Auto-organizzazione. -organizzazione Il futuro più ... · ristorante Altre istituzioni sociali...
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Alberto F. De Toni Montelupo Fiorentino, 1 Marzo 2012
Università di Udine 1
Alberto F. De Toni Università degli Studi di Udine
Scuola COOP
LE ORGANIIZZAZIIONII DELL FFUTURO
Montelupo Fiorentino – 1 marzo 2012
Auto-organizzazione. Il futuro più affascinante
per le organizzazioni.
AGENDA
2
L’auto-organizzazione
Modelli di auto-organizzazione
L’emergenza
Conclusioni
Apprendimento per errori
IL MISTERO DELL’EMERGENZA
L’emergenza, in tutta la
sua infinita varietà, è il
mistero più affascinante
della scienza. Philip Anderson
(1928 )
Premio Nobel
per la Fisica
3
STATO LIQUIDO STATO GASSOSO
H2 e O2
a temperatura
ambiente
H2
O2
4
H2
O2
O2
H2
H2O
a temperatura
ambiente
LO STATO LIQUIDO COME PROPRIETÀ EMERGENTE
IL PENSIERO COME PROPRIETÀ EMERGENTE
PENSIERI ILLIMITATI NESSUN PENSIERO
1012-1013 connessioni nessuna connessione
1.000 dendriti per neurone 1.000 dendriti per neurone
1011-1012 neuroni 1 neurone
CERVELLO NEURONE
PROPRIETÀ EMERGENTI
5
L’OROLOGIO DELLA VITA
La storia della vita sulla terra in un giorno
PRODUZIONE Italia, 2007
GENERE Documentario
DURATA 90 minuti
REGIA RAI – Ulisse il piacere della
scoperta
CAST -
LA VITA COME PROPRIETA’ EMERGENTE
6
Alberto F. De Toni Montelupo Fiorentino, 1 Marzo 2012
Università di Udine 2
AUTORGANIZZAZIONE COME RISULTATO DEL PROCESSO
DI EMERGENZA
7
INTERAZIONI LOCALI
• Retroazione positiva
• Cooperazione e competizione
STRUTTURA
GLOBALE
EMERGENTE
8
DISTRETTI INDUSTRIALI: SISTEMI AUTORGANIZZATI
Non esiste un disegno prestabilito imposto dall’alto o dall’esterno
Il distretto si auto-organizza, aprendosi all’apprendimento, alla
relazione, alle esperienze, all’innovazione.
(Adattato da: Normann, 2002, p.340)
Famiglia
Le organizzazioni
imprenditoriali locali
Le fiere
specializzate
Il bar, il caffè, il
ristorante
Altre istituzioni sociali Partiti politici
Le Camere di
Commercio
Le associazioni
Istituzioni
religiose
Sindacati
Il luogo di incontro
Disordine creativo
Grandi volumi di “unità di
baratto”
Processi orizzontali
9
I circoli sono frequenti nella storia
Esempio: tastiera QWERTY
Esempio: VHS vs Betamax
Esempio: l’orologio
RETROAZIONE POSITIVA CIRCOLI VIZIOSI E VIRTUOSI COMPETIZIONE E COOPERAZIONE SECONDO NASH
10
Russel Crowe
in
A beautiful mind
(2001)
Film dedicato alla vita
del matematico e
premio Nobel John
Forbes Nash jr.
L’EMERGENZA NEL MONDO FISICO
11
LA SINCRONIZZAZIONE NEL MONDO BIOLOGICO
“Circa vent’anni fa, vidi, o mi parve di vedere,
lucciole lampeggiare all’unisono. Non riuscivo
a credere ai miei occhi, perché una tale
evenienza tra quegli insetti é certamente
contraria a tutte le leggi naturali”
Philip Laurent, Science (1917)
12
Alberto F. De Toni Montelupo Fiorentino, 1 Marzo 2012
Università di Udine 3
SINCRONIZZAZIONE: EMERGENZA RISPETTO AL TEMPO
“Al cuore dell’universo c’é un
battito continuo e insistente: il
suono dei cicli sincronizzati.
Pervade la natura ad ogni
scala, dal nucleo al cosmo …
questa sincronia appare
spontaneamente, come se la
natura avesse un misterioso
desiderio d’ordine”.
STEVEN STROGATZ
13
Premessa al libro “SYNC: The Emerging Science of
Spontaneous Order” (2003)
STEVEN STROGATZ SULLA SINCRONIZZAZIONE
14
SCHEMA DELL’AUTO-ORGANIZZAZIONE
Apertura
termodinamica
CONFINI DEL
SISTEMA
Chiusura
organizzazionale
Emergenza
Interazioni locali
Co-evoluzione
AMBIENTE
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
15
AGENDA
16
L’auto-organizzazione
Modelli di auto-organizzazione
L’emergenza
Conclusioni
Apprendimento per errori
A PROPOSITO DI ORGANIGRAMMI …
17 18
AUTO-ORGANIZZAZIONE
«Le strategie top-down non vincono. Sperimentare, imparare velocemente, cogliere l’attimo del successo: ecco l’approccio migliore»
Steve Miller, top manager della Shell
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Università di Udine 4
STRATEGIA DELIBERATA ED EMERGENTE
STRATEGIA IRREALIZZATA
STRATEGIA REALIZZATA
Mintzberg e Waters (1985)
19
STRATEGIA E AZIONE
Strategia
Azione
Apprendimento
Dinamico
20
21 ottobre 1805, a largo di Capo Trafalgar, vicino Cadice
Lord Horatio Nelson,
(1758-1805), ammiraglio britannico
TRAFALGAR SQUARE: UN MONUMENTO ALL’AUTORGANIZZAZIONE IN
TE
GR
AZ
ION
E
DIFFERENZIAZIONE
SEMPLICITÁ
ORGANIZZATA
COMPLESSITÁ
ORGANIZZATA
SEMPLICITÁ
CAOTICA
COMPLESSITÁ
CAOTICA
AUTO-ORGANIZZAZIONE: COMPLESSITÀ ORGANIZZATA
22
Gharajedaghi (1999, pg. 93)
ALTA
(ordine)
BASSA
(caos)
BASSA
(semplice)
ALTA
(complessa)
AUTO-ORGANIZZAZIONE
A REGIME TUTTI SONO SELF LEADER
23
Auto-
motivazione
Presente
stato transitorio
SELF
LEADER
Assente
RECLUTA
Assente Presente
Auto-sufficienza
(Fonte De Toni, Barbaro, 2010, p. 73)
Solo gli aptissimi …
L’AUTO-ORGANIZZAZIONE PUO’ STUPIRE
24
Se dici alla gente
dove andare, ma
non gli dici come,
sarai stupito da
cosa succede.
Generale
George Smith Patton
(1885-1945)
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Università di Udine 5
VISIONE: LA STORIA DEI TRE SCALPELLINI
ASS
ENTE
PA
RZI
ALE
C
OM
PLE
TA
«Sto spaccando pietre»
«Sto spaccando pietre per costruire un muro»
«Sto spaccando pietre per costruire la cattedrale»
VIS
ION
E
VIS
ION
E
COMPLETA
PARZIALE
ASSENTE
APPRENDERE COMPRENDERE IDENTIFICARSI
AZIONI
APPARTENENZA
LA SCALA DELLA VISIONE CONDIVISA
26
COMPETENZA
CONSAPEVOLEZZA
INTERAZIONE TRA CENTRO E PERIFERIA
FO
RT
E
DE
BO
LE
DEBOLE FORTE
PE
RIF
ER
IA
CENTRO
La periferia prevale Interazione equilibrata
Sindrome da
“movimento”
Sindrome da
“trincea”
Sindrome da
“comando”
Sintonia tra
strategia ed
azione
Assenza di interazione Il centro prevale
1 2
3 4
27
SCENARIO 1: ASSENZA DI INTERAZIONE
28
GIU
STA
S
BA
GL
IATA
SBAGLIATA GIUSTA
AZ
ION
E
STRATEGIA
STRATEGIA ED
AZIONE GIUSTE
STRATEGIA
SBAGLIATA
AZIONE
SBAGLIATA
STRATEGIA ED
AZIONE SBAGLIATE
SINDROME DA “TRINCEA”
SCENARIO 2 – IL CENTRO PREVALE
29
GIU
STA
S
BA
GLIA
TA
SBAGLIATA GIUSTA
AZ
ION
E
STRATEGIA
SINDROME DA “COMANDO”
SITUAZIONI INSTABILI
SITUAZIONI STABILI
SCENARIO 3 – LA PERIFERIA PREVALE
30
SINDROME DA “MOVIMENTO”
SITUAZIONI INSTABILI
SITUAZIONI STABILI
GIU
STA
S
BA
GLIA
TA
SBAGLIATA GIUSTA
AZ
ION
E
STRATEGIA
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Università di Udine 6
SCENARIO 4: INTERAZIONE EQUILIBRATA
31
SINTONIA TRA STRATEGIA ED AZIONE
GIU
STA
S
BA
GLIA
TA
SBAGLIATA GIUSTA
AZ
ION
E
STRATEGIA SITUAZIONI INSTABILI
SITUAZIONI STABILI
EFFICACIA DEI QUATTRO SCENARI
32
1 2
3
SB
AG
LIA
TA
G
IUS
TA
G
IUS
TA
S
BA
GL
IAT
A
GIUSTA GIUSTA SBAGLIATA SBAGLIATA
CENTRO
PE
RIF
ER
IA
DEBOLE FORTE
DE
BO
LE
F
OR
TE
Situazioni STABILI
Situazioni INSTABILI
AZ
ION
E
AZ
ION
E
4
STRATEGIA STRATEGIA
AGENDA
33
L’auto-organizzazione
Modelli di auto-organizzazione
L’emergenza
Conclusioni
Apprendimento per errori
MODELLI ORGANIZZATIVI NON GERARCHICI
34
1. ORGANIZZAZIONE CIRCOLARE
2. ORGANIZZAZIONE OLOGRAFICA
3. ORGANIZZAZIONE CELLULARE
4. ORGANIZZAZIONE OLONICA
L’ORGANIZZAZIONE CIRCOLARE
35
– Eliminazione della metafora verticale.
– Trade-off tra struttura top-down e bottom-up.
– Importanza dei middle-manager.
Fonte: Mintzberg (2001)
LE ORGANIZZAZIONI HANNO CENTRI E PERIFERIE
Clienti
Middle-
management
Impiegati di front-line
Top-management
CIRCOLARITÀ INTERCONNESSIONE
36
DIREZIONE
GENERALE
DIVISIONE
1
DIVISIONE
2
DIVISIONE
3
FUNZIONE
2.2
DIVISIONE
4
FUNZIONE
2.1
FUNZIONE
3.1
FUNZIONE
3.2 FUNZIONE
3.3
FUNZIONE
1.1 FUNZIONE
1.2
FUNZIONE
1.3
FUNZIONE
4.1
FUNZIONE
4.2
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Università di Udine 7
PROFILO DELL’ORGANIZZAZIONE CIRCOLARE
AREE
ORGANIZZATIVE
CRITERI DI
PROGETTAZIONE
ORANIZZATIVA
(1) Progettazione
struttura
Definizione unità
organizzative
Dimensione unità
organizzative
STRUTTURA
MECCANICA
STRUTTURA
ORGANICA
(2) Coordinamento
del lavoro
Specializzazione dei
compiti
Training
DIFFERENZIAZIONE
COMPETENZE
INTEGRAZIONE
COMPETENZE
(3) Processi
decisionali
Decentralizzazione
verticale
Decentralizzazione
orizzontale
ACCENTRAMENTO DECENTRAMENTO
(4) Sistemi di
controllo
Sistemi di pianificazione e
controllo
Formalizzazione dei
comportamenti
Meccanismi di coesione
interna
STANDARDIZZAZIONE
(procedure)
ADATTAMENTO
RECIPROCO
(valori)
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
37
L’organizzazione deve saper
rispondere alla varietà
dell’ambiente esterno attraverso
un’eguale varietà interna. Favorire la multifunzionalità
attraverso il job enlargement
ed il job enrichment.
VARIETÀ NECESSARIA
SPECIFICITÀ CRITICA MINIMA
RIDONDANZA DI FUNZIONI
APPRENDIMENTO DELL’APPRENDIMENTO
AUTO-ORGANIZZAZIONE
APERTURA
MULTIFUNZIONALITÀ
TRY & LEARN
ORGANIZZAZIONE
OLOGRAFICA
Adattato da: Morgan (1986)
La capacità auto-regolativa e di controllo di un sistema dipende
dalla sua capacità di attivare processi di apprendimento.
Il principio burocratico dei compiti ben definiti ostacola l’auto-
organizzazione.
L’ORGANIZZAZIONE OLOGRAFICA
38
39
OLOGRAMMA RIDONDANZA
DIREZIONE
GENERALE
FUNZIONE
ACQUISTI
FUNZIONE
PRODUZIONE
FUNZIONE
MARKETING
REPARTO 1
REPARTO 2
ORGANO DI
STAFF
UFFICIO 1
UFFICIO 2
SPECIALIZZAZIONE
FUNZIONALE
ORGANIZZAZIONE
GERARCHICO - FUNZIONALE
ORGANIZZAZIONE
OLOGRAFICA
MULTIFUNZIONALITÀ
…
40
Per certi ingegneri industriali la ridondanza è
sinonimo di inefficienza.
Ecco come uno di essi propone di ridurre la
ridondanza di una orchestra di musica
sinfonica con 6 azioni mirate …
OLOGRAFICITA’ RIDONDANZA
PROFILO DELL’ORGANIZZAZIONE OLOGRAFICA
41
AREE
ORGANIZZATIVE
CRITERI DI
PROGETTAZIONE
ORANIZZATIVA
(1) Progettazione
struttura
Definizione unità
organizzative
Dimensione unità
organizzative
STRUTTURA
MECCANICA
STRUTTURA
ORGANICA
(2) Coordinamento
del lavoro
Specializzazione dei
compiti
Training
DIFFERENZIAZIONE
COMPETENZE
INTEGRAZIONE
COMPETENZE
(3) Processi
decisionali
Decentralizzazione
verticale
Decentralizzazione
orizzontale
ACCENTRAMENTO DECENTRAMENTO
(4) Sistemi di
controllo
Sistemi di pianificazione
e controllo
Formalizzazione dei
comportamenti
Meccanismi di coesione
interna
STANDARDIZZAZIONE
(procedure)
ADATTAMENTO
RECIPROCO
(valori)
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
L’ORGANIZZAZIONE CELLULARE
42
Ogni cellula è una unità autonoma costituita da 12-15 professionisti.
Ogni cellula si auto-organizza al suo interno in risposta alle contingenze.
Ogni cellula può essere configurata come centro di responsabilità economica.
Adattato da Miles and Snow (1997)
Cellula
Organizzazione
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CELLULARITÀ CONDIVISIONE
43
L’organizzazione cellulare
si avvale dell’effetto small
world.
La distanza media tra due
nodi qualsiasi della rete
diminuisce aumentando la
velocità dei canali di
comunicazione.
Tale configurazione
favorisce la condivisione
(delle informazioni, delle
idee, dei valori, ecc.).
Cellula 1
Cellula 2
Cellula 3
IL NUMERO DI DUMBAR
OLTRE 150 UN GRUPPO DI SCIMMIE ANTROPROMORFE SI DIVIDE IN DUE
Robin Dunbar antropologo britannico
(1947 - …) Perché?
PROFILO DELL’ORGANIZZAZIONE CELLULARE
45
AREE
ORGANIZZATIVE
CRITERI DI
PROGETTAZIONE
ORANIZZATIVA
(1) Progettazione
struttura
Definizione unità
organizzative
Dimensione unità
organizzative
STRUTTURA
MECCANICA
STRUTTURA
ORGANICA
(2) Coordinamento
del lavoro
Specializzazione dei
compiti
Training
DIFFERENZIAZIONE
COMPETENZE
INTEGRAZIONE
COMPETENZE
(3) Processi
decisionali
Decentralizzazione
verticale
Decentralizzazione
orizzontale
ACCENTRAMENTO DECENTRAMENTO
(4) Sistemi di
controllo
Sistemi di
pianificazione e
controllo
Formalizzazione dei
comportamenti
Meccanismi di
coesione interna
STANDARDIZZAZIONE
(procedure)
ADATTAMENTO
RECIPROCO
(valori)
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
L’ORGANIZZAZIONE OLONICA
– Sistema di imprese o unità aziendali indipendenti
(oloni) capaci liberamente di integrarsi, attivando una
azienda virtuale.
– Imprese connesse in senso orizzontale, senza
controllo centrale (auto-organizzazione).
McHugh, Merli, Wheeler (1996)
Nakane, Hall (1991), Caruso (2000)
Oloni indipendenti, ma cooperanti
(interdipendenza).
46
OLONICITA’ RICONFIGURAZIONE, IL MODELLO
HOLLYWOOD
47
http://japanmanship.blogspot.com/2007/02/do-as-hollywodians.html
PROFILO DELL’ORGANIZZAZIONE OLONICA
AREE
ORGANIZZATIVE
CRITERI DI
PROGETTAZIONE
ORANIZZATIVA
(1) Progettazione
struttura
Definizione unità
organizzative
Dimensione unità
organizzative
STRUTTURA
MECCANICA
STRUTTURA
ORGANICA
(2) Coordinamento
del lavoro
Specializzazione dei
compiti
Training
DIFFERENZIAZIONE
COMPETENZE
INTEGRAZIONE
COMPETENZE
(3) Processi
decisionali
Decentralizzazione
verticale
Decentralizzazione
orizzontale
ACCENTRAMENTO DECENTRAMENTO
(4) Sistemi di
controllo
Sistemi di pianificazione
e controllo
Formalizzazione dei
comportamenti
Meccanismi di coesione
interna
STANDARDIZZAZIONE
(procedure)
ADATTAMENTO
RECIPROCO
(valori)
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
48
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Università di Udine 9
I PRINCIPI COME DRIVER DI CAMBIAMENTO
MODELLI
ORGANIZZATIVI
AREE
ORGANIZZATIVE PRINCIPI ORGANIZZATIVI
Progettazione
struttura STRUTTURA
MECCANICA
STRUTTURA
ORGANICA
Coordinamento
del lavoro
DIFFERENZIAZIONE
COMPETENZE
INTEGRAZIONE
COMPETENZE
Processi
decisionali ACCENTRAMENTO DECENTRAMENTO
Sistemi
di controllo
STANDARDIZZA-
ZIONE
(procedure)
ADATTAMENTO
RECIPROCO
(valori)
RICONFIGURAZIONE
RIDONDANZA
CONDIVISIONE
INTERCONNESSIONE
© De Toni, Comello, Ioan (2011)
49
AUTO-ORGANIZZAZIONE: UN FUTURO AFFASCINANTE
Apertura
termodinamica
CONFINI DEL
SISTEMA
Chiusura
organizzazionale
Emergenza
Interazioni locali
Co-evoluzione
AMBIENTE
© De Toni, Comello, Ioan (2011) 50
L’AUTO-ORGANIZZAZIONE RICHIEDE ENERGIA
51
L’auto-organizzazione
non ha luogo se non vi
è un flusso continuo di
energia all’interno del
sistema.
Philip Warren Anderson (1923 - …) Nobel per la fisica 1977
L’AUTO-ORGANIZZAZIONE È DUPLICAZIONE DI POTERE
52
L’essenza dell’empower-
ment è il management dei
sistemi “a molte menti”.
Il potere è come la
conoscenza. Può essere
duplicato. L’empowerment
non è abdicazione di potere,
né condivisione di potere. È
duplicazione di potere. Gharajedaghi (1999)
COSA NON È L’AUTO-ORGANIZZAZIONE
53
NON È
Anarchia
Lasseiz-faire
Perdita di
controllo
Semplice auto-
gestione
I sistemi auto-organizzati sono ordinati e organizzati.
L’assenza di direzione centralizzata non significa assenza di controllo del sistema.
Le componenti nei sistemi organizzati non sono completamente libere ma sono soggette a vincoli.
Auto-gestione non è un sinonimo: l’auto-organizza-zione è una logica diversa di organizzazione.
AGENDA
54
L’auto-organizzazione
Modelli di auto-organizzazione
L’emergenza
Conclusioni
Apprendimento per errori
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Università di Udine 10
Un mondo al “sicuro” da errori
(fail-safe world)
Un mondo di errori “sicuri”
(safe to fail world)
IL MONDO CHE VORREMMO E IL MONDO VERO
56
Prova ancora
Sbaglia ancora
Sbaglia meno
Samuel Beckett
(1906-1989)
TRY AND LEARN
L’APPRENDIMENTO PER LA VITA
57
Le persone imparano
finché vivono,
le imprese vivono
finché imparano.
VITA
APPRENDIMENTO
SAPER AMMETTERE I PROPRI ERRORI
58
PROGETTI ERRATI HANNO FATTO LA STORIA
59
IL POLLICE DEL PANDA
Exaptation: capacità
nate per caso vengono
cooptate come
elementi adattativi
Stephen Jay Gould (1981)
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Università di Udine 11
A PROPOSITO DELLA COLLA CHE SI SCOLLA: IL POST IT
61
AGENDA
62
L’auto-organizzazione
Modelli di auto-organizzazione
L’emergenza
Conclusioni
Apprendimento per errori
Taylorismo/Fordismo VS Ohnismo/Toyotismo (1/2)
63
Taylorismo - Fordismo Ohnismo -Toyotismo
Tecnologia Impiego massiccio Impiego frugale
Capacità
produttiva degli
impianti
Mediamente pari alla domanda Surplus di capacità da attivare in
caso di picchi di domanda per
garantire flessibilità di risposta
Scorte Presenti in polmoni e magazzini
per garantire flessibilità di
risposta
Tendenzialmente assenti in logica
just in time
Relazione
produzione -
mercato
Asincronismo (logica a spinta con
presenza di scorte)
Sincronismo adattativo (logica a
trazione con assenza di scorte)
Fornitori Numerosi Limitati
Organizzazione Numerosi livelli gerarchici
(struttura verticale)
Pochi livelli gerarchici
(struttura piatta)
Personale Qualificazione bassa
(manodopera).
Parcellizzazione del lavoro.
Qualificazione alta (mentidopera).
Allargamento delle fasi e
arricchimento delle mansioni.
Lavoro Tendenzialmente individuale Individuale e di gruppo
Rotazione mansioni Assente Presente 64
Taylorismo - Fordismo Ohnismo -Toyotismo
Flessibilità
dell’orario di lavoro
Bassa. Ricorso allo straordinario
limitato e negoziato.
Alta. Ricorso allo straordinario
elevato e sistematico.
Coinvolgimento dei
lavoratori
Basso. Conflitto capitale-lavoro. Alto. Patto tra tecnostruttura e
lavoratori. (aristocrazia operaia)
Svolgimento delle
attività
Assegnazioni di compiti. Assunzioni di ruolo.
Informazione Concentrata al centro Diffusa in periferia
Comunicazione Bassa. Management gerarchico. Alta. Management partecipativo.
Qualità Controllata ex post (controllo
statistico di qualità)
Generata ex-ante (total quality
management)
Modello
organizzativo
Ad una mente (tecnostruttura al
centro)
A molte menti (intelligenza
distribuita in periferia). Auto-
attivazione (intra-imprenditorialità).
Obiettivi produttivi Conformità allo standard (one
best way)
Miglioramento continuo
Ridondanza Di natura fisica (tangibile): di
parti di prodotto, di scorte e di
ore di manodopera
Intangibile di natura cognitiva,
funzionale, informativa e relazionale
Taylorismo/Fordismo VS Ohnismo/Toyotismo (2/2)
STILI DI LEADERSHIP
STILE DI GOVERNANCE
ASSENZA DI
CONTROLLO CONTROLLO PRESIDIO
EF
FIC
AC
IA D
EL
LA
LE
AD
ER
SH
IP
EF
FIC
AC
E A M
OLT
E
ME
NT
I
OR
GA
NIZ
ZA
ZIO
NE
A U
NA
ME
NT
E
NO
N E
FF
ICA
CE
PASSIVO ATTIVO
RUOLO DEL LEADER
COSTRUZIONE
CONDUZIONE
COMANDO
LAISSEZ-FAIRE
COSTRUTTORE
SELF-LEADER
CONDUTTORE
SUBORDINATO
AUTOCENTRATO
SUBORDINATO
NON-LEADER
NON SUBORDINATO
De Toni e Biotto (2010)
PER DIRLA CON MARIO ANDRETTI …
Se tutto è sotto controllo,
stai andando troppo piano.
Mario Andretti (Montona d'Istria, 28 febbraio 1940)
ex pilota italiano della Ferrari naturalizzato statunitense
Alberto F. De Toni Montelupo Fiorentino, 1 Marzo 2012
Università di Udine 12
L’INVARIANZA AI RISULTATI SECONDO I GESUITI
67
Per lo più dobbiamo derivare la nostra gratificazione non da risultati immediatamente manifesti, ma dalla profonda convinzione nel valore delle nostre azioni, decisioni e scelte.
(p. 91)
IN EQUILIBRIO TRA CODICE PATERNO E MATERNO
Premiare
Azione
Competere
CAPACITÀ
VALUTATIVA
Leva AZIONE
STATO
Amare
Convinzione
CAPACITÀ
AFFETTIVA
Leva AZIONE
STATO
Consolidare
ORIENTAMENTO ESTERNO ORIENTAMENTO INTERNO
PROTEZIONE
OBIETTIVO OBIETTIVO
Circolo del codice paterno Circolo del codice materno
EFFETTO EFFETTO
Invarianza ai
risultati
Attenzione ai
risultati
INCENTIVAZIONE
SISTER ACT
Involontaria testimone di un omicidio compiuto
dal boss suo ex-amante, Deloris, cantante nei
night club, denuncia il crimine a un poliziotto
che, per proteggerla, la nasconde in un
convento travestita da suora.
PRODUZIONE USA, 1992
GENERE Commedia
DURATA 102 minuti
REGIA Emile Ardolino
CAST Whoopi Goldberg, Maggie
Smith and Kathy Najimy
IL CODICE MATERNO NEL COSTRUIRE UN CORO
69
IL CODICE PATERNO NEL COSTRUIRE UNA SQUADRA
70
Julio Velasco (1952), argentino, allenatore
della nazionale maschile di pallavolo dal 1989 al
1996, e della nazionale quella femminile dal 1997 al
1998.
GLI SCHIACCIATORI NON PARLANO DELL’ALZATA, LA RISOLVONO
IN CONCLUSIONE …
71 72
RISPONDE SHAKESPEARE
Ogni cosa è pronta,
se anche i nostri
cuori lo sono. (Shakespeare,1564-1616)
Alberto F. De Toni Montelupo Fiorentino, 1 Marzo 2012
Università di Udine 13
Prof. Alberto F. De Toni [email protected] www.diegm.uniud.it/detoni
CONTATTI
73
PER APPROFONDIMENTI SULLA COMPLESSITÀ
… Ai saggi
che sanno vivere
all’orlo del caos.
Dedicato…
2005
74
PER APPROFONDIMENTI SULLA VIA OCCIDENTALE E
ORIENTALE ALLA COMPLESSITÀ
… Ai viaggiatori
che sempre
ricominciano
il viaggio.
Dedicato…
2007
75
PER APPROFONDIMENTI SULL’ECONOMIA COMPLESSA
… Agli uomini
agenti del proprio
futuro.
Dedicato…
2009
76
PER APPROFONDIMENTI SUL MANAGEMENT COMPLESSO
… Ai visionari
che si realizzano
nel creare.
Dedicato…
2010
77
PER APPROFONDIMENTI SULL’AUTO-ORGANIZZAZIONE
Dedicato …
… Agli uomini
che accolgono
l’emergenza del
divenire.
78
2011