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  • Per Roe e suo marito Martin una vera sorpresa ricevere la visita di Regina, la nipote di Martin, con in braccio un bambino. Tanto pi che nessuno sapeva che fosse incinta.

    Parecchie ore pi tardi, di ritorno da una cena, Roe e Martin scoprono che il marito di Regina, Craig, stato assassinato nel loro cortile e che Regina scomparsa dopo aver nascosto il piccolo Hayden sotto il letto e aver lasciato una grossa somma di denaro nascosta nella borsa dei pannolini del bambino. Roe, che non pu avere figli, si ritrova a doversi prendere cura del piccolo, mentre lei e il marito indagano per ritrovare Regina. Insieme a loro c' Rory Brown, un amico di Craig e di Regina che mostra un interesse sospetto nei confronti del bambino. La storia ha un ritmo incalzante, ed popolata di personaggi tragicamente frustrati. Roe, che capisce fino a che punto alcune persone potrebbero spingersi pur di avere un bambino, inorridita da ci che scopre.

  • ODISSEA NOVELS

    Collana diretta daGIANFRANCO VIVIANI

  • GIOCO DIINGANNI

    di Charlaine HarrisUn nuovo caso per Aurora "Roe" Teagarden

  • Del ciclo di "Aurora 'Roe' Teagarden"di Charlaine Harris

    in questa collana sono gi usciti:

    REAL MURDER: Il club dei delitti irrisoltiIL MISTERO DEL TESCHIOTRE CAMERE E UN CORPO

    CASA JULIUSUN CADAVERE IN GIARDINO

    Collana Odissea Novels vol. n. 7ISBN 978-88-6530-404-4

    Titolo originale: Afool and his honeyTraduzione di Annarita Guarnieri

    Prima edizione: luglio 2013 1999 by Charlaine Harris 2013 by Delos Books Srl.

    [email protected]

  • Charlaine Harris

    Nata e cresciuta nell'area del delta del fiume Mississippi, inizia la propria carriera scrivendo la serie di romanzi Aurora Teagarden, per il suo debutto Real Murders riceve una candidatura all'Agatha Award. Nel 1996 pubblica il primo romanzo della serie Lily Bard (Shakespeare) che si conclude nel 2001. Nel 2001 con Finch non cala il buio inizia un nuovo ciclo di romanzi denominati The Southern Vampire Mysteries, incentrati sulle vicende di Sookie Stackhouse, una cameriera telepatica della Louisiana innamorata di un vampiro. La serie di romanzi si dimostra un successo commerciale per la scrittrice, venendo tradotti in molti paesi del modo. In Italia i romanzi vengono pubblicati dalla Delos Books in edizione normale e da Fazi Editore in edizione tascabile. I romanzi con protagonista Sookie Stackhouse hanno ispirato Alan Ball, gi creatore della serie televisiva Six Feet Under, nel creare la serie televisiva True Blood, prodotta dalla HBO, con protagonista il premio Oscar Anna Paquin nel ruolo di Sookie. Nel 2005 pubblica la serie di romanzi con protagonista Harper Connelly, una donna che ha la capacit di determinare la causa della morte di qualsiasi organismo. Charlaine Harris membro Mystery Writers of America e dell'American Crime Writers League. sposata, ha tre figli, e risiede a Magnolia in Arkansas.

  • Alla mia famigliaMia madre, mio padre, mio marito e i miei figli

    Che mi supportano in tutto quello che faccio.Senza di voi non varrebbe la pena di farlo.

  • Gioco di inganni

  • Capitolo primo

    Il giorno in cui tutto and storto fu quello in cui il taglialegna impazz nel mio cortile.

    Mia madre e suo marito, John Queensland, se ne stavano andando quando Darius Quattermain imbocc il mio vialetto con il suo malconcio pick-up blu che trainava un rimorchio pieno di legna da ardere.

    Mia madre, Aida Brattle Teagarden Queensland, aveva sottratto un momento alla sua giornata piena di impegni per venire a portarmi un vestito che mi aveva comprato quando si trovava in Florida, per partecipare a una convention di agenti immobiliari che avevano venduto in un anno propriet per pi di un milione di dollari. John, che era in pensione, l'aveva accompagnata per il semplice fatto che gli piaceva stare con lei.

    Mentre Darius scendeva dal furgone, mia madre mi diede un abbraccio di commiato.

    John non si sente molto bene, Aurora disse, quindi meglio tornare in citt.

    Si esprimeva sempre come se Martin e io vivessimo sulla frontiera, invece che ad appena un chilometro e mezzo da Lawrenceton. In effetti, dato che la nostra propriet era circondata da campi, nei giorni limpidi potevo addirittura vedere il tetto della casa di mia madre, che sorgeva al limite estremo del pi elegante quartiere periferico di Lawrenceton.

    Preoccupata, guardai verso John, e vidi che in effetti non aveva un bell'aspetto. John un giocatore di golf, e di solito ha l'aria di un sano e vigoroso sessantaquattrenne, ma in quel momento appariva vecchio, e imbarazzato, reazione che gli uomini hanno spesso quando non si sentono bene.

  • Farai meglio ad andare a casa a stenderti un poco suggerii, preoccupata. Chiamami, se avrai bisogno di qualcosa dopo che mamma sar andata al lavoro.

    Certo, tesoro garant John, in tono pesante, adagiandosi sul sedile della Lincoln di mia madre.

    Lei mi sfior la guancia con le labbra, io la ringraziai ancora per il vestito, e mentre facevano manovra per girare la macchina e percorrere il nostro lungo vialetto, mi avviai verso Darius, che si stava infilando un paio di spessi guanti.

    Ancora non lo immaginavo, ma una giornata del tutto normale vedere Martin andare al lavoro, andare io stessa al lavoro in biblioteca, tornare a casa senza avere in programma niente di pi di qualche occupazione domestica stava per andare per il verso storto nel modo pi spettacolare possibile.

    Dove vuole che scarichi questa legna, Signora Bartell? chiese Darius Quattermain.

    La sistemi l, sotto la scala risposi. Eravamo vicini al garage, che era collegato alla casa da un passaggio coperto; sul lato rivolto verso la casa, c'era una scala che saliva fino al piccolo appartamento sovrastante il garage.

    Non ha paura che messa cos all'esterno diventi la tana di qualche insetto che poi potrebbe entrare nel box? obiett Darius, in tono dubbioso.

    stato Martin a scegliere quel punto replicai. Se non gli piace, ci penser lui stesso a spostarla.

    Darius mi guard come se non mi avesse mai vista prima, cosa che al momento interpretai come una disapprovazione del mio atteggiamento nei confronti di mio marito, ma si mise comunque al lavoro.

    Dopo una breve discussione, lo autorizzai ad avvicinare il pick-up alla casa il pi possibile, e lui cominci a scaricare rapidamente la legna. L'aria era gelida, il cielo grigio, ed era prevista pioggia per quella notte; si alz il vento, che prese a spingermi sulla faccia i miei lunghi e aggrovigliati capelli

  • castani, e io rabbrividii nell'affondare le mani nelle tasche del pesante maglione rosso che indossavo. Nel girarmi per rientrare in casa, guardai verso le rose che avevo piantato sull'angolo del portico di cemento alle spalle della casa, davanti alla cucina: avevano bisogno di essere potate, e stavo cercando di ricordarmi se andava fatto adesso o se dovevo aspettare fino a febbraio, quando un pezzo di legno mi vol accanto alla testa.

    Signor Quattermain? chiamai, girandomi di scatto. Tutto bene?

    Darius Quattermain, che era un diacono della Chiesa greco ortodossa di Antiochia, prese a cantare She'll be Comin' round the Mountain a squarciagola, come un folle, e continu anche il suo lavoro, ma con una grossa differenza. Invece di accumulare ordinatamente la legna sotto le scale, cominci a lanciarla in tutte le direzioni.

    Fermo! esclamai, ma perfino alle mie stesse orecchie quella parola suon pi pervasa di panico che autoritaria. Quando il successivo pezzo di legno mi manc la spalla di appena una trentina di centimetri, mi ritirai in casa e chiusi la porta a chiave dietro di me; dopo un minuto, mi arrischiai a sbirciare all'esterno da una finestra: Darius non mostrava di volersi calmare, e c'era ancora parecchia legna sul pianale del pick-up.

    Quei ceppi mi apparivano come munizioni e non come combustibile.

    Dal momento che la nostra casa fuori del perimetro cittadino, composi il numero dello sceriffo.

    Dipartimento dello Sceriffo rispose Doris Post.Pareva che Doris avesse la bocca piena di gomma da

    masticare, cosa da cui dedussi che stava di nuovo cercando di smettere di fumare.

    Doris, sono Aurora. Oh, ciao, tesoro. Come va?

  • Benissimo, grazie, spero stia bene anche tu. Ah ho un problema, qui.

    Davvero? Cosa succede? Conosci Darius Quattermain? Quell'uomo di colore che consegna la legna da ardere? E

    che ha sei figli? E la moglie che lavora al Food Fantastic? Esatto. Sbirciai dalla finestra, nella speranza che in

    qualche modo la situazione fosse tornata normale. Niente da fare. impazzito.

    Dov'? Nel mio cortile. Sembrava stare benissimo quando

    arrivato, ma all'improvviso si messo a cantare e a scaraventare legna in giro.

    ancora l? S. In effetti Mi ritrovai a guardare dalla finestra,

    sgomenta e affascinata. Uh, Doris, adesso si sta spogliando. E continua a cantare. E a scagliare legna.

    Ti sei rinchiusa in casa, Roe? Certo, e ho inserito il sistema d'allarme mentii, con un

    senso di colpa, mentre allungavo la mano a comporre il numero necessario. Non credo che voglia fare del male a qualcuno, Doris, sembra solo che non riesca a controllarsi, come se avesse assunto qualche droga o se stesse avendo una crisi mentale di qualche tipo. Quindi puoi raccomandare a chi interverr di andarci piano?

    Riferir loro tutto quello che mi hai detto garant Doris, che non appariva pi annoiata o indolente. Ora allontanati dalla finestra, Roe. Un'autopattuglia sta arrivando.

    Grazie, Doris.Riattaccai e mi nascosi dietro una tenda, in modo da poter

    tenere d'occhio Darius di tanto in tanto, ma quella della tenda ra una precauzione che mi sarei potuta risparmiare, perch a Darius non importava proprio niente di me. Adesso era un grosso, scuro ammasso di pelle d'oca mentre danzava del tutto

  • nudo nell'aria gelida, dicendo al cielo che il banchetto di nozze sarebbe cominciato quando lei fosse arrivata. Mi chiesi cos'avrebbe fatto quando avesse esaurito le strofe.

    Non dovetti aspettare molto perch lui passasse a Turkey in the Straw. A quanto pareva, stava avendo un flashback della classe di musica delle elementari, e continuava a saltellare al suono della sua musica con una leggerezza sorprendente in un robusto uomo di mezza et.

    Decisi di chiamare mio marito. C' un uomo nudo nel cortile dissi, a bassa voce

    perch Darius aveva smesso di cantare e stava dando la caccia a un daino immaginario.

    Qualcuno che conosco? Il tono di Martin suon cauto: non sapeva quanto mi doveva prendere sul serio.

    Darius Quattermain. L'uomo della legna. Devo supporre che tu abbia chiamato lo sceriffo, vero? L'auto sta arrivando proprio ora. Annuii con

    approvazione nel vedere l'autopattuglia risalire il vialetto proprio in quel momento, senza la sirena e con le luci che smettevano di lampeggiare. Sono Jimmy Henske e Levon Suit riferii a Martin.

    Jimmy Henske, eh? Forse farei meglio a tornare a casa. E la cornetta venne riposta con fermezza sul suo supporto. Martin non aveva una grande opinione del dipartimento dello sceriffo della Contea di Sparling, e Jimmy Henske, che aveva all'incirca venticinque anni ed era goffo e diffidente, non lo aveva mai colpito favorevolmente per la sua competenza.

    Jimmy era per un bravo ragazzo, e Levon Suit (che aveva frequentato con me le superiori) era un vice molto controllato che non solo era per natura pi intelligente di Jimmy, ma aveva anche cinque anni di esperienza pi di lui. Ricordavo che era uscito con una delle figlie di Darius, quando eravamo ragazzi.

    Rimasi a guardare, affascinata, mentre Levon si avvicinava lentamente a Darius. Fui un po' sorpresa che avesse il coraggio

  • di accostarlo in quel modo, ma del resto era quanto mai evidente che Darius non era armato. Pareva che intanto lui avesse ucciso il daino e avesse ripreso a cantare e danzare per celebrare l'evento. In effetti, fu cos felice di vedere Levon che lo afferr per le mani e prese a saltellare in giro, con Levon che per un paio di folli minuti fu costretto ad assecondarlo.

    Con una pazienza tale da rendermi orgogliosa di loro, i due vice indussero Darius a salire sull'autopattuglia, poi Jimmy si affrett a recuperare i suoi vestiti, gettandoli sul sedile anteriore.

    Sissignore, canteremo con lei per tutto il tragitto fino in citt stava dicendo a Darius, con assoluta seriet, quando Martin parcheggi accanto all'autopattuglia ed emerse dalla Mercedes con il suo consueto aspetto immacolato, prospero e avvenente.

    Ehi, Signor Bartell! chiam allegramente Darius, mentre Jimmy chiudeva la portiera. Le ho portato la legna!

    Martin si sofferm sul marciapiede coperto fra la nostra casa e il garage, osservando i pezzi di legna di quercia sparsi per il cortile, che finalmente, e con una spesa notevole, avevamo dissodato e riseminato per renderlo liscio ed erboso. I lanci improvvisati di Darius avevano strappato non poche zolle d'erba qua e l.

    Grazie tante, Darius rispose.Uscii di casa solo dopo che l'autopattuglia si fu allontanata,

    con tutti e tre gli occupanti che cantavano a piena voce, e presi mentalmente nota di scrivere una lettera allo Sceriffo Padgett Lanier per lodare l'autocontrollo e il buon senso dimostrati da Levon e da Jimmy.

    Martin si stava togliendo il cappotto e si stava infilando un paio di spessi guanti da lavoro prelevati dalla baracca degli attrezzi ricavata nel retro del garage, da dove tir fuori anche la carriola.

  • A parte il cardigan rosso, avevo ancora indosso gli abiti che portavo al lavoro, un lungo vestito senza maniche di jeans su una T-shirt rossa, ma Martin stava dando un cos buon esempio che i miei abiti poco adatti non potevano costituire una scusa adeguata per rimanere inattiva.

    Trovai i miei guanti da lavoro e diedi una mano. Mentre lavoravamo, avanzammo congetture su quell'evento bizzarro e ci chiedemmo se Darius aveva infranto qualche legge, danzando nudo nel cortile, anche se era chiaro che non era stato sano di mente nel farlo.

    Com' andata alla biblioteca, questa mattina? chiese Martin, una volta finito di accatastare la legna fino all'ultimo pezzo. Mi tirai indietro, sentendo il sudore che mi imperlava la pelle per lo sforzo fisico, nonostante l'aria gelida, e gli sorrisi. Sapeva che ero pi felice, adesso che avevo ripreso a lavorare part-time alla biblioteca di Lawrenceton.

    Sam ha deciso che i frequentatori che tardavano a restituire i libri si sarebbero sentiti pi propensi a riportarli se li avessimo chiamati di persona, invece di mandare un avviso per posta naturalmente, quest'idea deriva da uno studio di cui ha letto su una rivista. E immagina chi ha dovuto fare almeno cinquanta telefonate, questa mattina? Sia ringraziato Dio per le segreterie telefoniche! Ho deciso che non stavo barando se lasciavo un messaggio. Guardai Martin sfilarsi i guanti. E a te com' andata?

    Ho fatto il controllo medico annuale, seguito da una riunione durata tutta la mattina su come applicare i nuovi regolamenti EPA. Mio marito Martin, che deve avere un gene pirata da qualche parte nel suo DNA, si sente spesso frustrato a causa del suo lavoro come vicepresidente alla manifattura per la Pan-Am Agra, una ditta di prodotti agricoli. Non ha sempre svolto lavori altrettanto sicuri e legittimi.

    Mi dispiace, tesoro commentai, battendogli un colpetto comprensivo sulla spalla. Ci avviammo per riporre gli

  • attrezzi nella baracca. Il pick-up di Darius e il piccolo rimorchio erano ancora parcheggiati da noi, met sull'erba e met sulla ghiaia, in modo tale da bloccare la mia auto; quando gli avevo permesso di parcheggiare in quel punto, mi ero aspettata che ci sarebbe rimasto per poco. Il terreno era compatto e asciutto, ma mentre mi giravo per rientrare in casa, grosse gocce di pioggia cominciarono a tamburellare sulla ghiaia. Martin e io pensammo simultaneamente al fatto che il pick-up avrebbe creato dei solchi nel terriccio, quando esso si fosse ammorbidito, e ci affrettammo a tornare indietro per guardare nella cabina di guida.

    Nel vedere che la chiave non era nell'avviamento, Martin si lasci sfuggire con sentimento una parola oscena.

    Io controllai sul lato del passeggero, pensando che forse Darius aveva sfilato le chiavi dal cruscotto e le aveva gettate l per far cessare l'allarme. Io lo faccio sempre, se devo tornare di corsa in casa per un attimo.

    Guarda, Martin dissi, indicando qualcosa che per non era un mazzo di chiavi.

    Martin fece capolino dalla portiera.Sul sedile c'era una boccetta aperta di paracetamolo, un

    analgesico generico. E allora? chiese Martin, inarcando un sopracciglio. Darius ha cominciato a comportarsi in modo strano tanto

    in fretta che il mio primo pensiero stato che avesse assunto qualche droga. E non credo sia il genere di uomo che penserebbe mai di fare una cosa tanto pericolosa.

    Meglio chiamare di nuovo il dipartimento dello sceriffo sugger Martin.

    Fu cos che Jimmy e Levon percorsero una seconda volta il chilometro e mezzo che li separava dalla nostra casa. Jimmy infil un paio di guanti di plastica prima di prendere la boccetta, versandosene il contenuto sul palmo guantato dell' altra mano.

  • Non ci aveva ordinato di andarcene, quindi rimanemmo a osservare la procedura.

    Martin not per primo la cosa, e indic.Levon si chin sul palmo di Jimmy. Dannazione disse con la sua voce profonda.Una delle pillole appariva leggermente pi piccola delle

    altre, era di un ton di bianco appena diverso, e non portava impresse le iniziali del fabbricante, presente su tutte le altre pastiglie di analgesico. A un occhio attento, la differenza appariva evidente, ma chi avrebbe pensato di esaminare la medicina senza un valido motivo per farlo?

    Ne abbiamo un altro concluse Jimmy, guardando verso Levon.

    Qualcun altro stato drogato? chiesi, cercando di mantenere il tono indifferente e di insinuare la domanda senza parere.

    S, signora rispose Jimmy, senza notare l'occhiata di avvertimento con cui Levon cercava di trafiggerlo. La scorsa settimana una signora ha lasciato la borsetta nel carrello del supermercato per andare nella sezione surgelati a prendere le frittelle di patate Ore-Ida. Mentre tornava a casa, ha preso una pillola da un elegante porta-pillole che aveva nella borsetta e che portava sempre con s ecco, era una medicina di qualche tipo. Invece di calmarsi, ha cominciato a dare i numeri.

    Che cosa ha fatto? domandai, affascinata. Be' cominci Jimmy, elargendomi un sorriso da cui

    si capiva che sarebbe stata una storia davvero interessante. Dobbiamo tornare alla Centrale gli ricord Levon, in

    tono piccato. Eh? Oh, certo. Consapevole dell'indiscrezione che era

    stato sul punto di commettere, Jimmy arross fino alla radice dei capelli rossicci. Quando uno dei figli di Darius si presenter, diremo loro che apprezzereste che venissero a rimuovere il furgone. Le chiavi erano nei pantaloni di Darius

  • ve le avremmo potute portare, se ce ne aveste parlato al telefono.

    Arrossii per il senso di colpa, perch ero stata cos eccitata per il ritrovamento delle pillole da dimenticarmi perch avevamo frugato nel pick-up di Darius.

    Nel guardare l'autopattuglia uscire dal nostro lungo vialetto di accesso e avviarsi sul breve tratto di strada che la separava da Lawrenceton, mi sentivo irritata per non essere riuscita a ottenere da Jimmy il resto della storia, e mi chiesi se Sally Allison, una reporter del nostro giornale locale, ne sapeva qualcosa.

    Devo tornare allo stabilimento per un po' avvert Martin, senza entusiasmo. Ho una pila di lettere da firmare che devono essere evase. Risal in macchina, l'avvi e abbass il finestrino mentre io gi mi dirigevo verso la porta della cucina. Non dimenticare che stasera ceniamo dai Lowry mi grid dietro, mentre la pioggia si intensificava.

    L'ho segnato sul calendario gridai di rimando, cercando di non apparire troppo tetra alla prospettiva.

    Se davanti a me ci fosse stata una lattina, l'avrei presa a calci. Quella non sembrava la notte giusta per cenare con persone con cui non avevo grandi rapporti. Intimi amici e chili fatto in casa erano invitanti; cordiali conoscenti e vestiti eleganti non lo erano.

    Catledge ed Ellen Lowry non erano i miei amici pi cari, ma erano fra i pi importanti cittadini di Lawrenceton. Catledge era al secondo mandato come sindaco ed Ellen figurava in ogni comitato di beneficenza ed era iscritta a ogni club di cui valesse la pena di far parte nella nostra cittadina. Compiacere il governo cittadino ergo, i Lowry era importante per gli affari di Martin, e quindi per moltissima gente di Lawrenceton il cui stipendio dipendeva dalla Pan-Am Agra.

    Non sono tanto male dissi ad alta voce, rivolta alla mia casa silenziosa, in un tono che per suon imbronciato

  • perfino ai miei stessi orecchi. Mi trascinai al piano di sopra per decidere cosa indossare, e lungo il tragitto raddrizzai uno dei quadri che decoravano la scala. A poco a poco, la casa mi riscald e rallegr l'anima, come faceva quasi sempre. La mia casa ha sessantacinque anni, splendidi pavimenti di legno, alte finestre a cui non possibile adattare tende standard (per cui devono essere fatte tutte su misura) e un vorace appetito quanto a elettricit e gas. E io l'amo profondamente. L'avevamo ristrutturata quando ci eravamo sposati, e dal momento che eravamo sposati da soli tre anni, senza figli e con un unico animale (presunto) domestico, non c'era ancora niente da rifare, almeno non per una persona fondamentalmente pratica come me. Avevo ancora spazio nelle librerie incassate lungo il corridoio, e adesso potevo permettermi di comprare volumi rilegati.

    Feci la doccia e mi lavai i capelli, sottoponendomi poi di nuovo al noioso processo di pettinarli e asciugarli. Se non altro, adesso i capelli ricci e ondulati erano di moda, ed era un piacevole cambiamento vedere le altre che mi invidiavano per la mia capigliatura, invece di sbirciarla con occhi pieni di compassione.

    Passai in rivista gli abiti nell'armadio senza eccessivo interesse. Il vestito di lana color ciliegia che mia madre mi aveva portato era troppo eccentrico per l'occasione, quindi alla fine optai per una blusa a manica lunga color granato, una gonna dai disegni neri e granato e un paio di dcollet nere. Nel passare in rivista la mia collezione di occhiali sono molto miope ebbi l'assurdo impulso di prendere quelli con la montatura bianca e viola.

    Oh, al diavolo. Di certo i Lowry si sarebbero offesi se i miei occhiali fossero stati troppo frivoli, quindi finii per prendere quelli dalla montatura nera, con un delicato decoro in filo dorato e perline, e li posai sulla toeletta. Quella mattina, per andare al lavoro, avevo indossato i miei occhiali preferiti,

  • quelli rossi, e adesso li contemplai nello specchio con soddisfazione, perch aggiungevano una scintilla di vitalit al mio volto infelice.

    Allora, perch sono tanto imbronciata? chiesi allo specchio.

    Quella domanda non ricevette mai risposta, perch proprio in quel momento suonarono alla porta.

    Stavo ricevendo davvero una quantit di visite, se si contava anche il fatto che i vicesceriffi erano venuti due volte.

    Attraverso il pannello ovale di vetro opaco della porta d'ingresso, distinsi la sagoma di una donna con un baby-pullman fra le braccia e supposi si trattasse della mia amica Suzanne Buckley Sewell, che aveva avuto un bambino due mesi prima. Disattivai l'allarme e aprii la porta con un sorriso che immediatamente si afflosci su se stesso mentre fissavo la graziosa giovane donna, bruna e un po' in carne, ferma sul mio portico con un bambino che sembrava pi piccolo di quello di Lizanne.

    Zia Roe! esclam la giovane donna, che appariva esausta e dava l'impressione di aspettarsi un caldo benvenuto.

    Non avevo la pi pallida idea di chi fosse.L'istante successivo, ogni pezzo di quel puzzle and al suo

    posto, e mi sarei data una manata sulla fronte per la mia idiozia, se fossi stata sola. Ero la zia di una sola giovane donna, la nipote di Martin e figlia di sua sorella Barby.

    Regina! dissi, sperando che il mio lapsus di memoria non fosse stato troppo evidente.

    Per un momento, ho pensato che non mi avessi riconosciuta comment, ridendo.

    Ah, Ah! Entra! E questo piccolino Regina aveva avuto un bambino? Il bimbo era avvolto in una coperta azzurra e portava un pagliaccetto rosso. Martin aveva un un pronipote?

  • Come poteva essermi sfuggita una cosa del genere? D'accordo, non vedevamo spesso la sorella di Martin e sua figlia, ma mi sarei aspettata una certa quantit di telefonate che preannunciassero quel nuovo arrivo.

    Oh, Zia Roe! Lui Hayden! E tu lo chiami cos, per esteso annuii, con aria saggia.

    Niente nomignoli. Non riuscivo a ricordare di essermi mai sentita tanto in alto mare in una conversazione.

    No, Craig e io siamo decisi a chiamarlo Hayden rispose Regina, cercando di apparire energica e decisa, e fallendo miseramente.

    Martin pu non aver ereditato la bellezza, nella famiglia Bartell, considerato che a modo loro Barby e Regina sono entrambe molto graziose, ma di certo ha ereditato una quantit spropositata di intelligenza e di determinazione.

    Mi sporsi oltre la porta d'ingresso nel tentativo di vedere se Craig Graham stava scaricando il loro bagaglio dall'auto.

    Dov' tuo marito? chiesi, senza immaginare che sarebbe stata una domanda delicata.

    Non venuto replic Regina, e serr la bocca. Oh. Mi augurai di non suonare sconcertata quanto mi

    sentivo. E come sta tua madre? Nel parlare invitai Regina a entrare con un gesto, mentre continuavo a sbirciare in giro nella speranza di vedere un compagno di qualche tipo. Possibile che fosse venuta in macchina da sola fin da Corinth, Ohio?

    Mia madre in crociera spieg Regina, in tono gaio. Quella ragazza aveva forti sbalzi d'umore.

    Hmmm. Dov' diretta? chiesi, ripetendo con maggiore enfasi il mio gesto di invito a entrare.

    Oh, sta facendo un bel giro rispose Regina, mentre si decideva finalmente a varcare la soglia. La nave si fermer in alcune isole dei Caraibi, poi far due soste nel Messico, ciascuna di parecchi giorni, prima di rientrare a Miami.

  • Santo cielo commentai, in tono pacato. con un'amica?

    Con quel tizio ribatt Regina, depositando il bambino, ancora sul suo seggiolino, sul tavolino davanti al divano e sfilandosi dalla spalla un'enorme borsa per i pannolini che portava ancora attaccato il cartellino del prezzo.

    "Quel tizio" era il fidanzato di Barby, il banchiere Hubert Norris, che la divorziata Barby Lampton aveva conosciuto quando aveva comprato un appartamento a Pittsburgh, la grande citt con aeroporto pi vicina a Corinth, Ohio, la citt natale sua e di Martin. Anche se Barby non aveva pi vissuto a Corinth da quando era un'adolescente, Regina aveva conosciuto il futuro marito mentre lei e sua madre si trovavano l in visita a una vecchia amica di Barby, e aveva sposato quel ragazzo voglio dire, quel giovane uomo appena due mesi pi tardi.

    Martin e io eravamo andati a Pittsburgh per le nozze, circa sette mesi prima, e avevamo avuto l'impressione che la giovane coppia avrebbe vissuto in estreme ristrettezze economiche. Craig Graham era un diciottenne bruno, dinoccolato e non troppo brillante, la sua pi grande virt pareva essere che ci teneva davvero a Regina, che aveva ventuno anni. La parte delle spese relative al matrimonio e al ricevimento che sarebbe toccata allo sposo era stata sostenuta da Barby, che aveva cercato di non darlo a vedere; naturalmente, Martin e io ce n'eravamo accorti lo stesso, e Barby aveva messo bene in chiaro con noi (ecco, con Martin, dato che di rado mi rivolgeva direttamente la parola) che dopo il matrimonio la giovane coppia sarebbe stata finanziariamente indipendente, per quanto la riguardava. E aveva aggiunto alcuni commenti alquanto piccati su chi aveva voluto la bicicletta e quindi avrebbe dovuto pedalare.

    Ti va di bere qualcosa? Vuoi un caff o una cioccolata calda? Anche se forse non sono cose che farebbero bene al bambino.

  • La mia amica Lizanne allattava al seno, e anche se non le avevo chiesto niente, mi aveva elargito una conferenza molto dettagliata sull'argomento. Dopo essere stata indottrinata con le opinioni di Lizanne sulle virt, e la necessit, del latte materno, rimasi sconcertata quando Regina mi guard senza capire.

    Eh? No, lo allatto con il biberon spieg, dopo una pausa. Accidenti, se lo allattassi al seno, dovrei essere io a nutrirlo a ogni singolo pasto.

    Allora, vuoi un po' di caff? chiesi di nuovo, mantenendo il sorriso incollato sulla faccia.

    S, per favore assent, accasciandosi all'indietro. Ho guidato per ore.

    Allora aveva davvero guidato per tutta la strada dall'Ohio. Era una cosa molto strana, e lo diventava sempre di pi.

    Preparai un po' di caff fresco, rabbrividendo fra me quando Regina protest che il caff istantaneo sarebbe andato benissimo. Dopo aver versato una tazza per ciascuna di noi, aggiungendo latte e zucchero in quello della nipote di Martin, rimasi ad ascoltare Regina parlare del lungo viaggio, del bambino, dell'appartamento di sua madre, di sua zia Cindy

    Oh, mi dispiace si scus. Non avrei dovuto dire niente.

    "Zia Cindy" era la prima moglie di Martin, madre del suo unico figlio Barrett, il cugino di Regina. Sospirai interiormente e continuai a sfoggiare un sorriso mentre garantivo a Regina che non si doveva scusare, anche se in un piccolo angolo del mio cervello fui costretta a reprimere l'impulso di chiederle perch non fosse andata da Zia Cindy, se era tanto meravigliosa, invece di venire qui dallo Zio Martin.

    Hai visto Barrett in TV, l'altra notte? chiese Regina, in tono entusiastico. Ragazzi, se attraente! Chiamo sempre tutti i miei amici quando so che sar in televisione.

    Regina stava premendo tutti i miei tasti dolenti o quanto meno sensibili. Barrett non era venuto al nostro matrimonio,

  • dicendo a suo padre che gli dovevano assegnare un grosso ruolo, con il chiaro sottinteso che un grosso ruolo era pi importante della nuova moglie di suo padre.

    E non era mai venuto in visita a Lawrenceton negli oltre tre anni in cui Martin aveva vissuto l.

    Per aveva trovato il tempo di andare al matrimonio di Regina, dove era riuscito a evitarci con un'agilit quasi incredibile. Martin mi aveva detto di aver bevuto qualcosa con il figlio al bar dell'hotel dopo che io mi ero ritirata per la notte, la sera prima delle nozze, e quello era stato tutto il contatto che aveva avuto con il figlio, di cui stava finanziando la carriera.

    Cominciavo a desiderare che l'unica nipote di Martin fosse rimasta nell'Ohio e a chiedermi quale fosse il motivo della sua visita, considerato che si stava mostrando molto evasiva.

    Regina dissi, quando lei ebbe finito di blaterare riguardo alla carriera di Barrett, sono felice che tu sia venuta a trovarci, ma la cosa potrebbe creare qualche difficolt stasera, per un paio d'ore. Tuo zio e io abbiamo un impegno per cena fissato da tempo, e anche se potremmo chiamare i Lowry e dire che abbiamo bisogno di rimandare, temo che

    Regina, che in quel momento aveva in braccio il bambino (ricordai a me stessa che si chiamava Hayden), sollev lo sguardo con un'espressione quasi allarmata.

    Voi due fate pure quello che avete programmato. Io qui star benissimo. Basta che mi mostri dov' il microonde e mi preparer la cena da sola. Dopo tutto, mi sono appena presentata alla porta.

    Ebbi quasi la sensazione che lei fosse ansiosa di farci uscire di casa, e sentii la fronte che mi si aggrottava per la perplessit.

    Scusami per un momento dissi. Regina rispose con un distratto cenno di assenso, la sua attenzione concentrata sul bambino.

    Attraversato l'atrio, entrai nella camera che avevamo arredato come studio e stanza della televisione. Prelevato il

  • cordless dal suo supporto, mi abbandonai sul ben imbottito divano di cuoio rosso posto davanti alle finestre. Madeleine, la gatta che viveva con noi, emerse dal suo posto privato preferito, il cestino dove riponevamo i giornali dopo averli letti, e mentre con una mano componevo il numero, usai l'altra per grattarle la testa. Una parte del mio cervello prese nota del fatto che avrei dovuto far uscire Madeleine dallo studio prima che Martin tornasse a casa, perch lui e la gatta avevano una relazione di odio reciproco, cominciata quando Madeleine aveva deciso che la Mercedes di Martin era il suo posto preferito dove crogiolarsi al sole, soprattutto se il terreno era fangoso e poteva lasciare una bella serie di impronte sul cofano e sul parabrezza. La ritorsione di Martin era stata quella di parcheggiare nel garage e di chiuderne la porta ogni notte. A quel punto, era toccato a Madeleine fare la mossa successiva. La gatta (che di norma non si prendeva il disturbo di cacciare) aveva preso un topo, lo aveva decapitato e aveva depositato la carcassa in una scarpa di Martin, che a quel punto ecco, vi sarete fatti un'idea della situazione.

    Ufficio di Martin Bartell disse Mamie Sands, la cui voce rauca aveva un tono formale.

    Signora Sands, sono Aurora e ho bisogno di parlare con Martin. Mi ci erano volute alcune settimane per riuscire a smettere di scusarmi del disturbo.

    Mi dispiace, ma il Signor Bartell non allo stabilimento replic la Signora Sands, con voce ora molto pi calorosa di quanto fosse stata un tempo. Vuole che lo rintracci con il cercapersone?

    M'immaginai nell'atto di riferire a Martin per telefono che sua nipote si era presentata da noi con un bambino misterioso, e questo mentre lui era circondato da dipendenti.

    No, non importa replicai alla segretaria. Per favore, lo avverta di chiamarmi prima di venire a casa.

  • Chiusa la telefonata, feci una smorfia di quelle che secondo mia madre rischiava di alterarmi i tratti in una permanente espressione di disgusto, poi riattraversai con calma l'atrio per tornare da Regina, che stava riponendo nel frigorifero alcune bottiglie di latte in polvere ricostituito.

    Ho fatto come se fossi a casa mia spieg con un luminoso sorriso. Aveva tirato fuori una pentola per far bollire un po' d'acqua, e sul piano di cucina vicino al lavandino c'era un barattolo di latte in polvere vuoto. sempre utile preparare una dose abbondante di latte in anticipo, pronto da riscaldare. Quando dovr darglielo Segu la lunga e noiosa descrizione di quella procedura.

    Hayden mi stava fissando con quell'espressione a occhi sgranati tipica di alcuni bambini. Era un piccoletto delizioso, con la bocca e le guance rosate. In effetti, era notevolmente pi bello di Regina, che era abbastanza graziosa, ma dotata della carnagione scura e dei fianchi larghi che aveva ereditato da sua madre. Hayden agit le braccine, emettendo un improvviso verso gorgogliante, e Regina lo guard con occhi adoranti.

    Non meraviglioso? domand. delizioso confermai, cercando di non apparire

    troppo malinconica. un vero peccato che Zio Martin sia troppo vecchio per

    avere un altro bambino comment Regina, arrivando a ridacchiare all'idea.

    Sentii la schiena che mi si irrigidiva, e fui certa che la mia faccia stava facendo altrettanto.

    Ne abbiamo parlato ribattei, con voce che grondava ghiaccio, ma purtroppo io non ne posso avere.

    Martin, che era alla soglia della cinquantina, non era riuscito a entusiasmarsi all'idea di avviare una nuova famiglia anche se io, che avevo appena compiuto i trentasei anni, potevo sentir ticchettare sonoramente il mio orologio biologico.

  • Purtroppo, quell'orologio ticchettava in un grembo malformato, il che permetteva a Martin di evitare di prendere una decisione.

    Cominciai a svuotare la lavastoviglie, mentre continuavo a ripetere a me stessa che mi ero mostrata ostile e mi dovevo calmare. Regina, che sembrava essere notevolmente priva di tatto, aveva piantato un bastoncino acuminato nel mio punto pi dolente, la mia incapacit di concepire. In quel momento mi stava fissando, sforzandosi di apparire adeguatamente avvilita, ma potevo percepire una certa cosa? Soddisfazione? I suoi occhi avevano la stessa espressione di quelli di Madeleine quando aveva lasciato tutte quelle impronte sul parabrezza di Martin. Ebbi un'ispirazione improvvisa.

    Ti andrebbe bene se sistemassi te e Hayden nell'appartamento sopra il garage? domandai, cercando di usare un tono colloquiale e amichevole.

    Sarebbe perfetto. Quando sono arrivata, mi sono chiesta se quello fosse un appartamento separato replic Regina, che appariva forse leggermente delusa dal fatto che avessi cambiato argomento. Hayden si sveglia ancora la notte, e in quel modo meno probabile che vi disturbiamo.

    Allora portiamo l le tue cose suggerii. Prelevate le chiavi da un gancio vicino alla porta posteriore, afferrai la grossa borsa per i pannolini e la borsetta di Regina, e mi avviai lungo il passaggio coperto e su per le scale che correvano lungo la fiancata del garage rivolta verso la nostra casa.

    La pesante sacca appesa alla spalla mi sbatteva violentemente contro la coscia. Anche se l'aria si era fatta pi fredda e umida, per fortuna al momento aveva smesso di piovere.

    L'appartamento aveva appena un vago odore di chiuso. I nostri amici Shelby e Angel si erano trasferiti circa otto settimane prima, e io avevo mantenuto acceso al minimo il riscaldamento in modo che i tubi non ghiacciassero e che non

  • si formasse la muffa; alzai il termostato e mi guardai intorno, mentre in basso sentivo Regina aprire il bagagliaio della sua auto.

    L'appartamento era composto da una singola, grande stanza, con un bagno e un armadio a muro in un angolo. C'erano un letto a due piazze, una poltrona e un divanetto con relativi tavolini, un televisore e un piccolo tavolo per due nell'area attrezzata a cucina. Come monolocale, era un ambiente decisamente piacevole, e Regina ne parve soddisfatta.

    Oh, Zia Roe, cos carino disse, gettando una valigia sul letto. Prima di sposarci, abbiamo vissuto in un appartamento molto pi piccolo di questo.

    Detestavo pensare a una cosa del genere. Ecco, spero che vi troverete bene dissi a casaccio.

    Tu e Hayden, intendo. Ora ti lascio a disfare i bagagli. Oh, hai una culla di qualche tipo per il piccolo? Non sapevo cosa avrei fatto, se mi avesse risposto di no, ma Regina mi garant di avere un lettino da viaggio. La cosa mi lasci un po' perplessa, perch mi sembrava un oggetto un po' costoso per una madre poco abbiente.

    In quel momento sentii uno scricchiolio sulla ghiaia e mi affacciai sulla soglia. Martin scese dalla sua auto e rimase per un minuto a fissare la macchina di Regina.

    Martin, vieni quass chiamai. Era evidente che non era passato in ufficio, prima di tornare a casa.

    Lui si port sotto il passaggio coperto per poter sollevare lo sguardo su di me.

    Cosa ci fai nell'appartamento? domand. Non ci era pi entrato nessuno da quando Angel e Shelby avevano comprato una casa in citt.

    Oh risposi, avvertendo un piacevole senso di anticipazione, e forse perfino un tocco di malizia. Non immaginerai mai chi ci venuto a trovare, tesoro.

  • Martin sal le scale con aria decisamente apprensiva, e io mi trassi di lato per permettergli di entrare nell'appartamento.

    Zio Martin! strill Regina, girandosi verso la soglia con la bocca generosa allargata in un sorriso, il bambino stretto contro il petto come se fosse stato un sacchetto di alimentari.

    L'espressione di Martin fu impagabile.

    Sapevamo del suo arrivo? mi chiese a bassa voce Martin, mentre tornavamo verso casa.

    Scossi il capo. Sapevamo che aveva avuto un bambino? Scossi di nuovo

    il capo. Allora non lo deve sapere neppure Barby disse.

    Non avrebbe tenuto per s una cosa del genere.La pensavo cos anch'io, e ritenevo anche che Barby

    avrebbe detestato l'idea di essere una nonna. Ero pronta a scommettere che pure Regina ne era consapevole.

    Quindi non sappiamo perch qui? Martin, che era abituato a richiedere informazioni e ad avere tutto allineato e organizzato, appariva frustrato.

    Sarebbe pi facile se ti dicessi quello che non so replicai. Non so perch sia venuta, o quanto tempo intenda fermarsi. Non so dove sia Craig. E non ho idea di cosa sappia tua sorella. E anche se non lo dissi ad alta voce, per rispetto verso i sentimenti di Martin, avevo i miei dubbi riguardo alla provenienza del bambino.

    Martin si sofferm in cucina a bere un bicchiere di t mentre rifletteva sulla situazione.

    Devo tornare lass e parlarle di nuovo decise d'un tratto. Per chiarire le cose almeno in parte. Andremo lo stesso dai Lowry?

    Non credo che possiamo evitarlo. Regina non sembra avere problemi al riguardo, e sai quanto sia permaloso Catledge.

  • D'accordo. Mi fermer da lei un paio di minuti, poi andr a fare la doccia. Posato con forza il bicchiere sul piano di cucina, usc di nuovo a passo di marcia nel buio incombente e sotto la pioggia che stava ricominciando, i capelli bianchi che brillavano nell'oscurit.

    Salii di sopra per cominciare a prepararmi. Mentre mi truccavo, mi mettevo i gioielli e fermavo i capelli lontano dal volto con un grazioso pettine nero e oro, mi chiesi se Martin sarebbe riuscito a ottenere da sua nipote pi informazioni di quante ne avessi avute io. Del resto, lui era pi propenso di me a porre domande dirette.

    Lui per non sembr soddisfatto quando si avvi su per le scale, venti minuti pi tardi. Appariva invece stanco e preoccupato.

    Dopo avermi dato un bacio sul collo, si slacci i pantaloni e sedette sul letto per togliersi le scarpe.

    Ehi, marinaio, cosa facciamo? chiesi, nella mia migliore imitazione di Mae West.

    Martin mi scocc un rapido sorriso, poi diede un'occhiata all'orologio sul comodino.

    Temo che non abbiamo tempo afferm poi, con rammarico. Devo fare la doccia. Alla riunione c'erano due persone che fumavano.

    Martin odia che gli rimanga odore di fumo nei capelli e sui vestiti.

    Avresti potuto chiedere loro di non farlo gli feci notare in tono pacato. Una sua richiesta sarebbe equivalsa a un ordine, dato che lui era il capo.

    Andranno in pensione con il nuovo anno spieg. Se non fosse cos, li avrei sbattuti fuori a calci. A partire dal primo di gennaio, metter bene in chiaro che vietato fumare in tutto lo stabilimento.

  • Parlammo poi di quanti fumatori ci fossero alla Pan-Am Agra e di altri argomenti altrettanto mondani mentre Martin si spogliava, faceva la doccia e si vestiva di nuovo.

    Martin ha quasi tredici anni pi di me, ma assolutamente splendido senza vestiti, e altrettanto attraente con gli abiti indosso. Ha i capelli bianchissimi, ma le sopracciglia sono ancora nere e ha gli occhi di un castano chiarissimo. Fa sollevamento pesi, e le sue partite a squash sono test di resistenza per i membri pi giovani del suo staff manageriale.

    Non mi hai detto di aver fatto la visita medica, oggi? Contemplare il suo fisico aveva spinto i miei pensieri in quella direzione.

    S rispose Martin, in modo piuttosto conciso. Le mie antenne di moglie si rizzarono, attivate da quello che lui non mi stava dicendo.

    Non era tutto a posto? Martin non aveva mai avuto una visita medica con un brutto esito. Anzi, se ne vantava sempre dopo il controllo annuale.

    Zelman vuole che mi sottoponga a tutta una serie di esami solo perch sto avanzando negli anni si affrett a precisare Martin, prima che potessi sviluppare appieno la mia espressione preoccupata.

    E ha trovato qualcosa? domandai, con quel tono particolare che lo avvertiva di essere saggio e dirmi tutto quanto.

    Ha detto che sono stressato, e vuole solo eseguire qualche altro esame. Martin era davanti all'armadio, intento a scegliere cosa indossare quella sera. Dalla sua voce, compresi che l'argomento era chiuso.

    Li prenoteremo immediatamente suggerii. Certo. Dir alla Signora Sands di provvedere domani. Ti

    ho detto che diventer nonna? Ne contenta?

  • Oh, s. Ha gi trovato un nome al bambino e scelto un asilo. Non che sua figlia lo sappia

    Tutte quelle chiacchiere erano solo una tattica che Martin stava usando per temporeggiare mentre rifletteva su quello che Regina gli aveva detto.

    Cosa hai saputo da Regina? domandai. Non molto ammise, sporgendo in fuori il mento per

    radersi sotto di esso. Ero seduta sul coperchio chiuso della toilette. Non per la prima volta, mi resi conto di quanto mi piacesse essere sposata, starmene l seduta con un uomo mentre si radeva, e godere di tutte le altre piccole intimit connesse all'essere sposati. Non credo che ci dir perch venuta qui finch non sar pronta a farlo continu, distendendo il labbro superiore. Spero che non sia successo niente a Craig.

    Se fosse malato o avesse avuto un incidente, lei di certo ce lo direbbe osservai con esitazione, consapevole di non essere sulla stessa lunghezza d'onda di Martin.

    Pensavo piuttosto che Craig potrebbe essersi cacciato nei guai replic, infilandosi una camicia pulita. Non ti sei ancora messa il rossetto?

    No risposi, sorpresa.Martin mi trasse a s e mi elarg uno di quei baci

    meravigliosi che mi fanno sobbalzare le pulsazioni come una goccia d'olio che rimbalzi in una padella rovente. Reagii con entusiasmo, e lasciai le dita libere di girovagare.

    Calma, calma! esclam con un sussulto. Pi tardi! Quando torneremo a casa!

    Bada che sia una promessa ribattei in tono leggero, assestandogli un'ultima pacca prima di sedere alla toeletta per mettermi il rossetto.

    Prendilo come un giuramento garant.Ci saremmo dovuti concedere altri venti minuti e arrivare in

    ritardo dai Lowry.

  • Capitolo secondo

    Catledge Lowry ci accolse sulla porta, con un ampio sorriso felice dipinto sulla faccia.

    Catledge era un politico fatto e finito: aveva una serie di obiettivi, un buon direttore di campagna elettorale e aveva fatto alcune cose degne di nota. Io per non mi fidavo di lui pi di quanto potessi sollevarlo, e dato che Catledge era alto quasi un metro e novanta, questo significava che non mi fidavo affatto. Mi limitavo ad apprezzarlo per quello che era.

    Ehi, bellezza! esclam. Se tuo marito si degnasse di girarci le spalle per un minuto, ti darei un bacio da farti prendere fuoco, creatura stupenda!

    Questa creatura stupenda preferirebbe un bicchiere di vino, Catledge replicai con un sorriso. Inoltre, non credo che riusciresti a piegarti cos tanto. Io sono alta un po' meno di un metro e cinquanta.

    Tesoro, mi amputerei le gambe pur di avere una possibilit dichiar drammaticamente Catledge, e io scoppiai a ridere.

    A Ellen la cosa potrebbe non piacere obiettai, porgendogli il cappotto.

    Martin si protese oltre le mie braccia per stringere la mano a Catledge, e in un momento i due uomini furono immersi in una conversazione riguardo alle possibilit che un tizio aveva di vincere la corsa alla poltrona di governatore della Georgia. Mi aspettavo di vedere Ellen emergere dalla cucina accaldata e indaffarata, ma la vidi invece rientrare attraverso la porta di comunicazione con il garage, con in mano un sacchetto di carta che, a giudicare dalla forma, doveva contenere una bottiglia di vino. Era perfettamente curata nell'aspetto e non appariva

  • affannata. Ebbi un momento per sperimentare una certa sorpresa, poi Ellen si protese a depormi un bacio sulla guancia e mi trovai a ristabilire i contatti con quel fascio di nervi che era Ellen Dawson Lowry.

    Ellen era alta all'incirca un metro e settantotto, pi o meno come Martin, ed era esile come un fuscello. Si vestiva in modo splendido, usava solo un minimo di trucco e con un po' di aiuto avrebbe continuato a essere una bionda non appariscente ancora per vent'anni. Si era diplomata con onore al Sophie Newcomb, con l'intenzione di diventare un ragioniere, ma poi aveva sposato Catledge e tutte le sue moderate ambizioni erano state consumate dalla sua divampante luminosit.

    Ellen mi aveva confidato che era stata felice quando i figli erano piccoli, e quando aveva lavorato in banca per alcuni anni, all'epoca in cui i ragazzi erano alle superiori, ma poi Catledge aveva voluto che lei smettesse di lavorare quando lui era stato eletto sindaco, e lei lo aveva accontentato. In passato, quando avevamo lavorato insieme in un comitato di beneficienza, eravamo state abbastanza intime, ma dopo che il nostro anno di partecipazione si era esaurito, per noi era stato sempre pi difficile incontrarci, e quella breve intimit si era dissolta.

    Roe, diventi sempre pi carina! esclam con entusiasmo.

    Oh, Ellen borbottai, imbarazzata dai suoi modi strani.I suoi occhi avevano uno sguardo vitreo e le sue mani si

    muovevano nervosamente su e gi lungo la gonna del vestito blu scuro e oro. Quei colori le donavano, ma Ellen aveva perso altro peso e appariva quasi emaciata.

    Che notizie hai dei ragazzi? domandai. Jefferson decimo nella classe dei laureandi al Georgia

    Tech, e Tally sta sta lavorando a uno studio speciale, nel Tennessee.

    Nonostante la sua esitazione riguardo all'occupazione del diciannovenne Tally, lei era come la maggior parte delle madri

  • e adorava parlare dei figli, per cui le mie domande mantennero viva la conversazione finch la Signora Esther non apparve ad annunciare che la cena era pronta. Martin e io ci scambiammo un'occhiata, senza parere.

    Lucinda Esther una sorta di personalit, a Lawrenceton, e il fatto che i Lowry l'avessero ingaggiata per quella cena ci sorprese, perch non si trattava di un evento da cui dipendesse qualche importante accordo legale, e non era neppure un grande evento sociale, mentre l'ingaggio della Signora Esther significava sempre che il pasto in questione era un evento significativo, come quando i genitori della sposa invitavano per la prima volta quelli dello sposo, o quando si dava il benvenuto a un importante visitatore in una casa benestante.

    Forse, per, in questo caso significava solo che la padrona di casa non era in grado di preparare un pasto adeguato.

    La cena servita annunci la Signora Esther, presentandosi sulla soglia con massiccia dignit, nella sua inamidata divisa grigia completata da un grembiule bianco. Non incontr il nostro sguardo n attese una nostra reazione prima di tornare in cucina, il volto scuro impassibile, il mento alto con fare orgoglioso. I pesanti cerchi d'oro che portava agli orecchi oscillavano mentre camminava.

    La Signora Esther non serviva in tavola. Depositava sul tavolo il cibo pronto e rimaneva in cucina finch non arrivava il momento di sparecchiare. E quasi sempre era lei a decidere il menu da preparare. Quella sera aveva scelto pollo al forno con una salsa bianca, fagiolini, panini fatti in casa, patate dolci in casseruola e un'insalata. Calorie e colesterolo non venivano prese in considerazione nell'attivit di catering della Signora Esther.

    Dopo che ci fummo passati tutti i piatti, cosa che serv efficacemente a rompere il ghiaccio, Martin mi chiese di raccontare a Catledge quello che era successo nel nostro cortile, quel pomeriggio.

  • Mentre trasformavo quanto era avvenuto in una vignetta divertente, senza l'elemento di ansia che aveva permeato di tensione l'incidente, mi venne naturale far scorrere lo sguardo avanti e indietro fra Catledge ed Ellen. Lui sedeva a capotavola, alla mia sinistra, mentre Ellen era di fronte a me. Le loro reazioni risultarono ancora pi interessanti della storia stessa: Catledge appariva scosso e visibilmente agitato, ed Ellen trovava tutto quell'episodio estremamente divertente, mentre io avrei giurato che Catledge avrebbe riso ed Ellen si sarebbe preoccupata. Quell'inversione di ruoli era molto interessante.

    Mi affascin ancora di pi fu il modo in cui Catledge tronc sul nascere la discussione che segu la mia narrazione. Di norma avrebbe passato una buona quindicina di minuti ad avanzare supposizioni su chi potesse aver "corretto" il paracetamolo di Darius Quattermain, ma adesso stava invece cercando di spostare la conversazione sul perdurante scontro fra due fazioni presenti nel consiglio direttivo della biblioteca. Scoccai a Martin un'occhiata significativa, in un momento in cui Ellen era in cucina a prendere altro t e Catledge era in bagno.

    Non potevo lasciar correre quel comportamento sconcertante senza cercare di analizzarlo e scoprirne la causa. All'improvviso, mi chiesi se non fosse stata Ellen la donna sconosciuta danneggiata da chi alterava le medicine.

    Quanto pi ci lavoravo sopra, tanto pi l'idea mi piaceva. Era molto probabile che la nervosa Ellen avesse dei tranquillanti nella borsetta, e di certo quella sera appariva serena in modo abnorme. Possibile che Catledge avesse paura di soffermarsi su Darius Quattermain perch pensava che Ellen potesse rivelare il piccolo episodio in cui anche lei aveva avuto quel genere di comportamento bizzarro? Di certo detestava l'idea di far sapere in giro che Ellen prendeva "pillole per i nervi".

  • Il silenzio che era calato intorno alla tavola era cos imbarazzante che Martin fu costretto a infrangerlo.

    Oggi abbiamo avuto una visita a sorpresa afferm con disinvoltura.

    Di chi si tratta? domand Catledge, raccogliendo quello spunto con il sollievo che gli trapelava evidente dalla voce.

    Mia nipote venuta a trovarci con il suo bambino nato da poco annunci Martin.

    Lo fissai inarcando un sopracciglio, perch avevamo deciso di non fare menzione della visita di Regina.

    Un maschietto comment Ellen. Mi mancano i nostri ragazzi. Erano bambini adorabili, ma poi tutti i bambini crescono e vanno via di casa, giusto? Quel commento avrebbe dovuto essere pronunciato in tono leggero, ma il suo non lo era. Anzi, il suo tono si fece sempre pi teso a ogni parola, e di nuovo un silenzio pieno di disagio cal intorno alla tavola.

    Poi Ellen spinse indietro la sedia e si alz con mosse forse un po' incerte.

    Vi prego di scusarmi disse, riuscendo ad avere un tono quasi normale. Non mi sto comportando da buona padrona di casa, ma non mi sento bene. E lasci la stanza con passo affrettato e la schiena rigida, salendo le scale con il volto distolto da noi.

    Mi dispiace davvero molto che Ellen stia male dissi immediatamente. Avrebbe dovuto annullare la cena noi avremmo capito. Ha lavorato cos duramente, povera cara, mentre avrebbe dovuto essere a letto.

    Mi auguravo che quelle mie chiacchiere a vuoto riempissero il silenzio e rilassassero un poco l'atmosfera, e in certa misura fu cos.

  • Ellen non sa mai quando prendere le cose con calma replic Catledge, con gratitudine. Saremo lieti di avervi di nuovo ospiti quando star meglio.

    Oh, no, adesso tocca a noi replic Martin, che si stava gi alzando per recuperare il mio cappotto. Abbiamo gradito molto la serata. Mi spiace solo che sia finita cos.

    Mentre lui e Catledge si scambiavano gli ultimi convenevoli, io andai in cucina per dire alla Signora Esther che avevamo apprezzato molto la cena e che poteva sparecchiare. La trovai seduta al tavolino da colazione nella rientranza della finestra a bovindo della cucina, intenta a leggere Benvenuto in paradiso; stavo aprendo la porta per parlare quando vidi che la porta di comunicazione fra cucina e garage si stava richiudendo, e mi resi conto che Ellen era scesa dalle scale posteriori, aveva attraversato in silenzio la cucina e cosa che sentii chiaramente stava avviando la macchina.

    Quando distolsi lo sguardo dal garage per riportarlo sulla Signora Esther, vidi che lei mi stava osservando con espressione neutra. Con estrema chiarezza, quasi lo avesse detto ad alta voce, la sua faccia dichiarava: "Non sono affari miei e non ne voglio sapere niente".

    Grazie per la cena deliziosa, Signora Esther. Il pollo era particolarmente buono mi complimentai, scegliendo una portata a caso.

    Grazie, Signora Bartell. Ecco un'altra persona che non mi chiamava Signora Teagarden, anche se quello non era una cosa su cui intendevo sollevare problemi. Per me non aveva mai fatto differenza come la gente mi chiamava, finch io stessa sapevo chi ero.

    Ci salutammo e tornai in sala da pranzo, dove trovai Martin e Catledge che si stringevano la mano. Poi per Catledge menzion la riunione di mercoled della commissione urbanistica, e Martin ricord che la Pan-Am Agra aveva comprato un tratto di terra adiacente allo stabilimento la cui

  • destinazione andava modificata, e i due ripresero daccapo la conversazione.

    Non potevo armeggiare con la tavola, non con la Signora Esther che, in cucina, aspettava di sparecchiarla, e non potevo gironzolare per la casa senza apparire maleducata, quindi tirai fuori dalla borsetta una mentina e me la infilai in bocca senza parere, poi mi districai i capelli dal colletto del cappotto e battei un colpetto gentile sul braccio di Martin.

    Tu e Catledge dovrete continuare a discuterne domani al telefono, tesoro dissi. Dobbiamo andare a casa.

    Hai ragione, Roe convenne Martin, sorridendomi con affetto. Dobbiamo passare a vedere come stanno Regina e il bambino, prima di ritirarci per la notte.

    Cos riuscimmo finalmente a varcare la porta e ad avviarci. Poi dovemmo fermarci a fare benzina, perch Martin era quasi in riserva e non voleva farla l'indomani nell' andare al lavoro.

    Durante la cena avevamo bevuto il vino comprato da Ellen, e avevamo avuto una giornata piuttosto pesante, quindi fummo silenziosi e (nel mio caso) assonnati durante il tragitto fino a casa. Pur essendo ancora vagamente sconcertata per la visita di Regina e per quel bambino inspiegabile, ero disposta a rimandare ogni preoccupazione al riguardo all'indomani. Dall'espressione accigliata di Martin, per, potevo capire che lui aveva ricominciato a rimuginarci sopra.

    Quando imboccammo il nostro lungo vialetto di accesso, la mia sonnolenza evapor.

    Anche se non riuscivo a vedere molti dettagli, c'era una macchina sconosciuta parcheggiata davanti al garage e l'auto di Regina era scomparsa; inoltre, la luce di sicurezza automatica accesa sul retro della casa mostrava che qualcuno aveva portato via il pick-up e il rimorchio di Darius. Mi augurai che a farlo fosse stato uno dei suoi figli.

    Non avevamo regolato sull'automatico la lampada di sicurezza sul davanti della casa perch la sua luce penetrava in

  • camera da letto; era posizionata sul manuale, e nell'andare a cena dai Lowry ci eravamo dimenticati di accenderla. La luce intensa nel cortile posteriore si espandeva in certa misura anche sul davanti, ma l si faceva fioca e piena di ombre.

    Di conseguenza, il davanti della casa e il garage erano relativamente al buio ma a parte la macchina sconosciuta e la scomparsa di quella di Regina, erano visibili parecchie cose allarmanti. Potevo vedere, e anche Martin, a giudicare dal suo grugnito, che c'era qualcosa disteso sulle scale che portavano all'appartamento sopra il garage.

    Ma la cosa pi preoccupante era il ventaglio irregolare di chiazze scure sulla parete bianca della costruzione.

    Martin dissi in tono allarmato, come se lui non avesse gi notato tutte quelle cose, poi ci fissammo a vicenda mentre Martin spegneva il motore della Mercedes.

    Resta qui mi ordin con fermezza, e apr la portiera. No ribattei, facendo altrettanto con la mia. Madeleine

    era accoccolata fra le azalee, lo sguardo fisso sulla cosa sulle scale, e non mostr neppure di accorgersi della nostra presenza, continuando a rimanere sul chi vive e attenta nel punto che si era scelta. In qualche modo, questo mi fece accapponare la pelle, e per la prima volta avvertii la convinzione che fosse successo qualcosa di veramente molto brutto.

    Non era soltanto molto brutto, era assolutamente orribile.La chiazza scura sulla parete bianca del garage era uno

    spruzzo di sangue. Mentre lo fissavo, una goccia si mosse, segno che non era ancora del tutto asciutto.

    Quel sangue era schizzato dalla lunga cosa inerte distesa sulle scale: un uomo.

    Un'accetta, ancora conficcata nella testa, gli aveva trapassato la fronte e i capelli neri erano intrisi di sangue. Pensai a Regina e al bambino, e se il cuore potesse muoversi all'interno del corpo, il mio sarebbe precipitato fino al fondo

  • dello stomaco, perch avevo il sospetto che quel morto fosse Craig, il marito di Regina.

    Martin stava guardando verso la porta dell'appartamento, in cima alla scala: si scorgeva una linea scura dove il battente avrebbe dovuto combaciare con lo stipite, segno che la porta era socchiusa.

    Quella realizzazione fu sufficiente a spingermi a raggiungere mio marito, che in quella luce fioca appariva vecchio e malato, con tutte le linee impresse sul suo volto dal tempo che apparivano pi profonde nell'ombra. Dal momento che lo conoscevo, sapevo che stava pensando di dover salire quella scala e scoprire cosa c'era nell'appartamento, ma aveva anche paura di quello che avrebbe trovato.

    Cominci a cadere una pioggerella leggera.In silenzio, posai una mano sulla spalla di Martin e strinsi

    appena, prima di procedere ad aggirare la cosa morta distesa sui gradini, cercando di non guardarla mentre salivo con la schiena addossata alla ringhiera, sforzandomi anche di evitare di toccare il sangue che chiazzava il muro. Una volta oltrepassato il corpo, salii pi in fretta, ma mi sentivo comunque le gambe appesantite dalla riluttanza e tremanti di timore. Mi parve di impiegarci un'ora a raggiungere la porta.

    Dall'interno dell' appartamento giunse un suono.Mordendomi con forza un labbro, spinsi il battente con la

    punta di un dito, poi allungai la mano all'interno e azionai l'interruttore vicino alla soglia. Un bagliore intenso illumin l'appartamento, e io impiegai un lungo momento a guardarmi intorno in cerca del corpo di Regina, di chiazze di sangue, di segni di lotta.

    Non c'era niente.Il lieve suono continuava a farsi sentire.Finalmente mi decisi a entrare, continuando a guardarmi

    intorno. Martin mi lanci un richiamo dal basso, ma non risposi. Avevo il respiro irregolare e affannoso. Fuori, la

  • pioggia si fece pi fitta e pesante, e il tamburellare delle gocce sui gradini diede l'impressione che il piccolo appartamento fosse ancora pi isolato.

    L'armadio, nel quale erano stati appesi abiti che supposi appartenere a Regina, era spalancato, e la valigia di Regina era aperta sul tavolo, con i vestiti che parevano essere stati gettati al suo interno disordinatamente e ricadevano fuori dai lati. La porta del bagno era spalancata, e potevo vedere un ammasso di articoli da trucco e da toeletta sparsi sul piano accanto al lavandino.

    L'unica area che non potevo vedere dalla mia posizione era il pavimento sul lato opposto del letto, ed era da l che proveniva quel lieve suono.

    Aggirai il letto, con una parte della mente che persisteva a sostenere che niente poteva essere peggio di quello che avevo gi visto. Il pavimento era vuoto, ma le pieghe del copriletto di cachemire si muovevano, all'altezza della moquette. Mi lasciai cadere in ginocchio e mi chinai in avanti, trattenendo il fiato nel sollevare il bordo del copriletto.

    Sotto il letto c'era il bambino, che scalciava, agitava le manine e cominciava ad agitarsi perch sua madre non lo aveva preso in braccio ora che si era svegliato dal suo riposino. Appariva in perfetta salute, e la tutina rossa era immacolata.

    Per la macchina di Regina era scomparsa, e lei non era nell'appartamento.

    Di certo non stavo pensando in modo chiaro. All'inizio, mi dissi che la presenza del bambino, e il fatto che stesse bene, fosse una buona notizia e lo era, naturalmente, ma quella era solo una parte delle preoccupazioni di Martin.

    Quando mi affacciai in cima alle scale e gli riferii che il bambino stava bene, ma che Regina era scomparsa, l'espressione sul suo volto mi ricord che qualcuno aveva assassinato il giovane che giaceva sui gradini, e che la scomparsa Regina aveva ogni probabilit di essere la persona

  • che aveva brandito l'ascia. Martin era fermo in atteggiamento passivo, con la schiena appoggiata al garage, le braccia incrociate sul petto e capelli e cappotto scuri di pioggia. Quel comportamento, cos alieno per lui, mi colp come un pugno in pieno petto.

    Devi chiamare la polizia gli ricordai, e vidi l'ira divampargli sul volto. Non gli piaceva che gli si dicesse di rivolgersi alla polizia, ma la mia presenza lo obbligava a fare la cosa giusta, anche se era chiaro per me che aveva pensato di nascondere in qualche modo l'accaduto. Quello era il pirata in lui che affiorava.

    C'era qualcosa infilato sotto un tergicristallo della macchina sconosciuta, che notai avere la targa dell'Ohio. Dal momento che non potevo comunque inzupparmi molto pi di quanto gi non avessi fatto, scesi con cautela le scale e mi diressi all'auto per toccare con un dito quella massa fradicia. Era un pezzo di carta ripiegato, un messaggio.

    Potevo vedere le strisce che erano state inchiostro azzurro, ma non avrei mai saputo a chi fosse rivolto quel messaggio, o cosa avesse contenuto.

    Il bambino cominci a urlare, la sua voce che risuonava nella gelida aria notturna. Mi aspettavo che qualcuno lo prendesse in braccio e si occupasse delle sue necessit, e quando questo non successe ebbi uno di quelli che Lizanne chiama Momenti Veri. La madre di Hayden era scomparsa, e suo padre Craig (ero certa che il cadavere fosse quello di Craig, anche se lo avevo incontrato solo una volta, al matrimonio) giaceva morto davanti a me. La nonna del piccolo, che avrebbe dovuto essere disposta a farsi carico di lui, era in crociera con il suo compagno. Io, Aurora Teagarden, ero (almeno temporaneamente) responsabile di quel bambino, a meno che Martin non si fosse deciso ad agire. Nel fissare mio marito, vidi quanto questo fosse improbabile. E invece di sentirmi

  • entusiasta finalmente, un bambino! avvertii uno sgomento quasi sconfinato.

    La pioggia si rarefece fino a cessare.Mi girai e salii nuovamente la scala fino all'appartamento,

    dove mi accovacciai e sfilai Hayden da sotto il letto per poi rialzarmi a fatica con lui fra le braccia. Il modo in cui riusciva a divincolarsi era sconvolgente, come lo era la quantit di forza necessaria per riuscire a tenerlo in braccio, soprattutto quando inarcava il corpo in preda alla rabbia. Stavo tremando, e non a causa dell'uomo morto sulla scala. In qualche modo, riuscii a scendere i gradini e a percorrere il passaggio coperto, oltrepassando l'ancora silenzioso Martin senza dire una parola.

    Entrata in casa, allungai la mano verso la tastiera del sistema di allarme solo per scoprire che era stato disattivato. Naturalmente, non avevamo detto a Regina come attivarlo quanto meno, io non lo avevo fatto. Chiamai il 911 dal telefono della cucina, facendo saltellare su e gi Hayden con un braccio fradicio mentre usavo l'altra mano per comporre il numero. Riuscivo a stento a reggerlo, ma non potevo certo posarlo sul pavimento della cucina, e in quel momento stava urlando a tal punto che dovetti ripetere due volte.

    Se non altro, Doris non era in servizio, e la persona di turno non sapeva che quel giorno avevo gi chiamato la polizia da casa mia.

    Dopo aver riattaccato, non potei pi rimandare di prendermi cura di Hayden.

    Non sapevo cosa fare.Dal momento che le sue necessit, quali che fossero, non

    venivano soddisfatte, il bambino prese a urlare pi forte. Troppo spaventata e incerta per lasciarlo solo, uscii di nuovo barcollando nella notte, trasportando quel fagotto vivente sempre pi pesante, e aggirai ancora una volta quella cosa orribile sulla scala, il cui orrore cominciava a impallidire di fronte al mio frenetico desiderio di indurre il bambino a tacere.

  • Desiderai che Martin si riscuotesse e mi aiutasse, ma lui se ne restava l fermo con le mani sul cofano della Mercedes e lo sguardo fisso nella notte con quella strana espressione introspettiva ancora dipinta sul volto.

    La borsa dei pannolini, che adesso era notevolmente pi leggera, giaceva sul pavimento. Lieta di vederla, me l'appesi in spalla e ancora una volta trasportai l'urlante Hayden fino in casa, del tutto incapace di pensare a cosa fare dopo.

    Lui per non la smetteva di gridare.Cercai di ragionare in mezzo a tutto quel rumore. Doveva

    essere bagnato, o affamato, giusto? O entrambe le cose. In genere, non erano quelli i problemi dei neonati?

    Aprii la sacca dei pannolini e ne tirai fuori uno, poi dovetti capire come funzionava, dato che non ne avevo mai esaminato da vicino uno, e tanto meno lo avevo messo a un bambino.

    Quando ritenni di aver capito, staccai un pezzo di carta dal rotolo da cucina e lo stesi sul tavolo, poi sistemai Hayden nel centro dell'asciugamano improvvisato e procedetti ad aprire la tutina, cosa che sembrava incredibilmente complicata. Finalmente districate, sia pure con estrema difficolt, le sue gambette scalcianti, staccai gli adesivi che tenevano chiuso il pannolino.

    Accidenti! Gliene serviva uno nuovo.Dovevo pulirlo, ma con che cosa? Non potevo lasciarlo

    andare e se fosse rotolato gi dal tavolo? Ero cos assorta nel risolvere quel problema che per me le sirene delle autopattuglie in arrivo furono soltanto un rumore di fondo. Finalmente la mia mano libera trov una scatola di plastica nella sacca dei pannolini, e nell'aprirla trovai all'interno delle salviette umidificate. Evviva!

    Alcuni faticosi minuti pi tardi, Hayden era pulito e con indosso un nuovo pannolino pi o meno. Adesso stava piagnucolando, e sapevo che avrebbe ripreso a urlare se non avessi risolto il resto dei suoi problemi, quali che fossero. La

  • cosa pi probabile sembrava che fosse affamato, e d'un tratto ricordai che Regina aveva preparato tutti quei biberon nel pomeriggio.

    Dio la benedica, pensai. Se davvero mi aveva lasciato il latte gi pronto per il bambino l'avrei perdonata, qualsiasi cosa avesse fatto. Nel frigorifero c'erano quattro biberon.

    Ne scaldai uno nel microonde, come mi aveva mostrato in precedenza, e mi chiesi se lei avesse previsto la sua partenza quando si era presa il disturbo di spiegarmi cos dettagliatamente come preparare il biberon e come controllare la temperatura del latte.

    L'idea che Regina potesse aver saputo in anticipo che se ne sarebbe andata era tanto sgradevole che mi dispiacque di averci pensato.

    Sistemai Hayden sul suo seggiolino, che avevo trovato nel salotto e portato in cucina, e gli accostai il biberon alla bocca. Lui fece il resto, mentre io mi accasciavo su una sedia con la fronte appoggiata a una mano e l'altra che reggeva il biberon in quella che speravo fosse la posizione giusta.

    Sentii un rumore di passi pesanti che si avvicinavano alla porta della cucina e compresi che era ora di rispondere ad alcune domande.

    Abbassai lo sguardo su Hayden, che stava succhiando dal biberon come se esso fosse stato la risposta a tutti i problemi dell'universo.

    E desiderai poterne avere uno anch'io.

  • Capitolo terzo

    Dopo un paio d'ore di andirivieni dei poliziotti della contea, ero cos esausta, infuriata e inorridita che non riuscivo quasi pi a mettere insieme due parole, e tanto meno a fornire risposte coerenti. Martin era rimasto fuori per la maggior parte del tempo, ma a un certo punto rientr e attravers la cucina con lo Sceriffo Padgett Lanier che lo tallonava da presso; si rinchiusero nello studio dall'altra parte dell'atrio e non ne emersero per un'eternit.

    Io passai quel tempo spaventoso cercando di richiudere la tutina di Hayden e di fargli fare il ruttino tenendolo in braccio, una cosa che ricordavo si doveva far fare ai bambini dopo averli nutriti.

    Deve tenerlo un po' pi diritto sugger un giovane bruno che portava la divisa cachi del dipartimento dello sceriffo. Ho un bambino di quattro mesi aggiunse, per fornirmi le sue credenziali. Io spostai con cautela quel caldo fagotto e glielo porsi.

    Ed necessario avere sulla spalla un panno continu lui, servizievole. Gli passai appena in tempo un panno di stoffa prelevato dalla sacca, perch un istante pi tardi Hayden sorrise e con un ruttino riemp il panno di latte rigurgitato. Il giovane agente sorrise a sua volta e mi restitu il bambino. Protesi le braccia con riluttanza, perch non ero abituata al peso del piccolo e mi dolevano gi le spalle.

    Un momento pi tardi rimasi inorridita di fronte alla consapevolezza di quanto fossi viziata, quando mi resi conto che ero infuriata con Martin perch non stava facendo andare via quel bambino, e non mi stava commiserando o quanto

  • meno dando suggerimenti sul da farsi, visto che dopo tutto lui ne aveva gi avuto uno.

    Con risolutezza, mi costrinsi a provare comprensione per Martin, che aveva trovato nella nostra propriet un uomo assassinato in maniera orribile, che aveva una nipote scomparsa e sospettata di omicidio, che non era in grado di contattare sua sorella e informarla della situazione.

    E che, in aggiunta a tutto questo, aveva ancora indosso abiti fradici.

    Una volta emersa dallo stato di irritazione, incanalai i miei pensieri in direzioni meno intrise di emotivit e mi posi la domanda pi ovvia: il morto era davvero Craig, il marito di Regina? Non lo vedevo dal matrimonio. Il morto indossava jeans e una giacca di pelle non ricordavo altro del suo vestiario, ma sapevo che avrei rivisto la sua faccia nei miei sogni.

    Quando menzionai il biglietto fradicio sotto il tergicristallo a uno degli agenti che andavano e venivano in un flusso continuo, lui mi disse che si era disintegrato quando avevano cercato di districarlo.

    A poco a poco, tutti gli uomini e le donne se ne andarono, tutte le macchine lasciarono il cortile e compresi che il corpo era stato rimosso, che non c'erano altre domande a cui rispondere. Almeno per quella notte. Guardai l'orologio: era mezzanotte, appena due ore e mezza da quando avevamo lasciato la casa dei Lowry. Hayden si era finalmente addormentato, e lo avevo sistemato sul suo seggiolino, grata di avere l'opportunit di far riposare le braccia, che erano decisamente logorate da quel peso a cui non ero abituata.

    Appoggiai la testa sul tavolo e dovetti sonnecchiare, perch quando guardai di nuovo l'ora era mezzanotte e mezzo, e Martin era in piedi accanto al tavolo, lo sguardo abbassato su di me.

    Andiamo a letto disse, con voce vuota.

  • Dobbiamo recuperare il lettino portatile per il bambino gli feci notare, cercando di apparire pratica, piuttosto che seccata.

    Lui fiss Hayden quasi con stupore, come se si fosse aspettato che la polizia avesse portato via anche lui.

    Oh, mio Dio disse, stancamente.Mi morsi la lingua per non ribattere.Dopo avergli dato quello che ritenevo essere un tempo pi

    che sufficiente per offrirsi volontario, aggiunsi con voce tesa: Se lo tieni d'occhio, vado a prenderlo io. D'accordo assent Martin, con mio assoluto stupore.

    Sedette su un'altra sedia e appoggi il mento su una mano, guardando in faccia il bambino come se non ne avesse mai visto uno.

    Serrando i denti, e abbassandomi per passare sotto il nastro giallo che isolava la scena del crimine, salii ancora una volta quella scala, manovrando con cura per evitare le macchie di sangue e chiedendomi chi diavolo le avrebbe ripulite. Probabilmente sarebbe toccato a me. Stavo accumulando una buona quantit di lagnanze.

    Fu uno shock vedere il disordine che regnava nell'appartamento.

    Naturalmente, la polizia aveva cercato prove relative al crimine e a dove poteva trovarsi Regina non so perch mi fossi aspettata che avrebbero lasciato tutto in ordine.

    Scuotendo il capo in segno di disgusto per la mia stessa ingenuit, afferrai un arnese appiattito che supposi essere il lettino portatile, che aveva un rettangolo di plastica bianco con le istruzioni per il montaggio attaccato a un affare pastello che sembrava una sorta di paraurti. Ne fui pateticamente grata.

    Ero cos terrorizzata all'idea di non sentire il bambino, se di notte si fosse svegliato, che montai faticosamente il lettino proprio accanto al nostro letto. Martin non fece commenti.

  • Se non altro, mi aveva seguita di sopra trasportando la sacca per i pannolini, e riuscii ad adagiare Hayden nel lettino senza svegliarlo. Per un singolo istante, prima che lo sfinimento avesse il sopravvento, riuscii a percepire Hayden come un bambino e non come un enorme problema.

    Per quell'unico istante vidi la liscia pelle chiara, le dita minuscole, le piegoline del collo, e quell'insieme mi tolse il respiro.

    Poi lui torn ritorn a essere una creatura spaventosamente fragile di cui ero (a quanto pareva) la sola responsabile, e di cui non sapevo assolutamente come fare a prendermi cura. Sospirando, mi spogliai, gettai i vestiti nel cesto dei panni sporchi, in bagno, e mi infilai la camicia da notte azzurra, poi mi lavai i denti e mi accasciai sul letto. Recepii a stento che Martin stava spegnendo la luce prima di trovare rifugio nel sonno.

    Era la nostra accetta? mi stava chiedendo Martin. Uhmmm? Roe, quella era la nostra accetta?Riflettei, con la testa ancora adagiata sulle braccia. Mi

    sentivo calda e a mio agio, ma non appena mi svegliai davvero l'infelicit fu pronta a balzarmi addosso. Mi girai e mi raggomitolai contro mio marito.

    Non lo so risposi, con la faccia contro il suo petto. Lui dorme con indosso soltanto i pantaloni del pigiama.

    Martin mi circond distrattamente con le braccia, il mento che mi accarezzava la sommit della testa.

    Spero che non lo fosse disse. Non stata lei. Cosa te lo fa pensare? Martin non appariva agitato,

    soltanto curioso.

  • Non avrebbe abbandonato il bambino, giusto? E non avrebbe lasciato neppure tutta la sua roba dichiarai, con maggiore fermezza.

    Per quella che scomparsa la sua auto, non quella con cui arrivato Craig.

    Quella era la macchina di Craig? chiesi, ma Martin non si prese la briga di rispondere.

    Craig era arrivato fin l in qualche modo, non era certo caduto dal cielo.

    Non che uno scenario di quel genere mi fosse ignoto, dato che un corpo era effettivamente caduto dal cielo, e nel mio giardino, l'anno precedente. Per mi sembrava improbabile che succedesse due volte, perfino a me.

    Quindi, ragionai, Craig aveva seguito Regina, sulla sua macchina. Forse Regina lo aveva lasciato e lui voleva riprendersela, avevano litigato e Regina aveva preso l'accetta che come rientrava l'accetta in quel quadro? Dove si era trovata, prima di atterrare nel centro della fronte di Craig?

    D'accordo, dovevo ignorare l'immagine mentale. Supposi che Craig avesse minacciato Regina con un'accetta prelevata dalla sua stessa auto "Torna indietro se non vuoi che ti ammazzi" e che lei fosse riuscita a sottrargliela e a usarla per ucciderlo.

    Mentre lui se ne stava passivamente fermo sotto di lei, sulle scale?

    E poi lei aveva scritto un biglietto per suo zio ed era fuggita, lasciando il suo bambino affidato a chiunque fosse entrato nell'appartamento?

    D'accordo.Craig aveva portato con s un amico che aveva una cotta per

    Regina. Quell'amico aveva preso un'accetta, ucciso Craig e rapito Regina, ma non aveva voluto addossarsi il peso costituito da Hayden. Oppure, quell'amico non aveva neppure

  • saputo del bambino, e per salvarlo Regina aveva trovato un momento per nasconderlo sotto il letto.

    Mi pareva che quello scenario coprisse ogni dettaglio. Riferii a Martin la mia teoria.

    Questo scagionerebbe Regina osserv, come se quella fosse stata una possibilit molto remota. Tuttavia, parve appena un po' pi speranzoso. Sono certo che se ne sia andata perch qualcuno l'ha costretta a farlo. Non posso credere che avrebbe abbandonato il bambino, a meno di esserci obbligata. Martin mi baci la fronte in segno di gratitudine, ma il braccio sotto il mio collo rimase duro come un tronco per la tensione.

    Decisi di allentarla nel modo migliore, sfiorandogli un capezzolo con le labbra. Lui trattenne bruscamente il respiro e la sua mano libera trov qualcosa di piacevole da fare.

    Eh ciangott una vocetta, dietro di me.Emisi uno strillo acuto. il bambino disse Martin, dopo un momento carico

    di tensione. Nella culla. Accanto al letto. Eh! ripet Hayden. Rotolai sul fianco e vidi due

    manine agitarsi nell'aria. Oh, no no no gemetti, mentre ogni pensiero relativo al

    sesso mi volava via dalla testa come ratti che abbandonassero una nave che affondava. Non so cosa fare. Tu avevi un bambino, devi aiutarmi.

    Era Cindy a occuparsi di Barrett, da piccolo.Perch non ne ero sorpresa? Avevo sempre troppa paura di fare qualcosa per lui,

    perch era cos piccolo. Era prematuro di tre settimane. Quando cresciuto abbastanza, quando mi sono sentito sicuro di non potergli fare male per sbaglio, ormai Cindy e io avevamo preso l'abitudine che fosse lei a occuparsene, a lavarlo, a nutrirlo e a cambiargli i pannolini.

  • Assurdamente, non fu l'ignoranza di Martin su come si accudiva un bambino a farmi venire le lacrime agli occhi, bens il pensiero che lui e Cindy avevano condiviso quelle esperienze: la nascita di Barrett, la preoccupazione per la sua salute e la paura per la sua sopravvivenza dopo la nascita prematura, la sua lenta crescita e i suoi miglioramenti sotto gli occhi vigili dei genitori. Lui aveva avuto tutto questo con lei, ma non lo avrebbe mai avuto con me.

    Non ero mai stata gelosa di Cindy, prima di allora, e di certo avevo scelto il momento sbagliato per cominciare a esserlo.

    Sentendomi gi stanca, prelevai Hayden dal lettino portatile di certo si era fatto pi pesante durante la notte e lo adagiai sul letto accanto a Martin mentre recuperavo la vestaglia. Quando mi girai, Martin si era sollevato su un gomito e stava guardando il bambino, offrendogli un dito perch lo afferrasse, e Hayden lo stava studiando a sua volta con espressione solenne. Indugiai a guardarli per un lungo momento, sentendo il cuore che mi si spezzava lungo parecchie crepe diverse.

    Volsi loro le spalle per raccogliere la mia abbondante capigliatura in una coda con un elastico, perch la notte precedente Hayden aveva mostrato la tendenza ad afferrarmi e tirarmi i capelli, esperienza che non avevo apprezzato. Poi legai la cintura della vestaglia di velour nero e mi chinai con cautela per prelevare il piccolo dal letto.

    Quanto tempo pensi che abbia? chiesi, sorpresa di non sapere neppure l'et del bambino.

    Non ne ho idea replic Martin, fissando il piccolo ed eseguendo qualche confronto mentale. Sembra un po' pi piccolo di quello di Bubba e di Lizanne.

    Avevo anch'io la stessa impressione. Magari ha un mese? azzardai.Lui scroll le spalle nude.

  • La gente lo chieder dissi, con voce che suonava gi stanca ai miei stessi orecchi. Lo fanno sempre.

    Oh, Dio. Martin rotol supino e si premette le mani sulla faccia, come a proteggerla dal mondo.

    Farai meglio a chiamare Cindy suggerii, cercando di usare un tono pratico. Regina ha in certo modo sottinteso che erano intime, e forse lei ci potr dire qualcosa di pi su questo bambino. Forse sa perfino come contattare Barby.

    Scesi le scale con cautela, usando una mano per tenere sollevate la camicia da notte e la vestaglia e tenendo premuto Hayden contro il mio petto con il braccio libero. Mi sentii sollevata quando arrivai in fondo alle scale sana e salva, e anche scioccamente ottimista di fronte a quel buon presagio.

    Qualcuno buss con discrezione. Quel modo di bussare era inconfondibile: mia madre.

    Disattivai l'allarme e aprii la porta.Mia madre, Aida Brattle Teagarden Queensland, ha

    cinquantasette anni, incantevole, e somiglia a Lauren Bacali nei suoi momenti migliori. intelligente, acuta, e con i suoi soli sforzi ha ammassato una piccola fortuna. Le voglio bene, e lei ne vuole a me, ma viviamo su pianeti diversi.

    Hanno trovato la ragazza? chiese, venendo dentro."La ragazza" doveva essere Regina. No, non che io sappia. Mi sono appena alzata spiegai,

    anche se non era necessario. Martin ancora a letto? Mia madre lanci un'occhiata

    all'orologio: erano le nove e mezzo. Abbiamo fatto tardi, ieri sera le ricordai. Dopo che era

    arrivata la polizia, avevo chiamato mia madre appena avevo potuto per evitare che apprendesse la notizia da qualcun altro.

    Lei protese le braccia in un gesto perentorio, e io le consegnai il piccolo. Adesso, aveva tre nipoti (dai figli di John) e con mio stupore li amava molto.

  • Guard il bambino che, meraviglia delle meraviglie, ricambi il suo sguardo in silenzio.

    Ha due, forse tre settimane sentenzi brevemente mia madre, adagiandolo sul seggiolino che troneggiava ancora nel centro del tavolo. Hai latte in polvere?

    Regina ha preparato un po' di latte prima di Mi interruppi, in preda alla confusione. Prima di assassinare il marito e di fuggire? Prima di essere rapita dagli alieni