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AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE PALERMO PROCEDURA CODICE PR013DIR007 DATA 16-10-2012 Prevenzione e Gestione delle Cadute della Persona Assistita Pagina 1 di 17 1

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INDICE

1. PREMESSA pag. 3

2. OGGETTO pag. 3

3. SCOPO pag. 3

4. CAMPO DI APPLICAZIONE pag. 3

5. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI pag. 4

6. LISTA DI DISTRIBUZIONE pag. 4

7. RIFERIMENTI - BIBLIOGRAFIA pag. 5

8. FATTORI DI RISCHIO DI CADUTA pag. 6

9. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ pag. 7

9.1 ATTIVITÀ PREVENTIVE E FATTORI DI RISCHIO pag. 7

9.2 LA GESTIONE DEL PAZIENTE CADUTO pag. 9

9.3 LA SEGNALAZIONE DEL PAZIENTE CADUTO pag. 9

10. MATRICE DELLE RESPONSABILITA’ pag. 10

11. MONITORAGGIO pag. 10

12. CONCLUSIONI pag. 10

13. CONSERVAZIONE DEL DOCUMENTO pag. 11

14. ALLEGATI 1-5 pag. 12-17

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1. PREMESSA Le cadute rappresentano il più comune evento avverso negli ospedali e nelle strutture residenziali e,

nella maggior parte dei casi, sono eventi potenzialmente prevenibili attraverso una valutazione

clinica ed assistenziale globale e appositi strumenti di lavoro che consentono agli operatori sanitari

di adottare le opportune azioni preventive.

Anche se l’incidenza di tali fenomeni è prevalente nella popolazione anziana, l’evento può

manifestarsi anche in soggetti più giovani.

Gli esiti correlati “all’evento caduta” rappresentano, per le strutture ospedaliere e residenziali, una

causa di aumento dei costi dovuti al prolungarsi della degenza e alle procedure diagnostiche e

terapeutiche necessarie (Smartik, 2004; Morse, 1989).

Secondo l’OMS “le cadute e i danni ad esse correlati sono una problematica prioritaria per i sistemi

sanitari e sociali in Europa e nel mondo, soprattutto tenendo conto del rapido accrescersi

dell’aspettativa di vita”.

Nel contesto internazionale, è stato valutato che mediamente il 30% delle persone con età superiore

ai 65 anni è soggetto a cadute, per le persone sopra i 75 anni, i tassi sono più elevati. Con l’avanzare

dell’età, infatti, aumenta il rischio di caduta e i conseguenti danni che possono comprendere

disabilità, ospedalizzazione e decesso.

L’evento “cadute” rientra tra gli indicatori di sicurezza delle cure dell’Agency for Health Research

and Quality e Joint Commission International lo pone tra i sei obiettivi internazionali per la

sicurezza del paziente (International Patient Safety Goals).

Anche in Italia il Ministero della Salute ha riservato una particolare attenzione a questo evento

inserendo la “Morte o grave danno per caduta di paziente”, tra gli eventi sentinella cioè quegli

eventi di particolare gravità indicativi di un serio malfunzionamento del sistema sanitario. Inoltre, allo scopo di prevenire il suo verificarsi, il Ministero della Salute ha emanato nel novembre 2011 la raccomandazione n.13 “Raccomandazione per la prevenzione e la gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie”. La suddetta raccomandazione è stata condivisa con il Comitato Tecnico delle Regioni per la Sicurezza del paziente. 2. OGGETTO L’oggetto di questa procedura è la prevenzione e la gestione delle cadute dei pazienti in ospedale.

3. SCOPO La presente procedura si prefigge di:

- migliorare la sorveglianza ed il monitoraggio del fenomeno “cadute” nei pazienti

ospedalizzati;

- prevenire le cadute in ospedale attraverso l’individuazione precoce dei pazienti con fattori di

rischio e l’attuazione di interventi assistenziali appropriati di prevenzione primaria;

- uniformare la gestione dei pazienti caduti

- identificare ed eliminare situazioni legate all’ambiente che comportano rischi di caduta;

- favorire il pronto recupero.

4. CAMPO DI APPLICAZIONE La presente procedura viene applicata in tutte le UU.OO. di diagnosi e cura e di Pronto Soccorso

dei Presidi Ospedalieri dell’ASP di Palermo.

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5. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI: U.O. / UU.OO: Unità operativa/e

ASP: Azienda Sanitaria Provinciale

P.O./PP.OO: Presidio/i Ospedaliero/i

AHRQ: Agency for Health Research and Quality

JCI: Joint Commission International

IPSG: International Patient Safety Goals

6. LISTA DI DISTRIBUZIONE

La presente procedura sarà distribuita attraverso lista di distribuzione controllata dall’U.O. Risk

Management a:

- Dipartimento della programmazione, organizzazione e controllo delle attività ospedaliere;

- Dipartimento di Medicina, di Emergenza e Accettazione;

- Dipartimento di Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Neuropsichiatria dell'Infanzia e

dell'Adolescenza;

- Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino;

- Dipartimento di Medicina Riabilitativa;

- Dipartimento delle Anestesie, delle Terapie intensive e della Terapia del Dolore;

- Distretto Ospedaliero n.1 (PP.OO. Civico Partinico, dei Bianchi Corleone);

- Distretto Ospedaliero n. 2 (PP.OO. Cimino Termini Imerese, Madonna dell'Alto Petralia

Sottana);

- Distretto Ospedaliero n. 3 (PP.OO. Ingrassia, Villa delle Ginestre);

- U.O.S. Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche.

I Responsabili delle UU.OO., utilizzando liste di distribuzione controllata, cureranno la capillare

diffusione del documento a tutto il personale coinvolto.

TERMINOLOGIA:

CADUTA “Improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione

ortostatica o assisa o clinostatica”.

La testimonianza delle cadute è basata sul ricordo del paziente e/o la descrizione della caduta

da parte dei testimoni.

CADUTA ACCIDENTALE

Quando la persona cade involontariamente (per esempio scivolando sul pavimento bagnato).

CADUTA IMPREVEDIBILE

Quando è determinata da condizioni fisiche non prevedibili fino al momento della caduta.

(per es. a causa di frattura patologica del femore o improvvisa perdita dell’equilibrio).

CADUTA PREVEDIBILE

Quando avviene o nei soggetti esposti a fattori di rischio identificabili.

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7. RIFERIMENTI - BIBLIOGRAFIA

- Ministero della Salute – Raccomandazione n. 13, RACCOMANDAZIONE PER LA

PREVENZIONE E LA GESTIONE DELLA CADUTA DEL PAZIENTE NELLE STRUTTURE

SANITARIE, novembre 2011.

- GURS 16/09/2011- Parte I n. 39 – Decreto assessorato della Salute: Approvazione dei nuovi

standard Joint Commission International per la gestione del rischio clinico: IPSG 6 elementi

misurabili,1,2,3,4.

- Morse J.M., Morse S.M. Tylco, SJ. “Development of a scala to identify the fall-prone patient”

Canadian Journal on Aging 8 (4) ; 366-367 1989.

- Schwendimann R., De Geest S., Milisen K. “Evaluation of the Morse Fall Scale in Hospitalised

Patients Institute of Nursing Scienze, University of Basel Switzerland. doi:1093, Age Ageing afj

066, 2006.

- Casati M., Maricchio R. La Documentazione infermieristica: riflessioni operative e

giuridiche. I Quaderni de L’Infermiere. In L’Infermiere N°1 – 2009.

- Dominelli C. Anziani: meno 36% cadute grazie alla propriocezione. Il Sole 24 Ore Sanità,

20 gennaio 2009.

- Caldara C., Destrebecq A., Savoldi L. Determinazione del valore predittivo di una scala di

valutazione del rischio di cadute in pazienti anziani ospedalizzati. In “Assistenza

infermieristica e ricerca” Vol. 27 N°3, Il Pensiero Scientifico Editore - settembre 2008.

- Gestione Rischio Clinico (GRC) Regione Toscana “La prevenzione delle cadute in Ospedale”

2007.

- Programma nazionale per le linee guida (PNLG). “Prevenzione delle cadute da incidente

domestico negli anziani”, documento 13 - Istituto Superiore di Sanità, maggio 2007.

- Ministero della Salute “Protocollo sperimentale di Monitoraggio degli Eventi Sentinella 1°

Rapporto settembre 2005 - febbraio 2007” - aprile 2007 - allegato 2 - “Raccomandazioni per la

sicurezza dei pazienti: cadute dei pazienti”.

- NPSA - The third report from the Patient Safety Observatory “Slips, trips and falls in

hospital” – 2007.

- Barelli P. Prevenzione delle cadute nell’anziano. Dossier infad. Editore ZADIG, n. 5 2006.

- Oliver D. et al Strategies to prevent falls and fractures in hospitals and care homes and

effect of cognitive impairment: systematic review and meta-analyses British Medical

Journal – 2006.

- Oliver D. et al. “Risk factors and risk assessment tools for falls in hospital in-patients: a

systematic review” Age and Ageing 2004.

- P. Chiari, D. Mosci, S. Fontana. Valutazione di due strumenti di misura del rischio di cadute dei

pazienti. In Assistenza infermieristica e ricerca. Vol. 21 N°3, Il Pensiero Scientifico Editore – 2002.

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8. FATTORI DI RISCHIO DI CADUTA

Si stima che circa il 14% delle cadute in Ospedale sia classificabile come accidentale, l’8% come

imprevedibile e il 78% rientri tra le cadute prevedibili per fattori di rischio identificabili.

Secondo l’OMS i fattori di rischio si possono suddividere in due categorie:

fattori estrinseci (relativi all’ambiente e alle attrezzature), e fattori intrinseci (relativi al paziente).

8.1 Fattori estrinseci relativi all’ambiente e alle attrezzature, relativi agli aspetti organizzativi

della struttura di degenza, alle caratteristiche ambientali ed ergonomiche della struttura e dei presidi

sanitari impiegati.

Considerata la ricorrenza della dinamica e dei luoghi in cui avviene la maggior parte delle cadute

(in camera nel salire e nello scendere dal letto, nel percorso dalla camera al bagno ed in bagno,

mentre si effettua l’igiene personale), i principali fattori di rischio in questo ambito sono i seguenti:

o dimensionamento inadeguato delle stanze di degenza e dei bagni;

o pavimenti e scale scivolosi a causa del consumo e/o dell’assenza di soluzioni antiscivolo;

o percorsi “ad ostacoli” per raggiungere il bagno;

o illuminazione carente in alcune aree;

o letti o barelle non regolabili in altezza;

o bagni senza supporti per sollevarsi dal WC o per fare la doccia;

o strumenti di trasporto non adeguati;

8.2 Fattori intrinseci al paziente: sono relativi alle condizioni di salute del paziente e

comprendono sia i dati anagrafici che la patologia motivo del ricovero, le comorbilità e le terapie

farmacologiche;

Tra i principali fattori di rischio riferibili alle condizioni generali del paziente possono essere

identificati:

o Anamnesi di precedenti cadute e/o ricovero causato da una caduta;

o Età ≥ 65 anni;

o Farmaci assunti (tipologia e posologia);

o Assunzione di 4 o più farmaci, indipendentemente dal tipo;

o Variazione della posologia con un incremento del dosaggio del farmaco;

o Terapia infusionale in corso;

o Patologie: circolatorie, polmonari croniche-ostruttive, depressione e artriti sono associate ad un

aumentato rischio. L’incontinenza è frequentemente presente nelle persone che cadono.

o Ridotta mobilità e alterata andatura;

o Abitudini di vita sedentarie: esse determinano riduzione della forza e indebolimento muscolare;

o Stato psicologico: paura di cadere;

o Deficit nutrizionale;

o Deficit cognitivo: anche a livello modesto è associato ad un rischio aumentato di caduta. I

pazienti affetti da demenza cadono il doppio di quelli senza deficit cognitivi;

o Problemi di vista: acuità, sensibilità al contrasto, campo visivo, cataratta, glaucoma sono fattori

contribuenti al rischio di caduta, così come le lenti bifocali o multifocali;

o Problemi ai piedi: calli, deformità, ulcere, problemi alle unghie e dolore durante il cammino

aumentano le difficoltà di equilibrio e il rischio di caduta.

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9. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ

Le attività previste nella prevenzione e gestione delle cadute si possono suddividere in tre fasi

diverse che sono schematicamente descritte nell’all.1:

9.1 ATTIVITÀ PREVENTIVE

9.2 LA GESTIONE DEL PAZIENTE CADUTO

9.3 LA SEGNALAZIONE DELL’EVENTO CADUTA

9.1 ATTIVITÀ PREVENTIVE:

Le attività di prevenzione dell’evento caduta si distinguono in:

9.1.1 Attività preventive generiche

9.1.2 Attività preventive specifiche 9.1.1 Attività preventive generiche: sono quegli interventi di prevenzione su fattori di tipo

strutturale/ambientale o su elementi di natura organizzativa rivolti a tutti i pazienti.

Fattori ambientali/strutturali da tenere sotto controllo per prevenire le cadute:

I pavimenti non debbono essere umidi, scivolosi e/o sconnessi;

I corridoi, di adeguata larghezza, dovrebbero essere dotati di corrimano e non ingombrati da

arredi potenzialmente causa di inciampo o scivolamento;

Le scale devono essere provviste di corrimano ed i gradini resi antiscivolo;

Le dimensioni dei bagni devono consentire il passaggio delle carrozzine e gli spostamenti

del paziente e, in questi ambienti, devono essere garantiti adeguati punti di appoggio (es.

maniglie doccia/vasca, corrimano);

L’altezza del letto e della barella deve essere regolata in modo che il paziente possa poggiare

facilmente i piedi sul pavimento; eventuali spondine debbono essere rimuovibili, adattabili

in altezza e possibilmente modulari, eventuali ruote e freni devono essere funzionanti e

controllati periodicamente;

I tappeti debbono essere utilizzati solo se con caratteristiche antiscivolo e se fissati sul

pavimento, nella doccia, nella vasca da bagno;

L’illuminazione degli ambienti, in particolare quella notturna vicino al letto e al bagno, deve

essere idonea e gli interruttori visibili al buio.

Interventi organizzativi da adottare per prevenire le cadute:

Il paziente che accede all’U.O./Servizio deve essere informato sui potenziali rischi legati

all’evento “caduta”;

Insegnare al paziente l’uso del campanello ed assicurarsi che sia raggiungibile;

Coinvolgere la famiglia del paziente;

Porre i pazienti con urgenze evacuative vicino al bagno;

Controllare i pazienti che assumono lassativi e/o diuretici;

Portare in bagno i pazienti a rischio, ad intervalli regolari;

Istruire i pazienti maschi soggetti a vertigini ad urinare da seduti;

Qualora il paziente sia sottoposto a terapia infusionale e, ove non vi fosse la necessità di

infondere i liquidi in modo continuativo nelle 24 ore, sarebbe utile programmare la loro

somministrazione con una pausa durante il periodo notturno;

Limitazione della contenzione: in letteratura non vi è alcuna evidenza scientifica che l’uso

della contenzione fisica o farmacologica protegga i pazienti dalle cadute;

Invitare il paziente ad urinare subito prima del riposo a letto notturno;

Far usare ai pazienti calzature con suole non scivolose;

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9.1.2 Attività preventive specifiche

Tali attività sono quelle che devono essere rivolte ai pazienti selezionati per rischio di caduta

elevato.

La valutazione clinica del rischio cadute deve essere effettuata da parte del personale medico a

tutti i pazienti che accedono all’U.O./Servizio e di essa deve essere presente annotazione in

cartella clinica. Se il paziente presenta almeno uno dei fattori intrinseci suesposti (vedi par.

8.2) deve essere sottoposto ad approfondimento da parte del personale infermieristico, tramite

la scala di valutazione “Morse” (vedi all.2), di cui deve essere presente annotazione in cartella

infermieristica.

Se da tale valutazione emerge che è presente un rischio di caduta ne deve essere informato il

paziente, i suoi familiari e tutto il personale di assistenza, e devono essere posti effettuati degli

interventi personalizzati al fine di ridurre tale rischio.

Nello specifico, la prima rilevazione del rischio di cadute permette di individuare il fabbisogno

assistenziale e viene effettuata dall’infermiere nella fase di ammissione del paziente in reparto

(entro 24 ore). Se si tratta di un ricovero urgente, la valutazione si effettuerà dopo la

stabilizzazione clinica.

Posta la diagnosi infermieristica di rischio di caduta (definito in alto, medio, basso),

l’infermiere adotta gli interventi preventivi di educazione sanitaria e gli interventi assistenziali

necessari in relazione al grado di rischio rilevato (vedi all.2 ).

Valutazioni successive:

dopo 48/72 ore dalla prima valutazione;

quando viene rilevato un cambiamento nelle condizioni cliniche del paziente;

per l’area chirurgica nell’immediato post-operatorio quando vengono effettuate variazioni

terapeutiche importanti (aggiunta o sostituzione di farmaci induttori del sonno/ansiolitici/

psicofarmaci/ benzodiazepine/diuretici ecc).

prima del trasferimento ad altra unità operativa o struttura e prima della dimissione, se

necessario, per facilitare la continuità assistenziale a domicilio.

a seguito di episodio di caduta;

Le azioni preventive specifiche per pazienti con fattori di rischio individuali vanno rivolte

prevalentemente nell’ambito di:

Assunzione di farmaci:

- intensificare i controlli dei pazienti che assumono farmaci sedativi del SNC (barbiturici,

sedativi- ipnotici, ansiolitici, alcool, antidepressivi triciclici, antipsicotici, antiparkinsoniani,

analgesici, tranquillanti, anticonvulsivanti),Cardiovascolari (diuretici, anti-

ipertensivi,antiaritmici, vasodilatatori, glucosidi cardiocinetici, lassativi/diuretici; o che

assumano 4 farmaci contemporaneamente, indipendentemente dal tipo;

- limitare le associazioni di farmaci, quando possibile (es. sedativi, ansiolitici, analgesici ecc…)

CLASSE DI FARMACI EFFETTI PREDISPONENTI ALLA CADUTA

Antidepressivi Ipotensione ortostatica, urge-incontinence

sedativi-ipnotici e ansiolitici Sedazione, confusione mentale, sonnolenza, vertigini, ecc.

Ipoglicemizzanti Ipoglicemia

Neurolettici Disturbi extrapiramidali

antianginosi e antiaritmici Ipotensione ortostatica, vertigini, aritmie

Antidepressivi Sedazione, astenia, stato confusionale, ipotensione ortostatica, tremore

Lassativi Disidratazione

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Mobilità e riposo:

controllare la deambulazione, l’equilibrio, l’affaticamento durante la mobilizzazione;

aiutare la persona ad alzarsi, sedersi e stabilizzare il corpo da un lato all’altro, per stimolare i

meccanismi di equilibrio;

istruire i pazienti ad alto rischio durante i trasferimenti;

aiutare il paziente a deambulare ad intervalli regolari, anche ricorrendo ai familiari

mantenere il letto in posizione bassa;

assicurare che i freni del letto siano bloccati;

se appropriato, utilizzare sponde;

Trasferimenti con sedie e carrozzine:

Utilizzare, ove necessario, cinture di sicurezza nelle sedie e carrozzine;

Selezionare sedie che abbiano braccioli e che siano ad altezza appropriata per sedersi ed alzarsi.

9.2 LA GESTIONE DEL PAZIENTE CADUTO:

- Valutare se la persona ha riportato lesioni prima di mobilizzarla (ferite, traumi cranici, dolori /

alterazioni dei profili ossei).

- Applicare protocollo BLS/BLSD in caso di perdita di coscienza.

- Tranquillizzare il paziente e posizionarlo in maniera appropriata e confortevole.

- Rilevare i parametri vitali: PA in clino-ortostatismo, se possibile.

- Comunicare al medico la caduta del paziente al fine di consentire una tempestiva valutazione

clinica.

- Predisporre il paziente per eventuali accertamenti diagnostici.

- Informare la famiglia della caduta analizzando insieme i fattori di rischio modificabili e relativi

interventi.

- Documentare l’evento compilando l’apposita scheda di segnalazione.

- Sorvegliare la persona caduta per complicanze tardive in caso di trauma cranico, frattura e

paziente demente, confuso/disorientato.

- Attuare interventi volti ad ridurre i fattori di rischio modificabili in quanto il paziente caduto è da

ritenersi a rischio di ulteriore caduta.

- Documentare ora luogo e circostanze dell’accaduto in cartella clinica e provvedimenti intrapresi.

9.3 LA SEGNALAZIONE DEL PAZIENTE CADUTO:

Ai fini della prevenzione e del contenimento del rischio, indipendentemente dal fatto che la caduta

abbia causato o meno un danno al paziente, è necessario comunicare tempestivamente l’evento,

tramite apposito modulo allegato alla presente, all’U.O. Risk Management che provvederà ad

approfondire adeguatamente le segnalazioni ricevute nonché a restituire agli operatori,

informazioni, riflessioni e possibili soluzioni.

La scheda di segnalazione cadute dovrà essere compilata sollecitamente dal personale medico e

infermieristico in servizio al momento dell’evento, raccogliendo informazioni esaurienti e

avvalendosi, per la descrizione della dinamica, dei resoconti del paziente, in tutti i casi in cui ciò sia

possibile, e, in tale impossibilità o ad integrazione, di altre persone che abbiano assistito

all’accaduto.

Qualora la caduta rientri tra gli eventi sentinella, ovvero “Morte o grave danno per caduta di

paziente” l'U.O. Risk Management dovrà comunicare tempestivamente tramite flusso SIMES

(Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità) la scheda A.

La Direzione Sanitaria Aziendale istituirà una commissione che avrà il compito di analizzare,

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tramite apposite metodologie (Root Causes Analysis, Audit Clinico, FMEA ecc.), le possibili cause

e individuare gli appositi piani di miglioramento. Entro 40 giorni dall’evento, l’U.O. Risk

Management invierà la scheda B nella quale dovranno essere riportati i piani di miglioramento

apportati per evitare il ripetersi dell’accaduto.

10. MATRICE DELLE RESPONSABILITA’

L’adozione della suddetta procedura nelle varie fasi operative deve avvenire in maniera sistematica

da parte di tutto il personale coinvolto, nel rispetto delle specifiche competenze secondo le

responsabilità di seguito riportate:

FIGURA CHE

SVOLGE L’ATTIVITÀ

Direzione

Sanitaria

U.O. Risk

Management

Direttore

U.O.

Medico

Coordinatore

infermieristico

Infermiere

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ

Attuazione interventi preventivi

generici R R R R

Valutazione clinica rischio cadute R C C

Somministrazione scala valutazione C R R

Segnalazione del paziente a rischio al

personale C R R

Controllo pazienti a rischio C C R

Attuazione interventi assistenziali C R R

Intervento paziente caduto R R R

Segnalazione near miss R R R R

Segnalazione evento avverso/evento

sentinella R R

Analisi dei dati/report/verifica applica-

zione della procedura R R

R = responsabile dell’azione C = collaboratore

11. MONITORAGGIO

L’U.O. Risk Management, in collaborazione con le strutture coinvolte nella prevenzione delle

cadute, effettuerà periodici Audit Clinici che verteranno sulla corretta applicazione della presente

procedura e, nello specifico:.

- Presenza, accessibilità, conoscenza e applicazione della procedura “Prevenzione e Gestione delle

Cadute della Persona Assistita”;

- Presenza delle annotazioni in cartella clinica e delle valutazioni e degli eventuali interventi

assistenziali adottati in cartella infermieristica;

- Presenza della Scheda di Comunicazione Cadute, compilata e protocollata, all’interno di tutte le

Cartelle Cliniche, in caso siano presenti in reparto pazienti caduti durante il ricovero ospedaliero;

Al termine dell’Audit in caso di presenza di non conformità verrà redatto un rapporto di audit.

12. CONCLUSIONI

Le cadute dei pazienti sono un problema che richiede priorità di intervento perché:

Problema di rilevante impatto:

importante fattore di morbosità, mortalità, disabilità;

gravità e gravosità della gestione clinico assistenziale delle cadute.

Prolungamento degenza.

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Qualità della vita e grado di dipendenza.

Valenze etiche e giuridiche.

Implicazioni tecnico-organizzative.

Questa procedura costituisce un punto di partenza per ridurre la frequenza del fenomeno “cadute” in

ospedale e si inserisce nel contesto di un progetto di miglioramento della qualità dell’assistenza.

13. CONSERVAZIONE DEL DOCUMENTO

La presente procedura va conservata in tutte le strutture in cui viene distribuita e i luoghi di

conservazione devono essere specificati per consentirne la rintracciabilità nei “Registri delle

procedure e dei documenti a supporto dell’attività clinico-assistenziale” sia delle Macrostrutture che

delle singole UU.OO. come previsto nella “Procedura per la redazione e gestione delle procedure e

di altra documentazione a supporto dell’attività clinico-assistenziale”.

Nelle strutture nelle quali la procedura viene direttamente applicata (es. UU.OO. dei Presidi

Ospedalieri) è opportuno, per consentirne la pronta disponibilità, rendere noti i luoghi di

conservazione anche attraverso avviso in apposite bacheche.

16. ALLEGATI

Allegato 1 Flow Chart - Gestione del paziente presso la struttura sanitaria

Allegato 2 – Scala di valutazione del rischio di cadute - Morse (da utilizzare per i pazienti in

ricovero ordinario)

Allegato 3 – Interventi assistenziali

Allegato 4 – Istruzioni compilazione scheda per la valutazione del rischio cadute

Allegato 5 – Scheda di segnalazione cadute

Allegato 6 – Istruzioni compilazione ed invio scheda segnalazione cadute

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Allegato 1 - Flow Chart - Gestione del paziente presso la struttura sanitaria

Il paziente accede alla U.O./Servizio

Valutazione del rischio di caduta

secondo i fattori intrinseci del paziente

Documentazione dei risultati riportati

in cartella clinica

Paziente a rischio?

Informazioni (sulla struttura, modalità di

chiamata ed eventuali rischi ecc)

Mantenimento della sorveglianza

Completamento valutazione

clinico-assistenziale (Scala Morse)

Il paziente è caduto o

ha rischiato di

Attivazione interventi personalizzati

Mantenimento della sorveglianza

Dimissione da U.O.

Rivalutazione del rischio

Il paziente è caduto o ha

rischiato di cadere Fine

Gestione specifica del Paziente

Mantenimento della sorveglianza

Dimissione da U.O. rivalutazione del rischio

NO

SI

SI

NO

NO

SI

Documentazione dei

risultati in cartella

infermieristica

Documentazione interventi

Documentazione evento ed

esiti

Invio scheda di Segnalazione Cadute

Documentazione dei risultati

Documentazione utile per continuità assistenziale

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Allegato 2 - SCALA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI CADUTE (MORSE)

P.O. U.O. Data del Ricovero

Cognome e Nome Paziente Anno di Nascita

Item valutati Ingresso 48-72h post-int.

chir. /o dopo 5gg

dall’ingresso

Variazioni o

condizioni/o dopo

la caduta

1. Anamnesi di cadute

Se il paziente è caduto nei tre mesi precedenti all’ammissione o

cade per la prima volta durante il ricovero in corso 25 25 25

2. Presenza di patologie a rischio

Se il paziente è affetto da almeno una delle patologie a rischio

(es: cerebrovascolari, cardiache, neurologiche, muscolo-

scheletriche diabete, neoplasie, ecc.)

15

15

15

3. Mobilità

Se il paziente usava o usa le stampelle, il bastone o il

deambulatore da solo 15 15 15

Se il paziente cammina senza ausili, aggrappandosi agli arredi 30 30 30

4. Terapia Endovenosa

Se il paziente deambula con un sistema di terapia endovenosa o

infusiva continua 20 20 20

5. Andatura

Se è debole, cioè se il paziente ha una postura curva pur

mantenendo l’equilibrio 10 10 10

Se è pericolosa, cioè se il paziente ha scarso equilibrio, una

marcia instabile, un passo strisciante, cammina a gambe larghe 20 20 20

6. Stato mentale

Se il paziente appare disorientato 15 15 15

TOTALE

Livello di rischio

B = Basso M = Medio A = Alto

0 - 24 25 - 50 > 51

SCHEMA RIEPILOGATIVO DELLA VALUTAZIONE COMPLESSIVA RISCHIO CADUTE

Data valutazione Punteggio totale Rischio cadute Firma infermiere

B M A

B M A

B M A

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Allegato 3 - INTERVENTI ASSISTENZIALI

Ingresso 48-72h post-int. Chir.

/o dopo 5gg ingresso

Variazioni o condizioni/o

dopo la caduta

Data e firma

Identificati i bisogni di

sicurezza del paziente

Informato il paziente sulle

modalità di richiesta

assistenza e sui rischi legati

alla mobilità non assistita

Assistere il paziente secondo i

normali standard clinico-

assistenziali

Consigliato al paziente e ai

familiari di chiamare il

personale per andare in bagno

Informati e coinvolti i

familiari

Incrementata la frequenza di

osservazioni infermieristiche

e favorita la mobilizzazioni

paziente

Posizionate le spondine del

letto per facilitare

mobilizzazione paziente

Comunicato al medico di

reparto/guardia

comportamenti a rischio del

paziente

Accompagnamento o

trasporto paziente assistito

con operatore

Altro (specificare)

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Allegato 4 – Istruzioni compilazione scala di valutazione del rischio cadute (Cut off = 25)

La scheda di valutazione del rischio cadute è un approfondimento delle informazioni raccolte

durante l’anamnesi.

Le domande del questionario vanno rivolte al paziente o, se sono presenti problemi fisici e cognitivi

che gli impediscono di rispondere, ad un familiare.

Deve essere somministrata dall’infermiere al momento dell’ingresso del paziente.

Deve essere effettuata una rivalutazione del rischio cadute dopo 48-72 ore dall’intervento chirurgico

o qualora vi siano modifiche nella terapia farmacologica che possano esporre il paziente a rischio di

cadute o dopo 5 giorni dall’ingresso.

Assegnazione dei punteggi

Ogni risposta ha un punteggio.

La somma dei punteggi ottenuti definisce il rischio di caduta:

da 0 a 24 = basso rischio da 25 a 50 = medio rischio uguale o > 51 = alto rischio

Il totale ottenuto e il relativo indice di rischio (basso, medio e alto), la data di somministrazione e la

firma dell’infermiere devono essere riportati nello schema riepilogativo della valutazione

complessiva rischio cadute.

Il retro della scheda (allegato 3 - interventi assistenziali) indica quali misure assistenziali di

prevenzione sono state adottate in relazione al grado di rischio rilevato.

Gli interventi assistenziali messi in atto devono riportare data e firma dell’operatore da cui sono

stati effettuati.

La scheda va inserita nella cartella infermieristica, ne fa parte integrante e con essa viene archiviata.

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Allegato 5 - Scheda di segnalazione cadute All’U.O. Risk Management

Presidio Ospedaliero: Unità Operativa

Dott. telefono

Dati Paziente

Cognome Nome Data di nascita

Diagnosi di ammissione Cartella n° Data ricovero

Terapia farmacologica in atto:

sedativi ansiolitici psicofarmaci diuretici antipertensivi lassativi 4 o più farmaci

Specificare

Dati sull’evento

Data ora Punteggio scala di Morse o Conley

Descrizione dell’evento (indicare luogo, modalità, e dinamica dell’evento)

Testimoni presenti alla caduta: altri pazienti familiari personale sanitario Altro

Esiti dell’evento SI NO Quali

A seguito dell’evento è stato necessario eseguire ulteriori indagini o prestazioni sanitarie?

Indagini di laboratorio Visita medica Medicazioni

Indagini radiologiche Consulenza specialistica Ricovero

ECG Intervento chirurgico Ricovero in TI

Altre indagini Trasferimento Altro

Quali fattori avrebbero potuto prevenire l’evento? (verifica attrezzature, migliore comunicazione, sorveglianza ecc.)

L’evento è stato riportato sulla cartella clinica o altra documentazione? SI NO

Se NO per quale motivo?

Data Firma

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Allegato 6 – Istruzioni, compilazione ed invio scheda segnalazione cadute

La scheda di segnalazione caduta deve essere utilizzata per comunicare sia l’evento avverso che

near miss.

Deve essere inviata all’U.O. Risk Management tramite fax (091/7032089) o email

([email protected]).

Nel caso si tratti di evento avverso, la scheda deve essere inviata tempestivamente (entro le 12 ore

dall’accaduto), deve essere compilata in tutte le sue parti, deve essere inserita nella cartella clinica e

deve essere accompagnata da dettagliata relazione.

Qualora si tratti di evento senza esito o evento evitato, la scheda può essere inviata anche in

anonimato entro e non oltre tre giorni dall’evento.