ATTIVITÀ ARPAC: IL GRANDE PROGETTO FIUME SARNO · tesi di un recentissimo lavoro pubblicato...

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ExoMars, la nuova missione verso Marte Maisto a pag.2 Di seguito si propone una sin- tesi di un recentissimo lavoro pubblicato dall’ISPRA che ha realizzato le mosaicature delle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto... Morlando a pag.3 C’è tutto un mondo sotto i nostri piedi Chi come me ha la fortuna di passeggiare per le strade di Napoli sa per certo che sotto i propri piedi vivono secoli e secoli di storia che poco alla volta stanno riemergendo portando alla luce vita, usi e consuetudini dei nostri ante- nati. Un mondo sotto i piedi, insomma. Martelli a pag.5 Paparo a pag.13 Nasce Momo, il robot domestico intelligente Nel corso dell'anno 2015 è stato at- tuato da ARCADIS - Agenzia Re- gionale per la Difesa del Suolo - il Piano della Caratterizzazione del Progetto Definitivo per il “Comple- tamento della riqualificazione e recupero del Fiume Sarno” (di se- guito PdC) redatto dalla stessa ARCADIS e ritenuto eseguibile dal Ministero dell'Ambiente nel 2012. Detta attività, che ha visto partecipare ARPAC in qualità di ente validatore, è relativa ad una campagna di indagini ambientali esperita sulle matrici suolo e sot- tosuolo, finalizzata, secondo gli in- tendimenti del proponente... Scoppa-D’Angelo pagg. 6 e 7 Tutti i napoletani, e non solo, conoscono il meraviglioso Duomo di Napoli che si staglia maestoso e imponente nell’omonima via ma, notizia di questi giorni, ne esiste un altro molto più antico. Chi vorrà ammirare il se- condo duomo si dovrà, però, immergere nel mare del Golfo di Napoli... Patrizio a pag.9 Il Parco Regionale dei Monti Lattari Il Parco Regionale dei Monti Lattari con una superficie di circa 160 Kmq abbraccia l'intera Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana, delimitato dal Golfo di Salerno, dal Piano del Nocerino-Sarnese, dal Golfo di Napoli, con le vette del Monte Faito e di Sant'Angelo a Tre Pizzi, comprende alcune delle più suggestive località turistiche... Mercadante a pag.11 D’Auria a pag.16 Palinuro: nuova vita per spugne e madrepore L’Ibfm-Cnr -l’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro e Milano in collaborazione con l’As- sociazione Ippocampo di Cosenza... Clemente a pag.14 Disturbi dell’alimentazione: la diagnosi da un algoritmo La programmazione nel dissesto idrogeologico Siamo giunti al termine del percorso educativo ambientale realizzato alla Scuola Elementare “Giovanni Rodari”di Pagani in provincia di Salerno. lerno. Abbiamo iniziato il nostro percorso con più classi ma poi abbiamo voluto sperimentare un rapporto sistemico e... Gaudioso a pag.8 Si conclude il ciclo educativo promosso da Arpac I“duomi” di Napoli sono due ISTITUZIONI CAMPANIA SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & DINTORNI ATTIVITÀ ARPAC: IL GRANDE PROGETTO FIUME SARNO EDUCAZIONE AMBIENTALE “Donna di Meravigliosa umanità! Avrò cura di te“ NATUR@MENTE In latino natura è il participio futuro del verbo nascor (na- scere), indica quindi la forza che porta la vita, che permette a ciò che ancora non esiste di venire al mondo. Forza crea- trice e creativa per definizione, la natura ha ben dimostrato di saper resistere alle attività umane più scellerate e inva- sive. Siamo a fine mese e marzo è più che mai il periodo del- l’anno dove appare chiaro il le- game viscerale tra natura e femminilità. “Marzo: nu poco chiove e n'ato ppoco stracqua torna a chiòvere, schiove; ride 'o sole cu ll'acqua”. Così recitava la favolosa lirica di Salvatore Di Giacomo. Marzo è, nondimeno, per tradizione il mese che ci dona i primi germogli... Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO PRIMO PIANO AMBIENTE & TRADIZIONE De Crescenza-Lanza a pag.15 Napoli diventò città romana nel 326 a. C. ma conservò molti privilegi e molte carat- teristiche politiche, sociali e culturali legate alla sue radici greche. Intorno al I sec. a. C. si diffuse a Roma la moda di venire ad abitare dalle nostre parti e il grande poeta latino Virgilio (esempio più che illu- stre) passò gli ultimi anni della sua esistenza tra gli an- tichi adoratori della sirena Partenope.... Napoli romana e architetture incantevoli L’Agenzia ambientale ha collaborato con l’Arcadis nell’ambito del piano di caratterizzazione

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ExoMars, la nuova missione verso Marte

Maisto a pag.2

Di seguito si propone una sin-tesi di un recentissimo lavoropubblicato dall’ISPRA che harealizzato le mosaicaturedelle aree a pericolosità dafrana dei Piani di Assetto...

Morlando a pag.3

C’è tutto un mondo sotto i nostri piedi

Chi come me ha la fortuna dipasseggiare per le strade diNapoli sa per certo che sottoi propri piedi vivono secoli esecoli di storia che poco allavolta stanno riemergendoportando alla luce vita, usi econsuetudini dei nostri ante-nati. Un mondo sotto i piedi,insomma.

Martelli a pag.5

Paparo a pag.13

Nasce Momo, il robot domestico intelligente

Nel corso dell'anno 2015 è stato at-tuato da ARCADIS - Agenzia Re-gionale per la Difesa del Suolo - ilPiano della Caratterizzazione delProgetto Definitivo per il “Comple-tamento della riqualificazione erecupero del Fiume Sarno” (di se-guito PdC) redatto dalla stessaARCADIS e ritenuto eseguibiledal Ministero dell'Ambiente nel2012. Detta attività, che ha vistopartecipare ARPAC in qualità diente validatore, è relativa ad unacampagna di indagini ambientaliesperita sulle matrici suolo e sot-tosuolo, finalizzata, secondo gli in-tendimenti del proponente...

Scoppa-D’Angelo pagg. 6 e 7

Tutti i napoletani, e non solo, conoscono ilmeraviglioso Duomo di Napoli che si stagliamaestoso e imponente nell’omonima via ma,notizia di questi giorni, ne esiste un altromolto più antico. Chi vorrà ammirare il se-condo duomo si dovrà, però, immergere nelmare del Golfo di Napoli...

Patrizio a pag.9

Il Parco Regionale dei Monti Lattari

Il Parco Regionale dei Monti Lattari conuna superficie di circa 160 Kmq abbraccial'intera Penisola Sorrentina e la CostieraAmalfitana, delimitato dal Golfo di Salerno,dal Piano del Nocerino-Sarnese, dal Golfo diNapoli, con le vette del Monte Faito e diSant'Angelo a Tre Pizzi, comprende alcunedelle più suggestive località turistiche...

Mercadante a pag.11

D’Auria a pag.16

Palinuro: nuova vita per spugne e madrepore

L’Ibfm-Cnr -l’Istituto di bioimmaginie fisiologia molecolare del Consiglionazionale delle ricerche di Catanzaroe Milano in collaborazione con l’As-sociazione Ippocampo di Cosenza...

Clemente a pag.14

Disturbi dell’alimentazione: la diagnosi da un algoritmo

La programmazione neldissesto idrogeologico

Siamo giunti al termine del percorso educativo ambientale realizzatoalla Scuola Elementare “Giovanni Rodari”di Pagani in provincia diSalerno. lerno. Abbiamo iniziato il nostro percorso con più classi mapoi abbiamo voluto sperimentare un rapporto sistemico e...

Gaudioso a pag.8

Si conclude il ciclo educativo promosso da Arpac

I“duomi” di Napoli sono due

ISTITUZIONI CAMPANIA

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & DINTORNI

ATTIVITÀ ARPAC: IL GRANDE PROGETTO FIUME SARNO

EDUCAZIONE AMBIENTALE

“Donna di Meravigliosaumanità! Avrò cura di te“

NATUR@MENTE

In latino natura è il participiofuturo del verbo nascor (na-scere), indica quindi la forzache porta la vita, che permettea ciò che ancora non esiste divenire al mondo. Forza crea-trice e creativa per definizione,la natura ha ben dimostrato disaper resistere alle attivitàumane più scellerate e inva-sive. Siamo a fine mese e marzoè più che mai il periodo del-l’anno dove appare chiaro il le-game viscerale tra natura efemminilità. “Marzo: nu pocochiove e n'ato ppoco stracquatorna a chiòvere, schiove; ride 'osole cu ll'acqua”. Così recitavala favolosa lirica di Salvatore DiGiacomo. Marzo è, nondimeno,per tradizione il mese che cidona i primi germogli...

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

PRIMO PIANO

AMBIENTE & TRADIZIONE

De Crescenza-Lanza a pag.15

Napoli diventò città romananel 326 a. C. ma conservòmolti privilegi e molte carat-teristiche politiche, sociali eculturali legate alla sue radicigreche. Intorno al I sec. a. C.si diffuse a Roma la moda divenire ad abitare dalle nostreparti e il grande poeta latinoVirgilio (esempio più che illu-stre) passò gli ultimi annidella sua esistenza tra gli an-tichi adoratori della sirenaPartenope....

Napoli romana e architetture incantevoli

L’Agenzia ambientale ha collaborato con l’Arcadis nell’ambito del piano di caratterizzazione

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Rosario Maisto

Con grande successo è iniziata il14 Marzo la missione europeaExoMars 2016 che porterà sulPianeta Rosso, una sonda (TGO,Trace Gas Orbiter), e il modulo(EDM, Entry descent landingDemonstrator Module) battez-zato Schiaparelli, di costruzioneitaliana in onore di colui chetracciò la prima mappa detta-gliata della superficie di Marte,identificandovi una rete di lineeche chiamò successivamente ca-nali, questa missione è un puntodi svolta per l’esplorazione euro-pea dello spazio e non a caso èuna missione dove l’Italia ha lapremiership, in termini indu-striali, scientifici e finanziari. Ilprogramma è composto da duemissioni, Exomars 2016 ed Exo-mars 2018, questa infatti è laseconda grande impresa diesplorazione marziana dell'ESAdopo Mars Express, lanciato nel2003 e ancora operativo. In det-taglio, vedremo ExoMars2016raggiungere Marte dopo circasei mesi di viaggio, arrivati nellevicinanze del pianeta, l'orbiter eil modulo Schiaparelli si separe-ranno, TGO si inserirà nell'or-bita marziana, mentreSchiapparelli scenderà sulla su-perficie. Compito dell'orbiter cheè dotato dei quattro strumentiACS (Atmospheric ChemistrySuite) CaSSIS (Colour StereoSurface Imaging System),FREND (Fine Resolution Epi-thermal Neutron Detector) eNOMAD (Nadir OccultationMars Discovery) con cui farà un

inventario dei gas atmosferici,con particolare attenzione almetano, questi gas potrebberoessere indizio di processi biolo-gici presenti o passati, oppurestabilire se sono dovuti a pro-cessi geologici. Il modulo Schiaparelli, speri-menterà le tecnologie per la ma-novra di discesa e atterraggiomorbido, un operazione compli-cata che avverrà in modo deltutto autonomo, gli oltre 9 minche servono al segnale per col-mare la distanza fra Marte e laTerra rendono impossibile qual-siasi intervento dalla base, l'in-

tera manovra durerà 6 min, du-rante i quali il modulo rallen-terà dalla velocità di 21.000 kmal momento dell'ingresso in at-mosfera fino a fermarsi comple-tamente e senza danni,raggiunta la superficie la prin-cipale missione potrà dirsi con-clusa con successo. Il lander nonpotrà comunicare a lungo con labase, dato che è privo di pannellisolari, ma gli strumenti di cui èdotato permetteranno di stu-diare comunque l'ambiente cir-costante durante e dopo ladiscesa, lo strumento DREAMS(Dust characterisation, Risk As-

sessment, Environment Analy-ser Martian Surface) misureràla velocità e la direzione delvento, l'umidità, la pressione, latemperatura in prossimità dellasuperficie, la trasparenza del-l'atmosfera e i campi elettrici at-mosferici. I dati raccolti daExoMars2016 serviranno per la2° missione del programmaExoMars, prevista per maggio2018, quest’ultima, porterà suMarte un rover attrezzato conuna stazione meteo e strumentiper il carotaggio del suolo, difatto il trapano, realizzato dal-l'Italia, sarà dotato di uno spet-

trometro infrarosso per caratte-rizzare la struttura mineralo-gica del suolo, progettato perestrarre campioni fino a unaprofondità di 2mt. La Thales Alenia Space Italia,come prime contractor, si oc-cupa dell’intera progettazione,grande simbolo di appartenenzaall’Italia questa azienda ci faràsognare la terra marziana edavere grandi speranze nei pros-simi anni per la tecnologia inprogresso, ora non ci resta cheattendere i prossimi sviluppi eincrociare le dita, FORZA EXO-MARS!

Rosemary Fanelli

Circa 12.6 milioni di personemuoiono ogni anno per proble-matiche ambientali: una suquattro, come riportato dal-l’OMS. È il dato sconfortantedella seconda edizione del rap-porto “Preventing diseasethrouth healty environments”,che a distanza di dieci anni foto-grafa una inversione di ten-denza, spiegando come il calo didecessi nei paesi del c.d. sud delmondo sia bilanciato dall’au-mento delle morti correlate aifattori ambientali nei paesi piùindustrializzati. Se da un lato

decrescono le morti causate dainfezioni e malattie quali la ma-laria, l’inquinamento di aria,acqua e suolo, l’esposizione airaggi ultravioletti, alle sostanzecancerogene ed all’elettrosmog,

accanto ai cambiamenti clima-tici, sono costate la vita, nel2012 e nella sola Europa, a 1,4milioni di persone. Sorprendeche tra le vittime vi siano per lopiù bambini al di sotto del cin-

que anni: ogni anno ne muoiono1.7 milioni, per malattie respi-ratorie e dissenteriche, contro i4,9 milioni di adulti tra i 50 ed i75 anni. Per M. Chan, direttoregenerale dell’Oms, un ambientesalubre è alla base di una popo-lazione sana. Pertanto, se i go-verni non intraprendono azionivolte a ridurre l’inquinamentoed a migliorare le condizionidegli ambienti di vita e di la-voro, milioni di persone conti-nueranno ad ammalarsi ed amorire. Eppure, come evidenzial’analisi della OMS, sono nume-rosi gli Stati in cui si promuo-vono azioni finalizzate ad

invertire questa tendenza, comeaccade ad esempio a Curitiba, inBrasile. Qui si investe molto in spaziverdi, piste ciclabili e trasportipubblici. Basti pensare che i li-velli di inquinamento atmosfe-rico, nonostante l’aumentodemografico, restano più bassirispetto ad altre città e le aspet-tative di vita maggiori di dueanni rispetto alla media nazio-nale. Quanto all’Italia, invece,un rapporto dell’Agenzia Euro-pea dell’Ambiente ci aveva attri-buito il triste primato dellemorti premature causate dal-l’inquinamento.

ExoMars, la nuova missione verso Marte

Lo stretto legame tra ambiente e salute

Sul Pianeta Rosso una sonda e il modulo chiamato “Schiaparelli” di costruzione italiana

I Governi devono intervenire subito per migliorare le condizioni ambientali e di vita della popolazione

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Angelo Morlando

Di seguito si propone una sin-tesi di un recentissimo lavoropubblicato dall’ISPRA che harealizzato le mosaicature dellearee a pericolosità da frana deiPiani di Assetto Idrogeologico(PAI) e delle aree a pericolo-sità idraulica ai sensi delD.Lgs. 49/2010. Il rapportonumero 233 è molto articolato,ma chiaro ed immediato e idati e le informazioni presentiin esso sono strettamente cor-relabili con la piattaformaReNDiS (cfr. n. magazinearpac n. 4 del 29.02.2016). InCampania circa 240.000 citta-dini vivono in aree a pericolo-sità idraulica media (intermini semplici sono aree og-getto di alluvioni poco fre-quenti, ma capaci di procuraredanni anche importanti egravi); circa 15.000 unità pro-duttive (industriali o di servizinelle quali lavorano circa40.000 addetti) sono ubicate inaree a pericolosità idraulicamedia; circa 335 beni culturalidi elevata importanza storicasono ubicati in aree a pericolo-sità idraulica media. Se esten-diamo l’analisi a tutta l’Italia,si può affermare che circa unterzo del totale delle frane inItalia sono identificabili incrolli, colate rapide di fango ecolate rapide di detriti, carat-

terizzati da velocità elevate eda elevata distruttività, spessocon perdite di vite umane. Learee a pericolosità idraulicaelevata in Italia sono pari acirca dodicimila chilometriquadrati (circa un milione di

campi da calcio) le aree a peri-colosità media ammontano acirca 24mila km2, quelle a pe-ricolosità bassa (scenario mas-simo atteso) a 32mila km2.Ogni anno si contano almenocento eventi principali di frana

sul territorio nazionale checausano vittime, feriti, eva-cuati e danni a edifici, beniculturali e infrastrutture li-neari di comunicazione. L'ag-giornamento della mappaturadelle aree a pericolosità,

quindi, è particolarmente im-portante in quanto consente ditener conto dell'evoluzione deifenomeni di dissesto o di even-tuali nuove frane. La buonanotizia è che su circa 8.300 kmdi coste, circa 7.500 km sonoancora naturali; il 70% dellecoste sono, però, spiagge ghia-iose o sabbiose, che risultanovulnerabili all’azione del maree soggette a processi erosivi.Tra il 2000 e il 2007 emergeche il 37% dei litorali ha subitovariazioni superiori a 5 metrie i tratti di costa in erosionesono circa 895 km. Tra i casipiù emblematici c’è quellodella località Bagnara nel Co-mune di Castel Volturno, nellaquale una combinazione tra-gica di abusivismo e assenzadi tutela e di programmazione,ha prodotto una situazione ir-rimediabile in cui le villetteestive sono pian piano divo-rate dalle mareggiate. Ci sa-rebbero anche dei fondiutilizzabili con un progetto de-finitivo redatto dall’ex Aut.Bacino Nazionale Liri-Gari-gliano Volturno, ma, nono-stante l’interessamento dimolti cittadini e associazionipresenti sul territorio, sembrache i tempi per l’esecuzione deilavori a protezione della costasiano lunghi.Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it

Dissesto idrogeologico: è indispensabile programmareIl caso emblematico della località Bagnara di Castel Volturno

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Eleonora Roca

Dopo lo sviluppo sostenibile ela green economy, al centrodelle politiche ambientali eu-ropee c’è la cosiddetta econo-mia circolare. Infatti, laCommissione Europea ha va-rato un nuovo pacchetto eco-nomico contenente misureambiziose che interessanol’intero ciclo di vita dei pro-dotti. Si punta ad una crescitasostenibile e a creare nuoviposti di lavoro agendo in di-versi settori economici. Pereconomia circolare s’intendeun’economia pensata per po-tersi rigenerare da sola. In un’economia circolare iflussi di materiali sono di duetipi: quelli biologici, in gradodi essere reintegrati nella bio-sfera, e quelli tecnici, desti-nati ad essere rivalorizzatisenza entrare nella biosfera.L’economia circolare è un si-stema in cui tutte le attività,dall’estrazione e dalla produ-zione, sono organizzate inmodo che i rifiuti di qualcunodiventino risorse per qual-cun’altro. Si comprende me-glio l’economia circolareosservando i sistemi viventi(biosistemi) naturali, che fun-zionano in modo ottimale per-ché ognuno dei loro elementis’inserisce bene nel com-plesso. I prodotti sono proget-tati per inserirsi nei cicli deimateriali: di conseguenza,questi formano un flusso chemantiene il valore aggiunto ilpiù a lungo possibile. I rifiutiresidui sono prossimi allozero. Nell’economia lineare, domi-nante nel secolo scorso, termi-

nato il consumo, terminaanche il ciclo del prodotto chediventa rifiuto, costringendola catena economica a ripren-dere continuamente lo stessoschema: estrazione, produ-zione, consumo, smaltimento.L’economia circolare prevedela progettazione di un si-stema più virtuoso rispetto aquello che regola l’economialineare: prevede che siano uti-lizzate in modo massiccio lefonti di energia rinnovabile;che ci sia un grande passaggio

di informazioni tra i diversisoggetti economici; serve unaforte capacità di innovazionee servono anche prodotti dise-gnati in maniera efficiente,che durino nel tempo e chenella loro interezza o nelleloro singole parti possano es-sere riciclabili o riutilizzabiliin altre forme. Così facendo l’economia del-l’Unione Europea può diven-tare più competitiva eresiliente allentando la pres-sione sull’ambiente. Per dareuno stimolo iniziale all’econo-mia circolare sono stati desti-nati fondi ingenti: 650 milionidi euro per l’iniziativa Indu-stria 2020 nell’economia cir-colare stanziati nell’ambitodel programma di lavoro peril biennio 2016-2017 di Oriz-zonte 2020, il programma diricerca e innovazione dell’UE.5,5 miliardi di euro sono di-sponibili per sostenere gli in-vestimenti nella raccoltadifferenziata dei rifiuti e nelleinfrastrutture per il riciclag-gio. Per la Commissione Eu-ropea l’uso più efficiente dellerisorse creerà nuova crescitae opportunità lavorative. Affidandosi maggiormentealla progettazione ecocompa-

tibile, alla prevenzione dei ri-fiuti e al riutilizzo, le impreseeuropee otterranno un rispar-mio netto fino a 600 miliardidi euro all’anno, riducendo alcontempo le emissioni com-plessive annuali di gas a ef-fetto serra. Altre misure,volte ad aumentare la produt-tività delle risorse del 30 %entro il 2030, potrebbero tra-dursi in un aumento del PILdi circa l’uno per cento e nellacreazione di due milioni di

posti di lavoro in più. Imbal-laggi, alimenti, attrezzatureelettriche ed elettroniche, mo-bili, edifici ed edilizia sonostati individuati come settoriprioritari in cui la politica co-munitaria ha un ruolo speci-fico da svolgere e per le qualibisogna accelerare la transi-zione verso un’economia circo-lare proprio a garantire lacrescita e l’occupazione soste-nibili attraverso un uso mi-gliore delle risorse.

Per l’UE l’economia circolare è la via da seguireNuovi obiettivi di riciclo, metodi di misura standardizzati, revisione delle norme dell’ecodesign

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Giulia Martelli

Chi come me ha la fortuna dipasseggiare per le strade diNapoli sa per certo che sotto ipropri piedi vivono secoli e se-coli di storia che poco allavolta stanno riemergendo por-tando alla luce vita, usi e con-suetudini dei nostri antenati.Un mondo sotto i piedi, in-somma. L’idea di indagare e mostrareciò che il sottosuolo sembranascondere ma in realtà pro-tegge è stata oggi sapiente-mente ripresa ed attuata aPertosa, in provincia di Sa-lerno dove, a fine aprile saràinaugurato il primo Museo delsuolo in Europa. A tornarealla luce nel complesso alleporte del Cilento, però, non sa-ranno reperti archeologici maquelle migliaia di specie vi-venti che ogni giorno calpe-stiamo, ignorandole, ma chesono fondamentali per la no-stra esistenza. L’iniziativa,ideata nel 2011 e finanziata

dalla Regione Campania confondi comunitari è a cura dellaFondazione Mida (acronimoper Musei integrati dell’am-biente), presieduta da FrancoD’Orilia e che già amministrale grotte di Pertosa-Auletta. Ilnuovo exhibit dedicato alsuolo si troverà a pochi metridall’ ingresso del complessospeleologico (in località Mura-glione), messo a punto dall’ur-banista Fabrizio Mangoni eallestito in un ex parcheggio didue piani riconvertito a museonel 2000. Il percorso compren-derà 1500 metri quadri diesposizione, con la consulenzadegli esperti Mariana Amato(direttrice scientifica della fon-dazione) e Fabio Terribile,professore di Pedologia alla fa-coltà di Agraria alla FedericoII. Gli itinerari didattici ab-bracceranno più sale: si co-mincerà da un grandeformicaio, dove si potrà ammi-rare l’instancabile attivitàdelle formiche tagliafoglia. Lavisita procederà attraverso la-

boratori e schermi multime-diali alla scoperta dei mineralie dei “colori della terra”. An-cora, una “serra climatizzata”dove osservare la crescitadelle radici e un touch screenper consultare gli “atlanti delsuolo”. “Questo museo - spiegaD’Orilia - completa il viaggioall’interno della “pelle dellaTerra”, che un turista può spe-rimentare a Pertosa”. Il tour,infatti, parte dalle grotte,estese per oltre tre chilometrisotto i monti Alburni, le uni-che in Europa percorribili inbarca sul fiume Negro. I recenti lavori di messa apunto hanno potuto inoltrecompletare la stesura di 3000metri di fibre ottiche, per in-stallazioni audio e video. Il secondo step è al museoSpeleo-archeologico nel centrostorico di Pertosa, con repertisulla presenza umana in loco(iniziata oltre 40 mila anni fa)e, prossimamente, la riprodu-zione in scala areale di unadelle palafitte che nel 1600avanti Cristo costituiva l’inse-diamento all’interno delle ca-vità. “Il Museo del suolo -conclude D’Orilia - si porrà aduno step intermedio, tra ilsotto e il sopra i nostri piedi.Insistiamo sulla destagiona-lizzazione del sito, per un’of-ferta vincente per turisti evisitatori 365 giorni l’anno”.Insomma, c’è tutto un mondosotto i nostri piedi che meritadi essere conosciuto ed ap-prezzato.

C’è tutto un mondo sotto i nostri piedi

Domenico Matania

Non sempre le notizie sugli scavi di Pompei riguar-dano i crolli e i malfunzionamenti. Gli scavi della sto-rica cittadina vesuviana infatti sono al centro didiverse notizie positive che li vedono coinvolti su piùfronti. Partiamo dalla mostra “Mito e Natura. Dalla Grecia aPompei” che farà tappa al Museo Archeologico Nazio-nale di Napoli, dal 16 marzo al 30 settembre 2016, eagli Scavi di Pompei, dal 16 marzo al 15 giugno 2016,dopo il successo di pubblico riportato a Palazzo Realedi Milano.La mostra, rimodulata sui nuovi spazi chel’accolgono e impreziosita da ulteriori prestiti, rac-conta la natura nei suoi vari aspetti, in stretto rap-porto con l’intervento dell’uomo. All’epoca romanacomporre giardini era una vera arte, in stretto dialogocon le pareti affrescate e gli oggetti che arredavano gliambienti. Dunque i cortili interni del Museo Archeo-logico Nazionale di Napoli tornano a fiorire, con unanuova sistemazione a verde ispirata al mondo romano. A Pompei invece, in occasione della mostra, tutto que-

sto è finalmente per-cepibile in un nuovoitinerario di visitacon tappa in seidomus in cui sonostati ripristinati gliantichi giardini. Perl’occasione un’area disessanta mila metriquadrati in prece-denza interdetta alpubblico sarà nuova-mente visitabile, con

le botteghe, le attività commerciali, le Domus e i rela-tivi giardini. L’area in questione è quella sud occiden-tale dell’antica città, che si estende dalla Basilica finoal quartiere dei Teatri, affacciandosi su via dell’Abbon-danza. Sono le cinque case riaperte alla visita con i giardinidella Casa di OctaviusQuartius, dove a decorazionedella fontana risplendono gli struggenti affreschi deldoppio suicidio d'amore di Piramo e Tisbe e del Nar-ciso che si specchia nelle acque. Tra le altre la Casadel Frutteto, su via dell'Abbondanza, metterà in mo-stra i suoi affreschi da giardino e l'atrio decorato conmosaico in bianco e nero e da un bel tavolo in marmosu colonna.Sarà visitabile anche il grandioso complesso di GiuliaFelice, un albergo con impianto termale e il deliziosoporticato con colonne quadrate in marmo. In più, èstato risistemato il vasto giardino di pertinenza chesarà accessibile dallo spiazzo dell'Anfiteatro.Apriamo così - spiega Massimo Osanna, direttore dellaSoprintendenza - un percorso che parte dall'anfiteatroalla scoperta di giardini riallestiti con copie di statuee arredi".

Pompei tra mito e natura

Apre a Pertosa il primo “Museo del suolo” d’Europa

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Gianluca ScoppaCarmen D’Angelo

Nel corso dell'anno 2015 è stato attuatoda ARCADIS - Agenzia Regionale per laDifesa del Suolo - il Piano della Caratte-rizzazione del Progetto Definitivo per il“Completamento della riqualificazione erecupero del Fiume Sarno” (di seguitoPdC) redatto dalla stessa ARCADIS e ri-tenuto eseguibile dal Ministero dell'Am-biente nel 2012.Detta attività, che ha visto partecipareARPAC in qualità di ente validatore, èrelativa ad una campagna di indaginiambientali esperita sulle matrici suolo esottosuolo, finalizzata, secondo gli inten-dimenti del proponente, alla corretta ge-stione dei materiali provenienti dalleattività di scavo e risagomatura, previ-ste nel progetto di riqualificazione delSarno e dei suoi affluenti. Il sito oggettodel PdC coincide con le aree interessatedai lavori di riqualificazione, suddiviseper comparti operativi che ricadono neiterritori dei comuni di Angri, Castel SanGiorgio, Castellamare di Stabia, Fi-sciano, Montoro Inferiore, Montoro Su-periore, Mercato San Severino, NoceraInferiore, Nocera Superiore, Pagani,Poggiomarino, Pompei, Roccapiemonte,San Marzano sul Sarno, San ValentinoTorio, Scafati, Striano e Torre Annun-ziata. Preliminarmente, al fine di speci-ficare gli aspetti esecutivi del PdC,ARCADIS, sulla base di apposito mo-dello fornito da ARPAC, ha redatto ilPiano delle Attività, contenente:− modalità di esecuzione dei sondaggi edi messa in opera dei piezometri neces-sari per il monitoraggio della faldaidrica;− modalità di prelievo dei campioni disuolo, sottosuolo, eventuali materiali diriporto e rifiuti;− modalità di preparazione dei campionidi suoli/sedimenti;

− modalità di prelievo dei campioni diacqua di falda;− modalità di conservazione, trasporto estoccaggio dei campioni di suoli/sedi-menti e acque di falda;− procedure di riferimento per l’analisidei campioni.Per la validazione della campagna di in-dagini condotta, ARPAC ha procedutosecondo quanto riportato in sintesi nellaTabella 1.Il PdC proposto, per l'ubicazione deipunti di prelievo, prevedeva la raziona-lizzazione dei campionamenti in rela-zione alla dimensione e tipologia degliinterventi di riqualificazione idraulica eambientale previsti nel “Grande Pro-

getto”:A) Nelle aree ove è prevista la realizza-zione delle vasche di laminazione/aree diespansione, si è fatto riferimento alle in-dicazioni contenute nel “Manuale per leindagini ambientali nei siti contaminati”dell’APAT, ubicando i sondaggi in corri-spondenza dei punti di intersezione diuna maglia 100 x 100 metri sovrappostaalle aree di intervento. La profondità dei sondaggi è stata stabi-lita in 1,0 m oltre il fondo scavo previstoin progetto e da ciascun sondaggio èstato effettuato il prelievo n. 3 campionidi suolo alle seguenti profondità: − campione 1 : da 0 a 1 m dal piano cam-pagna;− campione 2: fino a 1 m oltre il fondoscavo di progetto (fondo foro);− campione 3: nella zona intermedia frai due campioni precedenti.B) Nei corsi d'acqua per i quali è previstodragaggio dei sedimenti e/o incrementodella sezione idraulica, sono state ubi-cate stazioni di campionamento in corri-spondenza di sezioni idrauliche poste adinterasse di circa 500 metri, con prelievodi sedimenti (sezioni da dragare) e suolidalle sponde (sezioni oggetto di adegua-mento idraulico), come schematica-mente indicato nella figura 1.Per ciascun campione prelevato sonostati effettuati rilevamenti dei parame-

tri chimici, fisici e microbiologici, cosìcome riportato nel PdC e nel relativoPiano delle Attività.Per la verifica delle attività di campo,durate circa 4 mesi, il personale dell'AR-PAC ha eseguito il campionamento dellaseconda aliquota (contraddittorio pari al10% circa sui campioni totali) su:• 97 campioni di suolo;• 21 campioni di top soil;• 2 campioni d'acqua di faldaI campioni prescelti da ARPAC per lavalidazione sono stati prelevati in mododa ottenere una distribuzione sufficien-temente uniforme in ciascuna delle areeinteressate dai singoli interventi. Unavolta ottenute le determinazioni analiti-che di parte, si è proceduto al confronto,per la sola parte chimica, con quelle ot-tenute dai laboratori ARPAC. Per il con-fronto numerico tra i dati, è statoutilizzato il Protocollo Operativo “Proce-dure di validazione dei dati analitici deipiani di caratterizzazione e di bonifica disiti contaminati”, il quale prevede, inuna prima fase, l’applicazione di un cri-terio di confronto diretto del dato di con-centrazione ottenuto dalla parte con ildato di concentrazione di ARPAC perciascuno dei parametri ricercati e pertutti i campioni prelevati in contraddit-torio.

(segue a pagina 7)

Le attività Arpac di validazione delle indagini di caratterizzazione: il Grande Progetto Fiume Sarno

Il Grande Progetto nasce come rea-lizzazione della pianificazione di ba-cino avente come scopo larisoluzione delle problematiche le-gate a fenomeni di straripamento edinondazione che affliggono il vastoterritorio attraversato dal fiumeSarno e dai suoi affluenti principali(Solofrana, Alveo Comune Nocerino,Cavaiola, ecc.). Il Grande Progetto èfinalizzato alla sistemazione idrau-lica, alla conseguente riduzione e/omitigazione del rischio da alluvionied alla riqualificazione ambientaledel fiume Sarno, compresa la rete diaffluenti e canali ad esso collegati,mediante la sistemazione idraulica ditratti del reticolo principale e secon-dario con riprofilature, risagomature,allargamenti, ripristini e/o consolida-menti arginali e gestione dei sedi-menti rimossi dagli alvei nonché larealizzazione di un sistema di va-sche di laminazione ed aree diespansione controllata per il tratteni-mento a monte dei volumi di piena.

Cosa è

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Dal confronto puntuale, operato sui va-lori normalizzati di concentrazione, ilsuddetto Protocollo Operativo restitui-sce, in sintesi, per ciascuna coppia di va-lori normalizzati esaminata, le seguentipossibili circostanze:1. Dato di parte validato sulla base delconfronto puntuale;2. Dato di parte validabile/non validabilesulla base di ulteriori valutazioni;3. Dato di parte non validato.Sulla base dell’applicazione della proce-dura di validazione puntuale a coppie (1)e di ulteriori valutazioni effettuate dalresponsabile delle attività di validazione(2), si è ottenuto in definitiva, per cia-scun parametro, il numero dei campioniper i quali i dati di parte risultavano va-lidabili e il numero di quelli non valida-bili. Ad esempio, per l'analita arsenico,dall’elaborazione a coppie dei dati diPARTE e di ARPAC, relativamente ai97 campioni prelevati in contraddittorio,

risulta, sulla base del confronto pun-tuale dei valori normalizzati di concen-trazione, che i dati validabili siano “solo”17 (Tabella 2).Sulla base di ulteriori considerazioni, ri-guardanti nel caso specifico:- l'equilibrio dei dati con P>A e A>P traquelli per i quali VN1<0.8 e VN2<0.8,- rapporto dato ARPAC/dato Parte o vi-ceversa inferiore ad un ordine di gran-dezza (10) tra quelli per i quali VN1<1.2e VN2<1.2;si è potuta raggiungere una percentualedi dati validabili più elevata rispetto aquella inizialmente proponibile con la ri-gida applicazione del protocollo (Tabella3). La validabilità dell'intera campagna èstata assegnata analita per analita, dopoil confronto puntuale delle coppie di datideterminati dalla parte e dall'ARPAC,solo nel caso in cui sia risultata la vali-dabilità dei dati almeno per il 70% delleoccorrenze (campioni in contraddittorio). Tale criterio (soglia al 70%) è già statoadottato da ARPA Liguria previo esamedell'Istituto Superiore di Sanità e appro-vazione del Ministero dell'Ambientedella Tutela del Territorio del Mare(CdS decisoria del servizio Ri.Bo. del Mi-nistero dell'Ambiente in data 5.11.03).A conclusione della prima fase delle at-tività di validazione, i dati analitici diparte sono risultati validabili tranne iparametri Vanadio, Benzo(b)fluoran-tene, Benzo(a)pirene, Indeno(1,2,3-c,d)pirene, Idrocarburi Pesanti esommatoria DDD, DDT, DDE.A seguito del confronto delle concentra-zioni determinate considerando le incer-tezze di misura, confronto effettuatodall'UOC Siti Contaminati e Bonifiche,è stato possibile estendere la validazioneanche ai parametri Vanadio, Benzo(b)fluorantene, Benzo(a)pirene, In-deno(1,2,3-c,d)pirene. La metodologia di validazione utilizzatanon è in vigore ufficialmente in ARPACma è stata considerata la più aderenteal caso del PdC del Grande ProgettoSarno, attesa la numerosità di campioni

disponibili per il confronto a coppie, cheha indotto a considerare idoneo un ap-proccio di tipo statistico al problema.

(In alto, particolari delle foto di Massi-miliano Clausi, tratte dal sito del ParcoRegionale del Sarno)

segue da pagina 6

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 marzo 2016 - Anno XII, N.6Edizione chiusa dalla redazione il 31 marzo 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOF. Clemente, F. Cuoco, C. D’Angelo, P. D’Au-ria, G. De Crescenzo, A. Esposito, R. Fanelli,R. Funaro, R. Maisto, D. Matania, B. Merca-dante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo,S. Patrizio, E. Roca, G. ScoppaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Anna Gaudioso

Siamo giunti al termine delpercorso educativo ambien-tale realizzato alla Scuola Ele-mentare “Giovanni Rodari”diPagani in provincia di Sa-lerno. Abbiamo iniziato il no-stro percorso con più classi mapoi abbiamo voluto sperimen-tare un rapporto sistemico ecostante scegliendo due classi,cioè, nell’insieme, circa cin-quanta ragazzi. Ciò per verifi-care al termine cosa sarebberimasto di tutte le cose fatteinsieme e se saremmo riuscitia trasferire nei ragazzi l’inte-resse per le materie ambien-tali. Sicuramente la scuola èun contesto in cui si intrec-ciano molte relazioni tra inse-gnanti e allievi, dirigentiscolastici, personale non do-cente e famiglie, a cui vannoaggiunte le relazioni con il ter-ritorio e i diversi consulentiesterni. In questo scenario en-trano in gioco molti fattoridella personalità degli indivi-dui, in primo luogo quello re-lazionale. Negli ultimi anni cisono stati molti cambiamenti:la scuola è passata da scuolad’èlite a scuola di massa. Siainsegnanti che alunni hannodovuto imparare a collaborarein gruppo, e i dirigenti a ge-stire l’autonomia. Attraverso i

nostri sistematici appunta-menti, la classe è diventata unlaboratorio di vita. Si sono sti-molate le relazioni e la creati-vità, e allo stesso tempo sisono avvicinati gli alunni alletematiche ambientali, invo-gliandoli a saperne di più. Conquesta esperienza itinerante

abbiamo notato che i ragazzi,se motivati, ascoltano, parte-cipano e mettono in pratica ciòche gli viene trasmesso. Il no-stro percorso informativo èiniziato quando i bambini ave-vano sei-sette anni e frequen-tavano la seconda elementare.Adesso siamo arrivati al ter-mine di questa esperienzaperché i nostri giovani amicilasceranno la scuola elemen-tare per proseguire i loro studie speriamo anche sviluppare illoro interesse per l’ambiente.Sono stati tanti gli incontri ele chiacchierate fatte insieme

ai nostri piccoli amici. Tra glistrumenti utilizzati, citiamo iquestionari, i filmati, i giochi,i cartelloni, i lavoretti per ilrecupero dei materiali. Le te-matiche sono state scelte inaccordo con l’insegnante. Lascelta di realizzare questi mo-menti informativi presso lescuole è stata dettata dallaconvinzione che la scuola è un"sistema di rapporti", sistemache promuove la crescita e losviluppo delle persone equindi può contribuire a farcrescere l’interesse per l’am-biente.

Nei nostri incontri tutti sisono mossi nella prospettivadi lavorare insieme per indivi-duare soluzioni ai problemi eper dialogare. Ognuno ha datoun suo suggerimento: molti diquesti bambini hanno realiz-zato un lavoretto di ricicloanche a casa e questo è statoun riscontro vincente. Leclassi che hanno partecipato emostrato attenzione sono laquinta C e la quinta D. A talproposito un ringraziamentova sicuramente alla dirigentescolastica, dott.ssa PaolinaEsposito.

Due classi della scuola elementare “Rodari” di Pagani protagoniste di un percorso durato quattro anni

Si conclude il ciclo educativo promosso da Arpac

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Salvatore Patrizio*

Tutti i napoletani, e non solo,conoscono il meravigliosoDuomo di Napoli che si stagliamaestoso e imponente nel-l’omonima via ma, notizia diquesti giorni, ne esiste unaltro molto più antico. Chivorrà ammirare il secondoduomo si dovrà, però, immer-gere nel mare del Golfo di Na-poli; una volta sott’acqua se cisi aspetta di vedere guglie,volte o cupole si rimarrà delusiperché il secondo “duomo” nonè altro che un rigonfiamentosul fondo marino con associateemissioni gassose. Questa particolare strutturamorfologica, che in passato sicredeva frutto di frane, è statalocalizzata nel golfo parteno-peo, a una distanza di circa 5km dal porto di Napoli e 2.5km da Posillipo, da un gruppodi ricercatori del Consiglio Na-zionale delle Ricerche (Istitutoper l’Ambiente Marino Co-stiero di Napoli e Istituto diGeoscienze e Georisorse di Fi-renze), dell’Istituto Nazionaledi Geofisica e Vulcanologia edel Dipartimento di Scienzedella Terra dell’Università diFirenze, durante i rilievi dellacampagna SAFE (SeafloorAcoustic detection of FluidEmissions), avvenuta nell’ago-sto del 2014, a bordo dellanave oceanografica Urania delCNR. Tra il personale impe-gnato nelle attività di ricercaSAFE si ricordano i dott.riSalvatore Passaro (Coordina-tore Scientifico del progetto),S. Caliro, G. Chiodini, B. DeLuca, A. L. Rizzo, M. Sacchi,M. Vallefuoco e G. Ventura; ledott.sse S. Gherardi e S. Tam-burrrino ed i proff. L. Gian-nini, F. Tassi e O. Vaselli.Questa deformazione, la cui“nascita” si può far risalire,con molta probabilità, a nonpiù di 12.000 anni fa, si trovaa metà strada tra i vulcani at-tivi dei Campi Flegrei e delVesuvio, ad una profondità va-riabile tra i 100 e i 170 metri.La sua altezza è di circa 15metri e copre un’area di 25chilometri quadrati.Associate al “duomo” sonostate rilevate 35 emissionigassose attive e oltre 650 pic-coli crateri riconducibili ad at-tività di degassamento avve-nuto, come detto, in tempi“geologicamente” recenti.Tutta questa area si è formata

per la risalita, tuttora attiva,di gas di origine profonda.L’ascensione della miscelagassosa avviene, nella suaparte terminale, lungo con-dotti la cui estensione verti-cale varia fra i 50 e i 200 metriche tagliano, piegano e frattu-rano i sedimenti marini at-tuali. Il gas, composto preva-lentemente da anidride carbo-nica, presenta una composi-zione analoga alle fumaroledei Campi Flegrei o del Vesu-vio, ma con la differenza chequi si tratta di “gas freddi”,cioè non ad alta temperatura.I dati raccolti sul “duomo” in-dicano che siamo in presenzadi una attività correlabile aduna fenomenologia vulcanicasecondaria, in cui non c’è unarisalita diretta di magma, nonvi sono ipocentri e non vi ènessun indizio di deforma-zione in atto o altra attività equindi il fenomeno, in questomomento, non desta nessunapreoccupazione tra i ricerca-tori. È giusto, però, ricordare,come testimoniano precedenti

esperienze in Giappone e nelMar Rosso, che queste manife-stazioni possono, in casi ecce-zionali, precedere la forma-zione di vulcani sottomarini oesplosioni idrotermali Le ri-cerche fino ad oggi effettuatesi possono, comunque, consi-derare come un punto di par-tenza per la comprensione deifenomeni vulcanici sottoma-rini in zone costiere e se ci sa-ranno ulteriori fondi dispo-nibili oppure se ci sarà unaspecifica richiesta da partedelle Autorità preposte (come,ad esempio, la Protezione Ci-vile) le attività di ricerca po-trebbero continuare per stu-diare in profondità comeevolve questa struttura e percomprendere con maggior det-taglio i segreti geologici delVesuvio, dei Campi Flegrei edel golfo di Napoli.I risultati della ricerca “SAFE2014” sono stati pubblicati nel2016 sulla rivista internazio-nale Scientific Reports–Na-ture.*CNR-IBAF UOS Napoli

A Napoli i “duomi” sono dueUn team di ricercatori scopre la presenza di un duomo nel Golfo partenopeo

NNave Urania del CNR

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Scegliere prodotti sostenibili con un click!

Alessia Esposito

Una piattaforma che favorisce la crea-zione di “Alveari”, ovvero mercati tempo-ranei con prodotti a km 0 e una filierache va dal produttore al consumatore, or-ganizzato in gruppi d’acquisto. Si chiama“L'Alveare che dice Sì!” ed è un’idea pro-veniente dalla Francia, poi diffusa anchein Inghilterra, Spagna, Germania e Bel-gio con il nome di “The Food Assembly”.In Italia la rete è nata a Torino dallo spi-rito di Eugenio Sapora che l’aveva pro-vata come acquirente a Parigi e si sta inbreve sviluppando, arrivando a contaregià 30 gruppi. Sulla piattaforma de “L'Al-veare che dice Sì!” i produttori possonoracchiudersi in Alveari che comprendonotutti coloro presenti nel raggio di 250 kmche iscrivendosi ed associandosi formanoun Alveare con prodotti online. Gli utentiregistrati possono dunque fare la lorospesa direttamente sul web ritirandolain un giorno alla settimana concordatocon il gestore della distribuzione organiz-zata dell’Alveare di riferimento. Un ser-vizio clienti è attivo sette giorni su sette.Il gestore ha anche il compito di organiz-zare eventi, aperitivi e visite nelleaziende di produzione, tener dunque vivoil network. Ed è proprio questo il puntodi forza del progetto: la socialità tra lepersone che si mettono in contatto percreare un gruppo d’acquisto solidale equelle che mettono in vendita i propriprodotti. Questo perché, grazie all’incon-tro settimanale nel punto collettivo e atutta la serie di attività connesse, si in-

staurano relazioni di fiducia con gli altriacquirenti e con i venditori. I consuma-tori consapevoli che si affidano alla filieracorta contribuiscono inoltre a sostenerel’agricoltura locale e sostenibile. Tutti co-loro che fanno parte del network s’impe-gnano a rispettare poi una carta etica incui la trasparenza è il fattore principale.L’inclusione nel progetto è inoltre per-messa a monte solo ai “fornitori implicatiin un’agricoltura sana e non estensiva egli artigiani professionisti desiderosi dirilocalizzare la propria attività puntandoall'eccellenza ecologica e qualitativa”.L’obiettivo è giungere a una “transizionesociale, economica e filosofica con lo scopodi vedere nascere un nuovo modello diproduzione e di consumazione”. Ogni Al-veare è dunque una micro impresa cheragiona in termini di collettività, che hail suo fulcro nell’Alveare Madre. Allabase di questo c’è una visione ben precisadell’imprenditorialità come messa al ser-vizio del prossimo, sinonimo di progressosociale. “Lo spirito imprenditoriale deveavere come intento l'interesse generale,e porre il successo sociale e ambientaleallo stesso livello di quello economico”.Come sostiene Guilhem Chèron, uno deico-fondatori del progetto francese “LaRuche Qui dit Oui !”: «I problemi in agri-coltura sono davvero molti. Abbiamo lasensazione che la situazione ci scappi dimano, che le decisioni non siano alla no-stra portata. In questo contesto L'Al-veare che dice Sì! permette ai cittadini dicooperare per re-inventare il mondo agri-colo in modo efficiente e veloce».

Dalla Francia un progetto social che mette insieme network, tecnologia, filiera corta e mercati settimanali

Amici con le ali non sempre graditi.Sono i piccioni di città, difficile trovarechi li ama! Il motivo di questa convi-venza per niente pacifica sta spesso inuna cattiva gestione dei volatili.Così la Lipu - BirdLife ci ricorda, ovemai ce ne fosse bisogno, che i piccioninon sono nostri nemici per vocazioneprimordiale: "Addomesticato migliaia dianni fa, utilizzato per scopi alimentario di comunicazione, oggi il piccione, acausa di un incremento demografico,sta creando qualche problema di convi-venza, soprattutto nelle città. Viene ri-tenuto responsabile di sporcaremarciapiedi, edifici e monumenti storicie artistici, ma anche di causare dannialle produzioni agricole o di interferirecol traffico aeroportuale (rischi di bir-dstrike). Situazioni affrontate troppospesso dalle istituzioni con provvedi-menti emergenziali e sostanzialmenteinutili, oltre che irrispettosi del benes-sere degli animali e degli equilibri eco-

logici (come la falconeria) quando nonaddirittura violenti (come le uccisioni ogli avvelenamenti diretti)".Stila dunque un decalogo di linee guidaper un rapporto più semplice che ri-spetti tanto l’uomo che la specie:1) la progettazione architettonica con-sapevole, che non induca la nidifica-zione e dunque la presenza costante deipiccioni, ma che al tempo stesso non sianemica di rondoni, passeri, rapaci e pi-pistrelli; 2) utilizzo di dissuasori di appoggio noncruenti;3) utilizzo di reti antintrusione per im-pedire l’ingresso dei volatili in balconi,cortili e porticati (eccetto nel periodo ri-produttivo);4) gestione corretta dell’alimentazione,con limiti alla somministrazione di cibo.Gli stessi uomini sono infatti a volte re-sponsabili di gettare loro cibo, con cui sidanneggia oltretutto l’igiene pubblica;5) campagne di informazione e sensibi-

lizzazione verso pubblico e operatori,che mettano in luce dati etici, contenutitecnici e scientifici; 6) l’incremento dei predatori naturali,con l’implementazione di nidi artificialiper rapaci solitamente presenti in città,come il falco pellegrino, l’allocco o la tac-cola.7) l’allestimento di colombaie gestite daiComuni nei parchi urbani. Queste pos-sono così accontentare le esigenze degliamanti dei piccioni senza creare disagidello spazio urbano, consentendo inoltreanche il controllo sanitario; 8) l’effettuazione di censimenti e moni-toraggi periodici, fondamentali perun’efficace gestione dei volatili;9) il miglioramento generale dell’igienepubblica;10) l’utilizzo di deterrenti ottici e inte-grati in luoghi extra urbani come negliaeroporti e nelle terre destinate alla col-tivazione.

A.E.

DALLA LIPU IL DECALOGO PER FAR LA PACE CON I PICCIONI

Eccesso di piccioni in città, le best practices per combatterlo

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Brunella Mercadante

Il Parco Regionale dei MontiLattari con una superficie dicirca 160 Kmq abbraccia l'in-tera Penisola Sorrentina e laCostiera Amalfitana, delimi-tato dal Golfo di Salerno, dalPiano del Nocerino-Sarnese ,dal Golfo di Napoli, con levette del Monte Faito e diSant'Angelo a Tre Pizzi, com-prende alcune delle più sug-gestive località turistichedella Campania: Amalfi Posi-tano Ravello. Il territorio è ricco di emer-genze turistiche, patrimo-niali, di importantissimicentri storici, testimoni diuna radicata presenza del-l'uomo, ma anche di una pe-culiarità ambientale checoniuga in poco spazio dueambienti diversi di grandeimpatto: l'ambiente montanoe quello tipico del mare, cre-ando un mosaico di aspetti edi zone microclimatiche conconseguenti varietà di grandepregio.Il clima del Parco per la va-rietà morfologica e altime-trica è piuttosto vario concondizioni microclimaticheparticolari: la presenza delmare addolcisce le escursionitermiche, mentre la monta-gna assicura inverni piovosi.Morfologia e clima, associatialla variabilità dei suoli e allaloro esposizione determinanouna grande varietà di biotipi

che spesso distano poco l'unodall'altro, in virtù della repen-tinità con cui cambia il pae-saggio, sopratutto in sensoaltimetrico. Sul mare e sui versanti meglioesposti ecco la presenza delcarrubo e dell'olivastro, nellafascia intermedia prevalgonoil leccio, l'orniello, la roverellae arbusti come il corbezzolo el'erica, alle quote maggioripredominano il castagno el'ontano, ma abbondano ancheil carpino, il frassino e il fag-gio. Il lavoro lungo e paziente del-l'uomo ha poi impiantatoagrumeti e vigneti su ognilembo di terra coltivabile, fa-ticosamente strappato alla

pendenza con la realizzazionedi arditi terrazzamenti. In al-cuni particolari e circoscritticontesti si ritrovano associa-zioni vegetali particolarmenteinteressanti, come le felci pan-tropicali del Vallone delle Fer-riere, dove vegetano laWoodwardia radicans e laPteris cretica.Il Parco Regionale dei Lattarioffre un ampio ventaglio dipasseggiate e percorsi escur-sionistici, la fitta rete di sen-tieri consente di sperimentarela stretta convivenza tra maree montagna, che qui è talecome in pochi altri territori, lamorfologia della penisola fa siche molte passeggiate su que-sti itinerari consentano di ab-

bracciare con lo sguardo con-temporaneamente i due golfi.Fra i tanti magnifici e accessi-bili itinerari dalla montagnaal mare con i quali scoprire lemeraviglie del Parco sono dasegnalare il Sentiero degliDei, quello di Punta Campa-nella- area protetta- con lasplendida Baia di Ieranto -area naturale-, i percorsi delMonte Faito e del Molare, lepasseggiate lungo il Vallonedelle Ferriere e la Valle deiMulini.Una menzione particolaremeritano i prodotti del terri-torio in particolare quelli ca-seari, da cui poi deriva ilnome di Lattari al complessomontuoso tra la penisola Sor-

rentina e quella Amalfitana,zona di pascolo degli animalida latte con cui si produconoprovolone del monaco, fiordi-latte, burrini, caciocavalli etante altre uniche e prelibatespecialità.Il Parco Regionale dei Lattariè senz'altro un unicum digrande bellezza, incastonatotra mare e monti, assoluta-mente peculiare per le sue ca-ratteristiche e la sua molte-plicità, un incredibile patri-monio naturale che unito adun antica e sapiente presenzadell'uomo ha fatto si che que-sto piccolo grande territoriodivenisse in un tesoro dall'in-credibile potenziale turisticoda tutelare e conservare.

Il Parco Regionale dei Monti LattariOffre un ampio ventaglio di passeggiate e percorsi escursionistici

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Antonio Palumbo

Le qualità del cartone comemateriale da arredamentopossono rivelarsi incredibili.Mobili e suppellettili in car-tone possono infatti essererealizzati mediante una tec-nica di incastro a vista, cherende visibili i singoli dettaglied evita l’uso di collanti nocivi.Inoltre i componenti da as-semblare risultano facili datrasportare, perché viaggianosmontati in sagome, richie-dendo così volumi di imballag-gio minimi e riducendo i costi.L’economicità della materiaprima (accoppiata alla possi-bilità di un trasporto facile e abasso costo), quindi, rende gliarredi “cartonati” semplici eleggeri da spostare. Essi si ri-velano altresì agevoli da mon-tare in tempi relativamentebrevi, seguendo poche e sem-plici istruzioni.Per creare questi arredi e mo-bili in materiale riciclato siutilizzano alcuni tipi di car-tone ad alta resistenza, qualiil cartone ondulato, materialefonoassorbente realizzato in-collando tra loro da 2 a 7strati di cartone, ed il cartonealveolare, che presenta un’ele-vata resistenza alla pressionee che, seppur di forte spessore,è dotato di incredibile legge-rezza; vi sono poi i tubi di car-tone a spirale, dotati di unabuona resistenza al fuoco, e ipannelli-sandwich in fibra dicarta riciclata al 100%, costi-tuiti da una struttura a nidod’ape. Il materiale in que-stione si presta ai più svariatiusi: debitamente accostato alastre di vetro temperato o afilm trasparenti che fanno daguaina protettiva, ad esempio,può diventare anche un pianodi lavoro per la cucina; il car-tone ondulato, invece, può es-sere facilmente adoperato perrealizzare separatori di am-bienti o altri oggetti decora-tivi. Se vi fossero dubbi circala resistenza di questi mobili,niente paura: i cartoni diprima qualità sono in grado direggere anche pesi elevati (al-cune sedie sostengono fino a 2quintali).Sull’onda emotiva del rispar-mio, anche il mondo del de-sign si è fatto avanti,ricercando materie prime tragli scarti: primo tra tutti è ri-sultato il cartone, con il quale

molti marchi esclusivi hannoiniziato a creare mobili e og-getti di piacevole fattura e digrande impatto visivo, rice-vendo il consenso del pubblicoe, principalmente, tracciandoun nuovo percorso al qualeispirarsi in massa: un esempiotra i più famosi è rappresen-tato dalla Wiggle Side Chair,interamente creata in cartoneda Frank O. Gehry e distri-buita da Vitra.Molte le aziende che si sonospecializzate nella realizza-zione di mobili e suppellettiliin cartone riciclato, come, adesempio: la A4A Design, conla chaise longue Wanda, com-posta da pannelli di cartonericiclato alveolare; la Kubede-sign, con la serie di mobiliCardboard Architectures,creata da Roberto Giacomucci;la Corvasce, specializzatanella realizzazione di articoliper arredo di uffici e negozi,ovviamente in cartone rici-clato certificato naturale otrattato. Il risultato, in ognicaso, è divertente, interes-sante ed accattivante.Per quanto riguarda, infine, iltema del “gioco/riciclo”, moltesono le iniziative interessantiche sono già state messe incampo per interessare i ra-

gazzi ai temi del recupero deimateriali di scarto, come, peresempio, quella che ha recen-temente coinvolto gli studentidi disegno industriale dellaRhode Island School of Designdi Providence (Stati Uniti), aiquali è stato affidato il pro-getto creativo per la realizza-zione di una serie di mobili-gioco per bambini: il lavoro haprodotto una gruppo di sedieludiche dalle forme moderne epulite, adatte per stimolare lafantasia dei più piccoli, resi-stenti e completamente deco-rabili.

Arredi in cartone: riciclati e sostenibiliSi rivelano agevoli da montare in tempi relativamente brevi, seguendo poche e semplici istruzioni

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Anna Paparo

Morpheos, questo è il nome dibattesimo della startup inno-vativa lanciata dalla DigitalMagics Palermo, che ha creatoMomo, il robot domestico do-tato di intelligenza artificialein grado di regolare l'intensitàdelle luci e la temperatura do-mestiche, di individuare i li-velli di gas e di riconoscere lerichieste di aiuto.La sede sici-liana della Digital Magics, bu-siness incubator quotato sulmercato AIM Italia di BorsaItaliana, aperta in collabora-zione con la società partnerFactory Accademia, segna laprima acquisizione con unaquota del 10% (Digital Magics5%, Factory Accamedia 5%)della catanese Morpheos, so-cietà fondata da EdoardoScarso che nel 2015 ha vinto ilbando Smart & Start Italia ot-tenendo un finanziamento dicirca ottocento trenta milaeuro. Un bel gruzzoletto, in-somma. Ma cos’è Momo? Larisposta è davvero semplice: èun robot domestico, le cui fun-zionalità si basano sull'inter-net delle cose, sull’interfaccia“smart” tra Momo stesso etutti i dispositivi tecnologicipresenti nell'ambiente dome-stico con l‘intento di rendere leabitazioni più sicure e confor-tevoli. Lo speciale robot, esclu-sivamente “made in Italy”,regola l'intensità delle luci e la

temperatura domestica, indivi-dua livelli di gas e di fumi, lerichieste di aiuto, grazie ai sen-sori tecnologici che sono ingrado di riconoscere i volti, glioggetti e i suoni. Momo individua, inoltre, suonispecifici come il pianto di unbambino, la richiesta d'aiuto diuna persona anziana o la rot-tura di un vetro. Il nostro robot

domestico non ha bisogno diprocessi di configurazioneardui e complicati, ma bastasemplicemente collegarlo auna presa elettrica ed è già ingrado di gestire in modo sem-plice abitazioni o uffici: adesempio, riesce a controllarel'accensione e lo spegnimentodi dispositivi elettronici, la ge-stione di impianti domestici,

TV e impianti stereo e i dispo-sitivi collegati alla correnteelettrica o accessibili in WiFi ovia Internet. Un vero e proprioalleato in casa: rappresenta,infatti, il primo prodotto attra-verso cui si vuole costruire unacasa intelligente alla portata ditutti e al servizio di tutte le ne-cessità di coloro che la vivono. Come ha ben sottolineato Ales-

sandro Arnetta, fondatore eCEO di Factory Accademia epartner di Digital Magics Pa-lermo, Momo è un progettomolto interessante per la va-lenza internazionale del pro-dotto, tecnologicamente avan-zato, e per la comprovata inno-vazione e semplificazione dellanostra vita in un’ottica sempregreen.

È la nuova frontiera della bio-plastica da imballaggio e si ot-tiene miscelando, alla bio-plastica già in uso, frammentimicroscopici di gusci d’uovo.Questo materiale organico, equindi capace di biodegradarsirapidamente, oltre ad esserepoco inquinante, possiede qua-lità importanti e migliorativeper il settore imballaggi: igusci, infatti, sono resistenti alpunto da garantire una per-fetta protezione del contenuto,ma allo stesso tempo forni-scono una straordinaria elasti-cità. La bioplastica è già, di persé, una valida alternativa allaplastica tradizionale, con laquale, però, ogni anno vengonoancora prodotte circa 300 mi-lioni di tonnellate di prodotti,

creati utilizzando petrolio edaltri combustibili fossili, cheimpiegano secoli a decomporsie che, se bruciati, concorronoad aumentare la quantità didiossido di carbonio (CO2)nell’atmosfera.In alternativa, la bioplasticaviene prodotta prevalente-

mente da fonti vegetali comel’amido di mais o di patate eviene utilizzata soprattuttonell’edilizia, sebbene soltantograzie all’introduzione deigusci d’uovo sia finalmente di-venuta competitiva per l’acqui-sizione di alti gradi diresistenza ed elasticità.

Infatti, dopo lunghe ricerche edesperimenti, i ricercatori dellaTuskgee University dell’Ala-bama, hanno trovato i giustielementi per creare una biopla-stica funzionale: questa è com-posta esclusivamente dal 70%di PBAT, vale a dire un poli-mero del petrolio ma con unabiodegradabilità molto rapida,e dal 30% di PLA, ossia un po-limero derivato dal mais. Sebbene tale “ricetta” offrissegià eccellenti risultati, al puntoda convincere grosse aziende apassare dalla plastica tradizio-nale a quella “bio”, si è sentitala necessità di migliorare ilprodotto, trovando proprio neigusci di uova l’ingrediente mi-gliore, tale da migliorare, inbase ai test, l’elasticità del pro-

dotto del 700%. Secondo i ricer-catori che hanno riscopertol’importanza degli scarti delleuova, tali caratteristiche ren-derebbero questa speciale bio-plastica un’eccellente soluzioneper tutti i tipi di imballaggio econfezionamento, senza alcunaeccezione, neppure, ironica-mente, per quello delle uova digallina. Ci sarebbe sicura-mente da riflettere su come unmateriale di scarto, come il gu-scio d’uovo, possa essere cosìutile sia per l’ambiente che peri settori che utilizzano ormaiabitualmente la bioplastica:chissà quali residui alimentari,che oggi gettiamo via, in un fu-turo possono diventare unanuova frontiera della produ-zione sostenibile. Fa.Cu.

Nasce Momo, il robot domestico intelligente

Rivoluzione negli imballaggi: bioplastica dai gusci d’uovo

Può regolare l'intensità delle luci, individuare i livelli di gas e riconoscere le richieste d’aiuto

Sono resistenti al punto da garantire una perfetta protezione del contenuto

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Fabiana Clemente

L’Ibfm-Cnr -l’Istituto di bioim-magini e fisiologia molecolaredel Consiglio nazionale delle ri-cerche di Catanzaro e Milanoin collaborazione con l’Associa-zione Ippocampo di Cosenza -ha sviluppato un algoritmointelligente in grado di deter-minare se un paziente è affettoda disturbi dell’alimentazione,partendo dalle immagini dellasua risonanza magnetica.Nella fattispecie riesce a di-stinguere tra individui sani emalati partendo dalle imma-gini anatomiche dei loro cer-velli. Lo studio - pubblicato su Beha-viouralNeurology – mostra gliultimi sviluppi in ambito dineuroimaging - evidenziandoche i disturbi comportamentalidell’alimentazione, come l’ano-ressia e la bulimia, non sonosoltanto disturbi psicologici masono caratterizzati anche dapiccoli danni neuronali a livellocerebrale osservabili dalle riso-nanze magnetiche dei pa-zienti.“Negli ultimi 5 anni,attraverso il neuroimaging, ab-biamo potuto individuare learee del cervello maggior-mente interessate da danni le-gati ai Dca come la cortecciavisiva o il sistema limbico”,spiega Antonio Cerasa del-l’Ibfm-Cnr di Catanzaro. “Pur-

troppo però non è stato ancorapossibile sfruttare queste ano-malie come biomarcatori permigliorare diagnosi e prognosi.Infatti questi elementi risul-tano evidenti solo ad uno sta-dio avanzato della malattia,oltre ad essere soggetti a unagrande variabilità individuale

tanto che, in alcuni casi, pos-sono anche non presentarsi af-fatto. D’altra parte non è raroche un paziente si muova traanoressia e bulimia con il pas-sare del tempo. Tutto ciò limitamolto la possibilità di utiliz-zare queste informazioni neu-robiologiche in ambito clinico”.

Unitamente alneuroimagin-gintervengono le potenzialitàdell’intelligenza artificiale. Tale binomio ha facilitato ilgruppo di ricerca nella struttu-razione di una metodologia ingrado di stabilire precoce-mente se il soggetto è affetto daDca. Il nuovo sistema di dia-

gnosi automatizzata utilizzaun algoritmo di classificazioneche riesce a riconoscere, inmodo automatico, se il cervellodi un individuo appartiene aun soggetto malato o sano,sfruttando i dati di morfologiacerebrale ricavati da una riso-nanza magnetica del paziente.Lo scopo di questo algoritmo èdi massimizzare il contrastotra gruppi di immagini per in-dividuare quali caratteristichepermettono di distinguere lecategorie di soggetti nel modopiù evidente possibile.Per veri-ficare i risultati di questo stru-mento sono state selezionate17 donne tra i 18 e i 40 anni af-fette forme di Dca e un gruppodi donne sane. La selezione dei campioni è av-venuta in modo da sceglierepazienti con fattori in comune– quali il livello di istruzione,l’età e l’indice di massa corpo-rea – tali da poter incideresulla morfologia cerebrale. Lostudio ha mostrato comenell’80% dei casi l’algoritmo di-stingue correttamente i sog-getti malati da quelli sani.Tuttavia, essendo ancora infase sperimentale, è prema-turo poter applicare questametodologia in ambito clinico.È necessario verificarne i risul-tati su un campione più vasto,rappresentativo di tutte leclassi diagnostiche della Dca.

Disturbi dell’alimentazione: la diagnosi da un algoritmo

L'Hpv - Human PapillomaVirus - è un virus che fa partedel gruppo dei papillomavirus.Il papilloma virus umano èpiuttosto diffuso e la maggiorparte delle donne lo prende al-meno una volta nella vita. Sitratta di un'infezione che nor-malmente non causa altera-zioni e che scompare da sola.Leinfezioni da papilloma viruspossono essere la causa di le-sioni alle mucose e di malattiedella pelle. In alcuni casi puòprovocare delle lesioni a livellodel collo dell'utero. Nella mag-gior parte dei casi, le infezionida HPV decorrono in manieradel tutto asintomatica, quindisenza provocare sintomi di al-cuna natura.Solitamente l'or-ganismo è capace di debellare ilvirus prima che possa provo-

care danni importanti, anche sepurtroppo, in alcune circo-stanze, tale capacità vienemeno ed il sistema immunita-rio, pur arginando l'infezione,non riesce a sconfiggere l'HPV,che provoca così sintomi e di-sturbi anche piuttosto gravi.Quindi, pur se nella maggiorparte dei casi guariscono spon-taneamente, alcuni casi, se tra-scurate, possono progredireverso forme tumorali come tu-more del collo dell'utero.Sonocomunque necessari molti anniper far si che le lesioni procu-rate dall'HPV si trasformino, esolo in pochi casi l'infezione dapapilloma virus sviluppa un tu-more al collo dell'utero.La dia-gnosi si esegue effettuando variesami. Il Pap Test in grado dievidenziare le cellule alterate.

La Colposcopia, che si eseguesempre se il Pap Test è anor-male, ci farà vedere se esisteuna sospetta area malata sullaquale effettuare quindi la biop-sia per arrivare finalmente alladiagnosi definitiva. Mentre

l’uomo deve sottoporsi alla Pe-niscopia. Il Papilloma virus siprende per via sessuale, anchese non necessariamente in se-guito ad un rapporto in sensostretto. Può colpire sia gli uo-mini che le donne,tuttavia il

virus HPV molto raramenteprovoca manifestazioni nel-l'uomo. Quali sono le cure ade-guate? Non ci sono ancoramedicine per curare l'infezioneda HPV, bensì possiamo peròtrattare le lesioni che questoprovoca. Dopo il trattamentodelle lesioni il virus può esseredebellato o, in qualche caso, ri-manere. È necessario effet-tuare controlli periodici permonitorare lo stato di salute.Avere l'HPV vuol dire essereportatori di un virus che biso-gna controllare nel tempo perevitare che si tramuti in formetumorali. La terapia delle le-sioni è molto efficace, infatti nel90% dei casi non si ripresen-tano. Una diagnosi tempestivaè in grado di fare la differenza!

F.C.

HPV: come si trasmette il papilloma virus

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Napoli diventò città romananel 326 a. C. ma conservòmolti privilegi e molte caratte-ristiche politiche, sociali e cul-turali legate alla sue radicigreche. Intorno al I sec. a. C.si diffuse a Roma la moda divenire ad abitare dalle nostreparti e il grande poeta latinoVirgilio (esempio più che illu-stre) passò gli ultimi annidella sua esistenza tra gli an-tichi adoratori della sirenaPartenope (“Mantua me ge-nuit, Calabri rapuere, tenetnunc Parthenopae; cecini pa-scua rura duces”: Mantova migenerò, i Calabresi mi rapi-rono, ora mi tiene Napoli; can-tai i pascoli, le campagne, glieroi). Il poeta dell’Eneide, poi, si le-gherà per sempre alla città edin particolare a quel castellodetto “dell’Ovo” proprio invirtù delle numerose leggendesorte in epoca medioevale eche lo vedevano protagonistanon come autore di versi im-mmortali ma come artefice dimagie e stregonerie. Sua l’ipo-tetica e misteriosa colloca-zione di un uovo nel castello eche, una volta scoperto e rotto,avrebbe causato la fine ditutta la città. Negli stessi anniun altro romano famoso scelseNapoli come sua residenza:Lucio Licinio Lucullo. Lucullo fu un uomo politico digrande fama: nominato con-sole, sconfisse Mitridate,grande nemico di Roma. Uti-lizzò quasi tutte le sue im-mense ricchezze per costruirela sua abitazione napoletana,quella che sarebbe stata poidefinita come “castrum lucul-

lanum”. Si trattava di unavilla a dir poco grandiosa chesi estendeva tra l’antico iso-lotto di Megaride (attualeBorgo Marinaro) e la pianuracorrispondente alla nostrapiazza del Plebiscito. Durantela sua costosa e complessa co-struzione fu addirittura ta-gliata una parte di montagnatra Pizzofalcone e Sant’Elmo. In questo modo l’acqua circon-dava tutta la struttura e, op-portunamente canalizzata,defluiva nelle enormi vascheper gli allevamenti di pesci efrutti di mare (leggendarie lesue feroci murene). Nell’area

della fortificazione costruitain seguito dai Normanni si po-tevano trovare la grandiosabiblioteca pubblica allestitadal potente politico romano egli allevamenti ittici necessariper i lauti e proverbiali ban-chetti (duravano anche piùgiorni, accompagnati da musi-cisti, danzatori e attori).Secondo uno dei più antichicronisti, “il castello lucullano,munito, afforzato e decoratosu tutto il colle di Pizzofal-cone, aveva tre vie di comuni-cazione, una con le mura dellacittà presso l’odierno palagiodei nostri re, l’altra con il lidodi Santa Lucia e la terza cheall’isola del Salvatore, doveeravi, secondo alcuni, quel-l’isola di Megari descritta daPlinio tra Napoli e Posillipo. Eancor oggi nei giorni di bassamarea e di bonaccia si possonravvisare prodigiose quantitàdi ruderi greci e romani, diopere laterizie e reticolate, finsulla punta del Platamone, atestimoniare fino a noi l’anti-chissima posizione di quellefabbriche”.Giardini, portici, terme, pi-scine e orti con ciliegi e peschiprovenienti dalla Persia, unavastissima biblioteca aperta atutti e con manoscritti pre-

ziosi, collezioni di sculture,quadri e monete e quei ban-chetti interminabili e sontuosihanno reso Lucullo stesso unaleggenda al punto da diven-tare un aggettivo ancora at-tuale. Senza entrare nel merito di“leggende nere” più o meno at-tendibili (Lucullo avrebbedato numerosi schiavi indisci-plinati in pasto alle sue mu-rene), Plutarco, nelle sue “Viteparallele”, ne avrebbe condan-nato il lusso sfrenato perdo-nandolo, però, per il suoamore per la cultura e per ilsuo progressivo e ironico di-stacco dalle cose terrene.

Qualche considerazione equalche riferimento all’attua-lità: da un lato possiamo os-servare che non è stata ancoracancellata la bimillenaria con-suetudine di utilizzare fama eposizione sociale o politica perottenere privilegi (magarisotto forma di concessioni ocondoni), dall’altro che le bel-lezze del nostro paesaggio, no-nostante attacchi e offesesecolari, hanno svolto da sem-pre la funzione di “grande at-trattore” e, con una giusta edappropriata politica ambien-tale, potrebbero continuare asvolgerla anche oggi.

Napoli romana e architetture incantevoliLucio Licinio Lucullo utilizzò molte delle sue ricchezze per costruirci la sua abitazione

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Rosa Funaro

Secondo i dati dell’Eurostat,presentati nel Rapporto “LePmi e la sfida della qualità –Un’economia a misura d’Italiada Cna e Fondazione Sym-bola”, la piccola e media im-presa manifatturiera italianaguida la classifica relativa allaproduzione di valore aggiuntoin Europa.In particolare le Pmi italianene generano il 22,1% (77,3 mi-liardi di euro), ponendo ilPaese al primo posto in classi-fica, avanti a Germania, con il18,5% (64,8 miliardi); Francia,con il 13,3% (46,5 miliardi);Regno Unito, con il 11,1%(38,7 miliardi); e Spagna, 8,9%(31,1 miliardi).Due sono i punti di forza: laqualità del Made in Italy e lascelta di tanti imprenditori diorientare le proprie aziendeverso l’innovazione e l’evolu-zione. Il rapporto evidenzia, infatti,come l’Italia non abbia rivaliin Europa per quanto attiene iprodotti di qualità: dall’intro-duzione dell’euro ad oggi si èverificato un aumento del 39%dei valori medi unitari dei suoiprodotti (ovvero rapporto tra ilvalore delle merci scambiate ela quantità delle stesse). NelRegno Unito il dato si attestaal 36,4%, in Spagna al 30,6%,in Francia al 26,9% e in Ger-

mania al 22,9%.Per quanto riguarda il secondopunto, negli ultimi tre anni,sono tante le imprese chehanno investito sulla ricerca,sulle potenzialità di un’econo-mia più sostenibile e sullenuove tecnologie.Delle 65.481 imprese che neltriennio hanno introdotto delleinnovazioni (solo la Germaniameglio con 90.395), circa l’80%conta meno di 50 addetti. Se-guono il Regno Unito (44.623),la Francia (37.924) e la Spa-gna con 24.159 imprese. La positività di queste sceltegreen è tangibile soprattuttose si valuta l’impatto ambien-

tale. Ogni milione di euro prodotto,l’Italia immette nell’atmosfera104 tonnellate di anidride car-bonica e 41 di rifiuti. Decisa-mente meglio di Germania,143 milioni di tonnellate diCO2 e 65 di rifiuti e del RegnoUnito, rispettivamente 130 e65.In testa alla classifica europeaanche per quanto riguardal’occupazione “verde”: dallafine del 2014 il 51% delle Pmiconta almeno un green-job.Percentuale che scende a 37punti nel caso del RegnoUnito, a 32 punti in Francia ea 29 punti in Germania.

La qualità e l’innovazione delle piccole e medie imprese

È giunta alla sua diciottesimaedizione “Nontiscordardime –Operazione scuole pulite”, lagiornata nazionale di volon-tariato ambientale in pro-gramma questo finesettimana in tutta Italia e or-ganizzata da Legambienteper la qualità e la vivibilitàdegli edifici scolastici. Nuovoanno, nuovo tema: scuole piùbelle e accoglienti, ma anchepiù sicure e all'insegna dellebuone pratiche sostenibili perincentivare stili di vita piùgreen e una mobilità dolce econtribuire a contrastare e ri-durre lo smog in città. All'ini-ziativa sono state invitate a

partecipare ben quattrocentoottantanove scuole, 3.676classi e con la bellezza diquasi cento mila alunni, senzacontare i tantissimi volontaritra genitori, insegnanti, citta-dini, pronti ad abbellire glispazi scolastici con murales,disegni, orti in cortile, maanche a pulire e ritinteggiarele aule. Tutti pronti a rega-lare un nuovo volto alle no-stre scuole. Il tema dicentrale di questa edizione è,appunto, la “scuola a basseemissioni”. Legambiente hatenuto a ricordare, infatti, chetra i punti più congestionatidal traffico ci sono quelli in

prossimità delle scuole e pro-prio per questo motivo l'un-dici e il dodici marzol'associazione ambientalistaha invitato tutte le scuole adesporre (per almeno trenta

giorni) un lenzuolo bianco“acchiappa smog”. L'istituto romano di Castelse-prio ha aperto venerdì le ini-ziative di quest'edizione conalunni che frequentano la

scuola primaria e la scuolamedia. Sin dal mattino, in-sieme a insegnanti, genitori evolontari, sono stati impe-gnati nel ridipingere i muriesterni e il cancello d'in-gresso, nel risistemare l'aiuolaadottata davanti alla scuoladove è stata realizzata unapanchina e una staccionata disicurezza. Insomma, per laserie “il mattino ha l’oro inbocca”. Inoltre, anche que-st'anno Legambiente ha pro-posto il concorso fotografico“La scuola in un click” ed hainvitato le classi e le scuolead inviare le immagini più si-gnificative. A.P.

Paolo D’Auria

Ottime notizie dalla costa del Parco del Cilento e del Vallo diDiano, da quello che è considerato a tutti gli effetti un labora-torio marino naturale a pochi metri di profondità e che ospitaorganismi di dimensioni molto più grandi di quelli che vivononormalmente lungo le coste. È la Grotta Azzurra di Palinuro,nota località del comune di Centola, in provincia di Salerno,che ospita organismi marini con caratteristiche simili alleforme di vita scoperte a 3.500 metri di profondità dal sommer-gibile “Alvin” della Woods Hole Oceanographic Institution diBoston, a largo delle Isole Galapagos. Un ecosistema fragilequanto stupefacente, messo continuamente a rischio dal turi-smo aggressivo e poco esperto. Nove anni fa, per la prima volta,fu lanciato un messaggio di allarme per questo ambiente unico"non solo in Italia ma forse nel mondo": troppe barche e troppisub inesperti. Nel 2009, poi, la preoccupazione per lo “sprofon-damento” delle madrepore giganti, coralli della classe Hexa-corallia che si possono diffondere in forma solitaria o colonialee che danno luogo a bio-costruzioni note come “barriere coral-line” o “reef”. Le forme più conosciute sono quelle che si svi-luppano su fondale basso e a latitudini tropicali. Il peggio, però,sembra essere passato grazie soprattutto a una ritrovata eco-coscienza. Secondo il biologo marino e docente di ecologia ma-rina all'Università di Pisa Francesco Cinelli " la situazione èin ripresa e ho potuto constatare che le colonie di Astroidihanno rifatto la loro comparsa anche vicino alla superficie dacui erano scomparsi negli anni passati". "Negli ultimi anni -ha proseguito l'esperto - c'è stata una presa di coscienza ancheda parte dei diving locali che si stavano accorgendo di distrug-gere il proprio patrimonio e le barche mostrano maggiore cau-tela". Quindi l'appello: "Occorre che vengano attuate misuredi salvaguardia adeguate e che le regole vengano rispettate datutti. Mi sembra che tutto questo ormai sia entrato nella testadi molti, soprattutto dei giovani e credo che ci siano tutti i pre-supposti per un futuro migliore".

Nella Grotta Azzurra di Palinuro

Non ti scordar di me di Legambiente

L’Italia vincente in produzione e sostenibilità

Nuova vita per spugnee madrepore

Le scuole protagoniste della diciottesima edizione dell’iniziativa

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Cristina Abbrunzo

Quando la tecnologia incontrola Natura, si sa, il risultato èquasi sempre sorprendente.Ancor di più se il meravigliosoconnubio si applica ad un’indu-stria in costante evoluzionecome quella della moda percreare tessuti, fibre e colora-zioni 100% green. Esiste già daanni un filone fashion eco-frien-dly, che propone di indossaretessuti ecologici realizzati conprocessi a basso impatto am-bientale. In commercio e sulpalco delle sfilate sono visibilitessuti ecologici provenienti dafibre naturali e scarti alimen-tari insoliti. Può, ad esempio,una pianta di ananas o bananotrasformarsi in un abito? Eb-bene si! Gli scarti agricoli delleananas e delle banane possonodiventare componenti alterna-tivi per abiti, tessili, tappezze-rie, stoffe non tessute e stoffeindustriali. In passato, le fibreprodotte da ananas e bananeavevano ben poca applicazioneed erano principalmente utiliz-zate per produrre zerbini, cor-dame e altri materiali composti.Ma con l’aumento dell’interesseverso tessuti eco-friendly, l’usodi fibre di ananas e bananasono aumentate persino in altricampi come per esempio l’abbi-gliamento.

Le prime, chiamate fibre diPiña, provengono da scarti diananas ricchi di cellulosa e li-gnina e sono molto soffici, leg-gere, facili da mantenere elavare. Si utilizzano facilmenteanche unite con altri tessuti erisultano molto eleganti, perchésono lucide e sottili come laseta. Le seconde, che sono otte-nute da scarti di banane bollitein lasciva, possono produrre siatessuti molto ruvidi e robusti,

simili al cotone e utilizzati prin-cipalmente per le tovaglie, siatessuti più leggeri e pregiati,come quelli utilizzati per la rea-lizzazione di kimono e kami-shimo. Secondo una ricerca, lanazione delle Filippine ha a di-sposizione quasi 59.000 ettari dipiantagioni di ananas, princi-palmente nella regione diDavao, a nord di Mindanao,nelle aree occidentali e orientalidi Visayas e a Davao Del Norte.

Per quanto riguarda le pianta-gioni di banane, si parla di447.000 ettari principalmentedistribuiti a nord e a sud di Co-tabato, a nord di Mindanao, aBukidnon e nella regione diBicol. Da una tale area si rica-vano migliaia di tonnellate difibre! Queste pregiatissimefibre naturali ecosostenibili rap-presentano quindi un vero eproprio tesoro delle isole Filip-pine che è sbarcato a Roma

nell’ambito del progetto “FibreFilippine Go to Rome”. Il pro-getto è stato fortemente volutoda Mrs Marie Luarca-Reyes,moglie dell’Ambasciatore filip-pino Virgilio Reyes, in collabo-razione con Fiber IndustryDevelopment Authority (FIDA),Gruppo Aggiunto di Roma Ca-pitale e con l’Ambasciata delleFilippine a Roma. Il primo stepè stato un evento organizzatonella Capitale al fine di presen-tare il patrimonio agricolo filip-pino agli operatori italiani delsettore moda invitandoli a lavo-rare insieme alle aziende e aidesigner filippini per esploraree valutare nuove e interessantiopportunità di business. Glisteps successivi in corso d’operasaranno finalizzati a permet-tere agli addetti ai lavori del si-stema moda italiano, aipossibili acquirenti delle bouti-que più prestigiose, ma anche adesigners, studenti di moda edesponenti della scena culturalefilippina, di approfondire la co-noscenza delle fibre adatte per-fino alla realizzazione diaccessori, borse, biancheria perla casa, fazzoletti, centrini, to-vaglie e ad altri usi industriali.È l’inizio di un viaggio nella cul-tura filippina in Italia, l’incipitdi un discorso che aspetta di es-sere sviluppato e che ha perprotagoniste inedite opportu-nità tessili secondo una greenvision nel pieno rispetto del-l’ambiente, oltre che nuove eproficue collaborazioni filippino-italiane.

Sponge suit: il costume da bagno che ripulisce il mare

Si sa, l'inquinamento dell'ac-qua, sia che si tratti di fiumi elaghi o che si tratti mari edoceani, è un problema che ri-chiede contromisure imme-diate ed efficaci, ad ogni livello,per salvaguardare l'intero eco-sistema naturale. Ed è proprio con questo scopoche una soluzione tanto origi-nale quanto innovativa arrivadai laboratori dell'University ofCalifornia Riverside, nellaquale è stato inventato un"super materiale" in grado direspingere l'acqua assorbendoe trattenendo al suo interno imateriali inquinanti.Si tratta di una nuova tecnolo-gia indossabile che potrebberendere possibile per ognuno dinoi fare la propria parte in que-

sto processo. Il ‘super-materiale’ creato daUniversity of California sichiama Sponge Suit ed è statoincorporato in un bikini stam-pato in 3D che permetterà aibagnanti che lo indossano dipulire l’acqua mentre nuotano.Il costume ecologico è a base di

carbonio, ultraleggero e flessi-bile, in grado di desalinizzarel’acqua ed assorbire gli agentiinquinanti presenti, incluso pe-trolio e sostanze chimiche divaria natura. E’ ovviamenteidrorepellente, molto poroso epuò assimilare ogni altro ele-mento fino a 25 volte il suo

peso, a seconda della densitàdel materiale assorbito.E’ costituito da un telaio di reteplastica flessibile stampata in3D, denominata elastomero,che si adatta perfettamente alcorpo e da un inserto (una sortadi imbottitura da applicare al-l’interno) che consente l’opera-zione di pulizia, impedendo allesostanze tossiche di venire acontatto con la pelle di chi lo in-dossa. Il materiale è riciclabile,economicamente sostenibile eintelligentemente fabbricato,ha vinto il primo premio al con-corso internazionale di designReshape 2015, ed è una delleincursioni più promettentinella tecnologia indossabileeco-consapevole.

C.A.

Nuovi tessuti ricavati da ananas e bananeLa moda filippina ecosostenibile conquista l’Italia

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Fabio Cuoco

Che Google sia una delleaziende mondiali più all’avan-guardia in fatto di sostenibilitàed ecologia, è cosa ormai risa-puta. D’altra parte, se una mul-tinazionale con grossi introitinon sperimenta nell’ecososteni-bile è soltanto perché non vuole,ma di sicuro ha tutti i mezzi perfarlo. L’ultima novità ecologistadel colosso statunitense è lacreazione di un vero e propriocampus per i dipendenti, con laparticolarità di essere ecososte-nibile. Il progetto, già presen-tato al consiglio cittadino diMountain View, dove sorgeanche la sede della multinazio-nale, punta a realizzare un veroe proprio paradiso terrestre peri dipendenti, con un vastissimaarea di circa 5,5 ettari in cui do-mina il verde, con sentieri episte ciclabili atte ad incenti-vare la mobilità attiva, tuttorealizzato con prodotti ecososte-nibili.Sono previste, inoltre, pensilinefotovoltaiche e tettoie solari tra-sparenti, progettate per fornireenergia pulita, oltre a panchine,fontane, ristoranti e negozi,principalmente destinate ai la-voratori impiegati presso ilquartier generale della Google,

ma di cui potranno usufruireanche i cittadini di MountainView. Tutto ciò, però, non haancora avuto alcun assenso perprendere vita ed, anzi, rischia disubire più di un intoppo: infattiil consiglio cittadino della loca-lità californiana non ha ancoraapprovato il progetto presen-tato dalla multinazionale infor-matica. Tra gli ostacoli, il più insormon-

tabile sembra sicuramente pro-prio quello più legato all’am-biente: per realizzare il nuovocampus, infatti, sarà necessarioabbattere circa 160 alberi, di cuicirca 100 appartengono al patri-monio arboreo locale, traquerce, sequoie e cedri, i qualinon possono essere rimossisenza uno speciale permesso.Un vincolo non da poco, consi-derando che uno degli obiettivi

del campus è proprio di stampoecologico, scopo che va a cozzarepesantemente contro la tuteladella natura e degli alberi pre-senti in quell’area della citta-dina californiana. L’ostacolo,però, sembra aggirabile: un’ur-banista del comune di Moun-tain View, Stephanie Williams,infatti, ha stimato che, secondoil progetto, il numero di alberiche Google pianterà sarà di

gran lunga superiore a quelloattualmente presente nell’area.Probabilmente, un atto cosìbrutale come l’abbattimento dialberi secolari non può esserecompensato dalla nascita dinuovi alberi, piantati apposita-mente per soppiantarli, tuttodipenderà da cosa deciderà ilconsiglio cittadino, il qualedovrà approvare o rigettare ilprogetto.

ENERGIAGli impianti che produconoenergia da fonte rinnovabilesono qualificate dall’articolo 12,comma 1, del d. lgs. n. 387 del2003 come “opere di pubblicautilità, indifferibilità ed ur-genza”: l’intrinseca valenzapubblicistica normativamentericonosciuta è, già di per sé, in-dice dell’interesse pubblico a so-stegno del provvedimento diconvalida degli atti autorizza-tivi -rilasciati da un ente in-competente – di un impianto diproduzione di energia tramitepannelli fotovoltaici collocati suserre. Non può, peraltro, condi-vidersi la prospettazione se-condo cui l’accesso agli incentivirappresenterebbe un interesseprivato e non un interesse pub-blico, atteso che un pilastrodella politica energetica comu-nitaria e nazionale è rappresen-tata proprio dall’incentivazionepubblica. A cominciare dall’ar-ticolo 194 del Trattato UE, dalle

Direttive CE 2001/77 e 2009/28fino alla normativa nazionale direcepimento (d. lgs. n. 387/2003e d. lgs. n. 28/2011) e ai decretiattuativi il regime di sostegno eincentivazione ha rappresen-tato uno strumento imprescin-dibile per garantire l’adeguatadiffusione dell’energia rinnova-bile ed il rispetto delle quotealla cui osservanza gli stati si

sono impegnati sin dal Proto-collo di Kyoto. Invero, l’incen-tivo è la controprestazione chegarantisce l’immissione nellarete nazionale dell’energia pu-lita e, quindi, integra l’interessepubblico che si persegue con laproduzione di energia da fonterinnovabile. Consiglio di Stato,sezione V, sentenza 25 febbraio2016, n. 752

INQUINAMENTO ACU-STICO In tema di inquinamento acu-stico, quando venga accertata lanon tollerabilità delle immis-sioni, l'esistenza del danno è inre ipsa e, pertanto, il vicino, finoa quando il pregiudizio deri-vante dalle immissioni intolle-rabili non venga eliminato, hadiritto ad ottenere il risarci-mento del danno a norma del-l'art. 2043 cod. civ. (Cass.Sez. 2,Sentenza n. 4693 del18/10/1978; Cass. Sez.2, Sen-tenza n. 2580 del 12/03/1987;Cass. Sez. 3, Sentenza n. 5844del 13/03/2007). Inoltre, nullaesclude - in astratto - che l'en-tità delle immissioni rumorosee il superamento del limitedella normale tollerabilitàpossa essere oggetto di deposi-zione testimoniale (anche in re-lazione agli orari e allecaratteristiche delle immissionistesse), spettando poi al giudicevalutare, oltre l'attendibilità,

anche la congruità delle dichia-razioni rese rispetto al themaprobandum. Corte di Cassa-zione Civile sez.II del12/02/2016 (cc. 18/12/2015) sen-tenza n.2864

INQUINAMENTO SUOLOE’ illegittima l’imposizione dimisure di bonifica o di inter-venti di messa in sicurezzad’emergenza a carico di un sog-getto quale mero proprietariodell’area contaminata. Non puòinfatti venire in rilievo unasorta di responsabilità ogget-tiva gravante sul proprietariosemplicemente in ragione ditale sua qualità, essendo invecerichiesta un’adeguata istrutto-ria e motivazione, quantomenosul piano della correlazione tral’attività effettivamente svolta eil superamento delle concentra-zioni soglia di contaminazionerilevate. Consiglio di Stato, se-zione VI, sentenza 9 febbraio2016, n. 550. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Nuovo progetto Campus Google ecosostenibile È già stato progettato, ma, paradossalmente, porterà all’abbattimento di alberi

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Andrea Tafuro

In latino natura è il participiofuturo del verbo nascor (na-scere), indica quindi la forzache porta la vita, che permettea ciò che ancora non esiste divenire al mondo. Forza crea-trice e creativa per definizione,la natura ha ben dimostrato disaper resistere alle attivitàumane più scellerate e inva-sive. Siamo a fine mese e marzoè più che mai il periodo del-l’anno dove appare chiaro il le-game viscerale tra natura efemminilità. “Marzo: nu pocochiove e n'ato ppoco stracquatorna a chiòvere, schiove; ride 'osole cu ll'acqua”. Così recitavala favolosa lirica di Salvatore DiGiacomo. Marzo è, nondimeno,per tradizione il mese che cidona i primi germogli primave-rili e giustamente festeggia ilnotevole apporto delle donne alprogresso dell’intera societàumana. “ Babbo, ma tu sei fem-minista?”, mi chiede Matteo,sorvolo su babbo e rispondo:“No, grazie!”.Sono nato, cresciuto e pasciutoin un nucleo familiare dove ilmi babbo ha fatto totalmente ilpapà e con dedizione assoluta siè assunto il compito di pren-dersi cura di mia madre. Miamadre stava interi mesi ad as-

sistere i suoi anziani genitori,rientrando da scuola io e i mieidue fratelli trovavamo papà adaccoglierci con la tavola prepa-rata, cucinava con gioia per noi!Non c’erano privilegi in casa,mio padre prendeva le decisioniinsieme a mia madre, fondendocon attenta considerazione leloro profonde e assodate diffe-renze. Noi figli, avevamo glistessi diritti e gli stessi doveri,poiché il tempo sacro dello stu-dio e del gioco si alternava alleresponsabilità domestiche.Dove non si respira prevarica-zione non si insinua contrasto.Ecco perché, microbo, non sonofemminista. Quando, però, hosmesso di essere bamboccio, hovissuto sulla mia pelle le storiedi ragazze, compagne di scuolae oltre, cui era negato il tempoconsacrato del gioco e dello stu-dio, perché le faccende domesti-che erano tutte sulle loro spalle.I fratelli, invece, ne erano im-muni! Ecco perché è bello ap-prezzare il contributo delledonne, mai marginale, maspesso rimasto in sordina. Vo-glio portare alla vostra atten-zione, alla fine di questo mese,le intime storie umane che essecreano e ricreano, incessante-mente e quotidianamente,senza emarginare o escluderenessun essere vivente, a ogni

latitudine. Da più parti si diceche saranno le donne a cam-biare il mondo e la visione ma-schilista che spesso lo abita.Saranno le donne certo, se ac-canto avranno uomini che sa-pranno camminare al lorofianco, che si prenderanno curadi segnare altri passi per condi-videre uguaglianza e parità didiritti e doveri, per rivedere leinterpretazioni dei pregiudiziche per secoli le hanno raccon-tate come genere sottomesso oda sottomettere. Riscoprire checi può essere un'altra lettura,che sa concentrarsi sul rispettonei confronti delle donne e degliuomini in maniera egualitaria.Nonostante tutto ciò, nel corsodella mia giovanissima vita, hovissuto sempre con accanto unadonna, molto particolare. Vo-glio parlare di Maria di Naza-reth, la donna di Giuseppe ilfalegname, ma senza sentimen-talismo. Quando penso a Lei,penso alla ragazza, che ancoranon può sposarsi perché disoc-cupata. Alla casalinga che vivefelice con suo marito, a madreClelia, che mi ha insegnato asognare un mondo giusto, asuor Regina dalla quale ho im-parato a non avere paura disfiorare un diverso da me, chepure sono diverso assai. La miaMaria viveva sulla terra, unavita comune a tutti, chissàquante volte è stata sovrappen-siero, perché Peppino da piùgiorni in bottega non battevachiodo. Chissà quante porte habussato chiedendo qualchegiornata di lavoro per il suoGesù. Come tutte le donne,avrà avuto anche lei dei mo-

menti di crisi nel rapporto conil suo uomo. E si! Se davvero cicredessimo, i profeti delle diffe-renze, gli sceriffi controllori delmare e delle frontiere, cinici bi-gliettai dalla mano dura con ideboli, apparirebbero in tuttala loro miseria. Non so se aitempi di Maria le donne adope-rassero gli stessi messaggid'amore, che mia figlia incidefurtivamente sul telefonino perPaulo. Sono fermamente con-vinto, che le adolescenti di Pa-lestina si comportassero comela mia Martina. David MariaTuroldo, ha scritto: “Non l’uomoche domini la donna, non ladonna che si contrapponga al-l’uomo, ma che fondino insiemel’armonia libera e necessaria, asegnare l’inizio di un mondo ar-monioso e pacifico”. Ho cammi-nato assieme alla meravigliosaRoberta, alla stupenda Iolandae all’amata mia Maria, anche

grazie a mio padre che si èpreso cura di mia madre. Que-ste sono le mie radici che mihanno marcato, nel bene e nelmale. Eppure sono giunto finoad oggi e pur non essendo fem-minista, non sono mica statolasciato solo. Il desiderio di cer-care qualcosa che riempisse disenso il mio essere maschile miha fatto un giorno incontrarealtri esperti ominidi sognatori. Finalmente ho conosciuto lamia Maria, che non mi delu-derà mai! Ho capito che tuttoserve, che è un Amore piùgrande che ci fa crescere e ed èbello dirlo agli altri. Ho cammi-nato con Matteo, Martina e holottato per loro. La famiglia cheè venuta fuori da me, forse, nonè uscita col buco, non perché iosia più bravo di Giovanni e An-gela, ma solo perché ho capitoche da solo non vado da nes-suna parte, senza le mie Maria.

LA CURA

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondriedai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.

Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempodai fallimenti che per tua natura

normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umoredalle ossessioni delle tue manie.

Supererò le correnti gravitazionalilo spazio e la luce per non farti invecchiare.

E guarirai da tutte le malattieperché sei un essere speciale

ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee(come vi ero arrivato, chissà).Non hai fiori bianchi per me?

Più veloci di aquile i miei sogniattraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.

I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpila bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.

Supererò le correnti gravitazionalilo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te ...

Io sì, che avrò cura di te.

Franco Battiato, Manlio Sgalambro

“Donna di Meravigliosa umanità! Avrò cura di te”Maria di Nazareth, la donna di Giuseppe il falegname, che stupisce in ogni tempo

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Fabiana Liguori

In una delle aree verdi più antiche di Napoli, la Villa Comunale,voluta da Ferdinando IV di Borbone che nel 1778 ne affidò larealizzazione all'architetto Carlo Vanvitelli, è nato un nuovo eimportante centro culturale: l’Archivio Sonoro della Canzona Na-poletana. La location è una piccola perla risalente al 1870: la Ca-sina Pompeiana. Più di centomila i contenuti, multimediali enon, custoditi nel nuovo polo: documenti, spartiti, clip, registra-zioni audio, video, testi, immagini e compilation che consentonodi ripercorrere la grande e lunga storia della canzone parteno-pea. Un patrimonio inestimabile di cui tanti conoscono e apprez-zano. Ma tanti altri, ignorano. Questo luogo, adesso fruibile alpubblico, rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo attra-verso le opere di grandi autori e musicisti del passato come En-rico Caruso, Sergio Bruni, Carosone, Roberto Murolo, ma anchenel “contemporaneo partenopeo” con gli Almamegretta, GigiD’Alessio, i 99 Posse, passando per Edoardo Bennato, Enzo Gra-gnaniello, Peppino Di Carpi e tanti, tanti altri. Ma la canzonenapoletana è tanto amata anche a livello internazionale: moltis-simi, infatti, sono gli artisti stranieri che si sono “cimentati” invarie interpretazioni e di cui, in Casina, esistono piacevoli testi-monianze: Frank Sinatra, Ray Charles, Charles Aznavour, ElvisPresley, Paul Mc Cartney, Caetano Veloso e MireilleMathieu.L’Archivio ha aperto i battenti lo scorso 23 marzo conla sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra la RAI - Radiotele-visione Italiana, il Comune di Napoli e la Regione Campania.Nel “Museo delle Emozioni”, così definito dal Sindaco di Napoli,sono già stati organizzati alcuni eventi, e tanti sono in pro-gramma: visite guidate e incontri-studio riguardanti l’ingentepatrimonio musicale, presentazioni, esibizioni, mostre e tantoaltro. Per ora, oltre all’impegno dei firmatari del Protocollo, sonodiversi i cittadini, gli artisti e le associazioni che sostengono ilprogetto. Tutto ha un inizio. Un proseguo. Spesso una continuità.Di solito sono proprio le cose belle, purtroppo, a finire in unistante, soprattutto in realtà complesse come quella del capo-luogo campano. Nel ringraziare l’ingegnere Bruno Marfè, re-sponsabile dell’Archivio, che ci ha accolto con garbo edisponibilità e il suo piccolo staff, che cura e arricchisce la neostruttura, ci auguriamo che questa piccola realtà storico-cultu-rale prenda sempre più forma e consistenza e diventi, col tempo,un vero e proprio fiore all’occhiello della città. Che i nostri figlipossano crescere impregnati d’amore e di melodie partenopee…

La Casina Pompeiana è aperta dal lunedì al sabato, dalle 8.00alle 18.00. L'archivio è fruibile per i gruppi organizzati dalle 9.00 alle 12.00. Per i singoli studiosi e interessati anche il pomeriggio.Necessaria è la prenotazione tramite email o telefono:[email protected] 081. 7954495

Nasce l’archivio sonorodella canzone napoletanaUn viaggio nel tempo impregnati di melodie partenopee