Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - … 2 Convegno AIAZ Asti 1997...

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000 RESTI DI BOS TAURUS PATOLOGICO DI ETÀ MEDIO-REPUBBLICANA (LOC. MASSIMINA, ROMA) Eugenio CERILLI Società Cooperativa ARX a r.l., Roma Riassunto Vengono analizzati i resti ossei provenienti da un butto situato nelle vicinanze di alcune strutture murarie appartenenti alla zona dei servizi di una villa romana in associazione con reperti cerami- ci di epoca medio-repubblicana (Il sec. a.C.). Tutti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo senile di Bos taurus Linnaeus. 1758. I dati biomorfometrici e le modifica- zioni ossee indicano che i resti scheletrici appartengono ad un individuo di bue domestico abbattuto in età avanzata, probabil- mente dopo una sua utilizzazione come forza lavoro, e che le ossa dell'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimen- tare. Parole chiave Archeozoologia, paleopatologia. Età medio-repubblicana, Lazio. Introduzione Le indagini archeologiche, cui si riferisce il campione osteologico in esame, sono state condotte nel Febbraio del 1997 nell'area definita Piano di Zona B25 - Massimina com- parto A/P, limitrofa al previsto prolungamento di via T. d'Amico, nel settore sudoccidentale di Roma (Fig.l). I lavo- ri sono stati eseguiti dal Consorzio ROMA sotto la direzio- Eg. 1. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Localizzazione del sito. Summary REMAINS OF A PATHOLOGICAL BOS TAURUS OF THE MIDDLE-REPUBLICAN AGE (MASSIMINA, ROME, LATI UM) In this paper the osteological remains from a trash pit will be analyzed. The pit was discovered close to some walls belonging to the sendee area of a roman villa. The bones were found in asso- ciation with ceramic materials of the Middle-Republican Age (II sec. B.C.). All the specimens can be attributed to a single senile individual of Bos taurus Linnaeus, 1758. Biomorphometric data and osteolo- gical modifications suggest that the skeletal remains belong to one individual of domestic cattle killed when it was old, probably after being used as animal power, and that the bones of this animal were discarded in the trash pit after being used as food. Keywords Zooarchaeology, palaeopathology, Middle-Republican Age, Latium. ne scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma nella persona dell'Ispettrice Dott.ssa Daniela Rossi e con la consulenza scientifica della Società Cooperativa ARX di Roma. II contesto archeologico Precedentemente l'indagine in questione, nell'area inda- gata erano già noti resti archeologici costituiti da strutture murarie pertinenti ad un complesso abitativo romano: la campagna di scavo è stata dunque finalizzata alla completa esposizione di tali unità murarie, definendo l'estensione e la funzione degli ambienti identificati nel corso degli scavi (comunicazione personale Daniela Rossi e Gian Piero Orsingher). Al termine dello scavo è stato messo in luce un comples- so di strutture murarie in opera cementizia (Fig.2) costituito da un muro lungo circa 23 m con asse orientato in direzione NO-SE alle estremità del quale sono presenti due muri tra- sversali lunghi poco più di 5 m: l'intersezione di queste tre unità murarie sembra costituire il limite nordoccidentale del complesso abitativo romano. Lungo il tracciato del muro più lungo si interseca, orto- gonalmente ad esso, un'altra struttura muraria formata da due muri ortogonali lunghi circa 4 metri. La presenza di que- sta struttura individua due ambienti delimitati in epoche diverse. Nell'area a sudovest delle strutture murarie affiora parzialmente la formazione piroclastica di base, nella quale è scavata la cavità dove è stato ritrovato il materiale osteo- 301 Atti del Convegno Nazionale di Archeozoologia (As ti , 1997) - ABACO Edizio ni , Forll, 2000 RESTI DI nos TAURUS PATOLOGICO DI ETA MEDIO-REPUBBLICANA (LOC. MASSIMINA, ROMA) Eugenio CERILLI Soc ieta Cooperativ a ARX a r.l. , Roma Riassunto Vengono anali zz ati i resti ossei provenienti do. un butto situato nell e vicinanze di a/cune strutture murarie appartenenti alla zona dei servizi di una villa romana in assoc iazione con reperti cerami- ci di epoca medi o-repubblicana (1/ sec. a.c.) . Tulti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo senile di Bos taurus Linnaeus, 1758. I dati biomo if ometrici e /e modifica- zioni ossee indicano che i resti scheletrici appartengono ad un indi viduo di bue domestico abbattuto in eta avanzata, probabil- mente dopo una sua utilizzazione come f orza la vo ro, e che le ossa dell'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimen- tare. Parole chiave Archeozoologia, pa/eopatologia, Eta. medio-repubblicana, Lazio. Introduzione Le indagini archeologiche, cui si riferisce il campi one osteologico in esame, sono state condotte nel Febbraio del 1997 nell 'area definita Piano di Zona B25 - Ma ss irnina com- parto AJP , lirnitrofa al previsto prolungamento di via T. d' Arnico , nel settore sudoccidentale di Roma (Fig. I) . ! Iavo- ri sono stati eseguiti dal Consorzio ROM A sotto la direzio- * Massimioa Fi g. l. Mass irnina comparto NP - Piano cIi Zona B25 . Localizzazione del sito. Summary REMAINS OF A PATHOLOGICAL BOS TAURUS OF THE MIDDLE-REPUBLICAN AGE (MASSIMINA , ROME, LAT/UM) In this paper the osteological remains from a trash pit will be Qnalyzed. Th e pit was discovered close to some walls belonging to the service area of a roman villa. Th e bones were found in asso- ciation with ceramic materi als of the Middle-Republican Age (1/ sec. B.C.). All the specimens can be attributed to a single senile individual o fBo s taurus Linnaeus, 1758. Biomorphometric data and osteolo- gical modifications suggest that the skeletal remains belong to one individual of domestic cattle killed when it was old, probably after being used as animal po we r, and that the bones of this animal were discarded in th e trash pit after being used as food. Keywords Zooarchaeo!ogy, pa/aeopathology, Middle-Republican Age, Latium. ne scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma nella persona dell'!spettrice Dott.ssa Daniela Rossi e con la consulenza scientifica dell a Societa Cooperativa ARX di Roma. 11 contesto archeologico Precedentemente l'indagine in questione, nell' area inda- gata erano gia noti resti archeologici costituiti da strutture murarie pertinenti ad un complesso abitativo romano: la campagna di scavo e stata dunque finalizzata alla completa esposizione di tali unita murarie, definendo l' estensione e la funzione degIi ambienti identificati nel corso degli scavi (comunicazione personale Daniela Rossi e Gian Piero Orsingher). Al terrnine dello scavo e stato messo in Iuce un comples- so di strutture murarie in opera cementizia (Fig.2) costituito da un muro lungo circa 23 m con as se orientato in direzione NO-SE alle estrernita del quale sono presenti due muri tra- sversali lunghi poco piu di 5 m: l'intersezione di queste tre unita murarie sembra costituire il Iirnite nordoccidentale del compless o abitativo romano. Lungo il tracciato del muro piu lungo si interseca, orto- gonalmente ad esso, un ' altra struttura muraria formata da due muri ortogonali lunghi circa 4 metri. La presenza di que- sta struttura individua due ambienti delirnitati in epoche diverse. Nell 'area a sudovest delle strutture murarie affiora parzialme nt e la formazione piroci as tica di base, nell a quale e scavata la cavita dove e stato ritrovato il materiale osteo- 301

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000

RESTI DI BOS TAURUS PATOLOGICO DI ETÀ MEDIO-REPUBBLICANA (LOC. MASSIMINA, ROMA)

Eugenio CERILLI Società Cooperativa ARX a r.l., Roma

Riassunto Vengono analizzati i resti ossei provenienti da un butto situato

nelle vicinanze di alcune strutture murarie appartenenti alla zona dei servizi di una villa romana in associazione con reperti cerami-ci di epoca medio-repubblicana (Il sec. a.C.).

Tutti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo senile di Bos taurus Linnaeus. 1758. I dati biomorfometrici e le modifica-zioni ossee indicano che i resti scheletrici appartengono ad un individuo di bue domestico abbattuto in età avanzata, probabil-mente dopo una sua utilizzazione come forza lavoro, e che le ossa dell'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimen-tare.

Parole chiave Archeozoologia, paleopatologia. Età medio-repubblicana, Lazio.

Introduzione Le indagini archeologiche, cui si riferisce il campione

osteologico in esame, sono state condotte nel Febbraio del 1997 nell'area definita Piano di Zona B25 - Massimina com-parto A/P, limitrofa al previsto prolungamento di via T. d'Amico, nel settore sudoccidentale di Roma (Fig.l). I lavo-ri sono stati eseguiti dal Consorzio ROMA sotto la direzio-

Eg. 1. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Localizzazione del sito.

Summary REMAINS OF A PATHOLOGICAL BOS TAURUS OF THE MIDDLE-REPUBLICAN AGE (MASSIMINA, ROME, LATI UM)

In this paper the osteological remains from a trash pit will be analyzed. The pit was discovered close to some walls belonging to the sendee area of a roman villa. The bones were found in asso-ciation with ceramic materials of the Middle-Republican Age (II sec. B.C.).

All the specimens can be attributed to a single senile individual of Bos taurus Linnaeus, 1758. Biomorphometric data and osteolo-gical modifications suggest that the skeletal remains belong to one individual of domestic cattle killed when it was old, probably after being used as animal power, and that the bones of this animal were discarded in the trash pit after being used as food.

Keywords Zooarchaeology, palaeopathology, Middle-Republican Age, Latium.

ne scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma nella persona dell'Ispettrice Dott.ssa Daniela Rossi e con la consulenza scientifica della Società Cooperativa ARX di Roma.

II contesto archeologico Precedentemente l'indagine in questione, nell'area inda-

gata erano già noti resti archeologici costituiti da strutture murarie pertinenti ad un complesso abitativo romano: la campagna di scavo è stata dunque finalizzata alla completa esposizione di tali unità murarie, definendo l'estensione e la funzione degli ambienti identificati nel corso degli scavi (comunicazione personale Daniela Rossi e Gian Piero Orsingher).

Al termine dello scavo è stato messo in luce un comples-so di strutture murarie in opera cementizia (Fig.2) costituito da un muro lungo circa 23 m con asse orientato in direzione NO-SE alle estremità del quale sono presenti due muri tra-sversali lunghi poco più di 5 m: l'intersezione di queste tre unità murarie sembra costituire il limite nordoccidentale del complesso abitativo romano.

Lungo il tracciato del muro più lungo si interseca, orto-gonalmente ad esso, un'altra struttura muraria formata da due muri ortogonali lunghi circa 4 metri. La presenza di que-sta struttura individua due ambienti delimitati in epoche diverse. Nell'area a sudovest delle strutture murarie affiora parzialmente la formazione piroclastica di base, nella quale è scavata la cavità dove è stato ritrovato il materiale osteo-

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti , 1997) - ABACO Edizioni , Forll , 2000

RESTI DI nos TAURUS PATOLOGICO DI ETA MEDIO-REPUBBLICANA (LOC. MASSIMINA, ROMA)

Eugenio CERILLI Societa Cooperativa ARX a r.l. , Roma

Riassunto Vengono analizzati i resti ossei provenienti do. un butto situato

nelle vicinanze di a/cune strutture murarie appartenenti alla zona dei servizi di una villa romana in associazione con reperti cerami­ci di epoca medio-repubblicana (1/ sec. a.c.).

Tulti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo senile di Bos taurus Linnaeus, 1758. I dati biomoifometrici e /e modifica­zioni ossee indicano che i resti scheletrici appartengono ad un individuo di bue domestico abbattuto in eta avanzata, probabil­mente dopo una sua utilizzazione come f orza lavoro, e che le ossa dell'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimen­tare.

Parole chiave Archeozoologia, pa/eopatologia, Eta. medio-repubblicana, Lazio.

Introduzione

Le indagini archeologiche, cui si riferisce il campi one osteologico in esame, sono state condotte nel Febbraio del 1997 nell 'area definita Piano di Zona B25 - Massirnina com­parto AJP, lirnitrofa al previsto prolungamento di via T. d' Arnico, nel settore sudoccidentale di Roma (Fig. I) . ! Iavo­ri sono stati eseguiti dal Consorzio ROM A sotto la direzio-

* Massimioa

Fig.l. Massirnina comparto NP - Piano cIi Zona B25. Localizzazione del sito.

Summary REMAINS OF A PATHOLOGICAL BOS TAURUS OF THE MIDDLE-REPUBLICAN AGE (MASSIMINA, ROME, LAT/UM)

In this paper the osteological remains from a trash pit will be Qnalyzed. The pit was discovered close to some walls belonging to the service area of a roman villa. The bones were f ound in asso­ciation with ceramic materials of the Middle-Republican Age (1/ sec. B.C.).

All the specimens can be attributed to a single senile individual ofBo s taurus Linnaeus, 1758. Biomorphometric data and osteolo­gical modifications suggest that the skeletal remains belong to one individual of domestic cattle killed when it was old, probably after being used as animal power, and that the bones of this animal were discarded in the trash pit after being used as food.

Keywords Zooarchaeo!ogy, pa/aeopathology, Middle-Republican Age, Latium.

ne scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma nella persona dell ' !spettrice Dott.ssa Daniela Rossi e con la consulenza scientifica dell a Societa Cooperativa ARX di Roma.

11 contesto archeologico

Precedentemente l'indagine in questione, nell ' area inda­gata erano gia noti resti archeologici costituiti da strutture murarie pertinenti ad un complesso abitativo romano: la campagna di scavo e stata dunque finalizzata alla completa esposizione di tali unita murarie, definendo l' estensione e la funzione degIi ambienti identificati nel corso degli scavi (comunicazione personale Daniela Rossi e Gian Piero Orsingher).

Al terrnine dello scavo e stato messo in Iuce un comples­so di strutture murarie in opera cementizia (Fig.2) costituito da un muro lungo circa 23 m con as se orientato in direzione NO-SE alle estrernita del quale sono presenti due muri tra­sversali lunghi poco piu di 5 m: l' intersezione di queste tre unita murarie sembra costituire il Iirnite nordoccidentale del complesso abitativo romano.

Lungo il tracciato del muro piu lungo si interseca, orto­gonalmente ad esso, un ' altra struttura muraria formata da due muri ortogonali lunghi circa 4 metri. La presenza di que­sta struttura individua due ambienti delirnitati in epoche diverse. Nell 'area a sudovest delle strutture murarie affiora parzialmente la formazione pirociastica di base, nella quale e scavata la cavita dove e stato ritrovato il materiale osteo-

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Cerilli E.

Fig.2. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Planimetria delle strutture murarie al termine dello scavo (rilievi ARX - S. Picciola, G.P. Orsingher;

logico esaminato. Relativamente alla funzione dei due ambienti, i dati raccolti, quantitativamente scarsi, consento-no comunque di identificare l'Ambiente I come probabile magazzino; un frammento di anfora qui ritrovato è inqua-drabile cronologicamente nei decenni centrali del I secolo d.C. Per quanto riguarda l'Ambiente II la situazione strati-grafica documentata appare piuttosto complessa. Dal punto di vista della struttura, si nota la totale assenza di testimo-nianze relative all'esistenza della parete SE: questo dato autorizza a ritenere che l'Ambiente II fosse ospitato all'in-terno di un portico aperto verso SE. La presenza del focola-re, le tipologie vascolari comunque attribuibili a forme da cucina e da mensa, la presenza di una tegola addossata ad uno dei muri ed impiegata probabilmente come piano di lavoro, consentono di identificare l'Ambiente II come una cucina-dispensa; cronologicamente i materiali rinvenuti nelle diverse unità stratigrafiche scavate all'interno di que-st'ambiente abbracciano un intervallo che va dal II sec. a.C. al I sec. d.C.

A circa 1 m. a SE dall'Ambiente II, sul fianco dell'altura tufacea sulla quale sorge l'impianto romano, l'attività del cantiere edilizio ha individuato, tagliandola parzialmente, una struttura scavata nel tufo, alta circa 160 cm, riempita da diversi strati di terra: questo ambiente è stato definito "butto" e nel corso dello scavo sono stati identificati le seguenti unità stratigrafiche (Fig.3):

US 1 : strato di terra nocciola chiaro, compatto ma incoe-rente, sterile dal punto di vista archeologico, copre e si appoggia a US 2;

US 2: strato di terra marrone, plastico, con presenza di tufo alterato, sterile dal punto di vista archeologico, copre US 3;

US 3: strato di terra bruno scuro, plastico ed incoerente, archeologicamente sterile, copre US 4;

US 4: strato di accumulo artificiale di colore nero, ha resti-tuito gli elementi scheletrici esaminati e ceramica di Età romana;

US 5: strato costituito da spezzoni tufacei di medie dimen-sioni. di colore marrone con chiazze rossastre e giallastre 302

dovute ai componenti tufacei; lo strato ha restituito scarsi frammenti ceramici a vernice nera;

US 6: strato costituito dal taglio artificiale nel piano tufa-ceo per la realizzazione del butto in esame;

US 7: formazione piroclastica di base. Il fondo del butto appare eseguito con accuratezza, mentre

nell'angolo superiore meridionale è stato individuato e par-zialmente indagato un cunicolo di circa 30 cm. di diametro, probabilmente rivolto verso sudovest. La presenza di questi elementi consente, in via del tutto preliminare, di considera-re questo ambiente un pozzo di captazione o di drenaggio, riutilizzato in un secondo momento come butto. Grazie ai materiali ritrovati, è possibile individuare nella parte finale II secolo a.C. un terminus post quem relativo all'utilizzazio-ne di questo ambiente come butto, mentre la prima metà del II secolo a.C. costituisce il terminus ante quem riferibile alla realizzazione e prima utilizzazione di questo vano ipogeo.

0 0.5 1 m

Fig.3. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Sezione stratigrafica del butto (rilievi ARX - S. Picciola, G.P. Orsingher; cortesia S.A.R.).

Cerilli E.

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5m I

Fig.2. Massimina comparto AlP - Piano di Zona 825. Planimetria delle strutture murarie aJ termine dello scavo (rilievi ARX - S. Picciola, G.P. Orsingher; cortesia SAR.).

logico esaminato. Relativamente alia funzione dei due ambienti, i dati raccolti , quantitativamente scarsi , consento­no comunque di identificare I ' Ambiente I come probabile magazzino; un frammento di anfora qui ritrovato e inqua­drabile cronologicamente nei decenni centrali del I secolo d.e. Per quanto riguarda I' Ambiente II la situazione strati­grafica documentata appare piuttosto complessa. DaI punto di vista della struttura, si nota la totale assenza di testimo­nianze relative all'esistenza della parete SE: questo dato autorizza a ritenere che I' Ambiente II fosse ospitato all ' in­temo di un portico aperto verso SE. La presenza del focola­re, le tipologie vascolari comunque attribuibili a forme da cucina e da mensa, la presenza di una tegola addossata ad uno dei muri ed impiegata probabilmente come piano di Iavoro, consentono di identificare I' Ambiente II come una cucina-dispensa; cronologicamente i materiali rinvenuti nelle diverse unita stratigrafiche scavate all'intemo di que­st'ambiente abbracciano un intervallo che va daI II sec. a.e. al I sec. d.e.

A circa I m. a SE daIl' Ambiente II, suI fianco dell ' altura tufacea sulla quale sorge l'impianto romano, l'atti vita del cantiere edilizio ha individuato, tagliandola parzialmente, una struttura scavata nel tufo , alta circa 160 cm, riempita da diversi strati di ten-a: questo ambiente e stato definito "butto" e neI corso dello scavo sono stati identificati le seguenti unita stratigrafiche (Fig.3):

US 1: strato di ten-a nocciola chiaro, compatto ma incoe­rente, sterile dal punto di vista archeologico, copre e si appoggia a US 2;

US 2: strato di terra man-one, plastico, con presenza di tufo alterato, sterile dal punto di vista archeologico, copre US 3;

US 3: strato di ten-a bruno scuro, plastico ed incoerente, archeologicamente sterile, copre US 4 ;

US 4: strato di accumulo artificiale di colore nero, ha resti­tuito gli elementi scheletrici esaminati e ceramica di Eta romana ;

US 5: strato co tituito da spezzoni tufacei di medie dimen­sioni , di colore man-one con chiazze rossastre e giallastre

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dovute ai componenti tufacei ; 10 strato ha restituito scarsi frammenti ceramici a vemice nera;

US 6: strato costituito dal taglio artificiale neI piano tufa­ceo per la realizzazione del butto in esame;

US 7: formazione piroclastica di base. Il fondo del butto appare eseguito con accuratezza, mentre

nell ' angolo superiore meridionale e stato indi viduato e par­zialmente indagato un cunicolo di circa 30 cm. di diametro, probabilmente rivolto verso sudovest. La presenza di questi elementi consente, in via del tutto preliminare, di considera­re questo ambiente un pozzo di captazione 0 di drenaggio, riutilizzato in un secondo momento come butto. Grazie ai materiali ritrovati, e possibile individuare nella parte finale II secolo a.e. un terminus post quem relativo all'utilizzazio­ne di questo ambiente come butto, mentre la prima meta del II secolo a.e. costituisce il terminus ante quem riferibile alia realizzazione e prima utilizzazione di questo vano ipogeo.

o 0.5 1m

I

Fig.3. Massimina comparto AlP - Piano di Zona 825. Sezione stratigrafica del burro (rilievi ARX - S. Picciola, G.P. Orsingher; cortesia S.AK).

Bos taurus patologico di Età repubblicana

In sintesi, considerando il sito nel suo complesso, i dati archeologici raccolti indicano che la frequentazione, iniziata a partire dalla fine del 111 sec. a.C., si è protratta fino al I sec. d.C. attraverso successivi riempimenti ed edificazioni.

Analisi del campione I resti ossei analizzati (240 frammenti) provengono

dall'US 4 del butto precedentemente descritto. Tutti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo seni-

le di Bos taurus Linnaeus, 1758. I resti scheletrici si trovavano in associazione con reperti

ceramici di epoca medio-repubblicana (II sec. a.C.) che apparivano maggiormente concentrati nei livelli dell'US 4 sottostanti al livello con ossa, le quali, pur non essendo in connessione anatomica, occupavano uno spazio ristretto e circoscritto; tra le ossa sono stati rinvenuti scarsi frammenti ceramici del medesimo orizzonte cronologico.

Lo stato di conservazione è sostanzialmente buono, le superfici ossee sono generalmente ben conservate consen-tendo una buona osservazione delle modificazioni subite e delle caratteristiche di macellazione; la frammentazione delle ossa, pur se abbastanza intensa, consente la determina-zione di tutti gli elementi anatomici.

Cranio Del cranio sono stati raccolti 31 frammenti in buona parte

ricomponibili; in particolare sono state riconosciute alcune porzioni: i due frontali sinistro e destro con la base delle cavicchie ossee, di sezione ellittica, un parietale, l'orbitale e lo zigomatico destri, l'occipitale; sono inoltre presenti 6 denti superiori.

Su di un frammento della cavicchia ossea sinistra sono presenti due tagli larghi e profondi, inferri da uno strumento con una lama di accentuato spessore, probabilmente utiliz-zato per il distacco dell'astuccio corneo.

Le corna sono sostanzialmente di piccole dimensioni, come indicano anche le misure basali della cavicchia ossea destra (n° 45 = 58,1; n° 46 = 39,4) (misure secondo Van Den Driesch, 1976).

Anche i denti superiori, per la maggior parte destri, sono di piccole dimensioni:

Le accentuate forme di usura dentaria osservate indicano che si tratta di un animale di età avanzata molto probabil-mente superiore agli otto anni.

Insieme al neurocranio ed agli scarsi resti di splancnocra-nio, è presente l'emimandibola sinistra fratturata in 7 fram-menti ricomponibili, che conserva in posto il secondo pre-molare, il terzo ed un frammento di radice orale del quarto; separati sono un frammento di primo-secondo molare infe-

dente L B P 2 destro 16,5 13.1 P ! destro 16,5 17,8 P4 destro 17,0 19,2 M 1 2 sinistro 24,9 23,7 M 1 sinistro 29,2 24,0 M' destro 28,1 22,9

dente L B P 2 sinistro 18.0 10,7 P 1 sinistro 17,7 13.0 M' sinistro 37,1 16.6

Tab.2. Biomedia dei denti inferiori. riore ed il terzo molare inferiore sinistro; anche le forme di usura dei denti inferiori indicano un'età di morte avanzata. Sulla faccia labiale del ramo orizzontale al di sotto dei P : -P 3

è visibile una traccia di taglio per probabile scarnificazione.

Scheletro assiale Della colonna vertebrale si conservano scarsi frammenti

danneggiati: 1 frammento di parte destra di atlante, 2 corpi vertebrali di vertebre toraciche, 1 corpo vertebrale di verte-bra lombare, 1 frammento della prima vertebra sacrale, 1 vertebra caudale, 16 frammenti di vertebra. Tra questi, su un'apofisi spinosa di vertebra toracica sono presenti larghi tagli longitudinali inferii sulla faccia sinistra e tagli sottili sulla faccia destra.

La gabbia toracica, seppure frammentata in varie porzioni prossimali e di diafisi, è conservata in buona parte. Sono presenti 19 frammenti di costole sinistre in parte ricomponi-bili, 22 frammenti di costole destre anch'esse in parte ricom-ponibili e 43 frammenti di costole ricomponibili. Anche sulle costole, sinistre, sono state riconosciute varie tracce di intervento umano: una traccia di taglio sulla faccia laterale, una traccia di taglio sulla faccia mediale, piccoli tagli sottili sul margine anteriore di un'epifisi prossimale ed una larga traccia dovuta ad un colpo inferió con uno strumento a lama spessa. Una diafisi di costola destra presenta un rigonfia-mento osseo di natura patologica, così come sono patologi-che due diafisi di costola rettilinee in maniera anomala e con un'estremità rigonfia (Fig.4).

Arto anteriore Seppure intensamente fratturata, è presente la quasi totali-

tà della porzione anteriore dello scheletro appendicolare, con l'eccezione della parte distale dell'autopodio; la fram-mentazione dei reperti, oltre a locali danneggiamenti, non sempre ha consentito il rilevamento dei parametri biometri-

5 cm

Tab. I Biometria dei denti superiori. Fig.4. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos tanna, costole pato-logiche.

303

In sintesi, considerando il sito nel suo complesso, i dati archeologici raccolti indicano che la frequentazione, iniziata a partire dalla fine del III sec . a.c. , si e protratta fino al I sec. d.e. attraverso successivi riempimenti ed edi ficazioni .

Analisi del campione

I resti ossei analizzati (240 frammenti ) provengono dall 'US 4 del butto precedentemente descritto.

Tutti i reperti sono attribuibili ad un unico individuo seni ­le di Bos taurus Linnaeus, 1758.

I resti scheletrici si trovavano in associaz ione con reperti ceramici di epoca medio-repubblicana (H sec . a.c.) che apparivano maggiormente concentrati nei livelli dell 'US 4 sottostanti al livello con ossa, le quali , pur non essendo in connessione anatomica, occupavano uno spazio ri stretto e circoscritto; tra le ossa sono stati rinvenuti scarsi framrnenti cerarnici del medesimo orizzonte cronologico.

Lo stato di conservazione e sostanzialmente buono, le superfici ossee sono generalmente ben conservate consen­tendo una buona osservazione delle modificazioni subite e delle caratteristiche di macellazione; la framrnentazione delle ossa, pur se abbastanza intensa, consente la determina­zione di tutti gli elementi anatomici.

Cranio Del cranio sono stati raccolti 31 framrnenti in buona palte

ricomponibili; in particolare sono state riconosciute alcune porzioni : i due frontali sinistro e destro con la base delle cavicchie os see, di sezione ellittica, un parietale, I' orbitale e 10 zigomatico destri , I' occipitale; sono inoltre presenti 6 denti superiori .

Su di un framrnento dell a cavicchia ossea sinistra sono presenti due tagli larghi e profondi, inferti da uno strumento con una lama di accentuato spessore, probabilmente utiliz­zato per il distacco dell ' astuccio comeo.

Le coma sono sostanzialmente di piccole dimensioni , come indicano anche le misure basali della cavicchia ossea destra (n° 45 = 58,1; n° 46 = 39,4) (misure secondo Van Den Driesch, 1976) .

Anche i denti superiori, per la maggior parte destri, sono di piccole dimensioni:

Le accentuate forme di usura dentaria osservate indicano che si tratta di un animale di eta avanzata molto probabil­mente superiore agli otto anni.

Insieme al neurocranio ed agli scarsi resti di splancnocra­nio, e presente I' emimandibola sinistra fratturata in 7 fram­menti ricomponibili , che conserva in posto il secondo pre­molare, il terzo ed un framrnento di radice orale del quarto; separati sono un framrnento di primo-secondo mol are infe-

dente L B

P' destro 165 13 I

p3 destro 165 17.8

P"' destro 170 192

M'" sinistro 249 237

MJ sinistro 292 240

M) destro 28. 1 22.9

Tab.l . Biometria dei denti supetioti .

Bos taurus patoiogico di Eta repubblicana

dente L B

p'sini slro 180 107

p'sinislro 17.7 13.0

MJ sin islro 37 I 166

Tab.2. Biomet:ria dei denti inferiori.

riore ed il terzo molare inferiore sinistro ; anche le forme di usura dei denti inferiori indicano un'eta di morte avanzata. Sull a facc ia labiale del ramo orizzontale al di sotto dei p2_p3 e visibi le una traccia di taglio per probabile scarnificazione.

Scheletro assiale Della colonna vett ebrale si conservano scarsi frammenti

danneggiati : 1 frammento di parte destra di atlante, 2 corpi vertebrali di vertebre toraciche, 1 corpo vertebrale di verte­bra lombare, 1 frammento della prima vertebra sacrale, 1 vertebra caudale, 16 framrnenti di vertebra. Tra questi , su un ' apofisi spinosa di vertebra toracica sono presenti larghi tagli longitudinali inferti sulla faccia sinistra e tagli sottili sulla facc ia destra.

La gabbia toracica, seppure frammentata in varie porzioni prossimali e di diafisi, e conservata in buona parte. Sono presenti 19 framrnenti di costole sinistre in parte ricomponi­bili , 22 framrnenti di costole destre anch' esse in parte ricom­ponibili e 43 framrnenti di costole ricomponibili . Anche sulle costole, sinistre, sono state riconosciute varie tracce di intervento umano: una traccia di taglio sulla faccia laterale, una traccia di taglio sulla faccia mediale, piccoli tagli sottili sui margine anteriore di un ' epifisi prossimale ed una larga traccia dovuta ad un colpo inferto con uno strumento a lama spessa. Una diafisi di costola destra presenta un rigonfia­mento ossea di natura patologica, cosl come sono patologi­che due diafisi di costola rettilinee in maniera anomala e con un 'estremita rigonfia (Fig.4).

Arto anteriore Seppure intensamente fratturata, e presente la quas i totali­

ta dell a porzione anteriore dello scheletro appendicolare, con I' eccezione dell a patte distale dell ' autopodio; la fram­mentazione dei reperti , oltre a locali danneggiamenti, non sempre ha consentito il ri levamento dei parametri biometri-

5 cm I

Fig.4. Massimina comparto AlP - Piano di Zona B25 . 80S taunts, coslole pato­logiche.

303

Cerilli E.

ci. La scapola sinistra è divisa in cinque frammenti ricom-ponibili; sulla faccia mediale del collo sono presenti delle tracce di taglio parallele all'asse sagittale dell'osso. La sca-pola destra è fratturata in 4 frammenti; su di essa è ben evi-dente una patologia che interessa il bordo dorsale della dia-fisi, che appare ingrossato e fuso ad un probabile frammen-to di costola o di apofisi trasversa di vertebra (Fig.5).

to frammenti di diafisi prossimale, uno dei quali mostra una ridottissima porzione del margine mediale della superficie articolare prossimale.

Dell'ulna sinistra si conserva una porzione della paite arti-

Fig.7. Massimilla comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos taurus: epifisi distale di omero destro con tracce di macellazione, norma dorsale.

Fig.5. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos taurus, scapola destra: a) norma laterale, b) norma caudale, c) norma mediale, d) norma craniale.

L'omero sinistro è conservato nella testa articolare fram-mentata e nell'epifisi distale con parte di diafisi; sono state individuate varie tracce di macellazione consistenti in un distacco piano del margine posteriore della troclea con asportazione di una grossa porzione ossea, tracce di fenden-ti sulla faccia laterale della troclea, un largo taglio sulla fac-cia laterale della diafisi insieme ad una serie di tagli sul mar-gine antero-mediale sempre della diafisi poco al di sopra della troclea (Fig.6). L'omero destro consiste nell'epifisi dis-

elemento Bd omero sinistro 8 5 , 6 omero destro - 8 4 . 7

Tab.3. Biometria delle epifisi distali degli omeri.

elemento Dp radio destro 46,4

Tab.4. Biometria del radio.

0 5 cm 1 i

Fig.6. Massimina comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos taurus: epifisi distale di omero sinistro con tracce di macellazione, norma latero-dorsale.

tale e parte della diafisi, in due grossi frammenti, il margine laterale della troclea distale è leggermente abraso; anche su quest'osso sono presenti un taglio sulla porzione latero-dor-sale della troclea, un largo taglio trasversale sul margine prossimale della fossa coronoidea ed una serie di tagli sotti-li longitudinali sul lato postero-mediale della diafisi (Fig.7).

Sono presenti anche 6 frammenti di diafisi di omero, sicu-ramente riconducibili ai due omeri sinistro e destro.

Il radio sinistro è diviso in due frammenti, di cui si con-serva l'epifisi prossimale, con bordi abrasi, e parte della dia-fisi, con diafisi di ulna fusa. Il radio destro consiste in quat-

elemento Bd Dd metacarpo sinistro 71,1 35.3 metacarpo destro 70,0 34,6

Tab.5. Biometria delle epifisi distali dei metacarpi.

colare col radio e parte della diafisi; mentre dell'ulna destra è presente solo un frammento di diafisi. I metacarpi sinistro e destro consistono nelle epifisi distali con piccola porzione di diafisi.

Arto posteriore Come per l'arto anteriore, seppure intensamente frattura-

ta, è presente la quasi totalità della porzione posteriore dello scheletro appendicolare, con l'eccezione della parte distale dell'autopodio. Sul coxale sinistro, di cui si conservano due frammenti rimontabili, sono presenti tracce di tagli larghi e profondi, inferii con strumento a lama spessa sulla faccia dorsale dell'ala iliaca in prossimità del collo dell'ileo (Fig.8); altre tracce di taglio, più sottili e parallele, sono col-locate sul margine mediale della faccia dorsale dell'area ace-tabolare, in corrispondenza dell'impronta di inserzione del retto craniale della coscia. Sul coxale destro, consistente in quattro frammenti di cui due rimontabili, sono presenti trac-ce di tagli sottili sulla superficie ventrale dell'area acetabo-lare. E presente, inoltre, anche un frammento di ala iliaca la

304

Cerilli E.

ci. La capola sinistra e di vi a in cinque frammenti ricom­ponibili ; sulla facc ia mediale del collo sono presenti delle tracce di taglio parallele all ' as se agittale dell ' osso. La sca­pola de tra e fratturata in 4 frammenti; su di essa e ben evi­dente una patologia che interessa il bordo dorsale della dia­fi si, che appare ingrossato e fu so ad un probabile frammen­to di costola 0 di apofisi trasversa di vertebra (Fig.S).

,= '------',

Fig.5. Massimina comparto NP - Piano di Zona B25 . 8 0S taurus , scapola destra: a) nonna laterale, b) nonna caudale, c) nonna mediale, d) nonna craniale.

L' omero sinistro e conservato nella testa articolare fram­mentata e nell 'epifisi distale con parte di diafisi; sono state individuate varie tracce di macellazione consistenti in un distacco piano del margine posteriore dell a troclea con asportazione di una grossa porzione ossea, tracce di fenden­ti sulla faccia laterale dell a troclea, un largo taglio sulla fac­cia laterale della diafisi insieme ad una serie di tagli suI mar­gine antero-mediale sempre della diafisi poco al di sopra della troclea (Fig.6) . L'omero destro consiste nell ' epifisi dis-

o 5 cm ~

Fig.6. Massimina comparto NP - Piano di Zona B25. 8 0S Taurus: epifisi distale di omero sinistro con tracce di maceUazione, nonna latero-dorsale.

tale e parte della diafisi, in due grossi frammenti , il margine laterale della troclea distale e leggermente abraso; anche su quest' osso sono presenti un taglio sulla porzione latero-dor­sale dell a troclea, un largo taglio trasversale suI margine prossimale della fossa coronoidea ed una serie di tagli sotti­li longi tudinali suI lato postero-mediale dell a diafisi (Fig.7).

Sono presenti anche 6 frammenti di diafisi di omero, sicu­ramente riconducibili ai due omeri sinistro e destro.

n radio sinistro e diviso in due frammenti , di cui si con­serva I' epifisi prossimale, con bordi abrasi, e parte della dia­fi si, con diafisi di ulna fusa. n radio destro consiste in quat-

304

to frammenti di diafisi prossimale, uno dei quali mostra una ridottissima porzione del margine mediale dell a superficie articolare prossimale.

Dell ' ulna sinistra si conserva una porzione della prute ruti-

o 5 cm L..' ____ ....J'

Fig.7. Massirnina comparto NP - Piano di Zona B25. 8 0S taurus: epifisi distale di omero destro con tracce di maceUazione, nonna dorsale.

elemento Bd

omero sinistro 856

omero destro -847

Tab.3 . Biometria deUe epifisi distali degli omeri .

elemento

radio destro

Tab.4. Biometria del radio.

elemento Bd Dd

metaciillLO sinistro 71 1 353

metacam.o destro 700 346

Tab.5. Biometria deUe epifisi distali dei metacarpi.

colare col radio e parte dell a diafisi; mentre dell ' ulna destra e presente solo un frammento di diafi si. I metacarpi sinistro e destro consistono nelle epifisi distali con piccola porzione di diafisi.

Arlo posleriore Come per I' arto anteriore, seppure intensamente frattura­

ta, e presente la quasi total ita della porzione posteriore deIlo scheletro appendicolare, con I' eccezione della parte distale dell ' autopodio. SuI coxale sinistro, di cui si conservano due frammenti rimontabili , sono presenti tracce di tagli larghi e profondi, inferti con strumento a lama spes sa sulla faccia dorsale dell ' ala iliaca in prossirnita del collo dell ' ileo (Fig.8); altre tracce di taglio, piu sottili e parallele, sono col­locate suI margine mediale dell a faccia dorsale dell' area ace­tabolare, in corrispondenza dell'impronta di inserzione del retto craniale della coscia. SuI coxale destro, consistente in quattro frammenti di cui due rimontabili , sono presenti trac­ce di tagli sottili sulla superficie ventrale dell' area acetabo­lare. E presente, inoltre, anche un frammento di ala iliaca la

Bos taurus patologico di Età repubblicana

0 5 cm 1 I

Fig.8. Massimilla comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos taurus: coxale sini-stro, ala iliaca con tracce di macellazione, norma dorsale. cui lateralizzazione è resa problematica dall'esiguità delle dimensioni, ma sicuramente assegnabile a questa porzione anatomica. Dal femore sinistro, di cui è presente l'epicondi-lo laterale e parte della troclea anteriore dell'epifisi distale, un fendente ha distaccato una piccola porzione ossea sul lato mediale dell'epicondilo, sul cui lato distale è anche presente un largo taglio; sempre di femore sinistro è conservata una parte dell'epifisi. Del femore destro si sono conservate l'e-pifisi prossimale con parte di diafisi e l'epifisi distale in due frammenti non direttamente rimontabili (uno è rappresenta-to dalla parte anteriore della troclea, l'altro dall'epicondilo mediale); sulla testa articolare prossimale sono visibili varie tracce di colpi, di cui un fendente parallelo alla faccia ante-riore che ha asportato una porzione ossea lasciando una superficie di taglio piana; sulla faccia mediale dell'epicondi-lo mediale-distale è presente una larga e profonda traccia di taglio inferto obliquamente. Della tibia sinistra, fratturata in sei frammenti ma rappresentata in buona parte, è assente solo l'epifisi prossimale, l'epifisi distale è danneggiata nella parte laterale. Della tibia destra, molto frammentata, si con-serva l'epifisi prossimale (un frammento di epicondilo late-rale) e la diafisi (11 frammenti).

Il calcagno sinistro, di cui è assente la parte laterale arti-colare con l'astragalo, presenta tre tagli sulla faccia mediale del sustentaculum tabi. Il calcagno destro è completo e mostra tracce di taglio sul margine dorsale del corpo.

Nell'astragalo sinistro la parte laterale della troclea dista-le è stata distaccata da un fendente. Dell'astragalo destro si conserva solo la parte latero-distale della troclea distale, tranciata da un fendente.

Del metatarso sinistro è conservata l'epifisi distale e due

elemento S D t i b i a s i n i s t r a 4 4 . 2

Tab.6. Biometria della tibia.

elemento GL GB GD calcagno sinistro 60,0 calcagno destro 155,2 46,8 59,7

Tab.7. Biometria dei calcagni.

elemento LI Lm DI Dm B p B d astragalo sinistro _ 65,9 41.2 51,1

Tab.8. Biometria degli astragali.

frammenti di diafisi. Il metatarso destro è mancante della faccia plantare dell'epifisi prossimale e della diafisi. Su di esso sono riconoscibili varie tracce di intervento antropico: un fendente che ha distaccato, con faccia piana, una piccola porzione ossea del lato plantare e distale della chiglia del condilo distale-mediale, sottili tracce di taglio sul margine mediale in posizione distale, tracce di impatto da "incudine" sulla faccia mediale della diafisi (Fig.9).

Oltre agli elementi scheletrici descritti, sono presenti 18 frammenti di diafisi di ossa lunghe, alcuni dei quali con trac-

m

0 5 cm >4 I I

Fig.9. Massimilla comparto A/P - Piano di Zona B25. Bos taurus: metatarso destro con tracce di macellazione: a) norma mediale, b) norma disto-plantare.

ce di colpi e tagli, per ora non attribuite ad un preciso ele-mento scheletrico; sono presenti anche 4 piccoli frammenti indeterminati.

La quasi totalità delle fratture sulle diafisi ossee mostra una morfologia spiraliforme ed altre tracce di impatto, carat-teristiche di fratturazione delle ossa quando era ancora pre-sente il collagene, generalmente riconducibile ad una frattu-razione intenzionale dell'Uomo, dovuta alla macellazione.

elemento GL Bp Dp SD Bd Dd metatarso sinistro 65,0 35.0 metatarso destro 237,0 _ 56.4 - 64,2 34.6

Tab.9. Biometria dei metatarsi.

Conclusioni L'analisi del campione osteologico ha consentito di attri-

buire gli elementi anatomici ad un unico individuo di Bos taurus Linnaeus, 1758.

Lo scheletro è quasi interamente rappresentato sia nella porzione assiale che in quella appendicolare, fanno eccezio-ne l'emimandibola destra e le porzioni distali degli arti (le falangi).

L'età di morte è abbastanza avanzata, probabilmente supe-riore agli otto anni. L'unico elemento completo presente, il

305

o , 5em ,

Fig.8. Massimina comparto AlP - Piano di Zona B25. 8 0S taurus: coxale sini­stro, ala iliaca con tracce di maceUazione, nonna dorsale.

cui lateralizzazione e resa problematica dall ' esiguita delle dimensioni, ma sicuramente assegnabile a questa porzione anatomica. Dal femore sinistro, di cui e presente I'epicondi-10 laterale e parte dell a troclea anteriore dell ' epifisi distale, un fendente ha distaccato una piccola porzione ossea sullato mediale dell' epicondilo, sui cui lato distale e anche presente un largo taglio; sempre di femore sinistro e conservata una parte dell' epifisi. Del femore destro si sono conservate I' e­pifisi prossimale con parte di diafisi e l' epifisi distale in due frammenti non direttamente rimontabili (uno e rappresenta­to dalla parte anteriore della troclea, \' altro dall ' epicondilo mediale) ; sulla testa articolare prossimale sono visibili varie tracce di colpi, di cui un fendente parallelo alla faccia ante­riore che ha aspOltato una porzione ossea lasciando una superficie di taglio piana; sulla faccia mediale dell ' epicondi-10 mediale-distale e presente una larga e profonda traccia di taglio inferto obliquamente. Della tibia sinistra, fratturata in sei frammenti ma rappresentata in buona parte, e assente solo I' epifisi prossimale, \' epifisi distale e danneggiata nella parte laterale. Della tibia destra, mol to frammentata , si con­serva I'epifisi prossimale (un frammento di epicondilo late­rale) e la diafisi (11 frammenti).

Il calcagno sinistro, di cui e assente la parte laterale arti­colare con I' astragalo, presenta tre tagli sulla faccia mediale del sustentaculum talii . 11 calcagno destro e completo e mostra tracce di taglio suI margine dorsale del corpo.

Nell ' astragalo sinistro la parte laterale dell a troclea dista­le e stata distaccata da un fendente . Dell ' astragalo destro si conserva solo la parte latero-distale dell a troclea distale, tranciata da un fendente .

Del metatarso sinistro e conservata \' epifisi distale e due

elemento

tibia sinistra

Tab.6. Biometria deUa tibia.

elemento GL GB GD

caicagno si nistro 600 -

calea "no destro 1552 46 8 59,7

Tab.7. Biometria dei caicagni .

Bos taurus pat%gico di Eta repubblicana

Tab.8. Biometria degLi astragali .

frammenti di diafisi. 11 metatarso destro e mancante della faccia plantare dell ' epifisi pros si male e della diafi si . Su di esso sono riconoscibili varie tracce di intervento antropico: un fendente che ha distaccato, con faccia piana, una piccola porzione ossea del lato plantare e distale dell a chiglia del condilo distale-mediale, sottili tracce di taglio sui margine mediale in posizione distale, tracce di impatto da "incudine" su\l a facc ia mediale dell a diafisi (Fig.9).

Oltre agli elementi scheletrici desclitti , sono presenti 18 frammenti di diafisi di ossa lunghe, alcuni dei quali con trac-

[ 5cm

'------',

Fig.9. Massimina comparto AlP - Piano di Zona B25 . 8 0S taurus: metatarso destro con tracce di maceUazione: a) nonna mediale, b) nonna disto-plantare.

ce di colpi e tagli , per ora non attribuite ad un preciso ele­mento scheletrico; sono presenti anche 4 piccoli frammenti indeterrninati.

La quasi totalita delle fratture sulle diafisi ossee mostra una morfologia spiraliforme ed altre tracce di impatto, carat­teristiche di fratturazione delle ossa quando era ancora pre­sente il collagene, generalmente riconducibile ad una frattu­razione intenzionale dell 'Uomo, dovuta alla macellazione.

elemento GL B..Q. DD SD Bd Dd

metatarso sinistro - 65,0 350

metatarso des tro 2370 56.4 - 642 34.6

Tab.9. Biometria dei metatarsi.

Conclusioni

L'analisi del campione osteologico ha consentito di attri­buire gli elementi anatornici ad un unico individuo di Bos taurus Linnaeus, 1758.

Lo scheletro e quasi interamente rappresentato sia nella porzione assiale che in quella appendicolare, fanno eccezio­ne I' ernimandibola destra e le porzioni distali degli arti (le falangi).

L' eta di morte e abbastanza avanzata, probabilmente supe­riore agli otto anni. L' unico elemento completo presente, il

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Cenili E.

metatarso destro, permette di attribuire un'altezza al garrese di circa 130 centimetri (237 mm x 5,47 = 1,296 m).

Alcuni elementi anatomici della porzione toracica destra, si presentano affetti da patologie ossee, molto probabilmen-te dovute a eventi traumatici.

La presenza di numerose tracce di taglio, sia da attribuire a forti fendenti infetti con uno strumento con lama spessa, molto probabilmente impiegati durante le operazioni di dis-sezione dell'animale, sia da ascrivere a utensili più sottili, molto probabilmente utilizzati per la scarnificazione, unita-mente alla morfologia dei margini di fratturazione, indicano che l'animale è stato macellato prima del seppellimento; in particolare le tracce di scarnificazione lasciano pensare ad un suo impiego per scopi alimentari. L'assenza di tracce di combustione, indica che la cottura è stata probabilmente effettuata in assenza di diretto contatto con la sorgente di calore, quindi la bollitura od altre pratiche culinarie, oppure

la carne è stata rimossa dalle ossa prima della cottura. Pertanto, al momento attuale, i dati biomorfometrici e le

modificazioni ossee consentono di concludere che ci si trova di fronte ai resti scheletrici di un individuo di bue domesti-co abbattuto in età avanzata, probabilmente dopo una sua utilizzazione come forza lavoro, e che le ossa dell'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimentare.

Ringraziamenti Si ringrazia la Soprintendenza Archeologica di Roma,

nella persona della Dott.ssa Daniela Rossi, per il consenso allo studio ed alla pubblicazione del seguente lavoro.

Un particolare ringraziamento va all'amico Gian Piero Orsingher della Soc. Coop. ARX per il prezioso e proficuo scambio di dati ed idee sia nel corso dello scavo archeologi-co sia durante l'elaborazione dei dati.

Bibliografia Von Den Driesch A.. 1976. A guide to the measurement of animal bones from archaeological sites. Peabody Museum Of Archaeology and Ethnology Bullettins, Harward University.

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Cerilli E.

metatar 0 destro, permette di attribuire un ' altezza al garrese di circa 130 centimetri (237 mm x 5,47 = 1,296 m).

Alcuni elementi anatornici della porzione toracica destra, i pre entano affetti da patologie ossee, mol to probabilmen­

te dovute a eventi traumatici. La pre enza di numerose tracce di taglio, sia da attribuire

a forti fendenti inferti con uno strumento con lama spessa, mol to probabilmente impiegati durante le operazioni di dis-ezione dell ' animale, sia da ascrivere a utensili piu sottili ,

molto probabilmente utilizzati per la scarnificazione, unita­mente alia morfologia dei margini di fratturazione, indicano che I ani male e stato macellato prima del seppellimento; in particolare le tracce di scamificazione lasciano pensare ad un uo impiego per scopi alimentari . L' assenza di tracce di combustione, indica che la cottura e stata probabilmente effettuata in assenza di diretto contatto con la sorgente di calore, quindi la bollitura od altre pratiche culinarie, oppure

Bibliografia

la came e stata rimossa dalle ossa prima dell a cottura. Pertanto, al momento attuale, i dati biomOIfometrici e le

modificazioni ossee consentono di concludere che ci si trova di fronte ai resti scheletrici di un individuo di bue domesti­co abbattuto in eta avanzata, probabilmente dopo una sua utilizzazione come forza lavoro, e che le ossa dell 'animale siano state gettate nel butto dopo il consumo alimentare.

Ringraziamenti

Si ringrazia la Soprintendenza Archeologica di Roma, nella persona dell a Dott.ssa Daniela Rossi, per il consen 0

alIo studio ed alia pubblicazione del seguente lavoro. Un particolare ringraziamento va all' arnico Gian Piero

Orsingher della Soc. Coop. ARX per il prezioso e proficuo scambio di dati ed idee sia nel corso dello scavo archeologi­co sia durante l' elaborazione dei dati .

Von Den Driesch A., 1976. A guide to the measurement of animal bones frol1l arcizaeological sites. Peabody Museum Of Archaeology and Ethnology Bullettins, Harward Univers ity.

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