Avventura n. 4 - 2007

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Avventura Anno XXXIII - n. 15 28 giugno 2007 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

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La Rivista degli Esploratori e delle Guide dell'Agesci

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AvventuraAnno XXXIII - n. 15

28 giugno 2007 Settimanale

Poste italiane s.p.a.Spedizione periodico inabbonamento postale

L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA

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Avventura 4/2007

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini,Filomena Calzedda, Margot Casti-glione, Dario Fontanesca, ChiaraFontanot, Stefano Garzaro, GiorgioInfante, Don Damiano Marino,Stefania Martiniello, AntonioOggiano, Don Luca Meacci, SaraMeloni, Andrea Provini, EnricoRocchetti, Isabella Samà, AlessandroTesta, Salvo Tomarchio, PaoloVanzini, Jean Claudio Vinci

AvventuraLAB: Giorgia Coviello,Francesco Iandolo, Giada Martin,Elisabetta Percivati, Sara Palombo,Erika Polimeni, Elisabetta Schieppati

Grazie a: Guido Almerigogna, MariaChiara Del Savio, Fabio Bodi, EugenioGaravini - Capo Scout d’Italia - AGE-SCI, Reparto Roma 101, GiocosoVendremetto, Marta Vidoz

Progetto grafico: Technograph

Grafica: Technograph

Disegni di: B.-P, Chiara Beucci, FabioBodi, Elisabetta Damini, Chiara Fon-tanot, Sara Palombo, Elisabetta Per-civati, Paolo Vanzini, Jean ClaudioVinci

Foto di: Archivio AGESCI, ArchivioGaravini, Mauro Bonomini, GiorgioCusma, Sara Meloni

Copertina: Foto di Sara Meloni

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con AAvvvveennttuurraa ecco il reca-pito da riportare esattamente sullabusta:

Redazione di Avventura c/o GiorgioCusma – Santa Croce 438 – 34010Trieste TS

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

aParliamo di...aNella Natura per conoscere DioaTesta o croce?aLe avventure della gloriosa Sq. AquileaUn Reparto in cammino verso il JamboreeaIskeaaLa base di BraccianoaI personaggi che hanno fatto

lo scautismo: Giuliana di CarpegnaaChe razza di animale sei?aIl regalo

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S O M M A R I O

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Inserto: Quinta chiacchierata

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ERRATA CORRIGEStefania Brandetti, ci propone un’osservazione che evidentementenon ci era stata correttamente comunicata: ci fa presente un’im-precisione nell’articolo “L’approdo scout di Bracciano” pubblicatosu Avventura 2/2007. Viene indicato che quest’anno a Braccianoviene ospitato per la prima volta un campetto di Piccole Orme inambiente acqua. In realtà con il 2007 è il terzo anno che Braccianoaccoglie un campetto di Piccole Orme in acqua.

Niccolò Bassani - Capo Reparto Milano 31, ci segnala che nell’arti-colo-intervista “Capo Squadriglia: sogno o incubo?” realizzato conCapi Squadriglia dello suo stesso Gruppo, e pubblicata in Avventura3/2007, viene erroneamente indicata la denominazione di Gruppocome Milano 22 e non come Milano 31, come risulta invece esatto.

Cervignano - Reparto Jamboree FVG - palla scout (foto di Giorgio Cusma)

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… di NUOVE VETTE per lo scautismo: Guide e Scout della Savoia francese, si arrampicheran-no sul Monte Bianco per l’Alba del Centenario. Si sono già incontrati per l’allenamento gli Scoutfrancesi che saliranno sul Monte Bianco (4.807 metri d’altitudine), sulla cui cima, dopo 3 giornidi cammino, pronunceranno il I agosto la Promessa scout. In questa straordinaria Impresa, sonocoinvolti soprattutto ragazzi, accompagnati però da guide alpine esperte. Juliette, quindicenne diChamonix, la Guida più giovane della spedizione, ha ricevuto per l’occasione la bandiera delWOSM, l’Associazione Scout Mondiale, dalle mani di Eduardo Missoni, l’italiano segretario gene-rale. La bandiera sventolerà in vetta.

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… e di JOTI: il Jamboree On The Internet! Oltre agli Scout radioamatori, ci sono altrettantiScout, nel mondo, appassionati di Internet.Anche per loro esiste un Jamboree annuale, il JamboreeOn The Internet. Si fa in contemporanea con lo JOTA, qundi si terrà il 20 e 21 ottobre, ma dureràun paio di ore di meno… solo 48: infatti inizierà alla mezzanotte di sabato per chiudersi alla mez-zanotte di domenica.

… di JOTA: il giro del mondo in 50 ore è possibile! JOTA è l’acronimo di Jamboree On The Air,un’iniziativa che, a differenza del Campo Jamboree, si ripete ogni anno ed avviene tramite le onderadio. Circa 500 mila sono infatti gli Scout radio-amatori, che appassionati di baracchino e comu-nicazione, si ritrovano via etere per parlare, conoscersi, scambiarsi informazioni. Lo JOTA nel2007 compie 50 anni, la metà esatta dello scautismo. Per festeggiare l’anniversario, JOTA ha scel-to di intitolare l’appuntamento mondiale “Il giro del mondo in 50 ore”, perché sono proprio50 le ore di trasmissioni che caratterizzeranno il raduno del 20 e 21 ottobre.A dare il via saràla stazione radio del quartier generale del WOSM (Organizzazione Scout Mondiale), alle 22ora locale di Ginevra, Svizzera. Lo JOTA terminerà alle 24 del giorno seguente. La sfida che si lan-cia è di contattare una stazione radio scout straniera ogni ora, una di ogni paese diverso.Raccogliete il guanto?

… di MOSTRA del centenario dello scautismo, curata con competenza ed impegno dallaCommissione del Centenario AGESCI, di cui citiamo per tutti, Sandro Repaci e Piero Gavinelli.La Mostra è stata denominata “I bufali a Kensington Gardens” 1907/2007: cento anni discautismo. Nel titolo, che cita una celebre frase del Fondatore, Lord Robert Baden-Powell: “Ibufali ……” rappresentano la capacità dei ragazzi di saper vedere con gli occhi della fantasia, chepermette loro di vivere occasioni per mettersi alla prova e misurare la propria responsabilità ecompetenza, all’interno di una Squadriglia. La Mostra utilizza un linguaggio per i ragazzi, i realiprotagonisti dello scautismo, per ricordare quel “qualcosa” che ha saputo indicare a milioni dipersone il senso del “lasciare il mondo un pò migliore” di come l’avevano trovato. Il per-corso della Mostra racconta brani della nostra storia: dalla nascita dello scautismo nell’isola diBrownsea nel 1907, agli interventi di soccorso gestiti dagli scouts nelle grandi catastrofi natura-li dell’Italia, dal primo Jamboree di Londra al primo Campo Nazionale dell’Asci in val Fondillo,dalla fondazione dell’AGI nella Roma “città aperta” alla fiaccolata del 1992 a Palermo con PaoloBorsellino.La Mostra è iniziata il 10/06/2007 e finirà al 1/072007 - presso Palazzo della Cancelleria Apostolica,Roma, Piazza della Cancelleria, 1 – 00186 Roma – Per informazioni:Tel. 06 68 1661 - Fax: 06 68166 236 - E-mail: [email protected] - Sito Web: http://www.agesci.org/

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H o provato ad immaginarmi seduto intorno alfuoco, dopo una giornata di vita di Campo,

insieme ad altri Esploratori e Guide, ed avere connoi B.-P. in persona: proprio lui, che per una stranacircostanza (…sarà forse per i festeggiamenti delCentenario) è presente per raccontarci nuovamen-te qualcuna delle sue chiacchierate.I nostri volti, illuminati e riscaldati dal fuoco, sonoprotesi verso di lui e con attenzione ci mettiamoin ascolto… ci sta parlando di Zulù, di strani riti diiniziazione, di esploratori, di tecniche di avvista-mento e di esplorazione, della bellezza della vitanella Natura,dell’importanza di conoscere le carte,di sapersi orientare sia con la bussola che con ilsole e le stelle. Che bello tutto questo! Son basta-te un po’ di fantasia e d’immaginazione perché lepareti del mio studio scomparissero, lasciando ilposto ad una fitta foresta, e i rumori che vengonoda fuori si trasformassero nel crepitio del fuoco.

Usciamo dall’immaginazione, senza però dimenti-care quanto sia importante per un Reparto o unaSquadriglia vivere le proprie avventure nellaNatura, immersi nei boschi, a correre sui prati oa solcare le onde del mare.A volte si ha paura della Natura, la si consideracome un ambiente ostile, ricco di insidie, e nonriusciamo invece a coglierne la bellezza e le mol-teplici possibilità che il Creato ci offre; quantevolte abbiamo cantato la canzone “In principio”…eppure affermiamo di “essere parte di lei”.Il buon Dio ha affidato a noi il Creato, e questo èun segno della sua bontà e della sua bellezza, noisiamo i custodi: non gli sfruttatori! Viviamo nellaNatura, non da “turisti fai da te”, ma da Esploratorisapienti che conoscono il bosco e le acque, le

risorse che offrono, ma anche i rischi che l’avven-turarsi in essi comporta.Vi ricordate quando Gesùsulle rive del lago di Genezareth (Luca 5,4), chiamòalcuni a vivere un’avventura nuova con lui? Cosachiese loro di fare? Li invitò a prendere il largo,cioèa lasciare gli ormeggi, per affrontare il mare aperto,anche con i rischi di una possibile tempesta.Accogliendo l’invito di Gesù,ogni nostra Unità deveriscoprire la bellezza del Creato, così come la cantasan Francesco nel Cantico delle Creature: la sua

bellezza deve invogliare ogni E/G a conoscerlo, adiventarne competente, in modo particolare impa-rando a leggere le carte, a conoscere la bussola,perché se saprete cavarvela nella vita all’aria aperta,sono convinto che saprete poi affrontare meglio lavita di tutti i giorni. Chi sa apprezzare le bellezzedella Natura, come ci aiuta a fare il bellissimo Salmo8 che riconosce nel Creato le bellezza di Dio:“OhSignore nostro Dio,quanto è grande il tuo nome sututta la terra….”, sicuramente saprà apprezzare lecose piccole e allo stesso tempo grandi della vita,come l’amore per la verità, l’autonomia, la sicurez-za in se stessi, la generosità, la solidarietà.B.-P. dice che le persone che “vengono dalle piùlontane frontiere sono tra i più generosi e caval-lereschi… Essi diventano “gentili uomini” attra-verso il contatto con la Natura.”Forza ragazzi e ragazze,è tempo di uscire dal-le nostre sedi, preparate tende e zaini, la Na-tura ci aspetta, perché vuole parlarci di DIO.

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DI DON LUCA MEACCIDISEGNI DI ELISABETTA DAMINI

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NELLA NATURA PERCONOSCERE DIO

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ANDATE A PREGARESOTTO LE STELLE

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LIBRI CONSIGLIATI:Robinson CrusoeDefoe riesce a cogliere nel suo romanzo, come motivo universale, ilproblema dell’uomo solo, davanti alla Natura e a Dio, nobilitandolo conla ragione che può, secondo i ricordi cristiani o biblici della creazione,dargli il dominio sulle cose.Ma nell’affrontare la Natura, che non sempre gli è favorevole, Robinsoncomincia a porsi i grossi problemi dell’anima, dell’essere e del non esse-re, della vanità del mondo e del valore della meditazione e della solitu-dine, della salvezza e della provvidenza. É un percorso parallelo a quel-lo della sopravvivenza fisica, che cambierà radicalmente Robinson.

Zanna BiancaZanna Bianca (pubblicato la prima volta a puntate tra il maggio e l’ot-tobre del 1906) è uno dei più famosi romanzi dello scrittore statuni-tense Jack London.Il libro racconta la vita di un lupo con un quarto di sangue di cane, chenasce nel territorio canadese dello Yukon alla fine del XIX secolo.Viene descritto dettagliatamente il violento mondo selvaggio, in cui vige

la “legge dell’artiglio e della zanna”, affiancato subito all’altrettanto violento mondo della cosiddet-ta civiltà umana.“Zanna Bianca” non è soltanto un romanzo avvincente per la trama, le avventure, l’ambiente e ilprotagonista, o per la ben dosata carica di «suspense» che tutto lo pervade; ma se lo si leggeattentamente e soffermandosi a riflettere suquello che l’Autore attraverso le vicende e i «ra-gionamenti» di un lupo ha voluto dire, si rivelaun’opera densa di profondi insegnamenti.L’obiettività: non considerare mai le cose da unpunto di vista solo personale, ma cercare sempre lecause e le ragioni dell’agire degli altri. ZannaBianca è un lupo, ma noi man mano che leggiamo eseguiamo le sue avventure e lo svolgersi della suavita, a poco a poco lo comprendiamo, ci spogliamoquasi della nostra umanità e accettiamo le sue azio-ni e il suo «ragionamento», perché ineluttabilie congeniali al suo stesso essere.

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Vi lascio con questa chicca di Henry D.Thoreau, da “Walden o vita nei boschi”“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essen-ziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da inse-gnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”

Ed a proposito di boschi e boy scout, andate sul nostro sito (www.agesci.org/eg) a leg-gere le disavventure delle Pantere dello Scandicci 1

FILM DA VEDERE:

Stand by me - Robinson Crusoe - Cast Away - Cento chiodi

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E domenica mattina, ecome sempre il Re-

parto è in attività. Quandoarrivo io è in atto una com-petitiva partita di palla

scout. I più piccolini, pas-sati dal branco lo

scorso ottobre,fanno fatica a te-nere il passo deiCapi Squadriglia,

fisicamente piùprestanti edotati diu n ’ a r g u z i atattica dovutaall’esperienzadelle tantepartite gioca-te fino ad ora.

Eppure la voglia di giocare li accomuna tutti: dal primoall’ultimo.Finita la partita, mi sposto e faccio la conoscenza diGuide ed Esploratori del Reparto del Roma 101, unGruppo che si trova alla periferia di Roma.Mi si avvicinano Noemi, Eleonora, Marco, Giulio,Carmen e Matteo.Sono essenzialmente incuriositi dalla mia macchinafotografica appesa al collo e dal mio taccuino con tanto

di penna, perché io sono fedele ancora aivecchi metodi.

Cominciamo a chiacchierare esembra quasi che l’intervistata

sia io: mi ricoprono di do-mande su Avventura e sucome viene scritta la rivista.Pian pianino rispondo atutti.

Quello che vorrei cercare dicapire, attraverso le loro

esperienze, dalla lorovoce, è come si

trovano inReparto.La prima aparlare èCarmen.

È appenaentrata in

TESTA O CROCE?

Carmen

Reparto e per lei è tutta un’esperienza nuova. Nonproviene dal Branco, e quindi è proprio alle primearmi.Con una vocina flebile mi dice: “Sono stata accet-tata benissimo in Reparto e la mia Squadriglia mi stainsegnando, giorno dopo giorno, tante tecniche. La miaCapo Sq. ci tiene a farmi Capire sempre tutto e graziea questo non mi sento mai in difficoltà.Ammetto,però,che i primi momenti sono stati critici: quando i ragaz-zi del Reparto parlavano, io non Capivo niente. Miricordo che alla prima riunione si è avvicinato Andreae mi ha chiesto se ero il Mercurio di Squadriglia. Hopensato che avesse bevuto e che non fossero doman-de da fare. Oppure ho ancora in mente la scena diquando il Capo, rivolgendosi a tutti ha detto di rom-pere il cerchio. E allora mi sono chiesta:di quale cerchio si sta parlando, e co-me lo si rompe? A parte questiprimi inconvenienti, tutto è andatoper il verso giusto”.È Marco poi, a prendere la parola.È Capo Squadriglia dallo scorsoanno ed afferma con certezza cheil Reparto, per lui, non ha piùsegreti. Marco abitaproprio accantoalla sede di Repar-to e quindi co-nosce bene lazona e si senteagevolato daquesto. Quandogli chiedo se siricorda i suoiprimi approccicon il Reparto,sorride e midice: “all’inizioero spaesato,perché non Capivo il funzionamento di certe cose. Fuappena durante il mio primo Campo Estivo che riusciia familiarizzare con le tecniche,con i giochi,e con tuttoil Reparto. Il mio Capo Sq. di allora non aveva l’abitudi-ne di spiegarci molte cose e quindi eravamo noi, i piùpiccolini, a stare sempre attenti a quello che succede-va, per poter imparare”. Proprio su questa frase pren-de la parola Matteo, anche lui Capo Sq. e anche luiall’ultimo anno di Reparto. Mi dice:“Mi ricordo ancorail primo giorno di Reparto.Vedevo tutti ragazzi grandi,alti e dopo la prima partita con loro non volevo più

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Marco

TESTO E FOTO DI SARA MELONI

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giocare. Dalla secondavolta che li ho in-

contrati, però, è cambia-to tutto. Avevo capito

che rimanere in di-sparte non pote-

va servire adintegrarmi.Allora hodeciso dibuttarmi edi giocarea n c h einsieme aipiù grandi.È statasicuramente

la scelta migliore”.Insieme ai ragazzi che mi si sono avvicinati notoEleonora, timida e riservata, ma con uno sguardotanto intenso che sembra parlare. E allora le chiedo:“Come ti trovi in Reparto?”. Domanda secca, sorridia-mo tutti e il clima diventa più colloquiale. All’iniziostenta a cominciare a parlare, ma appena preso il via,non si ferma più. Ha tanto entusiasmo e voglia di fare.È appena entrata in Reparto, ma a differenza diCarmen, proviene dal Branco.“Quando sono passata in Reparto – mi dice – avevouna gran paura di non riuscire a conoscere tutti, diessere emarginata, perché io non sono proprio unagran chiacchierona. Me ne stavo in disparte e parla-vo solo con i ragazzi e le ragazze che avevano fre-quentato il Branco con me. Poi, a mano a mano chesono passate riunioni, uscite, attività, mi sono senti-ta più coinvolta.”.Noemi, capo di una delle due squadriglie femminili, miracconta la sua esperienza, diversa da quella degli altri.“Provenivo da un altro Branco - mi dice - e mi sentivocompletamente spaesata. Provavo addirittura timorenei confronti dei ragazzi più grandi e che avevano piùesperienza. Piano piano però ho capito che non eranoloro che si comportavano in modo strano nei mieiconfronti, quanto io che non avevo ancora avuto l’oc-casione di buttarmi, di provare a fare cose nuove.Anche per me, il momento del Campo Estivo fu unavera e propria sorpresa. Vivere a contatto pertanti giorni con i ragazzi del Reparto, in mezzoalla natura, dove nessuno fa caso a come seivestito o alle cose di poco conto mi ha inse-gnato tanto. Mi sono integrata, ho fattonuove amicizie che ancora oggi, dopo 4 anni,durano e sono sempre più belle.Sono intenta ad ascoltare quello che mi diceNoemi, quando mi accorgo che dietro dime c’è Giulio,un ragazzo appena salito dalBranco.Quando li ho osservati giocare mi

ha stupito il suo modo di scherzare e ridere con tutti,dai più piccoli, come lui, ai più grandi. Non si chiedetroppi perché, anche se mi racconta che lui stesso ognitanto preferisce guardare i più grandi “fare” piuttostoche mettersi in prima linea.“Quando non sono sicurodi come si fa una legatura, o come si monta la paleriadella tenda – continua – lascio fare e osservo i piùgrandi. La volta successiva sono pronto anche io.”Matteo gli dà una pacca sulla spalle e gli dice:“prepara-ti a lavare pentole tre volte al giorno!”. Ma Matteoscherza, e Giulio lo sa.Ed è sempre Matteo che mi ha raccontato che loro, ipiù grandi, riescono a coinvolgere sempre i più piccoligiocando.“Quando giochiamo – mi dice – facciamo inmodo che le squadre siano composte in maniera omo-genea.Questo ci dà l’opportunità di conoscerci meglioe di ambientarci anche con persone che conosciamodi meno. Ed è proprio grazie al gioco che ci mescolia-mo e conosciamo di più”.In Reparto è possibile vivere l’emarginazione:Esploratori e Guide che non ci stanno simpatici oche sono troppo piccoli per stare a chiacchierarecon noi, vengono esclusi. Oppure sono troppograndi e li vediamo irraggiungibili, così lontani dapensare di non poter parlare o giocare insieme. Edinvece tutto funzionerebbe meglio se noi fossimo iprimi promotori dello spirito di gruppo.Condividere esperienze diverse é, per certi versi,così difficile però ci carica e ci permette di andareincontro a situazioni che potrebbero essere piùcomplicate se affrontate e vissute da soli.Ecco perché tante Guide ed Esploratori vedono nelCampo Estivo il momento in cui conoscere meglioi propri compagni. In Squadriglia si mangia, si dorme,si lavano le gavette dopo pranzo e si partecipa aifuochi serali. Se la legna non è sufficiente a cucinare,è tutta la Squadriglia che non cena. Insomma, si col-tiva uno spirito di gruppo che ci dà forza, che ci per-mette di andare avanti, anche nelle difficoltà, con ilsorriso sulle labbra.Non ci dobbiamo dimenticare mai che la Guida e loScout sono fratelli di ogni altra Guida e Scout!

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Eleonora

Giulio e Matteo

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C’ era una voltala Squadriglia

Aquile del RipartoVignola 1; o meglio,c’è anche adessoma il “Riparto” èdiventato “Repar-to” e l’Associazioneche si chiamavaASCI (AssociazioneScout cattolici ita-liani) ora si chiamaAGESCI (Associa-zione Guide eScouts Cattolici Ita-liani): anche il fazzo-lettone era diverso,allora era “ros-so/blu” oggi è “bor-deaux con una stri-scia azzurra”Poi, soprattutto, al-

lora correva l’anno scout 1973/74 ed oggi siamo giàal 2006/2007!Ricordo ancora la Promessa che feci l’8 dicembre1973. Era tradizione del mio Gruppo celebrare que-sto evento il giorno dell’Immacolata e noiEsploratori eravamo orgogliosi di indossare lanostra camicia grigia. (Giusto! Anche la camicia eragrigia, mentre oggi è azzurra!).Celebrò la Messa ed impartì la benedizione il nostroMaestro e Fondatore del Gruppo Padre GiovanniBenedenti, che da qualche mese aveva avviato leattività del Riparto e del Branco dando slancio aduna esperienza di Guide nate dalla Gi.Fra.(Gioventù Francescana) organizzata qualche annoprima da Padre Corrado Ronzoni.Io feci “carriera” in fretta in Reparto: entrato a 15anni venni nominato subito Capo Squadriglia (nonper merito ma perché ero uno dei più grandi!) e mitrovai così ad iniziare la grande Avventura dellaSquadriglia Aquile.Ricordo che i primi libri che mi capitarono tra lemani furono “Il sentiero del Capo Squadriglia”e “Tappe”. Due libri, in particolare il secondo, cherappresentarono per me un ottimo strumento perinnamorarmi dello Scautismo….. tecniche, avventu-re, vita all’aperto, tradizioni, etc. furono un po’ l’escaper attirarmi in questo entusiasmante gioco.

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TESTO E FOTO DI EUGENIO GARAVINI

LE AVVENTURE DELLA GLORIOSA SQUADRIGLIAAQUILE RACCONTATE DA UN CAPO SQUADRIGLIAELETTO PER UN TRIENNIO CAPO SCOUT D’ITALIA

E qui, nella Squadriglia Aquile, iniziarono le mieAvventure……..Forse quella più significativa allora compiuta dallaSquadriglia Aquile….e forse la più importante ditutti i tempi (beh..forse è un po’ esagerato!!, ma pernoi fu indimenticabile) fu l’Impresa “Alle sorgentidel Panaro”, il fiume che attraversa Vignola e che poisi riversa nel Po.Un’Impresa che ci portò al punto dove il fiume nonera altro che un rigagnolo che sgorgava dalla roccia.Partimmo in autobus da Vignola, arrivammo aFanano dopo circa 1ora e trenta di viaggio, caricam-mo tenda e cassa di Squadriglia su una carrozzinaper neonati debitamente modificata da Mauro, unosquadrigliere tuttofare e partimmo per un percorsodi avvicinamento di 3 ore con frequenti perditedelle ruote e riparazioni a base di filo di ferro. Dalcampo base partimmo, più leggeri, la domenica mat-tina per le sorgenti e lì, arrivati dopo quattro ore,mettemmo la nostra targa….. di legno. Purtroppo lefoto orgoglio del fotografo di sq. Andrea, dettoBiskasa vennero tutte belle… sfuocate!!L’avventura, bellissima, finì con i genitori che ci ven-nero a recuperare nel pomeriggio al campo base,dopo aver assistito, soddisfatti, all’ammainabandieradel vessillo delle Aquile che sventolava su un alza-bandiera costruito con un abete di cui ci avevanoautorizzato l’abbattimento!!

Il Capo Scout in una recente immagine

Eugenio Csq delle Aquile - agosto 1974

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che però non rispunti fuori, prima o poi, da uno deitanti scaffali del magazzino!!!A pensarci ora, a ormai trent’anni di distanza, fu unabella esperienza essere stato Capo squadriglia delleAquile; è incredibile come mi venga spontaneoquando incontro un Reparto in uscita o al Campo,qualunque sia la sua provenienza, chiedere se c’è lasquadriglia Aquile e creare, se esiste, una sorta dicameratismo più stretto ed una simpatia recipro-ca…..magari chiedendo al Capo Squadriglia se hafatto imprese particolari e se la Squadriglia ha rag-giunto l’obiettivo del Guidoncino verde!!!Una bella esperienza però è stata quella di aver vis-suto il Reparto come ragazzo e di aver avuto mae-stri di vita bravi e saggi che hanno creduto in me emi hanno aiutato a diventare grande…..propriocome il nostro motto del Centenario “Si impara dapiccoli a diventare grandi”!!!Tra queste figure permettetemi di ricordare PadreGiovanni, una figura di frate cappuccino che oltre atrasmettermi il senso della fede e l’esperienza dellaliturgia, mi ha anche aiutato ad usare le mani percucire, saldare, inchiodare, cucinare e tanto altroancora…..per poi arrivare, alla fine, a benedire lamia unione con Gabriella, divenuta mia moglie.Grazie Padre Giovanni per quello che hai fatto perme e per tutti gli scout che ti hanno conosciuto eti prego di tenere sempre la tua mano sul nostroimpegno scout che tu ci insegnasti a vivere e adapprezzare.

Poi come dimenticare le sfide con le altreSquadriglie... c’erano da battere a pallascout le Pan-tere, i Cobra, i Leoni, le Antilopi. Poi c’erano leOlimpiadi scout al Campo Estivo dove con faticariuscivamo a vincere la corsa in velocità solo graziea Biskasa e lo stalking, grazie a Luca che, essendopiccolo, riusciva a passare in fretta sotto le corde.Poi, come succede in tutte le famiglie, ci sono anchestorie di minor gloria per la gloriosa SquadrigliaAquile,“gestione CSQ Eugenio”: si tratta dei ripetu-ti richiami per una “non primaria cura del profumoin tenda” durante il Campo estivo……. Spero cheabbiate capito…..non fatemi approfondire.Ma torniamo alle esperienze epiche.Ad esempio, non posso non raccontarvi di quantoimpegnativo fu il lavoro di “intelligence” per scopri-re chi, sicuramente un Esploratore di unaSquadriglia “concorrente” ed un po’ invidioso dellanostra manualità, mise un tappo di carta al tubo disfiato del caminetto costruito con i mattoni dallanostra Squadriglia nell’angolo. Grande fu il dannod’immagine per la Squadriglia quando, in occasionedella inaugurazione del caminetto, la sede si riempìdi fumo e tutti risero di noi che, oltre il danno,subimmo la beffa di una ramanzina dal CapoReparto che poi però si scusò del richiamo ingiustofatto e lodò il manufatto ed il nostro lavoro.Con l’avvio della Squadriglia iniziò anche l’attribu-zione dei Posti d’Azione ma soprattutto si diedeavvio al Libro di Squadriglia che ricordo ancoraricoprimmo di pelle pirografandovi ilnostro motto, con grande gioia delSegretario di Squadriglia. Spettò poia ciascun squadrigliere annotare sulLibro la propria storia e, in occasio-ne di ogni Impresa, le proprieimpressioni.Era un po’ il nostro orgoglio e conpassione ci dedicammo ad arricchir-lo con avventure ed imprese vissute.Peccato che più tardi, in occasionedi uno dei ripetuti traslochi delleSquadriglie del nostro Reparto, illibro sia andato perso….. mah chissà

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Eugenio Capo Reparto (nel cerchietto giallo) - 1979

Campo di Specialità a Spettine (nel cerchietto rosso) - 1975

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IL SECONDO FINE SETTIMANADI REPARTO

Con il nostro Reparto di formazione, dopo una prima uscita a Cesclans (UD), ci siamo ritro-vati a Cervignano (UD), per il secondo e ultimo incontro prima della grande partenza: adessocominciamo a sentirci davvero un Reparto! Nel week end le quattro Squadriglie,Aironi,Arieti,Cinghiali e Pipistrelli, hanno sperimentato le prime attività in autonomia: ci siam messi alla provacon fornelli a gas e igloo, proprio per cominciare a allenarci alla vita di Campo. L’organizzazioneaveva previsto tutto...anche la prova maltempo, per abituarci alle caratteristiche atmosfericheinglesi; forse però ha esagerato un pò: durante la notte siamo stati svegliati da abbondante piog-gia, vento e … da un albero caduto in mezzo alle tende!

A Cervignano siamo stati ospiti della base scout del gruppo locale: un grande spazio verdeaccanto alla cittadina, fornito di servizi e tanto spazio per le attività.I nostri Capi hanno invitanto una ragazza che il Jamboree l’ha vissuto veramente: ci ha racconta-to la sua esperienza in Thailandia; grazie a lei gli ultimi dubbi e perplessità sono stati cancellati.Questa uscita ci ha permesso di conoscere meglio i Capi, Elisa, Gabriele, Giulio e donFulvio...adesso siamo sicuri che con loro potremo affrontare qualsiasi avventura!

Maria Chiara

L’INCONTRO DI CESCLANSIl nostro Reparto si è già incontrato a Cesclans (UD), per conoscersi ed organizzare almeglio il grande evento di quest’estate. Ho colto l’occasione per intervistare 2 mie squa-drigliere (Sq. Pipistrelli):

Cosa vi incuriosisce?Agnese:Vedere la grandezza del Campo e quindi conoscere nuove culture e fare nuove amicizie.Stefania:Un Campo immenso con migliaia di tende che viste dall’alto sembreranno dei puntini in un gran-de prato, e soprattutto stringere nuove amicizie.Cosa pensate di imparare da questa esperienza?Entrambe hanno dato la stessa risposta: i modi diversi di vivere lo scautismo nel mondo, nuove culture, religioni e tradizioni, maanche nuove tecniche ed esperienze da portare al proprio Reparto.Come ti trovi con le persone che ti accompagnano?

Agnese:SuperStefania:Benissimo, sono tutti molto disponibili e simpatici, Capi compresi.!

Marta

L’USCITA DEI CINGHIALIProveniente da varie località del Friuli-Venezia Giulia, la Squadriglia Cinghiali si è ritrovata, il 19e 20 maggio, a Udine, per poi proseguire su Pradamano: trasportati dall’A.E., don Fulvio, e da alcu-ni genitori. La mèta era la sede del Gruppo Pradamano 1, che ha coinvolto i Cinghiali in attivitàdi pionieristica, giochi, canti e chiacchierate. Ma poi la Squadriglia ha iniziato a parlare del pro-getto dell´alzabandiera, oggetto dell’Impresa di Sq, che verrà eretto ad Hylands Park. Ognunoaveva portato da casa alcune proposte che sono state tutte visionate e commentate giungendoal progetto finale che, pur prevedendo solo 6 pali, è stabile e bello a vedersi. Dopo cena: fuocodi bivacco, con giochi. La mattina seguente le campane hanno dato la sveglia alle sei! Alla Messa,

i Cinghiali hanno avuto la gradevole sensazione che tutto il paese sapesse chi fossero: degli Scout destinati a rappresen-tare l´Italia al Jamboree. Nella mattinata è stato realizzato l´alzabandiera e subito dopo si è conclusa una costruttiva usci-ta di Squadriglia.

GuidoP.S. Vorrei ringraziare tutto il gruppo Trieste 7, in particolare la Co.Ca. e il Consiglio Capi, per l´aiuto, affetto e soste-gno che mi stanno dando nel mio ruolo di ambasciatore.

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DI GUIDO ALMERIGOGNA, MARIA CHIARA DEL SAVIO E MARTA VIDOZFOTO DI GIACOMO VENDRAMIN

UN REPARTO IN CAMMINOVERSO IL JAMBOREE DELCENTENARIO

I GIOVANI GIORNALISTIDEL REPARTO “OTTAVIO

BOTTECCHIA”, DEL FRIULIVENEZIA GIULIA, RACCONTANO…

Avventura 4/2007Avventura 4/20071100

Marta

Guido

Maria Chiara

Giacomo

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Avventura 4/2007Avventura 4/2007 1111

ISKE

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DI ENRICO ROCCHETTI

ISKEA …OVVERO MOBILIMONTABILI A PREZZI MODICI

Siamo una multinazionale presente in 230 stati e ci presentiamo ora sul mercato italiano. È un’of-ferta particolare, ma come si nota dalla S è riferita solamente ai Gruppi, Squadriglie, Reparti scout.Il personale qualificatissimo della nostra azienda, in vista dei Campi Estivi, ha messo a punto dellerealizzazioni particolari che soddisferanno anche le più esigenti richieste.

I l primo articolo di cui andiamo a disquisireè una cucina economica, modello un po’

vecchio, ma mai passato di moda, comoda da uti-lizzare in luoghi non raggiunti da rete gasnazionale e ricchi invece di vegetazione non piùverde e reperibile direttamente al suolo.Come si può facilmente dedurre dal depliant illu-strativo allegato, per la sua realizzazione sonostati usati i migliori materiali costruttivi.In particolare è da segnalare l’ottimo legnocon il quale sono stati realizzati i quattrosostegni verticali. A richiesta, a seconda delluogo di consegna, la falegnameria potràusare i legni che meglio si intonano con l’am-biente che circonda il mobile. Sono disponibiliabete, faggio, castagno e quant’altro repe-ribile in zona.Questi quattro sostegni, lunghi all’incirca unmetro, un metro e venti, verranno infissi nelterreno per una profondità di una quarantinadi centimetri, per assicurare una buona stabi-lità, dopo aver opportunamente appuntito l’e-stremità che andrà a terra e praticato unacorona sulla parte che verrà battuta per pro-cedere all’infissione. Per questa operazioneverrà usato esclusivamente un attrezzo inlegno dalla fattura che risale ai nostri aviper il quale veniva usato un materiale piuttostoduro del tipo quercia, rovere o altro. Il manu-fatto in questione ha il nome tecnico di maz-zuolo.Ai quattro sostegni piantati nel terreno verrannoassicurati, tramite dei legacci complessi realiz-zati utilizzando fili ritorti di un’ottima canapacoltivata e lavorata in modo da ottenere massimeprestazioni, due traversi laterali e posti oriz-zontalmente su cui andranno a posare incro-ciandosi con essi altri due per la larghezza dellacucina economica.Su questi ultimi troveranno posto una serie dilegni posti a mo’ di graticcio e bloccati,

sempre utilizzando la preziosa canapa, inmaniera che non possano cadere dalla costruzio-ne.Al disopra di questo tavolato vengono posiziona-te una serie di pietre ricavate dai molteplici tor-renti o sassaie della zona onde evitare allefiamme di raggiungere il legno.Le pietre verranno a loro volta ricoperte diun’ottima torba estratta in forma di zolla daiprati circostanti, tramite un apposito badi-letto che ogni squadra di nostri operai porta consé, fino ad ottenere una decina di centimetridi isolamento.Con delle altre zolle o pietre posizionate in modoparticolare si realizzeranno poi dei sostegni su cuiverranno apposti dei tondi di ferro di solito diprovenienza da magazzino edile atti a sostenerele pentole e padelle durante la cottura e che inostri architetti del design chiamano un po’ pre-tenziosamente alari.La cucina viene realizzata in misure diverse siaper larghezza che per profondità, ma soprat-tutto per altezza. Questa in particolare vienestudiata per permettere all’utente finale di potervedere cosa succede all’interno delle pignattein fase di cottura, senza essere obbligati a sca-late inopportune e in più pericolose. Se voletealtezze superiori vi consigliamo il nostro corsoon line: “Le ustioni, come curarle”.Completa la cucina un comodo magazzino le-gna che viene posizionato a distanza di sicu-rezza dal fuoco, molti clienti ci hanno richiestodi posizionarlo giusto sotto il piano di cot-tura, ma in quel caso la squadra addetta al mon-taggio è autorizzata a farsi firmare una liberatoriaper escludere qualsiasi responsabilità in caso diincendio di bosco.È notorio infatti che le zolle di isolamento sonosoggette ad usura e vanno ripristinate spesso perevitare che le braci, spesso dimenticate acce-se, deteriorino il piano orizzontale fino a bucarlo.

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Avventura 4/2007Avventura 4/20071122

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Art. Cucdacamp07Disponibilità a magazzino pezzi 550.000

Costo realizzazione: Qualche legno e 4 ore circa.Affrettarsi per le ordinazioni

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Quintachiacchierata

Vita all’aperto

Quinta chiacchierata

Vita all’aperto

Controllate poi sullacarta topografica o inun altro modo per ve-dere quanto si sia avvi-cinato alla distanza edalla direzione stabilita.

PPAATTTTUUGGLLIIAAMMEENNTTOONNOOTTTTUURRNNOOLo scopo di questogioco è quello di alle-narsi a vedere e ascol-tare di notte. Alcuni Scouts fanno dasentinella, sia in posta-zioni fisse che in movi-mento, mentre tuttigli altri Scouts cercanodi avvicinarsi a loro,strisciando. Se la sentinella senteun rumore, grida oppu-re fischia. Tutti gliScouts in avvicinamen-to devono allora fer-marsi immediatamen-te e rimanere immobili. Il Capo reparto si recapoi dalla sentinella echiede da quale direzio-ne veniva il rumore. Sela sentinella indica ladirezione giusta, ha vin-to. Se un attaccante rie-sce a strisciare fino ameno di 15 metri dallasentinella senza esserescoperto, lascia a terranel punto in cui è giuntoqualche oggetto, comepotrebbe essere un faz-

zoletto, e si allontanasenza farsi vedere.Quando crede, produceun rumore per indurrela sentinella a suonarel’allarme; quando il Ca-po reparto arriva, l’at-taccante spiega quelloche ha fatto. Questo gioco può esse-re eseguito anche digiorno, bendando lasentinella.

AALLLLAARRMMEE:: AACCCCHHIIAAPP--PPAARREE IILL LLAADDRROOUna bandiera rossaviene appesa al campoo nella sede, al mattino.Il Capo Reparto circolafra gli Scout, mentrequesti lavorano o gioca-no, e a ciascuno dicenell’orecchio: “C’è un la-dro nel Campo”.Ma a uno dice:“C’è un ladro nelcampo… e sei tu!Piazza della Sta-zione!” o il nomedi qualche puntoche tutti cono-scono nel raggiodi uno- due chilo-metri di distanzadalla sede o dalcampo. Quelloscout sa allora,che egli dovràrubare la bandie-ra rossa in qual-

siasi momento, entro letre ore successive, escappare, poi portando-la in piazza dellaStazione. Nessun altrosa chi è il ladro, né dovecorrerà a rifugiarsi, néquando commetterà ilfurto. Appena qualcunosi accorge che la bandie-ra è stata rubata dà l’al-larme e tutti interrom-pono ciò che stanno fa-cendo scattando all’in-seguimento del ladro.Lo Scout che riesce aconquistare la bandierao anche un solo pezzodi essa vince. Se nessu-no ci riesce, vince illadro. Quest’ultimodovrà portare la ban-diera intorno al collo enon in tasca o nascosta.

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Coordinamento editoriale: Giorgio Cusma

Progetto grafico e Impaginazione:Technograph - TS

Testi di:Chiara BeucciGiorgio CusmaChiara FontanotGiorgio InfanteStefania MartinielloPaolo Vanzini

Disegni di:B.-P.Chiara BeucciPaolo VanziniElisabetta PercivatiChiara FontanotSara Palombo

La quinta cchhiiaacccchhiieerraa--ttaa, questa, è uno diquelli elementi ffoonnddaa--mmeennttaallii dello scouti-smo, uunnaa ddii qquueelllleeccoossee ddaa nnoonn ppeerrddeerree eda scoprire fin neiminimi particolari,non solo su queste pa-gine ma su proprio su“SSccoouuttiissmmoo ppeerr RRaa--ggaazzzzii”, il libro vero! Inqueste righe B.-P. ,

sotto l’etichetta dellavviittaa aallll’’aappeerrttoo, ti pro-pone parecchie coset-te: prima di tutto chesseennzzaa aarriiaa aappeerrttaa èèiimmppoossssiibbiillee ddiivveennttaarreeSSccoouutt oo GGuuiiddaa.. Quelleattività fatte sempreal chiuso, tra le muradi una Sede, non tiinsegnano a diventareScout… vi sono delleeccezioni, ma non

Andate in uscita… fuori, fuori, fuori, fuori, fuori!!!

DI GIORGIO CUSMADISEGNI DI B.-P.

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devono rubare trop-po tempo al bosco…alla campagna… allamontagna… al ma-re… ecc..All’aperto vai ad im-parare a vviivveerree ccoonn lleettuuee ffoorrzzee, fisiche emorali, iinn ccoommuunniittààccoonn ggllii aallttrrii, imparan-do ad essere ssoolliiddaalleeee ddiissppoonniibbiillee con tuttii tuoi compagni. B.-P.ti suggerisce attivitàpratiche che ti possa-no aiutare in questocammino.Per diventare Scout sideve passare mmoollttooddeell pprroopprriioo tteemmppooall’aperto. Ma che siva a fare all’aperto ditanto speciale da farticrescere in modo cosìsignificativo? Cos’èche ti fa diventareppeerrssoonnaa uuttiillee aglialtri? Cos’è che ti farreeaaggiirree sseemmpprree ccoonnpprroonntteezzzzaa agli impre-visti? Cos’è che ti fasentire il bbiissooggnnoo ddiiaaiiuuttaarree gli altri? Vediamo le risposte. Diventi uuttiilliiee aglialtri perché nel tem-po, all’aperto, acqui-

sisci competenze, co-noscenze tecnicheche possono venir de-dicate al bene deglialtri… anche il sem-plice far da mangiareo saper pulire unapentola: pensa quan-to sarebbe contentala mamma, rientran-do, di trovare la cuci-na pulita e a posto…perché no? Al Campolo facciamo normal-mente!Sai rreeaaggiirree aaggllii iimmpprree--vviissttii perché te lo inse-gnano i Capi, i Csq, gliE/G più grandi. Seperdi la strada econosci l’uso dellabussola, non c’è biso-gno di mettersi apiangere o usare ilcellulare chiamandola Protezione Civile:la sai ritrovare dasolo. Ma ti hannoanche insegnato acostruire un ricovero:perché non ti metti adormire ed aspettigiorno?Senti il bisogno dieesssseerree uuttiillee aaggllii aallttrriiperché all’aperto nes-suno può farcela da

solo, e c’è semprequalcuno che sponta-neamente si prendecura del più piccolo,al punto che al piùpiccolo viene poispontaneo darsi dafare per aiutare unminimo la propriaSquadriglia. Impara ladisponibilità e la B.A.dal primo momentoche vai in uscita… inSede non viene sem-pre spontaneo: “…tanto vado a cena acasa!”.

Ritornando allachiacchierata, con levarie proposte che cifa B.-P. per vivere almeglio la vita all’a-perto, imparerai adiventare Scout quasisenza accorgertene…mmaa nnoonn ddaallllaa sseerraa aallllaammaattttiinnaa! Ad un certopunto lo sarai diven-tato, sarai Scout/Guida: sarai respon-sabile ed autonomoppeerrcchhéé lloo hhaaii iimmppaa--rraattoo vviivveennddoo aallll’’aa--ppeerrttoo ccoonn llaa ttuuaaSSqquuaaddrriigglliiaa…… mmoollttooaallll’’aappeerrttoo!

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TESTI E DISEGNI DI

PAOLO VANZINIUna tecnica fatta di preparazione e coraggio

Ma come mai il no-stro fondatore ci haindirizzato verso unadisciplina tanto peri-colosa?Scalare una monta-gna mette alla provale nostre capacità diorientamento, l’abi-lità di raggiungere ladestinazione anchequando mancanopunti di riferimentoperché ci si trova inun vallone o in unbosco, di osservare ededurre dalla posizio-ne del sole o dalladirezione del vento sesi sta mantenendo lagiusta direzione, diaffrontare l’impreve-dibilità del clima in

montagna, di muo-versi in sicurezza an-che con la pioggiaimprovvisa o nellanebbia. L’ascensioneverso una vetta pre-mia la forza fisica e lasalute che ogni Scoutcerca di migliorare.Richiede tante com-petenze tecniche, perassicurarsi con cordee nodi adeguati, perprocedere in sicurez-za reciproca con glialtri. Muoversi in cor-data richiede unagrande fiducia reci-proca e un perfettogioco di squadra.Una palestra perfettaper esercitare lenostre abilità scout,

ma una palestra mol-to, molto pericolosaanche per chi conosceperfettamente la tec-nica e si è allenato alpunto da eseguiretutte le operazioninecessarie senza pen-sarci, ad occhi chiusi.Per affrontare una“palestra” di questotipo non si può im-provvisare. Partiresenza la dovuta pre-parazione fisica e tec-nica non è solo azzar-dato: è un’azione dairresponsabili chemettono a rischio lapropria vita e anchequella di eventualisoccorritori.La capacità più im-

L’alpinismo è una disciplina sportiva che consiste nel superaretutte le difficoltà legate a un percorso di montagna. Comprendeuna quantità notevole di tecniche per muoversi su roccia, neve,ghiaccio, in differenti condizioni di pendenza, di clima, di ambien-te. La quantità e complessità delle cose da sapere e la preparazio-ne fisica necessarie per avvicinarsi all’alpinismo sono tali che B.–P. lo indicava come un eccezionale modo di mettere in pratica leabilità di uno Scout.

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portante è quindiquella di saper analiz-zare il rischio del per-corso e confrontarlocon la propria prepa-razione. Chi ha questacapacità sa decidere,senza inutili eroismiincoscienti, se affidar-si a una Guida Alpina1,se andare avanti orinunciare all’impre-sa. Saprà quando èora di lasciare un sen-tiero troppo esposto,quando legarsi “inconserva” per affron-tare un passaggioparticolarmente peri-coloso. Come affron-tare un’arrampicata,un pendio ghiacciatoo innevato.

AATTTTRREEZZZZAATTUURRAA

CCoorrddaa:: attenzione aisimboli che ci diconose può essere usatada sola o accoppiata auna seconda corda, in

base al peso che puòsostenere.

IImmbbrraaccoo: un tempo sirealizzava con lacorda, oggi siamomolto più comodi esicuri.

CCaassccoo: la prima cosada indossare quandosi inizia una scalata.

MMoosscchheettttoonnii: ce nesono di varie forme e

dimensioni, ciascunocon una sua funzione.

FFeettttuuccccee ee rriinnvviiii: perun’infinità di usi, daporta materiali adancoraggi statici.

DDiisscceennssoorrii ee ffrreennii:attrezzi molto utili esimpatici ma… biso-gna saperli usare!

CChhiiooddii ee nnuuttss: servo-no a creare dei punti

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sicuri per ridurre l’al-tezza di caduta. Ce nesono di tanti tipi aseconda del tipo difessura che si utilizzaper piantarli o inca-strarli.

SSeett ddaa ffeerrrraattaa: due“longe” (cordini o fet-tucce), due moschet-toni e un dissipatore(indispensabile lungouna ferrata, dove incaso di caduta il volopuò essere molto altoe il bloccaggio tropposecco) per rimaneresempre assicurati alcavo che segue il per-corso.

PPiiccccoozzzzaa ee rraammppoonnii:indispensabili quandosi procede sul ghiac-cio.

NNOODDII

OOttttoo ddooppppiioo oo nnooddooddeellllee gguuiiddee, usato adesempio, per collega-re la corda di cordataall’imbracatura.

IInngglleessee ddooppppiioo: il mo-do migliore per unire

due cordini o percreare un anello.

MMeezzzzoo bbaarrccaaiioolloo: no-do scorrevole utiliz-zato per assicurare uncompagno.

BBaarrccaaiioolloo: utilizzatoper autoassicurazione.

FFeettttuucccciiaa: un nodo e-stremamente sicuroper chiudere un anello.

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PPrruussiikk: nodo scorre-vole di sicurezza chesi blocca quando èsotto carico.

MMaarrcchhaanndd: come ilPrusik.

PPRROOGGRREESSSSIIOONNII

CCoorrddaattaa iinn ccoonnsseerrvvaa: icomponenti dellacordata sono legati eprocedono tenendola corda tesa tra diloro per assicurarsireciprocamente.

CCoorrddaattaa aa ttiirrii: il capo-cordata va avantiportandosi dietro lacorda con cui uncompagno lo assicu-ra. Una volta arrivatoa una sosta e assicu-rato, assicura a suavolta il compagnoche lo raggiunge.

VViiaa ffeerrrraattaa: attrezzata con scalette eappigli, e con un cavo d’acciaio a cuiassicurare il proprio set da ferrata.

DDiisscceessaa iinn ccoorrddaa ddoopp--ppiiaa: una tecnica sem-plice ed efficace perscendere.

1Guida Alpina o Maestro di Alpi-nismo è un professionista di tuttele tecniche alpinistiche (arram-picata libera o in artificiale, scialpi-nismo, torrentismo, canyoning,soccorso alpino ecc.) esperto nel-l’accompagnamento su percorsiche richiedano l’uso di tali tecniche.

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DI GIORGIO INFANTE

ILLUSTRAZIONI DI ELISABETTA PERCIVATI

Quando parti sai dove vai?

LLuuooggoo ee pprrooggrraammmmaa:non basta trovare unposto dove poter pian-tare una tenda o allog-giare al coperto. Il lloo--ggiissttaa di Squadriglia de-ve cercare anche altreiinnffoorrmmaazziioonnii. Potrestescoprire ad esempioche a fianco della ca-scina sperduta (…scel-ta per il silenzio, per-

ché dovete inci-dere un cd con icanti di Squa-driglia) proprioin quel week-end si svolge lasagra patrona-le: addio tran-quillità e regi-strazioni! E’ ne-cessario ccoonnoo--sscceerree iill ppoossttooddoovvee ssii vvaa, lesue ccaarraatttteerrii--ssttiicchhee sia tteerrrrii--ttoorriiaallii e ssttoorrii--cchhee e averesempre un reca-

pito a cui rivolgersi inccaassii ddii nneecceessssiittàà.Le informazioni le po-tete chiedere a ppeerrssoo--nnee ddeell ppoossttoo (magari ilppaarrrrooccoo, il ggiioorrnnaallaaiioo,etc) o vcercarle su lliibbrriie anche, perchè no, suiinntteerrnneett.Ricordatevi in partico-lar modo di conoscere

iinn aannttiicciippoo gli oorraarrii darispettare (quando ar-rivare, quando partire,quando rispettare ilsilenzio, etc) comepure gli oorraarrii ddeellllaa SSaann--ttaa MMeessssaa e dei mmeezzzziippuubbbblliiccii.Il pprrooggrraammmmaa e gli oo--bbiieettttiivvii dell’uscita de-vono essere dettagliatie precisi. Se tutti sannoquello che si deve fare,sicuramente si faràtutto molto meglio. E’anche importante co-municare il program-ma per tempo al CapoReparto.

AAttttrreezzzzaattuurree: ognisquadrigliere ha il pro-prio iinnccaarriiccoo e il pro-prio ppoossttoo dd’’aazziioonnee,però una verifica pri-ma di partire è sempreutile (a volte basta cheil cuciniere si ammali enessuno pensa che il

Sempre pronti a partire… possibilmente a partire: pprreeppaarraattii,innffoorrmmaattii e con ll’’aattttrreezzzzaattuurraa aaddaattttaa! Si sa infatti che va ripostagrande attenzione nel preparare un’uscita di Squadriglia (maanche una Missione, la partecipazione al San Giorgio, etc).

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cibo è rimasto a casasua!). Per facilitare illavoro e per evitare di

dimenticare qualcosa èutile che ogni Squa-driglia si crei delle lliissttee

standard, come adesempio questa chesegue:

Questa è la ddoottaazziioonneeccllaassssiiccaa di una Squa-driglia che “eessccee” dallasede. Naturalmentenon è detto che servasempre tutto: se anda-te in inverno, ospiti inuna casa, llaa tteennddaa èèiinnuuttiillee, ma magari sec’è neve uunnaa bbeellllaa ppaallaappuuòò sseerrvviirrvviiLa lista sarà un buonpunto di partenza pernon dimenticare nulla, èimportante anche verifi-care il materiale perso-nale! Ed infine: nnoonn ppaarr--ttiittee mai senza unabbuuoonnaa ssccoorrttaadd’’aaccqquuaa.

QQuuaannddoo pprree--ppaarraarrssii: sicu-ramente ilm o m e n t opeggiore perpreparare ilmateriale èfarlo 10 mi-nuti primadella parten-za. E’ il modo

migliore per dimen-ticare le cose più im-portanti! Tutto deveessere pronto e verifi-cato con llaarrggoo aannttiicciippooper poter provvedere arriippaarraazziioonnii o all’aaccqquuii--ssttoo di quanto serve, enon c’è, nella cassa diSquadriglia. Tuttaviaoccorre sempre averpronto il minimo perpartire immediata-mente: se i vostri CapiReparto vi comunica-no all’improvviso cheal posto dell’Uscita,semplice semplice,

dovete andare in Mis-sione! SSaapprreessttee reagireprontamente e ppaarrttiirreeccoonn tteemmppeessttiivviittàà?

IIll ““PPIIAANNOO BB””…………..:un’ultima raccoman-dazione: nel pprrooggeettttaa--rree, qquuaallssiiaassii mmoommeennttoodi Squadriglia, provatesempre a chiedervi “EEssee........??”.. Provate a pen-sare a quali potrebberoessere i problemi, gliinghippi. Avendocipensato in anticiposcanserete molti peri-coli e farete le vostre

attività inssiiccuurreezzzzaa: mase vi capiteràl’imprevisto,saprete supe-rarlo meglio,con il sorrisosulle labbradimostrandoche lo Scoute la Guidasono davverosempre pron-ti!

tteennddaa –– ccoorrddiinnii –– kkiitt ppeerr llee rriippaarraazziioonnii ((aaggoo ee ffiilloo)) –– mmaatteerriiaallee ddii ppiioonneerriissttiiccaa–– llaammppaaddaa –– bbaannddiieerriinnee ddaa sseeggnnaallaazziioonnee -- aassttuucccciioo ccaarrttoolleerriiaa ((ppeennnnee,, ffooggllii,,eettcc)) –– mmaatteerriiaallee ppeerr ttooppooggrraaffiiaa –– mmaatteerriiaallee ddaa ccuucciinnaa –– PPrroonnttoo SSooccccoorrssoo

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DI STEFANIA MARTINIELLO

DISEGNI DI SARA PALOMBO

Chissà perché quandoparliamo di Esplora-tori, subito pensiamoa uomini o donne chearmati di scarponcini ebussola girano perboschi,montagne,deserti ed altri luoghi im-pervi alla ricerca/sco-perta di qualcosa. Equelli che girano per ilmondo scrutando leprofondità marine e

lacustri, non sono an-che quelli degli Esplo-ratori? Certo la loroattrezzatura sarà bendiversa, e le tecnicheusate saranno dellealtre, ma il fine dellascoperta sarà comune.Vogliamo dunque ve-dere quali possonoessere queste attrez-zature e quali le tec-niche?

Tanto per cominciaredobbiamo distingueretra due tipi di esplora-zione dell’acqua, in-fatti possiamo osserva-re l’ambiente acquaticoimmergendoci com-pletamente in esso “tra-sformandoci” in stranipesci oppure standonefuori e rispettando ilnostro essere creatureterrestri!!

Detto questo, dobbia-mo munirci di una se-rie di attrezzature cherenderanno più profi-cua la nostra esplo-razione.Tanto per cominciaresarà necessaria:• una bella mmaasscchheerraassuubbaaqquueeaa,con o senzaboccaglio, così da po-ter avere una visione

più chiara di ciò che cicirconda. • poi potrebbero es-serci utili delle ppiinnnneeper poterci muovereagevolmente nell’elemento acqua, • una ttoorrcciiaa di quellea tenuta stagna perpoter illuminare tuttigli anfratti e le grottesottomarine

• ed infine una mmaacc--cchhiinnaa ffoottooggrraaffiiccaa perimmortalare le bellez-ze subaquee. In com-mercio ne esistonodel tipo usa e getta,che con una buonailluminazione dannoottimi risultati.

Se invece vogliamoesplorare le acque

IInn aaccqquuaa,, ssee ddeecciiddiiaammoo ddii eeffffeettttuuaarree qquueelllloo cchhee ccoommuunneemmeennttee ssiiddeeffiinniissccee ““ssnnoorrkkeelliinngg””,, ddoobbbbiiaammoo tteenneerr pprreesseennttee uunnaa sseerriiee ddii ccoossee..PPrriimmaa ttrraa ttuuttttee,, cchhee llaa nnoossttrraa aassssiiccuurraazziioonnee nnoonn hhaa uunnaa ccooppeerrttuurraappeerr aattttiivviittàà ssuubbaaqquueeee,, ssvvoollttee cciiooèè ssoottttoo iill lliivveelllloo ddeellll’’aaccqquuaa.. QQuuiinnddiissee ddeecciiddeettee ddii eeffffeettttuuaarree ddeellllee iimmmmeerrssiioonnii,, ssiiaannoo eessssee ffaattttee ccoonn oosseennzzaa bboommbboollee,, ssaarràà bbuuoonnaa nnoorrmmaa eeffffeettttuuaarree uunn ssuupppplleemmeennttooaassssiiccuurraattiivvoo ppeerr ttaallii aattttiivviittàà..

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standone al difuori, perchémagari la sta-gione non celo permette, operché nontutta la Squa-driglia è com-posta da buoninuotatori, ab-biamo variepossibilità. Ilmodo più effi-cace è quellodi procurarci• una bbaarrccaa,una ccaannooaa, oanche una bel-la zzaatttteerraa, dacui poter fare le no-stre osservazioni di-sturbando il menopossibile gli esseri abi-tanti del luogo.• uno vviissoorree mmaarriinnoo,costruito tagliando ilfondo ad un secchioabbastanza profondoe sostituendolo conuna lastra di vetrotagliata su misura edincollata al fondo delsecchio con del silico-ne. Poggiando il sec-chio sulla superficiedell’acqua si avrà unavisione sufficiente-mente nitida di quello

che c’è al di sotto.• una ttoorrcciiaa suba-quea, per illuminarela zona che stiamoosservando con loscandaglio• ed una mmaacccchhiinnaaffoottooggrraaffiiccaa anchenon a tenuta stagna,l’importante è chestiate ben attenti anon farla bagnare!!!

Infine, ma non perultimo, siate semprerispettosi dell’am-biente in cui entratein contatto cercandodi modificarlo il meno

possibile.Documentateil tutto condisegni, foto-grafie e ripre-se, così dapoter avere unbuon resocon-to della vostra Im-presa.SSttaattee aatttteennttiiaall ccoonnttaattttooccoonn ppeessccii eeddaallgghhee,, ccee nneessoonnoo ddii mmoollttoouurrttiiccaannttii eevveelleennoossii..E approposito

di Imprese, alcuneSquadriglie nauticheutilizzano Imprese diquesto genere perconseguire il gguuiiddoonn--cciinnoo vveerrddee ddii eesspplloorraa--zziioonnee. Se ne avete lapossibilità, perchénon lo fate anchevoi? In Italia esistonotanti parchi naturalisubaquei e addirittu-ra interi siti archeolo-gici sommersi cheaspettano di esserescoperti in ogni loroparticolare.Buona esplorazioneallora!!

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TESTI E DISEGNI DI CHIARA FONTANOT

B.-P. pensava che gli uomini cresciuti in un “Paese civile” nonhanno alcuna preparazione che consenta loro di cavarsela nei

boschi e nelle foreste. Chissà se lapenserebbe allo stesso modo veden-do oggi le nostre città…A noi, che amiamo la vita all’aperto,ha proposto alcuni giochi per nonperdere mai la strada e per meritarciil nome di “Esploratori”.

EESSPPLLOORRAAZZIIOONNEE IINNMMOONNTTAAGGNNAAAll’alba tre Scouts (le“lepri”) partono dalcampo e vanno a na-scondersi in una zonamontagnosa. Dopo co-lazione un gruppo di“cani” parte per trovarele lepri prima di unacerta ora, ad esempio le4 del pomeriggio. An-che il semplice avvista-mento, perfino a mez-zo di binocolo, fa vince-re i cani, purché l’avvi-statore sia in grado diindicare con precisionequale lepre ha visto. Attenzione a fissaredei limiti di terrenoben precisi, oltre i qua-li nessuno potrà anda-re, pena squalifica.

FFAARREE UUNN’’EESSPPLLOORRAA--ZZIIOONNEE IINN TTEERRRREE SSEELL--VVAAGGGGEEOgni Scout porterà ilsuo equipaggiamentoed i cibi in un paccoportato sulla testa. Camminate in fila in-diana, con uno Scout dipunta a 200 metri avan-ti che indichi la strada amezzo di segni di pista.Costruite un ponte so-pra un corso d’acqua ouna zattera suun lago; attra-versate un ter-reno acquitri-noso serven-dosi di fascine.Per impararele nozioni diorientamen-to, ogni Scout

può essere mandato inuna direzione diversaseguendo indicazionidi questo tipo: “Va’ pertre chilometri versoNord-Nord-Est. Scriviun rapporto per dimo-strare esattamente ilpunto dove sei giuntoed unisci uno schizzotopografico dimostra-tivo, porta indietro iltuo rapporto più rapi-damente possibile.”.

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Art.Tavdacamp07Disponibilità magazzino pezzi 545.000

Costo realizzazione: Qualche legno e 5 ore circa.Affrettarsi per le ordinazioni.

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Il secondo articolo, che vorremmo proporreper questa stagione, serve per consumare ipasti preparati con l’articolo precedente.Trattasi di tavolo dalla forma piramidale ispi-rato alla già nota collezione di mobili “Faraon”delle passate collezioni.Dalla forma semplice, ma nello stesso tempomisteriosa, il tavolo che presentiamo è fra ipiù pratici e solidi nella realizzazione classica.Anche questo viene realizzato da una nostrasquadra di addetti che utilizzerà solo mate-riali scelti di catasta o di bosco.La struttura principale è fatta di quattro legniall’incirca di tre metri di lunghezza fissatinella estremità superiore con i classicicanapi e con legacci maestralmente eseguiti.La larghezza viene decisa nel momento delmontaggio e sarà di volta in volta variata percercare la solidità migliore.Una volta posizionati i legni portanti ven-gono applicati nel metodo classico dei traver-si non prima di aver impedito il loro slitta-mento con un’apposita tacca che i nostrimanovali definiscono simpaticamente “delpioniere”, ma non si capisce da dove possavenire tale denominazione.I traversi dicevamo vengono collocati a diver-se altezze, saranno il ripiano del vostronuovo tavolo e i sedili dove potervi rilassarenei momenti dei pasti dopo una lunga giornatadi lavoro.Dopo innumerevoli esperimenti, studi statisticie prove sul campo i nostri progettisti hannoindividuato in 40-45 centimetri dal suolol’altezza a cui posizionare la seduta e in75-80 per il ripiano.Misure diverse di realizzazione si possonoavere a richiesta, ma dovrete firmare il

modulo 75bis denominato: “Accettazionedella scomodità” che vi verrà rilasciato intriplice copia dal nostro personale.Sopra il ripiano vanno disposti una serie innu-merevole di traversi sempre bloccati con ilmetodo classico. I nostri tecnici sono addestra-ti ad usare legname il più diritto possibile ondeevitare rovesciamento di piatti e pietan-ze. Anche qui naturalmente potete fare richie-sta che vi vengano forniti invece materialistorti, ad arco a falce o ricchi di nodi. Noieseguiremo le vostre gentili richieste però viinvitiamo a leggere nel contratto di acquisto deltavolo la parte dal titolo: “Noi ce ne laviamole mani”.Vogliamo spendere un paio di parole sullecaratteristiche di questo articolo, moltopratico nella costruzione, bello da vedere,solido. Accompagna queste qualità anche lapossibilità di spostarlo al sole o all’ombra aseconda dell’afosità della giornata.Completa il tutto la possibilità, a richiesta, difornirvi anche una apposita copertura per igiorni di pioggia. Si tratta di un telo impermeabile, ad alta resi-stenza e durata che verrà posizionato sullasommità della struttura non prima che il nostrotecnico anti sforamento non abbia protettole punte superiormente con una procedurache noi chiamiamo in gergo tecnico: “fagottocon carta di giornale” in modo da evitareche la preziosa copertura venga danneggiatadagli spigoli.Completano la tettoia quattro sostegni di 2-2,5 metri posizionati ai quattro angoli deltelo e infine resi solidali con il terreno con l’u-tilizzo di quattro canapi ed un particolareche noi chiamiamo:“picchetto”.

RICHIEDETE IL NUOVO

CATALOGO DELLA

STAGIONE 2007-2008

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corrucciati nell’impegno delle persone che lavo-rano, le macchie che si muovono veloci dei ragaz-zi e ragazze che corrono durante i giochi e le atti-vità. Il timone, che ne è il simbolo, sta ad indicar-ci la necessità di saper dirigere, con competenzae sicurezza, la nostra vita lungo la rotta che ilSignore ha tracciato per noi: è questo che ci ripe-tono (e ci testimoniano con il loro impegno) gliA.E. che si alternano ai vari campi e che condu-cono le riflessioni, le preghiere e le celebrazioniche si svolgono nel cerchio all’aperto della cap-pelletta. Appena di fianco troviamo un piccolomonumento i marmo, dove sono segnati nomidelle persone che ritornano alla Casa del Padredurante l’attività scout. Sono fratelli e sorelle chehanno portato il loro sorriso e la loro tenda tra iprati del Cielo e a loro vanno, ad ogni Campo, unricordo e le preghiere. Quando piove (e aBracciano non ci si fa mancare nulla: quando l’ac-qua scende o è un piccolo tifone o neanche lo siprende in considerazione) le sessioni continuanosotto i grandi tendoni, accompagnate dal rumoredella grandi gocce che cadono sul tetto di lamie-ra. A lato del campo fanno bella mostra di sé ipennoni dell’alza bandiera: quello più alto, su cuiall’inizio di ogni campo salgono tradizionalmentele tre bandiere, quella europea, quella italiana equella dell’Agesci con il trifoglio e il giglio; quellipiù bassi dovein occasionedel ConsiglioGenerale ven-gono alzate lebandiere delleRegioni o,degli incontriinternazionali,le bandiere deivari stati. Neigiorni di vento(la maggioran-za! A Brac-ciano, il condi-zionamento eil ricircolo del-l’aria è garanti-

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N on è difficile descrivere l’aspetto della BaseScout di Bracciano: un bellissimo, grande e

ben tenuto prato (detto “pratone”!), alberi seco-lari e ampi spazi, strutture fisse semplici e funzio-nali, due cucine moderne e attrezzatissime, sem-pre perfettamente pulite ed in ordine, angoliombrosi per ascoltare le sessioni e svolgere atti-vità. Ma se fosse tutto qui, potremo affidarci ad undepliant illustrativo e consideralo un agriturismo.Bracciano è prima di tutto anche storia: qui sisvolgono tutti gli anni i Consigli Generalidell’Agesci (il “parlamento” della nostra associa-zione), qui l’Agesci è nata, in una notte del lonta-no 4 maggio 1975. La base ha iniziato a funziona-re dal 1957 proprio come sede per Campi Scuoladi Capi. Le Specializzazioni ci sono arrivate, qual-che anno dopo, ad aggiungere le proprie attività,in mezzo alla bellissima natura. Ma ancora non ètutto: il valore aggiunto della Base è nelle perso-ne, nei meravigliosi, fantastici e tenaci uomini edonne che ne curano la pulizia, l’organizzazione elo svolgimento dei Campi del Settore, il coordi-namento e la gestione dei numerosi, competentistaff che si alternano ogni anno in periodi diversi.Ogni base del Settore Specializzazioni ha le suepeculiarità, ed anche Bracciano è un mosaicocolorato costruito con l’erba del prato, la cortec-cia dura e segnata delle piante, le linee sobriedegli chalet dove si può pernottare, i volti a volte

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TESTO E FOTO DI MAURO BONOMINI

LA BASE DIBRACCIANO

Lo stemma all’ingresso della Base

La Madonnina della Cappelletta

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to, per la maggior parte dei giorni dell’anno, dalvento che viene dal lago) le corde metalliche a cuisi fissano le bandiere vibrano intensamente edemettono un suono particolare che, diffondendo-si in ogni angolo, ricorda a tutti che nello scauti-smo non siamo soli, che in ogni angolo della terra,magari proprio nello stesso momento, ci sonoragazze e ragazzi che si impegnano e lavoranoproprio come noi. Il grande spazio attrezzato peril fuoco di bivacco, posto quasi all’ingresso dellabase, è anche l’arena dove spesso i campi diespressione svolgono i loro spettacoli: allora siriempie di saltimbanchi e di costumi colorati, dimonologhi accorati, di canti polifonici, di musichee danze. Ognuna di queste cose lascia un segno,perché tutte hanno un significato, un messaggioimportante da trasmettere, conservare e diffon-dere una volta tornati a casa. Un po’ più in là lavo-rano i pionieri con le loro accette affilate, le cordee tanta abilità. Costruiscono tavoli, panche, cucine,torri di segnalazione, ponti e quanto la grandecompetenza dei Capi insegnanti propone loro.Sulle cucine da campo ragazze e ragazzi si impe-gnano ad imparare come nutrire intere Squa-

driglie, affa-mate per lea t t i v i t às v o l t e .Ognuno diloro tornaa casa conricette utilie degne deim i g l i o r iristoranti .Chi tra glia l l i e v iaffronta itemi dellanatura si in-contra configure im-

portantissime, grandi Capo e Capi scout chehanno scelto di far diventare la vita all’aperto e lostudio e la conoscenza delle piante una pareimportante del loro servizio. Sono loro che vi affa-scineranno, alla sera, intorno al fuoco, con raccon-ti avvincenti, e che vi faranno alzare gli occhi allestelle per riconoscere le costellazioni e ascoltarele leggende che ne giustificano i nomi.Responsabile della Base di Bracciano per il setto-re specializzazioni è Lucina Spaccia, una personache lo spirito scout te lo fa percepire anche solocon uno sguardo, appassionata del suo lavoro conle Specializzazioni e orgogliosa di portare il fazzo-lettone giallo al collo, con il distintivo di capocampo appuntato sotto al nodo. Insieme a lei nonsi può non ricordare Ernesto Marcatelli, l’anima ela memoria della base, cultore della natura, appas-sionato dei vecchi canti scout , abile narratore eSergio Cametti, vera anima degli importanti even-ti di Basi Aperte che vedono numerose scolare-sche arrivare nella nostro base per giornate inten-se di gioco, studio o contatto con la Natura. Sonosolo alcune delle bellissime persone che si alter-nano a calpestare l’erba del magnifico prato diBracciano e anche agli staff e alle pattuglie di ser-vizio va sempre un caldo ringraziamento per isacrifici e l’impegno che offrono a tutta l’As-sociazione. Anche Avventura è presente a Brac-ciano, come in molte altre basi scout, con i redat-tori che partecipano in numerosi staff comeesperti tecnici e Capi Campo: non è un caso chemolte delle foto che vedete sulle nostre paginesono di Guide e Scout che portano (con orgogliomeritato) il fazzolettone giallo. Che dire, infine?Immaginatevi un grande indice che punta proprioa voi, proprio così: Bracciano vuole proprio voi,come partecipanti ai campi e, in seguito, comecambusieri, aiuto tecnici, tecnici e Capi Campo. Lanostra è una famiglia accogliente e capace di ren-dere giustizia a tutti talenti e a tutta la voglia diservizio che avete in voi. Arrivederci sul grandeprato, allora!

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Le antenne delle bandiere con dietro i bungalows Campo di Primo Soccorso: la ginnastica del mattino

A tavola! Sempre gradito…

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IL CAMPO DI PRONTO SOCCORSO

Tutti gli anni si svolge a Bracciano un Campo di Competenza di Pronto Soccorso. Non è un Campo“facile”, perché durante le sessioni si studiano l’anatomia, la patologia, l’igiene il Primo Soccorso etanti argomenti che sono inerenti la salute delle persone. Gli esperti si alternano nelle spiegazionie negli esempi pratici e ad ogni allieva e allievo viene chiesto di mettere in pratica direttamente lenozioni apprese.Non viene tralasciata l’efficienza fisica (mens sana in corpore sano!) e il prato dellabase vede stendersi il grande Plateau dove si corre e si praticano gli esercizi di Hebert. Gli allievisono divisi in Squadriglie di soccorritori, che prendono il nome da ossa e organi del corpo umano.Non c’è molto tempo libero al campo,ogni minuto è pieno e intenso, anche lanotte può squillare il fischietto che chia-ma i soccorritori per un’emergenza. AlCampo dello scorso anno, le Squadrigliesono state chiamate alla ricerca di alcu-ni aviatori che hanno dovuto lanciarsicon il paracadute nel bosco presso labase. Le Squadriglie si sono divise i riqua-dri di ricerca sulle cartine e sono partitenella notte. Una volta trovate le personedisperse hanno dovuto superare il limitedella lingua: gli aviatori erano stranieri enon comprendevano l’italiano. Indivi-duare e curare le loro ferite è statoquindi più difficile. In collegamento radiocon la base che coordinava l’operazione, con barelle di fortuna gli infortunati sono stati traspor-tati al campo base. Gli amici della Croce Rossa di Anguillara Sabazia hanno messo a disposizionela loro grande competenza, facendo fare pratica, con manichini appositi, di rianimazione cardiopol-monare.Tutti istruttori qualificati, hanno saputo guidare con chiarezza allieve e allievi nel difficilecompito di cercare di portare aiuto a persone che non respirano o a cui non batte più il cuore.Nell’ultimo giorno il campo si è trasformato in una base di Primo Soccorso per la consueta eser-citazione finale. Ognuno degli allievi ha potuto così confrontarsi direttamente con i possibili infor-tuni che possono capitare durante le attività scout. Le Squadriglie, che operavano a rotazione in

vari incarichi (comunicazione, servizio al Campo base,servizio in unità periferica di Primo Soccorso) si sonocomportate bene e hanno saputo rispondere concompetenza alle patologie che venivano loro proposte.La preghiera e la lettura e discussione di alcuni branidel Vangelo hanno coinvolto tutti, in particolare sul dif-ficile tema del perdono, sia nel nostro piccolo (nellavita quotidiana e di reparto) che nei grandi e difficilimomenti in cui si sono lutti o gravi delitti. Un campopieno, insomma, faticoso e impegnativo, ma affrontatocon buona volontà e impegno da quanti avevano inte-resse ad approfondire le proprie conoscenze e capa-cità nell’ambito della salute. Si spera proprio che que-ste competenze vengano impegnate solo nella preven-zione, che è una parte importantissima del ProntoSoccorso, ma per i (pochi!) casi di vera emergenza gliallievi si sono impegnati per “essere più Pronti” in casodi bisogno.

In cerchio sul pratone

Tecniche di rianimazione

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DI LUCIO COSTANTINI - LUPO CHE CANTAFOTO D’ARCHIVIO

I PERSONAGGI CHE HANNO FATTO LO SCAUTISMO:GIULIANA DI CARPEGNA

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LA PRIMA CAPODELLO SCAUTISMOFEMMINILEITALIANO

RICORDO DELL’AGI(articolo pubblicato sul giornalino dell’AGI, “la Guida”, a vent’anni dalla fondazione)

Q uesta data a molti non dice nulla, ma alleGuide ricorda un giorno molto importan-

te: infatti il 28 dicembre del 1943, nelleCatacombe di Priscilla - a Roma - sono tate pro-nunciate le prime Promesse delle Guide cattoli-che italiane. Iniziava così la vita delle Guide catto-liche, in Italia. Erano giorni non molto lieti perl’Italia. La nostra Patria era coinvolta nella guerrae Roma era ancora occupata dalle truppe tede-sche. Eppure questo 28 dicembre è stato un gior-no di gioia e di fiducia in un futuro da ricostruire,

in libertà di espressione e di idee. Alcuni mesi dipreparazione intensa e poi... ecco quel 28 dicem-bre 1943; la Promessa di Giuliana di Carpegna(pronipote del fondatore dell’ASCI) alla presenzadi Padre Ruggi d’Aragona, e altre sette Guide chepromettevano poi nelle mani della loro Capo.Questa la Squadriglia Scoiattoli, formata dallefuture capo dell’associazione, cui seguiva pocotempo dopo la Squadriglia Alcioni. Il distintivo eraun trifoglio di legno, scolpito a mano, tanto che leprime Guide furono definite “trifogli di legno”.

Ecco cosa Giuliana di Carpegna stessa scriveva a tutte le Guide, in occasione del Ventennaledell’AGI:“Eravamo tutte grandi, chi più, chi meno, e credo che il segreto del nostro entusiasmo, della nostravoglia di lottare contro le circostanze avverse, fosse dovuto a questi due motivi:1) in noi c’era il desiderio di fare del bene alla gioventù, e di farlo secondo i disegni di Dio e senzaalcuna ambizione personale; 2) prima di elaborare e scrivere direttive, abbiamo vissuto la vita diSquadriglia come se fossimo tornate bambine, e questo anche perché ci piaceva. Ci siamo diverti-te a giocare, scoprendo piste, facendo giochi di Kim e il nostro bivacco (sempre in periodo di occu-pazione tedesca) a Villa Pace. Ci dava gioia”Nell’agosto del 1944 nasce l’Agi (Associazione Guide Italiane), con a capo la principessa MariaMassimo Lancelotti.Tuttavia, le prime Promesse erano già state pronunciate nel 1943, in clandesti-nità, nelle catacombe di Priscilla, a Roma. La prima a pronunciare la Promessa fu Giuliana diCarpegna, pronipote di Mario. Gli Scoiattoli, gli Alcioni, le Lucciole e le Rondini furono le primesquadriglie a formarsi, seguite dalle Tartarughe (che scelsero tale nome proprio perché arrivate piùtardi…)

Il nostro incontro con lo scautismo è avvenutoallora clandestinamente, in un’epoca di dolorosadominazione straniera, con uno stato d’animo dicommosso entusiasmo, irripetibile In condizioninormali...Ma a quei tempi, cos’era? Non certo un’organiz-zazione: non sapevamo neanche. noi a cosa dove-vamo prepararci.Eravamo otto ragazze, riunite da Giuliana diCarpegna (che dallo zio Mario di Carpegna avevaattinto il sacro fuoco), ad ascoltare Padre Ruggi, il“vecchio lupo” scout e Domenicano, che ci parlavadi questo metodo meraviglioso di educazionedella gioventù. Pomeriggi palpitanti, che avremmovoluto durassero ore e ore, e invece passavano inun lampo, con il monito dell’orologio che esorta-

va a correre a casa prima del terribile coprifuo-co... cercavamo perfino di non arrivare o riparti-re tutte insieme, perché i raggruppamenti eranosempre sospetti, e si rischiava di finire inQuestura o al Comando Militare.Ma che grande serenità ci davano quegli incontri,man mano che appariva più chiaro che potevamoveramente lavorare, anche nel nostro piccolo, perricostruire il nostro povero Paese, aiutando lagioventù cresciuta tra lo sbandamento di unaguerra civile tanto triste!Dobbiamo a Padre Ruggi una grande, profondariconoscenza:senza il suo “vero” spirito scout, la sua esperien-za, la sua fede, la sua acuta critica, il gruppo degliScoiattoli pionieri sarebbe miseramente naufraga-

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era facile trovare il “tipo italiano” del Guidismo.Eppure, i genitori ci affidavano le ragazzine conentusiasmo: era un guidismo di elezione, non c’e-rano gli scontenti o gli ignari; ma mille erano ledifficoltà d’altro genere, oggi incredibili, I tramerano scarsi, le biciclette un lusso sibaritico, i treniun’avventura, le scarpe buone introvabili (o impa-gabili)... per il primo Campo di Guide, a VillaDoria, trovammo a mala pena un camioncinoansante che ci portasse le tende, e ci recammo apiedi, in lunga fila, con sacchi da emigranti.Il vitto di quei campi o accantonamenti era unproblema alchimistico: scatolette americane otte-nute da cobelligeranti devoti a B. - P., viveri dellaPontificia Commissione, espedienti di ogni gene-re... ricordo ancora la nostra costernazione alCampo-Scuola invernale (cui partecipavano, comeinsegnanti, delle Capo-Guide belghe) quando lebuone Suore che ci ospitavano ci deposero neipiatti delle patate bollite fumanti e poi Lella, conforzata allegria, ci comunicò che la colazione erafinita e potevamo tornare al lavoro!!..Chi ha vissuto con me queste esperienze, lericorda e comprende:non vorrei però essere fraintesa da chi, al postodei nostri capelli grigi, ha riccioletti bruni o bion-di... non parlo di periodo penoso: rievoco le gior-nate più entusiasmanti del Guidismo! Sicura diinterpretare i sentimenti di tutti i VenerandiScoiattoli affermando che nel bilancio del nostropassato la scelta e la Promessa di quel 28 dicembre‘1943 rimangono fra le azioni senza rimpianto, esaremmo pronte aricominciare senzaesitazione.Vorrei fosse dato atutte ritrovare lospirito vibrante diquei tempi, che sidifferenzia daogni altro, comediversa è l’esul-tanza di chiprimo scopreun continentenuovo in con-fronto al godi-mento deimolti che piùquietamenteIo seguirannoin un viaggiosenza sor-prese.

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to Si affiancaro-no poi le varietecniche: chi pri-meggiava inqualche abilità,cercava di pas-sarla alle altre:sport. musica,folklore, dise-gno, cucina... misembra di rive-dere il nostro

gruppetto intirizzito misurare in lungo e in largoVilla Borghese, studiando ogni albero, ogni foglia,ogni corteccia, in attento ascolto della SignorinaParpagliolo, che trasformava i lecci in “QuercusIlex” e i noci in “Juglans Regia”...Il problema era di imparare in poco tempo ed inetà (diciamo) matura, tutto quello che le Guideimparano per mesi tra un gioco e l’altro: nodi,Morse, Semaforo, botanica, astronomia e viadicendo:tutto ci era nuovo e abbiamo faticato non poco,tra corde, erbari e bandierine, per afferrare final-mente il linguaggi della meravigliosa avventura!Accanto al lavoro, andavamo a Caccia di libriscout, scambiandoceli a ritmo accelerato.Abbiamo così avuto il privilegio di diventareGuide per meditata e decisa scelta. Chi di noiotto può dimenticare anche un solo istante dellacerimonia del 28 dicembre 1943 nelleCatacombe di Priscilla, quando Giuliana pronun-ciò la sua Promessa nelle mani di Padre Ruggi, enoi nelle sue?... Quell’incerta luce sotterranea,che richiamava all’animo il lontano eroico sacrifi-cio dei martiri e le incombenti angosciose vicen-de della guerra, dava al rito della Promessa un’at-mosfera indimenticabile, solenne, leggendaria...Ne uscimmo trasognate, consce dell’importanzadella nostra decisione, ansiose di metterci final-mente al lavoro: un lavoro ancora clandestino, conle prime Guidette riunite senza dar nell’occhio,con le prime “uscite” negli angoli più selvatici dicivilissimi giardini.Nella primavera gli eventi politici ci permisero dirisalire, come talpe alla luce del sole: ma se gliScouts potevano riprendere vita soffiando sullabrace di un fuoco che non si era mai spento, perle Guide, che in Italia non erano mai esistite, tuttoera da cominciare.Ahimè, presentarsi agli Italiani,così critici, sensibili al ridicolo e al rispettoumano, e per di più stufi di uniformi e di organiz-zazioni per troppe recenti esperienze, con tuttele nostre usanze, originalità e stramberie.... Non

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CHE RAZZA DIANIMALE SEI?

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La sede del Reparto è sempre stata un porto di mare, perché è la casa di tutti quelli che credononella Promessa. Ogni Squadriglia ne ha un mazzo di chiavi, perché oltre alle attività normali ciascu-no è libero di usare gli angoli e il magazzino in ogni momento della settimana.In sede tutti si sentono a casa loro. Duilio vi entra con i pattini e fa riunione e attività con i patti-ni (forse va anche a dormire con i pattini). Caterina lascia la chitarra direttamente in sede per tro-varla pronta quando arriva. Emilio, nella sua vita, ha trascorso più ore a giocare a pallone nel cor-tile della sede che in qualunque altro luogo.In sede si possono incontrare animali di ogni razza: non soltanto quelli cuciti sul guidone diSquadriglia, ma anche quelli a due zampe.Alcuni sono molto sociali, altri si nascondono, altri anco-ra mordono. Seguendo le domande del test, cerca di capire a quale razza di animale appartieni.

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DI STEFANO GARZARODISEGNI DI FABIO BODI

Cerchio in sede. I Capi chiedono il silenzio.Devono trasmettere comunicazioni impor-tanti per l’uscita.A. «Insomma! Ma devono parlare sempre loro? Cheme ne frega a me, se tanto all’uscita non ci vengo?».E così, agitandoti, fai cadere una panca.B. Prendi il Quaderno di Caccia e contemporanea-mente molli un calcio nel sedere a quello accanto ate che ha fatto cadere una panca.C. Hai scambiato il Quaderno con il libretto diistruzioni della lavastoviglie. Quando tornerai a casa,ti accorgerai che il Quaderno è rimasto dentro lozainetto che hai messo in lavatrice. E che ci fa il faz-zolettone nel microonde?D. «Il Quaderno? Sì, un attimo, lo prendo subito. Madov’è? Dove l’ho messo? Ah, non lo trovo più. Chissàche cosa penseranno di me i Capi. Telefoneranno aimiei genitori? Oh no, speriamo di no».

Al culmine dell’im-presa di co-struzione delle cas-se di Squadriglia, tiaccorgi che è spa-rito il martello cheserviva a piantaregli ultimi grossichiodi.A. Ti metti a urlare

dicendo che non èvero, che il martellonon l’hai usato tu, eche anzi hai visto be-nissimo che lo stavausando il Vice. E poi il

manico era mezzo rotto econ quel martello non riu-scivi a piantare neppureuno chiodino.B. Insegni a un tuo sociodi Squadriglia che l’accetta,se usata correttamente dallaparte piatta, può anche servirecome martello. Poi fai una visi-ta alla Squadriglia accanto, tiriprendi il tuo martello chechissà come è finito da quelleparti, fai notare che il loro martel-lo scalcagnato è dentro la cassatutta storta che stanno costruendo,dai un calcio nel sedere a uno di loroche urla, saluti e te ne vai.C. Il martello è sparito perché tu l’hai nascostodopo averne spezzato il manico usandolo nel modosbagliato.Adesso, con la faccia preoccupatissima, faifinta di cercarlo con gli altri.D. «Oh! Il martello, ma è una faccenda troppo damaschi! Chissà se il Capo Reparto mi insegnerà ausarlo. Lui è così forte. Un martello! Avete visto unmartello per favore?».

È il secondo giorno di Campo ed è ora dipranzo. Un satellite ha fotografato le tueImprese e le ha trasmesse al personal com-puter dei Capi.Vediamo un po’ come te la seicavata.A. Sei riuscito a malapena a montare la tenda. Lacostruzione della cucina è ancora nell’elenco dellecose da fare. Scolando la pasta, l’hai rovesciata sopraun formicaio.Te la sei presa con la pentola, con chi

IL TEST

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l’ha costruita e con la sorel-la di chi te l’ha venduta.B. La costruzione dell’an-golo è quasi terminata, ma

la cucina funziona già per-fettamente. Tutti hanno man-

giato a sazietà. Il Vice ha spedi-to le zampe tenere a lavare lepentole, ma tu sei andato con

loro per far vedere come sipuliscono le stoviglie in modorapido e perfettamente igieni-

co. Poi hai preso il Vice da partee gli spiegato che domani sarebbe stato il suo

turno di lavaggio. Mentre tornavi dal ruscello,senza volerlo ti è partito un calcio verso un creti-no che dava colpi tremendi a un pentolone con unmestolo.C.Ti hanno chiesto di condire il sugo, ma hai scam-biato il sale con lo zucchero. Per correggere il sapo-re hai versato mezza bottiglia di aceto bianco. Pernon far notare che hai consumato l’aceto, hai riem-pito la bottiglia con il succo d’ananas che ti eri por-tato di nascosto nello zaino.D. «Ma perché devo apparecchiare proprio io? Il col-tello si mette con la lama all’esterno a all’internorispetto al piatto? E se sbaglio la posizione, la miaCapo Squadriglia se ne accorgerà?».

In uscita di Squadriglia devi raggiungere lameta orientandoti con bussola e carta topo-grafica. Come affronti questa sfida?A. Hai dimenticato carta topografica, carta d’identitàe carta igienica. Questa volta non sai a chi dare lacolpa, se non a te stesso.Ti sei imbestialito in modocosì violento che un gregge di caproni, spaventatodalle tue urla, si è messo al tuo inseguimento finchéil caprone capo ti ha preso a cornate nel sedere.B. La sfida in realtà, l’hai affrontata già prima dipartire, perché in Squadriglia tutti avete imparatole nozioni principali della topografia, grazie soprat-tutto ai vecchi inserti di “Avventura”. Poi, in usci-ta, vi siete esercitati dal vivo.A un certo punto haifotografato una scena curiosa: un gregge di capro-ni stava inseguendo un tale che scappavaurlando, ma non hai potuto ricono-scere chi fosse lo sventurato.C. «Capo, Capo, come funzionaquesto strano orologio con la lan-cetta che si muove di continuo?».D. «Io me ne sono accorta che laCapo Squadriglia andava a nord,quando invece si doveva girare aest. Non gliel’ho detto per pauradi innervosirla.Adesso è buio e fafreddo. Quasi quasi tiro fuori il cellu-lare e telefono alla mamma».

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Avventura 4/2007Avventura 4/2007 22112211

Per chi ha scelto in maggioranza la risposta A.Sei un vera bestia. Nella prossima Impresa il Reparto costruirà una gabbia di ferro doveti rinchiuderanno per mostrarti al pubblico. Lo spettacolo sarà un’ottima fonte di autofinanzia-mento per tutto il Reparto.

Per chi ha scelto la risposta B.I Capi non te l’hanno mai rivelato, ma tu hai indovinato che ti ammirano e che contano su di te.Ogni volta che qualcosa va storto infatti si avvicinano, ti dicono che tu hai senso di responsabilità,che sei pieno di risorse e tante altre belle cose.Tu allora capisci che è il momento di aiutarli. Mastai attento con i calci nel sedere o, almeno, non usare gli scarponi chiodati.

Per chi ha scelto la risposta C.Anche le persone più sveglie nascondono un passato da imbranati. Ma tu sei ancora lontano daquel salto evolutivo. Se ti manca esperienza, chiedi al Capo Squadriglia o ai Capi di aiutarti a impa-rare. Un buon sistema per venirne fuori può essere quello di conquistare una mezza dozzina diSpecialità e qualche Brevetto di Competenza. Buttati sulle tecniche più scout possibili.

Per chi ha scelto le risposte D.In Reparto non si danno voti sul registro. Se sei timida, o timido, sappi che nessuno è lì per giudi-carti. Conquista un po’ senso pratico e di senso della misura; evita il senso del ridicolo. Un consi-glio? Coltiva le Specialità che comportano un uso minimo di parole e un impiego massimo dellamanualità.

PROFILI DEL TEST

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“Cara la nostra Capo Squadriglia, pensavi proprioche ti lasciassimo partire per il Jamboree senzafarti almeno una piccola festa? Non sia mai chenon riusciamo a riempirti della nostra allegria edel nostro orgoglio per te!” dice Noemi, abbrac-ciando Elena. Francesca rincara la dose :”Sarai lanostra ambasciatrice, sia come città e Gruppo checome Squadriglia! Sei tutte noi!” Poi grida la primaparte dell’urlo di Squadriglia e tutte rispondono

talmente forte da far tremare i vetri delle finestredella sede. Per un po’ di tempo c’è una bella con-fusione, con grandi pacche sulle spalle della capo,le bibite vengono versate nei bicchieri, la tortatagliata e spazzolata (l’ha fatta la mamma di Pierache è un’abile pasticcera). :”Hai già pensato allozaino? - dice Francesca, sempre pratica – ho lettosul sito del Jamboree che si possono portare soloquindici chili di zaino, più il bagaglio a mano.Consigliano anche di infilare nel bagaglio a mano,un cambio completo, in modo da non avere pro-blemi, se per caso si smarrisse lo zaino.” :”Ma dai?Potrebbe capitare che il tuo zaino, che so, finisse aTegucigalpa?” chiede Michela, la piccola diSquadriglia. Le altre si girano verso di lei con ariainterrogativa :”Cos’è, non dovevo dirlo? Ho gufa-to troppo?” :”No, - replica Noemi – è per quel

Tegucigalpa… è una parola che ti sei inventata?”Michela sorride sotto i baffi (che naturalmentenon ha) :”Ma daiii, non vorrete dirmi che nonsapete nulla della meravigliosa Tegucigalpa? Dovevivete?” Piera replica ridendo :”Certamente noiviviamo qua, forse sei tu quella che abita da un’al-tra parte!” La battuta rovina un po’ la scena, maMichela non si fa abbattere :”Siete voi che nonsiete internazionali. Elena andrà al Jamboree e

vedrà un sacco di gente, potrà ben esserci qualcu-no che viene da Tegucigalpa, che è la capitaledell’Honduras.” In pochi millesimi di secondi lealtre ragazze appallottolano ognuna un tovagliolodi carta e glielo tirano in testa ridendo. Elena le dàun buffetto e dice, ridendo :”Non preoccuparti, setroverò qualche honduregno al campo mi ricor-derò di te!” Tutte si calmano e Noemi prende unapiccola pergamena e la dà alla Capo Squadriglia:”Questa è la nostra lettera per una Squadrigliastraniera, è scritta in italiano ed in inglese, c’è ilnostro indirizzo e l’invito ad iniziare una corri-spondenza di Squadriglia, per conoscerci meglio.Se poi riesci anche a convincerli a fare un gemel-laggio, sai che saremmo contente!” Valeria applau-de :”Dai! Trova qualcuno molto lontano, cosìquando ci scambiamo possiamo fare un bel viag-

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TESTO E FOTO DI MAURO BONOMINIDISEGNI DI JEAN CLAUDIO VINCI

IL REGALO PER RIPORTA A CASA LEIMMAGINI DEL JAMBOREE(ottava puntata)

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gio!”Si associa anche

Piera :”È vero, potrebbeessere una bella esperienza!” Francesca

si avvicina tenendo in mano il pacchetto che eraal centro del tavolo :” Questo è un piccolo rega-lo che ti fanno la Squadriglia e il Reparto: è unregalo interessato, perché al ritorno dovrai farcivedere come lo hai usato!”

Elena, commossa lo prende e comincia ad aprir-lo: tolta la carta si trova in mano la scatola diuna macchina fotografica digitale. :”Ma ragazze!Non dovevate!” :”Come no! Vogliamo che tudiventi la nostra fotoreporter e scatti una infi-nità di foto che vedremo tutte insieme.Questa è una W30 è impermeabile, puoi anche

metterla sott’acqua, se vuoi! L’abbiamo presacosì, perché il clima dell’Inghilterra è molto varia-bile e potrai scattare anche se piove.Ti abbiamopreso due schede di memoria da due gigabyte, tibasteranno per almeno cinquecento foto. Nonrisparmiarti!” Elena non sapeva più cosa dire, main fondo, non si poteva anche non dire niente,bastavano il suo sorriso e la sua espressione:bene, il Jamboree avrebbe avuto una nuova,agguerrita fotografa in più!

L’impermeabile W30!

Forse pensate che la storia di questa Squadriglia sia inventata, che Guide così ingamba siano frutto di fantasia: invece no, i personaggi esistono davvero, sola-mente Michela, l’ultima arrivata, è un personaggio che non c’è.La maggior parte di loro ha partecipato a Campi diCompetenza del Settore Specializzazioni.Volete conoscere chic’è dietro ad Elena, Francesca e le altre? Eccovi accontentati.

Maria Elena – La prima Capo Squadriglia. Era una Guida quandoha partecipato ad un Campo di Competenza di espressione nella base diBracciano nel 2001.Bravissima attrice e mimo, ha recitato, da scolta, come pro-tagonista nello spettacolo iniziale al Campo Nazionale E/G a Vialfré. È tenace,sempre pronta ad aiutare gli altri ed è molto brava a scrivere racconti. È dell’Abruzzo

Elena – Il personaggio principale. Ha partecipato al Campo di Competenza diPronto Soccorso 2005 sempre nella base di Bracciano. Riflessiva,decisa, capace di arrivare al nocciolo di ogni questione, hauno sguardo intenso e una voce bassa e tranquilla. È dellaToscanaFrancesca – La Vice di Elena. Anche lei era presente alCampo del 2005 a Bracciano, si preoccupa sempre per glialtri, è amichevole, precisa, si impegna sempre al massimo. Èdel LazioNoemi – L’espressiva della Squadriglia. Sempre del Campo di

Bracciano del 2005, è molto dolce, sognatrice, molto brava in espressione. È delPiemontePiera – Il cuore allegro della Squadriglia. Ancora unagrande Guida del Campo di Pronto Soccorso. Allegra,simpatica, amica di tutti, capace di tirare su di moraleanche i sassi. È della SiciliaValeria – La prima squadriglina. È veramente passatadalle Coccinelle al Reparto, è sbarazzina, qualche voltapermalosa, ma se vuole sa impegnarsi e ottenere buonirisultati in ciò che fa. È dell’Emilia Romagna.

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Maria Elena

Francesca

Piera

Elena

Noemi

Valeria

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PENSATIPERVOI...... ma utili a tutti: pratici, agili, completi, interamente illustrati, i “Sussidi tecnici” Fiordaliso

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SCOUT - Anno XXXIII - n. 15 - 28 giugno 2007 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 pres-so il Tribunale di Roma - Stampa: Omnimedia,Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 60.000 - Finito di stampare nel luglio 2007

La rivista è stampata su carta riciclataAssociatoall'Unione StampaPeriodica Italiana