Attualità Luglio-Agosto 09-16

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ARTI FIGURATIVE E ATTUALITA L’ATTUALITÀ, pag. 9 N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013 , Il periodico L’Attualità, essendo assolutamente libero da sudditanze di vario genere, è un organo di stampa interamente autofinanziato “SULLA VIA DELLA SETA”: MOSTRA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le ripide montagne e i pericolosi deserti dell’Asia centrale per scambiare beni di lusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli lontani: fu così che a poco a poco si creò quella rete di percorsi riassunti poi sotto il sug- gestivo termini di “Via della Seta”. La mostra organizzata con l’Ameri- can Museum of Natural History ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C. e racconta al pubblico la grande storia della Via della Seta, tra merci preziose e usanze quotidiane, meraviglie naturali e straordinarie città, scoperte scientifiche e credi religiosi, storie di singoli uomini dal destino affascinante e di in- teri popoli: un percorso che aiuterà a legare la prima esperienza di glo- balizzazione della Storia alla complessità dell’economia e della cultura contemporanee. Attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo: Chang’an, l’odierna Xi’an, la capitale cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città- oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale; e infine Baghdad, capitale del mondo isla- mico e sede del califfato. Il mito dell’Oriente ha origini lontane. Agli occhi dell’Europa medievale, l’Asia misteriosa è stata culla di mostri, ma anche scrigno che custodiva infinite ricchezze, prima fra tutte la seta. Lungo il percorso della mostra si parte dalla capitale della dinastia Tang, situata nel cuore della pianura cinese e contraddistinta da tolleranza re- ligiosa e una solida struttura amministrativa. I numerosissimi reperti di statuine raffiguranti cammelli carichi di merci e palafrenieri, dignitari, at- tori, musici con tratti marcatamente stranieri, creano un’immagine viva e movimentata della metropoli da cui partivano le carovane dirette a nor- dovest. Grazie al suo sofisticato sistema di irrigazione, l’oasi di Turfan, situata sulla rotta a nord del terribile deserto Taklamakan, diventò uno dei grandi centri commerciali della Via della Seta. La ricostruzione fedele di un “karez” di irrigazione consente al visitatore di rendersi conto della portata di quest’invenzione, che ha permesso la trasformazione di piccole oasi in centri urbani circondati da terreni agricoli. Situata nell’odierno Uzbekistan, Samarcanda era il cuore della civiltà sogdiana, i cui mercanti arrivavano fino in India, in Persia e in Cina. Vi si poteva trovare ogni bene di lusso e genere di svago, ma la città rappresentava anche uno dei più importanti punti d’incontro tra culture lontane. La mostra mette in evidenza come l’uso della carta abbia reso possibile la documentazione di transazioni commerciali e la trasmissione di testi sacri. Noi europei siamo una popolazione stanziale ma amiamo i viaggi in modo viscerale e profondissimo; conserviamo in qualche angolo nascosto della nostra anima una vocazione di nomadismo. La sezione realizzata in esclusiva per la tappa italiana, mette a fuoco il rapporto tra la Via della Seta e l’Ita- lia all’epoca dell’impero mongolo, quando un gruppo di mercanti italiani si stabilì nella Cina dominata da Kubilai Khan, il”signore dei signori” che Marco Polo tanto ammirava. Maria Rosa Nicastri VENEZIA 2013 - UNA BIENNALE CON MOLTO DA VEDERE Apre la Biennale d’Arte di Venezia (1° giugno - 24 novembre, 55a Edizione), con mostre permanenti e decine di iniziative collaterali. Sono prota- gonisti 88 Paesi di tutto il mondo, con la presenza per la prima volta della Santa Sede Vaticana, con una mostra alla Sala d’Armi. Grande caos sotto il cielo. Sconosciuti e irregolari a fianco dei divi, una sfida tra dilettanti e artistar. Inanzitutto una scommessa che potrebbe sovvertire le regole. Co- munque una delle kermesse più discusse e maltrattate dalla critica; una Biennale da rivedere, parola di critico, anche quest’anno, tra l’altro il budget istituzionale per le mostre, è di circa 1,8 milioni di euro, contro quello di circa 14 milioni, della cugina tedesca “Documenta”. Pensare di fare una Biennale di questi tempi con 1,8 milioni è impensabile. L’Ufficio Stampa della Biennale ha ritenuto indispensabile chiarire, precisando che il budget complessivo della Biennale d’Arte 2013, è di 13,5 milioni di euro, dei quali l’85 per cento, finanziati con risorse proprie. E se vogliamo fare un con- fronto con Documenta di Kassel, va ritenuto che tale manifestazione ha luogo ogni cinque anni, non ogni due. Non è mica colpa dell’arte se in Italia il governo dà meno importanza che in Germania. Ad una mia proposta di Legge, che ho trasmesso ad una Organizzazione Intergovernativa tra le Nazioni (P.M.S.P., Nuova Società della Nazioni), quel loro Dicastero della Cultura si farà portavoce presso il Ministero competente nazionale, per suggerire un’urgente intervento riformatore sulla Biennale di Venezia, in sintesi articolato in tre parti : a) Poltrone non più occupate da cariche po- litiche, ma occupate da figure che, da una parte riflettono le diverse anime, di cui la Biennale è fatta (arti visive, architetture, musica, ecc.). Dall’altra, soggetti che rappresentino le realtà private disposte a sostenere le Fondazioni con donazioni economiche; b) Portare a livelli internazionali di gestione e offerta musei, come Uffizi o Accademia di Brera; c) Investire sull’Insegnamento della arti nelle scuole, a partire dall’istruzione elementare o primaria, creando una sorta di “arte dell’obbligo”. La Biennale Veneziana ha inaugurato la vernice e aperto al pubblico dal 1° giugno ai Giardini dell’Arsenale” di Venezia. Il titolo scelto dal Curatore Massimiliano Gioni è : Il Palazzo Enciclopedico, a voler prendere le distanze dalle ultime edizioni della Biennale, dove le artistar facevano da padrone, e ipotizzare una grande collezione da museo trasversale e policentrico. A ispirarlo pare sia stata una mostra curata da Jean Clair che, nel 1996, fu bollata come passatista e reazionaria dalla critica, dal titolo:”Identità e alterità”. A distanza di 18 anni è proprio Gioni, il delfino del pensiero anticontemporaneo, protagonista di memorabili polemiche contro il sensazionalismo e la provo- cazione fine a se stessa, ad avere stimolato l’eredità di Clair: meno Arte Povera, minimalismo, concettuale astruso o astratto, l’insopportabile video arte. E’ una mostra dallo spiccato taglio antropologico. 120 sono i debuttanti, 40 non sono viventi. Potrebbe essere una Biennale perfetta, da uno spettacolare “molto da vedere, nulla da scoprire”; una grande ricognizione sulla memoria delle immagini. Un’enorme mostra per un prestigioso museo. L’apertura del Padiglione Italia, quest’anno, a detta dei critici, è quanto mai sofferente. Affidato alle cure di Bartolomeo Petromarchi, direttore quarantacinquenne del Macro, museo romano dedicato alla contemporaneità, il nostro padiglione nazionale, spostato non più ai Giardini, ma alla fine dell’Arsenale, sembra personificare un altro simbolico e atteso segnale del rinnovamento, ribadendo un aspetto tipico del Dna italico, la evoluzione senza intoppi, nel rispetto della tradizione. Il progetto espositivo infatti, è intitolato ‘Vice Versa’, proprio per sottolineare il carattere ereditario di alcuni segni e di altre idee che, trasformati dalle individualità e dagli anni che passano, avvicinano gli artisti a generazioni sofferenti. “Biennale perfetta”, a detta dell’attuale corrente critica, partendo dalla rinnovazione delle Corderie, un make upe pulitissimo dell’architetto Annabelle Selldorf, colei che negli ultimi anni ha progettato tutto il mondo dell’arte di Manhattan, dalle case dei grandi galleristi e collezionisti alle più im- portanti gallerie di Chelsea. “Art is Art …”, secondo l’aforisma del pittore espressionista astratto Ad Reinhardt, “...Everything else is everything else “ (Il resto è resto). Includendo un altissimo numero di cosiddetti “outsider”, cioè di artisti non conclamati, ovvero coloro che producono arte per motivi diversi da quelli di un artista di professione. Dunque l’artista non è solo espressione di un accordo tra mercanti, musei e fondazioni, alcuni hanno fatto arte con diverse motivazioni: necessità esistenziali, un vissuto bordeline. Nella preparazione di questa Biennale e nei luoghi di soggiorni in America, Massimiliano Gioni ha detto di avere visitato quei Musei di Folk Art, che costituiscono la base dell’antropologia culturale degli States. E in mancanza di Pinacoteche storiche, si raccolgono le tracce del passato. Qui il curatore fa entrare in rotta di collisione le arcistar superstiti che hanno attraversato buona parte del XX secolo: la svedese Hilma af Klint, esperta in filosofie esoteriche; Levi Fisher Ames, ebreo americano, autore di un bestiario fantastico alle Borges, l’africano amico di Alighiero Boetti, straordinario disegnatore naif; Aleister Crowley esoterico tra i fondatori dell’occultismo; il fotografo belga Norbert Ghisoland, ossessionato dal tema del doppio; Emma Kunz, svizzera, guaritrice, attraverso la terapia dei colori; Augustin Lesage, proveniente da una famiglia di minatori, analfabeta, divenuto per “ispirazione divina”, assertore dell’arte medianica; e infine Carol Rama, che torna dopo dieci anni a Venezia, simbolo di una femminilità trasgressiva, ma comunque appartata. Da questo e imprevisto match, chi sarà il vincitore ? Se gli outsider cominceranno a valere qualcosa, dal punto di vista della critica e del mercato, o se la loro inclusione a Venezia rappresenterà un’anomalia, una trovata, quando ci sarà da fare conti, sarà sempre il sistema a determinare il valore reale, e premiare come sempre insider e arcistar ? Nel nostro Padiglione Italia. Il lavoro di maestri riconosciuti come Giulio Paolini, Gianfranco Baruchello, Fabio Mauri e Luigi Ghirri, confrontabili con una prospettiva doppia attraverso Tirelli, Elisabetta Benaso, Francesco Arena e Luca Vitone, accomunati da altrettanti binomi tematici, capaci di servire uno dopo l’altro, le caratteristiche più tipiche della nostra produzione artistica. Luigi Ghirri con una serie di pubblicazioni ha ribadito la grandezza della sua fotografia, struggente, appassionante e schiva. Lo stesso Baruchello, continua a sorprendere per la ricchezza del suo percorso. Tutti gli artisti viventi, altro elemento importante, hanno prodotto una nuova opera alla Biennale ( 12 lavori inediti, poco tecnologici, ma ad alto contenuto di teatralità). Suoni, rumori, voci e odori, riempiono lo spazio del Padiglione Italiano, grazie a quattro performance e alle grandi installazioni capaci di sedurre il visitatore, sollecitandone ogni senso, ma senza indugiare in at- mosfere barocche. Nonostante le 14 presenze, il percorso è scandito da una decisa nitidezza. Ultima nota, il risultato del finanziamento collettivo (crow funding) sperimentato quest’anno, che ha visto partecipare 248 persone, per un totale di 190 mila euro, tutti utilizzati per produrre le opere degli artisti: basta prendere il vaporetto sul Canal Grande, e rispetto al passato sembra essersi ridotta la quantità di drappi rossi che segnala quei palazzi che ospitano padiglioni stranieri o mostre collaterali, per cui la rincorsa è ancora più faticosa tra calli e canali. Ma per valer la pena, come nel caso dell’Islanda con Katrin Sigurdardottir a Palazzo Zenobio, la collettiva di giovani iracheni a Ca’ Dandolo; e soprattutto l’Irlanda con Richard Mosse al Fondaco Marcello, un’installazione a raggi infrarossi realizzata in Congo, in un teatro di guerra. L’installazione “We sit starving amidstour gold, dell’eccellente inglese Deller nel Padiglione britannico, è una vendetta sociale “ scherza sullo yacht di Roman Abramovic” raggiunto da un gigante iracondo e scaraventato in laguna, che si riprende la rivincita contro lo yacht che, nel 2011, ormeggiato nel molo dei Giardini, aveva suscitato le ire dei veneziani. Il clima che si respira, più che ad una mostra d’arte assomiglia a quello di un’Expo commerciale, dove sono state costruite scenografie spettacolari e ritrovati tecnologici, segno che l’arte, se non è accompagnata da una forte impronta curateriale, può confondersi con i mobili dell’Ikea o dell’EuroTroni, con le applicazioni per tablet o pc. . Effetti Fiera, tra cui la Germania, che però ospita il sopravalutatissio spazio cinese. A detta della critica, meno convincenti del solito Israele, Canada e soprattutto il Padiglione USA, che dedica la personale della scultrice Srah Sze, intervenuta sullo spazio modificandone l’andamento con una serie di macchine non particolarmente originali, a differenze dell’artista belga, una signora di gran classe, Berlinda Bruyckere che mostra la metamorfosi di un enorme albero abbattuto; e che per questa drammatica installazione ha voluto essere accompagnata da un testo del Premio Nobel John Coetzee. Ancora di distruzione parla il Giappone, rievocando lo tsunami con Koki Tanaka. Però il migliore è senz’altro, non è la prima volta, al Padiglione allestito al’Arsenale, quello cileno di Alfredo Jaar : in mezzo a una sala una grande vasca da cui emerge, a cadenze temporali, predeterminate, il plastico delle sedi espositive della Biennale in un prossimo futuro, nello scenario di una Venezia immersa dall’acqua. Si deduce che molti hanno puntato sul grottesco e spettacolare, anche se siamo in piena retromania, mentre altrove, si plaude al lavoro filologico, che recupera una pari stabilità verso la curatela delle opere dell’arte contemporanea. Qui, sempre più ancorata al bisogno affannoso del passato. La prima volta del Vaticano, accompagnata da dubbi e da polemiche che da sempre seguono la vita e la storia della Biennale di Venezia, il Padiglione della Santa Sede, ordinato dal Card. Gianfranco Ravasi e curato da Antonio Paolucci (con la direzione di Micol Forti e Pasquale Iacobone), è una sorpresa e una risposta allo stesso tempo. Dice Ravasi: “Un fortunato destino ha voluto che il nostro Padiglione Vaticano si sia rivelato esser proprio adiacente all’Argentina”. Un tema, la “Creazione”, che è assolutamente in linea col titolo e col gusto della Biennale Internazionale. Ecco i tre artisti espositori: Carol Koudelka e Studio Azzurro, oltre Tano Festa, in una rivisitazione pop della Cappella Sistina. Le fotografie del ceco Koudelka privilegiano gli aspetti più drammatici del rapporto tra uomo, tempo e Natura, mentre le partiture monocrome di Karrol, australiano che vive negli Stati Uniti, artista non figurativo, potremo dire quasi informale, affidano a quattro Wall pinting, una riflessione sulle “sensazioni” dell’attesa della sfida e della gioia. Alfredo Pasolino MOSTRA SCULTOREA “PERCORSI INTERIORI” DI GUASCA Con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio – di Arthotel - di UN.IAC-del Movimento Salvemini Con l’organizzazione dell’AN- PEFSS cultura e sport - Vernissage: mercoledì 19 giugno ore 18,00 - Titolo:“Percorsi interiori”. Sede mostra: ARTHOTEL Via Margutta, 56 - ROMA - Apertura: tutti i giorni: 09-22,00 - Periodo espositivo: dal 19 giugno al 10 luglio 2013 - Ingresso Libero - Per info:0686201677- 0686216014-3333784331 - Ufficio stampa: [email protected] - IN VIA MARGUTTA LE SCUL- TURE DI GUASCA Le singolari sculture create da Gua- sca parlano un linguaggio miste- rioso ed antico. Forte è la coerenza tra spazio-forma e tra i raccordi di pieno e vuoto. Opere che hanno in loro una forza dinamica che si esprime appieno nei volumi solidi. Guasca, superando il realismo so- cialista o sociale, entra con forza in quel realismo esistenziale nel quale si sente inserita e coinvolta perso- nalmente. La sua grande forza espressiva non si limita a riprodurre il reale ma tende ad interpretare la realtà sia all’esterno che all’interno e le sue figure appaiono comunque nella loro intimità. L’uomo e la mi- tologia sono senza dubbio all’epi- centro del suo pensiero. L’artista guarda attentamente la vita quotidiana, e si contrae psicologicamente di fronte alla corruzione e alla falsità che ne caratterizzano i contorni La sua è una ricerca che, dominando la rabbia dal suo profondo rosso, dà vita ad opere eleganti ,che comunque esprimono una condanna netta. I volti dell’uomo con il pieno ed il vuoto, contrapposti, indicano chiara- mente come oggi alla bella apparenza si opponga un volto diverso che rappresenta i mali esistenziali. Coraggiosa nella sua espressione arti- stica, la scultrice romana alterna passaggi dolci a quelli decisamente cruenti, che riescono a trasmettere stati d’animo e sensazioni più sincere e meno amare, pur se l’esistenziale della società odierna, che ella riesce a narrare, a volte assume aspetti allucinanti. Su tutto aleggia uno strug- gente sentimento di solitudine che è una specie di palcoscenico di una umanità che vive, che gode, che soffre: un vero e proprio documento del mondo di questo inizio di nuovo secolo di cui Guasca si trova an- ch’essa interprete e protagonista. Liana Botticelli, Ritratto di “Clown” Per informazioni rivolgersi a: [email protected] Tel. 06.6620020 cell. 339.4934678 Angelo Chiauzzi, Ritratto di Luisa Piccarreta, serva di Dio, nata a Corato (Bari) il 23 aprile 1865 e morta il 4 marzo 1947 Per informazioni rivolgersi a: [email protected] You tube chiauzzi Via Augusto Vera, 41 00142 Roma Mario Contini, “Il Faro” (olio su tela) Per informazioni rivolgersi a: Studio d’Arte Tel. 0789.596127 cell. 336.812356

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Il periodico L’Attualità, essendo assolutamente liberoda sudditanze di vario genere, è un

organo di stampa interamente autofinanziato

“SULLA VIA DELLA SETA”: MOSTRAAL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le ripidemontagne e i pericolosi deserti dell’Asia centrale per scambiare beni dilusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli lontani: fu cosìche a poco a poco si creò quella rete di percorsi riassunti poi sotto il sug-gestivo termini di “Via della Seta”. La mostra organizzata con l’Ameri-can Museum of Natural History ripercorre il lungo viaggio da orienteverso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C. e racconta alpubblico la grande storia della Via della Seta, tra merci preziose e usanzequotidiane, meraviglie naturali e straordinarie città, scoperte scientifichee credi religiosi, storie di singoli uomini dal destino affascinante e di in-teri popoli: un percorso che aiuterà a legare la prima esperienza di glo-balizzazione della Storia alla complessità dell’economia e della culturacontemporanee. Attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo:Chang’an, l’odierna Xi’an, la capitale cosmopolita della dinastia cinesedei Tang; Turfan, città- oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grandecentro mercantile e culturale; e infine Baghdad, capitale del mondo isla-mico e sede del califfato. Il mito dell’Oriente ha origini lontane. Agliocchi dell’Europa medievale, l’Asia misteriosa è stata culla di mostri,ma anche scrigno che custodiva infinite ricchezze, prima fra tutte la seta.Lungo il percorso della mostra si parte dalla capitale della dinastia Tang,situata nel cuore della pianura cinese e contraddistinta da tolleranza re-ligiosa e una solida struttura amministrativa. I numerosissimi reperti distatuine raffiguranti cammelli carichi di merci e palafrenieri, dignitari, at-tori, musici con tratti marcatamente stranieri, creano un’immagine vivae movimentata della metropoli da cui partivano le carovane dirette a nor-dovest. Grazie al suo sofisticato sistema di irrigazione, l’oasi di Turfan,situata sulla rotta a nord del terribile deserto Taklamakan, diventò uno deigrandi centri commerciali della Via della Seta. La ricostruzione fedele diun “karez” di irrigazione consente al visitatore di rendersi conto dellaportata di quest’invenzione, che ha permesso la trasformazione di piccoleoasi in centri urbani circondati da terreni agricoli. Situata nell’odiernoUzbekistan, Samarcanda era il cuore della civiltà sogdiana, i cui mercantiarrivavano fino in India, in Persia e in Cina. Vi si poteva trovare ognibene di lusso e genere di svago, ma la città rappresentava anche uno deipiù importanti punti d’incontro tra culture lontane. La mostra mette inevidenza come l’uso della carta abbia reso possibile la documentazionedi transazioni commerciali e la trasmissione di testi sacri. Noi europeisiamo una popolazione stanziale ma amiamo i viaggi in modo visceralee profondissimo; conserviamo in qualche angolo nascosto della nostraanima una vocazione di nomadismo. La sezione realizzata in esclusivaper la tappa italiana, mette a fuoco il rapporto tra la Via della Seta e l’Ita-lia all’epoca dell’impero mongolo, quando un gruppo di mercanti italianisi stabilì nella Cina dominata da Kubilai Khan, il”signore dei signori”che Marco Polo tanto ammirava. Maria Rosa Nicastri

VENEZIA 2013 - UNA BIENNALE CON MOLTO DA VEDEREApre la Biennale d’Arte di Venezia (1° giugno - 24 novembre, 55a Edizione), con mostre permanenti e decine di iniziative collaterali. Sono prota-gonisti 88 Paesi di tutto il mondo, con la presenza per la prima volta della Santa Sede Vaticana, con una mostra alla Sala d’Armi. Grande caos sottoil cielo. Sconosciuti e irregolari a fianco dei divi, una sfida tra dilettanti e artistar. Inanzitutto una scommessa che potrebbe sovvertire le regole. Co-munque una delle kermesse più discusse e maltrattate dalla critica; una Biennale da rivedere, parola di critico, anche quest’anno, tra l’altro il budgetistituzionale per le mostre, è di circa 1,8 milioni di euro, contro quello di circa 14 milioni, della cugina tedesca “Documenta”. Pensare di fare unaBiennale di questi tempi con 1,8 milioni è impensabile. L’Ufficio Stampa della Biennale ha ritenuto indispensabile chiarire, precisando che il budgetcomplessivo della Biennale d’Arte 2013, è di 13,5 milioni di euro, dei quali l’85 per cento, finanziati con risorse proprie. E se vogliamo fare un con-fronto con Documenta di Kassel, va ritenuto che tale manifestazione ha luogo ogni cinque anni, non ogni due. Non è mica colpa dell’arte se in Italiail governo dà meno importanza che in Germania. Ad una mia proposta di Legge, che ho trasmesso ad una Organizzazione Intergovernativa tra leNazioni (P.M.S.P., Nuova Società della Nazioni), quel loro Dicastero della Cultura si farà portavoce presso il Ministero competente nazionale, persuggerire un’urgente intervento riformatore sulla Biennale di Venezia, in sintesi articolato in tre parti : a) Poltrone non più occupate da cariche po-litiche, ma occupate da figure che, da una parte riflettono le diverse anime, di cui la Biennale è fatta (arti visive, architetture, musica, ecc.). Dall’altra,soggetti che rappresentino le realtà private disposte a sostenere le Fondazioni con donazioni economiche; b) Portare a livelli internazionali digestione e offerta musei, come Uffizi o Accademia di Brera; c) Investire sull’Insegnamento della arti nelle scuole, a partire dall’istruzione elementareo primaria, creando una sorta di “arte dell’obbligo”. La Biennale Veneziana ha inaugurato la vernice e aperto al pubblico dal 1° giugno ai Giardinidell’Arsenale” di Venezia. Il titolo scelto dal Curatore Massimiliano Gioni è : Il Palazzo Enciclopedico, a voler prendere le distanze dalle ultimeedizioni della Biennale, dove le artistar facevano da padrone, e ipotizzare una grande collezione da museo trasversale e policentrico. A ispirarlo paresia stata una mostra curata da Jean Clair che, nel 1996, fu bollata come passatista e reazionaria dalla critica, dal titolo:”Identità e alterità”. A distanzadi 18 anni è proprio Gioni, il delfino del pensiero anticontemporaneo, protagonista di memorabili polemiche contro il sensazionalismo e la provo-cazione fine a se stessa, ad avere stimolato l’eredità di Clair: meno Arte Povera, minimalismo, concettuale astruso o astratto, l’insopportabile videoarte. E’ una mostra dallo spiccato taglio antropologico. 120 sono i debuttanti, 40 non sono viventi. Potrebbe essere una Biennale perfetta, da unospettacolare “molto da vedere, nulla da scoprire”; una grande ricognizione sulla memoria delle immagini. Un’enorme mostra per un prestigiosomuseo. L’apertura del Padiglione Italia, quest’anno, a detta dei critici, è quanto mai sofferente. Affidato alle cure di Bartolomeo Petromarchi,direttore quarantacinquenne del Macro, museo romano dedicato alla contemporaneità, il nostro padiglione nazionale, spostato non più ai Giardini,ma alla fine dell’Arsenale, sembra personificare un altro simbolico e atteso segnale del rinnovamento, ribadendo un aspetto tipico del Dna italico,la evoluzione senza intoppi, nel rispetto della tradizione. Il progetto espositivo infatti, è intitolato ‘Vice Versa’, proprio per sottolineare il carattereereditario di alcuni segni e di altre idee che, trasformati dalle individualità e dagli anni che passano, avvicinano gli artisti a generazioni sofferenti.“Biennale perfetta”, a detta dell’attuale corrente critica, partendo dalla rinnovazione delle Corderie, un make upe pulitissimo dell’architetto AnnabelleSelldorf, colei che negli ultimi anni ha progettato tutto il mondo dell’arte di Manhattan, dalle case dei grandi galleristi e collezionisti alle più im-portanti gallerie di Chelsea. “Art is Art …”, secondo l’aforisma del pittore espressionista astratto Ad Reinhardt, “...Everything else is everythingelse “ (Il resto è resto). Includendo un altissimo numero di cosiddetti “outsider”, cioè di artisti non conclamati, ovvero coloro che producono arteper motivi diversi da quelli di un artista di professione. Dunque l’artista non è solo espressione di un accordo tra mercanti, musei e fondazioni, alcunihanno fatto arte con diverse motivazioni: necessità esistenziali, un vissuto bordeline. Nella preparazione di questa Biennale e nei luoghi di soggiorniin America, Massimiliano Gioni ha detto di avere visitato quei Musei di Folk Art, che costituiscono la base dell’antropologia culturale degli States.E in mancanza di Pinacoteche storiche, si raccolgono le tracce del passato. Qui il curatore fa entrare in rotta di collisione le arcistar superstiti chehanno attraversato buona parte del XX secolo: la svedese Hilma af Klint, esperta in filosofie esoteriche; Levi Fisher Ames, ebreo americano, autoredi un bestiario fantastico alle Borges, l’africano amico di Alighiero Boetti, straordinario disegnatore naif; Aleister Crowley esoterico tra i fondatoridell’occultismo; il fotografo belga Norbert Ghisoland, ossessionato dal tema del doppio; Emma Kunz, svizzera, guaritrice, attraverso la terapia deicolori; Augustin Lesage, proveniente da una famiglia di minatori, analfabeta, divenuto per “ispirazione divina”, assertore dell’arte medianica; einfine Carol Rama, che torna dopo dieci anni a Venezia, simbolo di una femminilità trasgressiva, ma comunque appartata. Da questo e imprevistomatch, chi sarà il vincitore ? Se gli outsider cominceranno a valere qualcosa, dal punto di vista della critica e del mercato, o se la loro inclusione aVenezia rappresenterà un’anomalia, una trovata, quando ci sarà da fare conti, sarà sempre il sistema a determinare il valore reale, e premiare comesempre insider e arcistar ? Nel nostro Padiglione Italia. Il lavoro di maestri riconosciuti come Giulio Paolini, Gianfranco Baruchello, Fabio Maurie Luigi Ghirri, confrontabili con una prospettiva doppia attraverso Tirelli, Elisabetta Benaso, Francesco Arena e Luca Vitone, accomunati da altrettantibinomi tematici, capaci di servire uno dopo l’altro, le caratteristiche più tipiche della nostra produzione artistica.Luigi Ghirri con una serie di pubblicazioni ha ribadito la grandezza della sua fotografia, struggente, appassionante e schiva. Lo stesso Baruchello,continua a sorprendere per la ricchezza del suo percorso. Tutti gli artisti viventi, altro elemento importante, hanno prodotto una nuova opera allaBiennale ( 12 lavori inediti, poco tecnologici, ma ad alto contenuto di teatralità). Suoni, rumori, voci e odori, riempiono lo spazio del PadiglioneItaliano, grazie a quattro performance e alle grandi installazioni capaci di sedurre il visitatore, sollecitandone ogni senso, ma senza indugiare in at-mosfere barocche. Nonostante le 14 presenze, il percorso è scandito da una decisa nitidezza. Ultima nota, il risultato del finanziamento collettivo(crow funding) sperimentato quest’anno, che ha visto partecipare 248 persone, per un totale di 190 mila euro, tutti utilizzati per produrre le operedegli artisti: basta prendere il vaporetto sul Canal Grande, e rispetto al passato sembra essersi ridotta la quantità di drappi rossi che segnala quei palazziche ospitano padiglioni stranieri o mostre collaterali, per cui la rincorsa è ancora più faticosa tra calli e canali. Ma per valer la pena, come nel casodell’Islanda con Katrin Sigurdardottir a Palazzo Zenobio, la collettiva di giovani iracheni a Ca’ Dandolo; e soprattutto l’Irlanda con Richard Mosseal Fondaco Marcello, un’installazione a raggi infrarossi realizzata in Congo, in un teatro di guerra. L’installazione “We sit starving amidstour gold,dell’eccellente inglese Deller nel Padiglione britannico, è una vendetta sociale “ scherza sullo yacht di Roman Abramovic” raggiunto da un giganteiracondo e scaraventato in laguna, che si riprende la rivincita contro lo yacht che, nel 2011, ormeggiato nel molo dei Giardini, aveva suscitato le iredei veneziani. Il clima che si respira, più che ad una mostra d’arte assomiglia a quello di un’Expo commerciale, dove sono state costruite scenografiespettacolari e ritrovati tecnologici, segno che l’arte, se non è accompagnata da una forte impronta curateriale, può confondersi con i mobili dell’Ikeao dell’EuroTroni, con le applicazioni per tablet o pc. . Effetti Fiera, tra cui la Germania, che però ospita il sopravalutatissio spazio cinese. A dettadella critica, meno convincenti del solito Israele, Canada e soprattutto il Padiglione USA, che dedica la personale della scultrice Srah Sze, intervenutasullo spazio modificandone l’andamento con una serie di macchine non particolarmente originali, a differenze dell’artista belga, una signora di granclasse, Berlinda Bruyckere che mostra la metamorfosi di un enorme albero abbattuto; e che per questa drammatica installazione ha voluto essereaccompagnata da un testo del Premio Nobel John Coetzee. Ancora di distruzione parla il Giappone, rievocando lo tsunami con Koki Tanaka. Peròil migliore è senz’altro, non è la prima volta, al Padiglione allestito al’Arsenale, quello cileno di Alfredo Jaar : in mezzo a una sala una grande vascada cui emerge, a cadenze temporali, predeterminate, il plastico delle sedi espositive della Biennale in un prossimo futuro, nello scenario di unaVenezia immersa dall’acqua. Si deduce che molti hanno puntato sul grottesco e spettacolare, anche se siamo in piena retromania, mentre altrove, siplaude al lavoro filologico, che recupera una pari stabilità verso la curatela delle opere dell’arte contemporanea. Qui, sempre più ancorata al bisognoaffannoso del passato.La prima volta del Vaticano, accompagnata da dubbi e da polemiche che da sempre seguono la vita e la storia della Biennale di Venezia, il Padiglionedella Santa Sede, ordinato dal Card. Gianfranco Ravasi e curato da Antonio Paolucci (con la direzione di Micol Forti e Pasquale Iacobone), è unasorpresa e una risposta allo stesso tempo. Dice Ravasi: “Un fortunato destino ha voluto che il nostro Padiglione Vaticano si sia rivelato esser proprioadiacente all’Argentina”. Un tema, la “Creazione”, che è assolutamente in linea col titolo e col gusto della Biennale Internazionale. Ecco i tre artistiespositori: Carol Koudelka e Studio Azzurro, oltre Tano Festa, in una rivisitazione pop della Cappella Sistina.Le fotografie del ceco Koudelka privilegiano gli aspetti più drammatici del rapporto tra uomo, tempo e Natura, mentre le partiture monocrome diKarrol, australiano che vive negli Stati Uniti, artista non figurativo, potremo dire quasi informale, affidano a quattro Wall pinting, una riflessionesulle “sensazioni” dell’attesa della sfida e della gioia. Alfredo Pasolino

MOSTRA SCULTOREA“PERCORSI INTERIORI” DI GUASCA

Con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio – di Arthotel - diUN.IAC-del Movimento Salvemini Con l’organizzazione dell’AN-PEFSS cultura e sport - Vernissage: mercoledì 19 giugno ore 18,00- Titolo:“Percorsi interiori”. Sede mostra: ARTHOTEL Via Margutta,56 - ROMA - Apertura: tutti i giorni: 09-22,00 - Periodo espositivo: dal19 giugno al 10 luglio 2013 - Ingresso Libero - Per info:0686201677-0686216014-3333784331 - Ufficiostampa: [email protected] - IN VIA MARGUTTA LE SCUL-TURE DI GUASCALe singolari sculture create da Gua-sca parlano un linguaggio miste-rioso ed antico. Forte è la coerenzatra spazio-forma e tra i raccordi dipieno e vuoto. Opere che hanno inloro una forza dinamica che siesprime appieno nei volumi solidi.Guasca, superando il realismo so-cialista o sociale, entra con forza inquel realismo esistenziale nel qualesi sente inserita e coinvolta perso-nalmente. La sua grande forzaespressiva non si limita a riprodurreil reale ma tende ad interpretare larealtà sia all’esterno che all’internoe le sue figure appaiono comunquenella loro intimità. L’uomo e la mi-tologia sono senza dubbio all’epi-centro del suo pensiero. L’artistaguarda attentamente la vita quotidiana, e si contrae psicologicamente difronte alla corruzione e alla falsità che ne caratterizzano i contorni Lasua è una ricerca che, dominando la rabbia dal suo profondo rosso, dàvita ad opere eleganti ,che comunque esprimono una condanna netta. Ivolti dell’uomo con il pieno ed il vuoto, contrapposti, indicano chiara-mente come oggi alla bella apparenza si opponga un volto diverso cherappresenta i mali esistenziali. Coraggiosa nella sua espressione arti-stica, la scultrice romana alterna passaggi dolci a quelli decisamentecruenti, che riescono a trasmettere stati d’animo e sensazioni più sinceree meno amare, pur se l’esistenziale della società odierna, che ella riescea narrare, a volte assume aspetti allucinanti. Su tutto aleggia uno strug-gente sentimento di solitudine che è una specie di palcoscenico di unaumanità che vive, che gode, che soffre: un vero e proprio documentodel mondo di questo inizio di nuovo secolo di cui Guasca si trova an-ch’essa interprete e protagonista.

Liana Botticelli,Ritratto di “Clown”

Per informazioni rivolgersi a:[email protected]

Tel. 06.6620020cell. 339.4934678

Angelo Chiauzzi,Ritratto di Luisa Piccarreta,serva di Dio, nata a Corato(Bari) il 23 aprile 1865 e

morta il 4 marzo 1947 Per informazioni rivolgersi a:

[email protected] tube chiauzzi

Via Augusto Vera, 41 00142 Roma

Mario Contini, “Il Faro” (olio su tela)Per informazioni rivolgersi a:

Studio d’ArteTel. 0789.596127 cell. 336.812356

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L’ATTUALITÀ, pag. 10 N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013CINEMA, TEATRO E MODA

“WORLD WAR Z” (Dalla nostra corrispondente da Los Angeles) Anche Brad Pitt non ha saputo resistere alle storie di zombie. Agli esordidella sua carriera, ancora attore giovane e sconosciuto, aveva rifiutato osi era fatto convincere dall’agente del momento,di non accettare la parteper cui si era presentato all’audizione, per la quale era stato scelto comeprotagonista del film Primal Rage, con gli effetti spaciali di Carlo Ram-baldi. Nella storia lui avrebbe dovuto salvarsi da compagni di universitàdiventati zombie assassini. Oggi a distanza di anni nella sua maturitàd’attore si cimenta come produttore e attore nel film World War Z, unfilm che racconta una tragedia mondiale causata dal propagarsi di unvirus in grado di originare migliaia di zombie.Il film supera per il costodi produzione qualsiasi altro film girato precedentemente sugli zombie:200 milioni di dollari, sicuramente recuperabili con l’uscita del film il 21Giugno nelle sale Americane. In 28 Days Later, diretto da Danny Boylegli zombie, la cui caratteristica è quella di camminare lentamente, si spo-stavano velocemente . Questa andatura inusuale è stata adottata anchenel film World War Z. Brad Pitt è diventato un esperto in materia di zom-bie e si è fatto una culture dovendo, come attore nel film, essere quasisempre presente sul set. Possiamo essere orgogliosi, come italiani, chenel cast che combatte gli zombie partecipa anche un nostro attore, Pier-francesco Favino. Il film tratto dalla storia dell’orrore World War Z diMax Brooks del 2006 il seguito del libro dello stesso autore The ZombieSurvival Guide (Manuale per Salvarsi dagli Zombie) è diretto da MarcFoster, la sceneggiatura è di Matthew Michael Carnahan e prodotto dallacasa di produzione Plan B di Brad Pitt, Dede Gardner e Jeremy Kleiner.Il film ha i suoi lati deboli, e non manca l’ironia, aggiunta con momenticomici nella tragedia dove il pubblico risponde ridendo. Nel complessoil film funziona e riesce a tenere l’attenzione, specialmente con colpi discena inaspettati. La suspance si presenta nella scena del traffico bloc-cato senza spegazione, mentre Gerry Lane ( Brad Pitt) è in macchina coni componenti della famiglia: la moglie ( Mireille Enos) e le due giovanifiglie. Improvvisamente si sviluppa la tragedia e il panico. Sono circon-dati da zombie che attaccano velocemente e aggressivamente “ gliumani”. Gerry che ha lavorato per il governo in missioni di guerra vienerichiamato in carica con il vantaggio d’avere in salvo la famiglia su unanave da guerra. Nelle varie vicissitudini a cui la sua missionelo porta, scopre nei gruppi di zombie esseri ancoraumani che non vengono attaccati. Questo fatto lo por-terà a pensare alla possibilità d’usare un antidotoproveniente da un portatore sano. Nel frattempo ilmondo è in balia di questi esseri che attaccano e di-struggono lasciando al mondo poche possibilità disalvezza per il dilagarrsi velocissimo dei contagiati.Il film si avvale di molte locations e scene aeree. Ilfinale tranquillizza il pubblico a cui si lascia comun-que un dubbio: forse è la fine di un incubo o un ammo-nimento all’umaità ogni giorno più aggressiva?Quest’autodistruzione in corso ci porterà a diventare zombie?

Maristella Santambrogio

A norma dello Statuto sociale del Movimento Salve-mini (16 ottobre 1962) il periodico L’Attualità (carta-ceo e on-line) è “super partes”. Non può essere,pertanto, uno strumento di propaganda a favore ocontro determinati partiti politici ma un veicolo comu-nicativo messo a disposizione di chiunque voglia mani-festare liberamente le proprie opinioni. Proponeriforme istituzionali necessarie e urgenti per moraliz-zare la vita politica e per realizzare una democrazia so-stanziale (modello greco-antico). Attualmente, com’ènoto, la democrazia è degenerata in lobby-pluto-crazia,gestita da oligarchi senza scrupoli morali, incapaci direalizzare il diritto al lavoro e la giustizia sociale.

MODA E… NON SOLO(a cura di Lucilla Petrelli)

LUCILLE, STYLE COACH!FASHION MARE

Finalmente il caldo! E’ arrivata l’estate, con la voglia di mare e le novitàda mettere in spiaggia, sempre con stile e glamour. E allora, indispensa-bili sono gli accessori dei quali non se ne può fare a meno come la cestadi rafia nei colori naturali, il cappello di paglia morbida con decorazioniin stoffa o in cuoio, come quelli proposti da Pepe Jeans London. Il co-stume, principe dell’abbigliamento marino, molto in voga i bikini con glislip alti che abbracciano i fianchi, come quelli del brand svedese H&M,abbinati ai parei in mussola, leggerissimi. Ai piedi infradito o zoccoli, ra-soterra, con decorazioni di cristalli o pietre dure. Gli occhiali completanoil look. I più nuovi sono con le lenti specchiate, con montature leggeree trasparenti da abbinare ad un solo accessorio di bigiotteria, magari co-loratissimo ed etnico.

IDEE CHICBorse. Sempre in tema spiaggia le nuove borse che vanno bene dall’albaal tramonto: trasparenti, stampate, dai colori iridescenti come le “GumStyle” così chiamate perché hanno la plastica lavorata, intrecciata conparticolari in corda, ecopelle, con motivi floreali o in tinta unita maanche colori sparati con manici a contrasto. Orecchini . A giorni, in cir-colazione, l’oggetto più ricercato, una caccia aperta ai nuovissimi orec-chini “Mise en Dior”, disegnati da Camille Miceli per la Maison Dior .Sono doppie perle in resina colorata e vetro da abbinare a piacere , ma-gari con lo stesso colore del vestito! Bracciali. Sempre per risplenderesotto il sole, una serie infinita di “bangles” da indossare senza staretroppo a pensare agli abbinamenti di colore. Più se ne mettono e più ren-dono la mano luminosa: in plastica, in metallo con lacci, perline, pietre,raffia. Chi più ne ha, più ne metta! Foulard. Già visto nelle sfilate dimoda, il foulard diventa protagonista dell’hair look estivo. Che sia an-nodato, messo come un cerchietto o intrecciato, sarà sempre di tendenzae risolverà le pettinature in spiaggia. I vari stilisti hanno proposto tanteidee di come interpretarlo, come Marc Jacobs con il suo turbante, o comesemplice cerchietto dai colori fluo della Maison Fendi oppure un ritornoagli anni ’50 di Dolce&Gabbana. Ma sono sempre valide anche le sem-plici bandane multicolor già di moda in passato, ma che oggi hanno unrevival prepotente.

PERFUMESDue i nuovi profumi appena lanciati, il primo di Elizabeth Arden, “FifthAvenue” New York, la nuova fragranza femminile dedicata alla città chenon dorme mai e alla via, suo cuore pulsante. Un bouquet floreale dellaMaison tornato in una nuova veste. L’altro, “Downtown” di CalvinKlein, un perfetto equilibrio di legni e fiori tutto al femminile, con la te-stimonial, stella di Hollywood, Rooney Mara, diretta nello spot dal re-gista David Fincher.

BOOKSE sotto l’ombrellone non possono mancare i libri, veri compagni di va-canze! La serie del “Commissario Montalbano” di Camilleri riempirà ilunghi pomeriggi afosi ricordando il simpatico Zingaretti…

PREMIO DAVID DI DONATELLO La cerimonia del Premio David di Donatello, alla 57° edizione, siterrà venerdì 14 giugno, a Roma, in diretta su Rai Uno in prima se-rata. Il prestigioso riconoscimento premia le migliori produzioni ci-nematografiche italiane e straniere dell’anno in corso. Lamanifestazione, presieduta da Gian Luigi Rondi, sarà affidata ai duecomici Lillo & Greg che presenteranno gli ospiti e annunceranno ivincitori dell’edizione 2013. I premi assegnati sono circa 23 fino adoggi, comprendendo anche il Davide per il “Miglior Documentariodi Lungometraggio e quello per “il Miglior Cortometraggio”. OgniPremio viene votato da una Giuria presieduta da Andrea Piersanti ecomposta da Francesca Calvelli, Enzo Decaro, Enrico Magrelli edaltri. Il DAVIDE GIOVANI viene assegnato da un’altra Giuria com-posta da oltre seimila studenti delle scuole superiori di tutta Italia. IlPremio verrà consegnato da Luigi Abete Presidente di BNL GruppoBNP Paribas. La prima cerimonia di premiazione del Davide di Do-natello risale al 5 luglio del 1956. Vincitrice risultò la pellicola “Rac-conti Romani”. Vittoro De Sica e Gina Lollobrigida furono i miglioriattori protagonisti rispettivamente per l’interpretazione in “Pane,Amore e...”, e “La donna più bella del mondo”. Alberto Sordi e Vit-torio Gasman hanno ricevuto il Premio per ben sette volte. E nume-rose volte hanno ricevuto il Premio: Mastroianni, Manfredi , Gianninie il giovane Troisi. Tra le attrici: Sofia Loren, Monica Vitti, Marian-gela Melato ed altre... Numerosi anche i registi: Monicelli, Scola,Olmi, Fellini, Tornatore, Visconti, Zeffirelli e i fratelli Taviani vinci-tori del Premio David con “Cesare deve morire”. Walt Disney ottenneil Premio per “Lilli e il Vagabondo” come migliore produzione stra-niera. Angela Abozzi Cecchetto

FIUGGI FAMILY FESTIVAL 2013La VI edizione del FFF si svolge dal 21 al 28 luglio 2013. Sarà una set-timana a “misura di famiglia”, una vacanza all’insegna del grande cinemae del divertimento stimolante e intelligente. Il Festival si fregia del titolodi primo festival cinematografico esclusivamente dedicato alle famiglieitaliane e gode del Patrocinio, tra gli altri, del Forum nazionale della As-sociazioni Familiari e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e ilTurismo. Riconfermata la fondamentale presenza di Mussi Bollini nelruolo di direttore artistico. Il titolo di quest’anno è “Tutti per Uno” e , pre-cisa la presidente Antonella Beveri Astrei, è “come il grido dei moschet-tieri del re di Francia, come il desiderio più profondo di ogni comunitàche vede sempre nel più debole l’oggetto di maggior tenerezza”. Questoè anche il motivo per cui non mancherà un punto di raccolta firme per lapetizione parlamentare “Uno di noi”, iniziativa promossa dal Movimentoper la Vita volta a riconoscere la dignità di ‘persona’ ad ogni essereumano sin dal concepimento Accanto alle iniziative cinematografiche,anche quest’anno, il festival fondato da Gianni Astrei, prevede proiezionied eventi dal primo pomeriggio alla mezzanotte, festa in piazza per lefamiglie, degustazioni gratuite ed esecuzioni di musiche dal vivo. Perquanto riguarda il cartellone delle retrospettive tra i vari titoli italiani edesteri, figurano: Bianca come il Latte Rossa come il Sangue, di GiacomoCampiotti, tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro D'Avenia; Il Fi-glio dell'Altra, di Lorraine Lévy; L'Amore Inatteso, di Anne Giafferi;The Croods di Chris Sanders e Kirk De Micco (film d'animazione del2013 con protagonisti del cast vocale Nicolas Cage, Ryan Reynolds,Emma Stone e Catherine Keener, primo film prodotto dalla DreamWorksAnimation dopo l’accordo di distribuzione con la 20th Century Fox); Ri-belle, The Brave, di Mark Andrews, Brenda Chapman (il nuovo filmd'animazione siglato Disney-Pixar); Il Grande e Potente Oz, di SamRaimi (prequel de “Il mago di Oz” di Victor Fleming). In concorso, tragli altri, la commedia Allez, Eddy!, di Gert Embrechts. Tra le varie ini-ziative del Festival segnaliamo lo spettacolo teatrale dal titolo C’era unavolta, che inaugurerà la manifestazione, realizzato interamente da bam-bini disabili in collaborazione con l'Unitalsi. Per i cul-tori delle passeggiate il Fiuggi Family Festival,grazie al prezioso supporto del Club Alpino Ita-liano, ogni mattina offre la possibilità di potersiavventurare nei suggestivi itinerari del ‘Il Cam-mino delle Abbazie, da Subiaco a Montecassino,sulle orme di San Benedetto’; un percorso a piediin nove tappe per ripercorrere il viaggio intra-preso dal Santo Patrono d’Europa tra l’anno 525ed il 529. Insomma, rispetto agli anni precedenti, ilFiuggi Family Festival si consolida sempre di piùcome la vacanza-evento familiare più attesa dell’anno, che attirerà nel-l’antico borgo medievale di Fiuggi circa 8000 persone provenienti datutta l’Italia. Angela Abozzi Cecchetto

REMIS - EN - FORME, È QUI LA “FESTA” ?

Voglia di mare e voglia di prepa-rare al meglio il nostro corpo. Af-frontare senza complessi la bellastagione è il proponimento cheogni donna si fa in questo periododell’anno. Un remis-en-forme ac-celerato lo dà il “Dimagrimento aZona”, di Studio Festa-Benes-sere Donna, l’efficacissimo me-todo creato e brevettato daFrancesca Festa, esperta in este-tica fisioterapica che vanta unalunga attività nelle Puglie con ilsuo centro benessere “Al PuntoGiusto”, ora attivo anche nellaCapitale, a Corso Francia (ViaFlaminia Vecchia 670). Da oltretrent’anni, Francesca offre una ri-cetta di bellezza a tutte le donne;l’efficacia del suo trattamento chefa dimagrire nei punti giusti, fa sìche snellimento e cellulite nonsiano più un problema e quegliantiestetici rotolini di adipe (veroincubo delle signore...) possanosciogliersi come neve al sole! Iltrattamento prevede anche unaconsulenza gratuita con unesperto nutrizionista che facolta-tivamente propone consigli miratiper la linea, oltre ai suggerimentiestetici elargiti dalla stessa Fran-cesca. E, come uno slogan consu-mato, è il caso di affermare chedimagrire con “Festa” è propriouna vera, soddisfacente e libera-toria festa! Lucilla Petrelli

FABRIZIO FRIZZI PAPÀMi ha comunicato l’immensa gioia che aveva nel cuore con unabbraccio, ricambiato con affetto, all’uscita dalla Rai, il noto con-duttore Fabrizio Frizzi per la nascita della piccola Stella, il 3maggio scorso, a Roma. Il 55enne Fabrizio Frizzi, insieme conla neomamma Carlotta Mantovan (30 anni) e la piccola Stella incarrozzella passeggiano felici. Si sono conosciuti durante l’edi-zione di Miss Italia 2001, anno in cui Carlotta Mantovan risultòseconda in classifica. Intanto, Fabrizio annuncia: “Una mattina diqueste porto la mia Carlotta da un prete e me la sposo!” Ora siprepara a condurre con impegno ed entusiasmo il Concerto perl’Emilia, in diretta da Bologna, a sostegno delle popolazioni col-pite dal terremoto del 2012. L’evento di musica e di solidarietàverrà trasmesso in diretta su Rai Uno il prossimo 25 giugno esarà presentato appunto da Fabrizio Frizzi.

Angela Abozzi Cecchetto

ECCELLENTE STAGIONE TEATRALE A SALERNOCon la messa in scena, nei giorni 8 e 9 giugno, della commedia in 3 attidi Eduardo De Filippo “NON TI PAGO”, rappresentata, fuori pro-gramma, ad accesso libero, dalla “Nuova Compagnia Comica Salerni-tana” (costituita essenzialmente da allievi dei laboratori) si è conclusa laStagione Teatrale 2012 – 2013 al Teatro Arbostella di Salerno. Buona lamessa in scena, che ha avuto come interpreti: Roberto Quattrucci (Fer-dinando Quagliuolo), Marilena Giulio(Concetta sua moglie), AngelaMaria Santoro (Stella loro figlia), Marilena Lepre (zia Erminia), GiuliaEsposito (donna Carmela), Annamaria Milito (Margherita, cameriera),Alfredo Trevisone (Mario Bertolini), Sergio De Luise (Don RaffaeleConsole) Nando Cerenza (Aglietiello), Enrico Cerenza (l’avvocato Lo-renzo Strumillo), Daniele Petrillo (Vittorio Frungillo), Bruno Rocco(Luigi Frungillo). La regia è stata ottimamente curata da Gino Esposito.L’Associazione Laboratorio Teatro Arbostella (viale Verdi 2, Salerno) incollaborazione con il Teatro Comico Salernitano, sta allestendo la Sta-gione Teatrale 2013 – 2014, la campagna abbonamenti partirà da metà lu-glio, con dieci spettacoli in tre fine-settimana per sei turni, al costo dieuro 90 (poltrona numerata). Direzione artistica di Gino Espositowww.teatroarbostella.com Info: 089.3867440; cell. 3471869810 e-mail: [email protected]; [email protected];

Florinda Battiloro

LA BIENNALE E GLI ECCESSILa Biennale di Venezia, Esposizione Internazionale d'Arte di recenteinaugurata, è in gran parte dispersiva, velleitaria, e appare un ambi-zioso tentativo di riunire varie arti e vari saperi sotto l'etichetta di Pa-lazzo Enciclopedico: questo almeno nelle intenzioni. Anche se inrealtà l'Esposizione resta una sorta di Grande Circo, di L'ma Park peradulti dove alcuni artisti veri, ma più spesso presunti tali, cercanouna ribalta dove esibirsi per acquistare uno spazio e un momento dinotorietà. Da parte degli organizzatori si cerca in primo luogo di in-crementare il turismo con una quantità di proposte in cui di arte ce n'època mentre prevale molto più evilente la paccottiglia e il Kitsch,cioè il cattivo gusto: il tutto con qualche spruzzo di esotico interna-zionalismo come l'aver chiamato ad esporre anche i rappresentantidelle isole Tuvalu, un luogo dove la maggior parte degli italiani, enon solo, ignora perfino l'esistenza. Volendo riflettere su questaBiennale verrebbe quasi da ripetere la frase che usavano una volta aibotteghini del circo: "Venite avanti ,signori , correte tutti. Più genteentra più bestie si vedono!" E sia chiaro che qui non vogliamo of-fendere nessuno e non parliamo di bestie in senso spregiativo. Di-ciamo bestie nel senso che la Biennale, con il suo PalazzoEnciclopedico, riunisce una molteplicità di generi, di stili, e una ba-belica congerie di proposte che non indicano una chiara direzione.Così com'è concepita la Biennale (55°) risulta oggi una vetrina per in-tellettuali imbranati, spesso presuntuosi, i quali presentano comefrutto di ricerca opere spesso fumose, inconcludenti o prive di so-stanza, che riescono solo a disorientare chi le guarda. E nasce spessoil legittimo sospetto che non ci troviamo di fronte a delle opere, maa delle sempici trovate fatte per stupire il pubblico. Naturalmenteoggi sappiamo che il pubblico, a volte, può essere spinto e guidatocome una mandria. Il turismo è una priorità. Venezia con la sua storia,le sue calli e la magia dei suoi canali, non può diventare solo un ri-chiamo, un pretesto e un facile paravento, perchè 1a città è un unicum:Venezia è arte. Su di un piano più ampio la Biennale cerca di espri-mere in modo confuso ciò che appare intorno a noi. Interroghiamol’arte come fosse uno specchio e chiediamoci se nel suo procedere trasquilibri ed eccessi essa rappresenta, nel suo vario manifestarsi, moltidegli eccessi e degli squilibri del mondo. Raffaele Cecconi

“OGGETTI SMARRITI”Esce nelle sale italiane l’11 Luglio la nuova commedia brillante diGiorgio Molteni “Oggetti smarriti” con Roberto Farnesi (“Cento Ve-trine”, “Carabinieri”, “Le tre rose di Eva”) e la piccola Ilaria Patanè.Il noto regista, già autore di lungometraggi e serie televisive di suc-cesso, qui si cimenta in una pellicola indipendente e “low budget”, cheè stata accolta con grande entusiasmo alla 41a edizione del GiffoniFilm Festival, aggiudicandosi il Premio ANEC. “Oggetti Smarriti” rac-conta la storia di Guido (Farnesi), architetto affermato che ama le belleragazze, le belle macchine e ogni altra frivolezza; egli è un professio-nista razionale e concreto eppure quello che gli capita è cosa degna diuna persona estremamente sbadata. Al centro del lungometraggio, in-fatti, vi è un evento cruciale: lo smarrimento di sua figlia (Ilaria Pa-tanè). La bambina, che fino a poco prima era proprio sotto al suo stessotetto, sparisce misteriosamente in un mondo parallelo, ossia nella“zona” dell'Universo dove finiscono gli “oggetti smarriti”. Solo chela bambina non è la sola ad essersi smarrita, o meglio, colui che si è re-almente perso è Guido. Anche all’ufficio di polizia, dove Guido si recaimmediatamente, gli consigliano di rivolgersi al sedicente Ufficio Og-getti Smarriti. Qui conosce Sonia, la bella e intraprendente vicina dicasa di cui ovviamente lui non si era mai accorto prima. Da qui ancheuna serie di peripezie all’insegna dell’allegria e della riflessione. Non resta che godersi al cinema dall’11 Luglio.

Maria Rita Salustri

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L’ATTUALITÀ, pag. 11N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013

MERAVIGLIAIl ticchettio della pioggia / seguel’ombra dei miei passi / e sullesponde di acque terse / sciano me-andri di pietre ambrate. / Su di menuvole piene di sogni/ ed un gab-biano accoglie il mio animo / dismarrite estasi! / Un anello con-giunge le essenze / tutte hanno unsenso / e decantano meraviglia.

Florinda Battiloro

EGOISMOQuando i sentieri dell’animo/ nelculmine dell’ascesi/ si dividonoper rubare/ ancora qualcosa in piùalla vita, /l’eco cieco del turbinedelle cose/ abbatte tutte/ le mera-vigliose suggestioni vissute/ e anulla servono le parole/ raccolte alvento/ per ricomporre un mosaicosublime /ormai scisso dal disor-dine. Florinda Battiloro

SOGNONei miei sogni/ astratti della notte/una farfalla vola/ senza posa./ Enell’infinità/ del mio destino/corre un treno/ altrove.../ Fa maleal cuore./ Ma nell’immensità/ delfirmamento/ grande e l’amore/ lagioia/ e anche il tormento./ D’unpalpito/ un sorriso nella mente/ vala vita e sa.../ di realtà.

Vittorio Pesca

PIOVECadono gocce di pioggia, / l’au-tunno dell’età / cerca fremiti disperanza / e una rabbia antica /batte le ali / dei palpiti del tempo./ Pensieri contorti / riempionol’universo / dei ricordi., scorrono/ tra oggetti amati / nel silenziodelle ore. / Una luce grigia / dellaluna, / vinta dalle gocce / dellapioggia, / cerca una storia nuova, /dona lo sguardo / per raccontar lavita. / Giovanni Iodice

VORREI……..Vorrei che il Salvatore,/ Gesù e laRegina Celeste/ ciò che ho nelcuore/ realizzassero, cioè permet-tere/ all’adorata figlia Maria/ unbel bimbo di avere./ Sarei tanto fe-lice e sereno/ divenire di nuovoNonno/ prima che il Signore michiami al suo Regno./ Vorrei ve-derlo crescere,/ educarsi e studiarecon tenacia/ per grandi soddisfa-zioni avere./ Immagino la gioia in-finita/ di Maria e Leonardo/ per latanta attesa nascita.

Mario Coletti

ALLA MAMMADolce nome, che pronuncio/ ognivolta che ausilio/ chiedo per il peri-glio./ Tu, oh mamma, sei la fata,/che tutto risolve con amore/ e congioia per il tuo amato/ figlio tuo che,grato,/ affetto grande nutre per te/per tutta la vita./ Tu che mi hai datola luce,/ tu che mi hai dato la vita/sei per me la gemma preferita,/ cheprofumo immenso sprigiona,/ sei lastella mattutina,/ che m’addita lavia/ da seguire in questa vita terrena/per raggiungere un dì/ la paradisiacadimora./ Aver la Mamma/ vuol direaver un tesoro/ immenso,imparago-nabile,/ vuol dire avere un’àncora disalvezza,/ un rifugio per ogni dolor.

Mario Coletti

L’ANGOLO DELLA POESIA

ARGUZIE POETICHESCIENZA E MAGISTRATURA

(al dott. Basilio Paolo Colucci, Lucera -Foggia) Su le “chiare, fresche edolci acque...”, con la loro musica trascinante, è venuta meno la concre-tezza salutare: qualità per fattori climatici, per industrializzazione-depo-siti, per acquedotti dalle vecchie condutture, per cisterne secolari, piùvolte i richiesti controlli son nell’omertà di rito. Non esiste l’ideale delpetrarchismo nel poco reale dei desii del laboratorio, con lecautele...valse solo al nulla eterno!...I mezzi tecnici-industriali esistonoper il lavaggio dell’acqua, ma son conosciuti da pochi. Le masse maggio-ritarie ridono e...stan male. I dirigenti ospedalieri...tacciono opussiana-mente nel monachesimo pianificante. M. S.

ANONIMA SEQUESTRI(al dott.Francesco Bonito, Cerignola-Foggia, ex Giudice del Tribunaledi Lucera, ligio al suo dovere non compiuterizzato). Per modo di fareclientelare-assistenziale con tecnici satrapistici (erano i tempi della IIIScuola media statale, Segretario Rinaldi), con processi ambientali opus-siani, calunnie da” barbiere di Siviglia”, accordi presi in Amministrazionidivenute opussiane, con operai opussiani che sequestrano beni delleignare vittime, per Caritas che si chiama “desìo comune volitivo” miranteal sodalizio senza eredità. Mafia intrapresa abitudinariamente per Fami-glie Sinagoghe, mai curata perché futuristicamente programmata per iTribunali delle Province federali europee. M. S.

SALVEZZA ETERNANon si parla di eredità ai cittadini ignari e innocenti, per il vuoto spazialereso ideale attraverso i secoli dall’indeterminato spirituale incarnato, in-calzante, persistente, privo di subordinazione-coordinazione fragile peri popoli che ancora non sanno, a cui il Maestro, padrone assoluto, riven-dica salvezza eterna, al di là del sole fiutato in gran parte dai viventi cre-denti. Ai discepoli nei cenacoli (parabole) parla e va oltre la barriera delsuono, con l’ordine telematico che ...costa alle famiglie religiose. Leforme dai veli di concetto divengono ombre del vero protrattesi per se-coli. Esse son tollerate, il loro ideale messo in trono per nuove povertàdel Sole Nascente. Vita priva di qualità e di giustizia! M. S.

ALFREDO NOBEL, OPERATORE DI PACEL’attesa dal passato storico, attesa industriale dell’europeo Alfredo Nobel(1833-1896), mente geniale per ricerche tecnico-scientifiche, dal suoviaggio a ritroso lavorava con capitali francesi per fabbrica di nitroglice-rina e per scoppio, con l’istituzione della Società Nobel di Amburgo, ce-lebre per le raffinerie di petroli, di trasporti...di vagoni, con concessionirusse per l’acido solforico, per l’esportazione di nafta. Con versatilitàprosegue in Avignana (Piemonte) per sparo e distillerie, rifiuta ingiun-zioni restrittive per libertà di pensiero. È uno ssvedese-italiano indu-striale, impianta laboratori, ama dipingere, ama la fotografia, crea la setaartificiale, muore a Sanremo. Cremato a Stoccolma. I rimproveri storiciideologici son lesivi della sua dignità, per la creazione dei terribili mezzidi distruzione e di guerra, prodotti per l’uso federale europeo di pubblicautilità in miniere, imprese ferroviarie, perforazione di montagne (SanGottardo, Sempione), con obiettivi di lavoro e progresso. Pacifista nellevolontà testamentarie volte alla Fisica, Chimica, Medicina, Fisiologia,Opere letterarie in qualunque lingua. Contrario alle eredità. E poi...il Co-mitato della Fondazione Nobel, funzionante dal 1901...con l’Europa ag-guerrita. Permane l’enorme complessità delle sue cinque ricerche, checoinvolge oltre l’intero popolo della Terra per le conseguenze. Perman-gono più poteri scientifici e ignoranza, le monellerie del monachesimoimperante con le Arciconfraternite per l’alta finanza dai colletti bianchi.E’ sempre Ottocento! M. S.

A PIPPO GURRIERIStimoli e scelte nelle ricerche continueranno ad imporsi nelle miglioriconoscenze/ contro mentalità di deleghe e vendette/ contro l’imperiali-smo coloniale opussiano eternamente mascherato anche nelle elezionicomunali e non,/ di sinagoghe imposte alle vedove,/ scandali trasgressividi astuzie futuristiche associative/ su vittime credute passive nei e tra itentacoli del Vaticano (business del capitalismo con l’APSA): stile spe-culativo delle banche (bande) d’affari./ Solidarietà a Pippo Gurrieri, au-tore del libro “La piovra vaticana”, / senza paura, con morti eccellenti enon/ che hanno insangyuinato e insanguinano il pianeta Terra,/ con mortifiniti nel nulla dei cieli,/ con i disertori che nelle guerriglie armate sonriusciti ad abbandonare il gregge ufficiale militante./ Contro il mostrocephaloide sconosciuto,/ contro le banalità sfacciate delle affermazioniscientifiche cardinalizie,/ uniti nelle platee dei veri scienziati e medici/liberi dalle mentalità concordatarie. Mariannina Sponzilli

A CLARA CELESTELa tua recente ed imprevista dipar-tita,/ che ha arrecato dolore e stra-zio,/ ha reso la mia animainaridita,/ perchè eri e sei il miogrande Tesor/ imparagonabile edunico per me,/ in quanto d’im-mensa gioa apportator./ Or seinella celeste Dimora,/ dove ti beidella Luce divina/ e illumini il miocammino ogni ora/ e anche dei tuoicari figli, nipoti,/ genero e nuora,cui volevi un bene infinito,/ perchèquesti sentimenti eran le tue doti./Mai il cuor mio ti dimenticherà,/perchè sempre gioia mi arrecavi/con il tuo affetto e laboriosità.

Mario Coletti

CASETTA NEL BOSCOLa casetta / dentro il bosco, / rico-perta di penduli / e fili di genziane,/ schiude le finestre / al primo sole,/ mentre l’aria / fresca nel mattino/ porta la gioia immensa / dellaprimavera. / Il giardino intorno /pieno di boccioli e rose / sembraun orlo di stelle, / che lucenti su nelcielo / fan da corona alle memorie/ dei giochi della vita. / L’altalenain un angolo / fiorito, invita / a per-correre il destino / per chiudere ilcammino / del riposo e del silen-zio. / Tutto è pace / nel trionfo in-violato / della casetta nel bosco.

Giovanni Iodice

ECCO IL MAREEcco il mare, / laggiù all’infinito. /Rasserena / con l’azzurro dei suoicolori, / dondola sulla cresta /dell’onde spumeggianti, / disegnaparole dolci / che mormorano ar-monie, / chiama all’ascolto / deisuoni del profondo, / sussulta fe-lice / al tepore della primavera. /Ecco il mare, / laggiù all’infinito. /Accompagna il pescatore / a cer-care i suoi abissi, / ruba i battiti deicuori / di color / che guardando /

UNA STORIA D’ALTRI TEMPIA Viterbo, mia città natale, nel 1943 laguerra infuriava distruggendo la città. Noiadolescenti eravamo spensierati perchè lanostra verde età ci portava a sognare il nos-tro mondo fatato. Io e mia sorella quasidella stessa età eravamo simili a due gocced’acqua. Si usciva tutti i giorni, alla stessaora per il passeggio nella stretta via delcorso che si affollava di giovani. Icorteggiatori ci seguivano, noi ci diverti-vamo. Si cenava semplicemente, ma tut-tavia in famiglia regnava molta allegria, fraamichette, amichetti del vicinato con le lorofamiglie per non pensare alla nostra vitadifficile. Era l’ora di andare a letto, si ri-maneva quasi vestiti perchè la notte in casod’allarme si poteva fuggire nei rifugi. Lanotte potevano uscire soltanto i medici conla fascia al braccio bianca e visibile la crocerossa, qualche cittadino in cerca di una far-macia. Noi monelli spensierati speravamo di trovare qualche negozioaperto per poter comperare il pane, quel poco che assegnavano conbollini di due etti a persona. Io ero una sognatrice romantica e il tempopassava in fretta. Ricordo un bel ragazzo, bruno ammaliatore che in silen-zio si era innamorato di me, la ragazza dagli occhi verdi. Di nascosto siconfidava con sua madre e io con mio fratello suo fedele amico da sem-pre. Si voleva fidanzare con me, a volte andava a piangere da miofratello, ma era povero e con un lavoro saltuario. Poi mi decisi ad andareper qualche giorno in casa di mia sorella per farmi dimenticare. Ungiorno mi fronteggiò e io gli risposi decisa che non lo volevo. Con rabbiami arrivò in faccia un tremendo schiaffo Lui si sposò anch’io mi sposai.Passato qualche anno, lasciai Viterbo. Lui seppure sposato, si incontrasempre dentro le fraschette per la merenda assieme a mio fratello. E can-tava una canzone con lacrime nascoste. Mio fratello per farlo felice glidisse che domenica sarei andata a pranzo a casa sua. Fu così che lo rein-contrai, mi guardò intensamente stringendomi forte le mani con moltatristezza. Mi vide allontanarmi per raggiungere mio marito al posto diguida in macchina con le figlie per far ritorno a Roma. Eppure ancoraoggi cerco ancora la mia stella radiosa, perdo lo sguardo verso il cielo,sono triste e nostalgica. Oggi il mio pensiero vagante, mi porta al passato.Una storia d’amore d’altri tempi. Elena Andreoli

ROMA, 26 AGOSTO 2013COMPLEANNO DI MAMMA ROSA “100 ANNI”

Carissima “mamma”, hai raggiunto il traguardo dei “100 anni”, ituoi amati figli: Antonietta, Ser-gio ed Edgardo ti vogliono tantis-simo bene e ti hanno resa anchebisnonna. Ti chiami come un fiore“Rosa” e anche se è trascorso tuttoquesto tempo “100 Anni”, sei an-cora fiorente, mentalmente vivace,con il tuo corpo che non dimostral’età che ha. Sei stata una “grandemamma” senza eccessi, ma prontasempre ad ogni sacrificio senzafarci mancare l’essenziale. Ci haiinsegnato ad apprezzare la vita, lafiducia nel Divino, ed amare ilprossimo. Hai raggiunto l’età di“100 anni” perché nel tuo animonon c’è stato mai odio, rancore, seisempre stata una “mamma” ammi-rata da tutti per la tua semplicità eamorevolezza. Hai rispettato testessa, non abusando mai dei piac-eri della vita, hai saputo trattare il tuo corpo con intelligenza erispetto, infatti questi sono i risultati: sei una bella “mamma” di “100anni”. Ti ringraziamo “Signore” della gioia che ci dai di poter averecon noi ancora la nostra mamma “Rosa”. Auguri mammina! Sei statail punto di riferimento della nostra vita e delle nostre famiglie. Ti au-guriamo ancora tanto tempo insieme a noi. Ti abbracciamo forte fortecon amore tutti insieme con grande affetto e un mondo di baci. Graziedi esistere! Antonietta, Lino, Ivan, Carla e la loro bambina, Sergio,Sandra, Tiziana, Dario, Elena Fabrizio, Claudia, Martina, Noemi,Edgardo, Mariapia, Alessia, Rocco, Sonia, Carlo Federica, Emanuele,Aurora Antonietta Del Bue Prencipe

FIOCCO ROSAVenerdì 14 giugno, alle ore 14,40, presso la clinica Santa Fami-glia, via dei Gracchi 134, Roma, é nata Flaminia. I genitori Carlae Ivan annunciano con grande gioia e felicità, insieme ai nonniAntonietta, Giovanna e Lino, la nascita della loro piccola. Il Di-rettore e i Redattori di questo Periodico formulano le più affet-tuose felicitazioni. Antonietta Del-Bue Prencipe

IL MIO MANTELLO PROTETTORE

A poco a poco il mondo si distaccada me ed io mi sento sola, ma riccainteriormente. Ora so quali sono iprocessi che lentamente ci ricon-ducono là, da dove siamo venuti.Sento crescere in me una piantad'oro che lancia i suoi rami fino alcielo stellato, mentre sento disse-carsi e svanire le radici che mitenevano così attaccata alla terra.Piccolo punto ancora oscuro sonoio in mezzo a questa spirale di luceche è la mia croce ma anche il miomantello protettore. Tanto più si fachiaro lo sguardo su ciò che ci cir-conda, tanto più grande diviene lacalma nel centro più sacro del nos-tro essere. Se si dovesse fare unparagone tra questo panorama in-teriore ed un paesaggio, sipotrebbe dire che in mezzo all'o-ceano in tempesta c'è sempreun'isola di pace, in cui ci si possamettere in salvo. Un'isola dovecrescono i fiori delle nostre virtùcosì faticosamente conquistatenella vita: la pazienza, la toller-anza, la comprensione, la libertà digiudizio, l'altruiosmo, il desideriodi unione con gli altri, ma soprat-tutto quello sguardo sereno suglialtri che ci permette di scovarenella miseria umana dei più terri-bili difetti, un bagliore di puricristalli. Raimonda Placidi

L’APOTEOSI DELL’AMOREL’unica mia droga/ la vita/ inebriante e folle/ impazzito da tale splendore/infuocato dalla passione/ questo cuore s’infiamma/ culla in me l’essenza/dal destino ammiro/ ciò che è/ T’Amo. Roberto Baldessari

CASUALITÀIl bivio mi divora/ in bilico su me stesso/ giaccio solo/ le immensità simoltiplicano/ i dilemmi/ immensi/ strade che non posso capire/ percor-rono la mia essenza/ intrinseco di ciò/ scelgo la direzione/ tutto componeun disegno/ a me ignaro/ ma riflettendo sul vissuto/ i colori prendonoforma/ e la mia tela si dipinge/ schiavo e autore/ pennello scoprendonuovi colori. Roberto Baldessari

AL POETA ROBERTO BALDESSARIRoberto un poeta, che dalle sue Poesie scatura, con un po’ di pessimismo,molto reale nella vita di oggi, ben impostate, e veritiere, ma! Nell’amoreè come una esplosione di vita, dimenticando il suo pessimismo e ripor-tando alla bellezza il compenso della vita, che nell’amore ripone la suadroga, innovato dalle sue rime di poesia,lui spazia nell’infinito, emer-gendo nella felicità della sua vita, nelle composizioni Poetiche! cheescono dalla sua penna. Un Poeta abbastanza Carismatico, pluripremiato,”I° Premio” mostra Europea Caldonazzo Trento. Premiato “dall’ACC.Città di Roma. Ai SS.APOSTOLI di Roma Sempre “dall’ACC. Città diRoma “nell’anniversario del suo Centenario celebrato ad Assisi ha avutoil Primo Premio,e molte segnalazioni per la sua poesia. Liana Botticelli

L’OMETTO DI PIAZZA SAN PIETRO CHI SARÀDa tanti anni lo vedo al mattino, radunare le sue misere cose. Due cartoni,una copertaccia, due cartoni un barattolo, una bisaccia; in un angolo dipiazza Pio XII. Non chiede niente a nessuno, con grande umiltà lo vedirovistare nei cestini dei rifiuti alla ricerca di un pezzo di pizza, di unpanino smozzicato. Più tardi passa per Borgo Santo Spirito, dalle suoredell’Addolorata, che gli versano nel barattolo di latta un pò di brodaglia.Torna in piazza Pio XII, mette dentro al barattolo di latta anche quello cheè riuscito a ravanare nei cestini dei rifiuti. Poi con una mano tiene il barat-tolo, con l’altra accende dei fogli di carta, per riscaldare il tutto. Sarà perlui un pranzo regale? Oppure qualcosa per sopravvivere? Sarà vecchio ogiovane? Sarà celibe o sposato? Sarà ricco o povero? Sarà potente o de-bole? Sarà grande o piccolo? Sarà Re o soldato? Sarà Santo o diavolo?Sarà saggio o pazzo? sarà sano o malato? Una cosa è certa: non lo vedimai arrabiato. D’estate, d’inverno; con il sole, con la pioggia, con ilvento, con la neve, con qualsiasi intemperia, alla sera riprende i suoi car-toni, la sua copertaccia, li distende ordinatamente per terra, sotto i porticidi piazza Pio XII, tra un negozio di articoli religiosi ed una libreria. Poicon grande dignità si mette a dormire, milioni di persone lo vedono, nes-suno lo nota. Chi sarà? È l’ometto di piazza San Pietro.

Gilberto La Scala

DEDICATA A PAPA FRANCESCO

Il sogno di un Poeta, di declamarela sua Poesia, “Grazie Luce Di-vina” al Vescovo di Roma, “PapaFrancesco, Grandioso e uniconell’umiltà”, nella scia del Si-gnore, ove a piedi nudi, cammi-nava tra le folle,a te o Francesco,la protezione della Vergine, MadreSublime colma di amore! France-sco, accarezzi i bimbi e anchequelli ammalati, con la devozioneche il tuo Carisma di bontà dona,il Poeta Cosimo Roberto Vento, tiaffida alla Madre Santa, agli An-geli divini, che ti accompagnino,nel tuo grande cammino! come ilcammino di Gesù tra la folla. Nes-sun Papa fu cosi Umile, Dio ti hamandato a noi, in un brutto mo-mento della nostra vita, a portare iltuo raggio di sole, un raggio infuo-cato, che scalda i nostri cuori.nell’otto Maggio, festa di tutte lemamme, la protezione della MadreCeleste! Attraverso questa dolcePoesia, ti protegga: Il mio cuore dipoetessa ti sarà accanto, nella pre-ghiera, insieme al poeta che ti hadedicato questa stupenda Poesia,di supplica alla Madonna PapaFrancesco. Grazie di essere connoi. Liana Botticelli

INNO A GIUSEPPE VERDI(nel bicentenario della nascita)A te ho! Giuseppe,dal tuo nascere povero,/ la grande ricchezza, che loSpirito Santo,/ ti aveva donato, esplose!/ Dopo il più grande dolore dellatua vita,/ di avere perduto con la morte, i tuoi figli/ e la tua amataMargherita,/ giurasti di non scrivere più musica./ Ma il destino ti vollesorridere./ La prima tua musica celebre, fu “Il Nabucco”./ In tutte lestrade dI Busseto e nel “Ducato di Parma”/ si suonò e cantò, come oggiè la più celebre di tutte/ le tue più grandi musiche e composizioni/ infinitele tue opere, si susseguirono,/ a renderti, il più celebre di tutti,i musicisti,/dando alla nostra Italia un contributo,/ insuperabile, della tua grandeArte./ A 80 anni avesti il coraggio, di scrivere la tua ultima Composizione“L’Otello” confrontandoti,/ ancora una volta con Shakespeare./ La tuavita si evolse il 27 Gennaio del 1901,/ in un Hotel di Milano./ Il mondooggi applaude, il più grande Musicista e Compositore, Giuseppe Verdi,il suo “Nabucco” e la sua storia. Liana Botticelli

amano ancora / inneggiar alla vita. Giovanni Iodice

A UNA DONNA DI STRADANon so perché, non so per come,sono nata. Non mi volevi, neanchelui, eccomi qua./ Senza mà, senzapà, solo io./ Gioia nessana, doloritanti, ieri, oggi, domani./ Schiaffi,pugni, calci, per strada ogni dì./ Tiho cercata, desiderata, pure tu nonmi hai voluto./ Non so perché, nonso per come, devo vivere.

Romano Zega

BUONGIORNO LUCE Buongiorno Luce sì, vero! Moltevolte ho avuto paura di perdetiemolte volte mi sei apparsa pre-sente... Mille volti e mille formemolte vite e lunghe attese Eri, Seie Sarai solo Tu. Ora come potreiperderti Tu che sei fonte del mioSé Sorgente nella mia sete energiae palpiti del mio cuore. EnergiaDivina scesa e ascesa in armonia.Mi sentirei ancora mezzo vuotospento e mezzo perso un granellodi sabbia nel deserto. Ora sorgentee sete si completano e diventanoUno come la Luce e l’Amore cam-minano insieme... Ritrovando ilsentiero. Nella solitudine avvennel’incontro e In tutte le forme Ti ri-trovai la Tua Essenza è fusione...L’ amore l’immenso l’eterno... oveoriente e occidente diventano uno.Puro amore... immacolati... inna-morati... L’Amore... Celestialeesplosione di Gioia felicità neiCuori... Dio si scioglie... si arrendea si tanto Amore. Siamo Ora I SuoiFigli in amore... Eredi... della SuaDivina Grazia. Buongiorno Luce.“Grazie Divino Fratello di Esseretra noi, Ora”. Al Vescovo di Roma,“Papa Francesco, divino fratellotra i fratelli, nell’umiltà e amore.Con infinita stima e affetto

Cosimo Roberto Vento

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L’ATTUALITÀ, pag. 12 N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

INVITO A VIVERE (a cura di Stefano Madonna)

LA CORRUZIONE È LA PRIMA CAUSA DELLA CRISI

Comincio a dubitare della acclarata certezza che l’uomo sia davverodetentore di senno perché atti dissennati sono compiuti, con incredi-bile frequenza, da parte di personaggi di rilievo nel nostro e anchenegli altri Paesi. È deludente dovere accorgersi di avere mal ripostostima e fiducia in soggetti che hanno disatteso ogni aspettativa. C’eraun grido di preoccupazione che con il passare del tempo si trasfor-mato in grido di disperazione, ma permane assoluta sordità da partedi chi dovrebbe raccogliere questo stato di dolore per porre in essereil giusto rimedio alle sofferenze che hanno colpito tanti, troppi sog-getti innocenti. La corruzione è la causa prima della crisi che mietetante vittime innocenti. La crisi, quindi, non è una pioggia di meteo-riti che ha colpito il nostro pianeta inaspettatamente provocando legravissime conseguenze ben note a tutti. La crisi non è stata provo-cata da causa di forza maggiore, bensì dal comportamento grave-mente stigmatizzabile di soggetti torbidi e incoscienti che hannofatto tanto male a tutti. Gli innocenti stanno pagando le colpe deicolpevoli che, corrotti e violenti, non hanno rispetto della giustiziae dell’onestà e sconvolgono l’esistenza delle comunità che inveceaspirano alla pace e al progresso. Perché non si puniscono i veri col-pevoli? Perché non si pongono in essere tutte le contromisure indi-spensabili per vanificare gli effetti negativi dei crimini? Bisognaestinguere questa dannata stirpe di agenti del male per sperare nellacessazione di quella spirale di violenze che procura profondo turba-mento. Bisogna fare breccia nel cuore degli uomini per snidare ilguasto che ivi si annida e far comprendere che la moderazione devesostituire l’avidità, la pace deve scacciare la guerra. C’è da crederetenacemente in un radicale mutamento liberatorio di quel retaggiomalefico che ci ha spinti pericolosamente sempre più in basso fa-cendoci perdere quei preziosissimi valori che rappresentano l’unicoe vero riferimento per l’auspicato cammino evolutivo. Perché ancorainsorgono terribili conflitti? Perché dobbiamo assistere al verificarsidi episodi ingiusti e violenti? Bisogna, tuttavia, rifuggire dalla ras-segnazione che rappresenta la forza negativa frenante dello spirito dirinnovamento che dobbiamo vivificare. Dalle succitate riflessioniscaturisce un solo monito: dobbiamo superare lo scetticismo e cre-dere fermamente nella riscossa. È nostro dovere annullare i compor-tamenti indegni e nocivi agendo con onestà di intenti.

IMMINENTE CATTURA DELL’ASSASSINO DI YARA

Il noto proverbio ci avverte: “Non puoi vendere la pelle dell’orso se an-cora non è caduto in trappola”. Giustissimo, come la maggior parte deiproverbi, fondati su esperienza che risale ad epoca immemorabile. Tut-tavia, speriamo di poterci presto congratulare con la tenacia investigativadel p.m., dr. Letizia Ruggeri, e delle forze dell’ordine preposti a questedifficilissime indagini sul brutale assassinio della piccola ginnasta diBrembate, che, non meno di quello di Sarah Scazzi, ha tanto turbatol’opinione pubblica, mentre addolora, inconsolabilmente, i genitori diYara Gambirasio, che giustamente insistono nel chiedere che il colpe-vole, o i colpevoli, siano assicurati alla giustizia.Infatti, oltre ai 18.000 DNA finora acquisiti agli atti processuali, chehanno portato gli inquirenti a identificare nel defunto sig. Guerinoni ilpadre dell’assassino, definito “ignoto 1”, senza peraltro essere riusciti, al-meno finora, a identificarne la madre, cioè, la donna da cui il Guerinoniavrebbe avuto questo figlio illegittimo, sono state acquisite agli atti certemicrosfere di acciaio durissimo, rinvenute, a quanto pare, sui calzonciniindossati dalla povera Yara, le quali, certamente, erano sugli abiti del-l’assassino, o dei suoi complici, microsfere che, a quanto si è appreso, sa-rebbero utilizzate dall’industria per il trattamento di “sabbiatura” deimetalli. Orbene, se così stanno le cose, non crediamo che in tutta la Ber-gamasca siano tante le industrie che utilizzano tali microsfere di acciaio,anzi, riteniamo che non siano tante neppure in tutta la Lombardia. Dun-que, ci sembra logico pensare che basterebbe ora prendere il DNA di tuttii dipendenti di queste industrie che intervengono in tali processi lavora-tivi in cui vengono utilizzate dette microsfere, per poter finalmente indi-viduare e acciuffare “il mostro” denominato “ignoto 1”. E la “prova del9” si potrebbe poi fare comparandolo con il DNA del Guerinoni. Certoci vorrà ancora del tempo, ma forse l’assassino, o gli assassini, hanno igiorni e forse le ore contati. Sergio Scalia PIÙ DEMOCRAZIA AZIENDALE

La promozione di un diverso modello di leadership, con l’obiettivo difavorire l’avanzamento di donne con talento verso posizioni di respon-sabilità. E’ questo l’obiettivo di un recente convegno sulla “Democraziaparitaria nel governo aziendale” promosso dal Distretto Centro Fidapa –Bpw Italy in collaborazione con l’Università “Sapienza” e GIO (GenderInteruniversity Observatory). Le docenti universitarie hanno affrontatotematiche giuridiche, economiche ed etiche della legge sulle quote di ge-nere nelle società quotate in borsa e pubbliche. Esperte in materie eco-nomiche hanno evidenziato esempi concreti di successo. Per dare uncontributo alla prassi introdotta dalla norma in esame, la Presidente na-zionale della Fidapa Eufemia Ippolito ha illustrato due proposte. Laprima è un corso di formazione per le future figure professionali che sa-ranno chiamate ad entrare negli organi di governo delle società. La se-conda è la redazione di un dossier di profili di professioniste che possanoessere nominate nei consigli di amministrazione. La Presidente del Di-stretto Centro della Fidapa Rossella Poce ha sottolineato come l’approc-cio normativo sta avendo un ruolo fondamentale, quello di stimolare unprofondo cambiamento culturale. Esso può guidare comportamenti vir-tuosi, ossia che il meccanismo di selezione (anche dei dirigenti maschi),sia il merito. Questo processo di valutazione dei talenti e premiazionedei migliori ha trovato una concretizzazione il 10 maggio a Firenze, allapresentazione delle start up create dalle business and professional womennell’ambito del protocollo di intesa tra la Fidapa Bpw ed una importantebanca nazionale con l’ausilio di un esperto sia della comunicazione, siadella RAI. Questa e le altre iniziative sono consultabili sul sito: www.fi-dapa.homepage.it Fiorella Ialongo

ROMA: CAPUT DELLAPOLVERE BIANCA

Ѐ Roma la città italiana con il più alto consumo di cocaina: la notiziaarriva dalla relazione annuale sull’uso di sostanze stupefacenti e sulletossicodipendenze in Italia stilato dall’Istituto di ricerche farmacolo-giche Mario Negri di Milano in collaborazione con il Dipartimentoper le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Al secondo posto si colloca Napoli, mentre Milano occupa il terzo.Dall’analisi condotta sulla base delle acque reflue urbane di 17 cittàitaliane risulta infatti che, non solo dopo il calo registrato nel 2012 lacocaina rintracciata è aumentata nel 2013, ma c’è stata anche un’in-versione di tendenza: le regioni a farne maggiore uso sono quelle delCentro mentre è in calo l’utilizzo nel Sud e nelle zone del Nord. Danon sottovalutare neanche i dati sulla cannabis che, a differenza dellacocaina, viene invece consumata soprattutto al Nord, seguito dal Cen-tro e quindi dal Sud Italia. Ma non solo. Se è vero che dal 2008 si èverificato un forte calo dei consumi di tutte le sostanze, è altrettantovero che si tratta di un trend di decrescita che riguarda la popolazionegenerale (16-64 anni), tra la quale la droga prevalente resta tra l’altrola cannabis e l’utilizzo di sostanze stupefacenti è associato semprepiù spesso anche ad un abuso di alcol e alla dipendenza da giocod’azzardo. Diverso invece se si analizza solo la fascia di età 15-19anni dove invece il consumo di cannabis è in aumento (un + 2,29%rispetto al 2012), mentre è in netta diminuzione la percezione del ri-schio di pericolosità di questa sostanza. Così come, purtroppo, hannoregistrato un aumento di circa il 7% anche i decessi per overdose dieroina. Un trend che, anche se di poco, inverte la tendenza di una di-minuzione dei decessi per overdose registrata in Italia dal 1996 e checoinvolge ancora una volta in particolar modo il Centro con Perugiacittà capofila, seguita da Roma, Firenze e Terni. Ma cosa sta acca-dendo al nostro Paese? Si tratta di una moda, di una cattiva educa-zione verso i più giovani, o c’è dell’altro? La risposta stanell’ndrangheta calabrese che, arrivata a Roma per investire in pre-stigiose attività commerciali e immobili di lusso, con il tempo è ar-rivata a guadagnarsi anche il monopolio del traffico di stupefacenti.E, centro nevralgico di questo traffico, è proprio Roma dove tra zonealla moda come il Pigneto e San Lorenzo, quartieri della Roma benee palazzi del potere, solo la polvere bianca riesce a muovere decinedi milioni di euro al mese. Oltre ad essere una piazza formidabile perla vendita al dettaglio, inoltre, Roma è anche uno dei più importantiluoghi di smistamento. Una grande macchina dalla quale parte tuttoil traffico dell’intera Penisola. Federica Sciorilli Borrelli

È INNOCUA LA SIGARETTA ELETTRONICA?Il 2013 verrà ricordato come l’anno della crisi e allo stesso tempo delboom commerciale della cosiddetta sigaretta elettronica che spadroneg-gia fra vecchi e nuovi fumatori. Tra chi la difende a spada tratta e chi laritiene peggiore della sorella bionda, è necessario fare un po’ di chiarezza. La sigaretta elettronica è un dispositivo inventato in Cina e composto dauna batteria ricaricabile al litio, una camera di vaporizzazione e una car-tuccia nella quale vi è il liquido che viene vaporizzato non appena siaspira dal beccuccio. Non vi è quindi alcuna combustione, ma non perquesto può chiamarsi sigaretta salutista! Tutto dipende dal contenuto delliquido che viene vaporizzato che può essere un composto di nicotina inconcentrazioni variabili o altri aromi come fragola, menta, vaniglia, caffè.Sicuramente non contiene quegli elementi tossici presenti nelle sigarettetradizionali come catrame e monossido di carbonio, pertanto il rischio èsicuramente inferiore, ma non per questo si può ritenere innocua. I datidelle vendite sono allarmanti: si è passata la soglia di 2 milioni di fuma-tori che la utilizzano e questa, soprattutto tra i più giovani, sembra pren-dere piede come una nuova moda anche tra chi non si avvicinava allesigarette tradizionali. L’OMS raccomanda massima prudenza e l’Euro-pean Respiratory Society (ERS) non classifica le e-sigarette come alter-nativa sicura al fumo. Il ministero della Salute ha vietato la vendita aiminorenni ed equiparato il divieto di fumo nei locali pubblici e negli uf-fici delle tradizionali e delle elettroniche. “Svappare”, ossia il gergo gio-vanile per chi fuma la nuova e-sigaretta, è sicuramente salutare se nelliquido non vi è alcuna sostanza tossica, in tutti gli altri casi forse è moltomeglio fare a meno anche di questa. Isacco Cicala

NOI ITALIANI LO SAPPIAMO CHE SIAMO DOP Lo sappiamo noi ma lo sa bene anche tutto il resto del mondo, che i prodottiitaliani in campo alimentare sono i migliori in qualità e produzione, non hacaso il nostro paese vanta il primato tra i paesi dell’Unione Europea per ilmaggior numero di prodotti riconosciuti con la qualifica di Denominazioned’Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Spe-cialità Tradizionale Garantita (STG). Un prodotto per essere consideratotale deve rispettare precise caratteristiche, attribuite solo dopo accuratissimie rigidissimi controlli, come: memoria storica, localizzazione geografica,qualità delle materie prime e tecniche di produzione. Ecco qui una lista dialcuni tra i prodotti italiani più noti etichettati DOP e che non ha caso co-stituiscono un grande vanto nonché contributo all’economia del paese. Trala frutta non possiamo non citare l’Arancia di Ribera, entrata nella lun-ghissima lista nel 2011 e coltivata esclusivamente in Sicilia nelle provinciedi Agrigento e Palermo, un’arancia a polpa bionda priva di semi e dal sa-pore molto gradevole. Per gli amanti della pasta non sarà strano sapere cheil famoso Pesto alla Genovese, DOP dal 2005, vanta l’utilizzo di un Basi-lico che si coltiva in tutta la Liguria, principalmente nel quartiere di Prà,parte della città di Genova, e che non è ammissibile per nessun genoveseusare un altro basilico all’infuori del proprio. Ci spostiamo in Emilia Ro-magna per il famosissimo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena la cuiproduzione è documentata a partire dal 1046 e prodotto rigorosamente solocon mosti provenienti dalla provincia di Modena. Famoso formaggio dal-l’odore inconfondibile è invece il Gorgonzola di appartenenza rigorosa-mente Milanese, famoso per il processo di erborinatura a cui vienesottoposto ed effettuato con aghi di ferro. Rimanendo poi in tema di for-maggi e di odori sicuramente inconfondibili, non possiamo non metterenell’elenco il meraviglioso Pecorino Sardo, prodotto con latte di pecorasardo pastorizzato, caglio, sale e fermenti lattici e venduto nelle varianti difresco o stagionato. Tra la frutta non possiamo non elogiare le nostre Meledella Val di Non come le Renette, Golden Delicious, Gala, Pinova e Fujie molte altre che vengono denominate DOP solo se prodotte nell’area deltorrente Noce, in provincia di Trento. Ci spostiamo nel sud invece per l’in-confondibile Mozzarella di Bufala Campana, quella con la famosa “ goc-cia” che viene prodotta nella piana del Volturno e nella piana del Siele(Battipaglia) riconosciuta DOP dal 1996 e realizzato con latte fresco di bu-fala italiana. Questa perla dello stivale è oggi conosciuta in tutto il mondoe originaria del medioevo come “mozza”. Viene definito invece “L’oroverde di Bronte” , alle falde dell’Etna il pistacchio coltivato su terreno vul-canico mentre è da attribuire alla tradizione Emiliana la rande tradizionedi formaggi a pasta dura più famosi come il Grana Padano e ParmigianoReggiano, fatto esclusivamente con il latte delle vacche Frisone e stagionatialmeno 24 mesi. Francesca Lancia

COSTUME DA BAGNO. QUESTIONE DI CENTIMETRIIl costume da bagno rientra tra i simboli più rappresentativi di quella cheè stata l’emancipazione della donna nel corso della storia, uno di quegliindumenti che è stato assimilato e accettato lentamente nel tempo, perabituare l’occhio e la concezione castigata di tempi in cui mostrare inmaniera disinibita il proprio corpo era considerata più sfacciataggine ecattivo gusto che libera espressione della propria personalità. Basti pen-sare che nell’800 si poteva andare al mare solo completamente vestitecon gonne sovrapposte, e che solo verso la fine del secolo “l’abito” dabagno arrivava fino alle ginocchia ed era arricchito con calze coprentiper le gambe, scarpe in cuoio forate e cuffia per i capelli. Dal 900 si iniziainvece a ridurre pezzetto per pezzetto, qualche centimetro in meno ognianno, fino al 1920 quando Poiret li trasforma in tuniche leggere da so-vrapporre a pantaloncini fino le cosce. Ma è nel ’29 che abbiamo il primoconcetto di bikini con l’eccentrica inglese Lady Mendl, composto di mu-tandina e due fazzoletti a coprire seno e fianchi. I tessuti finora in lanamolto pesanti, vengono sostituiti negli anni ’30 con quelli elasticizzaticon filo di lattice di gomma, e cosi via anno dopo anno il costume diventadiviso in due pezzi ma sempre con forme contenute e pantaloncini co-prenti. Sarà negli anni ’40 che si comincia a dar importanza all’abbron-zatura e allo stile del costume inteso come “moda”, fino al 3 luglio 1946quando lo stilista francese Louis Rèard presenta la sua collezione dabagno con un due pezzi chiamato bikini. Da qui ecco l’ascesa di un capoformato da poca stoffa, che si assottiglierà anno dopo anno e secolo doposecolo fino a diventare “micro” nei nostri giorni. Ma come ci mostra lamoda di anno in anno, tornare indietro nel tempo e ripescare i must delpassato reinventandoli e riadattandoli ai giorni nostri, è più che un’abi-tudine, una tappa d’obbligo. Alle soglie del 2014, dopo costumi simili afili interdentali, tessuti di ogni genere e svariate fantasie, si è tornati in-dietro per riproporre il costume intero, seppur minimal e seducente comenon mai, per mostrare una donna che forse si è un po’ stancata, o pentita,di aver mostrato un po’ troppo togliendo quel velo di mistero che carat-terizza la sua femminilità. Questo lo hanno capito soprattutto i designer,che hanno deciso di investire qualche centesimo in più sulle stoffe percreare un gioco di seduzione che accompagni e avvolga ogni tipo dicorpo. E se tornando indietro ripensassimo a Maria Carolina di Berry, lamoglie di Carlo Ferdinando di Borbone, che nel 1825 fu considerata laprima bagnante della storia suscitando scalpore quando andò al mare conun abito di lana pesante, calze e scarpe di vernice, ci domandiamo qualesarà la sorte dei costumi in futuro: aumenteremo o diminuiremo i centi-metri di stoffa?...di nuovo. Francesca Lancia

SUPERARE LA CRISI AZZERANDO I PRIVILEGIDal dopoguerra in poi, i vari governi di destra, hanno protetto per annile industrie e gli industriali mentre i partiti di sinistra, tramite i sindacatihanno protetto solo i dipendenti, cioè tutti quelli che avevano un postofisso, trascurando completamente quell’universo di lavoratori autonomi,artigiani, contadini e piccoli commercianti. Gli artigiani con la loro fan-tasia erano gli innovatori, i creatori di nuovi oggetti utili contemporanea-mente le botteghe artigiane erano delle vere scuole, dove si formavano“gratuitamente” e praticamente i nuovi artigiani e non come hannosbandierato da tutte le parti “sfruttamento di lavoro minorile”. Oggi lascuola pubblica costa miliardi per insegnare solo a leggere e scrivere. Icontadini oltre a produrre cibi genuini curavano e mantenevano il terri-torio pulito mantenendo l’equilibro tra la natura e l’uomo, intere famigliedi commercianti vivevano con un piccolo negozio. Oggi nei supermercatinon solo non ci sono più commessi, in alcuni non ci sono nemmeno lecassiere, i clienti si fanno il conto da soli e si paga col bancomat. Nelfrattempo le fabbriche hanno soppiantato i lavoratori con le macchinecompiuterizzate per avere meno problemi con i sindacati e produrre lestesse cose all’infinito, mandando un’infinità di gente a spasso. Anchel’agricoltura si è industrializzata con le serre producendo gli stessi ortaggisia d’estate che d’inverno. La spietata competizione con le velocissimemacchine ha scoraggiato ogni forma di artigianato e di lavoro autonomo.Così ci troviamo soffocati di prodotti insipidi e di oggetti inutili. Ogginon è più necessario inventare e produrre più di quello che già c’è. Sitratta di perfezionare, razionalizzare e dividerlo tra tutti gli abitanti delnostro pianeta. Credo che se i governi vogliono risolvere l’attuale crisi,devono dare a tutti a 60 anni la pensione e far pagare ai lavoratori au-tonomi il minimo indispensabile di tasse in modo da incoraggiare il ri-torno al lavoro autonomo. Gilberto La Scala

UN MARTIRE DIMENTICATOCorreva l’anno 1968 che, nella memoria collettiva è ricordato come l’ini-zio della contestazione studentesca di estrema sinistra extraparlamentare.Non va obliato, tuttavia, che fu anche l’anno dell’invasione militare dellaRepubblica cecoslovacca da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Eb-bene, mentre i giovani occidentali ssfilavano nelle strade con il pugnochiuso innalzato, con il libretto rosso di Mao, con le bottiglie incendiarie,a Praga il loro coetaneo Jan Palak si dava fuoco a causa della perduta li-bertà del suo Paese. Chi inneggiava al dittatore cinese ed alla sua “rivo-luzione culturale” (feroce repressione che causò migliaia di vittime)oltraggiava il sacrificio di colui che credeva nella democrazia. Oggi JanPalak è stato dimenticato da coloro che vogliono cancellare dalla memoriastorica i crimini commessi dai regimi comunisti: uccisione di sacerdoti,eliminazione degli oppossitori politici, affermazione dell”ateismo di Stato,manicomi e gulag per i dissidenti. Dobbiamo spiegare ai giovani d’oggile ragioni ideali per le quali Palak si tolse la vita. Rosanna Sinopoli

VIZI DELLA DEMOCRAZIADELEGATA

Ecco l’opinione di Gaetano Salvemini sui perversi meccanismi elet-torali italiani sui quali, dal 1946 ad oggi, poggia la democrazia“rappresentativa” detta anche “indiretta” o “delegata”. E’ oppor-tuno pubblicare in sintesi qui di seguito una lettera scritta nel 1946e custodita nell’archivio di famiglia a Molfetta (Bari). Lasciamo ailettori il compito di riflettere sui suoi contenuti.

A Ignazio Salvemini, Via Trieste 41 Moltetta -Da Leverett House H2l Cambridge, Mass. 19 novembre 1946

Carissimo Salvemini,Ti sono assai grato della tua lettera dell’11 novembre 1946 e ti pregodi portare i miei saluti più affettuosi agli amici di Moltetta. Comepuoi immaginarti, sono ben contento di apprendere che qualunquistie democratici-cristiani sono rimasti per terra nelle elezioni ammini-strative. Ma non posso non dissimilarmi le difficoltà alle quali an-drete incontro... Purtroppo, la legge elettorale è stata costruita in unama niera bestiale e rende impossibile qualunque maggioranza, sia didestra, sia di sinistra, sia di centro; tanto nel governo centrale quantonei governi locali. La rappresentanza proporzionale dissociata dalpremio di maggioranza rende impos sibile la formasione di qualunquesolida maggioranza. Purtroppo la responsabilità di una legge eletto-rale così bestiale spetta anche ai maneggioni centrali del partito so-cialista e del partito comu nista... La dipendenza dei comunisti, omeglio dei loro capi, da Mosca non mi è andata mai a genio e nonsono riuscito mai a inghiottirla. La mia speranza è che fra comunstiitaliani ve ne siano molti, i quali sappiano ragionare con la loro testae obbediscano ai comandi che arrivano da Roma solamente se li tro-vano degni di obbedienza, e che nel caso contrario si ribellino senzatanti complimenti. Naturalmente anche i socialisti dovrebbero averela forza di pensare con la loro testa e di non aspettare gli ordini danessuno. Sento dire da tutte le parti che, mentre nei capi del partitocomuniata si può avere poca fiducia, come del resto nei capi di tuttigli altri partiti, la massa del partitocomunista contiene molti ele-menti di primissimo ordine dalpunto di vista intellettuale e mo-rale... Spero ardentemente chequesti buoni elementi si faccianoavanti e prendano nelle loro manila direzione del governo locale...Non è necessario creare nuovipartiti. Di partiti ce ne sono anchetroppi. Quello che è necessario èdi costringere i caporioni-romanidi tutti i partiti a smetterla coll’es-sere inglesi, americani, vaticani,russi, francesi, e chi il diavolo seli porti tutti via, ma incomincinoad essere buoni italiani, fedeli allasolidarietà internazionale, ma nondisposti a mettere il proprio Paese a servigio di nessun’autorità esteradi nessun genere... Credimi, coi migliori saluti, Tuo

Gaetano Salvemini

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L’ATTUALITÀ, pag. 13N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

PER NON DIMENTICARE(a cura di Vincenzo Calò)

L’ITALIA È OSTAGGIO DELLE LOBBYVi ricordate di un certo Pierluigi Bersani? Invitò Grillo a soste-nere una tesi in Parlamento, insulti compresi (“stalker politico”,“un morto che parla”). Secondo il comico genovese Destra e Si-nistra s’erano già alleate prima, con Monti, e lo saranno infinita-mente, tranquillizzando comunque gl’investitori col suomovimento, promettendo legalità al belpaese pur essendo inam-missibile la stabilità di Governo. Bersani, il Governo, ce l’avevain testa “largamente rinnovato”, con la presenza di giovani, donnee rappresentanze esterne ai partiti, assolutamente competenti,seppur la politica debba avere a suo dire una forma di sostegnopubblico, anche se di un solo euro, a costo della difficoltà di tro-vare una soluzione con Napolitano e di quel parlarsi superfluocon Beppe che ingrossava due punti di dissenso: l’uscita dal-l’euro (“chi la vuole non sa quel che dice!”) e la questione del-l’evasione fiscale. Gli 8 punti del programma di Bersani erano iseguenti: 1) Uscire dalla gabbia dell’austerità 2) Misure urgentisul fronte del sociale e del lavoro 3) Riforma della politica col di-mezzamento dei parlamentari 4) Leggi su corruzione, falso in bi-lancio e frode fiscale 5) Leggi sul conflitto d’interesse, economiaverde e sviluppo sostenibile 6) Diritto di cittadinanza per i nati inItalia 7) Unioni civili 8) Istruzione e ricerca. Toccava quindi al Pdcercare di bucare l’autoreferenzialità del sistema, giacché gli altripartiti influiscono ben poco sui requisiti di governabilità, con laproposta di M5S che non può ridursi alla raccolta differenziata,seppur fosse ritenuta accettabile la corresponsabilità col Pdl sullapresidenza delle Camere. Secondo D’Alema se non fosse perBerlusconi, “si sarebbe potuto contattare la Destra per un Go-verno d’unità nazionale”, alla faccia di Grillo, che “a 65anni, conle sue riunioni a porte chiuse e la presa a calci dei giornalisti, noncorrisponde alla novità”, dimenticandosi spesso (e volentieri?)che diversi sostenitori del Pd invitano (tuttora!) ad un approcciocol M5S, tramite proposta di quest’ultimi di un nome per il pros-simo premier con esecutivo a maggioranza Pd, mandando defi-nitivamente a monte Monti ch’è, pure per baffetto D’Alema, ilresponsabile della divisione delle forze europeiste. Grillo è co-munque convinto che l’Italia di fatto sia fuori dall’euro, che ipaesi del Nord trattengano Roma nell’eurozona solo finchéavranno recuperato i loro investimenti bancari nei titoli di Statoitaliani, che serva in parole povere un piano alternativo per l’Eu-ropa e un referendum online/popolare. “Il M5S rappresenta la ri-voluzione francese ma senza ghigliottina, condanna la mancatadenuncia di Napolitano circa l’insurrezione pidiellina contro igiudici, aggravando così la posizione di uno Stato di per sé ostag-gio di troppi interessi, che pensa alle alleanze piuttosto che aiproblemi reali, per evitare il più grande scandalo economico,quello della Monte dei Paschi di Siena, con una pallida informa-zione”.

LA TERRA MUORE PER L’INQUINAMENTOStiamo uccidendo la Terra. Ogni giorno, ora dopo ora, emettiamonell’atmosfera gas nocivi che non fanno altro che distruggerepian piano il delicato equilibrio che apparteneva al nostro pianetafin dai tempi della sua creazione. A causare tutto ciò sono nonsoltanto le nostre comodità, ma soprattutto le grandi industrie.Gli scienziati su questo argomento si dividono in due gruppi.ìL’unica cosa su la quale tutti gli scienziati sono d’accordo, è cheil clima della terra sta cambiando. La temperatura sta inesorabil-mente salendo, grado per grado, a livelli che chi è ancora in vitanon ha mai conosciuto. Ciò su cui si dividono gli scienziati è ilmotivo di questo aumento della temperatura: alcuni sostengonoche è un cambiamento naturale avvenuto altre volte nella storiadel nostro pianeta, mentre secondo i più il peso di questo cambia-mento naturale è aumentato di moltissime volte dall’inquina-mento. L’effetto serra, se tenuto a valori normali, permette la vitasulla terra: vari gas presenti nell’atmosfera, chiamati gas serra, la-sciano passare le radiazioni solari, mentre assorbono parte deiraggi infrarossi emessi dal suolo e li riemettono in tutte le dire-zioni, quindi anche verso il pianeta. Questo permette alla tempe-ratura media della Terra di non scendere mai fino al punto dicongelamento dell’acqua. L’effetto serra è così chiamato perchéricorda ciò che avviene in una serra, anche se le basi sono di-verse: i gas serra si comportano come se fossero i vetri dellaserra. Dei gas serra fa parte anche l’anidride carbonica, che vieneemessa dalle fabbriche e dalle macchine. Perciò, se si pensa allosviluppo industriale che è avvenuto in questi anni, si può imma-ginare soltanto vagamente quanta anidride carbonica immettiamoin più rispetto a quella già presente. Inoltre c’è da calcolare ancheil disboscamento, che influisce perché gli alberi non assorbonopiù l’anidride carbonica. Ci sono nuovi studi grazie ai quali èstato dimostrato un fatto agghiacciante: la calotta glaciale artica,che ha da sempre il compito di aiutare il pianeta a raffreddarsi, sista sciogliendo a ritmi talmente rapidi che, se non si agisce intempo e in modo decisivo, entro 35 anni il ghiaccio potrebbescomparire definitivamente nei mesi estivi. Alcuni climatologisostengono che la temperatura media nei prossimi anni aumen-terà di qualche grado, e che nel 2020 le zone aride del nostro pia-neta si saranno spostate di vari chilometri verso nord. Manonostante queste prove alcuni scienziati non sono d’accordo chequesto riscaldamento sia causato dall’uomo, e ac-cusano i loro colleghi di avere soltanto pregiu-dizi contro lo sviluppo economico. Ma su unacosa gli scienziati sono d’accordo: l’inquina-mento fa male. Tutti quanti noi, non do-vremmo dimostrare un po’ di rispetto perquesto pianeta che ci ha gentilmente donatotutto per vivere? Queste sono domande che tuttici dovremmo porre, ma in particolare chi ha il poteredi cambiare veramente qualcosa: i politici. Pierluigi Vignola

CINA, SECONDA POTENZA MONDIALE MA...Bebè 59 è il nome dato ad un neonato che in Cina è stato abbandonatodalla madre nello scarico di un Wc. E’ il nome di una storia disperata,acuita dalla mentalità “arcaica” e maschilista della Cina, ormai secondaeconomia del mondo ma ancora tanto arretrata nella cultura e nelle leggi.La madre, una ragazza di 22 anni, il cui nome è tenuto anonimo dallapolizia, ha avuto mesi fa una storia occasionale con un uomo sposato chel’ha poi abbandonata appena saputo della maternità. La ragazza, impau-rita, non ha voluto abortire e ha nascosto dietro vestiti e fasce larghe ilproprio pancione fino al tragico epilogo dell’abbandono del neonato. Maè poi stata colta da sensi di colpa e ha avvertito la polizia, dichiarando cheil bambino era scivolato nella tubatura del water durante il parto. Bebè59 (chiamato così dal personale dell’ospedale, perché giace in una cullanumero 59) sta bene e, dopo attente riflessioni da parte degli inquirenti,è stato affidato alla madre che nel frattempo sembra essersi pentita e sem-bra volersi ricongiungere al figlio. L’episodio ha scosso molto l’opinionepubblica cinese, che in maggioranza si scaglia contro le leggi di governoche non tutelano per niente le ragazze madri, anzi spesso le colpevoliz-zano: in molte province, come Hunan, Fujian e Guangdong, concepirefigli extra matrimoniali è illegale e chi viola la regola è costretto a pagaremulte salate. Questa politica rigidissima terrorizza le giovani – soprat-tutto delle fasce sociali più basse – che si sentono sole, abbandonate edin colpa e vedono nell’aborto o nell’abbandono del neonato la via di fuga.L’aborto è un’altra questione scottante in Cina, in quanto è un trattamentoche negli ospedali costa parecchio e quindi molte donne ricorrono adoperazioni “di fortuna” improvvisate nelle case di campagna da donnespesso prive di scrupoli. Erika Carpinella

LA VIOLENZA OFFENDE IL MIRACOLO DELLA VITASullo scombinato pianeta Terra, fin da quando è stato abitato dagli umani,la caratteristica costante della Storia è la violenza, fisica e morale. Pur es-sendo per definizione un fatto illecito, in molti Paesi e in quasi tute leepoche storiche la violenza purtroppo è stata legalizzata. Basta pensarealla schiavitù disciplinata con legge nell’antico Egitto, nell’antica Grecia,nell’antica Roma fino agli Stati sudisti degli U.S.A. e alle torture inflitteper secoli dai tribunali della Santa Inquisizione. Non si pensi, però, chesi tratta di un fenomeno raccontato solo nei libri di Storia antica e mo-derna. Tutt’altro. E’ un fenomeno che continua a verificarsi oggi in al-cune zone del mondo. Un esempio? La Repubblica popolare cinese, purmeritevole di plauso per il grande sviluppo economico e per l’afferma-zione della giustizia sociale, ha legalizzato da tempo la sterilizzazioneforzata delle donne per limitare il numero delle nascite. E’ stato legaliz-zato anche l’aborto. Certamente lo Stato ha voluto tenere sotto controllol’esplosivo incremento demografico (circa un miliardo e mezzo di abi-tanti). Ma si tratta di una giustificazione di natura meramente economicache ignora tuttavia il fondamentale diritto umano alla procreazione. Lanascita di ogni bambino è un dono di Dio e realizza quotidianamente ilmiracolo della vita. Rosanna Sinopoli

28 MAGGIO DI SANGUE: TRE VITTIME A ROMAA pochi giorni dai fatti di cronaca che hanno interessato la capitale lom-barda, la violenza si scatena anche nella città eterna dove si contano dueagguati e una sparatoria nel giro di ventiquattro ore. La giornata di vio-lenza comincia fin dalle prime ore del mattino quando, Claudio D’An-dria, 62 anni, viene colpito in piena fronte con una calibro 7.65 mentrerincasava da una passeggiata con i cani. Il movente? Da una parte unavecchia denuncia per spaccio risalente al 2004 che fa pensare ad un re-golamento di conti legato allo spaccio di stupefacenti, dall’altra uno stiledi vita troppo agiato per un ex usciere del municipio di zona in pensioneche spinge gli inquirenti su tutta un’altra pista, quella di un possibile le-game a giri d’usura. Ma Claudio D’Andria non è l’unica vittima dellagiornata. Nel pomeriggio, questa volta a Focene, Gianpiero Rasseni, uncocainomane di 40 anni, viene ucciso a colpi di pistola sull’uscio dellasua abitazione. Un’esecuzione in piena regola ma, dicono i frequentatoridella zona, neanche troppo inaspettata: sembra infatti che Rasseni sa-pesse di avere i minuti contati tanto è vero che stava per munirsi di ungiubbotto antiproiettili. Poi l’ultimo omicidio. Siamo ad Anzio e la vit-tima si chiama Daniele Righini, 23 anni. Lui e Massimiliano Cencioni (il22enne rimasto gravemente ferito al torace) stanno attraversando Corsod’Italia a bordo di una Peugeot quando vengono colpiti da una raffica diproiettili. Ma chi era Daniele e chi è Massimiliano? E perché sono staticolpiti così brutalmente? Anche in questo caso la pista più plausibilesembra portare al traffico di droga, ma non si esclude neanche il delittopassionale: Massimiliano Cencioni, il vero bersaglio del killer, un 30enneche stava scontando in casa gli arresti domiciliari, sembra infatti che inpassato avesse intrattenuto una relazione con l’attuale compagna dell’as-sassino. Tre omicidi diversi, non collegati tra loro, ma con uno stessomessaggio: la Capitale, a distanza di quasi un quarantennio, sta lenta-mente riscoprendo quel contesto criminale che ha conosciuto al tempodella Banda della Magliana. Questa volta all’opera però non c’è ungruppo organizzato locale ma ci sono l’ndrangheta locale, i Casalesi e di-versi pregiudicati legati a famiglie del catanese. Una fitta rete di spregiu-dicate alleanze, sporchi complotti e fruttuosi interessi: si va dalnarcotraffico, con una forte ascesa del controllo del gioco clandestino edella conseguente usura, alla gestione del mercato illegale dei rifiuti. E,se qualcosa va storto, se qualcuno si ribella, basta un’esecuzione capitaleper strada per mettere tutto a tacere. Federica Sciorilli Borrelli

NUORO: IN MANETTE L’EX PRIMULA ROSSAGraziano Mesina, uno dei più famosi banditi sardi del dopoguerra cono-sciuto per le sue numerose evasioni e per aver preso parte come media-tore al sequestro del piccolo Farouk Kassam, torna in carcere. 71 anni,di cui 40 di detenzione, e a piede libero dal 2004 grazie all’indulgenzaconcessagli dall’allora presidente della Repubblica Carlo AzeglioCiampi, Mesina è stato sorpreso a Orgosolo, a casa della sorella Anto-nia, dove già da un po’ di tempo si era riscoperto guida turistica accom-pagnando centinaia di persone in quelle zone della Barbagia che peranni lo hanno nascosto silenziosamente. «Non si è mostrato affatto sor-preso ed ha mantenuto la calma, quasi come se lo aspettasse», hannospiegato gli investigatori del reparto operativo del comando provincialedi Nuoro che hanno coordinato l’operazione. E, condotto nel carcere diBadd’e Carros dove attenderà il processo, ha subito contattato GianninoGuiso, suo legale storico e difensore di Bettino Craxi, del brigatista Re-nato Curcio e del sindaco socialista di Milano Carlo Tognoli. L’accusaè quella di essere a capo di un’organizzazione criminale, con base pro-prio a Orgosolo, che oltre a trafficare in stupefacenti e compiere estor-sioni, furti e rapine stava programmando anche un sequestro di persona.Dalle intercettazioni è infatti emerso che, non solo Mesina aveva giàfatto un sopralluogo, ma aveva anche già fornito tutti i dettagli sul-l’ostaggio, un imprenditore di Oristano, ai suoi soldati. A capo dell’altraorganizzazione sgominata dai carabinieri, questa con base nel cagliari-tano, c’era invece Gigino Milia, l’uomo con cui Mesina venne condan-nato il 23 giugno 1978 dal Tribunale di Camerino. Secondo gliinquirenti Mesina e Milia avrebbero comprato grosse partite di droga,in particolare eroina ma anche cocaina e marijuana, nelle piazze di Mi-lano per poi trasportarla in Sardegna e rivenderla agli spacciatori delleprovince di Cagliari, Sassari e Nuoro. Questo fino al 2010. In seguitol’ex Primula Rossa – sempre secondo gli inquirenti – avrebbe deciso disvincolarsi da Milia per proseguire la sua attività illecita da solo e uti-lizzando canali autonomi di approvvigionamento. Motivo della rotturadel sodalizio tra i due molto probabilmente un litigio. Durante l’opera-zione dei carabinieri che chiude un’indagine cominciata cinque anni fae che ha visto la collaborazione dei militari dell’Arma di Milano, Ca-gliari, Oristano, Sassari, Reggio Calabria, i Cacciatori di Sardegna e imilitari del decimo nucleo elicotteri di Olbia, sono stati eseguiti 26 ar-resti. Altre perquisizioni sono in corso in diverse regioni d’Italia.

Federica Sciorilli Borrelli

MUSEO DEL CAVALLO GIOCATTOLOQuello di Grandate è il primo e - ad oggi - l’unico Museo al mondo de-dicato a uno dei simboli per eccellenza dell’infanzia in tutte le epoche,presente nell’immaginario di ogni bambino: il cavallo giocattolo. IlMuseo oggi espone al pubblico una collezione di più di 600 cavalli gio-cattolo fabbricati dal 1700 ai giorni nostri. Dai primissimi pezzi acquistatida Pietro Catelli, fondatore del Museo, oggi la collezione è più che rad-doppiata grazie anche alle donazioni di amici, conoscenti e dei tanti vi-sitatori che decidono di lasciare in buona compagnia il loro cavallogiocattolo. Ognuno di loro porta il nome che ricorda la persona che lo hacavalcato ed ognuno racconta una storia, che poi è la storia di questogioco che accompagna la crescita e il divertimento del bambino fin datempi antichi. Eleganti cavalli con calesse, classici dondoli a mezzaluna,cavalli giocattolo con le rotelle, giocattoli fatti dal nonno con pochi legniincrociati, cavalli d’artista, sedie a dondolo a forma equina e ancora ca-valli a pressione in latta o cavalli in stoffa firmati Furga esposti tutti in-sieme ci raccontano di un passato da non dimenticare. Dal 2004 inoltrela raccolta del Museo si è arricchita con la collezione Lehmann, 41 pezzidi latta serigrafata prodotti in Germania da fine Ottocento. Il Museo delCavallo Giocattolo è a Grandate (CO) in Via Tornese 10, www. museo-delcavallogiocattolo.it Maria Rosa Laria

URGE LA RIFORMA DELLA CURIA VATICANAChe cos’è oggi la Chiesa cat-tolica, ed il suo centronevralgico, il Vaticano? Aquesta domanda cerca dirispondere questo librogiunto alla seconda edizione,che ricuce una mole rilevantedi informazioni, ne analizzail senso, e offre ai lettori unaloro collocazione logica, inmodò da permettere di iden-tificare la piovra, a partire dauna prima radiografia, e poiattraverso la sua storia re-cente. Una storia di usurai efalsari, di mafiosi e massoni,di mangiasoldi di professio-ne, una storia che non è soloitaliana, ma che si sviluppa,subdola o palese, in Americalatina e in Africa, nell’Eu-ropa dell’Est e in Asia. I ten-tacoli del Vaticano vengonoqui messi a nudo, sia che sitratti dell’Opus Dei, o deiCavalieri di Malta, di Comu-nione e Liberazione o deiCarismatici, dei legionari odei gruppi integralisti lega-tiall’estrema destra neofascista. Tutto l’apparato umano e mass-mediaticoviene inquadrato nella sua reale portata, ed infine collegato con l’at-tivismo vaticano e cattolico nella società italiana, un caso in cui parlaredi ingerenza è troppo poco: ormai la Chiesa dà le direttive alla politica,e in ciò è molto più a suo agio oggi che quando c’era la DC. L’anticler-icalismo si rivela una condizione essenziale della battaglia per l’eman-cipazione dell’uomo dalle varie forme di schiavitù; dimenticarlo ècommettere un nuovo, tragico, errore. Pippo Gurrieri

Comitato organizza-tivo: Vanda Valente,Luigi Caroli (Sindacodi Ceglie Messapica),Nicola Ciraci (delegatoalla cultura), Ketti Lo-parco (Assessore allacultura di Cisternino),Daniela De Vincentis(Dir. cultura Grotta-glie), Maria Pia Torre(Assessore alla culturadi Grottaglie), Dome-nico Tanzarella (Sin-daco di Ostuni),Maurizio Nacci (Dir.cultura, Ostuni), Giu-seppe Amico (Dir. cul-tura, Ceglie), VirgilioMollicone (docenteLiceo Artistico Statale,Via Ripetta, Roma

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L’ATTUALITÀ, pag. 14 N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013

PROPOSTE EDITORIALIScrittori, poeti, saggisti (materie storico-filosofico-letterarie): inviate i vostri manoscritti al Comitato Editorialedel “Movimento G. Salvemini”. Se le vostre Opere verrannoconsiderate idonee per le Edizioni Movimento G. Salvemini,riceverete una proposta editoriale con l’indicazione del sim-bolico contributo-stampa a carico dell’Autore. Volete pubblicare romanzi, poesie, saggi letterari, storici,sociologici, giuridici ed economici? Cell. 347.0333846.

EVENTI DI STORIA E DI ATTUALITA

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AVVISO UTILE PER FAMIGLIE E AZIENDE

* Ristrutturazione di appartamenti.* Manutenzione straordinaria di edifici.* Progetto e calcolo di strutture di nuova realizzazione.* Valutazione della vulnerabilità di strutture esistenti.* Progetto di impianti fotovoltaici (pannelli solari per produrre ener-gia elettrica a basso costo, usufruendo di incentivi statali)* Certificazione energetica di edificiPer informazioni: Ing. Valentina Cerenza e-mail: [email protected]. 393.5215165 - 333.7924017 Tel.-fax: 089.9780165

PANE “FONDANT” ALLE SPEZIEQuesto delizioso pane sarà una piacevole sorpresa: nonostante isemplici ingredienti costituirà una sostanziosa colazione o unagustosa merenda, oltre ad un buon modo di utilizzare albumiavanzati in cucina. Ben avvolto in carta alluminio si conserveràper alcuni giorni. Privato delle spezie, può essere un’ottima me-renda per i più piccini. Ingredienti per otto persone: 4 albumid’uovo, 120 g di zucchero, 110 gr di farina 00, 100 gr di cremanutella, 50 gr di farina di castagne, 40 gr di burro, 1\2 cucchiainodi cannella in polvere,1\2 cucchiaino di anice stellato in polvere,1\2 cucchiaino di noce moscata in polvere. Ponete gli albumi inuna capiente ciotola e incorporate lentamente lo zucchero e le duefarine precedentemente setacciate. Lavorate il composto per qualche minuto e poi unitevi a piccoledosi la nutella ed il burro precedentemente ammorbidito. Dopoaver lavorato il composto per circa 5 minuti incorporatevi le spe-zie. Versate in una teglia rettangolare, precedentemente imburratae cuocete in forno preriscaldato a 160°C per circa 35/40 minuti.

Daisy Alessio

“NAPSTER RELOADED”“Chi non muore si rivede” recita un noto adagio popolare che bensi accomoda alla notizia del ritorno di Napster. A 12 anni di di-stanza dalla presunta chiusura, la creatura di Shawn Fenning, nataalla fine degli anni Novanta ed in grado, per più di un decennio,di far tremare l’industria discografica e molti musicisti, ritornanovella araba fenice, sotto il marchio di Rhapsody. Napster riaprei battenti sotto nuove spoglie: un servizio a pagamento di musicain streaming, assolutamente legale e avallato dalle major del set-tore. un abbonamento da 10 circa euro al mese per fruire di 20milioni di canzoni sia online che offline da pc, tablet e smar-tphone. L’obiettivo del nuovo Napster è offrire agli appassionatila possibilità di scoprire la musica in modo flessibile e personale,sia che si tratti delle ultime performance dei grandi artisti interna-zionali o di nuovi album di artisti locali emergenti. Oltre che inItalia Napster riapre i battenti in altri 14 paesi europei oltre ai trein cui il servizio era già attivo dal 2011: Usa, Regno Unito e Ger-mania. La guerra del download musicale l’ha vinta da tempo iTu-nes, ma quella dello streaming, ovvero la possibilità di ascoltaremusica direttamente dalla Rete, senza doversa scaricare nelle pro-prie macchine, è tutt’ora in corso. Le prospettive sono quindibuone ma Napster se la dovrà vedere con due realtà che in Europahanno fondato il proprio business, come Spotify , svedese di na-scita, inglese di adozione e i francesi di Deezer, in un mercato chein realtà vede altri concorrenti di rilievo oltre ai “colossi” del mer-cato digitale, primo fra tutti Google, per altro in procinto di lan-ciare Google Play Music All Access, un nuovo servizio di musicaon demand in streaming da tutti i dispositivi che abbiano un ac-count Google. Insomma, il nuovo Napster scende in campo peraffrontare una battaglia planetaria per il controllo di un mercatoche promette di essere molto ricco. Cristina Canci

QUANDO LE BUGIE LASCIANO LE “IMPRONTE”

Bugiardi di tutto il mondo tremate! Non solo le bugie hanno legambe corte ma anche il passo pesante, tanto da lasciare le im-pronte nel cervello di chi mente. La vita delle persone è costellatadalle bugie, innocue o notevoli che esse siano, spesso non evidentidalla mimica facciale o dall’evidenza dei fatti, ma anche la mi-gliore bugia ormai può essere dunque scoperta. Le impronte di-gitali che si ‘accendono’ nel cervello attivandone determinatearee, possono essere identificate con una tecnica, l’imaging neu-rale, che si basa sulle variazioni elettriche delle risposte cerebrali.E’ quanto è stato scoperto dallo studio di una équipe di studiosiitaliani del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, condotto su 25 studenti universitari, tutti volontari. Il campione era composto da 12 maschi e 13 femmine, ai qualisono state sottoposte circa 296 domande bilanciate per argomentoe tipo di informazione utilizzando un paradigma innovativo, chesimula la situazione stressante dell’interrogatorio, con domandeanche imbarazzanti o su temi delicati. Per scoprire se mentivanoo meno ogni studente indossava cuffie speciali con 128 rivelatoriche registravano l’attività elettrica del cervello. “Attraverso l’elet-trofisiologia cognitiva - spiega Alice Proverbio, coordinatricedello studio - siamo stati in grado di vedere come il cervello diuna persona reagiva nel riconoscere qualcosa di familiare. Inol-tre, è stato possibile stabilire quando una persona stesse men-tendo, poiché il cervello produceva una risposta bioelettricainconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di soppri-mere l’informazione riconosciuta come vera”. Ed è proprio questa risposta definita “l’impronta digitale unicadella bugia”. Tale metodo è da considerarsi molto più affidabilerispetto al poligrafo (macchina della verità n.d.r.) che si basa solosulla rilevazione dei fenomeni fisiologici che scaturiscono dal si-stema nervoso simpatico quali l’ accelerazione e la diminuzionedel battito cardiaco, sudorazione, misurazione del ritmo respira-torio e pressione sanguigna. C’è da chiedersi se la “macchinadella verità” che svela i segreti del cervello possa essere un me-todo infallibile per scoprire le segre Cristina Canci

VINÓFORUM: UN PIACERE "CAPITALE"Siamo giunti alla decima edizione del Vinóforum, manifestazioneenogastronomica della Capitale, che anno dopo anno si sta rita-gliando uno spazio sempre più importante nel panorama nazio-nale, al punto da richiamare, come accade per il più grande(praticamente maestoso) Vinitaly, partecipanti provenienti ancheal di fuori di Roma. La manifestazione è dedicata al più ampiopubblico possibile, senza però rinunciare ad un adeguato livelloqualitativo. Si va dal gruppo di giovani visitatori amanti del vinoche decidono di trascorrere una serata diversa dalla solita disco-teca o dal solito aperitivo/happy hour di natura pseudo-chic, aipiù maturi e raffinati enofili, agli operatori del settore, questi ul-timi davvero molto numerosi in una città piena di ristoranti, eno-teche, distributori ed anche di cantine produttrici che stannoelevando i livelli qualitativi dei vini laziali a posizioni finora im-pensabili. Lo spazio espositivo è piuttosto piccolo: solo diecimila metri qua-drati, all'aperto, sul Lungotevere Diaz, ad un passo dallo StadioOlimpico. All'aperto, con numerosi stand e due aree particolari: lazona "ristoranti" vicino all'ingresso e la zona " eventi" ai suoi an-tipodi. Alla compattezza degli spazi si rimedia facilmente con ladurata particolarmente estesa della manifestazione, che que-st'anno andrà dal 07/06 al 22/06 per ben due settimane piene, econsigliamo vivamente i lettori romani di fare una capatina al-meno nei giorni infrasettimanali, dove si può godere appieno tuttoquanto offre tale kermesse degustativa (e deliziatoria). L'area "ri-storanti" ospita a nostro avviso iniziative particolarmente interes-santi, o meglio, da non perdere, poiché al prezzo di euro 35,00incluso (omaggio) il biglietto d'ingresso (che altrimenti coste-rebbe euro 20,00) si ha accesso a una delle due cene che si svol-gono tutte le sere, con abbinamento di diversi tra gli chef più"stellati" d'Italia ed altrettante cantine, sempre tra le più blasonatepresenti nel nostro paese. Basti pensare alle presenza di nomi delcalibro di Heinz Beck e Gianfranco Vissani, abbinati con vini echampagne di annate ed edizioni spesso introvabili... Dobbiamodire che anche gli altri chef un pó meno popolari, sono stati alpari entusiasmanti. Nell'area "eventi" vengono ospitate tutte lesere degustazioni di prodotti gastronomici, forum sul alimenta-zione, rassegne di moda e degustazioni di sigari toscani e cubani...Dulcis in fundo, ci piace citare uno splendido esempio di Italiache "tira" anche nel serio periodo di crisi che viviamo, e non sitratta del vino ( che per fortuna insieme a quasi tutto il compartoagroalimentare italiano sta crescendo di continuo)... Si tratta diun settore assolutamente insospettabile per il nostro paese... Eb-bene si! Scopriamo che grazie ad un ipertecnologico (ed altret-tanto naturale) allevamento in provincia di Brescia, l'Italia siritrova ad essere un produttore mondiale leader nel caviale, alpunto che tale prodotto viene non solo esportato massivamentein tutta Europa e nei paesi emergenti, ma anche in Russia... Sa-rebbe come immaginare che un pastificio russo vendesse i suoispaghetti in italia! E quindi il Vinóforum è davvero una manife-stazione gradevole, particolarmente adatta e necessaria per unacittà delle dimensioni e del prestigio di Roma, che ci auguriamopossa continuare a crescere anno dopo anno... ed a cui già oggi -fortunatamente - calza stretto (come abbiamo potuto constatare)il suo stesso nome.

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Nato a Cagliari, risiede dal1945 a Palermo; abita in vialedelle Alpi, 42 - 90144Palermo, tel: 091 511127. Èconiugato con la prof.Rosaria Orlando ed ha duefigli: Maurizio, IngegnereCapo e Renato, Avwocato.Plurilaureato nell'Universitadi Stato. Professore titolarenelle Scuole Medie e neiLicei Classici di Stato per 39anni: è in pensione. Fondatore e Presidente generale dell'Ac-cademia Universitaria di Lettere, Arti e Scienze "Ruggero II diSicilia", sin dal 1980. Fondatore e Governatore della "Legioned'Onore alle tombe dei Re di Sicilia". Gli è stato conferito il"Gran Prix Ilumanitaire de France"; il "Diplome d'Honneur del'Fncouragement Public"; il "Diplome d'Honneur des Jeux.Floreaux" (Diplomi e Medaglie auree) (I.O.de Pans, France).È membro a vita dell"Oeuvre Humanitaire" (Paris 5 1995). ÈConsigliere Nazionale dell'A.N.I.O.C.È Vice Presidente Nazionale perle Onoranze agli Esuli mortiin esilio (Genova). Delegato per l'Italia dell'Istituto Sanmar-tiniano (Argentina). E Fondatore e Presidente Onorario del-l'Unione Nazionale per le Onoranze alla M.O.VM. "SalvoD'Acquisto". La Presidenza dell'Accademia Germanica "SanLukas" di Bamberg gli ha conferito l'Oscar della Cultura 1997.Gli sono stati conferiti numerosi Dottorati H.C. e OnorificenzeCavalleresche quasi tutte di Cav. Gran Croce di Giustizia. IlPresidente della Provincia Regionale di Palermo lo ha nomi-nato "Cittadino Benemerito" con medaglia aurea per l'operasvolta nel campo Sociale, Culturale e Militare 2005.Gli è stata conferita la Medaglia d'Oro al Merito del Lavoro(2002). È Colonnello del Kentucky: nomina concessa nel 2006dal Governatore del K. e dal Segretario di Stato degli USA. IlPresidente della Repubblica Italiana gli ha concesso l'i orifi-cenza di "Grande Ufficiale" dell'Ordine al Merito della Repub-blica Italiana 1997. È Ten. Colonnello dei Granatieri diSardegna. Ex Combattente, Volontario, ha partecipato alle Op-erazioni di Guerra in Slovenia ed Albania. Ex Prigioniero diGuerra nei Lagers nazisti in Polonia e Germania.

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L’ATTUALITÀ, pag. 15N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013 PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA

S. ANATOLIA VERGINE E MARTIRECastel di Tora paese in provincia di Rieti che si affaccia sul lago del Tu-rano venera Santa Anatolia vergine e martire il 10 luglio di ogni anno. Ifesteggiamenti durano tre giorni con inizio il venerdì per terminare ladomenica successiva. Il venerdì pomeriggio, accompagnata dai colpioscuri, l’icona di S.Anatolia viene portata in processione dalla chiesa diS. Giovanni Evangelista di Castel di Tora al vicino santuario, dove ri-mane due notti. La domenica mattina molto presto, l’icona di S:Anatolia,in processione ed accompagnata dalla Banda musicale-folkloristica“Città di Rieti” ritorna nella Chiesa parrocchiale dove viene celebrata laS. Messa; nella piazza seguiranno i festeggiamenti ed i fuochi d’artificio.in onore della Santa. S. Anatolia nacque a Roma verso il 230 da famigliacristiana. Il padre, Mauro Fulvio Emiliano, ricoprì la carica di console perdue volte; la madre, di cui si ignora il nome, è detta per tradizione dellafamiglia degli Anici. Siccome il padre aveva soggiornato a lungo inOriente e nel periodo in cui visse Anatolia imporre nomi di origine orien-tale indicava una sorta di “status”, impose alla figlia prenome e nome diorigine greca: Callista (la più bella) Anatolia (come il sole che sorge).Rimasta orfana ed educata da due tutori (i martiri Calocero e Partenio).Anatolia ben presto capì cosa il Signore volesse per lei: consacrarsi Ver-gine a Cristo. Anche di fronte alla richiesta di matrimonio da parte di TitoAurelio, nobile romano, la nostra santa rimase ferma nelle sue decisioni,preferendo la porte piuttosto che rinunciare al suo proposito di seguireCristo. Accanto alla vita di Anatolia si trova quella dell’altra Martire sa-bina Vittoria; unite dallo stesso amore per Cristo, entrambe saranno man-date in esilio dai rispettivi pretendenti con il permesso dell’imperatoreDecio: Eugenio farà relegare Vittoria a Trebula Mutuesca (l’attuale Mon-teleone Sabino), Tito Aurelio confinerà Anatolia presso la città di Tora(l’attuale Castel di Tora), In questa nostra terra - per ordine dell’impera-tore- la nostra santa fu condannata a vivere in solitudine,afflitta dallafame e dalla sete, esposta alle più dure sofferenze. Anatolia non solo nonrinunciò alla sua fede ma, per mezzo suo, molti degli abitanti della zonasi convertirono alla fede cristiana, ed a Lei ricorsero per ottenere la gua-rigione del corpo e dello spirito; a Lei vennero portati i malati di ogni ge-nere, malati che - per intercessione delle sue preghiere - tornarono a casaguariti e credenti in Cristo. Risaputo il fatto, Decio fece inviare a Tora ilgiudice Festiano con l’ordine di piegarla ad Aurelio, di farla retrocederedalla fede cristiana, pena la morte. Per raggiungere il suo intento, Fe-stiano ordinò di torturarla sul cavalletto e di strapparle le carni con degliuncini, fino a condannarla alla morte per mezzo dei morsi dei serpenti edi fatto Anatolia passò tutta la notte in preghiera ma, all’apertura dellastanza, il serpente si avventò contro il carceriere ( un marso di nome au-dace ) , prontamente salvato da Anatolia. Era il 9 Luglio del 250 quandoardeva più che mai la persecuzione di Decio. Anatolia era in piedi con lemani stese al cielo in atteggiamento di preghiera; il carnefice con uncolpo di spada le trafisse il petto da un lato all’altro. I cittadini di Toraseppellirono con onore il corpo della Martire Anatolia, e quel sepolcro fuillustrato da molti miracoli Il culto per S. Anatolia si diffuse a Castel diTora e nelle località circostanti in modo rapido ed esteso.

I PAPI VISITANO I CARCERATI “I ladri e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio” (Matteo21,31). Tali parole pronunciate dal Gesù Cristo e riportate dal Vangelo diMatteo a distanza di circa 2000 anni mantengono ancora oggi un effettodirompente. Egli si riferiva a quei farisei che pur avendo potuto udire ecomprendere la parola di Giovanni il Battista, tuttavia non la misero inpratica, mentre alcuni tra i più umili ladri e prostitute lo fecero, … equindi – per questo – guadagnarono un posto nel Regno di Dio. Orbene,la qualifica di detenuto, come si comprende, non è di per se’ sufficienteper avanzare nei ranghi della fede, … però è spesso vero che tali personevivono una vita piena di problemi e sofferenza, ed altrettanto spessohanno occasione (e tempo …) di ripensare ad i propri evidenti errori pertentare di redimersi. A tali persone, negli ultimi decenni si è rivolta conmolta attenzione la Chiesa Cattolica, sulle orme del nostro Padre e Pro-feta. Di seguito riportiamo alcuni significativi momenti di tale vicinanzadei papi alla popolazione dei detenuti in genere. I Papi da GiovanniXXIII a Papa Francesco non rinunciano a visitare le persone che soffrononelle carceri italiane. Possiamo ricordare, al riguardo, la visita di Gio-vanni XXXIII a Regina Coeli il 26 dicembre 1958. Papa Giovanni PaoloII il 6 gennaio 1980 visitò i giovani detenuti dell’istituto penale dei mi-nori di Casal del Marmo – Roma – il 6 gennaio 1980. Fu la prima visitadi Papa Wojtyla ad un carcere italiano, nell’arco del suo pontificato neavrebbe compiute altre nove. Il Papa si rivolse ai giovani detenuti conqueste parole : sappiate che io sono venuto tra voi perché vi voglio beneed ho fiducia in voi ; il Papa si rivolge a voi con stima, come a giovaniche hanno la capacità di fare domani tanto bene nella vita, e fa assegna-mento sul vostro responsabile inserimento nella società. A Casal delMarmo, invitato dal cappellano tornò un altro Papa, Benedetto XVI l’8marzo 2007, ed anche per Papa Ratzinger fu il primo contatto diretto conla realtà carceraria. Ricordiamo il saluto al termine della celebrazioneeucaristica in cui il Santo Padre salutò così i giovani detenuti: Vorrei in-nanzitutto dirvi grazie per la vostra gioia, grazie per questa rappresenta-zione. Per me, è una grande gioia avervi dato un po’ di luce con questavisita. Come è stato ricordato , è il mio primo contatto con il mondo dellecarceri da quando sono Papa. Il Santo Padre con molto affetto fa una pro-messa ai giovani : Mi piacerebbe poter restare più a lungo con voi, pur-troppo il tempo è limitato. Forse troveremo un’altra volta una giornatapiù lunga. Sappiate tuttavia che il Papa vi vuole bene e vi segue con af-fetto. Innanzitutto è bene ricordare che la visita di Papa Benedetto fu larivelazione di un aspetto sconosciuto di Papa Ratzinger perché, il grandeteologo, la persona che quasi tutti pensavano austera e fredda si rivolseinvece ai ragazzi con una semplicità unica, come un vero padre. Quell’in-contro fu il richiamo alla fede e a richiami fortissimi che alcuni avevanogià messo da parte. Questi valori sono riemersi fortemente e possiamodire che grazie a quell’incontro col Santo Padre e alla riflessione suscitatadall’omelia, sono venuti fuori dal disagio e dalle difficoltà. Non è facileparlare con tanti ragazzi che hanno già così pesanti e numerosi problemi;parlare di Dio, dirgli nonostante tutto che Egli li ama e li porta nel suocuore. L’importante è avere fiducia in Dio capire che nella vita si puòanche sbagliare ma il Signore ci aspetta tutti a braccia aperte quando c’èil pentimento. Il Santo Padre Jorge Mario Bergoglio ovvero Papa Fran-cesco ha anche lui incontrato i giovani del carcere minorile di Casal delMarmo giovedì Santo 28 marzo 2013, quando lavò i piedi ai detenuti.Con l’incontro di Papa Francesco con i detenuti ci auguriamo che alla so-cietà odierna arrivi il messaggio che questi ragazzi hanno bisogno di es-sere recuperati, guidati ed accompagnati quasi per mano verso ciò che ègiusto perché vivere è bello e bisogna sempre ringraziare per il donodella vita.

GUARIRE DALLA CORRUZIONE

La grazia del Nuovo Papa ci permette di leggere sempre più ogni suoscritto che è all’insegna della sincerità e della sobrietà. Non ha scrittoper fare accademia o per pubblicare qualcosa ma “per aiutare le anime,,direbbe il Suo Sant’Ignazio. Per questo i suoi scritti sono di grande in-teresse ma tra tutti però c’è un gioiello “Guarire dalla corruzione”. È unopuscolo di sessanta pagine. Anche la “Civiltà cattolica” gli ha dedicatoun intero articolo. Per Bergoglio c’è differenza tra peccato e corruzione.Il primo è aperto al perdono, la seconda si può curare come una ma-lattia. Il peccatore sente il disordine delle sue azioni affiche detestan-dole si corregga e metta in ordine se stesso, il corrotto invece, ètalmente arroccato nella soddisfazione della sua autosufficienza, da nonfarsi mettere in discussione. Nel Vangelo non mancano figure di “cor-rotti” da Erode ad Erodiade ma anche i farisei, i sadducei e gli zeloti.Viceversa i peccatori sono: Zaccheo, Matteo, la Samaritana, Nicodemo,il Buon ladrone; tutte figure che avevano nel cuore qualcosa che li sal-vava dalla corruzione. La corruzione “bolle per sfuggire alla propriapressione….e – al fuoriuscire – puzza. Sì la corruzione odora di putre-fazione”. Il corrotto non ha amici, ma complici, “inutili idioti”. Non halegami, non è “vicino” a nessuno. Il corrotto simula, mantiene semprele buone maniere, si giustifica, è una persona che ha chiari limiti morali,è un fondamentalista che non fa sconti. Vive una sfacciataggine pudica,il corrotto trionfa, il trionfalismo “è il brodo di cultura ideale per gli at-teggiamenti corrotti perché questi atteggiamenti danno buoni risultati”.La corruzione non è un atto, è uno stato, una condizione personale e so-ciale. Queste riflessioni sono state riproposte da Bergoglio in un con-testo ecclesiale riconoscendo all’interno della chiesa il rischio di unaforma di “mondanità spirituale” che definisce “il pericolo maggiore, latentazione più perfida” che “se invadesse la chiesa e operasse per cor-romperla attaccandola nella sua stessa origine, sarebbe infinitamentepiù disastrosa di qualsiasi altra mondanità semplicemente morale”.

LA SOSTANZA DEL MATRIMONIO È L’AMORE

Perché allora tanti Matrimoni celebrati in chiesa non reggono? Lo spie-ghiamo con un esempio. Il sacramento del matrimonio è come un im-pianto elettrico che serve per l’illuminazione. L’impianto c’è: è ilSacramento ricevuto, sono i buoni propositi, le tradizioni e tante altrebelle cose. Perché funzioni, serve l’energia elettrica e questa energia èla Grazia di Dio che deve scorrere in tutto l’impianto. Per avere l’ener-gia poi, bisogna agire sull’interruttore che, nel nostro caso, è la Fede.Se uno non alimenta la Fede con la preghiera e un’autentica vita cri-stiana, è come se il Sacramento non lo avesse ricevuto: l’impianto c’è,ma resta inutilizzato. Ecco perché, nonostante tanta disponibilità e tantaGrazia da parte di Dio, il sistema non funziona: il problema sta tuttonell’interruttore, nell’aprire, dare spazio e fiducia a Dio nella vostravita familiare. La sostanza del matrimonio è l’amore: è quindi neces-sario che gli sposi tengano sempre sotto controllo il termometro del-l’amore tra loro. Su questo punto permettetemi di insistere, perchétroppo facilmente si crede che il matrimonio stia in piedi anche senzadi esso, magari sostituendo l’amore tra gli sposi con quello verso i figli,credendo così che il matrimonio stia in piedi più per senso di respon-sabilità che per amore. La prima: attenzione agli angoli di «scapolismo»che potrebbero essere rimasti dal fidanzamento o che via via si sonoformati durante il matrimonio. Frasi come queste: «Io ti sposo, però,quando gioca la Lazio, io non ci sono»; «Ti sposo, …ma quando si aprela caccia, dimenticami», potrebbero segnalarne l’esistenza. Ovvia-mente, queste sono limitazioni poste alla luce del giorno. Più preoccu-panti sono quelle zone d’ombra che l’altro non deve né vedere, nésapere. Ricordate: ci si sposa totalmente e per sempre e questa chiarezzae trasparenza d’intenti, deve essere sempre tenuta sotto controllo. La se-conda: l’amore «va detto»… e non soltanto il giorno della separazione;«Ma io ti amo, … ti voglio bene». «Ora me lo dici? Ora, è tardi!» Nel-l’esperienza quotidiana di vita familiare voi sperimentate che l’amore,anche se coltivato, non basta. Ci sono dei momenti in cui la tentazionedella fuga, l’interesse per un’altra persona, il bisogno di novità, è piùforte di voi. Ci sono poi delle situazioni tipiche in cui la crisi affiora,quando, per esempio, uno dei due coniugi cambia condizione di vita:una promozione, una fortuna economica, un trasferimento…ma la fa-miglia si regge soprattutto su una realtà tipicamente cristiana: il per-dono. Pierluigi Vignola

DIALOGO ECUMENICOa cura di Aurora Simone Massimi

SINFONIA DI PAROLEa cura di Stefano Di Marino

LA RUBRICA DEL PADREa cura di Pierluigi Vignola

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ARCHI-STAR VS VATICANO: SCONTRO SULL’ARCHITETTURA SACRA

La Chiesa ha perso la capacità di cercare “la bellezza” negli edi-fici di culto? Gli edifici moderni sono in continuità o in rotturacon la tradizione architettonica, liturgica e teologica della Chiesa?Forse queste domande potrebbero apparire anacronistiche in un’epoca come quella attuale, invece sono il focolaio di una polemicache in Italia e soprattutto in Vaticano è esplosa vivace. Nello spe-cifico, nel mirino della polemica sono le 45 nuove parrocchiedella Capitale commissionate dal Vicariato, tra le quali spiccanocomplessi firmati anche da archi-star del calibro di Richard Meier.Inequivocabile la “bocciatura” espressa dal professor Paolucci,nella sua doppia veste di Direttore dei musei vaticani e di Sovrin-tendente dei beni artistici della Santa Sede, che mette a nudoquanto distanti siano le posizioni in materia di architettura sacratra il Vaticano e il Vicariato, tuonando “Più che nuove chiese sem-brano musei o grandi magazzini. Ambienti che non invitano allameditazione, privi del senso del sacro e senza nessun afflato mi-stico-religioso“. Critiche di questo tenore non suonano nuove; giàil card. Gianfranco Ravasi, Ministro della Cultura della SantaSede, ab illo tempore , aveva calato fendenti su quelle chiese mo-derne “nelle quali ci si trova sperduti come in una sala per con-gressi, distratti come in un palazzetto dello sport, schiacciati comein uno sferisterio, abbrutiti come in una casa pretenziosa e vol-gare“. Benedetto XVI si era espresso circa l’edificazione deinuovi complessi parrocchiali concepiti con criteri architettonicimoderni “È da augurarsi che questi puntuali interventi dalla cat-tedra di San Pietro facciano capire a liturgisti e architetti che larievangelizzazione passa anche attraverso le chiese con la ‘c’ mi-nuscola e richiede sì lo sforzo creativo dell’innovazione, maanche un’attenta considerazione della tradizione, che è semprestata non pura conservazione, ma consegna di un’eredità da met-tere a frutto“. Non l’espressione di un giudizio negativo sull’artecontemporanea, ma solo un invito: un luogo in cui i fedeli “sianoaiutati a sentirsi pietre viventi di un tempio di cui Cristo è la pietraangolare“. Cristina Canci

DIVINA ATTESARoma, caput mundi e della indiscussa Cristianità... Mostra ancora oggiil suo eterno splendore, gigante dell’arte e della sensibilità umana. Oreinterminabili d’attesa, vissute da un popolo di Santi e di navigatori, ilmondo giace in un silenzio di pre-ghiera e aspetta la luce della nuovabenedizione e vivendo il suo calvario,si sente solo, orfano di un padre ve-stito di bianco, che prega nella suaclausura quel Cristo che gli ha dato laforza di una sofferta scelta, per averrinunciato al Suo mandato Pastoraleper il bene della Chiesa e dei valori diquel Cristo in Croce. Una grande sof-ferenza, sia nel corpo che per qual-cosa di più grande dei nostri pensieri,ma resta sempre un gesto di infinitaumiltà, di coraggio e di profonde ra-dici di sentito Presbitero. Una sceltapredestinata nel disegno Divino, unastrada nuova costruita nel tempo consicuri orizzonti, di fede, di vicinanzaumana:per quelli più deboli, assetatidi giustizia, di parole intrise di con-forto, assetati di pace e di quel panequotidiano che sta per lasciare spazioalla povertà e viene sempre menol’amore fraterno. La storia forse ci stapreparando delle nuove pagine, nelle quali riusciremo a leggere unanuova eredità, e speriamo in una nuova e straordinaria metamorfosi unradicale cambiamento e che l’umanità non potrà dimenticare e chi vedrà,saprà scrivere la pagina più bella e ricca di questo millennio, nel propriocuore, una rivoluzione di ideali, di pace, di semplicità, un camminonuovo di grazia di Dio con un positivo sapore di freschezza interiore,una nuova intuizione del perdono e della carità. Tutto questo, quando lafinestra più umana di San Pietro si riaprirà nuovamente e abbraccerà dinuovo il popolo di Roma e tutti quelli del mondo intero. Le lacrime delmondo, di quelli più deboli, raccolte nel tempo, diventeranno le protago-niste del bene e di una nuova civiltà morale e si approprieranno nuova-mente di quei valori che il tempo, aveva violentemente cancellato nellacoscienza Cristiana, e iù quei valori annebbiati dal potere. Ora tutti i po-poli del mondo sono inginocchiati in preghiera, sui selci neri bagnatidalla pioggia e in quell’immenso spazio del Sacrato di San Pietro, legocce d’acqua continuano a picchiettare incessantemente sugli ombrellivariopinti e le luci colorate, appena il sole lascia cadere la sua luce, si ri-flettono come in uno specchio, il popolo di Dio in questo scenario antico,unico e poetico, venuti da terre lontane pregano con le mani giunte e lelacrime raccontano la poesia di questo ore intense, di pace e di intimitàstorica, un quadro d’autore creato dalla forza del pensiero Cristiano e daicanti sommessi che fanno eco nella grande piazza di San Pietro, che ab-braccia il popolo di Dio.L’eterno colonnato è un abbraccio geometrico e paterno, che si uniscealla cromatica intensa delle mantelline del rosso porpora degli alti Prelatiche chiusi in Conclave, nella stupenda sala Sistina, pregano lo SpiritoSanto affinché scenda su di essi e suggerisca quel nome che rafforzerà dinuovo la fede di Cristo nel mondo e la pace sui popoli e sui fratelli Ro-mani dove il Vicario di Cristo eserciterà nuovamente la sua missione diVescovo di Roma. La pioggia non è ancora stanca di bagnare la cittàeterna e gli squarci delle saette del temporale, illuminano i volti tristi deipellegrini, volti accarezzati dalla commozione, dalle vistose rughe deglianni già trascorsi, e tra questi, non mancano gli sguardi dei bimbi dagliocchi a mandorla, così teneri e innocenti, e tutti assieme, volgono losguardo, di antica fede e di ricerca di quel Dio ancora una volta croci-fisso; quella finestra chiusa da tempo, fra poco ridarà l’ossigeno di Dioa tutte quelle anime assorte in preghiera. Quanta pietà e sofferenza, la-crime calde dal sapore del perdono e della ricerca di una mano, di mille,centomila e milioni da stringere come fratelli, tutti assieme fissano ununico obiettivo, il mondo intero guarda quel comignolo di latta imbrunitain attesa di quella fumata bianca che porterà la pace dell’anima distrattada tempo, da lusinghe e inganni. Anche una piccola e indifesa colombabianca, si è fermata dopo aver volteggiato tra le gelide gocce dell’acquapiovana, che ha appesantito le sue ali e stanca di volare, depone il suopeso corporeo vicino al tepore della cappa fumaria, che poco prima,aveva già irrorato la sua anima nera sperdendo nel cielo grigio quella fu-liggine nera, segno che ancora non vi è stata scelta alcuna. La colombastanca e infreddolita, avvolta dal calore di quel rifugio, sembra cheanch’essa attenda la fumata bianca e solo allora forse spiccherà il voloper farsi trasportare in alto e volare come una volta, ma prima anche lei,vorrà abbracciare il suo nuovo Vescovo riposandosi ancora per un po’sulle spalle del nuovo successore di Pietro e dopo aver allargato le aliaccarezzerà con le sue delicate piume bianche, il viso nuovo del nostrofratello in Cristo, anche se il suo nome rimane nel silenzio di quella seramisticamente preziosa e storica. L’oceano di folla, non mostra alcunastanchezza e l’attesa si protrae inesorabile nel tempo, mani bianche onere lasciano scorrere lentamente quella sacra corona che si muove len-tamente ad ogni mistero del Santo Rosario. In questa atmosfera di pacee di sentito raccoglimento, Roma appare più bella e più santa e tra pocodiventerà la protagonista in assoluta di un evento straordinario e la storiadi oggi, saprà sapientemente raccontare questa nuova emozione, questomomento, con parole diverse scritte col cuore e con inchiostro indelebile,e i cuori dei Romani come tutti quelli di tante terre lontane, non potrannomai più dimenticare la poesia di queste ore.Ad un tratto, nel cielo grigio di Roma si sprigiona da quel comignolo fa-moso, una potente nuvola bianca che vola in alto e la stessa è attraversatadalle ali spiegate al vento, di quella umile colomba che va a posarsi sullespalle del nuovo Vescovo di Roma che ha scelto di chiamarsi Francescoproprio come il Santo della carità e della povertà: San Francesco d’As-sisi. La folla incontenibile stretta nell’abbraccio del colonnato, emanaun forte boato di gioia e quel nome così importante, fa eco nella grandepiazza di San Pietro e il suono delle campane a festa, si fonde con le urladi gioia di quel popolo di Dio, che ha creato un concerto di pace e diamore verso quel nuovo volto così rubicondo e pieno di luce di Dio. Lafrase storica “Habemus Papam” si colora di tanta umanità e lo sguardodolce e accogliente della folla, si incrocia con quello del nuovo Pastoredi Cristo, che non appena esce con umiltà sulla finestra del mondo, iniziaa parlare col cuore dicendo: “Buonasera a tutti.” Una frase umana e fra-terna, ha fatto eco nel colonnato più famoso del mondo, finalmente PapaFrancesco, si è mostrato al mondo attraverso quella folla Romana e In-ternazionale, la pioggia ha smesso di gettare le sue lacrime, ma il popolodi Dio inginocchiato sui selciati bagnati di San Pietro, ha continuato apiangere lacrime di gioia e di tenerezza, aprendo le braccia alla luce delnuovo Vescovo di Roma, scelto da molto lontano, ma che ora rinnoveràla vita della Chiesa, con una nuova speranza con la carità, l’umiltà, e conla fede dei nostri padri e quella incancellabile dell’antica ed universalefede di Cristo. Non appena Papa Francesco alza le mani al cielo per be-nedire il popolo Romano e gli altri venuti dagli estremi confini della terra,la colomba bianca dopo aver aperto le ali, spicca il volo come annunciodi pace e di amore, ma prima accarezza il viso del suo nuovo Vescovo,come se fosse un sincero abbraccio alla nuova stagione dell’amore e conle sue piume più morbide, accarezza il viso commosso del nuovo Ve-scovo di Roma, ora sosta sulle possenti spalle con le quali dovrà d’ora inpoi sorreggere il peso della Cristianità universale, e poi con grazia edeleganza, spicca il volo e si lascia avvolgere da quel cielo infinito, diven-tando cosi testimone ed ambasciatrice eccellente dell’amore e dellanuova via che rafforzerà la pace e il credo di Cristo nel mondo e comeTu stesso hai detto: “Pregheremo per te o Padre santo.”

Papa Francesco sta mante-nedo fede all’impegno assuntofin dal giorno della sua ele-zione. Ha nominato una com-missione di cinque Cardinaliaffidando loro l’incarico di in-dagare sulla regolarità della ge-stione dello I.O.R. (BancaVaticana).Memorabili le sue recenti os-servazioni sulle origini storichedel Cristianesimo, tra le qualila seguente: “San Pietro nonaveva il conto corrente inbanca”. Finalmente al vertice dellaChiesa cattolica c’è un Pastoreche è coerente con gli insegna-menti di Gesù Cristo.

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L’ATTUALITÀ, pag. 16 N. 7-8 LUGLIO-AGOSTO 2013

Qualità e cortesia al servizio della clientela, anche a domicilio.

UN DELIZIOSO COFFEE-SURPRISE

Comitato d’Onore del periodico “L’Attualità”Presieduto da Mons. Sen. Viktor Busà,

Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace,a cui spetta il rango di Capo di Stato, a norma della Convenzione di Vienna del 1961.

Sen. Dott. Bruno Amoroso (P.M.S.P.): On. Alfredo Arpaia (Presidente Lega Italiana Diritti dell’Uomo);Prof. Andrea Bixio (Ordinario Sociologia, Univ. La Sapienza, Roma); Prof. Giorgio Bosco (Ambascia-tore); Col. Prof. Amerigo Coroneo (V. Ministro P.M.S.P.); Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni; Prof.Claudio De Rose (Presidente Onorario Corte dei Conti); Prof. Francesca Ferragine (Psichiatra-Psicotera-peuta); On. Pietro Fratantaro (P.M.S.P.); Duca Riccardo Giordani, Duca di Willemburg; Prof. PierluigiLando (psicologo); On. Albano Laporta (P.M.S.P.), On dott. Giacomo Leopardi; Prof. Giuseppe Lembo(sociologo); Amm. Stefano Madonna; Sen. Col. Giancarlo Martini (P.M.S.P.); On. Pasquale Moncada(P.M.S.P.); Gen. Stefano Murace (Aeronautica Militare); Gen. Enrico Muzi (Guardia di Finanza); Gen. C.A. Rocco Panunzi; Comm. Dott. Rodolfo Ricottini (medico chirurgo); Prof. Tito Lucrezio Rizzo (Consi-gliere Capo Servizi del Quirinale); Prof. Natale Santucci (neurochirurgo); Comm. Giancarlo Serafini (pre-sidente Lions Roma Palatinum); Gen. C. A. Bruno Simeone; Prof. Giulio Tarro (Scienziato, PhD-Md).

L’ATTUALITÁ

Direttore responsabileSen. Prof. C. G. S. Salvemini

Parlamento Mondiale Sicurezza e Pace

(cell. 347.0333846)Vice Direttore Editor’s:

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COMITATO DI REDAZIONEElena Andreoli, Antonio Bartalotta,Flora Battiloro, Lisa Biasci, BiagioBonetti, Liana Botticelli, GianfedericoBrocco, Emiliano Caruso, ValentinaCerenza, Mario Coletti, Antonietta Del-Bue Prencipe, Nicoletta Di Bello,Gabriella Di Luzio, Michele Forte,Pietro Fratantaro, Luigi Giorgi, AndreaLando, Pier Luigi Lando, GiovanniMaggi, Antonietta Mancuso, AlessandroMassimi, Mario Monica, Lucilla Petrel-li, Simonetta Scafi, Aurora SimoneMassimi, Liliana Speranza, Nico Vale-rio, Franco Vivona, Amelia Volpato,Leonardo Zonno.

Capi Redattori RegionaliLombardia: Ferruccio Ciavatta.Piemonte: Nino Nemo.Valle D’Aosta: Pietro Buttiglieri.Trentino-Alto Adige: G. Giordani, Lara Cavaliere.Friuli-Venezia Giulia: Pietro Jacono Veneto: Gilberto Antonioli. Liguria: Carmela De Nitto.Emilia Romagna: Vincenzo Scozzafave (Inviato speciale)Toscana: Silvia Renzi.Marche: Ivo Costamagna. Umbria: Cosimo Roberto VentoLazio: Lucilla Petrelli, Antonio Bartalotta. Campania: Florinda Battiloro. Abruzzo: A. De Frassina, E. Vanni. Molise: Maria Cristina Bernardo. Puglia: Marianina Sponzilli.Basilicata: Pierluigi Vignola, Giovanni Di Lena. Calabria: Antonio Bartalotta, Michele Biafora.Sicilia: Albano Laporta, Pietro Fratantaro.Sardegna: G. Lutzu, V. Licari, M. Contini.

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LA RUBRICA DELLA SALUTE

CONTRO L’INSONNIAOltre alla camomilla, un rimedio ef-ficace: fare un decotto di lattuga,prendete una lattuga e fate bollire inmezzo litro di acqua, per cinque mi-nuti, bevete prima di andare a letto edormirete tranquilli.

CONTORNO GUSTOSO Sbucciate mezzo kg di patate fatelea dadini per farle in umido, metteteuno spicchi di aglio che a cotturapotrete togliere,aggiungete 50 g difunghi porcini. Secchi, rinvenuti, inacqua bollente, non gettate via l’ac-qua, con un colino e ovatta filtratelae aggiungete alle patate, insieme adun dado di funghi, con 3 cucchiai diolio extra vergine di oliva,un pizzicodi origano e fate cuocere dolce-mente, avrete un contorno speciale.

DESSERT di FRAGOLEFrullate 3 o 4 etti di fragole, e intazzine da frutta, mettete spezzato,un savoiardo bagnato con il succo difragola,a parte preparate 4 etti di ri-cotta, amalgamata, con altro succodi fragole addolcito di zucchero,acucchiaiate coprite i savoiardidando una forma a punta, e nel con-torno della tazza, mettete delle fra-goline che avrete lasciate intere,fatefreddare nel frigo, a vostro piacere,mi raccomando la ricotta ben frul-lata. E buon appetito.

Liana Botticelli

ARRIVA IL NAKED SUSHIIl Sushi, si sà, è una moda importata dal Giappone che da anni ha presopiede in tutta Italia ma ora arriva direttamente a Milano un nuovo mododi gustare pesce crudo che sicuramente farà discutere ma attirerà nei ri-storanti numerosi clienti uomini. Si tratta del ‘naked sushi’, ovvero ri-storanti in cui questa pietanza tipicamente giapponese viene servita sulcorpo nudo di belle ragazze. Un modo provocante e nuovo per far gu-stare il sushi anche a chi non apprezza questo genere di cucina! Le ra-gazze, praticamente nude ed immobili, sono distese e sopra il loro corpoviene presentato sashimi e sushi che al contatto con il calore corporeoesalano le fragranze di quei cibi. Si tratta di un’antica tradizione giap-ponese per speciali banchetti per pochi fortunati alla corte dell’Impe-ratore. Per centinaia di anni questa strana usanza chiamata“Nyotaimori” è stata praticata come forma d’arte culinaria soltanto perl’elite della società giapponese. Negli anni più recenti ha iniziato a dif-fondersi in Giappone diventando una recente tradizione urbana. DalGiappone, poi, il Nyotaimori si è esteso prima negli Stati Uniti dove ri-storanti che offrono abitualmente questo servizio sono l’Hadaka Sushidi Los Angeles, il Cheetahs di New York e il Kizoku Japanese Sushi diChicago. E in Europa? Dopo Londra, arriva in Italia a Milano con al-cuni ristoranti che propongono questo menu solo su prenotazione perfeste particolari e addii al celibato. Il naked sushi catalizza sicuramentel’attenzione di molti uomini che vorranno provare questa particolarecena, ma non è solo lo spettacolo ad essere piccante visto che il prezzosi aggira attorno ai 150 euro a testa. Insomma, forse una cucina non pertutti i palati! Isacco Cicala

I TRE SENTIERII dodici pianeti che reggono le dodici case riguardano l’espressine fisicadell’uomo e agiscono sulla personalità. Le dodici costellazioni, invece,stimolano l’anima dentro la forma e producono quell’attività soggettivache, a sua volta, causa mutamenti nell’espessione esteriore, fondendo leenergie delle costellazioni con quelle dei pianeti. I risultati si dividono indue stadi: Il segno del Sole domina e l’uomo gradualmente si adegua arispondere all’anima, sviluppando le possibilità latenti in quella sua vita.Cresce la rispondenza alle energie racchiuse all’ascendente, affrettandoil processo evolutivo e lo sviluppo della vita interiore. L’energia chescorre nei segni prepara l’uomo alla crisi di riorientamento, quando len-tamente e per gradi inverte il senso di model moto sulla ruota della vitae coscientemente inizia il ritorno alla fonte. L’uomo impara a superare ildesiderio sperimentando ogni sorta di desideri ed impulsi egoistici. Conpena infinita, e poco a poco, l’anima umana apprende a vivere primacome membro dell’umanità, poi come entità spirituale. Il nostro sistemasolare ha una “dualità intrinseca” (amore-saggezza” e che il compitoprincipale dell’uomo sia di “regolare le coppie di opposti”. La riconci-liazione procede su tutti e tre i livelli del suo sviluppo: Sul piano fisicosi compie sul Sentiero della Purificazione Sul piano astrale devono risol-versi le coppie di opposti e ciò si compie sul sentiero del discepolato Sulpiano mentale la sintesi si compie sul Sentiro dell’Iniziazione.

Marina Giudicissi

BUON COMPLEANNO, CANCRO!Il Cancro è un segno d’acqua, dominato dalla Luna. Ha attinenza con lanascita, con la propria famiglia, con i luoghi di origine, con la patria. Ilsegno del Cancro, che in Egitto viene raffigurato da uno scarabeo, simbo-leggia la generazione, la nascita e la rinascita sia in carne sia nello spirito.Qui ci troviamo a cospetto dell’archetipo materno e di tutta la simologialunare, che, non dimentichiamolo, è anche la Madre della forma, quindi,del mondo dell’apparenza. Il culto della Luna, come elemento di fecon-dità, è stato il primo mito di cui si ha notizia. L’adorazione del Sole e dellaLuna come dispensatori di vita e di morte è la prima manifestazione del-l’inconscio desiderio dell’uomo. Cosi’ presso gli Egizi il dio solare Anu-bis, seppellitore del dio solare Osiris, simboleggia l’energia diconservazione della vita, la capacità di rinascita, la gestazione prima dellaresurrezione. Anche nelle lontane regioni osiriache, le fonti storiche dannoun’importanza preponderante al culto della Luna. In Africa, i Berberi ado-rano un Dio maschile lunare, sotto il nome di Aggur. Nel Vedanta la prer-sonificazione del Sole, Surya, sposa Soma, un Dio lunare. Nel Buddismo,l’unione di Shiva (potenzialità divina) e della dea SHAKTI (potenzialitàmanifesta terrestre) rappresenta graficamente come perfetta l’unione ses-suale tra l’uomo e la donna. Nella mitologia greca la Luna è rappresentatanelle sue fasi visibili: riflesso della luce creatrice e io. Spiratrice la Lunapiena, chiamata Selene, come Artemide, divinità asiatica d’rigine iperbo-rea che proteggeva le acque. La vegetazione, il matrimonio, i bambini. Inquesto aspetto vergineo che mette l’accento sulla spiritualitàdel fenomenodella nascita si potrebbe riconoscere il mito della Vergine cristiana qualesi manifestò in epoca successiva. Marina Giudicissi

L’INIZIAZIONE È UNA RINASCITASecondo l’Ermetismo tutto ciò che è in basso (ossia nella natura) èsim-metrico a ciò che è in alto” (e quindi in cielo) ma entrambi i livelli for-mano il miracolo della “cosa unica2 e sono in simbiosi perpetua con ilmondo materiale. L’anima dell’individuo, incarnandosi, discende attra-verso il cielo delle stelle fisse, passa per ognuna delle sfere planetarie enell’effettuare questo tragitto, si impregna delle essenze sottili degli astri:ciò ha consentito a Pitagora, e molti secoli più tardi a Keplero, di dire chel’anima ha per propria virtù l’innata capacità di risuonare ad ogni modu-lazione delle forze astrali. Gli astri sono lo specchio delle nostre speci-fiche possibilità in positivo e negativo, hic etnunc. Con questaprecisazione tenterò di tracciare adesso i principi di un’astrologia per ini-ziati, non senza aver prima chiarito cosa debba intendersi secondo la tra-dizione per iniziazione e per via iniziatica. L’iniziazione, come dice laparola stessa, è l’inizio di una nuova vita che conduce all’ascesi consi-stente nella progressiva distruzione della personalità originaria e la co-struzione di una nuova personalità ad hoc. È un progressivo morire ed uncontestuale, progressivo rinascere, un incedere finalizzato, ascendente epositivo ma allo stesso tempo è un “inire”, ossia un viaggio all’internodi sè stessi. La carta del cielo indica quali prove dovrà affronate nellavita ogni persona e ci dice anche come e dove la persona deve canalizzarela propria azione. Le azioni fondamentali che l’individuo dovrà compieresono attestate dnell’oroscopo: dal pianeta dominante, dai significatoridella casa I e dal suo dominatore planetario, -dal nodo lunare ascendente(testa del drago). L’iniziazione è in sostanza un “morire e progressivo ri-nascere a nuova vita ed un crescere a livello superiore, è un rinascere adun livello superiore. Marina Giudicissi

IL CIRCO DI RONY ROLLERDa sempre il Circo attrae grandi e bambini, poiché ti trasporta in unmondo surreale e affascinante.Mi è capitato di assistere allo spettacolo del circo di Rony Roller. In unospettacolo pomeridiano, lo staff composto da artisti poliedrici e multiet-nici, mi ha letteralmente catapultato in un mondo fantastico tra piroette,ilarità e tachicardia. I pagliacci hanno riempito le pause con suoni ditrombe, note di pianoforte, e tanto altro. I trapezisti si sono esibiti inspettacoli nuovi e innovativi: l’aereo volante ha attratto la mia atten-zione, la ragazza girava velocemente a trenta metri dal suolo in un at-trezzo simile ad un aereo. Che dire della rappresentazione d’epoca conuna macchina d’inizio secolo dove l’autista si perde il volante e, il vei-colo comincia a girare da solo andando avanti e indietro mentre la pas-seggera non riesce a scendere. Bella la scena con i cavalli che ballanoun walzer, le sorelle brasiliane che si esibiscono con emozioni inde-scrivibili. Il ragazzo che dirige i cammelli, i dromedari, i lama; l’ad-destratrice dei cani-leoni provenienti dalla Corea.: “ piccoli cani con latesta somigliante ai leoni”, che obbediscono agli ordini circumnavi-gando su se stessi e baciando alla fine la loro padronaaustriaca; Rony Roller Junior che nella gabbia deileoni veri, si esibisce in una performance mozza-fiato: si scambiano coccole e carezze! Il pezzo deifachiri con i Clown che soffiando sui pifferi attrag-gono i serpenti, mentre la contorsionista si chiudecon loro nei cesti. C’è magia in tutto questo, mu-sica, ballo, fantasia, coreografia, scenografia, peri-colo, solidarietà, sincronia; e poi c’è il pubblico diadulti e piccini che con grandi e lunghi applausi ringra-zia coloro che li ha fatti divertire. Il protagonista: il mondo circense.

Francesca Pagano

PER UN COLPODI SONNO...

La morte è sempre un evento tra-gico, quando a morire sono ragazzigiovanissimi, lo è ancora di più.L’incidente di un pullman di tifosidel Brescia ribaltatosi il 28 maggioalle 4 del mattino sull’AutostradaA21 ha causato la morte di AndreaToninelli, di appena 22 anni e il fe-rimento di altri tre ragazzi. L’auti-sta 48enne, Ugo Lissignoli, haavuto un colpo di sonno e ha presouna traiettoria imprevista, finendotra i campi e rovesciandosi su unfianco. Il mezzo era partito cinqueore prima da Livorno, seguito datanti altri autobus carichi di tifosiche avevano seguito la loro squa-dra del cuore incassando il pareg-gio e con esso le speranze di salirein serie A. Lissignoli guidava unodei pullman centrali: per le primeore era andato spedito, poi avevadato i primi segni di stanchezza,andando a zig zag e sbadigliandoin continuazione. Tanto che, se-condo le testimonianze raccolte,uno dei ragazzi gli si era avvici-nato esortandolo ad accostare e adormire un po’. Ma l’autista ve-deva le luci di Brescia vicine e nonvoleva protrarre la trasferta. Poi,all’altezza di Bagnolo Mella, latragedia. Impressionante la testi-monianza di uno dei feriti piùgravi, Fabrizio Manza, barista26enne: «Stavo dormendo e misono risvegliato di colpo fuori dalpullman ed in piedi. Ricordo solole sirene delle ambulanze e un ba-relliere che urlava “codice rosso,codice rosso”». Erika Carpinella