Auguri dal Ciad di Don Costantino per il Vanoi 2011 12 1

2
CASA DOLCE CASA CASA CIADIANA MEZZI DI TRASPORTO E VOLTINATALE 2011 DAL CIAD Carissimi, mi fa piacere scrivere e pensare a voi tutti che da così poco tempo ho lasciato. Le relazioni costruite negli anni passati insieme sono un dono prezioso del Figlio di Dio che facendosi uomo ci ha riuniti nell’unica famiglia. Grazie ad internet il mondo si è fatto più piccolo, così ho ricevuto la vostra lettera con tutti i saluti: che nostalgia nel leggere tutti quei nomi. Sono arrivato all’aeroporto di N’Djamena il 12 ottobre e dopo una brevissima visita alla parrocchia sono venuto qui a Doba (città del sud del Ciad) per il corso di iniziazione alla cultura e lingua ngambay. Il giorno di Natale inizierò concretamente a Keuni. Riconoscere la cultura di un popolo è molto importante anche in contrapposizione ai colonizzatori che hanno giustificato la schiavitù e l’oppressione sostenendo che le persone dalla pelle nera sono dei selvaggi sottosviluppati senza cultura, quindi sotto-uomini. Impressiona che ancora nel IXX secolo san Daniele Comboni dovesse scrivere al papa per convincerlo che gli africani sono persone, con un corpo e “un’anima.” Ma se non stiamo attenti il nostro stesso linguaggio è ancora pieno di razzismo: quante volte per offendere una persona abbiamo detto (o sentito dire) “sei proprio uno zulù”, quando gli zulù sono un grande popolo. Anche se siamo evidentemente in un paese povero non manca nulla del necessario. Dopo un po’ ci si abitua a mangiare tutti dalla stessa padella prendendo il cibo con le mani e a non fare gli schizzinosi. L’importante è che la salute non venga meno, perché le parole sanità od ospedale sono sconosciute. Gli adulti sono molti forti mentre la mortalità infantile è molto alta. La cultura ngambay crede nel ritorno dei morti. Se la persona che muore non aveva determinate condizioni di “santità” non camminerà verso il villaggio degli antenati, ma ritornerà in un bambino. Se il bambino muore non è causa della poca igiene, delle malattie o della malnutrizione, ma perché il progenitore non è contento della famiglia nella quale si è “reincarnato” e quindi torna nel regno dei morti.

description

Carissimi,mi fa piacere scrivere e pensare a voi tutti che da così poco tempo holasciato. Le relazioni costruite negli anni passati insieme sono un donoprezioso del Figlio di Dio che facendosi uomo ci ha riuniti nell’unica famiglia.Grazie ad internet il mondo si è fatto più piccolo, così ho ricevuto la vostralettera con tutti i saluti: che nostalgia nel leggere tutti quei nomi.

Transcript of Auguri dal Ciad di Don Costantino per il Vanoi 2011 12 1

Page 1: Auguri dal Ciad di Don Costantino per il Vanoi 2011 12 1

CASA DOLCE CASA CASA CIADIANA

MEZZI DI TRASPORTO …

E VOLTI…

NATALE 2011 DAL CIAD

Carissimi,

mi fa piacere scrivere e pensare a voi tutti che da così poco tempo ho

lasciato. Le relazioni costruite negli anni passati insieme sono un dono

prezioso del Figlio di Dio che facendosi uomo ci ha riuniti nell’unica famiglia.

Grazie ad internet il mondo si è fatto più piccolo, così ho ricevuto la vostra

lettera con tutti i saluti: che nostalgia nel leggere tutti quei nomi.

Sono arrivato all’aeroporto di N’Djamena il 12 ottobre e dopo una

brevissima visita alla parrocchia sono venuto qui a Doba (città del sud del

Ciad) per il corso di iniziazione alla cultura e lingua ngambay. Il giorno di

Natale inizierò concretamente a Keuni. Riconoscere la cultura di un popolo è

molto importante anche in contrapposizione ai colonizzatori che hanno

giustificato la schiavitù e l’oppressione sostenendo che le persone dalla pelle

nera sono dei selvaggi sottosviluppati senza cultura, quindi sotto-uomini.

Impressiona che ancora nel IXX secolo san Daniele Comboni dovesse scrivere

al papa per convincerlo che gli africani sono persone, con un corpo e

“un’anima.” Ma se non stiamo attenti il nostro stesso linguaggio è ancora

pieno di razzismo: quante volte per offendere una persona abbiamo detto (o

sentito dire) “sei proprio uno zulù”, quando gli zulù sono un grande popolo.

Anche se siamo evidentemente in un paese povero non manca nulla

del necessario. Dopo un po’ ci si abitua a mangiare tutti dalla stessa padella

prendendo il cibo con le mani e a non fare gli schizzinosi. L’importante è che

la salute non venga meno, perché le parole sanità od ospedale sono

sconosciute. Gli adulti sono molti forti mentre la mortalità infantile è molto

alta. La cultura ngambay crede nel ritorno dei morti. Se la persona che

muore non aveva determinate condizioni di “santità” non camminerà verso

il villaggio degli antenati, ma ritornerà in un bambino. Se il bambino muore

non è causa della poca igiene, delle malattie o della malnutrizione, ma

perché il progenitore non è contento della famiglia nella quale si è

“reincarnato” e quindi torna nel regno dei morti.

Page 2: Auguri dal Ciad di Don Costantino per il Vanoi 2011 12 1

Solo da questo esempio si capisce come la cultura ngambay non può

essere accolta tutta nel cristianesimo perché la resurrezione è incompatibile

con la reincarnazione.

Molto bella ed evangelica è invece la solidarietà, l’accoglienza e

l’aiuto intra-familiare. Quando qualcuno va da un villaggio all’altro o in città,

non cerca un albergo, ma semplicemente va a trovare qualche parente che

vive la ed è sicuro di trovare da mangiare e da dormire. Quando una persona

va a trovare un’altra in Ngambay dice: trattati come tratteresti uno

straniero, perché lo straniero è sacro e degno della migliore accoglienza.

Nessuno, anche se affamato, uccide l’ultimo pollo perché potrebbe venire

uno straniero e non avrebbe nulla da offrirgli. Il risvolto negativo è c’è

sempre chi se ne approfitta cercando la solidarietà degli altri senza fare la

propria parte.

La chiesa è molto giovane in tutti i sensi. Giovane per la quantità di

bambini che ci sono, giovane perché la sua storia ha superato da poco i 50

anni. Oggi ho celebrato in una parrocchia appena nata: era la prima messa di

quella comunità. Naturalmente non c’è ancora la chiesa in mattoni, ma solo

un palco come presbiterio e delle panche in cemento sotto delle tettoie di

paglia per 500 persone a sedere (i 200 che sono arrivati tardi sono rimasti in

piedi). Domenica prossima ci sarà il vescovo per la benedizione dell’ “aerea

sacra” e ci saranno almeno 1500 persone. Questi numeri sono

assolutamente normali.

Essendo ancora alla prima evangelizzazione i problemi non mancano.

Non c’è stato il tempo materiale per la nascita di clero autoctono e la

maggior parte dei sacerdoti sono ancora missionari che vengono dall’estero.

Il vangelo è stato accolto molto velocemente, ma non tutti i valori cristiani

sono accolti nella vita. Diventare cristiano è stata anche una forma di difesa

contro l’islamizzazione proveniente dal Sahara. Per la scarsità di sacerdoti è

necessariamente una chiesa molto laicale. Le parrocchie sono divise in

settori e colui che ha effettivamente il polso della situazione e l’autorità

riconosciuta per intervenire, è l’animatore di settore, ma sempre in

comunione con il parroco. Il sacerdote è sempre atteso per l’eucaristia e per

le confessioni. (Dopo 7 anni di vacanza dalle confessioni in Vanoi mi fanno

recuperare!). L’apporto del laicato nell’annuncio del vangelo è proprio una

bella testimonianza.

I problemi sociali di povertà non mancano, ma non ne voglio parlare

per sentito dire, ma raccontare quello che vedrò con i miei propri occhi. La

prima cosa che ho scoperto è che gli stipendi sono troppo bassi anche in

rapporto al costo della vita. Una bicicletta costa quanto lo stipendio minimo

mensile stabilito per legge. ( 90€/mensili è il minimo stabilito per legge da

pochi mesi e sono ancora pochi quelli che riescono a prenderlo)

Le cose da raccontare non mancano, ma qualcosa lo devo pur

lasciare per la prossima lettera!

Auguro a tutti un santo Natale, che il figlio di Dio fatto uomo possa

diventare carne nei nostri pensieri e azioni quotidiane.

Don Tino

CIAO DA TUTTI NOI !!!!