SILVIA BENCIVELLI

Trenta barre di piombo rinvenutein una nave affondata oltre 2000

anni fa serviranno ai fisici del Gran Sasso per studiare

le particelle frutto di esplosionistellari. Ecco come un antico

viaggio aiuta la scienza di oggi

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Quei lingotti romanial servizio dei neutrini

SERA

18 gennaio 2016

H anno viaggiato nello spazio e nel tempo, dallaSpagna all’Italia centrale, da duemila anni fa aoggi. E adesso che sono arrivati, studieranno

particelle provenienti sulla Terra dall’esplosione dellestelle lontane. È una storia di grandi distanze quella ditrenta lingotti di piombo rinvenuti nel mare dellaSardegna, nel 1990, nella pancia del relitto di una nave diepoca romana. Oggi questi lingotti sono stati ufficial-mente consegnati nelle mani dei fisici dell’Istituto nazio-nale di fisica nucleare (Infn), che li porteranno nelle pro-fondità dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, i labora-tori sotterranei più grandi del mondo. Lì, sotto 1400metri di roccia della montagna, serviranno a proteggereil nocciolo dell’esperimento Cuore per lo studio di neu-trini (dove Cuore sta per Cryogenic UndergroundObservatory for Rare Events).La storia è lunga almeno duemila anni, ma cercheremodi farla breve. I trenta lingotti sono gli ultimi di una par-tita di un migliaio, ciscuno di 33 chili di peso e di quasi

IL RECUPEROIn copertina, un subimpegnato a riportare in superficie i lingotti di piombo.Qui, particolaredella punzonaturasui metallo

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18 gennaio 2016

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mezzo metro di lun-ghezza, spediti intornoal 50 avanti Cristo dallazona di Sierra diCartagena, in Spagna.Erano stati estratti econfezionati da alcunefamiglie di origine ita-liana che in Spagnaavevano miniere eforni, i fratelli Caius eMarcus Pontilieni eCarulius Hispalius, ederano diretti alle fonde-rie dell’Italia centrale,dove sarebbero statitrasformati in condut-ture idrauliche, urnecinerarie, monete. Mala nave a bordo dellaquale viaggiavano, una“navis onerariamagna” di 36 metri,giunta al largo dell’iso-

la di Mal di Ventre, al largo della Sardegna sud-occiden-tale, affondò. E rimase lì, a trenta metri di profondità,affondata nella sabbia del fondale, finché un subacqueodilettante non la scoprì nel 1990 e non ne fu organizzatoil recupero. Per riportare i lingotti in superficie c’è statouno straordinario gruppo di cooperazione, che ha vistoimpegnati l’Istituto nazionale di fisica nucleare, laSoprintendenza archeologia della Sardegna, e leUniversità di Cagliari e Milano Bicocca. In seguito, anco-ra l’Infn e le Università di Cagliari, Sassari e MilanoBicocca hanno eseguito studi fondamentali per stabilirecon accuratezza la composizione chimica dei lingotti.

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18 gennaio 2016

REPERTI DI VALOREParte dei lingottisarà conservata per il suo valore archeologico

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Arrivati a destinazione con gran ritardo, i lingotti deifratelli Pontilieni e di Carulius Hispalius hanno trovatoun mondo cambiato, in cui non possono più essere usatiper fare i tubi dell’acqua anche perché oggi si sa che ilpiombo, se ingerito, è velenoso. Ma hanno trovato unnuovo impiego negli esperimenti di fisica, ai quali ilpiombo antico offre un vantaggio che il piombo moder-no non ha. I duemila anni di invecchiamento, infatti,hanno permesso a quei lingotti di diminuire di centomi-la volta la loro radioattività naturale, perché la loro com-ponente radioattiva si dimezza ogni 22 anni. Così oggiquel piombo può essere utilizzato come “cappotto” neu-tro per esperimenti di grandissima precisione, comeCuore, i cui rivelatori sarebbero disturbati anche daemissioni radioattive di minima entità.Cuore è un esperimento a cui da dieci anni lavoranocirca centosessanta scienziati di Italia, Stati Uniti, Cina,Spagna e Francia, con l’obiettivo di studiare le caratteri-stiche di queste particelle tanto elusive e complesse da

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18 gennaio 2016

LA SCOPERTALa nave romana è stata individuataper caso nel 1990 al largo dell’isolasarda di Mal di ventre

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meritarsi più di un Nobel (l’ultimo, quello del 2015). Eha già conquistato un record, quello di aver prodotto ilmetro cubo più freddo dell’Universo. I trenta lingotticonsegnati oggi sono gli ultimi dei duecento recuperatidalle acque e affidati all’Infn e permetteranno finalmen-te all’esperimento di entrare in funzione. Per questol’Infn è stato da subito interessata al recupero della nave

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18 gennaio 2016

I LABORATORIUn disegno del centro di ricercasotto al Gran Sasso

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e del suo carico, recupero che ha finanziato grazie a unaccordo con la Soprintendenza archeologica dellaSardegna e con il parere favorevole del Ministero deibeni e delle attività culturali e del turismo. Prima didestinarli alla loro nuova vita scientifica, però, a ciascunlingotto è stata staccata la parte anteriore, quella con ilmarchio, che sarà conservata dagli archeologi a memoriadi quel carico di piombo che i fratelli Pontilieni eCarulius Hispalius affidarono al mare, senza immagina-re lo strano destino che avrebbe avuto.

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18 gennaio 2016

IL PROGETTO“Cuore” è la ricercaper individuarele caratteristiche dei neutrini