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SOMMARIO NOTIZIARIO FLASH SMB ITALIA Numero 3 - anno XXII luglio-settembre 2015 Autorizzazione Tribunale di Roma n. 30/93 del 28/01/93 EDITORE SMB Italia SEDE LEGALE Via Matilde Serao, 23/A - Roma DIREZIONE E REDAZIONE Smb Italia, Via Carlo Poma snc 00040 Pomezia (Roma) tel. 335.1003449 fax 06.89280553 DIRETTORE RESPONSABILE Pio Paladino CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Health Communication srl Via Vittore Carpaccio, 18 00147 Roma DIRETTORE EDITORIALE Massimo Saruggia HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: M. Annibalini, D. Carloni, R. Finelli, F. Limido, F. Rosetti, M. Saruggia Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati dalla Rivista, nonché la loro traduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazio- ni inviati alla redazione non saranno re- stituiti anche se non pubblicati. L’Editore non si assume alcuna respon- sabilità sul contenuto degli articoli e nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli stessi in cui fosse incorso nella riproduzione sulla Rivista. Gli articoli do- vranno essere inviati alla redazione su supporto magnetico. Massimo Saruggia Parole barattolo 3 Rosa Finelli Aromaterapia: un’arte antica con prospettive future 5 Francesca Rosetti L’Organon è ancora un libro per grandi omeopati 15 Maurizio Annibalini Gli strani effetti dei rimedi omeopatici 21 Danilo Carloni Gastriti, ulcere, Helicobacter Pylori e il sostegno “verde” 25 Fulvio Limido Introduzione alla micoterapia 37

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S O M M A R I O

NOTIZIARIO FLASH SMB ITALIANumero 3 - anno XXIIluglio-settembre 2015Autorizzazione Tribunale di Roma n. 30/93 del 28/01/93

EDITORESMB Italia

SEDE LEGALEVia Matilde Serao, 23/A - Roma

DIREZIONE E REDAZIONESmb Italia, Via Carlo Poma snc 00040 Pomezia (Roma) tel. 335.1003449fax 06.89280553

DIRETTORE RESPONSABILEPio Paladino

CONCESSIONARIA PUBBLICITÀHealth Communication srlVia Vittore Carpaccio, 1800147 Roma

DIRETTORE EDITORIALEMassimo Saruggia HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:M. Annibalini, D. Carloni, R. Finelli, F. Limido, F. Rosetti, M. Saruggia

ResponsabilitàLa riproduzione delle illustrazioni e degliarticoli pubblicati dalla Rivista, nonchéla loro traduzione, è riservata e non puòavvenire senza espressa autorizzazionedell’Editore. I manoscritti e le illustrazio-ni inviati alla redazione non saranno re-stituiti anche se non pubblicati.L’Editore non si assume alcuna respon-sabilità sul contenuto degli articoli e nelcaso di eventuali errori contenuti negliarticoli stessi in cui fosse incorso nellariproduzione sulla Rivista. Gli articoli do-vranno essere inviati alla redazione susupporto magnetico.

Massimo SaruggiaParole barattolo 3

Rosa FinelliAromaterapia: un’arte antica con prospettive future 5

Francesca RosettiL’Organon è ancora un libro per grandi omeopati 15

Maurizio AnnibaliniGli strani effetti dei rimedi omeopatici 21

Danilo CarloniGastriti, ulcere, Helicobacter Pylori e il sostegno“verde” 25

Fulvio LimidoIntroduzione alla micoterapia 37

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Evidence-based. Abbiamo ormai incor-porato questa parola-programma che

condensa la critica più pungente e conci-sa all’omeopatia.

Essa sembra sancire la definitiva e irri-mediabile condanna di un metodo tera-peutico che nell’Ottocento era solo un em-brione e oggi è una vecchia signora (ma neha passate di tutte e ogni volta è uscitavaccinata e più rigogliosa).

Ma questa parola – evidence-based – asorpresa la troviamo già vecchia, come uncappotto trendissimo che sei mesi dopol’acquisto fa solo tristezza.

Pensavo a questo rileggendo un artico-lo di Walach su JACM dove, partendo dal-la evidenza della campagna “militare”contro l’Omeopatia che si sviluppa con vi-rulenza un po’ dovunque nel mondo, Wa-lach si chiede di quale evidenza in realtàsi stia parlando. Una evidenza insalubre:il più spesso riferita alla differenza tra untrattamento attivo e il placebo: una eviden-za ristretta. Infatti appena affrontiamo laquestione della evidenza vediamo sorgerediversi paradossi (da intendersi non comeassurdità ma come affermazioni che van-no contro l’opinione dominante). Il piùevidente è il paradosso di efficacia.

È empiricamente documentato che trat-tamenti CAM (placebo puro secondo l’opi-

nione dei critici) possono essere più effi-caci di un trattamento convenzionale mu-nito del bollino verde evidence-based.

Walach suppone che la realtà che si na-sconde nella parola evidence-based sia dialtra natura. Evidence- based è per Walachil grido di guerra di un esercito raccolto daBIG Pharma che si sente minacciata dalsuccesso popolare delle CAM.

Parole barattolo

Editoriale

Massimo Saruggia

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Non mi sento di condividere questopensiero, considerata la disparità delle for-ze in campo (uno scontro impari tra cava-lieri con armatura e contadini senza caval-lo).

Tuttavia non c’è bisogno di bere vodkamartini shakerato non mescolato per otte-nere il brivido da missione in una guerrasegreta, per sapere che siamo l’obiettivo diuna guerra di religione.

Evidence-based e implausibilità del-l’Omeopatia sono due armi che si portanomolto.

Ma, mentre la prima è una pistola cari-cata a salve (e resterà alla storia come lacritica più “intelligente” fatta nei secoli al-l’Omeopatia), la seconda è più pericolosaperché più razionale.

Ma evidence-based è anche una parolastanca di essere strapazzata. Rischia di ri-ferirsi ad una categoria usurata, per abusoed eccesso di fiducia nel suo valore tau-maturgico.

È una parola barattolo dentro la qualela mente finisce sotto formaldeide. Ane-stizzata.

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titolo

5AROMATERAPIA: UN’ARTE ANTICA CON PROSPETTIVE FUTURE

L ’aromaterapia è l’arte di curarsicon gli oli essenziali. Le essenze

aromatiche hanno la capacità di mobili-tare le nostre difese organiche e di stimo-lare il nostro potenziale di auto guarigio-ne. Per millenni gli estratti aromatici del-le piante sono stati utilizzati per scopi te-rapeutici e il loro impiego è testimonia-to in tutte le grandi civiltà antiche.

STORIA

Fin dagli albori dell’umanità, i suffumi-gi aromatici sono stati utilizzati in ritualiquotidiani e durante cerimonie religiosecome espressione e memento di una sacra-lità che pervadeva tutto. La fragranza è sta-ta interpretata come una manifestazione didivinità sulla terra, una connessione tra gliesseri umani e gli dei.

Aromaterapia:un’arte antica conprospettive future

Dott.ssa Rosa FinelliFarmacista diplomata SMB Ancona

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L’India, dove gli oli essenziali sono sta-ti utilizzati per migliaia di anni, è forsel’unico luogo al mondo in cui questa tra-dizione non è mai andata persa. I templiindiani erano costruiti quasi completa-mente in legno di sandalo per garantireun’atmosfera aromatica e, con una storiadi oltre diecimila anni, la medicina ayur-vedica costituisce la pratica medica piùantica.

In Cina è stato ritrovato il testo di me-dicina più antico sopravvissuto, il PenTsao, un erbario cinese scritto da ChenNang e risalente al 2800 a.C. circa.

Le origini della medicina aromatica inEuropa e nel mondo occidentale risalgonoa oltre seimila anni fa, all’Egitto dei farao-ni. Gli Egizi erano molto attenti all’igienepersonale e alla cosmesi, e la prima ricet-ta conosciuta di un deodorante per il cor-po venne rinvenuta nel Papiro Ebers del1500 a.C. Erano inoltre esperti imbalsama-

tori e si servivano degli oli essenziali conspiccate proprietà antisettiche per conser-vare i tessuti corporei per migliaia di anni.

Anche gli antichi Greci utilizzavano lesostanze aromatiche nei loro bagni e siservivano degli oli aromatici per la salute.Ippocrate utilizzò un gran numero di me-dicine di origine vegetale e il primo tratta-to sugli aromi, dal titolo Sugli odori fuscritto da Teofrasto. Gran parte delle nostreattuali conoscenze sulle piante medicinalideriva da Dioscoride che nel primo secolod.C. scrisse il De Materia Medica.

I Romani acquisirono gran parte delleloro conoscenze dai Greci e Galeno ( 130-200 d.C.), medico di numerosi imperatoriromani, diede un importantissimo contri-buto alla storia della farmacologia.

All’altro capo del mondo, sia gli Azte-chi che gli indigeni del Nord America uti-lizzavano gli oli aromatici per trarne rime-di naturali e i conquistadores riportarono

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in patria molte dellenozioni apprese daqueste popolazioni.

Fu Avicenna, me-dico persiano del980 d.C., a distillareil primo olio essen-ziale puro da petalidi Rosa Centifolia ela moderna aromate-

rapia deve molto all’opera pioneristica discienziati francesi e italiani durante il XIXe XX secolo.

Il termine aromathérapie fu coniato daun farmacista francese, il dottor René-Maurice Gattefossé, nel 1910. Mentre sta-va conducendo un esperimento nel suo la-boratorio, provocò un’esplosione e siustionò gravemente le mani. Come azioneriflessa, immerse le mani in un recipienteche conteneva olio essenziale di lavandae notò che il dolore si affievoliva e l’appli-cazione casuale della lavanda favorì laguarigione.

Marguerite Maury, biochimica france-se, è considerata la madredella moderna aromatera-pia e cominciò gli studi su-gli oli essenziali per uso te-rapeutico e cosmetico neglianni ’40, proseguendoli fi-no alla sua morte.

L’AROMATERAPIA OGGI

Ad oggi, sono 10 mila gli studi pubbli-cati su autorevoli riviste scientifiche di tut-to il mondo, cifra che aumenta considere-volmente ogni anno.

Paolo Campagna, presidente SIROE edocente del Corso di Alta Formazione inFitoterapia presso Università della Tuscia:“L’uso degli oli essenziali in medicina ge-nerale trova oggi un razionale impiego in

tante situazioni cliniche e in particolarenelle dermatopatie di varia eziologia, an-che impetiginizzate (determinati oli essen-ziali a chemotipo alcool); in affezioni del-le vie respiratorie batteriche e virali (conattività di modificazione delle secrezioni eazione antiflogistica, antisettico-balsamicae antispasmodica), nelle malattie dell’ap-parato gastro-intestinale (dal meteorismoal colon irritabile fino alle infezioni inte-stinali), nelle patologie batteriche urinarie,in genere anche in altre malattie infettivemicrobiche e/o micotiche, e inoltre nellereumoartropatie, tramite applicazioni to-piche dirette o transdermiche.

L’aromaterapia trova poi spunto anchein patologie neurologiche (crisi d’ansia, in-sonnia) e in ambito ginecologico (vaginosie vaginiti).”

ALCUNI STUDI RECENTI

Negli ultimi decenni è si è registrato unnotevole aumento di infezioni fungine conelevata gravità per l’uomo e gli animali co-me conseguenza della reazione dell’ospi-te ai prodotti metabolici fungini, alla viru-lenza dei ceppi infettanti, al sito di infezio-ne e a fattori ambientali (ROMANI et al.,2007). A tutt’oggi, l’aumento dell’impattodi queste infezioni e i limiti riscontrati neiloro trattamenti come resistenza, effetticollaterali ed alta tossicità, stimolano la ri-cerca verso “nuove” molecole efficientiper contrastare i funghi patogeni. Fra i mi-crorganismi patogeni, quelli appartenential genere Candida sono di grande interes-se per le micosi, dette candidiasi, causateda diverse specie di Candida che determi-nano patologie sistemiche superficiali eopportuniste nell’uomo e negli animali.Numerosi antifungini sono a tutt’oggi di-sponibili per il trattamento delle candidia-si che tuttavia mostrano fenomeni di resi-

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stenza dei microrganismi agli antifunginiazolici comunemente utilizzati (JIANG etal., 2013).

Uno studio dell’Ospedale San FilippoNeri di Roma e l’Università di Bologna, incollaborazione con ISS, ha dimostratoun’azione fungicida selettiva di ovuli a ba-se di Tea Tree Oil (Candinorm, Pegaso) neiconfronti di diversi ceppi di Candida, an-che azolo resistenti, lasciando pressochéinalterata la vitalità di Lactobacilli probio-tici appartenenti al microbiota vaginale.

Per quanto riguarda la proprietà antin-fiammatoria uno studio pubblicato sulJournal of L ipid Research (HOTTA et al.,2010) ha rivelato che l’OE estratto dal ti-mo (thyme oil) è in grado di abbattere lapresenza di COX-2, enzima responsabiledi stati infiammatori e dolorosi. Questo OEcontiene carvacrolo, una sostanza natura-le che ha effetti benefici simili a quelli delresveratrolo contenuto nel vino rosso. Gliautori infatti hanno studiato l`efficacia perlenire il dolore stabilendo che in media ladiminuzione di COX-2 è del 25%, mentrecon l’uso dell’OE di timo l`enzima tossicodiminuisce del 75-80%.

Una Lamiaceae con proprietà antin-

fiammatorie molto diffusa ed utilizzata è ilrosmarino (Rosmarinus officinalis L.) conil suo OE. L’attività antinfiammatoria è do-vuta probabilmente all’acido rosmarinico,inibitore di complemento, prostacicline etrombossani oltre che ai diterpeni antiradi-calici e ai triterpeni capaci di stabilizzarele membrane cellulari. L’acido rosmarini-co possiede azione inibitrice nei confrontidelle funzioni tiroidee e dell’asse ipotala-moipofiso-gonadico. Inoltre studi hannorilevato che la sua capacità antinfiamma-toria è dovuta anche alla inibizione dellamigrazione dei leucociti (Nogueria de Me-lo et al., 2011).

Le piante immunostimolanti vengonoconsigliate soprattutto nei mesi freddi perla prevenzione dei malanni invernali. Traesse troviamo soprattutto la Melissa offici-nalis. Studi scientifici hanno evidenziatoinfatti che il suo OE è capace di stimolareil sistema immunitario sia nella rispostaimmune umorale che in quella di tipo cel-lulare (Abuhamdah. et al., 2008).

Anche per l’OE di Thymus vulgaris èstata osservata l’attività immunostimolantecome dimostrato dalle sue proprietà anti-virali, risultando idoneo al trattamento di

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alcune affezioni e complicanze delle vieaeree superiori.

La letteratura riporta numerosi studiche dimostrano l’attività, principalmentein vitro, degli OE e dei loro componentiche possono agire da soli o in combinazio-ne contro i batteri multi-resistenti, comeAcinetobacter baumannii, Staphylococcusaureus meticillino-resistente (MRSA), My-cobacterium tuberculosis, e Pseudomonasaeruginosa e/o contro funghi farmaco resi-stenti opportunisti (Candida albicans,Cryptococcus neoformans, Aspergillus fu-migatus).

È noto che a partire dagli anni ‘60, i pri-mi ceppi di SA resistenti alla meticillina(MRSA) hanno fatto la loro comparsa, dif-fondendosi in ospedale (HA-MRSA) e chealla fine degli anni‘90, vi è stata l’insor-genza di una nuova popolazione di MRSAin ambito comunitario (CAMRSA) con ca-ratteristiche fenotipiche e genotipiche di-verse da quelle degli HA-MRSA.

Ultimamente è emersa un’ulteriore po-polazione di MRSA, diffusa tra i maiali ealtri animali, definita Livestock-AssociatedMRSA (LA-MRSA) in grado di causare an-che infezioni umane.

Tuttora, dopo 50 anni, non è stato an-cora possibile sviluppare una terapia effi-cace nei confronti di tale patogeno. Lamaggior parte degli OE studiati, isolati dal-la famiglia delle Lamiaceae, tra cui Lavan-dula sp., Thymus vulgaris e Zataria multi-flora hanno mostrato una notevole attivitàanti-MRSA, soprattutto T. vulgaris e Z.multiflora. Entrambi questi due OE presen-tano un’alta percentuale di timolo, mono-terpene fenolico, il quale sembra abbia unruolo importante nell’inibire la crescita diMRSA.

Uno studio pubblicato su Lancet nel2001 e condotto all’Università Politecnicadelle Marche, ha valutato l’attività antimi-

crobica di alcuni OE nei confronti di cep-pi clinici di Streptococcus Pyogenes resi-stenti ai macrolidi. È emerso che gli OE diOriganum vulgare e Thymus vulgaris era-no i più attivi e presentavano una MICcompresa tra 0.03-0.06%. Questi risultatine suggeriscono pertanto un uso potenzia-le nella pratica clinica.

Un altro studio molto importante, pro-mosso da ISS e CNR di Roma, ha valutatol’effetto dell’olio essenziale di MalaleucaAlternifolia (TTO) sulla crescita e l’invasio-ne delle cellule tumorali, su linee di mela-noma umano farmaco sensibili e farmacoresistenti, e i risultati sono incoraggianti. IlTTO è in grado di superare la resistenza al-l’apoptosi, mediata dalla P-glicoproteina,inducendo apoptosi caspasi-dipendente.Inoltre, inibisce la migrazione e l’invasio-ne delle cellule di melanoma, inducendogravi danni della membrana plasmaticacon conseguente inibizione della fosfori-lazione delle proteine ERM e delle MAPkinasi.

MA COSA SONO GLI OLIESSENZIALI

“Un tempo ritenuti aromi e fragranzecapaci di sensazioni stimolanti, inebrianti,piacevoli o meno piacevoli, utili in cucinama anche in cosmetica, un concentrato diforze vitali non meglio conosciute, gli oliessenziali (OE) rappresentano oggi una fra-zione di sostanze farmacologicamente at-tive, disomogenea dal punto di vista chi-mico, polimorfa da quello farmacologicoe tossicologico, affascinante da quello sen-soriale, complessa da quello qualitativo,importante da quello applicativo.

Oggi sappiamo che la loro composizio-ne chimica risente di numerose variabili(dalla genetica della pianta a fattori bioti-

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ci, dalle condizioni di crescita alla raccol-ta, conservazione ed estrazione), e oltre alloro utilizzo tradizionale (per gli effettibalsamici, antinfiammatori, antispastici,analgesici, antimicrobici, ansiolitici ecc.)nuove prospettive sono ad esempio rap-presentate dal possibile effetto sinergicocon altri farmaci, finalizzato a ridurre laresistenza ad antibiotici o citostatici.” (Fa-bio Firenzuoli, Università di Firenze).

Sono liquidi oleosi volatili, contenuti indiverse parti della pianta, da cui vengonoestratti principalmente per distillazione incorrente di vapore. La loro funzione èquella di attrarre gli insetti impollinatori eproteggere la pianta da aggressioni e ma-lattie. Ogni olio essenziale è unico e con-tiene più di 200 molecole diverse tra alco-li, eteri, terpeni, esteri, chetoni, fenoli ecc.Ed è proprio questa complessità a renderlicosì potenti e se usati con criterio, del tut-to privi di effetti secondari.

A seconda dell’organo della pianta dacui vengono prodotti hanno una composi-zione ed effetti diversi e anche la denomi-nazione cambia. Per esempio, l’arancioamaro (Citrus aurantium var. amara): le fo-glie danno l’olio essenziale di petitgrain;il fiore, l’olio essenziale di neroli; la scor-za, l’essenza di arancio amaro. Si parla di“chemotipo” ed è una sorta di cartad’identità di ogni singolo olio essenziale.

Dal punto di vista chimico, esistonodue classi principali di oli essenziali:– terpeni, costituiti esclusivamente da

carbonio e idrogeno;– composti ossigenati, includono ossige-

no, carbonio e idrogeno e sono classi-ficati in base ai rispettivi gruppi funzio-nali (aldeidi, chetoni, alcoli, acidi, este-ri, fenoli, ossidi, lattoni, cumarine).

COME INTERAGISCONO CONL’ORGANISMO UMANO

Le molecole volatili penetrano nellenarici e si dissolvono nel muco che le vei-cola verso le cellule della membrana olfat-tiva, unico luogo del corpo umano in cuiil sistema nervoso centrale è esposto ed èin contatto diretto con l’ambiente. Da qui,raggiungono direttamente il sistema limbi-co, attraverso il nervo olfattivo. Ed è pro-prio questa interazione diretta tra i recet-tori dell’olfatto e l’area limbica del cervel-lo a conferire agli oli essenziali un cosìgrande potere terapeutico, soprattutto nelmodo in cui possono influenzare l’attivitàmentale e le emozioni, controllate da que-sta area del cervello.

A livello epidermico, invece, l’assorbi-mento avviene attraverso i follicoli piliferi,le ghiandole sebacee e quelle sudoripare;giungono al derma e penetrano nei vasisanguigni e linfatici, attraverso cui si distri-buiscono velocemente in tutto il corpo.

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Grazie alla loro liposolubilità riescono adattraversare anche la barriera ematoence-falica.

La velocità di penetrazione degli oli es-senziali nell’epidermide è condizionata davari fattori quali lo stato di idratazione del-la cute (la pelle secca è meno ricettiva), laconsistenza dello strato adiposo sottocuta-neo (le donne assorbono meglio degli uo-mini le sostanze liposolubili) e soprattuttola temperatura corporea. La pelle calda èpiù ricettiva perché il calore riduce la vi-scosità dell’olio, causa la dilatazione deivasi sottocutanei e accelera la velocità delflusso sanguigno.

MODALITÀ D’IMPIEGO EPRECAUZIONI INDISPENSABILI

Visto il loro bassissimo indice terapeu-tico e la complessità di attivi, richiedonoindispensabile cautela nell’utilizzo.

Si consiglia di utilizzare solo oli essen-ziali puri al 100%, acquistati in piccolebottiglie di vetro scuro e conservati in luo-ghi secchi, freschi, al riparo dalla luce.

Assolutamente controindicati nel primotrimestre di gravidanza, prudenza in allat-tamento perché passano nel latte materno.Nei bambini al di sotto dei 6 anni sono po-chi gli OE indicati.

Mai assumerli per più di tre settimanedi fila, ma fare una di stacco.

Se si sta seguendo un trattamentoomeopatico, prendere i granuli almenoun’ora prima.

DIFFUSIONEPer la diffusione, non utilizzare mai

fonti di calore dirette, ma scegliere umidi-ficatori o diffusori ad ultrasuoni.

È efficace per trattare disturbi di naturanervosa o psichica, per disinfettare am-bienti, per allontanare insetti.

I migliori essenziali per la diffusione sono:– respiratori: eucalipto, pino, timo ct tu-

janolo, lavanda;– tonici: rosmarino, geranio, ylang-ylang,

limone;– calmanti: lavanda, maggiorana, aran-

cio;– anti-insetti: citronella (zanzare), lavan-

dino (zone tropicali), geranio (moschee vespe).

INALAZIONI SECCHE/UMIDEIndicata per trattare affezioni ORL e

nervose. Si può fare mettendo 6 gocce diOE in acqua bollente e respirando i vapo-ri, oppure 2-3 gocce su un fazzoletto. Uti-le anche applicare qualche goccia sui pol-si, i vasi sanguigni superficiali veicolanorapidamente gli attivi a livello sistemico.

L’inalazione è sconsigliata a chi soffredi asma o allergia e va fatta con attenzio-ne in bambini e anziani. Alcuni OE sonoirritanti per le vie respiratorie e vanno uti-lizzati in altro modo: timo a timolo, santo-reggia, chiodi di garofano, cannella, origa-no.

In caso di applicazione cutanea, evita-re di esporsi al sole se si utilizzano angeli-ca, limone, bergamotto, mandarino, aran-cio, pompelmo, verbena, a causa del loroeffetto foto sensibilizzante.

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11AROMATERAPIA: UN’ARTE ANTICA CON PROSPETTIVE FUTURE

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VIA INTERNALa via orale viene utilizzata principal-

mente per trattare le infezioni digestive, re-spiratorie, ginecologiche o urinarie. Il sup-porto consigliato è una compressa neutra,il malto di riso o miele, oppure si possonopreparare delle capsule gastroresistenti.

È possibile anche assumere gli oli diret-tamente ponendo qualche goccia sopra osotto la lingua. In caso di afte, gengiviti,mal di denti, ne basta una goccia pura di-rettamente sulla zona da trattare.

Le supposte sono il modo più veloce edefficace per trattare infezioni ORL soprat-tutto nei bambini. Ma risultano utili anchein problemi maschili (infiammazione dellaprostata) o se si deve evitare la via digeren-te (vomito, fegato sofferente).

Gli ovuli vaginali sono insostituibili neidisturbi femminili,visto il contatto direttoe prolungato con la mucosa.

VIA CUTANEAÈ la via più utilizzata in aromaterapia,

specie nei seguenti casi:– indolenzimenti, artrosi (massaggi loca-

li);– mal di testa (sulle tempie e la fronte);– sinusite, raffreddore, bronchite, otite

(applicazioni sul naso, petto, intornoalle orecchie;

– disturbi digestivi (sul ventre);– ansia, stress (sul plesso solare);– circolazione venosa (gambe pesanti,

cellulite);– problemi dermatologici (acne, ustioni,

cicatrici, rilassamento della pelle, ec-zema, psoriasi).Si possono fare impacchi caldi o freddi

mettendo 3 gocce di olio puro su una gar-za imbevuta di acqua calda o fredda e ap-plicata direttamente.

Per i massaggi, mescolare 4 o 6 goccedi OE, a seconda che si tratti di un bambi-

no o di un adulto, in un cucchiaio di oliovegetale.

In caso di emergenza, applicare 3-5gocce di OE puro sull’incavo del gomitoe/o sulla parte anteriore del polso. La pe-netrazione nel sangue è ultra rapida: in 1minuto gran parte dei principi attivi rag-giunge il cuore e viene rinviata in tuttol’organismo.

PICCOLO REPERTORIOAROMATERAPICO

CRISI D’ANSIA

MAGGIORANA OELAVANDA OFFICINALE OEYLANG YLANG OE

Diffondere nella stanza qualche gocciadi ogni olio, oppure una goccia di uno diquesti direttamente sull’interno dei polsi.

COLPO DI SOLE E PUNTURE

OE LAVANDA SPICA (Lavandula spica,sommità fiorite)

Costituenti chimici: ossidi (1,8-cineo-lo), monoterpenoli (linalolo), chetoni (can-fora).

Proprietà: lenitivo (ustioni, punture diinsetti, morsi velenosi), cicatrizzante, anti-

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AROMATERAPIA: UN’ARTE ANTICA CON PROSPETTIVE FUTURE12

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dolorifico (nevralgie, emicranie, nevriti,artrosi, artriti), antimicotico (Candida a.),antibatterico e antivirale (ORL, enterocoli-ti, herpes), cardiotonico, stimola il sistemaimmunitario, aiuta a contrastare stanchez-za, depressione, rigidità mentale, mancan-za di tolleranza.

Applicare qualche goccia sulla zona le-sa o dolente ogni 15 minuti.

IPOTENSIONE

OE MENTA PIPERITA (parti aeree)Costituenti biochimici: monoterpenoli

(mentolo), monoterpeni (menteni).Proprietà: disturbi digestivi (attiva se-

crezione ed eliminazione dei sali biliari,stimola il pancreas, decongestiona il fega-to, antispasmodico, potente antidolorifico,tonico energetico, regolatore ormonale(azione simil estrogenica).

Controindicazioni: nei bambini, in tut-ta la gravidanza e allattamento, negli an-ziani perché può risultare tossico.

Mettere 2 gocce pure in un cucchiaiodi miele e assumere al mattino e dopopranzo.

Applicare 1 goccia sulla parte internadei polsi e respirare profondamente.

MAL D’AUTOOE MENTA PIPERITA (adulti)OE ZENZERO (Zingiber officinale, radicie rizomi) (bambini)

Costituenti chimici: monoterpeni (fel-landrene, canfene, pinene, mircene). Se-squiterpeni ( zingiberene, sesquifellandre-ne, bisabolene, farne sene, curcumene).

Proprietà: allevia nausee, contrastastanchezza fisica e mentale, tonico sessua-le (impotenza), frena la caduta dei capelli,utile per alleviare i disturbi dell’apparatolocomotore, combatte efficacemente lastipsi.

Di entrambi, si può mettere 1 goccia sumezza zolletta di zucchero oppure diretta-mente sulla lingua. Lasciar sciogliere e ri-petere al bisogno.

In alternativa, si può respirare diretta-mente dal flacone.

DIARREA DEL VIAGGIATORE

OE ORIGANO COMPATTO (Origanumcompattum,cime fiorite)

Costituenti biochimici: fenoli (carva-crolo, timolo), monoterpeni (pineni), mo-noterpenoli (linalolo).

Proprietà: antibatterico, antivirale, an-

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13AROMATERAPIA: UN’ARTE ANTICA CON PROSPETTIVE FUTURE

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timicotico, antiparassitario, immunostimo-lante, digestivo e carminativo, tonico ge-nerale.

Controindicazioni: età inferiore ai 15anni, gravidanza e allattamento.

OE CANNELLA DI CEYLON (Cinnamo-num verum, corteccia)

Costituenti biochimici: aldeidi (E-cin-namaldeide), fenoli (eugenolo).

Proprietà: antisettico, antiparassitario,stimola ghiandole cortico-surrenali, anti-fatica, attenua la fame.

Versare 1 goccia in un cucchiaino dacaffè di olio d’oliva o su mezza zolletta dizucchero e assumere 4 volte al giorno.

Utile anche in caso di jet lag.

IDEE AROMATICHE PER LA CASA

Per deodorare il frigorifero Versare una goccia di OE di lavanda +

una goccia di OE di limone su una pietraporosa e metterla nella porta del frigorife-ro. Rinnovare regolarmente gli oli.

Per pulire e disinfettare le superficiVersare 30 gocce di OE di lavanda, al-

bero del te e/o limone (30 gocce in tutto)in un litro di aceto di alcol e mescolare be-ne. Questa preparazione semplice ed eco-nomica pulisce e disinfetta tutte le superfi-ci.

Utile anche come decalcificante.

Per allontanare insettiDiffondere oli essenziali di lavanda, ci-

tronella, cedro, eucalipto, geranio, chiodidi garofano, cannella, menta piperita.

Antitarmico casalingoIn un sacchetto di tessuto, posizionare

un cubetto di legno, una pietra porosa ouna garza e versare 5 gocce di OE di ci-presso + 5 gocce di OE di lavanda. Ripor-re negli armadi e rinnovare regolarmente.

Bibliografia

1. DANIÈLE FESTY: “La mia bibbia degli oliessenziali”.

2. JOANNA HOARE: “Aromaterapia tutor”.3. Natural1, mensile di informazione

scientifica.4. www.siroe.it Società Italiana Ricerca

oli essenziali5. www.ifaroma.org the international fe-

deration of aromatherapists

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AROMATERAPIA: UN’ARTE ANTICA CON PROSPETTIVE FUTURE14

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15L’ORGANON È ANCORA UN LIBRO PER GRANDI OMEOPATI

Q uando, da Farmacista, ti trovi din-nanzi ad una prescrizione di far-

maci allopatici, intuisci in tempi abbastan-za rapidi cosa affligge il paziente-clienteche ti sta dinnanzi. Ipercolesterolemia, diabete, ipertensione, talvolta il penosoiter oncologico… I farmaci della medicinatradizionale non lasciano tanto spazio al-l’immaginazione. Spesso sono sempre glistessi, talvolta mascherati dietro a nomifantasiosi che fanno sperare in un cambia-mento… ma, seppur con minime differen-ze, alla fine sempre uguali.

Se però quella che tieni in mano è unaricetta di una prescrizione omeopatica tut-to cambia.

Una prescrizione omeopatica non è pernulla intuitiva e spesso, purtroppo – con-cedetemelo! – i rimedi che riporta sonoagli antipodi tra loro. Talvolta, alcune ri-cette sembrano persino riportare una listadi rimedi prescritti secondo una logica piùallopatica che omeopatica! Questo generaconfusione, non solo in chi è fermamenteconvinto di una modalità prescrittiva chesegue le indicazioni di Hahnemann, ma,lasciatemelo dire!, anche nel soggetto chedeve assumere una tale quantità di prodot-ti nell’arco delle 12-15 ore che rimanesveglio!!

[§1] Unico e altissimo compito del me-dico è ristabilire la salute dei malati,che è ciò che si chiama guarire.

Samuel Hahnemann fu un medico ano-malo per i suoi tempi, ma con tutta proba-bilità lo sarebbe anche oggi. Sicuramente

L’Organon è ancora un libro pergrandi omeopati

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Dott.ssa Francesca RosettiFarmacista - SMB Bologna

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16 L’ORGANON È ANCORA UN LIBRO PER GRANDI OMEOPATI

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era uno studioso instancabile, un gran co-noscitore di tutte quelle che erano le pra-tiche mediche e le terapie farmacologichedei suoi tempi. Era, tuttavia anche unamente illuminata perchè aveva intuito cheil Medico è colui che per mestiere ristabi-lisce la salute del malato e la sua arte èproprio quella di guarirlo. Ci tengo a sot-tolinearlo. Guarirlo! Il medico ristabiliscela salute guarendo il malato. Guarda, omeglio, osserva, valuta il paziente che glista di fronte in un modo diverso… neascolta i sintomi, li mette in relazione gliuni con gli altri e cerca di non sopprimer-li. Per Hahnemann giungere a questa affer-mazione non fu una grande intuizione. Lasua Medicina era davvero povera di cono-scenze e per questo motivo più spesso erapiù dannosa che benefica! Hahnemannnon era in possesso di conoscenze biochi-miche, non aveva mezzi all’avanguardiaper capire, per comprendere la fisiologiadel corpo umano. Eppure… eppure giunsead una delle conclusioni più profonde del-la storia della medicina, idea che ancoraoggi, nel secolo delle infinite potenzialità

e capacità, non siamo in grado di com-prendere appieno, di farne un punto im-portante della pratica medica. Portare ver-so la guarigione un individuo malato.

[§2] L’ideale più alto di una guarigioneè ristabilire la salute in maniera rapida,dolce, duratura; ovvero togliere e di-struggere tutta la malattia per la via piùbreve, più sicura e di minor pregiudizio,basandosi su principi di facile compren-sione.

Samuel Hahnemann è conosciuto datutti come il padre dell’Omeopatia, unapratica medica nuova, innovativa per queitempi e anche per i nostri.

L’Omeopatia, dal greco: ὄμοιος, simi-le, e πάθος, sofferenza, prende in conside-razione e tratta le patologie utilizzandofarmaci, chiamati rimedi, che quando as-sunti a dosi ponderali possono generare inun corpo sano una malattia artificiale simi-le a quella che si vuole curare. E fin quinulla di nuovo. Il concetto di Similia simi-libus curantur non era nuovo per quei tem-

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L’ORGANON È ANCORA UN LIBRO PER GRANDI OMEOPATI

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pi e nemmeno per i nostri. Semmai era “in-novativo” nel periodo di Ippocrate, manon lo era certamente per i tempi di Hah-nemann. Certamente era una metodologiamedica poco usata, meno diffusa dell’altrametodologia, quella del Contraria contra-riis curantur, ma non era sconosciuta.

L’Omeopatia di Hahnemann però ave-va qualcosa di innovativo: si avvaleva didosi infinitesimali, dosi per mezzo dellequali raggiungeva il suo scopo ultimo, ov-vero arrivare alla guarigione del paziente.Sì, perché attraverso l’uso di quantità dav-vero piccole (infinitesimali) del rimediocorretto, Hahnemann giungeva a ristabili-re la salute dell’infermo, alla sua guarigio-ne in maniera rapida, dolce e in ultimo,ma non per ultimo, in modo duraturo.

Era questo l’ideale più alto che il Medi-co era chiamato a fare! Ed è qui che sta lagrandezza di pensiero di un uomo che vis-se in un momento in cui la Medicina si av-valeva di mezzi alquanto discutibili per ot-tenere risultati terapeutici che spesso peròtanto benefici non erano per i poveri mal-capitati… Hahnemann aveva le conoscen-ze - grazie ai suoi studi universitari – deimedici del suo tempo, ma aveva anchequelle dei farmacisti, non solo grazie alsuo impiego come “ufficiale sanitario con-trollore delle Farmacie” ma anche grazie atutti i lavori di traduzione che aveva com-piuto. E la quantità di nozioni di cui dispo-neva furono sicuramente terreno fertile pertutte le sue intuizioni. La traduzione dellaMateria Medica di Cullen nel 1790, lospinse a riflettere sul paragrafo dedicato al-le febbri intermittenti e all’uso della Chinacome medicamento terapeutico.

In preda a quella che ora sappiamo es-sere una vera e propria mentalità scientifi-ca, Hahnemann decise di dar prova dellesue intuizioni e iniziò così il lungo percor-so dei proving.

[§3] Il medico comprende con chiarez-za quel che vi è da curare nelle malat-tie, cioè in ogni caso patologico indivi-duale (conoscenza delle malattie, indi-cazione): comprende chiaramente quelche di curativo vi è nei medicamenti,cioè in ogni medicamento in particola-re (conoscenza del potere medicamen-toso); conosce come adattare conforme-mente a principi perfettamente definiti,quel che vi è di curativo nei medica-menti a quello che ha scoperto esservidi indubbiamente patologico nel pa-ziente in maniera tale che si abbia un ri-stabilimento; sa, inoltre, adattare in mo-do corretto il medicamento più appro-priato secondo il suo modo di agire alcaso che si presenta (elezione del rime-dio, indicazione del medicamento) , co-sì come pure il modo esatto di preparar-lo e la quantità richiesta (dose appro-priata), la periodicità giusta con cui ri-petere la dose, infine conosce gli osta-coli alla guarigione in ogni caso ed èabile nel rimuoverli, in modo che taleristabilimento sia duraturo, così eglicomprende il modo di curare con giu-dizio e razionalità ed è un vero medi-co.

Hahnemann elenca con grande chia-rezza quali sono i compiti e le conoscen-ze necessarie che il vero Medico deve ave-re per comprendere con giudizio e razio-nalità il modo di curare. Egli deve:

1. Conoscere le malattie, per compren-dere ciò che vi è da curare

2. Conoscere il potere medicamentosodei rimedi

3. Conoscere le indicazioni dei rimedi4. Conoscere la dose appropriata da

utilizzare, la periodicità giusta con cui ri-petere la dose e gli ostacoli che possonofrapporsi nel cammino verso la guarigioneper poterli rimuovere.

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18 L’ORGANON È ANCORA UN LIBRO PER GRANDI OMEOPATI

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Nell’era dei computers, di internet, del-le banche dati sempre disponibili on line,questi 4 punti non stupiscono più di tan-to… tuttavia, se la medicina allopaticapermette di essere sempre aggiornati e dinon lasciare mai nulla al caso, quasi 200anni dopo la morte di Hahnemann, la me-dicina omeopatica da ancora molto da fa-re, lasciando agli Omeopati un grande la-voro di conoscenza e di intuizione che icomputers e internet non riescono semprea sopperire. Certo, ci sono i repertori,quelli cartacei e non, tuttavia la difficoltànel loro utilizzo sta proprio nella sceltadella parola chiave che non è sempre cosìovvia… E poi occorre conoscere comun-que molto approfonditamente la materiamedica e soprattutto l’essenza più profon-da dei rimedi. Chi, “alle prime armi”, si ècimentato con una prescrizione omeopati-ca si è reso da subito conto che l’impegnoe lo sforzo mentale di comprensione di unsintomo per la medicina omeopatica non

è così “immediato” come spesso avvienecon la medicina tradizionale. Senza entra-re nel merito, volendo fare anche solo unpiccolo esempio, prendiamo “un banalis-simo” mal di gola. La medicina tradiziona-le offre una gamma ampia di prodottiS.O.P. (ovvero farmaci senza obbligo diprescrizione) dal gusto diverso, per accon-tentare i palati più esigenti, ma le moleco-le impiegate sono prevalentemente semprele stesse. Spaziano dagli antisettici oraliagli antinfiammatori. Tuttavia, anche per ilfarmacista più esperto non esiste una chia-ra indicazione su cosa consigliare: unopiuttosto che l’altro spesso in base allaprecedente esperienza del cliente, oppurein base alle quantità da “smaltire” in ma-gazzino o ancora in base ad una persona-le esperienza (ha “funzionato” più questodi quest’altro…). Volendo essere fiscali epuntigliosi, si potrebbe dire che gli antiset-tici orali sono indicati per le piccole in-fiammazioni del cavo orale, gli antinfiam-

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L’ORGANON È ANCORA UN LIBRO PER GRANDI OMEOPATI

matori per quelle più dolorose ma la diffe-renza è sottile e spesso il paziente non è ingrado di valutare con la reale attenzione lasua problematica. Alla fine dei giochi, unoo l’altro funzionano e il paziente in qual-che giorno torna a star meglio.

La medicina Omeopatica rende i “gio-chi” più divertenti e costringe il medico, (ilfarmacista volendo rimanere sull’esempiodel “mal di gola banale”), e il paziente ri-spettivamente a porre e a rispondere a do-mande che obbligano ad ascoltarsi un po’di più per caratterizzare un sintomo chenon è uguale per tutti e non viene avverti-to in modo uguale da tutti. Ecco allora checominciano ad affacciarsi quelle caratte-rizzazioni del sintomo che rendono stram-ba ai non addetti ai lavori la medicina diHahnemann. “Sento come delle spine ingola”, “mi sembra di avere una lisca con-ficcata in gola”, “mi fa più male a destrache a sinistra” ,“il mio mal di gola partesempre prima da sinistra e poi interessaanche la destra”… se vogliamo sbizzarrir-ci con le espressioni non dobbiamo far al-tro che aprire una Materia Medica e scor-rere tra le pagine, tra un rimedio e l’altro!Quello che però mi ha sempre affascinatoe incuriosito è sempre stata la lettura di unparagrafo dell’Organon , il 273:

[§273] “In nessun caso trattato è neces-sario, e di conseguenza non è tollerabi-le somministrare al malato più di unasola e semplice medicina per volta. Nonè concepibile che possa esistere il mini-mo dubbio su ciò che più conforme al-la natura e più razionale, se prescrivereuna medicina sola e semplice per volta,o mescolare molte e differenti medici-ne. L’Omeopatia, che è la vera arte delcurare, semplice e naturale, proibisceassolutamente di dare all’ammalato nel-lo stesso tempo due sostanze medicina-li differenti.”

L’arte medica di Hahnemann non pre-vedeva sempre un solo ed unico rimedio,ma anche l’uso di più rimedi, utilizzati insequenza, in accordo con la totalità deisintomi e sempre somministrati singolar-mente! La metodica “unicista” consentivaal Maestro di osservare qualsiasi cambia-mento senza l’interferenza dell’azione dialtri rimedi. E quando i sintomi cambiava-no, evolvevano, mutavano, cambiava an-che il rimedio. In pratica Hahnemann usa-va rimedi unitari diversi, ma mai insieme!Egli provava un rimedio, se del caso, nedava in successione un altro.

La mia speranza, in un momento in cuida tutti i fronti l’Omeopatia riceve critiche,è sempre la madre di tutti i guai pur essen-do semplicemente “acqua fresca”… è chequalcuno ricordi che c’è una meraviglio-sa, stupefacente emozione nel vedere e nelconstatare la soddisfazione e la meravigliadi un paziente che vede guarito il suo pro-blema in modo veloce, dolce e duraturocon l’assunzione di un singolo rimedioomeopatico opportunamente scelto e do-sato.

E allora perchè non lasciarsi convince-re da Hahnenmann?

[§283] “Il vero artista della guarigione,al fine di lavorare in pieno accordo conla natura, prescriverà la medicinaomeopatica scelta esattamente e appro-priatamente in ogni aspetto e alle dosipiù piccole possibili. Perché nel casoche fallibilità umana lo induca ad im-piegare una medicina inadeguata, losvantaggio che ne risulterà sarà tantomodesto che il paziente lo potrà vince-re e riparare rapidamente per mezzo delsuo potere vitale e con la pronta sommi-nistrazione del rimedio (e questo purealle dosi più piccole) correttamentescelto in conformità alla similitudine deisintomi.”

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Certamente i soliti detrattori dell’Omeo-patia, (ora anche l’inserto D di Repub-

blica che esce il sabato: in quello del 22agosto u.s. addirittura in prima pagina di-ce “Basta con l’Omeopatia”, e poi pubbli-ca le testimonianze di alcuni professioni-sti che rinnegano l’Omeopatia, e a cui ri-spondiamo semplicemente che tanti milio-ni di persone valgono più di una opinionedi tre scienziati, e poi che la drastica ridu-zione di utenti omeo che riferiscono, direiproprio di validarla scientificamente conuna statistica recente e seria: fatta su uncampione significativo, come rappresen-tanza, non mettendo nel calderone tutti acaso o escludendo ad es. i bambini: comedire che l’8% della popolazione usa la pil-lola, intervistando anche maschi e donneanziane!! A noi risulta in aumento il popo-lo omeopatico, fitoterapico e agopunto-re… e agopunto… Comunque la statisticaIstat fatta nel 2014 e relativa a un campio-ne di 120mila persone, dimostra che le te-rapie non convenzionali… ora ex non con-venzionali, perché il Ministero le ha rico-nosciute: esattamente la Presidenza delConsiglio dei Ministri del 07-02-2013, neldocumento ufficiale in cui, all’art. 1, com-ma 3 , conviene che “Agopuntura, Fitote-rapia e Omeopatia costituiscono atto sani-tario, e sono considerate come sistemi di

diagnosi, di cura e di prevenzione che af-fiancano la medicina ufficiale, avendo co-me scopo comune la promozione e la tu-tela della salute, la cura e la riabilitazio-ne”, vengono scelte dal 8,2%. Poi uno deilibri citati, quello del Prof. Belelli dellaUniversità La Sapienza di Roma, l’avevoletto: denigra, più che dimostra, coi solitiargomenti: poi frasi come “ L’Omeopatia èempirica e medicina intenzionalmenteignorante”, che Kent ha elaborato “teoriesconclusionate e confuse”, e che “la famadell’Omeopatia è molto superiore ai suoimeriti”….beh!!?? che ci vuoi fare? Nulla di

21GLI STRANI EFFETTI DEI RIMEDI OMEOPATICI

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Gli strani effetti deirimedi omeopaticiDott. Maurizio Annibalini

Docente SMB Ancona

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ENDOCRINOLOGIA. COSTITUZIONI, DIATESI E LOGGE ENERGETICHE

nuovo, già dai tempi di Hahnemann, dice-vo, i detrattori diranno che queste cose equesti casi che descriviamo, sono appuntostrani e casuali, niente di scientifico. Beh,glielo vadano a dire ai tre sintomatici, e aitre casi clinici! Loro ci credono tanto nel-l’Omeopata, e io pure! Conferme continuedi efficacia: “Contra facta non sunt argu-menta”… e Galileo per poco non va sul ro-go per questa affermazione; noi non temia-mo queste barbarie, ma il Santo Uffizio,alias i Soliti Scienziati, direi che ci prova-no sempre a denigrarci e a provarci psico-logicamente: noi abbiamo l’omoios pa-thos, loro la anti pathos… una antipatia ra-dicata per l’Omeopatia! Poi l’incontro contanti bei casi risolti, “guariti”, come nellalogica omeopatica hahnemanniana, ci ri-solleva di molto il morale! Loro vorrebbe-ro convincere noi che siamo una nullità,noi cerchiamo di convincere loro che nonè acqua fresca, ma potenza dei rimedi!Non arriveremo mai ad un incontro, macerto noi non cadiamo nello scontro, tan-tomeno mediatico, come anche recente-mente: il Solito Noto nella Solita Nota tra-smissione televisiva, che ha detto: queicontenitori colorati che vi fanno vedere infarmacia, hanno vari numeri (le CH), madentro c’è in tutti la medesima cosa: acquafresca! Anche le loro parole per noi sonoacqua fresca e ormai non fanno alcun ef-fetto: nulla di nuovo sotto il sole, anche aitempi di Hahnemann era così! Dunque ve-diamo.

1Una paziente si presenta x Disturbi del-la Menopausa, e, caratterizzato il caso,

le viene prescritto Aconitum alla 5CH, 3granuli spesso: dopo poche ore dall’assun-zione (Aconitum è un Rimedio rapido nel-la sua azione), la paziente presenta unasensazione di “come avere la febbre a40°”: chiaro caso di aggravamento patoge-netico dovuto alla troppo bassa potenza

del rimedio e alla dose elevata: sempre be-ne usare, nel Simillimum o nelle terapie difondo, rimedi alla potenza giusta in quelcaso, in dosi tenui e SEMPRE DILUITE INACQUA, non a secco! Il caso è stato anti-dotato con Camphora.

2Una paziente, che presentava una tos-se tipica di Bryonia (tosse secca + flo-

gosi), dopo due giorni accusava una mial-gia ai polpacci, che peggiorava al minimomovimento! Tipico caso di aggravamentopatogenetico (sarebbe stato aggravamentoomeopatico se fossero peggiorati i sintomirespiratori). Antidotato da Ignatia.

3Bambina di 6 anni, con punture di zan-zare veramente fastidiose: Ledum Palu-

stre alla 30CH, 3 granuli ogni 3 giorni:ogni volta che prende il rimedio si presen-ta una stipsi ostinata: consultate diverseMaterie Mediche, questo sintomo non loabbiamo trovato!! Per cui si è pensato adun Aggravamento Neo-patogenetico, cioèun aggravamento insito nell’azione pato-genetica del rimedio, non presente nellaMateria Medica, ma comunque importan-te: sarebbe quindi da aggiungere! Si po-trebbe ipotizzare l’uso di Ledum palustrenella diarrea come sintomatico! Oppurecome terapia di fondo in un Simillimum distipsi! Interessante l’Omeopatia!!!

Ora veniamo ai casi clinici, realmenteregistrati e fotografati.

C’è da dire che nell’editoriale del pre-cedente Cahiers, Massimo Saruggia stig-matizza il fatto che spesso vengono porta-ti, a prova dell’efficacia dell’Omeopatia,casi aneddotici, malati di sensazionalismoe leggenda. Devo dire che, pur d’accordonel sanzionare le falsità o le presunzioni dialcuni casi, la constatazione di alcuneguarigioni a seguito di terapie omeopati-che, come nei casi che presento ora, si può

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annoverare in quella branca della RicercaScientifica, anche ufficiale, che si chiamaCASE REPORT: “un dettagliato rapporto disintomi, segni, diagnosi, trattamento e fol-low-up, di un paziente individuale. Ha unsuo ruolo nella E.B.M. e nel campo dellaRicerca Medica: es. il caso Talidomide sipuntualizzò grazie a un Case Report; inOncologia vengono registrati Case Report,ecc. ecc.”.

Veniamo al dunque:

Il primo caso riguarda una ragazza di25 anni, di professione modella, che se nestava chiusa in casa da 2 mesi per un evi-dente e deturpante forma di ACNE al vol-to, regione periorale. Dopo vari tentativiallopatici, si rivolse all’Omeopatia: guari-ta! Follow-up negativo dopo mesi e a 1 an-no.

Il secondo caso riguarda un ragazzo af-fetto da una importante e diffusa ORTICA-

RIA COLINERGICA: evidente eruzione abraccia, dorso, addome; chiazze rosse,prurito, specie col calore, stranamentescompare tutto quando soggiorna in Au-stralia, ricompare forte al rientro in Italia:caratterizzato il caso, fu somministratoSulphur alla 30CH, tubo dose, alcuni glo-

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ENDOCRINOLOGIA. COSTITUZIONI, DIATESI E LOGGE ENERGETICHE

R.M. 26 anni, soffro di orticaria croni-ca idiopatica dal 2009.

È partito tutto con sfoghi sulla pelle,poi si è aggiunto il prurito, aumentan-do di intensità negli anni fino ad oggi.Solitamente gli sfoghi si presentano al-meno una volta al giorno, per un mas-simo di 3/4 volte nell’arco della giorna-ta. L’aumento della temperatura corpo-rea, dovuta ad uno sforzo fisico o ad unsemplice fattore emotivo, basta a farecomparire pomfi e macchie rosse sututto il corpo.

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buli, pochi, non più di 10 globulini, sciol-ti in acqua, una volta alla settimana. Co-me terapia di Fondo. In acuto, al presen-tarsi dei sintomi: Histamine 15 CH + Igna-tia 9 CH, in granuli, 3 sciolti in acqua, untipo al mattino e l’altro alla sera. Nella fo-to si vedono le parti ricoperte di chiazze:inutile fare le foto del caso, completamen-te risolto, basta immaginarle normali concute rosea e pulita, a un mese dall’iniziodella terapia Omeo: ora continua solo conSulphur.

Il terzo caso è di una ragazza di 31 an-ni, educatrice dell’infanzia, che si presen-ta per dei NODULI alle CORDE VOCALI:alla fibroscopia eseguita dallo SpecialistaOtorino, furono evidenziati e fotografati inoduli: fu consigliato cortisone, inibitoredi pompa, e vitamina A: e previsto inter-vento in anestesia generale, in microlarin-goscopia: siamo al 10 maggio 2012. La pa-ziente, non volendo assumere la terapia al-lopatica, tra l’altro anche per una tenden-za ereditaria al diabete mellito, si sottopo-ne, dopo aver firmato il Consenso Informa-to, alla seguente terapia omeopatica:Thuya di Fondo, una dose settimanale, co-me rimedio Generale che ci stava con al-cune caratteristiche del soggetto (peggioracon umidità, sudorazione, sensazione digambe gonfie, cefalea a chiodo fisso, i no-duli stessi come proliferazione sicotica) ecome rimedi Specifici per i noduli Teu-crium Marum e Arum Triphyllum: ne avreidovuto scegliere solo uno, ma noi dellaSMB siamo un tantino Pluralisti, non pro-prio Unicisti! Poi in questo caso volevo da-re il meglio che offriva l’Omeopatia: quin-di ha preso i due rimedi, non insieme, madistanziati nella giornata, ma 3 volte algiorno alla 5CH granuli. Alla fibroscopiadel 22 giugno i noduli si erano ridotti del-la metà, cefalea scomparsa e pure la sen-

sazione di gambe gonfie. Si continua conThuya idem e aumento di potenza dei Sin-tomatici a 7 CH, due volte al giorno, poi 9CH dopo un mese. Siamo alla Fibroscopiadel 19 novembre: “Quadro risolto”: piùnulla. Ora devo dire una cosa “strabilian-te”, miracolistica, come dice Saruggia:mentre scrivo l’articolo, alle 12,45 del 10-09-2015, esattamente mentre scrivo, mi te-lefona proprio la paziente, che non vedoda 1 anno, per chiedermi un consiglioomeo… per il figlio con dentizione diffici-le e forte agitazione: Rheum officinalis, di-rei!!… bah! Misteri della Telepatia… tele-pathos… o meglio tele-omeo-patia!… e miconferma che l’ultima visita Orl era anco-ra negativa!

Buona visione delle foto!

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24 ENDOCRINOLOGIA. COSTITUZIONI, DIATESI E LOGGE ENERGETICHE

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25GASTRITI, ULCERE, HELICOBACTER PYLORI E IL SOSTEGNO “VERDE”

La gastrite è un’infiammazione dellamucosa gastrica, cioè di quella

struttura più interna rispetto l’epitelio di ri-vestimento, della parete dello stomaco.È un disturbo oggi molto comune e che disolito si manifesta a seguito di fenomeni ir-ritativi provocati da varie cause: dall’as-sunzione di diverse sostanze come alimen-ti deteriorati, alimenti speziati consumatiin grandi quantità, varie tipologie di farma-ci, consumo di alcoolici e abuso di caffè.

Va aggiunto che anche l’esposizione acircostanze stressogene continuate, a ma-lattie gravi, a uno stato di shock, favoriscela comparsa o l’aggravamento di gastriti eulcere gastro-duodenali.

Questa suscettibilità è sicuramente re-lazionabile alla sensibilità psico-emotivadel soggetto che se elevata, costituisce asua volta un fattore causale importante; al-lo stesso modo, come statisticamente di-mostrato, anche l’individuo allergico è fre-quentemente colpito da questo fenomenoflogistico-erosivo.

La gastrite può manifestarsi in formaacuta ed essere risolvibile in una o due set-timane, o acquisire una condizione di cro-nicità e persistere quindi per mesi se nonper anni.

La gastrite acuta ha un esordio improv-viso e a seconda delle caratteristiche delle

lesioni che interessano la mucosa, vienedefinita come acuta non erosiva o acutaerosiva o emorragica; la prima, non erosi-va, vede l’instaurarsi di un semplice feno-meno infiammatorio mentre quella erosivao emorragica presenta, oltre la flogosi, la

Gastriti, ulcere,Helicobacter Pylori eil sostegno “verde”Danilo Carloni

SMB Ancona

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formazione di aree circoscritte di distru-zione della mucosa e che sono spesso ac-compagnate da emorragie.

Si parla di ulcere quando la perdita disostanza interessa gli strati più profondidella mucosa fino a raggiungere lo stratomuscolare.

Nella gastrite cronica, che colpisce ingenere soggetti di età superiore ai quaran-ta anni, si assiste ad un’evoluzione lenta eprogressiva che può durare molti anni eche può produrre alterazioni importanti eirreversibili della mucosa gastrica.

Una gastrite cronica può essere classi-ficata come superficiale, cioè una formaflogistica persistente in cui possono essererilevabili piccole erosioni o anche ulcerevere e proprie; si parla di gastrite cronicaipertrofica, quando accanto al fenomenoinfiammatorio è evidente un aumento si-gnificativo del volume delle creste gastri-che; sarà una gastrite cronica atroficaquando il lungo persistere della manifesta-zione determina una diminuzione impor-tante dell’altezza e dell’ampiezza dellecreste gastriche, a volte fino alla loroscomparsa.

È evidente che le manifestazioni flogi-stico-lesionali appena citate siano legate,salvo il caso in cui vengano ingerite so-

stanze corrosive e/o irritanti, a un’anorma-le esposizione della mucosa gastro-duode-nale agli effetti erosivi dell’acido cloridri-co secreto nel lume dello stomaco e/o alladiminuzione della capacità protettiva del-la barriera mucosa.

In condizioni normali la mucosa gastri-ca è protetta dalla cosiddetta “barriera mu-cosa”, costituita da uno strato di muco al-calino che riveste la superficie endolumi-nale e che ha la capacità di neutralizzarel’acidità dell’ambiente (che in condizionifisiologiche evidenzia un pH generalmen-te compreso fra 1 e 2).

La barriera mucosa gastrica è un siste-ma complesso costituito da cellule secer-nenti muco debolmente alcalino con lafunzione di neutralizzare gli ioni idrogenoe formare un film protettivo fra l’acidità dellume e la superficie cellulare; al contem-po si verifica una secrezione di bicarbona-ti (il 5-10% della secrezione gastro-duode-nale) ma anche un rapido turnover del-l’epitelio mucoso in risposta ad un dannoerosivo; infine entrano in giuoco le giun-zioni intercellulari strette che rendono so-lidali le cellule epiteliali della mucosa, for-mando così una barriera in opposizione al-la retrodiffusione degli ioni idrogeno.

Quando uno dei fattori causali già cita-

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GASTRITI, ULCERE, HELICOBACTER PYLORI E IL SOSTEGNO “VERDE”

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ti provoca un aumento dell’acidità gastri-ca e/o una diminuzione della capacitàprotettiva della barriera mucosa, il succogastrico, che è formato fondamentalmenteda acido cloridrico e da pepsina, un’endo-peptidasi ad azione proteolitica e respon-sabile della demolizione delle proteine inderivati strutturalmente più semplici, vie-ne a trovarsi a diretto contatto con porzio-ni di mucosa svolgendo così un effetto cor-rosivo, determinando la formazione di pic-cole erosioni e di ulcere.

Fino a pochi decenni fa si riteneva chele principali cause di gastriti e ulcere ga-stro-duodenali fossero riconducibili in li-nea di massima, a un’alimentazione scor-retta, all’uso e all’abuso di alcuni farmaci,a uno stress prolungato e altro; dagli anniottanta in poi, dopo la sua scoperta, Heli-cobacter pylori è ritenuto l’agente causaleprimario e detentore del ruolo fondamen-tale nella genesi della gastrite e dell’ulce-ra gastro-duodenale.

Helicobacter pylori è un bacillo Gram-negativo, ricurvo a spirale (la struttura spi-raliforme gli permette di migliorare la ca-pacità invasiva), mobile per la presenza di5 o 6 flagelli unipolari; anaerobio-aerobiofacoltativo, tendenzialmente microaerofi-lo, che elegge come habitat naturale lamucosa gastrica della specie umana (lamotilità del patogeno aumenta progressi-vamente col diminuire del pH ambienta-le), tuttavia sono state rilevate presenzenello stomaco di alcuni animali o in acquedi superficie (Natale Figura UniSi 2012)suggerendo così la possibilità di altre viedi trasmissione dell’infezione oltre quellainterumana (per via presumibilmente oro-fecale).

La colonizzazione gastrica da Helico-bacter pylori, è significativamente associa-ta alla presenza di una gastrite cronica an-trale e alla comparsa di ulcera gastrica eulcera duodenale; esiste un nesso eziolo-

gico razionale e un significativo rapportoepidemiologico, tra l’evoluzione della pa-tologia in gastrite cronica atrofica ed unpiù elevato rischio di insorgenza di carci-noma gastrico e di linfoma a carico deitessuti linfoidi associati alla mucosa.Helicobacter pylori è dotato di un’endo-tossina (LPS) non particolarmente tossicama che tuttavia evidenzia nella porzioneglucidica una sequenza di zuccheri iden-tica ad antigeni presenti sulla superficiedelle cellule della mucosa gastrica e nellamucina gastrica umana, inducendo cosìuna significativa risposta anticorpale di ti-po autoimmune, in grado di amplificare ildanno che il batterio provoca nella muco-sa stessa.

Quando nel primo stadio dell’infezio-ne H.pylori raggiunge la mucosa gastrica,pur trovandosi in un ambiente fortementeostile per l’elevata acidità, ha la capacitàdi colonizzare questo distretto dell’organi-smo e di moltiplicarsi grazie a vari fattoriche ne caratterizzano l’attività e sono: laspiccata motilità garantita dai flagelli uni-polari e da molecole di superficie con lafunzione di adesine e, non certo ultima perimportanza, la produzione di ureasi.

La grande quantità di ureasi (sono en-zimi rappresentati da una metallo (nichel)-proteina che da sola costituisce il 5-10%delle proteine totali del batterio) di cui èdotato, è in grado di idrolizzare l’urea nor-malmente presente nella cavità gastrica eche il batterio introduce attivamente, pro-ducendo così ammoniaca e bicarbonato,che espulsi attorno al batterio lo proteggo-no neutralizzando la forte acidità dell’am-biente circostante.

H.pylori è quindi libero di penetraregrazie alla spinta propulsiva dei flagelli ealla capacità di adesione alle membranedelle cellule dell’epitelio di rivestimento,fino agli strati profondi della mucosa ga-strica.

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La patogenicità del batterio è legata adalcune citotossine che è in grado di pro-durre; alcune di queste, denominate Vac A,possono provocare la morte delle celluledi rivestimento attraverso l’induzione di unprocesso di apoptosi; altre proteine detteCag A, sarebbero invece responsabili del-l’alterazione di importanti funzioni cellu-lari a seguito di varie interferenze con en-zimi come la tirosino-fosfatasi SHP-2 coin-volto nei meccanismi di “segnale” dellamembrana cellulare; va poi aggiunta la ca-pacità di stimolare intensamente la produ-zione di IL-8 da parte delle cellule dellamucosa gastrica (IL-8 è un fattore chemio-tattico capace di richiamare localmentegranulociti neutrofili, monociti e LinfocitiT, che infiltrando la mucosa , innescano ilprocesso infiammatorio e conseguente-mente aumentano notevolmente la presen-za di sostanze radicaliche).

Il patogeno peraltro è in grado di difen-dersi dalle cellule fagocitarie proprio gra-zie alle già citate proteine citotossiche e

anche grazie alla liberazione di ammonia-ca dall’enzima ureasi.

Questo insieme di fenomeni lesivi, ac-canto ai meccanismi di reazione dell’orga-nismo, porta ad un’alterazione della fun-zione della mucosa gastrica che si traducein un aumento della produzione di gastri-na e in un incremento della produzione diacido. L’incremento dell’acidità può indur-re la metaplasia delle cellule della muco-sa duodenale che si trasformano in ”cellu-le gastriche” favorendo così l’insediamen-to del patogeno e l’estensione delle lesio-ni alla porzione prossimale del duodeno.Quest’infezione che è presente nel 90%dei casi di ulcera duodenale e nel 70% diulcera gastrica, è purtroppo associata adun’incidenza superiore di 2-6 volte di car-cinoma gastrico, il secondo tipo di tumorepiù frequente al mondo.

Alcune possibilità terapeutiche

Viene volutamente tralasciato l’approc-cio farmacologico classico, per dare spa-zio alla descrizione di alcune piante risul-tate efficaci per il trattamento del fenome-no flogistico-erosivo gastro duodenale edin particolare per i significativi risultati ot-tenuti contro l’infezione da H.pylori.

Verranno descritte le proprietà del-l’aglio, della curcuma, dei broccoli e l’uti-lizzo della propoli.

AglioIl nome scientifico è Allium sativum ,

pianta appartente alla famiglia delle Lilia-ceae ; è una pianta erbacea perenne alta30-80 cm che origina dall’Asia e che oggiè ampiamente coltivata in tutte le zone aclima temperato. La parte utilizzata in fi-toterapia è costituita dal bulbo, sferico avolte ovoidale e formato da circa dodicibulbilli che normalmente chiamiamo spic-chi.

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Per la propagazione si usano proprio ibulbilli che, essendo self-incompatibili,non possono essere seminati nello stessoluogo per almeno cinque anni.

Il bulbo viene raccolto in estate, quan-do le foglie appassiscono, e poi essiccatoa temperatura tra i 40° e 65°; è inodoro seintatto, ma emana un odore caratteristicose tagliato, il suo sapore è pungente e bru-ciante. Il suo nome deriva dal celtico, Allsignifica caldo, bruciante e Sativum signi-fica che si può seminare.

I componenti principali del bulbo sonorappresentati dall’olio essenziale, da diver-si enzimi (perossidasi, mirosinasi e in par-ticolare allinasi, enzima idrolitico localiz-zato nei vacuoli), allitiamina, adenosina,vari tipi di zuccheri, saponine steroidee etriterpeniche, flavonoidi, minerali in trac-ce come Selenio e Tellurio, aminoacidi fracui arginina, metionina e acido glutammi-co, vitamine, prostaglandine di vario tipo.È importante ricordare che l’olio essenzia-le è ricco di costituenti solforati come alli-cina e alliina ma anche cisteina e derivati.Nel bulbillo intatto i derivati solforati coe-sistono senza interazioni con i complessienzimatici perché questi ultimi sono con-tenuti in comparti separati dai primi (neivacuoli); ma quando avviene la rottura delbulbillo, per taglio o per premitura, l’enzi-ma allinasi viene a contatto con l’alliinaconvertendola in allicina, un tiosolfonatoliposolubile, particolarmente instabile chesi degrada rapidamente in composti vola-tili come ajoeni e viniltidiine nonché dial-lildisulfuro e diallilsulfuro che sono re-sponsabili dell’odore tipico dell’aglio.Secondo la Farmacopea Europea la drogaessiccata e polverizzata, deve avere uncontenuto minimo dello 0,45% in Allici-na.

Usato tradizionalmente per l’azionebalsamica e antisettica, ha dimostratoun’attività ipotensiva, antitrombotica e an-

tiossidante sul sistema cardiovascolare,ipocolesterolemizzante, immunostimolan-te, antitumorale, epatoprotettiva e antinfet-tiva anche contro Helicobacter pylori , dacui i positivi effetti su gastriti e ulcere ga-stro-duodenali.

Esistono vari studi che confermano l’ef-ficacia di estratti di aglio contro l’infezio-ne e la successiva infiammazione prodottedal patogeno, dimostrando allo stesso tem-po un’attività significativa di supporto nelcontrollo delle lesioni gastriche pre-cance-rose (MITCHELL et al. A Factorial Trial Inclu-ding Garlic Supplements Assesses Effect inReducing Precancerous Gastric Lesions J.Nutition 136: 813S-815S, 2006).

L’azione contro H.pylori, valutata attra-verso varie revisioni, ha portato alla lucerisultati interessanti caratterizzati da unarate di regressione dell’infezione e dellasintomatologia infiammatoria correlata, si-gnificative e superiori al placebo.

In un recente studio queste proprietàsono state confermate anche in situazioniin cui H.pylori era risultato multiresistenteai vari trattamenti farmacologici classici(FOZIEH et al. Antibacterial Activity of Gar-lic on Multi-Drug Resistant Helicobacterpylori Isolated From Gastric Biopsies Int.J.Enteric Pathog. 2014 May).

L’azione dell’aglio contro gastriti e ul-cere, specie se collegate all’infezione daH.pylori diventa ancor più significativa sesi considerano anche le proprietà antitu-morali della pianta stessa.

L’organotropismo dell’aglio verso il di-gerente è confermato dall’efficacia dimo-strata in particolare contro i tumori che af-fliggono questo apparato.

L’attività antiproliferativa è legata amolteplici meccanismi fra i quali sono in-clusi l’induzione dell’apoptosi, il rallenta-mento della progressione del ciclo cellu-lare, la modificazione delle vie di trasdu-zione del segnale.

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L’apoptosi verrebbe indotta dai compo-sti solforati che sarebbero in grado di atti-vare la caspasi-3, un enzima capace diprovocare la frammentazione del DNAdella cellula tumorale e quindi la sua mor-te; gli stessi composti solforati, in partico-lare il diallildisolfuro, possono inibire glienzimi del citocromo P450 responsabilidella trasformazione di sostanze potenzial-mente cancerogene, citocromo-dipenden-ti, in cancerogene .

Gli effetti antitumorali dell’aglio sonoampiamente supportati da una dimostrataazione antiossidante, i composti solforatifavoriscono l’incremento dei valori e del-l’attività del Glutatione con effetti detossi-ficanti anche verso sostanze cancerogene;agiscono come radical-scavenger e bloc-canti l’attività di vari composti nitrosi for-temente cancerogeni; contrastano l’azioneattuata da alcuni batteri durante l’infezio-ne di conversione dei nitrati nei pericolosinitriti.

Gli estratti di Aglio possono inoltre sti-molare la produzione di citochine comeIL-2, TNF, Interferone gamma; la prolifera-zione di macrofagi, di cellule NK e dellecellule T; inducono infine l’infiltrazionedei macrofagi e dei Linfociti nei tumori tra-piantati sopprimendone la crescita.

Le formulazioni utilizzate e consigliateper ottimizzare l’attività dell’aglio, preve-dono la realizzazione di capsule gastrore-sistenti, vista la sensibilità dei suoi costi-tuenti all’acidità dello stomaco (il pH aci-do inattiva l’attività enzimatica necessariaalla trasformazione dell’alliina) e conte-nenti la polvere di aglio essiccato ol’estratto secco titolato in alliina. La dosegiornaliera degli estratti essiccati si aggiraattorno ai 600-900 mg, da suddividere indue-tre somministrazioni in concomitanzadel pasto.

Le preparazioni non gastro-protette so-no poco attive e per la stessa ragione an-

che il consumo del prodotto fresco non èconsiderato efficace e dipende dalla quan-tità di spicchi consumati perché le sostan-ze attive devono essere liberate nella cavi-tà orale prima di raggiungere lo stomaco:l’aglio fresco può produrre effetti contro legastriti solo se masticato a lungo e consu-mato abbondantemente, alcuni grammi aldì.

Va comunque sottolineato che l’azionebattericida è stata dimostrata sia con l’as-sunzione della polvere che dell’estrattosecco, ma anche con l’olio di aglio e coni bulbilli freschi utilizzati come supple-mento dietetico.

L’aglio non dovrebbe essere assuntodurante l’allattamento al fine di non con-dizionare l’odore del latte materno.

CurrumaCurcuma longa è una pianta erbacea

perenne, appartenente alla famiglia delleZingiberaceae , la stessa famiglia dellozenzero; origina dalla regioni dell’AsiaMeridionale, è molto diffusa in India e In-donesia ma anche in America Centrale,nelle Antille, Haiti e in Giamaica, in Bra-sile, in Africa e in Malaysia.

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Etimologicamente Curcuma deriva daltermine persiano-indiano “Kour-Koum”che tradotto alla lettera significa Zaffera-no; in effetti la curcuma viene anche chia-mata “zafferano delle Indie”.

È da tempo conosciuta nel settore ali-mentare grazie al suo sapore speziato ca-ratteristico, è ingrediente del curry assie-me a coriandolo, noce moscata, zenzero,cannella, chiodi di garofano e peperonci-no; per il suo intenso colore giallo vieneutilizzata anche come colorante alimenta-re identificato dalla sigla E100.

Anche i suoi fiori sono di colore giallo,giallo-arancio, spesso confusi con le brat-tee che li proteggono e che sono invececolorate in verde e bianco e a volte sfuma-te in fucsia. La droga, cioè la parte dellapianta che viene utilizzata per le prepara-zioni farmaceutiche, è costituita dal rizo-ma anche questo di colore giallo arancia-to.

Il rizoma è ricco di amidi (45-55% delsuo peso), contiene una piccola parte dipolisaccaridi detti ukonani che apparten-gono al gruppo degli arabinogalattani; visi ritrova un olio essenziale ricco di sesqui-terpeni monociclici, sono inoltre presenticaroteni, tiamina, flavonoidi, niacina, Vi-tamina C, ferro, zinco, calcio, magnesio eselenio, ma meritano particolare attenzio-ne tutta quella serie di componenti, re-sponsabili tra l’altro del tipico colore gial-lo del rizoma, denominati curcuminoidifra i quali il principale responsabile del-l’attività, è la curcumina, un composto po-lifenolico del gruppo dei glicosidi flavo-noidi.

La corretta preparazione della droga ri-chiede un preventivo processo di essicca-zione che permette di arricchirne il conte-nuto in curcumina, in effetti il rizoma fre-sco ne contiene circa l’1,5%, mentre quel-lo essiccato può raggiungere il 4-8% (Ca-cace, ED luglio-agosto 2007) .

Gli effetti terapeutici attribuiti alla cur-cuma dalla medicina tradizionale, sono inpratica gli stessi che oggi la medicina uffi-ciale attribuisce a questa pianta e che so-no stati confermati da numerosi studi.Dall’attività del fitocomplesso emerge unmarcato organotropismo verso l’apparatodigerente, nei confronti del quale svolgeazione digestiva, coleretica e colagoga,agisce inoltre come disintossicante l’orga-nismo, immunostimolante, antinfiammato-ria e antiossidante.

Alcuni studi condotti in vitro e in vivo,hanno evidenziato che la curcumina e icurcuminoidi possono contrastare effica-cemente la crescita tumorale attraverso va-ri meccanismi fra cui l’inibizione dell’an-giogenesi, l’azione anti-proliferativa, anti-invasiva e chemiopreventiva; risultati chesarebbero confermati anche dai dati stati-stici dai quali emerge la bassissima inci-denza dei tumori in India, specie a caricodel digerente, dove la curcuma è abitual-mente consumata come alimento e inquantità elevate (1,5-2 gr.al giorno) (Mahe-shwari et al 2006) .

Questa attività è indiscutibilmente col-legata alla potente azione antiossidante eantinfiammatoria; Curcuma longa è in gra-do di regolare numerosi fattori di trascri-zione, citochine, molecole di adesione,protein-chinasi ed enzimi coinvolti nelprocesso infiammatorio, inducendone ladown regulation .

La curcumina è un potente inibitoredell’attivazione del fattore nucleare NF-kBche regola l’espressione di vari elementidella flogosi fra cui il TNF che a sua voltariveste un ruolo cruciale nell’innesco delfenomeno infiammatorio sia acuto checronico e in diversi tipi di cancro.

È stata dimostrata la correlazione diret-ta tra la somministrazione di curcumina el’inibizione dell’attivazione di NF-kB nellecellule mieloidi umane ML-1; il controllo

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del fattore nucleare spiegherebbe anchegli effetti antiossidanti e di controllo del-l’attività di varie specie radicaliche la cuiespressione è intimamente connessa all’at-tività del fattore nucleare NF-kB .

Uno studio universitario tedesco evi-denzia che curcuma agisce contro l’infe-zione da Helicobacter pylori proprio attra-verso il controllo dell’attivazione di NF-kBe del fenomeno flogistico correlato e pro-vocato dal patogeno durante il processo dicolonizzazione dello stomaco perché ègrazie all’induzione di questo meccanismoche viene favorita la diffusione del patoge-no (cell scattering) (FORYST et al, BiochemBiophys Res Commun 2004).

L’azione antiflogistica, antiadesiva, an-tiradicalica, antitumorale e anti-helicobac-ter, candidano Curcuma longa come effi-cace rimedio contro gastriti e gastro-duo-deniti anche complicate dalla presenza delpatogeno ; tale attività viene realizzata at-traverso l’utilizzo di estratti secchi titolatiin curcuminoidi (sino al 90-95%), alla do-

se di 1-4 grammi al dì, nell’adulto, suddi-visi in due-tre somministrazioni e duranteil pasto; si può utilizzare anche la polvereintegrale, alla stregua degli usi indigeni, dadisperdere quotidianamente negli alimentiin quantità variabile .

Gli estratti della curcuma sono sicuri epossono essere assunti per lunghi periodi(in India se ne consumano cospicue quan-tità sin dall’adolescenza); la principale av-vertenza che si fornisce è di assumerli du-rante il pasto poiché è in questo modo chesi aumenta la scarsa biodisponibilità deicurcuminoidi; oggi curcuma viene spessoassociata con il pepe nero perché è emer-so che la piperina, è in grado di incremen-tare significativamente l’assorbimento del-la curcuma; secondo altre correnti di pen-siero sarebbe utile associarla al thè verdeperché è grazie alle epigallocatechine chesi realizzerebbe la stessa funzione favoren-te; altri bioenhancer sono considerati i fo-sfolipidi della soia, i liposomi, il riscalda-mento.

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BroccoliI broccoli sono un ortaggio appartenen-

te alla famiglia delle Cruciferae molto ap-prezzato in cucina come il broccoletto atesta o Brassica oleracea e il cavolo broc-colo o Brassica rapa .

Ne esistono circa 350 generi e 3.500specie, quasi tutte eduli per la maggiorparte delle popolazioni; sembra sia cono-sciuto e coltivato da oltre 5.000 anni (FI-RENZUOLI, I Colori della Salute, TecnicheNuove 9-2012, 104-105) e costituiscono il10-15% del consumo totale di vegetali nelmondo.

Poco calorici, 100gr. sviluppano 27Kcal, sono poveri di grassi, ma ricchi di fi-bre, rappresentano l’ortaggio più ricco disostanze antiossidanti e con spiccate pro-prietà anticancerogene.

I broccoli sono ricchi di minerali comepotassio, fosforo, selenio, di vitamine co-me la C, la E, la K; apportano carotenoidie cisteina, sostanze polifenoliche fra cuimolti flavonoidi, e composti solforati ca-ratteristici definiti Glicosinolati (il terminesi riferisce alla presenza di un atomo dizolfo interposto fra la componente gluci-dica e l’aglicone: gluco-S-inolati).

La rilevante presenza di derivati conte-nenti zolfo, ha permesso di coniare il ter-mine che indica le Brassicaceae come“piante che fabbricano lo zolfo” (J.M.PELT)I glicosinolati del broccolo sono dei meta-boliti secondari, prodotti per difendere lapianta dagli erbivori ma anche da attacchidi parassiti e batteri patogeni.

Ad oggi sono stati isolati circa 120 gli-cosinolati dai quali deriva per idrolisi laforma attiva chiamata Isotiocianato (Far-macia News settembre 2009); questo pro-cesso è attivato da un enzima, Mirosinasi,una glicosidasi endogena che viene attiva-ta dal processo di masticazione del vege-tale crudo; se i broccoli venissero cotti, lamirosinasi sarebbe inattivata dal calore,

ma il processo di idrolisi avverrebbe co-munque grazie all’opera della flora ente-rica umana.

Gli isotiocianati sono potenti antiossi-danti, hanno azione protettiva delle muco-se, sia del digerente che del respiratorio;svolgono attività detossificante grazie allapresenza dei numerosi gruppi tiolici –SHche sono in grado di attivare la sintesi diGlutatione (CHIEREGHIN, Broccoli, Isotio-cianati. L’erborista settembre 2008, 32-35). Va poi sottolineato che gli stessi, nu-cleofili, reagiscono direttamente con igruppi elettrofili dei radicali liberi ossidan-ti, favorendo i processi di riparazione deidanni cellulari provocati dai radicali stessipermettendo così di contrastare anche ildanno alla mucosa gastrica da parte di He-licobacter pylori.

Fra i vari isotiocianati studiati, quello dimaggior rilevanza è il Sulforafane che èoriginario proprio dei broccoli, dove èmolto abbondante il suo precursore defi-nito Glucorafanina e dal quale si ottieneil sulforafane per idrolisi indotta dalla mi-rosinasi.

L’importanza del sulforafane è legata aisuoi molteplici meccanismi: può favorire

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il blocco degli enzimi di fase I responsabi-li della conversione dei composti pro-car-cinogenici in sostanze carcinogene; puòattivare gli enzimi di fase II che detossifi-cano l’organismo facilitando l’espulsionedelle molecole pericolose; può modularela crescita cellulare nei tumori e favorirel’innesco di fenomeni apoptotici. Esiste in-fatti una correlazione inversa fra l’inciden-za di tumori, malattie degenerative e ilconsumo di Brassicaceae.

Oltre agli isotiocianati dai broccoli siformano anche alcuni derivati indolici, fracui spicca l’indolo-3-carbinolo, che derivadall’idrolisi della glucobrassinina; anchequesto composto si è rivelato molto attivonei confronti di alcuni tumori definitiestrogeno-dipendenti, come quelli a cari-co di utero, mammella, ovaio.

Grazie alle proprietà di questi partico-lari costituenti solforati (se ne apprezzal’odore durante la fase di cottura!), i broc-coli possono essere indicati nel controllodi gastriti anche complicate dalla presen-za di Helicobacter pylori.

Uno studio pubblicato in Cancer nel-l’aprile 2009, dimostra che il consumo digermogli di broccoli, 70 grammi al giornoper otto settimane, sia in grado di ridurreil fenomeno flogistico-erosivo delle gastritiindotto dalla presenza del patogeno; laquantità di germogli ha fornito circa 420micromoli di precursore di sulforafane.Lo studio ha rilevato in modo significativoun miglioramento del quadro clinico deisoggetti affetti da gastrite, ha mostrato al-l’Urea breath test, risultati che evidenzia-no un congruo valore di eradicazione diH.p. e ridotto i valori sierici di pepsinoge-no (YANAKA et al. Dietary sulforaphane-richbroccoli reduce colonization and attenua-te gastritis in Helicobacter pylori-infectedmice and humans Cancer Prev. Res. Avr2009).

Oggi gli estratti da germogli nativi dibroccolo e delle crucifere in genere, ven-gono sempre più apprezzati come alimen-to-curativo, poiché il loro contenuto in iso-tiocianati è fino a 100 volte superiore ri-spetto altre parti del vegetale.

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34 GASTRITI, ULCERE, HELICOBACTER PYLORI E IL SOSTEGNO “VERDE”

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Peraltro un vecchio studio condotto ne-gli anni cinquanta aveva già evidenziatoche il consumo di succo di broccoli freschiera particolarmente efficace a contrastare,dopo solo dieci giorni di cura, i segni cli-nici tipici di un’ulcera peptica (G. CHENEY,Stanford University).

Per il trattamento farmacologico dellegastriti, si utilizzano come estratti secchi,formulati in capsule da 400-500 mg o inpolvere incapsulata in modo da forniredalle 3.000 alle 6.000 ppm (parti per mi-lione) di sulforafane , da assumere 3-6 vol-te al dì; sembra costituisca un eccellentesinergismo antigastrite, il contemporaneoconsumo di sedano e carote fresche cen-trifugati.

PropoliL’attività di Propoli è da sempre cono-

sciuta per gli effetti antimicrobici ampia-mente dimostrati verso infezioni causateda batteri, virus e funghi.

L’assenza di possibilità di insorgenzadel fenomeno dell’antibiotico resistenza,la grande capacità di svolgere effetti anti-flogistici, antiossidanti e di riparazione deidanni tissutali, candidano la Propoli ad es-sere un potenziale rimedio delle gastriticomplicate da Helicobacter pylori (va ri-cordato il grande impoverimento delle ri-serve di antiossidanti endogeni a livellogastrico causato dall’infezione ) (BIAGI etal. 2009) (SFORCIN e BANKOVA 2011).

Le forme più attive di Propoli sonoquelle che esprimono la maggior concen-trazione di flavonoidi e polifenoli (titolo al50%), evidenziando un’azione antibatteri-ca efficace anche nei casi in cui Helico-bacter pylori sia risultato resistente a clari-tromicina o a metronidazolo e indipen-dentemente dalla sua capacità di esprime-re i fattori di virulenza VacA e CagA.Uno studio condotto presso il Dipartimen-to di Medicina Interna, Divisione di Ga-

stroenterologia e in collaborazione conl’Università degli Studi di Siena, al fine diconfermare l’efficacia anti ulcera gastricadi estratti titolati di Propoli, ha anche evi-denziato la possibilità di introduzione del-la Propoli a fianco dei protocolli farmaco-logici convenzionali per il trattamento del-le gastriti complicate.

Il lavoro è risultato significativo anchenei casi in cui emerge il fenomeno dellaresistenza al trattamento antibiotico; que-sto dato favorirebbe l’ipotesi di un possibi-le ampliamento dell’efficacia con riduzio-ne dell’incidenza delle recidive e diminu-zione delle collateralità legate all’utilizzocronico degli antibiotici stessi (MONTINI etal. 2015). L’applicazione in clinica gastro-enterologica della Propoli è validata anchedalla completa assenza di effetti destabi-lizzanti sulla flora enterica umana.

Il dosaggio e la forma farmaceuticaconsigliati sono riferiti agli estratti secchititolati; non è certo razionale somministra-re ad un soggetto gastritico, la Propoli inTintura Madre visto il titolo alcolico moltoelevato.

La prescrizione di Propoli in questi ca-si prevederebbe la somministrazione di1200 mg di estratto secco al titolo minimoin flavonoidi del 12% tre volte al giorno,prima dei pasti e per periodi variabili dai20 ai 60 giorni .

35GASTRITI, ULCERE, HELICOBACTER PYLORI E IL SOSTEGNO “VERDE”

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L’uso dei funghi medicinali come ali-mento o come integratore sta, negli

ultimi decenni, diventando sempre più diffu-so, sia da parte di medici, nutrizionisti e na-turopati, sia da parte dei pazienti stessi chestanno apprendendo l’uso alimentare, tradi-zionale e antico dei funghi che è quello dimigliorare qualità e assimilabilità dei cibi.

Del resto, centinaia di anni di loro usoterapeutico in oriente e solide ed inconfu-tabili ricerche scientifiche moderne hannosuscitato l’interesse dei media e dellastampa in particolare sulle possibilità tera-peutiche offerte dai funghi eduli.

Molta di questa eccitazione è stata ge-nerata da ricerche scientifiche prodotte inrapida successione in vari paesi del mon-do: dal giappone agli usa, dalla cina all’in-ghilterra, dal brasile alla corea.

Da queste ricerche emergono dei datiunivoci, ovvero che i funghi medicinali intoto, parti di essi od i loro estratti hannovari effetti benefici a livello organico.

In particolare la maggior parte dei fun-ghi medicinali agisce, ognuno in manieraspecifica, ma tutti i generale su:– metabolismo glucidico e lipidico;– chelazione di metalli pesanti;– riequilibrio del sistema immunitario;– antagonismo delle spinte anomale di

crescita cellulare.

È quindi ormai chiaro che i funghi nonvelenosi, pur essendo spesso semplici ali-menti, possono sostanzialmente aiutare ipazienti in patologie per le quali la medi-cina ufficiale non ha proposte terapeutichesemplici o prive di effetti collaterali.

Tra queste patologie possiamo include-re: diabete, ipercolesterolemia, ateroscle-rosi, cancro, virosi di vario tipo (epatitec,hpv, herpes virus, epstein virus…), asma,allergie, etc…

Tuttavia, mentre sono noti a molti i be-nefici dell’alimentazione a base di funghimedicinali, non tutti i funghi che si trova-no sul mercato hanno chiari effetti tera-peutici.

In effetti solo un numero ristretto difunghi, usati in un certo modo ed a certiben definiti dosaggi, ha un effetto terapeu-

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INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

Introduzione allamicoterapia

Dott. Fulvio Limido

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tico chiaro, come è dimostrato da moltis-simi lavori scientifici, sulle patologie cro-niche, in particolare se correlate ad un de-ficit immunologico.

Pertanto non è sempre facile capire ilruolo dei funghi medicinali in terapia senon si individuano alcune chiavi di letturache possono derivare sia dalla medicinatradizionale cinese che dalla ricerca clini-ca convenzionale.

Il primo punto da considerare in unaseria prospettiva di micoterapia scientificaè la chiara relazione esistente tra metodi diproduzione e qualità ed efficacia del fun-go terapeutico.

Nulla deve essere lasciato al caso equindi momenti cruciali saranno:– scelta e selezione delle spore;– terreno di semina;– momento di raccolta;– momento e modalità di preparazione;– stoccaggio del prodotto finito.

La maggior parte dei lavori scientificiche è stato possibile reperire, parlano difunghi somministrati con acqua calda o diuso clinico di estratti acquosi dei funghistessi. Tutto ciò è anche in accordo con lemodalità d’uso dei funghi terapeutici daparte della tradizione medica orientale.Tuttavia l’esperienza di molti clinici, haportato ormai alla convinzione che i fun-ghi medicinali possono essere usati in di-verse forme e preparazioni. Le indicazionicliniche per ogni fungo, sono ovviamentele stesse, ma modalità e tempi di sommi-nistrazione, oltre che il dosaggio vannoadattati a seconda che si usino le spore, ilfungo intero, il micelio o l’estratto acquo-so od alcolico.

Da quanto suddetto, consegue che unulteriore e fondamentale punto da consi-derare è la corretta comprensione dell’eti-chetta con cui viene venduto il fungo tera-peutico.

Essa deve descrivere:

– l’esatto tipo di fungo contenuto nellaconfezione;

– la parte del fungo impiegata (fungo in-tero, spore, micelio,estratto);

– l’esatta quantità del fungo in ogni sin-gola dose;

– l’eventuale presenza di additivi, adden-santi o altro.Queste informazioni ci permettono di

individuare il prodotto più adatto ad af-frontare una determinata patologia. Spes-so infatti le indicazioni e la posologia sa-ranno diverse nella fase terapeutica di at-tacco o di mantenimento.

Poiché oggi si conoscono con una cer-ta precisione i dosaggi necessari per le va-rie fasi delle diverse patologie croniche,tutte queste informazioni sono cruciali peruna corretta impostazione terapeutica. Inquesto breve lavoro cercherò di dare infor-mazioni dettagliate ma semplici sui prin-cipali funghi medicinali, si possano capireil meccanismo di azione, indicazioni, do-saggi, indicazioni terapeutiche e limiti del-l’impiego medico dei funghi terapeutici.

La natura dei funghiI funghi hanno un ruolo essenziale nel-

l’equilibrio del mondo in cui viviamo. Essisono coinvolti nella degradazione e nel ri-ciclaggio della materia vivente e sono es-senziali per rendere nuovamente biodispo-nibili i prodotti del catabolismo di pianteed animali.

Possiamo dire che grazie alla digestio-ne enzimatica dei funghi, piante ed anima-li morti, ritornano ai loro componenti pri-mitivi che poi sono resi disponibili pernuove forme di vita. In particolare i funghiassorbono e rendono nuovamente biodi-sponibili i minerali costituendo una sortadi connessione tra il mondo minerale ina-nimato ed il mondo vivente. Gran partedell’humus, che poggia sulla crosta roccio-sa della terra e solo sul quale possono cre-

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INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

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scere le piante e svilupparsi gli animali, ècostituito da funghi. Il loro grande tropi-smo per i minerali li rende anche atti adassorbirli da strutture rocciose e quindi es-si rappresentano sulla terra l’essenzialeanello di passaggio dalla vita inanimata aquella animata.

Vi sono almeno 700 specie di funghiche possono essere ritenuti utili come ci-bo, da parte dell’uomo. Molti di questifunghi hanno anche un importante ruoloterapeutico nella prevenzione e nel tratta-mento di svariate patologie.

In realtà il ruolo in medicina di questifunghi è un fatto secondario, essi sono pri-ma di tutto degli alimenti e come molti al-tri cibi hanno anche un valore terapeutico.Ebbene, in alcuni funghi mangerecci talevalore terapeutico è così elevato da farnearmi utilissime anche in patologie gravi.

Struttura dei funghiNel fungo la parte costituita dal gambo

ed il cappello, rappresentano solamentel’aspetto visibile, il frutto di un organismovivente che si sviluppa sottoterra.

Il micelio (costituito da un intreccio diife, sottili filamenti microscopici per lo piùinvisibili e spesso nascosti sotto terra) habisogno, per vivere di sostanze organiche.

Struttura del fungoCorpo fruttifero – emerso dal suolo, con

un cappello e un fusto. Nella parte inferio-re del cappello si trovano le lamelle con-tenenti le spore (organo riproduttivo deifunghi; si staccano quando il fungo è ma-turo e germinano su suolo fertile).

Micelio – tessuto sottostante il corpofruttifero, nella parte superiore del sotto-suolo, tramite il quale vengono assorbiteparte delle sostanze nutritive.

Ife – filamenti presenti in tutta l‘areasottostante, tramite i quali vengono assor-bite altre sostanze nutritive.

Quello che normalmente viene ritenu-to il fungo altro non è che il corpo fruttife-ro del fungo stesso. Esso rappresenta quel-la parte del fungo che cresce al di sopradel suolo ed ha lo scopo di rilasciare lespore, parte fondamentale del ciclo ripro-duttivo.

Alcuni funghi non sviluppano un corpofruttifero e rilasciano le loro spore senzaquesto passaggio vegetativo. Le spore fun-gine sono trasportate dal vento e dall’ac-qua. Quando arrivano in un ambiente fa-vorevole esse germinano e danno vita aduna nuova colonia. Il primo stadio dellaformazione di un fungo consiste nell’emer-gere di filamenti chiamati ife, dalle sporegerminate. Le ife originali iniziano a cre-scere nel terreno cercando altre ife com-patibili con cui accoppiarsi.

Dopo l’accoppiamento, le ife si espan-dono in tutte le direzioni, colonizzando ilsuolo circostante o invadendo alberi mor-ti. La complessa rete interconnessa di ife sichiama: micelio.

Il micelio progressivamente cresce e siespande, vicino alla superficie o su legnoin decomposizione. Il corpo fruttifero chenoi vediamo sulla superficie del terreno osui tronchi, non è altro che micelio com-pattato che si espande fuori dal terreno ti-

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INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

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picamente in primavera ed in autunno do-po le piogge stagionali. I funghi si colloca-no alla base della scala evolutiva ma, qua-si similmente agli esseri umani, hanno unefficiente apparato immunitario capace diproteggerli contro una gran quantità di pa-togeni.

Durante la fase micelio i funghi digeri-scono attivamente il cibo emettendo enzi-mi digestivi che degradano le sostanze or-ganiche in decomposizione . Tuttavia pri-ma che il cibo digerito possa essere assor-bito dalle loro cellule ed utilizzato, i fun-ghi devono inattivare tossine e contrastareagenti patogeni.

Questo obiettivo viene raggiunto rila-sciando speciali polisaccaridi ed altre so-stanze chimiche all’interno delle celluledove entrerà il cibo. Nel corso di questoprocesso vengono sintetizzate molte diquelle sostanze che si sono rivelate impor-tantissime per stimolare o sostenere l’ap-parato immunologico umano.

I funghi: un regno vivente a parte• Fino a pochi anni fa i funghi erano rite-

nuti parte del regno vegetale.• Oggi sono riconosciuti come organismi

nettamente a parte e formano un regnovivente a sé.

Differenze tra funghi e pianteI funghi:

• Mancano di clorofilla e quindi non so-no fotosintetici.

• Hanno parete cellulare di chitina e nondi cellulosa.

• Sono eterotrofi ed assorbono gli ali-menti dopo secrezione di enzimi e di-gestione extracellulare.

• Si riproducono per spore e non per semi.• Sono composti di filamenti chiamati ife

Evoluzione dei funghiDa un punto di vista evolutivo

• Le piante originano da un primitivoceppo batterico.

• Gli animali ed i funghi originano da undifferente primitivo ceppo batterico.

• I funghi sono evolutivamente più viciniagli animali che alle piante.

Funghi e animali• Funghi ed animali sono più strettamen-

te correlati rispetto a quanto lo sianocon le piante.

• Dal punto di vista evolutivo i funghi sisono diversificati dalle piante 460 mi-lioni di anni fa.

• Le malattie da e delle piante, notoria-mente, non affliggono gli umani, men-tre lo fanno quelle da funghi.

• Poiché umani e funghi condividonoanaloghi antagonisti microbici,qualiescherichia coli, staphylococcus au-reus, e pseudomonas aeruginosa,gliumani possono beneficiare delle strate-gie difensive naturali dei funghi cheproducono antibiotici per combattere imicrorganismi.

StandardizzazioneSembra a tutt’oggi esserci una grande

confusione nella standardizzazione degliestratti di funghi. Per comprendere al me-glio il problema, dobbiamo prendere inrassegna l’uso dei funghi terapeutici daparte della medicina tradizionale cinese ele conferme scientifiche sulle proprietà te-rapeutiche dei funghi fornite dalla ricercascientifica moderna. Solo fondendo questedue prospettive riusciremo ad avere unanozione sufficientemente chiara di questacomplessa materia. Il punto di incontro èlo studio degli estratti in acqua calda.

Uso tradizionaleNella tradizione medica cinese i funghi

sono stati sempre impiegati sotto forma dithe, di bevanda, di estratti acquosi. L’estra-

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40 INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

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zione è stata fatta sempre usando la polve-re di funghi per preparare dei the o dei de-cotti. Nel preparare un decotto, la polvereod il fungo intero vengono bolliti lenta-mente in acqua per un tempo che va dai20 ai 120 minuti.

Questo procedimento non deve essereconfuso con la preparazione di un’infusio-ne nella quale l’acqua calda viene sempli-cemente versata sulla polvere. Qualsiasicultore della medicina tradizionale cineseconfermerà che il decotto è il modo tradi-zionale ma anche più efficace per prepa-rare funghi medicinali ad effetto tonico odimmunostimolante.

Ricerca modernaFacendo una revisione della letteraura

scientifica sui funghi medicinali, è facileevidenziare come la maggior parte delleesperienze scientifiche si riferisca proprioall’uso di estratti con acqua calda o con

acqua calda ed alcool. Questo metodo èusato per quasi tutti i fughi medicinali, in-clusi coriolus, shiitake, maitake, cordy-ceps, e reishi.

L’estrazione con acqua calda è anchealla base di tutte le preparazioni derivate,come lentinano e lem dallo shiitake, mai-take d-fraction e maitakegold 404® dalmaitake, e psk/vps e psp dal coriolus ver-sicolor.

Tuttavia recenti ricerche, soprattutto cli-niche, condotte quindi sull’uomo hanno di-mostrato l’opportunità dell’uso del fungo in-tero per sfruttare al massimo tutte le molte-plici proprietà terapeutiche, in parte ancorasconosciute, del fungo stesso.

Del resto si è visto come, anche in fito-terapia, l’impiego della pianta in toto, siapreferibile all’impiego di sue parti odestratti. Se invece si vogliono sfruttare leproprietà enzimatiche del fungo, sarà pre-feribile usare il micelio, parte più ricca in

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41INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

Ciclo vitale

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assoluto, appunto in enzimi. Quindi rias-sumendo potremo dire che, è indicatol’uso di:• estratti di funghi: in caso di patologie

gravi ed avanzate quali cancri o virosiconclamate;

• preparati del fungo intero: in moltepli-ci situazioni cliniche comuni e in casodi terapia d’appoggio a patologie orga-niche degenerative;

• preparati del micelio: in caso si neces-siti di uno stimolo immunologico;

• preparati delle spore: in caso di patolo-gie allergiche e infiammatorie.

Peculiarità della preparazione dei funghimedicinali

Molte delle nozioni che si applicano al-la preparazione dei farmaci derivati dapiante non si applicano alle preparazionidi funghi, che peraltro non sono piante edhanno una struttura completamente diver-sa dai vegetali. Punto essenziale è che i ve-getali hanno una parete cellulare di cellu-losa mentre i funghi hanno una parete cel-lulare di chitina.

La chitina è la stessa sostanza che si tro-va nell’esoscheletro dei crostacei, quali ara-goste e granchi. Questo dato è molto impor-tante, dal momento che la chitina non è di-geribile da parte degli esseri umani.

L’estrazione con acqua calda tende arendere più facilmente degradabili questestrutture facilitando l’assorbimento delle so-stanze contenute nei funghi da parte del-l’essere umano. Ne deriva che anche senormalmente potremo usare polvere delfungo intero o del micelio, in alcuni pazien-ti particolarmente gravi o non responsivi ocon particolari problemi digestivi, è utile, inseconda battuta, passare all’uso degli estrat-ti acquosi dei funghi medicinali.

Secondo alcuni autori l’estrazione inacqua calda è il solo metodo provato esse-re valido per rompere le pareti cellulari di

chitina e permettere il rilascio dei polisac-caridi bioattivi strutturalmente intatti e nondanneggiati. Questo è tuttavia contraddet-to dai lusinghieri risultati ottenuti nei pa-zienti dai terapeuti tedeschi, inglesi e sta-tunitensi che usano correntemente funghiin toto o miceli dei funghi polverizzati.

I beta glucaniI beta glucani sono specifici e partico-

lari polisaccaridi che si trovano soprattut-to nelle pareti cellulari dei funghi medici-nali. I polisaccariridi sono presenti sia nel-le strutture vegetali che nei tessuti animalima quelli fungini sono estremamente piùcomplessi dal punto di vista molecolare.

Diversamente dalle sostanze contenutenelle piante, che sono alla base dell’80%delle molecole utilizzate oggi in farmaco-logia, i polisaccaridi fungini, per la lorocomplessità strutturale, sono difficilmentesintetizzabili in laboratorio. I beta glucanisono delle molecole a lunga catena o ma-cromolecole, hanno forma spiraliforme eripetono una sequenza fissa di zuccheri.

La struttura a spirale ed i legami tra levarie catene realizzano un complesso tri-dimensionale del tutto caratteristico. Il ter-mine beta glucano caratterizza il tipo distruttura molecolare che viene poi ulterior-mente definito come beta 1-4 o beta 1-3per descrivere le caratteristiche di legamedella catena polisaccaridica.

La struttura di glucosio chiave del betaglucano è formata da sei atomi di carbo-nio, ognuno di questi può essere il termi-ne della catena o l’inizio di una dirama-zione. I beta 1-3 glucani hanno legami chevanno dal primo al terzo atomo di carbo-nio, i beta 1-4 , dal primo al quarto. Solonegli anni ’80, ricercatori dell’università diharvard hanno cominciato a capire l’im-portanza critica della dimensione e dellastruttura dei beta glucani per la loro capa-cità di stimolo dell’apparato immunitario.

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I ricercatori hanno osservato che le mo-lecole polisaccaridiche dei funghi medici-nali si legano con un classico meccanismo“lock and key” a recettori specifici situatisulla membrana dei macrofagi. Il legamedel beta glucano con il recettore stimola lacellula macrofagica ma è fondamentale laspecificità strutturale del ligando. Questoè tuttavia contraddetto dai lusinghieri ri-sultati ottenuti nei pazienti dai terapeutitedeschi, inglesi e statunitensi che usanocorrentemente funghi in toto o miceli deifunghi polverizzati. Analoghi siti recetto-riali sono stati individuati su altre celluledel sistema immunitario, quali i linfocitinatural killer ed i granulociti neutrofili.

Ulteriori ricerche hanno dimostrato chebeta glucani con diversa struttura moleco-lare evocavano diverse risposte immunita-rie. Questi risultati della ricerca di baseaprono la strada ad un gran numero di ap-plicazioni terapeutiche e rappresentano laspiegazione scientifica di quanto già osser-vato nella clinica con l’applicazione deidiversi funghi medicinali.

Potenzialitá dei funghiI funghi che noi conosciamo (macro-

funghi: basidiomiceti e alcuni ascomiceti),sia quelli commestibili che quelli veleno-si, formano solo una piccola parte delmondo dei funghi primari. Il numero dispecie conosciute di macrofunghi si aggi-ra attorno a 14.000, ma si stima che sullaterra vi siano 140.000 specie. Solo il 10%e’ conosciuto assumendo che i funghi conpotenziale farmacologico siano il 5% ditutti i funghi, 7000 specie sconosciute po-trebbero costituire un beneficio per la sa-lute umana. Attualmente si conoscono al-meno 270 specie di funghi con diverseproprietà terapeutiche (antiossidanti, antii-pertensive, ipocolesterolemizzanti, epato-protettive, antifibrotiche, anticoagulanti,antidiabetiche, antinfìammatorie, antivira-li, antimicrobiche, antineoplastiche etc).Più di 50 specie evidenziano attività anti-neoplastica “in vitro”, 20 sono stati studia-ti clinicamente su modelli umani “in vivo”,tutti sono non tossici e ben tollerati.

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Ippocrate (460-377 a.c.)affermava:“Lasciate che il vostro cibosia la vostra medicina”

L’alimento fungoTutta una serie di evidenze scientifiche

supportano l’importanza, per la salute, delcontrollo e della modulazione della dietai funghi realizzano questa connessione tradieta e medicina e da tempo immemorabi-le, almeno in oriente, sono stati ricono-sciuti i loro effetti benefici e sono conside-rati non tanto degli apportatori di sostanzenutritive quanto degli integratori, riequili-bratori dietetici.

Nonostante si usino oggi correntemen-te nell’ambito della medicina convenzio-nale estratti specifici di funghi, particolar-mente per la cura del cancro, la loro uti-lizzazione più corretta, fisiologica e privadi effetti collaterali è quella in forma difungo intero per apportare il complesso si-nergico delle sostanze medicamentose cheessi contengono.

La coltivazione dei funghiAttualmente sono coltivate a fini com-

merciali circa 35 specie di funghi e di que-ste almeno 20 lo sono su scala industriale.La maggior parte di questi funghi ha im-portanza alimentare ma anche medicina-le.

Funghi medicinali efficaci e sicuriLa coltivazione di funghi destinati ad

un uso medicinale oltre che alimentareprevede diverse e complesse operazioni.:• Selezione dei ceppi.• Coltivazione biologica su terreni privi

di sostanze tossiche.• Corretta essicazione.

Medicina della tradizioneFunghi e tcmFunghi e medicina tradizionale cineseI funghi sono stati da sempre utilizzati

come alimenti e farmaci in estremo orien-te.

I primi riferimenti ai funghi terapeuticirisalgono al 250 a.c.

Funghi sono stati usati in tcm per mil-lenni sia come nutrizione che come fitote-rapia, per benessere e longevità.

Nutrizione: i cinesi pensano che abbia-no un ruolo essenziale nella depurazionedi fegato e reni e li utilizzano nell’alimen-tazione giornaliera.

In medicina riconoscono 6 tipi di fun-ghi medicinali a seconda del colore:bianco, rosso, porpora, nero, blu e verde.Questi colori si inseriscono in tcm comecorrispondenze naturali a varie patolo-gie/organi

(es. Rosso=cuore, nero=reni, verde=fe-gato/cistifellea

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Coprinus comatus

Il coprinus comatus è un fungo basidio-micota appartenente alla classe degli aga-ricomiceti, dell’ordine delle agaricales edella famiglia delle coprinacea. È uno deipochi funghi commestibili del genere co-prinus ed è famoso perché la sua carne, daadulta, diventa deliquescente e si puòspesso notare un liquido di colore neroche cola dal cappello; per questo motivoviene chiamato “fungo dell’inchiostro”.

Questo agarico viene definito «chioma-to», dal latino «comatus», per le sue fran-ge nere cadenti. Il gambo è lungo e cavo,simile a un asparago, con base rigonfia.Lungo lo stelo si trova un anello fragile,spesso annerito per la caduta delle spore,che diventa mobile e cede da solo, unavolta che il cappello si è aperto.

Fruttifica isolato o a folti gruppi, nellestagioni piovose, dalla primavera all’au-tunno, in particolare nelle zone settentrio-nali temperate. È un fungo commestibile, icorpi fruttiferi, da consumarsi quando sia-no ancora immaturi e prima che le lamel-le assumano tonalità rosate, sono moltoapprezzati in cucina per il sapore piacevo-le e delicato. Devono essere raccolti lamattina presto e cucinati il più rapidamen-te possibile. Per rallentare la maturazionedel fungo, dopo la raccolta, è consigliabi-le staccare il gambo con una leggera rota-zione, così da evitare che passi ulteriore

acqua nel cappello. I coprini si possonomangiare: crudi in insalata, saltati per po-chi minuti con un po’ di burro, o si posso-no bollire in acqua, per poi cucinarli al-l’occorrenza.

È un fungo prataiolo, cresce spontaneonei nostri boschi, nei nostri prati e nei no-stri orti, per cui non è inconsueto trovarlodurante una passeggiata in questi ambien-ti. È coltivato in molte parti del mondo perle sue proprietà benefiche e per la facilitàcon cui si riesce a ricreare il suo habitat:basta ammassare una certa quantità di le-gname che, non appena inizierà a decom-porsi, sarà il terreno ideale per la crescitadi questo fungo.

Componenti principali del coprinusIl coprinus comatus è composto per il

20-40% di proteine; contiene vitamina c,d, b (in particolare b3), e; minerali qualivanadio e potassio in alte quantità, ma an-che calcio, ferro, rame, zinco; 20 ammi-noacidi tra cui 8 essenziali.

Sostanze bioattiveÈ un fungo molto interessante che con-

tiene in particolare:vitamina D, vitamina C, vitamine del

gruppo B (soprattutto niacina) e vitaminaE; Minerali: Potassio (in grandi quantità),Calcio, Vanadio, Ferro, Rame, Zinco; Mol-te proteine (20-38%); 20 amminoacidi tracui 8 essenziali.

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45INTRODUZIONE ALLA MICOTERAPIA

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Ruolo terapeuticoNegli ultimi anni si è iniziato a studia-

re le possibili proprietà benefiche cheil coprinus può avere sulll’organismo; inparticolare, l’effetto ipoglicemizzante èspesso oggetto di ricerca e rende questofungo l’ideale per chi soffre di diabete.Sembra che l’alto contenuto di vanadio,un particolare e raro elemento chimico,possa alleviare i sintomi del diabete melli-to agendo sulla secrezione insulinica attra-verso una protezione e rivitalizzazionedelle residue cellule beta pancreatiche egrazie alle sue proprietà insulino-simili at-traverso una sensibilizzazione delle cellu-le periferiche all’azione dell’insulina. Inun recente studio è stata valutata l’effica-cia del fungo in ratti resi iperglicemici dal-la somministrazione di alloxana ed adre-nalina.

Dopo la somministrazione del fungol’iperglicemia indotta da alloxana è dimi-nuita significativamente (p<0.05, p<0.01)e i topi hanno evidenziato un aumento delpeso; analogo effetto significativo si è avu-to nell’iperglicemia indotta da adrenalina(p<0.01); si è inoltre rilevato un migliora-mento nella tolleranza glucidica dei topinormali.

È il più importante fungo con effetto an-tidiabetico: 90 minuti dopo l’assunzionedella polvere la glicemia siriduce di circail 41%, 3 ore dopo persiste una riduzionedi circa il 30% e 6 ore dopo c’è ancorauna glicemia ridotta del 20%. Il coprinuscomatus agisce quindi come un vero anti-diabetico orale ed è privo di effetti colla-terali caratteristici dei farmaci ipoglice-mizzanti di sintesi.

L’uso del vanadio nella terapia del dia-bete,come minerale in sé, ha parecchi ef-fetti collaterali, tra cui il blocco di nume-rosi enzimi e le opinioni sulla sua oppor-tunità del suo impiego sono contrastanti.L’uso del fungo medicinale, ricco di vana-

dio, non ha invece portato fino ad ora al-la segnalazione di effetti collaterali. E’ in-teressnte notare che per contrastare gliefetti collaterali del vanadio è necessariala somministrazione di ferro, con cui ilvnadio compete; il coprinus è naturalmen-te ricco anche in ferro e, i questo modo,ottimizza l’azione del vanadio.

Questo dimostra che il coprinus puòaiutare a ridurre i livelli ematici di gluco-sio in soggetti affetti da questa particolareproblematica.

Effetto immunostimolante anti battericoe anti parassitario

Nelle patologie degenerative , in parti-colare nel tumore al seno, il coprinus agi-sce attraverso tre meccanismi:

1) inibizione delle cellule cancerosemammarie sia positive che negative agliestrogeni.

2) induzione della morte cellulare(apoptosi) sia nelle celule positive che ne-gative agli estrogeni.

3) inibizione della formazione di colo-nie cellulari tumorali in vitro.

È stata individuata una proteina alcali-na, denominata y3, capace di inibire lacrescita di cellule di cancro gastrico in vi-tro.

La somministrazione del fungo aumen-ta l’attività del lisozima, sostanza che fa-vorisce la fagocitosi dei batteri da parte deiglobuli bianchi.

Si aprono interessanti prospettive per iltrattamento di infezioni batteriche che col-piscono le mucose, quali l’helicobacterpylori a livello dello stomaco, l’escheri-chia coli a livello vescicale, lo strptococ-co a livello faringeo, lo staphilococco a li-vello cutaneo.

Alcune sostanze contenute nel coprino,sono capaci di immobilizzare e uccidere inematodi. Le ife del fungo penetrano e co-lonizzano i corpi di questi vermi. In pochi

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giorni il fungo digerisce il parassita e que-sto sembra essere il meccanismo attraver-so cui il coprino si procura aminoacidi inun ambiente talora povero di questi ele-menti.

Effetto anti obesitàIl coprino induce una significativa di-

minuzione dei livelli di glicemia; porta al-la riduzione dei picchi insulinemici ed aun consegunte contenimento del peso. Ilfungo è quindi rimedio importante all’in-terno di una strategia mirata alla cura del-la sindrome metabolica. All’interno dellapatologia metabolica è compresa la pro-blematica cardiovascolare. L’assunzionedel coprino permette di prevenire l’atero-sclerosi, concorrendo a sciogliere le plac-che ateroma siche e a rendere più elasti-che le pareti arteriose.

Effetto antiossidanteIl cappello del fungo sembra possedere

importanti proprietà antiossidanti e di mo-dulazione della produzione dei radicali li-beri, grazie all’azione dell’ergotioneina,un un composto sulforato con proprietàantiossidanti, la cui attività antiossidante èstata poi confermata da badalyan nel2003.

Il coprius comatus contiene ergotionei-na, con spiccate e confermate proprietàantiossidanti.

ControindicazioniL’assunzione di quantità anche elevate

del fungo (fino a 3/6 gr) non ha portato adalcun effetto dannoso, tuttavia la sua som-ministrazione va monitorata nei soggettidiabetici in terapia con ipoglicemizzantiorali od insulina, sulla base dei livelli diglicemia.

Modalità d’uso1-2 capsule da 300-500 mg, 3 volte al

giorno durante i pasti. I dosaggi vannoadattati ai livelli di glicemia. L’associazio-ne con un’opportuna molecola di vitami-na c e con super ossido desmutasi (ricava-ta da fonti naturali quali il melone) poten-zia e stabilizza gli effetti terapeutici diquesto e altri funghi medicinali. È ancheimportante associare gliadina, pur in pic-colissime quantità, che protegge le mole-cole dalla degradazione al livello gastrico,permettendo un assorbimento ottimale deiprincipi attivi del fungo al livello intestina-le.

Bibliografia:

1. Prof. IVO BIANCHI: Lezioni di micotera-pia. Accademia di micoterapia di Vero-na.

2. IVO BIANCHI e VALENTINA BIANCHI: Guari-re con i dodici funghi medicinali. Mosmaiorum edizioni 2013.

3. IVO BIANCHI: Micoterapia. I funghi me-dicinali nella pratica clinica. Nuova ip-sa editore 2008.

4. STEFANIA CAZZAVILLAN: Funghi medicina-li. Dalla tradizione alla Scienza. Nuovaipsa editore 2011.

5. INTERNATIONAL MYCOTHERAPY INSTITUTE:News letter: anno ii numero 1 gennaio2008.

6. STEFANIA CAZZAVILLAN: La sindrome me-tabolica trattamento nutraceutico.

7. HAN C., YUAN J., WANG Y., LI L., Hypo-glycemic activity of fermented mushro-om of coprinus comatus rich in vana-dium. J trace elem med biol.2006;20(3):191-6.

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