascia rossa.

E.: Perché c'è stato un episodio, forse si riferisce a quello.

M.: Questo berretto, sì, perché è più carabiniere, perché è nero con

questa fascia rossa.

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E.: Allora, mi è stato raccontato che c'erano delle votazioni e lei faceva

parte del seggio elettorale insieme al fratello e al padre, che era

carabiniere. Il padre aveva portato un giovane carabiniere, quindi questo

seggio elettorale era composto da Rosamiria, Pietrantonio, il padre e

questo carabiniere e poi forse altre due persone, e che lei era molto

attratta da questo carabiniere per cui non dico che si è fidanzata, ma tutta

la famiglia...

M.: È rimasta una cosa ideale, c'era un po' della simpatia.

E.: ...sapeva che forse succedeva qualcosa.

M.: Sì, però non è successo niente sì, voleva... lei s'aspettava, però

parlavano... c'è questo... questa persona che è comunque timida e aveva

un po' un senso di inferiorità rispetto a questa donna, che comunque da

qui aveva... come se guardasse questa vallata che però ha uno sguardo

molto lontano. Questa persona si sentiva, come dire, di non poter essere

all'altezza di... di una donna che aveva uno sguardo così ampio nel

futuro, e hanno parlato sempre solo dei progetti e di quello che volevano

realizzare più lei parlava di... lei usava questa cosa come argomento, un

po' per farsi conoscere, invece ha prodotto un po' l'effetto contrario su

questa persona perché si ritirava...

E.: È come se avesse costruito un muro.

M.: Ecco questa persona a quel punto si sentiva sempre di più non

all'altezza di sostenere...

E.: L'espressione che ha usato suo fratello era: che si erano piaciuti.

M.: Sì, c'era questa sensazione, però poi dopo... questa persona si sentiva

che non sarebbe stata in grado di... come dire, di meritarsi, ecco, una

donna così... fin lì, pensateci, figurati se questa persona, no? questa

ragazza guarda me.

La vedeva così bella, intelligente, ambiziosa e ha avuto paura di iniziare,

per non essere abbandonato, perché pensava: una volta che Rosamiria

qui mi fa vedere che lei parlava di gli sarebbe piaciuto fare la ricerca, di

andare all'estero, e questa persona più parlava di questo e più si ritirava.

E.: È un raggio di vita che io ho avuto indirettamente dal fratello di

Rosamiria, cioè dalla cognata, e adesso mi ritorna attraverso Rosamiria.

M.: E quindi è come se lei capisse ora, no? com'è cioè la comunicazione

a volte ha fatto nascere nell'incomprensione dei destini che si potevano

incontrare e non si sono incontrati. Un sogno mancato.

E.: Dieci anni prima che noi ci mettessimo insieme, però ci

conoscevamo già nel '69. Siccome lei è venuta nel '66 a fare l'università

e era amica di una mia amica e quindi nel '69 forse non aveva nemmeno

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mai pensato a me in questo modo, per cui era solo conoscenza, però

parlava di ricerca.

M.: Sì, perché vedo che lei parla... che dopo l'università vorrebbe fare

ricerca, restare nell'università. Vedo che chiacchiera, vedo questa vallata,

come se a occhi aperti sognava, no? e condivideva con...

E.: Questa valle è quella della Garfagnana.

M.: E io vedo questa vallata...

E.: Bellissima.

M.: Come se fossero seduti su una specie di salitina, sotto c'è un albero e

vedono questa bellissima vallata.

E.: Sì, mi torna, mi torna.

M.: Sì, questo è un cappello da carabiniere, perché io vedo il cappello

nero con una fascia rossa, proprio chiaro questo lo vedo proprio chiaro,

cappello rigido, no?

E.: Sì, sì, la divisa.

M.: No, non vedo il volto, mi colpisce solo questo cappello. Però, è una

figura magra, alta, bell'aspetto, vedo solo questo, ecco non... vedo che è

una persona elegante, cioè comunque ecco...

E.: Ma questo è un messaggio per mia cognata che è molto incredula.

M.: È può darsi per lei, ecco.

E.: Perché questo fatto me l'ha raccontato lei. Da suo marito l'aveva

saputo.

M.: Allora forse per questo, allora forse Rosamiria vuole passare il

messaggio a lei, ecco.

E.: Ecco

M.: Ecco, visto che lei, ecco, bravo perché non capivo il senso di...

E.: Sì, sì perché me l'ha raccontato lei. Vediamo se è vero. Si sta

preparando qualcosa per sua cognata.

Rosamiria: Sì, Pietrantonio è triste che lei, ecco, lo va a cercare solo nei

cimiteri. Lui è lì che la veglia tutte le sere al suo fianco, loro dormivano

nello stesso letto e lui, tutte le notti, si siede al suo fianco sperando che

lei, quando allunga la mano sul guanciale, lo possa sentire, ma la sua

mano attraverserà il suo corpo e non percepisce la sostanza della sua

energia. È triste Pietrantonio.

E.: Ma sono su piani diversi? o sullo stesso piano? perché non si... non si

toccano?

98

M.: Perché lei è convinta che... è solo presa nel suo dolore, non si

preoccupa, oramai per lei è come se... lei vive sola, è finita, è la morte e

non, non ammette...

E.: Ma può farli prima della morte.

M.: No, parla di ora, come lei vive le notti in questo momento, no? Lei

vive questa cosa qui, che è talmente presa dal dolore della...

dell'abbandono e della morte, che io vedo come se lei mette la mano sul

cuscino, no? come a cercare, lui c'è, però lei è come se non lo sentisse,

come se attraversasse questo fantasma e lui dice: ma son qui, perché non

mi senti?

E.: Perché non si dovrebbero sentire?

M.: Perché lei è convinta che non c'è niente.

E.: Cioè lei è ancora troppo fisica?

M.: Sì, troppo. Invece lui è triste perché dice: ma come non mi senti,

son qui, e lei, no? e ci piange.

E.: Quindi lui cerca di comunicare con lei,

M.: lei stringe questo cuscino annusa un po' il cuscino sì, no, io sto

parlando del fratello con la cognata, con la moglie.

E.: lei è incredula, e quindi in qualche modo va sbloccata.

M.: e mi sta facendo vedere questa scena il fratello, che è come se in

questo momento mi parlasse il fratello, e che lui, rispetto a Rosamiria...

E.: Allora è chiaro, è come Rosamiria con me, che anch'io ci metto il

braccio.

M.: Però mentre tu stai cercando... mentre tu stai facendo qualcosa per

andare incontro e quindi Rosamiria si sente fiduciosa, invece lui è

proprio triste e depresso perché dice: quanto è dura. No?

E.: È tagliato fuori.

M.: Ecco, bravo perché lei mette il braccio lì e abbraccia questo cuscino

e lui dice: son qui, son qui, e lei piange... sente quest'abbandono,

questa...

E.: Penso che lei abbia sofferto più di me

M.: Sì, sì, soffre lei, è proprio una vedova...

E.: Sì, che soffra ancora più di me.

M.: È diventata sconsolata, proprio quando si dice una vedova

sconsolata.

E.: perché lei mi ha visto rinfrancato del fatto che riesco comunque ad

avere dei contatti e cosa che non capita a lei.

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M.: E no, perché lei è talmente convinta che... È troppo sul piano

materiale, vede la morte fisica.

E.: Quindi Rosamiria ci ha fatto vedere un'immagine del loro rapporto

presente.

M.: Io vedo queste lenzuola color grigio, grigio perla, in casa sua, questo

letto ci ha una parure grigio-perla non lo so.

E.: Si lei ha fatto una nuova camera a pian terreno e non è la camera

dove stavano insieme, quindi c'è anche questo distacco.

M.: Per non vivere lì.

E.: Rosamiria racconta!

M.: Chi è Anna?

E.: Ce ne sono più d'una di Anne ci vuole qualche altro particolare.

M.: Mi sembra una cosa scontata, detta Anna la vedova. Non so. E

comunque è lì in Garfagnana a Gallicano, non a Pisa.

E.: Sì, appunto, quindi io conosco poco, confondo i nomi.

M.: M'ha detto... io vedo Gallicano, non qui.

E.: Rosamiria, le altre volte parlavi tanto questa volta sei...

M.: E... parla più per simboli, è come se... siccome, in qualche modo

vuole attingere a delle informazioni che possono far cercare, no? Mi sta

dando più dei simboli più che fatti, una cosa è quando ti vuole dare un

suo insegnamento, altra cosa è come ricostruire delle prove, queste prove

è come prendere dei fotogrammi.

E.: Sì, le prove non servono tanto a me, quanto agli altri.

M.: È come se io stessi vedendo dei simboli che vanno interpretati

mentre una cosa è se ti deve dire del... dei sentimenti, delle emozioni, ora

lei si è sentita un po' chiamata in causa, no? anche se questo non... non è

una cosa che deve dimostrare perché la fede è una fede, però lo fa per te.

E.: Certo

M.: Non farti influenzare dal giudizio negativo di chi è scettico.

E.: E sono circondato da persone così.

M.: Ti dice anche di proteggerti, perché le persone ti possono criticare

penseranno che tu ti fai abbindolare dalle persone, e quindi dice

proteggiti, perché non hai bisogno di dover dimostrare niente a nessuno.

Apprezza il fatto che tu sei un entusiasta e che vorresti portare questa

scoperta, questa informazione agli altri che hanno sofferto, soffrono

come te o che potrebbero soffrire, però è solo, come dire, è vero che tu te

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le fai scivolare e non ti influenzano, però a lei dispiace che le persone

pensano che tu possa essere un povero fessacchiotto, no?

E.: Sì, un po' sminuire la mia personalità. Questo è vero.

M.: Ecco, bravo dice che... possono pensare: ora lo abbindolano mo' è

rimasto solo, chissà questi lo raggirano gli portano via, no? denaro, no?

E.: Io lo devo fare anche per lei, per non sminuire la nostra essenza

davanti agli altri, davanti agli amici.

M.: Quando incontrerai persone che sono sensibili, aperte a questo allora

sì... puoi aprirti, però in questo momento c'è tanta stupidità, paura e

ignoranza e poi giudizio facile.

E.: Sì, dei nostri amici hanno detto: "non siamo preparati"

M.: Sì, i più intelligenti ti rispondono così e quindi evita proprio... se

capita qui succederà che arriverà qualcuno pronto, però in questo

momento è proprio come esporti in un chiacchiericcio superficiale da

salotto no? come per dire: ah Elia eh, sì Elia ora sai, si fa abbindolare da

sensitive e robe varie o da questi che fanno questi corsi per portargli via

soldi quindi, in qualche modo ti mandano qui energia negativa. Per

amore, perché cercheranno a modo loro di proteggerti, pensando che tu

sei influenzabile.

E.: Mi dispiace per Antonella, la cognata che lei ha voluto tanto bene e

vuole tanto bene alle figlie e gli ho fatto sentire dove dice che sono come

figlie sue io spero che non ci sia gelosia in questo.

M.: Ma lei è una brava donna, solo che non... non si pone delle domande

per certi aspetti è anche come Rosamiria che in vita, no? negava questo e

gli fa anche da specchio a Rosamiria, perché la cognata gli fa vedere

quanto anche lei in vita spesso si è comportata così, e uno dei motivi

perché ti sta aiutando è anche perché deve rimediare, perché con questo

suo giudizio in parte ha rallentato quello che era un tuo desiderio di

ricerca che avresti fatto molti anni prima, se tu avessi avuto lei come

compagna che ti seguiva in questo tipo di conoscenza.

E.: Trentatre anni sono passati dal mio inizio dell'interesse per il

paranormale.

M.: Sì perché lei poi queste cose le criticava e tu poi o per non lasciarla

o per non infastidirla troppo la facevi solo a livello intellettivo questo

tipo di ricerca. Sì, questi dubbi, questo scetticismo è come se attirasse

delle ombre nere, che fanno arrivare le informazioni anche un po'

frammentate. Però, ecco, ci ha dato queste informazioni più specifiche

della sua vita, visto che Antonella ha detto che io ti potevo conoscere.

Ora va bene, fino a quando ti parlo dei sentimenti tuoi, ma questo

101

aspetto... ora, questo sto parlando io, questo aspetto della vita di

Rosamiria certo non...

E.: Sì, ma il fatto che me l'abbia raccontato lei è l'indizio che ci fa capire

che è un messaggio per lei.

M.: Sì, sì, perché ha voluto dare dei messaggi che solo lei poteva

conoscere in un tempo in cui non eravate insieme, quindi anche te potevi

avere meno informazioni da avermi trasferito, il '69 allora, vi

conoscevate, ma in maniera indiretta.

E.: Tra l'altro questo episodio Rosamiria non me l'ha raccontato, mi ha

raccontato di altri episodi prima che ci si mettesse insieme, ma non

questo.

M.: Eh perché io questa cosa del cappello con la banda nera o con la

banda rossa l'ho visto proprio chiaro chiaro.

E.: Quindi, probabilmente non me l'ha raccontato perché non c'è stato

niente.

M.: Sì, no, no, è solo... vedo l'inizio dell'estate comunque un periodo,

comunque caldo non è inverno, una bella stagione ecco ora, però non si

è...

E.: Se non me l'ha raccontato lei me l'ha raccontato la cognata quindi c'è

una prova, nel senso come fa... come faccio io a parlare di queste cose

con Rosamiria? è vero, va bene, va bene così.

Maria04. Durata della registrazione 23’11”. Qui si parla del legame

d’amore che supera i limiti del matrimonio, dell’enigma del luglio del

’69, del saluto al giovane carabiniere alla stazione di Pisa, del ragazzo

sotto la quercia, del racconto di Antonella e del messaggio per lei.

0099//1111//1155 -- GG0055

Quinto colloquio con Gina, con la registrazione e i sottotitoli.

Rosamiria: Scendo da te dalla mia dimensione per unire queste due

dimensioni, e questo appuntamento che ci unisce ancora, e che a me fa

piacere parlare e comunicare con te. Sono pronta alle tue domande

perché, io ciò che avevo da dirti in queste sedute già l'ho detto.

[Voglio] farti sapere che sto bene e far sapere che sono qua in questo

immenso amore in queste dimensioni, e che i tuoi cari stanno bene, che

c'incontriamo e che da entrambi io prendo la forza e loro la prendono da

me. Sei circondato da tanto amore, ma anche esternamente, anche qui,

nella Terra non sei solo, nel senso... Quindi, e questa forza che tu hai

trovato nel ricercarmi e nel trovarmi non soltanto con questo mezzo, ti fa

102

capire che nulla finisce, si trasforma soltanto. Io sono trasformata con

quell'energia comunicante e che penetra e vive dentro di te, per cui

pensami e amami anche se più non ho un corpo fisico, ma che il mio

corpo è rimasto così forte nella tua mente che mi vedi sempre davanti a

te in ogni luogo.

Gina: Cosa gli vuoi chiedere?

Elia: Sì, gli volevo chiedere: quei permessi di cui lei parla nelle sessioni

precedenti a chi li deve chiedere, chi sono queste autorità questi Esseri di

Luce?

Rosamiria: Questi Esseri di Luce è come se fossero segretari del Tutto,

sono queste schiere celestiali, questi angeli che non hanno le ali non sono

come si fanno vedere, ma sono quelle energie potenti, così diciamo, e

che sono al servizio di questo Dio che Tutto è, e che è Amore.

E noi tutti dobbiamo chiedere il permesso prima di giungere e non tutti

ce l'hanno, ognuno secondo lo scopo e possiamo comunicare anche una

sola volta, dipende da tutto questo. Ma io ora sono come una guida che

per mano ti porto a scoprire la nostra dimensione. Quello che tu ora

desideri e che, siccome sei un portatore, è giusto che tu sappia e quindi,

ecco il permesso altrimenti ci sarebbe una fuga di anime perché ricordati

che quaggiù è più popolato della vostra dimensione quindi ci sarebbe una

tale confusione da farvi impazzire.

Gina: È vero perché se tutti potessero comunicare quando gli pare,

quando vogliono, si darebbe fuori di testa, tutti.

Elia: Ringrazio per il trattamento speciale che ricevo.

Rosamiria: Siamo due anime vecchie entrambi, e siamo due anime in

cammino, il mio cammino prosegue quaggiù da dove ti posso dare quelle

notizie che ti fanno condurre a una ricerca per portare luce nei cuori e

nelle menti delle persone, per cui, stiamo lavorando per loro, ricordatelo.

Quindi sono felici di questo non è più una cosa egoistica, ma bensì una

cosa aperta a tutti per la conoscenza e per l'apertura della mente e del

cuore.

Gina: Hanno dato questo permesso della comunicazione perché voi siete

operai d'oggi, di queste forze, capito? per Quello lassù, per cui vi stanno

facendo lavorare entrambi.

Elia: No, forse sta cambiando qualcosa nel creato, per cui adesso è

possibile avere queste... questo trattamento speciale che prima non era

possibile.

Rosamiria: Infatti, allora, ricordati che questo è un richiamo, qui c'è il

risveglio, il risveglio è per tutti, la comunicazione è per tutti. Poi

logicamente, come nella vita terrena, c'è chi ascolta, c'è chi cammina

103

verso una dimensione e chi invece alza le spalle e va avanti per la sua

strada e quindi non si risveglia e butta via la vita e la sua esistenza per

niente. Per rincorrere ciò che c'è qui, ma che non serve poi dopo, quindi

è una vita sprecata.

Lo sai, no? il detto: non buttar le perle ai porci, per cui tu, eh... infatti,

per cui tu comunichi e scrivi notizie per tutti, ma c'è per chi le notizie

saranno perle e capirà, e chi invece le metterà lì da parte, ma non

importa, l'importante è seminare.

Gina: Bello: l'importante è seminare.

Elia: Poi avremo il frutto.

Gina: E parti perché lo sai, no?

Rosamiria: Il seme, è come quando uno... butta il seme nel solco.

Escono dei germogli anche fuori dal solco, alcuni vengono persi e sono

quelli che non si vogliono risvegliare. Altri vanno nel solco e sono

quelli che vengono belli e quindi del nettare della vita, e quelli sono

proprio quelli che prenderanno e cresceranno dalle nozioni che gli

vengono date.

E poi c'è qualche seme che esce in qua e là nel campo e quello che sul

primo non capisce, ma poi si metterà in cammino, perché secondo ciò

che può succedere nell'esistenza della sua vita, ritornerà a quel richiamo

che aveva già avuto.

G.: Bello anche questo! Quelli che sono già instradati raccolgono il fiore

dal solco, e quegli altri magari in qua e in là che cresce lo stesso, però

magari gli altri lo mettono lì perché, poi invece, poi...

E.: Ci hanno una seconda possibilità, se non hanno ascoltato il primo

richiamo.

R.: Come se poi venissero richiamati perché già ci avevano...

E.: Quello che io volevo chiedere era più precisamente: c'è una

individualità in questi Esseri di Luce, c'è una personalità nel senso che

sono guide, mie e sue, o sue, che hanno un nome, una personalità?

R.: No, personalità qui non esiste, soltanto energia. Allora, io sono la

tua guida, quindi tu, terrenamente, puoi dire che io sono la tua guida e io

ti porto le mie nozioni, ciò che percepisco e che vivo a questo livello

dove sono io, e anch'io sono in crescita quindi ti porterò delle nozioni

della mia dimensione, della mia crescita in cui sono ora, ma, mano a

mano, come io più cresco, più capto altre nozioni. Anch'io son (in) fase

di imparare, ricordalo, non c'è nome, non c'è fisicità, ci sono soltanto i

maestri e ogni livello ha il proprio maestro di guida. Io sono già a un

livello molto elevato, per cui ti dico che ho già una visione diversa

davanti a me, noi avevamo mente e anime già aperte e predisposte per

104

cui la mia crescita l'ho già fatta abbastanza, il mio crescere era già su

questo percorso. Già la nostra mente molto aperta e...

G.: cioè voi ci avete uno strato di intelligenza elevato, nella norma.

R.: Quindi già queste evoluzioni che ci portavamo già da vite precedenti

hanno la capacità di dare più nozioni possibili.

E.: È questo che pensavo che abbiamo ricevuto un trattamento speciale e

ora mi si dice che questo era dovuto al fatto che abbiamo fatto un

percorso.

R.: Certo, ma nulla viene regalato ricordati: tutto viene guadagnato e

conquistato. Quindi noi abbiamo avuto la nostra evoluzione terrena, in

questa, ma perché ci portavamo vite passate di sofferenza e di

conoscenza portate una sopra l'altra sopra le nostre spalle per poi arrivare

a questa che è... potrebbe essere la nostra ultima vita, per vivere poi

quaggiù finalmente in eternità e continuare poi ad essere messaggeri per

altri esseri, sempre spirituali ma terreni.

E.: Cioè quella che è appena finita per lei è l'ultima vita?

G.: Sì dovrebbe essere anche la tua ultima vita.

E.: Sì,

G.: dice: poi quando siete laggiù il vostro compito è che poi sarete guide

per altre persone che sono qui. Questo è l'accrescimento che c'è.

R.: Ti vorrei portare, farti entrare in questa dimensione, perché la nostra

comunicazione, non avendo più fisicità è come se fosse una

comunicazione mentale, fra noi non serve più la parola, ma bensì

mentalmente noi comunichiamo. Abbiamo non più il corpo ma un

involucro di luce che prende i lineamenti all'incirca della nostra fisicità.

Non abbiamo più il "pass", ma è come se noi fossimo sollevati da terra, e

non sentiamo l'affaticamento della stanchezza delle membra. Il nostro

movimento è veloce quanto un pensiero, il tempo non si calcola più,

perché non avendo davanti a noi la notte e il giorno non possiamo

portarvi il giorno nelle 24 ore come il vostro per cui questo è.

I colori sono colori più accesi e più caldi, perché sono energia e quindi

sono tutti equilibrati nella ... Una temperatura mite che non è né caldo,

né freddo, è quella primavera che ti scalda il sole, leggero così ti dà quel

benessere interiore. Questa è la nostra dimensione: come se fosse una

strada fatta a scale, ma scale non faticose da salire, e sempre propense,

perché ogni scalino che fai è una crescita.

Soltanto appena viviamo in questa dimensione noi abbiamo quel

momento che appunto è chiamato il "sonno riparatore" dove vediamo la

nostra vita, poi è come se noi rimanessimo un pochino attaccati ancora a

un livello intermedio fra la completa Luce, e la Terra e lì ancora noi

105

sentiamo i nostri bisogni non so come spiegarti, esempio: se una persona

è un fumatore, può stare lì e gustarsi ancora delle sigarette, dopodiché

tutto lascerà, perché non farà più parte di lui.

G.: Non lo sapevo nemmeno io questo.

E.: Eh no, visto che lei poi aveva il problema del fumo che non riusciva

a smettere.

G.: Ecco perché t'ha fatto l'esempio delle sigarette!

E.: Capisco, quindi lei può fumare dov'è.

G.: È come se prima di salire che poi dopo abbandoni tutto perché

t'incammini in que... quando hai visto tutta la tua vita è come se tu poi

fossi libero di dire: comincia a incamminarti verso la luce quando vuoi,

staccati piano piano dai tuoi bisogni fisici, dice lei per esempio queste

sigarette... si porta l'esempio come dire: mi voglio gustare che ne so, le

ultime 5 sigarette e poi mi metto in cammino, ecco quindi ... ... bello!

E.: No, capisco che... questa cosa... cioè ci sono dei piaceri che uno può

rinnovare.

R.: Certo, parola giusta "piaceri"

E.: Perché rimane ancora vicino alla terra.

R.: Certo, perché senti se... si sente ancora... ci sentiamo ancora partecipi

della materia, anche se essa non fa più parte di noi, ma possiamo ancora

sentire quella. Infatti nei primi tempi della nostra dipartita, se tu senti,

puoi sentire anche altre voci, oppure anche te stesso. Ci sono più

fenomeni fisici: rumori, battiture, più presenze materiali, mentre poi

arriviamo e noi ci innalziamo, arriviamo e, con l'energia camuffiamo

senza dare fastidio, accarezziamo, mandiamo dei segnali anche terreni,

che di solito i più sono i cuori perché ti fanno capire quanto noi vi

amiamo. Le carezze con quel vento leggero, il profumo che ti arriva

dentro l'anima, sono cose diverse, più armoniche non più la battitura o il

rumore che molto spesso all'inizio si sente.

E.: Ti fa paura?

R.: Perché te, essendo più sul materiale tendi più, no? per gli a... a far

rumore che... e senti che venga... invece dopo poi è tutto più armonia no,

puoi sentire un... il vento che t'accarezza quella carezza, un profumo.

E.: Quello che chiedevo era: in che ambiente, in che paesaggio si trova?

ci sono case, strade, le persone, sono più le persone o più i muri, i

fabbricati?

R.: Allora, no, più che altro... allora siccome a me... io ci ho un ricordo

della mia vita, una parte di vita vissuta in cui mi sono riportata dietro una

campagna immensa, un verde che è campagna dove io cammino con

106

leggerezza, e lì mi sento bene. Tramite questa campagna, questa è la mia

immagine, questo è quello che vedo perché è quello che desidero.

Cammino piano piano in questo prato così verde dove affondi, come se

affondassi i miei piedi, per farti capire, e poi... alla fine di questo prato

un mare immenso e azzurro, di un azzurro che non è come quello nostro,

dove, parlavate prima di lago che non amavo, ed è vero1, ma quelle onde

che non sono un mare mosso che distrugge, ma bensì delle piccole onde

che lasciano il segno sulla sabbia. E in quella sabbia è come se io

vedessi le tue impronte, le impronte di chi amavo, e ti sento al mio

fianco in questo percorso. Questo è ciò che vedo perché è ciò che voglio

e ciò che amo.

G.: Poi è circondata da... lei non lo so se gli piacevano i bambini, perché

è circondata da giovani e bambini, perché...

E.: Sì, volevamo avere dei figli e abbiamo fatto anche la cura della

sterilità, che non ha funzionato, però li volevamo.

G.: Infatti proprio dice:

R.: Circondata da bambini che corrono su questi prati, perché quella mia

maternità mancata, qui la sto rivivendo nella gioia e nella serenità.

G.: quindi fa vedere una quantità di cose che lei desiderava, e come

laggiù se le stesse creando, e vive in quello. Bello anche questo!

E.: Sì, a proposito di bambini, volevo sapere cosa ha visto o cosa vede o

cosa percepisce della mia sorellina che è morta da piccola.

R.: Tua sorella quando tu giungerai di qua, la rivedrai...

G.: Tu te la ricordi la tua sorella?

E.: Sì.

R.: La rivedrai come se si fosse fermato il tempo a quel giorno, piccola,

ma è grande, potrei dire che è adulta e non poco, ma non ha più quel

corpo fisico perché è uno splendore di luce lei è veramente anima pura

luce immensa e spirito divino, perché è stato molto breve il suo percorso

terreno, che non si è sporcata l'anima con i vari peccati, per cui, io

imparo da lei. E quindi lei mi manda tanta energia, ed è una mia

maestra, fa parte di uno dei maestri lei accoglie in modo particolare i

bambini mai nati, e ricordi che i bambini mai nati i bambini morti piccoli

sono già... hanno, come avete visto, non so come spiegarti, un ascensore

dove montano e vanno direttamente negli stati più alti delle nostre

dimensioni.

1 È vero, non amava i laghi

107

G.: Bello anche questo!

E.: Perché in un altro caso, con Maria, era venuta una sorella di mia

nonna a dire che la piccina era rimasta intrappolata nel giardino di... di

Viareggio, e questo lo devo risolvere, cioè, probabilmente è risolto, se lei

la vede come maestra.

R.: Sì, certo, ti dico che è un ricordo doloroso per voi, siete voi fermati a

quel ricordo.

E.: Questa nostra immagine è quella bambina morta.

G.: Questo giardino fermo a Viareggio, è qualcosa che riguarda la sua

storia?

E.: No, Rosamiria non c'entra.

G.: No, dico tua sorella.

E.: È morta nel giardino.

G.: È un ricordo vostro, è come se voi vi foste fermati col dolore a

quell'immagine, quindi vi siete portati quell'immagine e lei, questa

signora lì che ve l'ha fatto v'ha fatto rivivere quell'immagine o la vostra

paura, ma lei è fuori da quello, è fuori.

E.: Comunque è venuta, ha interferito, Giulia, perché doveva mandare

questo messaggio: che io dovevo intervenire. Forse, in qualche modo,

sono già intervenuto.

G.: Ma certo.

E.: Non sono cosciente di quello che ho fatto, ma l'ho fatto.

R.: Ascolta, ma perché l'hai lasciata andare, mentre i tuoi genitori

l'hanno portata nel dolore e nel cuore non allontanandosi da

quell'immagine e mentre tu l'hai lasciata andare, poi, e accompagnandola

sempre verso la luce, ha fatto quel salto dove ora è e dove può dare tutta

la sua spiritualità a tutto ciò che era.

Lei era proprio il classico angelo passato sulla terra come una meteora e

niente di più.

G.: Poi?

E.: Poi volevo chiedere delle prove, no? appunto che ha bisogno dei

permessi per dare le prove, e io, se devo scrivere un libro, devo

rispondere alle cinque domande del giornalista, cioè: chi, come, dove,

quando e perché.

R.: Ma del mio trapasso io già tutto ti ho dato, tutto, tutto ti ho detto, e

quindi le prove del mio trapasso le hai avute.

E.: Sì, sì, no, per altre cose.

108

R.: Il problema riguarda il terzo, come terze persone, non è semplice per

noi, perché interferiamo sul volere di persone che non sai se vogliono la

comunicazione primo: è questo il problema. Io a te ti ho dato molte

prove: ti ho detto anche del saluto, ti ho portato il discorso del tulipano,

ti ho spiegato com'è stato il mio trapasso, ti ho portato parti della nostra

vita, per cui tu hai le prove, per la...

E.: Sì, sì, sì, io ce l'ho.

R.: per il racconto del tuo personale. Il resto è complicato.

Bisognerebbe che tu venissi accompagnato, perché è come se fosse un

interferire e un entrare in una vita che non possiamo interferire, è come

se tu chiedessi tu puoi chiedere come sta mio padre come sta... però non

puoi chiedere cose di altre persone, perché se quelle persone non

credono non sono ancora pronte per questo cammino è come

un'interferire in una vita che non ci appartiene.

E.: No, no, quello cui mi riferivo io era l'episodio della cognata che

Rosamiria mi ha raccontato una parte... un pezzo della sua vita che me

l'ha raccontato la cognata, quindi era questa la prova.

R.: E infatti, questa... ma vedi e, allora, è importante... questa per me è

una cosa, però non posso più entrare in dettagli particolari se non è lei

stessa a chiederli.

E.: Sì, sì, no, quello che volevo dire era che io dovevo riconoscere le due

storie e metterle sovrapposte,

G.: Certo, certo

E.: Per esempio: si parlava di un giovane carabiniere che lei aveva

incontrato nel seggio elettorale dove c'era suo fratello e suo padre e lei

non mi ha mai detto che era un carabiniere. Mi ha detto che ci aveva un

berretto nero e rosso, ecc., ma senza entrare nel chi, come, dove, e questo

che volevo dire per esempio: che si trattava di una sezione elettorale il

quando l'ha detto con precisione ha detto luglio del '69, mentre,

Rosamiria non me l'aveva detto in vita che era quella data, però me l'ha

detto la cognata ecco per esempio: questi piccoli particolari fanno

coincidere le due storie

G.: però tu devi, appunto, sono particolari che poi unisci insieme,

ricordati che noi poi, ci stacchiamo dalla Terra, come per dirti le date

non ci appartengono più, e ci sono dei ricordi importanti che ti

rimangono come segnati dentro il cuore, e quelli ricordi, ma altre cose

che lasci andare perché il percorso è anche lasciar andare.

E.: Molti particolari non ce li ha

109

G.: Non ce li ha, capivi che è come se tu lasciassi andare, cioè questa

vita terrena la devi lasciare andare perché devi andare su un percorso... le

basi... le cose basilari, più forti.

E.: Comunque ha funzionato, per me è stata una prova, cioè il racconto

di Rosamiria e il racconto della cognata si sovrapponevano a parte i

piccoli particolari.

R.: Perché vedi queste sono due dimensioni che comunicano, ma sono

due dimensioni vissute in maniera diversa, per cui non so come spiegarti,

tu guardi un film e lo guardi tutto, un tuo amico guarda il film e lo

guarda tutto, tu hai ricordi di quel film particolari e lui ha altri ricordi,

ma il film è sempre lo stesso.

E.: È quella la differenza dei particolari.

G.: Per te magari (sono) importanti quelli, e per lui erano importanti

altri, che poi, mezzo film di uno, mezzo film di un altro ti riporta alla

trama completa, capito, ok?

E.: Va bene.

R.: Allora, ti mando un abbraccio grande grande e, ricordati, tu ringrazi

noi perché questo è un miracolo, queste comunicazioni con i ..., ma

anche noi ringraziamo te, perché sei qui a cuore aperto per conoscere

anche un'altra dimensione, e non soltanto per l'egoismo di sapere solo

per te.

G.: Bello anche questo! questo è bello eh!

E.: Lavoro per gli altri, perché chi leggerà...

G.: Mentre c'è gente che viene soltanto per il suo, cioè soltanto... una

crescita personale a volte non la fa nemmeno la crescita, perché

soltanto... dice qui c'è proprio...

R.: Con infinito amore, una benedizione del cielo.

G.: Ok? un altro passettino, oggi un passettino alla volta!

E.: La tua guida... Marco.

G.: Il mio Marco!

E.: Marco.

Gina05. In questa registrazione di 20’35” si parla dei permessi necessari

per avere le informazioni che devono comunque essere rivelate, si

accenna alla conclusione delle incarnazioni, questa può essere l’ultima,

per tutti e due. Si riparla del “sonno riparatore” che ripercorre la vita

sulla Terra, e dei piaceri terreni che si possono provare per comunque

distaccarsene, superarli. Per esempio: le sigarette (che può essere una

110

prova nel caso di Rosamiria). L’ambiente della nuova dimensione, che

si può creare a piacere, poi ci sono due prove: il lago, che non le piaceva,

e la maternità mancata. Si discute sulle prove, che spesso sono nascoste

nei piccoli particolari.

FFllaasshhbbaacckk -- LLaa rriissaaiiaa

È maggio, siamo in uno degli innumerevoli viaggi che facevamo insieme

almeno una volta al mese nel periodo 1985-89 fra Pisa e Ginevra.

Attraversiamo le risaie attorno a Vercelli, lo spettacolo è incomparabile:

l’acqua delle risaie è uno specchio del cielo. L’azzurro e le nubi candide

si riflettono fino all’orizzonte, facendo scomparire la terra. Navighiamo

come un aereo, sospesi tra le nuvole. Siamo affascinati.

Poi viene luglio, le risaie sono verdi di spighe di riso, che ondeggiano al

vento come un mare senza confini. Rosamiria dice: «Sono una biologa,

e non ho mai visto una spiga di riso!». Ci fermiamo in una piazzola

dell’autostrada, scavalchiamo il guard-rail, e ci avventuriamo nella

risaia. Sprofondiamo subito in un fango morbido e sottile, a luglio non

c’è più acqua nelle risaie. Arriviamo a cogliere una spiga. Risaliamo in

macchina mentre grandi zanzare ci pungono attraverso i vestiti. I

tappetini sono imbrattati di fango grigio. Questa sarà la prima, ma anche

l’ultima volta che scendiamo in una risaia. Osserviamo la spiga, ha i

semi separati, ognuno su un suo sottile gambo che termina con una

piccola foglia, non è compatta come quella del grano.

Racconto questo episodio come una allegoria: l’autostrada rappresenta il

percorso della Scienza Ufficiale, liscio, veloce, efficiente, rettilineo,

senza ostacoli (gli esperimenti si ripetono con risultati riproducibili,

coerenti, come chiede Galileo). Il guard-rail rappresenta il confine che la

Scienza stessa si pone, dichiarando cosa è “scientifico” e cosa non lo è (e

noi lo abbiamo scavalcato). La risaia invece rappresenta i campi

sconosciuti, al di là di quella barriera (dove gli esperimenti non sono più

riproducibili, o non sono nemmeno possibili).

Quello che voglio comunicare con questa allegoria è che la Scienza si

sottrae essa stessa la possibilità di esplorare questi campi, che proprio

perché sconosciuti, celano grandi scoperte, che faranno progredire la

Scienza e porteranno i campi ora sconosciuti all’interno dei confini della

conoscenza. Aggiungo anche che tocca a noi scienziati di inoltrarci per

primi al di fuori di questi confini.

1177//1111//1155 -- MM0055

Quinto colloquio con Maria, con registrazione e sottotitoli. Parla sempre

Maria in prima persona, riferendo le parole di Rosamiria in terza persona

111

per tutta la seduta, ed è la prima volta che accade. Viene citato qui per la

prima volta l’episodio della risaia.

Elia: Le prove, che non servono per me, ma servono per il libro, cioè

ogni fatto che viene raccontato dovrebbe avere un riferimento, un

aggancio, qualcosa, una prova, quindi sentiamo la briciola di oggi, la

briciola di Pollicino.

Maria: Vediamo un poco cosa ci aiuta un po'...

E.: Vediamo se c'è collegata una prova.

M.: Abbiamo qualche spunto, no?

E.: Lo spunto è ancora quel racconto destinato alla cognata del luglio del

'69, però Rosamiria non ha citato nessun particolare di quelli che m'ha

detto la cognata, quindi non posso fare il confronto. Ha detto altre cose.

M.: Ma tu ci hai riparlato con la cognata o hai la memoria dei racconti

vecchi?

E.: No, no, ma io mi ricordo esattamente cosa mi ha raccontato, il

discorso era che te hai visto il cappello e poi hai visto la quercia, la valle,

ma io ho capito che non era la stessa persona, perché quello della quercia

faceva l'università, mentre quello del cappello...

M.: Sì, quello del cappello lo vede alla stazione.

E.: Ah ecco già, c'è la stazione, allora...

M.: C'è la stazione, e il cappello è alla stazione, è un saluto, e poi c'è

quest'altra immagine sotto una quercia, dove c'è la vallata, però non so se

sono la stessa persona, sono...

E.: E poi il luglio del '69 è una data fatidica, è quella dello sbarco sulla

luna, quindi è facile ricordarsela, e io ovviamente non ho agganci, ma lei

dovrebbe dire perché si ricorda luglio '69.

M.: Ora questo non lo sapevo: era nel luglio del '69 lo sbarco...

E.: Il 20 luglio

M.: Ah sì? Il 20 luglio?

E.: Per noi era il 21, perché era dopo mezzanotte, invece per l'America

era ancora il 20 luglio.

M.: Forse spiega questa visione del paesaggio, questo vedere gli

orizzonti.

E.: Lasciamolo spiegare a lei, non bisogna influenzare la guida, non

guidare il racconto, se no lei ci racconta un'altra cosa.

M.: Mi sto concentrando, mi stanno arrivando già le informazioni... è

come se mi raccontasse l'epopea di una generazione, quello che a

112

quell'epoca i giovani sognavano, c'era questa fiducia nel futuro, nella

scienza, nella tecnologia, sì, quindi c'era questo fantasticare proprio su

un mondo migliore, che si evolveva veloce, dove c'era proprio il fascino

della scienza ecco, questo è quello che...

E.: È esattamente l'atmosfera.

M.: E lei mi dice: il fatto di seguire questi studi, si sentiva di voler far

parte di questo movimento di giovani che portavano contributi alla

ricerca scientifica, si sentiva come voler essere protagonista e fondatore

di questo futuro per le nuove generazioni. Sentirsi proprio di far parte in

maniera attiva di quello che all'epoca veniva esaltato anche dai mass

media che erano all'inizio della loro come dire... apologia, no, mi dice

apologia. Non so se questo aspetto apologetico era un...

E.: Apologia vuol dire... celebrare in modo positivo una cosa che forse

non lo sarebbe.

M.: Però ecco, lei dice di apologia della scienza a quell'epoca c'era

proprio questa... apologia della scienza cosa che non è stata negli anni...

qui, ripensando a questi anni vede come quante erano le speranze nel '69,

quella che poi lei essendo stata nel mondo scientifico, nella ricerca, ha

visto negli anni e, mi dice, un po' la delusione, no? un po' la... il restare

delusi di tutto quello che erano i grandi sogni che lei in quel momento,

sotto questa quercia, fantasticava. Quindi questi sogni che venivano

anche da queste nazioni, no? e voler portare anche l'Italia con il proprio

contributo a far parte di...

E.: E io vorrei più particolari sulla persona che era con lei sotto quella

quercia.

M.: Allora, io sto vedendo ora un ragazzo magro, con un gilè con le

maniche corte, un gilè non so, sul verde, un verde oliva, comunque un

gilè, una camicia, senza cravatta. E vedo che sono poggiati, cioè la

quercia è qui un poco sì, su tre quarti, sono così, appoggiati tutti e due di

schiena a questa quercia, o a questo albero. Non è molto grande, però è

la posizione leggermente scoscesa, dove vedono questo paesaggio, è una

bellissima giornata dove... dove parlano del futuro, e dove si

condividono queste... questi entusiasmi giovanili, quello che succedeva

nel mondo.

C'erano anche delle preoccupazioni, mentre loro erano entusiasti del

futuro della scienza in maniera laica, c'era un po' quest'orgoglio di voler

essere laici, laici pensatori, indipendenti, però nello stesso tempo si

respirava, mi dice, anche l'aria della preoccupazione invece di chi faceva

sciopero, di chi si sentiva dire che perdevano il lavoro, queste proteste,

però che in qualche modo le sentivano, ma che gli arrivavano un po'

come un problema degli altri.

113

Era più un sentire la preoccupazione di chi perdeva il lavoro, tipo i

metalmeccanici, vissuto più al livello intellettuale, più come argomento

per discutere. C'è questo, mi fa vedere questo fatto che si fumava, che

c'era quest'aria un po' intellettuale, che lei mi dice quasi intellettualoide,

ci si dava un po' delle arie, tanti si davano delle arie di... mi dice un po'

questi ragazzi di sinistra si davano delle arie... e a lei non è che

piacevano tanto.

E.: Non piacevano.

M.: Perché...

E.: Suo padre era carabiniere, quindi la sinistra forse non lo interessava.

M.: Sì, lei mi fa capire che veniva... non era tanto lei la sua simpatia, è

che gli altri la vivevano come pregiudizio, e quindi questa la faceva

sentire che non l'accettavano tanto, ecco perché lei si era rifugiata,

nell'ambito di quella gioventù più a condividere con quei giovani che

guardavano alla scienza, mentre la maggior parte degli... dei giovani

dell'epoca erano molto attratti da i movimenti più politici, dalla

rivoluzione, dal cambiamento, più dei sistemi sociali.

Mentre, col fatto che non la... la vivevano con... come dire, con

diffidenza i suoi coetanei, ma nello stesso tempo lei voleva far parte di

questo movimento eroico che si sentiva respirare nell'aria. Mi dice che

allora condivideva la sua visione laica e di voler portare il suo contributo

a quella che era la visione futuristica. Si pensava al 2000 come un

mondo estremamente tecnologico, c'era questa visione dove si guardava

a questo futuro e si guardava a questo 2000 come a qualche cosa di

grandioso. Ecco, mi viene di dire questo, e lei lo voleva portare

attraverso la scienza.

Come se in quegli anni stesse nascendo dentro di sé una forma di... di

impegno, di giuramento che faceva con sé stessa, che si sarebbe dedicata

totalmente. Come un'ideologia, ecco per lei la scienza era la sua

ideologia, era come un movimento ideologico per lei, come per i giovani

di sinistra l'ideologia era la sinistra, erano gli operai, era il lavoro, la

famiglia, l'ideologia era la visione laica della scienza.

E.: Siamo dopo il '68, quindi è chiaro che c'è stato un cambiamento

radicale nel sessantotto. Ti ho detto che nel '67 è finita l'innocenza, noi

vedevamo il futuro, facile, interessante, roseo, dopo il '68 questo non è

più successo, ma io mi ricordo che non abbiamo mai avuto discussioni su

questo argomento, cioè non ci siamo confrontati.

M.: Perché anche te eri su quella visione sua, facevi parte di quella

generazione... di quegli studenti che guardavano alla scienza come la

loro ideologia, anche te hai sposato il vivere da scienziato, non da

politico, da sociologo, da...

114

E.: Era fuori discussione, cioè non se ne parlava nemmeno. Era ovvio.

M.: Eravate già sintonizzati.

E.: Comunque devo capire se l'episodio della quercia si riferisce alla

stessa data o no. Comunque, per esempio...

M.: Era quel periodo lì.

E.: No, quello che non capisco è perché non mi da particolari tipo la

facoltà che faceva, questo ragazzo, se era di Gallicano, e quindi lo

conosceva lì, o lo conosceva a Pisa. È importante collocare una persona

nel suo ambiente.

M.: Allora, per quanto riguarda la stazione lei mi fa vedere la stazione di

Pisa, mentre... è la stazione di Pisa.

E.: Sì, lei andava su e giù da Gallicano, ma in genere andava in

macchina.

M.: Lì mi fa vedere... non era lei che andava, cioè, qui ha accompagnato

questa persona, c'è un saluto perché questa persona prendeva il treno. Ed

è la stazione di Pisa. Mentre questo paesaggio è un paesaggio che non è

nei dintorni di Pisa, ma più nella zona di Gallicano.

E.: Sì, una vallata, certamente si riferisce alla Garfagnana. Comunque io

non ho riferimenti e non posso confrontare nulla. Per esempio:

ritorniamo indietro e ritorniamo al racconto che mi ha fatto l'Antonella,

sua cognata.

M.: Ma c'è un nome: Victor o Hector, una cosa del genere, Victor,

Vidette, non lo so.

E.: Sembra un nome straniero.

M.: Victor mi viene in mente e un Hector.

E.: Non è un nome italiano.

M.: Ma, io sento questo Victor.

E.: Dicevo: ritorniamo al racconto... io quello che posso confrontare è

quello che mi ha raccontato la sua cognata Antonella. Se lei riesce a

rifarmi lo stesso racconto, allora abbiamo una prova inoppugnabile, che

è valida più che per me per Antonella.

M.: Lei dice che in questo momento il fatto che Antonella abbia questa

chiusura mentale, non accetti, come se...

E.: Sì, ma io la voglio aprire questa chiusura mentale.

M.: Non sa n...

E.: Cioè, l'unico modo è portarle una prova.

115

M.: Questo no, c'è un libero arbitrio no, non si può forzare questo, lei

dice quello che può dire, però ecco, questo fatto che... Antonella un po'

sfida con questa arroganza intellettiva credo, non credo, dà fastidio,

quindi loro non devono dimostrare lei dice: noi siamo una dimensione in

cui non si deve dimostrare niente.

E.: Sì, ma comunque mi ha offerto il braccio raccontandomi un episodio

della vita di Rosamiria e di suo fratello, e quindi se io riesco a dimostrare

che me l'ha raccontato Rosamiria vuol dire che c'è questa identità, questa

prova di identità di Rosamiria, e poi le prove, l'ho detto, servono agli

altri più che a me.

M.: Lei mi dice che in questo momento a lei gli interessi solo te, ti vuole

aiutare in questa tua ricerca a non sentirti solo, ti sta vicino attraverso

questo lavoro perché è un modo con cui continua a esserti moglie, sotto

un piano diverso, degli altri gli interessa fino a un certo punto, perché

non hanno la stessa, come dire, umiltà... umiltà di ricerca.

E.: Sì, questo è vero.

M.: E questo, come dire? nonostante lei apprezzi questa tua voglia di

aiutare, però non sono umili, no? con questo fatto che loro in qualche

modo ti prendono quasi in giro e questo dà un po' fastidio.

E.: Anche a me dà fastidio.

M.: Poi... perché ti vivono come se tu fossi un ingenuo, no?

E.: Sì, ma in questo modo io mi devo rinchiudere, cioè non devo più

parlare con Antonella e con le nipoti.

M.: Sì, puoi parlare di quello che vuoi parlare. Poi, comunque arriverà...

c'è un tempo in cui anche a loro verrà data questa cosa, ma non lo puoi

forzare te sul piano umano, perché loro hanno una vibrazione più, come

dire? materialista, e quindi come dire? aiutati che Dio t'aiuta, mi fa

capire. Cioè, non è che non gli viene data anche a loro l'opportunità,

però nemmeno che gli deve essere spiattellato così quello che tu ti stai

conquistando con tanta fatica, con lo sforzo, con l'impegnarti.

E.: Sì, ma preferirei essere libero di parlare piuttosto che, quando le

incontro, non toccare l'argomento.

M.: Certo, ma tu puoi parlare. Ascolta, ascolta solo quello che loro

hanno da dirti.

E.: Ascoltare è una cosa, ma a questo punto sono io che devo dare loro

una prova dell'identità del contatto, perché se no non ne posso più

parlare, e non solo, cade anche l'esigenza di scrivere il libro a questo

punto, perché se io non posso dimostrare niente è inutile che racconti

episodi impossibili da verificare.

116

M.: È appena iniziata questa ricerca.

E.: Cioè, posso scrivere un bel romanzo, questo sì, ma io non sono un

romanziere, io, come ingegnere, non posso essere un romanziere, posso

essere solo un giornalista, che riferisce.

M.: Intanto lei dice: ancora non hai scritto queste cose che già hai

raccolto, incominciare a fare questi capitoli.

E.: In effetti non ce l'ho messi.

M.: ecco, devi incominciare intanto ogni volta che ti vengono date delle

informazioni, intanto scrivile, perché poi dopo la memoria emotiva non

tanto ti...

E.: Se dopo le devo cancellare...

M.: Non importa, le cose poi si capiscono meglio dopo, tu butta (giù)

tutto quello che ti arriva, ogni volta che hai un incontro, con me o con

Gina, perché ti restano più le impressioni emotive.

Ti ricordi come eri entusiasta l'altra volta quando raccontavi a Maria del

tulipano,no? Se tu lo scriverai fra due o tre mesi non ci sarà lo stesso tipo

di energia emotiva, racconteresti meccanicamente una ricostruzione di

un fatto.

E.: Ma il tulipano è una prova in sé stessa, quindi si auto-certifica questo

fatto del tulipano.

M.: Ma il linguaggio è importante, proprio perché tu non sei uno

scrittore tende, e in questo caso devi...

E.: Io sono un giornalista.

M.: Ecco, ma anche il giornalista comunque ha una vena emotiva e deve

abbandonare un po' quell'aspetto più... arido della scrittura scientifica.

perché deve coinvolgere, questo libro, no? e per coinvolgere ci... ecco

perché tu sei stato scelto in quanto sei coinvolto in questa ricerca. Non

che tua cognata non lo sarebbe, ma lei ha una visione troppo materialista

delle cose.

E.: Comunque io devo interagire con lei e quindi bisogna che lei in

qualche modo mi segua, e questo ora non è possibile.

M.: Aspetta, non devi avere fretta, perché tu vai a una velocità che la

fretta della parte logica... i tempi dell'anima, mi dice, sono tempi diversi,

a volte possono sembrare fermi per quello che è la parte razionale,

mentre in realtà viene tanto movimento dall'altra parte.

È come un seme, che è sotto terra, uno non vede niente e pensa che non

stia succedendo nulla, ma in realtà ora lei è nell'ombra, e in questa ombra

lei sta lavorando tanto, e quindi, anche questo essere sollecitata è come

andare a scavare continuamente la terra di un seme.

117

E.: Sì

M.: Ha bisogno di darti le informazioni, però deve a... no? queste

informazioni devono anche un po', come dire? essere depositate un po'.

E.: Infatti io... dovrei lasciare lei scegliere cosa dirmi.

M.: Sì, mi sta dicendo questo: che lei lo fa perché gli viene dato il

permesso di accontentarti, però nello stesso tempo è una forzatura, e in

questa forzatura, come dire? ti possono essere date le informazioni che a

te non ti soddisfano, perché ripetono un po' le stesse cose.

E.: Sì

M.: Perché c'è un... ci sono... qui andiamo a che fare con gli affari di

amici e forzare troppo questo poi diventa un gratificare l'ego, la nostra

personalità e il piano intellettivo, che deve accogliere queste

informazioni, però non deve essere quello che poi ci gestisce, altrimenti

si possono attirare energie diverse da lei che si... la possono danneggiare,

non so se mi risco... ...sa, mi fa vedere come se... siccome legano a

questa curiosità per rubarci energia si servono, no? di te... delle

informazioni di Rosamiria, ma no, a volte non può essere lei, perché non

gli viene dato sempre il permesso quindi ha detto: può essere pericoloso,

lei, quando gli viene permesso si presenta o comunque non... non...

E.: Questo è importantissimo: capire la sorgente delle informazioni.

M.: A volte lei non può venire sempre, gli viene permesso perché ancora

era a questo... ancora non si era staccata, però man mano che passa il

tempo è come se lei... è da un'altra parte, e viene un po' disturbata, no? ci

sono dei tempi in cui hanno bisogno anche di stare in pace.

E poi credimi, guarda, ora faccio una piccola parentesi io, no? quando ci

vogliono comunicare ci arrivano, è il Giubileo. Ecco mi sta dicendo

Rosamiria: questo era il messaggio:

E.: Ecco ritorniamo a Rosamiria.

M.: Rosamiria mi vuole dire che ancor di più il significato della

visione... quando... ora te la dico più per... non sono le sue parole, ma è

quello che mi è arrivato come sensazione: quando (lei) nel '69 nasceva

questa ideologia della scienza, ancora di più sarà importante nei secoli

futuri, questa nuova... no... il movimento degli scienziati ecco, perché,

cadendo la politica, perché nel '68 aveva preso tutta l'ideologia e la

politica, i movimenti politici, e c'era... durava ancora la religione o era la

caduta delle religioni. Ciò che ancora si salva è l'ideologia scientifica,

però anche la scienza deve vestire nuovi panni e quindi, per quello che tu

sei aiutato, Elia, perché sei uno scienziato che non resta rigido nella

rigidità degli scienziati che...

E.: È la parabola della risaia

118

M.: Ecco, diciamo: ancora la scienza si salva in tutto quel movimento se

vogliamo del '69 no? in cui...

E.: Comunque la scienza si salva se esce dalla strada asfaltata e va nel

fango della risaia.

M.: E tu sei tra quegli scienziati, no? pionieri e attraverso di te lei può

continuare a portare avanti il suo spirito di ricercatrice laica, cosa che

anche lei l'aveva un po' perso di vista, perché era rimasta molto rigida a

quelli che erano i valori della scienza rigida. Tu sei aperto, però

chiaramente sei figlio di una certa impostazione, quindi anche il modo

con cui poni le domande ecc. lì... o comunque cerchi di scrivere le cose

ancora ti devi un po' svestire dei panni del metodo scientifico, pur

mantenendo lo spirito di chi prova e contro-prova, però ci sono cose che

non possono essere ancora spiegate o che la scienza non può contenere,

perché mi fa capire che è come un bicchiere troppo piccolino ecco, mi

arrivano come sensazioni dentro, e mi fa capire il senso del film, tu l'hai

visto "Interstellar" il film?

E.: No, me l'avevi detto, dice...

M.: Ce l'ho in una chiavetta, me l'hanno caricata, te lo do, allora sai cosa

faccio: la prossima volta te la porto la chiavetta, se tu te lo scarichi, poi

perché me l'hanno data la chiavetta. Te lo devi vedere, perché lì c'è

molto il messaggio, no? che può sembrare fantasmi, informazione per te

che sei...

E.: Comunque tutti i messaggi io... e ribadisco questo fatto se io devo

scrivere qualcosa in un libro devo comportarmi da giornalista e

rispondere alle cinque domande: chi, come, dove, quando e perché.

M.: Ora lei mi dice: in questa fase...

E.: Magari non a tutte, ma...

M.: In questa fase non devi s... come un brainstorming scientifico dice: ti

verrà data tanta roba, poi alcune cose le eliminerai, alcune cose possono

essere inutili, non sono funzionali, però ora tu devi registrare, come stai

registrando, no?

E.: Sì

M.: Ma non solo le parole, ma anche le tue sensazioni, no? butta, butta

lì. Devi raccogliere, raccogliere. Ora è la fase in cui si semina.

E.: Comunque la cosa che mi impensierisce molto è il fatto che lei abbia

detto che non è detto che sia lei a parlare e quindi...

M.: No, lei ha detto per il momento sì, lei per il momento sì, però ha

detto: non può sempre venire a richiesta, e può essere pericoloso, perché

lei non può venire, ma mi fa vedere: possono infiltrarsi... qualcuno che

119

quando lei non può venire prende... e allora lei ha detto: no ecco, lei mi

ha detto di non insistere perché questo può essere pericoloso per noi, non

per lei. Per noi perché queste entità basse che si nutrono del... ci

ingannano perché lei dice: io non posso venire sempre, perché è come...

E.: È per questo che io chiedo ogni volta una prova dell'identità.

M.: Ma loro sono molto furbe perché conoscono... cioè lì e come se

fossimo tutti nudi, cioè come nudi ci conoscono... ci vedono e copiano le

immagini, però in realtà poi sono energie parassite, e allora bisogna

essere...

E.: Allora bisogna trovare un sistema di prova in cui...

M.: Dove lei m'ha fatto capire, vedi dice come tuo padre t'ha fatto

arrivare il messaggio, quindi tuo padre in questo momento ti ha mandato

lui un messaggio ed è molto vicino a te e ti darà altre informazioni.

E.: Ci sono delle cose troppo delicate, cioè se per esempio lei mi dice un

fatto che io ricordo perfettamente è una prova.

M.: Aspetta, mi sta ridando una cosa.

E.: Deve trovarle lei le prove,

M.: Sì

E.: non gliele devo suggerire

M.: Allora, mi viene questa data: 5 marzo 1979

E.: Prima che ci mettessimo insieme.

M.: Vedo questo giorno in cui aveva nevicato, ma una neve che si

scioglieva, è un po' freddo, non so perché mi sta facendo vedere questo,

vediamo, 5 marzo del '79 vedo questo freddo nei piedi, lei cammina per

la città, e c'è questa neve che è un po' pozzanghera, lei si sta dirigendo

verso un dipartimento qui di Pisa, ha molto freddo nei piedi.

Rosamiria perché ci fai vedere questo giorno particolare?

Ha detto che è un giorno che... dove lei si ricorda che ha sofferto tanto

quel freddo nei piedi, gli sono rimasti i piedi, aveva delle scarpine

leggere, gli si sono bagnate e ha avuto tanto freddo nei piedi. Questo

fatto l'ha ricordato perché Elia prima ha detto: bisogna andare nella

risaia, nel fango, e gli viene in mente qualche cosa con la risaia con Elia.

E.: Sì, se si ricorda l'episodio della risaia è già una ottima prova.

M.: È dove... è stata una cosa sgradevole, anche se è una cosa che

volevano fare e quindi questa è la risaia, questa cosa e dico, ma perché ci

fai ricordare questo Rosamiria? perché, dice, se non si hanno gli

strumenti giusti per attraversare un clima, un terreno, può essere molto

sgradevole o pericoloso, queste entità, no? sono come quella neve che ti

120

congela, che ti fa venire i geloni, che ti sciupa le scarpe o comunque la

risaia dove c'era questo fastidio di questi parassiti, non lo so cosa c'era,

però sento che fa tutto così, no?

E.: Le zanzare, era d'estate.

M.: Sento che fa tutta così, tutta che... ecco, queste entità, no? sono così

ecco, si attaccano e creano... per darti un'idea di che cos'è il pericolo di

queste entità, che è come varcare un territorio o un clima che non hai

l'equipaggiamento giusto, che tu pensi che l'inverno sia passato e invece

viene all'improvviso e lei aveva queste scarpine un po' decolletée. Ci

aveva questi piedi congelati e bagnati e ha avuto i piedi tutto il tempo

freddi, che bisogna avere gli strumenti giusti e può essere che uno pensa

che sia finito l'inverno e si incomincia a vestire un po' leggero e poi resti,

e quindi, come mi sta dicendo, è come a volte uno può sottovalutare o

sopravvalutarsi e poi restare fregato, no? perché se sei al lavoro, esci, e

ha fatto questo nevischio, questa neve che si è sciolta, no? creando

proprio delle pozzanghere. C'è questa neve, è una cosa che, per esempio,

tu la puoi capire perché in Svizzera succedeva spesso.

E.: Sì, a Ginevra il clima era diverso, era più freddo.

M.: Spesse volte... ti ricordi gli anni...

E.: Il 5 marzo a Ginevra sarebbe stato freddo.

M.: E tante volte anche più avanti, tipo anche ad aprile c'era questa neve

poltiglia nelle città, però lì si sapeva, e quindi si andava con le calzature,

diciamo, coperte, mentre qui in Italia, a Pisa in modo particolare, quando

arrivava questa... questi freddi era... si era impreparati perché non si

aveva non si era abituati a questo imprevisto del clima.

E.: Sì, l'unica cosa che posso verificare è trovare le registrazioni del

tempo e vedere se quel giorno ha nevicato, ma è una cosa molto labile,

cioè non è detto che ci riesca.

M.: Prima m'ha fatto vedere questo 5 marzo '79.

E.: Mancavano pochi mesi alla nostra unione, che per me è l'unico

riferimento.

M.: Io vedo, sai qual è? piazza Dante via L'Arancio, che porta... sbuca in

via Santa Maria, che lei fa questo percorso qui.

E.: Sì, infatti ci si incontrava lì, generalmente.

M.: Io vedo questo percorso qui:

E.: Piazza Dante, via L'Arancio, l'incrocio via...

M.: Via L'Arancio, ma io vedo questo.

121

E.: E io penso che... però era un... mi ricordo che era una giornata di

sole, io l'ho incontrata proprio lì, e ci siamo salutati, e siccome ci

conoscevamo...

M.: No ora non c'entra col 5 marzo, mi fa vedere questo percorso di...

ecco, lei mi fa vedere questo sp...

E.: di una giornata di sole che probabilmente era vicino al '79.

M.: Sì, sì, non c'è la neve qui, però mi fa vedere la piazza Dante è una

giornata normale ecco non c'è freddo, nemmeno...

E.: Comunque ci sono episodi nella mia memoria e io non li tiro fuori,

per non influenzarla, che lei può ricordare e quindi sono prove.

M.: È lei, sì

E.: Lascio a lei la scelta.

M.: Sì, mi fa vedere, per esempio, sempre di via dell'Arancio, che ha

nostalgia di quel pane, di questo negozio di pane...

E.: C'era un forno, sì in via l'Arancio, tra l'altro era il forno che una volta

apparteneva alla Elsa, la padrona di casa che m...

M.: ah sì? anche lei mi dice: mi fa sentire che ha nostalgia di quella

schiacciata, di quel pane, dice proprio questa voglia qui di questo pane

che prendevi in via dell'Arancio. Qui sulla sinistra non so, ecco guarda

dei negozi, non so se c'era un orefice, e sbucando più avanti, vedo una

libreria dove lei andava a prendere dei libri, che ordinavano, si scendono

dei gradini.

E.: Sì, esattamente, si scendeva in basso sotto il livello della strada

questo è vero.

M.: Questo mi fa vedere, vedo: qui scende i gradini dove c'è questa

libreria un po' particolare, mo' non so se c'è o meno.

E.: Sì, sì, c'è.

M.: Questo mi fa vedere, questi particolari qua.

E.: Tra l'altro si chiamava Cooperativa Libraria Universitaria. Ci si

andava a prendere i libri di testo dell'università.

M.: Sì, perché lei mi fa vedere l'interno dell'università, che lei andava

spesso lì, che era una libreria che lei bazzicava parecchio, le fotocopie,

mi fa sentire l'odore delle fotocopie, cioè sente proprio l'odore dei libri lì.

Cioè è come se mi stesse facendo percorrere una memoria sensoriale,

prima il pane... cosa gli manca? Mi dice cos'è che gli manca della vita, di

quando era in vita questi odori, l'odore del pane... dice è una cosa che...

però ora che non ci ha il corpo non so se a lei gli piaceva il pane. Però

proprio ha una voglia di... di sentire quel gusto del pane, e poi un'altra

122

cosa, poi gli piacevano... gli mancano... gli piacevano i gioielli antichi, e

questo orefice gli piaceva perché facevano... c'erano pochi pezzi, però

cioè questi gioielli...

E.: Sì, li faceva...

M.: ...tipo un antiquario, no?

E.: Faceva i lavori quasi su ordinazione.

M.: Mi fa vedere come... se erano... tipo un antiquario, e poi più avanti

vedo... appunto qui però sulla destra all'angolo, mi sembra all'angolo, tra

via dell'Arancio e via Santa Maria questi gradini, questa luce di neon,

anche se era giorno perché nei giorni tipo... quand'era novembre,

dicembre. Mi fa vedere anche, se ci... era giorno, però... c'era sempre la

luce accesa in questa libreria, e come entra, sente questo odore di

stampe, di fotocopie, questo odore dei libri, dei libri, della carta lucida,

no? come dire? sento proprio questo odore dei libri appena arrivati.

E.: Odore di stampa

M.: Mi fa sentire questo odore di stampa che era la cosa che gli piaceva

tanto. Questo odore dei libri, dei libri nuovi che arrivavano, questo mi fa

vedere ora. Poi vedo via Santa Maria, percepisco mentre lei cammina su

questo marciapiede sconnesso.

Lei portava i tacchi un po' a spillo? anche se bassini, quando era

giovane?

E.: No, lei aveva problemi ai piedi, quindi i tacchi non erano mai più alti

di tre centimetri.

M.: Sì, no, mi fa vedere dei tacchini... piccolini così però... non tacchi

alti, tacchini così, però...

E.: Più piccoli, ma... comunque...

M.: Queste scarpe un po' sfilatine con la punta quando era giovane, non

quando era adulta, mi fa vedere sempre quell'età lì in cui c'erano questi

tacchini bassini, però un po' a spillo.

E.: In effetti i problemi ai piedi son venuti fuori dopo che ci siamo messi

insieme, quindi prima forse portava delle scarpe un po' più...

M.: No non li vedo alti, no, io vedo questo tacco così come te lo posso

disegnare? è un po' la scarpa sfilata a punta, un po' a punta, queste

piccole decolletèes un po' elegantine, però non erano...

E.: Ma infatti il problema suo era l'alluce valgo.

M.: ...non erano comode, però non erano comode. Lei mi fa vedere che

camminava e gli facevano male i piedi su questo marciapiede un po'

disconnesso e queste scarpe, che non erano certo le scarpe più comode

123

perché lei mi dice: all'epoca non c'erano le scarpe comode che abbiamo

ora. Mi sono rovinata i piedi. Perché lei portava le scarpe basse, però

erano comunque scomode, perché dice: a quella generazione lì le donne

non avevano le scarpe comode. Anche quando erano scarpe basse, non

erano scarpe comode, e per andare all'università queste erano le scarpe

delle donne. C'erano gli scarponi, le scarpe da ginnastica, però una

donna all'epoca non andava totalmente vestita sportiva, mi fa capire, con

le tute ecc. Andava sempre con le gonne, e con le gonne non potevo

certo... non si portava... alla donna bon-ton non andava la scarpa come

oggi le ragazze che vanno con la gonna e le scarpe da ginnastica,

all'epoca no.

C'era il rigore della moda era molto forte, quindi per andare all'università

doveva andare con queste scarpine, e lei dice: maledivo questo

pavimento, mi fa vedere che era così arrabbiata con questo pavimento

sconnesso dove prendeva parecchie storte. Perché per quanto fossero

basse erano comunque scomode e fredde, ecco perché il dolore ai piedi,

perché lei ha questa sofferenza nei piedi, lei mi fa vedere la sofferenza

nei piedi, poi quando ha avuto quest'acqua gelida proprio ha sofferto coi

piedi lei e lei ha avuto l'alluce valgo, cosa aveva?

E.: L'alluce valgo, e ha cominciato a darle fastidio dopo il '79.

M.: E lei mi fa vedere questa roba qui che nel '7... cioè, prima del '79

incominciava ad avere questa sofferenza nei piedi sì, perché tutto questo

me lo dice: questo camminare, questo spostarsi con queste scarpe

scomode, la città e il pavimento non era comodo, queste scarpe fredde,

sottili non erano assolutamente confortevoli, lei ha una sofferenza nei

piedi.

E.: Sì.

M.: Lei mi fa... è questo che mi voleva dire questa era una prova, ora me

lo dici te, ecco.

E.: Sì, questo naturalmente...

M.: E mi fa vedere che all'epoca, appunto, era l'uso di queste scarpe che

non è che lei non avrebbe voluto delle scarpe comode dice, ma non

c'erano all'epoca. C'erano tutte... per noi donne che poi eri... che andavi

all'università, che eri una professoressa, dovevi andare vestita con un

certo decoro e queste scarpe erano una tortura. Lei non vedeva l'ora di

poter... muoversi per quelle strade con questo pavimento così, dove

sempre era una continua sofferenza per i piedi, ma non ne poteva fare a

meno.

E.: Questo è un riferimento preciso, comunque si riferisce a periodi al

nostro essere insieme quindi ci si vedeva non tutti i giorni magari una

volta la settimana

124

M.: Sì

E.: Quindi c'è poco...

M.: Mi fa vedere un'immagine con te e lei. Allora, via Santa Maria,

attraversate via l'Arancio, attraversate la strada, andate in su, e poi

andando in su c'è una strada...

E.: Certo, l'università che lei ha frequentato

M.: e vedo questo... che c'è, in questa strada da un lato ci sono i palazzi,

però dall'altro c'è tutto questo muro alto, un muro alto, che poi sbuca in

via Derna o è via Derna, non lo so.

E.: Sì

M.: Questo muro non c'è da questo lato...

E.: La continuazione di via l'Arancio.

M.: Io non so, vedo questo... che da un lato ci sono i palazzi, però dal

lato opposto c'è un pezzo di strada, un pezzo di questa strada dove c'è un

vuoto, c'è il muro non ci sono i palazzi.

A.: C'è un vuoto sì, sì.

M.: C'è un vuoto, all'inizio ci sono i palazzi e alla fine, però nel mezzo

c'è questo muro alto, e vedo te che l'aspettavi all'angolo, prima, dove son

le case, prima del muro, e l'ingresso dove lei entrava era di fronte a

questo muro.

E.: Biologia, Scienze Biologiche era la facoltà che lei frequentava e

dopo insegnava nello stesso posto.

M.: Mi dice che tu poi dopo, da lì, quando la lasciavi, proseguivi, andavi

nella strada, tipo dove è l'ospedale per andare... attraversavi da lì per

andare poi a Ingegneria, non lo so se facevi quella strada te a volte a

piedi, proseguivi dritto e arrivavi nella zona dove è l'ospedale, e poi

sbucavi in via del Risorgimento, non lo so che strada è lì?

E.: Sì, via Risorgimento, poi via Bonanno, poi Ingegneria.

M.: Ecco, vi davate appuntamento poi tu proseguivi.

E.: Sì, ci s’incontrava in quelle strade lì.

M.: Ci fa vedere questo percorso qui.

Uh mamma mia com’è tardi qui si perde la dimensione del tempo.

E.: allora arrestiamo la registrazione qui.

M.: Sì.

La registrazione, che dura 32’37” parla principalmente delle prove.

Comincia con la descrizione del luglio del ’69, che rimane sospeso

125

nell’incertezza: non si capisce cosa è successo di così importante in quel

periodo. Poi si parla del ragazzo sotto la quercia, del saluto alla stazione,

e del racconto della cognata. Una cosa che è trattata per la prima volta è

il pericolo che qualche entità diversa si sostituisca a Rosamiria e parli al

suo posto. Tornando alle prove, c’è una lunga descrizione della zona di

Pisa attorno alla sua facoltà con particolari poco noti.

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Sesta conversazione con Gina, con registrazione e sottotitoli.

Elia: Bisogna risolvere il problema del fatto che Rosamiria sembra

essere diversa...

Gina: Cioè?

E.: fra Maria e te.

G.: Ah sì, come mai?

E.: Come se fossero due personalità diverse.

G.: Ma, allora, già bisogna vedere, lei cosa è? te la canalizza? te la

porta?

E.: Sì, lei parla come te, cioè parla in... mi dà del tu, dice: io.

G.: ma c'è qualcosa che non ti torna di qua e di là?

E.: Si in effetti mi racconta delle...

G.: No, nel senso: perché ciascuno porta... la sua energia, capito cosa ti

voglio... dipende, se te vedi per esempio: se da me ci trovi cose che non

sono vere...

E.: No, no, il problema è questo: che non riesco a confrontare le cose

perché mi racconta cose diverse, per esempio una domanda, adesso,

magari partiamo con il messaggio.

G.: Sì, sì, sì

E.: vediamo che cosa mi deve dire, perché sicuramente c'è più che lei mi

deve dire a me che non io a lei.

G.: Dice:

Rosamiria: Scendo a te per il nostro appuntamento e sempre felice sono

di trovarti qui davanti a me, come se noi ci incontrassimo a un bar a bere

un caffè, come un incontro, e questo per me è fantastico. La domanda

che stai sempre...

G.: è sempre ad ascoltare, è sempre qui eh?

Rosamiria: la domanda che ti stavi ponendo dipende anche dalla

persona e dall'energia, e io devo entrare in connessione con quell'energia,

126

perché, tu lo sai, noi trasformiamo ed entriamo in sinergia con l'energia

che ci abbiamo davanti, come per esempio, facciamo spostare gli oggetti,

oppure cerchiamo di plasmarlo, oppure usiamo l'aria, cioè usiamo

l'energia che abbiamo a diposizione. Poi... tu devi sentire quella

vibrazione del cuore e tu devi togliere quello che tu senti più umano o

quello che senti veramente che viene da questa dimensione.

G.: Capito? Cosa gli volevi chiedere?

E.: Per esempio: gli argomenti che trattiamo con Maria sono diversi da

quelli che tratto con Gina, con te, quindi, per esempio: io vorrei una

conferma del perché non mi ha mai parlato di Pierre? per esempio, con

te, con Gina? Ora non voglio influenzare, non dico chi è Pierre.

R.: Allora, con questo mezzo tu hai fatto domande diverse che con

l'altra, con l'altra c'è una spontaneità che vien da sé, mentre qui, è

un'energia a cui tu devi far domande e deve essere richiesta, sono

canalizzazioni diverse e, questo Pierre non fa parte della mia vita,

perché?1

E.: Della vita sulla Terra sicuramente no.

G.: Lei ti sta raccontando delle cose... cioè, capito? per quanto riguarda

di lei me lo devi chiedere, però non fa parte della mia vita non te ne

parla, almeno con me, perché non fa parte della sua vita, del vostro

contesto di vita, capito?

E.: Ma, se... mi basterebbe come... prova che lei mi raccontasse un

piccolo episodio, un particolare.

G.: Ma te lo conosci questo Pierre?

E.: No, non lo posso conoscere, me lo racconta lei. Perché è di là, e in

più è un Essere di Luce.

G.: Ho capito, ma chi è che lo ha conosciuto questo Pierre?

E.: Rosamiria.

G.: Di là ora

E.: Sì, sì, sì.

G.: Insomma, coraggio eh! E non lo so io.

E.: Ecco, dovrebbe essere lei a parlare.

G.: Allora, ti dico:

1 Discordanza importante

127

Rosamiria: non soltanto... sì, ma poi ti spiego una cosa, non soltanto lui

ho conosciuto qui come Esseri di Luce, molti Esseri di Luce, ma non

fanno parte della mia vita. Non andiamo oltre alla fantasia, ma

rimaniamo anche collegati in quel filo che c'era fra noi, in quello che

c'era nella nostra vita, per cui, si vola troppo in alto.

G.: È vero o non è vero?

E.: Sì, in effetti, io trovo troppa differenza, come se fossero due persone

diverse. Per esempio: non ha mai parlato del sogno della mia amica

Laura. Rosamiria è apparsa in sogno alla mia amica Laura quando

ancora non avevo contatti, proprio per comunicare con me. Con te non

l'ha mai raccontato

Rosamiria: Allora, era quello era il primo richiamo, ma se tu sei qui

davanti a me e stai comunicando con me, io non ho più bisogno di

riallacciarmi ad un passato. Ti ho portato l'esempio del mio palazzo, ho

parlato di tua sorella, ho parlato del giardino in cui si trovava, quindi ti

ho portato delle cose pratiche che riguardavano la nostra vita, non ho

portato cose così sparse nel vuoto. Non lo so, io non so che dirti.

E.: È quello che sto dicendo. Questa ricerca che sto facendo ha bisogno

di prove, perché scriviamo un libro.

G.: Sì, sì ho capito, ti posso chiedere una cosa? Di questo Pierre te dove

l'hai la prova?

E.: Non ce l'ho la prova, però se me lo racconta attraverso due canali

diversi, io so che è lei che parla.

G.: Ma a me non mi arriva, il problema è quello.

E.: Perché lei non vuole...

G.: Ti posso fare una domanda, onestamente, lei di cose pratiche... di

cose pratiche della tua vita ti ha portato qualcosa, ti ha portato delle

prove? O ti parla in spirituale?

E.: No, secondo me è troppo spirituale, cioè è troppo distaccata dalla mia

vita, per esempio: io come prova presumo di utilizzare un racconto che

ha fatto la sua cognata Antonella della sua vita, e, se me lo racconta

uguale vuol dire che è lei. Io ho bisogno di una conferma perché, per

esempio, parlando con Maria abbiamo parlato delle entità che

s’intromettono, e si sostituiscono a lei per cui io non posso mai essere

sicuro...

G.: Ma questo non ce l'hai mai la sicurezza.

E.: Sì, ce la posso avere se lei mi dice qualcosa che io so che è lei, per

esempio un episodio della sua vita di nessuna importanza, che la cognata

mi ha raccontato perché glielo ha raccontato il marito, cioè il fratello di

128

Rosamiria, che si riferisce a molti anni fa, è una prova, se me lo

racconta...

Rosamiria: Allora, tu forse... è difficile mettersi in contatto e cercare di

capire questa dimensione. Io ritengo di averti dato diverse prove tramite

questo mezzo, nella vita in cui che abbiamo passato insieme, se tu ti

riascolti tutto ciò che ti è stato detto le trovi, e le puoi rianalizzare e

vedere. Noi poi facciamo un percorso di cui ci distacchiamo dalla Terra,

non tutto c’è più limpido e lineare com’era un tempo per cui a me

interessava dirti del saluto che ti ho fatto, di farti capire che mi sono

svegliata per salutarti mentre poi sono andata via. M’interessava dirti

del dolore che tua madre aveva sentito, e di tua sorella che tutto era

rimasto lì fermo in giardino e che tu l'hai aiutata ad andare via.

M’interessava portarti quel fiore di un tulipano che ti riportava al palazzo

in cui eri. M’interessava di portarti al nostro amico in comune che è

stato dentro la mia vita, ma che non ha lasciato un segno, ma che è

servito per andare avanti e per tener forte il nostro rapporto.

Questo mi è interessato, queste cose qui mi sembra che facciano parte

della nostra vita, un albero che io amavo e che per me era importante,

per me questo era un segno grande, farti vedere un giardino immenso

vicino a un mare per me questo riportava la nostra vita. Queste per me

sono le prove. Io ti dico, testualmente davanti a te, l'altra che prove ti ha

portato?

G.: Scusa, è andata via come un razzo, scusami.

E.: Sembra arrabbiata.

G.: No perché bisogna vedere, non è che è arrabbiata, bisogna vedere

quanto c'è perché noi... c'è anche la parte umana nostra quindi io nel

messaggio può darsi che ti porti fuori una parte umana, capito cosa ti

voglio dire? Quindi te la devi vedere se è parte umana o se è parte

spirituale, se c'è anche qualcosa di umano, ma ti da una conferma, te la

puoi mettere, capito? Io non lo so quest'altra quanta conferma ti ha

portato della vostra vita.

E.: Non c'è bisogno di conferme, io ho bisogno di nomi, date, fatti, ti sto

parlando come un giornalista ci sono le 5 domande...

Rosamiria: Non potrai mai avere questo. Questo non lo potrai mai

avere, così come tu lo pretendi, per lo meno non da questi mezzi perché

io, attraverso loro ho un'immagine diversa della mia vita, ogni mezzo

porta il suo.

E.: E allora cade l'esigenza di scrivere un libro cioè io posso scrivere un

romanzo, questo sì, ma un libro di ricerca...

129

Rosamiria: Ma perché? Tu non puoi parlare delle tue certezze? Non

puoi parlare di cosa hai trovato del cammino che hai fatto, delle prove

che hai avuto, perché quando io ti ho parlato e ti ho detto che ti ho visto

da solo nel giorno dei morti davanti alla mia tomba, che gli altri erano

divisi nelle altre tombe fra i parenti, non era una prova quella?

Devi collegarti ad altre visioni ora, non esiste più la data, non esiste più,

quindi devi ora anche tu metterti in cammino, prendere un tuo credo e

vedere realmente ciò che tu vuoi. Vedi ci hai sempre la mente dello

scienziato, qui non ci sono le prove e le statistiche che tu puoi mettere

sulla carta.

E.: E allora il concetto della risaia non funzionerà più.

Comunque per esempio: con Maria mi ha parlato di una data precisa e

non ho capito il messaggio, perché, allora perché dare la data precisa se

poi non mi dice che cosa è successo, e lei ha parlato del luglio del 1969

che per me, scienziato ha un senso preciso perché è lo sbarco sulla Luna,

lei invece parlava della sua vita e quel luglio del '69 è accaduto qualcosa

ed io non ho capito cosa.

Allora lasciamo stare la data, però questo racconto è incompleto, cioè,

cosa mi voleva dire? Qual'era il messaggio?

Rosamiria: Allora, ti voglio fare anch'io un messaggio oggi, e poi

quando vai via, mi dirai cosa ne pensi.

In questa dimensione di luce e di crescita dove noi ci espandiamo con

tutta la nostra energia. Dove la nostra crescita aumenta, e non soltanto

su questo piano, ma su altri livelli dove possiamo prendere una forma

che non è più umana, ma bensì una forma energetica e di sviluppo. E

dove se vogliamo, ci possiamo spostare su altre dimensioni che altro non

sono che altri pianeti o scegliere di riscendere sulla Terra, ognuno

accompagnato da un maestro e altri maestri incontrerai e io sono maestra

di altre persone.

Poi c'è chi vuole rimanere nella via di mezzo chiamata anche Terra di

Mezzo che non è altro che quel detto Purgatorio che fanno studiare in un

catechismo che non è vero, in quella dimensione dove ogni anima,

quando arriva quaggiù si ferma, e sceglie se proseguire oppure star lì al

parcheggio per il tempo di cui necessita.

Poi c'è una dimensione, dove senti il dolore, quel dolore che è talmente

forte che ti porta via, [l’Inferno,] e dove ti rendi conto di ciò che hai

sbagliato e sei in attesa di perdonarti.

E poi c'è la dimensione così chiamata del Paradiso, che altro non è che

una dimensione di benessere e di serenità che ti avvolge.

130

Ti posso parlare di Pierre, di Antonio, di Clarissa, di chiunque tu voglia,

ma tu dimmi, da tutto questo messaggio che io ti ho portato, che cosa ti

appartiene? Eppure è verità.

E.: Dunque, Pierre lei me lo ha raccontato...

G.: No, ma di tutto questo messaggio che t'ha detto, a te cosa ti dice che

è verità?

E.: No, ma io ci posso anche credere e il problema è che se lo scrivo sul

libro i lettori potranno scegliere di non credere, perché non c'è niente che

li aiuti a dire: sì questo è vero

G.: Giusto, ma neppure dare una data senza significato, neppure quella ti

porta... allora, io penso che ci sia un po' di confusione in tutta questa

storia nel senso che tu devi fermarti un attimo, devi rileggere ciò...

riascoltare ciò che ti è arrivato fino ad oggi e poi scegliere un canale che

ti senti più vicino per la scrittura del libro, perché così c'è soltanto

confusione.

E.: Sì, può darsi che non mi ricordi tutti i messaggi che ho avuto.

G.: No, lei ti dice: vedi te, ascolti i miei e ascolti quello di lei, e vedi

devi però seguire, poi prendi un messaggio ogni tanto o di qua o di là

per... però devi seguire una strada o quell'altra, perché se no, uno

comunica, ma se te vieni il 27 dalla Barbara, se ti viene lei te la descrive,

e poi ti potrà dire: scrivi un libro, cioè, capito? Ognuno ha la sua...

magari lei te la descrive tutta nella perfezione della persona che è, che io

non la posso vedere e nemmeno quest'altra persona la può vedere, però,

per fare una certa cosa devi prendere una persona, dove tu ti ci senti più

a livello energetico, che poi te questa Maria, dove vai e seguire lei,

quello che ti dice poi, quando arrivi in fondo, vedi se è il caso o non è il

caso di buttar giù questo libro o no, così come ti dice lei crei confusione,

perché da come mi dici a me razionalmente sento cose astratte, come ti

ha fatto il messaggio lei, te dici: ci posso anche credere a quello che

m'hai detto.

E.: Sono troppo astratte, cioè prima... intanto per esempio a ogni

messaggio, ogni volta che vengo bisogna ricominciare da capo nel senso

che per esempio ho bisogno di una prova che lei sia veramente lei e non

sia uno spirito malvagio che si è appropriato dei suoi ricordi.

G.: Per esempio io non ci credo a questo, vedi.

E.: No, per esempio, invece Maria mi ha detto questo.

G.: Qui siamo su due onde diverse.

E.: Cioè non mi ha detto questo Maria, me l'ha detto Rosamiria

attraverso Maria. M'ha detto: bisogna stare attenti che a volte qualcuno

viene al posto nostro.

131

G.: Vedi che lei ha preso la sua energia, come se prende la mia io non ci

credo a questo

E.: E allora spiegami, perché questa differenza: il mondo di là è uno

solo? O sono molti?

G.: Allora, io ti dico soltanto questo: io ti dico come mi viene, però non

so se è una parte mia,

Rosamiria: Allora, segui Dio, che è il Tutto e che è Amore, e se ci sono

delle dimensioni dove tu vai lì a fare questa specie di ripulitura, come

fanno ad esserci anime negative e cattive? E se ci sono, perché scansarle

e accantonarle lì? Continuerebbero a far del male, il vostro compito è

pregare perché vadano verso la luce. Perché la paura, non esiste paura.

E.: Ecco, quindi io non mi posso costruire un'immagine di questo mondo

dell'altra dimensione e quindi non lo posso nemmeno raccontare.

G.: Perché ciascuno dice la sua... nel senso: il livello come lo vuoi fare

te forse ci arriverai, ma può darsi anche che sia difficile, come date... se

te guardi i libri che scrivono, ciascuno anche secondo la propria

esperienza, secondo quello che, ma ognuno è diverso dall'altro, anche la

metafonia, per dirti, senti la voce, ma uno lo fa col computer...

E.: Tra l'altro nelle registrazioni è pieno di metafonia ... (metafonia) ...

cioè, le dovrò dare ad analizzare ai metafonici per vedere cosa ci tirano

fuori. Comunque non è tanto per me quanto per loro.

G.: No, no, no, ma non hai capito, no...

E.: Probabilmente è molto meglio quello diretto, che non la metafonia.

G.: Ma volevo dire... no, ma nel senso, cioè è da capire, perché ognuno...

anche la metafonia, vedi Riccardo, lo fa in una maniera, vedi quell'altro,

lo fa col computer, quell'altro mette il naso rovesciato eppure, volevo

dire, tutti prendono eppure, tutti le prendono, poi ciascuno secondo

l’energia che ci ha, nel senso poi c'è anche quelle... anche nelle

comunicazioni ci sono delle...

E.: Ma la comunicazione che mi dai te è molto più diretta, la metafonia è

a senso unico, io non posso colloquiare con la metafonia, quindi per me

non serve a niente cioè, per me.

G.: Però come prova è quella più grande, perché come prova io posso

essere anche qui che dice: va bene, però può essere anche mia fantasia

nel senso, non so come spiegarti, lì senti una voce che viene da un

apparecchio.

E.: Per me una prova è questa: ce ne sono più d'una, una io mi sono

agganciato al racconto che mi ha fatto mia cognata e mi ha raccontato un

132

episodio della vita di Rosamiria, ecco, se lei me lo racconta più o meno

uguale, in modo che possa sovrapporlo, è una prova, questa è una prova.

G.: Quante te n'ha date di prove?

E.: Sì, me ne ha date, ma io ti dico soltanto: valgono per quel giorno lì.

Rosamiria: Lo so, allora forse...

E.: Oggi non ce l'abbiamo.

Rosamiria: Allora, io ti dico soltanto questo: io ti dico che forse

bisognerebbe avvicinarsi a questo mondo con gratitudine e con credo,

perché per voi e forse anche per te inconsciamente, anche forse per

l'amore che provi, per te è tutto semplice, è tutto facile. Ma non è così

semplice venire da una dimensione, abbassarsi di una frequenza, di

alcune frequenze al livello energetico per giungere al vostro livello, non

è così semplice, per cui a volte dovreste anche capire ed essere grati per

tutto ciò che arriva. A volte ci sono anche i livelli diversi, dipendono

anche dalle onde elettromagnetiche che ci sono durante... cioè, in mezzo

all'universo e se tu fai, ti metti lì, e ti fermi un attimo, ricordati che

questa dimensione ora è mitragliata da onde negative, è questo il

momento, io non riesco...

E.: Ecco, queste onde negative da dove vengono?

Rosamiria: Perché, per tutto ciò che è successo, per tutti questi

bombardamenti che riguardano il discorso di Parigi e che si stanno

allargando cosa sono? Non sono altro che onde, e tutto questo sta

bloccando le nostre frequenze quindi ora ti dico che i messaggi

andrebbero bloccati per le frequenze che non vanno bene. Loro lavorano

sulle frequenze.

E.: Ma noi non abbiamo il controllo di queste frequenze, quindi magari

loro che stanno di là qualcosa possono fare, noi non possiamo fare

niente, assolutamente.

G.: Certo

E.: Comunque lì, la cosa migliore è che ci fossero delle domande in cui

la risposta è sì o no, oppure un numero: uno, due, tre, e allora sarebbe

molto semplice. Nella mia domanda del racconto di Antonella lei mi ha

dato questa data: luglio 1969, però non mi ha detto che cosa è successo.

G.: La tua cognata.

E.: La mia cognata non lo sapeva, non si ricordava [la data] ha

raccontato semplicemente un episodio della vita di Rosamiria. La

risposta attraverso Maria di Rosamiria è stata: “luglio 1969” e nient'altro,

perché mi ha raccontato delle cose che non hanno niente a che fare col

racconto.

133

G.: E infatti, allora vedi... Allora io ti potrei dire: momento mio agitato.

E.: Ah, lei,

G.: Sì

E.: Rosamiria è agitata.

G.: Ti ha detto: in quel momento lì era... lei ti potrebbe dire: momento

mio agitato.

E.: Nel luglio del '69, ma era così importante da ricordarselo dopo 40

anni?

G.: Quello che ti vuol dire: la tua cognata ti ha detto una cosa, giusto? E

che è reale perché l'ha vissuta, non puoi prendere nemmeno reale il 1969

che ti ha detto lei, perché non è collegato a quello che ti ha detto lei. E

nemmeno questo, se io ti dico "ero molto agitata" cosa ti vuol dire?

Niente.

E.: Appunto, non capisco di cosa parla e poi Pierre, io finalmente sono

riuscito ad estrarre un nome, perché lei dice che gli esseri di luce non

hanno nome, comunque, fra di loro, quando parlano si rivolgono l'uno

all'altro con un nome.

R.: Non ci si parla, ma bensì mandiamo dei contatti a livello mentale,

che poi non è nemmeno un corpo fisico, comunichiamo telepaticamente,

ma nemmeno quello è la parola giusta, perché noi siamo energia,

asessuati, e senza fisicità, dimmi te come siamo. Per cui, questo Pierre

potrebbe essere anche Antoine, potrebbe essere anche Michele, come

Francesca, tanti maestri...

E.: Quindi per me...

R.: e tanti esseri di luce ci sono

E.: l'identità dell'essere Pierre, tra virgolette, è quello che ha fatto. Se lei

mi racconta quello che ha fatto, con lei...

G.: No, io, ma a me non mi arriva, niente.

E.: Perché non me lo può raccontare? La conferma mia...

G.: Non mi arriva.

E.: Attraverso Maria mi ha raccontato tante cose di Pierre che ha fatto,

che l'ha aiutata ecc., ecc. Se lei me le racconta attraverso di te, per me è

una prova inconfutabile, che varrà sempre.

G.: A me non me la racconta, a me m'arriva: l'aiuto io l'ho avuto dai tuoi

genitori, io l'aiuto l'ho avuto dai miei, l'aiuto l'ho avuto da tua sorella in

modo particolare, che è quell'angelo di luce così immenso che ha

dimensioni molto più alte di me, lei mi ha aiutato in modo particolare.

134

E.: Quella che è morta a diciassette mesi.

G.: Capito? Qui dice, cioè... questo Pierre, io non lo so da dove è sortito

fuori.

E.: Infatti, è venuto fuori attraverso Maria.

G.: Ho capito, ma della tua sorella te l'ha detto lei?

E.: No

G.: E allora?

E.: È quello il punto! Cioè come mai non si sovrappongono queste due

identità? Perché sono due diverse identità?

Se te prendi la vita di una persona prendi metà dei suoi fatti e l'altra metà

la metti da un'altra parte sembrano due persone diverse che hanno fatto

due vite diverse

G.: Certo

E.: Ecco io vedo questo: Mi ha raccontato delle cose e non riesce a ri-

raccontarmele attraverso di te.

G.: Perché, come t'ha detto lei, secondo me dovresti fermarti un attimo,

vedere quanto c'è di vero in una cosa e quanto c'è di vero in quell'altra.

Quanto c'è di umano, anche inconscio nostro, di dirti le cose, e quanto

realmente tu ci senti lei.

E.: Cosa intendi di umano? Quando mi racconta episodi della sua vita

trascorsa.

G.: Allora, forse non hai capito, se lo riascolti, ti ha dato tre modi, ti

dice: Io te le ho date delle prove: ti ho detto del fiore, ti ho detto del

cimitero, che tu dovresti aver ripreso poi ti posso dire anche altre cose

che quaggiù ci sono le dimensioni, che quaggiù si cresce, che quaggiù...

che però non riguardano la cosa dove tu ci puoi...

E.: Io mi ricollego alla prova di quel giorno. Quel giorno sono sicuro

che era lei che mi ha detto le cose per cui tutto quello che mi ha detto

nell'arco di quella mezz'ora è valido, convalidato.

G.: Ma allora se tu vai in chiesa e che credi in Dio tutte le volte ci hai

una prova? Cioè, ci vuole anche un credo

E.: No, è questo che io voglio evitare, io voglio evitare le ideologie, i

catechismi, gli insegnamenti, io voglio che, se si stabilisce il contatto, dal

momento che si stabilisce il contatto al momento in cui s’interrompe, io

devo avere una prova, se no quel contatto è nullo.

G.: E da Maria quante prove hai avuto, reali?

135

E.: Anche lì non mancano, ce n'ho... qualche volta mi ha dato qualcosa,

ora se riascolto tutte le registrazioni, posso dire: quel giorno ho avuto

una prova, quel giorno non l'ho avuta, quell'altro giorno l'ho avuta,

quindi tutto quello che ha detto il giorno che non ho avuto la prova, io lo

dovrei togliere, perché non è garantito.

G.: Ma non funziona nemmeno così.

E.: Ma forse nemmeno così, ma un minimo di ordine ci vuole.

G.: Lo so, ma se te ci hai un contatto e cominci a crederci ti devi anche

lasciar andare perché se tu vai da loro sempre col discorso di chiedere

una prova, sempre col discorso di sapere che cioè il contatto non viene

fluido, non viene fluido.

E.: Non sarà fluido, ma se io devo scrivere qualcosa di vero, o che

almeno io asserisco che è vero ai miei lettori bisogna che ci creda per

primo io

G.: Cioè, questo va bene

E.: Poi, quando ci ho creduto io, bisogna che la prova sia verosimile,

cioè non posso dire: m'ha raccontato che quel giorno abbiamo fatto

quella cosa ed io mi ricordo che l'abbiamo effettivamente fatta.

G.: Sì, ma non c'è bisogno che te lo dica tutte le volte che tu vieni qui.

E.: No, io penso che ci voglia tutte le volte, perché quel discorso che ha

fatto delle entità che si sostituiscono a lei, io non riesco a distinguerle da

lei a meno che non ci sia questa prova, poi magari queste entità sono

pure capaci di darmela la prova.

G.: Perché te credi in quello, io no. E te credi in quello che crede lei,

che io non ci credo, perché per me non esiste cioè, ma noi se Dio è

amore perché deve pretendere questo, non esiste.

E.: Quando sei in collegamento con Rosamiria come fai a sapere che è

lei?

G.: Io mi lascio andare, poi se è lei o non è lei io non lo so, io ti dico che

devi essere tu che mi devi dire se è lei o no, non io, non io.

E.: No, no, va bene, è chiaro, io penso che sia come un'amicizia, quando

te incontri una persona che ti è amica, anche quando parli per telefono, la

riconosci dalla voce.

G.: Ma io, cioè, se no non sarei qui... Ma allora vedi, nel senso, possono

essere... io le negatività le prendo più dalle persone, non da loro, capito?

E.: Allora, dobbiamo rovesciare il discorso.

G.: No, io direi fermiamoci, e ascolta tutte le registrazioni e poi prendi la

strada giusta e con le domande giuste, come ti ha detto lei, perché se no è

136

un pot-pourri. Te mescoli quello che si prende qui con quello che prendi

da questa Maria, lo metti insieme, son due tipi di comunicazioni diverse

come ti ho detto, se tu fai la visualizzazione, o fai la metafonia.

E.: Io ho insegnato Scienza delle Comunicazioni, quindi so cos'è la

comunicazione, so cos'è un canale, so cos'è una sorgente, so cos'è un

destinatario, un ricevitore.

G.: Certo

E.: Quindi, il fatto di usare due canali mi da un'enorme potenza, nel

senso che io posso eliminare le interferenze di canale.

G.: Ma sono due canali troppo diversi, capito? Mettiti lì e vedi...

E.: Bene! Più diversi sono e meglio è, in questo modo io posso

eliminare...

G.: Ma te non puoi andare da lei e chiedere quello che hai fatto qui di

fartelo ridire di là, o quello che hai fatto là fartelo ridire di qua.

E.: Perché no?

G.: Perché non è così, perché ciascuno ci ha la sua maniera allora te

perché hai fatto il corso per metterti in contatto direttamente con lei?

E.: Questo sarebbe il terzo canale.

G.: Ma non comunicherai mai come noi, avrai altre cose, diverse da noi,

cioè questo, se no è inutile, allora ne basta una, perché siamo in

centomila?

E.: Proprio per questo che io ho bisogno di conferme per cui non basta

un canale, un canale solo è insufficiente, perché le informazioni

potrebbero provenire dal canale stesso.

G.: È quello che ti sto dicendo e te quello da cosa lo vedi? Ascolta, come

dice lei, le registrazioni e guarda cosa c'è di vero e che non c'è di vero.

E.: Ma io le ho già ascoltate, non ho fatto un indice, che dovrei fare, per

capire cosa ha detto quel giorno, e se questo si riferisce a qualcosa che ha

detto in un altro giorno, magari con un altro canale, come te, capisci? Io,

per ora, non ho... non ho la prova che sia la stessa persona.

G.: Ma sai che, ti dico anche un'altra cosa per me, ma né per me

personale, io non lo so come faccio a farti i contatti una volta la

settimana, perché io non li faccio i contatti una volta la settimana.

E.: Come li fai?

G.: Una volta ogni due o tre mesi perché non c'è il motivo di farlo tutte

le settimane.

E.: Ecco spiegami questa cosa.

137

G.: Anche te, allora ogni settimana la tua vita cambia? O in linea di

massima...

E.: Io penso di sì.

G.: C'è un'evoluzione, anzi i tuoi contatti contribuiscono a questa

evoluzione, più contatti ho e più cambio.

E.: Se sto tre mesi senza fare nulla, io forse mi dimentico addirittura del

problema.

G.: Sì, però allora, il contatto in sé sarebbe quello di far crescere la

persona, nel senso che...

E.: No, o crescendo.

G.: Ma però bisognerebbe che tu meditassi, e tu ascoltassi e tu ti mettessi

in cammino, ma se le fai in continuazione, due messaggi la settimana io

non credo che ci sia una crescita, non ci può essere una crescita.

E.: Ma io posso confrontare questi messaggi e quindi estrarre la verità.

In questo modo ce la faccio perché mi ricordo, se vengo fra un mese, fra

tre mesi, ma io non mi ricordo più niente di quello che ho fatto, non c'è

più nessuna correlazione, è come cominciare da capo.

G.: Sì, ho capito, però lei non puoi pensare che lei ti porti il messaggio,

almeno da parte mia, poi quell'altra Maria te lo può dare anche cento

cinquanta, da me non mi riesce...

E.: Anzi fra l'altro Maria aveva chiesto la possibilità di incontrarsi, e

siccome lei ci ha un sacco d’impegni, trovava che solo il sabato potrebbe

farlo, di parlare con te.

G.: Ma qui si va a dopo le feste.

E.: Sì, sì, ma te lo trovi utile? Trovi una cosa...?

G.: Non lo so.

E.: Perché in teoria i due canali dovrebbero rimanere separati dal punto

di vista mio, del ricercatore, è meglio che non comunichino, e che sia io

l'unica persona che ascolta tutti e due e confronta.

È chiaro che se voi v’incontrate, e magari vi scambiate delle impressioni

a questo punto i due canali non sono più tanto distinti.

G.: Io non ho nessun tipo... come vi pare, cioè io collaboro, perché te

guarda collaboro con la Barbara, con le... cioè, noi si collabora fra di noi

nel senso, perché ognuno...

E.: Sì, infatti l'associazione è proprio questo.

138

G.: Hai capito? Volevo dire, infatti questo ti può portare, ti fa capire

come ognuno è diverso, come t'ha detto lei, noi dobbiamo amalgamarci

con l'energia che ci hai davanti.

E.: Ma quello che penso io è che non... per quanto voi siate diverse, non

potete cambiare il messaggio. Se Rosamiria mi dice una cosa, la vostra

diversità... magari cambiate le parole, scegliete parole diverse, però la

sostanza deve rimanere la stessa, se no il messaggio non è valido. Se il

messaggio riceve un'impronta troppo profonda della tua personalità...

G.: Allora te mi... scusa, io tanto sono schietta per dirti le cose. Allora,

te mi hai detto di questo Pierre giusto? Io, se le non me lo... può essere

che questa persona nell'inconscio suo te l'abbia tirato fuori e non è un

pensiero di Rosamiria, di tua moglie, io come faccio a confermarti una

cosa che non esiste?

E.: È questo che voglio sapere.

G.: E non te l'ha detto.

E.: E quindi io posso dire se Pierre sia una creazione di Maria.

G.: Capito? Ma non nella cattiveria, capito cosa ti vo... però ti ha anche

detto, cosa ti ha detto lei? Non fa parte della nostra vita, per cui lo metto

da parte.

E.: Il mio metodo funziona.

G.: Sì, però è brutto anche essere tassellati come i cocomeri dice quello.

Cioè, capito cosa ti voglio dire? Ecco perché ti dice:

E.: Ora io devo dire a Maria che manca la conferma dell'esistenza di

Pierre.

G.: Ma questo però non vuol dire che non esiste. Cioè verso me non

arriva, e può darsi che sia stato un suo sentire che...

E.: Allora devo capire perché deve parlarmi di lui in un caso sì e

nell'altro no, da cosa deriva questa evanescenza di Pierre? Pierre esiste o

non esiste? Oppure...

G.: Lei ti ha detto comunque...

E.: Forse parla di piani diversi.

G.: Comunque il messaggio di oggi mi sembra che sia questo, e sia stato

molto chiaro: riascolta quello che te hai fatto sia da me che da lei.

Riascolta, fermati.

E.: Riascolto sempre perché, per esempio, devo trascriverlo.

Trascriverlo io non lo faccio il giorno stesso. Ci vogliono due o tre

giorni di lavoro, quindi lo faccio dopo.

139

G.: Però fallo con la razionalità.

E.: Sì, comunque la trascrizione va a finire su un file sul computer che

viene scritto come un capitolo del libro, ed è un dialogo come nelle

commedie classiche, non ci sono i nomi, le iniziali e ognuno viene

tradotto proprio e chi lo legge deve capire cosa succede.

Ora è chiaro che quando Rosamiria mi parla di qualche cosa, io so di

cosa parla, perché? Perché l'ho vissuto insieme a lei, quindi due, tre

parole sono sufficienti, poi magari quello che mi dice io so di cosa si

tratta, che i miei lettori non sanno...

In teoria dovrei mettere pieno di note, spiegare di cosa parla e quindi è

già molto più difficile, deve essere una cosa immediata, diretta, non che

sia complicata, quindi, per esempio, non usare i nomi loro dicono: di là

non usiamo i nomi perché avendo la telepatia, non c'è bisogno di usare il

nome, siamo già collegati con un canale. Questa è una spiegazione

molto...

G.: Loro si dimenticano anche dei nomi di giù.

E.: Perché dovrebbero dimenticarsi dei nomi? Ecco questa è una

difficoltà. Trasportare sul piano terreno una cosa da quella dimensione

non è facile, proprio per questa mancanza di nomi, mancanza di

riferimenti, il parlare per enigmi per esempio in quell'episodio del

racconto del luglio del '69 lei mi parla per enigmi, mi dice delle cose che

non corrispondono o io non ho indovinato, capito? Quindi io ripeto,

facciamo un altro tentativo, e faremo altri tentativi per riuscire a con...

Poi ora io vado da un'amica che ha condiviso l'università con lei, e

quest’amica mi racconterà degli episodi, questi episodi ovviamente

Rosamiria è al corrente che me li avrà raccontati, ancora non è successo,

quindi parlo del futuro, se lei mi racconta di episodi di quando erano

all'università, è chiaro che lei sa che me li ha raccontati perché lei dice

che mi segue sempre

G.: Certo

E.: Quindi quando io vado da quest’amica, lei ascolterà quello che dice

l'amica e quindi si ricorderà di quest'episodio e me lo ri-racconterà come

prova, non che io non lo so.

G.: Certo

E.: Me l'ha raccontato, allora io voglio che me lo racconti non dico

identico...

G.: Certo, è normale

140

E.: poi da sovrapporlo per dire sì, è successo questo, questo e questo e

lei me lo racconta con altre parole, magari parlando per enigmi, perché

purtroppo è questo: io non riconosco la Rosamiria che parla per enigmi.

Io riconosco la Rosamiria della... che avevo sulla Terra, che mi diceva le

cose: vai a far la spesa e compra questo, senza enigmi, e questo è il punto

cioè, io non riconosco la Rosamiria che parla per enigmi, capito? E

quindi bisogna trovare un modus operandi, in cui le comunicazioni che

lei mi da siano buone, perché io le trasferisca nel libro e le consegni ai

miei lettori senza alterarle, se devo alterarle spiegando: sì, però lei dice

questo intendendo quest'altro.

G.: È un problema.

E.: È finita. Per ogni riga che scrivo, mi ci vuole un capitolo di nota, per

dire cosa voleva dire, no, deve essere una cosa diretta, cioè per esempio:

intanto usare i nomi, chiaramente è una cosa... una scorciatoia terrestre...

G.: E certo.

E.: Che è immediata, allora io gli ho fatto molte domande finché non mi

ha detto Pierre nel senso, mi ha detto: ti do questo nome convenzionale,

così quando io dico Pierre te capisci di chi parlo, ecco, semplicemente

questo, non è che fra di loro lo usano, però questo Pierre è stato talmente

importante nella sua morte, che io vorrei una conferma, e allora la

prossima volta io le domanderò di Pierre un'altra volta.

G.: Ma che c'era al trapasso mi sembra lei te l'aveva già raccontato. Che

c'era dall'altra parte e tutto.

E.: Sì, me l'ha raccontato in vari modi con Maria mi ha raccontato di

Pierre con te mi ha raccontato altre cose. In effetti lei è morta in un

modo solo, non in due modi diversi. O sono due... come dire due

considerazioni diverse, cioè due punti di vista, due... è stata come

spettatrice della sua morte se vuoi, ed è stata spettatrice da due punti

diversi, per cui da una parte vede Pierre, dall'altra non lo vede.

Come mai? Ecco, questa è una cosa che io devo spiegare nel libro.

G.: Per me non esiste questa cosa, capisci?

E.: Per me sì, esiste perché io vedo la differenza.

G.: No, non esiste che... cioè, i tuoi... quando te apri la porta, e vai

nell'altro... nell'altra dimensione, ai tuoi... siccome te rimani anche a un

livello terreno per un po' di tempo, per dirti per assurdo, se a me piace

fumare una sigaretta, io rimarrò un periodo che io bisogna che mi stacchi

da questa sigaretta. Per cui le persone che io vedo di là dalla porta

devono essere i miei affetti, le persone che io conosco e che mi vogliono

bene, ci può essere un angelo immenso e lo ringrazio, ma io ci devo

venire che ne so io... Un domani che andrò via se ho perso... dovessi

141

morire ora per esempio: ho perso i nonni, ma io ci troverò i miei nonni,

mi accadesse di trovarci Francesco o Antonio non mi interessa niente.

Quindi mi sembra... ecco non so se mi spiego, qui non lo so, io, non te lo

so dire.

E.: Comunque ci sono delle difficoltà.

G.: E certo.

E.: E non è facile spiegare quella dimensione in termini terrestri.

G.: E certo, quello è normale.

E.: Ora io, siccome conosco adesso solamente il livello terrestre, devo

chiedere aiuto a lei che conosce tutti e due se si ricorda della Terra,

perché questo è il punto.

G.: Ha detto...

E.: Sembra che non si ricorda più.

G.: Ma più che s'allontana è normale cioè più che... e sono crescite

E.: Il fatto è che noi gli abbiamo fatto questo sei mesi dopo la sua morte

ora sono sette-otto mesi.

G.: Ma lei ci ha una crescita, capito?

E.: Ecco, per esempio: i sei mesi me li ha spiegati in un modo, con te

non me li ha spiegati perché questi sei mesi di silenzio?

G.: Non lo so.

E.: Eh no, è importante.

G.: Scusami eh, ma i fatti reali, dove li hai da questa Maria? Fatti reali,

dico, che tu...

E.: In effetti, non ci ho nemmeno...

G.: Eh, e allora? È quello che ti sto dicendo. A me sembra che qui ti ha

dato fatti reali.

E.: Infatti, io non credo alla spiegazione dei sei mesi di silenzio, datami

attraverso Maria perché non c'è controllo, non c'è... il confronto, quindi

io non ho idea di cosa sia successo in questi sei mesi, cioè lei me l'ha

raccontato, ma non ci posso credere. Se me lo racconta con te, allora ci

posso credere.

G.: D’ora in poi, è tutto un credere. Perché come fai a sapere di...

E.: A me se me lo racconta in modo consistente e coerente per me è

molto più di credere, se lei me lo racconta io so che è lei che me lo

racconta, e me lo racconta magari in due modi diversi, ma la sostanza è

la stessa e allora va bene, allora io posso metterlo nel libro, e posso dire:

142

i primi sei mesi Rosamiria ha fatto questo. Ora non lo posso dire,

perché...

G.: Certo

E.: Me l'ha detto in un modo che io non ci posso credere, anzi devo dire

che tutte le cose che ha detto a te e che ha detto attraverso Maria, sono

tutte scompagnate, quindi sono tutte incredibili.

G.: E devi dirci te qual è la verità.

E.: E no, il punto è che io mi aspetto che ci sia una sovrapposizione,

quindi...

G.: Sarà difficile.

E.: dal prossimo messaggio parleremo in termini più terrestri possibile.

G.: Va bene.

E.: La dovremo tirare sulla Terra, perché è l'unico modo di colloquiare,

perché se lei parla con il linguaggio della sua dimensione...

G.: Secondo me è sbagliato fare... cioè dovresti fare una strada da una

parte per i due-tre mesi con una... operando con questa Maria, poi magari

dopo 2-3 mesi venir da me.

E.: Ma poi non mi ricordo più, non posso più confrontare.

G.: Sì, secondo me fai confusione.

E.: Io lo vorrei fare giorno per giorno. Comunque...

G.: Allora noi s'è fatto un contatto perché laggiù s'era con Barbara,

Barbara ha fatto la visualizzazione, no?

Quando lei ha finito il messaggio io, son partita io con la penna, io ho

detto cose diverse che Barbara non ha detto.

E.: Ma di cosa parli? Di...

G.: Nei contatti, nella medianità, nei messaggi

E.: Quando fate il congresso, vi trovate insieme.

G.: Barbara ha detto al genitore delle cose che lui ha ritrovato, no? ha

ritrovato giuste.

E.: Sì.

G.: Dopo, quando ha finito lei, io ho continuato, quelle che gli ho detto

io Barbara non le aveva viste, e le ha ritrovate giuste anche queste qui,

allora?

Perché ognuno sa...

E.: Perché erano fatti diversi

143

G.: Hai capito?

E.: Comunque, come ho detto che nella vita di una persona, se estrai i

fatti da una parte e fatti dall'altra parte, che non si toccano, che non si... è

chiaro che sembrano due vite diverse. Però il discorso fondamentale del

canale, cioè, l'autenticazione [del canale] avviene o più che altro della

sorgente, perché usando due canali diversi, come fate voi anche a volte

vi capita, però questi due canali diversi se non parlano dello stesso

oggetto, dello stesso fatto, non c'è confronto.

G.: Eh certo.

E.: Cioè è come una persona che parla di un anno della sua vita, poi

parla di un altro anno e va bene, non sono collegati sono avvenimenti

diversi. No, no, è... c'è un problema, un problema è il procedimento, il

modus operandi bisogna stabilirlo prima, nel senso che bisogna mettersi

d'accordo e quando si parla, si parla di persone, di fatti, di nomi, di date.

Io faccio l'esempio del giornalista io non sono uno scrittore che può

scrivere un bellissimo romanzo.

G.: Comunque ti posso dire: puoi andare dove vuoi e date, cose come...

ne puoi trarre una, due, ma non puoi avere tutte le date.

E.: Infatti ce ne ho avuta una, ed io non so che cosa è successo. Lei mi

ha sempre detto, cioè, mi ha parlato di questa data, però non mi ha

detto... ed io presumo che questa data si riferisca al racconto di mia

cognata, invece non c'è nessun legame per cui non... Nemmeno [di]

quello son sicuro, cioè il fatto è che io nel libro posso scrivere solo fatti,

date, perché mi riferisco al giornalista, cioè io potrei essere uno scrittore

e raccontare un bellissimo romanzo, inventato, bellissimo, perché no? Il

fatto è che a me non interessa fare quello, io sono uno scienziato e sono

un ricercatore quindi io posso fare il giornalista e il giornalista ha

l'obbligo di rispondere a cinque domande.

G.: Ma questo lo puoi fare sul terreno, non lo puoi fare con ... dei

ragazzi, come fai te a... dammi la dimostrazione che Dio esiste, dammi la

dimostrazione.

E.: Potrebbe venire fuori come cosa secondaria nel mio libro.

G.: Te dammi una prova che Dio esiste.

E.: No, se parti così di fronte, non riuscirai mai a risolverlo. Però, se

invece Rosamiria mi racconta qualcosa, ed io lo autentico questo

racconto, nel senso che lo dimostro vero, a quel punto, se lei mi dice:

Dio esiste, io ce lo accludo.

G.: È quello che a volte...

E.: Comunque il problema è questo: io faccio il reporter in questo libro,

il giornalista, e quindi devo avere delle conferme, delle prove. Quindi lei

144

mi può raccontare 99 cose, se ce ne sono solo due o tre che ci hanno la

conferma, mi deve dire quelle tre.

G.: Può darsi che io non sia all'altezza di fartelo che tu debba cercare

una cosa analoga,

E.: No, ma io penso che se tu puoi canalizzare, il problema dipende da

come lei usa questo canale, cioè cosa mi dice. Se lei mi dice cose dove

io non sono presente e non posso confermare, è inutile. Se lei mi dice

cosa accade di là, io ci devo credere, io mi rifiuto di credere.

G.: Ma lei ti racconterà d’ora in poi, ti ha dato le prove fino a quello che

era lì, però poi ti dà...

E.: No, per autenticare la sua essenzialità di Rosamiria lei mi deve

raccontare degli episodi che io conosco o che ho conosciuto dopo, non

importa, me li deve raccontare in modo che io dica: sì è vero, è lei. Se

lei mi racconta delle cose nuove, quelle non ci hanno conferma.

Non c'è niente da fare, cioè io non ho voglia di scrivere una cosa che me

la dettano. Io voglio essere sicuro che chi mi parla è lei. Primo, già non

ce l'ho questa sicurezza, quindi il libro io per adesso lo scrivo, ma ci

posso fare una riga rossa sopra. Nel senso che non è autenticato quello

che ho scritto. Se lei mi dice un episodio che abbiamo vissuto insieme

trentasei anni, quindi ci ha 36 anni per 365 giorni, ce ne ha di episodi.

Ora magari non se li ricorda, anche questo è il problema, la memoria di

là è intatta? Perfetta? Come dovrebbe essere?

G.: Ma loro lasciano la Terra, gli rimangono i sentimenti, le cose più

importanti, cioè ragazzi, ma è un'altra dimensione, non camminano con i

piedi nostri. Laggiù c'è... noi siamo terra-terra confronto a loro, non si

possono abbassare... si abbassano a fare... loro si abbassano di frequenza

come dicono, loro si abbassano a fare la comunicazione.

E.: Sì, ma se essere di là dimenticando la terra, io non ci voglio essere

allora.

G.: Lo so, lei è come quella che non accetta...

E.: Per me dimenticare la Terra è dimenticare me stesso.

G.: Allora chi chiede la reincarnazione? Che ti reincarni nuovamente la

tua vita... e allora?

E.: È una strada, un percorso, cioè lei mi deve spiegare questo percorso

ed io, per me adesso è incomprensibile.

G.: Quando te scendi giù che sei reincarnato, ti scordi le altre vite che

hai passato, no?

E.: Sì, sì questo sono... è anche necessario

G.: E allora, mi puoi dire...

145

E.: Deve rimanere... ecco quello che penso io è questo: deve rimanere un

super-io che ha tutte le memorie di tutte le vite e non perde un secondo

di tutte le vite, quindi ci ha una memoria totale, assoluta, il super-io

esiste? Chi mi parla è il super-io di Rosamiria o è quella foglia del super-

io, il petalo, no? Perché è chiaro che il nostro super-io, avendo vissuto

molte vite ci ha più personalità.

Per esempio Rosamiria ci ha una personalità con me, abbiamo vissuto

almeno tre vite almeno, insieme, marito e moglie, o amanti, e poi ha fatto

la stessa cosa con suo fratello, che in questa vita era fratello, ma in altre

vite forse ero io fratello, e lei era la moglie di Pietrantonio, allora cosa

vuol dire? Che esistono varie Rosamirie, una si è dedicata a Pietrantonio,

e una si è dedicata a me. Queste due sono due petali di un fiore.

G.: E certo

E.: Il fiore centrale, immaginalo, quello ha tutte le memorie di tutte le

vite con tutte le persone, un petalo sono più vite, con me sono tre come

marito e moglie, più altre in cui eravamo parenti. Quindi ecco io voglio,

non dico raggiungere il super-io, e avere quindi come un resoconto

preciso minuto per minuto di tutte le vite, ma almeno di quella che ha

vissuto con me, un minimo... cioè non dovrebbe perderla, perché l'oblio

è la morte. Se noi ci dimentichiamo i trentasei anni che abbiamo vissuto

insieme, e andiamo da un'altra parte, a non so fare cosa, è una morte.

G.: Ma se c'è l'evoluzione, se rimani attaccato alla Terra non ti puoi

evolvere, perché senti il dolore, senti l'attaccamento, senti cose, cosa...

E.: Per me l'evoluzione è salire un gradino alla volta, e appoggiarsi su

questi gradini, io sono ingegnere, e mi ricordo cosa ho fatto in prima

elementare e non me lo scordo. Ora ovviamente mi... la memoria non è

completa, ma il giorno che sarò di là il mio super-io si ricorderà tutto, e

secondo me si ricorderà di tutte le prime elementari di tutte le vite, e che

poi non le usa tutti i giorni chiaramente.

G.: Certo no, quello è normale.

E.: Va bene.

G.: Ok! Allora si vede. Comunque ti ha detto: ascolta bene e rifletti su

quello...

E.: Ma bisogna trovare un modo di comunicare.

Gina06. Durata della registrazione 47’55” che è in principio una

discussione sulle prove di autenticità della sorgente, che con due canali

sono più facili da ottenere. Si discute qui anche dell’anatomia, della

struttura dell’anima, con il super-io al centro e al di sopra, e molti petali

che rappresentano le personalità dedicate ad altre anime, cui sono legate

146

da vite multiple. Questa è solo un’ipotesi, non c’è ancora niente di

dimostrato.

2244//1111//1155 -- MM0066

Sesto colloquio con Maria con la registrazione e i sottotitoli. Qui per una

volta c’è una data precisa, poi si parla della identità di Pierre e delle sue

vite precedenti con Rosamiria, che si alternano con le vite di Elia e di

Pietrantonio con lei. Si tratta del sé superiore e della sua funzione di

collegare le varie personalità e di assorbire l’esperienza delle diverse

vite. Si discute anche la diversità dei due canali, e si parla di Barga, ma

senza una vera ragione. . C’è un altro accenno alla “risaia”.

Elia: Allora ripeti la data, così la... la registriamo.

Maria: 28 gennaio 1984

Elia: Allora, io non ero con lei, era nel periodo della separazione, che

Rosamiria era a Ginevra, e quindi anch'io ero a Ginevra, ma non ero con

lei.

Maria: E lei sente molto il freddo, lei non lo so perché, anche questa

volta, come l'altra volta, mi fa sentire il freddo nei piedi.

Vedo di nuovo via Santa Maria, via Santa Maria,

Elia: Forse era a Pisa.

Maria: Questo freddo, sì, lei si vede, percorre via Santa Maria a piedi

sul marciapiede, sente il dolore ai piedi, mentre questo marciapiede è

disconnesso, con queste scarpine un po' a punta, ha dolore ai piedi,

all'alluce e il freddo, che non poteva mettere scarpe calde, lo soffriva

l'inverno.

D'estate poteva portare scarpe aperte. Lei mi dice che questo doversi

spostare da un dipartimento all'altro, correre con queste scarpe d'inverno,

sente proprio... ha il ricordo di questo disagio. La vedo con delle

cartelline qui sul braccio destro mentre cammina, si sta recando... vedo

che va dal duomo verso... risalendo via Santa Maria da questo lato, se

qui il duomo è alle spalle, qui sul lato sinistro dalla parte del

dipartimento della casa Galileiana, per poi riattraversare. Ora la vedo in

quella strada, dove è il dipartimento di Biologia che mi dicevi l'altra

volta, la vedo entrare, io non ci sono mai entrata a Biologia, non so

com’è fatta, però ecco quello che vedo: questo portone e poi vedo che

oltre il portone è come se ci fossero delle porte di vetro. Vedo questo

atrio, e salire.

Elia: Sì, ma sono particolari che non mi riguardano.

147

Maria: È come se lei mi stesse dicendo che rivede un po' la sua vita, no?

Questi anni, anche senza di te, e che ha un po' di nostalgia di... di questi

luoghi, ma anche il dolore di un... dolore, c'era un dolore dentro, un

dolore, che lei mi dice: sì, il dolore dei piedi era un modo con cui mi

distraeva da un dolore più profondo, da una solitudine di donna.

Elia: Ma lei doveva essere a Ginevra in quel periodo, quindi era forse a

Pisa per caso, per poco tempo.

Maria: Sì, è andata in dipartimento a prendere qualcosa, perché ci ha

delle cartelline e sta cercando qualcuno, un collega, perché ha delle carte

con... stava cercando qualcuno. Ok, cosa ci vuoi dire oggi, Rosamiria?

Elia: Io vorrei, per esempio, ritornare sull'argomento di Pierre, perché

Pierre non esiste negli altri canali, quello di Gina non esiste, proprio non

sa chi è, che mi spieghi questo mistero, perché qui esiste Pierre e altrove

non esiste.

Maria: Allora, io vedo la Francia meridionale dalla Provenza andando in

là, lei hanno, mi dice, una particolare è attratta da questo punto della

Francia Pierre, io la vedo un palazzo, una villa molto elegante un uomo

in questa... ci sono delle rose o comunque c'è un giardino, lui ha potato

questi fiori Pierre è ambientato nella fine del tardo '700, 1800 e poi mi

sta facendo... poi mi dice: ma come non avete capito chi è Pierre? Come

si chiama Elia? Mi sta dicendo: Pierrot, Perotto, Pierotti. Dice: è il filo

conduttore Perotto, Pierotti, quindi Pier, Pierre, no? Per... c'è, ha detto

questo.

Elia: Quindi vuol dire che sono io, in qualche modo trasfigurato...

Maria: Sì, in un'altra vita. Che poi hai scelto, hai scelto questo gruppo...

questa famiglia, anche perché ti ricordava, questo nome, un'altra vita.

Elia: Ma infatti io mi ricordo che nelle nostre regressioni ipnotiche

abbiamo trovato una vita nel '700-800 in cui io e lei eravamo insieme.

Maria: Eh sì, vedo questa cosa qui, io vedo che c'è quest'uomo, che è

questo Pierre, che colle... potano queste rose, non è il giardiniere, però

c'è questa passione insieme dei fiori, della botanica.

Elia: Lui non è il proprietario della villa quello che abita.

Maria: Sono insieme... Sì, no, sono insieme in questa villa.

Elia: Allora gli piace il giardinaggio, semplicemente, a lui? È strano.

Maria: Sì, sì, gli piacciono sì, ma a lei, lei, lei e lui le fanno...

Elia: Lei non ho problemi a riconoscerla.

Maria: Però, ecco, lui le offre no, sì, sì, ci ha questa delicatezza con un

certo tipo... una pianta in particolare, che lui cura e che gli vi... la

148

chiama, ci ha questa specie di grembiule davanti. Le camelie, a lei

piacciono molto le camelie, e lui gliene cura una bianca.

Elia: Allora facciamo un passo indietro, il primo sogno, in cui mi è

apparsa ed io l'ho vista per dieci secondi e Pierre, che poi lei mi ha detto

che è lui, mi sembrava me stesso, l'impressione mia era quella.

Maria: Sì, ti ricorda nella dimensione fisica di quella vita. E lì siete stati

molto felici, avevate una vita, eh? Proprio serena, scandita senza la

corsa, siete stati molto in questo posto molto bello, tra il verde queste

ville francesi, no? In più ci sono il verde, i giardini.

Maria: Pierre...

Elia: Ma quello che voglio capire è: il messaggio di questo sogno,

qual'era esattamente, che mi voleva trasmettere?

Maria: Che il vostro amore non era mai finito e che non finirà.

Elia: È per questo che ho avuto quest'impressione che ero io. Cioè io

nel...

Maria: È solo una momentanea interruzione, mi sta dicendo: vedi, ci

siamo già ritrovati un'altra volta anche in quella vita abbiamo sofferto la

separazione, quella volta sei stato tu ad andartene per primo ed io ho

sofferto nel non... della tua assenza

Elia: Quanti anni? Mi piacciono i numeri

Maria: Allora, lei mi dice che Pierre è andato via quando aveva 56 anni,

però per quel tempo 56 anni era una buona età, come, come dire, un

uomo di 65, 70 anni di oggi, anche se era sempre giovane, però lei è

sopravvissuta ancora altre... più di dieci anni alla sua morte e la sua vita

ha perso significato.

Il giardino non l'ha più curato da quando non c'è stato Pierre.

Però vi eravate promessi che vi sareste rincontrati, vi siete incontrati in

questa vita, ma avevate bisogno di fare altre esperienze, con altre

persone, prima di accompagnarvi di nuovo nella fase finale del viaggio,

ma questa volta è toccato a te sopravvivere.

Elia: E quelle vite intermedie? Che significato hanno?

Maria: Sono state di preparazione. Siamo stati sempre amici, colleghi,

io vedo una vita in cui eravate appassionati di scienza insieme. Eravate

due uomini, lei ha avuto molte vite da uomini. Sono queste, le ultime,

che ha avuto da donna, quindi siete stati molto compagni di ricerche.

Vedo una vita in cui siete tipo in una specie di laboratorio alchimista,

dove fate gli esperimenti di chimica, in un'altra scena vedo che state

sezionando degli animaletti, tipo delle rane e vi piaceva fare questi

esperimenti.

149

Questo risale al Rinascimento prima del '600, in Olanda.

Elia: Questa è ancora precedente a quella del '700.

Maria: Comunque era l'Europa del Nord, forse l'Olanda, il Belgio, non

so, comunque... una zona fiamminga. Voi appartenevate a famiglie

borghesi che commerciavano con i panni di lana, e nei retrobottega

avevate questo laboratorio, uno di voi due, dove vi ritrovavate per fare le

vostre ricerche.

Vedo anche un cannocchiale, delle mappe stellari, Keplero, si parla e

discute di queste... ricerche di questi scienziati contemporanei, avevate

sentito parlare del binocolo1 di Galileo, ma ne avevate solo sentito

parlare. Ci sono alcuni membri ma vedo soprattutto... a lei piacciono

molto più... a te piace più l'astronomia, la matematica, mentre a lei piace

più... con questi esperimenti chimici, queste rane...

Elia: Sì, provette, vetri

Maria: ...mentre, o le rane, fare queste cose con le cose elettriche alle

rane. Vedo questa... queste cose qua, mentre te sei più filosofo, no?

Tendi più a usare la scienza sperimentale, però parlate anche dei massimi

sistemi erano argomenti pericolosi, lo facevate in segreto perché

temevate di poter essere perseguitati come eretici.

Elia: Galileo... Galileo aveva paura di fare la fine di Giordano Bruno sul

rogo.

Maria: Sì, lei ti mette molto in guardia, perché è più prudente, mentre tu

eri talmente per lo spirito della verità, della ricerca. Mi dice che non

volevi... bavagli, no? Eri eroico, in questo e lei temeva molto che

qualcuno potesse ascoltarti e denunciarti, e quindi v’incontravate, quindi

lei t’invitava sempre alla prudenza.

Elia: Ed era un uomo, quindi era un mio amico.

Maria: Sì, era più giovane, era giovane, era più giovane di almeno una

decina d'anni, tu sei... siete compagni, amici, ma tu sei più anziano.

Vedo come un ragazzo di 20-25 anni e tu sulla quarantina.

Elia: È una bella vita.

Maria: Sì, sì, avete condiviso molte cose insieme, poi vedo una vita in

cui siete a cavallo, siete viaggiatori, non so dove vi muovete, verso

qualche signore. Portavate il vostro servizio di uomini di conoscenza.

1 In verità era il cannocchiale.

150

Elia: Queste sono comunque lontane queste vite, non... per esempio: fra

il '700 e il '900 c'è un vuoto, il secolo dell'800 non c'è niente?

Maria: Lei mi dice: perché questa vita in questa villa, perché è fine '700,

primi dell'800, durante il periodo della Restaurazione.

Elia: E fino a quella di ora non c'è nessun'altra vita.

Maria: No, no, avete osservato a lungo il nuovo secolo, le guerre, e

avete aspettato di nascere alla fine delle guerre, perché la vostra missione

era una missione di pace. Siete anime di pace, e la vostra pace la

volevate portare attraverso la ricerca scientifica, che in tempi di guerra

non riesce a coltivarsi.

Elia: Sì, certo, è dedicata alla guerra, e quindi non c'è libertà di ricerca e

quindi questo intervallo comunque l'abbiamo passato insieme?

Maria: Sì, eravate in osservazione dei fatti che avvenivano alla Terra e

dovevate studiare molto quello che stava succedendo all'umanità, perché

il vostro contributo che sareste venuti a portare alla Terra doveva essere

un contributo che avrebbe dovuto aiutare l'umanità in una sua crescita. E

a modo vostro l'avete fatto, che non siete rimasti ai margini della ricerca.

Siete stati comunque protagonisti di una fase della scienza che ne

vediamo ancora oggi l'effetto innovativo.

Elia: Quindi come fa Pierre poi a trasformarsi in un essere superiore, in

un Essere di Luce che poteva amministrare la vita e la morte, come in

effetti è avvenuto o è solo un'omonimia.

Maria: Allora, è lo spirito intelligente di... di Elia, la sua anima il suo...

la sua parte spirituale che si scollega dalla sua personalità e che mi trova

in questa dimensione. Lui non è consapevole perché ha ancora molte

resistenze mentali, ma è il nostro sé superiore. È il sé superiore di Elia

Perotti, Pierre, Perotto, eri te, eri te.

Elia: Quindi sono io che gli ho proposto di morire?

Maria: Ad un altro livello sì, con la tua parte spirituale l'hai aiutata, lei

ha lasciato il corpo, ma erano le vostre anime che erano in contatto.

E l'hai invitata... l'hai aiutata, perché lei non ti avrebbe mai lasciato.

Tu ti sei... la tua parte più spirituale ha ricordato che in questa vita tu

avresti dovuto vivere quello che lei ha vissuto in quella vita.

Era un accordo che avevate.

Elia: No, non capisco: in questa vita?

Maria: Sì, in...

Elia: Questa di ora?

151

Maria: Sì, tu saresti dovuto sopravvivere a lei. Mentre l'altra ha super...

è lei che è sopravvissuta a te, sono state due sofferenze, quindi come una

forma di compensazione.

Elia: Sì, è una compensazione.

Maria: Solo che lei mi dice che in quella vita dove lei è sopravvissuta,

lei si è fatta divorare dal dolore e dalla depressione, e non è riuscita a

vivere bene.

In questa vita, ti tocca a te, però lei ora ti sta aiutando, avendo anche

l'esperienza di aver fallito l'utilizzo della vita che lei aveva a

disposizione in più di te, a non cadere nello stesso errore, perché lei ti

farà da ponte per portare a termine la vostra missione.

Elia: Per aiutarmi.

Maria: C'è una ricerca scientifica che la nuova scienza, la nuova scienza

dell'Era Acquariana, come alla fine degli anni '80, '90. Ecco perché mi

fa ricordare questi anni. Iniziava per voi una nuova epopea e la

tecnologia della scienza che fin d'allora non era mai stata toccata,

soprattutto per quanto riguarda il campo dell'informatica e, per Elia, ma

quello è già qualche cosa che oramai è avviato, non diciamo superato,

però è qualche cosa che va a... Ora a Elia gli spetta di essere testimone e

ricercatore della nuova scienza, la teoria delle stringhe, dove lui, con lo

spirito scientifico, deve indagare nel mondo parallelo. Io sarò la sua

guida come lo fu Beatrice per Dante.

Elia: Che nomi avevamo nella vita in cui lei è sopravvissuta?

Maria: Lui Pierre.

Elia: Ecco

Maria: E lei comunque qualcosa col nome "M" Meriam, Mer, Me,

Mary, Me, Me, Ma... Marlène? Qualcosa del genere.

Elia: Comunque un nome francese.

Maria: Sì, vedo Mer, Mar, Marilyn...

Elia: Quindi il fatto che io sia impensierito dei... forse 10 anni che devo

sopravvivere, e lei sia vicina a Pierre e lontana da me non ha senso.

Maria: No, perché sei te in quella vita. È la tua anima che quando

dormi, vi riincontrate, è il tuo... è il... che ancora non l'hai totalmente

integrata, ma è il tuo sé superiore, la tua guida, no? o il tuo spirito-guida.

Elia: Sono io stesso.

Maria: Tu stesso, sì

Elia: Non credevo di aver raggiunto un livello così elevato.

152

Maria: Tutti ce l'abbiamo. La differenza sta...

Elia: Il sé superiore, certo.

Maria: La differenza è quanto l'abbiamo allenato. Tanto da divenire noi

stessi sé superiore, ma lì... è questa parte sid...ziale che agisce dentro di

noi. La maggior parte della gente è ancora dormiente ...(metafonia)... in

te si è risvegliata. E il compito in questa fase della vita sarà proprio nel

guidarti a utilizzarlo. Sempre più devi allenarti.

Rosamiria: Ora Maria si sente in difficoltà a dirti questo, perché può

sembrare di parte, ma è vero quello che ti dice: che ti vuole fare allenare

con la telepatia ed io sono la tua esca. Tu non saresti mai venuto a fare

queste cose se io non fossi morta, ecco perché a un certo livello abbiamo

preso questo accordo.

Elia: E il suo sé superiore?

Maria: Ora sono tutt'e due insieme.

Elia: No, ma chi presenta è un altro Essere di Luce?

Maria: Ora è fusa insieme ora è s... lei è sé superiore, è frammenti di

quello che voi dite varie parti di personalità e dipende da quale io parlo.

Dall'io che è ancora ancorato alla personalità e ai ricordi della donna, è

quella parte che man mano che io mi distacco da questa vita, si

ricongiunge con la mia essenza spirituale che lentamente sintetizza tutte

le varie vite e ne fa la mia sostanza di essere.

Elia: Ecco, per esempio:

Maria: È come se mi facesse vedere che vita dopo vita è come se

facesse delle esperienze che poi confluiscono tutte in questo grande

serbatoio, e questo grande serbatoio è il suo sé superiore.

Elia: Dunque, in un'altra sessione abbiamo detto che Rosamiria ha detto

che abbiamo avuto insieme tre vite in cui eravamo marito e moglie o

amanti, e altre vite come quella che mi hai detto ora in cui eravamo

compagni, amici e basta.

Maria: Roma, al tempo dell'antica Roma siete stati... la prima vita in cui

siete stati marito e moglie.

Elia: Parlami di questa vita ci manca la terza.

Rosamiria: Tu eri un console romano, io ero una matrona.

Elia: Quindi lei era più anziana?

Maria: No, era una matrona romana, eravate coetanei

Elia: Quindi il titolo era solo...

Maria: Sì, sì, vedo questa donna...

153

Elia: E quindi era mia moglie?

Maria: Sì, era una delle tue mogli. Però era...

Elia: Ah perché ne avevo più di una o nel senso: nel tempo...

Maria: No, diciamo che lei era la moglie principale, però come tutti i

romani del tempo ... poi c'erano varie...

Elia: C'erano le concubine, le schiave.

Maria: Eh, bravo, sì, queste, queste qui.

Elia: Ma in genere erano schiave.

Maria: Però lei è la moglie ecco, con cui hai avuto... qui due figli.

Elia: Ecco, quindi abbiamo avuto dei figli.

Maria: Sì, erano un po' deboli di salute questi bambini, forse non sono

nemmeno sopravvissuti. Però vedo ecco l'età in cui avete sui quaranta

anni, però ne dimostrate di più, perché all'epoca comunque una persona

di quarant'anni...

Elia: Era vecchia una persona...

Maria: Sì, ma già parecchio, no? Come ora un uomo di sessanta anni.

Per noi oggi un quarantenne è un giovane. Però all'epoca era... come se

eravate nel massimo della...

Elia: Sì, poteva essere un senatore o un console, poteva essere una

persona d'autorità.

Maria: Sì hai la barba, assomigli... ma la tua forma fisica di oggi è

molto simile a quella che avevi... cioè nel senso che avevi la barba e una

figura opulenta, mentre in quella dell'800 sei una figura magra e alta,

così come nelle... nella fase in cui siete questi giovani alchimisti,

scienziati, fisici, no? Siete in Olanda, Fiandre, vedo questa zona qui, e

invece qui, anche qui ci hai la barba, ti piace molto la barba, nell'800 non

ce l'avevi la barba.

Elia: Strano perché è il momento che tutti la portavano.

Maria: Nel '600 ce l'hai, qui no, non ce l'hai la barba. Sei con queste

basette lunghe così, sì hai le basette e capelli, però hai le basette lunghe,

vedo questo gilè, questa camicia bianca, questo abito sul grigio-

marroncino.

Elia: Comunque se Rosamiria è fusa con il suo sé superiore, dovrebbe

essere più cosciente, più conscia di queste cose, più di me.

Maria: Sì, diciamo che un po' alla volta, no? Si sta... compattando

Elia: Si sta integrando.

154

E comunque, ho bisogno che Rosamiria mi si rivolga con la prima

persona, col "tu" cioè le mi dia del "tu" è questo che mi dà... mi dà la

consapevolezza del contatto diretto, non il racconto in terza persona,

come stai facendo.

Rosamiria: È perché a Maria sto trasmettendo delle immagini che lei le

trasferisce a te attraverso... in forma di racconto.

Elia: Una specie di racconto, sì.

Rosamiria: Ma Maria vede delle immagini, dei fotogrammi, non gli sto

parlando in maniera diretta, ma gli trasmetto frammenti di memorie che

mi sono rimaste di quelle vite.

Elia: Che vanno però interpretati.

Rosamiria: Sì, sì.

Elia: e quindi Maria ci mette del suo.

Rosamiria: Qualcosa sì perché cerca di... descrivere la sensazione che

gli arriva attraverso quell'immagine.

Elia: Sì, e il problema del canale è sempre quello e va risolto, cioè

capire, discernere fra quello che mette il canale e quello che mette la

sorgente, che è Rosamiria.

Rosamiria: È vero, è vero.

Elia: E poi l'impossibilità di avere il controllo su un altro canale, cioè

avere la stessa informazione sull'altro canale per vedere com'è

trasformata. Questo riguarda la mia professione di ricercatore in

comunicazione, e forse Rosamiria non ha un concetto preciso di cos'è la

comunicazione.

Maria: No, ora anche lei è neofita di tutto questo. Anche lei non è che

accede in maniera... solo perché è defunta accede alla conoscenza. Ci

sono tanti mondi, tanti mondi, e si può restare imbrigliati ora, no? Ora in

un mondo, ora in un altro, come una griglia mi fa vedere, ecco, come una

griglia olografica.

Elia: Quindi anche lei ha bisogno di tempo per imparare.

Maria: Sì, sì, sì dice: è tutto un mondo da imparare.

Elia: Sì, però...

Maria: È come se fluttuasse in queste luci, in queste dimensioni. A

volte è sola, a volte... Perché anche lei ora è in una fase in cui deve

imparare.

Elia: E quindi deve interagire con qualcuno.

155

Maria: Sì, però viene lasciata a volte anche da sola, perché questo è il

modo con cui lei deve riappropriarsi della sua unità. In questa fase lei

ora deve far confluire nell'unico serbatoio del sé superiore, le esperienze

di questa nuova vita, così come ha fatto in altre vite.

Elia: Sì, perché ne ha avute tante e quindi tutte coinc... ma il fatto è che

fra una vita e l'altra lei lo ha già passato questo processo. Quindi perché

deve faticare tanto per ripeterlo? Forse perché ogni vita è diversa?

Maria: Sì, e poi non è una cosa immediata e veloce, una cosa è capirlo,

un'altra cosa... possono passare anche anni, anzi, migliaia... per qualcuno

anche tanti anni.

Elia: Ma per una vita, che sono cento anni come fa ad avere bisogno di

mille anni per integrarla?

Rosamiria: Non sempre, questo dipende: le anime evolute hanno meno

bisogno di tornare con frequenza alla Terra, quelle che sono meno

evolute ritornano a distanza più ravvicinata. Quindi le prime vite sono

state anche più vicine, ma man mano che il karma si era esaurito, noi

avevamo la possibilità di scegliere quando venire, a differenza delle

prime vite, in cui eravamo un po' spinti a dover scegliere quel tipo di

incarnazione nella vita.

Elia: Sì, questo è un concetto interessantissimo.

Maria: In questa ultima vita non vi... sapevate che dovevate entrare

nel... tra la fine dell'800 e il '900, e voi avete deciso a lungo e poi avete

considerato che il momento migliore era nell'ultimo quarto del

ventesimo secolo. Anche se la fine dell'800 era una fase di grande

entusiasmo, positività, in cui la scienza nasceva con tutta quella... però

avete voluto aspettare, vedere cosa succedeva e siete nati come seconda,

terza generazione di scienziati nuovi, e ora a te spetta ancora un'altra fase

della scienza, la scienza del sottile, dello sconosciuto.

Elia: Della "risaia" quando parlo della risaia, quando la scienza deve

uscire dall'autostrada. È bello, sì.

Comunque questa molteplicità della persona di Rosamiria che io accedo

a vari livelli e sono questi livelli inconsapevoli, è un mistero che vorrei

chiarire. Forse lei lo vede in qualche modo meglio di me e me lo può

spiegare.

Maria: A me mi fa vedere che è come se lei fosse in una maglia. Dice:

vi ricordate di quella pubblicità di tanti anni fa che vede questa

pubblicità, questa, dove fanno vedere questo detersivo, quest'omino che

è immerso in queste fibre... e allora lei dice: io sono in queste maglie di

queste fibre intrecciate. È come se lei mi stesse facendo vedere questo

sporco che va via, in questa fase è come se si stesse un po' lavando

156

quindi, dipende dal giorno dal momento, non è il tempo come lo vivete

voi in senso lineare, oggi, domani, una settimana. Se lo sta

dimenticando quel tipo di tempo e per lei è tutto presente, è tutto passato,

è tutto futuro, tutto è sempre tutto insieme e quindi ecco perché a volte tu

hai la sensazione di conoscere più Rosamirie, perché può essere che

parla una Rosamiria di un'altra vita.

Elia: Sì, ma quello che vorrei è che con Gina lei mi ripetesse quello che

ha detto con te, per esempio: Pierre bellissimo il racconto di Pierre e

perché con Gina non si ricorda? Non sa chi è.

Rosamiria: Perché... perché Gina è una medium e conosce solo gli

aspetti che riguardano questa vita, non è raffinata al punto da aver

compreso i livelli spirituali e del karma. E quindi, non avendo un certo

tipo d’interesse sul concetto di karma, se non così superficiale, non

coglie anche queste informazioni che mi appartengono, anche se non

sono di questa vita.

È come se dentro di me vivessero tutte le vite, ora che sono stata e ora le

devo fondere, e quindi a volte puoi avere la sensazione di conoscere una

Rosamiria diversa, perché domina la memoria di una... di un'altra vita.

Elia: Cioè di una singola vita, quest’ultima vita.

Maria: E dove l'anima ora unirà tutte di nuovo e però è come se lei ora

vedesse anche tutte le altre vite, e quindi a volte potrà far prevalere gli

aspetti del carattere meno raffinato che aveva in una vita, oppure di un

interesse che in quella vita ha... ha dominato di più. Però c'è sempre un

filo conduttore che poi fa la predisposizione del carattere, e questo voi ve

lo riportate che da sempre voi avete avuto questa intesa come amici,

fratelli, così, anche in questa vita. Quello che dominava il vostro tipo di

amore era un amore già adulto, già... cioè voi lo sapevate che vi sareste

dovuti incontrare. Lei mi dice: certamente ci sono stati dei momenti in

cui lei ha sofferto perché vedeva te che eri troppo distratto, e rimandavi

sempre, c'era una ...

Elia: Cioè non pensavo a lei.

Maria: Sì, eri intrappolato...

Elia: O alla nostra unione.

Maria: Sì, perché tu sapevi che tanto ci s’incontra, però c'è anche un

tempo in cui questa cosa poi dovrà avvenire, c'è stato un rischio in cui lei

ha temuto che tu, pur avendo un appuntamento con lei, rischiavi poi di

essere assorbito in un'altra relazione e perdere l'appuntamento.

Elia: Ma non è avvenuto, per fortuna.

Maria: Sì, perché a livello più alto siete stati aiutati.

157

Siete stati aiutati, perché all'improvviso, senza un motivo reale, tu hai

lasciato perdere le situazioni affettive cui tenevi, e sulle quali eri

coinvolto, e avevi molti vantaggi a restare lì. Un'altra persona, meno

evoluta, non avrebbe mai rinunciato alle opportunità opportunistiche.

Elia: Questa è la descrizione dell'ultima vita, questa presente.

Maria: Sì, sì, sta parlando ...

Elia: Esattamente questo.

Maria: Però, quello che ti ha dato la forza di non farti intrappolare

nell'opportunismo è il fatto che la tua anima sapeva che avevi un

appuntamento, quest’appuntamento lo avevi con Rosamiria non a caso

che vi vedevate, che v’incontravate, dovevate fare delle esperienze, però

poi arrivava quel tempo in cui quest’appuntamento doveva essere

attuato.

Elia: E Rosamiria aveva avuto paura che non venisse questo tempo.

Maria: Sì, sì, anche perché lei aveva ricevuto dei rifiuti dagli uomini,

quindi era un po' sfiduciata, in quel periodo lei era ferita dall'amore

Elia: Sì.

Maria: Si era sentita tradita dall'amore.

Elia: È stato il fatto che lei si è resa conto di questo ed è diventata

disponibile per me, ed io l'ho sentito subito, dopo 13 anni che ci

conoscevamo.

Bello! E quante vite abbiamo invece avuto insieme senza essere... senza

che il sesso fosse compreso, dove eravamo solo amici.

Maria: No, ora non le ha contate

Elia: Non erano importanti?

Maria: Sì, senza avere amici hai delle vite in cui vi siete frequentati per

un po' di tempo, altre un po' di più, questa... ci sono altre vite, però... poi

te le dice, deve un po' ricordarle anche lei, perché non è che...

Elia: Sì, se sta ripercorrendo tutte le sue vite, giustamente verranno

fuori, per esempio le vite in cui...

Maria: Vite dove vedo... non so... un'immagine di una bottega ci sono

dei pezzi di legno, delle tavole di legno, non so se siete falegnami,

costruttori, però siete in questa... cosa siete?

Elia: Facevamo lo stesso lavoro insomma.

Maria: Sì, vedo queste travi di legno.

158

Elia: Comunque quello che chiedo è questo: le vite che lei ha passato

con altri uomini m’interessano moltissimo per esempio: con suo fratello

Pietrantonio quando lei era...

Maria: Vedi Pietrantonio... forse questo Pietro... vedi che si chiama pure

Pietrantonio c'è questo Pierre, Pietro.

Elia: Pietrantonio è stato...

Maria: È un filo conduttore...

Elia: suo marito o suo amante, nel momento in cui ero magari fratello

oppure amico.

Maria: Sì, sì, in effetti questo tema del Pierre, Pietro, Pierotti, no?

Perotti è legato a un karma che è stato sempre l'indicatore, per la sua

anima, di dove fermarsi.

Quindi anche quando ha scelto di incarnarsi, il fratello, prendendo questo

nome, gli ha dato come un faro, un'indicazione della direzione, ma era

solo un trappolino per aiutarla a incarnarsi, perché l'appuntamento vero

era con un altro Pierre che in questa vita si chiama Perotto.

Elia: Sì, capisco, ecco, mi piacerebbe trovare una vita in cui era

l'opposto, cioè l'appuntamento era con Pietrantonio ed io ero solo un

aiuto, un compagno di lavoro o altra cosa.

Maria: Sì, vedo delle spiagge della Normandia, vedo questa... dico della

Normandia perché vedo queste maree molto lunghe e l'estrazione del

sale non so, vedo queste spiagge del Nord, del Nord Europa, dove con

questa specie di rastrelli...

Elia: Sì, si possono riempire e svuotare dei bacini enormi.

Maria: Sì, di sale, io vedo che venivano rastrellate e c'è la raccolta di...

Vedo questi cumuli di sale, erano... lavoravano il sale.

Elia: E quindi anch'io ero coinvolto nella lavorazione del sale.

Maria: Sì, sì, era l'attività principale eravate come lavoratori insieme vi

trovavate lì insieme, ecco...

Elia: E in quella vita invece era Pietrantonio la persona più importante.

Maria: Sì

Elia: E forse aveva un altro nome, ma aveva qualcosa a che fare con

Pierre.

Maria: Vedo una chiesa, non lo so, comunque questi campanili molto

lunghi, secchi, non so se è la Germania queste chiese tipo del... sì, il

protestantesimo, Lutero, qualcosa del genere mi fa pensare... vedo queste

chiese ...ttesche

159

Elia: E ricordo a Rosamiria che io ho sempre bisogno di una prova e

quindi mi deve raccontare qualcosa che io non mi aspetto, e però

corrisponde a verità perché io lo scopro, lo riconosco come

corrispondente a verità.

Maria: Ora sto andando molto in trance vedo delle immagini, ma mi

rapiscono.

Elia: Sì, ma...

Maria: Vedo... non so se è lei, vedo questa donna, non lo so, comunque

vedo qualcuno seduto, con queste vesti come il papa, però non è il papa,

ecco per avere l'idea di queste vesti così.

Barga... cosa c'è a Barga? Cosa le riguarda Barga, vedo Barga.

Elia: Barga, è vicino a Gallicano.

Maria: C'è qualche cosa che ha lasciato a Barga.

Elia: Siamo stati qualche volta a Barga insieme.

Maria: Io vedo questa chiesa c'è una valle poi c'è un muro e guarda la

parte bassa del paese, non so se è così.

Elia: Barga è molto alta.

Maria: Vedo queste strade non asfaltate, nella piana del borgo fatte con

pietra. Va bene.

Elia: Barga c'è qualcosa che riguarda Rosamiria, se parli di salite e

discese.

Maria: Sì

Elia: Ecco, mi deve dire qualcosa di preciso, perché? Ci sono cose che

lei mi ha raccontato di Barga.

Maria: Sì, io vedo ora delle vie... questo grigio della pietra, dei

negozietti, delle salite, delle strade che c'è anche l'erba, cioè che si

interrompono e c'è... delle abitazioni in cui non arriva la strada con la

pietra, ma continuano come viottoli come tanto tempo fa nella parte alta,

non nella parte bassa del paese, in terra battuta.

Elia: Se ci sono anch'io sarà questa vita.

Maria: Sì, sì, è questa vita qui.

Elia: Posso dire che lei ci ha un rimpianto di Barga collegato alla sua

malattia.

Maria: Sì, perché vedo del verde.

Elia: Rosamiria, ci sono delle cose che volevi fare e non hai fatto a

Barga.

160

Maria: Sì, vedo la raccolta di prodotti che vengono dalla terra: castagne,

le viti, l'uva e l'olio.

Elia: No, non capisco che collegamento ci sia con Barga.

Maria: Mi fa vedere l'economia di questo borgo.

Elia: Sì, ma sono cose generali. Qualcosa che riguarda noi la sua

famiglia, perché ovviamente Gallicano, Barga... c'è la sua famiglia di

mezzo.

Maria: Mi sto stancando ora, vedo... mi sento portar via.

Elia: Portar via!

Maria: Sì, mi sento... vedo una strada in salita, vedo... c'è una specie di

slargo, non è una vera piazzetta no, no, un pochino al largo, ci sono dei

negozietti e poi in fondo a questi negozi, una salita bella ripida che porta

verso poi questa cattedrale, cos'è? Un duomo? Cos'è? Con delle strade

che portano poi su.

Elia: No, è che siamo andati insieme qualche volta, forse una volta sola,

a Barga, perché io non avevo ragione di andare a Barga, non c'era niente

che mi riguardasse me.

Maria: Sì, lì non lo so perché ci voleva andare.

Elia: Che io ce l'ho accompagnata perché forse era già malata, per

questa ragione che non voleva andare sola.

Maria: Va bene, ora mi sento venir meno, sono un po' stanca, vedo delle

polveri.

Elia: Io chiedo una promessa a Rosamiria che mi parli attraverso l'altro

canale, Gina di qualcosa di cui mi ha parlato con te, perché devo

risolvere questo problema del mistero della molteplicità, della diversità

di Rosamiria.

È la stessa, mi racconta la stessa vita, però non le stesse cose.

Questo va risolto. Questo mistero va risolto, se no io non posso

presentarmi con un libro se non ci sono delle prove che... che il canale

non altera il contenuto del messaggio.

Questo è quello che riguarda me come ricercatore.

Ti ha esaurito questa volta.

Maria: Mi sento tutta confusa ora, mi arrivano tante immagini mi sento

portar via. Sono vari frammenti di memoria che lei ha anche da altre vite,

mi si sovrappone, a volte ora è presente Barga, ora mi aveva portato, non

lo so in un accampamento, un villaggio fatto di capanne.

Elia: E quindi sono vite molto più lontane

161

Maria: Sì, sì, perché vedo dei pali e vestiti con... cenci, abiti di animali,

come si chiamano pel... non pellicce, sì, però pelli di animali addosso.

Elia: Va bene, allora salutiamo Rosamiria.

Maria: Sì

Elia: e la ringraziamo.

Maria06. Durata 36’50”. In questa registrazione si parla dell’enigma

dell’identità di Pierre, e di altre vite insieme, ma non come coppia,

piuttosto come colleghi di studio o di lavoro.

2299//1111//1155

Sogno breve. Io e Rosamiria siamo sulla circonvallazione di Lucca,

subito fuori le mura, davanti al Laboratorio di Analisi di Porta Elisa,

dove lei ha lavorato per più di due anni, quando era appena laureata.

Stiamo parlando con il proprietario perché Rosamiria ha bisogno di una

attestazione della attività svolta, per il ricongiungimento dei contributi

della pensione. Lei mi dice di aspettarla fuori, mentre loro si avviano al

laboratorio. Resto solo in macchina accanto al marciapiede. Non

capisco perché non posso venire anch’io. Lui le sta troppo vicino mentre

cammina accanto a lei, entrano nell’ufficio, lui ha il braccio dietro di lei

come per cingerle la vita, in un atteggiamento di protezione. Mi sveglio

alle 6:50, mi ero addormentato pensando a lei.

3300//1111//1155 -- GG0077

Settimo colloquio con Gina. Qui c’è la registrazione con i sottotitoli.

Rosamiria: Scendo a te dalla dimensione in cui ora mi trovo. Una

dimensione in cui ora finalmente mi sono staccata anche di tutto ciò che

mi apparteneva di terreno.

Gina: Ma fumava?

Elia: Sì

G.: Quindi questa era una cosa che gli doveva piacere parecchio! Dice:

l'ho lasciata a livello materiale, quindi...

E.: Ha avuto il cancro al polmone, che ne era una conseguenza, e lei

insegnava a Farmacia, i corsi erano Farmacologia III e Tossicologia.

G.: Figurati!

E.: Proprio il lavoro suo.

162

R.: Per cui ora, da tutto ciò che può essere fisico e terreno ho avuto

questa ripulitura. Mi sono messa in cammino e, aiutata in modo

particolare da tua sorella, quell'essere di luce così immenso, così grande

che, lo so, ha lasciato un dolore grande e uno sconcerto quando tutto

successe così all'improvviso, in un modo così quasi inspiegabile.

G.: Può tornare quello che ti dice?

E.: Sì

R.: Per cui, però quaggiù il suo cammino era in questa forma angelica

che ora è diventata. Ti voglio dire che gli angeli non hanno le ali, ma

bensì sono esseri di luce con una sapienza e una conoscenza che va oltre.

Ci sono diverse forme angeliche: ci sono coloro che non si sono mai

incarnati e che sono veramente quelle anime che, come l'angelo custode,

ci vengono in protezione e ci guidano per tutto il cammino terreno, e che

nessuno ha mai visto. E mai hanno toccato la Terra, ma che come

custodi e aiutanti del nostro percorso terreno e angeli che sono stati a noi

vicini, hanno fatto parte della nostra vita e si sono incamminati in un

percorso di luce, dove ci attendono e ci guidano poi, ognuno di noi che

passa il confine e arriva di qua.

Vedi, la cosa basilare di tutto questo è avere la fede, anche perché non ci

possono essere prove tangibili da poter toccare per far capire com'è la

nostra dimensione, se non soltanto dei ricordi che noi portiamo come

conferma di ciò che siamo stati, ma che quanto più ci alziamo tanto più i

nostri ricordi svaniscono.

Rimane il sentimento, quello è il cordone ombelicale che ancora ci lega

sulla Terra. Vite, le nostre, vissute a volte vicini, a volte lontani, ma la

comunione delle nostre anime viene da molto lontano, da vite, vite, vite,

vite passate, fatte in epoche e in territori diversi, ma che poi in questo

cammino ci siamo poi ritrovati.

G.: Perché mi fa vedere il mare? Ti dice qualcosa il mare?

E.: Sì, abitiamo vicino al mare

G.: No, ma qui mi fa vedere anche un... Non so, se avete fatto una

crociera, una traversata importante...

E.: No, si va sempre in aereo, mai per mare.

G.: Perché mi collega me a una traversata? Te devi mica fare un

viaggio?

E.: Abbiamo fatto un viaggio, siamo andati in America.

G.: No, ma qui fa via mare. Te devi mica far qualcosa...

E.: Non lo so.

163

G.: Aspetta però...

R.: Mi ricordo di un periodo della mia vita in cui non c'era mare, ma

c'era acqua ferma, come un lago, e tutto era fermo, mentre la mia

preferenza e la mia vita è stata quando siamo stati nella nostra ultima

casa, dove veramente il mare mi ricaricava.

G.: Ti può tornare?

E.: Sì, siamo a Tirrenia

G.: No, ma perché mi dice "acqua ferma"?

E.: Acqua ferma è il lago.

G.: Non si ricorda di una vita eh dice: si riposa...

E.: Della nostra vita, sì, sì.

G.: Cioè, no ecco perché ti dice... si ricorda, vedi infatti mi fa vedere la

barca come se lei vedesse il mare, però invece me lo fa vedere come

chiuso in un lago. Come se lei, avesse visto, però non era così, ma

quello che... Il periodo che gli è piaciuto di più era proprio il mare, cioè

il periodo dell'ultima casa lungo il mare.

Vuoi provare a chiedergli qualcosa? Ah, ti vuol dire:

R.: Tanti maestri quaggiù incontriamo che ci aiutano e che ci guidano.

Maestri, esseri spirituali, più evoluti, che non hanno fatto parte della

nostra vita, ma che ci conducono nella sapienza della nostra nuova

dimensione.

G.: Cosa gli vuoi chiedere?

E.: Ed io sono sempre legato alla Terra, quindi le chiedo: per esempio:

lei ha parlato di episodi della sua vita, per esempio quello che mi ha

raccontato la cognata, oppure quello... eh io... vorrei che lei me lo

confermasse. Per esempio: quando ha parlato di lago, certamente, ci

sono due laghi: il lago di Massaciuccoli e il lago di Ginevra.

R.: Ginevra è quello più importante per me.

E.: Ecco! C'è stata sei anni a Ginevra.

G.: Ah ecco! Infatti io non so perché te l'ha detto, ma hai fatto una prova

te per vedere cosa ti diceva?

E.: Sì, per esempio: lei mi parla di Ginevra, è chiaro che lei il lago di

Ginevra l'ha visto da vicino, abbiamo fatto anche una crociera.

G.: Ah ... anche una crociera.

E.: Sì, ma una serata.

G.: Non importa, ma lei ce l'ha come ricordo lei te l'ha portata come

ric... l'hai fatta sul lago?

164

E.: Sì, sul lago.

G.: Ecco allora perché, allora mi torna, vedi?

E.: Una nave dove c'era il ristorante.

G.: Una barca mi fa: come se fosse il mare, però me lo fa chiuso, come

un lago, ecco perché.

E.: E poi sul lago di Massaciuccoli lei mi ha raccontato un episodio che

riguarda il lago di Massaciuccoli. Se me lo vuole riraccontare per me è

una prova importantissima.

G.: Mi dice: Puccini, è andata a vedere un'opera?

E.: No, no, Puccini... c'è la casa di Puccini.

G.: Ma lei è andata a vedere forse la casa di Puccini?

E.: Probabilmente, lei mi ha raccontato un episodio, dove c'erano dei

particolari che se me li deve ridire...

R.: Io mi ricordo soltanto una visita fatta sul lago, dove ho visitato la

casa di Puccini, e dove sono entrata in un'atmosfera particolare, ma

sinceramente altro non mi è rimasto sulla pelle.

G.: Poi mi dice l'episodio non era mio, era di mia sorella.

E.: Mia sorella? Lei, lei... ecco, sua sorella? Mi deve spiegare quale. Chi

è sua sorella?

G.: Perché mi dice: è una cognata che io consideravo sorella. Ti può

tornare?

E.: Dunque, c'è una cognata, la moglie del fratello, che lei ha sempre

considerato sorella perché è legata col fratello. Deve essere lei.

G.: Sì, no perché mi dice... e che era con lei sulla... che è lei che ti ha

raccontato di questo discorso della casa di Puccini?

E.: No, non c'entra con la casa... lei mi ha raccontato un altro episodio.

G.: No, lei mi ha detto che si ricorda soltanto di aver fatto questa gita sul

lago di essere andata alla casa di Puccini e di aver ascoltato anche della

musica quindi non so se è stata anche al concerto, se ha visto anche un

concerto nella serata, dice, ma non mi ricordo di altre cose.

E.: No, io mi ricordo che siamo andati a visitare la casa di Puccini, ma

non c'era musica e questa è una volta che c'ero io. Ma lei, nell'episodio

che mi ha raccontato del lago di Massaciuccoli, non c'ero io.

G.: No, non mi fa... non mi dice altro, figurati, mi fa vedere dei panini

mangiati a un banchetto, quindi figurati te cosa gli viene in mente, ti

dice: wurstel e krauti. Non so, guarda... non, non sei da meno, attraverso

165

me no, si ricorda la visita della casa e secondo me è andata anche a un

concerto.

E.: Ma al concerto non ci siamo andati mai, io e lei, forse c'è andata con

qualcun altro.

G.: No, dice:

R.: Quello m'è rimasto nella mente la casa. Io mi ricordo in modo

particolare gli eventi nostri, mi ricordo la lontananza di cui ho sofferto

molto e di cui tu hai sofferto, la paura di perdermi nonostante invece che

i nostri cuori erano uniti, nonostante che accanto a noi... che noi non

eravamo soli, ma che avevamo sempre qualcuno accanto a noi per

dividere la nostra vita, ma le persone accanto a noi non sono mai state

significative, perché i nostri cuori erano uniti. Tante volte, per il destino,

per il tuo andar via con un lavoro particolare, e mai solo.

G.: Dice: non lo so se ti può tornar questo.

E.: Sì, è vero.

R.: Quindi molte volte, se non ci amavamo così come ci si amava noi, la

divisione era quasi scontata, invece ci lega molto di più, tanto di più,

sempre ci ha legato.

E.: Se mi vuole dare una prova, la deve scegliere lei...

G.: Te l'ha data oggi, ti ha dato quella della barca, ti ha dato q... cioè, ti

ha detto... te l'ha fatta anche sul mare che il mare non era, te l'ha

cerchiato come lago e ti ha detto... quindi volevo dire... come prove devi

vedere anche quello che loro ti danno, capito?

E.: Sì, sì

G.: Quindi...

E.: Lei ha parlato di permessi che deve chiedere, permessi per...

G.: Per venire in sogno

E.: Ah ecco!

G.: E per dire anche cose future, che non c'è permesso. Ognuno ha il

libro della vita quaggiù già scritto, che può cambiare secondo il libero

arbitrio di ognuno che ha sul percorso. Ogni tanto ci si può dare una

sbirciatina, ma non c'è permesso dire tutto, altrimenti la vita non sarebbe

vissuta.

E.: Eh sì, perché sapere tutto...

R.: Ecco perché, ti dico, ti posso dire che hai ancora anni da passare

sulla Terra, hai un percorso individuale per il contatto diretto con me, e

riuscirai ad averlo. Ecco! Questo è ciò che vuoi e che stai lavorando per

farlo, e ti dico che ci sono già buoni risultati, ti hanno accompagnato ad

166

incontrarmi e mi hai incontrato ora questo percorso lo devi, piano piano,

fare da solo, e rimetterti in contatto attraverso una meditazione profonda

che ti fa passare ogni confine terreno.

G.: È vero? non lo so io.

E.: Il metodo che usano è alterare lo stato del cervello.

G.: Vedi che te le sta dando le prove, io qui non le posso sapere.

E.: Però non è ancora accaduto.

G.: Ma però te l'hai già incontrata, sta dicendo lei, quindi diceva che

devi, ciò che hai appreso, devi cominciare a lavorarci perché ti succeda a

te.

R.: Ti vedo quando la sera cerchi di lasciarti andare prima di dormire per

cercare di incontrarmi. Lo so.

G.: Ascolta, te dormi su due cuscini?

E.: Sì, l'abbiamo già...

G.: Ah, te l'ha già detto? Perché non me lo ricordo, mi fa vedere...

E.: Abbiamo già parlato di questo.

G.: Io, io, proprio i messaggi, poi... hai visto quanta gente ci ho? Non me

lo posso ricordare.

E.: Con i cuscini laterali, ai lati.

G.: Poi mi fa vedere un comò, un comodino, e ci hai sempre dei libri

aperti sopra.

E.: Quando leggo sì, li lascio girati in giù per rimanere al segno.

Comunque ci ho da chiederle una cosa: ieri notte, non questa notte, io

l'ho sognata, se lei mi racconta se è venuta espressamente lei o sono io...

G.: Mi ha detto non ci siamo toccati, è vero?

E.: Sì, è vero.

R.: Mi hai visto serena, Ma mi hai visto da lontana e con un volto più

giovane, è vero?

E.: Sì, si riferisce a quando si è laureata.

R.: Quindi, sì, ero io.

G.: Poi mi dice una cosa che non sapevo neppure io, ora io te lo dico

perché dice:

R.: Ricordati che quaggiù la media dell'età più alta è 33, quindi anche se

arriva anziano...

E.: Me l’ha ridetto...

167

R.: Chi arriva anziano, si...

E.: Non supera i 33, sì, sì.

G.: No, io non sapevo, guarda, questa cosa qui è già stata detta? Perché

io non lo so.

E.: No, questa non l'aveva ancora detta.

G.: Quindi te l'hai rivista giovane anche perché nella sua... se gli si vuol

dare un'età fisica, ti dice che non può avere più di 33 anni.

E.: Ma nel sogno si verificava un avvenimento collegato al suo lavoro,

collegato alla sua laurea, e il fatto che ci fossi io... non ci dovevo essere.

R.: No, ma perché tu mi stavi guardando come se tu mi guardassi

dall'esterno.

E.: Sì, in pratica c'ero, ma non avrei dovuto esserci, perché in quel

momento non ci frequentavamo.

R.: Lo so, ma ti ho fatto vivere una parte e un episodio importante per

me della mia vita, dove hai partecipato anche te.

E.: Cioè, nel sogno ci ho partecipato.

G.: Ti stava dicendo: infatti mi dice: mi hai vista giovane, l'hai vista

serena, l'hai vista... per cui, anche se era... non so io... a quanti anni s'è

laureata lei?

E.: Eh molto... è dunque nel '72 quindi lei era del '46 nel '76 aveva 30

anni quindi nel '72 non ce l'aveva, 26 anni aveva.

G.: Capito? Comunque dice: non più tardi di quello, quindi era un

episodio, però te l'ha detto: mi hai visto più giovane, mi hai visto più

serena... volevo dire, per cui... dice:

R.: quindi, devi ora piano piano incamminarti tu e devi cominciare a far

pratica tu stesso del contatto con me, perché hai avuto una prova

personale di un mio episodio di vita, e poi oggi hai avuto altre prove di

ricordi che ho passato insieme a te.

E.: Qualcosa da mettere nel libro?

R.: Tutto è da mettere nel libro, tutto.

E.: Certo, ma qualcosa magari che non riguarda me...

R.: Allora,

E.: Per i lettori.

R.: Lo so, ma vedi, tu parti da una tua ricerca, da un tuo incontro con me

e da una conoscenza di questa dimensione, da ciò che tu hai provato

personalmente, da ciò che ti è stato comunicato.

168

Non sarà soltanto questo mezzo, ma avrai altri modi di incontrare

persone che ti aiuteranno in questo cammino, per cui ti dico: non puoi

avere 1+1=2, non funziona così.

E.: Ma io spero che nell'altra dimensione ci sia una fisica, ci sia una

matematica ci sia tutto,

R.: No.

E.: La filosofia come c'è qui sulla Terra, magari diverse.

G.: Io non lo so, perché mi fa una radio con delle ruote.

E.: Ruote?

G.: Nelle note musicali, una radio.

E.: E allora è musica, è musica, sì.

G.: Ti può tornare? Però proprio una radio... aveva l'abitudine di tenere

la radio accesa? Hai intenzione di fare metafonia?

E.: No, francamente la metafonia non mi interessa molto.

G.: Mi fa vedere una radio e ti dirò di più: quelle radio con le manopole

davanti.

E.: Sì, quelle...

G.: Sì

E.: Allora lei potrebbe dire qualcosa di più, per esempio che... che cosa?

G.: Non lo so, lei lì mi porta proprio questo qui...

E.: Sono antiche queste radio?

G.: Certo.

E.: Ecco, sono antiche...

G.: E non solo una, perché mi dice: e non solo una?

E.: Non solo una! È giusto, è giusto.

G.: Dice: qui... ma perché? Collezionate radio?

E.: Lei lo faceva.

G.: Vedi? C'è. Per chi faceva vedere proprio la cosa antica capito?

Proprio la radio antica.

E.: E tutti pensavano che, dato il mio lavoro, fossi io il collezionista,

invece no.

G.: Cioè, questa è un'altra prova, devi cominciare piano piano a prendere

queste, capito? Io questa qui proprio non mi puoi dire, cioè io non capivo

nemmeno, infatti ho detto: ma questa?

169

E.: È una cosa bellissima, è giusto.

G.: Quindi, arricchisciti di questo. Come ti ho detto, non può essere

1+1=2, ma la prova la leggi fra le parole, fra ciò che viene detto.

Ricordati che noi siamo ora esseri disincarnati, senza più mente, ma che

siamo soltanto la nostra essenza, il nostro spirito e la nostra anima che

comunica, quindi dovete anche saperci interpretare.

E.: Sì, non capisco cosa intende lei per mente.

G.: Cioè non si possono... loro non è che sono al livello... cioè non

ragionano più con la nostra mente come si ragiona noi.

E.: È un peccato perché non ci si capisce.

G.: Ma è... è così, è una dimensione che è troppo... perché, ma a volte

quando si dice: bisogna essere grati, no? a volte per quello che uno ha,

perché si potrebbe... hai detto...

E.: Potevano fare uno sforzo per adattarsi a noi.

G.: Invece a volte, magari sembra che quello dice: è qui, tanto è tre

minuti, cosa vuoi che mi... mi deve dire tutto quello che voglio, cioè, non

è così, non è semplice.

R.: Le frequenze, lo sai, che non sono più le stesse, per cui non è

semplice per noi comunicare, come non è semplice per voi a volte

capirci, ma se togliete la razionalità, e riflettete, capite ciò che vogliamo

dire.

G.: Infatti se te guardi una metafonia, non so se hai sentito Riccardo, le

parole, eppure parlano, ma non parlano mica come si parla noi. Ci

hanno quell'accento perché non hanno più le corde vocali, ci hanno una...

una...

E.: Cadenza diversa

G.: Eh, capito? Cioè bisogna... perché ... ora, allora farebbero presto, no?

Ciao, sono Francesco, ti voglio bene mamma. Ma sarebbe più semplice

per noi, invece le devi capire fra i rumori, fra queste cose qui, certo ...

E.: Per questo che non mi piace la metafonia perché spesso ci sono dei

rumori, non si capisce la parola giusta, si deve interpretare, e quando uno

interpreta ci può dare il significato che vuole.

G.: Certo, quello senz'altro.

E.: No, quello che chiedevo è questo: siccome lei sta in casa insieme a

me, quindi mi vede tutto il tempo, io cerco di aprire un terzo canale, che

è quello che io gli faccio le domande e poi lei dovrebbe rispondermi ora,

quando ci sei te, attraverso di te. E questo sarebbe il terzo canale.

G.: Ma è... ... ... forse dipenderà anche da me.

170

E.: Abbiamo già provato, e ha detto che lei aveva troppe cose, da me.

Cioè, è chiaro che se, in una settimana, lei vede quello che faccio,

tantissime cose faccio, ma al momento in cui le faccio la domanda cui

poi dovrà rispondere, bisogna che lei lo riconosca quel momento e lei

non lo riconosce, mi faceva...

G.: Perché lo spazio-tempo è diverso.

E.: Mi faceva l'immagine di una brocca che versa il suo contenuto e lei

non riesce a distinguere tutto quello che c'è nella brocca.

G.: Infatti perché lì ci abbiamo spazio-tempo, in mali ti ho detto che

quanto più ci evolviamo tanto più ci stacchiamo dalla Terra. E noi

sentiamo il richiamo e parliamo all'anima, non più alle cose fisiche.

Ascolta, ma te ci hai una poltrona a dondolo, c'è qualcosa...

E.: No, a dondolo non ci abbiamo nulla.

G.: Nemmeno fuori, perché mi fa vedere una poltrona un po'

particolare...

E.: In giardino no.

G.: O ci ha delle gambe di legno fatte un po' particolari.

E.: No, ci sono delle sedie di bambù, di giunco, insomma e ce ne sono

sei, più una... più altre due, otto sono.

G.: Perché mi fa vedere...?

E.: Che sono in casa nostra, ma è chiaro che sono sedie insomma, non

sono altro.

G.: L'ho sempre detto tipo un ponte, e sai me la ridisegna, tipo una

poltrona, nemmeno in camera, non c'è niente con delle gambe strane,

proprio, non lo so, io ho capito...

E.: No, non capisco a cosa si riferisce.

R.: Comunque, tu, riascoltando il colloquio che abbiamo avuto oggi, ti

renderai conto di quante prove terrene io ti ho dato.

E.: Sì, certo, le prove ci sono. Quelle che cerco io sono prove...

G.: Il problema è della giornata, delle cose attuali, che loro non avendo il

tempo non riescono più a vedere, ci hanno come dei ricordi e questi

ricordi ti devono tornare con le tue cose, capito? Non lo so io, poi può

darsi che più si lavori, e più scarto lei.

E.: Il loro presente non è il nostro presente.

G.: Eh perché il tempo loro infatti allora mi dice il nostro tempo, si

battono le ciglia e per noi è già l'oggi, no, cioè è già domani, voi ci avete

sempre... cioè, volevo dire: come tempo, come frequenze anche, che loro

171

sono diversi, poi la fisicità, cioè, capito? C'è magari un qualcosa che può

colpire allora che possano dire, per esempio: anche voi del libro aperto,

cioè ti vede proprio come d'una cosa che fai proprio di routine, capito?

Nel senso questo è... è...

E.: Hanno scelto di leggere per addormentarmi.

No, il punto è che io appunto il terzo canale che io vorrei aprire bisogna

che io faccia qualcosa di speciale, per cui lei si accorga che le sto

facendo una domanda, cui poi risponderà. Questa è una prova

importantissima

R.: Lo so, ma io imparerò anch'io a cercare di comunicare in questa

maniera, non è semplice neanche per me, quindi cercherò, mi sforzerò, e

proverò a fare. Prima di dire una cosa che non è vera, preferisco non

dirla. Importante anche questo, è bello anche questo.

E.: È giusto.

G.: Va bene Elia? Mi sembra oggi te ne ha date di prove?

E.: Sì, me ne ha date: la radio.

G.: Anche quella lì della radio, cioè, volevo dire...

E.: La radio, e il lago.

G.: Infatti, hai visto, ha fatto proprio questa barca che mi faceva vedere

come sul mare, e poi l'ha proprio cercato, poi ha detto "acqua ferma"

E.: Sì, perché era il lago di Ginevra lei mi diceva che i laghi non gli

piacevano allora io l'ho portata a questa cena col ballo e lo spettacolo,

tutto sulla nave che poi era una nave di quelle da lago.

G.: Poi ho detto, ma ha fatto una traversata? Aveva proprio questo

ricordo bello che ci aveva lì.

E.: Sì, era una nave a ruote, come sul lago usano, ci hanno l'elica, ci

hanno le ruote a pale.

G.: Poi ti vuol dire una cosa:

R.: Ricordati che in questo percorso incontrerai altre persone che

comunicano perché tu senti questo desiderio di provare ogni tipo di

medianità. Ascolta sempre la vibrazione del cuore e ciò che ti arriva,

quello è verità. Ognuno ha il suo modo di comunicare.

G.: Scusa, ma dice:

R.: Ma un qualcosa di concreto ci deve sempre essere.

E.: Infatti io ho dei... la materia o la fisicità comunque non se la può

scordare completamente, anche perché dice: una volta ci sarà la

resurrezione, la nostra Chiesa ci insegna questo, e quindi avremo di

172

nuovo un corpo. Che mi dici di questo? Cioè, ci devo credere alla

resurrezione?

R.: No, la resurrezione della carne non ha senso. Nel senso che quaggiù

c'è l'eternità che quando tu addiverrai quaggiù mi ritroverai come quando

ci siamo lasciati e in quel momento ci riconosceremo fisicamente, ma

poi entrambi il corpo lo lasciamo, è la nostra essenza che va avanti,

quindi a che serve un corpo?

E.: Ecco! Questo è importante, è un messaggio per i lettori del libro.

R.: Cioè, dice: nel momento che tu arrivi là tu vedi, per esempio vuoi

vedere la tua sorella, la tua mamma, il tuo babbo, lei, le vedi proprio

come... però dopo non ci ha più... perché anche tu fai parte di quel

mondo, come non ci hanno loro il corpo non ti serve più a te il tuo, però

uno si riconosce in un'altra maniera e comunica in un'altra maniera.

E.: Certo, il problema di riconoscersi è importantissimo, la forma del

corpo, del viso, ha un’importanza fondamentale, che poi sia solo la

forma e sia solo un'immagine...

G.: Ma infatti è stato un... e questo ti riconferma la prova che ti ha fatto

nel sogno, che tu te la sei sognata, quindi lei è venuta giovane. Quindi,

volevo dire, può prendere il corpo per farti vedere in varie maniere e in

varie età, che però non ha più senso per lei. È un corpo che non serve

più, un vestito.

E.: Ma ci si riconosce in quel modo.

G.: In quell'attimo lì che tu arrivi, c'è, vedi lei. E poi, dopodiché, cioè, è

un corpo... che è come se tu levassi il cappotto e state insieme lo stesso,

capito?

E.: Non ci serve più.

G.: No.

E.: Questo mi delude un po', mi dispiace.

G.: Ma perché stai ragionando con la mente terrena. Quando arrivi

quaggiù la tua mente terrena è polvere, non esiste più, quindi entri in una

dimensione nuova con un nuovo modo di ragionare, e di essere. Bello

anche questo.

E.: Lo capirò quando arriverò.

G.: Ecco perché c'è sempre la differenza fra noi.

E.: Comunque digli che continui a chiedere tutti i permessi,

G.: Certo.

E.: In modo che possiamo comunicare anche nel futuro.

173

G.: Lo farò. Sì, con infinito amore ... va bene. Marco che è la mia guida.

Io ti dico: anche per esempio quella signora di là ha riconosciuto

nell'immagine il suo figliolo, no? Vedi, non sarebbe più chiaro anche per

loro invece che venisse là come una fotografia, vuol dire che è uno

sforzo anche per loro già venire come vengono, cioè, capito? Poi andrai

più là, ci sarà poi la sperimentazione, gli accorgimenti, sarà sempre

migliore, può darsi anche che questo contatto qui venga sempre

migliorato, ma perché devono lavorare loro e si deve lavorare anche noi,

si devono sempre amalgamare di più.

E.: Ho capito, cioè stiamo imparando.

G.: Infatti lei ha detto: imparerò anch'io.

E.: Anche lei.

G.: A cercar di capire le domande che mi fai di poterti portare la

risposta.

E.: Va bene.

G.: Ok?

E.: Va molto bene.

G.: Oggi ti ha... proprio, dai!

Gina07. Durata della registrazione 25’50”. Qui ci sono varie prove: i

laghi che non le piacevano, e le radio antiche che collezionava, ne aveva

tre. Poi ci sono due rivelazioni: che nella sua dimensione tutti hanno un

aspetto di un’età sui trent’anni, e che la resurrezione non esiste.

0011//1122//1155 -- MM0077

Settima registrazione con Maria e i relativi sottotitoli dove si parla di

fiamma gemella e anime gemelle, del primo contatto attraverso un sogno

dopo il “sonno riparatore”, delle evoluzioni sulla neve nell’85 a Ginevra,

del sé superiore, dei gruppi di anime che vivono vite in comune, e di

uscite dal corpo nel prossimo corso “Lifeline”.

Maria: Rosamiria! Pierre è collegato a Rosamiria, è... è come se fosse,

non dico, non è la... è la sua parte maschile, no? È la sua anima...

l'animus, e l'anima.

È la sua "Fiamma Gemella". La sua fiamma gemella che in alcune

incarnazioni, alcune vite si è incarnato fisicamente e, siccome in questa

vita lui non si sarebbe incarnato, era d'accordo, no? che non si sarebbe

incarnato e ti ha avvicinato te, che in qualche modo eri la persona con

cui Rosamiria avrebbe potuto fare l'esperienza, e i segni di

riconoscimento che si danno le anime, nascono dal ricordo latente di

174

alcuni particolari, come può essere l'eco di un nome, di un monumento in

una città, di un particolare che risuona nell'anima che deve riconoscere.

Quindi, il fatto che tu avessi scelto una famiglia con questo eco: Pierre,

Pierotti, e che anche i tuoi antenati erano collegati alla Francia, erano

alcuni segni di riconoscimento per Rosamiria, perché attraverso di te

Pierre si sarebbe potuto canalizzare e esprimere affinché Rosamiria

potesse vivere la sua esperienza di vita, in questa vita.

Mi dice Pierre che tu sei stato un animo sensibile e gentile con

Rosamiria, che negli anni in cui siete stati sposati, fidanzati, l'hai

rispettata e l'hai saputa amare, anche se non gli hai manifestato con

emotività passionale, però c'era questa sensibilità profonda dell'animo

che l'ha protetta, dato che Rosamiria era stata un'anima ferita dagli

uomini, delusa, e anche ingannata.

E questo le aveva creato molto...

(interruzione)

Elia: Concentrati...

Maria: Io sto parlando con Pierre, ora è Pierre che mi dice questo: che

lui che è d'accordo con l'anima di Rosamiria, prima di incarnarsi,

avevano preso...

(interruzione)

Elia: Allora: Pierre si era messo d'accordo con me.

Maria: Sì, in questa vita che tu avresti scelto una famiglia con delle

caratteristiche non solo per te, ma che avrebbe potuto dare a Rosamiria,

nel momento in cui ci sarebbe stato il momento opportuno per il vostro

incontro, quel segno di riconoscimento che tu eri l'uomo giusto per

guidarla nella sua ricerca.

Dato che in questa vita entrambi siete venuti per portare un servizio

nell'ambito e nel settore della scienza, tra te e Rosamiria c'è sempre stato

un legame di anime gemelle.

Avete già condiviso varie vite, e siete sempre stati in un reciproco aiuto.

In altre vite vedono... Io vedo, questo non lo so, nel '600 comunque siete

un po' degli alchimisti, non alchimisti, gli scienziati che... alambicchi,

no?

Elia: L'hai già raccontata questa vita! in cui eravamo due uomini.

Maria: Lei era più giovane, tu eri più grande, a lei gli piaceva di più

aggeggiare con queste provette, mentre tu hai dei rotoli di pergamena e

guardi più i movimenti degli astri. Tu eri molto più attratto dalla

matematica, dalla fisica, dall'universo, mentre a lei piaceva sperimentare

con la chimica, con gli animali, fare esperimenti nell'ambito della

175

scienza naturale. E vi scambiavate le vostre ricerche, parlavate anche di

testi di... in maniera più filosofica, però lo facevate in grande segreto,

perché temevate che le vostre idee potessero essere usate per accusarvi di

eresia.

Io vedo, non so, fine '500, '600 era il tempo dell'inquisizione.

Elia: Sì, ma quello che mi interessa è: come si concilia Pierre con il mio

sé superiore?

Maria: È il s...

Elia: Coincide con il mio sé superiore?

Maria: No, no, ha a che fare con Rosamiria, è la “fiamma gemella” di

Rosamiria, che significa il suo doppio maschile, che in alcune vite si è

incarnato fisicamente con Rosamiria, ma il più delle volte o uno dei due

s’incarna e l'altro resta come sé superiore.

In questa vita lui non si è incarnato, ma ha agito su un piano telepatico

nella vita di Rosamiria, e nei momenti in cui si muore, si ricongiungono.

E aveva designato, questo sé superiore di Rosamiria, te come la persona

che avrebbe potuto meglio esprimere la parte fisica di questo Pierre.

Elia: Quindi io sono una emanazione di Pierre, in qualche modo,

Maria: Sì, sì, sì quello che...

Elia: Ma non è il mio sé superiore.

Maria: No, è legato a Rosamiria.

Elia: Ma non è nemmeno il sé superiore di Rosamiria?

Maria: No, è il... il suo maschile, è la... è la... ...

Elia: E anch'io dovrei avere una... una parte femminile.

Maria: Sì, sì, è sul lato androgino.

Elia: E non la conosco, non l'ho mai incontrata?

Maria: No, mi dice che in questa vita no. Non hai mai mosso questa

ricerca perché il piano dell'appagamento che avevi trovato con

Rosamiria come anima gemella, perché un'anima gemella è diversa dalla

fiamma gemella, l'anima gemella è un compagno con il quale si fanno

esperienze di vita, condividiamo una missione, una crescita, e possiamo

avere più anime gemelle, in più settori, e a seconda di quanto è

poliedrico il nostro impegno in questa vita.

Il fatto che in qualche modo questa relazione soddisfaceva, non solo i

tuoi bisogni, ma avevi anche un compito specifico nella vita di

Rosamiria: con la tua fiamma gemella finora non ti sei incontrato, in

questa vita.

176

Questo dipende ora anche da te, e anche da lei, se in qualche modo

vorrete attivare questo incontro.

Elia: Mi sembra importante. Dovremmo dedicare una sessione

all'anima... alla fiamma gemella.

Per ora parliamo di Rosamiria.

Rosamiria, Pierre e me a quanto pare siamo un triangolo.

Maria: Sì, ma... sì, anche potrebbe essere un quadrangolo nel momento

in cui tu prenderai coscienza anche della tua fiamma gemella.

Ora, tu hai potuto vedere questo Pierre dopo qualche giorno che

Rosamiria era morta, perché veniva a prenderla.

Elia: Sì, dopo otto giorni.

Maria: Perché la fusione intima, profonda, è come quando si dice la

metà divisa in due, no?

Perché la sua parte fisica era ancora rimasta nella casa, la sua anima era

ancora attaccata al piano terreno, e quindi Pierre era venuto a prenderla,

perché era ancora in quel letto.

Elia: A staccarla...

Maria: Sì, a staccarla proprio...

Elia: dalla materia.

Maria: Sì, bravo proprio così.

Elia: Ma, io spero che ci sia ancora in casa

Maria: Lei ora può tornare più liberamente, ma ha una vibrazione più

alta, come guida come supervisore. Ora è come se potesse viaggiare,

invece in quegli otto giorni era proprio incollata, no? proprio...

Elia: Sì, e...

Maria: Ed è proprio venuto a sollevarla.

Elia: Ma c'era il "sonno riparatore" era durante questo sonno riparatore

che è successo, il sogno, che io l'ho vista, con Pierre.

Quindi, devo capire: se era in questo sonno riparatore non poteva fare

nulla.

Maria: Cosa vuoi dire con "sogno riparatore"?

Elia: Lei mi ha parlato di questo sonno riparatore che in effetti è durato

sei mesi, e lei ha detto che è durato un battito di ciglia per lei, ma per me

è durato sei mesi, e praticamente non ho avuto nessun contatto in questi

sei mesi.

L'avrai notato anche te.

177

Maria: Sì, è perché innanzi tutto lei è molto... ci ha tantissimo da fare

per l'altra parte. Deve rivedere molto una vita intera Sì, ha ripercorso la

sua vita in questi sei mesi.

Elia: Questo lo capisco, e quindi era totalmente occupata a fare quello

che non ha avuto possibilità nemmeno di fare dei contatti.

Il primo contatto è stato il sogno di Laura, che per esempio con te non

abbiamo mai discusso.

Rosamiria mi può dire qualcosa di quel sogno?

In effetti è stato il primo contatto dopo sei mesi.

Maria: Laura è in qualche modo, non... non avendo aspettative su di me,

non pensandomi, era... è come un essere che lascia la casa con le chiavi

aperte, io sono potuta entrare in lei, così come cerco dei contatti con tutte

le persone che mi possono conoscere.

Ovviamente ognuno ha una possibilità diversa di convertire, no? Le mie

informazioni e tradurle. Qualcuno in sogno, per esempio Maria: lei

percepisce a livello intuitivo.

Elia: È importante quello che Laura mi ha detto, se è quello che

Rosamiria mi voleva dire. Cosa mi voleva dire?

Maria: Ora non so cosa ti ha detto.

Elia: Non vorrei influenzarti.

Maria: Io, mi arriva soltanto il suo bisogno, di Rosamiria, è di

comunque farti arrivare informazioni, che ti pensa, e... e ti pensa anche

perché lei pensa molto ancora alla vita che ha vissuto, ancora molto ai

ricordi di questa vita.

Elia: Io lo spero, e l'unica ragione di comunicare con me è questa.

Maria: Sì, lo fa usando molto le esperienze vissute. Perché tu hai

bisogno di prove, e quindi ti racconta episodi, fatti, che per te hanno un

valore di verifica delle prove.

Elia: È il sogno di Laura e il sogno che ho avuto io, su lei e Pierre, sono

molto importanti e vorrei che lei me li raccontasse almeno come

intendeva che venissero fuori, che poi magari son venuti fuori

diversamente.

Maria: Non mi sa rispondere. Io in questo momento vedo... mi arrivano

delle immagini io ti traduco le immagini che mi arrivano: vedo un posto

dove c'è stata della neve, della... vedo dei cespugli, erba, come quando la

neve s'è quasi sciolta, non lo so perché vedo questo, un paesaggio di

montagna, ma non alta montagna, media montagna, fa freddo, non so

perché, Rosamiria mi comunica sempre queste immagini di freddo.

Elia: A Gallicano sicuramente fa più freddo che a Pisa.

178

Maria: Lei ricorda molto questi paesaggi, dove c'è...

Elia: Ha sofferto.

Maria: Sì, c'è una sofferenza fisica, proprio sofferto... la neve, vedo

questi sterponi, un po' il terreno inclinato...

Elia: Io ci ho delle foto di lei a Rolle sopra Ginevra, d'inverno, ora

guarderò, era nella neve, c'è anche un pupazzo di neve ed è...

Maria: Un po' sciolta

Elia: Devo vedere com'era vestita.

Maria: Io vedo questo paesaggio dove la... cioè ha nevicato, ma che si

sta sciogliendo, quindi è una neve che resta un po' a macchia di leopardo,

no?

... (metafonia) ...

Non so perché mi sta facendo vedere questo.

... (metafonia) ...

Elia: Io penso alle uniche foto con la neve che ci ho, c'è anche la Tulipe,

il palazzo dove lavorava, che è circondato dalla neve, sono altre foto che

ho.

Maria: Sì, la neve...

Elia: E lei non c'è in queste foto, solo il palazzo.

Maria: Mi dice che la neve è in qualche cosa che... non lo so perché gli

sta appiccicata addosso.

Elia: Perché nell'85 c'è stata una grande nevicata e l'85 è stato il

momento in cui ci siamo rimessi insieme ed era proprio il febbraio

dell'85.

Maria: Sì, forse è questo che mi vuole far dire, dice: come prova è la

neve e il freddo è collegato al voi due

Elia: Sì

Maria: L'inizio di voi due perché me lo fa vedere sempre questo

paesaggio sempre di freddo, e è sempre l'inizio dell'anno, non vi... non...

ecco vero che uno... dicendo va bene, la neve, ora so sce...

Elia: Allora potrebbe aggiungere qualche particolare per avere una

prova. Per esempio: cosa abbiamo fatto nella neve.

Maria: Io vedo te che hai, non lo so se è vero, però in somma io vedo

che hai un gilè sul beige, un maglione sul color cammello, sotto vedo del

rosso, come una polo rossa, non lo so, dei pantaloni grigi...

Elia: Ma cosa abbiamo fatto a Ginevra con la neve?

179

Rosamiria, ricordatelo! Abbiamo fatto una cosa che solo noi potevamo

fare, e pochi altri, e questa sarebbe una prova.

Maria: Non so se ha a che fare con dei veicoli.

Elia: Sì, ha detto bene, proprio dei veicoli

Maria: E questo solo mi ha detto però ora non so di che tipo, però sono

dei veicoli.

Elia: È già una prova ha detto giusto.

Maria: Sì, era un qualche cosa di un po' rischioso.

Elia: Sì, sulla neve, con dei veicoli, questi veicoli come erano? in

movimento? fermi? magari bloccati?

Maria: Erano bloccati, ma voi l'avete sbloccati, ci voleva abilità, saperli

manovrare,

Elia: Sì

Maria: Rischiose, vedo un grigio metallico o comunque freddo.

Elia: No, coi colori non ci prendi.

Maria: Comunque sento, è qualcosa di freddo.

Elia: Sì

Maria: Cioè sento la percezione di freddo quindi ho percepito come se

fosse metallo.

Elia: Il colore è un colore freddo.

Maria: Ecco io ho percepito questa sensazione di freddo, quindi ho

pensato questa...

Elia: Te lo confermo, comunque è una bella prova! Va bene, va bene.

Maria: Sì, vedo che lei è imbacuccata, che ridete, che...

Elia: Sì, ridiamo...

Maria: Che, che vi sfi...scicate dal ridere, no?

Elia: Un'altra volta te lo racconto, non te lo racconto qui.

Maria: No, io vedo lei che ci ha questo cappellino, no? E piegate che vi

state...

Elia: Ci sono poche fotografie.

Maria: Io vedo che ci ha questo cappellino con la sciarpa, no? E la vedo

che ride.

Elia: Ora che l'hai detto lo posso dire. Questa nevicata ha immobilizzato

un sacco di veicoli, principalmente gli autobus di Ginevra che erano

rimasti con le porte aperte e abbandonati, si riempivano di neve, ed io

180

avevo una DS-21 che ha la trazione anteriore, e quindi poteva fare delle

manovre, cioè muoversi sulla neve tranquillamente senza problemi, tipo:

girare in tondo, sbandare girando in tondo, lo poteva fare.

Maria: Sì, ho visto qualcosa di pericoloso che facevate

Elia: E andavamo in giro per Ginevra a guardare le macchine

abbandonate per la strada, che erano rimaste anche aperte.

Maria: Ma ridevate, ridevate,

Elia: Sì, ridevamo.

Maria: poi c'erano dei ... con le...

Elia: Perché parlavamo del problema che quella macchina che avevo io

mi permetteva di muovermi sulla neve, mentre gli altri non potevano...

Maria: Vedo che lei si piscia dal ridere dalle cose che fate che ti guarda

e vede che ride...

Elia: E questa è una prova! Cioè lei si è ricordata dei veicoli e del

colore, il colore è celeste. Quindi un colore freddo.

Maria: Sì, io ho visto un colore freddo.

Elia: Di questa macchina. Andiamo avanti.

Maria: Sì, era un grigio chiaro, ecco in effetti...

Elia: Era un celeste chiarissimo, e quindi era un colore freddo,

Maria: Sì, perché poi d'inverno

Elia: andava bene con la neve. Va bene.

Maria: Sì, io la vedo che porta questo... non so se poi è in quel giorno lì,

però ha un cappellino, lei ci ha qualche cosa di rosso.

Elia: Sì, era un giorno di febbraio o marzo dell'85.

Maria: Lei ci ha qualche cosa di rosso o tu o lei... tu pure, però anche lei

ci ha, non so se una sciarpa.

Elia: No, forse proprio lei.

Maria: Ha una sciarpa rossa o comunque qualche cosa di rosso. Vedo

qualcosa di rosso qui intorno, se è una sciarpa o un maglioncino rosso

che gli sbucava da questo...

Elia: Ritorniamo al fatto che il mio sé superiore allora, chi è? Io l'ho

contattato? E lui ha contattato Pierre? O in qualche modo è collegato a

Pierre? L'altra volta mi hai detto che era Pierre, il mio sé superiore.

Maria: No, no, no, Pierre è il sé su... è la “Fiamma Gemella” di

Rosamiria in contatto con il tuo sé superiore con il quale...

Elia: Con il suo, sé superiore?

181

Maria: E con il tuo.

Elia: E con il mio.

Maria: Col quale avete preso accordi prima della nascita, affinché tu

potessi essere il mezzo giusto attraverso cui Pierre poteva agire.

Ecco perché c'è questa forte identificazione.

Elia: Ecco in qualche modo Pierre... io sono un’emanazione di Pierre,

anche se non è lui il mio spirito... il mio sé superiore.

Maria: È collegato più a Rosamiria.

Elia: Allora io mi devo preoccupare per il fatto che per i prossimi anni

Rosamiria sarà vicino a Pierre e lontano da me.

Maria: No, perché è la sua stessa anima che si ricongiunge, non è un...

non ha una... c'è stata una vita in cui è incarnato, ma nel momento in cui

è dall'altra parte...

Elia: Ecco parliamo un po' di questa vita, forse è una questione di

privacy e non mi riguarda ed io sto chiedendo troppo, ma mi piacerebbe

sapere questa vita com’è andata, magari sono più vite.

Maria: Sì, loro erano un... appartenevano a una classe diciamo... di non

nobili, però, quella borghesia intellettuale, non so se della Francia o

dell'Inghilterra, comunque dove ci sono queste ville belle, dove ci si

coltivano questi giardini e dove quest'uomo io lo vedo con questo

grembiule, che coltiva per Rosamiria una rosa in particolare o una pianta

che è molto bella.

Elia: Sì, ma questa era la mia identificazione in una vita precedente con

Rosamiria ed è la stessa cosa, come mai? Com’è possibile?

Maria: Non lo so questo, perché tu sei stato sempre un po' l'emanazione,

è come se tu diventassi un po' il cappotto, a volte, di questo Pierre.

Elia: Questo è un altro di quei concetti che vanno spiegati e che sono...

Maria: Che tu lo canalizzi, lo canalizzi, e quindi t’ispira, è lui che ti ha

fatto fare tante cose in funzione di Rosamiria.

Elia: Quindi ci sono dei misteri che vanno chiariti.

Maria: Come se noi a volte venissimo telecomandati da queste forze,

no? Che noi possiamo chiamare l'angelo, sé superiore, anima...

Elia: Quindi quando tu cerchi di parlarmi di una vita di Rosamiria con

Pierre, alla fine poi mi parli di una vita di Rosamiria con me.

Maria: Può essere.

Elia: Com'è questa identificazione?

Maria: Può essere che anche in quella vita eri sempre te, però...

182

Elia: È un concetto bellissimo, cioè il fatto che noi dividiamo in qualche

modo la compagnia di Rosamiria in modi diversi, in vite... nelle stesse

vite.

Cioè, questo è un concetto... c'è la pluralità delle... dei cont... per

esempio: io dicevo sempre: Rosamiria e Pietrantonio, suo fratello, hanno

avuto delle vite in comune, per cui Rosamiria ha una personalità dedicata

a Pietrantonio, un'altra dedicata a me, e forse un'altra dedicata a Pierre,

quindi Rosamiria ha più personalità.

Maria: Tu e Pietrantonio siete anime gemelle. Anche con Pietrantonio

hai condiviso molte cose, ma più sulla vita familiare, affettiva...

Elia: Sicuramente ho condiviso Rosamiria.

Maria: Sì, ma come anima gemella, anche ora perché sono maschi e lei

era femmina, ma in altre vite siete stati anche dello stesso sesso.

Elia: Sì, no, quello che volevo dire io è questo: che ci siamo alternati nel

ruolo principale e secondario.

Maria: Sì, sì.

Elia: Nell'ultima vita io ero principale e lui era secondario come fratello.

Maria: Certo.

Elia: Quindi l'alternarci vuol dire che comunque eravamo collegati,

questo sì.

Maria: Sì, sì, era un piano preciso perché tu poi sapessi...

Elia: Quindi io sto esprimendo delle teorie che mi costruisco. Da quello

che mi dici io mi costruisco delle teorie che poi vanno verificate, quindi

si sa che le anime vivono varie vite in gruppi in cui...

Maria: Sì, in gruppi di anime che sono f... anime familiari... della stessa

famiglia.

Elia: Che sono comunque collegate. Quindi...

Maria: Una famiglia di anime.

Elia: ...io, Pierre, Pietrantonio e Rosamiria intanto siamo in...

ultimamente tre maschi e una femmina, quindi c'è uno squilibrio,

probabilmente ci sono altre anime femminili che noi non...

Maria: Ci sono anche femminili delle amiche di Rosamiria.

Elia: Per esempio: la cognata, l'abbiamo ignorata finora, ma la moglie di

Pietrantonio sicuramente fa parte del gruppo.

Maria: Sì e no, non aveva la stessa intensità emotiva.

C'è un feeling, sì, però non condivideva... fino in fondo... non ha la

stessa... la stessa vibrazione vostra, è come se fosse un po'...

183

Elia: Infatti lei è incredula.

Maria: È un po' un ponte, è un ponte tra... questa e un'altra dimensione.

Elia: Lei... (metafonia) ...

Io le racconto quello che faccio e lei...

Maria: Io vedo più altre amiche, delle amiche, sì, con cui giocava, come

pure che giocavano a burraco qualcuna di quelle che... con cui ci aveva

un c... cioè ecco qualcuna, ecco che...

Elia: Non riesco a in...

Maria: Non lo so, però lei mi dice di quelli con... nelle squadre che

giocavate a burraco?

Elia: Sì, sì, comunque io penso che...

Maria: Ora mi sta facendo, mi dice: ma come mi manca il burraco! Ha

detto che gli mancano le partite di burraco.

Maria: Mi ha chiesto: ma tu ci stai andando?

Elia: Sì, ci sto andando, ci sono andato due o tre volte.

Maria: Eh dice, però, vero, non è la stessa cosa.

Elia: Non è la stessa cosa. Lei era una campionessa

Maria: Eravate... dice, eravate una squadra vincente voi due.

Elia: Abbiamo delle targhe che abbiamo vinto

Maria: A lei gli manca, mi sta dicendo che: Caspita, dice, questa cosa

mi manca davvero!

Elia: Ma, fra le cose terrestri che gli mancano io penso che per esempio:

la televisione, spesso lei guardava "Il Segreto" io non lo guardavo o lo

guardavo insieme a lei, allora, delle volte lascio la televisione sul

Segreto.

Maria: Che lei lo va a vedere!

Elia: Che lei lo guarda. Penso che lei lo guardi, mi può rispondere, se gli

interessa, o no.

Maria: Sì, diciamo sì, ora, diciamo... sì, a volte si è fermata a mettersi...

e lo guardava stando su una poltrona, vero? Su una poltrona davanti alla

televisione?

Elia: C'era il televisore più grande che davanti ci ha una poltrona di

vimini...

Maria: Ah io vedo che sta seduta...

Elia: Ma comoda.

Maria: Eh, io vedo una poltrona bella comoda.

184

Elia: Che lei si poteva anche addormentare, mentre quello più piccolo

c'era la sedia del tavolo perché c'era il tavolo davanti.

Maria: No, io la vedo quando... se la vedo, nella poltrona.

Elia: Eh sì, quando veniva la donna di servizio e ci mandava via dalla

sala del televisore piccolo, si andava con quello grande, e lei si metteva

lì.

Comunque, la cosa mi fa piacere, che lei sia ancora legata alle cose

terrestri, perché in effetti io sono terrestre, e quindi tutto quello che la

lega alla terra la leghi a me.

Maria: Sì, ha detto che... ha detto: questa cosa, del burraco, dice, gli

manca.

È una cosa che gli dispiace. Uno dei motivi... perché dice: lei gli

piaceva... gli piaceva, gli manca proprio...

Elia: Sì, me lo ricordo bene.

Maria: A volte, ha detto che va nelle sale dove v’incontravate, no?

Come squadra... e cerca di dire alle persone... suggerire le mosse, ma non

l'ascoltano.

... (metafonia) ...

Vorrebbe giocare, no? Attraverso...

Elia: No, un'altra cosa che vorrei fare è: pensavo che lei avesse un

rapporto più stretto con il mio sé superiore, ma comunque la preghiera la

rivolgo io, è che il mio sé superiore può... sa come fare per farmi uscire

dal corpo, cioè sa come io devo fare, e quindi deve dare una specie di...

di permesso perché io esca dal corpo, e magari insegnarmi a farlo, ed io

gli chiedo di fare questo con l'aiuto di Rosamiria, cioè Rosamiria deve

chiedere anche lei.

Maria: Lei ha detto che ti protegge molto. Non sei ancora uscito perché

intorno a te ci sono molte ombre nere, che potrebbero essere pericolose,

perché quando noi usciamo dal corpo il corpo resta momentaneamente

incustodito, e quindi si potrebbero se noi non siamo abbastanza...

Elia: Questa è una paura che molti hanno, ma...

Maria: E Rosamiria ti fa da guardiano.

Elia: Robert Monroe, uno che ha scritto dei libri su questo argomento,

dice che non è possibile comunque, cioè il corpo è protetto.

Maria: Sì, non lo pensa, però nel senso che ci può essere in certi

particolari momenti, se uno fa uso di sostanze, ha bevuto, è malato o è

indebolito, in cui l'anima può essere debole e ci può essere una forma di

vampirismo, qualcosa si appiccica e quindi quando entri, entri con questa

cosa appiccicata.

185

Elia: Quando rientri.

Maria: Quando rientri, no che entra qualcun altro, però ti si appiccica e

quindi è come se tu poi ti portassi un po'...

Elia: Bisogna saperlo fare, e il sé superiore, siccome l'ha già fatto, in

altre occasioni, in altre vite, l'ha già fatto, perché questa uscita

temporanea, provvisoria...

Maria: Poi... ma arriverà. La cosa che ti blocca è lo spirito di controllo,

che ancora c'è nell'eseguire un compito.

Elia: Ed io penso di essere indenne da questa paura.

Maria: Sì, dice c'è molta tensione emotiva, no? Quindi questo non ti fa

agire spontaneamente.

Elia: Va bene, l'argomento è: l'uscita dal corpo.

Io il 2 gennaio farò il corso che dovrebbe insegnarmi a... ma ne ho già

fatti tre, quindi ne ho fatti, e farò il quarto che poi sarà il... ci sarà ancora

un quinto corso.

Ora io chiedo aiuto a Rosamiria, e al mio sé superiore ovviamente di

aiutarmi, ma sono impaziente, quindi di aspettare il 2 gennaio non ho

voglia.

Ora c'è Natale, ci son tutte le feste, quindi vorrei un progresso prima.

Maria: Perché lei può comunicare con la nostra mente.

Elia: Ma io ora sono concentrato sull'uscita dal corpo, ed è quello che...

Maria: Ma loro con la...

Elia: ...principalmente devo fare.

Maria: Loro ti... mi dice lei che: stai tranquillo che ci riuscirai, perché

queste vibrazioni del suono, no? Che loro utilizzano queste frequenze,

sono fatte apposta per facilitare questo, quindi tecnicamente, dice, ci

riuscirai.

Elia: Siamo sulla strada.

Maria: Sei sulla strada eh? Ovviamente per te, siccome...

Elia: È una strada molto lunga

Maria: Eh sì

Elia: E lenta

Maria: Lenta perché...

Elia: Io penso che il mio sé superiore conosca tutti i segreti, perché l'ho

già fatto precedentemente, me l'ha lui permesso perché è il sé superiore

che dà il via.

Maria: Eh sì

186

Elia: È lui che dà... alza la sbarra, apre la porta, perché lui conosce i

segreti, conosce tutte le possibilità del nostro essere, della nostra entità e

fra queste c'è l'uscita dal corpo. Che è utile finché siamo in Terra, dopo

siamo sempre fuori.

Va bene, allora per oggi ringraziamo Rosamiria.

... (metafonia) ...

Maria: Oggi era... l'ho sentita di buon umore.

Elia: Mi fa piacere.

Maria: Ascolta allora: martedì prossimo è festa

Elia: Già, è l'8, e quindi non lavori

Maria: E quindi...

Elia: Spostiamo.

Maria07: Durata 27’06”. In questa registrazione si parla di nuovo di

Pierre, che viene identificato come “Fiamma Gemella” di Rosamiria, che

vuol dire doppio dell’altro sesso. Non è “anima gemella” che è il mio

ruolo. Ci sono anche delle prove: la nevicata a Ginevra nell’85.

0033//1122//1155

Sogno lungo. Io e Rosamiria siamo sul Boeing 747 che ci porta in

America nel nostro viaggio di nozze alla fine di gennaio 1987, quando

siamo andati al congresso di Asilomar, e a visitare i suoi parenti a

Woonsocket (R.I.), vicino Boston. È notte, l’aereo vibra per la

turbolenza, ed io abbraccio Rosamiria per rassicurarla. Ci muoviamo

liberamente all’interno dell’aereo, e andiamo al piano superiore dove si

può fumare. Il sogno ripercorre quello che è accaduto nella realtà, e

Rosamiria non mi dice niente di nuovo, in particolare riguardo al fatto

che ora lei non c’è più. Non so se siamo nel volo transatlantico da

Ginevra a New York, oppure nel volo transcontinentale da New York a

San Francisco. Essendo notte è più probabile che sia il secondo volo,

quello “coast-to-coast” che attraversa l’America. Nel viaggio di ritorno,

quello da San Francisco a New York, Rosamiria era più tranquilla, tanto

che ha dormito stesa nei cinque sedili centrali del 747. Mi sveglio alle

undici, dopo otto ore.

0077//1122//1155 -- GG0088

Ottava registrazione con Gina, Qui c’è la registrazione con i sottotitoli.

Si parla dell’apparenza delle entità, che mostrano un’età attorno ai 33

anni, si indaga sulle personalità multiple e sui rapporti personali

187

esclusivi, si parla della dipendenza dal fumo, di Leo e del suo sacrificio,

del paradiso e dell’evoluzione degli animali.

Elia: Eccoci Rosamiria!

Rosamiria: Giungo a te con la felicità nel cuore e sempre felice di questi

nuovi incontri.

Vorrei prenderti per mano e portarti nella mia dimensione, lasciandoti

oggi non più essere un essere terreno con le mille domande, ma portarti

quaggiù in una dimensione che è la nostra, perché ricordati che quando

passiamo il confine, quando arriviamo di qua, altro non è che ritornare a

casa da quel luogo, da quel posto in cui siamo partiti per il nostro viaggio

terreno per cercare di evolverci perché siamo sempre anime in crescita.

C'è chi non ha più bisogno e non vuol più scendere per fare il cammino

terreno, ma che vuole evolversi quassù, ma ti dico che è più difficile,

perché deve arrivare qua senza carichi e quindi, per fare una crescita qua,

è una crescita nella luce e nella sapienza pura e divina.

A noi fa molto piacere che tu diventi uno strumento di questa

dimensione, perché tu ti stacchi un po' di più dalla razionalità e che tu

passi e tu venga da noi. Questa dimensione è una dimensione come può

essere la Terra, ma amplificata nei colori, nei suoni, nei tempi. Nulla è

più come prima, ma nello stesso tempo è simile a prima.

Gina: Bello questo: non è più uguale, ma è simile.

Rosamiria: È tutto più accentuato, il verde diventa un verde smeraldo,

ma ancora di più. L'azzurro diventa ancora più blu ed è meraviglioso.

Tutto è più bello.

Chi arriva con degli handicap o con delle malattie, tutte le lascia oltre il

tunnel e quaggiù non ha più niente come se l'età si fosse fermata a 33,

quell'età che dalla Terra è benedetta ed è importante perché riporta alla

rinascita con la morte del Cristo.

Tutti belli, tutti sani, perché non esiste l'invidia e c'è l'armonia e la

serenità. Ci sono maestri, come io poi diventerò, perché come in tutto

c'è una scuola e questa è una scuola di vita, ma una vita particolare che è

conoscenza pura.

G.: Bello! Oggi da teoria, oggi è partita con la teoria.

E.: Sì, sì, la riascoltiamo, dobbiamo scrivere il libro e ci dà un sacco di

cose...

Rosamiria: Allora, per quanto riguarda l'individualità non esiste più.

Quaggiù è come se noi entrassimo in un tutto.

Noi che ci siamo appartenuti o da famiglie, cioè che ci hanno legato, sia

l'affetto che può essere amore fraterno, materno, paterno, oppure di

188

sposo o di sposa, o anche soltanto amicizia si combina in un tutto e

diventa un'energia sempre più grande. Ogni volta che qualcuno sale qua,

questa energia si amplia, l'individualità è la vostra, perché quando io

scendo, sono la tua sposa, in quel momento che faccio il contatto, ma io

appartengo a quell'energia, quella sfera energetica dove c'è tua sorella,

dove ci sono i tuoi genitori, ci sono i miei genitori, ci sono i tuoi avi, i

miei avi e così via, per cui questa energia si alimenta e diventa sempre

più potente, e più grande.

Ecco perché giorno per giorno, se tu ampli la tua mente, puoi percepire

tutta quest'energia.

G.: Dio: di Dio ti aveva già parlato?

E.: Sì, l'aveva accennato ... ascolto volentieri

R.: Questo Dio, che esce fuori da quei canoni che la Chiesa mette, non è

un Dio punitivo, è un Dio d'amore perché tutto è immenso, è amore, è

energia d'amore, non ha volto.

Noi sempre di più ci avviciniamo a quest'energia e ne prendiamo parte e

ne veniamo assorbiti, ma io penso che nessuno, mai nessuno riuscirà a

percepirlo perché non ha forma, ma essenza ed è tutto, per cui ci

ampliamo sempre di tutto questo.

Una parte di questo tutto è dentro ogni individuo terreno che fa questo

percorso di vita, quindi la chiamiamo scintilla divina e noi siamo lì.

Per questo io dico che sono dentro di te sono nella tua scintilla divina,

perché io appartengo a tutto questo.

Non siamo in cielo, come si suol dire, ma così noi parliamo per far

capire la distanza che ci può essere fra la Terra e noi a livello fisico, ma

non a livello energetico perché noi siamo ancora lì, nelle nostre sedie,

nei nostri letti, in ogni luogo.

Noi siamo soltanto nella stanza accanto e la porta che ci divide è soltanto

il corpo, la materia e niente di più. Siamo il Tutto, e sorreggiamo anche

questo mondo.

G.: Cosa gli vuoi chiedere? Oggi teologia pura! Fantastica! Meravigliosa

eh?

E.: Sì, sì, va bene. È materiale per il libro.

G.: È meraviglioso eh, tutto questo.

E.: Ma io stavo pensando all’individualità che non c'è. Quello che

chiedevo era questo: la personalità non esiste per cui se lei ha detto che

noi trascorreremo insieme l'eternità, in realtà questo succederà fra me e

lei, ma anche fra lei e Pietrantonio, fra lei e...

189

R.: Fra tutti, diventa tutta quest'energia così grande, poi è logico che ci

sia sempre una parte di noi che è ancora attaccata ai ricordi e alla propria

esistenza, per cui certamente che il mio rapporto con te non è come con

lui.

Non credo che sia più importante o meno importante, per esempio: i miei

genitori, dice, stanno insieme, nonostante la separazione terrena.

E.: Certo, se stanno insieme, vuol dire che se avevano avuto dei

collegamenti con altre vite, con altre persone, questi collegamenti dove

sono? Cioè: ci sono delle personalità multiple in quel s...

È un modo per negare la personalità, quello di averne tante.

R.: Ma infatti, capito? È proprio per quello, cioè non esiste... allora: io

così vorrei spiegarti cos'è, cosa siamo noi.

Questo te l'hanno fatto?

E.: Sì, dei soli con i raggi, e ogni raggio è un rapporto fra due persone

R.: E rifà un altro nucleo.

E.: È un altro sole che è l'altra persona

R.: Poi questo raggio rifà un altro nucleo, cioè...

E.: Quello che io mi chiedevo...

R.: Che riporta al tutto.

E.: Per ogni raggio c'è una personalità, cioè questa, mettiamo, è

Rosamiria, questo sono io, quindi questo raggio è la nostra unione, però

questo è Pietrantonio, c'è un raggio con Rosamiria perché sicuramente

c'è.

R.: Come c'è quella con i genitori come c'è quello, capito? Arriva... ma

laggiù non esiste più marito, moglie, padre, madre, capito? Perché

cioè... entri in un'armonia di eternità.

E.: Il fatto di vivere in compagnia vuol dire che comunque esclude gli

altri.

R.: No, perché tutti insieme nell'unione, nell'eternità.

E.: Questo è difficile da capire.

R.: Lo so, però, ma perché qui c'è una mente razionale dove distingue

marito, moglie, figlio, fratello, ex, amanti, tutto divide in questo.

E non è così, quaggiù viviamo tutti nella stessa armonia, lo stesso amore

equivale per tutti uguale, poi te ti senti coinvolto e preso da questo amore

che non ha più parentele e differenze. È soltanto nella nostra

comunicazione terrena che è come se noi ci riprendiamo la nostra forma

e il nostro essere nel periodo che abbiamo vissuto lì. Tutto lì per poi

190

ricondurvi anche voi in questa dimensione, dove poi da quaggiù tu non

sentirai nessun tipo di disagio, perché sarai avvolto da quest'immenso

amore.

E.: Sì, mi è difficile da capire, io pensavo a un'altra possibilità un'altra

soluzione che forse è equivalente, cioè il fatto che esistano diverse

personalità di Rosamiria, diverse personalità mie, per cui possiamo

accoppiarle, cioè io e Rosamiria possiamo stare insieme nell'altra

dimensione e contemporaneamente Rosamiria può stare insieme ad altri.

R.: È la stessa cosa, è l'unicità.

E.: Sì, ma è chiaro che essere tutti insieme in un gruppo, ma due

innamorati certamente preferiscono la solitudine.

R.: Sì, ma si entra in un meccanismo diverso che è difficile da farvi

comprendere e da far comprendere qui, capito? Nel senso che: te i primi

tempi passerai con me il tempo, e nel senso che: avrai noi, la mia parte

che ha vissuto con te vivrà questi momenti così grandi e quel distacco,

che è addirittura una riunione, ma poi il c... cosa vuol dire "la crescita"

quaggiù? Perché si dice: noi si cresce? Perché?

Perché poi piano, piano te capirai che non è più un rapporto a due, ma

che poi diventa a tre, ma poi diventa a quattro, poi diventa a cinque, e

poi così, ma perché c'è questa serenità che fai parte e capisci che

comprendi ed entri nel tutto.

E.: Sì, quindi ci sarà un'evoluzione, ho capito.

G.: Infatti come lei ti dice: all'inizio, appena arrivi di là, sei già nell'altra

dimensione, però sei sempre attaccata alle tue... e come lei t'ha detto: io

mi sono... sono arrivata di qua, però è come se fossi stata ferma, perché

non ti puoi staccare completamente dalla Terra, perché sono traumi.

Ti diceva: io fumavo, poi piano, piano, ho smesso anche di quello, cioè:

ho lasciato i miei bisogni terreni e sono andata avanti, ma in automatico,

nella crescita.

E.: Quello di cui ho paura è il fatto che lei ci sta più di me di là, e quindi

avrà un'evoluzione diversa quando arriverò. Io sarò molto terrestre e lei

no.

R.: Ma io ci ho la mia parte che ti aiuta. Io verrò subito incontro a te

insieme ai tuoi cari e ci vedrai proprio fisicamente, com'è il desiderio

terreno di quando uno arriva di qua e per un po' di tempo ci percepirai.

Così tu avrai il tuo fisico e vedrai i nostri fisici, in maniera che intanto tu

ti stacchi, è come se tu entrassi in un'anticamera e piano piano sai che

giorno per giorno è come se un pezzetto del tuo corpo andasse via, e del

nostro corpo andasse via, perché entri in quella consapevolezza e in quel

sapere che fai parte soltanto di un'energia, è tutto in automatico.

191

Basta accettarlo e mettersi nel cammino di crescere. Quando si dice che

ci sono degli spiriti bassi, o delle energie basse non si dice altro che sono

queste anime che non vogliono evolversi.

Quando entri nell'anticamera che, come sono entrata io, che ti facevo

capire e darti la prova di quanto fumavo, e ancora era rimasto per me un

desiderio quello, se io non voglio staccarmi di lì, ci posso stare per

l'eternità lì, in questa dimensione.

Ecco che posso essere di disturbo, perché ancora mi attaccherò e vorrò

sentire quell'odore, per dirti, dice: questo, tutto sta nella nostra

consapevolezza e nel lasciarsi andare nella crescita, nel lasciarsi andare

nel consiglio di noi più evoluti che vi consigliamo.

E.: Sì, io capisco una cosa qui: che io in Terra ho fatto l'evoluzione che

lei sta facendo ora.

G.: Lassù, certo.

E.: Nel distacco, per esempio, dal fumo io l'ho superato, e l'ho fatto in

Terra.

G.: Quel passo lì non lo fai più.

E.: Sì.

G.: Per dire, se a lei gli c’è voluto...

E.: E lei lo deve fare adesso.

R.: Io l'ho già fatto.

E.: Ah sì.

G.: Perché si è evoluta lei per dirti, metti caso col tempo nostro sia stata

5 mesi lì a staccarsi da questo, te quei 5 mesi, invece, sei già avanti l'hai

già passati perché l'hai passati qui.

E.: Sì, in questo modo riesco a tradurre in linguaggio terrestre quello che

mi sta dicendo.

G.: Sì

E.: Sì, nel senso che riesco a... a trovare una similitudine. Quella del

fumo è molto, molto giusta.

G.: Qui dice: quel tempo che te hai guadagnato qui, quando arrivi di là,

per dire che non lo so se uno...

E.: Ci ha da fare altre cose

G.: E quindi perché nella tua evoluzione, perché questo è un percorso,

perché se te tu cominci a lasciare andare tutto quello che hai di materiale

quando arrivi laggiù non hai più bisogno, perché l'hai già staccati giù,

quindi sei già più pronto per quello. Perché chi è avvantaggiato che

192

crede in questo si lascia guidare e tutto, perché tutto sa chi gli arriva di

là.

E.: Ed io pensavo che anche nell'amore e nella gelosia avessi avuto

un'evoluzione qui sulla terra, e invece pare di no, perché io mi

preoccupo.

R.: Lo so infatti, quello è un nodo che ti dovrai portare dietro. Se non

riesci a lasciarlo quaggiù, perché tu sei geloso di dove io sia e con chi

sia.

E.: Certo. Ma mi viene adesso perché siamo separati, prima eravamo

insieme.

R.: No, ma certo, però invece ora devi accettare che io sono quaggiù

senza quel desiderio e quell'amore terreno che quaggiù è soltanto

armonia e sintonia, per cui, se tu riesci a staccarlo non avrai bisogno di

fermarti in quell'anticamera, perché è un'altra cosa che hai lasciato.

Altrimenti quando arrivi qua devi perdere quella gelosia, io devo perdere

il tempo per farti vedere com’è stato il mio percorso quaggiù, dove hai

visto quello che ho passato e che ho fatto, e allora poi mi scioglierai

questo nodo. Per quello dice: è ...

E.: Allora prometto a Rosamiria che stasera telefonerò a Leo, lei sa chi

è.

R.: Quanto sei stato geloso di lui?

E.: Poco

R.: Sei tra la gratitudine e la gelosia, è vero? Con lui.

E.: Sì, la gratitudine perché lui l'ha tenuta occupata, l'ha protetta, le ha

dato anche amore, mentre io non c'ero.

R.: Ma lo sai perché te gli dai la gratitudine?

Perché tu eri nella stessa barca, non eri solo neppure tu.

E.: Certo, non ero solo nemmeno io.

R.: Perché se tu fossi andato via da solo tutto questo grazie non glielo

avresti mandato, perché anche tu eri in fallo verso di noi.

E.: Sì, certo.

G.: E certo! È furba, è astuta eh?

E.: Sì, sì, ma è vero, io ho una, una... gratitudine verso lui e verso altre

persone che sono state con Rosamiria, di cui lei non ne vuole parlare,

però secondo me sono nodi che vanno sciolti.

R.: Allora, vogliamo sciogliere anche i tuoi dei nodi, delle donne che hai

avuto con te?

193

E.: Anche, sì, certo.

R.: Io li ho sorpassati. Il problema è il tuo perché è un problema ancora

terreno.

Sciogliere tutti questi nodi, per me sono passati, l'essenza dell'amore, di

quello che siamo io e te, quelli che siamo stati, quello che abbiamo

provato, quello che le nostre anime erano unite, quelli erano soltanto

percorsi senza importanza, serviti...

E.: Che tra l'altro sono serviti a mantenermi...

R.: Guarda, serviti a far sì che il nostro rapporto si rafforzasse, e a

sentire ognuno verso l'altro il bisogno di stare insieme, perché quelle che

ci stavano accanto erano compagnie del momento, ma non certamente

parte del nostro cuore che noi amavamo.

E.: Sì, le donne che ho avuto io prima, confrontate con lei, erano meno,

per questo che io poi ho scelto lei. Dipende anche dalle altre donne.

G.: E lei uguale: noi possiamo averle capite come percorso della nostra

vita, cioè non gli diamo più nemmeno importanza a quello che è stato

prima perché l'essenza siete voi due, quindi dice: Cioè, non c'è bisogno

di sciogliere dei nodi. Dei nodi li puoi sciogliere di un qualcosa che ti fa

stare male ancora, o che vi ha fatto star male, ma qui non c'è né

tradimenti né niente perché li avete superati, capito? Perché anzi, hanno

aiutato a unirvi ancora di più.

E.: È lo stesso sentimento che io ho verso gli uomini suoi.

È giusto, è reciproca la cosa.

R.: Sì, infatti, allora è come se fosse stata una condivisione, ma non di

donna, di persona, però tu sei in cima alla fila, gli altri non son nessuno.

E.: No, quello che vorrei fare è che nel... quando ha parlato di Leo le

parole sono state abbastanza dure, e quindi io non gliela posso far sentire

la registrazione.

Vorrei che lei mi mandasse un messaggio d'amore

G.: Verso di lui?

E.: Sì, verso di lui.

G.: Vediamo se te lo manda.

E.: Perché se lo merita.

G.: Allora:

R.: Ti ringrazio per non avermi fatto star sola, di non avermi fatto sentire

quella solitudine dentro il cuore.

Credevo forse anche che tu fossi importante, ma non lo eri.

194

E da lì ho capito ancora di più qual'era il mio vero amore.

Ma non posso altro che dirti grazie per avermi fatto capire veramente chi

ero e cosa sentivo, e nello stesso tempo, di essermi stato vicino, ma di

più non potevo dare.

G.: Ti può tornare?

E.: Sì

G.: No, no, ma ti può tornare quello che ha detto?

E.: Sì, è esattamente così come l'ho interpretato io.

G.: Eh, capito? Mi dice: Ti ho usato, ma con affetto

E.: E lui c'è stato male due anni quando si sono lasciati.

G.: Ma infatti dice: Ti ho usato ma con affetto, cioè gli chiede scusa di

questo.

E.: Una piccola compensazione, un messaggio d'amore ci vuole.

R.: Sì, di affetto.

E.: Certo

R.: Che l'amore è tutt'altra cosa sulla Terra. Ed io l'amore l'ho sentito

con te, e lo sai.

G.: Voi vi siete uniti tardi?

E.: Sì

G.: Perché dice: Ci siamo uniti tardi, ma da quel "tardi" è iniziata la vita.

E.: Sì, 33 e 35 eravamo, e ci siamo sposati a 41, 43 anni.

R.: Però da lì è iniziata la vita.

E.: Sì, sì, è stata tardiva, cioè abbiamo avuto una vita molto

movimentata tutt'e due.

R.: Era giusto così, nel senso perché siamo stati anche due persone che

volevano sperimentare, due persone che non le potevi fermare, e quindi,

quando poi veramente ci siamo uniti nella vera essenza che eravamo noi,

avevamo già corso il nostro percorso. E da lì abbiamo apprezzato di più

il nostro rapporto e la vicinanza l'uno verso l'altro.

G.: È vero?

E.: Sì, è vero. Abbiamo fatto una cosa, cioè ci siamo rispettati, avendo

una personalità ben definita, non si poteva pretendere di cambiarla, e

quindi ognuno ha rispettato l'altro.

R.: Ecco, quindi... è l'amore la parola vincente.

195

Oggi ti ho fatto un insegnamento e ti ho portato un'immagine della nostra

dimensione che è forse un po' diversa da come uno se l'aspetta, ma vedi,

ogni volta... cioè ogni persona, ogni entità, ogni energia, perché a me

piacerebbe più parlare così, parla secondo l'apprendimento e lo stato di

intelligenza dell'altro. Nel senso: io, che mi ritengo un'energia come

altre entità che sono quaggiù, con te posso parlare così chiaramente e

darti questa spiegazione, un figlio alla madre non può dirgli questo, ma

per sostenerla e aiutarla gli deve dire che io ti aspetterò qui, io,

personalmente, io con te vivremo per l'eternità, poi quando arriverà di là

sarà aiutata a comprendere tutto il resto.

G.: È bello anche questo eh?

Cioè, una madre che ha perso un figlio non gli interessa sapere se ci

incontra il nonno, la nonna, lo zio, il cugino...

E.: Il rapporto madre-figlio è molto più forte.

G.: Infatti ti sta dicendo: io posso spiegarti realmente com'è questa

dimensione, perché tu riesci a capire, ti arriva.

Io se queste parole un figlio le dice alla madre, dice: ma a me non me ne

frega niente, ti ci trovo che...

E.: Un po' più...

R.: Eh hai capito cosa ti voglio dire?

Ricordati che ogni... ognuno di noi parla secondo la comprensione

dell'altro.

Aiutando senza creare dei disagi interiori.

E.: Io cerco di reprimere le reazioni che ho ovviamente a sentire la

descrizione di questa dimensione che mi sembra poco umana, ma è

naturale che mi sembri così.

R.: Perché non fa più parte di un'anima

E.: Ma io lo capisco e quindi cerco di adeguarmi, di cercare di capire al

massimo.

R.: Ma perché vedi, lo percepirai, lo capirai soltanto quando arriverai di

qua. E quest'amore, è questo che noi chiamiamo "amore universale" non

lo puoi capire e concepire finché non arrivi in questa dimensione.

E.: Sì, quindi non ci sforziamo troppo di capire, quanto semmai di

raccontare.

R.: Infatti.

E.: E poi capire... è difficile

196

R.: Allora: quando Dio dice che siamo tutti fratelli, esempio stupido, ma

tu come puoi pensare di essere un fratello di uno dell'ISIS?

E.: Purtroppo è difficile da pensarlo, ma alla fine bisogna pensarlo.

R.: Ecco, è certo

E.: Bisogna aiutarlo questo fratello.

R.: Hai capito? Cioè, nel senso è come dire: cioè, non esiste, no? Tende

alla condanna. Invece è un fratello. Cioè, quindi ti dice, quindi anche

tutto questo discorso che è stato portato è difficile da comprendere come

da accettare. Più che altro e già mettersi in cammino per quello, quindi,

direi che con questa programmazione di oggi un altro passo avanti è

stato fatto.

G.: Ok? Gli vuoi chiedere qualche cosa?

E.: No, è una curiosità. Per esempio: ha parlato delle gatte che lei ha

riincontrato, che sono morte.

Com'è la comunicazione con loro? In Terra non ci capivamo, infatti

anche adesso, io le gatte non capisco cosa... invece magari con la

telepatia si capiscono.

R.: Allora noi... C'è questa frequenza, che però è una frequenza diversa

da noi infatti loro hanno una dimensione sua.

E.: Ah ecco.

R.: Cioè, nel senso: noi infatti usiamo dire: il paradiso degli animali,

cioè nel senso che questa è una dimensione diversa dalla nostra. E ci

comprendiamo un po' di più, ma non siamo e non abbiamo la stessa

evoluzione. Loro poi ci hanno da evolversi anche in una fisicità umana.

E.: Ah, questo non... è la prima volta che me lo dice.

R.: Davvero?

E.: Non lo sapevo.

R.: Eh, una fisicità umana, perché c'è una comprensione diversa, perché

tutto... Allora, lo sai? Se tu... è veramente ciò che viene riportato in altre

religioni: la reincarnazione parte dalla pietra. Si va dalla pietra all'uomo.

E.: Alle piante, agli animali, all'uomo.

R.: Perché in tutto c'è un’essenza.

E.: Quindi nella loro evoluzione è compreso anche questo. Quindi

un'anima è una cosa... estesissima, cioè parte dal niente fino ad arrivare

a...

R.: Hanno energia anche le pietre.

E.: Allora noi possiamo...

197

R.: Infatti perché c'è la cristalloterapia? Perché c'è un'energia, se c'è

un'energia c'è qualcosa che vive. Per dire la cristalloterapia...

E.: Quindi anche noi possiamo evolverci oltre la dimensione umana.

R.: Sì, ci sono altre dimensioni quassù. Non finisce nell'al di là.

Quando voi parlate di extraterrestri non sono gli omini con le antenne,

ma sono entità più evolute dell'umano su altri piani.

E.: Interessantissimo questo concetto, quindi cercheremo di chiarirlo

meglio.

R.: Sì Ok? Ti mando intanto un grosso abbraccio, e ti dico che il mio

sentimento d'amore è un ricordo che è ancora vivo dentro di me.

E non me lo dimenticherò mai, e te lo porto con tanto... con tanto amore,

sono ancora vicino a te e percepiscimi, perché umanamente hai bisogno

di sentirmi accanto a te.

E.: Sì, io ho bisogno di parlarci.

G.: Sì Ma perché c'è la parte umana, è normale. Cioè, te vai avanti, cioè

l'hai compreso quello che ti ha detto oggi, però c'è la parte umana che te

vuoi lei in modo particolare, capito? Ed è normale.

Ok? Con infinito amore...

Ok?

E.: Il tuo...

G.: Il mio Marchino

E.: Il tuo Marco.

Gina08: Durata 24’34”. Qui di parla di Dio, degli UFO, e degli animali.

C’è anche una descrizione delle diverse personalità, collegate al sé

superiore ed alle corrispondenti personalità di altre anime.

0099//1122//1155 -- MM0088

Ottava registrazione con Maria. Qui c’è la registrazione con i sottotitoli.

Si inizia con una prova importante, si cita una via di Pisa collegata alla

mia vita, della quale non avevo mai parlato con Maria. Si parla del

giovane carabiniere e delle votazioni nelle scuole medie di Gallicano, del

ragazzo della quercia e della vallata del Serchio, dell’ultimo saluto alla

stazione di Pisa, si parla anche della Pasqualina e del suo negozio di

mercerie sotto casa Capocchi, e di fronte alla casa di via XXIX Maggio.

Elia: La mia storia.

198

Maria: Inizia così la tua storia, fai una domanda. Scrivi la tua storia.

Elia: La mia storia, e nel libro ci sarà anche la vita, ma secondo me

dovrebbe essere una parte minore, quello che conta è... quello che dice

Rosamiria.

La mia storia, è abbastanza complicata il fatto stesso che sia venuta

Rosamiria a modificarla è chiaramente importantissimo perché la mia

vita sarebbe stata diversa senza Rosamiria, questo è chiaro.

Comunque vorrei tornare sul parlare per enigmi che sta diventando più

frequente ora. Quando ti trasferisce delle immagini, te le vedi e le

abbracci e le comprendi completamente, però quando le racconti devi

usare poche parole e quindi tutto... va quasi tutto perso.

Maria: Mi fa vedere ora della tua storia l'anno 1962, vedo dei ragazzi

giovani alla moda, che gli piace la musica dei Beatles, non lo so,

comunque questa musica rock degli anni '60 questi pantaloni stretti, un

po’ corti, un maglioncino, sono 3-4 ragazzi maschi.

Elia: Il '62 era un po' prima dei Beatles che sono del '64.

Maria: Non c'era la musica, no? che stava nascendo in quel momento

che veniva dall'Inghilterra, mi dice, e che mi fa... mi dice di ricordare

quegli anni in cui arrivavano tutte queste novità come... e poi vedo la via,

di Pisa, Luigi Bianchi,1 non so perché mi fa vedere questa, quella prima

di Porta a Lucca, me la fa vedere Porta a Lucca però qui...

Elia: fuori porta a Lucca

Maria: ...fuori porta a Lucca, [via] Luigi Bianchi, non so cosa ci facevi

te lì, comunque o andavi a trovare qualcuno.

Elia: Sì

Maria: Vedo solo la strada e di fronte ci ho l'incrocio dove [è] Porta a

Lucca, però tu sei molto più in giù, prima dell'incrocio che porta quella

strada allo stadio, sei un pochino più in giù anche di quell'incrocio.

Elia: Sì, certo, frequentavo quella strada perché andavo a trovare un

amico molto caro. Non dirò il nome.

Maria: E voi facevate delle feste, delle feste con la musica, dove

invitavate le ragazze e c'era questo fatto che, no? eravate esaltati, questo

rock'n roll mi fa venire in me... mi dice rock'n roll, anche se tu non è che

ballavi tanto, eh!

Elia: No.

1 Non si era mai parlato di questa via, ed è una prova.

199

Maria: Tu stavi a guardare. Tu eri tra quei ragazzi che guardavano gli

altri scatenati.

Elia: Sceglievo le musiche più tranquille

Maria: Però questi... cioè però sei te e altri tre ragazzi, che siete un po'

simili, no? Però a queste feste era segno di emancipazione e di

modernità, no? Abbracciare questo stile di musica e voi passavate come

quelli un po' ancora... tradizionali, non so se si potranno chiamare

tradizionali, ecco.

Elia: Sì, a quel tempo andare all'università era delle classi già affermate.

Maria: Sì, perché vedo questi pantaloni, questi maglioni beige con le

trecce, proprio maglioni di lana a gilè, non so se andavi vestito così te,

però vedo un gilè beige.

Elia: Questa è una prova!

Maria: Vedo un gilè beige.

Elia: No, non il gilè beige, ma...

Maria: Un gilè chiaro, comunque pantaloni a sigaretta sul grigio, stretti,

un po' corti qua un danno... tu eri magro.

Elia: Sì, ero magro.

Maria: Poi ci sono anche ... ... questi altri ragazzi, ce ne sono altri due a

fianco a te.

Elia: Eravamo non dico una banda, ma insomma, una compagnia.

Maria: Due, però mi sa che andavate a queste feste e ve ne stavate un

po' appoggiati alla parete a vedere questi tutti scatenati, ma voi ci

andavate per conoscere le ragazze.

Elia: Sì, e le invitavamo, oppure le facevamo invitare dalle altre... dalle

ragazze che conoscevamo. Quindi il '62 hai detto.

Maria: Sì, che partivi dicendo è la tua storia, quindi subito mi ha fatto

vedere 1962.

Elia: Sì, sì, comunque questa situazione è durata parecchi anni e non

solo il '62.

Maria: Sì, no, come per dire da un anno.

Elia: E vedo una fotografia.

Maria: Sì io vedo un'immagine, come se nel '62 comunque è iniziato un

certo tipo di vita, no? Non so quando sei andato, ed è iniziata per te

l'università? Nel...?

Elia: Eh dunque... l'università nel '63, quindi il '62 era ancora in quinta

liceo.

200

Maria: Sì perché era di preparazione allora. Perché vedo questi giovani

di 17, 18 anni, ecco, che sei... magri, secchi, ecco, come sono a quell'età

lì, no?

Elia: Sì, sì, a quell'età si è molto magri.

Ecco. Va bene, questa è una bella immagine, localizzata nel tempo e

nello spazio, perché hai detto l'indirizzo e la data, che sono due cose

importanti, perché le 5 domande del giornalista sono: chi, come, dove,

quando e perché, 5 domande.

Maria: E ora vedo, di Livorno, e, io sai non la conosco Livorno, non so,

vedo comunque questo lungomare, non saprei dirti le strade. Uno, vedo

il di fronte a quell'albergo... l'Hotel Principe, può essere? C'è un albergo

un po' enorme?

Elia: No, qui c'è una mescolanza, è l'albergo... ci sono due alberghi...

Maria: Enorme, vedo un albergo grande è di fronte...

Elia: Dunque mi pare l'albergo Corallo, però era dietro la stazione, e poi

c'è un altro albergo davanti ai bagni Pancaldi.

Maria: Ecco, io vedo dei bagni, cioè vedo questa piazza sul mare, vedo

questo albergo e questo... siccome non conosco Livorno, io dico l'Hotel

Principe.

Elia: E anche Rosamiria tutte le volte che s'andava a Livorno si perdeva,

perché non capiva le strade.

Maria: Allora è lei che mi dice che non ci capisce niente!

Elia: Non la conosce.

Maria: Dice: io vedo lì, là, Livorno, ma non ti saprei dire le strade.

Maria: Mi vedo questo albergo e questo spiazzo, no? dove vedo una

specie... un po' di terrazza... non so se il pavimento è a quadrettini non lo

so, perché io questa cosa non la so di Livorno, eh.

Elia: Il pavimento è quadrettato.

Maria: A quadretti. Vedo una specie di ringhiera non so cos'è, però è

traforata, ecco, non è un muro.

Elia: Sì, noi ci siamo andati a Livorno perché voleva vedere proprio quel

posto. Perché non ci sapeva arrivare.

Maria: Sì, io vedo questa roba qui ora, mi fa vedere questa roba.

Elia: Sì, sì.

Maria: Questa specie di terrazza.

Elia: Quindi si riferisce al periodo degli anni? Vediamo un po' se riesci a

tirar fuori una data.

201

Maria: Ora la data, qui...

Elia: Deve essere dopo che ci siamo messi insieme.

Maria: Sì, sì, sì, no, no, no, e vedo una data tra fine anni '70 dal '78

all'85. Ora mi dà questo lasso di tempo, vediamo un po' però meglio.

Questo è il limite.

Elia: Sì, sì, va bene, è una data giusta più il '78-79 che l'85, che eravamo

in Svizzera.

Maria: Mi ha fatto vedere in questo arco di tempo, però '78 mi ha detto

per primo.

Elia: Sì, poi magari ci siamo andati dopo perché ovviamente io parlavo

di questo posto, del lungomare di Livorno, di queste caratteristiche della

città, che lei non conosceva, e quindi ci siamo andati apposta perché

glielo dovevo far vedere. Ecco.

Maria: Sì, poi c'è anche la stazione di Livorno. Mi dice: io non la

conosco la stazione di Livorno, vedo... ci sono degli alberi c'è... vedo qui

la stazione poi c'è un po' le strade e ci sono degli alberi, non so, tu sei

però in una via... non so come descriverla, vedo l'immagine, io però non

so nemmeno come è fatta la stazione di Livorno, non mi ci sono mai

fermata.

Elia: Eh, infatti non c'è ragione d'andarci, specialmente se si va in

macchina.

Maria: No, no, io non ci vado.

Elia: Comunque la stazione era vicino al quartiere dove ho abitato.

Maria: Che io vedo le cose da delle case che è come se io vedessi delle

abitazioni, c'è una strada, una specie di sparti-strada con degli alberi, poi

c'è un'altra strada e poi la stazione in fondo, quindi è come se vedessi le

cose da un quartiere, non vicino alla stazione.

Elia: Sì, è chiaro che sì, io... il tempo che sono stato a Livorno quando

facevo il liceo, io stavo nel quartiere vicino alla stazione.

Maria: Eh sì, io è come se vedessi le cose dal punto di vista di

abitazione, non che sono alla stazione.

Elia: Al massimo gliel'ho indicato, ma non credo che l'abbiamo visitato

insieme, e quindi Rosamiria riprende una...

Maria: Questi palazzi... che sono allineati,no? non sono palazzi grandi.

Elia: È una zona...

Maria: Sono case, non lo so di che anni sono, però nel '900.

Elia: Sono case a griglia rettangolare.

202

Maria: Sì, io vedo queste strade così.

Elia: È un quartiere nuovo nel senso che... tutta Livorno...

Maria: Però non è che non sono palazzi alti, vedo palazzine, ecco, tutte

attaccate una vicina all'altra, sono tutte, no? queste strade che sono tutte

case attaccate.

Elia: Questa è la zona di Livorno che io frequentavo ai tempi del liceo.

Maria: E mi dice qui fine anni '50. Vedo... '58, può essere? è iniziato?

Elia: Sì, nel '58 ero lì, certo.

Maria: Sì, vedo questi portoni. Un portone verde, stondato in alto, con

una...

Elia: No! portone verde non ce l'ho un'immagine di dove stavo io, non

c'erano porte verdi.

Maria: Sì, forse l'hanno fatto ora proprio ora, l'unico portone verde è

rotondo in cima, non è quadrato.

Elia: No, questo non ha una corrispondenza.

Maria: Dice che a te ti piaceva la cecìna, che andavi a fare la merenda

con la cecìna, andavi a prendere spesso la cecìna.

Elia: Sì, quando ero a Livorno le volte che con Rosamiria siamo capitati

a Livorno... sì, penso proprio che siamo andati a prendere la cecìna, e

c'era un negozio preciso, dove io andavo perché era quello dove andavo

prima, che frequentavo.

Maria: Eh sì, perché c'era un ricordo di un piacere gustativo, no?

Elia: Sì, sì

Maria: M'ha detto la cecìna.

Elia: Sicuramente questo ci siamo andati e anche Rosamiria ha

assaggiato la cecìna di quel negozio, di quella...

Maria: Sì, specie di forno... negozio, perché vedo che ci ha anche del

pane, no?

Elia: Sì, sì, facevano tutto. Facevano la pizza, il pane, la cecìna.

Maria: Sì, c'è un po' di tutto al taglio, no? erano tipi un po' sportivi non

era un negozio elegante ora sarà ... che ... un po'

Elia: Anche il quartiere...

Maria: con la farina si vede un po' la farina buttata per terra.

Elia: Il quartiere di Salviano è molto popolare.

Maria: Sì, io vedo questo negozio dove c'è anche la farina per terra, si

vede proprio il forno... l'odore del forno, dietro... questo profumo di

203

cose... del f... non come sono ora i forni. Ecco dove, no? sono delle

botteghe tutte così.

Elia: Va bene, come immagini sono centrate, sicuramente.

Maria: Fammi una domanda.

Elia: Comunque io volevo ritornare su quell'episodio...

Maria: Quale episodio?

Elia: che nel caso di Gina addirittura ha equivocato e sembrava che si

riferisse alla vita di Antonella, la cognata, no, si riferiva alla vita di

Rosamiria, raccontatomi da Antonella, che poi si è diviso in tre, allora io

chiedo a Rosamiria: perché questi tre episodi? hanno qualcosa in

parallelo di uguale?

Comunque io ritorno a quello che mi ha raccontato Antonella e vorrei

che me lo ri-raccontasse lei, in modo da vedere cosa torna e cosa non

torna.

Non so se lei era presente, perché è stato durante i 6 mesi del "sonno

ristoratore" che io ho parlato con Antonella e abbiamo... e lei mi ha

raccontato questo episodio.

Maria: Io vedo una scuola elementare

Elia: Va bene.

Maria: C'è un corridoio, questi banchi, dove c'erano queste urne e questi

carabinieri che sono all'ingresso. C'è questo ragazzo magro, alto, che il

primo giorno era un po' così, e poi a pranzo... vedo che sono a pranzo,

non è solo lui, c'è anche il suo collega, con il padre che è una persona un

pochino più robusta, vedo il padre che li porta a pranzo a casa sua.

La mamma di Rosamiria aveva... sento un profumo di cucina, c'è il ragù,

non lo so, comunque un ragù tipo fatto da loro, non è il ragù che

facciamo noi, non lo so, ecco, se c'era...

Elia: Comunque, questo giovane carabiniere viene a casa di Rosamiria,

invitato dal padre.

Maria: Sì, non è solo, non è solo, c'è anche un altro collega, due, due

giovani, quest'altro è più basso, leggermente più basso, misura media,

invece questo ragazzo qui è alto e magro. Per dare un'idea dell'aspetto

fisico, non nel viso, però tipo un Giorgio Gaber ecco, per dar l'idea di

questa figura...

È a tavola, no? che hanno socializzato un po' di più, che si sono un po'

scambiati degli sguardi e poi quando sono ritornati al seggio allora, ecco,

c'era un po' questa... emozione nello sbirciarsi un po' eh, lui faceva...

lasciava un po' la porta d'ingresso con la scusa... e poi andava nella

stanza, no? era più una scusa che trovava per entrare là dove c'era

204

Rosamiria che faceva la scrutatrice. Penso che ci sia anche il fratello

nella stessa stanza.

Elia: Sì, in realtà l'ha raccontato anche il fratello questo fatto che c'era

simpatia fra Rosamiria e questo carabiniere e aveva sintetizzato, la

cognata, con la frase "che si erano piaciuti".

Maria: Sì, questa cosa continua anche il giorno dopo e sopratutto

quando poi fanno lo spoglio, che lui era presente e quindi in questo

calcolo delle schede eccetera, lì hanno scherzato, si sono anche... c'è nata

questa... cioè lui a quel punto non doveva sorvegliare, no?

Elia: Sì, perché era chiuso il seggio.

Maria: Quindi stava nella stanza e quindi in questo spoglio nel momento

dello spoglio c'è stata una vicinanza maggiore, c'è stato un po' questo

ridersi, questo, questo un po' tra l'imbarazzo, perché comunque c'era il

padre, il guardarsi,

Elia: C'era il fratello...

Maria: Sì, sì, però... c'era un qualcosa che incominciava: la simpatia

forte.

Elia: Quindi era una scuola elementare, era vicina.

Maria: Sì, io vedo una scuola elementare.

Elia: E una data? se gli riesce di tirarla fuori... magari l'anno, perché le

elezioni... poi la data delle elezioni si sa.1

Maria: Ma senti, io vedo fine anni '60, non so.

Elia: Bisogna vedere se era all'università o se era al liceo,

Maria: Non erano gli anni '70. Io vedo un periodo tra il '65 e il '70, però

è intorno al '68 più che altro mi sembra.

Elia: È possibile perché lei nel '65 ha cominciato l'università, quindi il

'68 va bene, era il secondo o il terzo anno d'università. Siccome lei

parlava della sua futura carriera di ricercatrice... perché c'era anche una

questione psicologica fra lei e il carabiniere.

Maria: Sì, diciamo che erano elezioni molto calde, perché c'era tanto

fermento, quindi loro, cioè i seggi elettorali erano, capito, molto...

sorvegliati perché c'era il timore di attentati, c'era molto personale, era

una cosa molto pericolosa. Cioè... loro non la percepivano perché erano

giovani, c'era questa euforia, però, insomma, era un periodo molto caldo.

1 Poteva essere il 19 maggio del 1968.

205

Elia: Sì, il '68 chiaramente è il periodo degli scioperi.

Maria: Però loro certamente la sentivano, però come la possiamo vedere

noi giovani, il padre invece era preoccupato molto perché temeva, no?

Elia: Sì ma c'era anche...

Maria: E c’erano anche le persone che erano... c'erano tante

partecipazioni anche di persone che avevano votato, che erano i

rappresentanti dei vari partiti, che erano presenti lì, capito? c'era molta...

Elia: Certo, a uno spoglio c'è sempre... ogni partito ci ha una persona...

Maria: Mentre loro... è come se mi fa vedere una doppia realtà tra...

quelli che erano accaniti nella politica, che sentivano questa passione, e

loro che vivevano un po' in questa... presi dal loro innamoramento, o

comunque dalla... ecco, è come se percepisse che il mondo intorno non

gliene fregava nulla, anche se... era un mondo in quel momento che non

è come, dice, le elezioni di ora dove uno andava a votare...

Elia: Sì, io te l'ho raccontato dal '67 al '68 c'è stato un cambio completo

di atmosfera.

Maria: C'è stata questa cosa forte

Elia: Cioè dalla speranza e dalla...

Maria: Loro si sentivano un po' fuori dal mondo, no? questo momento

carino, tenero, romantico, fatto proprio di sguardi.

Elia: Sicuramente appartenevano al mondo di prima del '68.

Maria: Sì, questa fantasia di sognare, no? di fidanzarsi, questa cosa qui,

ecco, c'era proprio questa...

Elia: Sì, ma questo discorso si riferisce al fatto che lei faceva

l'università, e ovviamente il carabiniere no.

Maria: Sì, questo sì.

Elia: Quindi c'era una differenza sociale.

Maria: C'era la simpatia, però in quel momento non si pensava al

fidanzamento, c'era solo il fatto di piacersi.

Il problema è nato dopo, quando, sia Rosamiria che lui hanno... si sono

posti la domanda: quando poteva essere fattibile questa... realizzabile,

perché lui, conoscendo il padre, se questa cosa veniva corrisposta, di

cedere al padre, si sarebbe fidanzato ufficialmente.

Elia: Certo

Maria: E quindi c'era un po' l'andare un po' piano per... prima di

coinvolgere le famiglie, di parlare loro due. Avevano bisogno di parlare

206

e capire, al di là della simpatia, quanto questa cosa poteva durare nel

tempo, perché questo, finite le elezioni, partiva, non era di lì, non era di...

Elia: Sì, probabilmente per il tempo delle elezioni...

Maria: Era un... era di leva, era un carabiniere di leva.

Elia: Sì, la sua caserma non era certo Gallicano.

Maria: Era giovane, non so se era... comunque era giovanissimo come

carabiniere. Era da qualche anno che faceva il carabiniere, quindi era un

po'... non aveva ancora una sede fissa e quindi non poteva in qualche

modo, no? poi non c'erano i telefoni, c'erano delle difficoltà oggettive,

no? a poter mantenere anche una relazione a distanza, se non quella delle

lettere o scriversi.

Si sono scambiate delle... qualche lettera, l'indirizzo se lo sono lasciati, si

sono scritti, però poi diventava un po' difficile il potersi incontrare e

frequentare.

Elia: La cognata mi ha raccontato di alcune lettere di Rosamiria che lei

ha, che però non si ricorda dove sono.

Maria: Sì, mi ha detto che ci sono state delle lettere.

Elia: Sarebbe interessante ritrovarle e Rosamiria forse sa dove sono.

Lettere di Rosamiria che ha scritto o che ha ricevuto, comunque di

Rosamiria sempre come destinataria.

Maria: Sì, io le vedo: un pacchettino avvolto in un... tipo un cordoncino

come questo, legate. Però ha detto: siccome la casa non è più quella di

prima, non riesce a ricostruire ora dove sono.

Elia: Sì, perché ora sono nella casa del fratello che è stata costruita

nuova, dopo.

Maria: Lei si ricorda come era prima. Vede questa... vede questo comò

di un... però antico, vecchio, non è un comò moderno.

Elia: In quale camera?

Maria: Ma deve essere una camera da letto, non lo so, però vedo un

comò con dei cassettini piccoli, c'è uno specchio, non lo so se è un

canterale, ma quelli di una volta.

Elia: E quindi ora saranno in un mobile nuovo...

Maria: Lei vede dove le teneva lei.

Elia: ...nella casa nuova.

Maria: È un canterale vecchio.

Elia: Comunque, ecco, abbiamo chiarito il racconto di Antonella.

207

Ora gli altri due che ha fatto Rosamiria, cioè quello della vallata col...

della quercia, e quello della stazione di Pisa, con il berretto rosso e nero

Maria: Lì era il saluto.

Elia: Perché non ce l'ha raccontato?

Maria: Perché l'ultima volta...

Elia: Che cosa vuole trasmettere?

Maria: Allora perché, quella della vallata era legata al fatto che si sono

incontrati per conoscersi un pochettino loro due, e dove si sono

scambiati un po' la loro visione di vita. E lì che, nonostante c'era questa

simpatia, si son resi conto di quanto... prima di far nascere qualche cosa,

si son resi conto che le difficoltà in quel momento, loro le vedevano più

grandi di quelle che...

Elia: Sì, probabilmente.

Maria: Alla distanza dice: se ci penso oggi sono c... per come va il

mondo, però all'epoca mi sembravano delle cose molto difficili,

insormontabili.

Elia: Ma quali erano queste difficoltà? Per esempio: il fatto che lui

facesse un'altra facoltà? Non mi sembra...

Maria: No, è il fatto che lui aveva una visione della donna diversa, lui

avrebbe voluto una moglie, fare dei figli, a lei questa cosa gli piaceva:

sposarsi, avere dei figli, ma non voleva finire la sua vita a fare solo la

moglie, o la professoressa.

Elia: Ah ecco, cioè di abbandonare la sua carriera di ricercatrice.

Maria: Perché lui pensava: tu studi poi fai l'insegnante, la professoressa.

Lei non si vedeva a fare la professoressa delle scuole medie, lei gli

piaceva insegnare, ma non era il cercare di insegnare per avere la

sistemazione della donna, ecco, che poi torna a casa a badare la famiglia,

cucinare, anche se queste erano cose che Rosamiria amava.

Non è che lei dice: io... a lei è piaciuto, no? essere moglie, prendersi cura

della casa, cucinare, ma era uno degli aspetti, e insegnare non era

l'insegnare alle scuole medie, la classica professoressa delle scuole

medie, no? di matematica o di una scienza.

Elia: Cioè quell'insegnamento non poteva sostituire la ricerca, per

esempio.

Maria: Bravo, lei, ecco, è contenta tantissimo che, attraverso di te, ha

trovato quel sostegno per appagare questo sogno. Sicuramente se avesse

sposato quest'uomo avrebbe fatto solo la professoressa delle scuole

medie, ecco, in un paesino dove veniva continuamente spostato, no?

208

Elia: Quindi l'ostacolo c'era ed era reale il fatto che non poteva decidere

della sua vita.

Maria: Sì, e poi sapeva che questo veniva spostato continuamente.

Elia: Ecco, perché?

Maria: Perché come carabiniere non aveva una sede fissa e doveva ogni

tanti anni cambiare.

Elia: No, e qui il punto stiamo scambiando la vallata con il carabiniere.

Quando il compagno della vallata è uno che fa l'università, quindi non è

il carabiniere. Questo io l'ho capito.

Maria: Sì, sì, ma lei mi sta dicendo sempre di questo carabiniere che

non è decollato... la cosa perché si son resi conto...

Elia: Quindi abbiamo scambiato...

Maria: Sì, lei mi dice che quando comunque hanno trovato un modo per

parlare e lui gli dice: sì, ora sono qua, poi io non lo so dove mi

manderanno, te: e io studio questo, ma tu cosa vorrai fare?

Ecco, nel conoscersi, dopo la simpatia, l'attrazione, man mano che

parlavano è come se si smontava il loro innamoramento, perché si

rendevano conto che era una cosa difficilissima e quindi per loro era

impossibile realizzarla. Però si sono lasciati lo stesso gli indirizzi.

Scriviamoci... perché c'era questa volontà però diventava...

Elia: Il nome? non se lo ricorda? È importante perché, appunto, ci

siamo confusi fra quello della vallata e della quercia con il carabiniere,

perché non usiamo i nomi.

Maria: Eh i nomi mo' sono... non lo so, meno...

Elia: È una richiesta che poi verrà

Maria: Non so, io... mi viene un nome: Vincenzo, però non so cos'è.

Elia: Vincenzo è un nome collegato alla famiglia di Rosamiria.

Maria: Qui vedo questo nome: Vincenzo

Elia: Quindi ritornando a quello della quercia e della vallata, era...

Maria: Lì era un coetaneo dell'università dove, mentre all'università

c'erano tutti questi fermenti politici di quelli che utilizzavano questo

movimento politico per fare più veloci gli esami, e loro invece erano un

po' arrabbiati del fatto che saltavano le lezioni, che non si riuscivano a

fare... cioè, c'era un po' un canaio, no?

Elia: Io, che non riuscivo a fare gli esami.

Maria: Venivano sempre saltando le sessioni, che si perdevano gli anni,

c'era un po' questa... cioè mentre gli altri... molti giovani prendevano con

209

entusiasmo questa vita un po' goliardica, no? un po' bohemienne degli

anni con la scusa delle occupazioni c'era anche molta... come dire?

quell'emancipazione giovanile di incontrare maschi e femmine, no? di

avvicinare, no? i due sessi quindi come forma di libertà, e Rosamiria e

questo ragazzo parlavano del fatto che si perdevano tante sessioni e che

erano preoccupati se riuscivano a laurearsi secondo i tempi che volevano

loro.

Elia: Ma per esempio: se riesce a ricordare la facoltà che faceva lui si

capisce la differenza fra di loro. Se non era sociale, era almeno di campo

di studi.

Maria: No, per lui era scientifica, non so se era Farmacia.

Elia: Farmacia e Biologia non sono molto lontane.

Maria: Forse lui faceva o Chimica o Farmacia.

Comunque erano... si erano conosciuti ad alcuni corsi in comune, o

comunque si erano incontrati nei dipartimenti.

Non era la facoltà di Rosamiria era una facoltà simile, ma non era...

Elia: Insomma, abbastanza simile, anche Chimica era abbastanza simile

a Scienze Biologiche.

Maria: E poi sì, quello della stazione è il carabiniere, l'ultima volta che

si sono salutati.

Elia: Ah ecco, la stazione c'entra col carabiniere.

Maria: Sì.

Elia: Cioè quando lui è partito.

Maria: È l'ultima volta che si sono salutati.

Elia: Però mi ha detto l'altra volta che era la stazione di Pisa, sembra

strano,

Maria: Sì, la stazione di Pisa.

Elia: perché non Lucca o più vicino a Gallicano?

Maria: Perché lei era all'università a Pisa.

Elia: Ah, allora lui è venuto a Pisa.

Maria: Sì, lei era qui a Pisa, non lo sapeva la famiglia che è venuto a

trovarla.

Elia: Ecco, molto importante questo particolare. Cioè lui è andato a Pisa

per vedere Rosamiria.

Maria: Sì si sono incontrati qui a Pisa.

Elia: E poi lei l'ha accompagnato alla stazione.

210

Maria: Sì, è l'ultima volta che si sono visti, si sono detti che si

scrivevano, così è stato. Hanno mantenuto un po' questo dialogo

epistolare, e poi pian piano, sempre meno e poi s'è spenta la cosa.

Elia: Va bene, ha spiegato anche questa stazione, che appunto, sembrava

fuori del tempo e fuori della vita. Va bene, mi ha chiarito molto bene

questi tre racconti che ora confluiscono. Va bene.

Maria: Mi ha fatto fare la fine della ...

Elia: Se mi vuole dire qualcos'altro... io penso la prova questa volta di

averla avuta.

Maria: Vedo solo questa stanza penso: questa stanza però è a Gallicano

le vedo qui, ora gliele hai fatte ricordare le lettere, è rimasta un po' con

questa nostalgia di questi mobili antichi e questo cassettino.

Elia: Sì, era la casa dove risiedevano che era quella vecchia della

mamma.

Maria: Sì, vedo una casa vecchia. In effetti lei mi dice: il canterale della

mamma, la camera della mamma, comunque, ecco, mi parlava della

mamma.

Elia: Sì, la camera della mamma è molto preciso.

Quindi i mobili che erano nella camera della mamma sono stati svuotati,

perché poi non ci sono più nella casa nuova di Pietrantonio, quindi, tutto

quello che c'era dentro è stato messo altrove, che forse la cognata si

ricorda dove.

Maria: Eh, sì, perché lei ha detto: si ricorda com'era quando si ricordava

lei, non ora, ora non lo sa dire dove sono state messe.

Elia: Comunque abbiamo risolto degli enigmi che erano abbastanza

gravi, perché non c'è... ora c'è una conferma del racconto di Antonella,

attraverso Pietrantonio, di questa sessione elettorale in cui... Perfetto!

torna!

Maria: Io ti dico solo quello che ho visto, e non ti so...

Elia: Certo, no, no, no, ma i particolari sono importanti, il problema è

che nelle immagini ci sono tanti particolari e magari te non sai quelli

che sono importanti e quelli che non lo sono.

Maria: Io vedo un'immagine.

Elia: Ma per esempio: la scuola elementare, è chiaro che si tratta di una

sezione elettorale.

Maria: Sì, io ho visto una scuola elementare, la lavagna, ci sono i

banchi, la cattedra...

211

Elia: Che ragione aveva lei che faceva l'università di trovarsi in una

scuola elementare? solamente le elezioni. Sì, sì, è giusto.

Maria: Ora poi chiedi all'Antonella, ecco, se quel... le facevano le

elezione alle scuole elementari oppure no? in una sede del comune?

Elia: No, in genere le facevano nelle scuole.

No, ma il particolare fondamentale è che questo carabiniere è venuto a

casa di Rosamiria.

Maria: Sì.

Elia: È un particolare importantissimo.

Maria: C'era lui e un altro collega, erano due ragazzi giovani che il

padre li ha invitati a pranzo.

Elia: Sì, perché in pratica a ogni sezione c'erano due carabinieri che

stavano fuori della porta.

Maria: Sì, loro stavano fuori dalla porta,

Elia: Quindi lui doveva trovare una scusa per entrar dentro.

Maria: Sì, sì, e a pranzo è lì che è nato la mattina no, però a pranzo, nel

pomeriggio quindi è stato tutto questo turbinio, però poi dopo, il giorno

dopo, si guardavano soltanto, e poi è stato il terzo giorno, quando c'era

questo scrutinio che lui era nella stanza, allora, allora...

Elia: E quindi loro non dovevano fare più la guardia.

Maria: Sì, sì.

Elia: Ma probabilmente aiutavano a fare lo scrutinio.

Maria: Quindi è stato lì che c'è stato questa simpatia di sguardi, di...

Elia: Sì, sì, no, l'episodio viene confermato pienamente, e le prossime

volte porterò qualche altra cosa perché è importante che io non... non ci

fossi, perché se io parlo di cose nostre, che abbiamo vissuto insieme, tu

potresti comunque assorbirle da me.

Maria: E certo.

Elia: Mentre questa cosa io non la sapevo e quindi è perfetta cioè, è un

episodio distaccato dalla nostra realtà comune e questo io lo posso fare

con le persone che conoscevano Rosamiria e ora dovrei incontrare Katia.

Ricordo a Rosamiria, Katia che è una grandissima amica sua, hanno fatto

insieme l'università e quindi Katia mi racconterà qualche cosa, e io

chiederò conferma di quello che mi racconta Katia. E siccome non è

nella mia... nel mio ricordo e nella mia esperienza deve per forza...

Maria: Lei mi... dicendo Katia la collega a piazza Dante e via

dell'Arancio.

212

Elia: Sì, e dove abitavano tutte e due, abitavano insieme, nella stessa

casa e quindi...

Maria: In via dell'Arancio?

Elia: No, non era via l'Arancio, però...

Maria: Nella zona...

Elia: Nella zona che dà dalla Sapienza...

Maria: Eh, io vedo piazza Dante, Piazza Dante che dell'Arancio

Elia: Dalla parte opposta di piazza Dante.

Maria: In via Curtatone e Montanara, lì

Elia: Che poi ha abitato in via Curtatone e Montanara, ma stavano

accanto, in una traversa quando erano studentesse.

Maria: In via Tavoleria?

Elia: L'indirizzo non c'è perché è quella piazzetta dove c'è il Campano,

no quella piazzetta dove c'è il cinema.

Maria: Il cinema no, c'è il Campano...

Elia: No, ma c'era la Croce Rossa c'era la...

Maria: Eh sì, la Misericordia.

Elia: La Misericordia.

Maria: La mi fece la chiesina e la Misericordia poi e la stradina dopo è

via della Tavoleria, se non sbaglio.

Elia: Comunque quella casa...

Maria: Che vedo lì, sì.

Elia: La casa che chiude piazza Dante e la separa da via Curtatone e

Montanara.

Maria: C'è un viottolino piccolino?

Elia: C'è un passaggio stretto stretto.

Maria: Sì, vedo quel viottolino piccolino lì, che c'era una volta un

macellaio cosa c'era, sì vedo questa viottolina piccola dove c'era delle

botteghine.

Elia: Allora, se si ricorda il nome della proprietaria della casa, è perfetto.

Maria: Questo è un po' difficile ora eh

Elia: Sì, perché i nomi, il problema è sempre quello. Per confermare...

per provare una notizia ci vuole...

Maria: Vedo queste sì, queste botteghine piccole

213

Elia: C'era un bar che aveva...

Maria: che dava sulla piazza il bar era un pochino più avanti e sfociava

nella piazza.

Elia: E comunque ce n'era un altro che dava verso la Sapienza e dalla

parte opposta, nella piazzetta dove c'era la Misericordia, c'erano solo gli

ingressi e poi c'era un negozietto, dalla parte di via Curtatone e

Montanara e lei mi dovrebbe dire di chi era e cosa vendevano.

Maria: Era merceria, Renata?

Elia: Il nome?

Maria: Renata.

Elia: No, Renata non credo che fosse il nome del negozio, no.

Maria: No, mi viene, non so, una ragazza... no, una Renata?

Elia: È legata molto alla sua vita, la proprietaria di questo negozio.

Maria: Aspetta, sì in... c'è la merceria

Elia: Sì, la merceria torna questo è un particolare che coincide con la

realtà che io conosco.

Maria: Una merceria, cosa c'entra Marisa Mar... non lo so, Marisa cosa

c'entra?

Elia: No, io non conosco nessuna Marisa. Comunque loro abitavano

sopra quel negozio, nella casa dove affittavano le stanze alle studentesse

e le stanze erano...

Maria: Eh perché praticamente io vedo via dell'Arancio così, anche se

c'è, c'è in linea è dritta così eh, anche se c'è la piazza.

Elia: Si continua e fa un bordo della piazza. In realtà finisce alla piazza.

Maria: Però hai capito, vedo... se la vedo dal vicoletto no? se non ci

passo dalla piazza.

Elia: Sì, va bene ora chiudiamo qui.

Maria: Va bene, io ti ho già messo per...

Maria08: Durata 32’03”. Questa è una registrazione piena di prove, più

che altro indirizzi, come via Luigi Bianchi, via L’Arancio, piazza Dante,

via Curtatone e Montanara che prima era via XXIX Maggio, meno i

nomi delle persone. Si svela l’enigma della stazione di Pisa, dove aveva

salutato il giovane carabiniere. Una prova a sé è il negozio di merceria,

anche se non è uscito il nome della proprietaria.

214

1155//1122//1155 -- MM0099

Nona registrazione con Maria. Qui c’è la registrazione con i sottotitoli.

Si parla del ragazzo che io chiamo “della quercia e della vallata” perché

Rosamiria non è mai riuscita a dirmi il suo nome. Sembra che sia un

compagno di liceo e poi di università, ma non della stessa facoltà. Poi si

descrive una vita in Francia fra il ‘700 e l’800, con Pierre che coltiva le

rose, ma la cosa strana è che la stessa vita me l’ha raccontata, con me al

posto di Pierre. Si pone il problema dell’identità di Pierre e della mia

come suo sostituto in più vite, compresa l’ultima. Questo è un mistero

che si collega alla complessità dell’anima e dell’altra dimensione. Si

comincia a distinguere tra “anima gemella” e “fiamma gemella” anche se

quest’ultimo termine, introdotto nella settima registrazione di Maria, non

viene ancora ben spiegato. Lo sarà nella prossima registrazione di

Maria. Entra qui la Sicilia, una prima volta nella vita di Rosamiria con

Emanuele, e una seconda volta, nella nostra vita insieme, cioè la

partecipazione al congresso di Erice, con il prof. Zichichi. L’episodio

più strano è l’immagine della sua amica, morta di dolore per la perdita

della figlia.

Elia: Allora, ripeti. Paul, è un nome nuovo... che appare ora.

Maria: Sì, mi diceva... Sì, la settimana scorsa, dopo che sei andato via

te, invece di Pierre, mi veniva sempre in mente sempre Paul.

Però io non... fammi delle domande, Elia, perché possa un po' sentire.

Elia: La prima domanda che mi viene in mente è il fatto che il giovane

carabiniere è stato chiamato in causa perché ne ha parlato Antonella, ma

quell'altro della quercia e del panorama della vallata, me l'ha detto lei,

quindi io vorrei sapere che messaggio mi doveva trasferire, perché è

stato di sua iniziativa che me l'ha raccontato.

Ora quello che mi ha raccontato è una cosa molto generica, cioè di due

giovani che parlano del futuro, ma, va bene, chissà quante volte capita...

Cioè, che importanza aveva questa relazione per lei?

Maria: Allora, mi sta dicendo questo: siccome ti ha visto in questi mesi

desideroso di conoscere la vita che lei non ti aveva condiviso, anche se

non è che era una storia importante, era una cosa che non t'aveva mai

detto, e quindi voleva arricchire il quadro della memoria della sua vita su

fatti che... non era una cosa importante, però era una cosa che lei aveva

vissuto.

Per lei è più che altro un'emozione di un momento di rilassamento, di

pace, di sogno, non era importante come evento, ma era la sensazione di

un ricordo bello, un momento... della sua vita, bello perché era sotto

quest'albero dove vedeva questa vallata, no? Questa è la sensazione.

215

È come se lei ogni tanto, no? rivedendo tutta la sua vita si sofferma

anche su dei giorni felici, ma erano felici fine a sé stessi, perché hanno

fatto una scampagnata, perché in quel momento c'era un'energia

particolare, in cui era la sensazione di giovani che all'epoca erano pieni

di sogni.

È un po' l'aspetto di chi fa la revisione della propria vita.

Ora lei l'ha finita questa vita, e siccome in questo periodo lei è di fronte

alla revisione del proprio karma...

Elia: Sì, il "sonno riparatore", ristoratore.

Maria: E quindi... sì, rivede tutto, ossia le cose belle, non belle, le cose

che doveva migliorare, quindi quando ti ha raccontato quell'episodio era

in contatto con un momento bello della sua vita e dove lei viene messa a

confronto, come tutte le anime, su quando siano stati coerenti a

realizzare quelli che sono i sogni.

Ma cosa sono i sogni? sono attimi di consapevolezza dell'anima dove

l'anima, che conosce il programma, riesce, in rari momenti, a ispirare la

personalità. E quindi quando si muore veniamo valutati quanto siamo

riusciti a dare ascolto al piano dell'anima o quanto in realtà ci siamo fatti

guidare dal nostro ego inferiore.

Quindi che diventa... quant'è? È l'ego che diventa il padrone, o il servo?

L'ego dovrebbe diventare il servo dell'anima, ma la maggior parte di noi,

mi dice, questo è l'insegnamento che ci vuole dare, è come un

avvertimento, un insegnamento, di farsi guidare da questa parte ispirata.

Quel giorno lì, lei dice, era un momento in cui c'era uno stato di grazia e

oggi lei capisce che quello che percepiva come stato di grazia, no? di

rilassamento.

In realtà era un momento in cui l'ego non... siccome era rilassata, era...

non controllava e quindi gli arrivava questa pienezza di sognare e in

questo sogno c'è il fatto che lei avrebbe portato servizio in maniera più

alta all'umanità, non come semplice insegnante. Anche se ha fatto

l'insegnante, ma nel suo insegnamento c'era anche qualcuno che ha

portato ricerca quindi un contributo all'umanità che è un servizio più alto

del fare il semplice professore.

Senza togliere niente, no? anche...

Elia: Sì, quindi era... quel ragazzo che voleva circoscrivere la sua vita al

fare l'insegnante.

Maria: Ma poteva essere anche... sì, sì, sì, quello era il carabiniere. Lei

con questo sotto l'albero era un collega, uno con cui condivideva dei

sogni e quindi tutt'e due erano come in un... sotto l'albero. Questo

paesaggio era come se...

Elia: Sì, ma sono in Garfagnana quindi era di lì, non era di Pisa, o di

un'altra città.

216

Maria: Può darsi, sì era un amico che conosceva da... da tempo,

compagno di... forse mi viene da dire sì, un compagno di studi,

compagni del paese comunque era un compagno.

Elia: Forse di liceo?

Maria: Sì, più di liceo. Sì, erano persone che dicevano allora tu cosa fai

da grande, qui, lì, questo scambio intellettuale, no? questo scambio di...

era un momento bello, spensierato, dove si fantastica...

Si pensa cosa vuoi fare da grande, no?

Elia: Io ho avuto le foto del liceo. Quindi questo probabilmente è nelle

foto.

Maria: Poi me lo puoi far vedere perché io vedo chiaramente ora il viso

non lo riconosco bene, però a me io quello che vedo: un paio di pantaloni

grigi o scuri, o grigio, non scuri così, un pochino più chiari, un maglione

di lana con le trecce, color cammello. Vedo chiaro questo, e una camicia

bianca, il viso non lo riesco a vedere bene, però orientativamente non è

un viso rotondo, è una persona... un ragazzo magro,

Elia: E quindi non lo puoi riconoscere.

Maria: però può darsi che dalla sensazione,

Elia: Vedendo la fotografia che è sul...

Maria: può darsi sulla sensazione, sì.

Elia: No, va bene.

Maria: Però non lo so, io vedo questo qui perché loro... c'è l'albero nel

mezzo e sono messi così, no? non... uno... come disegnarti, io vedo

quell'albero, uno è seduto qui, e l'altro è seduto qui.

Elia: Quindi non si guardano nemmeno di fronte.

Maria: Sì, sì, sono appoggiati all'albero, però non sono... perché tutt'e

due guardano un po' il panorama. C'è questo panorama, sono abbastanza

vicini, ma non si toccano, non è che sono lì in maniera romantica.

Sono lì come buoni amici.

Elia: Va bene, quindi è identificato come un compagno di liceo.

Maria: Sì, e l'ha condiviso perché in quei giorni lei stava facendo questa

revisione della sua vita e veniva messa di fronte a vari momenti in cui si

è detta: vedi? quello è il giorno in cui eri stata ispirata, ti era stato

mandato quella persona per aiutarti, gli fa capire: vedi? come Maria

spesso viene usata per aiutare qualcuno, ma non viene riconosciuta,

perché ci sono tante persone che spesso, loro malgrado, sono strumenti

del piano divino.

Le coincidenze non capitano per caso, e anche dei momenti particolari,

come un momento di rilassamento, un sogno.

217

Elia: Va bene, quindi il tempo corrisponde allora a quella data che avava

detto, cioè luglio del '69.

Maria: Sì, io vedo di nuovo il 69, sì, era l'inizio dell'estate.

Comunque era 69 di certo.

Elia: Sì, quindi quella data fatidica che poi corrisponde allo sbarco sulla

luna, quindi il collegamento ci può essere. La ricerca era collegata alla

luna.

Maria: Sì, c'era... Sì, sicuramente c'era questo... questa euforia, no?

quello che mi dice, è un momento di grande euforia dei giovani, di quelli

che volevano... tutti i giovani fanno sogni: cosa vogliono fare da grandi,

però in quell'epoca si viveva la vita in maniera più grandiosa.

Oggi no, i ragazzi non sognano come sognavamo noi negli anni '60,

avevamo più un concetto eroico della nostra vita, invece è diversa come

lo vivono oggi, oggi si stravivono, mentre noi vivevamo veramente, di

voler lasciare un segno nella storia.

Elia: Ma l'abbiamo lasciato.

Maria: Cioè ecco, lei mi sta dicendo questo: che la gioventù dell'epoca,

quelli che studiavano, andavano all'università, andavano anche con

questo spirito idealistico, non come chi è che continua gli studi come se

fosse un liceale, poi fa un'altra cosa... oggi è più una cosa normale.

Elia: Restiamo su quella vita che io non ho conosciuto, perché ci siamo

messi insieme che lei aveva 33 anni, quindi aveva avuto una vita

precedente.

Io vorrei che mi raccontasse qualche altro episodio importante della sua

vita prima di me.

Maria: Ma, quella dell'800, mi dice.

Elia: Questa è un'altra vita allora, se c'è un episodio, il problema è che io

non posso ricordarla, ma comunque tutto quello che è accaduto prima di

me ovviamente io non posso verificarlo.

Maria: Lei in questo momento mi fa ricordare... perché è tutto presente,

anche il passato di altre vite, quindi...

Elia: Quindi va bene.

Maria: E in questa revisione, mi dice, questa vita è un tassello che si

collega alle altre, no? e sta organizzando un pochettino quello che è

riuscita in qualche modo a completare in questa vita e quello che non ha

potuto completare del tutto. Alcune cose le ha fatte e altre invece non

l'ha saputo ascoltare, anche se era venuto con l'intento di sistemare.

In questo momento io vedo quest'immagine, è un'immagine, però è di

un'altra vita. Vedo un castello, una casa comunque benestante, però non

218

è una semplice villa, è un... tipo un castelletto, no? e però è sempre la

Francia ed è quella vita dove c'è quest'uomo, Pierre, che taglia le rose.

Questa è una stanza particolare perché non è quadrata, c'è, vedo e fa

rotonda, no? c'è la vetrata, c'è, come spiegartelo, te la vedo, la stanza poi

finisce così, cioè, la stanza è grande, però c'è questo...

Elia: C'è una specie di abside?

Maria: Eh, bravo, bravissimo.

Elia: Con delle finestre?

Maria: Sì, c'è un abside e lei... qui c'è un tavolino e lei passava il

pomeriggio qui a leggere e ogni tanto si affacciava qui, dove si vedeva

questo bellissimo giardino, coltivato, con le rose, ecco, mi fa: non è un

episodio significativo, però è come se lei ora stesse godendo delle

emozioni di episodi di varie vite belli, belli fine a sé stessi, dove il

messaggio che mi vuole lasciare oggi, che poi alla fine della vita noi

inseguiamo dei traguardi, pensando che siano quelli i momenti che ci

facciano felici.

Invece lei ora che sta guardando la vita dove ha raggiunto anche dei

traguardi dice: quelli alla fine non li sta ricordando perché c'è stata anche

la fatica, il sudore, invece i momenti belli, che le danno conforto, anche

ora in questa situazione, sono questi attimi di pace.

Come una forma di meditazione, no?

Lei che si vede ora che sta vicino a questo tavolino a guardare questo...

questo giardino curato mentre si beve un tè, questo momento di

raccoglimento, in questa vita con quest'amico.

È come se fossero questi poi i veri momenti... che fanno ...

Elia: Quindi in quel caso, Pierre era il suo uomo o c'era un altro?

Maria: Non lo so. Vede che comunque c'è un rapporto speciale. Questo

aveva la passione del giardinaggio e lei lo guarda dalla finestra. Lei lo

guarda dalla finestra mentre gli coltiva queste rose, però lui non è che fa

il giardiniere, però aveva la passione del giardinaggio, e lei lo guarda

dalla finestra.

C'è un legame, però non so se è un legame profondo, no?

Elia: Non si spiega però se era anche quello un fisico della vita o no.

Maria: Ma, può darsi pure, però dice: era un legame di anime, no?

C'era una grande affinità elettiva, perché essendo un'anima con cui...

all'epoca, dice, prima di tutto, non ci si sposava perché c'è l'amore, come

ora, e erano...

Elia: Cioè? L'amore come ora, in che senso?

Maria: È che molto spesso, ecco, era più la condizione sociale che

portava a fare degli incontri matrimoniali, però loro si conoscevano da

219

tanto con Pierre, no? E lui mi sembra come se fosse un medico,

comunque era della borghesia intellettuale, lui.

Lei dice che in quella vita è stata fortunata perché considerando che i

matrimoni e le relazioni affettive la donna non le sceglieva, ma erano le

condizioni dello stato sociale che portavano i...

Tutto sommato a lei in quella vita gli è andata bene, perché malgrado

apparentemente... però, ecco, loro si sono trovati bene. Però non c'era

quella fisicità, la sessualità, non era questo che li legava.

Era proprio questa affinità elettiva.

Elia: No, perché noi abbiamo avuto una vita insieme fra la fine del '700

e l'inizio dell'800 in cui c'ero io.

Maria: Eh, può darsi questo, non lo so. Io vedo questa vita qua.

Elia: Se è la stessa, allora c'eravamo tutti e due, io e Pierre, in qualche

modo con un rapporto diverso.

Maria: Sì, perché lei dice: vedi, Pierre, Piero... Pierotti, Perotti, no, dice,

ma era un collegamento, no? come...

Elia: No, perché in una sessione ha dichiarato proprio che ero io, in

effetti la parte superiore, il super-io mio, che era Pierre, e invece, poi

invece sembra di no.

Maria: No, allora, Pierre è questa... anima [fiamma] gemella, che in

quella vita fisicamente si è incarnato, però, lui, questo Pierre, in questa

vita dato che non si è incarnato...

Elia: Nell'ultima.

Maria: In questa vita qua, tu sei come il prolungamento di lui.

Elia: Ah ecco, in questo senso cioè io l'ho sostituito.

Maria: Bravo. Perché in questa vita lui ha scelto di non incarnarsi, ma di

essere su un piano invisibile, unito a Rosamiria. Però, siccome

Rosamiria era protetta, non voleva che lei vivesse delle... doveva fare

delle cose, no? e quindi la persona più affine, più vicina alla psicologia,

al carattere di Pierre, eri te.

Però avete dovuto fare le vostre esperienze di vita prima, soprattutto

Rosamiria accumulava un certo tipo di dolore, no? di delusione perché

doveva bruciare un certo tipo di karma e poi dopo, ecco, con la maturità

vi siete incontrati, in modo che vi siete un po'... ecco la vita che avete

condotto te e Rosamiria era un po' la vita che avevano anche lei e Pierre,

che è diversa dalla vita che ha condotto Rosamiria, in questa vita, con

altri uomini, dove c'era turbolenza emotiva, passione mal riposta, invece,

ecco, avevate comunque trovato quella sintonia di interessi, di quieto

vivere, di rispetto reciproco delle passioni.

220

Elia: Questa sarà addirittura un'identità. per il fatto di essere tutti e due

ricercatori.

Maria: Sì, sì, Pierre ha prescelto te che tu eri la persona che più in

qualche modo...

Elia: Mi ha mandato avanti, in qualche modo, e io lo ringrazio. Però

Pierre, visto che l'aiutavi e la proteggevi, perché non l'hai protetta dal

vizio del fumo?

Maria: Questo è un irretimento in cui Rosamiria non ha compreso. Lei,

e questi sono irretimenti dell'anima e dell'inconscio.

Non è che non l'ha aiutata, che lui l'aiutava in tutte le maniere, ma però

come dice, vedi l'esempio che ti ha raccontato Maria, è difficile aiutare

qualcuno che non vuole essere aiutato.

Vedi, Maria vive questo senso di Cassandra perché cercava in tutti i

modi di aiutare un amico, no? non essere ammazzata, fare un incidente,

quest'altro non attirasse le... Però la gente non ti ascolta perché vanno in

maniera ottusa in una forma di autodistruzione.

Elia: Io lo capisco perché io mi sono trovato nella stessa situazione.

Maria: Quindi lui ha mandato tanti messaggi compreso anche te, dice:

non credere che tu non sia stato utilizzato proprio come esempio da

Pierre per aiutare, però, in questo caso... Chiaro che lei deve ora un po'

sostenere il karma negativo per non aver rispettato la propria salute, per

non aver permesso alla sua vita di vivere abbastanza perché doveva fare

delle cose più grandi, invece ha accelerato la morte, e ha tolto anche ad

altri incontri che erano stabiliti, che sarebbero avvenuti, la possibilità di

prendere. In questo caso sono degli allievi. Io vedo dei suoi studenti che

a livello karmico avevano stabilito che...

Elia: L'avrebbero incontrata...

Maria: e non l'hanno avuto, quindi, insomma, ci sono vari appuntamenti

che sono venuti a mancare nel destino per il fatto che lei ha

precocemente...

Elia: Ma questo non rende necessaria una nuova incarnazione per

chiudere questi karma aperti?

Maria: Lo sarà. Però ora è troppo presto per valutare questo, ancora è

presto, però certamente c'è bisogno di una compensazione, anche se in

questo momento l'umanità è tutto un grande cambiamento. Per l'umanità

si chiudono certi cicli di karma e quindi quello che si incarnava in quel

tipo di umanità lì, certi non si incarneranno più, ma non perché hanno

finito il karma, verranno risucchiati in delle forme più primitive.

Elia: Va bene, questo riguarda tutta l'umanità, ma riguardo a noi:

Rosamiria mi ha raccontato di relazioni che ha avuto prima di me e

221

sarebbe un'ottima prova se lei me le citasse adesso, di nuovo, solamente

un particolare, per identificarle.

Maria: Allora, io vedo, ora forse alcune cose me le hai dette anche te,

quindi non so quanto sono anch'io attendibile perché mi ... ... delle

domande, però io vedo via Vespucci, il largo alla fine di via Vespucci

questo slargo di Pisa, via Colombo, piazza... non lo so come si chiama,

comunque in fondo a via Vespucci, che poi se giri ti porta in via

Corridoni c'è uno slargo dove c'è un parcheggio di macchine, non so

perché vedo questo, e poi penso alla Sicilia...

Elia: Sì, avanti, avanti, va bene, continua

Maria: Sì, sto cercando... queste sono due cose dove c'è molta ancora

emozione. Queste due cose, questi due punti geografici, c'è molta

emozione, e poi vediamo un po'

Elia: La Sicilia, puoi essere più precisa? ci sono molte città in Sicilia.

Maria: Mah, io vedo più concentrata questa zona qui, se il triangolo è

così più questa zona.

Elia: Cioè? per esempio.

Maria: Non Messina, però scendendo in giù che però su questa linea qua

non so, io non ho... non...

Elia: Scendendo in giù, te non conosci la Sicilia

Maria: In questo momento non ce l'ho collegata, se è Enna, Catania, Ah

ecco, io vedo questa zona qui

Elia: La Sicilia ha un vulcano

Maria: Sì, io vedo intorno a Enna, Catania, ma non lo so se il vulcano è

lì, ma insomma io vedo... non so, no. Queste due città tra Enna e

Catania. Non Trapani, Palermo, non questa zona dell'angolo.

Elia: Poi c'è il mare o non c'è il mare? È importante.

Maria: Ma il mare non è distante, però non è proprio una città sul mare.

Vedo leggermente un pochino in dentro.

Elia: Comunque Rosamiria mi ha raccontato dei particolari di questa,

era... e quindi questi particolari potrebbero venir fuori, per esempio:

perché c'era andata, in Sicilia?

Maria: Io vedo... una limonaia, vedo una limonaia ora...

Elia: No, questo non corrisponde, i particolari che m'ha detto lei erano

particolari che riguardavano l'ambiente.

Maria: Certo, l'ambiente sì, perché a volte uno poi dice

Elia: Posso dire il clima.

222

Maria: Cioè no, il discorso è questo: che lei dice vedi, quello che per noi

appaga, non è più importante come era importante quando si era in vita,

da morti hanno acquistato, stanno acquistando valore particolare episodi

che dice, anch'io non ci pensavo...

Elia: In quel momento non davano...

Maria: ...insignificanti, come, ecco, lei è come se fosse fortemente in

questo momento, più attratta non dalle cose che ha vissuto con le

persone, ma dei momenti con la natura. Sempre, molto spesso il verde,

gli alberi, forse perché avendo mancanza d'aria, come se lei, ecco, non lo

so io ogni volta che vedo qualcosa vedo qualche cosa che è legato

comunque alla natura e gli alberi.

Elia: Quello che mi chiedo io è proprio questo: cioè la memoria esiste da

qualche parte? Cioè è il super-io che conserva la memoria?

Maria: Si frantumano tanti ricordi che per la personalità sono

importanti. È come quando si invecchia che dimentichi tante cose.

Elia: In genere le cose lontane te le ricordi meglio.

Maria: Ma ti ricordi quelle dove ci sono state forti emozioni.

Elia: Certo.

Maria: Le forti emozioni sono anche... molto spesso non sono collegate

a quelli che noi pensiamo giorni di successo o di tragedie.

Sono episodi, io però in questo caso vedo dei limoni, un albero di limoni.

Questi bellissimi limoni, ecco, lei dice: ma sembra assurdo però dice: ah

questa memoria è bella di questi limoni bellissimi.

Elia: Certo è una caratteristica della Sicilia sono proprio...

Maria: Ma perché l'avevano portata, no? in questo terreno della

famiglia, dove lei era rimasta colpita da questi limoni bellissimi, enormi.

Elia: Della famiglia? della famiglia di chi?

Maria: Di quelli che l'avevano ospitata.

Elia: Va bene.

Maria: C'è qualcuno che l'aveva ospitata lì.

Elia: Comunque, ritornando alla memoria ci sono i record, i registri di

Akasha. Akasha è una specie di città dove dentro ci sono registrati tutti i

ricordi di tutte le persone che sono nate, vissute e morte. E questi record

di Akasha, Akasha è un nome sanscrito che vuol dire il cielo, esistono da

qualche parte lei ci ha accesso a questi ricordi? a queste registrazioni?

Maria: No, sa che esiste, ma non è una cosa...

223

Elia: Forse ci sono dei tunnel che deve ancora passare, perché lei si è

fermata davanti a un tunnel.

Maria: È una grande città luminosa. Lei mi fa vedere questo: è come se

fosse una città di luce molto gialla, molto... delle torri, dice, è molto

luminosa.

Cioè è una città di luce. Io la vedo questa città di luce però lei è come se

fosse in basso.

Elia: Lei non è in questa città.

Maria: No. Assolutamente no.

È come se fosse un grande castello, però è tutta una città. Immaginiamo

come noi possiamo vedere a volte un castello su un promontorio, lei lo

vede dal basso e vede questa città che sopra ci ha una cupola, non è un

luogo che è accessibile subito, bisogna...

Elia: Quindi deve fare un percorso per arrivarci.

Maria: Dice: lei ora è in una revisione del karma che è una cosa molto

seria, che non ha la vibrazione del tempo che noi vogliamo, che sa che in

qualche modo noi abbiamo bisogno di avere molte risposte.

Vedi, dice, Elia, anche il fatto che ti stai trovando questa gente più ottusa

è anche un messaggio per te, non solo di protezione come l'altra volta,

ma di non alimentare troppo la fretta della personalità di avere risposte.

Ci sono delle cose che non ci viene permesso di saperle. Ecco perché

Maria si... gli vengono delle informazioni, ma in maniera come sibillina,

metaforica.

Elia: Parli per enigmi.

Maria: Sì, perché se no entriamo nella chiaroveggenza.

Quella è una... non, non, non per scomodare il lato oscuro, però diventa

un aspetto che va ad alimentare l'ego, e questo non è funzionale alla

ricerca, anche se lo scopo è buono, l'intento di Elia è quello di portare

documentazione, però non... questa cosa per il momento ancora non è

possibile.

Elia: Comunque aveva accennato a dei permessi che avrebbe chiesto

per, appunto, fare queste cose che non sono normalmente permesse.

Maria: Sì. Però non è che li può sprecare solo per delle richieste così, ci

sono delle cose molto importanti che potranno avvenire in futuro, e lei

non li vuole sprecare. Come uno che dice: ci ho solo tre desideri.

Elia: Eh, sì.

Maria: E lei non vuole, perché sa che ti deve proteggere. Tu hai ancora

della vita lunga da vivere, e quindi lei non vuole sprecare questi desideri,

queste intercessioni, sapendo che deve fare ancora molte cose per te, e

seppe che se le spreca per farti queste... soddisfare questi aspetti che poi

224

non sono... non sono queste, le puoi avere anche da tante... le prove,

tanto, come dice lei, non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, no?

Lui poi... lei ti ci può sta... tutte le prove te ne ho già date altre, però

attenzione a non farsi prendere poi da quell'aspetto della mente razionale

che non si accontenta mai.

E dobbiamo anche accettare che certe cose non ci viene dato di

conoscerle, perché sono pericolose, pericolose per noi, ma anche

attiriamo, nei momenti in cui ci vengono date queste informazioni, mi fa

vedere, è come se arrivassero delle informazioni di luce e

immediatamente queste entità dormienti di livello basso, siccome si

nutrono della luce, noi le attiriamo e quindi sono come degli avvoltoi,

come dei parassiti quindi bisogna sempre decretare...

Elia: Che vivono della nostra energia.

Maria: Bravo! siccome quando ci arrivano questi... queste informazioni

sono informazioni di luce e noi contemporaneamente, che succede?

rischiamo di risvegliare questi che sono affamati.

E ci vi... ed è pericoloso quindi bisogna farlo sempre quando questi sono

abbastanza dormienti che ci... ce la dice.

Però come sempre no? come toccata e fuga, no? ecco non è esecuzione,

perché se no loro lo sanno che noi quando facciamo questa cosa si

preparano già, no, come i fa... che ... dentro ci stanno quando vanno lì ci

vanno... vengono a mangiare.

Elia: Ho capito, comunque queste io non le vedo come prove, cioè se mi

racconta qualcosa che io non conosco, non è una prova, è un

arricchimento, certamente.

Maria: Sì, lei ti darà delle ...

Elia: Le prove invece per... io le vedo come, per esempio, episodi della

nostra vita in comune se lei me li racconta è una prova della sua identità.

Questa non costa nulla.

Maria: Allora, in comune lei dice che siete andati insieme in Sicilia

almeno una volta1.

Elia: Questo è vero.

Maria: C'eravate andati per un congresso, per motivi di studio e avete

anche colto l'occasione di stare un po' in Sicilia perché c'erano, no? delle

persone o degli amici.

Elia: Sì, corrisponde a verità, questa è un'ottima prova. E non costa

nulla, e non rischiamo nulla perché sono cose già accadute.

1 Questo è un fatto vero, è una prova.

225

Maria: Si, io vedo questo in un albergo dove comunque vedete anche un

po' il mare non è vicinissimo, però insomma, in lontananza si vede il

mare.

Elia: Sì, questa è una prova.

Maria: Mi fa vedere un giorno particolare, in cui non era freddo, era una

giornata tiepida, bella, però non è detto che era estate o primavera,

perché, dice, la Sicilia fa caldo anche in autunno, no? non riesce a

ricordare mo' che mese era1, però lei si ricorda che c'era una... era una

bella giornata non nuvolosa, si vedeva il sole, chiaro, si stava bene, e

vedi in lontananza questo... questo mare, questo albergo, che questo mi

dice.

Elia: No, è giusto che non era troppo caldo, questo è vero.

Maria: Non era assolutamente estate, proprio così mi dice, però la

temperatura è una temperatura mite2, si stava bene, però non eravate

d'estate con le maniche corte e i vestiti leggeri, avevate ...

abbigliamento...

Elia: Sì, questa è un'ottima prova. Va bene, oggi la prova l'ho avuta.

Un'altra domanda che le volevo fare era, e forse questo implica un'altra

prova: se c'è qualche persona che noi conoscevamo, che ora è dove è lei,

se l'ha incontrata, cioè degli amici che non ci sono più, se lei ha avuto

contatti con loro.

Maria: Da lei vedo un'energia che brucia è come se fosse un corpo che

brucia, che però è energia, però non l'ha ancora avvicinato.

Arde, non so perché arde, se sta bruciando qualcosa oppure è pieno di

energia, però c'è proprio... è un... come se fosse una torcia umana.

Elia: Non lo riconosce?

Maria: No, perché è come, come dice che hai visto una volta nei film

fanno vedere una persona che è presa, divorata dalle fiamme, ma non

sono fiamme che fanno soffrire, no?

Elia: Fiamme di energia.

Maria: Sì, eh sì, dice... Lei dice: può darsi... ecco.

Elia: Comunque non può dare nessun particolare per cui io lo possa

riconoscere.

1 Era Agosto del 1986.

2 Dovuta all’altitudine di Erice, 750 m.

226

Maria: Sì, però, dice, di contatto diretto non ne ha. Questa persona sta

bruciando il suo karma, però non soffre come immaginiamo noi, no?

Elia: Comunque è una persona che abbiamo conosciuto in vita.

Maria: Sì, può darsi che sia una donna, però non è sicuro perché ci sono

anche degli uomini che lei ha conosciuto di quella...

Elia: Che abbiamo conosciuto insieme, ovviamente.

Maria: Però lei sta cercando un'amica donna, però non, non, non... non

gli viene ancora dato, dice, sai quando siamo dall'altra parte, dice, non è

che questa vita è la vita più importante una delle vite, no? e messa in un

contesto un tassello di un puzzle, noi gli diamo tanta importanza a tanti

particolari, poi più passano i giorni, e più certi ricordi non sono

significativi, soprattutto se sono ricordi della personalità.

Quelli che restano sono quei giorni in cui si è avuto quelle che voi

chiamate illuminazioni "insight" illuminazioni.

Questo è quello che conta come fatti da ricordare, tutto il resto sono

episodi che ancora lei qualcosa ricorda, no? particolari, ma che...

tendono lentamente a sbiadire perché la terrebbero attaccata alla Terra,

invece devono essere... questi ricordi qui sono... delebili come un foglio

lasciato all'acqua e al vento si scolorisce, mentre quelli che restano non

sono... là dove c'è stata quella sostanza di illuminazione.

Ecco perché non è che non vuole essere attenta e curata, però questo la fa

andare un po' contro quello che è il lavoro che lei sta facendo su un altro

piano.

Elia: A me viene in mente una persona che è morta, era grande amica

sua e potrebbe essere lei, è morta.

Maria: Lei la sta cercando questa amica sicuramente, no? perché

vorrebbe...

Elia: È morta di dolore.

Maria: Sì, perché la vede ardere in un bruciore, cioè questo è un fuoco

che brucia quindi può essere...

Elia: Sì, ma con la sua morte questo dolore dovrebbe essersi estinto.

Maria: No, no, no, no, questo è un errore perché, dice, voi pensate le

cose che dovete risolvere. Lei questo me lo dice chiaramente il dolore

emotivo, la disperazione o la gioia. Come moriamo, così continuiamo a

stare.

La grande fregatura è che non abbiamo più il corpo fisico per rimediare,

quindi se uno muore nel dolore emotivo, e veramente questa è la causa

del fatto che son le anime e non prendono pace. Perché continuano

come un disco rotto a essere prigioniere di quell'emozione.

227

Lo stesso vale se sono in uno stato di gioia, di amore, di serenità, allora

restano prigionieri dell'amore, della serenità, questo è il paradiso e quello

è l'inferno. Questi sono, il concetto di inferno non è il diavolo, è come

noi restiamo intrappolati.

Elia: Un modo di essere, sì.

Maria: Restiamo intrappolati nelle... se uno ora muore in questo

momento, tu mi dici a te Maria che hai tutto questo dolore nel cuore,

sarebbe per te una grande disperazione perché continueresti ad avere

questo senza fine, senza fine. Ti possono aiutare i tuoi discendenti

perché si fanno carico del tuo karma bruciandolo loro pian piano, però,

dice, e rendere infelici i propri discendenti.

Elia: Sì. comunque la morte può risolvere problemi di distanza, nel

senso che il dolore era dovuto alla distanza da un'altra persona...

Maria: Può essere.

Elia: che con la morte si ritrova, quindi il dolore dovrebbe essere estinto.

Maria: No, no, questa è una cosa molto più lunga il... dice: e dall'altra

parte il tempo purtroppo non è come il tempo che avete voi, e che vuoi

che sia, no? un... c'è tutto un... c'è una vibrazione, livelli diversi, è

difficile far entrare una conoscenza enorme attraverso... dice: vedi questa

perlina che ci hai te, no? vedi come è piccolino il buco? ecco quindi voi

ci chiedete delle cose... di far entrare tanta conoscenza come in questo

buchino qua. In un buco piccolo piccolo. Piccolo, piccolo, piccolo,

invece c'è tanta sostanza, ma solida, no? e non entra. Anche voler far

entrare un filo, se non hai gli occhi buoni, mi dice, è difficile.

Elia: Comunque Rosamiria si deve ricordare che io devo scrivere, e

quindi ci vuole, il materiale e lo deve trovare.

Maria: Sì, ti dice anche di aprirti anche... di cominciare ad aprirti, anche

te, alle coincidenze, a tante cose che ti parleranno, alcune cose devono

sedimentarsi.

Non è che c'è un... ora, una data. Nell'arco, dico, anche di un paio d'anni

questo libro sarà completato. Però diamo... dice: dai tempo al tempo, e

soprattutto in questo momento non fare entrare troppe persone incredule

in questo tipo di ricerca, poi quando avrai fatto il libro qualcuno vorrà

prenderle, però prima è come attirarti energie di invidia, energie di

sabotaggio, e non... non ti aiuta nella ricerca perché mettono quei dubbi

stupidi. A te ora la fiducia non ti è scalfita, però sono energie che

tolgono... vanno a mangiare...

Elia: Sì, sicuramente mi portano via del tempo.

228

Maria: Del tempo che devi sprecare e invece tu potresti benissimo

concentrarti, essere in uno stato di meditazione, poi entrare in contatto

con lei.

Ok, fermiamoci un po'.

Mi dice: stai tranquillo che comunque te le dà le risposte.

Va bene.

Elia: Comunque anche oggi abbiamo avuto delle prove. È importante

che almeno ogni sessione ce ne sia una.

Maria: Va bene, fino a quando gli viene permesso lo fa, però mi dice

anche di non diventare dipendente dal bisogno di avere prove, perché

altrimenti diventa pericoloso. È come la favola che siamo incontentabili,

no? perché poi si diventa troppo presuntuosi. Un po' come sfidare il

piano divino. Va bene, ce le danno, però basta.

Elia: Comunque le prove nostre, della nostra vita, secondo me non

costano niente, quindi...

Maria: Ma non è vero, cioè dall'altro piano sì perché l'altro piano non a

caso si parla di fede, di fidarci, no? se no che fede è?

Elia: E va bene, ma io non posso chiedere ai lettori del libro di avere

fede.

Maria: Ma non importa, tu non li devi scegliere cioè, purtroppo questo

tipo di informazione è per eletti. Chi sentirà che gli risuona bene, altri

no.

Non si possono salvare tutti. Non è più il tempo... è che è stato così, eh

perché ci sono le anime che non possono esser salvate, perché devono

espiare il loro karma negativo.

Chi siamo noi? noi ci vogliamo... ci sono affari di Dio e affari degli

uomini. Dobbiamo essere un pochino più umili, mi dice, no?

Elia: E naturalmente io vorrei salvare tutti o almeno mandare il

messaggio a tutti.

Maria: E questo non è...

Elia: Poi, chi si può salvare...

Maria: Sì, noi possiamo fare solo quello che ci viene chiesto. Basta,

cioè ci viene detto: attenzione perché poi vi volete un po' sostituire a

Dio, no? E Lui sa, c'è anche un karma negativo, qualcuno viene qui

perché è giusto che soffra un altro po'. Cioè, vedi, alcuni gli viene data

la possibilità, però se non gli vien data la possibilità, sono ottusi, no?

Come la storiella di quello che era un grande credente e casca nel mare e

disperato chiamava Dio che l'aiutasse. Ad un certo punto arriva una

barca e dice: salta, no? ti aiuto. No, no, dice, io ho un rapporto speciale

con Dio, aspetto Dio. Sali! No, no, no, io aspetto Dio.

229

Dopo un po': Dio aiutami, aiutami, non mi lasciare morire.

Arriva un'altra imbarcazione dice: no, no, sali! No, no, no, no, io aspetto

Dio. Ho un rapporto speciale con Dio mi verrà a salvare direttamente

Lui.

Sì, il terzo, lo stesso.

E dopo un po' questo non ce l'ha fatta più a resistere a star nell'acqua ed è

morto.

Quando è arrivato in Paradiso tutto arrabbiato, è andato a dirglielo. Però,

dice, io ti ho pregato tutta la vita, no? ti ho onorato sempre quando io ho

avuto bisogno di te ti ho chiesto aiuto, tu non sei venuto e Dio disse:

secondo te quei tre barcaioli chi te li ha mandati?

E Dio, decide lui, non è che li materializza. Lui ti manda i messaggeri,

però se siamo ottusi, dobbiamo anche saperli riconoscere, no? Te li ha

mandati, si aspettava Dio che fosse secondo la nostra mappa mentale,

invece erano tre barcaioli.

Quindi, quello che mi vogliono dire: attenzione, che le informazioni che

noi cerchiamo, le prove, sono anche qualcosa che deve diventare un

momento di contatto, anche con l'anima, non solo un contatto con la

mente.

Quindi se noi mettiamo la verità codificata come un libro di matematica

diventa non più un'ispirazione, non è più fede.

Il pianeta Terra è un pianeta dove l'uomo viene per risvegliare il contatto

tra anima e personalità. E quindi l'anima è quella che sa il piano divino,

e lo sforzo dell’uomo è quello di allineare l'anima con la personalità.

Ma se noi gliela diciamo, anche se gliela diciamo come hanno fatto dei

maestri, nessuno l'ha creduta.

Elia: Sì, noi dobbiamo definire questa anima...

Maria: Non vi illudete, che se anche se vi dà... voi scrivete con dettaglio

precise le indicazioni, che vi crederanno. Quindi non illudetevi, eh.

Tanto è sempre pronto chi è che vuole aprire gli occhi.

A volte anche una storiella ti illumina e ti fa ispirare alla fede.

Allora mi fermo perché il 22 ci vediamo.

Maria09. Durata della registrazione 36’41”. Qhi si parla dei rispettivi

ruoli di Elia e Pierre, e del Congresso di Erice, cui siamo stati invitati dal

Prof. Zichichi.

77//1100//9977 -- AAssttrroonnoommiiaa

Flashback - 7 ottobre 1997, inaugurazione dell’osservatorio della

Associazione degli Astrofili Pisani. Quest’osservatorio è stato costruito

con l’aiuto del comune di Peccioli e di alcune banche nei locali di una

230

scuola situata a Libbiano. La torre che contiene il telescopio con

specchio da 30 cm ha una particolarità unica, almeno al livello di

osservatorio di astrofili: la colonna di cemento armato su fondazione di

ghiaia che sostiene lo strumento attraversa tutti i pavimenti dei piani

della torre senza toccarli, ed è quindi totalmente scollegata dalla struttura

della torre, così che camminando attorno al telescopio, non ci sono

vibrazioni che si trasmettono allo stesso, lasciando l’immagine

completamente immobile. Anche il puntamento non è manuale, ma fatto

con motori elettrici assistiti da un computer.

Alla cerimonia interviene l’astrofisica Margherita Hack che Rosamiria

ebbe modo di conoscere nell’occasione, scambiando con lei opinioni

sulla ricerca scientifica.

2222//1122//1155 -- MM1100

Decima registrazione con Maria. Quello che impressiona in questa

seduta è il tono di voce di Maria che è come se fosse sotto dettatura.

Maria: Fammi delle domande.

Elia: Una cosa che ho in mente da tanto tempo è: come lei ha avuto

Pierre che l'ha aiutata, io vorrei trovare il corrispondente mio di Pierre,

che mi guidi, che mi aiuti come lei è stata aiutata da Pierre.

Quindi lei mi può, anche con l'aiuto stesso di Pierre, scoprire questa

entità e vedere come mai io non la conosco.

Maria: Mi viene il nome Louise. Comunque mi dice che questa entità,

come la chiami te, esiste, è vicina a te e ti protegge. Il tuo problema è il

filtro mentale. Il tuo filtro mentale è di tipo cognitivo, è molto forte, e

quindi ti porta a mettere davanti una lettura secondo i parametri che

conosci e non ti lasci andare spontaneamente al tuo intuito, che è molto

forte, solo lo congeli, è un fuoco che deve essere scongelato.

Tutto quello che stai cercando attraverso queste prove tu lo conosci già e,

anche lei dice, Rosamiria, in vita, come te, non sapeva di attingere alla

forza di Pierre se non in un livello molto, molto inconscio e quando

l'anima si è staccata dal corpo solo allora la memoria è tornata, e il

ricongiungimento è avvenuto con altrettanto dolore per le occasioni che

ha perso in questa vita di attingere in maniera più consapevole alla

risorsa che Pierre aveva e che lei non ha mai utilizzato coscientemente.

Lo stesso errore stai facendo te: cerchi fuori da te qualcosa che in realtà

vuole comunicare con te.

Vedo ora delle cattedrali gotiche e comunque l'ambiente è sempre la

Francia. Queste colonnine tutte a spirale, non saprei definire bene se è

231

Parigi, Nôtre Dame o qualche altra cattedrale del centro della Francia,

però sono cattedrali gotiche.

Tu sei un mastro-cantiere, ti occupi di geometria e dirigi il cantiere della

facciata. Sei abile nel calcolo matematico e insieme al mastro ti vedo

mentre vengono sollevate queste colonne e pietre con delle carrucole e

voi dall'esterno dirigete i lavori affinché queste pietre vengano

posizionate in modo corretto, seguendo i calcoli matematici e avendo

presente anche i movimenti del sole, delle stelle e delle costellazioni.

La vostra conoscenza proviene da antichi testi tradotti dall'arabo.

Tuo padre era un mercante che trafficava con le terre del Medio Oriente.

Tessuti, vetro, manufatti in cambio di spezie, oli profumati, metalli

preziosi.

Questo ti ha permesso anche quand'eri bambino di entrare in contatto

con manoscritti di geometria araba.

Insieme a tuo padre lo aiutavi nei conti e nella contabilità.

È lì che hai acquisito le conoscenze, le basi rudimentali dell'algebra.

Successivamente, data la tua spiccata propensione per i calcoli, ti è stato

affiancato un priore, che oltre a insegnarti le lingue antiche ti ha fatto da

istruttore, aprendoti la mente all'alchimia.

Tu sei parte di una congrega segreta, i cosiddetti "Fedeli d'Amore" che

attraverso un programma non scritto, perché non poteva essere

pubblicamente espresso, testimoniavate le vostre idee: la geometria, la

poesia, la musica, erano messaggi cifrati e simbolici, carichi di concetti

attraverso cui la conoscenza arrivava per illuminarvi.

In questo modo avete evitato la persecuzione come eretici o come

sovversivi del potere. Eravate contro l'idea imperiale del tempo così

come contro il potere temporale del papa.

Era da poco che era finita la cattività avignonese (1309-1377) in Francia,

il tempo in cui tu hai vissuto.

Elia: C'era Rosamiria in questa vita?

Maria: No, questa è una vita dove hai acquisito molte conoscenze che

anche in questa vita hai espresso come abilità.

Continuo a vedere questa cattedrale che viene costruita.

In quella vita non hai incontrato Rosamiria perché sei stato

completamente assorbito da questo progetto per tutta la vita. Passavano

molti secoli prima che un'opera di siffatta importanza potesse essere

considerata ultimata.

E tu passavi molte ore a disegnare.

Stavo vedendo ora una bottega di un maniscalco che sistemava dei ferri

dei cavalli. [Rosamiria] Mi dice che nonostante la protezione che veniva

da questa setta segreta dei Fedeli d'Amore sei stato tradito da un membro

che ha fatto il tuo nome e ha dichiarato alle autorità che dietro queste

232

opere che scrivevate si nascondeva un preciso programma politico e per

evitare la prigione sei dovuto partire all'improvviso1.

Elia: L'esilio, sono andato in esilio.

Rosamiria: Sì, sei fuggito per non farti trovare dalle autorità visto che,

ma non ti sei ..., nella nuova città eri molto isolato, non avevi gli amici di

sempre.

Elia: Quindi ho già provato la solitudine.

Rosamiria: Sì

Elia: Ma è la stessa vita di prima? Della cattedrale?

Rosamiria: Sì, è stata una solitudine cui tu speravi sempre di mettere

fine, però la tua vita è finita prima ancora che tu potessi ritornare nella

città dove v’incontravate con i membri di questa setta, i Fedeli d'Amore

e decantavate tutti questi... per i più erano poesie d'amore di un'eroina,

ma in realtà dietro quelle parole si nascondeva un programma preciso,

che ad ogni riunione veniva letto attraverso la lettura delle poesie che

informava i membri sul da farsi.

Elia: Quindi questa setta esisteva anche dove ero nell'esilio?

Rosamiria: No, lì non l'hai potuta costruire, ecco perché sei rimasto in

solitudine. Ti sei dovuto rifugiare in una città al centro, ma in questo

centro sei rimasto schiacciato. Per te ogni spostamento era un'impresa

difficile2.

Elia: Ci sono dei nomi? La città? Il mio nome? La città dell'esilio?

Maria: Mah, vedo per un certo periodo Parigi, ma non credo sia stata la

città dove tu hai vissuto a lungo. Vedo Nôtre Dame, ma la vedo come

chi la guarda perché ne trae ispirazione e spunto per il lavoro di questa

cattedrale che ti vede protagonista come capo cantiere.

Elia: Bene, se non c'è altro vorrei tornare sull'argomento: chi è Pierre?

Se è il mio sé superiore o no perché non si è capito bene se era il suo sé

maschile o era il mio sé superiore, o se le due cose coincidono.

Rosamiria: Coincidono, quello che voi chiamate sé superiore

rappresenta l'anima gemella che non... che ha deciso di non incarnarsi in

questa vita, o una guida interiore, la saggezza interiore che parla al

cuore.

1 Ancora oggi non riesco mai a fare le valige con serenità, se non all’ultimo giorno.

2 Infatti la prospettiva di un viaggio mi mette angoscia.

233

Per questo tu hai bisogno di continuare a fare un lavoro su di te che serve

per superare le ferite dell'abbandono, che ti hanno portato a difenderti da

ogni possibile...

Maria: ...mi perdo, ora si è staccato il contatto. Ogni possibile... non

riesco...

Vedo una stella rossa come quella della Russia, sai quella...

Elia: Stella rossa, io l'ho vista a Mosca.

Maria: Eh ho visto la stella rossa.

Elia: Nelle nuvole, nella nebbia si vedevano le stelle rosse del Cremlino

che sono in cima a tutti i campanili, le cuspidi, le torri...

Maria: Ah sì, vedo... sì, vedo queste stelle rosse, come così

all'improvviso mi è comparsa questa cosa qui, in questo grigio della

nebbia, mi è comparsa questa stella rossa.

Elia: Un grigio con uno sfondo scuro.

Maria: Sì, è questa stella rossa.

Elia: Questo mi riporta al viaggio in Russia che ho fatto, proprio a

gennaio, la prima volta che sono andato a Mosca, e Rosamiria non era

con me.

Come fa ad avere queste immagini?

Maria: No, in questo momento è un'immagine tua che hai trasmesso a

me.

Elia: Ah ecco!

Maria: Siamo come se fossimo tornati in questa vita e da questo

viaggio, come se io stessi viaggiando e dall'alto vedevo questa costa.

Elia: Comunque prima dicevi che finché uno è in vita non può

contattare...

Maria: No, lo può con...

Elia: ...chi li aiuta, ma Rosamiria ha avuto questa fortuna perché dalle

idi di marzo al 21 marzo che è morta, lei comunque ha interagito, da

viva, con Pierre.

Rosamiria: Ma era in preparazione al rilascio del corpo.

Tutti noi, quando siamo in quella fase, entriamo in contatto con il nostro

angelo della morte e la nostra guida, ci preparano per... sopratutto se...

non è una morte violenta o farmacologica, è in uno stato di sonno, si vive

uno stato di... tra sonno e incoscienza.

Elia: Comunque ricettivo, quindi lei l'ha potuto sentire.

234

Rosamiria: Ma tutti noi prima di morire, se si ascoltano le persone

anziane, entrano in contatto, e parlano e vedono di cose che gli altri non

vedono.

Elia: Anche Elizabeth Kübler-Ross, che è una ricercatrice in questo

campo, ha detto che l'ultima settimana di vita siamo diversi.

Maria: Lei ha visto questo, era una preparazione.

Però lei ha perso l'opportunità e mi dice proprio questo che gli sta tanto a

cuore, mi sta pregando, mi dice: «Maria non lo mollare Elia, insisti su

quello che fai, non fare... perché lui sta facendo il mio stesso errore: non

si affida, sì, è curioso di questa ricerca, io non ero nemmeno curiosa,

lasciavo fare, però non si affida, non si affida come dovrebbe e quindi

perde l'opportunità del...».

Elia: Lo sai che il 2 gennaio vado a fare il corso "Lifeline" che è molto

importante, quindi io cerco di non introdurre troppe variabili, troppe cose

contemporaneamente, e quindi vorrei avere la mente sgombra quando

vado al corso.

E Rosamiria vorrei che mi seguisse completamente.

Ecco la cosa che volevo chiedere: lei è sempre con me quando sono in

casa, ma anche quando non sono in casa, quando guido la macchina?

Per esempio: il viaggio che dovrò fare fino a Verona, lei è con me,

seduta sul sedile della macchina? Così ci posso parlare?

Maria: Se tu la chiami, sempre.

Se no sta in casa. In casa non c'è bisogno che la chiami.

Lì è il suo posto dove lei ha ...

Elia: Ma quanto tempo passa in casa sua?

...mia, e quanto tempo nella sua dimensione?

Maria: Mah, il tempo non riesco a quantificarlo.

E viene influenzato dall'emozione, là dove c'è più emozione si spostano

le emozioni di nostalgia, paura, malinconia, tristezza o amore.

Elia: Ma sono tutte negative!

Maria: No, o amore, felicità.

Elia: Ecco.

Rosamiria: Fanno da magnete e loro vanno dove ci sono queste

emozioni.

Certamente le emozioni della gioia, dell'amore, della gratitudine, fatto

nel cuore, e sono emozioni quando si apre la valvola e il cuore...

C'è anche una valvola energetica attraverso cui noi anime che siamo

rimaste ancora in questo stato, possiamo passare.

235

Per quello che ci serviamo delle persone con un buon cuore o un

potenziale buon cuore, perché loro più facilmente sono predisposte al

passaggio.

Altrimenti, se noi non andiamo subito nella luce, perché abbiamo paura

di affrontare le nostre responsabilità, o perché abbiamo fatto delle cose

non positive, sostenere questo specchio è dolorosissimo, più di ogni altra

tortura.

Elia: Specchio!

Rosamiria: Sì, c'è uno specchio dove ti devi mettere al confronto.

Elia: Dove lei vede sé stessa.

Maria: E anche, poi lei ... ... ...

Elia: È classico delle donne di aver paura dello specchio, quindi lei non

va davanti a questo specchio.

Maria: Ancora no, ci va a pezzi e bocconi perché, dice, fa molto male

mettersi a nudo davanti a questo specchio. Lì non si può trovare nessuna

giustificazione e tutto viene pesato.

Elia: Quindi lei è rimasta più vicina alla Terra non solo per aiutare me,

ma anche perché ha paura di progredire o non si sente pronta a

progredire.

Allora, ritorniamo alle cose insolute.

Una cosa insoluta è la data luglio del 1969 che io non ho capito se si

riferisce all'uomo della quercia o al carabiniere, al giovane carabiniere.

Sono due fatti distinti che lei mi ha raccontato e poi questa data è

disconnessa.

Ora io ho guardato le elezioni e il giugno del '69 non c'erano elezioni.

Quindi presumo che...

Maria: Nemmeno quelle comunali?

Elia: Nemmeno quelle.

Tra l'altro, le comunali a Gallicano sono sempre state accorpate.

Dicevo che le elezioni sono normalmente accorpate insieme a quelle

politiche.

Solo in casi eccezionali...

Maria: Che cosa c'era nel '69?

Elia: Nel '69 non ho visto nessuna elezione quindi io presumo che si

riferisca, la data, a quest'uomo dell'albero, che era probabilmente un suo

compagno di liceo, perché visto che facevano facoltà diverse.

Maria: Sì, quello era sicuramente il '69, quello sotto l'albero.

Quello alla stazione... sì all'inizio avevamo messo insieme...

236

Elia: Era una delle date delle elezioni, e mi sembra che ci sia addirittura

ancora prima, il '68 e... no, il discorso è che...

Maria: '72 ho visto ora.

Elia: Settanta... due, 72 può essere un'elezione.

Sì, perché capitavano negli anni pari.

Allora, quello che io volevo domandare, è che mi devo fare una lista

delle domande, era: l'uomo della vallata era così importante?

Come mai era così importante?

Cioè forse era il suo primo uomo del liceo?

Maria: No, non è che era importante, era... importante quello che si

provava. La giovinezza...

Elia: Sì, cioè lei raccontava uno stato d'animo.

Maria: Bravo sì, era condivisione...

Elia: Quindi non c'era altro, non c'era niente di fisico.

Maria: No, no.

Elia: Allora torniamo invece al liceo.

Io so, perché... me l'ha raccontato anche l'Antonella, che Rosamiria ha

avuto il primo uomo quando era al liceo, ed era uno che aveva... forse è

meglio che non dica nulla per influenzare, è stato molto importante,

ovviamente, vorrei che lei mi dicesse qualcosa non per individuarlo, ma

per capire il tipo, il carattere, e quanto è stata fortunata o sfortunata in

questo amore.

Maria: Non è stata fortunata, non era un compagno di classe.

Elia: No, era di una classe superiore, avanti a lei.

Maria: Sì, non lo vedo come un compagno di classe, però non è stato un

amore fortunato.

Elia: Cosa c'era di sfortunato? Un amore è un amore.

Maria: Sì, non... che non si sentiva capita, non si sentiva amata come

avrebbe voluto. Lui non è che non era innamorato, però...

Elia: Ma allora perché è successo? Cioè se non c'e... se c'era questo...

Maria: L'amore non si spiega, è assurdo, a volte siamo un po'

masochisti.

Lei mi dice: in amore sono stata un po' masochista, sopratutto nella

prima parte della mia vita.

Elia: Cosa vuol dire? Che... si lasciava andare facilmente?

Maria: No, c'era un desiderio di vivere l'amore, ma... l'amore nelle

donne è diverso che quello negli uomini.

237

Sì, oggi ero parecchio in trance.

Elia: Va bene, comunque ritornando al liceo vorrei almeno non dico

l'anno, ma magari la classe in cui si trovava lei, e immagino magari dove

si trovava anche lui, in un'altra classe.

Maria: Dice che questa cotta gli è iniziata in terza liceo, non lo so, terza

A o terza C, lui era in quarta.

Non è che è nata subito la storia. L'innamoramento, eh, quell'età lì le

cotte, l’idealizzazione, ci s’innamorava... così senza... frequentare le

persone, solo guardandole, era pure... quelle cotte, come tutte le cotte, è

difficile che vanno a finire bene.

Lei dice che... non ha... dei bei ricordi sull'amore nella prima fase della

sua vita, una fase un po' dolorosa, ecco perché evita a volte di parlarne.

Il fatto che tu gliele chieda non è perché non vuole dirti le cose, è che la

rattrista, la fa piangere.

Elia: Ma in qualche modo si deve scaricare.

Quando, una volta che le ha dette, forse non sono più come... tristi come

prima.

Maria: In questo momento l'affossano soltanto. Oramai questa vita

acquisisce sempre un valore diverso, no?

Non ha lo stesso valore di quando si è in vita e lei: sono lì che deve

guardare lo specchio per... lasciare andare le emozioni negative che

fanno parte come chi è stato dipendente da una sostanza.

Anche queste emozioni negative sono qualcosa che ti tengono incollata a

questa vita invece...

Elia: Comunque parlarne le scarica.

Maria: Questo sarebbe stato utile in vita, ma... ora, ora no, o meglio in

questo momento, siccome lei non è ancora pronta per affrontare quello

specchio, è come se la tormentassimo ad andare ad anticipare una parte

che lei sta rimandando di andare a vedere. La infastidisce un po'.

Elia: Capisco.

Maria: È, come dire, una cosa noiosa che sa che deve fare, ma...

Elia: Ma forse facendola in due, o in tre, è meglio che da sola.

Maria: Questa è una cosa che purtroppo non la si può condividere con

nessuno. E certamente avere qualcuno che ci ama e che ci sostiene,

aiuta, e quindi il fatto che lei non è dimenticata, che dopo tutti questi

mesi che trova in noi quell'affetto, quell'amore, e tutto questo gli arriva, e

in questa morte, dove si sente a volte il freddo, è tanto.

L'amore arriva come un calore, come una coperta che avvolge una

persona che sta al freddo. Sono attimi, ma sono ondate di calore, le

visualizzo come un rosa, un rosa caldo, un rosa...

238

Elia: Allora tutto il mio amore è per lei.

Sono stato da Leo, non so se lei è stata presente. Gli ho fatto sentire le

registrazioni e vorrei sapere che cosa ne pensa.

Io lo faccio con amore perché Leo ha sofferto tanto, e io cerco di

compensare la sua sofferenza, e anche quella di Rosamiria se c’è stata.

Maria: Sto vedendo come un letto di un fiume secco. C'è stato un

tempo in cui in quel letto del fiume scorreva dell'acqua, ma ora è come

un fiume in secca.

Elia: Adesso?

Maria: E quindi tante cose non gli interessano più come prima.

Elia: Certo, per lei.

Maria: Capisce che per voi è ancora vivo questo tipo di ricordo e a volte

essere ricordati in queste forme di attaccamento non aiuta, perché è come

tornare indietro. Lei deve andare avanti, e andare avanti significa

affrontare la revisione di questa vita, accogliere le responsabilità.

Elia: Eh, ma la revisione è quello che stiamo facendo ora!

Rosamiria: Questo è secondo lo schema della nostra mente limitato, è

molto più complessa la revisione che si vive, dell'anima quando siamo

disincarnati e fa paura a tutti, credimi anche alle anime più pure o che

sono nella piena rettitudine.

C’è un nudo, nessuno ci forza, però è uno specchio particolarmente

doloroso da sostenere, è proprio ... ... molto doloroso, dove anche quelli

che sono morti in alone di santità, quando devono affrontarlo soffrono

tantissimo, perché non nasconde niente, niente, e tutte le nostre

debolezze, meschinità, cattiverie, i nostri sentimenti e i segreti più

nascosti che abbiamo più taciuto vengono esposti ed è un qualcosa di

tremendo. Ci si vergogna profondamente.

Ecco perché a me ora fa male anticipare qualcosa che non mi fa piacere

vedere, se non altro per come, in certe situazioni affettive, ho permesso

che la mia persona non venisse rispettata. L'amore...

Elia: Cosa vuol dire? Che senso ha?

Cioè, con me, non credo che io non l'abbia rispettata.

Maria: Riguarda la fase della giovinezza.

Elia: Ah, prima di me.

Maria: Sì, noi...

Elia: Allora, se non mi dice che cos'è...

Maria: Noi donne...

Elia: …che non sopporta, io non capisco di cosa si tratta.

239

Maria: Noi donne abbiamo un tratto di masochismo nell'amore, un po'

troppo, e lei dice: per quanto avesse le carte in regola per essere la

numero uno come donna in termini di intelligenza, prontezza, bellezza,

non è stata altrettanto fortunata nella prima fase della vita.

Ha trovato uomini che l'hanno fatta sentire non prima, ma un po' poi, a

modo loro la amavano, ma però era un amore fatto di parole, tante

parole, bla, bla, bla, bla.

Elia: Cioè? la sminuivano moralmente?

Maria: No, con le parole, tante parole, però lei non sentiva il coraggio in

questo amore.

Elia: Il coraggio? Cosa vuol dire, in amore?

Maria: Il coraggio di essere coerente tra l'amore e il comportamento che

doveva seguire quelle parole.

Elia: Allora bisogna dire questo: che probabilmente il nostro amore è

stato con poche parole e forse per questo vi è piaciuto.

Maria: Forse sì, non l'hai illusa, lei...

Elia: Non ho mai detto cose che non avrei fatto.

Maria: Tu sei rimasto sul piano concreto e questo le ha dato una certa

serenità, gli altri l'hanno tanto illusa.

Ok, ora sono un po', cioè... dice:...

Elia: Va bene, vedremo la prossima volta.

Maria: Ancora già, sì perché già il Natale per lei è triste quindi parlare...

Elia: Figurati per me.

Maria: Soffre per te, soffre perché questo Natale è il primo Natale triste

Elia: Sì, il Natale è un momento un po' duro, per chi è solo.

Ma lei non è sola: c'è suo fratello e suo padre.

Maria: Va bene.

Elia: Una volta mi ha detto che c'era anche suo padre.

Maria: Anche loro sono dove devono andare ognuno vorrebbe...

Elia: Sì, non vi vedete tutte le... tutti i giorni.

Maria: E sono altre direzioni, non è che facciamo famiglia qui e poi i

legami che avevamo in Terra acquistano un altro valore. Si sq... cioè si

annullano un po', si diventa su un... altro piano, sono ruoli che

acquisiamo come in una recita.

Elia: Sì, le parentele spariscono.

Va bene, allora salutiamo Rosamiria, non so se augurare buon Natale me

l'auguro anche per me.

240

Maria: Se poi accendi il camino metti un po' di calore in quella casa.

Elia: Certo, accenderò il camino.

Maria: A me sembra di sentire questo caldo. È tanto che sente freddo.

Elia: Sì, la notte di Natale, va bene,

Rosamiria: Ok

Elia: lo farò e lei sarà con me.

Rosamiria: Sì, in quella fiamma mi puoi... fissala, e sentirai che io ti

parlo attraverso il fuoco. La fiamma che scoppietta ti farà compagnia e

sentirai che in quello scoppiettìo della legna, e della brace, ci sarà un

dialogo caldo, che ci faremo compagnia.

Elia: Certo. Buon Natale.

Rosamiria: Buon Natale!

Maria10. Durata della registrazione 28’20”

Si parla qui di una mia vita come costruttore di cattedrali, e

dell’affiliazione alla setta segreta dei “Fedeli d’Amore”.

Rosamiria parla del suo primo amore in terza Liceo, e di quanto l’ha

fatta soffrire. Parla ance dello “specchio” che è obbligata ad affrontare,

che la mostra come è in realtà.

241

CCoonncclluussiioonnee

Anche questa parte non è una vera conclusione, ma piuttosto una

sospensione, che facciamo coincidere col Natale 2015.

C’è un sito internet che è collegato a questo libro, con la storia e molte

foto della nostra vita:

http://www.perotto.org/ home page

http://www.perotto.org/Rosamiria/ storia

http://www.perotto.org/Rosamiria/messaggi/ registrazioni

Il primo link è la home page con l’albero genealogico della famiglia

Perotto. I nomi delle persone son altri link alle pagine personali.

Il secondo link è la pagina della biografia di Rosamiria.

Il terzo link contiene le registrazioni in formato .mp3 con i relativi

sottotitoli, ed un indice dei loro contenuti. Il link è segreto, cioè non

raggiungibile dalle altre pagine del sito, perciò bisogna aggiungere

l’ultima parte (messaggi/) scrivendola nella riga degli indirizzi del

browser, questo per ragioni di copyright. Infatti il sito esiste da prima

della pubblicazione del libro.

Alla data di oggi (1/6/2017) ci sono altre cento e più registrazioni, che

bastano per altri cinque libri, se non si fa una selezione. Queste

registrazioni sono ancora più interessanti delle prime, quindi questi altri

volumi usciranno presto.

C’è un altro sito ove si parla anche del paranormale, è relativamente

datato perché nasce nel 2000:

http://akashan.net/biblio.htm start page

http://akashan.net/astral.htm la storia

Il primo link non è la home page, ma è l’indice dell’argomento “libri sul

paranormale” mentre il secondo racconta la storia della nascita del sito,

che è in inglese perché è rivolto al pubblico più vasto di Internet.

242

BBiibblliiooggrraaffiiaa

Autore Titolo Anno Editore

Oberto Airaudi Oltre la vita 1999 Demetra

Eben Alexander Milioni di farfalle 2012 Mondadori

Eben Alexander Conversazioni con l'aldilà Macro Video

Rosemary Altea Spirito libero 1997 Sperling & Kupfer

Rosemary Altea La forza che è in te 1999 Sperling & Kupfer

Rosemary Altea Una lunga scala fino al cielo 1995 Sperling & Kupfer

Barbara Amadori Aldilà - Cronache dai mondi invisibili 2011 Anima Edizioni

Barbara Amadori Aldilà - Dedicato a chi resta 2015 Anima Edizioni

Barbara Amadori Medianità Quantica 2008 Anima Edizioni

Douglas Baker L'Apertura del Terzo Occhio 1977 Armenia

Douglas Baker Il Terzo Occhio 1961 Crisalide

Douglas Baker Le leggi karmiche 1982 Crisalide

Douglas Baker I poteri latenti nell'uomo 1976 Crisalide

Douglas Baker La proiezione astrale 1989 Crisalide

William Baldwin Healing Lost Souls 2003 Hampton Roads

Bettye B. Binder Scopri le Tue Vite Precedenti 1986 Gruppo Ed. Futura

Susan Blackmore Beyond the Body 1982 Academy Chicago Pub.

J.H. Brennan The Astral Projection Workbook 1989 Sterling Pub. Co., Inc.

Sylvia Browne Messaggi dall'Aldilà 1999 Mondadori

Sylvia Browne The Other Side and Back 1999 Penguin Putnam

Robert Bruce Astral Dynamics 1999 Hampton Roads

William Buhlman Adventures Beyond the Body 1996 Harper Collins Publishers

William Buhlman Come uscire fuori dal corpo 2001 Macro Edizioni

William Buhlman Avventure nell'aldilà 2013 Macro Edizioni

William Buhlman Avventure fuori dal corpo 1996 Macro Edizioni

Roberto Buscaioli Vita ed Esperienze di un Medium 1992 Edizioni Mediterranee

Roberto Buscaioli Dal Visibile all'Invisibile 1993 Edizioni Mediterranee

Carlos Castañeda L'Isola del Tonal 1974 SuperPocket

Carlos Castañeda Viaggio a Ixtlan 1972 Astrolabio

D.J. Conway Astral Love 1996 Llewellyn Publications

Richard Craze Astral Projection - A Beginner's Guide 1996 Hodder & Stoughton

Jean Baptiste Delacour Di ritorno dall'aldilà 1973 Mondadori

243

Melita Denning Viaggi Fuori dal Corpo 1990 Armenia

Melita Denning Astral Projection: Out-of-Body Exp. 1996 Llewellyn Publications

Thorwald Dethlefsen Vita dopo vita 1974 Edizioni Mediterranee

Marlene Marie Druhan Naked Soul 1998 Llewellyn Publications

Lois Duncan Psychic Connections 1995 Bantam Doubleday Dell

Carol Eby Astral Odyssey 1996 Samuel Weiser, Inc.

Ensitiv Viaggiatore astrale 2015 UNO editori

Ensitiv Manuale per sopravvivere dopo la morte 2014 UNO editori

Demofilo Fidani Il medium esce dal mistero 1995 Edizioni Mediterranee

Demofilo Fidani Oltre la soglia 1986 Edizioni Mediterranee

Edith Fiore The unquiet dead 1987 Ballantine Books

Oliver Fox Astral Projection - A Record of OOBE's 1938 Carol Publishing Group

Nancy Friday Il Mio Giardino Segreto 1986 Lyra libri

Gavin and Ivonne Frost Astral Travel 1982 Samuel Weiser, Inc.

Bruce Goldberg Mastering the Art of Soul Travel 1999 Llewellyn Publications

Malcolm Goodwin Il Sognatore Lucido 1994 Corbaccio

Judy Hall Terapia R 1996 Armenia

François B. Termés (Haziel)

I Poteri dell'Angelo Custode 1997 Mondadori

Louise Ireland-Frey Freeing the captives 1999 Hampton Roads

C.W. Leadbeater Gli Aiutatori Invisibili 1996 Macro Post

Patricia Leva Traveling the Interstate of Consciousness

1997 Q Central Publishing

Filippo Liverziani Le Esperienze di Confine 1986 Edizioni Mediterranee

Filippo Liverziani Colloqui con l'Altra Dimensione Edizioni Mediterranee

Edain McCoy Astral Projection for Beginners 1999 Llewellyn Publications

William McGarey Guarigioni miracolose 1992 Edizioni Mediterranee

Rosalind McKnight Cosmic Journeys 1999 Hampton Roads

Joseph McMoneagle Mind Trek 1993 Hampton Roads

Bruce Moen Voyages into the Unknown 1997 Hampton Roads

Bruce Moen Voyages into the Afterlife 1999 Hampton Roads

Robert Monroe Far Journeys 1985 Doubleday

Robert Monroe Journeys Out of the Body 1971 Doubleday

Robert Monroe Ultimate Journey 1994 Doubleday

Robert Monroe Ultimo viaggio 1994 Spazio Interiore

244

Robert Monroe Viaggi lontani 1985 Spazio Interiore

Raymond Moody L'Ultimo Sorriso 1999 Mondadori

Raymond Moody Nuove ipotesi sulla vita oltre la vita 1977 Mondadori

Raymond Moody La luce oltre la vita 1988 Mondadori

Raymond Moody Ricordi di altre vite 1990 Mondadori

Raymond Moody Nuove ipotesi sulla vita oltre la vita 1977 Mondadori

Raymond Moody Ricongiungersi 1993 Mondadori

Raymond Moody La vita oltre la vita 1975 Mondadori

Sylvan Muldoon Projection of the Astral Body 1929 Samuel Weiser, Inc.

Ophiel The Art & Practice of Astral Projection 1974 Theosophical Publishing House

John Perkins Psychonavigation 1990 Destiny Books

Robert Peterson Out of Body Experiences 1997 Hampton Roads

Manuela Pompas La terapia R 1995 Mondadori

Manuela Pompas Vivere. E poi? 1989 Rizzoli

Manuela Pompas L'aldilà esiste? 1999 Sperling & Kupfer

Manuela Pompas I poteri della mente 1983 Rizzoli

Arthur E. Powell The Astral Body 1927 Theosophical Publishing House

Lobsang Rampa Il terzo occhio 1955 Mondadori

Bernard Raquin Viaggi fuori dal corpo 1996 Edizioni Mediterranee

Henry Reed Il risveglio dei poteri psichici 1988 Edizioni Mediterranee

Kathryn Ridall Veicoli di luce 1988 Crisalide

Kenneth Ring Mindsight 1999 Transpersonal Psychology

Sogyal Rinpoche Meditazione: cos'è e come praticarla 1991 Amrita

Jane Roberts How to Develop Your ESP Power 1966 Lifetime Books, Inc.

Scott Rogo Leaving the Body 1983 Simon & Schuster

Ronald Russell Using the Whole Brain 1993 Hampton Roads

Samuel Sagan Entity Possession 1994 Destiny Books

Igor Sibaldi I maestri invisibili 1997 Mondadori

Eddie Slasher Explorations Out of the Body 1997 Kroshka Books

Joe H. Slate Astral Projection & Psychic Empowerment

1998 Llewellyn Publications

Joe H. Slate Fuori dal corpo 1998 Sperling & Kupfer

Lynn Elwell Sparrow Reincarnazione 1988 Edizioni Mediterranee

Fabrizio Speziale Sogni lucidi 1999 Il punto

Ian Stevenson Le prove della reincarnazione 1997 Armenia

245

Ginella Tabacco Con te sempre accanto 2012 Mondadori

Ginella Tabacco Poterti parlare ancora 2015 Mondadori

Albert Taylor Soul Traveler 1996 Penguin Putnam

Angela Thompson Smith Remote Perceptions 1998 Hampton Roads

Steve Travis From Out of the Blue 1990 Whitford Press

Laura Tuan Il viaggio astrale 1989 De vecchi

Giuseppe Tucci Il libro tibetano dei morti 1927 SE

James Van Praag Talking to Heaven 1997 Penguin Putnam

James Van Praag Reaching to Heaven 1999 Penguin Putnam

Richard Webster Astral Travel for Beginners 1998 Llewellyn Publications

Brian Weiss Many Lives, Many Masters 1988 Warner Books

Brian Weiss Molte vite, un solo amore 1996 Mondadori

Brian Weiss Molte vite, molti maestri 1988 Mondadori

Brian Weiss Oltre le porte del tempo 1992 Mondadori

Brian Weiss Only Love is Real 1996 Warner Books

Brian Weiss Through Time Into Healing 1992 Simon & Schuster

Brian Weiss Molte vite, un'anima sola 2004 Mondadori

Terrill Willson Dream Travel 1998 International Online Library

Terrill Willson How I Learned Soul Travel 1987 Illuminated Way Publising

I titoli in grassetto sono più importanti.

246

SSoommmmaarriioo

Introduzione............................................................................................... 1

21/3/15 - Primavera ................................................................................... 3

Katia .......................................................................................................... 3

Rosamiria................................................................................................... 4

Luitgard ..................................................................................................... 4

4/8/79 - Flashback ..................................................................................... 5

29/3/15 - Il primo sogno ............................................................................ 6

11/7/15 - Guarire dalla gelosia .................................................................. 6

Gelosia 1 - Maria Pia ................................................................................. 6

Gelosia 2 - Luitgard ................................................................................... 7

Gelosia 3 - Rosamiria ................................................................................ 7

2/8/15 - Gallicano ...................................................................................... 8

12/8/15 ....................................................................................................... 8

17/8/15 ....................................................................................................... 8

23/9/2008 - Flashback ............................................................................... 9

14/10/2008 ................................................................................................. 9

4/11/2008 ................................................................................................... 9

10/9/15 - Elisabetta .................................................................................. 10

12/9/15 - Marie-France............................................................................ 10

15/9/15 - Laura ........................................................................................ 10

17/9/15 - Serena ...................................................................................... 10

22/9/15 - Cristiana ................................................................................... 11

22/9/15 - Giulia ....................................................................................... 11

29/9/15 - Il bracciale ............................................................................... 12

3/10/15 - Gina .......................................................................................... 12

6/10/15 - Il primo contatto ...................................................................... 13

8/10/15 - G01 .......................................................................................... 14

13/10/15 - M01 ........................................................................................ 32

19/10/15 - G02 ........................................................................................ 40

20/10/15 - M02 ........................................................................................ 53

247

27/10/15 - Sogno ..................................................................................... 62

27/10/15 - M03 ........................................................................................ 62

28/10/15 - G03 ........................................................................................ 69

03/11/15 - G04 ........................................................................................ 78

03/11/15 - M04 ........................................................................................ 92

09/11/15 - G05 ...................................................................................... 101

Flashback - La risaia ............................................................................. 110

17/11/15 - M05 ...................................................................................... 110

18/11/15 - G06 ...................................................................................... 125

24/11/15 - M06 ...................................................................................... 146

29/11/15 ................................................................................................. 161

30/11/15 - G07 ...................................................................................... 161

01/12/15 - M07 ...................................................................................... 173

03/12/15 ................................................................................................. 186

07/12/15 - G08 ...................................................................................... 186

09/12/15 - M08 ...................................................................................... 197

15/12/15 - M09 ...................................................................................... 214

7/10/97 - Astronomia ............................................................................. 229

22/12/15 - M10 ...................................................................................... 230

Conclusione ........................................................................................... 241

Bibliografia ............................................................................................ 242

Sommario .............................................................................................. 246

Indice ..................................................................................................... 248

248

IInnddiiccee

Akasha ............................................................................................. 31; 222

animali ...................................................... 17; 41; 160; 174; 186; 195; 196

Arancio ............................................................. 3; 120; 121; 123; 211; 213

bracciale ................................................................................................... 12

Burraco .................................................................................................... 39

California ................................................................................ 7; 25; 26; 89

cento libri ................................................................................................. 20

Daniel ...................................................................................................... 10

Dio ......... 20; 48; 51; 64; 77; 101; 114; 130; 134; 142; 143; 187; 195; 228

ego .............................................................. 34; 35; 55; 116; 214; 215; 223

Elisabetta ............................................................................................. 9; 10

esca ................................................................................... 32; 38; 151; 183

Esseri di Luce ........................................................... 34; 76; 101; 103; 126

Farmacologia ..................................................................................... 1; 161

Gallicano ... 8; 24; 77; 81; 82; 98; 113; 158; 159; 177; 197; 205; 209; 235

Genève .................................................................................... vedi Ginevra

Ghost ......................................................................................................... 9

Ginevra7; 9; 10; 20; 21; 25; 26; 63; 89; 119; 145; 146; 162; 172; 177;

178; 179; 186

Giulia ............................................................................................... 11; 106

Hack ....................................................................................................... 229

Ingegneria ............................................................................... 3; 7; 61; 124

Jeanrenaud ............................................................................................... 10

Karma ................................................................................................ 33; 48

Katia .................................................................................................. 3; 211

Kübler-Ross ........................................................................................... 233

Laura ..................................................... 9; 10; 44; 52; 53; 56; 61; 126; 176

Leo ............................................................ 7; 8; 45; 46; 186; 191; 193; 237

Libbiano ................................................................................................. 229

Livorno ............................................................................. 6; 199; 200; 201

Luit ..................................................................................... 4; 7; 25; 26; 31

249

Luitgard ............................................................................................. 25; 26

mano nella mano ......................................................................... 21; 27; 28

Marie-France ........................................................................................... 10

Monroe ...................................................................................... 13; 31; 184

Palo Alto .................................................................................................... 7

paranormale ................................................................................. 1; 13; 100

passare oltre ............................................................................................. 14

passo notevole ........................................ 15; 18; 20; 21; 23; 24; 25; 27; 29

Peccioli .................................................................................................. 229

Pierre32; 34; 53; 55; 56; 57; 59; 61; 63; 65; 67; 68; 77; 125; 126; 129;

132; 133; 137; 139; 145; 146; 147; 149; 150; 155; 157; 158; 173; 174;

175; 176; 180; 181; 182; 213; 214; 217; 218; 219; 220; 229; 230; 232;

233

Pisa3; 7; 98; 100; 113; 118; 119; 124; 145; 146; 177; 197; 206; 209; 215;

220

prova7; 8; 11; 12; 13; 15; 16; 24; 30; 46; 61; 77; 88; 89; 100; 107; 108;

109; 110; 114; 115; 117; 118; 119; 123; 126; 127; 128; 130; 131; 133;

134; 136; 139; 142; 158; 162; 163; 164; 166; 168; 170; 171; 177; 178;

179; 190; 197; 198; 209; 220; 224; 225

ricerca1; 32; 33; 34; 42; 56; 63; 67; 90; 96; 100; 101; 111; 114; 115;

126; 128; 148; 149; 150; 167; 173; 174; 207; 215; 216; 223; 227; 229;

233

risaia ................................................. 1; 109; 110; 117; 119; 128; 145; 154

Scienza delle Comunicazioni ............................................................ 1; 135

Serena .......................................................................................... 10; 12; 50

Serendip ..................................................................................................... 9

sinfonia .................................................................................................... 27

SLAC ......................................................................................................... 7

Specchio dell’Anima ............................................................................... 12

Stanford Linear Accelerator Center ........................................... See SLAC

sterilità ............................................................................................. 26; 105

Taormina ................................................................................................. 29

tunnel .............................................................. 33; 43; 44; 48; 84; 186; 222

Viareggio ......................................................................................... 11; 106

250

Zanoni ...................................................................................................... 12

251

Sinossi dell’opera:

Rosamiria muore nel Marzo del 2015, e dopo sei mesi di silenzio

arrivano i primi messaggi indiretti. Elia, che da tempo si interessa di

paranormale per pura curiosità di ricercatore, cerca di stabilire il

contatto. Nel tempo ha conosciuto molte persone che lo possono aiutare.

Riesce presto ad aprire due canali di comunicazione, cosa che gli

permette anche di fare confronti e di avere conferme, o di eliminare

interferenze dovute al canale stesso. Per esempio la sua psicologa, che

frequenta dal 2007 e non ha mai dato segni di possedere facoltà

medianiche, conosce abbastanza della sua vita da introdurre

involontariamente dei riferimenti, mentre l’altro canale, la sensitiva

naturale che non conosce nulla della sua vita è un canale più fedele. In

tutto sono disponibili più di cento registrazioni di 30-45 minuti, in questo

primo libro ce ne sono 18 che sono disponibili sia su DVD che

scaricabili dal sito Internet. Tutte hanno i sottotitoli che, oltre ad aiutare

nell’ascolto, costituiscono la base della trascrizione fedele nel testo.

L’argomento delle comunicazioni è di grande interesse, spesso diverso

da una all’altra, a volte è una discussione, ci sono domande con o senza

risposte, e riferimenti alla vita passata che sono prove che la sorgente è

autentica. A volte i due canali coincidono, oppure no, proprio sulle

prove. Nella descrizione dell’altra dimensione, se coincidono, la

rendono più credibile.

Biografia dell’autore:

Elia si laurea a Pisa in Ingegneria ed entra subito nel CNR come

Ricercatore. Lavora con la Telespazio al Fucino e al Lario. Va per un

anno all’università di Stanford in California per ampliare la rete

dell’acceleratore di SLAC, e poi passa gli anni ‘80 al CERN di Ginevra,

partecipando alla creazione di Internet. Ha insegnato Scienza e

Tecnologie della Comunicazione all’università di Siena. Ha anche

insegnato nella sua università, Pisa. Dal 1982 si interessa di

paranormale, che vede come una specie diversa di comunicazione, tra

piani dimensionali differenti. Con la morte della moglie Rosamiria si

trova a sperimentare nella pratica quello che sa in teoria. Ha letto più di

cento libri sull’argomento ed ha incontrato molte persone speciali, come

Douglas Baker, Brian Weiss, Manuela Pompas, Barbara Amadori e

quindi si trova in una situazione di vantaggio che non è una semplice

coincidenza. Il suo istinto di ricercatore gli suggerisce di registrare tutto

per documentare questa comunicazione, che avviene su due canali, in

modo da dare ad altri ricercatori la possibilità di valutare i fatti e le

prove.