AUTORIZZAZIONE IN PROCEDURA ORDINARIA ART. 208 D.LGS …
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REGIONE SICILIANA
CITTÀ METROPOLITANA DI PALERMO
COMUNE DI VALLEDOLMO
AUTORIZZAZIONE IN PROCEDURA ORDINARIA
ART. 208 D.LGS 152/06 E SS.MM.II.
in variante allo strumento urbanistico
IMPIANTO DI TRATTAMENTO
E RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI
sito in contrada Crete nel Comune di Valledolmo
DITTA: D.L. COSTRUZIONI SRL
LA DITTA IL TECNICO
D.L. COSTRUZIONI SRL Ing. Salvatore Virga
Timbri e visti
N REVISIONE DATA TITOLO TAVOLA
RELAZIONE ACQUE
E SCARICHI
TAVOLA N.
R.3
01 02 03
DATA
NOVEMBRE 2018
Ditta: DL COSTRUZIONI SRL Impianto di trattamento rifiuti sito in: contrada Crete a Valledolmo
AUTORIZZAZIONE ART. 208 D. Lgs 152/06 in variante allo strumento urbanistico
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SOMMARIO
I. PREMESSA ........................................................................................................................................ 3
II. QUADRO NORMATIVO ................................................................................................................. 3
III. OPERE DA REALIZZARE ........................................................................................................... 4
IV. DESCRIZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO, MATERIE PRIME IMPIEGATE E
POTENZIALI INQUINANTI .................................................................................................................. 5
V. SISTEMA DI RACCOLTA ACQUE ................................................................................................. 6
VI. SISTEMA DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE ............................................... 6
VII. ACCUMULO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA ................................................................. 7
VIII. DESCRIZIONE E FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA
ADOTTATI ............................................................................................................................................... 7
IX. SCARICO ACQUE DI SECONDA PIOGGIA ............................................................................ 9
X. ACCORGIMENTI ADOTTATI IN CASO DI SVERSAMENTI ACCIDENTALI DI SOSTANZE
VARIE ........................................................................................................................................................ 9
XI. APPROVVIGIONAMENTO IDRICO .......................................................................................... 9
XII. REFLUI CIVILI .............................................................................................................................. 9
XIII. ACQUE PER IMPIANTO ANTICENDIO ............................................................................. 11
XIV. CONCLUSIONI ....................................................................................................................... 11
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I. PREMESSA
Il sottoscritto Ing. Salvatore Virga, iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Palermo al n.8577, in
riferimento all’incarico professionale dalla ditta D.L. COSTRUZIONI S.R.L ha redatto il presente studio
idrologico che viene eseguito su un’area di circa 8.000 mq sito nella contrada Crete del Comune di
Valledolmo nella Provincia di Palermo.
All’interno di tale sito è prevista la realizzazione di centro di raccolta di recupero e riciclo di rifiuti non
pericolosi come: carta, cartone, legno, scarti di potatura, ferro, vetro, asfalto fresato, plastica, imballaggi,
ecc. Inoltre nell’area sarà presente un’ufficio con bagni e un servizio igienico per gli operai.
Al fine di ottemperare a quanto previsto dalla normativa vigente, relativamente alle norme in materia
ambientale relative al D. Lgs 3 Aprile 2006 n. 152, riguardante le acque meteoriche di dilavamento e acque
di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, si è dovuto redigere il presente studio idrogeologico per il
dimensionamento degli impianti relativi alle acque di prima pioggia, degli impianti relativi alle acque di
seconda pioggia, e degli impianti relativi alle acque reflue.
II. QUADRO NORMATIVO
L’art. 39 del Decreto Legislativo 11 maggio 1999 n° 152 e del Decreto Legislativo n ° 258 del 2000
riguardante le acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne
afferma che vanno disciplinate “ ai fini della prevenzione dai rischi idraulici ed ambientali”, rimandando alle
regioni l’autorità in materia. Da un punto di vista cronologico, la prima regolamentazione ad affrontare
l’argomento in modo diretto è la legge regionale della Lombardia del 27 maggio 1985 n°62 relativa alla
“Disciplina degli scarichi degli insediamenti civili delle fognature pubbliche e tutela delle acque sotterrane
dall’inquinamento”. L’art. 20 comma 2 di tale legge regionale definisce “acque di prima pioggia” quelle
corrispondenti per ogni evento meteorico ad una precipitazione di 5mm uniformemente distribuita
sull’intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio. Lo stesso articolo stabilisce che, ai fini del
calcolo delle portate, tale precipitazione deve considerarsi avvenire per una durata di 15 minuti e indica un
coefficiente di afflusso alla rete pari a 1 per le superfici lastricate o impermeabilizzate e pari a 0,3 per quelle
permeabili. Successivamente lo stesso Consiglio Regionale ha chiarito che devono considerarsi acque di
prima pioggia risultanti da eventi meteorici che si succedono a distanza l’uno dall’altro non inferiore a 48
ore e provenienti da superfici scolanti di estensione superiore a 2000 m2 (computati escludendo le aree a
verde). Le rimanenti regioni si sono per la maggior parte allineate alla normativa della regione Lombardia,
la quale è ormai adottata da quasi tutte le regioni italiane. La necessità di avviare al trattamento le acque di
prima pioggia richiede la predisposizione di opportuni volumi di immagazzinamento, vasche di prima
pioggia, che consentano di immagazzinare tali acque onde rispettare le ridotte portate che caratterizzano
normalmente gli impianti di depurazione.
La normativa della Regione Lombardia è orami adottata da quasi tutte le regioni italiana; tale normativa
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deve essere applicata obbligatoriamente, pena ammende civili e penali su tutte le seguenti superfici scolanti:
a) da superfici scolanti di estensione superiore a 2000 mq, calcolata escludendo le coperture e le aree a
verde, costituenti pertinenze di edifici ed installazioni in cui si svolgono le seguenti attività: industria
petrolifera, industrie chimiche, trattamento e rivestimenti dei metalli, concia e tintura delle pelli e del cuoio,
produzione della pasta carta (della carta e cartone), produzione di pneumatici, aziende tessili che eseguono
stampa tintura e finissaggio di fibre tessili, produzione di calcestruzzo, aree intermodali, autofficine,
carrozzerie;
b) dalle superfici scolanti costituenti pertinenza di edifici ed installazioni in cui sono svolte attività di
deposito rifiuti, centro di raccolta e/o trasformazione degli stessi, deposito di rottami e deposito di veicoli
destinati alla demolizione;
c) dalle superfici scolanti destinate al carico e alla distribuzione di carburante ed operazioni connesse e
complementari nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli;
d) dalle superfici scolanti specificatamente o anche saltuariamente destinate al deposito, al carico, allo
scarico, al travaso e alla movimentazione in genere delle sostanze di cui alle tabelle 3/A e 5 dell’allegato 5
del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III;
L’ art. 5 della suddetta legge, inoltre recita:
1) Tutte le superfici di cui all’articolo 3 devono essere impermeabili.
2) Le acque di prima pioggia e le acque di lavaggio, che siano da recapitare in corpo d’acqua superficiale
ovvero sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, devono essere avviate ad apposite vasche di
raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere complessivamente non meno di 50 mc per
ettaro di superficie scolante (di seguito vasche di prima pioggia).
3) Alle acque meteoriche di dilavamento deve essere destinata una apposita rete di raccolta e
convogliamento, munita, nei casi di cui al comma 2, di un sistema di alimentazione delle vasche di prima
pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete deve essere dimensionata sulla
base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità caratteristici di ogni zona, e comunque
quanto meno assumendo che l’evento si verifichi in quindici minuti e che il coefficiente di afflusso alla rete
sia pari a 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo ad esse contigue,
escludendo dal computo le superfici incolte e quelle di uso agricolo.
Per il calcolo delle vasche di prima pioggia di progetto, si è fatto riferimento alla succitata regolamentazione
in quanto a parere dello scrivente, appare la più completa e la più restrittiva.
III. OPERE DA REALIZZARE
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L’area in oggetto sostanzialmente si divide in 3 aree poste a quote differenti:
1. parcheggio non pavimenatato;
2. il piazzale di lavorazione pavimentato con pavimetazione industriale dove sono presenti una
Tettoia, ufffici, servizi e locali tecnici;
3. piazzola per deposito delle materie prime seconde non pavimentata.
L’area oggetto del presente studio è qualla pavimentata con i relativi sevizi.
Acque di Prima Piogge
Per il trattamento delle acque di prima pioggia è prevsito impianto posto dove insistono le piazzole relative
allo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi composto da una vasca di sedimentazione primaria e un
disoleaturore interrato. Le acque provenienti dai piazzali dopo il trattamento verranno convogliate in una
vasca di accumulo per essere riutilizzate per l’abbattimento delle polveri.
Acque di seconda Pioggia
Le acque di seconda pioggia invece verranno accompagnate tramite pozzetto by-pass ad un pozzo drenante
realizzato a ridosso dell’impianto di acque di prima pioggia
Scarico reflui civili
Data la modesta quantità di liquami prodotti giornalmente e la loro natura prettamente organica, l'ambiente
circostante non-subirà nè alterazioni nè inquinamento. Detti liquami infatti, dopo essere stati chiarificati
dalla fossa imhoff, vengono ossidati per effetto dell'aerazione prodotta dai tubi circostanti il pozzo
disperdente, a causa della porosità del terreno vengono dispersi nel terreno stesso dove subiscono una
ulteriore trasformazione biochimica.
IV. DESCRIZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO, MATERIE PRIME IMPIEGATE E
POTENZIALI INQUINANTI
Il ciclo produttivo è relativo al recupero e riciclo di rifiuti non pericolosi è presente anche la strada di
accesso e il parcheggio che potrebbero avere i possibili materiali inquinanti:
polveri provenienti da gomma
oli e grassi non emulsionabili
polveri da asfalto
polveri provenienti dalla fresatura
polveri provenienti da inerti
polveri provenienti da sfabbricidi
polveri provenienti da terre e rocce
polveri di varia natura
polveri provenienti da disgregazione superficiale dei pneumatici
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polveri provenienti da legno
polveri provenienti da plastica
polveri provenienti da ferro
polveri provenienti da carta
polveri provenienti da cartone
polveri provenienti da alluminio
polveri provenienti da potature
polveri provenienti da imballaggi
polveri provenienti da gomma
polveri di segatura
polveri da vetro
residui di frantumazione
V. SISTEMA DI RACCOLTA ACQUE
È previsto un sistema di raccolta delle acque di scorrimento superficiale costituito da: griglie, caditoie, e
cunette per la raccolta delle acque stradali e dei piazzali in cui si svolgono le diverse attività lavorative (vedi
planimetria allegata). Tutte queste acque verranno convogliate in un pozzetto by-pass che consente di
separare le acque di prima pioggia da quelle di seconda pioggia. Le tubazioni adottate saranno in PVC o in
alternativa in polietilene corrugato. Le cunette verranno realizzate in calcestruzzo leggermente armato con
rete elettrosaldata secondo le condizioni di progetto; i pozzetti verranno realizzati in cemento leggermente
armato posto in opera. Le griglie e le caditoie saranno di tipo prefabbricato secondo quanto previsto dalla
normativa UNI di riferimento.
Per quanto riguarda l’ubicazione delle condotte, caditoie, griglie longitudinali, cunette, pozzetti di salto, ecc,
si rimanda all’allegata planimetria ed ai particolari esecutivi riportati in allegato.
VI. SISTEMA DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE
Le acque di prima pioggia che fatte sedimentare per un periodo prestabilito e accumulate per il riutilizzo.
Le acque di seconda pioggia invece verranno allontanate in pozzi disperdenti. Tutti i piazzali, le strade, i
parcheggi e gli impianti dovranno essere resi impermeabili o con pavimentazione a getto di cemento o con
asfalto non drenante. Il progetto dell’impianto di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, è relativo
ai piazzali, strade e coperture del centro.
Nell’area in questione, dal punto di vista del calcolo idraulico e delle successive opere di intervento, sono
presenti la strade di collegamento e parcheggi e i piazzali pavimentati e le coperture.
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CALCOLO SUPERFICI IMPERMEABILI - PER ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
AREA T3 42 mq
AREA T4 220 mq
AREA T5 253 mq
AREA DI SELEZIONE 286 mq
AREA F1 255 mq
PIAZZALE parte 1 707 mq
PIAZZALE parte 2 280 mq
PIAZZALE parte 3 380 mq
PARCHEGGI P1 54 mq
Totale Area Pavimentate in cls 2.477 mq
Copertura Tettoia 450 mq
Copertura Ufficio 12,50 mq
Copertura Servizi/Magazzino 12,50 mq
Copertua Servivi/Magazzino 12,50 mq
Totale Copertura 487,50 mq
TOTALE 2.964,50 mq
VII. ACCUMULO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
Le acque di prima pioggia dopo il trattamento saranno accumulate in riserve idriche per essere riutilizzate
per l’abbattimento delle polveri nei piazzali. Tali vasche di acculumo collocate in prossimità dell’impianto
anticendio avranno una capacita di 10.000 lt e saranno collegati all’impianto di abbattimento delle polveri,
come meglio rappresentato nella planimetria specifica.
VIII. DESCRIZIONE E FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA
ADOTTATI
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Le acque di prima pioggia vengono convogliate tramite un pozzetto di by-pass (separatore acque di prima
pioggia dalle acque di seconda pioggia) in apposite vasche dette “Vasche di prima pioggia”. Il sistema di
trattamento prevede 3 fasi distinte:
1. Separare tramite un pozzetto scolmatore le prime acque meteoriche, che risultano inquinate, dalle
seconde;
2. Accumulare temporaneamente le prime acque meteoriche molto inquinate perché dilavano le strade
ed i piazzali, per permettere, durante il loro temporaneo stoccaggio, la sedimentazione delle
sostanze solide;
3. Convogliare le acque temporaneamente stoccate ad una unità di trattamento per la separazione
degli idrocarburi (disoleatore);
Le acque di prima pioggia vengono separate da quelle successive (seconda pioggia) e rilanciate all’unità di
trattamento (disoleatori) tramite un bacino di accumulo interrato di capacità tale da contenere tutta la
quantità di acque meteoriche di dilavamento risultante dai primi 5mm di pioggia caduta sulla superficie
scolante di pertinenza dell’impianto. Il bacino è preceduto da un pozzetto separatore che contiene al
proprio interno uno stramazzo su cui sfiorano le acque di seconda pioggia dal momento in cui il pelo libero
dell’acqua nel bacino raggiunge il livello della soglia dello stramazzo. Nel bacino è installata una pompa di
svuotamento che viene attivata automaticamente dal quadro elettrico tramite un microprocessore che
elabora il segnale di una sonda rivelatrice di pioggia installata sulla condotta di immissione del pozzetto.
Alla fine della precipitazione, la sonda invia un segnale al quadro elettrico il quale avvia la pompa di rilancio
dopo un intervallo di tempo pari a 48 h meno il tempo di svuotamento previsto. Se durante tale intervallo
inizia una nuova precipitazione, la sonda riazzera il tempo di attesa. Una volta svuotato il bacino,
l’interruttore di livello disattiva la pompa e il sistema si rimette in situazione di attesa.
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IX. SCARICO ACQUE DI SECONDA PIOGGIA
Le acque di seconda pioggia essendo acque che non necessitano di trattamento, dopo il pozzetto a
stramazzo saranno avviate allo scarico in un pozzo disperdente
L’acqua potabile verrà riempita a mezzo autobotte autorizzata al trasporto di acqua potabile, e
successivamente collegata alla condotta comunale.
X. ACCORGIMENTI ADOTTATI IN CASO DI SVERSAMENTI ACCIDENTALI DI
SOSTANZE VARIE
In caso di sversamenti accidentali provocati da rilascio di sostanze durante le operazioni di transito o di
carico e scarico, è prevista la rimozione immediata a mezzo di terriccio o segatura o altre sostanze
adsorbenti da tenere in contenitori dislocati nelle zone in cui avviene il transito dei predetti mezzi. Le
predette sostanze adsorbenti saranno successivamente smaltite secondo il testo vigente del D.Lgs 152/06.
XI. APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
L’approvvigionamento idrico per scopi igienico sanitari sarà assicurato da riserve idriche ispezionabili e
protette dagli agenti atmosfercii, che saranno riempite periodicamente da ditta autorizzata, e in attesa del
collegamento alla rete Comunale. Anche le acque necessarie all’attività di lavorazione e produzione,
saranno accumulate in vasche in attesa del collegamento alla rete Comunale, con saranno accumulate in
riserve idriche ispezionabili posizionate in prossimità degli uffici, un capacità di 10.000 lt., che
alimentaranno l’impianto di distribuzione interno.
XII. REFLUI CIVILI
Il sistema di smaltimento per i reflui civili adottato è stato dimensionato secondo le prescrizioni
dell'allegato 5 della delibera C.I.T.A.I. del 4/02/77. Lo smaltimento dei liquami provenienti dagli scarichi
civili avverrà attraverso una fossa Imhoff di chiarificazione e successiva dispersione nel terreno a mezzo di
pozzo disperdente. Il dimensionamento di tale impianto è stato effettuato in funzione del numero di
abitanti equivalenti che insediati nell’edificio che si suppone in Nr. di 8.
L'impianto di smaltimento prescelto sarà composto da una vasca chiarificatrice di tipo Imhoff
dimensionata, più un pozzo disperdente in posizione tale che la distanza dello stesso da condotte e cisterne
di acqua potabile interatte sia sempre maggiore di ml. 50,00, e che la distanza dagli edifici vicini sia sempre
maggiore di ml. 15,00.
La vasca imhoff è a pianta circolare dal diametro di ml. 1,50 e un’altezza pari a ml. 1,50, realizzata con
elementi prefabbricati in cemento rotocompresso, inattaccabile da agenti corrosivi ed è stata dimensionata
secondo quanto previsto dalle tabelle relative a tale tipo di vasca in funzione del numero di abitanti; la
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vasca presenterà un volume minimo della tramoggia di sedimentazione di mc.0,3 ed un volume minimo del
comparto digestione fanghi di mc. 1,20. Le pareti inclinate della tramoggia formeranno un angolo di 45°
con l'orizzontale per favorire al massimo la sedimentazione ed evitare ristagni nel comparto superiore. La
fessura tra i due comparti sarà di cm.8,00 per permettere a qualunque solido che ha raggiunto il comparto
di sedimentazione attraverso il tubo di immissione liquami, di passare senza creare intasamenti al comparto
inferiore di digestione. La parete inferiore della tramoggia supererà di oltre 6 cm. la fessura di
comunicazione per impedire ai gas ed alle sostanze leggere, che si liberano dalle zolle, di ritornare al
comparto di sedimentazione. Il paraschiuma avrà la parte immersa di oltre 20 cm. e la parte esterna di oltre
10 cm. rispetto al livello dell'acqua, per evitare il passaggio di sostanze galleggianti e sarà posto a cm.35 dal
tubo di uscita dell'effluente per evitare moti turbolenti e conseguenziali cortocircuiti. Il comparto di
sedimentazione sarà dimensionato per 50 l/ab. con un tempo di detenzione di circa 6 ore. Il comparto
fanghi avrà una capienza di 200 l/ab. e sarà calcolato per un'estrazione semestrale dei fanghi tramite ditta di
autospurgo autorizzata. All'avviamento la fossa sarà riempita d'acqua e saranno aggiunti circa 20 Kg. di
calce idrata per favorire una digestione basica dei fanghi con assenza completa di cattivi odori. Essa sarà
completamente interrata, impermeabilizzata e coperta da botole a perfetta tenuta che la rendono
ispezionabile nelle parti essenziali.
Il pozzo disperdente è a pianta circolare dal diametro di ml. 2,00 e avente una profondità di m. 3,00,
realizzato in muratura di pietrame a secco; la superficie laterale risulterà di Sl=2*π*r*h= 6,28 *1*3,00=mq.
18,84 mentre la superficie di base risulterà di Sb=π*r2=3,14*1*1= mq. 3,14; la somma equivale a mq.
21,98 in ogni caso maggiore della minima necessaria per il tipo di dispersione in relazione al Nr. di abitanti
ed in funzione del tipo di terreno costituito da terreno assimilabile ad argilla sabbiosa, per la quale è
consigliato 2.5 mq. di superficie disperdente per abitante.
Sup. Dis Min = 8 x 2.5 = mq. 20,00
La copertura del pozzo di cui sopra sarà realizzata con piastra in c.a., posta a quota -0,70 m. dal piano di
campagna, e sarà munita di botola di ispezione. Sul fondo del pozzo, per uno spessore di cm.50,00 circa,
sarà posto uno strato di pietrisco, così come attorno alla muratura a secco, sempre per uno spessore di
cm.50,00; la pezzatura di tale pietrisco varia da 6,00 a 10,00 cm. Il rinterro su detto strato di pietrisco e sulla
copertura del pozzo sarà effettuato previa interposizione di carta catramata. Nello strato di pietrisco
circostante il pozzo, saranno collocati N.3 tubi in PVC che penetreranno nel suddetto strato per meno
m.1,00 e fuoriusciranno dal piano di campagna per cm.50,00 circa; tali tubi aventi un diametro di cm.10,00,
favoriranno il ricambio di ossigeno necessario a soddisfare i processi di biodegradazione del liquame
disperso. Il pozzo sarà collocato all’interno del lotto, ad una distanza di circa ml. 35 dall’abitazione e ad una
distanza di ml. 15 dal confine più vicino.
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XIII. ACQUE PER IMPIANTO ANTICENDIO
Nell’impianto vi sarà presente anche una vasca per l’accumulo delle acque dedicate all’impianto anticendio
che sarà posizinata in prossimità del gruppo pompe e dimensionata secondo il relativo calcolo.
XIV. CONCLUSIONI
Il trattamento delle acque di prima pioggia garantirà un’ottima protezione per il suolo, anche in
considerazione che nell’impianto non verranno trattari rifiuti particolarmente inquinanti, si tratta di rifiuti
non pericolosi e di inerti.
Da quanto sopra descritto si ritiene che il progetto dell’impianto di recupero rifiuti sopra descritto non
abbia impatti significativi sull’ambeinte si resta comunque subordinati ad ogni eventuale prescrizione che
l’Ente competente vorrà adottare.
IL TECNICO
Ing. Salvatore Virga
Allegati
1. Scheda tecnica impianto prima pioggia
2. Particolari fossa imhoff;
3. Particolare pozzo disperdente;
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La presente scheda tecnica è di proprietà di Rototec SpA; è assolutamente vietata la riproduzione di quanto contenuto nella stessa. Rototec SpA si riserva di apportare modifiche in qualsiasi momento, senza preavviso alcuno, ai contenuti della presente scheda tecnica.
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Pozzettoprelievifiscali
USCITA PRIMAPIOGGIA
Pozzettoscolmatore
Dissabbiatore Deoliatore confiltro a coalescenza
USCITA SECONDAPIOGGIA
USCITA PRIMAPIOGGIA
USCITA SECONDAPIOGGIA
Serbatoio di accumulo acqua di prima piogga da 15 mccon valvola di chiusura in ingresso e pompa temporizzata
Deoliatore con filtro acoalescenza e pozzetto con
filtro oleoassorbente
Pozzettoscolmatore
ENTRATA
ENTRATA ACQUE DIPIOGGIA
ENTRATA ACQUE DISECONDA PIOGGIA
IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA E SECONDA PIOGGIA A SERVIZIO DI PIAZZALE DI 3000 MQ – Scarico tabella 4
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Impianto di pioggia, Rev. 00 del 28/03/2017
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IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA A SERVIZIO DI PIAZZALE DI 3000 MQ
Materiale: sistema di trattamento fuori linea di acque di prima pioggia dimensionato secondo le richieste della L.R. 27 maggio 1985 n.62, costituito da serbatoi da interro rotostampati di tipo modulare in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tubazioni in PVC. L’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo/dissabbiatura modulare con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e una vasca di disoleatura con filtro a coalescenza dimensionato secondo normativa UNI-EN 858-1 e conforme alle richieste del D.lgs. 152/2006 ed un pozzetto prelievi fiscale. Utilizzo: trattamento delle acque di prima pioggia di dilavamento di aree impermeabili di transito e parcheggio per aree industriali, residenziali e stazioni di servizio potenzialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia ed inerti. Funzionamento: le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili devono essere convogliate al sistema di trattamento. Nelle cisterne di accumulo vengono raccolti i primi 5 mm di un evento meteorico. Al completo riempimento dei serbatoi, una valvola di chiusura attiva il by-pass inviando al recapito delle acque bianche le acque di seconda pioggia non soggette a trattamento. L’acqua inquinata stoccata viene rilanciata da una pompa sommersa che si attiva mediante quadro elettrico che regola lo svuotamento dell’accumulo in modo che dopo 48 ore dall’evento di pioggia il sistema sia pronto per un nuovo ciclo di funzionamento. Questo passaggio viene richiesto di legge per evitare il sovraccarico della rete di drenaggio urbano e per garantire il trattamento dei soli eventi meteorici che producono un flusso di dilavamento potenzialmente inquinato. L’acqua di prima pioggia, quindi, viene inviata al sistema di dissabbiatura e disoleatura. La tipologia di quest’ultima fase del trattamento viene definita in base al recapito finale delle acque: per la pubblica fognatura si prevede un disoleatore gravitazionale, mentre per lo scarico in corso d’acqua superficiale si prevede l’impiego di un disoleatore con filtro a coalescenza. Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da Rototec.
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USCITA
IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
Per il dimensionamento degli impianti di prima pioggia, ad oggi si fa riferimento alle indicazioni fornite dalla Legge della Regione Lombardia del 27 maggio 1985 secondo la quale:
“sono considerate acque di prima pioggia quelle corrispondenti per un evento meteorico ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio; ai fini del dimensionamento delle portate si stabilisce che tale valore venga scaricato in un periodo di 15 minuti; i coefficienti di afflusso alla rete si assumono pari ad 1 per superfici coperte, lastricate o impermeabilizzate e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo, escludendo dal computo le superfici coltivate”.
Seguendo queste indicazioni, nel caso in oggetto, ossia in presenza di una superficie di 3000 mq, si prevede un accumulo delle acque di prima pioggia pari a 15000 litri realizzato mediante n° 1 serbatoio modulare con moduli rotostampati in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) mod. IT15000. Quando la vasca di accumulo della prima pioggia è riempita, un’apposita valvola a galleggiante posizionata all’ingresso, provvede alla chiusura in entrata, e lo scarico in eccesso, ossia l’acqua di seconda pioggia, viene fatta defluire grazie al pozzetto scolmatore nella conduttura di By-Pass. Le acque immagazzinate vengono trattenute nella vasca di prima pioggia per 48/72 ore. Trascorso questo periodo, la pompa presente nel serbatoio si mette in funzione e solleva il volume d’acqua accumulato al sistema di depurazione composto da un dissabbiatore e da un deoliatore con filtro a coalescenza. Qui le sostanze pesanti (sabbie, limo, sassolini,…) e quelle galleggianti non emulsionate (oli, grassi, idrocarburi…) vengono separate dal refluo che, passando attraverso il pozzetto per i prelievi fiscali, viene scaricato nel recettore finale. Figura 1: Sistema per il trattamento delle acque di prima pioggia (piazzale di 3000 mq).
Tabella 1: Assetto impiantistico e composizione dei sistemi per il trattamento delle acque di prima pioggia.
IMPIANTO per 3000 mq pari a 22,5 m 3 N° unità Φ (mm) H (mm) ΦE/U (mm)
Pozzetto scolmatore 1 unità PSC052020IPP 790 790 200 Vasche di accumulo/dissabbiatura 1 unità IT15000 2100 x 5620 2200 200/50 Deoliatore con filtro a coalescenza 1 unità NDOFC1000 1,5 l/s 1150 1220 125/125
Pozzetto oleoassorbente 1 unità POLSS1000 1150 1220 125/125 Pozzetto prelievi fiscali 1 unità PPF 50 430 465 125
Accessori inclusi Cod. N° unità Elettropompa sommersa mod. SM 155 L SM 155 L 1
Quadro elettrico con temporizzatore QIPP2HP 1 Galleggiante con valvola antiriflusso 3SCIPP160 1
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Pozzetto scolmatore Lo scolmatore è un dispositivo idraulico che ha il fine di garantire il trasferimento delle acque di dilavamento alla fase di depurazione con portate che non siano superiori alla portata massima di progetto e di inviare al ricettore finale, mediante by-pass, le cosiddette “acque di seconda pioggia” che non necessitano di trattamento.
Accumulo/rilancio Le cisterne di accumulo hanno la funzione di stoccare l’acqua di prima pioggia potenzialmente inquinata e di impedire che venga dispersa prima di aver subito la necessaria depurazione, inoltre hanno la funzione di sedimentatore statico per la frazione sia organica che inerte presente nella tipologia di acque da trattare con un efficace abbattimento, fino al 40-50% dei solidi sospesi totali. Se poi lo scarico finale avviene in fognatura mista, questa fase contribuisce a ridurre gli eventi di sfioro dalla fognatura stessa e conseguentemente a limitare lo scarico incontrollato. Nel caso di una superficie scolante di 3000 m2 l’accumulo previsto è di 15000 litri il quale è ottenuto con n°1 cisterna modulare mod. IT15000. Il sistema di accumulo è corredato dei seguenti elementi:
-valvola antiriflusso posizionata all’entrata della vasca, per separare le acque di prima pioggia da quelle di seconda pioggia. La valvola è azionata per via meccanica da un sensore di pieno. -pompa sommersa installata nella vasca, per il sollevamento acque alla depurazione a portata costante. -quadro elettrico con temporizzatore.
Quando piove, le acque di prima pioggia vengono convogliate al serbatoio di accumulo che si riempie; una volta pieno, la valvola antiriflusso chiude l’ingresso così che le acque di seconda pioggia vengono convogliate, grazie al pozzetto scolmatore, direttamente al recettore finale. La vasca d’accumulo, in questo frangente, funge da vero e proprio dissabbiatore in quanto, in condizioni di calma, gran parte del materiale in sospensione (particelle organiche, sabbie, brecce…) si deposita sul fondo. Grazie al quadro elettrico temporizzato, dopo 48-72 ore dal riempimento della vasca, si aziona automaticamente la pompa che rilancia, a portata costante, le acque accumulate al sistema di dissabbiatura e disoleatura.
Articolo Capacità (l)
Diametro (mm)
Altezza (mm)
Φ by-pass (mm)
Φ E/U (mm)
PSC052020 IPP 300 790 790 200 200
Articolo Lunghezza (mm)
Larghezza (mm)
Altezza (mm)
Ø tappo (mm)
IT 15000 5620 2100 2200 630
By-Pass
Entrata
Uscita
Elettropompa
Altezza
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Valvola antiriflusso
Materiale: valvola antiriflusso in acciaio in polipropilene e tappo gommato. Applicazione: installata all’entrata del serbatoio di accumulo e rilancio dell’impianto di prima pioggia ne permette la chiusura automatica quando è completamente pieno. Quadro elettrico per impianto di prima pioggia
Funzione: quadro elettrico di avviamento pompa per impianto di prima pioggia. Il comando di avvio può essere manuale o automatico mediante timer di avviamento. Per regolare il timer ed impostare il tempo di ritardo a 24 ore, seguire le istruzioni come da scheda tecnica allegata. Il quadro è anche dotato di allarme visivo (accensione di spie luminose). L’alimentazione è monofase (ambiente domestico: 230 V). Modalità di installazione: qualora il quadro elettrico sia collocato all’esterno e non sia protetto dagli agenti atmosferici si consiglia di posizionarlo all’interno di una apposita cassetta o armadietto che abbia grado di protezione IP55. Caratteristiche costruttive: • Ingresso rete 1 ~ 50/60Hz 230V±10% (RAIN-M); • Ingresso rete 3 ~ 50/60Hz 400V±10% (RAIN-T); • N.1 Ingresso per comando di marcia; • Ingresso per comando da 3 sonde unipolari di arresto; • Sonde per liquidi conduttivi non infiammabili (non incluse) • Pulsanti Automatico-0/Reset-Manuale (manuale momentaneo); • Selettore dip-switch per il funzionamento sonde in Riempimento/Svuotamento; • Regolatore interno sensibilità sonde; • Led spia verde di presenza rete; • Led spia verde di funzionamento in automatico; • Led spia verde di utenza in funzione; • Led spia rossa di allarme livello; • Led spia rossa di allarme utenza in sovraccarico; • Protezione elettronica per sovraccarico motore regolabile e tempo di intervento protezione 5”; • Timer ritardo attivazione pompa regolabile da 0” a 10 giorni; • Fusibili di protezione ausiliari e utenza; • Uscita allarme 5A 250V (com-no.nc carico resistivo); • Sezionatore generale con bloccoporta; • Predisposizione per condensatore di marcia (non incluso); • Involucro in ABS; • Uscita con pressacavi antistrappo; • Grado di protezione IP55. • Temperatura ambiente: -5/+40 °C; • Umidità relativa 50% a 40 °C (non condensata).
Articolo Potenza pompe Corrente Dimensioni
Peso (kg) KW HP da (A) a (A) Alt.
(mm) Lung. (mm) Prof. (mm)
QCIPP 0,37 - 2,2 0,5 - 3 2 16 340 240 170 2,5
Articolo ØE (mm)
Ø TAP (mm)
L (mm)
Ø GAL (mm)
3SCIPP200 200 250 550 220
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Elettropompa sommersa per rilancio acqua di prima pioggia
Materiale: corpo pompa, involucro motore, albero, maniglia, bulloneria, girante e diffusore in acciaio inox; tenuta meccanica in grafite e ceramica; motore asincrono con rotore in corto circuito montato su cuscinetti a sfera; condensatore e termico di protezione incorporati. Funzione: elettropompa sommergibile per rilancio di acque di prima pioggia alla fase di depurazione Uso e manutenzione: in condizioni di normale impiego l’elettropompa non necessita di alcuna operazione di manutenzione. Comunque per un corretto funzionamento e per garantirne la durata, è necessario che il filtro e/o la bocca di aspirazione non siano ostruiti e la girante sia pulita.
Deoliatore con filtro a coalescenza Il deoliatore con filtro a coalescenza permette di ottenere elevati rendimenti di rimozione delle sostanze leggere presenti in sospensione all’interno del refluo. Il sistema sfrutta un supporto di spugna poliuretanica su cui si aggregano le particelle di oli ed idrocarburi, fino a raggiungere dimensioni tali da poter abbandonare il refluo per gravità. In questo modo il refluo trattato è caratterizzato da delle concentrazioni di oli minerali ed idrocarburi tali che può essere scaricato in un corpo idrico superficiale (Tabella 3 D.Lvo 152/2006). Il deoliatore con filtro a coalescenza NDOFC 1000 1,5 l/s è definito di classe I secondo la norma UNI-EN 858-1 e 2.
Modello pompa
Potenza Passaggio solidi (mm)
A1~ (A)
DNM (pollici)
Dimensioni (mm) Peso (Kg) Kw HP A B C
Seminox155L 0,25 0,33 20 2 1” 1/4 304 45 167 5,0
Max profondità immersione (m)
Max numero di avviamenti
Max temperatura acqua
5 20 / h 35 °C servizio in continuo
45 °C servizio intermittente
Articolo Ø (mm)
H (mm)
HE (mm)
HU
(mm)
ØE/U (mm)
Vol. utile (lt)
Filtro (tipo e n.)
Qmax (l/s)
NDOFC 1000 1,5 l/s 1150 1220 870 840 125/125 872 FCO 1 n. 1 1.5
Ø
ØU
ØE
H
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H
Pozzetto con filtro oleoassorbente Pozzetto con alloggiato un particolare tessuto oleoassorbente installato all’interno di un particolare alloggio in acciaio estraibile per le operazioni di manutenzione, lavaggio e sostituzione.
Pozzetto prelievi fiscale Pozzetto installato a valle dell’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia che permette di effettuare prelievi per le analisi delle acque in uscita.
Ø (mm)
H (mm)
HE (mm)
HU
(mm)
ØE/U (mm)
Vol. utile (lt)
1150 1220 880 860 125 850
Articolo Diametro (mm)
Altezza (mm)
Diametro E/U (mm)
Diametro tappo (mm)
465
n430
37
92
315
150
373
355
Ø
ØU ØE
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SISTEMA DI DISSABBIATURA – DISOLEATURA A SERVIZIO DELLE ACQUE DI SECONDA PIOGGIA DI PIAZZALE DI 3000 MQ Materiale: sistema di trattamento delle acque di dilavamento di piazzale costituito da serbatoi monoblocco in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) forniti di tronchetti in PVC e guarnizioni in gomma N.B.R. per l’entrata/uscita del refluo, comprendente una vasca di separazione sabbie e oli a gravità e una vasca di trattamento liquidi leggeri con filtro a coalescenza, dimensionato secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste della Regione Lombardia L.R. 27 maggio 1985 n. 62. Funzione: l’impianto permette di trattare portate fino a 20 l/s di acque di parcheggio per aree industriali, residenziali potenzialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia e inerti. Il sistema di trattamento in continuo sfrutta l’azione di un separatore di sabbie e oli a funzionamento continuo in grado di trattare portate fino a 20 l/s. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili sono convogliate al sistema di trattamento. L’impianto di trattamento è costituito da un dissabbiatore e un deoliatore con filtro a coalescenza così che il refluo in uscita abbia le caratteristiche idonee per poter essere scaricato in corpo idrico superficiale. Uso e manutenzione: le sabbie, gli oli e gli altri liquidi leggeri trasportati dalle acque di pioggia che dilavano le superfici esposte, si accumulano all’interno delle vasche durante il normale esercizio dell’impianto. Con il tempo, questi accumuli divengono eccessivi e tendono a pregiudicare l’efficienza di depurazione dell’impianto. Per questo motivo è essenziale svolgere delle operazioni periodiche di ispezione delle vasche e, qualora si renda necessario, provvedere allo spurgo e alla pulizia delle stesse. La frequenza di tali operazioni è in funzione del carico inquinante del refluo. Per quello che riguarda il filtro a coalescenza, occorre procedere periodicamente all’estrazione del filtro e al lavaggio energico con un getto d’acqua fatto in testa all’impianto. Le attività di spurgo devono essere svolte da aziende competenti ed autorizzate in quanto i reflui sono considerati rifiuti speciali e devono essere trattati come tali. Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da ROTOTEC.
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Dati di progetto:
Dissabbiatore:
Deoliatore con filtro a coalescenza:
ROTOTEC S.p.A. Ufficio Tecnico
Portata di progetto (lt/s)
Volume utile complessivo
(lt)
Volume massimo di raccolta sabbie
(lt)
Volume minimo di stoccaggio oli
(lt)
Superficie scolante (mq)
coperta scoperta
20 7345 2000 300 9000 3600
Articolo Diametro (mm)
Altezza (mm)
ØE (mm)
ØU (mm)
Volume utile (lt) Prolunga
NDD4600 1710 2125 200 200 3510 PP45/PP35
Articolo Diametro (mm)
Altezza (mm)
ØE (mm)
ØU (mm) Prolunga
NDOFC 4600 20 l/s 1710 2125 200 200 PP45/PP35
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CERTIFICAZIONE DI CONFORMITA’
IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA E
SECONDA PIOGGIA
Con la presente dichiariamo che l’impianto di trattamento delle acque di prima e seconda pioggia
fornito da ROTOTEC è conforme ai limiti indicati dalla Tabella 4 dell’Allegato 5 del D. Lgs. 3 aprile
2006, n. 152 relativamente agli idrocarburi totali e ai solidi sedimentabili e che garantisce il
convogliamento al trattamento depurativo di dissabbiatura e disoleatura con filtro a coalescenza e
filtro oleoassorbente solo delle acque di prima pioggia (5 mm di pioggia in 15 minuti come da L.
Reg. Lombardia n.62 del 27/05/85). Il dimensionamento è stato effettuato con le seguenti
precisazioni:
� Idrocarburi totali ed altri liquidi leggeri non emulsionati aventi peso specifico sino a 0.95
g/cm3.
� Diametro delle goccioline d'olio non inferiore a 0.015 cm (valore considerato da API -
American Petroleum Institute-)
� La portata di punta m³/h per ogni singolo modello dove non espressamente indicato deve
essere inferiore ai limiti indicati sulla scheda tecnica ROTOTEC.
� La superficie (mq) del piazzale da trattare, nel caso in cui la piovosità sia 20 mm/h ed il
coefficiente di deflusso pari a 0,80, deve essere inferiore-uguale a 3000 mq.
� Per quanto non espressamente indicato ci si riferisce ai dati di progetto indicati sulla
scheda tecnica ROTOTEC.
Tale garanzia è valida a condizione che l’impianto sia mantenuto in condizione di regolare
esercizio di manutenzione e siano rispettate le modalità di messa in opera (vedi istruzioni per il
rinterro) declinando ogni responsabilità in caso di errato montaggio o manomissione.
Il presente certificato non costituisce autorizzazione allo scarico che andrà inoltrata all’autorità
competente la quale potrebbe stabilire limiti tabellari più tassativi.
ROTOTEC S.p.A. Ufficio Tecnico