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LIFE 09 NAT/IT/000160/Arctos Linee guida per le politiche di indennizzo danni da orso Azione A3 ANALISI E ASSESTEMENT DEI DANNI DA GRANDI CARNIVORI SUGLI APPENNINI E PRIME INDICAZIONI GESTIONALI Dicembre 2012 WWF ITALIA

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LIFE 09 NAT/IT/000160/Arctos

Linee guida per le politiche di indennizzo danni da orso

Azione A3

ANALISI E ASSESTEMENT DEI DANNI DA GRANDI CARNIVORI

SUGLI APPENNINI E PRIME INDICAZIONI GESTIONALI

Dicembre 2012

WWF ITALIA

LIFE 09 NAT/IT/000160/Arctos

“Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”

Azione A3 – “Stesura di linee guida per le politiche di indennizzo danni da orso in Alpi e Appennini”

A cura di : WWF Italia

Coordinamento e supervisione: Gianluca Catullo e Massimiliano Rocco

Rapporto a cura di : Simone Ricci

INDICE

INTRODUZIONE

1. AREA DI STUDIO

2. METODI

2.1 Analisi dei danni al bestiame domestico

2.2 Analisi della normativa vigente

3. RISULTATI

3.1 Analisi dei danni al bestiame domestico

3.2 Analisi comparativa della normativa vigente

4. DISCUSSIONE

5. BIBLIOGRAFIA

APPENDICI

LISTA DEGLI ACRONIMI

PNM = Parco Nazionale della Majella

PNALM = Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

PNGSL = Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga

PNS = Parco Nazionale dei Monti Sibillini

PRVS = Parco Regionale Velino Sirente

PRMS = Parco Regionale dei Monti Simbruini

RNRMD = Riserva Naturale Regionale delle Montagne della Duchessa

INTRODUZIONE

Il conflitto tra i grandi carnivori e la zootecnica costituisce una delle principali ragioni della persecuzione dell’uomo nei confronti di questi animali.

L’analisi e il monitoraggio dell’andamento dei danni al bestiame domestico sono un prerequisito fondamentale per avviare un’efficace strategia per la conservazione dei grandi carnivori che contempli la pianificazione e la messa in opera di misure di prevenzione dei danni.

In particolare la recente espansione del lupo, e il cronico problema del randagismo canino, comportano un costante aumento dei danni o comunque delle aree potenziali di conflitto. Questa situazione costituisce un pericolo anche per la conservazione dell’orso, in quanto, molto spesso, i danni al bestiame domestico determinano una serie di azioni di bracconaggio, soprattutto, attraverso l’impiego di bocconi avvelenati (Ciucci e Boitani 2008).

Sebbene la presenza stabile dell’orso risulti circoscritta al territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e aree circostanti, la conservazione di questa specie non può limitarsi al territorio di quest’area protetta, ma è necessario e urgente intraprendere delle azioni che ne favoriscano l’espansione dell’areale.

In quest’ottica si è deciso di includere nella presente indagine l’area di presenza storica e occasionale dell’orso su tutto l’Appennino Centrale, così come indicato da Ciucci e Boitani 2008, andando ad analizzare l’ammontare dei danni al bestiame domestico in questo territorio.

Cominciare a quantificare questo fenomeno, è importante perché rappresenta una prima misura del livello di conflittualità esistente, e una variabile da tenere in considerazione anche nell’ottica di una futura ricolonizzazione di quest’area da parte dell’orso.

Quest’area risulta caratterizzata da un’ elevata”frammentarietà” amministrativa nel senso che sono molteplici e diversi gli Enti che hanno voce in capitolo sulla pianificazione territoriale e sulla conservazione delle risorse naturali. Questo stesso problema si ritrova anche nella normativa che disciplina il rimborso dei danni al bestiame domestico causati dalla fauna selvatica.

E’ quindi necessario uniformare il più possibile le procedure tecnico-amministrative e più in generale standardizzare la raccolta dei dati. Il presente studio vuole essere un primo passo in questa direzione, attraverso l’analisi della situazione attuale.

In Italia la legge 157/92 art. 26 prevede la creazione di un fondo regionale per la prevenzione e il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica al bestiame domestico, mentre la L. 394/91 stabilisce che all’interno delle aree protette sia l’Ente parco a risarcire i danni.

Come è stato sottolineato da diversi autori, questa situazione comporta delle differenze relativamente alla tipologia di danno ammesso al rimborso, al personale incaricato di accertare il danno, e anche ai tempi necessari per la liquidazione (Ciucci et al 2005, Fico et al 2005).

Per questo motivo gli obiettivi principali della presente ricerca sono stati:

• Analisi comparativa della normativa che disciplina il rimborso dei danni al bestiame domestico causati dalla fauna selvatica.

• Valutazione della funzionalità e dei costi della politica d’indennizzo dei danni Il presente studio si basa sulle statistiche ufficiali relative ai danni denunciati dagli allevatori, quindi per i motivi appena citati non può e non vuole essere considerato una misura dell’impatto della predazione dei grandi carnivori sul bestiame domestico, quanto piuttosto una disamina su larga scala di come viene gestito il fenomeno in modo da metterne in luce eventuali carenze e criticità. Considerando le ingenti risorse pubbliche che vengono utilizzate per fronteggiare i danni causati dalla fauna selvatica è prioritario attivare un monitoraggio sulla funzionalità e l’efficacia di quanto intrapreso sino ad oggi e questa relazione vuole fornire un contributo in questa direzione.

1. AREA DI STUDIO

L’area d’indagine ha una superficie complessiva di circa 10000 Km2, e include l’area di presenza stabile e occasionale dell’orso sull’Appennino centrale, co sì come individuata da Ciucci e Boitani 2008 (figura.1). Comprende il territorio incluso in 5 distinte Regioni: Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria. A livello provinciale l’area si estende sulle province di: Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila, per l’Abruzzo, sulla provincia di Isernia per il Molise, sulle province di Roma, Rieti e Frosinone per il Lazio, sulle province di Terni e Perugia per l’Umbria, e infine sulle province di Macerata e Ascoli Piceno per le Marche.

Complessivamente nell’area di studio ricadono:

• 89 Comuni in provincia de L’Aquila; • 14 Comuni in provincia di Chieti; • 16 Comuni in provincia di Pescara; • 13 Comuni in provincia di Teramo; • 5 Comuni in provincia di Roma; • 16 Comuni in provincia di Frosinone; • 20 Comuni in provincia di Rieti; • 15 Comuni in provincia di Isernia • 3 Comuni in provincia di Terni; • 9 Comuni in provincia di Perugia; • 9 Comuni in provincia di Macerata; • 6 Comuni in provincia di Ascoli Piceno.

Per quanto riguarda le aree protette sono presenti 4 Parchi Nazionali, e 3 Parchi Regionali:

• Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise; • Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga; • Parco Nazionale della Majella; • Parco Nazionale dei Monti Sibillini; • Parco Regionale Naturale Sirente Velino • Parco Regionale Naturale dei Monti Simbruini • Riserva Naturale Montagne della Duchessa.

Il calcolo delle superfice delle diverse unità amministrative prese in esame che ricade nell’area di studio, è stato effettuato utilizzando le coperture dei confini comunali, regionali e provinciali, e quelle delle aree protette disponibili sul sito del ministero dell’Ambiente. Bisogna considerare che tali coperture possono presentare un certo grado di imprecisione, tuttavia l’ordine di grandezza dell’errore rilevato, è da considerarsi trascurabile ai fini dell’analisi dei dati.

Figura1. Area di studio (modificata da Ciucci e Boitani 2008).

2. METODI 2.1 Analisi dei danni al bestiame domestico Raccolta dati L’analisi dei danni al bestiame domestico è relativa al periodo 2005-2010. Per la raccolta e l’archiviazione dei dati si è proceduto attraverso una richiesta di informazioni rivolta agli Enti territorialmente competenti, di tutte le denunce dei danni causati da fauna selvatica (orso e lupo) e da cani vaganti subiti dagli allevatori. Come specificato precedentemente, all’interno dell’area di studio, la normativa che disciplina la materia risulta estremamente diversificata soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento di un indennizzo in relazione al predatore responsabile dell’attacco. Per la definizione dei dati necessari all’analisi del fenomeno abbiamo fatto riferimento ad un precedente studio effettuato nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Ciucci e Boitani 2010). Per i Comuni che ricadono all’interno delle aree protette la richiesta di informazioni è stata inviata sia all’Ente Parco, sia alla Provincia di appartenenza, in quanto le aree protette prese in considerazione, non sempre contemplano il risarcimento per danni causati dai cani, o perché non tutta la superficie comunale è compresa all’interno dell’area protetta. La richiesta dei dati dei danni all’Ente incaricato del risarcimento è stata trasmessa via fax e/o posta elettronica dopo un primo contatto telefonico volto a spiegare le finalità del progetto life e del presente studio. Le lettere di richiesta di informazioni sono state inviate a partire dal 15/10/2011 e si è proceduto a successivi solleciti laddove non si era ottenuta una risposta o dove si è incontrata una qualche difficoltà nel rintracciare la persona responsabile dell’archiviazione dei dati Analisi dei dati L’analisi dei danni alla zootecnia si è basata sui verbali di accertamento redatti in seguito alle denunce presentate dagli allevatori agli Enti territorialmente competenti all’interno dell’area di studio. La natura di queste informazioni è utile e fondamentale per analizzare il costo e il funzionamento della politica di indennizzo dei danni, tuttavia presenta notevoli limiti come quantificazione del reale impatto della predazione della fauna selvatica sulle attività zootecniche locali. I problemi principali, come da più parti e da molto tempo sottolineato, sono rappresentati dalla mancanza di un’univoca procedura standardizzata per l’accertamento del danno, dalla differenza delle normative vigenti in relazione alla tipologia di danni ammessi all’indennizzo e al loro iter procedurale, nonchè dalla formazione del personale responsabile della verifica del danno. Questa situazione, come vedremo in seguito, si traduce nella difficoltà di confrontare informazioni derivanti da diversi Enti; tuttavia ribadiamo come su larga scala, l’analisi delle statistiche ufficiali in possesso degli Enti legislativamente competenti rappresenti uno

strumento imprescindibile per analizzare il fenomeno, e per cominciare a valutare le politiche intraprese per una sua mitigazione. In quest’ottica abbiamo preferito presentare i risultati distinguendo semplicemente i danni causati dall’orso e quelli causati dai canidi, senza addentrarci in ulteriori suddivisioni tra cane e lupo come a volte risultavano dai dati ricevuti. Anche laddove la normativa o i regolamenti vigenti riconoscano un indennizzo per i danni al patrimonio zootecnico esclusivamente provocati dal lupo abbiamo mantenuto la dizione canide. Laddove possibile è stata comunque presentata una statistica descrittiva, così come risultava dai verbali d’accertamento, relativa al predatore responsabile dell’attacco. I dati raccolti sono stati utilizzati per quantificare nel periodo temporale di riferimento:

• il numero medio di attacchi al bestiame domestico, • il numero medio dei capi colpiti, • la spesa media annua sostenuta per l’indennizzo, • il numero medio di aziende zootecniche coinvolte, la ricorrenza media degli attacchi

sulle differenti aziende colpite, facendo una distinzione in 3 classi (1 attacco/anno; 2-3 attacchi/anno = 4 attacchi/anno),

• il tempo medio (espresso in giorni) necessario per ricevere l’indennizzo calcolato come differenza tra la data del danno, o la data del sopralluogo dell’accertamento, e la data della determinazione dirigenziale con la quale è stata autorizzata la liquidazione del danno. Occorre precisare che per la ricezione effettiva della somma corrisposta i tempi sono generalmente più lunghi (per alcuni enti anche qualche mese), perché una volta che è stata effettuata la determinazione dirigenziale, le amministrazioni devono effettuare i singoli mandati di pagamento.

Le variabili sopra elencate sono state misurate per le differenti specie predate, creando la categoria “altro” per gli animali da cortile (galline, conigli ecc…) o comunque per tutte le specie diverse da bovini, caprini equini ed ovini. Gli attacchi al bestiame domestico che coinvolgevano più di una specie sono stati conteggiati nella categoria “misto”, tuttavia in questi casi nel calcolo dei capi predati il numero di animali uccisi è stato incluso in quello delle specie di appartenenza. L’analisi dei danni causati dall’orso ha incluso anche i danni provocati alle arnie Per quanto riguarda la quantificazione dell’indennizzo abbiamo fatto riferimento al danno accertato dalle autorità competenti, senza tenere conto di eventuali riduzioni effettuate in fase di liquidazione per carenza di fondi. Questa ci è sembrata la scelta migliore per rendere comparabili i dati provenienti dai diversi Enti. Inoltre abbiamo conteggiato anche gli indennizzi non ancora liquidati, che nel corso del testo, sono stati classificati con il termine “spesa” sostenuta dal rispettivo Ente. Nel calcolo degli indennizzi non abbiamo tenuto conto, ove non espressamente specificato, di eventuali spese sostenute dall’Ente per lo smaltimento della carcassa, o per le spese veterinarie, ma ci siamo limitati al computo del valore accertato per i capi uccisi. I dati sono stati trattati separatamente per i diversi Enti territorialmente competenti, sottolineando in fase iniziale, come sono stati archiviati e le eventuali procedure legislative che ne influenzano la portata e la significatività, in modo da consentire una loro lettura critica e facilitare una comparazione tra le differenti realtà esaminate.

Per quantificare il costo della politica d’indennizzo dei danni, riprendendo quanto effettuato da Ciucci e Boitani (2010) è stato calcolato un indice di conflitto pesato sulla superficie comunale espresso nella seguente maniera

ICc=Importo medio annuale indennizzato in un dato comune/Superficie del comune Importo medio annuale indennizzato all’interno dell’area di studio/Superficie dell’area di

studio Considerando la distribuzione dei quartili dell’indice così calcolato abbiamo costruito 4 classi di conflitto crescente: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). In questo modo è possibile ottenere il contributo di ciascun comune sul costo complessivo sostenuto dall’Ente territorialmente competente in materia dei danni causati dalla fauna selvatica. Nell’effettuare questo calcolo abbiamo tenuto conto della superficie complessiva su cui ciascun ente esercita la propria competenza in materia di danni causati dalla fauna selvatica. In questo modo la superficie così calcolata è maggiore di quella dell’area di studio, perché ad esempio non tutta la superficie di un comune ricade all’interno dell’area di studio, tuttavia non disponendo della georeferenziazione degli episodi di predazione abbiamo ritenuto più corretto procedere in questa maniera. Congiuntamente alla richiesta di informazioni sui danni al bestiame domestico abbiamo inoltrato a tutti gli Enti una richiesta relativa agli interventi di prevenzione messi in campo nel corso degli ultimi 6 anni. Sfortunatamente solo il PNALM, il PNS e la Provincia di Terni hanno inviato le informazioni disponibili, per cui è risultato impossibile approfondire questo tema. Allo stesso modo solamente il PNALM e il PNS hanno provveduto a fornirci i dati in loro possesso sul numero di aziende e di capi allevati sul territorio, per cui non è stato possibile approfondire la relazione tra il numero degli eventi di predazione e il numero complessivo di capi di bestiame. 2.2 Analisi comparativa della normativa vigente All’interno dell’area di studio sono stati messi a confronto le leggi e i regolamenti che disciplinano il risarcimento dei danni al bestiame domestico causati dalla fauna selvatica e dai cani vaganti. Il confronto si è incentrato sui seguenti aspetti:

• Cosa viene indennizzato; • % indennizzo erogato; • Chi è incaricato di accertare il danno? • Quali compiti deve assolvere chi accerta il danno? • Quali informazioni deve raccogliere chi è incaricato dell’accertamento? • Entro quanto tempo deve essere effettuato l’accertamento? • Quando trasmettere risultanze accertamento? • Quando e a chi effettuare la denuncia? • Come effettuare la denuncia? • Criteri di esclusione dall’indennizzo? • Prevenzione dei danni

• Contenzioso • Valutazione del danno • Liquidazione del danno

Per quanto riguarda le leggi regionali, bisogna sottolineare che queste costituiscono l’indirizzo generale che disciplina la materia, ma la gestione amministrativa viene poi delegata alle province. Per questo motivo alcune leggi regionali, è il caso dell’Abruzzo e del Lazio, non entrano nel dettaglio sulle procedure da seguire, ma rimandano direttamente ai diversi regolamenti provinciali. Per rendere immediato il confronto della situazione esistente nelle diverse realtà prese in esame, sono state predisposte due tabelle: una per i regolamenti delle aree protette e un’altra per mettere a confronto le leggi regionali. Semplicemente per motivi di spazio il regolamento della Riserva Naturale delle Montagne della Duchessa è presentato insieme alle leggi regionali. Queste due tabelle sono presentate in Appendice. L’analisi ha riguardato esclusivamente i danni alla zootecnia, tralasciando volutamente la parte relativa ai danni causati all’agricoltura. E’ opportuno sottolineare che nel caso dei danni al bestiame domestico la normativa vigente prevede, per l’allevatore, un indennizzo dei danni subiti, e non un risarcimento. Da un punto di vista tecnico, mentre il “risarcimento” di un danno tende al pieno ripristino della situazione che esisteva prima che il danno stesso si producesse, l’indennizzo consiste in un intervento riparatore economico non necessariamente commisurato all’effettiva entità del danno sopportato dall’avente diritto, ma agganciato a parametri prestabiliti per legge o per contratto. L’eventuale utilizzo della parola risarcimento nel corso della trattazione deve quindi considerarsi semplicemente un sinonimo di indennizzo.

3. RISULTATI

Per la raccolta di informazioni sui danni al bestiame domestico nel periodo 2005-2010 sono stati contattati i seguenti Enti:

Regione Abruzzo: Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Parco Nazionale della Majella, Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino, Provincia di Chieti, Provincia de L’Aquila

Regione Lazio: Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise, Parco Regionale dei Monti Simbruini, Parco Regionale delle Montagne della Duchessa, Provincia di Frosinone e ATC FR1 e FR2, Provincia di Rieti e ATC RI1 e ATC RI2,

Regione Marche: Parco Nazionale dei Sibillini e Regione Marche

Regione Umbria: Parco Nazionale dei Sibillini, Provincia di Perugia e Provincia di Terni

Regione Molise: l Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, e Regione Molise

3.1 Anali dei danni al bestiame domestico

Provincia di Chieti

La raccolta di informazioni in provincia di Chieti è avvenuta attraverso la consultazione diretta delle denunce presentate dagli allevatori e dei conseguenti verbali d’accertamento. La provincia di Chieti non dispone di un archivio informatico dei danni al bestiame domestico, se si eccettuano le informazioni relative alle pratiche di liquidazione che contengono le generalità dell’allevatore/azienda che ha subito il danno e l’indennizzo erogato. Per questo motivo si è proceduto alla consultazione del materiale cartaceo e alla creazione di un apposito file excel per la registrazione dei dati. La ricerca è stata piuttosto complicata perché i verbali dei danni al patrimonio zootecnico sono tenuti insieme ai verbali dei danni all’agricoltura e non risultano separati neppure su base comunale. Relativamente alle informazioni da raccogliere un problema riscontrato è quello che molte volte dalle denunce presentate è impossibile risalire alla data presunta del danno, ma l’unica informazione disponibile è quella della data in cui è stato effettuato il sopralluogo. Nell’area di studio i comuni che ricadono all’interno della provincia di Chieti sono 14, ad eccezione di Colledimacine e Quadri tutti gli altri comuni sono inclusi, almeno parzialmente, all’interno del Parco Nazionale della Majella. In questi 14 comuni la competenza della provincia di Chieti in materia di danni al patrimonio zootecnico causati dalla fauna selvatica si estende su una superficie complessiva di 218,18 Km2.

Nel periodo 2005-2010 nel territorio di competenza della Provincia di Chieti sono stati denunciati 13 episodi di predazione a carico del bestiame domestico e la spesa per l’ indennizzo di tali danni ammonta a € 2630,70.

I danni causati da canidi, sebbene nei verbali d’accertamento redatti dai veterinari delle ASL sia sempre indicato il lupo come specie responsabile dell’attacco, rappresentano il 76,92% (n =10) del totale degli eventi di predazione denunciati e si sono verificati rispettivamente nei comuni di Gamberale (3), Pennapiedimonte (2), Torricella Peligna (2), Montenerodomo (2), e Taranta Peligna (1). Complessivamente i danni causati da canidi hanno riguardato 10 aziende differenti per un totale di 35 animali colpiti (34 ovini e 1 caprino) e una spesa totale pari a € 2199,70.

I danni causati dall’orso in tutto il periodo preso in esame sono 3 e si sono verificati nei Comuni di Quadri, Pennadomo nel 2006 e in quello di Colledimacine nel 2007. Questi eventi hanno riguardato in 2 casi polli e galline, nel rimanente caso le api; l’indennizzo complessivo riconosciuto dalla Provincia è stato pari a € 431,00.

Per quanto concerne la liquidazione dei danni abbiamo considerato le determine provinciali con le quali si autorizza il pagamento dei relativi indennizzi. Come si può vedere in tabella xx si registra un notevole ritardo nella liquidazione dei danni.

Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina provinciale con la quale si autorizza la liquidazione del danno per quell’annualità, risulta che relativamente ai danni appena presentati il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 643 ± 81 giorni per i 3 danni avvenuti nel 2005, di 482 ± 54 giorni per i 4 danni registrati nel 2006, e di 718 ± 123 giorni per i 2 danni del 2008. Per quanto riguarda il 2007 non è stato possibile rilevare la data dell’accertamento del danno, mentre per il 2010 alla data del 31/03/2012 i danni causati dalla fauna selvatica non risultano ancora indennizzati. Nel 2009 nei comuni presi in esame non sono stati registrati danni al patrimonio zootecnico causati dalla fauna selvatica (tabella 1).

Tabella 1. Data delle determine di liquidazione e percentuale indennizzo erogato per i danni causati dalla fauna selvatica in provincia di Chieti negli anni 2005-2010.

Provincia de L’Aquila

I Comuni della Provincia de L’Aquila inclusi nell’area di studio sono 89, il 20,22% (n = 18) dei quali non sono compresi all’interno delle aree protette, il 24,72% (n = 22) è completamente incluso nelle aree protette della Provincia, mentre il restante 55,06% (n =49) solo parzialmente. Complessivamente la superficie dell’area di studio, sulla quale è competente la provincia de L’Aquila per l’indennizzo dei danni al patrimonio zootecnico causati dalla fauna selvatica è di 2284,35Km2

L’analisi dei danni al bestiame domestico si è basata sulle informazioni messe a disposizione della Provincia, che ha provveduto a inviarci i dati in formato elettronico (xls).

L’archiviazione dei dati risulta incompleta per l’anno 2005, dove le uniche informazioni disponibili sono relative agli indennizzi erogati ai singoli allevatori, mentre per le altre annualità la principale carenza è relativa alla mancanza dell’indicazione del Comune in cui è avvenuto il danno. L’unica informazione registrata è la località in cui si è stato verificato l’evento di predazione, che tuttavia è di natura generica e quindi risulta impossibile

Annualità Data della

determinazione Dirigenziale

% Indennizzo erogato

2005 30/05/2007 100% 2006 13/12/2007 100% 2007 21/10/2008 70,79% 2008 9/4/2010 90% 2009 10/8/2010 Saldo 2008 e 100% 2009 2010 In attesa _______

georeferirla con precisione. Per questo motivo non è stata effettuata l’analisi dei dati a livello comunale, sebbene dagli uffici della Provincia ci abbiano comunicato di fare riferimento al comune di residenza dell’allevatore; questo avrebbe rappresentato un margine di errore troppo ampio e non quantificabile, in quanto avremmo dovuto scartare tutti i dati relativi agli allevatori che sono residenti al di fuori della Provincia, e da un rapido esame delle località del danno è stato rilevato che in alcuni casi non rientravano sicuramente nel comune di residenza dell’allevatore.

Nel corso del 2005 la provincia de L’Aquila a fronte di 104 denunce presentate dagli allevatori per danni causati da fauna selvatica ha sostenuto una spesa pari a € 66802,00, solamente 2 denunce non sono state indennizzate perché, come da regolamento provinciale, il danno riconosciuto è stato inferiore a € 50,00. I dati in nostro possesso non consentono di effettuare ulteriori approfondimenti.

Nel periodo 2006-2010 sono stati denunciati 653 attacchi al bestiame domestico, il 2,76% (n =18) denunce sono state dichiarate inammissibili per incompletezza nella domanda relativa alla richiesta dell’indennizzo o perché è stato impossibile accertare la causa di morte degli animali.

Considerando esclusivamente le denunce che sono state ammesse alle pratiche d’indennizzo (n = 635), i danni causati da canidi rappresentano il 96,38% (n = 612) degli eventi di predazione, quelli causati dall’orso il 2,52% (n = 16), mentre il rimanente 1,10% (n = 7) è stato attribuito ad altre specie (volpe, faina, vipera e cinghiale). La spese per la liquidazione dei danni ammonta complessivamente a € 492152,00

Danni causati da canidi

Nel periodo 2006-2010 il numero medio di attacchi da canidi è di 122,40 ±11,37 all’anno per una spesa media pari a € 95865,40 ± 14238,00. In linea generale possiamo rilevare un aumento dei danni rispetto al 2006, ma con delle oscillazioni tra gli anni successivi sia nel numero di attacchi, che rispetto alla spesa sostenuta per fare fronte agli indennizzi. Tuttavia non è stato possibile effettuare un approfondimento sull’andamento temporale del fenomeno perché non abbiamo a disposizione i dati relativi al numero di aziende e ai capi presenti sul territorio nel periodo preso in considerazione, informazioni che avrebbero consentito di discutere in maniera critica le variazioni osservate.

La specie che risulta più colpita è quella degli ovini con una media di 46,20 ± 11,37 attacchi all’anno (37,48% ± 6,70%) seguita dagli equini con una media di 37,80 ±11,14 (30,85% ± 7,80%), dai bovini 28,40 ± 2,30 (23,34% ± 2,60%) e dai caprini 2,40 ± 1,82 (1,99% ± 1,65%). Gli attacchi che coinvolgono altre specie (suini, avicoli struzzi asini, muli e conigli) presentano una media annuale di 1,80 ± 1,30 attacchi/anno pari all’1,47% ± 1,08%. Infine abbiamo raggruppato in un’unica categoria gli attacchi che coinvolgono più di una specie (ovini e caprini, bovini e equini, equini e ovini, e ovini e bovini) che a loro volta presentano una media annuale di 5,80 ± 2,49 attacchi/anno (4,86% ± 2,25%) (tabella 2). In questo raggruppamento risultano decisamente prevalenti gli attacchi che coinvolgono ovini e caprini che rappresentano il 75% (n =15) degli attacchi che coinvolgono più di una specie verificatisi nel periodo 2006-2010.

Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano anche in questo caso la specie più colpita con una media 230,60 ± 33,49 animali uccisi ogni anno, seguiti dagli equini 53,80± 13,03, dai bovini 35,80 ± 4,27, dai caprini 12,20 ± 8,35 e dalle altre specie 11,20 ±

13,10 (tabella 2). In relazione a quest’ultimo dato l’elevata variabilità riscontrata nel numero di capi predati è da mettere in relazione alla diversa natura e taglia delle specie colpite.

Da un punto di vista economico la situazione risulta capovolta in quanto la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti degli equini è la più alta in assoluto essendo pari a € 32402 ± 11890,69 (33,31% ± 8,12%), superiore a quella degli ovini che è di € 28140,60 ± 7958,06 (29,04% ± 4,83%), e dei bovini che invece è di € 26032,20 ± 4046,86 (27,51% ± 5,01%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano trascurabili essendo in media di € 657,00 ± 585 (0,67% ± 0,62%), così come quelli per altre specie che ammontano a €1315,20 ± 1346,88 (1,40% ± 1,39%). Infine gli attacchi che coinvolgono più di una specie hanno un costo medio annuale di € 7318 ± 3251,28 (8,07% ± 4,18%), sfortunatamente non è stato possibile suddividere i costi per le singole specie colpite, perché le informazioni inviateci dalla Provincia contenevano esclusivamente l’indennizzo totale erogato per attacco (tabella 4).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2006 26 38 39 0 8 1

2007 30 36 39 3 8 4

2008 26 56 49 2 2 1

2009 29 33 39 5 5 1

2010 31 26 65 2 6 2

Tabella 2. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi in Provincia de L’Aquila (n = 612 eventi di predazione).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini Altro

2006 26 38 39 0 1

2007 30 36 39 3 4

2008 26 56 49 2 1

2009 29 33 39 5 1

2010 31 26 65 2 2

Tabella 3. Numero di capi predati da parte dei canidi in Provincia de L’Aquila (n = 612 eventi di predazione).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2006 21024,00 28554,00 18145,00 0 10158,00 700,00

2007 29450,00 29010,00 23624,00 610 10136,00 3616,00

2008 23947,00 52230,00 38167,00 635 2735,00 360,00

2009 24900,00 31890,00 30282,00 1600 5249,00 500,00

2010 30840,00 20326,00 30485,00 440 8314,00 1400,00

Tabella 4. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi in Provincia de L’Aquila (n = 612 eventi di predazione).

Passando ad analizzare il numero di aziende coinvolte negli attacchi da parte di canidi è possibile registrare che il numero medio di aziende ovine colpite ogni anno è 35 ± 13,19 , quello di aziende equine è pari a 24 ± 4,18 , mentre quello di aziende bovine è di 19,60 ± 1,67.

L’ 80,97% ± 4,80% delle aziende che allevano ovini colpite ogni anno ha subito un solo evento di predazione/anno, il 15,11% ± 5,06% tra i 2-3 attacchi/anno e il rimanente il 3,92% ± 5,37% ha sofferto un numero di attacchi =4/anno. Per quanto riguarda gli attacchi sugli equini e i bovini, in entrambi i casi tende ad aumentare, rispetto a quanto riscontrato sugli allevamenti di ovini, la percentuale delle aziende che hanno subito 2-3 attacchi l’anno (24,52% ± 7,42% per gli equini e 24,95% ± 9,08% per i bovini) mentre quella delle aziende che hanno subito un numero di attacchi =4/anno raggiunge il 7,27% ± 4,04% per gli equini e solamente il 3,11% ± 2,85% nel caso dei bovini.

Complessivamente il totale degli indenizzi erogati dalla Provincia nel quinquennio 2006-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi che ammonta a € 147703,00 risulta distribuito su un totale di 148 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 98,00-12765,00. E’ interessante sottolineare come il 54,05% (n =80) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 98,00-500,00, il 24,32% (n = 36) tra € >500,01-1000,00, l’11,49% (n =11) tra € >1000,01-2000,00 e solamente il 2,70% (n =4) ha subito un danno superiore a € 5000,00; tuttavia queste 4 aziende (2,70% delle aziende colpite) assorbono il 30,66% (€ 43138,00) della cifra complessiva erogata dalla Provincia nel periodo preso in esame.

Il costo medio degli indennizzi rapportato alla superficie del territorio di competenza della Provincia de L’Aquila, all’interno dell’area di studio è di € 41,97/Km2.

Danni causati dall’orso

Nel periodo 2006-2010 i danni causati dall’orso nel territorio di competenza della provincia de L’Aquila sono stati 16 con una media di 3,20 ± 1,79 attacchi/anno, e con il numero massimo di attacchi (n =6) registrato nel 2010. Complessivamente gli indennizzi erogati ammontano a € 11188,00.

Per quanto riguarda le specie predate, i bovini e le specie di piccole dimensioni (galline tacchini e conigli) risultano quelle predominanti con una percentuale che in entrambi i casi pari al 37,50% (n = 6), seguiti dagli equini (18,75% n =3) e dalle api (6,25% n =1).

Le aziende interessate dagli attacchi da parte dell’orso sono 13, con solo 2 aziende che hanno subito 2 attacchi ciascuna.

Liquidazione

Per quanto concerne la liquidazione dei danni abbiamo considerato le determine provinciali con le quali si autorizza il pagamento dei relativi indennizzi. Come si può vedere in tabella xx si registra un notevole ritardo nella liquidazione dei danni.

Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina provinciale con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 463,47 ± 82,40 giorni per il 2006 (n =117 denunce), di 422 ± 88,83 giorni per il 2007 (n = 125 denunce), di 969,68 ± 97,14 giorni per il 2008, e di 574,04 ± 106,11 (n = 104 denunce) per il 2009. Non è possibile effettuare il calcolo per i danni avvenuti nel 2010 perché ad oggi è stato versato solamente un acconto (tabella 5).

Tabella 5. Data delle determine di liquidazione e percentuale indennizzo erogato per i danni causati dalla fauna selvatica in provincia de L’Aquila negli anni 2005-2010.

Provincia di Rieti

La raccolta di informazioni in provincia di Rieti è avvenuta attraverso la consultazione diretta delle denunce presentate dagli allevatori e dei conseguenti verbali d’accertamento. La provincia di Rieti non dispone di un archivio informatico dei danni al bestiame domestico, per questo motivo si è proceduto alla consultazione del materiale cartaceo e alla creazione di un apposito file excel per la registrazione dei dati. Per i dati relativi al 2010 sono stati contattati gli ATC RI 1 e ATC RI 2 perchè sono loro che curano l’istruttoria delle richieste d’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica. In questo caso abbiamo analizzato sia le schede inviate dagli ATC alla Provincia sia un file xls gentilmente inviatoci dal dott. Settimio Adriani che sta svolgendo un’analisi sui danni al bestiame domestico sul territorio provinciale. I Comuni della Provincia di Rieti inclusi nell’area di studio sono 20, 2 dei quali (Amatrice e Accumoli) sono parzialmente compresi nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, mentre il territorio comune di Borgorose è parzialmente incluso nel territorio della Riserva Regionale Naturale Montagne della Duchessa. Complessivamente, all’interno dell’area

Annualità Data della

determinazione Dirigenziale

% Indennizzo erogato

2005 28/06/2006 100% 2006 29/10/2007 100% 2007 29/09/2008 70,79% 2008 3/03/2010 Acconto 2009 8/02/2011 Saldo 2008 e 100% 2009 2010 3/11/2011 Acconto

di studio, la superficie sulla quale è competente la provincia di Rieti per l’indennizzo dei danni al patrimonio zootecnico causati dalla fauna selvatica è di circa 1574,26 Km2 (Appendice)

Nel periodo 2005-2010 sono stati denunciati 635 attacchi al bestiame domestico, l’1,42% (n =9) denunce non sono state dichiarate indennizzabili in quanto come predatore responsabile del danno sono stati indicati i cani randagi/inselvatichiti.

Considerando esclusivamente le denunce che sono state ammesse alle pratiche d’indennizzo (n = 626), i danni causati da canidi (nei verbali di accertamento dei veterinari delle Asl è sempre indicato il lupo come specie responsabile dell’attacco) rappresentano il 98,48% (n = 625) degli eventi di predazione, quelli causati dall’orso lo 0,16% (n = 1). La spese per la liquidazione dei danni ammonta complessivamente a € 557029,83.

Danni causati dai canidi

Nel periodo 2005-2010 il numero medio di attacchi da canidi è stato di 104,17 ± 25,55 all’anno per una spesa media pari a € 92624,97 ± 26307,70; anche se occorre precisare che i dati in nostro possesso presentano qualche incertezza sugli indennizzi riconosciuti per i danni verificatisi nel 2010. Il numero di attacchi da canidi e la spesa per i relativi indennizzi mostrano un andamento altalenante con una marcata diminuzione nel 2006 e nel 2007 rispetto al 2005, un aumento nel 2008 e nel 2009 e un nuovo calo nel 2010.

La specie che risulta più colpita è quella dei bovini con una media di 44,80 ± 5,60 attacchi all’anno (44,67% ± 8,87%) seguita dagli ovini con una media di 38 ± 16,48 (35,29% ± 9,41%), dagli equini 17,83 ± 8,89 (16,58% ± 5,34%) e dai caprini 0,67 ± 0,52 (0,67% ± 0,55%). Gli attacchi che coinvolgono più di una specie (ovini e caprini, bovini e equini, bovini e ovini, e caprini e suini) si sono verificati con una media annuale pari a 2,50 ± 1,38 (2,53% ± 1,33%); in questa categoria risultano decisamente prevalenti gli attacchi che hanno interessato gli ovi-caprini che rappresentano il 66,66% (n = 10) del totale. Infine ci sono stati 2 attacchi, rispettivamente nel 2008 e nel 2009, nei confronti di 2 struzzi e 1 mulo, con una conseguente media di attacchi all’anno pari a 0,33 ± 0,52 (0,26% ± 0,40%) (tabella 6). In relazione alla ripartizione degli attacchi da canidi sulle differenti specie di bestiame domestico è necessario sottolineare che esiste una grande variabilità negli anni presi in considerazione. In particolare gli attacchi sugli ovini presentano una variazione percentuale molto marcata, passando dal rappresentare il 24% degli attacchi verificatisi nel 2007 ad oltre il 45% di quelli avvenuti nel 2009 e nel 2010, anni in cui superano anche gli attacchi sui bovini. Questa spiccata variabilità temporale nella ripartizione degli attacchi, che in misura minore riguarda anche bovini ed equini, è di difficile interpretazione alla luce delle informazioni in nostro possesso, ma sarebbe importante indagarla in maniera approfondita per tentare di capirne le possibili cause.

Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano la specie più colpita con una media 194 ± 98,81 animali uccisi ogni anno, seguiti bovini 51,83± 7,83, dagli equini 20,33 ± 9,42, dai caprini 8,33 ± 11,31 e dalle altre specie 0,67 ± 0,82. Ancora una volta si riscontra un’elevata variabilita nei capi ovini predati ogni anno, che oltre a riflettere la variabilità del numero complessivo degli attacchi precedentemente discussa, è il risultato di eventi predatori che coinvolgono un elevato numero di capi in un singolo attacco. Ad esempio nel 2008 in soli 3 attacchi sugli ovini, che rappresentano solo il 6,25% degli eventi a carico della specie verificatisi in quell’anno, sono deceduti 135 animali ovverosia il 39,02% di tutti gli ovini predati durante l’anno, e addirittura superiori a tutte le pecore morte in seguito ad attacchi da canidi nel 2007 (n =79) e nel 2006 (n =114) (tabella 7).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 54 28 36 1 2 0

2006 39 13 21 1 2 0

2007 43 11 18 0 3 0

2008 49 18 48 1 5 1

2009 43 29 61 0 1 1

2010 41 8 44 1 2 0

Tabella 6. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi in Provincia di Rieti (n = 625 eventi di predazione).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini Altro

2005 62 30 164 5 0

2006 44 16 114 7 1

2007 51 14 79 2 0

2008 61 22 346 31 2

2009 47 32 266 1 1

2010 46 8 195 4 0

Tabella 7. Numero di capi predati da parte dei canidi in Provincia di Rieti (n = 625 eventi di predazione).

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti dei bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 42524,22 ± 7639,84 (47,94% ± 11,72%), superiore a quella degli ovini che è di € 27091,61 ± 13890,93 (28,42% ± 10,73%), e degli equini che invece è di € 18139,14 ± 9752,78 (19,17% ± 7,17%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano trascurabili essendo in media di € 1103,33 ± 1675,54 (0,96% ± 1,33%), così come quelli per altre specie che ammontano a € 1000,00 ± 2000,00 (0,78% ± 1,52%). Infine gli attacchi che coinvolgono più di una specie hanno un costo medio annuale di € 2586,67 ± 2357,59 (2,74% ± 1,76%), sfortunatamente non è stato possibile suddividere i costi per le singole specie colpite, perché le informazioni raccolte hanno riguardato esclusivamente l’indennizzo totale erogato per attacco (tabella 8).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 20891,00 51658,00 25550,00 2300,00 1518,00 0

2006 14580,00 42670,00 10160,00 160,00 1650,00 0

2007 11242,00 42050,00 12950,00 0,00 2320,00 0

2008 47250,00 49230,00 19453,50 4000,00 7150,00 5000,00

2009 36355,00 39400,00 33416,33 0,00 380,00 1000,00

2010 32231,66 30137,32 8385,00 160,00 2502,00 0

Tabella 8. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi in Provincia di Rieti (n = 625 eventi di predazione).

Complessivamente il totale degli indenizzi erogati dalla Provincia nel quinquennio 2005-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 555749,81 e risulta distribuito su un totale di 284 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 80,00-19231,00. E’ interessante sottolineare come il 24,65% (n =70) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 80,00-500,00 il 24,65% (n = 70) tra € >500-1000, e il 22,89% (n =65) tra € >1000-2000. Il restante 27,81% (n =79) delle aziende ha subito un danno > € 3000,00, ma solamente 5 aziende (1,76%) hanno ricevuto danni per somme superiori a € 10,000, tuttavia queste assorbono il 13,20% (€ 73356,00) della cifra complessiva accertata dalla Provincia nel periodo preso in esame. Il numero medio di aziende bovine colpite ogni anno è 34 ± 4,05, quello di aziende ovine è pari a 26,50 ± 8,17, mentre quello di aziende equine è di 16,17 ± 7,19. Passando ad analizzare la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come il 75,96% ± 4,09% delle aziende di bovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 22,52% ± 4,04% 2-3 attacchi/anno, mentre il rimanente 1,51% ± 1,69% = 4 attacchi/anno. Una distribuzione del tutto simile si risconta per gli allevamenti ovini dove le aziende che hanno subito un solo attacco/anno rappresentano in media il 74,29% ±14,76%, quelle che hanno sofferto 2-3 attacchi/anno il 24,08% ± 13,13%, e infine quelle con = 4 attacchi/anno sono appena l’1,64% ± 1,84%. Per quanto riguarda gli allevamenti equini, la quasi totalità subisce 1 attacco/anno (93,90% ± 5,30%), mentre la percentuale media delle aziende che subiscono 2-3 attacchi/anno è solo del 5,38% ± 4,38%, e appena dello 0,77% ± 1,77% quella delle aziende che subiscono = 4attacchi/anno. La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata su base comunale. I Comuni di Leonessa e Micigliano risultano le aree maggiormente colpite e da sole assorbono rispettivamente il 25,17% (n = € 139598,00) e il 13,41% (n = € 74388,88) degli indennizzi riconosciuti dalla Provincia nel periodo 2005-2010. Solamente in 8 (40%) Comuni sui 20 presi in considerazione si sono verificati attacchi da canidi al bestiame domestico in ognuno

degli anni presi in esame, a testimonianza di una grande variabilità che caratterizza il fenomeno dei danni a livello provinciale, rispetto alla quale è difficile fornire delle spiegazioni sulla base delle informazioni in nostro possesso. In ogni caso la media annuale degli indennizzi erogati dalla Provincia varia da un minimo di € 255,33 ± 625,44 nel comune di Borgorose a un massimo di 23266,33 ± 10659,23 nel comune di Leonessa. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza dei danni su base comunale secondo una scala crescente: classe 1 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). E’ interessante notare come i Comuni che rientrano nell’ultima categoria siano solamente 5: Leonessa, Micigliano, Castel sant’Angelo, Fiamignano e Rivodutri. Per effettuare questo calcolo la scelta di prendere come riferimento la mediana è dettata dal fatto che questa misura si adatta meglio alla grande variabilità osservata nella ripartizione dei danni nei diversi anni presi in esame; in questi casi la media fornisce dei risultati fuorvianti e quindi di scarsa utilità da un punto di vista gestionale.

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 20010 SUPERFICIE € MEDIA DEV.ST €/Kmq I.C. CLASSE

Accumoli 1860,00 3920,00 0,00 0,00 950,00 6575,00 56,70 2217,50 2586,71 39,11 0,67 2

Amatrice 1132,00 3300,00 1500,00 1000,00 3075,00 6120,00 74,56 2687,83 1948,58 36,05 0,61 1

Antrodoco 2980,00 0,00 500,00 800,00 6035,00 810,00 63,76 1854,17 2289,98 29,08 0,50 1

Borbona 4040,00 5360,00 2210,00 3700,00 3790,00 6220,00 47,84 4220,00 1401,96 88,21 1,50 3

Borgorose 0,00 0,00 0,00 0,00 1532,00 0,00 111,65 255,33 625,44 2,29 0,04 1

Borgovelino 750,00 0,00 0,00 0,00 2100,00 0,00 145,43 475,00 850,73 3,27 0,06 1

Canta lice 8435,00 1440,00 0,00 1470,00 2360,00 2840,00 37,55 2757,50 2946,05 73,43 1,25 3

Castel Sant'Angelo 0,00 650,00 10000,00 10880,00 2400,00 0,00 31,21 3988,33 5081,65 127,81 2,18 4

Cittaducale 2750,00 5900,00 2820,00 900,00 3650,00 6895,00 71,12 3819,17 2212,79 53,70 0,91 3

Cittareale 0,00 1570,00 480,00 7670,00 3160,00 4040,00 59,52 2820,00 2832,56 47,38 0,81 2

Fiamignano 14450,00 4770,00 5840,00 19860,00 14470,00 14998,88 100,38 12398,15 5867,60 123,51 2,10 4

Leonessa 37558,00 11580,00 27360,00 29290,00 23735,00 10075,00 203,61 23266,33 10659,23 114,27 1,95 4

Micigliano 950,00 2600,00 0,00 12920,00 9140,00 0,00 36,77 4268,33 5455,57 116,07 1,98 4

Morro Reatino 3260,00 0,00 1800,00 1350,00 0,00 0,00 15,82 1068,33 1329,82 67,53 1,15 3

Pescorocchiano 2680,00 0,00 498,00 8950,00 4750,00 890,00 94,56 2961,33 3413,81 31,32 0,53 1

Petrella salto 350,00 0,00 0,00 15863,50 5419,33 3010,00 102,71 4107,14 6148,02 39,99 0,68 2

Poggio Bustone 4250,00 0,00 1600,00 0,00 0,00 0,00 22,34 975,00 1727,35 43,64 0,74 2

Posta 4930,00 8700,00 3300,00 7000,00 7700,00 1040,00 65,87 5445,00 2910,96 82,66 1,41 3

Rieti 4542,00 13870,00 6454,00 7930,00 11485,00 7362,00 206,10 8607,17 3439,48 41,76 0,71 2

Rivodutri 7000,00 5560,00 4200,00 2500,00 4800,00 1520,00 26,74 4263,33 2004,89 159,42 2,71 4

Tabella 9. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi in Provincia di Rieti calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Danni causati dall’orso In tutto il periodo preso in esame è stato registrato 1 solo danno causato dall’orso nel comune di Micigliano nel mese di maggio del 2008. Il danno ha riguardato 2 ovini adulti e 12 arnie, ed è stato riconosciuto un indennizzo pari a € 2300,00.

Liquidazione

Per quanto concerne la liquidazione dei danni la provincia di Rieti risulta in gravissimo ritardo (tabella 10). Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina provinciale con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 1037 ± 76,64 giorni per il 2005 (n =121 denunce), di 1306,03± 79,90 (76 denunce), e di 827,47 ± 73,50 giorni (n =135 denunce) per il 2009. I danni causati dai canidi avvenuti nel 2007 e nel 2008 non sono mai stati liquidati, mentre i danni avvenuti nel 2010 dovrebbero essere liquidati entro maggio 2012. Per quanto riguarda i danni del 2007 e del 2008 ci è stato spigato dagli Uffici della Provincia che i soldi annualmente stanziati dalla Regione sono stati costantemente utilizzati per saldare i danni avvenuti negli anni precedente, finchè si è stabilito che questa pratica non era giustificabile, per cui le suddette annualità non sono mai state liquidate. Per quanto riguarda il 2007 occorre precisare che la Provincia ha provveduto a saldare con la D.D. 39 del 25/2/2010 solo i danni causati dal cinghiale all’agricoltura.

Tabella 10. Data delle determine di liquidazione e percentuale indennizzo erogato per i danni causati dalla fauna selvatica in provincia di Rieti negli anni 2005-2010.

Annualità Data della determinazione Dirigenziale % Indennizzo erogato

2005 20/5/2008 100%

2006 24/3/2008 acconto (40%) 25/2/2010 saldo 100%

2007 Non liquidato 2008 Non liquidato 2009 4/11/2011 100% 2010 In attesa

Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise L’analisi dei danni al bestiame domestico verificatisi all’interno del territorio del Parco e della Zona di Protezione esterna (ZPE) è avvenuta attraverso la consultazione di un file xls messoci a disposizione dall’Ente Parco. L’Ente gestisce l’archiviazione dei dati sui danni e sulle relative pratiche di liquidazione degli indennizzi attraverso un complesso database in Access, da cui è stato “estratto” il file utilizzato nella presente analisi. Ovviamente il file xls così prodotto contiene solo le informazioni rilevanti ai fini dell’analisi, per questo abbiamo riscontrato l’impossibilità di decifrare in maniera corretta la totalità delle informazioni disponibili soprattutto relativamente all’iter di liquidazione della pratica e alla classificazione di alcune specie oggetto di predazione. I dati che di seguito presentiamo si riferiscono solamente alle annualità 2008-2010, e in particolare alle denunce dei danni che sono state dichiarate indennizzabili e già liquidate. Si ritiene che tale scelta sia adeguata per fornire una visione globale del fenomeno dei danni al bestiame domestico e alla politica di gestione dello stesso realizzata all’interno dell’area protetta, e soprattutto per effettuare un confronto con i risultati ottenuti nelle altre zone d’indagine. Come specificato in precedenza le informazioni relative alle annualità 2005-2007 sono state oggetto di una relazione (Ciucci e Boitani 2010) che analizza il fenomeno in maniera più approfondita e più accurata rispetto al presente rapporto; per questo motivo non abbiamo ritenuto significativo ripetere l’analisi dei dati, ma richiamiamo i risultati di quello studio nel corso del testo in maniera tale da ottenere una fotografia completa della situazione nel periodo 2005-2010. Nel periodo 2008-2010 sono stati liquidati 1842 danni al bestiame domestico, il 73,13% attribuiti ai canidi (n = 1347), mente il restante 26,87% (n = 495) attribuiti all’orso. La spesa complessiva sostenuta dall’Ente Parco è stata di € 683794,51, che risulta per il 68,70% (€ = 469790,86) imputabile ai danni causati dai canidi, e per il restante 31,30% (€ = 214003,15) imputabile ai danni causati dall’orso. Il peso dei danni causati dall’orso, sia in termini economici che di numero di attacchi, tende ad aumentare nel 2010 rispetto al 2008, con una flessione nel corso del 2009. I danni provocati dai canidi mostrano un andamento opposto, ma anche in questo caso si registra una diminuzione nel 2009 rispetto agli anni precedenti. Danni causati dai canidi Nel triennio 2008-2010 il numero medio di attacchi da canidi è stato di 449 ± 152,93 per una spesa media annua pari a € 156596,95 ± 42879,64, tuttavia occorre sottolineare che nel 2008 si sono verificati il 46,14% (n = 644) degli attacchi avvenuti nel triennio, e gli indennizzi erogati rappresentano il 42,65% (€ 200380,71) del totale. Nel 2009 e nel 2010 gli attacchi e gli indennizzi erogati tornano sui livelli registrati nel 2006 e nel 2007. E’importante ricordare che fino al 2008, all’interno del Parco, ma non della ZPE, venivano indennizzati pure i danni causati dai canidi, ma tale prescrizione è stata cancellata a partire da un precedente regolamento (Deliberazione n. 46 del 19/12/2008), e confermata da quello attualmente in vigore. La specie che risulta più colpita è quella egli ovini con una media di 224,67 ± 75,65 attacchi all’anno (50,12% ± 0,47%) seguita dai bovini con una media di 69,67 ± 16,77 (15,86% ± 1,53%), dai caprini 56 ± 13,08 (12,76% ± 1,24%) e dagli equini 53,33 ± 12,34 (12,16 ± 1,26%). Gli attacchi che coinvolgono più di una specie (ovini e caprini, bovini e equini, bovini e

ovini, e equini e ovini) si sono verificati con una media annuale pari a 14,15 ± 20,67 (4,82% ± 2,65%); in questa categoria risultano decisamente prevalenti gli attacchi che hanno interessato gli ovi-caprini che rappresentano il 91,94% (n = 57) del totale. Infine gli attacchi che coinvolgono altre specie (suini, polli, conigli, api, non determinabili) presentano una media annuale di 24,33 ± 21,46 attacchi/anno pari all’1,47% ± 1,08%. La maggioranza di questi eventi (67,12% n =49) si sono verificati nel 2008 (tabella 11). E’ opportuno precisare che in questa categoria abbiamo conteggiato anche gli episodi di predazione in cui non è stato possibile determinare la specie predata (dalle informazioni contenute nel file analizzato è stato solamente possibile escludere che si trattasse di una delle specie sopra menzionate. Inoltre in questa categoria sono stati calcolati eventi di predazione in cui risultavano danni esclusivamente alle strutture, 12 casi tutti relativi al 2008, e casi in cui sono stati registrati solo animali feriti, sempre di specie non determinabili, i cui relativi indennizzi sono riferiti alle spese veterinarie documentate dall’allevatore). Complessivamente possiamo affermare che la ripartizione degli attacchi sulle 4 principali specie predate è simile a quanto riscontato nel periodo 2005-2007.

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2008 89 67 311 71 37 49

2009 59 43 170 47 12 10

2010 61 50 193 50 13 14

Tabella 11. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 1347 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano la specie di gran lunga più colpita con una media 432 ± 200,64 animali uccisi ogni anno, seguiti dai caprini 103± 42,72, dai bovini 77,33 ± 18,82, e dagli equini 57,33 ± 14,74 (tabella 12).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini

2008 99 74 663 152

2009 68 46 301 72

2010 65 52 332 86

Tabella 12. Numero di capi predati da parte dei canidi all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 1347 eventi di predazione).

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti degli ovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 61914,10 ± 15751,02 (39,72% ± 1,48%), superiore a quella dei bovini che è di € 38211,06 ± 5,470,29 (25,29% ± 5,42%), e degli equini che invece è di € 23571,03 ± 5755,53 (15,15% ± 1,51%). Gli indennizzi

erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini sono stati in media di € 12537,83 ± 1675,54 (8,16% ± 1,16%), superiori a quelli che coinvolgono più di una specie che ammontano a € 11054,00 ± 8531,54 (6,48% ± 3,38%). Infine gli attacchi nei confronti di altre specie hanno un costo medio annuale di € 9308,93 ± 10384,81 (5,19% ± 4,71%), tuttavia la spesa è principalmente relativa all’annualità 2008 (tabella 13).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2008 38134,97 27718,10 78699,60 13768,50 20766,00 21293,54

2009 32779,21 17000,00 47456,70 9725,00 4768,00 2968,67

2010 43719,00 25995,00 59586,00 14120,00 7628,00 3664,57

Tabella 13. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 1347 eventi di predazione).

In linea generale possiamo notare che i valori medi del numero di attacchi, dei capi predati e degli indennizzi erogati mostrano un’elevata variabilità dovuta al fatto che i valori del 2008 sono quasi il doppio di quelli riscontrati nel 2009 e nel 2010, però i valori percentuali delle ripartizioni tra le differenti specie di bestiame domestico predate sono confrontabili nei 3 anni considerati, e anche rispetto al periodo 2005-2007.

Complessivamente il totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco nel triennio 2008-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 469790,86 e risulta distribuito su un totale di 263 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 33,33-19871,00. Il 56,27% (n = 148) delle aziende ha subito un danno co mpreso tra € 33,33-1000,000, il 35,74% (n = 94) tra > € 1000,00- 5000,00, e il rimanente 7,98% > € 5000,00-19,871. E’ importante sottolineare che le 7 aziende (2,66%) che hanno subito un danno >10000,000 da sole assorbono il 19,35% (€ = 90899,00) della cifra complessiva indennizzata dall’Ente Parco nel periodo 2008-2010.

Il numero medio di aziende ovine colpite ogni anno da attacchi da canide è 70,67 ± 10,79 , quello di aziende bovine è pari a 37,33 ± 6,66 , quello di aziende equine è di 27,33 ± 6,66, e infine quello di aziende che allevano caprini è 21,33 ± 6,03. Per quanto riguarda la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come il 44,85% ± 1,07% delle aziende di ovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 38,29% ± 7,07% 2-5 attacchi/anno, l’ 11,70% ± 5,55% 6-10 attacchi/anno e il rimanente 5,16% ± 3,30 >10 attacchi/anno. Una situazione differente si riscontra nelle aziende di bovini ed equini, in questo caso cresce la percentuale di allevamenti che hanno subito 1 solo attacco/anno, e conseguentemente diminuisce la percentuale di allevamenti che subiscono attacchi ripetuti, che in ogni caso non superano i 10 attacchi/anno. Nelle aziende che allevano i caprini si registra una ricorrenza degli attacchi che presenta una distribuzione che si avvicina a quella degli ovini, e anche in questo caso rispetto agli allevamenti di bovini ed equini, si registra una percentuale maggiore di aziende che subiscono attacchi ripetuti.

La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata su base comunale. Nei 44 Comuni, con almeno l’1% del territorio comunale, in cui L’Ente Parco è responsabile per l’indennizzo dei danni causati dal lupo, solamente in 11 Comuni (25%) non sono stati registrati episodi di predazione al bestiame domestico, mentre nel 56,82% (n = 25) i danni si sono verificati in ognuno degli anni esaminati. I Comuni di Lecce dei Marsi e Picinisco risultano le aree maggiormente colpite e da sole assorbono rispettivamente il 16,84% (n = € 79001,00) e il 15,14% (n = € 71038,10) degli indennizzi liquidati dall’Ente Parco nel periodo 2008-2010. In ogni caso la media annuale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco varia da un minimo di € 215,00 ± 372,39 nel comune di San Vincenzo Valle Roveto a un massimo di 26333,67 ± 20872,92 nel comune di Lecce dei Marsi. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza dei danni su base comunale secondo una scala crescente: classe 1 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile) (taballa 14). E’ interessante notare come i Comuni che rientrano nell’ultima categoria siano solamente 8, ma bisogna considerare che l’inclusione del Comune di San Vincenzo Valle Roveto in questa categoria è legata al fatto che la porzione di territorio comunale che rientra nella ZPE è molto bassa. In linea generale è possibile affermare che i dati del 2008-2010 confermano quanto emerso dall’analisi relativa alla distribuzione comunale degli indennizzi per danni da canide del periodo 2005-2007.

COMUNE 2008 2009 2010 SUPERFICIE € MEDIA DEV.ST €/Kmq I.C. CLASSE

Lecce dei Marsi 50352,80 16053,20 12595,00 60,94 26333,67 20872,92 0,00 3,58 4

Picinisco 29034,10 17209,00 24795,00 55,10 23679,37 5990,97 0,00 3,56 4

Pescasseroli 22068,10 5972,00 12193,00 90,83 13411,03 8116,88 0,01 1,22 3

Pescosolido 13799,90 13322,00 7684,00 34,90 11601,97 3401,46 0,00 2,76 4

Gioia dei Marsi 2427,20 13526,00 8622,60 44,23 8191,93 5561,92 0,01 1,54 3

Ortucchio 4387,00 3118,00 12510,00 15,55 6671,67 5095,80 0,00 3,56 4

Opi 9859,74 3939,70 4687,00 49,72 6162,15 3223,94 0,01 1,03 3

San Biagio Saracinisco 6063,00 1488,00 9293,00 18,65 5614,67 3921,77 0,00 2,49 4

Scanno 6468,60 3588,00 3887,50 132,82 4648,03 1583,75 0,03 0,29 1

Alfedena 2276,00 2952,00 7890,00 39,79 4372,67 3064,80 0,01 0,91 3

Bisegna 7970,60 1453,00 3555,50 46,43 4326,37 3326,48 0,01 0,77 3

Barrea 3522,60 5230,50 4160,00 86,76 4304,37 863,05 0,02 0,41 2

Vallerotonda 4548,80 2045,81 6152,42 13,67 4249,01 2069,65 0,00 2,58 4

Montenero Val Cocchiara

851,97 0,00 11444,00 21,27 4098,66 6375,50 0,01 1,60 3

Campoli Appennino 3048,00 4881,00 2783,40 18,10 3570,80 1142,35 0,01 1,64 4

Settefrati 5044,00 1705,00 2700,00 41,40 3149,67 1714,32 0,01 0,63 2

Rocchetta a Volturno 3120,00 1129,00 4121,00 22,78 2790,00 1523,05 0,01 1,02 3

Balsorano 250,00 4035,16 3610,00 18,18 2631,72 2073,56 0,01 1,20 3

Scontrone 3118,50 1119,00 1848,00 20,41 2028,50 1011,90 0,01 0,82 3

Collelongo 2160,00 0,00 2791,80 49,00 1650,60 1463,95 0,03 0,28 1

Villetta Barrea 3585,00 390,00 975,00 20,44 1650,00 1701,095235 0,01 0,67 2

Villavallelonga 2202,00 1890,21 444,35 73,48 1512,19 937,82 0,05 0,17 1

Pizzone 2578,50 712,00 495,00 33,35 1261,83 1145,42 0,03 0,31 1

Alvito 3030,00 484,00 242,00 14,43 1252,00 1544,54 0,01 0,72 2

Villalago 1866,00 1885,00 0,00 27,45 1250,33 1082,86 0,02 0,38 2

Civitella Alfedena 2137,00 481,00 538,50 29,38 1052,17 939,93 0,03 0,30 1

Trasacco 0,00 1900,00 950,00 15,38 950,00 950,00 0,02 0,51 2

San Donato Val di Comino

1772,00 0,00 950,00 20,62 907,33 886,77 0,02 0,36 2

Ortona dei Marsi 994,30 1700,00 0,00 41,02 898,10 854,07 0,05 0,18 1

Filignano 260,00 1709,00 470,00 18,14 813,00 783,03 0,02 0,37 2

Castel San Vincenzo 940,00 390,00 343,50 21,67 557,83 331,78 0,04 0,21 1

Anversa degli Abruzzi 0,00 0,00 1640,00 13,25 546,67 946,85 0,02 0,34 1

San Vincenzo Valle Roveto 645,00 0,00 0,00 0,92 215,00 372,39 0,00 1,94 4

COMUNE 2008 2009 2010 SUPERFICIE € MEDIA DEV.ST €/Kmq I.C. CLASSE

Castel di Sangro 0,00 0,00 0,00 20,18 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Civita d'Antino 0,00 0,00 0,00 3,39 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Cocullo 0,00 0,00 0,00 12,60 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Colli a Volturno 0,00 0,00 0,00 10,81 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Luco dei Marsi 0,00 0,00 0,00 5,37 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Montaquila 0,00 0,00 0,00 0,51 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Pescina 0,00 0,00 0,00 0,97 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Rivisondoli 0,00 0,00 0,00 0,32 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Rocca Pia 0,00 0,00 0,00 0,45 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Roccaraso 0,00 0,00 0,00 12,42 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Scapoli 0,00 0,00 0,00 18,86 0,00 0,00 0,00 0,00 1

Tabella 14. Costi di indennizzo dei danni causati da canidi calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune al totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Danni causati dall’orso Nel triennio 2008-2010 il numero medio di attacchi da orso è stato di 165 ± 39,35 per una spesa media annua pari a € 71334,55 ± 20990,49. Il numero maggiore di eventi di predazione (40,20% n = 199) e la più alta spesa per gli indennizzi (43,71% n = € 71334,55) sono stati registrati nel 2010. Bisogna precisare che tra gli eventi di predazione sono stati conteggiati all’interno della categoria “altro” 21 casi in cui risultano danneggiate le strutture connesse alle attività di allevamento, 4 casi in cui la specie degli animali colpiti non è tra quelle contemplate nella presente analisi. La specie che risulta più colpita è quella egli ovini con una media di 69,67 ± 13,65 attacchi all’anno (42,65± 3,87%) seguita da polli, conigli suini e altro con una media di 29,67 ± 23,46 (18,78% ± 14,41%), dai bovini 20 ± 9,54 (11,60% ± 3,65%) e dalle api 19,67 ± 9,07 (11,98 ± 4,67%). Gli attacchi nei confronti degli equini si sono verificati con una media annuale pari a 9 ± 7,94 (6,04% ± 5,70%) mentre quelli nei confronti dei caprini sono stati appena 2,53 ± 2,05. Infine la media annuale degli attacchi che coinvolgo più di una specie (ovini e caprini, bovini e equini, ovini e bovini) è stata di 7 ± 2,65 (4,28% ± 1,23%); in questa categoria risultano decisamente prevalenti gli attacchi che hanno interessato gli ovi-caprini che rappresentano il 90,48% (n = 19) del totale (tabella 15). Bisogna precisare che la ripartizione degli attacchi sulle differenti specie colpite mostra una forte oscillazione da un anno all’altro, per questo motivo i valori medi appena presentati vanno letti con e interpretati con estrema attenzione. Se gli attacchi sugli ovini rimangono relativamente costanti, se non altro in termini percentuali, non si può dire altrettanto per gli attacchi che interessano le “altre specie” che risultano trascurabili nel 2008 per passare ad essere estremamente rilevanti negli anni seguenti.

Numero attacchi da orso

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2008 25 18 79 14 5 4

2009 9 3 54 1 6 35

2010 26 6 76 15 10 50

Tabella 15. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dell’orso all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 495 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano la specie di gran lunga più colpita con una media di 152 ± 36,17 animali uccisi ogni anno, seguiti dai caprini 22,67± 13,20, dai bovini 21 ± 9,54, e dagli equini 12,67 ± 14,22, dove il 76,32% (n = 29) degli animali predati è relativo al 2008 (tabella 17). Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti degli ovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 22056,76 ± 5688,57 (31,16% ± 1,28%), superiore a quella per i danni alle arnie che è di € 17162,06 ± 4357,35 (26,58% ± 12,84%), e dei bovini che invece è di € 14407,67 ± 10785,50(18,31% ± 10,02%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti delle altre specie risultano decisamente inferiori e con elevate oscillazioni da un anno all’altro.

Complessivamente il totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco nel triennio 2008-2010 per fare fronte ai danni causati dall’orso ammonta a € 214003,65 e risulta distribuito su un totale di 206 aziende che hanno subito un danno compreso tra € 48,00-10550,00. Il 49,03% (n = 101) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 48,00-500,00, il 36,4% (n = 75) > € 500,00-1000,00, il 10,68% (n = 22) > € 2000,00-5000,00, e il rimanente 3,88% (n =8) > € 5000,00; queste ultime 8 aziende da sole assorbono il 24,49% (€ = 52405,00) degli indennizzi erogati dall’Ente Parco.

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini

2008 26 29 156 20

2009 10 3 114 11

2010 27 6 186 37

Tabella 16. Numero di capi predati da parte dell’orso all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 495 eventi di predazione).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2008 38134,97 27718,10 78699,60 13768,50 20766,00 21293,54

2009 32779,21 17000,00 47456,70 9725,00 4768,00 2968,67

2010 43719,00 25995,00 59586,00 14120,00 7628,00 3664,57

Tabella 17. Indennizzi erogati per i danni causati dall’orso all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, inclusa la ZPE (n = 495 eventi di predazione).

Il numero medio di aziende ovine colpite ogni anno da attacchi da orso è 29,33 ± 6,51 , quello di aziende bovine è pari a 16,33 ± 6,43 , quello di aziende equine è di 6 ± 361, e infine quello di aziende che allevano caprini è 8,67 ± 6,81. Il numero medio di apicoltori che subiscono ogni anno attacchi da orso è invece di 11,67 ± 3,79. Per quanto riguarda la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come il 50% ± 10,47% delle aziende di ovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 44,40% ± 9,33% 2-5 attacchi/anno, e il rimanente 5,60% ± 1,27 % >5 attacchi/anno (6-15). Una situazione differente si riscontra nelle aziende di bovini, equini e caprini, in questo caso cresce la percentuale di allevamenti che hanno subito 1 solo attacco/anno, e conseguentemente diminuisce la percentuale di allevamenti che subiscono attacchi ripetuti, che in ogni caso non superano i 5 attacchi/anno (fatta eccezione per 1 caso relativo agli equini). Relativamente ai danni sulle api si registra nuovamente una preponderanza di aziende che subiscono 1attacco/anno (65,56% ± 15,03), tuttavia non è trascurabile la percentuale di aziende che subiscono 2-5 attacchi/anno (34,44% ± 15,03%). I danni causati dall’orso si sono verificati in 32 Comuni sui 44 totali nei quali l’Ente Parco è responsabile per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica.; in particolare in 19 Comuni (46,34%) gli episodi di predazione si sono verificati in ognuno degli anni esaminati.

I Comuni di Picinisco, Campoli Appennino, Scanno e Ortona dei Marsi sono le aree maggiormente colpite e da sole assorbono il 36,37% (€ = 77827,00) degli indennizzi erogati dall’Ente Parco nel triennio 2008-2010. La media annuale degli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi causati dall’orso varia da un minimo di € 80,00 ± 138,56 nel comune di Cocullo, a un massimo di € 8202,37 ± 2904,52 nel comune di Picinisco. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza dei danni su base comunale secondo una scala crescente: classe 1 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile) (tabella 18). E’ interessante E’ interessante notare come i Comuni che rientrano nell’ultima categoria siano solamente 8, ma bisogna considerare, come specificato nel caso dei danni causati dai canidi, che l’inclusione del Comune di San Vincenzo Valle Roveto in questa categoria è dovuta al fatto che la porzione di territorio Comunale che rientra nella ZPE è minima e quindi l’indice assume un valore molto elevato. Nel caso dei danni causati dall’orso il confronto con quanto effettuato nel triennio 2005-2007 è reso più complicato per il fatto che in questo studio abbiamo quantificato anche i danni causati alle arnie. In linea generale possiamo affermare che ci sia un generale aumento dei danni causati dall’orso rispetto al periodo 2005-2007, e anche a livello di distribuzione spaziale si possono osservare alcune differenze con un ampliamento del numero complessivo di Comuni nei quali sono stati registrati eventi di predazione Liquidazione dei danni Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 125,29 ± 47,99 giorni per il 2008 (n =799 denunce), di 88,54 ± 31,07 (n = 462), e di 71,59 ± 37,72 giorni (n =581 denunce) per il 2010. Come si può notare i tempi d’attesa per la liquidazione del danno sono estremamente rapidi con una decisa tendenza a diminuire nel corso degli anni, sottolineando una notevole capacità di gestire velocemente le istruttorie delle richieste d’indennizzo.

COMUNE 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq INDICE CLASSE

Alfedena 2223,00 5704,60 1529,40 3152,33 2237,37 39,79 79,22 1,44 3

Alvito 2210,00 308,00 1111,00 1209,67 954,83 14,43 83,84 1,52 3

Balsorano 260,00 195,00 0,00 151,67 135,31 18,18 8,34 0,15 1

Barrea 3180,00 1847,20 7101,30 4042,83 2731,25 86,76 46,60 0,85 2

Bisegna 1040,00 326,80 2259,40 1208,73 977,29 46,43 26,03 0,47 1

Campoli Appennino 10474,00 330,00 6207,40 5670,47 5093,27 18,10 313,35 5,69 4

Castel San Vincenzo 3325,00 236,00 1485,00 1682,00 1553,89 21,67 77,63 1,41 3

Civita d'Antino 0,00 0,00 275,00 91,67 158,77 3,39 27,04 0,49 1

Civitella Alfedena 1446,00 1726,40 5182,40 2784,93 2081,00 29,38 94,79 1,72 4

Cocullo 0,00 0,00 240,00 80,00 138,56 12,60 6,35 0,12 1

Collelongo 0,00 3756,00 195,00 1317,00 2114,49 49,00 26,88 0,49 1

Gioia dei Marsi 2064,00 3080,00 3000,00 2714,67 564,91 44,23 61,38 1,12 2

Lecce dei Marsi 3772,00 4427,50 4625,00 4274,83 446,52 60,94 70,15 1,27 3

Montenero Val Cocchiara

2100,00 0,00 3585,00 1895,00 1801,27 21,27 89,09 1,62 3

Opi 3400,00 2616,00 2115,00 2710,33 647,67 49,72 54,51 0,99 2

Ortona dei Marsi 0,00 7894,00 8489,00 5461,00 4738,71 41,02 133,13 2,42 4

Ortucchio 0,00 195,00 3650,00 1281,67 2053,35 15,55 82,42 1,50 3

Pescasseroli 510,00 0,00 0,00 170,00 294,45 90,83 1,87 0,03 1

Pescosolido 7400,00 1078,00 1556,00 3344,67 3520,14 34,90 95,84 1,74 4

Picinisco 8454,50 5180,00 10972,60 8202,37 2904,52 55,10 148,86 2,70 4

Pizzone 2022,00 220,00 1050,00 1097,33 901,93 33,35 32,90 0,60 2

Rocchetta a Volturno 1223,00 0,00 255,00 492,67 645,21 22,78 21,63 0,39 1

San Biagio Saracinisco 2207,20 1768,00 3795,00 2590,07 1066,36 18,65 138,85 2,52 4

San Donato Val di Comino

3004,20 0,00 900,00 1301,40 1541,80 20,62 63,11 1,15 2

San Vincenzo Valle Roveto

1690,29 0,00 0,00 563,43 975,89 0,92 613,81 11,15 4

Scanno 427,50 5547,00 13851,00 6608,50 6774,41 132,82 49,76 0,90 2

Scontrone 451,50 1639,20 841,20 977,30 605,43 20,41 47,88 0,87 2

Settefrati 3201,20 1397,00 2375,00 2324,40 903,16 41,40 56,14 1,02 2

Trasacco 0,00 0,00 1750,00 583,33 1010,36 15,38 37,93 0,69 2

Vallerotonda 550,00 1090,00 2147,40 1262,47 812,55 13,67 92,35 1,68 4

Villalago 0,00 312,96 715,80 342,92 358,84 27,45 12,49 0,23 1

Villetta Barrea 1982,00 960,30 2292,40 1744,90 696,98 20,44 85,37 1,55 3

Anversa degli Abruzzi 0 0 0 0 0 13,25 0 0 1

COMUNE 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq INDICE CLASSECastel di Sangro 0 0 0 0 0 20,18 0 0 1

Colli a Volturno 0 0 0 0 0 10,81 0 0 1

Luco dei Marsi 0 0 0 0 0 5,37 0 0 1

Montaquila 0 0 0 0 0 0,51 0 0 1

Pescina 0 0 0 0 0 0,97 0 0 1

Rivisondoli 0 0 0 0 0 0,32 0 0 1

Rocca Pia 0 0 0 0 0 0,45 0 0 1

Roccaraso 0 0 0 0 0 12,42 0 0 1

Filignano 0 0 0 0 0 18,14 0 0 1

Scapoli 0 0 0 0 0 18,86 0 0 1

Villavallelonga 0 0 0 0 0 73,48 0 0 1

Tabella 18. Costi di indennizzo dei danni causati dall’orso calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune al totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini L’analisi dei danni al bestiame domestico verificatisi all’interno dell’area protetta è stata effettuata sulla base delle informazioni inviateci dall’Ente Parco contenute in un file excel. L’analisi si è limitata ai danni che sono stati dichiarati indennizzabili e per i quali era riportato l’importo da liquidare e il predatore responsabile del danno. Per questo motivo complessivamente abbiamo scartato 13 record per i quali non era indicato il relativo indennizzo, 11 per i quali non era espresso il parere dell’Ente gestore, 14 relativi al solo ferimento di animali, 6 casi in cui non è stata determinata la causa del decesso degli animali, sebbene 5 siano stati liquidati, e 1 caso in cui si escludeva la predazione da parte dei canidi. Complessivamente nel periodo 2005-2010 sono state analizzate 1071 denunce di danni al bestiame domestico che corrispondono a un totale di € 528116,50, in 1 solo caso l’orso è stato dichiarato il predatore responsabile del danno. Questo episodio è avvenuto nel maggio del 2005 nel comune di Filettino e ha comportato l’uccisione di 4 ovini adulti, per i quali è stato corrisposto un indennizzo pari a € 416,00 Danni causati da canidi Nel periodo 2005-2010 il numero medio di attacchi da canidi è stato di 178,33 ± 47,04 all’anno per una spesa media pari a € 87950,08 ± 26285,71. Il numero e il costo dei danni al bestiame domestico tende progressivamente ad aumentare fino al 2009, mentre nel 2010 si assiste ad una diminuzione con un ritorno sui livelli riscontrati nel 2005. La specie che risulta più colpita è quella dei bovini con una media di 76 ± 25,39 attacchi all’anno (42,41± 7,38%) seguita dagli equini con una media di 52,67 ± 12,74 (30,04% ± 5,85%), e dagli ovini 33,83 ± 9,75 (18,92% ± 2,45%). E’ interessante sottolineare come nel corso del 2010 si assiste ad un inversione della tendenza generale con gli attacchi nei confronti degli equini che risultano prevalenti rispetto a quelli che coinvolgono i bovini. Infine gli attacchi nei confronti dei caprini e di altre specie (asino e galline) risultano trascurabili, mentre gli episodi di predazione che coinvolgono più di una specie si sono verificati con una media annuale di 11,33 ± 4,63 (6,14% ± 1,21%); in questa categoria risultano prevalenti gli attacchi nei confronti di ovicaprini che rappresentano il 54,41% (n = 37) del totale degli attacchi verificatisi nel periodo 2005-2010 (tabella 19). Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano la specie più colpita con una media 146 ± 42,40 animali uccisi ogni anno, seguiti dai bovini 95± 33,91, dagli equini 58,33 ± 14,42, e dai caprini 18,50 ± 11,62 (tabella 20). Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi sui bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 46317,25 ± 17108,24 (51,91% ± 6,27%), superiore a quella degli equini che è di € 22223,83 ± 5101,13 (26,16% ± 5,92%), e degli ovini che invece è di € 11637,83 ± 3103,99 (13,52% ± 2,08%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano trascurabili essendo in media di € 768,00 ± 740,58 (0,83% ± 0,73%), così come quelli per altre specie che ammontano a € 155,83 ± 312,00 (0,22% ± 0,44%). Infine gli attacchi che coinvolgono più di una specie hanno un costo medio annuale di € 6847,33 ± 3486,44 (7,37% ± 2,10%), sfortunatamente non è stato possibile suddividere i costi per le singole specie colpite, perché le informazioni raccolte hanno riguardato esclusivamente l’indennizzo totale erogato per attacco (tabella 21).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 69 32 26 3 6 1

2006 51 42 19 1 6 0

2007 88 60 35 9 15 0

2008 93 57 43 6 16 0

2009 110 64 44 2 15 0

2010 45 61 36 3 10 2

Tabella 19. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi nel Parco Regionale dei Monti Simbruini (n = 1070 eventi di predazione).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini

2005 81 36 107 11

2006 57 45 92 7

2007 106 65 153 37

2008 123 63 201 27

2009 141 70 184 10

2010 62 71 140 19

Tabella 20. Numero di capi predati da parte da parte dei canidi nel Parco Regionale dei Monti Simbruini (n = 1070 eventi di predazione).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 40853,50 14913,00 10346,00 724,00 3716,00 780,00

2006 26650,00 17000,00 7471,00 104,00 2558,00 0,00

2007 50500,00 22700,00 11872,00 2012,00 9584,00 0,00

2008 60650,00 26730,00 17014,00 1248,00 8902,00 0,00

2009 69650,00 26400,00 11856,00 208,00 11112,00 0,00

2010 29600,00 25600,00 11268,00 312,00 5212,00 155,00

Tabella 21. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi nel Parco Regionale dei Monti Simbruini (n = 1070 eventi di predazione).

Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dall’Ente Parco nel periodo 2005-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 527700,50 e risulta distribuito su un totale di 168 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 75,00-54806,00. E’ interessante sottolineare come il 50,60% (n =85) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 75,00-1000,00 il 33,33% (n = 56) tra € 1000,01-5000,00, il 12,50% (n = 21) tra € 5000,01-15000,00, e il rimanente 3,57% (n = 6) un danno > € 15000,01. In particolare 3 aziende (1,79%) hanno assorbito il 22,13% (€ = 116793,00) del totale degli indennizzi riconosciuti dall’Ente Parco. Il numero medio di aziende bovine colpite ogni anno è 34,67 ± 9,09, di poco superiore quello di aziende equineè pari a 31,33 ± 7,34, mentre quello di aziende ovine è di 10,50 ± 2,17. Passando ad analizzare la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come in media il 47,36% ± 5,93% delle aziende di bovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 37,13% ± 6,98% 2-3 attacchi/anno, mentre il rimanente 15,51% ± 4,78% = 4 attacchi/anno. Una distribuzione differente si risconta per gli allevamenti equini dove le aziende che hanno subito 1 attacco/anno rappresentano in media il 65,22% ± 5,52%, quelle che hanno sofferto 2-3 attacchi/anno il 26,51% ± 8,77%, e infine quelle con = 4 attacchi/anno sono l’8,27% ± 4,30%. Per quanto riguarda gli allevamenti ovini è importante sottolineare come sia decisamente più elevata la percentuale di aziende che subisce = 4attacchi/anno che è di 31,37% ± 4,46% mentre la percentuale media delle aziende che subiscono 2-3 attacchi/anno è del 27,10% ± 10,61%, e infine quella delle aziende che subiscono 1attacco/anno è pari al 41,52% ± 10,61% . I danni causati dai canidi si sono verificati in tutti e 7 i Comuni del Parco; i Comuni di Trevi nel Lazio e Filettino sono le aree maggiormente colpite e da sole assorbono rispettivamente il 37,79% (€ = 199444,00) , e il 33,32% (€ = 175809,00) degli indennizzi riconosciuti dall’Ente Parco nel periodo 2005-2010. La media annuale degli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi causati dai canidi varia da un minimo di € 2716,67 ± 1172,04 nel comune di Cervara di Roma, a un massimo di € 33240,67 ± 9638,43 nel comune di Trevi nel Lazio. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza dei danni su base comunale secondo una scala crescente: classe 1 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). I Comuni che presentano le maggiori criticità sono Trevi nel Lazio e Filettino (tabella 22).

Tabella 22. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi all’interno del Parco Regionale dei Monti Simbruini calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Comune 2005 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq INDICE CLASSE

Camerata Nuova 8858,5 4740 6744 9604 8392 3392 6955,08 2463,79 40,40 172,16 0,58 2

Cervara di Roma 2000 1900 3900 1800 4500 2200 2716,67 1172,04 24,82 109,48 0,37 1

Filettino 16830 15461 29674 43132 41768 28944 29301,50 11781,86 77,86 376,34 1,28 4

Jenne 6120 3900 6904 4100 8016 7312 6058,67 1709,77 26,47 228,89 0,78 3

Subiaco 4050 4900 6400 4230 6800 6028 5401,33 1165,83 37,73 143,17 0,49 2

Trevi nel Lazio 30373 20732 38730 43178 42460 23971 33240,67 9638,43 38,10 872,48 2,96 4

Vallepietra 3101 2150 4316 8500 7290 300 4276,17 3118,88 52,81 80,98 0,27 1

Liquidazione dei danni Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 276 ± 152,82 giorni per il 2005 (n =125 denunce), di 252,65 ± 137,71 per il 2006 (n = 118 denunce), di 239,65 ± 75,71 giorni per il 2007 (n =169 denunce), di 170 ± 126,56 per il 2008 (n = 209 denunce), di 228,15 ± 31,26 (n =66) per il 2009, e infine 545 ± 33,88 giorni per il 2010 (n = 55 denunce). Come si può notare il tempo d’attesa per la liquidazione del danno tende progressivamente a diminuire fino al 2008, per poi riprendere a crescere nel 2009 fino a raggiungere un massimo nel 2010. Bisogna precisare che i calcoli sopra esposti sono stati effettuati sulla base delle informazioni contenute nel file inviatoci dal Parco; in particolare nel 2005 per l’8,75% (n = 12) delle denunce ritenute indennizzabili non è indicata la data di liquidazione o in 1 caso non è specificata la data dell’evento di predazione, nel 2006 manca la data di liquidazione in un solo caso, nel 2007 in 38 casi (18,35% delle denunce), e nel 2008 in 9 casi mancano o sono state registrate delle incongruenze nelle date riportate. La situazione relativa agli ultimi 2 anni è differente in quanto le date di liquidazione sono riportate solo nel 28,09% (n = 66) delle denunce indennizzabili, mentre nel 2010 nel 35,03% (n = 55) dei casi. In particolare per i danni avvenuti nel 2009 e nel 2010 per i quali non è riportata la data della termina di liquidazione, il Parco ci ha comunicato che queste denunce non sono state ancora liquidate, mentre per gli anni precedenti si tratterebbe di un problema di mancata archiviazione dei dati, ma non possiamo escludere che sia in parte anche legato a problemi di compatibilità del file con i programmi usati per l’elaborazione dei dati. L’elevata variabilità riscontrata nei tempi medi d’attesa per la liquidazione dei danni avvenuti tra il 2005 e il 2008 è da mettere in relazione alla tempistica delle determine di pagamento che sono estremamente distanti nel tempo. Ad esempio i danni del 2005 risultano saldati con differenti determine che vanno dal 9/5/2005 al 26/10/2007, i danni del 2006 con determine che vanno dal 23/11/2006 al 19/6/2008, i danni del 2007 con 2 determine rispettivamente del 26/10/2007, e del 19/6/2008, e infine i danni del 2008 sono stati liquidati a partire dal 19/10/2008 fino al 26/5/2011. Al contrario i danni del 2009 e del 2010 sono stati liquidati attraverso un’unica determina rispettivamente del 9-13/10/2009, e del 30/8/2011, per questo motivo si riscontra una minore variabilità intorno al valore medio del tempo d’attesa.

Parco Nazionale del Gran sasso e dei Monti della Laga L’analisi dei danni al bestiame domestico verificatisi all’interno del territorio del Parco è avvenuta attraverso la consultazione di un file excel messoci a disposizione dall’Ente Parco. L’Ente gestisce l’archiviazione dei dati sui danni e sulle relative pratiche di liquidazione degli indennizzi attraverso un database in Access, da cui è stato “estratto” il file utilizzato nella presente analisi. Nel presente studio sono stati analizzati si danni avvenuti nel 2005, 2006, 2007 e 2010, per quanto riguarda il 2008 e il 2009 non è stato possibile procedere all’analisi perché in quegli anni l’archiviazione dei dati non è stata completata per tutti i campi d’interesse. Bisogna anche specificare che sulla base del file inviato dall’Ente Parco non è possibile effettuare il calcolo del numero di attacchi al bestiame domestico, perché le informazioni relative a un evento predatorio che coinvolgeva due specie differenti ma anche due animali della stessa con una differente valutazione di mercato venivano registrate come record differenti. A questo proposito avremmo dovuto effettuare un controllo sulla data d’accertamento il comune e la località del danno per ottenere l’informazione di sintesi; tuttavia per evitare possibili fonti di errore nella rielaborazione del dato abbiamo preferito limitare l’analisi alle informazioni disponibili. I Comuni del PNGSL che ricadono nell’area di studio sono 38 per una superficie complessiva di 1412,51 Km2. Gli unici comuni del Parco che non risultano inclusi nell’area di studio sono: Carapelle Calvisio in provincia de l’Aquila, Montorio al Vomano in provincia di Teramo, Brittoli, Castiglione a Casauria, Corvara e Montebello di Bertona in provincia di Pescara In ogni caso nel periodo analizzato è stato registrato 1 solo danno al bestiame domestico nel 2007 nel comune di Montorio al Vomano Nei 4 anni presi in considerazione all’interno dell’area protetta non sono stati registrati danni causati dall’orso. Danni causati dai canidi Il costo medio annuo per fare fronte agli attacchi causati dai canidi è di € 125242,86 ± 16973,29, con una tendenza generale ad aumentare negli anni presi in considerazione. Il numero medio di ovini predati ogni anno è di 463,25 ± 68,58, quello dei bovini è di 64,50 ± 12,40, quello degli equini è 27,25 ± 13,50, e infine quello dei caprini è 14,25 ± 6,70. Bisogna precisare che in questo calcolo non abbiamo potuto conteggiare 10 capi classificati sotto la categoria ovicaprini perché non è stato registrato il numero di capi appartenenti alle 2 specie. Nel periodo analizzato è stata anche registrata la perdita di 2 conigli e 16 polli (tabella 23). Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti degli ovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 63540,91 ± 8615,46 (51,66% ± 10,80%), superiore a quella dei bovini che è di € 43728,08 ± 20783,66 (33,87% ± 11,26%), e degli equini che invece è di € 16072,50 ± 1897,48 (12,95% ± 1,95%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano trascurabili essendo in media di € 1484,88 ± 576,90 (0,83% ± 0,73%), così come quelli per altre specie che ammontano a € 44,00 ± 78,9400 (0,03% ± 0,06%). Infine gli attacchi nei confronti di ovicaprini hanno un costo annuo di 372,50 ± 584,66 (0,27% ± 0,39%) (tabella 24). La variazione più significativa è

quella relativa al contributo dei bovini che nel 2010 assorbono il 50,33% degli indennizzi erogati dall’Ente Parco, superando pure la spesa sostenuta per liquidare i capi ovini.

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini Altro

2005 63 46 456 24 2 2

2006 60 28 501 9 0 0

2007 53 19 526 13 0 16

2010 82 16 370 11 8 0

Tabella 23. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi nel Parco Nazionale del Gran sasso e dei Monti della Laga. (Non è possibile risalire al numero di eventi di predazione).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini Altro

2005 34767,74 18047,50 59044,66 2320,00 260,00 14,00

2006 27214,56 13492,50 67780,20 1015,00 0,00 0,00

2007 38880,00 16200,00 73272,96 1384,53 0,00 162,00

2010 74050,00 16550,00 54065,80 1220,00 1230,00 0,00

Tabella 24. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi nel Parco Nazionale del Gran sasso e dei Monti della Laga. (Non è possibile risalire al numero di eventi di predazione).

Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dall’Ente Parco nel periodo analizzato per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 500971,45 e risulta distribuito su un totale di 251 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 14,00-52380,00. L’azienda che ha subito il danno economico più rilevante (€ 52380,00) da sola assorbe il 10,46% del totale degli indennizi erogati. Nei 4 anni analizzati i danni al bestiame domestico si sono verificati in 32 dei 38 Comuni del Parco inclusi nell’area di studio Il Comune che risulta più colpito è quello de L’Aquila, dove sono stati registrati danni per un valore di € 158088,82 corrispondenti al 31,56% del totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco, subito dopo viene il comune di Valle Castellana con una spesa complessiva pari a € 60996,44 (12,18% del totale). La media annuale degli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi causati dai canidi varia da un minimo di € 27,50 ± 55,00 nel comune di Villa Celiera, a un massimo di € 39522,21 ± 23464,21 nel comune de L’Aquila. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza economica dei danni su base comunale pesata rispetto alla superficie del comune: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). I

Comuni che presentano le maggiori criticità sono 8 principalmente localizzati nella provincia de L’Aquila (tabella 25). Sfortunatamente nei dati in nostro possesso non è indicata la data delle determine di liquidazione dei danni, per cui non è possibile calcolare il tempo medio necessario per la ricezione degli indennizzi.

COMUNE 2005 2006 2007 20010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Accumoli 0,00 1250,00 0,00 0,00 312,50 625,00 30,72 10,17 0,11 1

Acquasanta Terme 350,00 410,00 895,00 460,00 528,75 248,27 66,66 7,93 0,09 1

Amatrice 3440,00 1107,50 2142,00 8122,50 3703,00 3097,01 99,38 37,26 0,42 2

Arquata del Tronto

200,00 420,00 100,00 220,00 235,00 134,04 26,94 8,72 0,10 1

Arsita 525,00 0,00 1600,00 0,00 531,25 754,26 11,33 46,89 0,53 3

Barisciano 0,00 0,00 360,00 2630,00 747,50 1266,42 35,08 21,31 0,24 2

Calascio 21405,00 6915,00 12800,00 5990,00 11777,50 7091,62 39,31 299,61 3,38 4

Campli 0,00 1980,00 1500,00 650,00 1032,50 881,04 8,41 122,77 1,38 3

Campotosto 5740,00 3575,00 12272,00 9835,00 7855,50 3925,21 50,1 156,80 1,77 4

Capestrano 0,00 0,00 800,00 0,00 200,00 400,00 24,32 8,22 0,09 1

Capitignano 1340,00 0,00 0,00 200,00 385,00 643,61 24,35 15,81 0,18 1

Carpineto Nora

2572,50 360,00 1965,00 2715,00 1903,13 1078,93 12,59 151,16 1,70 4

Castel del Monte 4745,00 10612,50 3438,50 1295,00 5022,75 3988,67 57,83 86,85 0,98 3

Castelli 0,00 0,00 0,00 1980,00 495,00 990,00 22,68 21,83 0,25 2

Civitella del Tronto

3175,00 1410,00 1940,00 3220,00 2436,25 905,44 14,09 172,91 1,95 4

Cortino 910,00 2160,00 2480,00 2095,00 1911,25 688,38 47,39 40,33 0,45 2

Crognaleto 4829,00 1990,00 5331,40 1265,00 3353,85 2025,68 108,07 31,03 0,35 2

Fano Adriano

537,00 4400,00 0,00 0,00 1234,25 2125,63 33,08 37,31 0,42 2

Farindola 215,00 0,00 1550,00 545,00 577,50 685,98 28,3 20,41 0,23 2

Isola del Gran Sasso 2390,00 1000,00 0,00 0,00 847,50 1131,23 63,98 13,25 0,15 1

L'Aquila 17287,50 33983,82 34160,00 72657,50 39522,21 23464,5

6 202,49 195,18 2,20 4

Montereale 6899,00 6695,00 2000,00 2000,00 4398,50 2770,80 8,77 501,54 5,66 4

Ofena 1205,00 2535,00 4337,50 3910,00 2996,88 1420,71 21,64 138,49 1,56 3

Pietracamela 2647,00 120,00 185,00 285,00 809,25 1227,04 44,35 18,25 0,21 1

Pizzoli 2237,24 2247,50 1117,56 775,00 1594,33 761,27 28,19 56,56 0,64 3

Rocca S. Maria

3705,00 4209,46 5264,53 1745,00 3731,00 1474,85 57,43 64,97 0,73 3

S.Stefano di Sessanio 9525,00 1590,00 0,00 2227,50 3335,63 4231,23 33,57 99,36 1,12 3

Torricella Sicura 1746,02 5346,48 2643,00 6355,00 4022,63 2181,66 6,28 640,55 7,22 4

Tossicia 0,00 145,00 290,00 0,00 108,75 138,83 4,61 23,59 0,27 2

COMUNE 2005 2006 2007 20010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSEValle Castellana

13651,14 15040,00 25272,00 7033,30 15249,11 7540,01 122,5 124,48 1,40 3

Villa Celiera 0,00 0,00 0,00 110,00 27,50 55,00 8,62 3,19 0,04 1

Villa S. Lucia degli Abruzzi

3177,50 0,00 5456,00 8795,00 4357,13 3709,37 26,55 164,11 1,85 4

Barete 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 4,27 0,00 0,00 1

Bussi sul Tirino

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 9,69 0,00 0,00 1

Cagnano Amiterno 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 4,22 0,00 0,00 1

Castelvecchio Calvisio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 11,46 0,00 0,00 1

Civitella Casanova

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5,68 0,00 0,00 1

Pescosansonesco

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 7,58 0,00 0,00 1

Tabella 25. Costi di indennizzo dei danni causati da canidi calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune al totale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Provincia di Isernia La raccolta di informazioni in provincia di Isernia è avvenuta attraverso la consultazione diretta delle denunce presentate dagli allevatori e dei conseguenti verbali d’accertamento. La Regione Molise non dispone di un archivio informatico dei danni al bestiame domestico, per questo motivo si è proceduto alla consultazione del materiale cartaceo e alla creazione di un apposito file excel per la registrazione dei dati. I Comuni della Provincia di Isernia che ricadono nell’area di studio sono 15, di cui il 53,33% (n = 8) sono parzialmente inclusi nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise o nella zona di Protezione Esterna. In questi comuni, secondo la normativa vigente, la Regione Molise è competente per i danni causati dai cani vaganti/randagi, mentre per quelli causati dal lupo e dall’orso la competenza è dell’Ente Parco, a meno che non avvengano al di fuori dei confini dell’area protetta ZPE inclusa. Tuttavia durante la raccolta di informazioni abbiamo registrato che la Regione Molise ha pagato indennizzi per danni attribuiti al lupo anche nel Territorio di Pizzone o Scapoli il cui territorio risulta completamente incluso all’interno del PNALM/ZPE, così come sono stati liquidati dalla Regione Molise danni attribuiti al lupo nei comuni di Castel S.Vincenzo, Montenero Val Cocchiara, e Rocchetta al Volturno, in cui la percentuale di territorio che rientra nella competenza dell’Ente Parco è rispettivamente del 99%, 97% e 98%. Questa situazione è sicuramente la spia dell’assenza di una corretta applicazione delle normative che disciplinano la materia. Alla luce di queste considerazioni per effettuare il calcolo del costo della politica di indennizzo in rapporto alla superficie comunale, per i Comuni sopra citati abbiamo considerato l’intera superficie senza sottrarre la porzione di territorio di competenza del PNALM. L’analisi dei dati non ha tenuto conto del comune di Montaquila che ricade solo marginalmente nell’area di studio, con quella parte del territorio inclusa nella ZPE. Complessivamente la superficie dei 14 Comuni presi in considerazione è di 375,76 Km2, ma la competenza per i danni causati dal lupo e dall’orso sarebbe estesa solamente a 184,15 Km2. Per quanto concerne l’importo erogato dalla Regione per la liquidazione dei danni il calcolo è stato effettuato prendendo in considerazione solamente la valutazione dei capi colpiti, tuttavia occorre precisare che la Legge Regionale prevede che l’allevatore alla domanda di presentazione della denuncia debba effettuare un versamento al Servizio Veterinario Locale per l’accertamento del danno che poi al momento della liquidazione viene rimborsato dalla Regione. L’importo di tale versamento è variato da € 10,40 nel 2005 a 16,10 nel 2010. Considerando le difficoltà oggettive, precedentemente elencate, l’analisi dei dati è stata realizzata senza effettuare una distinzione relativamente al predatore responsabile dell’attacco indicato nei verbali d’accertamento dei danni. Ad ogni modo è giusto precisare che su 464 denunce il lupo è stato indicato come responsabile dell’attacco nell’80,17% (n =372) dei casi, il cane nel 7,97% (n =37), e nel rimanente 11,85% (n = 55) abbiamo classificato come “canidi” i casi in cui nel verbale d’accertamento era lasciato un margine di incertezza tra lupo e cane. A questo proposito bisogna specificare che nei verbali d’accertamento non esistono categorie esclusive per questo motivo abbiamo dovuto raggruppare sotto la categoria “canidi” definizioni diverse. Nel periodo preso in esame non sono stati registrati danni attribuiti all’orso, in un solo caso, nel verbale d’accertamento, è stato specificato che erano stati rilevati segni di presenza di quest’animale su una carcassa di un ovino morto in seguito ad attacco da parte dei lupi.

Danni causati da canidi Nel periodo 2005-2010 il numero medio di attacchi da canidi è stato di 77,33 ± 22,87 all’anno per una spesa media pari a € 35514,93 ± 9824,49. Se il numero di attacchi tende generalmente a diminuire, con l’eccezione del 2006, la spesa per gli indennizzi nel 2010 è più alta di quella registrata nel 2005 sebbene il numero degli attacchi sia decisamente più basso. Questo risultato è da mettere in relazione a un differente valore di mercato dei capi bovini predati nell’ultimo anno, e al fatto che nel 2010 è stato registrato 1 attacco nel comune di Capracotta che ha determinato la perdita di 54 capi ovini e un relativo indennizzo di € 5020,00 che rappresenta l’86,25% della spesa sostenuta nel 2005 per fare fronte a tutti gli attacchi a carico degli ovini avvenuti in quell’anno.

La specie che risulta più colpita è quella dei bovini con una media di 36,67 ± 13,65 attacchi all’anno (47,86% ± 10,26%) seguita dagli equini con una media di 18,83 ± 9,04 (23,31% ± 8%), e dagli ovini 17,50 ± 4,28 (23,44% ± 5,36%). Gli attacchi nei confronti dei caprini sono estremamente bassi con una media annuale di 2,50 ± 2,26 pari al 3,06% ± 2,82%. Infine abbiamo raggruppato in un’unica categoria gli attacchi che coinvolgono più di una specie (ovini e caprini, bovini e equini, bovini e ovini, e bovini e caprini) che a loro volta presentano una media annuale di 1,67 ± 1,37 attacchi/anno (2,09% ± 1,28%). Nel periodo 2005-2010 l’unico attacco che ha interessato altre specie si è verificato nel 2008 e ha determinato la perdita di 50 conigli (tabella 26).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 29 22 25 6 0 0

2006 64 27 18 3 4 0

2007 36 29 16 1 2 0

2008 30 17 18 4 1 1

2009 29 13 16 1 2 0

2010 32 5 12 0 1 0

Tabella 26. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi in provincia di Isernia (n = 464 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati, gli ovini risultano la specie più colpita con una media 71,33 ± 21,47 animali uccisi ogni anno, seguiti dai bovini 44,17± 15,33, dagli equini 20,67 ± 8,98, e dai caprini 9,17 ± 7,73 (tabella 27)

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti dei bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 19663,41 ± 6529,22 (55,07% ± 6,26%), superiore a quella degli equini che è di € 7760,48 ± 3346,30 (21,72% ± 7,52%), e degli ovini che invece è di € 6774,97 ± 1948,78 (19,50% ± 5,66%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano trascurabili essendo in media di € 478,07 ± 498,50 (1,44% ± 1,67%), mentre quelli che coinvolgono più di una specie sono

superiori raggiungendo una media annuale di € 806,76 ± 663,62 (2,16% ± 1,53%) (tabella 28).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini

2005 34 25 61 14

2006 74 29 87 9

2007 42 31 76 2

2008 37 17 56 21

2009 33 13 45 9

2010 45 9 103 0

Tabella 27. Numero di capi predati da parte da parte dei canidi in provincia di Isernia (n = 464 eventi di predazione).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Misto Altro

2005 13789,47 9089,61 5820,34 1056,14 0,00 13789,47

2006 32485,32 11562,00 7942,89 542,27 1900,56 32485,32

2007 18605,65 11011,27 7556,56 90,00 600,00 18605,65

2008 16750,00 6700,00 5190,00 1090,00 610,00 16750,00

2009 17850,00 4900,00 4480,00 90,00 1230,00 17850,00

2010 18500,00 3300,00 9660,00 0,00 500,00 18500,00

Tabella 28. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi in provincia di Isernia (n = 464 eventi di predazione).

Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dalla Regione Molise nel periodo 2005-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi nei comuni della Provincia di Isernia inclusi nell’area di studio ammonta a € 213089,58 e risulta distribuito su un totale di 108 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 90,00-19668,50. E’ interessante sottolineare come il 74,07% (n =65) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 90,00-1000,00 il 27,78% (n = 30) tra € 1000,01-5000,00, il 9,26% (n = 10) tra € 5000,01-10000,00, e il rimanente 2,78% (n = 3) un danno > € 10000,00. In particolare queste 3 aziende hanno assorbito da sole il 21,16% (€ = 45096,10) del totale degli indennizzi riconosciuti dalla Regione.

Il numero medio di aziende bovine colpite ogni anno è 20,50 ± 4,09, quello di aziende equine è pari a 10,50 ± 4,04 mentre quello di aziende ovine è di 9,83 ± 2,64. Passando ad analizzare la ricorrenza degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come in media il 59,95% ± 15,04% delle aziende di bovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 30,40% ± 9,37% 2-3 attacchi/anno, mentre il rimanente 9,65% ± 6,46% = 4 attacchi/anno. Una distribuzione simile si risconta per gli allevamenti equini dove le aziende che hanno subito 1 attacco/anno rappresentano in media il 55,11% ± 16,96%, quelle che hanno sofferto 2-3 attacchi/anno il 34,92% ± 18,32%, e infine quelle con = 4 attacchi/anno sono il 9,98% ± 9,85%. La stessa tendenza generale interessa gli allevamenti ovini dove la percentuale media delle aziende che subiscono 1 attacco/anno è pari al 58,79% ± 19,42%, quelle che hanno sofferto 2-3 attacchi/anno il 34,97% ± 14,41%, e infine quelle con = 4 attacchi/anno sono il 6,24% ± 7,98%. Comunque è importante sottolineare che esiste una grande variabilità negli anni presi in considerazione come dimostrano gli elevati valori della deviazione standard per le diverse classi prese in considerazione per ognuna delle 3 specie di bestiame domestico. La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata su base comunale. Il Comune di Montenero Val Cocchiara risulta l’area maggiormente colpita e da sola assorbe il 30,83% (n = € 65693,81) degli indennizzi liquidati in a Provincia di Isernia nel periodo 2005-2010. E’ interessante notare come i comuni di Pizzone (€ = 30540,40 liquidati tra il 2005 e il 2010) e Scapoli (€ = 22534,36 liquidati tra il 2005 e il 2010) che per gli indennizzi dei danni causati dal lupo e dall’orso rientrano completamente nella sfera di competenza del PNALM, contribuiscono in maniera significativa alle spese sostenute dalla Regione Molise, ma nei verbali di accertamento redatti dal servizio veterinario i cani randagi sono indicati solo in 5 casi come predatori responsabili del danno, e stando alle disposizioni vigenti dovrebbero essere i soli liquidati dalla Provincia. Il discorso coinvolge anche altri comuni che hanno una percentuale del territorio comunale che rientra nella ZPE, come lo stesso Montenero Val Cocchiara, dove si dovrebbe assumere che i danni siano avvenuti solamente nel 3% di territorio per il quale la Regione è competente in materia di danni causati da lupo e orso. Solamente in 9 (64,29%) Comuni sui 14 presi in considerazione si sono verificati attacchi da canidi al bestiame domestico in ognuno degli anni presi in esame, a testimonianza di una grande variabilità che caratterizza il fenomeno a livello provinciale, rispetto alla quale è difficile fornire delle spiegazioni sulla base delle informazioni in nostro possesso. In ogni caso la media annuale degli indennizzi erogati dalla Regione varia da un minimo di € 120,99 ± 177,39 nel comune di Castel del Giudice a un massimo di 10948,97 ± 2775,67 nel comune di Montenero Val Cocchiara. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte: conflitto assente/molto basso; conflitto basso; conflitto medio; conflitto elevato. E’ interessante notare come i Comuni che rientrano nell’ultima categoria sono: Montenero Val Cocchiara, Pizzone, Scapoli e Filignano., tutti Comuni che rientrano nella ZPE del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (tabella 29).

Liquidazione dei danni Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 205,90 ± 71,54 giorni per il 2005 (n =82 denunce), di 191,61 ± 91,09 per il 2006 (n = 116 denunce), di 564,49 ± 87,74 giorni per il 2007 (n =84 denunce), di 627,86 ± 52,11 per il 2008 (n = 71 denunce), di 490,26 ± 98,26 (n =61 denunce) per il 2009, e infine 294,12 ± 43,73 giorni per il 2010 (n = 50denunce). Come si può notare il tempo d’attesa per la liquidazione del danno risulta molto elevato per i danni avvenuti 2007, 2008 e 2009, per ritornare ad essere inferiore a 1 anno nel 2010. Per i danni avvenuti nel 2005 la Regione Molise ha provveduto alla liquidazione degli indennizzi con 5 differenti determine a partire dal 4/7/2005 al 9/6/2006; per i danni avvenuti nel 2006 le 7 determine di liquidazioni vanno dal 19/5/2006 al 4/8/2008; per i danni del 2007 le 7 determine di liquidazione vanno dal 4/8/2008 al 9/12/2009, per i danni avvenuti nel 2008 le 7 determine di liquidazione vanno dal 9/12/2009 al 28/5/2010; per il 2009 le 6 determine di liquidazione vanno dal 28/5/2010 al 28/5/2011; e infine per il 2010 sono solamente 3 le determine con cui viene autorizzata la liquidazione dei danni e sono state effettuate in un periodo di tempo compreso tra il 20/4/2011 e il 20/7/2011.

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Acquaviva d'Isernia 0,00 0,00 0,00 450,00 0,00 450 150,00 232,38 13,45 11,15 0,12 1

Capracotta 4162,57 8201,23 6218,23 2280,00 3320,00 7960,00 5357,01 2475,92 42,35 126,50 1,34 3

Castel del Giudice 185,92 0,00 450,00 0,00 90,00 0,00 120,99 177,39 14,74 8,21 0,09 1

Castel S.Vincenzo 206,58 0,00 0,00 450,00 0,00 500,00 192,76 233,34 21,89 8,81 0,09 1

Cerro al Volturno 929,60 3362,14 993,17 2457,50 2280,00 1250,00 1878,74 977,43 23,69 79,31 0,84 3

Colli a Volturno 0,00 0,00 350,00 610,00 0,00 310,00 211,67 253,73 25,14 8,42 0,09 1

Filignano 2365,37 4751,42 6900,93 4950,00 5180,00 1750,00 4316,29 1918,81 30,75 140,38 1,49 4

Forli del Sannio 0,00 0,00 450,00 1310,00 0,00 1240,00 500,00 625,49 32,56 15,36 0,16 2

Montenero Val Cocchiara 11116,75 13996,02 13621,04 11630,00 7530,00 7800,00 10948,97 2775,67 21,93 499,37 5,28 4

Pizzone 6411,83 7798,94 4229,63 3750,00 5300,00 3050,00 5090,07 1779,16 33,35 152,65 1,62 4

Rionero Sannitico 278,88 4834,04 180,00 630,00 1030,00 1630,00 1430,49 1750,15 29,08 49,18 0,52 3

Rocchetta al Volturno 0,00 3124,55 1326,32 250,00 800,00 500,00 1000,15 1137,78 23,24 43,03 0,46 2

S.Pietro Avellana 185,92 650,72 185,92 610,00 720,00 1020,00 562,09 324,89 44,74 12,56 0,13 2

Scapoli 3912,14 7713,98 2958,24 1150,00 2300,00 4500,00 3755,73 2271,17 18,86 199,18 2,11 4

Tabella 29. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi in Provincia di Isernia calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Parco Nazionale della Majella L’analisi dei danni al bestiame domestico verificatisi all’interno del territorio del Parco è avvenuta attraverso la consultazione di un file excel messoci a disposizione dall’Ente Parco. Sfortunatamente mancano i dati relativi al 2005 perché al momento non erano disponibili in formato digitale. I Comuni del Parco che rientrano nell’area di studio sono 34, rimangono quindi esclusi solamente i comuni di Civitella Messer Raimondo e Palombaro in provincia di Chieti, Corfinio in provincia de L’Aquila, e Bolognano e Manoppello in Provincia di Pescara. In questi comuni nel periodo analizzato è stato registrato 1 solo danno al bestiame domestico nel comune di Bolognano nel 2010 in cui è rimasto vittima un ovino e l’indennizzo erogato è stato di € 120,00. Complessivamente il territorio del Parco della Majella che rientra nell’area di studio ha una superficie di 720,92 Km2. All’interno del territorio del Parco nel quinquennio preso in considerazione sono stati registrati solamente 2 attacchi al bestiame domestico da parte dell’orso: 1 nel comune di Ateleta nel 2008, e 1 nel comune di Palena nel 2010. In entrambi i casi è stato ucciso un bovino adulto e il relativo indennizzo è stato di € 1440,00 per il danno verificatosi ad Ateleta, e € 1320,00 per quello di Palena. Nel proseguio della trattazione questi dati sono stati conteggiati nei calcoli sui danni attribuiti ai canidi. Considerando la frequenza degli eventi non riteniamo che questa inclusione alteri la portata dei risultati complessivi. Danni causati da canidi Nel periodo 2006-2010 il numero medio di attacchi da canidi è stato di 59,40 ± 18,72 all’anno per una spesa media pari a € 29194,74 ± 11074,59. Il numero e il costo dei danni al bestiame domestico tende progressivamente ad aumentare fino al 2009, mentre nel 2010 si assiste ad una diminuzione comunque sempre su livelli superiori a quelli riscontrati nel periodo 2006-2008. La specie che risulta nettamente più colpita è quella degli ovini con una media di 40,20 ± 17,89 attacchi all’anno (66,27% ± 10,63%) seguita dai bovini con una media di 8,80 ± 3,27 (14,80% ± 4,05%), e dai caprini 6,60 ± 3,13 (12,30% ± 6,01%). Gli attacchi nei confronti degli equini sono ancora più bassi con una media annuale di 2,80 ± 0,84 pari al 4,97% ± 1,65%. Infine gli attacchi che coinvolgono simultaneamente ovini e caprini sono decisamente trascurabili con una media annuale di appena 1 ± 1 (1,65% ± 1,62%) attacchi/anno. (tabella 30). Per quanto riguarda il numero di capi predati tra gli ovini è stata registrata una media 118,60 ± 61,67 animali uccisi ogni anno, seguiti dai caprini con una media di 18 ± 13,25, dai bovini 9,20 ± 3,63, e dagli equini con appena 3,60 ± 2,30. In questo calcolo non abbiamo conteggiato gli attacchi che hanno coinvolto simultaneamente ovini e caprini in quanto nel file a nostra disposizione non viene indicato il numero di capi colpiti per ciascuna delle due specie (tabella 31).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini

2006 4 2 22 5 0

2007 12 4 28 10 1

2008 7 2 38 8 2

2009 11 3 68 2 0

2010 10 3 45 8 2

Tabella 30. Eventi di predazione sul bestiame domesticio da parte dei canidi all’interno del Parco Nazionale della Majella (n = 297 eventi di predazione).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini

2006 4 1 115 12 0

2007 13 6 88 21 3

2008 7 2 77 17 8

2009 11 3 226 2 0

2010 11 6 87 38 4

Tabella 31. Numero di capi predati da parte da parte dei canidi all’interno del Parco Nazionale della Majella (n = 297 eventi di predazione).

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per fare fronte agli attacchi nei confronti degli ovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 16400,32 ± 10335,71 (55, 60% ± 21,13%), decisamente superiore a quella dei bovini che è di € 6872,81 ± 3371,39 (23,23% ± 11,69%), e degli equini che invece è di € 3102,07 ± 1947,33 (10,38% ± 5,57%) . Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano inferiori essendo in media di € 2445,33 ± 1642,90 (9,35% ± 5,27%), infine quelli che coinvolgono ovini e caprini simultaneamente raggiungono una media annuale di € 550± 374,20 (1,43% ± 1,70%) (tabella 32).

Il numero medio di aziende ovine colpite ogni anno è 19,80 ± 3,56, quello di aziende bovine è è 6,60 ± 1,82 mentre quello di aziende equine è di 2,20 ± 0,84. Infine Il numero medio di aziende che possiedono caprini colpite ogni anno è 5 ± 1,87. Passando ad analizzare la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come in media il 55,25% ± 22,46% delle aziende di ovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 29,48% ± 13,09% 2-3 attacchi/anno, mentre il rimanente 15,27% ± 9,84% = 4 attacchi/anno. E’ interessante notare come la proporzione di aziende che subisce più di 1 attacco/anno tende ad aumentare sensibilmente soprattutto nel 2009 e nel 2010. Per

quanto riguarda le aziende che allevano le altre specie di bestiame domestico si osserva una tendenza generale ad una crescente importanza della percentuale media delle aziende che subiscono 1 solo attacco/anno, tuttavia si registra una grande variabilità nei differenti anni analizzati e soprattutto i numeri estremamente bassi rendono poco significativa la lettura in termini percentuali.

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini

2006 934,25 648,36 14520,00 1530,00 0,00

2007 8251,80 2912,00 10190,96 3288,67 335,00

2008 7628,00 2750,00 9918,00 2448,00 986,00

2009 8280,00 3100,00 34572,64 330,00 0,00

2010 9270,00 6100,00 12800,00 4630,00 550,00

Tabella 32. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi all’interno del Parco Nazionale della Majella (n = 297 eventi di predazione).

Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dall’Ente Parco nel periodo 2006-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 145973,68 e risulta distribuito su un totale di 69 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 105,00-18480. E’ interessante sottolineare come il 55,07% (n =38) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 105-1000,00 il 33,33% (n = 23) tra € 1000,01-5000,00, l’8,70% (n = 6) tra € 5000,01-10000,00, e il rimanente 2,90% (n = 2) un danno > € 10000,01. In particolare queste 2 aziende hanno assorbito il 19,52% (€ = 28500) del totale degli indennizzi riconosciuti dall’Ente Parco. La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata su base comunale. I danni si sono verificati in 23 Comuni sui 34 che risultano inclusi nell’area di studio. I Comuni che risultano maggiormente colpiti sono S.Eufemia a Majella, Palena e Caramanico Terme che da soli assorbono il 48,85% (€ = 71307,25) degli indennizzi erogati dall’Ente Parco nel quinquennio 2006-2010. La media annuale degli indennizzi erogati dall’Ente Parco varia da un minimo di € 27,20 ± 60,82 nel comune di Rapino a un massimo di 5721,00± 7151,32 nel comune di S.Eufemia a Majella. Solamente in 8 Comuni sui 23 nei quali sono stati registrati danni al bestiame domestico, gli attacchi si sono verificati in ognuno degli anni presi in esame. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza economica dei danni su base comunale pesata rispetto alla superficie del comune: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). I Comuni che presentano le maggiori criticità sono 6, 3 in provincia de L’Aquila (Ateleta, Campo di Giove e Cansano), 2 in provincia di Pescara (Lettomanoppello e S.Eufemia a Majella) e Gamberale in provincia di Chieti (tabella 33).

COMUNE 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Abbateggio 100,00 595,00 140,00 270,00 640,00 349,00 253,54 9,51 36,70 0,91 3

Ateleta 350,00 1592,00 5320,00 2300,00 6100,00 3132,40 2469,80 28,15 111,28 2,75 4

Campo di Giove 2270,00 982,00 1834,00 520,00 4230,00 1967,20 1440,03 28,17 69,83 1,72 4

Cansano 1540,00 1580,00 3356,00 6893,00 2770,00 3227,80 2192,24 18,17 177,64 4,39 4

Caramanico Terme 480,00 2220,00 4468,00 4902,00 7180,00 3850,00 2578,34 84,64 45,49 1,12 3

Fara San Martino 298,36 0,00 116,00 340,00 0,00 150,87 161,45 40,45 3,73 0,09 1

Gamberale 2630,00 2018,00 0,00 800,00 0,00 1089,60 1193,01 8,14 133,86 3,31 4

Lettomanoppello 0,00 0,00 0,00 2020,00 800,00 564,00 884,58 8,11 69,54 1,72 4

Montenerodomo 0,00 0,00 0,00 0,00 800,00 160,00 357,77 7,70 20,78 0,51 2

Pacentro 210,00 1815,00 0,00 900,00 1480,00 881,00 783,89 62,27 14,15 0,35 1

Palena 2299,25 6436,00 3927,00 4370,00 6420,00 4690,45 1763,64 81,31 57,69 1,42 3

Pennapiedimonte 0,00 0,00 420,00 0,00 0,00 84,00 187,83 34,99 2,40 0,06 1

Pescocostanzo 1995,00 326,00 232,00 2510,00 1730,00 1358,60 1025,20 48,03 28,29 0,70 2

Pizzoferrato 160,00 800,00 125,00 140,00 0,00 245,00 316,50 14,52 16,87 0,42 2

Pratola Peligna 0,00 464,00 710,00 0,00 0,00 234,80 333,07 9,97 23,55 0,58 2

Rapino 0,00 0,00 136,00 0,00 0,00 27,20 60,82 7,90 3,44 0,09 1

Roccacasale 1610,00 697,96 0,00 0,00 0,00 461,59 709,56 10,83 42,62 1,05 3

Roccamorice 0,00 0,00 710,00 0,00 0,00 142,00 317,52 21,03 6,75 0,17 1

Roccaraso 0,00 542,80 0,00 0,00 0,00 108,56 242,75 5,83 18,62 0,46 2

S. Eufemia 3380,00 3509,00 2116,00 18400,00 1200,00 5721,00 7151,32 40,26 142,10 3,51 4

S. Valentino 0,00 0,00 0,00 1767,64 0,00 353,53 790,51 6,40 55,24 1,36 3

Serramonacesca 0,00 400,67 120,00 0,00 0,00 104,13 173,72 11,65 8,94 0,22 1

COMUNE 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Tocco da Casauria 310,00 1000,00 0,00 150,00 0,00 292,00 416,02 9,76 29,92 0,74 2

Guardiagrele 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5,58 0,00 0,00 1

Lama dei Peligni 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 17,88 0,00 0,00 1

Lettopalena 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 9,82 0,00 0,00 1

Pettorano sul Gizio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,07 0,00 0,00 1

Pretoro 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 16,34 0,00 0,00 1

Popoli 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 12,16 0,00 0,00 1

Rivisondoli 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 4,00 0,00 0,00 1

Rocca Pia 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 11,52 0,00 0,00 1

Salle 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 16,32 0,00 0,00 1

Sulmona 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 14,57 0,00 0,00 1

Taranta Peligna 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 14,87 0,00 0,00 1

Tabella 33. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi all’interno del Parco Nazionale della Majella calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Liquidazione dei danni Considerando l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determina con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 101,30 ± 32,15 giorni per il 2006 (n =33 denunce), di 92,33 ± 36,08 giorni per il 2007 (n =55 denunce), di 108,49 ± 43,76 per il 2008 (n = 57 denunce), di 99,32 ± 52,22 (n =84 denunce) per il 2009, e infine 95,90± 39,81 giorni per il 2010 (n = 68 denunce). Come si può notare i tempi d’attesa per la liquidazione del danno sono rapidi e rimangono costanti per tutto il periodo analizzato.

Parco Regionale Sirente Velino L’analisi dei danni al bestiame verificatisi all’interno dell’area protetta è avvenuta tramite consultazione del materiale cartaceo inviatoci dall’Ente Parco. Tale materiale palesemente estratto da un file excel è stato da noi archiviato in formato digitale per essere sottoposto all’analisi dei dati Nel materiale cartaceo fornito dall’Ente non sono indicate le aziende interessate dai danni, per alcune annualità mancano le date in cui sono avvenuti gli episodi di predazione, e l’età dei capi predati, infine non sempre è esplicitato il predatore responsabile del danno. Tuttavia trattandosi di danni indennizzati dall’Ente Parco in ottemperanza alla L.R. 10/2003 siamo sicuri che si riferiscano a danni attribuiti al lupo. L’unico dubbio è che laddove il predatore responsabile del danno non è specificato, in alcuni casi potrebbe trattarsi di danni causati dall’orso, comunque sulla base dei dati di presenza della specie, riteniamo che tale possibilità sia trascurabile, per questo motivo i record dove mancava l’indicazione dell’autore del danno sono stati classificati e archiviati come causati dal lupo. Un’altra informazione mancante è quella relativa alla data delle determine con cui si autorizzano i pagamenti degli indennizzi dei danni. Infine occorre precisare che durante l’archiviazione dei dati abbiamo classificato come unico evento di predazione i casi in cui c’era la stessa data dell’evento di predazione, lo stesso comune, e nella colonna degli indennizzi veniva effettuata una somma dei singoli capi predati, perché probabilmente erano riferiti ad una stessa azienda. Queste situazioni abbiamo ipotizzato che fossero archiviate separatamente perché i capi colpiti avevano una differente valutazione di mercato. I Comuni del Parco che rientrano nell’area di studio sono 20, rimangono esclusi solamente il comune di Cerchio e quello di San Demetrio Né Vestini dove per altro non sono stati registrati danni al bestiame domestico; la superficie dell’area protetta inclusa nell’area di studio è quindi di 584,29 Km2. Complessivamente nel periodo 2005-2010 sono state registrate 292 denunce di danni al bestiamo domestico, ma l’8,56% (n = 25) di queste non è stato dichiarato indennizzabile, principalmente per l’esiguità dei resti ritrovati che non hanno consentito di risalire alla causa di morte dell’animale, o perché non è stata presentata tutta la documentazione richiesta. L’analisi dei dati si riferisce unicamente alle 267 denunce per cui l’Ente Parco ha espresso parere favorevole per l’ indennizzo.

Nel periodo analizzato è stato registrato 1 solo attacco al bestiame domestico da parte dell’orso nel 2009 nel comune di Aielli. Per tale episodio in cui è stato ucciso 1 bovino è stato corrisposto un indennizo di € 1260,00

Danni causati da canidi

Nel periodo 2005-2010 il numero medio di attacchi da canide è stato di 44 ± 14,26 corrispondente ad una spesa media annua di € 36050,68 ± 12887,99. E’ importante sottolineare che i danni tendono sensibilmente a diminuire tra il 2005 e il 2008, per poi aumentare nuovamente nel 2009, e tornare a decrescre nel 2010 sugli stessi livelli del 2008. Nel 2008 e nel 2010 il numero di attacchi al bestiame domestico è inferiore all’incirca del 50% del numero di attacchi registrati tra il 2005 e il 2007. L’ammontare degli indennizzi erogati dall’Ente Parco mostra la stessa tendenza generale, tuttavia nel 2010 a fronte dello stesso numero di attacchi registrati nel 2008, la spesa per la liquidazione dei danni è sensibilmente inferiore perché, come vedremo in seguito, il numero di capi predati è significativamente differente.

La specie che risulta nettamente più colpita è quella dei bovini con una media di 19,50 ± 4,51 attacchi all’anno (46,94% ± 13,48%) seguita dagli ovini con una media di 14,17 ± 7 (30,09% ± 7,89%), e dagli equini 9,33 ± 6,77 (19,84% ± 9,63%). Gli attacchi nei confronti dei caprini sono estremamente bassi con una media annuale di appena 0,50 ± 0,55 pari al 1,22% ± 1,51%. Anche gli attacchi che coinvolgono simultaneamente ovini e caprini sono decisamente trascurabili con una media annuale di 0,67 ± 0,52 (1,60% ± 1,42%) attacchi/anno. Nel corso del 2007 è stato registrato un episodio di predazione nei confronti di 1 asino, l’unico caso in cui la specie predata non sia stata una di quelle precedentemente menzionate (tabella 34).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini Altro

2005 19 17 22 0 0 0

2006 17 19 18 1 1 0

2007 27 6 18 1 1 1

2008 14 5 6 1 1 0

2009 22 5 16 0 1 0

2010 18 4 5 0 0 0

Tabella 34. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi all’interno del Parco Regionale Sirente Velino (n = 266 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati tra gli ovini è stata registrata una media 76,33 ± 66,58 animali uccisi ogni anno, seguiti dai bovini con una media di 21,50 ± 5,47, dagli equini 11,33 ± 9,07, e dai caprini con appena 2,67 ± 3,08 (tabella 35).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini Altro

2005 19 22 171 0 0

2006 20 24 34 3 0

2007 31 6 149 8 1

2008 15 5 53 4 0

2009 24 6 40 1 0

2010 20 5 11 0 0

Tabella 35. Numero di capi predati da parte dei canidi all’interno del Parco Regionale Sirente Velino (n = 266 eventi di predazione).

E’ opportuno sottolineare che nel corso degli anni si registra una forte variabilità nel numero di attacchi e nel numero di capi predati nei confronti degli equini e degli ovini. In quest’ultimo caso le variazioni più significative sono da imputare agli eventi di predazione che hanno comportato l’uccisione di molti capi di bestiame (> 20 animali). Nel 2005 in 2 episodi di predazione sono stati uccisi rispettivamente 35 e 43 pecore, nel 2007 3 episodi di predazione hanno comportato l’uccisione di 22, 25 2e 28 animali, infine nel 2008 si è verificato 1 episodio di predazione che ha causato l’uccisione di 37 capi. Al contrario il massimo numero di animali uccisi in un singolo attacco è stato di 9 animali nel 2006 e 3 animali nel 2010.

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per indennizzare gli attacchi nei confronti dei bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 16823,33 ± 3778,17 (50, 40% ± 13,92%), superiore a quella degli equini che è di € 10414,23 ± 7341,01 (27,62% ± 12,72%), e degli ovini che invece è di € 8220,68 ± 7015,53 (20,44% ± 12,88%). Gli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi nei confronti dei caprini risultano decisamenteinferiori essendo in media di € 219,83 ± 311,06 (0,55% ± 0,72%), infine quelli che coinvolgono ovini e caprini simultaneamente raggiungono una media annuale di € 289,17± 273,42 (0,81% ± 0,80%) (tabella 36).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini Altro

2005 13980,00 20450,00 16504,10 0,00 0,00 0,00

2006 21400,00 18960,40 3300,00 210,00 315,00 0,00

2007 19540,00 7100,00 17545,00 794,00 595,00 500,00

2008 17850,00 3350,00 6260,00 315,00 210,00 0,00

2009 17160,00 7075,00 4430,00 0,00 615,00 0,00

2010 11010,00 5550,00 1285,00 0,00 0,00 0,00

Tabella 36. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi all’interno del Parco Regionale Sirente Velino (n = 266 eventi di predazione).

Gli episodi di predazione sul bestiame domestico si sono verificati in 18 Comuni sui 20 dell’area di studio nei quali l’Ente Parco è responsabile per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica, ma solamente in 6 Comuni (30%) gli episodi di predazione si sono verificati in ognuno degli anni esaminati. I Comuni di Ovindoli e Massa d’albe sono le aree maggiormente colpite e da sole assorbono il 27,97% (€ = 60510) degli indennizzi erogati dall’Ente Parco nel periodo 2005-2010. La media annuale degli indennizzi erogati per fare fronte agli attacchi causati dai canidi varia da un minimo di € 367,50 ± 587,23 nel comune di Ocre, a un massimo di € 5377,57 ± 2676,93 nel comune di Ovindoli. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza economica dei danni su base comunale pesata rispetto alla superficie del comune: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). I Comuni che presentano le maggiori criticità sono 5: Aielli, Secinaro, Magliano dei Marsi, Gagliano Aterno e Pescina. In quest’ultimo caso il risultato è legato alla superficie comunale

estremamente ridotta per la quale l’Ente Parco è competente per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica (tabella 37). Sfortunatamente nei dati in nostro possesso non è indicata la data delle determine di liquidazione dei danni, per cui non è possibile calcolare il tempo medio necessario per la ricezione degli indennizzi.

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Acciano 1410,00 780,00 340,00 0,00 0,00 0,00 421,67 573,63 32,11 13,13 0,21 1

Aielli 650,00 2995,00 675,00 5000,00 950,00 690,00 1826,67 1800,36 15,30 119,39 1,94 4

Celano 1300,00 1400,00 13705,00 0,00 3610,00 1700,00 3619,17 5075,61 38,20 94,74 1,54 3

Collarmele 0,00 210,00 315,00 1600,00 1505,00 0,00 605,00 744,61 11,10 54,52 0,88 2

Fagnano Alto 0,00 0,00 3640,00 0,00 0,00 210,00 641,67 1471,28 24,57 26,12 0,42 1

Fontecchio 0,00 1100,00 0,00 0,00 1700,00 0,00 466,67 747,44 16,81 27,77 0,45 1

Gagliano A. 3910,00 3760,00 5540,00 6650,00 4050,00 1270,00 4196,67 1826,64 32,04 130,98 2,12 4

Goriano S. 2330,00 6010,00 1190,00 0,00 0,00 200,00 1621,67 2333,51 20,17 80,42 1,30 3

Magliano dei Marsi 4990,00 3745,00 2500,00 5570,00 3475,00 165,00 3407,50 1930,62 26,89 126,72 2,05 4

Massa d'Albe 14425,00 9150,00 650,00 4020,00 0,00 0,00 4707,50 5923,22 49,68 94,75 1,54 3

Molina A. 0,00 0,00 3010,00 210,00 0,00 1050,00 711,67 1197,32 12,16 58,53 0,95 2

Ocre 1330,00 0,00 0,00 0,00 875,00 0,00 367,50 587,23 12,10 30,38 0,49 2

Ovindoli 5930,00 4860,40 6910,00 1800,00 3375,00 9390,00 5377,57 2676,93 61,16 87,92 1,43 3

Pescina 0,00 0,00 3030,00 0,00 0,00 0,00 505,00 1236,99 3,40 148,66 2,41 4

Rocca di Cambio 7410,00 0,00 1389,00 0,00 0,00 0,00 1466,50 2964,24 27,54 53,26 0,86 2

Rocca di Mezzo 570,00 1600,00 930,00 1205,00 3785,00 420,00 1418,33 1235,67 90,27 15,71 0,25 1

Secinaro 5287,50 8025,00 2250,00 1930,00 4015,00 2750,00 4042,92 2313,32 33,23 121,66 1,97 4

Tione 1391,60 550,00 0,00 0,00 1940,00 0,00 646,93 835,65 39,52 16,37 0,27 1

Castel di Ieri 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 18,82 0,00 0,00 1

Castelvecchio Subequo 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 19,23 0,00 0,00 1

Tabella 37. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi all’interno del Parco Regionale Sirente Velino calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini la politica di gestione del danno alla zootecnia non è uniforme. II "disciplinare per I'indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica nel parco nazionale dei monti sibillini", approvato con Delibera del Consiglio Direttivo n. 49/2002, è applicato, infatti, nella sola parte umbra del Parco, in quanto la Regione Marche ha sottoposto I'intero territorio regionale, comprese Ie aree protette, alia legge n.17 del 20/02/1995 "interventi e indennizzi per danni causati al patrimonio zootecnico da specie animali di notevole interesse scientifico e da cani randagi", facendosi, pertanto, carico anche dei danni che si verificano nella parte marchigiano del Parco (circa il 70% dell'area protetta). A Partire dal2009 l'Ente Parco è stato inserito nelle procedure di accertamento dei danni che si verificano in territorio marchigiano, al fine di acquisire in sede di sopralluogo Ie informazioni riguardanti le modalità di predazione al bestiame, applicando Ie tecniche veterinarie di diagnostica cadaverica. Tale attività è stata compiuta nell'ambito delle azioni previste nel progetto LIFE EXTRA -"Migliorare Ie condizioni per la conservazioni dei grandi carnivori -trasferimento delle buone pratiche" -ed ha consentito di uniformare per tutto il territorio del Parco i dati sui danni alla zootecnia. Per quanta riguarda Ie misure adottate dal Parco nell’ambito del P.A.T.O.M. si è stabilito, con Delibera del Consiglio Direttivo n.74/2008 "Piano d'Azione per la tutela dell'Orso bruno Marsicano azionl prioritarie e urgenti", che eventuali danni al patrimonio agricolo e zootecnico causati dall'Orso bruno marsicano sono indennizzati dal Parco, nella misura del 100% dell'importo stimato, in tutto il territorio dell'area protetta. L’analisi dei danni al bestiame domestico è avvenuta sulla base di un file excel inviatoci dall’Ente Parco, in cui tuttavia non sono riportati gli indennizzi erogati per la liquidazione dei danni perché, come è stato spiegato precedentemente sul versante marchigiano, questi sono a carico della Regione Marche. Per quanto riguarda il versante umbro, l’Ente Parco ha provveduto a fornirci una tabella di sintesi, che tuttavia non risulta scorporata per i singoli eventi predatori. Nel corso di questo studio abbiamo rivolto una richiesta ufficiale alla Regione Marche per ottenere le informazioni in loro possesso ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Contattati telefonicamente ci hanno spiegato che trattandosi di dati sensibili e soprattutto che la richiesta non giungeva da un Ente pubblico non potevano inviarci quanto richiesto. I Comuni del Parco dei Sibillini che rientrano nell’area di studio sono 16, di cui solo Norcia e Preci fanno parte della Regione Umbria. La superficie complessiva dell’area di studio all’interno dell’area protetta si estende su una superficie di 694,02 Km2. Rispetto all’intero territorio del Parco dall’area di studio rimangono esclusi solamente i Comuni di Fiordimonte e Pieve Torina nei quali però non sono stati registrati danni al bestiame domestico nel periodo 2005-2010. Nel periodo 2005-2010 sono stati registrati 214 denunce di danni al bestiame domestico ritenute indennizzabili. Complessivamente 123 attacchi sono stati attribuiti al lupo, 11 ai cani vaganti, 78 ai Canidi, 1 all’orso e infine in un caso sotto la voce predatore responsabile dell’attacco è stato indicato lupo/orso/cane. Per quanto riguarda i danni causati dall’orso bisogna aggiungere altri 7 casi direttamente liquidati dall’Ente Parco.

Danni causati dai canidi Il numero medio di attacchi causati dai canidi nel periodo 2005-2010 è stato di 35 ± 12 30 attacchi all’anno; tuttavia occorre sottolineare che il 28,44% (n = 60) si è verificato nel corso del 2010. Negli altri anni presi in considerazione il numero di attacchi al bestiame domestico rimane sostanzialmente stabile. La specie che risulta più colpita è quella degli ovini con una media di 18 ± 4,60 attacchi all’anno (52,87% ± 11,88%) seguita dai bovini con una media di 12,17 ± 6,62 (33,89% ± 11,07%), e dagli equini 4,33 ± 2,88 (11,59% ± 3,40%). Gli attacchi nei confronti dei caprini sono solamente 2 e si sono verificati nel corso del 2010 Anche gli attacchi che coinvolgono simultaneamente ovini e caprini sono decisamente trascurabili essendo stati registrati solo 1 volta nel corso del 2007. Infine nel 2005 è stato registrato un episodio di predazione nei confronti di 1 mulo, l’unico caso in cui la specie predata non fosse una di quelle precedentemente menzionate. Se gli attacchi sugli equini rimangono sostanzialmente stabili nei 6 anni analizzati, quelli nei confronti degli ovini e dei bovini subiscono delle sensibili oscillazioni (tabella 38).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Caprini Ovi-caprini Altro

2005 6 4 22 0 0 1

2006 9 2 17 0 0 0

2007 13 3 11 0 1 0

2008 7 4 18 0 0 0

2009 14 3 16 0 0 0

2010 24 10 24 2 0 0

Tabella 38. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (n = 211 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati tra gli ovini è stata registrata una media di 212,17 ± 58,67 animali uccisi ogni anno, seguiti dai bovini con una media di 14,17 ± 7,60, dagli equini 5,17 ± 3,25, e dai caprini con appena 2,40 ± 3,58. L’elevato numero e la variabilità di capi ovini uccisi ogni anno è da mettere in relazione alla frequenza con cui si verificano attacchi che comportano l’uccisione di un grande numero di animali. Nel corso del 2005 il 50% (n =11) degli attacchi sugli ovini ha determinato la morte di >20 capi/attacco (263 capi totali); nel 2006 gli attacchi con >20 capi uccisi sono stati 5 (29,41%) (146 capi totali), nel 2007 sono stati 4 (36,36%) (128 capi), nel 2008 scendono a 3 (16,67%) (94 capi totali), nel 2009 sono stati 4 (25%) (94 capi), e infine nel 2010 nuovamente 3 (12,50%) (79 capi). (tabella 39).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini Caprini Altro

2005 7 4 330 0 1

2006 11 3 193 0 0

2007 16 3 173 4 0

2008 7 7 191 0 0

2009 17 3 182 0 0

2010 27 11 204 8 0

Tabella 39. Numero di capi predati da parte dei canidi all’interno all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (n = 211 eventi di predazione).

Prima di passare ad analizzare il numero di aziende colpite ogni anno bisogna sottolineare che in 9 casi non è stata indicata l’azienda che ha subito il danno; i dati mancanti sono riferibili al versante umbro del Parco, in 8 casi a danni avvenuti nel comune di Norcia e 1 nel comune di Preci. Il numero medio di aziende ovine colpite ogni anno è 13,67 ± 1,75, quello di aziende bovine è è 8,33 ± 3,78 mentre quello di aziende equine è di 3,50 ± 1,38. Passando ad analizzare la distribuzione degli attacchi sulle differenti aziende si può notare come in media l’82,42% ± 11,75% delle aziende di ovini abbia subito 1 solo evento di predazione/anno, il 15,35% ± 10,24% 2-3 attacchi/anno, mentre il rimanente 2,23% ± 3,47% = 4 attacchi/anno. Per le altre specie il numero di aziende colpite è ancora più basso per cui una lettura in termini percentuali della ricorrenza degli attacchi risulta poco significativa. Le uniche informazioni relative all’ammontare della liquidazione degli indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico si riferiscono ad una tabella di sintesi fornitaci dall’Ente Parco relativa ai comuni di Norcia e Preci, dalla quale si evince che nel periodo 2005-2010 la somma erogata è stata di € 15480,48 di cui il 79,12% (€ 12248,71) è relativo a danni verificatisi nel 2010. Non disponendo del dato sugli degli indennizzi erogati per gli episodi di predazione sul bestiame domestico, la distribuzione spaziale degli attacchi a livello comunale è stata misurata prendendo in considerazione il numero di attacchi. Gli attacchi al bestiame domestico nel periodo 2005-2010 si sono verificati in tutti i Comuni ad eccezione di Amandola, ma solamente in 3 Comuni, Arquata del Tronto, Castel Sant’Angelo sul Nera e Visso, i danni sono avvenuti in tutti e 6 gli anni analizzati. Le aree maggiormente colpite sono i comuni di Castel Sant’Angelo sul Nera, Arquata del Tronto e Visso in cui si sono verificati il 57,35% (n = 121) degli attacchi al bestiame domestico verificatisi tra il 2005 e il 2010. La media annuale del numero di attacchi al bestiame domestico causati dai canidi varia da un minimo di 0,17 ± 0,41 nel comune di Acquacanina, a un massimo di 8,33 ± 4,97 nel comune di Visso. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (calcolati sul numero di attacchi, non disponendo del dato relativo indennizzi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano la distribuzione dei danni su base comunale pesata rispetto alla superficie del

comune: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). I Comuni che presentano le maggiori criticità sono 4: Castel Sant’Angelo sul Nera, Pievebovigliana, Arquata del Tronto e Visso. (tabella 40). Danni causati dall’orso Nel periodo 2005-2010 sono stati registrati 8 danni causati dall’orso 3 nel 2008, 4 nel 2009, e 1 nel 2010. I danni causati dall’orso si sono verificati nei comuni di Acquacanina, Fiastra, Pievebovigliana, Ussita e Visso. Complessivamente sono stati registrati 4 attacchi alle arnie, 2 ai bovini e 2 agli ovini. Per i 6 danni indennizzati direttamente dall’Ente Parco la spesa complessiva ammonta a € 3967,60, mentre per i 2 danni che compaiono nel file ricavato sulla base delle denunce presentate alla Regione Marche non è riportato l’indennizzo liquidato.

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 MEDIA DEV.ST SUPERFICIE (N.attacchi/Kmq)*100 I.C. CLASSE

Acquacanina 0 0 0 0 1 0 0,17 0,41 26,71 0,62 0,12 1

Arquata del Tronto 8 5 4 5 4 5 5,17 1,47 41,25 12,53 2,47 4

Bolognola 0 0 1 1 1 2 0,83 0,75 25,78 3,23 0,64 2

Castelsantangelo sul Nera 9 6 4 5 5 11 6,67 2,73 70,51 9,46 1,86 4

Cessapalombo 0 1 2 1 2 1 1,17 0,75 20,13 5,80 1,14 3

Fiastra 2 1 1 0 0 3 1,17 1,17 47,38 2,46 0,49 2

Montefortino 0 0 2 0 1 5 1,33 1,97 54,56 2,44 0,48 2

Montegallo 4 1 2 2 0 2 1,83 1,33 29,29 6,26 1,23 3

Montemonaco 2 1 0 2 0 0 0,83 0,98 57,01 1,46 0,29 1

Norcia 4 2 0 1 1 8 2,67 2,94 156,68 1,70 0,34 1

Pievebovigliana 0 1 2 2 0 4 1,50 1,52 10,24 14,65 2,89 4

Preci 1 0 0 0 0 0 0,17 0,41 23,08 0,72 0,14 1

San Ginesio 0 1 1 0 0 0 0,33 0,52 10,34 3,23 0,64 2

Ussita 0 3 3 3 7 2 3,00 2,28 55,13 5,44 1,07 3

Visso 3 6 6 7 11 17 8,33 4,97 40,82 20,41 4,03 4

Amandola 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 25,14 0,00 0,00 1

Tabella 40. Numero di attacchi al bestiame domestico causati dai canidi all’interno del Nazionale dei Sibillini calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al “peso” di ciascun comune rispetto al totale degli attacchi verificatisi all’interno dell’area protetta. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Provincia di Perugia L’analisi dei danni al bestiame domestico in Provincia di Perugia è avvenuta sulla base di un file excel inviatoci dalla Provincia. In questo file le uniche informazioni mancanti sono relative All’età dei capi predati, e alla data del sopralluogo per l’accertamento del danno. I Comuni della Provincia di Perugia che rientrano nell’area di studio sono 9 e si estendono su una superficie di 652,65 Km2; solamente il territorio dei comuni di Preci e Norcia è parzialmente compreso all’interno del Parco Nazionale dei Sibillini. Nel periodo 2005-2010 in questa porzione di territorio non sono stati registrati danni causati dall’orso. Danni causati da canidi Il numero medio di attacchi da canidi nel periodo 2005-2010 è stato di 17,50 ± 4,85 corrispondente ad una spesa media annua di 16311,76 ± 9687,23. Il numero di attacchi e la relativa spesa per la liquidazione degli indennizzi tendono ad aumentare negli ultimi due anni, con i valori massimi raggiunti nel 2009. Per quanto riguarda gli indennizzi erogati è opportuno precisare che a partire dal 2006 viene riconosciuto un indennizzo anche per i capi dispersi, e relativamente al periodo e all’area presa in considerazione nel presente studio tale somma ammonta complessivamente a € 2923,40. La specie che risulta più colpita è quella dei bovini con una media di 8,67 ± 3,44 attacchi all’anno (48,95% ± 15,58%) seguita dagli ovini con una media di 5 ± 3,37 (29,27% ± 11,07%), e dagli equini 3,50 ± 3,21 (19,22% ± 18,33%). Nel periodo analizzato non sono stati registrati attacchi nei confronti dei caprini, mentre nel 2005 ci sono stati 1 attacco che ha coinvolto simultaneamente 1 bovino ed 1 equino, e 1 attacco nei confronti di 1 equino e 1 ovino. In linea generale è possibile affermare che gli attacchi sui bovini tendono progressivamente ad aumentare negli anni, quelli sugli ovini hanno un andamento altalenante, mentre gli attacchi sugli equini sono completamente assenti nel 2007 e nel 2008. E’ opportuno precisare che alla luce del basso numero del campione l’andamento temporale del numero di attacchi deve essere interpretato con estrema cautela (tabella 41).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Misto

2005 3 6 2 2

2006 7 2 6 0

2007 8 0 8 0

2008 10 0 4 0

2009 12 6 7 0

2010 12 7 3 0

Tabella 41. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi in Provincia di Perugia (n = 105 eventi di predazione).

Per quanto riguarda il numero di capi predati tra gli ovini è stata registrata una media di 24 ± 25,20 animali uccisi ogni anno, seguiti dai bovini con una media di 10 ± 3,85, e dagli equini

4,17 ± 4,02 . L’elevata variabilità riscontrata nel numero di capi ovini uccisi ogni anno è legata al fatto che nel 2009 si è verificato un episodio di predazione che ha determinato la morte di 37 pecore (tabella 42).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini

2005 4 9 8

2006 8 2 15

2007 9 0 23

2008 11 0 17

2009 14 6 74

2010 14 8 7

Tabella 42. Numero di capi predati da parte dei canidi in Provincia di Perugia (n = 105 eventi di predazione).

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per indennizzare gli attacchi nei confronti dei bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 10048,23 ± 5343,35 (63,98% ± 16,69%), superiore a quella degli equini che è di € 3005,66 ± 2978,61 (16,31% ± 16,08%), e degli ovini che invece è di € 2911,38 ± 3179,13 (16,63% ± 9,55%). Nel calcolo della somma erogata per indennizzare gli attacchi sugli ovini bisogna precisare che è stata inclusa la somma di €1885,90 relativa agli indennizzi per 23 capi dispersi registrati in attacchi avvenuti nel 2006, 2008 e 2009. Alla stessa maniera nel calcolo relativo ai bovini è stata considerata la somma di € 1037,50 per 1 capo disperso in un attacco del 2009 (tabella 43).

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Misto

2005 3970,5 4622,59 572,6 2078,9

2006 7062,5 1083,5 1425,45 0

2007 7975,25 0 2018,43 0

2008 8081,15 0 2733,15 0

2009 17801,1 6033,84 9235,05 0

2010 15398,9 6294,05 1483,59 0

Tabella 43. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi in Provincia di Perugia (n = 105 eventi di predazione).

Il numero medio di aziende bovine colpite ogni anno è 6,67 ± 2,34, quello di aziende ovine è 4,67 ± 2,16 mentre quello di aziende equine è di 3, 17 ± 2,86. Considerando il numero ristretto delle aziende che hanno sofferto danni in questo caso non abbiamo ritenuto significativo il calcolo sulla ricorrenza degli attacchi.

Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dalla Provincia nel periodo 2006-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 97870,55 e risulta distribuito su un totale di 51 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 87,90-11869,35. Ad 8 aziende è stato riconosciuto anche un indennizzo per i capi dispersi. E’ interessante sottolineare come il 45,10% (n =23) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 89,70-1000,00, il 31,37% (n = 16) tra € 1000,01-2000,00, il 7,84% (n = 4) tra € 5000,01-10000,00, e solamente 1 azienda (1,96%) ha subito un danno > € 10000,01. In particolare questa azienda ha assorbito il 12,13% (€ = 11869,35) del totale degli indennizzi riconosciuti dalla Provincia. La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata su base comunale. Gli attacchi al bestiame domestico nel periodo 2005-2010 si sono verificati in tutti i Comuni ad eccezione di Vallo di Nera, ma solamente in 2 Comuni, Cascia e Monteleone di Spoleto i danni sono avvenuti in tutti e 6 gli anni analizzati. Le aree maggiormente colpite sono i comuni di Monteleone di Spoleto, Cascia e S.Anatolia di Narco che assorbono rispettivamente il 28,91% (€ = 28296,46), il 20,71% (€ = 20266,10), e il 16,85% (€ = 16486,55) del totale degli indennizzi erogati nel periodo 2005-2010. La media annuale degli indennizzi erogati dalla Provincia varia da un minimo di € 27,41 ± 67,14 nel comune di Preci a un massimo di 4716,08 ± 3118,55 nel comune di Monteleone di Spoleto. Considerando i quartili della distribuzione degli indici di conflitto (cfr capitolo metodi) si ottengono 4 classi distinte che rappresentano l’incidenza economica dei danni su base comunale pesata rispetto alla superficie del comune: classe 1 (0 = IC = 1 Quartile); classe 2 (1 quartile <IC = 2 Quartile); classe 3 (2 quarile <IC = 3 Quartile) ; classe 4 (IC> 3 Quartile). Attraverso questa analisi i Comuni che presentano le maggiori criticità sono Monteleone di Spèoleto e S.Anatolia di Narco (tabella 44).

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C. CLASSE

Cascia 2964,50 349,50 1438,75 3041,00 10052,85 2419,50 3377,68 3426,06 180,46 18,72 0,53 2

Cerreto di Spoleto 0,00 1685,00 0,00 3218,90 0,00 1637,56 1090,24 1322,90 74,65 14,61 0,41 2

Monteleone di Spoleto 5190,49 1118,25 3228,33 2602,50 9834,24 6322,65 4716,08 3118,55 62,05 76,01 2,15 4

Norcia 0,00 0,00 0,00 497,50 3978,90 2385,78 1143,70 1668,70 118,26 9,67 0,27 1

Poggiodomo 1387,50 3829,75 2500,00 0,00 702,50 1585,50 1667,54 1353,90 40,02 41,67 1,18 3

Preci 0,00 164,45 0,00 0,00 0,00 0,00 27,41 67,14 58,79 0,47 0,01 1

S. Anatolia di Narco 0,00 1446,50 1936,65 1454,40 5479,25 6169,75 2747,76 2479,73 46,47 59,13 1,67 4

Scheggino 1702,10 978,00 889,95 0,00 3022,25 2655,80 1541,35 1147,03 35,79 43,07 1,22 3

Vallo di Nera 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 36,16 0 0 1

Tabella 44. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi in Provincia di Perugia calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia. Classe calcolata sulla base della distribuzione dei quartili degli I.C. (vedi testo). Superficie comunale espressa in Km2.

Liquidazione dei danni Il calcolo del tempo necessario per ricevere l’indennizzo dei danni al bestiame domestico è stato realizzato sulla base di un prospetto generale inviatoci dalla Provincia di Perugia, in quanto non abbiamo avuto modo di ottenere la data delle determinazioni dirigenziali con le quali si disponeva la liquidazione del danno. La Provincia ci ha comunicato che i calcoli di seguito presentati sono stati effettuati assumendo come data del danno il 15 giugno di ogni anno. Per l’anno 2005 il tempo medio per la liquidazione del danno è stato di 18 mesi, il 69% dell’indennizzo è stato erogato dopo 12 mesi, il restante 31% dopo altri 6 mesi. L’indennizzo ha coperto il 100% del danno accertato. Nel 2006 il tempo medio per la liquidazione del danno sale a 26 mesi, ed è stato pagato in 2 trache separate, il 68% dopo 20 mesi e il restante 32% nei 6 mesi successivi. Anche in questo caso gli indennizzi erogati coprono il 100% del danno accertato. Nel 2007 è stato liquidato solamente il 70% del danno accertato dopo 25 mesi dalla data della denuncia, il primo pagamento erogato dopo 20 mesi copre il 40% della somma, il restante 30% è stato corrisposto nei 5 mesi successivi. Nel 2008 è stato nuovamente liquidato solo il 70% del danno accertato, dopo 33 mesi dalla data dell’evento di predazione, ed il pagamento è stato effettuato in 3 tranche separate (25%, 19%, 26% del danno accertato) rispettivamente dopo 16, 7 e 10 mesi dall’evento di predazione. Infine nel 2009 a partire dal 20 di agosto è entrata in vigore la L.R 17/09 che sostituisce la 23/96, nella nuova normativa è previsto che i danni alla zootecnia siano indennizzati nella misura del 75% del danno accertato. I danni sono stati liquidati in un’unica soluzione dopo 18 mesi. Infine alla data del 31/03/2012 non si è ancora proceduto alla liquidazione dei danni verificatisi nel 2010.

Provincia di Terni L’analisi dei dati sui danni al bestiame domestico causati dai canidi è stata realizzata sulla base di 2 file excel inviatici dalla Provincia. Il primo file è relativo al periodo 2005-2007, il secondo al periodo 2008-2010. Nel secondo file mancano le date in cui sono avvenute le predazioni e il predatore responsabile del danno, ma per ogni allevatore sono riportati i capi predati e gli indennizzi erogati dalla Provincia. A questo proposito abbiamo trattato come singoli eventi di predazione le informazioni relative ai capi bovini che facevano riferimento ad un singolo allevatore, assumendo che predazioni multiple su questa specie sono un fenomeno abbastanza raro, tuttavia non possiamo escludere che la nostra interpretazione, sebbene supportata dai colloqui avuti con il personale della Provincia, possa presentare un certo margine di errore. Allo stesso modo bisogna sottolineare come gli importi relativi agli indennizzi nel periodo 2005-2007 siano stati ricavati da un file sempre inviato dalla Provincia con cui archiviano le liquidazioni dei danni, in quanto il file con le caratteristiche degli eventi di predazione presentava diverse lacune e incongruenze. Sotto la voce predatore responsabile del danno, laddove specificato era indicato lupo o fauna selvatica. I Comuni della provincia di Terni che ricadono nell’area di studio sono solamente 3: Arrone, Ferentillo e Polino e hanno una superficie complessiva di 129,97 Km2. Nel periodo esaminato non sono stati registrati danni al bestiame domestico causati dall’orso. Danni causati da canidi Il numero medio di attacchi da canidi nel periodo 2005-2010 è stato di 9,83 ± 4,26 corrispondente ad una spesa media annua di 6863,31 ± 2934,71. Il numero di attacchi e la relativa spesa per la liquidazione degli indennizzi tendono a diminuire nel corso degli ultimi 2 anni. La specie che risulta più colpita è quella dei bovini con una media di 3,83 ± 2,23 attacchi all’anno (48,95% ± 15,58%) seguita dagli ovini con una media di 3 ± 3,16 (29,27% ± 11,07%), e dagli equini 1,33 ± 1,21 e dai caprini 1,33 ± 1,51 . Nel corso del 2009 e del 2010 è stato registrato 1 attacco che ha coinvolto simultaneamente ovini e caprini (tabella 45).

Numero attacchi da canide

Bovini Equini Ovini Ovi-caprini

2005 3 4 2 6

2006 4 0 2 8

2007 6 1 3 1

2008 6 0 1 1

2009 0 2 0 1

2010 4 1 0 1

Tabella 45. Eventi di predazione sul bestiame domestico da parte dei canidi in Provincia di Terni (n = 59 eventi di predazione).

In linea generale si assiste ad una certa variabilità nella frequenza delle differenti specie predate, ad esempio gli attacchi sugli ovini si riducono sensibilmente tra il 2007 e il 2010, così come colpisce che in alcuni anni siano assenti attacchi sugli equini e nel 2009 anche sui bovini. E’ importante ribadire che l’interpretazione dei dati non può non tenere conto del basso numero complessivo degli attacchi, per questo motivo è opportuno valutare questi risultati con estrema cautela, e ha poco significato esprimere i risultati in termini percentuali. Per quanto riguarda il numero di capi predati tra gli ovini è stata registrata una media di 12,33 ± 13,72 animali uccisi ogni anno, seguiti dai caprini con una media di 5,67 ± 6,71, dai bovini 4,50 ± 2,43 e dagli equini 1,33 ± 1,21 . L’elevata variabilità riscontrata nel numero medio di capi ovini uccisi ogni anno è legata al fatto che nel 2005 e nel 2006 sono stati registrati rispettivamente il 48,65% (n =36), e il 36% (n = 22) degli animali predati nei 6 anni presi in esame. Una situazione analoga si registra nei caprini, dove il 77,27% (n = 17) degli animali predati è riferibile all’anno 2005 (tabella 46).

Numero capi predati

Bovini Equini Ovini

2005 5 17 2

2006 5 0 2

2007 6 10 3

2008 7 0 1

2009 0 5 0

2010 4 2 0

Tabella 46. Numero di capi predati da parte dei canidi in Provincia di Terni (n = 59 eventi di predazione).

Da un punto di vista economico la spesa media annuale sostenuta per indennizzare gli attacchi nei confronti dei bovini è la più alta in assoluto essendo pari a € 4501,06 ± 2649,63 superiore a quella degli equini che è di € 1019,75 ± 945,03, e degli ovini che invece è di € 945 ± 1108,18. Gli indennizzi per fare fronte agli episodi di predazione sui caprini hanno un costo medio annuo di € 546,67 ± 566,10 (tabella 47). Complessivamente il totale degli indenizzi riconosciuti dalla Provincia nel periodo 2006-2010 per fare fronte ai danni causati dai canidi ammonta a € 44325,39 e risulta distribuito su un totale di 32 aziende zootecniche che hanno subito un danno compreso tra € 65-6249,50. E’ interessante sottolineare come il 40,63% (n =13) delle aziende ha subito un danno compreso tra € 65-500,00, il 31,37% (n = 12) tra € 500,01-2000,00, il 18,75% (n = 6) tra € 5000,01-10000,00, e solamente 1 azienda (3,13%) ha subito un danno > € 50000,01. In particolare questa azienda ha assorbito il 14,10% (€ = 6249,50) del totale degli indennizzi riconosciuti dalla Provincia.

Indennizzi (€)

Bovini Equini Ovini Ovi-caprini

2005 3565,75 1350,00 2118,00 2975,50

2006 5377,50 0,00 1671,50 1488,00

2007 6940,00 1000,00 1761,50 197,00

2008 7143,10 0,00 567,50 431,50

2009 0,00 730,00 0,00 144,50

2010 3980,00 200,00 0,00 436,50

Tabella 47. Indennizzi erogati per i danni causati dai canidi in Terni (n = 59 eventi di predazione).

La distribuzione spaziale dei danni da canidi con particolare riferimento alla loro incidenza da un punto di vista economico è stata analizzata anche su base comunale. Gli attacchi al bestiame domestico nel periodo 2005-2010 si sono verificati in tutti e 3 i Comuni considerati, ma solamente ad Arrone e Ferentillo si sono verificati in ognuno degli anni analizzati. Il 60,66% (€ = 26889,65), del totale degli indennizzi erogati nel periodo 2005-2010 è riferibile al comune di Ferentillo, il 26,17% (€ = 11599,54) al comune di Arrone, e il rimanente 13,17% (€ = 5836,20) al comune di Polino. La media annuale degli indennizzi erogati dalla Provincia varia da un minimo di € 972,70 ± 118,55 nel comune di Polino a un massimo di € 4481,61 ± 2212,39 nel comune di Ferentillo. Considerando la media annuale degli indennizzi erogati in rapporto alla superficie del comune si può rilevare che il comune di Ferentillo ha una spesa media annua di € 64,51/Km2, quello di Arrone di € 47,19/Km2 quasi identica a quella di Polino che è pari a € 49,79/Km2 (tabella 48).

COMUNE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 € MEDIA DEV.ST SUPERFICIE €/Kmq I.C.

Arrone 2422,00 1770,50 3149,00 431,50 1796,54 2030,00 1933,26 897,41 40,97 47,19 0,89

Ferentillo 6171,75 4404,00 6749,50 5652,40 874,50 3037,50 4481,61 2212,39 69,47 64,51 1,22

Polino 1415,50 2362,50 0,00 2058,20 0,00 0,00 972,70 1108,55 19,53 49,79 0,94

Tabella 48. Costi d’indennizzo dei danni causati dai canidi in Provincia di Terni calcolati su base comunale. I.C. = indice di conflitto che corrisponde al contributo di ciascun comune rispetto al totale degli indennizzi erogati dalla provincia.

Liquidazione dei danni Per la provincia di Terni non disponendo delle date in cui si sono verificati gli episodi di predazione per il 2008-2010 non è possibile effettuare il calcolo del tempo necessario per ricevere la liquidazione del danno. In ogni caso nella tabella sottostante presentiamo le date delle determinazioni dirigenziali con le quali si autorizza la liquidazione degli indennizzi, e per ogni annualita la percentuale dell’indennizzo erogato rispetto al danno accertato. I riferimenti normativi per la provincia di Terni sono naturalmente gli stessi della provincia di Perugia. Anche in questo caso appare evidente come ci sia un costante ritardo nel pagamento degli indennizzi, e come nel caso della Provincia di Perugia al 31/03/2012 non risultano ancora liquidate le istanze relative all’annualità 2010.

Tabella 49. Data delle determine di liquidazione e percentuale indennizzo erogato per i danni causati dalla fauna selvatica in provincia di Rieti negli anni 2005-2010.

Annualità Data della determinazione Dirigenziale % Indennizzo erogato

2005 11/12/2006 100%

2006 31/12/2007 (85%); 8/7/2008 saldo 100%

2007 5/9/2008 (37,60%); 5/10/2009 (37,93%) 75,53%

2008 4/2/2010 (46,20%); 17/12/2010 (33,30%) 79,50%

2009 23/3/2011 100%

2010 In attesa

Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa L’analisi dei danni al bestiame domestico all’interno della Riserva della Duchessa è stata effettuata sulla base di un file excel inviatoci dall’Ente Parco. I dati sono relativi al periodo 2007-2010, perché per le annualità precedenti non è disponibile un archivio informatizzato. L’area di studio all’interno della Riserva si estende su una superficie di 32,96 Km2, tuttavia nei calcoli da noi effettuati prendiamo in considerazione la superficie complessiva della Riserva che è di circa 35,40 Km2 in quanto non disponiamo della georeferenziazione delle localizzazioni dei danni. Il territorio della Riserva è incluso nel comune di Borgorose. Nel periodo 2007-2010 non sono stati registrati danni causati dall’orso. Danni causati da canidi Nel periodo 2007-2010 sono state effettuate 17 denunce di danni al bestiame domestico tuttavia in 3 casi non si è proceduto all’erogazione del relativo indennizzo in quanto la morte degli animali non è stata attribuita a eventi di predazione. I 14 episodi di predazione al bestia me domestico sono stati attribuiti nel 64,29% (n = 9) al lupo, e nel restante 35,71% (n = 5) ad aggressione da parte di canidi. Gli episodi di predazione risultano cosi distribuiti: 3 nel 2007, 4 nel 2008, 5 nel 2009 e 2 nel 2010. Complessivamente sono stati registrati 8 attacchi nei confronti degli ovini, 3 nei confronti degli equini, e 3 nei confronti dei bovini. Il numero di capi predati è stato di 33 ovini, 4 bovini e 3 equini. Nel periodo 2007-2010 10 sono le aziende colpite da episodi di predazione, con 1 azienda che subito 3 attacchi e 2 aziende 2 attacchi, e tutte le altre 1 solo attacco Gli indennizi erogati nei 4 anni analizzati ammontano a € 6618,00, di cui il 56,03% (€ = 3708,00) per i danni a carico degli ovini, il 26,59% (€ = 1760,00) per i danni sui bovini, e il restante 17,38% (€ = 1150,00) per quelli sugli equini. Considerando la media annuale degli indennizzi erogati, pari a € 1654,50 ± 1062,12, in rapporto alla superficie del comune di Borgorose che ricade all’interno della Riserva si registra una spesa media annua di € 46,74/Km2. Complessivamente l’intervallo di tempo trascorso tra il sopralluogo per l’accertamento del danno e la data della determinazione con la quale si autorizza la liquidazione dei danni per quell’annualità, risulta che il tempo medio per il ricevimento dell’indennizzo è stato di 189,17 ± 71,49 giorni (n = 12 denunce). In 2 casi c’è un errore nella data della determinazione con la quale si autorizza la liquidazione perché risulta precedente alla data del danno.

Provincia di Frosinone Per quanto riguarda la provincia di Frosinone gli unici dati in nostro possesso sono una tabella di sintesi in cui sono riportati gli indennizzi dei danni su base comunale per il periodo 2004-2009. Le cifre riportate in tabella sono indicate come i corrispettivi liquidati o accertati(non è dato modo di saperlo) a fronte degli attacchi causati dal lupo e dall’orso. Bisogna sottolineare che oltre a questa tabella abbiamo ricevuto 13 schede cartacee sui danni causati dai cani randagi tra il 2005 e il 2008 in cui però non è indicata la stima del danno accertato, e tra l’altro includono comuni come Posta Fibreno e Alatri che risultano al di fuori dell’area di studio. Bisogna precisare che la richiesta dei dati sui danni era stata presentata dalla Regione Lazio alla Provincia, una volta ottenuti i documenti sopra menzionati, abbiamo contattato la Provincia di Frosinone per una richiesta di chiarimenti e approfondimenti. La Provincia ci ha detto di contattare gli A.T.C. perché sono gli A.T.C. che curano l’istruttoria delle richieste di indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e al patrimonio zootecnico.

Nonostante una richiesta ufficiale inviata ai 2 A.T.C. della Provincia seguita da contatti telefonici per almeno 1 mese non siamo riusciti ad avere alcuna risposta alle nostre domande di chiarimento in cui ci rendevamo anche disponibili a consultare personalmente il materiale cartaceo, relativo alle denunce, in posssesso del Comitato di Gestione dei suddetti Enti. Per quanto riguarda le schede cartacee relative ad aggressioni al patrimonio zootecnico causate dai cani randagi, la Provincia ci ha spiegato che in questo caso è lei l’Ente direttamente competente a curare l’istruttoria per l’indennizzo dei danni, tuttavia anche queste informazioni risultano di scarsa utilità, nell’assenza di un quadro generale. E’ interessante notare che in queste 13 schede ci sono 2 casi in cui l’accertamento del danno è avvenuto rispettivamente 12 e 22 giorni dopo l’evento di predazione denunciato. I Comuni della Provincia di Frosinone che rientrano nell’area di studio sono 16, in 8 comuni (Alvito, Campoli Appennino, Pescosolido, Picinisco, San Biagio Saracinisco, San Donato Val Comino, Settefrati Vallerotonda) la competenza territoriale per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica (lupo e orso) è suddivisa con L’Ente Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, in 1 comune quello di Trevi nel Lazio con L’ente Parco Regionale dei Monti Simbruini, mentre in 5 Comuni (Alatri, Collepardo, Guarcino, Veroli, e Vico nel Lazio) la competenza è esclusivamente a carico della Provincia. Infine il territorio del comune di Filettino ricade interamente sotto la responsabilità del Parco Regionale dei Simbruini. Bisogna precisare che ad esclusione della porzione di territorio del comune di Trevi nel Lazio che ricade nel Parco Regionale dei Monti Simbruini e del comune di Filettino, in tutti gli altri Comuni la Regione Lazio ai sensi della Legge Regionale 34/97 “Tutela degli Animali d’affezione e prevenzione del randagismo” è competente per i danni arrecati al patrimonio zootecnico dai cani randagi. Considerando esclusivamente la tabella di sintesi riferita agli indennizzi dei danni al patrimonio zootecnico risulta che nel periodo 2005-2009 i danni accertati nell’area di studio di competenza provinciale ammontano a € 105209,00 di cui solamente € 70,00 (0,07%) sono stati attribuiti all’orso e riferibili all’anno 2006 nel comune di Alvito. La restante cifra, così come comunicatoci dalla provincia è stata attribuita al lupo. A questo proposito vista l’esiguità dei dati in nostro possesso e la conseguente impossibilita di un adeguato approfondimento possiamo solo segnalare che le aree maggiormente colpite sono Alatri e Trevi nel Lazio che da sole assorbono rispettivamente il 27,03% (€ = 28418,00) e il 31,18% (€ = 32784,00) della cifra accertata nell’intero periodo.

In concusione è opportuno ribadire che alla luce dell’importanza del territorio della Provincia di Frosinone in relazione alla distribuzione dell’orso bruno marsicano, sarebbe a dir poco auspicabile attivare un efficace scambio di informazioneisul fenomeno e la gestione dei danni al bestiame domestico. Stando ai dati disponibili ad ulteriore conferma di quanto appena detto, la criticità di quest’area è testimoniata anche dal fatto che il comune di Trevi nel Lazio, il cui territorio ricade per il 70,31% nel Parco Regionale dei Monti Simbruini e che assorbe una fetta rilevante degli indennizi erogati dall’Ente Parco, risulterebbe l’area maggiormente colpita anche per la restante parte di territorio che è di competenza della Provincia.

3.2 Analisi comparativa della normativa vigente

La normativa vigente in materia di danni al bestiame domestico causati dalla fauna selvatica è presentata in Appendice. Nelle apposite tabelle abbiamo messo a confronto, da una parte, i regolamenti delle diverse aree protette, e dall’altra le specifiche leggi regionali. Questa scelta è stata dettata dal fatto che in Italia la L. 157/92 art. 26 prevede la creazione di un fondo regionale per la prevenzione e il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica al bestiame domestico, mentre la L. 394/91 stabilisce che all’interno delle aree protette sia l’Ente parco a risarcire i danni.

Per quanto riguarda i danni causati dai cani randagi la normativa di riferimento è la L 281/91, che, all’articolo 3 comma 5, stabilisce che: al fine di tutelare il patrimonio zootecnico le regioni indennizzano gli imprenditori agricoli per le perdite di capi di bestiame causate da cani randagi o inselvatichiti, accertate dal servizio veterinario dell'unita' sanitaria locale. Tuttavia in alcune Regioni e aree protette vengono indennizzati i danni causati dai cani randagi/inselvatichiti nell’ambito della normativa che si occupa dei danni causati dalla fauna selvatica.

L’analisi dei regolamenti delle aree protette così come delle leggi regionali ha preso in considerazione solamente quelli attualmente vigenti.

La situazione nelle aree protette

Il confronto tra i regolamenti vigenti nelle 7 aree protette, prese in considerazione, viene sviluppato sui punti principali evidenziati nella tabella di riferimento (Appendice 11).

• Cosa viene indennizzato In tutte le aree protette vengono indennizzati i danni causati al bestiame domestico causati solamente dalla fauna selvatica ma non i danni causati dai cani randagi o inselvatichiti ad eccezione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e del Parco Regionale dei Monti Simbruini. A questo proposito il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise specifica nel proprio regolamento che nei casi dubbi verrà valutata la possibilità di frequentazione della zona da parte di branchi di lupi. In realtà nel territorio del PNALM un precedente regolamento (Deliberazione n.16 del 9 marzo 2004) prevedeva un indennizzo anche per i danni causati da canidi intendendo cani randagi/inselvatichiti, all’interno del territorio del parco ma non nella ZPE. Tale disposizione è stata abrogata con la Deliberazione n.46 del 19 dicembre 2008 divenuta esecutiva l’8/4/2009, e confermata dal Regolamento attualmente vigente (Deliberazione n.13 del 30/4/2011).

Il PNGSL, il PNALM e il PNM riconoscono anche le spese veterinarie sostenute per gli animali feriti, e per le specie da latte provvedono anche ad un indennizzo per il mancato prodotto fino al sopraggiungere del periodo dell’asciutta. Nel caso del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, questo indennizzo è pari al 50% del mancato prodotto.

Nel caso di danni causati dall’orso il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise vengono ammessi a rimborso pure quelli provocati ad animali, colture o strutture non strettamente connesse all’attività agricola o di allevamento.

• % indennizzo erogato I danni causati al bestiame domestico vengono indennizzati nella misura del 100% in tutte le aree protette, con alcune eccezioni legate al predatore responsabile del danno. Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini l’indennizzo è pari al 100% solo nel caso in cui il predatore responsabile sia l’orso, altrimenti è dell’80%.

Nel Parco Regionale Sirente Velino, nel caso dei danni causati dall’orso, è previsto un indennizzo del 120% del danno stimato. Anche nel Parco Nazionale della Majella in caso di danni al bestiame domestico provocati dall’orso, al fine di prevenire un migliore regime di prevenzione del danno e mitigazione del conflitto, l’importo dell’indennizzo è aumentato del 20% rispetto al valore del prezziario.

In tutte le aree protette esistono delle clausole che possono limitare la percentuale dell’indennizzo erogato nel caso di particolari inadempienze o inottemperanze da parte degli allevatori.

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini stabilisce che l’indennizzo erogato sia del:

70% nel caso in cui non siano stati adottati adeguati sistemi di difesa pur esistendo le condizioni per richiedere finanziamenti a tale scopo;

40% qualora non sussista alcuna misura di prevenzione tradizionale o nel caso di evidenti carenze sotto il profilo della protezione degli animali.

Il Parco Regionale dei Monti Simbruini prevede che l’indennizzo erogato sia limitato al 75% nel caso in cui non siano stati attuati i sistemi di prevenzione prescritti dall’Ente Parco nel corso di un precedente evento dannoso, e al 50% se inosservanza prosegue fino all’esclusione totale dal contributo per danni successivi.

Le clausole stabilite dal Parco regionale Sirente Velino limitano l’indennizzo erogato al 40% del danno stimato se vengono accertate carenze sotto il profilo della protezione degli animali, e/o non siano state adottate adeguate misure di prevenzione pur esistendo le condizioni per richiedere i contributi stanziati a tale scopo. In particolare specifica che la riduzione dell’indennizzo è legata ad animali non controllati giornalmente dall’allevatore anche con l’ausilio di idonei cani da difesa , o all’ assenza di stazzi per il ricovero notturno del bestiame, e qualora i cani da guardiania non siano regolarmente iscritti all’anagrafe canina.

In maniera analoga il Parco Nazionale della Majella prevede una riduzione del 50% nel caso in cui non siano stati adottati adeguati sistemi di prevenzione tradizionale, pur sussistendone le condizioni.

Solamente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga viene specificato che l’indennizzo è ridotto nella misura del 50% per i soggetti il cui reddito non è formato prevalentemente dai ricavi dell’attività di agricoltura e zootecnia, tuttavia è precisato che talora tali soggetti si adoperino per la messa in opera di adeguate misure di prevenzione dei danni, l’indenizzo sarà pari al 100% del danno stimato.

Infine un tetto a ciascun indennizzo viene posto solo dal Parco Nazionale dei Sibillini, che lo fissa a € 25800,00 per danni alle persone e a € 10300,00 per i danni al patrimonio agro-forestale e zootecnico

• Chi è incaricato di accertare il danno? L’accertamento dei danni è compito del Corpo Forestale dello Stato del Coordinamento territoriale per l’Ambiente (CTA) nei Parchi Nazionali del Gran Sasso e dei Monti della Laga, della Majella , dei Monti Sibillini, e nel Parco Regionale Sirente Velino, dove può avvenire in collaborazione con i servizi veterinari delle ASL competenti. Nel PNM il CTA è tenuto ad avverire tempestivamente il medico veterinario del Parco che prenderà parte al sopralluogo effettuando apposita perizia medico-legale al fine di accertare la causa di morte degli animali. Qualora il medico-veterinario fosse impossibilitato a presenziare al sopralluogo il personale del CTA procederà autonomamente.

Nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise viene impiegato il servizio di sorveglianza e quello dell’Ente eventualmente coadiuvati dal CTA, da un veterinario scelto dal danneggiato, e dal veterinario della ASL competente.

Nel Parco Regionale dei Monti Simbruini l’accertamento viene effettuato dai guardaparco, competenti per formazione, in sopralluogo congiunto con il veterinario della ASL, mentre nella Riserva delle Montagne della Duchessa oltre a 2 guardiaparco è coinvolto un funzionario tecnico dell’Ente Parco.

• Quali compiti deve assolvere chi accerta il danno? Nel PNM, PNS PNGSL PNALM e PRSV il compito del personale incaricato dell’accertamento è quello di raccogliere le denunce, redigere il verbale del danno, e proporre indennizzo relativo all’Ente Parco. Nel regolamento dei primi 4 Enti viene inoltre sottolineato che la proposta di indennizzo deve contenere anche le indicazioni utili al controllo o limitazione di danni futuri.

Nel PNM si fa esplicito riferimento al fatto che il personale del CTA debba redigere il verbale d’accertamento utilizzando il database informatizzato del Parco, e raccogliere un’accurata documentazione fotografica del caso e compilare scheda standardizzata di raccolta dati.

Per il PRMS viene esplicitato che il verbale del danno deve contenere informazioni relative alla gestione del bestiame e alla dinamica dell’attacco, mentre anche nella RNMD è richiesta anche una documentazione fotografica del caso.

• Quando effettuare l’accertamento? Nei regolamenti del PNALM PNGSL PNM e PRVS viene esplicitato che l’accertamento deve essere effettuato in tempo utile per accertare la causa di morte degli animali, mentre per quanto riguarda la RNRMD viene indicato un limite temporale: ovverosia entro 48 ore dal ricevimento della denuncia . Solamente nel regolamento del PNS e del PRMS non è espressamente indicato niente in proposito.

• Quando trasmettere risultanze accertamento? L’intervallo di tempo indicato per trasmettere le risultanze dell’accertamento varia da 20 giorni (PRVS) a 60 giorni (PNS), mentre per il PRMS e RNRMD nulla è specificato a proposito. In ogni caso è più rilevante confrontare i tempi indicati per la liquidazione del danno (vedi sotto).

• Quando effettuare la denuncia? I tempi per effettuare la denuncia sono per il PNM, il PNGSL, il PNS e il PRVS entro le 24 successive alla scoperta del danno, entro e non oltre le 36 ore per il PRMS, il giorno stesso della scoperta del danno per la RNRMD, e entro le 48 ore per il PNALM.

• Valutazione del danno I danni alla zootenia sono calcolati sulla base dei valori fissati dai mercuriali della Camera di Commercio territorialmente competente per tutte le aree protette, prese in considerazione, Per il PNALM e il PNGSL e il PNM si fa riferimento a un tariffario elaborato direttamente dall’Ente Parco, realizzato comunque sulla base di indagini di mercato comparative o sulla base di valori fissati da mercuriali delle Camere di Commercio territorialmente competenti.

• Liquidazione del danno La liquidazione dei danni deve avvenire entro 90 giorni dal ricevimento della denuncia in tutte le aree protette, tranne che per la RNRMD, in cui il termine è fissato entro 60 giorni. In questo caso infatti è il direttore della Riserva che entro 30 giorni dalla richiesta di indennizzo, deve esprimere un parere sulla valutazione del danno e quindi trasmettere la documentazione relativa all’ufficio tecnico e all’economato del comune di Borgorose, che entro i successivi 30 giorni provvederà alla liquidazione del danno. Nel PNM la liquidazione è fissata entro i 90 giorni dall’evento dannoso e comunque non oltre i 60 giorni dal ricevimento dell’istruttoria da parte del CTA.

Nel regolamento del PRVS è specificato che per pe danni superiori a € 5000,00 il termine per la liquidazione può arrivare a 120 giorni.

In tutti i regolamenti viene esplicitato che, per un’eventuale carenza di fondi, la liquidazione dei danni avviene entro il primo trimestre dell’esercizio successivo,.

Il PNGSL e il PNS specificano che in caso di un’evidente carenza di fondi l’Ente Parco provvederà ad una riduzione delle quote d’indennizzo.

Bisogna precisare che per la liquidazione dei danni esiste un apposito capitolo di bilancio, il cui fabbisogno è calcolato sulla base delle spese effettuate nelle annualità precedenti. Per questo motivo, nel caso di danni al di sopra della media, le somme stanziate possono rivelarsi insufficienti. Un altro problema può essere legato al trasferimento dei fondi dal Ministero dell’Ambiente per i Parchi Nazionali, e dalle Regioni nel caso delle aree protette regionali.

• Criteri di esclusione dall’indennizzo I criteri comuni fissati dai vari Enti che determinano l’esclusione dall’indennizzo previsto sono: denunce difformi dalla procedura prevista, bestiame pascolante abusivamente, e bestiame sprovvisto delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità Competenti. A questo proposito bisogna precisare che alcuni regolamenti specificano nel dettaglio questi punti.

Come abbiamo sottolineato prima altri criteri che possono portare all’esclusione del danno sono: la mancata osservanza delle prescrizioni ricevute dall’Ente gestore in materia di prevenzione dei danni (PNALM, PRVS, RNMD non citati prima); danni successivi alla messa in opera di misure di prevenzione indicate dal Parco (PNM, PNGSL); bestiame in condizioni di insufficiente custodia, ovvero di pascolo brado, salvo i casi in cui tale condizione sia accertata come eccezionale e dovuta a fattori indipendenti (ambientali, meteorologici ecc.) indipendenti dalla volontà dell’allevatore (PNM). Infine il PNS, e il PRVS, stabiliscono che danni d’importi inferiori a e 50,00 non vengono indennizzati.

Solamente nel caso del PRVS e del PNM è specificato che sono esclusi dal risarcimento coloro i quali negli ultimi 12 mesi abbiano ricevuto sanzioni amministrative notificate o riportato condanne penali passate in giudicato relative alle attività produttive oggetto del regolamento.

• Prevenzione dei danni In tutti i regolamenti viene esplicitato che l’Ente Parco può finanziare le opere necessarie alla prevenzione dei danni, ma non ci sono indicazioni specifiche su quali somme vengano devolute a tale scopo.

• Sostitutivo indennizzo dei danni Nel proprio regolamento il il PNALM e il PNGSL stabiliscono la possibilità per gli allevatori di stipulare una convenzione con l’Ente Parco che prevede una sorta di premio assicurativo da intendersi come sostitutivo dell’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica. In particolare nel PNGSL una convenzione di durata triennale per la tutela e la promozione della qualità dell’allevamento all’interno del Parco che prevede un contributo per ogni capo allevato è rivolta agli Imprenditori Agricoli a titolo principale, ai Coltivatori diretti, alle Cooperative di produzione agricola e/o di lavoro agricolo forestale alle Comunanze Agrarie ed alle Amministrazioni Separate degli Usi Civici che abbiano percepito, nel passato, indennizzi per danni al patrimonio zootecnico. I sottoscrittori della suddetta convenzione si impegnano a seguire le indicazioni in materia di gestione del bestiame elaborate dall’ente Parco, sentite le associazioni di categoria.

Per incentivare la gestione razionale dei pascoli e ridurre il conflitto con i grandi carnivori all’interno del PNALM, l’Ente Parco può assegnare agli allevatori premi a carattere assicurativo, in sostituzione degli indennizzi dei danni. A tal fine il Parco elabora una carta del rischio connessa alla presenza dei predatori sulla base della quale, insieme ad altri indicatori di struttura e consistenza aziendale stabilisce un premio assicurativo annuo che indennizza il rischio di subire danni, e sostituisce l’indennizzo dei danni che eventualmente si verificassero.

Nel regolamento del PNM l’Ente Parco, in ottemperanza a quanto previsto dal Piano del Parco, può promuovere ed effettuare appositi programmi di assistenza agli agricoltori e agli allevatori soggetti a danni da fauna selvatica: tali misure possono prevedere, previa accettazione da parte del danneggiato, anche forme di indennizzo alternative, quali la compensazione mediante fornitura di nuovi capi o prodotti agricoli, o interventi di miglioramento aziendale tesi alla riduzione del danno o del conflitto da esso generato.

Le leggi Regionali

L’analisi comparativa delle leggi Regionali è avvenuta con le stesse modalità con cui si è proceduto per i regolamenti delle aree protette. In questo caso bisogna precisare che in base al combinato disposto dell'art. 9 L. 157/92 e art. 14 lett. E L. 142/90, come sostituita dal d.lgs. 267/00, risulta che le Province, in attuazione delle norme regionali o anche autonomamente esercitano i compiti amministrativi inerenti alla protezione della fauna. Per questo motivo le specifiche modalità con cui vengono accertati i danni e erogati gli indennizzi non sono sempre esplicitati nelle leggi regionali (è il caso del Lazio e in parte dell’Abruzzo). Nella discussione seguente si fa riferimento alle leggi regionali in quanto forniscono l’indirizzo generale della materia, richiamando i diversi regolamenti vigenti laddove necessario .

All’interno di ciascuna Regione l’ente che cura l’istruttoria delle richieste di indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico può essere direttamente la Regione (Marche e Molise), la Provincia (Umbria e Abruzzo), gli ATC (Rieti e Frosinone).

• Cosa viene indennizzato

Nelle leggi regionali prese in esame vengono indennizzati i danni al patrimonio zootecnico causati dalla fauna selvatica. La normativa della Regione Marche fa esplicito riferimento a danni causati da specie di notevole interesse scientifico (lupo e aquila reale) e dal cane randagio; quella della Regione Abruzzo menziona oltre al lupo e all’aquila reale, la lince, l’orso bruno marsicano, il gatto selvatico e il tasso. La legge del Molise indica tra le specie di notevole interesse scientifico l’orso bruno marsicano, il lupo e l’aquila reale, e anche i danni causati dal cane randagio o rinselvatichito.

L’Umbria menziona genericamente la fauna selvatica o inselvatichita (includendo quindi anche i danni causati dai cani), mentre nel Lazio si fa riferimento alle specie particolarmente protette e alla fauna selvatica in generale.

Nelle leggi prese in esame, Marche, Umbria e Molise, contemplano esplicitamente anche i danni causati dai cani, mentre in Abruzzo tali danni rientrano nella legge n.86 del 21/09/1999 sul randagismo. La situazione più complicata si registra nel Lazio, dove la legge regionale n. 34 del 21/10/1997 sul randagismo prevede l’indennizzo dei danni al bestiame domestico causati dai cani, ma a questo proposito sia la provincia di Frosinone (tramite l’ATC) che la provincia di Rieti ci hanno comunicato che i danni causati dai cani non vengono indennizzati erché la Regione non stanzia i finanziamenti su quest’aspetto. Infatti per far fronte a questa situazione la Provincia di Roma con con delibera n.122 del 13 marzo 2006, ha emanato un proprio regolamento che colma questa carenza.

Per quanto riguarda il tipo di danno ammesso al rimborso solo la Regione Umbria menziona esplicitamente: le spese veterinarie sostenute per gli animali feriti, gli aborti e la perdita lattea, e le spese sostenute per lo smaltimento della carcassa.

Inoltre, caso unico anche rispetto alle aree protette, la Regione Umbria riconosce un indennizzo per i capi dispersi a seguito dell’aggressione, purchè risultanti dai registri di stalla e comunque verificabili dalle Provice.

• % indennizzo erogato Tutte le Regioni riconoscono un indennizzo pari all 100% dell’importo stimato del danno. La legge della Regione Abruzzo specifica che le Amministrazioni provinciali attribuiscono priorità alle domande prodotte dagli Agricoltori e Allevatori il cui reddito derivi prevalentemente dall’attività agricola, le istanze prodotte da soggetti diversi saranno soddisfatte con le eventuali residue disponibilità.

Nella legge della regione Umbria è specificato che l’indennizzo sarà ridotto del 50% nel caso di mancata domanda per l’installazione di sistemi di difesa degli allevamenti da parte degli agricoltori che abbiano già fatto domanda d’indennizzo nei precedenti anni, oppure mancato utilizzo dei sistemi di difesa e prevenzione già in possesso degli agricoltori.

• Chi è incaricato di accertare il danno? In tutte le Regioni la responsabilità dell’accertamento del danno è del Servizio Veterinario dell’unità sanitaria locale territorialmente competente.

• Quali compiti deve assolvere chi accerta il danno? Non vengono fornite indicazioni particolari.

• Quando effettuare l’accertamento del danno? In tutte le Regioni viene specificato che l’accertamento deve essere effettuato tempestivamente in seguito al ricevimento della denuncia, nelle Marche tale termine è fissato in un massimo di 48 ore dall’evento dannoso, mentre nell’Umbria l’accertamento del danno avviene nei due giorni lavorativi successivi al ricevimento della denuncia .

• Quando trasmettere risultanze accertamento? Le risultanze dell’accertamento devono essere trasmesse agli uffici competenti per la liquidazione dei danni, entro 10 giorni dall’accertamento del danno nelle Marche, e entro 30 giorni in Molise. Nel Lazio e in Abruzzo la legge regionale non fornisce nessuna indicazione in tal senso, ma rimanda ai diversi Regolamenti provinciali. Ad esempio nella provincia di Chieti il Servizio Ispettorato Provinciale per l’agricoltura di Chieti (SIPA), che rappresenta l’organo designato per effettuare l’accertamento e la stima dei danni provocati dalla fauna selvatica sul territorio provinciale, entro il 31 Marzo di ogni anno deve trasmettere al Sevizio Caccia della Provincia, le istanze di risarcimento danni per l’anno precedente. Nel Lazio la L.R. 17/95 specifica che per il risarcimento dei danni causati da specie particolarmente protette ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge n. 157 del 1992, si avvarrà dei comuni con le modalità previste dalla legge regionale 28 settembre 1982 n. 48. Per questo motivo in Provincia di Rieti gli allevatori effettuano la denuncia al Comune in cui è avvenuto il danno, e sono poi i Comuni a trasmettere le istanze di indennizzo agli ATC (a partire dal 2010), che a loro volta le trasmettono alla Provincia, che si occupa di richiedere alla Regione i relativi trasferimenti per la liquidazione. In Provincia di Frosinone le denunce dei danni al patrimonio zootecnico devono essere rivolte direttamente agli ATC. Entro i 15 giorni successivi ad ogni trimestre (1°, 2°, 3°, 4° trimestre di ogni anno) o cadenze inferiori da concordare tra Provincia e ATC, gli ATC comunicano al Settore agricoltura Caccia e pesca dell’Assessorato agricoltura, forestazione, caccia, pesca , protezione civile, l’elenco delle domande istruite con esito positivo e l’importo del risarcimento riconosciuto a ciascuna di esse, nonché l’importo complessivo necessario per i relativi pagamenti . In elenco a parte gli stessi ATC riporteranno le domande non ammesse a finanziamento. In Umbria le Province sono tenute a trasmettere alla Regione entro il 30 Aprile di ogni anno una dettagliata relazione contenete: il riepilogo dei danni causati dalla fauna selvatica alla

zootecnia rilevati e liquidati, con l'esatta localizzazione indicata attraverso coordinate geografiche o dati catastali. La Regione utilizza tali dati per la ripartizione dei fondi alle Province. La Legge stabilisce che a ciascuna provincia viene assegnata una somma pari alla media dei danni causati dalla fauna selvatica alla zootecnia sul territorio di propria competenza, negli ultimi tre anni.

• Quando effettuare la denuncia?

Il termine in cui effettuare la denuncia varia nelle diverse regioni. E’ fissato entro le 24 ore dal rilevamento del danno nelle Marche, entro 48 ore in Molise, ed entro il secondo giorno non festivo in Umbria. Nel Lazio e in Abruzzo si rimanda ai regolamenti provinciali

• Valutazione del danno In tutte le Regioni, l’importo del danno viene calcolato sulla base dei mercuriali della camera di commercio della provincia in cui si è verificato il danno. Nella Regione Marche la legge stabilisce che entro il 31 Marzo di ogni anno la giunta Regionale fissi i valori medi, per specie, razza, età, e caratterizzazioni oggettive a cui fare riferimento per la valutazione dei danni.

Per i capi giovani non ancora in condizioni mercantili solamente la legge della Regione Umbria fissa dei valori di riferimento. Il valore minimo indennizzabile è pari a quello corrispondente a soggetti appartenenti alle seguenti categorie:

bovini ed equini di peso vivo pari a 250 Kg;

ovini e caprini di peso vivo pari a 10Kg

• Liquidazione del danno La liquidazione dei danni deve essere effettuata entro 120 giorni dalla conclusione del procedimento, e comunque entro 150 giorni dalla presentazione della domanda secondo la legge regionale dell’Umbria, tale termine è invece di 180 giorni nelle Marche. Per quanto riguarda le altre Regioni, i termini sono fissati dai regolamenti provinciali, che specificano che la liquidazione avviene una volta che la Regione ha provveduto a trasferire i fondi necessari. In ogni caso, indipendentemente dal termine previsto per legge, molto spesso le amministrazioni sono costrette a fronteggiare una cronica carenza di fondi. La L.R. 17/2009 dell’Umbria stabilisce che la percentuale di indennizzo sul danno liquidabile è calcolata nel seguente modo: per l’anno 2009 75% per l’anno 2010 85%, e per l’anno 2011 e seguenti 100%. • Criteri di esclusione dall’indennizzo In generale i criteri di esclusione d’indennizzo riguardano la mancata completezza nella domanda di risarcimento, e la mancata osservanza delle leggi e delle disposizioni sanitarie in materia di allevamento. Per il solo settore ovi-caprino, la Regione Marche stabilisce anche, quali siano le misure di prevenzione da mettere in atto, pena l’esclusione dall’indennizzo. E’ necessario che gli allevatori abbiano un adeguato numero di cani per la difesa del gregge (sono ammesse esclusivamente le razze da guardiania e/o primi meticciamenti con queste), o adeguate recinzioni di protezione (fornendo specifiche tecniche sulla tipologia delle recinzioni cfr appendice) contro gli attacchi dei predatori.

Per quanto riguarda le tipologie d’allevamento la Regione Molise ammette il pascolo vagante, cioè senza custodia idonea, in ragione del ridotto numero dei capi degli allevamenti stanziali.

Si precisa che il pascolo vagante può essere esercitato esclusivamente su superfici pascolive e/o di uso civico, limitrofe ai ricoveri notturni del bestiame.

La legge della Regione Abruzzo stabilisce che possano essere indennizzati anche bovini ed equini pascolanti allo stato brado, condotti in conformità alle pratiche della tradizione locale.

Infine le leggi regionali dell’Umbria e del Molise stabiliscono che non si ha diritto a ricevere l’indennizzo, qualora l’animale che ha causato il danno venga ucciso, condizione che in Umbria è specificata solo per attacchi da lupo.

• Prevenzione dei danni In materia di prevenzione dei danni le uniche Regioni che danno delle esplicite indicazioni in tal senso sono l’Umbria e l’Abruzzo. In Umbria la legge stabilisce che non meno del 5% della quota messa a disposizione delle Provincia sia destinata alla sperimentazione e all’attuazione di sistemi di prevenzione dei danni. Questa percentuale sale al 15% nel caso dell’Abruzzo.

• Sostitutivo indennizzo dei danni Nessuna legge regionale prevede delle forme alternative all’indennizzo dei danni, così come previsto nel regolamento del PNALM del PNGSL o del PNM.

4. DISCUSSIONE

L’analisi dei danni al bestiame domestico condotta nel presente studio consente di effettuare una prima valutazione del fenomeno nell’area di presenza stabile e occasionale dell’orso bruno marsicano. Ribadendo i limiti interpretativi più volte sottolineati nel corso del testo, che derivano in prima istanza dal mettere insieme dati raccolti con modalità e procedure diverse, riteniamo che sia comunque fondamentale e opportuno riflettere su come vengono spese le risorse pubbliche e valutare quanto tali spese rispondano alle finalità delle normative a cui si richiamano. E’ quindi soprattutto in quest’ottica che vanno letti e interpretati i dati presentati.

Un altro problema che ci troviamo di fronte nel discutere questi risultati risiede nel fatto che non conosciamo una variabile fondamentale, ovverosia il numero di capi di bestiame domestico presenti sul territorio; solo attraverso questo dato è possibile effettuare un solido confronto tra le realtà esaminate, e valutare la reale incidenza del fenomeno. Nel corso della trattazione abbiamo confrontato i danni provenienti da Enti differenti rapportandoli alla superficie territoriale di competenza; sebbene questo fattore non risolva il problema rende comunque più comparabile la lettura simultanea dei dati.

I principali risultati ottenuti possono essere così riassunti:

• Nelle differenti aree analizzate i danni al bestiame domestico mostrano una tendenza generale aumentare nel corso degli anni presi in considerazione. Tuttavia possono presentare significative variazioni da un anno all’altro che non è possibile interpretare alla luce delle informazioni disponibili. Bisognerebbe conoscere il numero di animali domestici presenti ogni anno sul territorio, una stima puntuale della presenza dei predatori, e quindi valutare se tutti gli episodi di predazione siano correttamente denunciati dagli allevatori.

• I danni causati dall’orso, ad eccezione di quelli verificatisi all’ interno del PNALM sono decisamente trascurabili rispetto a quelli causati dai canidi;

• All’interno del territorio del PNALM, nel periodo 2008-2010, gli attacchi al bestiame domestico (includendo anche le api e danni alle strutture) causati dall’orso si sono verificati con una media annuale di 165± 39,35, e hanno determinato una spesa media annua di € 71334,55 ± 20990,49. Nel triennio preso in esame su 1842 danni al bestiame domestico liquidati dall’Ente Parco il 73,13% (n = 1347) è stato attribuito a canidi, mentre il restante 26,87% (n = 495) all’orso.

• Al di fuori del territorio di competenza del PNALM tra il 2005-2010 sono stati registrati solamente 33 attacchi al bestiame domestico (includendo anche le api, e gli animali da cortile) per un danno complessivo pari a € 24160,70. Il 48,48% (n =16) dei danni causati dall’orso è stato registrato nel territorio di competenza della Provincia de L’Aquila, il 24,24% (n =8) nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e il rimanente 27,27% (n = 9) nel PNM, nel PRSV, nel PRMS, e nel territorio di competenza delle province di Rieti, Frosinone e Chieti.

• Gli ovini risultano la specie maggiormente colpita dagli attacchi causati dai canidi in gran parte dell’area di studio, solamente in provincia di Rieti, nel PRMS, nel PRSV, in Provincia di Perugia le Terni la specie più colpita è quella dei bovini.

• Generalmente poche aziende (<5% di quelle colpite) assorbono una parte significativa (20-30%) degli indennizzi erogati dagli Enti Competenti.

• I danni non risultano uniformemente distribuiti sul territorio ma tendono a concentrasi in pochi Comuni.

• La media degli indennizzi erogati/Km2 per la liquidazione dei danni causati dai canidi calcolata per l’intero territorio di competenza degli Enti responsabili dell’indennizzo dei danni che sono inclusi nell’area di studio (tabella 50) varia da € 294,96 nel PRMS a € 1,68 nella provincia di Chieti. Logicamente una lettura critica di questi dati di sintesi non può prescindere dalle differenze dei regolamenti/leggi che disciplinano la materia, e soprattutto dovrebbe essere messa in relazione al numero di capi di bestiame presenti nelle diverse aree. Il costo medio annuo/Km2 è naturalmente influenzato dalle specie maggiormente predate in ciascuna area, in considerazione del differente valore di mercato degli animali.

• All’interno delle aree protette i costi maggiori sono stati registrati nel PRMS e nel PNALM mentre il più basso nel PNM (tabella 50).

• Considerando il territorio di competenza delle Amministrazioni Provinciali il costo più alto è stato registrato in Provincia di Isernia, seguita dalla provincia di Rieti. In provincia di Isernia il costo medio/Km2 è maggiore di quello registrato in diverse aree protette (tabella 50). Naturalmente ribadiamo che questo dato va letto in funzione del regolamento vigente all’interno del territorio preso in esame. A questo proposito va comunque sottolineato che anche dove vengono indennizzati i danni causati dai cani randagi, stando ai verbali d’accertamento, il lupo risulta nettamente (>80% dei casi) il primo predatore responsabile degli attacchi al bestiame domestico.

• Un’attenzione particolare dovrebbe essere posta in quei Comuni in cui parte del territorio ricade all’interno di un’area protetta, e parte del territorio al di fuori; in questi casi, come abbiamo sottolineato nel corso della presentazione dei risultati, può verificarsi un trattamento differenziale in termini di valutazione del danno e tempi necessari per una sua liquidazione. E’ prioritario attivare un efficace scambio di informazione tra gli Enti territorialmente limitrofi per una stima accurata dei danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico. In particolare le zone prioritarie da tenere sotto controllo sono quella parte di territorio che ricade in parte nella competenza della provincia di Frosinone, e in parte in quella del PNALM e del PRMS, e la zona di sovrapposizione tra il PNALM e ZPE e la Provincia di Isernia. In questo caso i dati in nostro possesso tendono ad indicare che non c’è chiarezza su quale sia l’ente responsabile dell’indennizzo dei danni.

• La liquidazione dei danni avviene con un ritardo cronico da parte delle Amministrazioni Provinciali, in alcuni casi anche dopo 2-3 anni dall’evento dannoso. La situazione più critica è quella della provincia di Rieti dove i danni avvenuti nel 2007 e nel 2008 non sono mai stati liquidati. Alla data del 31/03/2012 nessuna amministrazione Provinciale, fatta salva la Regione Molise, ha provveduto all’erogazione degli indennizzi per i danni avvenuti nel 2010. I tempi piu rapidi in assoluto nella liquidazione dei danni si registrano nel PNALM e nel PNM rispettivamente con una media di circa 72 e 95 giorni. Nell’ambito delle aree protette una situazione critica si registra nel Parco dei Simbruini dove a quanto ci è stato comunicato non sono ancora stati liquidati parte dei danni verificatisi nel 2009 e nel 2010, in quanto la Regione Lazio non ha ancora provveduto al trasferimento dei fondi necessari.

Ente Superficie

(Km2) N. attacchi/anno (media ±dev.st)

€ / Km2 (media)

Anni di riferimento

PNALM (ZPE inclusa) 1295,92 449 ±152,93 120,65 2008-2010 PNM 720,92 59,40 ± 18,72 40,50 2006-2010 PNGSL 1412,51 ---- 88,67 2005-2010* PNS 694,02 35 ± 12,30 ---- 2005-2010 PRMS 298,18 178,33 ± 47,04 294,96 2005-2010 PRSV 584,29 44 ± 14,26 61,70 2005-2010 RNMD 35,40 3,5 ± 1,29 46,74 2007-2010 Isernia 375,76 77,33 ± 22,87 94,51 2005-2010 L’Aquila 2285,94 122,40 ± 11,37 41,97 2006-2010 Rieti 1574,26 104,17 ± 25,55 58,73 2005-2010 Frosinone 574,66 ---- 15,90 2005-2009 Terni 129,97 9,83 ± 4,26 52,81 2005-2010 Perugia 652,65 17,50 ± 4,85 35,31 2005-2010 Chieti 218,28 1,67 ± 1,37 1,68 2005-2010

Tabella 50. Numero medio di attacchi e costo medio degli indennizzi dei danni causati dai canidi all’interno dell’area di studio ripartito tra gli Enti territorialmente competenti. (Per i dati mancanti e per una corretta interpretazione della tabella fare riferimento al capitolo risultati). * Nel PNGSL gli anni presi in considerazione sono 2005-2006-2007 e 2010

I risultati appena esposti forniscono un quadro preliminare della situazione all’interno dell’area di studio, e con tutti i limiti più volte sottolineati, consentono di individuare le aree prioritarie di intervento. L’obiettivo principale dell’analisi è proprio quello di cominciare a individuare le variabili principali che descrivono il fenomeno, senza le quali non è possibile nemmeno iniziare a pensare a come mitigare il conflitto grandi carnivori-zootecnia.

Al di là dei numeri e delle quantificazioni presentate, questo studio ha permesso di mettere in luce una serie di criticità nella politica e nella normativa relativa alla gestione degli indennizzi.

Prima di tutto occorre soffermarsi sulla difficoltà riscontrata, relativamente ad alcune porzioni dell’area di studio nell’ottenere le informazioni richieste che purtroppo, è il caso della Provincia di Frosinone, e della Regione Marche si è tradotta nell’impossibilità di avere dei dati che consentissero una valutazione puntuale del fenomeno. In altri casi i dati richiesti sono arrivati in forma parziale limitando le descrizioni delle variabili d’interesse. Questo aspetto non è da considerarsi marginale ma costituisce la spia di una mancanza di volontà di condividere le informazioni e le esperienze maturate, e conseguentemente un ostacolo all’avvio di una politica unitaria e coerente di gestione dei danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico. Probabilmente su questa situazione può avere influito anche la nostra incapacità di spiegare l’importanza del presente progetto.

Un altro aspetto curioso da sottolineare è che diversi Enti ci hanno detto che nel rispetto del Dlgs 196/2003 sulla privacy non potevano comunicare i nominativi delle aziende colpite, tuttavia è da sottolineare come in altri casi le determinazioni dirigenziali con cui si autorizzano le liquidazioni dei danni (ad es. il PNALM, o alcune determinazioni di qualche comune in Provincia di Rieti) e che riportano nome e cognome dei beneficiari degli indennizzi

erogati sono disponibili on line, in ottemperanza al decreto sulla trasparenza dei pubblici uffici.

Dal punto di vista pratico il problema principale è stato quello di trovarsi di fronte a dati archiviati in maniera completamente disomogenea, o addirittura al fatto che i dati, relativi agli episodi di predazione, sono disponibili solo in formato cartaceo (Provincia di Chieti, Provincia di Rieti, Regione Molise). L’importanza di avere un database aggiornato dei danni che contenga le informazioni di base sul singolo evento predatorio è un prerequisito essenziale per avviare una seria politica di mitigazione del danno, e per valutare quanto è stato fatto sino ad oggi. Se non è possibile conoscere in tempo reale a quali aziende, e in quali condizioni vengono erogati gli indennizzi è impensabile poter pensare di affrontare il problema. Inoltre bisogna sottolineare che una puntuale archiviazione dei dati è fondamentale per consentire una corretta capacità previsionale di spesa, necessaria alle Regione per la ripartizione dei fondi alle Province.

Nelle aree protette la situazione è sostanzialmente differente, tuttavia non c’è un’unitarietà di approccio nella archiviazione delle informazioni, per cui è risultato complicato effettuare le dovute comparazioni. In questo caso sarebbe sufficiente predisporre un database comune, che nel rispetto delle differenti esigenze locali, contenga delle informazioni standardizzate. Abbiamo riscontrato che vengono utilizzati programmi differenti per l’archiviazione dei dati e quelli utilizzati, o quanto meno il formato con cui ci sono stati inviati i dati, presenta una serie di complicazioni. Per fare un semplice esempio il formato excel se non si è attenti in fase di compilazione può produrre risultati fuorvianti; è sufficiente archiviare un nome composto di un comune o di un azienda per invalidare i conteggi effettuati, oppure l’archiviare in formato di testo delle informazioni non permette una rapida analisi dei dati, che quindi vanno nuovamente inseriti in formato differente. A questo proposito le esperienze positive maturate nel PNM o nel PNALM potrebbero essere estese alle altre aree protette.

Un passo irrinunciabile per arrivare ad affrontare in maniera omogenea i danni causati al bestiame domestico è quello di uniformare a livello normativo le procedure che disciplinano la materia. In linea generale bisogna sottolineare come i problemi principali risiedono molto spesso, non tanto nella norma, ma nella sua corretta applicazione.

A nostro avviso, e come sottolineato da diversi autori, i punti essenziali sui quali intervenire sarebbero i seguenti:

Denuncia del danno: deve essere perentoriamente fissata entro un tempo massimo di 24 ore dalla scoperta dell’evento dannoso.

Sopralluogo per l’accertamento del danno: deve essere effettuato entro 24 ore dal ricevimento della denuncia, in modo tale che l’intervallo di tempo tra l’evento dannoso e il relativo sopralluogo non superi le 48 ore.

Personale incaricato dell’accertamento: l’accertamento deve sempre essere effettuato da un medico-veterinario che abbia le necessarie competenze. E’ importante prevedere una specifica formazione in tal senso anche attraverso un continuo aggiornamento degli operatori.

Procedura tecnica dell’accertamento: è importante richiamarsi ad una procedura standardizzata dell’accertamento del danno, che preveda un’analisi sul campo delle cause di morte dell’animale attraverso una manipolazione della diretta della carcassa. In tal senso sono già disponibili diversi protocolli, che andrebbero solo discussi in maniera congiunta, per arrivare ad una loro adozione e conseguente inserimento nella normativa.

Danni ammessi all’indennizzo: è importante stabilire in maniera uniforme i danni per i quali viene erogato l’indennizzo. In particolare un iter differenziale tra i danni causati dai cani e quelli causati dal lupo, che presenta tra l’altro delle difficoltà da un punto di vista tecnico-operativo, se può avere una sua logica da un punto di vista della conservazione dei grandi carnivori, si traduce spesso in un generale malcontento da parte degli allevatori. A nostro avviso tali danni devono seguire le stesse procedure d’accertamento e liquidazione, mantenendo un’indicazione di carattere probabilistico, che ha una sua rilevanza a livello gestionale e tecnico-scientifica. Occorre ribadire che l’enfasi in fase di accertamento dovrebbe essere posta sullo stabilire se la morte dei capi di bestiame è avvenuta o meno a causa dell’aggressione di un predatore.

E’ importante ricordare che in Abruzzo con Deliberazione della Giunta Regionale n.275 del 12/4/2010 è stato stabilito che l’indennizzo previsto dall’articolo 25 della L.R. n.86/1999 a favore delle aziende agricole e zootecniche che abbiano subito la perdita del bestiame da parte di cani randagi o inselvatichiti, sarà corrisposto solo per i capi animali e nella misura del 50% del valore medio degli animali della stessa specie e categoria, secondo i criteri stabiliti dal D.M. 20 luglio 1989, n. 298 riferito alla data di aggressione.

Nel Lazio, ed in particolare in provincia di Rieti e Frosinone, per i danni causati da cani randagi o inselvatichiti la normativa di riferimento è la L.R. n.34/97, tuttavia viene precisato che la Provincia potrà applicarla quando la Regione avrà impartito le disposizioni operative e irelativi fondi.

% indennizzo erogato: tutti i danni devono essere indennizzati nella misura del 100%, effettuare delle differenze sulla base del predatore responsabile non ha nessun significato e non si ritiene che sia un sistema valido per favorire la conservazione dei grandi carnivori. Per quanto riguarda il valore attribuito al capo da indennizzare è necessario richiamarsi ad un unico prezziario di riferimento, per non creare differenze all’interno delle aree protette e del limitrofo territorio di competenza provinciale.

Prevenzione dei danni: è auspicabile che a livello normativo, come del resto già avviene in alcune Regioni e nelle aree protette, sia esplicitamente previsto che l’erogazione dell’indennizzo sia legata all’attuazione di misure di prevenzione del danno. Ancora una volta è giusto ribadire che è prioritario rendere effettivo questo criterio, perché la nostra percezione è che rimanga ancora inattuato. Del resto una corretta valutazione di questo paramentro sarebbe possibile laddove avviene un puntuale monitoraggio dei danni. E’ altresì importante che una % significativa della somma stanziata per indennizzare i danni da fauna selvatica sia devoluta all’implementazione di misure di prevenzione del danno. Bisogna sottolineare che laddove questo risulti già previsto dalla norma non viene correttamente applicato perché le somme stanziate servono a “malapena” a coprire gli indennizzi. Liquidazione dei danni: il cronico ritardo con cui vengono liquidati i danni se da un lato riflette perenne carenza di fondi, a nostro avviso è anche accentuato laddove è necessario un passaggio di informazioni tra diversi enti (ad esempio ATC, Provincia Regione) per la liquidazione degli indennizzi. In questo caso disporre di un database centralizzato che segua la pratica in tutto il suo iter sicuramente agevolerebbe la situazione e limiterebbe i ritardi nei pagamenti. Del resto bisogna sottolineare che anche laddove (PNALM o il PNM), i danni sono liquidatiin tempi estremamente rapidi (70-90 giorni in media) permane un livello di conflittualità con il mondo agricolo.

Sistemi alternativi all’indennizzo: occorre monitorare il successo di programmi alternativi al semplice indennizzo del danno, già in vigore presso alcuni Enti (PNALM, PNM PNGSL) per valutare il grado di risposta degli allevatori e la loro applicabilità in altri contesti.

In conclusione è necessario cominciare a definire quali sono gli obiettivi politico-amministrativi che si vogliono raggiungere (obiettivo di sola entità-sostenibilità economica e sociale degli indennizzi oppure anche di funzionalità/compatibilità ecologica delle specie), e superare definitivamente il mero pagamento dell’indennizzo in favore di una politica che metta in primo piano la prevenzione del danno, e condizioni l’erogazione dell’indennizzo a una gestione del bestiame compatibile con la presenza dei predatori. Laddove è consentito il pascolo brado è impensabile attuare una politica di mitigazione del conflitto. Se non si comincia a intraprendere una strada diversa il rischio è che l’indennizzo dei danni costituisca una sorta di ammortizzatore sociale, con costi sempre più insostenibili per la pubblica amministrazione, e che tra l’altro non soddisfa gli allevatori e non aiuta la causa della conservazione dei grandi carnivori.

5. BIBLIOGRAFIA CITATA CIUCCI P., BOITANI L. 2005. Conflitto tra lupo e zootecnia in Italia: metodi di studio, stato delle conoscenze, prospettive di ricerca e conservazione. Biol. Cons. Fauna 115: 26-51. CIUCCI P., BOITANI L. 2008. The Apennine brown bear: A critical review of its status and conservation problems. Ursus 19(2):130–145 (2008). CIUCCI P., BOITANI L. 2010. Riqualificazione del comparto zootecnico nell’areale interregionale dell’orso bruno marsicano. Relazione Tecnica Finale. Regione Abruzzo. Determina Dirigenziale DN8/6 del 15/04/2008.

APPENDICE

a) Regolamenti aree protette

b) Leggi Regionali

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Legge o regolamenti di riferimento

Deliberazione Commisariale n.6 del 14/5/2010

Deliberazione di consiglio direttivo n. 26 del 26 maggio 2004

Deliberazione n 13 del 30/04/2011

Deliberazione del Consiglio direttivo 49/02 – modificato con DCD 67/03, DP 8/03 (adeguamento D.D. 377/2003), DCS 41/06. Modificato con atto consiliare n. 7 del 27/03/2008 (esecutivo in data 13 giugno 2008)

Deliberazione n 33 del 21/03/2005

Deliberazione di Consiglio Direttivo n° 61/2004 così come modificato con Delibera di Consiglio Direttivo n° 5/2007 e n° 74/2007

Cosa viene indennizzato?

danni al bestiame ed agli animali da cortile, consistenti nell’uccisione o nel ferimento di capi; - danni alle strutture (pollai, stalle, recinzioni ecc.) strettamente connessi all’esercizio delle attività agricole e pastorali; - danni derivanti da perdite di produttività delle colture e degli allevamenti causati da eventi predatori, purché oggettivamente quantificabili. Nel caso di ferimento di animali, l’Ente Parco indennizza esclusivamente le spese veterinarie sostenute per la loro cura, purché identificabili attraverso la presentazione di fatture o di altra documentazione idonea

danni provocati esclusivamente al zootecnico dalla fauna selvatica. Spese veterinarie strettamente necessarie per animali feriti. Per le specie da latte, un indennizzo pari al 50% del mancato prodotto fino al sopraggiungere del periodo di asciutta.

danni provocati dalla fauna selvatica e al patrimonio zootecnico alle strutture connesse all’esercizio dell’attività agricola o di allevamento. Ferimento degli animali sulla base della documentazione delle spese. Per le specie da latte, viene indennizzato mancato prodotto fino al sopraggiungere del periodo di asciutta. Nel caso dell’orso Ente Parco indennizza tutti i danni provocati ad animali colture o strutture non strettamente connesse all’attività agricola o di allevamento.

danni provocati dalla fauna selvatica all’interno del territorio del Parco, al patrimonio zootecnico e alle persone, salvo quelli derivanti da sinistri stradali. Sono soggetti a indennizzi esclusivamente i danni provocati dai mammiferi con eccezione dei micromammiferi. danni arrecati agli allevamenti da cani randagi o inselvatichiti. Sono fatte salve le norme emanate dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria in materia di danni da canidi.

danni causati dalla fauna selvatica, inselvatichita e dai cani vaganti al al patrimonio zootecnico all’interno del territorio del Parco

danni provocati, alla zootecnia da specie di notevole interesse scientifico di cui alla L.R. 10/2003 e in particolare: Orso marsicano, Lupo appenninico, Cervo Aquila reale, Lince, Gatto selvatico, Tasso. Sono altresì indennizzati i danni causati dalle specie: Cinghiale, Volpe, Faina, Donnola, Astore. Sono esclusi dall’indennizzo i danni causati da cani randagi o inselvatichiti secondo quanto disposto dall’art. 25 della L.R. 86/99.

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS % indennizzo erogato

100% valore del danno . Riduzione del 50% nel caso in cui non siano sati adottati adeguati sistemi di prevenzione tradizionale pur sussistendone le condizioni.

100% del valore di riferimento dell’entità del danno accertato per i soggetti che svolgono attività di zootecnia e agricoltura quale prevalente fonte del proprio reddito. 50% del valore dell’entità del danno accertato viene riconosciuto ai soggetti il cui reddito non è formato prevalentemente dai ricavi dell’attività di agricoltura e zootecnia. Qualora tali soggetti si impegnino a realizzare opere di prevenzione, concordate con l’Ente, viene riconosciuto un indennizzo pari al 100% dei danni, eventualmente maggiorato di un ulteriore finanziamento dell’Ente a copertura delle spese delle opere di prevenzione

100% valore del danno 100% danni alle persone 100% danni al patrimonio agroforestale e zootecnico nel caso di danni causati dall’orso, altrimenti 80%. Ciascun indennizzo non potrà superare € 25.800,00 per i danni alle persone, € 10.300,00 per i danni al patrimonio agro-forestale e zootecnico. Indennizzo ridotto in misura del: 70% nel caso in cui non siano stati adottati adeguati sistemi di difesa pur esistendo le condizioni per richiedere gli eventuali contributi finalizzati a tale scopo; 40% nel caso non sussista alcuna misura di prevenzione tradizionale o nei casi in cui siano evidenziate, come da rapporto del C.F.S., evidenti carenze sotto il profilo della protezione degli animali allevati o delle colture agrarie.

100% del danno. Riduzione del 25% nel caso non siano stati attuati interventi di prevenzione prescritti dal Parco nel corso di un precedente evento dannoso, e del 50% se inosservanza prosegue, fino ad arrivare all’esclusione dal contributo per danni successivi

120% danni da orso; 100 % per i danni al bestiame causati dalla specie lupo;; 40 % nel caso in cui siano evidenziate carenze sotto il profilo della protezione degli animali e delle colture agrarie e/o non siano state adottate adeguati sistemi di difesa pur esistendo le condizioni per richiedere gli eventuali contributi finalizzati a tale scopo; 40 % nel caso in cui sia possibile accertare che il danno sia dovuto all’attacco di predatori su animali abbandonati ovvero non controllati giornalmente o condotti al pascolo senza alcuna forma di protezione in particolare durante le ore notturne ovvero qualora l’allevatore non provvede alla custodia e sorveglianza, anche con l’ausilio di idonei cani da pastore delle greggi ed il loro ricovero durante la notte negli stazzi, parimenti sorvegliati da idonei cani pastore, e/o laddove i cani da guardiania del bestiame danneggiato non siano regolarmente registrati all’anagrafe canina.

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Chi è incaricato di accertare il danno?

Corpo Forestale dello Stato del Coordinamento territoriale per l’Ambiente (C.T.A) del PNM. Che deve tempestivamente avvertire il veterinario dell’Ente. Qualora il veterinario sia impossibilitato a venire il CTA procederà autonomamente.

Corpo Forestale dello Stato del Coordinamento territoriale per l’Ambiente (C.T.A) del PNGSL

Servizio di sorveglianza e veterinario dell’Ente eventualmente coadiuvati dal CTA, da un veterinario scelto dal danneggiato, e dal veterinario della ASL competente

Corpo Forestale dello Stato del Coordinamento territoriale per l’Ambiente (C.T.A) del PNS. Il soggetto verbalizzante può acquisire, ove necessario per una corretta valutazione, il parere di un medico veterinario. Nel caso di danni alle persone il verbale di accertamento dell’evento dannoso può essere redatto da agenti di polizia territorialmente competenti. Per i danni alle persone l’accertamento e la valutazione del danno vengono effettuati sulla base di apposita perizia medico-legale redatta dalla AUSL convenzionate con l’Ente Parco. Le spese per la valutazione del danno sono comunque a carico dell’Ente Parco.

Personale Guardiaparco dell’Ente, competente per formazione, preferibilmente in sopralluogo congiunto con il personale veterinario della ASL competente Il Parco, per le operazioni di accertamento e verifica della stima del danno, potrà avvalersi oltre che di personale alle proprie dipendenze anche di tecnici abilitati con provata esperienza nel settore previa sottoscrizione di convenzione o disciplinare

Corpo Forestale dello Stato che opera tramite i comandi stazione, in eventuale collaborazione con i S e r vizi Veterinari delle ASSL competenti territorialmente e con eventuali tecnici indicati dall’Ente Parco

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Quali compiti deve assolvere chi accerta il danno?

Raccogliere le denunce, redigere verbale del danno, certificarne la causa, di morte valutare il danno utilizzando il database informatizzato dell’Ente.

Proposta di indennizzo deve contenere anche le indicazioni utili a diminuire la vulnerabilità dell’attivitò danneggiata.

Al verbale di accertamento dovrranno essere allegate la scheda relativa alla procedura standard di accertamento danni proposta dall’Ente Parco , e accurata documentazione fotografica del caso.

Raccogliere le denunce, redigere verbale del danno, certificarne la causa, e esprimere valutare il danno e proporre all’Ente Parco indennizzo relativo. Documentazione può contenere anche le indicazioni utili al controllo o limitazione di ulteriori danni futuri. L’Ente Parco può di disporre delle colture e dei prodotti danneggiati per un eventuale loro impiego per campagne alimentari a favore della fauna selvatica

Raccogliere le denunce, redigere il verbale del danno, certificarne la causa. Il verbale del danno deve contenere il parere favorevole o non favorevole all’ammisibilità dell’indennizzo. La quantificazione economica dell’indennizzo verrà effettuata a posteriori dal servizio responsabile dei procedimenti in materia di danno all’Ente Parco .

Raccogliere le denunce, redigere verbale del danno, certificarne la causa, valutare il danno e proporre all’Ente Parco indennizzo relativo. Documentazione debbono contenere, ove applicabili, indicazioni di interventi utili al controllo o limitazione di ulteriori danni futuri.

Redigere apposito verbale e certificazione sanitaria; Verbale contiene anche informazioni relative alla gestione del bestiame e dinamica dell’attacco

Raccogliere le denunce, redigere verbale del danno, certificarne la causa, valutare il danno e proporre all’Ente Parco indennizzo relativo, e le altre necessarie informazioni, unitamente alle eventuali informazioni ed indicazioni utili a diminuire la vulnerabilità ell’attività danneggiata. La partecipazione del danneggiato alla visita sopralluogo è obbligatoria. Per i danni a carico della zootecnia, ai fini di una corretta valutazione, il soggetto verbalizzante può, ove necessario, acquisire il parere del competente ufficiale veterinario

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Quando effettuare accertamento?

Minore tempo possibile dal ricevimento della denuncia, comunque in tempo utile per accertarne la causa.

Minore tempo possibile dal ricevimento della denuncia, comunque in tempo utile per accertarne la causa.

In tempo utile per accertarne la causa.

Non specificato nulla di particolare

Non specificato nulla di particolare

Minore tempo possibile dal ricevimento della denuncia, comunque in tempo utile per accertarne la causa.

Quando trasmettere risultanze accertamento?

Specificato solamente che tutta la refertazione deve essere trasmessa al più presto all’Ente Parco

Non specificato Non specificato.

Entro 60 giorni dal ricevimento della denuncia del danno da parte del competente comando stazione forestale.

Non specificato

Entro 20 giorni dal ricevimento della denuncia del danno

Quando e a chi effettuare la denuncia?

Entro 24 ore successive alla scoperta del danno alla stazione del CTA territorialmente competente

Entro 24 ore successive alla scoperta del danno alla stazione del CTA territorialmente competente

Entro 48 ore successive dalla scoperta del danno alla al Parco

Entro 24 ore successive alla scoperta del danno alla stazione del CTA territorialmente competente. In caso di domande incomplete il danneggiato ha 5 giorni di tempo per regolarizzare domanda passati i quali la richiesta decade

Contestualmente alla scoperta del danno e comunque entro e non oltre 24-36 successive alla scoperta del danno all’Ente Parco

Entro 24 ore successive alla scoperta del danno alla stazione del CFS territorialmente competente, e inviandone copia al Parco

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Come effettuare la denuncia?

Compilando debitamente i moduli messi a disposizione dall’Ente Parco, oppure anche verbalmente ma in questo caso dovrà fornire tutte le indicazioni utili per consentire il sopralluogo, al quale il denunciante dovrà presenziare anche per compilare il modulo della denuncia.

Compilando debitamente i moduli messi a disposizione dall’Ente Parco, oppure anche verbalmente ma in questo caso dovrà fornire tutte le indicazioni utili per consentire il sopralluogo, al quale il denunciante dovrà presenziare anche per compilare il modulo della denuncia.

Compilando debitamente i moduli messi a disposizione dall’Ente Parco, oppure anche verbalmente ma in questo caso dovrà fornire tutte le indicazioni utili per consentire il sopralluogo, al quale il denunciante dovrà presenziare anche per compilare il modulo della denuncia.

Compilando debitamente i moduli messi a disposizione dall’Ente Parco

La denuncia deve essere effettuata telefonicamente al personale del parco. Alla telefonata deve comunque seguire comunicazione di richiesta di risarcimento danni entro le medesime 24-36 ore secondo il modulo apposito, reperibile presso gli uffici del Parco o presso le sedi degli uffici comunali, compilato in ogni sua parte. Il modulo dovrà essere consegnato a mano o inviato via fax presso gli uffici del Parco. Il richiedente si dovrà quindi rendere disponibile ed essere presente all’atto del sopralluogo finalizzato all’accertamento del danno.

La denuncia deve essere effettuata impiegando uno degli appositi moduli messi a disposizione del Parco e deve contenere tutti gli elementi in esso indicati. Nell’attesa dei sopralluoghi l’allevatore non dovrà rimuovere la/le carcassa/e del/degli animale/i dal luogo dell’uccisione e provvedere alla sua copertura con apposito telo

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Criteri di esclusione dall’indennizzo

Denunce difformi dalla procedura prevista Bestiame al pascolo fuori dai termini della monticazione come stabiliti dalla normativa vigente; Bestiame al pascolo in zone non autorizzate Bestiame in condizioni di insufficiente custodia ovvero, di pascolo brado, salvo i casi in cui tale condizione sia indipendente dalla volontà dell’allevatore, Bestiame non in regola con la normativa sanitaria vigente Resti degli animali insufficienti a stabilire le reali cause di morte Coloro i quali negli ultimi 12 mesi abbiano ricevuto sanzioni amministrative notificate o riportato condanne penali relative alle attività produttive oggetto del presente bando passate in giudicato. Qualora il danneggiato non ottemperi alle prescrizione in materia di prevenzione fatte dall’Ente Parco.

Denunce difformi dalla procedura prevista Bestiame pascolante abusivamente Bestiame pascolante non in osservanza della normativa vigente ; danneggiato sprovvisto delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità Competenti Assenza della carcassa Resti degli animali insufficienti a stabilire le reali cause di morte Danni successivi alla messa in opera di misure preventive indicate dall’Ente Parco

Bestiame pascolante abusivamente; Bestiame per il quale non venga rispettata la normativa vigente o comunque sprovvisto delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità Competenti (Regolamento di Fida di Pascolo comunale, Regolamento di polizia veterinaria, norme sanitarie). Danni al bestiame per il quale non venga rispettata la normativa di identificazione individuale degli animali. Apiari e animali da cortile non in regola con la normativa vigente., o per cattivo uso di sistemi di prevenzione dati in comodato d’uso dal Parco. Strutture realizzate abusivamente. Assenza della carcassa, o resti degli animali insufficienti a stabilire le reali cause di morte. Solo al 50% primo danno se non vengono realizzate misure di prevenzione così come indicato dall’Ente, danni successivi non vengono indennizzati.

Denunce difformi dalla procedura prevista Bestiame pascolante abusivamente Assenza della carcassa Resti degli animali insufficienti a stabilire le reali cause di morte Importo stimato del danno inferiore a 50,00 Euro.

Bestiame pascolante abusivamente o, comunque, in violazione della normativa vigente o sprovvisto delle necessarie autorizzazioni rilasciate dalle Autorità competenti. Assenza della carcassa o resti insufficienti per stabilire le cause di morte

Bestiame pascolante abusivamente o in luoghi o periodi nei quali il pascolo è vietato ai sensi della normativa nazionale, regionale o dei piani e regolamenti comunali di utilizzo dei beni silvopastoriali e comunque dal 30 novembre al 30 aprile; in caso di non osservanza della normativa vigente in materia di allevamenti zootecnici e/o di irregolarità nell’accesso ai contributi CE destinati alla PAC e dalle disposizioni sanitarie vigenti; non provvisto delle necessarie autorizzazioni delle Autorità competenti. Assenza della carcassa dell’animale morto, o resti dell’animale insufficienti per accertare le reali cause del decesso; in presenza di dubbi sulle cause di morte del capo di bestiame. In presenza di sanzioni amministrative notificate o condanne penali relative alle attività produttive oggetto del presente bando passate in giudicato. Danni inferiori a 50,00 Euro

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Prevenzione

Ente Parco può finanziare 100% delle spese volte a limitare o ridurre condizioni di vulnerabilità rispetto alla fauna selvatica.

L’Ente Parco può anche realizzare o fornire strutture per la prevenzione dei danni

L’Ente Parco fornisce, dietro domanda e secondo propri parametri predeterminati in base alla superficie da proteggere, alle colture ed all’allevamento i mezzi necessari alle azioni di prevenzione (recinzioni elettrificate, recinzioni tradizionali, recinti di cattura ed altre azioni di prevenzione), secondo le indicazioni fornite anche dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato, al fine di eliminare o ridurre le condizioni determinanti una vulnerabilità, rispetto alla fauna selvatica, delle colture e del patrimonio zootecnico.

L’Ente Parco può subordinare indennizzo alla realizzazione di misure di prevenzione. Il Parco può concedere ad apicoltori ed allevatori che esercitino l’attività in zone particolarmente a rischio di attacco di carnivori recinzioni elettrificate e relativi accessori. Il Parco fornisce ai beneficiari necessaria assistenza tecnica. L’Ente si riserva la possibilità di effettuare controlli circa la regolare registrazione all’anagrafe canina dei cani da lavoro al seguito degli animali da lavoro realizzazione di misure di prevenzione.

L’Ente Parco, con la collaborazione del CTA, provvede a informare gli interessati relativamente alle misure atte a prevenire i danni all’agricoltura e alla zootecnia. Nei limiti delle risorse previste nel proprio bilancio l’Ente Parco finanzia, fino al 100% delle spese, l’acquisto di materiali e attrezzature per la realizzazione di azioni e interventi atti a eliminare o ridurre lo stato di rischio di danno al patrimonio agro-forestale e zootecnico.

il Parco, periodicamente può prevedere contributi anche per la costruzione di stazzi o ricoveri per il bestiame, regolarmente autorizzati ed in regola con gli strumenti urbanistici dell’area, al fine di garantire la sicurezza dei capi durante le ore notturne. A tal fine, in relazione ai fondi disponibili e sulla base di un apposito Regolamento del Parco, verrà bandito un avviso di gara, con criteri di erogazione dei finanziamenti che saranno stabiliti dal Parco. Tale avviso sarà reso noto a cura dell’Ente, anche tramite affissione all’Albo pretorio del Parco e dei Comuni del Parco. L’Ente Parco può inoltre prevedere e finanziare eventuali futuri progetti finalizzati alla prevenzione delle predazioni sul bestiame domestico, come per esempio la fornitura di cani per la guardiania allo scopo addestrati.

L’Ente Parco può finanziare, fino al 100%, le spese per la realizzazione delle azioni di prevenzione, indicate dai soggetti incaricati all’accertamento anche sentito il personale tecnico dell’Ente Parco, al fine di eliminare o ridurre le condizioni di vulnerabilità, rispetto alla fauna selvatica, delle colture e del patrimonio zootecnico; la loro realizzazione diviene obbligatoria per l’interessato una volta che il contributo richiesto sia stato accordato. La mancata realizzazione delle misure di prevenzione finanziate dall’Ente non consentirà ulteriori indennizzi per danni successivi al termine previsto dall’Ente Parco per la realizzazione dei lavori o per l’effettuazione delle spese.

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Contenzioso

Qualora il danneggiato non sottoscriva per accettazione il verbale può presentare una stima del danno alternativa redatta da un professionista abilitato, entro 10 giorni dalla notifica della stima del danno stesso. L'Ente Parco procederà alla valutazione del danno con giudizio insindacabile.

Qualora il danneggiato non riconosca la quantificazione e valutazione del danno come risultante dall’accertamento può presentare motivato ricorso presso la Commissione di valutazione straordinaria istituita presso l’Ente Parco con compiti di redimere le istanze aventi carattere di particolare complessità e delicatezza. La Commissione di valutazione straordinaria è costituita da due membri dell’Ente Parco, un membro del Corpo Forestale dello Stato ed un tecnico in rappresentanza del danneggiato. La Commissione aggiorna le proprie sedute ogni tre mesi. Le decisioni della Commissione di valutazione straordinaria sono inappellabili.

Qualora il danneggiato non riconosca la quantificazione e valutazione del danno come risultante dall’accertamento può presentare motivato ricorso presso la Commissione di valutazione straordinaria istituita presso l’Ente Parco con compiti di redimere le istanze aventi carattere di particolare complessità e delicatezza. La commissione è costituita da un membro dell’Ente Parco, un rappresentante delle associazioni deli allevatori e un tecnico esterno competente in materia. La Commissione si riunisce quando ve ne sia necessità e le sue decisioni sono inappellabili.

Nel caso di mancata accettazione della valutazione del danno accertato, il danneggiato può richiedere una nuova valutazione effettuata dal perito esperto incaricato dal Parco. Le spese sostenute per tale ulteriore perizia sono a carico del danneggiato che ne ha fatto richiesta, il quale provvede previamente al pagamento mediante bonifico bancario o bollettino postale in favore del Parco. In via eccezionale, al fine di valutare i casi di dubbia applicazione del presente disciplinare, l’istruttoria relativa alla richiesta di indennizzo può essere sottoposta all’esame di una Commissione formata dal Direttore del Parco, da un dipendente o collaboratore del Parco, dal CTA del CFS, o da loro delegati, nonché dal perito incaricato dal Parco.

Non specificato quale procedura seguire in caso di non accettazione dell’indennizzo proposto

Non specificato quale procedura seguire in caso di non accettazione dell’indennizzo proposto

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Valutazione

I danni alla zootecnia sono calcolati sulla base di indagini di mercato comparative e sulla base di valori fissati da mercuriali della Camera di commercio territorialmente competente. Sulla base di queste informazioni L’Ente Parco redige il prezziario del bestiame, soggetto almeno con cadenza annuale a revisione ed approvazione da parte degli organi competenti. Nel caso di animali feriti L’Ente Parco indennizza esclusivamente le spese veterinarie sostenute per la loro cura, purchè identificabili attraverso la presentazione di fatture o altra documentazione idonea.

I danni alla zootecnia sono calcolati secondo i valori fissati dal Prezziario delle colture e degli animali d’allevamento elaborato dall’Ente Parco, sentitele associazioni di categoria.

Per il bestiame il valore di riferimento dell’indennizzo è assunto per specie, razza, età, e caratterizzazioni oggettive, compresa l’eventuale iscrizione ad albi genealogici e registri ufficiali sulla base del tariffario ISMEA. Il ferimento degli animali è indennizzato sulla base di scontrini fiscali e fatture relativa all’acquisto di medicinali e articoli sanitari in genere finalizzati alla cura delle ferite subite, nonché delle spese veterinarie adeguatamente documentate.

Per i danni al patrimonio zootecnico il valore per specie, razza, età e caratterizzazione oggettive, compresa l’iscrizione all’albo genealogico, è quello definito dalle Regioni Marche e Umbria

Per i danni al bestiame il valore per specie, razza. età e caratterizzazioni oggettive è quello definito dalla Regione Lazio negli appositi prezziari ovvero desumibile dai mercuriali delle Camere di Commercio territorialmente competenti. Detti prezzi verranno raccolti in un apposito prezziario e aggiornato annualmente a cura del Parco ed affisso all’Albo pretorio del Parco e dei Comuni del Parco. Nel caso di esemplari di elevata qualità o genealogia sarà corrisposto un contributo del valore pari alla effettiva perdita se adeguatamente documentata La stima dei danni alle colture e al bestiame dovrà essere effettuata dai tecnici dell’Ufficio Agroforestale I danni di importo totale stimato inferiore ad € 25,82 (£.50.000) potranno essere rimborsati anche senza sopralluogo.

I danni alle colture ed alla zootecnia sono calcolati sulla base di valori fissati dai mercuriali della Camera di Commercio territorialmente competente. Per i danni al bestiame il valore di riferimento è assunto per specie, razza, età e caratterizzazione oggettive, compresa l’iscrizione all’albo genealogico. Alla denuncia di danno presentata dall’interessata dovrà essere allegata idonea documentazione attestante l’eventuale iscrizione all’albo genealogico dei capi di bestiame. Per i capi di bestiame iscritti all’albo genealogico le valutazioni tengono conto delle quotazioni ISMEA facendo riferimento alla piazza di rilevazione territorialmente più vicina

PNM PNGSL PNALM PNS PRMS PRVS Liquidazione

Entro 90 giorni dal ricevimento della denuncia, comunque entro 60 giorni dal ricevimento della documentazione attestante la proposta formale motivata di indennizzo da parte del CTA

Entro 90 giorni dal ricevimento della denuncia, comunque entro 45 giorni dal ricevimento della documentazione da parte del CTA Ogni tre mesi l’Ente procederà alla liquidazione dei danni verificatisi nel trimestre precedente, verificando di volta in volta la disponibilità dell’apposito capitolo di bilancio. In caso in cui si evidenzi una carenza di fondi, l’Ente Parco provvederà ad una riduzione delle quote di indennizzo.

Entro 90 giorni dal ricevimento della denuncia, In caso di carenza di fondi gli indennizzi sono liquidati entro il primo trimestre dell’esercizio successivo.

Entro 90 giorni dall’evento dannoso. Gli indennizzi relativi a danni accertati vengono liquidati secondo l’ordine temporale di completamento delle relative istruttorie. Gli indennizzi non liquidabili nell’esercizio cui il danno è riferito per carenza di fondi nel capitolo di bilancio diventano prioritari nell’esercizio seguente.

I contributi relativi ai danni accertati saranno liquidati secondo l’ordine temporale di ricevimento delle istanze di risarcimento e comunque entro 90 giorni dalla denuncia dell’evento dannoso. Qualora il Parco esaurisca l’apposita somma iscritta nel bilancio dell’anno in corso e non possa accertare maggiori entrate su detto capitolo, potrà rimandare l’erogazione di quanto dovuto al primo trimestre dell’anno successivo, senza che il danneggiato possa pretendere alcuna maggiorazione né a titolo di interesse né ad altro titolo.

L’Ente Parco liquida trimestralmente gli indennizzi agli aventi diritto, dopo avere ricevuto idonea documentazione da parte dei soggetti incaricati dell’accertamento. Per la liquidazione dei danni superiori ai € 5.000 per ogni singolo indennizzo la liquidazione avviene con Delibera del Consiglio Direttivo entro 120 giorni dall’evento dannoso e comunque entro 90 giorni dalla trasmissione della relativa documentazione da parte dei soggetti incaricati dell’accertamento. L’erogazione degli indennizzi è subordinata al trasferimento dei fondi sulla base della LR10/2003. A tale scopo l’Ente Parco inoltra alla Giunta Regionale formale richiesta di fondi in misura adeguata al prevedibile fabbisogno, stimato sulla base degli importi liquidati nelle annualità precedenti.

Sostitutivo indennizzo danni

Presente Presente Presente Non contemplato Non contemplato Non contemplato

Regione Marche Regione Umbria Regione Abruzzo Regione Molise Regione Lazio RNRMD

Legge o regolamenti di riferimento

L.R. 20/2/1995 n. 17 e successive modifiche e integrazioni

L.R. 29/07/2009 n. 17 e successive modifiche e integrazioni Regolamento regionale 24/2/2010 n. 5

L.R. 24/06/2003 n. 10 e successive modifiche e integrazioni

L.R. 01/02/1983 n. 6 e successive modifiche e integrazioni

L.R. 02/05/1995 n.17 e successive modifiche e integrazioni

Deliberazione del Consiglio Direttivo n 29 del 21/07/08

Cosa viene indennizzato?

Danni causati al patrimonio zootecnico da specie animali di notevole interesse scientifico (lupo e aquila reale) e da cani randagi.

Danni causati alle produzioni zootecniche da fauna selvatica con particolare riguardo al lupo e all’orso ed inselvatichita. I danni esclusivamente bovini, equini, ovini e caprini, purchè non abbandonati e ungulati selvatici poligastrici in allevamentl a scopo alimentare. Spese veterinarie sostenute per il ferimento di animali che non devono essere abbattuti; aborto e perdita lattiera; spese sostenute per lo smaltimento della carcassa; capi dispersi, a seguito dell' aggressione, purchè risultanti dai registri di stalla o altrimenti documentabili.

Danni causati al patrimonio zootecnico da specie animali di notevole interesse scientifico (lupo, orso bruno marsicano, aquila reale, lince, gatto selvatico, tasso). Per il ristoro dei danni causati al patrimonio zootecnico e alle colture agricole da animali non appartenenti alle specie suddette, le Amministrazioni provinciali attribuiscono priorità alle domande prodotte dalle Aziende Agricole, e dagli Agricoltori e dagli Allevatori il cui reddito derivi prevalentemente dall'attività agricola, riconoscendo loro, nei limiti del budget annualmente assegnato, un contributo fino al 100%. Ilsoddisfacimento delle istanze prodotte da soggetti diversi con le eventuali residue disponibilità di stanziamento.

Danni arrecati al patrimonio zootecnico delle aziende agricole della Regione dal cinghiale, dal cane randagio o rinselvatichito e dalle seguenti specie di animali in via di estinzione, di eccezionale interesse scientifico anche a livello internazionale: lupo, orso bruno marsicano, aquila reale.

Danni arrecati alle attività agricole da specie particolarmente protette ai sensi della LN 157/92, e da fauna selvatica

Danni causati e al patrimonio zootecnico dalla fauna selvatica all’interno del territorio dell’area protetta

Regione Marche Regione Umbria Regione Abruzzo Regione Molise

Regione Lazio RNRMD

% indennizzo erogato

100% del valore stimato del danno

100% del valore stimato del danno dal 2011 in poi; 2009 75%, 2010 85%

100% del valore stimato del danno

100% del valore stimato del danno

100% del valore stimato del danno

100% del valore stimato del danno

Chi è incaricato di accertare il danno?

Il servizio veterinario dell'unità sanitaria locale competente

Il servizio veterinario dell’'unità sanitaria locale competente

Il servizio Veterinario del’ unita' Sanitarie locale competente

Il servizio Veterinario del’ unita' Sanitarie locale competente

Servizi tecnici provinciali in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’unita' sanitarie locale competente

Personale della riserva, nella persona di un funzionario tecnico competente in materia e due guardiaparco .

Quali compiti deve assolvere chi accerta il danno?

Nessuna specifica particolare

Nessuna specifica particolare

Nessuna specifica particolare

Nessuna specifica particolare

Nessuna specifica particolare

Compilare verbale di accertamento del danno corredato da dettagliata documentazione fotografica

Quando effettuare accertamento?

Entro 48 ore successive al ricevimento della denuncia

Entro 2 giorni lavorativi successivi al ricevimento della richiesta d’indennizzo

Non specificato Immediatamente dopo ricevimento della denuncia

Rimanda a regolamenti attuativi stilati dalle Province

Entro 48 ore dal ricevimento della segnalazione,.

Quando trasmettere risultanze accertamento?

Entro dieci giorni dall’accertamento del danno

Entro novanta giorni dalla denuncia

Rimanda a regolamenti provinciali

Entro 30 giorni dall’accertamento

Rimanda a regolamenti provinciali

Non specificato

Quando e a chi effettuare la denuncia?

Al sindaco del comune ove si è verificato il danno, entro le 24 successive

Alla Provincia, entro due giorni dall’evento dannoso

Alla Provincia, per tempistica confronta regolamenti provinciali

Alla Giunta Regionale e consegnata al servizio veterinario dell’Unità Sanitaria Locale, entro 2 giorni dal danno

Alla Provincia, per tempistica confronta regolamenti provinciali

La denuncia deve essere presentata alla Riserva il giorno stesso del rinvenimento della carcassa o dell’animale ferito.

Regione Marche Regione Umbria Regione Abruzzo Regione Molise

Regione Lazio RNRMD

Criteri di esclusione dall’indennizzo

Mancata completezza nella domanda di risarcimento; Allevatori dovranno essere in regola con le norme per l'eradicazione delle malattie infettive. Per il solo settore ovi-caprino è necessario che gli allevatori abbiano: un adeguato numero di cani per la difesa del gregge, ammettendo esclusivamente le razze da guardiania e/o primi meticciamenti con le stesse, oppure adeguate recinzioni di protezione, di altezza non inferiore a ml. 1,80, costituite da stazzi notturni che, per l'altezza della struttura o per la particolare tipologia utilizzata (recinzione con misure anti-intrusione ) possano garantire l'incolumità del gregge dagli attacchi dei predatori o ricoveri notturni (stalle/ovili)

Qualora il bestiame domestico sia in stato di abbanono, e se il danno avviene su terreni nei quali vige il divieto di pascolo. Nel caso di danno da lupo, qualora l’animale sia stato ucciso o mutilato

Animali allevati o custoditi in difformità dalle leggi e dalle disposizioni sanitarie vigenti

Capi affetti da malattie infettive e infestive. Qualora l'animale che li ha determinati venga ucciso dal proprietario del bene danneggiato nel caso in cui vengano violate le norme che regolano il pascolo contenute nelle prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti nelle due provincie. E' ammesso in considerazione del ridotto numero dei capi degli allevamenti stanziali, ll pascolo vagante, cioè senza custodia idonea, a qualsiasi altitudine in deroga ai termini previsti dall'articolo 66 delle Prescrizioni di massima e di Polizia Forestale delle province di Campobasso e Isernia. Il pascolo vagante può essere esercitato esclusivamente su superfici pascolive di proprietà privata e/o di uso civico, limitrofe ai ricoveri del bestiame".

Danni per un valore stimato di € 51,16. Non specificato si rimanda ai regolamenti provinciali

Richiesta di risarcimento non conforme a quanto previsto dal regolamento. Mancata iscrizione capi predati negli apposti registri previsti dalla normativa vigente, e nel caso di ovini caprini bovini ed equini non siano identificabili con le marcature previste a norma di legge (marche auricolari per ovini bovini e caprini, transponder per equini). Regolare iscrizione negli appositi registri è valida anche per animali di bassa corte (polli, conigli..) e arnie. Assenza della carcassa o resti insufficienti a stabilire causa di morte o identità dell’animale predato. Qualora il decesso e le relative cause non siano messe per iscritto dal veterinario competente. Mancata manutenzione in perfetta efficienza delle misure di prevenzione assegnate dalla Riserva.

Come effettuare la Non specificato Via fax Non specificato Non specificato Non specificato

Regione Marche Regione Umbria

Regione Abruzzo

Regione Molise

Regione Lazio RNRMD

Prevenzione

Non è specificato nulla in materia

Alla sperimentazione e all’attuazione di sistemi di prevenzione dei danni va assegnata dalle province una quota non inferiore al 5% della quota messa a disposizione dalle Province

Le province devono destinare almeno il 15% della somma loro assegnata dalla Regione alla prevenzione dei danni

Non è specificato nulla in materia

Non è specificato nulla in materia

La riserva può erogare incentivi per sistemi di prevenzione dei danni come: recinzioni elettrificate, reti di filo spinato, reti metalliche. L’assegnazione avverrà con cadenza triennale mediante bando pubblico sulla base dei seguenti criteri: ammontare dei danni negli ultimi 36 mesi, e qualificazione del richiedente come imprenditore agricolo

Contenzioso

Non è specificato nulla in materia

Non è specificato nulla in materia

Non è specificato nulla in materia

Non è specificato nulla in materia

Non è specificato nulla in materia

Qualora l’interessato non sia d’accordo con il risarcimento proposto, può presentare ricorso al TAR entro 60 giorni ovvero preentare ricorso formale al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla comunicazione dell’atto.

Regione Marche Regione Umbria

Regione Abruzzo

Regione Molise

Regione Lazio RNRMD

Valutazione

La Giunta regionale fissa entro il 31 marzo di ogni anno i valori medi per specie, razza, età e caratterizzazioni oggettive, compresa l'iscrizione all'albo genealogico, sulla base delle quali verrà effettuata la valutazione

Il valore delle produzioni zootecniche danneggiate è determinato sulla base dell'indicazione dei prezzi contenuta nelle mercuriali provinciali vi -genti all'epoca del danno o, in mancanza, nelle mercuriali della provincia più vicina. Nel caso di animali giovani il valore minimo risarcibile è pari a quello corrispondente a soggetti appartenenti alle categorie: bovini ed equini di peso vivo pari a Kg 250; ovini e caprini di peso vivo pari a Kg 10. La perdita di produzione lattiera è stimata con riferimento alla produzione media per specie e periodo e, in caso di conferimento, in base alla quantità denunciata al caseificio o allo stabilimento per la trasformazione e lavorazione industriale del latte.

La stima dei danni è effettuata tenendo conto del Listino dei prezzi all’ingrosso redatto mensilmente dalle Camere di Commercio; nel caso in cui il Listino non contenga i prezzi del bene da stimare si fa riferimento ai prezzi praticati nel libero mercato a livello provinciale. Il valore di aspettativa dei capi di bestiame è calcolato in relazione al valore che il capo acquisirebbe, secondo gli usi locali, al raggiungimento dell’età/peso minimi per l’immissione sul mercato.

I danni causati al patrimonio zootecnico, alle colture ed ai soprassuoli boschivi sono liquidati nella misura del 100% del valore del mercato, secondo il prezzario approvato dalla giunta regionale

L'indennizzo è determinato sulla base dei mercuriali della camera di commercio con riferimento al periodo in cui è avvenuto il danno.

I danni alla zootecnia sono calcolati sulla base sulla base di valori fissati dai mercuriali della Camera di commercio di Rieti. Tali valori sono aggiornati periodicamente. La stima del risarcimento viene effettuata da un perito agrario, un dottore agrario, o da un dottore forestale del Ruolo Unico delle Aree Protett della Regione Lazio

Regione Marche Regione Umbria Regione Abruzzo Regione Molise Regione Lazio RNRMD Liquidazione

La concessione e la contestuale liquidazione dell'indennizzo vengono effettuate, sulla base di un piano di riparto predisposto semestralmente dal dirigente del servizio agricoltura entro l'1 marzo ed il 15 settembre di ciascun anno

Entro 120 giorni dalla conclusione del procedimento e comunuque entro 150 giorni dalla presentazione della domanda

Non specificato, si rimanda a regolamenti provinciali.

Non specificato Entro 180 giorni dall’evento dannoso

In base alla documentazione esistente il direttore della Riserva esprime parere favorevole o meno alla richiesta di risarcimento. Il parere del direttore deve essere emanato, mediante apposita determina, entro 30 giorni dal ricevimento richiesta e trasmesso all’ufficio tecnico e all’economato del comune di Borgorose. La liquidazione deve avvenire entro 30 giorni dal ricevimento determina del direttore, salvo problematiche di natura tecnica o economica

Sostitutivo indennizzo danni

Non sono previste forme alternative

Non sono previste forme alternative

Non sono previste forme alternative

Non sono previste forme alternative

Non sono previste forme alternative

Non sono previste forme