Attività Estrattive nelle aree urbane

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  • 8/16/2019 Attività Estrattive nelle aree urbane

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    2.6 ATTIVITA’ ESTRATTIVE NELLE AREE URBANEF. Fumanti & M. Di Leginio,ISPRA – Dipartimento difesa del SuoloC. DacquinoISPRA – Dipartimento stato dell’Ambiente

    CAVE ATTIVE E DISMESSE

    Le attività di estrazione di minerali di prima (miniere) e seconda categoria (cave) rappresentanoun importante settore dell’economia nazionale ma al tempo stesso una possibile causa di de-grado ambientale, sia per quanto riguarda le operazioni di estrazione sia per le problematicherelative alla destinazione d’uso dei siti d’estrazione dismessi. In ambito urbano tali siti assumonoanche un grande valore storico/culturale poiché rappresentano i luoghi d’origine dei materialicon i quali sono state edificate le città.

    In molti casi tali luoghi non sono più accessibili poiché coperti dallo sviluppo urbano mentre inaltri, in particolare nelle aree di pianura, i materiali lapidei erano localizzati al di fuori dell’areaurbana, in corrispondenza dei primi affiormenti del substrato. Per tali motivi l’indicatore prendein esame sia il dato provinciale sia, ove disponibile, il dato comunale.L’indicatore quantifica le cave attive (cioè quelle attualmente in esercizio o comunque con autoriz-zazione non scaduta) e dismesse fornendo, indirettamente, informazioni sul consumo di risorsenon rinnovabili, sulla perdita di suolo, sulle modificazioni indotte nel paesaggio, sulle possibilialterazioni idrogeologiche e idrografiche e su possibili fenomeni di dissesto lungo i fronti di sca- vo. I dati provengono dagli Uffici Attività Estrattive o dai Piani delle Attività Estrattive regionali/provinciali.Le aree provinciali con più alta concentrazione di siti in esercizio risultano localizzate nel nordItalia ed in particolare nelle provincie di Verona, Vicenza e Brescia che presentano più di 150

    cave nel loro territorio. A livello comunale le cave in esercizio risultano generalmente moltolimitate con qualche eccezione come Roma, anche a causa della grande estensione areale delcomune, e Taranto.Molto più difficile è la quantificazione delle cave dismesse. Non tutte le regioni/provincie si sonodotate di un catasto dei siti dismessi e quelli disponibili presentano eterogeneità nelle modalitàdi censimento. In alcuni casi, come ad Arezzo e Firenze, sono state censite anche tutte la cavestoriche mentre in altri i siti dimessi sono relativi solo agli ultimi decenni.

    Pietre e città 

    La stretta relazione tra l’edificato e le pietre locali è evidente nei centri storici cittadini maancora di più nelle migliaia di borghi storici medioevali le cui costruzioni sono dei veri e propri

    campionari della geologia del posto. Le rocce ci raccontano di tempi lontani, di ambienti di- versi, di esseri viventi scomparsi. In ambiente urbano ci raccontano molto di più. La tipologiadelle pietre utilizzate, la loro modalità di taglio, la loro posa in opera sono testimonianza delle vicende politiche ed economiche, dei gusti artistici e delle tendenze architettoniche. Le “con- taminazioni” con materiali esotici, più spinta nella grandi città d’arte, forniscono poi ulterioriinformazioni sugli status sociali, gli scambi culturali, le rotte commerciali.Le pietre del costruito urbano rappresentano cioè un viaggio globale che inizia nelle ere geo-logiche e termina nella storia dei popoli.

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    2.6_B

    Grafico 2.6.1: Cave attive e dismesse a livello provinciale e comunale*

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati regionali

    0 100 200 300

    Torino

    Novara

    Alessandria

    Aosta

    Milano

    Monza

    Bergamo

    Brescia

    Bolzano

    Trento

    Verona

    Vicenza

    Venezia

    Treviso

    Padova

    Udine

    Trieste

    Genova

    La Spezia

    Piacenza

    Parma

    Reggio Emilia

    Modena

    Bologna

    Ferrara

    Ravenna

    Forlì

    Rimini

    Firenze

    Livorno

    Arezzo

    Pistoia

    Prato

    Perugia

    Terni

    Ancona

    Pesaro

    Roma

    Latina

    Pescara

    Campobasso

    Napoli

    Caserta

    Salerno

    Foggia

    Bari

    Barletta (BAT)

    Taranto

    Brindisi

    Potenza

    Reggio Calabria

    Catanzaro

    Palermo

    Messina

    Catania

    Siracusa

    Sassari

    Cagliari

    Cave attive Comune

    Cave attive Provincia

    0 250 500 750 1000

    Torino

    Novara

    Alessandria

    Aosta

    Milano

    Monza

    Bergamo

    Brescia

    Bolzano

    Trento

    Verona

    Vicenza

    Venezia

    Treviso

    Padova

    Udine

    Trieste

    Genova

    La Spezia

    Piacenza

    Parma

    Reggio Emilia

    Modena

    Bologna

    Ferrara

    Ravenna

    Forlì

    Rimini

    Firenze

    Livorno

    Arezzo

    Pistoia

    Prato

    Perugia

    Terni

    Ancona

    Pesaro

    Roma

    Latina

    Pescara

    Campobasso

    Napoli

    Caserta

    Salerno

    Foggia

    Bari

    Barletta (BAT)

    Taranto

    Brindisi

    Potenza

    Reggio Calabria

    Catanzaro

    Palermo

    Messina

    Catania

    Siracusa

    Sassari

    Cagliari

    Cave dismesse ComuneCave dismesse Provincia

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    2.6_D

    Grafico 2.6.2: Miniere attive e dismesse, livello provinciale (2010)

    Fonte: ISPRA

    0 100 200 300

    Torino

    Novara

    Alessandria

    Aosta

    Milano

    Monza

    Bergamo

    Brescia

    Bolzano

    Trento

    Verona

    Vicenza

    Venezia

    Treviso

    Padova

    Udine

    Trieste

    Genova

    La Spezia

    Piacenza

    Parma

    Reggio Emilia

    Modena

    Bologna

    Ferrara

    Ravenna

    Forlì

    Rimini

    Firenze

    Livorno

    Arezzo

    Pistoia

    Prato

    Perugia

    Terni

    Ancona

    Pesaro

    Roma

    Latina

    Pescara

    Campobasso

    Napoli

    Caserta

    Salerno

    Foggia

    Bari

    Barletta (BAT)

    Taranto

    Brindisi

    Potenza

    Reggio Calabria

    Catanzaro

    Palermo

    Messina

    Catania

    Siracusa

    Sassari

    Cagliari

    Miniere attive

    Miniere dismesse