ATLANTE ITALIAN TEACHER AWARD · 2019. 12. 19. · ATLANTE ITALIAN TEACHER AWARD Pag. 7 Hanno...
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Hanno partecipato ad Atlante docenti delle scuole primarie, medie e superiori italiane, sia paritarie che statali. Per farlo, i professori hanno pubblicato su una piattaforma, nel periodo compreso tra il 2 settembre e il 30 novembre, un testo in cui hanno descritto un proprio progetto didattico, o anche più d’uno, già realizzato a scuola negli anni precedenti. I progetti sono stati valutati da una Giuria, composta da personalità della cultura e della scuola italiana, secondo i criteri di innovazione didattica, originalità, incidenza sul tessuto scolastico, integrazione di studenti in situazioni di difficoltà, replicabilità. Grazie all’intervento della Regione Lazio, da quest’anno Atlante istituisce il “Premio Speciale della Giuria per il Miglior Insegnante del Lazio”. Vi concorrono tutti i docenti che hanno presentato la propria candidatura per il premio nazionale e che insegnano in una scuola della Regione Lazio. I 4 docenti vincitori (di cui uno proveniente dal Lazio) vinceranno un viaggio didattico a New York a febbraio/marzo 2020 dove avranno l’occasione di visitare realtà didattiche innovative.
ATLANTE ITALIAN TEACHER AWARD
LA COMPETIZIONE
2 SETTEMBREApertura iscrizioni
30 NOVEMBREChiusura iscrizioni
20 DICEMBREAnnuncio finalisti
13 GENNAIOPremiazione
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I progetti sono stati valutati da una giuria indipendente composta da:
Gianni Giovannetti, Giornalista, Presidente della Giuria
Lorella Carimali, Insegnante, Finalista del Global Teacher Prize 2018
Martina D’Arco, Studentessa, Portavoce di Fridays for Future RomaMichela Marzano, Scrittrice, Professoressa di Filosofia Morale all’Università Paris Descartes (SHS - Sorbonne)
Riccardo Messina, Presidente di United Network
Angela Procaccini, Poetessa, Dirigente Scolastico
Florinda Saieva, Direttore Generale Farm Cultural Park
Roberto Sintini, Dirigente Scolastico
ATLANTE ITALIAN TEACHER AWARD
LA GIURIA
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SCUOLEPRIMARIE
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ATLANTE ITALIAN TEACHER AWARD
I PARTECIPANTI ALL’ EDIZIONE 2019/20
66%
33%
Donne
Uomini
15%
39%
Primaria
Medie
46%Superiori
I 20 FINALISTI
Scansiona il Qr-code con la fotocamera dello smartphone
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PARTECIPANTI ALL’EDIZIONE 2019/2020
I 20 FINALISTI
Ogni persona che i bambini incontrano, ogni compagno con cui condividono la maggior parte della giornata ha un talento, una caratteristica che lo rende speciale e importante. Ogni alunno si è messo nei panni di Super Narval, supereroe inventato da Clanton Ben, ed è andato alla ricerca dei talenti dei sui compagni. Ognuno ha pescato il nome di un bambi-no e si è impegnato a trovare un suo “super potere”, un talento. Ogni bambino ha ricevuto un pezzo di puzzle sul quale ha scritto e disegnato il proprio talento: il puzzle completo è stato poi appeso sulla porta della classe. Conosciuti i superpoteri di tutti, i bambi-ni si sono cimentati, durante l’anno, in giochi di squadra e attività di gruppo, valorizzando i talenti di ognuno per realizzare i propri obiettivi.
Isabella Bosio, 26 anniInsegnante di italiano presso la scuola primaria
“Bbschool” di Scanzorosciate (Bergamo)
PROGETTO - SIAMO UNA SQUADRA QUANDO ...
La scuola è stata trasformata nell’unico esempio in Italia di scuola e Museo attivo. Non un museo che conserva, ma un luogo dove l’arte si vive ogni giorno. I bambini dello Splash sono educati all’ arte e alla bellezza, la creano e la vivono. Conoscono la storia dell’arte attraverso il gioco e la manipolazione delle opere. Molti sono stati gli artisti che hanno dipinto le porte delle aule: ogni porta è un paesaggio italiano e ogni artista ha avuto incontri con i bambini per mostra-re il percorso tecnico e ideativo per arrivare all'opera. I bambini, durante l’anno scolastico, assistono e alles-tiscono con mostre di artisti contempo-ranei per entrare in modo diretto nel mondo dell'arte.Una scuola inclusiva, perché l'arte è il linguaggio di tutti.
Tina De Falco, 64 anniInsegnante di italiano presso la scuola primaria
“S. Giovanni Bosco” di Sassuolo (Modena)
PROGETTO - SPLASH MUSEUM
SCUOLEPRIMARIE
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Attraverso la realizzazione di mediome-traggi, cortometraggi, libri, spot, gli alunni di una quarta elementare sono stati coinvolti in un percorso di accosta-mento partecipato alla legalità, all’inte-grazione, al rispetto delle differenze.Per la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle donne, i bambini hanno scritto 21 lettere ai familiari di donne uccise dalla violenza dell’uomo.Per ricordare le persecuzioni dimenti-cate, gli alunni hanno partecipato alla realizzazione di un cortometraggio dal titolo “L’eco del silenzio: tracce di memoria”; hanno sperimentato l’inclu-sione scrivendo un libro di 75 ricette della cucina cristiana, ebraica, islamica, buddista, induista e sikhista.
Antonio Fundarò, 51 anniInsegnante di italiano presso la scuola primaria
“Renato Guttuso” di Carini (Palermo)
PROGETTO - INCLUDENDO, DIVERSIFICANDO: MAIEUTICA PEDAGOGICA PER AFFERMARE
DIRITTI E ARGINARE VIOLENZE
Il principe Fat è un racconto il cui cano-vaccio ricorda quello di una fiaba molto famosa, ma la principessa è stata sosti-tuita da un ragazzo grasso, il principe Fat la cui madre, la Queen Slim, conosce molto bene la pericolosità degli Sweet e li tiene a debita distanza; concede loro udienza poche volte l’anno. Questo crea malumore nel popolo di Sweetland che giura di vendicarsi. Il piano viene messo in atto con l’aiuto delle tecnologie, Television e Play Station, che interpretano la parte degli apprendisti del popolo dei dolci. Il dottor Health, venuto a conoscenza di tutto ciò, servendosi degli eserciti dei suoi due amici fidati, Fruits e Vegetables, rimette in salute il principino con cibi sani e molto sport. La favola si trasferisce nella realtà: nel cortile della scuola i bambini allevano pulcini e coniglietti e coltivano un orto; i prodotti della terra gli scarti della mensa arricchiscono il terreno da coltivare e sfamano gli animali.
Vincenza Landi, 59 anniInsegnante di matematica, scienze, tecnologia, geografia, immagine, motoria presso la scuola primaria “ Maria Scoglio” di Livraga (Lodi)
PROGETTO: IL PRINCIPE FAT
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I VENTI FINALISTI
SCUOLE MEDIE
I laboratori della scuola riparano gratuitamente le biciclette degli alunni attraverso il lavoro degli stessi, restaura-no vecchi rottami a due ruote (offerte da privati o enti esterni) per essere donati successivamente come biciclette nuove a ragazzi poco abbienti, favorendo la didattica laboratoriale, l’inclusione fra i numerosi gruppi che nel luogo di lavoro si alternano, il rispetto per l’ambiente, la mobilità sostenibile, il contrasto al bullismo.Il laboratorio “Ricicletta” chiude ogni anno la sua attività a maggio con una ciclo passeggiata per le strade di Raven-na coinvolgendo genitori, docenti e alunni.Fiore all’ occhiello dell’officina scolastica è il reparto customizing dove vengono realizzate biciclette adattate alle neces-sità fisiche degli alunni diversamente abili, attraverso lavori di ideazione, saldatura, fresatura.
Annibale Guarini, 38 anniInsegnante di sostegno - musica presso la scuola media
“Darsena” di Ravenna
PROGETTO - LA SCUOLA OFFICINA
Nel corso dell’anno scolastico, gli studenti di una classe di scuola media si sono cimentati nello sviluppo didattico multimediale del nuovo Ponte Morandi. Dopo aver eseguito il calcolo strutturale di una passerella pedonale in legno, gli alunni hanno studiato le dimensioni delle travi, confrontando i costi con le necessità tecniche. Il Nuovo Morandi è stato prima disegna-to e poi studiato nelle sue caratteristiche strutturali. La fase finale ha visto la realizzazione informatica di un modello tridimensionale.
Diego Dimitri Parodi, 44 anniInsegnante di Tecnologia presso la scuola media
“Luca Valenziano” di Tortona (Alessandria)
PROGETTO - LABORATORIO PROGETTONUOVO PONTE MORANDI A GENOVA
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Attraverso una serie di azioni diversificate e coordinate, la scuola media “Melone” si è dotata di una rete di protezione per contrastare il bullismo e il cyberbullismo. I membri del team antibullismo, eletti dai compagni, sono dodici, quattro per ogni anno di corso. Si riuniscono periodicamente con il referente per il bullismo e altri insegnanti motivati, oltre che con psicologi esperti nel tema. Gli studenti rispondono a periodici sondaggi anonimi, possono mandare segnalazione a una casella mail, possono mandare SOS che vengono vagliati dal team e dagli insegnanti in modo congiunto. Il team interviene per cercare in modo conciliatorio, facendo da ponte tra bulli e vittime. Dopo il primo intervento mantengono i contatti con gli interessati per monitorare, in modo amichevole, la situazione nel tempo. L’esempio è stato contagioso, con i rappresentanti di classe che hanno assunto un ruolo attivo nel difendere i compagni in difficoltà e segnalare le situazioni problematiche. Il tema ha combattere non solo la prepotenza dei bulli, ma anche l'indifferenza dei gregari, per costruire una scuola in cui nessuno venga lasciato solo a subire.
Patrizia Chelini, 52 anniInsegnante di letterepresso la scuola media “Corrado Melone” di Ladispoli (Roma)
PROGETTOTEAM ANTIBULLISMO:RAGAZZI CHE AIUTANO RAGAZZI
Il progetto coinvolge gli studenti della scuola nel periodo di integrazione degli studenti non italofoni. Gli
alunni neoarrivati usufruiscono del supporto di mediatori linguistici d'eccezione: i compagni tutor. Le attività
sono state organizzate con l’uso dell’interlingua (parole, disegni, gesti) e dell’inglese come lingua veicolare.
Gli studenti neoarrivati partecipano a una visita sul territorio di Conversano, durante la quale vedono non
solo i monumenti, ma anche i punti di ritrovo preferiti dai giovanissimi. Il progetto si conclude con una
"merenda interculturale", momento di grande partecipazione e condivisione, aperto anche ad alcuni
compagni di classe. Ogni ragazzo ha offerto un segno delle proprie radici: alcuni hanno recitato poesie nella
lingua natia, altri hanno cantato canzoni dei loro idoli, i più intraprendenti hanno ballato sulle note di melodie
lontane e affascinanti. L’incontro si conclude con la degustazione di prodotti alimentari italiani ed etnici,
apprezzati indistintamente da tutti i palati.
Lucia Pace Fonte, 48 anniInsegnante di lettere presso la scuola media “Carelli – Forlani” di Conversano (Bari)
PROGETTO L’ALFABETO DELL’ACCOGLIENZA
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SCUOLE MEDIE
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“Parola nostra” è un laboratorio permanente di educazione alla sostenibilità attraverso gli strumenti del
giornalismo: i piccoli studenti-giornalisti affrontano temi di educazione alla sostenibilità in modo attivo e
critico, ponendosi e ponendo domande, analizzando le fonti e andando a fondo.
Negli ultimi anni gli alunni hanno fatto il bilancio di sostenibilità della loro merenda scolastica, realizzato un
dossier sulle fake news, partecipato ad un “processo alla carne”, intervistato il CEO di una startup che fa
oggetti di design con rifiuti come le bottiglie di vodka, realizzato un video sull’inquinamento da mercurio,
intervistato l’architetto che ha guidato un gruppo di migranti nell’autocostruzione di una casa ecosostenibile
in legno e paglia.
Stefania Russo, 42 anniInsegnante di lettere presso la scuola media di Bovino (Foggia)
PROGETTO “PAROLA NOSTRA”: GIORNALISMO AMBIENTALE PER UNA SCUOLA SOSTENIBILE
All’interno di un ambiente cloud, gli studenti, attraverso un approccio multi-disciplinare, hanno approfondito il tema della plastica. Acquisite le conoscenze in chimica, hanno studiato la Pet Art, il tema della trasformazione degli imballaggi alimen-tari di plastica, uno studio comparativo dei diversi sistemi di riciclo. Il progetto si è concluso con la creazione di un racconto sulla nascita della plasti-ca, al fine di comprenderne bene le potenzialità, ma anche i pericoli per il precario equilibrio del nostro pianeta.
Stefania Sgaramella, 53 anniInsegnante di tecnologia presso la scuola media
“Rita Levi Montalcini” di Cernusco sul Naviglio (Milano)
PROGETTO - UN RACCONTO INEDITOSULLA NASCITA DELLA PLASTICA
"L'Officina dei Marmocchi" è un labora-torio ludico – didattico il cui scopo è aiutare gli alunni, anche i più refrattari allo studio, a imparare divertendosi. Gli studenti creano una cooperativa simula-ta nella quale progettano, pianificano, producono e vendono giochi da tavolo didattici: Mafialt, Sbolla Le Bolle Del Bullo, Tutti Pazzi Per Il Clima, Paroliamo, Sicuropoli, Non Chiudere un Occhio, Diritti-Amo. L’Officina dei Marmocchi mette da parte differenze personali, egoismi, incomprensioni, diversità caratteriali, sociali e culturali, punti di vista divergenti.
Silvia Cortigiano, 50 anniInsegnante di italiano presso la scuola media
“Marmocchi” di Poggibonsi (Siena)
PROGETTO - OFFICINA DEI MARMOCCHI: GIOCHI PER LA MENTE ED IMPARARE SARÀ PIÙ DIVERTENTE
SCUOLESUPERIORI
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Roberto Casalini, 58 anniInsegnante di scienze e chimica
presso lil Liceo Scientifico “Keplero” di Roma
PROGETTO: IL TETTO VERDE E LA PARETE VERDEDEL LICEO KEPLERO
Nel Luglio 2016 sul tetto della palestra del Liceo Keplero è stato realizzato un tetto verde estensi-vo. La superficie totale di circa 200 metri quadri è stata suddivisa in due zone: su un’area di circa 150 metri quadri è stato realizzato un sistema multistrato; nei restanti 50 metri quadri è stata allestita un’area per una sperimentazione scien-tifica pluriennale volta a indagare le caratteris-tiche termiche, idrauliche ed agronomiche di una copertura vegetale nelle condizioni dell’am-biente mediterraneo. Nel luglio 2018 è stata installata una parete verde su uno dei muri perimetrali della palestra, all’entrata del Liceo. La realizzazione di una facciata vegetale integra la precedente installazione del tetto verde, proseguendo nel processo di “vegetalizzazione” dell’edificio palestra. E completa, quindi, il progetto di sostenibilità, sperimentazione scien-tifica, accoglienza e miglioramento degli spazi scolastici iniziato con il tetto verde. In tal modo si rafforza il processo di rinaturalizzazione urbana e trasformazione di spazi pubblici neutri in spazi ecologicamente ed esteticamente qualificati; di rinforzo di pratiche ecologiche e compatibili; di avvio in ambito scolastico di progetti e pratiche di conoscenza e studio del verde tecnologico mostrando al territorio esempi virtuosi di riqualificazione ambientale.
Il progetto ha introdotto concetti "delica-ti" con la visione in classe di una presentazione Prezi, "From prejudice to Racism", con video dai contenuti piuttosto forti dal punto di vista emotivo, stimolando reazioni personali e dando vita a interessanti dibattiti. I concetti emersi sono poi stati definiti, approfonditi, sistematizzati e se ne è infine verificata l'acquisizione. Gli alunni hanno riflettuto su aspetti della propria cultura, categorizzati come valori, riti, eroi e simboli, e hanno condiviso alcuni elementi in 3 Padlet interattivi. L'inter-rogativo che ha accompagnato tutto il percorso invitava gli alunni a dichiarare con quale tra due affermazioni fossero d'accordo: “Be yourself, no matter what they say” oppure “When in Rome, do as Romans do”. La canzone di Sting "An Englishman in New York" ha fornito gli spunti per le considerazioni e le verifiche finali.
Paola Boschetti, 56 anniInsegnante di lingua inglese presso il
“CPIA Napoli Provincia 1” di Casavatore (Napoli)
PROGETTO - VIVA LE DIFFERENZE!
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Italia Natalia Martusciello, 59 anniInsegnante di materie letterarie
presso l’Istituto Superiore di Bojano (Campobasso)
PROGETTO: GLI ALFABETI PLURALIDELLE CITTADINANZE
Nell’ambito del potenziamento dei percorsi di cittadinanza, è stato creato un Pacendario con-tenente le ricorrenze più significative a livello nazionale ed internazionale che hanno trovato posto nell’attività didattica attraverso numerose iniziative: mostre, creazione di ebook, tavole rotonde, partecipazione a numerosi concorsi nazionali ed internazionali, organizzazione di seminari, ideazione di spot, interviste ai soprav-vissuti della shoah, marce della pace, coinvolgi-mento di enti, associazioni, testate giornalistiche, esponenti del mondo della giustizia e delle Forze dell’Ordine, micro-interviste tra i cittadini di Bojano, realizzazione di video, momenti di con-fronto con gli stakeholders presenti sul territorio, esperienze outdoor, workshop.Gli allievi hanno vissuto l’esperienza del Pacendario in modo entusiasmante, dato che le celebrazioni sono state “assorbite” dai discenti nella loro quotidianità sia attraverso un’attività di ricerca sia attraverso esperienze e iniziative proposte dagli stessi allievi che sono diventati così registi e protagonisti diretti della propria storia collettiva.
“1000 Motivi per Vivere” è un format televisivo in 13 puntate, progettato e realizzato interamente dai ragazzi. Nasce come risposta educativa alla serie televisiva “Tredici”, che ruota intorno alle vicende che seguono il suicidio di un’adolescente che, prima di togliersi la vita, registra i tredici motivi che l’hanno spinta al gesto estremo. Nei “1000 motivi per cui vale la pena di vivere una vita”, ogni puntata è registrata interamente in esterna utilizzando esclusivamente gli smartphone dei ragazzi. Il gruppo coinvolto è stato di 30 studenti sud-divisi in redattori, conduttori, cameramen, esperti audio e monta-tori. Il programma intende essere un inno alla vita e vuole contrapporsi alla dilagante cultura nichilista, narci-sistica che spesso porta alla noia e in taluni casi all’autolesionismo che sovente serpeggia fra gli adolescenti.
Antonio Curci, 51 anniInsegnante di informatica presso
l’Istituto “Panetti Pitagora"' di Bari (Bari)
PROGETTO - ”1000 MOTIVI PER VIVERE”UN FORMAT TELEVISIVO IN 13 PUNTATE
I VENTI FINALISTI
SCUOLE SUPERIORI
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Il progetto ha coinvolto 10 studenti e un detenuto ergastolano del penitenziario di Rebibbia, Cosimo Rega, divenuto negli anni attore e scrittore. Un laboratorio pomeridiano di cinema è stato trasformato in un laboratorio pedagogico sul tema controverso e affascinante della libertà. Il cortometraggio ''raccontato'' a parole narra la storia di Marco, uno studente di un Liceo Classico che voleva fare l'Artistico e che non viene capito e apprezzato nella sua attitudine creativa all'interno della scuola dove l'hanno costretto ad andare i genitori: Marco decide di realizzare un Murales in una stazione di notte, perdendo la vita, senza che si sappia se sia stato un incidente o una scelta. I pregiudizi iniziali sull'uomo che ''viene dal carcere'', i ruoli prestabiliti, si sono dissolti in un gruppo che ha cominciato a discutere e a raccontarsi mettendo sempre più a nudo le proprie sensibilità..
Luca Murri Fabiani, 32 anniInsegnante di discipline audiovisivecinema presso presso il Liceo Artistico Statale ''Rossi''' di Roma
PROGETTOCINEMA DENTRO E FUORIUNA RICERCA
Da un’esperienza di Alternanza Scuola Lavoro svolta
all’interno della Comunità Nove, centro diurno che
ospita soggetti con disagio psichico a Udine,
durante la quale sono maturati momenti di
riflessione fra studenti, psicologi, educatori ed ospiti
sui temi della salute mentale, è nato lo spettacolo “I
giardini della mente”. Attraverso la recitazione i
ragazzi hanno compreso che il tema della salute
mentale non può essere letto in termini dicotomici
(sano versus malato) ma implica sofferenze che
non sono estranee a nessun individuo; contribuisce
a superare lo stigma; offre informazioni per
l’accesso ai servizi in caso di bisogno.
Marco Toscano, 40 anniInsegnante di materie letterarie presso
l’Istituto “Ercole I d'Este” di Ferrara
PROGETTO THE NEW POETS: MUSICA E POSIA SFIDANO L’APATIA
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SCUOLE SUPERIORI
Il progetto promuove la poesia, la musica, la danza e
le arti visive e favorisce l’integrazione degli alunni
con bisogni educativi speciali nel sistema
scolastico. Discenti e docenti della scuola di Ferrara
scrivono canzoni e realizzano videoclip che
affrontano temi impegnativi e delicati. La musica è
un rap duro, di strada, che coniuga tematiche sociali
al disagio psicologico individuale e collettivo degli
studenti. Le canzoni , fruibili su youtube, raccontano
un modo diverso ed estremamente attuale di
interpretare il ruolo del docente.
Carla Di Bert, 52 anniInsegnante di scienze umane presso
l’Istituto “Bassa Friulana” di Cervignano del Friuli (Udine)
PROGETTO I GIARDINI DELLA MENTE
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Il progetto realizza un percorso di
matematica che, a partire da foto del Golfo di
Napoli scattate dagli studenti durante una
lezione itinerante, è proseguito in laboratorio
informatico con la ricerca delle migliori
funzioni matematiche che descrivono i profili
della costa, delle isole e del Vesuvio catturati
dalle foto. I setting di apprendimento sono
due: quello offerto dal golfo di Napoli, che gli
studenti imparano a conoscere e catturare in
immagini, e quello del laboratorio informatico,
in cui sperimentano modellizzazioni
matematiche di curve.
Maria Di Benedetto, 56 anniInsegnante di matematica e fisica presso
il Liceo Scientifico “Tito Lucrezio Caro” di Napoli
PROGETTO MATEMATICA NEL GOLFO DI NAPOLI
Attraverso l’utilizzo di sistemi di programmazione
Python, Android, Java e Arduino, gli studenti
hanno progettato e realizzato uno strumento che,
costruendo il braille in modo dinamico, permette
a normovedenti e a non vedenti di interagire,
giocare e dialogare in modo assolutamente
paritetico, utilizzando ciascuno il proprio
linguaggio. La Next Braille Machine sensibilizza
gli studenti su problematiche sociali, permette
loro di acquisire competenze nell'ambito del
coding e della robotica, incentiva creatività e
innovazione nell’ambito di un lavoro di gruppo
collaborativo.
Paolo Borrelli, 51 anniInsegnante di tecnologia e progettazione di sistemi informatici
presso l’Istituto Superiore “Pitagora” di Pozzuoli (Napoli)
PROGETTO NEXT BRAILLE MACHINEUN PROGETTO A SUPPORTO DELLA DISABILITÀ VISIVA
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