ATTIVITÀ PARROCCHIALI Marzo 2013 PASQUA SANTI … · Un grazie di cuore va prima di tutto a loro,...

8
Periodico della comunità parrocchiale - Marzo 2013 www.santiangelicustodi.it ATTIVITÀ PARROCCHIALI PASQUA Confessioni lunedì santo 20.30 a dolescenti e giovani mercoledì santo 20.30-22.00 tutti giovedì santo 17.30 1 a ,2 a e 3 a media venerdì santo 16.30-19.00 tutti sabato santo 9.00-12.00 tutti 16.00-19.00 tutti Celebrazioni giovedì santo 8.00 lodi mattutine 21.00 s. Messa in Cœna Domini e presentazione dei bambini della 1 a comunione 22.30 adorazione libera fino alle 24.00 venerdì santo 8.00 lodi mattutine 15.00 Celebrazione della morte del Signore raccolta dell’obolo della TERRA SANTA 20.30 Via Crucis per le vie del quartiere sabato santo 8.00 lodi mattutine 11.00 adorazione alla croce dei ragazzi delle elementari e medie 22.00 Veglia pasquale PROGRAMMI PARROCCHIALI ESTIVI Campo 1 a e 2 a media 9-15 giugno a San Giovanni in Loffa Campo elementari 16- 22 giugno a San Giovanni in Loffa Grest parrocchiale 24 giugno – 11 luglio alla mattina (9-12) Scout campo reparto 5-16 agosto Scout campo lupetti 4-11 agosto Ritirone 10 comandamenti 17-24 agosto a Fognano (Fa) Campo ex 3^ media 8-11 settembre a Lumini Sagra parrocchiale 11-15 settembre Verona-Assisi: 800 km A/R Una storia d’amore I nostri giovani a ROVERÈ 2013/1 SANTI ANGELI CUSTODI

Transcript of ATTIVITÀ PARROCCHIALI Marzo 2013 PASQUA SANTI … · Un grazie di cuore va prima di tutto a loro,...

MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 17

Perio

dico

del

la c

omun

ità p

arro

cchi

ale

- M

arzo

201

3w

ww

.sa

nti

an

gel

icu

sto

di.

it

ATTIVITÀ PARROCCHIALI PASQUA

Confessioni lunedì santo 20.30 a dolescenti e giovanimercoledì santo 20.30-22.00 tuttigiovedì santo 17.30 1a,2a e 3a mediavenerdì santo 16.30-19.00 tuttisabato santo 9.00-12.00 tutti 16.00-19.00 tutti

Celebrazionigiovedì santo 8.00 lodi mattutine 21.00 s. Messa in Cœna Domini e presentazione dei bambini della 1a comunione 22.30 adorazione libera fino alle 24.00

venerdì santo 8.00 lodi mattutine 15.00 Celebrazione della morte del Signore raccolta dell’obolo della TERRA SANTA 20.30 Via Crucis per le vie del quartiere sabato santo 8.00 lodi mattutine 11.00 adorazione alla croce dei ragazzi delle elementari e medie 22.00 Veglia pasquale

PROGRAMMI PARROCCHIALI ESTIVI

Campo 1a e 2a media 9-15 giugno a San Giovanni in LoffaCampo elementari 16- 22 giugno a San Giovanni in LoffaGrest parrocchiale 24 giugno – 11 luglio alla mattina (9-12)Scout campo reparto 5-16 agostoScout campo lupetti 4-11 agostoRitirone 10 comandamenti 17-24 agosto a Fognano (Fa)Campo ex 3^ media 8-11 settembre a LuminiSagra parrocchiale 11-15 settembre

Verona-Assisi: 800 km A/R

Una storiad’amore

I nostri giovani a ROVERÈ

2013/1 SANTI ANGELI CUSTODI

MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 3

2 - SANTI ANGELI CUSTODI

Due gesti che includono il cammino della Quaresima, e che portano a contemplare, meravigliati ancora una volta, il mistero di Dio.

Siamo arrivati al numero 17! Un grazie di cuore va prima di tutto a loro, che rubano il proprio tempo per parlare (e scrivere, che è più difficile!) della comunità parrocchiale e delle molte iniziative che non tutti conoscono.Ricordiamo l’indirizzo e-mail:[email protected] agli autori degli articoli, hanno par-tecipato alla realizzazione di questo numero:Silvia e Giuliano.

io non è l’eterno scono-sciuto, colui che, dopo aver

creato le cose, se ne sta lassù nei cieli, da qualche parte, ogni tanto guardando giù per vedere se ci scan-niamo troppo, allora manda un mare-moto così ci calmiamo un poco… idee meno peregrine di quanto potremmo pensare.

“Padre, non ho mai fatto male a nes-suno, con tutto quel che prego, per-ché Dio mi ha mandato sta disgra-zia?”. Parole sentite tante volte, in questi anni di confessionale, che forse appar-tengono a ciascuno di noi.

Ma è vero che esiste Dio?Chi mi dice che io possa fidarmi di Lui? Affidarmi a Lui? Peggio ancora, consegnare a Lui la mia vita perché Lui stesso la governi?È affidabile Dio, o è un mostro da tene-re a bada, un tiranno da cui guardarsi, un padrone da non contraddire trop-po?Forse, l’indifferenza a Dio che notiamo in noi (ne siamo esenti, forse? Dio è davvero colui che governa ogni

In questo numero:Cenere sulla testa … e acqua sui piedi 2Anno della Fede 4“Se siete qui non è per caso ...” 5UNA STORIA D’AMORE 6Beati gli afflitti 7Invito alla lettura: DT 6,4-13: LO SHEMÀ 8Quelli del ’95… 9Verona-Assisi: 800 km A/R 10Giovani della parrocchia a ROVERÈ 12Dagli scout alla politica 13Famiglia, Chiesa domestica, costruisce la Chiesa! 14Bilancio Parrocchiale 2012 15

DVerona-Assisi:

800 km A/RUna storiad’amore

I nostri giovani a ROVERÈ

2013/1 SANTI ANGELI CUSTODICenere sulla testa … e acqua sui piedi

aspetto della mia vita? Ho sul serio consegnato a Lui la mia esistenza, o in fondo decido io le cose da fare, scelgo io cosa è giusto per me e la mia famiglia?) e attorno a noi è la riposta a questi interrogativi che ci portiamo dentro.Sono gli interrogativi di sempre.

Se Dio è buono, perché il male nel mondo? Se Dio è buono, perché non risponde alle mie richieste (che sono giuste? Non sto chiedendo di diven-tare milionario, ma che guarisca mio figlio…).È il dramma di ogni tempo, di ogni uomo, di ogni età.

E Dio risponde in un modo che ci la-scia sempre sconcertati, meravigliati e, spero, affascinati.

Non ci dona una bacchetta magica che risolva i problemi, non interviene a col-pi di miracoli.Risponde diventando uomo, e viven-do da uomo una vita di abbandono filiale a Dio. Gesù ripete, con ogni sua parola o ge-sto: “Mi fido di te, Padre mio. So che sei

un Padre buono, e che non mi abban-doni”. Lo ripete quando viene insultato, schernito, colpito, flagellato, crocifis-so. Lo ripete nel grido poco prima di morire: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,43), un grido nel quale è racchiuso ogni dolore, ogni disperazione dell’uomo di tutti i tempi.

Ma un grido che si fa ancora abbando-no al Padre: “Nelle tue mani affido il mio Spirito” (Lc 23,46). Così muore, fidandosi di Dio suo e no-stro Padre. Vivendo come offerta ciò che non ha capito.

Non hai smesso di fidarti, Gesù, Dio nostro.

Ecco perché la croce al centro di ogni Chiesa cristiana.Ecco perché il Venerdì Santo adoriamo la croce, con il bacio.Perché è il segno dell’amore di Dio, che offre se stesso fino in fondo, che continua a lavarci i piedi anche quan-do non lo meritiamo, che dona il suo sangue al posto del nostro.E ci dona il Suo Spirito: “E chinato il capo, emise lo Spirito” (Gv 19,30).

Lo Spirito che ci permette di vivere come Gesù: veri figli del Padre, per cui ciascuno è nostro fratello. Non abbiamo più nemici, solo fratelli da amare, servire, perdonare, con cui crescere.

Buona Pasqua don Marco, don Mauro e don Martino

MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 54 - SANTI ANGELI CUSTODI

ettete insieme un centina-io di persone, fra uomini e donne, giovani e adulti,

uno splendido fine settimana soleggiato con la neve fresca, la casa san Pietro marti-re a Roverè veronese e un prete serio e im-pegnato che sa essere all’occorrenza anche comico e strampalato; condite il tutto con un sano desiderio di crescere nel proprio percorso di fede e scuotete il tutto quanto basta.Risultato? Due giorni intensissimi di catechesi, preghiera e condivisione; e fuori uno splendi-do sole e la neve fresca. Matti? Si, di Gesù. Ebbene si, lo ammettiamo, abbiamo perso la testa; per chi? Ma per Lui, quel Gesù di Na-zareth che dopo duemila anni sa ancora far parlare di Lui; e noi desideriamo ascoltarlo.Lo vorrebbero morto, lo vorrebbero sepolto, ma soprattutto lo vorrebbero zitto; ma Lui è vivo e parla continuamente a noi. Purtroppo noi siamo sordi e non sappiamo ascoltarlo. Ed è proprio questo il tentativo che conti-nuamente cerchiamo di fare, cioè quello di imparare ad ascoltare la sua Parola.Ed è così che per la prima volta si riuniscono ben tre diversi gruppi, più o meno usciti dal cammino delle 10 Parole; sono i tre gruppi del “Laboratorio delle fede” della parrocchia degli “Angeli Custodi” di Verona, gruppi che si apprestano a timidi ma seri tentativi di cono-scere la Chiesa.“Non sono qui a perdere tempo e neanche voi siete qui a perdere il vostro” tuona don Mauro; ed ha ragione, ha perfettamente ragione. “Se siete qui non è per caso, ma perché avete risposto ad un sì, ad una

M

“Se siete qui non è per caso ...”

di Mirka Morandochiamata”: siamo così entrati con decisione e serietà nel percorso delle “Beatitudini”. Sì, perché questo era il tema portante del nostro vivere insieme, fra di noi e con la pre-senza di nostro Signore.Quello delle “Beatitudini” è un Vangelo che più o meno tutti conosciamo; o perlomeno, pensavamo di conoscerlo. Approfondirlo nel modo in cui ci è stato dato di conoscere ci ha sorpreso e mera-vigliato al tempo stesso. Conoscerne i veri significati ci ha quantomeno spiazzati. Sì, perché ad ogni condivisione di gruppo quello che ne usciva era che ognuno di noi confrontava la Parola con la propria vita e prendeva consapevolezza dei propri limiti e dei propri errori. Ne uscivamo con le ossa piuttosto “rotte”; certo è che ormai sappia-mo che è “un male che fa bene”.È domenica sera e le luci di Roverè ora sono spente; tutti noi siamo tornati a casa con una nuova consapevolezza. Il tema delle beatitudini ci ha dato modo di aprire nuo-ve riflessioni e nuove finestre. Questo però ci carica di una nuova responsabilità che è quella di annunciare quel Gesù vivo alle persone che vivono vicino a noi. Familiari, colleghi di lavoro, amici, conoscenti; tutte queste sono le persone a cui ci dovremmo rivolgere. Non sono le persone lontane, come comunemente siamo portati a pen-sare, che hanno bisogno di noi. Al contrario, sono invece quelle che, più o meno quoti-dianamente, vivono vicino a noi.È un compito veramente impegnativo se lo prendiamo sul serio. Un compito gravoso visto sotto il profilo umano; un “giogo leg-gero” se la fede ci accompagna.

In un contesto culturale come quello di oggi, caratterizzato da stanchezza e indifferenza è

fondamentale alimentare il desiderio di bel-lezza sia naturale che artistica e la ricerca di qualcosa di più profondo. Risvegliare la no-stalgia di Dio che spesso è latente nel cuore di molte persone.

Il Circolo Custodi di Cultura della nostra par-rocchia ha dato il via a un’iniziativa finalizza-ta a comprendere le origini della diffusione del messaggio di Cristo scoprendo i luoghi della nostra città che hanno accolto e pro-tetto i primi fedeli, attraverso visite guida-te alle chiese paleocristiane di Verona. Le pietre edificatrici “parlano” e “raccontano” di coloro che, Martiri, Vescovi, Santi, hanno donato la loro vita per Cristo indicando la strada della Fede con l’ esempio di una vita felice, perché animata da questo grandis-simo dono, anche nei tempi bui delle per-secuzioni. Questo brevemente l’itinerario: tappa di partenza, la Chiesa di San Procolo che ha accolto le spoglie dei primi vescovi di Verona, vicino alla Basilica di San Zeno, patrono della nostra città. Seconda tappa, il sacello delle Sante Teuteria e Tosca, sorella quest’ultima di San Procolo, la prima chiesa consacrata del Veneto, di cui si abbia docu-mentazione certa (751 d.c. vescovo Anno-ne); e la vicina Chiesa di S. Lorenzo, unica chiesa dell’Italia settentrionale con le torri circolari, i matronei e cinque absidi rivolte nella stessa direzione, a modello delle ab-bazie cluniacensi. A seguire, in programma

Anno della Fededi Annamaria Lippolis

A visita a tema del complesso del Duomo, la Chiesa di Santo Stefano, la suggestiva at-mosfera di San Giovanni in fonte; la Chiesa dei Santi Nazario e Celso per il sacello del Monte Castiglione. Fuori città interessanti testimonianze poco conosciute sono l’Ipo-geo di Santa Maria in Stelle, e le pievi di San Floriano e San Giorgio di Valpolicella.L’augurio è che la scintilla nata dal ricordo dei primi seguaci nelle splendide cornici ar-chitettoniche, alimenti in noi una Fede più salda.

“… che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?” Benedetto XVI

“Anche ai giorni nostri la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare … perché il Signore conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere Cristiani…”.

6 - SANTI ANGELI CUSTODI MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 7

a mamma a figliaMia cara scimmietta, sei da

poco uscita da casa mia dove abbiamo tra-scorso il pomeriggio a ridere e a chiacchie-rare raccontandoci tante cose... Sei tornata dalla tua famiglia affidataria, che in questi anni ti ha accolta in casa sua aiutandoti in un momento in cui io avevo delle difficol-ta e non riuscivo a darti ciò di cui tu avevi bisogno.Sai che la vita per me non è stata facile: ho avuto un’in-fanzia difficile, con poco amore e nemmeno il ma-trimonio mi ha dato quello che speravo. Ho tentato di essere una brava mamma, Ma ho dovuto chiedere aiu-to perchè non volevo che tu vivessi ciò che io ho vissuto e darti la possibilità di una vita migliore. Ho sofferto molto quando hai iniziato a vivere con la famiglia affidataria, sono sta-ta gelosa di loro. Ho avuto paura di perde-re il tuo affetto.Ora so che ciò non è avvenuto. Sono stata accolta con te nella famiglia affidataria, po-tevo venire a trovarti tutte le volte che ne avevo il desiderio e ora sento che il nostro legame è ancora forte e non potrà finire mai. Sento ancora adesso un grande vuo-to, ma sono convinta che questa per te sia stata la scelta migliore.Ti abbraccio con tantissimo amore. La tua mamma

Da figlia a mamma affidatariaCara Mimi, fra una settimana mi trasferirò

D a Roma dove inizierò gli studi universitari e ho pensato di scriverti una lettera per dirti quanto siete stati importanti per me.Quando sono venuta la prima volta a casa vostra, non capivo il motivo per cui non potevo stare con la mia mamma (che mi prometteva che sarei tornata a casa per sempre). Ma il tempo passava...I miei occhi hanno imparato a vedere le

cose non più da bambina, ma da ragazza: ho capito che la mamma non ce la faceva a seguirmi in tutto perchè era sola con 4 fi-gli e un lavoro. La mia vita sarebbe stata sicuramente migliore se fossi rimasta da voi perchè potevo avere ciò di cui avevo bisogno: essere seguita non solo nei bisogni materiali, ma anche avere tutte le atten-zioni e l’affetto che ogni

bambino dovrebbe avere. Con te ho imparato l’arte della vita accet-tando anche gli aspetti che non sono pro-prio come me li aspettavo. Ossservando come tu e il babbo amate i vostri figli ho visto l’amore che ruota intorno ad una fa-miglia e lo porterò nel cuore come un te-soro prezioso.Ti voglio tanto bene e ti abbraccia. La tua piccolina

Da mamma affidataria a mamma naturaleQualche annno fa (non so più quanti ne siano passati) ci siamo promesse di non es-sere gelose una dell’altra. Il fatto che io ac-

UNA STORIA D’AMOREdi Una mamma, sua figlia e la mamma affidataria

cogliessi la tua bambina nella mia famiglia non voleva dire sostituirmi a te perchè tu non eri capace di farla crescere, ma colla-borare con te in un momento di grave dif-ficoltà nel darle tutto ciò di cui aveva biso-gno. So che non è stato facile per te... che hai sofferto di solitudine, che ti sei sentita, forse inadeguata e ,sì, anche un po’ gelosa.Da parte nostra,c’è stata sempre la tensio-ne a farti sentire parte attiva, a coinvolgerti anche nelle piccole scelte che la riguarda-

vano (ti ricordi le feste di compleanno nel giardino di casa nostra?), di farci aiutare dall’equipe dell’affido, dall’umiliarci un po’ per darti più spazio.E ci siamo riuscite! Abbiamo imparato a fidarci e ad accoglierci e il risultato è ora vedere questa “figlia” sbocciata come un fiore alla primavera della vita, bella, serena e riconciliata.Grazie anche a te... Una mamma ad una mamma

n giovedì di febbraio nella nostra Parrocchia. E’ appena cominciata la Messa feriale,

quando entra un signore, un povero con un sacchetto di plastica e parla a voce alta: grida “Ho freddo”. Uno dei presenti gli si avvicina e gli dice: se vuoi stare qui stai pure, ma in silenzio. Lui ripete solo: “ho freddo, Padre” e poi tace. Una signora va in canonica e torna con una coperta di lana e gliela mette sulle spalle; lui si rannicchia nella coperta e non apre più bocca. Le letture proclamano:“...cercò rifugio presso il Signore” (Est 4, 1)

“Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai rispo-sto” (Sal. 138, 3)

“...chiunque chiede riceve, e chi cerca trova...” (Mt. 7, 8)

Il sacerdote, che di solito fa una breve omelia, dice solo: “Un gesto vale più di tan-te parole”.

Beati gli afflittidi Marisa e Bruno

U Alla fine della Messa diverse persone si in-teressano a lui, è molto stanco e lo sdraia-no su una panca in fondo alla chiesa. Qual-cuno va a scaldare del latte e glielo porta, il sacerdote torna con un paio di scarpe e una giacca, altri vanno a casa a prendere qualche altra cosa di vestiario.Una signora presente ha poi commentato: “Ho pensato che Gesù che vedeva stava sorridendo...”Ma questa celebrazione della solidarietà sembra non finire: uscendo dalla chiesa incontro un’altra delle “nostre signore”, con due “sporte” di sussistenza (cibo e vestiario) in cui si intravvedono scarpe, giaccone, cal-ze e …Grazie e lode a te Signore perché fai vedere queste cose ai piccoli che credono in te; a tua volta ti rendi piccolo per stare in mezzo a noi, oggi come sempre, affinché possiamo raccontarti anche a chi non era presente, cosicché possa credere a sua volta.Grazie Gesù perché ci dai modo di testi-moniarti in maniera credibile.

giovedì 21/02/2013 ore 8.00

fine novembre abbiamo avuto l’occasione di fare un ritiro di due giorni a Villa Albarè, una

casa salesiana dove si trova la comunità educativa per minori don Bo-sco “DAB” che accoglie ragazzi con proble-mi familiari, penali e di tossicodipendenza. Accompagnati dal direttore, don Paolo Bo-lognini, abbiamo incontrato i ragazzi ospiti della comunità. Da questo incontro, ascol-tando storie drammatiche, a volte invero-simili, di droga, furti e violenza, è emersa tutta la sofferenza e il do-lore di ragazzi che vivono una vita border-line. Ma è emersa anche un’altra cosa: la sofferenza, la pas-sione e la tenacia di don Pa-olo, che spende la sua vita per aiutare questi ragazzi a riacchiappare un’ esistenza che ha preso una strada che porta alla distruzione. Spende la sua vita per dare loro la speranza che c’è un futuro bello, che non sono dei falliti. Ecco quindi chi sono gli afflitti: coloro che vivono una sofferenza. Più difficile è capire perché do-vrebbero essere beati... Tra le molte rifles-sioni fatte insieme, accompagnate da veri e propri gesti, quella più significativa, che ci ha aiutato a comprendere, o per lo meno a cercare di comprendere il senso della be-

Quelli del ’95…di Gianluca Esposito

atitudine, è stata quando ci è stato chiesto di pensare a una nostra afflizione, scriverla e attaccarla su una croce, questa croce poi l’abbiamo bruciata nel falò. Appoggiare il peso di una nostra fatica sulla croce ci ha fatto capire che avere qualcuno che la con-divide, che si “affligge” per noi, rende la stes-sa più sopportabile. Questo è consolante, da speranza.. E’quello che fa don Paolo pro-digandosi per aiutare questi ragazzi, condi-videndo la loro sofferenza trasformandola in speranza.

Beati gli afflitti, quelli che non si chiudono nel loro dolore, ma si aprono al dolore altrui, per-ché attraverso questo, non solo danno conso-lazione, ma la trovano nella gioia di spendersi per gli altri.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati …. Queste parole di Gesù suonano molto strane per le nostre orecchie. Perché chi è afflitto dovrebbe essere beato? E poi chi sono gli afflitti?Noi ragazzi del ’95, seguiti dai nostri animatori, dalla famiglia Maggiotto e da don Mauro, abbiamo provato a trovare delle risposte

A

8 - SANTI ANGELI CUSTODI MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 9

o SHEMÀ è posto idealmente al centro del deuteronomio: da una parte fa da commento al decalogo che lo

precede, dall’altra introduce il grande codi-ce legislativo che va dal cap. 12 al cap. 26.E’ un testo fondamentale per la spiritua-lità di Israele e per tutta la teologia biblica perché si fonda sul tema dell’ascolto obbe-diente e sulla relazione che l’israelita ha con la legge. La sua importanza deriva dal fatto che viene qui presentato il comandamento fondamentale che rappresenta la sintesi di tutta la legge e che dà significato e unità a tutti i codici legislativi presenti nel penta-teuco.“Ascolta Israele, il Signore nostro Dio è l’u-nico Signore”. L’apertura della pericope è un’affermazione di fede che invita a presta-re attenzione a quello che Dio dice e nello stesso tempo a dare un assenso obbedien-te. Questo significa che l’obbedienza è una questione di intelligenza, non di adesione formale. In mezzo alle pluralità della vita, alla confusione delle proposte, il nostro Dio è uno solo, ha un solo volto, non è ambiguo ed è straordinario.“Perciò tu amerai il Signore”. Siccome il Signore è unico e meraviglioso, la conse-guenza è che possiamo e dobbiamo amar-lo. E’ questo il comandamento fondamenta-le! Fa riferimento a un atteggiamento e non a un’azione, uno stile di vita, un’adesione profonda. Si comanda di amare perché non è così facile e automatico, perché se non si ama si arriva alla morte, mentre, se si ama, si ha la vita.“Con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze” esprime la totalità della

Ldi Silvia Pompele

persona: il cuore è la sede della libertà, dell’intelligenza; l’anima è il luogo del desiderio; la forza simboleggia le proprie energie.“Questi precetti che oggi ti do….” devono essere fissati dentro il proprio cuore, con-segnati ai propri figli, appesi ai muri della propria casa per non essere dimenticati, per non divenire parola effimera senza tempo né spazio.

Quando Gesù chiede: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?” si riferisce proprio a questo perché solo operando una sintesi dei precetti di Dio presenti nella Scrittura, si giunge all’essenziale, a ciò che costituisce l’intenzione profonda del “cuore” di Dio, del-la sua offerta di vita e di senso agli uomini. La preghiera dello Shemà rivela che l’ascol-to ha un primato assoluto, è la modalità di relazione decisiva dell’uomo nei confronti di Dio: l’ascolto obbediente è il fondamento dell’amore.Noi ascoltiamo Dio per assumere il suo pen-siero, per rispondere all’amore con cui egli ci ha amati per primo; radicati in questo amore, siamo resi capaci di amare i fratelli del suo stesso amore. Ecco perché Gesù aggiunge immediatamente: “Il secondo comandamento è questo: “Amerai il prossi-mo tuo come te stesso”, poi conclude: “Non c’è altro comandamento più importante di questo”. Gesù ci insegna che il coman-damento dell’amore di Dio fa tutt’uno con quello dell’amore del prossimo.

Invito alla lettura:DT 6,4-13: LO SHEMÀ

tutti noi abbiamo.Spezzano la Parola e parlano di Gesù con un linguaggio giovane e concreto, ma al tempo stesso forte e deciso, che sempre sa raggiungere le corde giuste del cuore. È un’avventura che chiede di rimboccarsi le maniche e di sporcarsi le mani con la tua vita, ma in cui si scopre un senso e un gusto nuovo, e in cui non sei solo.

Io sono capitata là un po’ per caso, o forse no… e ammetto d’essere partita con mol-te perplessità, mi aspettavo d’incontrare i classici “cesaroti”, tiepidi nei confronti della vita e della giovinezza. E invece, la cosa che mi ha stupito è stata quella di vedere centinaia e centinaia di

10 - SANTI ANGELI CUSTODI MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 11

Se ti chiedono: «Perché vai ad Assisi?» Tu rispondi: «Perché la

gente va a Gerusalemme?»”Quest’affermazione mi ha colpito molto… e pensandoci, effettivamente è così! Non sono mai stata in Terrasanta, ma lo im-magino come un posto in cui poter conosce-re più da vicino Gesù.Gesù l’avevo già incontrato nella mia quo-tidianità, qui a casa, ma ad Assisi ho trova-to l’opportunità di fare un’esperienza più profonda di Lui, per crescere come donna nella fede.Ma, innanzitutto, perché proprio Assisi?!In questa città nacquero San Francesco e Santa Chiara, due giovani innamorati della vita, che non si accontentarono di quello che il mondo offriva loro, perché nel cuore avevano il grande desiderio di una vita pie-

na, bella e a tinte forti!Tramite il Servizio Orientamento Giovani (S.O.G.), i frati minori dell’Umbria e le suore francescane, oggi accolgono ragazzi come loro due, e come noi, per aiutarci a scopri-re che vivere il Vangelo non è una “cosa da preti” o solo per i Santi.Il S.O.G. organizza corsi e ritiri per indiriz-zarci nel nostro percorso di vita, per fare un’esperienza concreta dell’amore e del perdono del Padre, in cui poter intrave-dere e confermare la missione che Lui ha pensato per noi, «perché la nostra gioia sia piena».Sette frati si dedicano anima e corpo a noi, per guidarci in un cammino verso la cono-scenza di sé e di Dio, in cui ci insegnano come ascoltare e poi districare tutto quel groviglio di dubbi, domande o paure che

Verona-Assisi: 800 km A/R di Giorgia Frigo

Le suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino da cui alloggiamo.

I frati del S.O.G.

Arrivo alla Porziuncola della marcia francescana il 2 agosto

giovani completamente diversi da come l’immaginavo, come me. Erano pieni di gioia, e mi sembrava di co-noscerli da sempre, anche se li avevo visti per la prima volta solo 5 minuti prima… ed è stato tutt’altro che difficile sentirsi accolti.Non esiste un profilo che possa incasellare un giovane che frequenta Assisi… già, per-ché è una realtà capace di accogliere ciascu-no di noi, ognuno con la propria storia: quelli che come me hanno già intrapreso un cam-mino di fede, o quelli che vorrebbero rico-minciarlo, quelli che invece sono scettici, feriti o solo curiosi, ed anche te. Ma con un unico punto in comune: una sensazione nella pancia, sapere che la no-stra vita così com’è non ci basta più... e sia-mo alla ricerca di qualcosa, che spesso non sappiamo neppure spiegare cos’è.

Le esperienze proposte sono varie: ci sono dei corsi in cui poter con oscere, dei ritiri in cui poter riflettere, itinerari ad hoc per co-munità Scout, ma anche dei modi diversi di vivere eventi come il capodanno o d’impie-gare le proprie ferie estive.Sul loro sito www.assisiofm.it, nella pagina “Corsi e iniziative SOG” trovi informazioni più approfondite.Buon cammino

All’inizio ero spaventata da tutti questi chilometri, sono tanti e pensavo fosse un punto a sfavore, poi ho capito: la distanza è diventata l’occasione per stare lì almeno due giorni. Un tempo prezioso, che serve per rimettere a fuoco la meta, perché la frenesia del quotidiano smantella il centro.

uando penso all’esperienza negli Scout del VR13, mi ren-do conto quanto sia stata

importante nel mio percorso formativo. Nel “Clan” ero sempre la prima a scaldarmi nelle discussioni sui temi d’attualità! L’abitudine allo scambio d’idee mi ha aiutato a svilup-pare la necessità di prendere sempre una posizione e mi ha fatto capire l’importanza di essere informata su quello che accade in-torno a me ogni giorno.Aver fatto la Scout sicuramente una delle ragioni per cui faccio politica.Ho iniziato a 18 anni, entrando a far parte di un’associazione studentesca (Rete degli Stu-denti) e facendo la rappresentante del mio Istituto e ho proseguito poi all’Università a Padova, nell’Unione degli Universitari, con lo stesso entusiasmo e gli stessi intenti: occu-parmi di ciò che mi circonda. Dopo gli studi sono tornata nella nostra città, proseguen-do nel mio impegno in particolare verso il territorio arrivando ad acquisire nel Maggio 2012, con grande soddisfazione, un incarico istituzionale nella nostra Circoscrizione, di cui sono diventata una dei 24 Consiglieri.Entrambe le associazioni di cui ho fatto parte non sono realtà che possono essere definite del “mondo cattolico”, eppure sia in una sia nell’altra, vi è una grande numero di Scout o ex Scout, o comunque di persone attive nella loro comunità parrocchiale. Mi sono chiesta perché, e credo di essermi data pre-sto una risposta.I valori cristiani riportano sempre alla vi-sione verso l’altro, al concetto di comunità, invitano a non vedere come propri gli averi o il tempo, ma di condividerli con chi ci cir-

Dagli scout alla politica

Di Serena Capodicasa

Q conda, gratuita-mente. Non pos-so definirmi una praticante, ma queste cose le porto dentro di me come valori fondamentali su cui baso ogni cosa che faccio, per prima la politica.Fare politica per me è decidere e operare insieme, e tra le persone che ho incontrato ci sono dei compagni di viaggio straordinari e anche delle persone meschine: purtroppo davanti ai riflettori solitamente ci finiscono quasi sempre i secondi.Vi dirò che fa male sentire il “politico” tizio o caio che ha rubato, preso mazzette, riman-dato una legge, ignorato i bisogni della po-polazione per qualche interesse grande o piccolo, e mi chiedo se riuscirò a non diven-tare così, e come faccio io a pensare che ci sia qualcosa di buono in quello che faccio, se tutta l’energia usata serva a qualcosa. Mi rispondo poi che sì, serve! Serve che ogni ra-gazzo e ragazza si occupi e inventi soluzioni per ciò che lo circonda. Solo in questo modo il lamentarsi ed indignarsi posso servire dav-vero. Il primo e più grande sforzo è iniziare ad informarsi, e farlo andando oltre le ap-parenze: è così difficile valutare “cosa” dice e pensa una persona che si propone di gover-nare il Paese o una città, per chi è cresciuto come me in un’era in cui è importante solo “come” dici una qualsiasi cosa. Credo non ci si possa più permettere di non occuparsi di politica, perché “se tu non te ne occupi, comunque lei si occuperà di te”: meglio te-nerla sott’occhio! “se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara” (Dalai Lama)

Giovani della parrocchia a ROVERÈ

al 26 al 28 Dicembre a Roverè abbiamo vissuto il seminario: ”Giuseppe e i suoi fratelli”

con i ragazzi del ’98, ’97,’ 96, ’95. Non si è trattato del solito campo scuo-la dal momento che gli insegnamenti li abbiamo tenuti noi animatori, portando anche le nostre esperienze personali. Con noi erano presenti due famiglie che ci se-guono e ci accompagnano durante l’anno. La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli è di grande attualità: in essa infatti c’è il riflesso della nostra vita. Ci siamo ritrovati a volte in Giuseppe, altre volte negli atteggiamen-ti dei suoi fratelli, non abbiamo potuto dire “Io con questa storia non c’entro.”Ci siamo visti, ad esempio, in Giuseppe nel nostro percorso di vita, segnato da soffe-renze, litigi e solitudine; altre volte negli atteggiamenti dei suoi fratelli, pieni di invi-dia, gelosia, avarizia e insensibilità.Seguendo la storia di questa famiglia, ini-

zialmente distrutta dall’odio ma poi tra-sformata e purificata grazie al perdono, abbiamo potuto capire che Dio chiama ognuno di noi alla riconciliazione con Lui e i fratelli.In questi giorni abbiamo vissuto anche momenti di gioco, risate e scherzi, impa-rando a conoscerci meglio. Nei momenti degli insegnamenti però abbiamo cercato di vivere da pellegrini e non da turisti, cioè con una disponibilità del cuore ad acco-gliere la Parola, i cambiamenti, la proposta di Dio nella nostra vita.

di Chiara, Chiara, Giorgia

e Rossella

MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 1312 - SANTI ANGELI CUSTODI

D

14 - SANTI ANGELI CUSTODI MARZO 2013 - L’ ANGELO MESSAGGERO - 15

Bilancio Parrocchiale 2012Famiglia, Chiesa domestica, costruisce la Chiesa!

nche quest’anno, a Sacrofano (Roma), si è svolto il conve-gno organizzato da “Miste-

ro Grande”. Appena arrivati in questa bella località dei colli romani, abbiamo respirato un’atmosfera famigliare nei sorrisi e negli ab-bracci di chi ci ha accolto; l’abbraccio è prose-guito nella sala conferenze addobbata come a un “banchetto di nozze”, dove, sotto i tralci di vite in frutto e accanto a vasi ricolmi di spi-ghe di grano, primeggiava la nuova icona del Mistero Grande di Cristo-Sposo della Chiesa-Sposa, che ha fatto da sfondo, per tutta la durata del convegno, al tavolo dei relatori. Ci siamo quindi immersi nel mare delle relazio-ni di teologia nuziale, che ci hanno condotto a riscoprire sempre più e meglio il “tesoro” del Sacramento delle Nozze. E poiché le cose belle devono essere condivise, tentia-mo di realizzare un mosaico le cui tessere sono incise nella nostra mente e nel cuore. • La prima tessera ci fa osservare come la fa-miglia sia “memoria del futuro”, realizzando nella storia quello che si compirà, il “già ma non ancora”.• La seconda ci mostra come essa sia il luogo dove la distanza tra maschio e femmina può essere colmata solo da Dio, per cui il dono del corpo diventa esperienza divina. • La terza tessera spiega che per la Grazia del Sacramento, del quale lo Spirito Santo è la sorgente, noi sposi passiamo da una “tene-rezza naturale” a una “tenerezza teologale”. • La quarta annuncia che il nome proprio

della famiglia cristiana è Chiesa domestica. • Con la quinta tessera possiamo osservare che l’architettura Divina e quella umana si completano: hanno entrambe la stessa ge-nealogia di Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo). • La sesta racconta del Mistero Cristo-Chiesa come del mistero fondante: è la presenza di Gesù Sposo che fa la Chiesa Sposa e della famiglia una Chiesa domestica, dove Gesù si rende “presente, donante, parlante, unente, chiamante, guarente, inviante”. • La settima tessera completa il disegno ed esorta a umanizzare la Chiesa piuttosto che a divinizzare la famiglia, condividendo la stes-sa missione tra il Sacramento del Matrimonio e quello dell’Ordine: così la piccola Chiesa co-struisce la Chiesa. Cornice a questo mosaico sono state le testi-monianze di chi ha voluto condividere fram-menti della propria vita vissuta; ringraziamo loro e il Signore per questa “forte” esperienza d’amore. E’ stato grazie ai laboratori che ab-biamo “concretizzato” l’essere Chiesa dome-stica e la sua missione, ma il culmine della comprensione è stato raggiunto nelle due adorazioni eucaristiche, quando alla presen-za dello Sposo abbiamo fatto esperienza del Suo amore, coinvolti dalle meditazioni, canti e preghiere. Tre giorni sono passati in fretta. Il Signore e lo Spirito ci hanno invitato a tornare alle nostre case, esortandoci a diventare pienamente con gesti, parole e comportamenti “ciò che siamo”: Chiese domestiche.

Di Paola e Franco Spazzini

APARROCCHIA SANTI ANGELI CUSTODI

BILANCIO AL 31.12.2012

ENTRATE

Offerte DOMENICALI e buste prima domenica del mese

83.550,00

Offerte ATTIVITÀ PARROCCHIALI (campiscuola, grest, pellegrinaggi, ritiri spirituali…)

178.715,00

Offerte per i POVERI 33.865,00

Offerte per CELEBRAZIONI VARIE (battesimi, cresime, funerali, lumini, benedizione delle case…)

23.012,00

Offerte da BENEFATTORI PRIVATI 81.385,00

OFFERTE VARIE 7.546,00

OFFERTE STRAORDINARIE (contributi regione e comune)

63.401,00

Entrate per SAGRA 14.638,00

ENTRATE PER PARTITO DI GIRO 42.499,00 TOTALE 528,611,00 +

USCITESPESE ORDINARIE (luce, riscaldamento, telefono…)

50.398,00

Spese per ATTIVITÀ PARROCCHIALI (campiscuola, grest, pellegrinaggi, ritiri spirituali…)

193.346,00

Spese per i POVERI 42.868,00

Spese ASSICURAZIONI VARIE 10.166,00

Spese per REMUNERAZIONI 33.748,00

Spese VARIE 9.780,00

Spese per MANUTENZIONE STRAORDINARIA 67.116,00

Spese per MANUTENZIONE IMMOBILI 8.678,00

Interessi passivi 924,00

USCITE PER PARTITO DI GIRO 42.499,00 TOTALE 459.523,00 -

AVANZO 69.088,00 +

Pubblichiamo il bilancio della Parrocchia dello scorso anno, bilancio che è stato consegnato alla curia nel mese di marzo, come ogni anno.Forse qualche delucidazione sulle varie voci può essere utile:

- notiamo un disavanzo tra le entrate e le uscite delle attività pastorali: qualche ragazzo, giovane e famiglia non sempre può partecipare pienamente alle spese di un camposcuola, di un’uscita, di un grest. E così, grazie alla generosità della Parrocchia, si dona a tutti la pos-sibilità di vivere esperienza formative importanti;

- quest’anno abbiamo avuto delle entrate straordinarie (da regione e comune per i lavori di rinnovo dei locali sotto la Chiesa) e da alcuni benefattori privati, con dei gesti di amore e generosità tanto belli;

- partite di giro: stanno ad indicare le raccolte fatte in Parrocchia in fa-vore di altri (centro aiuto vita, seminario, parroc-chia di Motta di Cavez-zo, adozioni per i poveri della Georgia...), per cui si tratta di soldi che entra-no ed escono dalla cassa parrocchiale;

- ci riempie di gioia l’at-tenzione per i poveri (sia nelle offerte come anche nelle uscite): è segno di un amore concreto, che rende la Parrocchia vicina a tanti, senza distinzione di credo religioso o di et-nia.

Infine, un grazie al Con-siglio per gli Affari Eco-nomici della Parrocchia, che con professionalità, generosità e passione aiuta noi parroci a gesti-re il bene immenso che è questa Parrocchia.