Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia - UFFICIO … · 2012-08-02 · famiglia di una...
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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese
Rassegna Stampa
26 Luglio 2012
A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP
SANITÀ
Progetti Asp, Bevilacqua chiede lumi
L'ingresso dell'azienda sanitaria
NELL'APPREZZARE la tempestività con cui la commissione straordinaria dell'Azienda sanitaria locale ha avviato alcuni progetti, per altro finanziati dalla Comunità europea per un importo di circa 682mila euro, relativi al piano regionale di prevenzione 2010/2012, il senatore Franco Bevilacqua chiede alla stessa commissione quali siano le modalità adottate per l'individuazione dei referenti che cureranno i progetti
stessi, anche in considerazione del fatto che finora le scelte sembrano essere ricadute quasi sempre sulle medesime persone.
Infatti, l'individuazione di alcuni dirigenti, quali responsabili di più progetti,po-trebbe apparire «come una palese discriminazione nei confronti di altri dipendenti facenti parte dello stesso dipartimento di pre-venzioneeaventi ugualmente titolo(ameno che non ci sia stata rinuncia da par te di questi ultimi)». Nel contempo, il parlamentare vibonese, trattandosi di misure di prevenzione legate a par ticolar i aspetti della salute dei cittadini tra cui la prevenzione degli infortuni sul lavoro, sulle malattie infettive e su quelle determinate da alimenti compresa l'acqua, chiede «quali siano gli obiettivi che l'azienda intende raggiungere attraverso l'attuazione dei progetti medesimi in modo da garantirne efficacia e risultati ».
Due aspetti importanti che, per Bevilacqua, la terna commissariale, «preposta a garantire equità, legalità e trasparenza, non avrà certamente ignorato. Forse, la strada da intraprendere per dare un segnale di discontinuità rispetto a scelte clientela-ri che hanno caratterizzato negli anni la gestione della sanità vibonese, potrebbe essere quelladell'avvisopubblico, in modo da legare - chiude il senatore del Pdl - la partecipazione, ai titoli, alle competenze e alla meritocrazia».
ISTITUZIONALE ASP VIBO Pag. 3
PUGUESi-CIACCi© Scopeìliti ha avviato il procedimento di iegge assegnando aila manager 10 giorni per controdedurre
Le si contesta un'assunzione fatta dopo la nomina a dg in violazione del blocco del turnover
direttore generale dell'azienda Pugliese-Ciaccio, Elga Rizzo, e il presidente della Regione Giuseppe Scopeìliti
«In caso di violazione di leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità della amministrazione, la Regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore generale e provvede alla sua sostituzione». È in base a questa norma, tratta dal decreto legislativo n. 502 del 1992, che l'aw. Elga Rizzo, direttore generale del "Pugliese-Ciaccio", rischia la decadenza dal prestigioso incarico che l'ha posta al vertice della più importante azienda ospedaliera della Calabria. La norma sulla decadenza del dg è riportata nel decreto n. 148 del 20 luglio emanato dal presidente della giunta regio-naie Giuseppe Scopeìliti nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario in Calabria. Il decreto ha per oggetto l'avvio di un orocedimento nei confronti
della dg Elga Rizzo per violazione dell'art. 1, comma 174, della legge 311/2004 che prevede il blocco automatico del turnover nelle aziende sanitarie e ospedaliere con problemi di disavanzo non coperto. In tali aziende non si possono più fare assunzioni. Viceversa la manager, stando a quanto si legge nel decreto del presidente Scopeìliti, ha proceduto «nell'anno 2011 all'assunzione di 13 unità di personale a tempo indeterminato, in violazione del blocco automatico del turn-over». Di conseguenza già lo scorso gennaio è stato comunicato alla Rizzo, «l'avvio del procedimento amministrativo per aver agito in difformità alle prescrizioni di legge e del Piano di rientro». La manager ha presentato allora le proprie controdeduzioni al dipartimento Tutela della salute e for
nito i chiarimenti richiesti. A seguito dell'istruttoria avviata, l'Ufficio del commissario ha rilevato che la gran parte delle 13 assunzioni sono state eseguite dalla Rizzo nella qualità non di direttore generale ma di commissario straordinario prò tempore dell'Azienda ospedaliera. Pertanto non possono essere oggi contestate all'attuale direttore generale (che è la stessa Rizzo) né tantomeno può ritenersi a lei applicabile la sanzione prevista (la decadenza) essendo il commissario già cessato dall'incarico. Resta sub iudice una sola assunzione, quella di un infermiere poiché «eseguita dall'aw. Elga Rizzo nella qualità di direttore generale dell'Ao Pugliese-Ciaccio» in violazione della norma sul blocco del turnover. E poiché per il mancato rispetto del blocco del turnover è prevista «la decadenza automatica del
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dg e la denuncia per danno erariale», e poiché, inoltre, «l'incarico di direttore generale può essere revocato prima della scadenza contrattuale ove la Giunta regionale in contraddittorio con l'interessato, accerti gravi violazioni», il commissario ad acta Scopeìliti ha precisato in primo luogo «che i contratti stipulati in violazione del blocco automatico del turnover e del divieto di effettuare spese non obbligatorie sono nulli». In secondo luogo, ha decretato di avviare in contraddittorio con l'aw. Elga Rizzo il procedimento di legge finalizzato alla decadenza assegnando alla stessa manager il termine perentorio di 10 giorni dal ricevimento del decreto per presentare le proprie controdeduzioni in relazione all'immissione in servizio dell'infermiere in questione. Avverso il decreto del commissario - che com'è noto si muove tra le maglie strette del Piano di Rientro e dei controlli del Tavolo Mas
sicci - è ammesso ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notificazione e/o pubblicazione. La manager al momento sta met-tendo a punto le controdedu-zioni dove avrà modo di contestare e confutare i rilievi che le sono stati mossi.
Un analogo procedimento per violazione del blocco del turnover è stato avviato nei confronti di altri sette direttori generali ma tutti sono stati per così dire "assolti" perché avevano eseguito le assunzioni, come del resto la stessa Rizzo nella gran parte dei casi, nella viste di commissario e non in quella, conferita loro più di recente, di direttore generale.
Dopo aver svolto l'incarico di commissario straordinario del Pugliese-Ciaccio, l'aw. Rizzo è stata nominata direttore generale della stessa Azienda ospedaliera dal commissario ad acta Scopeìliti un anno fa, l'8 luglio 2011. Proprio nei giorni scorsi ha presentato alla
stampa, in presenza dello stesso Governatore Scopeìliti, i nuovi reparti del Pugliese dove sarà allocato il centro delle chirurgie pediatriche attivato in regime di convenzione con l'ospedale Bambino Gesù di Roma. «In due anni abbiamo inaugurato cinque reparti», ha in quell'occasione ricordato la giovane manager, fiera del «faticoso lavoro svolto». Un lavoro che ora rischia di essere interrotto per via di quell'unica assunzione eseguita nella veste di direttore generale di un'Azienda che il turnover dei manager nella sua storia accidentata lo ha conosciuto al punto da farci l'abitudine. Non a caso si parla, tra gli scaramantici, di una famigerata "maledizione" del Pugliese. ** (b.c.)
L'aw. Elga Rizzo potrà controbattere alle contestazioni e anche proporre ricorso al Tar
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Emendamento alla spending review di Pd e Pdl
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Federfarma ha confermato la serrata delle farmacie nonostante itagli siano stati rivisti
ROMA —- Dietrofront della spending review sugli aggravi per farmacie e aziende farmaceutiche. I relatori alla Commissione Bilancio delSenato hanno depositato un emendamento che elimina l'aumento dello sconto dovuto dalle farmacie a favore del servizio sanitario e l'incremento della quota chele aziende versano alle Regioni. Due provvedimenti che la categoria ritiene insostenibiliper il taglio agli incassi provocato e la conseguente diminuzione di servizi da offrire al cittadino (i turni notturni per esempio). Da lì la serrata che le farmacie hanno messo i calendario per oggi. L'emendamento presentato dalla maggioranza annulla di fatto la norma che incrementa da 1,82 a 3,65 punti percentuali l'ulteriore quota che il Ssn trattiene a titolo di sconto. Salta anche l'aumento da 1,83 a 6,5 punti sulle somme che le aziende farmaceutiche devono corrispondere alle Regioni, in rapporto al prezzo di vendita al pubblico dei medicinali erogati in regime di Servizio sanitario nazionale.
LEGISLAZ.&POLITICA SANITARIA Pag. 6
Boom di richieste danni tra i pazienti
Troppi errori in ospedale Medici a rischio costretti ad assicurarsi
Cerbi, Meloni, Moscatelli ALLE PAGINE 12 E 13
Troppi errori in corsia oom di assicurazioni
per 1 camici bianchi Il rapporto Ania: nel 2010 spesi 500 milioni di euro
LUCA ROSSI TORINO
Chirurghi estetici, ginecologi e ortopedici in testa. Ma anche neuro e cardiochirurghi. Aumentano i medici che decidono di assicurarsi contro il rischio di essere denunciati per possibili errori commessi in sala operatoria. Lo rivela il rapporto Ania (FAssociazione nazionale imprese assicuratrici) 2012. Per stare più tranquilli, certo. E per evitare, magari, di incappare nella disavventura capitata ad una loro collega, una pediatra, costretta a risarcire la famiglia di una bimba morta di peritonite, anche se era all'estero in ferie quando è stato commesso l'errore. Eppure, il 19 gennaio 2011, i giudici del tribunale di Firenze hanno imposto alla dottoressa in vacanza il risarcimento di tre milioni di euro ai familiari assieme, ovviamente, alla sua sostituta e ad un medico di guardia. Questi ultimi condannati, invece, rispettivamente ad un anno e ad otto mesi.
Sta di fatto che, secondo le stime dell'Ama, le polizze per la copertura
del rischio di essere denunciati per eventuali casi di malasanità sono costate 485 milioni di euro nel 2009. E nel 2010 hanno sfiorato i 500, se si considera - soprattutto - la lievitazione del 5,3% dei soldi versati dai professionisti, a fronte di un più ridotto aumento dell'1,5% delle cifre sborsate dalle strutture mediche.
I numeri snocciolati da Roberto Manzato, direttore «vita e danni non auto» di Ania, mettono meglio a fuoco la tendenza: «Un chirurgo estetico può spendere fino a 15 mila euro l'anno, mentre i medici generici arrivano a sborsare fra i 300 e i 400 euro. I professionisti dipendenti possono pagare tra i 1000 e i 1500 euro all'anno. I prezzi più alti si hanno per le specialità più rischiose, che vanno dalla stessa chirurgia estetica alla ginecologia, fino all'ortopedia, e per i liberi professionisti».
Manzato spiega poi i motivi del boom di assicurazioni contro gli episodi di malasanità: «C'è molta litigiosità da parte dei pazienti, ma è anche cambiata la giurisprudenza. Se una volta c'erano delle complica
zioni, il medico non era civilmente responsabile dell'errore commesso. Ormai i giudici hanno deciso di intervenire anche su questo ambito». E non solo. Secondo Manzato, va considerato anche un altro aspetto: «Se il dottore dipendente sbaglia, ri-
LE CIFRE
Un chirurgo estetico spende fino a 15 mila euro all'anno Un generico 300-400 euro
LA SPIEGAZIONE
In quindici anni le denunce sono più che triplicate
I professionisti hanno paura sponde in prima battuta il luogo di cura. Ma la struttura ha il diritto di rivalsa sullo specialista che ha causato un danno nel paziente solo in caso di colpa grave o dolo. Ecco perché, come succede anche negli altri ambiti, i dottori decidono di rivolgersi alle assicurazioni. Chiunque può causare dei danni ai propri clienti e, in questo caso, ai pazienti. Funziona così: se il me-
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dico è civilmente responsabile, la compagnia lo aiuta».
E i dati parlano chiaro: c'è stata una crescita di queste polizze tra il 2000 e il 2010 del 7,8 per cento all'anno. Ancora: dei 500 milioni raccolti nel 2010, il 58 per cento riguarda le polizze stipulate dalle strutture sanitarie e il 42 per cento quelle siglate dai professionisti che hanno visto crescere in modo pesante i costi assicurativi. Impennato anche il costo me
dio per gli errori in campo medico, che ha toccato quota 27.689 euro nel 2010: due mila euro in più rispetto ai 25.083 dell'anno precedente.
Secondo le stime dell'Ama, poi, in 15 anni le denunce sono più che triplicate e mediamente sono aumentate ogni anno dell'8,2%. Dai 9.567 casi di danni denunciati nel 1994, ecco un balzo fino ai 33.682 sinistri del 2010, con un picco di 34.035 sinistri nel 2009.
Eppure, negli ospedali italiani si sbaglia più o meno come in quelli francesi, spagnoli, olan
desi e canadesi: solo cinque casi su cento. Meno della media dei dati internazionali (9%). E oltre il 56% degli episodi nel mirino riguarda errori clinici evita
bili. È quanto emerge da uno studio italiano pubblicato sulla rivista «Epi-demiologia&Prevenzione» su oltre 7500 cartelle cliniche di pazienti ricoverati nel 2008 in cinque grandi ospedali italiani. Però, per non vedersela brutta come la pediatra fiorentina, i medici, con i chirurghi estetici in testa, si rivolgono alle assicurazioni.
I numeri del fenomeno
i sinistri nel 2010
Secondo le stime dell'Ania negli ultimi quindici anni le denunce sono
più che triplicate e mediamente sono aumentate ogni anno dell'8,2%
Dai 9.567 casi di danni denunciati nel 1994 c'è stato un balzo fino ai
33.682 episodi del 2010, con un picco di 34.035 sinistri nel 2009
euro di rimborso medio nel 2010
Il costo medio per gli errori in campo medico è in crescita: duemila euro
in più rispetto ai 25.083 euro dell'anno precedente. Se il medico
dipendente sbaglia, risponde in prima battuta la struttura medica. In caso di colpa grave o dolo, però, il luogo
di cura ha il diritto di rivalsa sul medico
Le specialità più rischiose
Ginecologia e ostetrìcia Per difendersi dalle denunce dei pazienti contro la «malpractice» i ginecologi spendono fino a 10 mila euro all'anno di polizza
C T F S Chirurgia estetica Gli specialisti del ritocchino, sempre più richiesti, arrivano a spendere fino a 15 mila euro all'anno. La maggior parte delle cause li riguarda
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Chirurgia cardiaca I professori alle prese con le disfunzioni del cuore rientrano tra quelli che si rivolgono alle compagnie assicurative: alto il rischio di errore
Ortopedia e traumatologia Un'altra specialità interessata dal boom di assicurazioni: sempre più spesso i medici si rivolgono alle assicurazioni per evitare denunce
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È stato presentato ieri, a Lamezia Tenne, nella sala I dirigenti "Ferrante" dell'ospedale "Giovanni Paolo II" l'Atto dell'area aziendale dell'Asp di Catanzaro approvato da tavolo
amministrativa Massicci. L'Atto aziendale intende rimodulare l'orga-e di quella nizzazione dell'azienda sanitaria provinciale, rappre-
sanitaria sentando lo strumento nonnativo che unifica, di fatai tavolo to, le strutture sanitarie aziendali della provincia. L'or-
dei relatori ganigramma che si intende realizzare - ha detto il direttore generale dell'Asp, Gerardo Mancuso - è semplice e prevede due linee di gestione, la linea territoriale e quella ospedaliera. In partìcolar modo, l'area territoriale verrà suddivisa in tre distretti, Lamezia, Catanzaro e Soverato.
Prima i distretti erano cinque, con il distretto del Reventino e Chiaraval-le. Chiaravalle oggi è struttura ospedaliera territoriale e l'ospedale di Sove-ria è stato inserito nel distretto di Lamezia. Sarà anche prevista un'identificazione delle varie strutture ospedaliere. Lamezia Tenne, ad esempio, sarà un ospedale spoke di riferimento poiché comprenderà delle strutture di riferimento regione. Tra queste è prevista a breve l'apertura di un centro di fibrosi cistica. Secondo i dati riportati da Mancuso l'Asp di Catanzaro aveva accumulato un debito di 69 milioni di euro, sceso nel 2011 a 8,9 milioni. Il bilancio, ha detto Mancu-
II territorio era suddiviso
in cinque distretti Ora ne restano
tre
so, al 2012, per la prima volta, è stato portato in attivo. Per quanto riguarda le strutture aziendali, l'Atto prevede il taglio sia di strutture semplici che complesse. Infatti in tutto sono 240 le strutture semplici e 130 quelle complesse che verranno soppresse, per rientrare negli standard ministeriali, sia per quanto riguarda le strutture ospedaliere che quelle non ospedaliere. Il riordino riguarda anche i posti letto dovranno rispettare le direttive ministeriali.
Lamezia passerà da 242 a 232 posti letto con un taglio di dieci unità. Soveria Mannelli resterà con 28 posti letto e Soverato passerà da 79 a 80. Altro argomento importante sarà la re-distribuzione del personale. L'Asp di Catanzaro ha 3500 dipendenti tra personale medico e infermieristico. Mancano gli Oss, come ha ammesso
lo stesso direttore generale, che spera vengano al più presto integrati. Allo stato attuale esistono reparti sguarniti, soprattutto quelli front office, e unità sovradimensionate. Non si tratterebbe di integrare il personale, in particolare quello infermieristico, ma di redistribuirlo. Mancuso assicura che da qui a due mesi questo lavoro sarà fatto secondo una pianta organica già disegnata.
Alessia Trezzolillo
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il resoconto
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E il dg Mancuso JL J L
Un'Asp in attivo che è riuscita a passare da un debito annuo di circa 69 milioni di euro, a uno di otto milioni nel 2011, fino a riuscire a chiudere i primi sei mesi del 2012 con un guadagno di óoomila euro. È questo il dato che fa scattare il primo applauso durante la conferenza stampa del direttore generale dell'Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso che ha tenuto, di fronte a tutto il personale medico e sanitario, ad illustrare il rendiconto sul Tavolo Massicci portato a Roma. La spending review, ha rimarcato il dg, prevede però quattro milioni di euro in meno, dato che fa intuire come, purtroppo, il bilancio in attivo possa già considerarsi impegnato. Il piano di rientro, ha tenuto a precisare Mancuso, pone comunque al centro delle strategia l'aspetto finanziario, a causa di oltre un miliardo di debiti a livello regionale. Un debito che però è stato già contratto del 65 per cento e che permane soprattutto a causa di un'unica Asp. Ma tante sono le novità sul ta
volo. Come ad esem-ìUQ'i* | pio il completamento
della ristrutturazione dell'ospedale. È stata, infatti, approvata la delibera per il progetto esecutivo e l'avvio della gare di appalto, grazie a fondi por per 2 milioni e Scornila euro.
Inoltre, entro il 31 dicembre 2013, tutto verrà informatizzato
e abolita completamente la carta. Tagliata drasticamente anche la spesa per il farmaco, ridotta a livello regionale di 30 milioni di euro e nell'Asp di due milioni. Aumentano i posti di lunga degenza. In tutto saranno settanta. Di questi quaranta saranno realizzati a Lamezia, con il centro protesi Inali, venti a Soveria e dieci a Soverato. Due i centri di continuità assistenziale che verranno realizzati, uno sul Reventino e uno a Soverato. Pugno di ferro poi per i dipendenti che adottano comportamenti non idonei. Verranno attuati controlli ed eventualmente sporta denuncia alla magistratura o effettuati licenziamenti. Come i due avvenuti, ha confidato Mancuso, nelle ultime settimane. Una precisazione d'obbligo il direttore generale l'ha fatta relativamente alla vicenda dei dipendenti Adi (assistenza domiciliare integrata) non pagati. Per coloro che non hanno ancora ricevuto il salario sarebbero in corso di accertamento comportamenti che potrebbero preporsi come frode all'Asp. Come nel caso di un anonimo dipendente che gestendo male e a proprio tornaconto le terapiedomiciliarivanterebbequattro mila chilometri al mese di trasferta nel territorio lametiiio.
Tiziana Bagna to
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Due mesi per ridisegnare la sanità
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Il direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso ha presentato l'atto aziendale che ridisegna la rete ospedaliera e sanitaria dell'intera provincia
Drastica riduzione delle strutture semplici e complesse: da 312 passano a 127.1 dipendenti sono 3.509
Giuseppe Pugliese, Mario Catalano, Nicola Voci e Gerardo Mancuso
Giuseppe Ferri
Considerevole inversione di tendenza nella gestione dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Dopo anni di sprechi e deficit che hanno di fatto compromesso una seria e tempestiva programmazione del settore, nel primo semestre del 2012 si registra un attivo nel bilancio pari a 600 mila euro. Un risultato rimarcato dal direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso nel corso di una conferenza stampa, svoltasi ieri nella sala convegni del presidio ospedaliero lametino per tracciare un consuntivo sui 24 mesi di gestione e illustrare l'atto aziendale. «Il Piano di rientro pone al centro dell'azione gestionale delle Asp l'aspetto finanziario perché siamo chiamati a dover fronteggiare una situazione molto difficile».
In particolare, ha spiegato Mancuso, «ammonta a 1 miliardo e 70 milioni di euro il debito ereditato dalla Regione. Per questo il primo obiettivo che ci è stato dato è di ripianare i debiti oltre a quello di migliorare i servizi. Prima in Calabria un debito annuo di 254 milioni di euro: questo nel corso di 24 mesi è sceso a 120 milioni. Un'attività presentata al Tavolo Massicci e che ci è valsa una certa
considerazione da parte dei nostri autorevoli interlocutori».
In merito al dato relativo all'Asp di Catanzaro, Mancuso ha evidenziato i progressi compiuti sotto la sua gestione: «Abbiamo ereditato un debito consolidato annuo di 69 milioni di euro. Siamo passati nel 2011 a 8 milioni e 900 mila euro. Un salto notevole in poco più di 16 mesi. Oggi presentiamo un dato del tutto nuovo: il saldo dei primi 6 mesi di attività nel 2012. Per la prima volta un'Azienda sanitaria fa registrate un attivo di bilancio. Nel nostro caso di 600 mila euro. Questo vuol dire che le azioni che abbiamo messo in campo sono molto importanti e ci consentiranno di poter avere delle premialità, che non significa più soldi in quanto dalla spending review la nostra regione perderà altri 4 milioni di euro, ma il riconoscimento di deroghe legate ad argomenti prettamente gestionali». Mancuso ha quindi ribadito che «stiamo tagliando gli sprechi, incidendo sugli aspetti economico-finanziari e realizzando una serie di obiettivi di particolare rilevanza: abbiamo realizzato un progetto interamente finanziato dalla Comunità europea, attraverso fondi Por per 2 milioni e 800 mila euro, che ser-
on Mancuso
viranno per completare la ristrutturazione dell'ospedale, che potrà contare su 8 centri di riferimento regionale. Siamo intervenuti in maniera radicale nell'area del farmaco: la spesa supera la media nazionale, ma in 18 mesi in Calabria si è riusciti a risparmiare ben 30 milioni di euro. La nostra Asp ha contribuito realizzando 2 milioni di euro di risparmi».
Contestualmente all'opera di risanamento finanziario prosegue il processo di informatizzazione dell'Azienda, «di cui siamo molto fieri». Infatti, ha spiegato Mancuso, «tutte le delibere aziendali saranno visibili online. Così facendo si garantisce la trasparenza e si produrranno degli effetti concreti perché attraverso questi strumenti realizzeremo una riduzione dei tempi d'attesa». Continuerà l'impegno per la deospedalizzazione del paziente attraverso il potenziamento del progetto di assistenza domiciliare, «un servizio che dal mese di settembre sarà garantito anche con l'ausilio di strumenti informatici». Positive le valutazioni del dg in merito all'atto aziendale, «realizzato attraverso delle indicazioni che vengono fornite sia dal Ministero che dal Piano di rientro».
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Tra gli interventi previsti da rimarcare la drastica riduzione delle strutture complesse e semplici che passano rispettivamente da 120 e 192 a 55 e 72, un'organizzazione strategica più snella e la rimodulazione dei posti letto: Lamezia passa da 242 a 232; Sove-ria Mannelli rimane con 28 posti letto, Soverato da 79 passa a 80. L'ospedale di Chiaravalle è stato riconvertito in ospedale distret
tuale (Capt), mentre Soveria e Soverato diventano ospedali di riferimento per la lungodegenza.
«Abbiamo realizzato - ha detto Mancuso - una sostanziale cura dimagrante all'azienda». Infine, un accenno alla pianta organica. L'Asp può contare su 3509 addetti attualmente in servizio, tra cui 726 medici e 1210 infermieri. «Non ci sono carenze ma», ha la
mentato Mancuso, «una cattiva distribuzione del personale». $
L'Asp ha ottenuto un finanziamento dell'Ue di quasi 3 milioni di euro per ristrutturare esternamente l'ospedale
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Sanità. Resta il no netto dei governatori
Si allenta la stretta sulla farmaceutica
Farmaci, beni e servizi, ospedali. La commissione Bilancio del Senato affonda un po' meno il bisturi nella spesa sanitaria. Ma lascia intatti i saldi: 4,7 miliardi di tagli fino al 2014. Risultato di una laboriosa trattativa durata tutta la giornata fin dall'incontro tra Monti e Bersani (si veda altro servizio a pagina 7) e andata avanti fino a notte fonda sotto l'assedio delle lobby e delle Regioni. Proprio i governatori ieri sono però tornati all'attacco: sanità ingestibile e «Patto per la salute» impraticabile, hanno denunciato. E oggi le farmacie private praticano la serrata per tutta la giornata.
Gli interventi sui farmaci alla spending review riguarda
no in particolare gli sconti più leggeri richiesti a farmacisti e industrie. Quelli suibeni e servizi soprattutto i tagli ai contratti in essere. Mentre sulla riduzione dei posti letto negli ospedali si è ragionato fino all'ultimo sulla necessità di evitare automatismi, pur conservando il principio della dieta dimagrante imposta anche per primariati e strutture doppione o poco produttive.
Intanto le Regioni hanno bocciato il decreto spending che rischia di «compromettere la sostenibilità e la gestione» del sistema sanitario e di ridurre i servizi ai cittadini. La proposta è di attivare un tavolo col Governo con l'apporto dell'Agenas (Agenzia per i ser
vizi sanitari) per verificare prezzi di riferimento di beni e servizi e tariffe. Il "metodo Bondi", che solo perbeni e servizi non sanitari stima risparmi potenziali per 3,23 miliardi, è insomma seccamente respinto. «Con le Regioni il confronto è aperto», ha cercato di smussare la frattura il ministro della Salute, Renato Bal-duzzi, secondo cui con la spending review ci sarà «invarianza di servizi ai cittadini». Esattamente l'opposto di quanto sostengono i governatori. «Sarà impossibile sottoscrivere il Patto per la salute», ha frenato per i governatori Vasco Errani (Pd, Emilia Romagna). Con un altro messaggio recapitato a Balduzzi: lo stop a qualsiasi ac
celerazione del maxi decreto sanitario in gestazione. Se ne riparlerà solo a fine agosto.
Intanto oggi le ̂ mila farmacie private chiudono i battenti. Una serrata in piena regola per tutta la giornata, con l'eccezione delle farmacie aperte per turno obbligatorio e di quelle comunali. I farmacisti titolari, che lamentano tagli per 7 miliardi in dieci anni e un calo di fatturato del 10% nel primo semestre 2012, stimano 2omila posti di lavoro in meno. E ieri anche Assosistema ha calcolato il rischio di un calo dell'occupazione del 4% nel settore della sanificazione del tessile per asl e ospedali.
R.Tu. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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